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diMatematica
Esercitazioni di
Natematjca
1·Volume
parte prima
:§_
Li9uori Editore a
Pubblicato da Liguori Editore
Via Mezzocannone 19, 80134 Napoli
~ 7 6 5
Capitolo 2
RICHIAMI DI TRIGONOMETRIA
Il
2A. Definizioni 42
2B. Elenco delle principali proprietà " 49
2C. Risoluzione di triangoli rettangoli 53
2D. Formule di addizione e conseguenze " 56
2E. Equazioni trigonometriche " 61
Capitolo 3
DISEQUAZIONI
3A. Disequazioni di primo e di secondo grado " 69
-3B. Disequazioni algebriche di grado superiore
al secondo " 76
3C. Disequazioni razionali. Sistemi di dise-
Il
quazioni 81
3D. Disequazioni irrazionali " 86
3E. Disequazioni esponenziali e logaritmiche " 90
3F. Disequazioni trigonometriche " 98
6
Capitolo 4
NUMERICOMPLESSI
4A. Forma algebrica e trigonometrica pag. 10 7
4B. Potenze e radici " 110
4C. Radici c<>l_llplesse di equazioni algebri-
che " 113
Capitolo 5
MATRICI E SISTEMI LINEARI
SA. Determinanti " 117
SB. Caratteristica di una matrice " 124
se. Lo spazio vettoriale .i{n
" 126
SD. Sistemi lineari di n equazioni in n
incognite " 133
SE. Sistemi lineari i m equazioni in n
Il
incognite 140
SF. Applicazioni lineari " 145
SG. Autovalor· " 148
Capitolo 6
GEOMETRIAANALITICA
6A. Coordinate cartesiane nel piano
.,, 153
Il
6B. Equazioni della retta 15 7
6C. Problemi sulle rette " 160
6D.
6E.
Equazioni della
Luoghi geometrici.
circonferenza
Ellisse, iperbole,
" w
parabola. " 168
Capito o 7
LIMITI JI SUCCESSIONI
71..Use della definizione " 178
:z:t.Operazioni sui limiti. Forme indeter-
minate " 183
7
Capitolo 8
LIMITI DI FUNZIONI
!M- Definizioni (f
217
il. Legame tra limi ti di funzioni e limi ti
di successioni ti
222
a;(. Limiti notevoli ti
226
~- Limiti di funzioni composte ti
ti
229
8E. Calcolo di limiti 232
ti
8F. Infinitesimi 240
8G. Infiniti ti
246
Capitolo 9
FUNZIONI CONTINUE
9A. Continuità e discontinuità ti
249
9B. Funzioni continue in.un intervallo ti
257
9C. Funzioni uniformemente continue 260
Capitolo 10-
DERIVATE
l~f- Derivate delle funzioni elementari ti
266
r)(s. Derivate delle funzioni composte e
delle funzioni inverse ti
271
lOC. Derivate di ordine superiore " 277
lOD. Applicazioni delle derivate " 280
8
Capitolo 11
CALCOLODI LIMITI CON L'USO DELLE DERIVATE
llA. Il teorema di L'H6pital pag. 2 86
llB, Uso del teorema di L'H6pital Il 291
llC. La formula di Taylor Il 298
llD. Uso della formula di Taylor nel
calcolo di limiti Il
302
Capitolo 12
SUCCESSIONI DEFINITE PER RICORRENZA
12A. Uso del principio di induzione 313
12B. Successioni definite tramite funzioni
monotòne Il
320
12C. Contrazioni 329
12D. Le successioni sen nx 1 cos nx Il
335
12E. Successioni dipendenti da un parame-
tro. Comportamento caotico Il
336
Capitolo 1
NUMERI REALI
Xc = {xES : xlX} .
n
uxi
i=l
n
la loro intersezione n Xi è il sottoinsieme di S defi
i=l
nito da
n
nxi {x E S : x exi , Vi E{ 1 , 2 , . . . , n} }
i=l
u xi = {x e s : 3i E N
iEN
n xi= {xES:
iE N
Si dice
inoltre che X è contenuto strettamente ( o
propriamente)_ in Y se X e Y e se X f Y e si seri ve XcY.
Come già detto, indichiamo con N l'insieme dei nu
meri naturali, cioè l'insieme
2f-S, {1} e S .
OE{XER: x 2 t- 1},
X= {XEZ : 1/xeZ}
[ Se x > 1 allora O< 1/x < l; perciò in tal caso 1/x r/z. Si verifica
in modo analogo che 1/x (z sex< - 1. Rimane da esaminare il caso
-1 i x i 1. La risposta finale è X = { -1,l}]
[A= B]
Nd = {ne N : HkE N : n =2 k - 1 } .
A B
X e Y <=> X U Y y .
X e Y <=> X n Y X .
Xe Y <=>
[ Supponiamo che X ,E Y; allora x E Yc => x/Y => xi X => x E X~
c c c c
Viceversa, se Y S X , allora x E X => x i X => x ~ Y => x ey]
15
e
[x EX-Y <=> X 1c X e x{ Y ç=> xEX e X EY < > x e xn l J
/
1. 15 Dimostrare la proprietà distributiva dell'unione ri-
spetto all'intersezione :
(AnB)UC = (AUC)n(BUC)
(AUB)nc = (AnC)U(BnC)
esisterebbero due numeri naturali k 1, k2 tale che n=4k 1 -1, n=4k 2-2;
(XnY) c = Xc U Y c
n n
[ Dimostriamo la prima: x E( U X. ) c
i=l 1
<=> X i LJ Xi <=>
i=l
e
Vi 1,2, •.• ,n <=> x·ex.
1
'Vi=l,2, •.• ,n <=>
n c
X E n X i Analogamente si dimostra la seconda]
i=l
1 1 1
1.20 Per ogni keN poniamo Xk = {1, 'k }
2' 3'
Determinare il sottoinsieme di R n
kEN
Xk .
IEn~!:=X 1 = {1}]
kEN
~ Fun.zio=i
l: f(x)
f- 1(y)=y-l]
' suriettiva
= x+l?
la funzione f:N ➔ N definita da
X + 1 se X è dispari
f: xeN ➔
X - 1 se X è pari
(a) f- 1 (f(A))::) A, VA e X
M=estremo
dell'insieme
(M=sup X)
superiore
X <=> IM2_x,
Vc:>O
m=estremo inferiore!
dell'insieme X <=>
(m=inf X) V E>O 3: xeX: m+E>x.
24
m=minimo di X
<=>
(m=minX) IDEX.
~~ ~ /0'\
M::_x, VxEX; VE>O axEX: M-E<x; MEX.
Allora, dato che MeX, la seconda relazione è ve-
rificata automaticamente perchè, per ogni E>O, risul
ta M-E<x pur di scegliere x=M.
[ Dato che nE N, risulta (n-1)/n 2:_O; inoltre per n=l risulta (n-1)/n=
=O. Ciò significa che il numero reale O è il minimo di A (e quindi è
anche l'estremo inferiore) perchè: O ,'.:_x, Vx EA; O EA. Perciò infA =
= min A = Cl...__Yyifichiamo ora che sup A = 1, cioè che 1 2:_ x, Vx E A;
e che V_z ;,: O, -3:xe Jt: 1- E<~. Ul relazione 1 2:_x, Vx E A signi-
fica i !'.::(n-1)/h, che equivale a n 2:_n-1, cioè O 2:_-1 che è quindi
verificata. Fissato E> O risolviamo la disequazione nell' incognita
n: 1- E< (n-1)/n; semplificando la frazione a secondo membro abbiamo
1- E< 1-1/n, cioè -E<-1/n, che equivale a E>l/n, cioè ancora n>l/E.
Quindi, per ogni E> O fissato, abbiamo trovato dei valori di n EN
per cui (n-1)/n > 1- E ; abbiamo infatti verificato che basta sce -
gliere n >1/ E . Ad esempio, se E=l possiamo scegliere n=.2; se E
=0.001 basta prende~e n più grande di mille, e così via.
Il numero 1 non è un massimo 'per l' iniieme A perchè 1 ~ A. Infatti
la relazione lEA significa che pe'r qualche ~EN risulta l=(n-1)/n;
tale relazione equivale a n=n-1, cioè O=-i' che è una reiazione falsa]
fre decimali diverse da zero possa anche essere zero, allora risulta
anche min · X=O ]
somnando n in tutti i membri otteniamo n < xn < n+l per ogni n > 2 .Ciò
=+ co. Inoltre, dalla relazione n< xn, Vn 2:_3 deduciamo che Xn >n2:_3.
[ sup A=+ co, min A=7/2; sup B=+ 00 , m_inB=4; max C=O, inf C=- co
sup D =+co, inf D =-co J
\
1.45 )Siano A,B due insiemi limitati e non vuoti di
numeri reali, con A e B. Verificare che
inf B < inf A< sup A~ sup B.
28
[ Indichiamo con m = inf f(x), m'= inf g(x). Risulta m..'.: f(x),m' ,:S_g(x),
X EX XE X
Vx EX; quindi m+m' ,:S_f(x)+g(x) per ogni x EX. Ciò significa che m+m'
[Supponiamo per assurdo che esista una frazione m/n, con men interi
positivi primi fra loro, tale che (m/n) 3 =2. In tal caso m 3 =2n 3 ;pe!:
ciò m 3 è pari. Ma allora anche m è pari, perchè se fosse dispari an
che m 3 sarebbe dispari. Quindi m è della forma m=2k con k EN; ne s~
gue 8k 3 =2n 3 , cioè n 3 =4k 3 • Ma allora anche n è pari e ciò è as-
surdo, perchè avevamo supposto rn,n primi fra loro]
n n+l
A {--
n+l
: neN}
'
B = {-- : n1cN},
n
sono contigui e determinare il loro elemento di
separazione.
risultino contigui.
[ Si impone la condizione b O =sup A . Allo scopo di calcolare 1' estremo
superiore di A, posto an = n/(n 2 +9), si possono verificare le rela-
zioni an :!::_l/6, Vn e a 3 =1/6.Quindib 0 =maxA=l/6]
B neN}
risultino contigui.
[ a0 = inf B = O]
x~=m+l,
xk - x k
-4
< 2·10 < O.OOL, ove x 4 + y 4 = 1.4142+1.7320 = 3.1462. Pertanto
n li.
re la formula L 2 zn+l - 1, che, per esteso
si scrive:
n n n+l
2°+2 1 +2 2 +2 3 + .... +2 =1+2+4+8+ ... +2 = 2 - 1.
n (n+l)
k = 1+2+3+4+ ... +n =
2
[ la formula vale per n=l, infatti: 1= (1·2)/2. Supponiamola vera per
n=k e dimostriamo che essa è allora anche vera per n=k+l:
k=l
[ La fonrrula è vera per n=l, infatti: 1 = 1 2 • Supponendo che l'ugua -
glianza valga per n=k e sommando(2k+l) ad entrambi i membri, la si
ottiene per n=k+l:
[Si può far uso del principio di induzione, oppure si può utilizzare
la fonnula dell'esercizio 1.70, moltiplicando entrambi i membri per
2 ]
[La relazione data vale per n=l (in particolare con il segno di =).Su~
ponendo che essa valga per n=k ne deduciamo
k+l k
(l+a) = (l+a) (l+a) L (l+ka) (l+a) =
Perciò, se a< - 3 risulta 3+a < O e quindi (l+a) 3 < 1+3a; viceversa
se a ~ -3 allora 3+a ~ O e quindi (l+a) 3 ~ 1+3a ]
n+l
1 - a
l+a+a 2 + .. . +an
1 - a
[La fornrula è vera per n=l, in quanto in tal caso essa si riduce alla
uguaglianza l+a = {1-a 2 )/(1-a). Supponiamo ora che la fonnula sia
vera per un certo ne verifichiamo che essa risulta vera anche per
il successivo n+l; infatti:
n+l k n k
n+l
n+l 1-.a n+l
Ia=Ia+ a + a
k=O k=0 1 - a
k=l 6
[
n+l
I k
k=l
2 1k 2 + (n+l) 2 = n{n+1){2n+l) + {n+l) 2
k=l 6
n+l n n
L k 3 L k 3 +(n+l) 3 ( L k) 2 + (n+l)(n+l) 2
k=l k=l k=l
n n n(n+l)
( L k) 2+n(n+l) 2+(n+l) 2 (L k) 2 +2 --- (n+l)+(n+l) 2 =
k=l k=l 2
n n n n+l
( L k) 2 +2(L k)(n+l)+(n+l) 2 =( L k+(n+l)) 2 =( L k) 2 ]
k=l k=l k=l k=l
2A. Def:in.:izion.i
r'
figura 2.1
r'
~3;-6-0° __ _
\J r=r' r' r
270°
180°
figura 2.2
r'
misura
del l'angolo
in radianti
figura 2.3
44
---
r'
/ ~
I
( Oc..- ____ _,______ _
/1 r
\ /
"-
--- _./'
/
figura 2.4
-+-----'P~~L...4--!-+
X ,r· X
X X
figura 2.5
t sen a
ga =cosa
( 16) t 2a = 2 tga
g 1-tg 2 a
311
2 211
ff. 1t 7t 1t
643 2
figura 2.6
52
y = COS X
figura 2.7
y = tg X
V3
V3/3
1t 131t X
I~ 2
6 4 3 12 I
I I
I
I
I
I
figura 2.8
sen 30°
sen 45°
e A
figura 2.10
figura 2.11
/3 ✓2
(a) cos TI (b) cos ;
6 2 2
1T 1
(e) cos
3 2
C,e__
_ _.__
_____ ~._------~A
COSCI'.. A'
figura 2.12
AB sena
= tga ;
CA cosa
cioè AB CA tga. Quindi in un triangolo rettangolo la lun
ghezza di un cateto è uguale alla lunghezza dell'altro cateto
per la tangente dell'angolo opposto.
Ricordiamo infine la relazione fondamentale
56
----
\
\
o E H A
figura 2.13
57
(c) tg 75° = 2 + ✓3
2.22 Indichiamo con a.,f3,y, (O< a.,f3,y < TT/2) gli an-
goli di un triangolo. Verificare che
tga + tgS + tgy = tga. · tgf3 · tgy
[ Si usi il fatto che, essendo a+ p+y = lT , risulta tg( O +p )
= tg( TT-y) = - tg )' ]
(l+tga) 2 1 + sen2a
(b)
2 1 + cos2a
sen Q.::..9.
12...:_g
(d) cos p - cos q =-2 sen
2 2
[ Ponendo a = (p+q)/2, f3 = (p-q)/2, si ha a +f3 =p, a -13=q. Ponendo
tali valori nelle fornrule di addizione relative a sen( a.±13)abbiamo
p+q p-q p+q p-q
sen p = sen 2 cos
2
+ cos - sen - 2
2 ,
(l (l
sen a = 2 sen - cos 2, cos Cl = cos 2 :=- - sen 2 a.
2 2 2
61
Dividendo per 1 = sen 2 (a. /2) + cos 2 (a /2) e poi, dividendo ancora
numeratore e denominatore per cos 2 ( a. /2), otteniamo
sen x = a, COS X = a, tg X= a,
dove a è un numero reale assegnato. Per scrivere co~
rettamente tutte le soluzioni di tali equazioni è u-
tile far riferimento ai grafici delle funzioni senx,
cosx, tgx e tener presente che tali funzioni sono p~
riodiche.
Cominciamo con senx = a, aER, facendo riferimen-
to alla figura 2.14, dove sono disegnati in uno stes
so sistema di assi cartesiani x,y i grafici della fun
zione y = sen x e della retta y = a, per tre di-
versi valori di a.
62
y
y= a
y = sen x
y =a
figura 2.14
V2
Y•2·
4" .
1[ 3n
~ T
y,. __
-1 2
y. sen 111:
figura 2.15
63
y
y=a
y = cosx
Y=a
figura 2.16
COS X a
<=> nessuna soluzione,
a>l oppure a<-1
64
y=a
-Tt
Tt Xo X
-21
I
II
figura 2.17 '
soluzioni ]
dei
con an
Una disequazione
seguenti quattro
-- r O.
algebrica
tipi:
è una espressione di uno
15 Risolvere
do:
le seguenti disequazioni di primo gra-
[(a) x < -11; (b) dopo aver semplificato, la disequazione data si.seri
ve 1/3 ~ 2 che è una relazione falsa, indipendentemente da x; quindi
(b) non ha alcuna soluzione; (e) la disequazione data è equivalente al
la scrittura. -7 < 7, che è vera indipendentemente da x; quindi tutti
i numeri reali x risolvono (e); (d) x < O]
71
infatti
ax 2 + bx + c.
Perciò:
ax 2 +bx+c > O <=> a(x-x 1 )(x-x 2 ) > O.
Se a>O, deve risultare (x-x 1 )(x-x 2 )> O e ciò è possi
bile se (x-x 1 ), (x-x 2 ) hanno lo stesso segno, cioè
se sono entrambi positivi o entrambi negativi. Le
quantità (x-x 1 ) e (x-x 2 ) sono positive sex> x1 e
x > x 2 ; dato che x 2 > x 1 , ciò è verificato sex >x 2 .
Analogamente (x-xl) e (x-x2) sono entrambi negativi
72
ax 2 +bx+c > O l
a>O, /'J.>0'
<=>
ax 2 +bx+c < O }
a>O, lì>O
<=>
ax 2 +b:ir+c < O
,'ovi rot'di
..
a < O, /'J.> O
<=>
ax 2 +bx+c > ol
a > o' [1=0 I <=>
ax 2 +bx+c >
o} <=> nessuna soluzione;
a < o' [1=0
ax 2 +bx+c >
o) <=> VxER è soluzione;
a>O, [1=0·
ax 2 +bx+c
a < o' [1=0
>
"] <=>
ax 2 +bx+c <
o) <=> nessuna soluzione;
a > o' [1=0
ax 2 +bx+c < ol
<=>
a< O, [1=0
J
ax 2 +bx+c <
o) <=>
a > o' ll=O
74
ax 2 +bx+c <
a < O, l'l=O
ol <=> VxER è soluzione.
ax 2 +bx+c <
o } <=> \fxER è soluzione.
a<O, ti<O
Risultati analoghi valgono per le disequazioni
ax 2 +bx+c ~ O, ax 2 +bx+c < O.
ax 4 + bx 2 + c > O.
Si risolve tale disequazione in due passi, con la SQ
stituzione t = x 2 • Si risolve preliminarmente la di-
sequazione at 2 +bt+c > O; supponiamo ad esempio che
sia ~=b 2 -4ac > O, a> O per cui si trovano limitaziQ
ni del tipo t < t 1 , t > t 2 • Ci si è ricondotti a st~
diare le due disequazioni di secondo grado x 2 < t 1 ,
x 2 > t 2 • Di seguito sono proposti alcuni esempi.
x2 + - 1 = (x+
1
- ) 2 - 2 = t 2 - 2.
2 X X
1 1
2 ( X 2 + -; ) - 3 (x + - ) + 4 ) 0.
X X
1 1 3
X+ - ( 0, x+->-.
X X 2
Ix>o rX ( 0 fX ( 0 ( X ( 0
[ Utilizzando la scomposizione
fx -l>O
2 rx 2 -1<0
l l
I
'x<-1 X ) 1 r-l<x<l
{ {
le: x <- v'2, -1/'3 _ix i ';f3 , x > ../"i'; {b) x < V3, x > 14;
(e) Si metta in evidenza il fattore x 6 • Il risultato finale è: x!-1,
ilil
q(x) > O '
rx + 1 >O {x+l<O
lx-1>0 X - 1 ( 0
82
(a)
X
X
+ 5
+ 6
< o -+1 +
,,S
-,"'
'0 (b)
1 -
---
X
X
>
~
-<. -
()-~-:
~
(a)
3 -
--- X
> o (b) 7 - X < O
X + 1 4 - 3x
[ (a) la disequazione data è equivalente ai due sistemi
r-x+
X~
1 >
0
o
Il primo sistema ha per soluzioni -1 < X 5. Tale intervallo è
r3
1
-
X+ 1 <
X .$_ 0
o
3. an-
che l'insieme delle soluzioni della disequazione razionale data, per_
chè il secondo sistema non ammette soluzioni; (b) 4/3 < x 5. 7]
X 2 -4X + 300
f
~X 2
-
- 4X + 30 0
[ (a) E' conveniente portare tutti gli addendi a primo membro, riducen
83
~[Ricordando la definizione
<=>
di I xl,
-r < x < r .
==
la relazione I xl.$.r equivale
ai due sistemi
X?_ 0 X ( 0
{ {
X.$_ r -x.$.r
Il pr:iJDo sistema equivale a O ix.$_ r, mentre il secondo equivale a
84
x+3>0 {x+3<0
{
x+3-2>0 -(x+3)-2 > o
i X ) 0 rX ( 0
~l -1
I -
1--3 <X < l < x < 3
(a)' 1 I --
X
X
-
-
1
7
I> 1 (b)
Zx
5 -
1
X I< 2
[(a) x>4,x/.7; (b) X ( 11/4]
(n dispari).
In base a tali proprietà, le disequazioni irra -
zionali con n dispari si risolvono elevando alla n-
sima potenza entrambi i membri. Precisamente:
n dispari
<=> p(x) > [q(x)]n
n dispari
<=> p(x) < [q(x)] n
<=> (n pari) .
r4x 2 -1?_0
l x-3
4x 2 - l
> o
< (x-3) 2 = x 2 - 6x + 9 ;
( 2x - 1 <O 2x - 1 2 O
{
l2-x220 2-x 2 .>.(2x-l) 2
l-125.x5./2 - 1/5 ( X ( 1
Cioè ancora:
x2 - 3 2 O
3X 2 - 1 ) X 2 - 3 ,
-1
1/2
91
y=2x
-2 -1 2 X
figura 3.1
X 2 1 o -1 -2
-2 -1 1 2 X
figura 3.2
X '
Più in generale, la funzione esponenziale y =a e
strettamente crescente se la base a è maggiore di 1,
ed è strettamente decrescente se O< a< 1. In formu-
le:
se a> 1
y
y
a X X
figura 3.3
log 8 4 = 2/3; (b) 1 'esponente da dare a 3 per ottenere 1/3 è -1; quin-
-2
di log 3 (1/3)=-1; (e) Risulta (1/2) = 4, quindi log 4=-2]
1/2
1
3.51 Risolvere la disequazione log 3 x <2
[ La disequazione data si può anche seri vere log 3 x < log 3 /3; dato
<x< ✓3 J
3.52 Risolvere la disequazione log x < ✓I.
1/7
O <x2 + 4x < 5
X< -4 X >O
-5
..
I -4 o X
-5<X<1
figura 3.4
log (1 + l) < 1
X -
1 + 1/x <e
{
1 + 1/x >O •
La prima delle due disequazioni ha per soluzioni: x < O e x~l/(e-1);
la seconda disequazione ha per soluzioni: x < - 1 e x > O. I valo-
ri comuni sono x < - 1 e x ~ l/(e-1) ]
[x ( - 2, -1 ~X~ 1, X~ 2]
.
3 . 59 R 1so 1 vere 1 a d"1sequaz1one
. (1/3)(1-12x)x < 3.
(l-12x)x -1
[La disequazione (1/3) < 3 = (1/3) è equivalente a x-12x 2 >
> - 1, dato che la funzione esp~nenziale con base 1/3 è strettamente
decrescente. Il risultato finale è -1/4 < x < 1/3]
3 . 1 vere
. 60 R 1so 1 a d"1sequaz1one
. gx+l ~
2x2
3(x+l)
[Dato che 8 = 2 3 ; la disequazione data si può anche scrivere 2 ~
x2
~ 2 , ed è quindi equivalente a 3(x+l) ~ x 2 • Tale disequazione di
secondo grado ha per soluzioni i numeri reali X per cui (3- /n)/2 ~
3.61 Risolvere
(a)
3
'e
4x 4
le
-Sx 2
disequazioni
+1
< 1 (b) e
lx-li
< e
I x
K<=1.
disequazione data ]
[(a) Ponendo ex= t risulta e-x; 1/t; quindi occorre risolvere la di-
sequazione t + 1/t < 10/3. Si tratta di una disequazione razionale
che ha per soluzioni: t < O e 1/3 < t < 3. 19 corrispondenza la dise-
quazione ex< O non ha soluzioni, mentre le disequazioni 1/3 <ex< 3
hanno per soluzioni - log 3; log (1/3) < x < log 3;
( b) x > log ( -1+ /5) ]
(a) (x+l) (x 2
-l) > 1 (b) (x 2 -3)X < x 2 -3
X 2 - 1 < 0 l x 2 -1 > O
i sen
cos
tg
(x+2kTI)
(x+2kTI)
(x+kTI)
= sen x
= cos x
tg x
Per comodità del lettore riportiamo la seguente~
vola di valori.
.
X I
radianti
o TI/6 TI/4 TI/3 TI/2 TI (3/2)TI 2TI
X
oo 30° 45° 60° 90° 180° 270° 360°
gradi
figura 3. 5
100
sen x >
<=> VxeR
a < -
sen X < a
<=> nessuna soluzione;
a < -1
-1 <a<
ali <=> con -n/2 < x 0 ~ TI/2, le solu
zioni sono:
-TI-xo+2kTI<x<xo,+2kTI, Vke Z.
y.a
figura 3. 6
102
cos X > a
<=> VxeR;
a < - 1
cos
a < - 1
X <
.I <=> nessuna soluzione;
[ (a) nessuna soluzione, (b) TI /2+2k TI< x < (3/2) TI + 2kTI, VkE z]
y:a
figura 3. 7
104
{
cos x > O
tg X < l
! COS
tg X
X (
)
0
zioni:
(a) 3-tg 2 x < O (b) (3tg 2 x-2) tg 2 x < 1
[ (a) -TI/2 < X S - 1T/3, TI/3 S X< 1T/2; (b)-TI /4< X ( TI/4 ]
i i(l+i) i-1 1 1
=--+-i
1-i (1-i)(l+i) 2 2 2
b z
\
a
figura 4 .1
109
a= p cos -s
b = p sen -S
[ (a) p = ./z, -\,=TI /4 + 2kTI ; (b) p =2 /2, -\,=-TI /4+2k TI ; (e) p =2,
I -\, = TI /6 + 2kTI ; (d) p =2, -\, =(2/3) TI+ 2kTI ]
/
Una radice n-sima di un numero compl_essp_z è un
numero complesso w tale ch_e wn_ = z. s._~_i modul~-gli
argomenti di z, w sono rispettivamente (p, .\ij, (i:i,-~ 7 )
dato che wn = z, per le formule di De Moivre risulta
p
1/n
perciò p' = n/p p ~' = (~+2kTT)/n.
In forma trigonometrica le radici n-sime di un nu
mero complesso z = p (cos~ + i sen~) si rappresenta-
no nella forma
2k1T 2k 1T
wk = cos - + i sen -- , k = 0,1,2.
3 3
complesso ]
112
V3
2
2n
-3-
1
i/3
2 .
figura 4.2
(a) 1 • (b) - 4
[(a) ± 1, ± i ; (b) ± (l+i), ± (1-i) ]
-b+ /b L 4ac'
z l
2a
21T 2 1T
1+2i = ✓s (cos -
3
+ i sen - ) ,
3
4
da cui /1+2i = ± /s (/"3/2 + i/2). Perciò le soluzioni deli'e -
iz 2 2z + 3i o.
[Ponendo z = x + iy si ottiene
O i {x+iy) 2 - 2(x+iy) + 3i
i (x 2 + 2ixy-y 2 )-2 (x+iy) + 3i
ix 2 - 2xy-iy 2 - 2x - 2iy + 3i
=-2(xy+x}+i(x 2 -y 2 -2y+3)
rxy+x=O
l x2 - y 2 - 2y + 3 = o •
La prima equazione si scinde in x = O oppure y + 1 =O.Sostituendo
il valore x = O nella seconda equazione,si ottiene y 2 + 2y - 3 = o,
cioè y = - 3 oppure y = 1. Le coppie (x,y) = {0,-3), (x,y) = (O, 1)
sono soluzioni del sistema. In corrispondenza i numeri complessi z=
=-3i, z = i sono soluzioni dell'equazione data.
Infine sostituendo y = - 1 nella seconda equazione del sistema si
trova x 2 + 4 = o, che non ha soluzioni reali. Perciò l'equazione d~
ta non ha altre soluzioni oltre quelle già indicate]
(x 2 -l O
l 2xy + 1 o
SA. Dete:rmina.n.ti
di A, allora det A= O.
5) Se ad una riga (risp. ad una colonna) si aggiunge
una combinazione lineare di altre righe (risp. colon
ne), allora il determinante non cambia.
Infine sussiste la seguente ~roprietà:
6) La somma dei prodotti degli elementi di una riga
(o colonna) per i complementi algebrici degli elemeQ
ti analoghi di un'altra riga (o colonna) è uguale a
zero.
1 0.1 0.3
0.5 )
(
B= 0.7 0.1 0.1
0.2 0.4 0.6
,-r -q:
o
o
1
1
D=
n
2
5
7
5
5
7
3
7
-:)
-1
t A= ( : : : : : : : : : )
a 1 1 a 1 2 a 1 3 am)
(
A .. ::::.~~
~----~-~~--~-~~
\ o o o .... ¾Il
Verificare che vale l'uguaglianza:
de t A = a 1 1 a 2 2 a 3 3 • • • a nn
[ Sviluppando il determinante di A secondo la prima colonna si ha:
a 2 2 a 2 3 a2n
o a 3 3
det A = a 11 •
o o
a 3 3 a 3 4 a3n
O a 4 4 a4n
det A=a 1 1a 2 2
o o
e così via]
1 o -1 2
2 1 3 -2
A=
-1 2 -3 4
-2 5 1 3
1 3 -2 2 3 -2 2 1 -2
A =l 2 -3 4 - O -1 -3 4 +(-1) -1 2 4
5 1 3 -2 1 3 -2 5 3
2 1 3
- 2 -1 2 -3 = -5 + O + 31 - 76 = -so ]
-2 5 1
2À- 1 2-2À 2À - 2
D ( À) 2 À- 2 3-2À 2À - 2
À - 1 1 -À À
è uguale a zero?
[ Sottraendo e sommando l'ultima colonna rispettivamente dalla prima ed
alla seconda colonna, si ottiene
1 O 2À - 2
D ( À)= O 1 2À - 2 À
-1 O À
A=
sen x ·
( sen 2 x
sen 3 x
sen 2 x
sen 3 x
sen 4 x
sen 3 x
sen 4 x
sen 5 x
l•
121
3 .i.
5 6
7 8
9 10
A=
è uguale a zero.
[ Sottraendo la seconda colonna dilla prima si ottiene la terza coloQ.
na J
5.9 Verificare che il determinante della matrice
4 -2 6
A=
(
2
6
l
3
1
4
1
7
7
_n
è uguale a zero.
122
:_J/
1
....
:) 1 1 •.. -1
1 l l l
o -2 o o
n-1 n-1
det A = o o -2 o =(-1) 2
...............
o o o ... -2
l 1 l l
al a2 a3 an
Verificare che lo
sviluppo del determinante di
Vandermonde è uguale al prodotto di tutte le
n!/2!(n-2)! possibili differenze a k - ¾ con.
k > h.
[ Sottraendo da ogni riga la precedente moltiplicata per a 1 e poi svi
Si ha infatti:
123
1 1 1 1
a2 a3 a4 ... a
n
a2 a2 a2 a2
2 3 4 n
..........................
n-2 n:.2 n-2 n-2
a2 a3 a4 ..• an
( a 2 -a l) ( a 3 - al ) ••• ( an - al ) •
o o o
1 2 n
11 2l nl
n-1 n-2 n-3
1 ·2 ·3 · ..• ·(n-2) 2 ·(n-1)
12 22 ... n2
[ 2 J
5.14 Determinare la caratteristica di ciascuna delle
seguenti matrici:
A = (-::) B = (:
8
12
2
3 :)
:l
-3 3 3
e =
(: 4
4
D • (:
-1
6
-3
9
3 :)
[ A: 2 ; B : 2 ; C : 2 ; D : 2 ]
[ 2]
A= (: .
3
-~ -~
2 4
-~)
-2
6 2 8 -4
:n.
5C. Lo spazio ~ettoria1e:JR
R
X +
. y = (Xl + yl l ...
Rn
' xn + Y n).
Se À E .!. = (xl' ... , xn) E si eh i ama prodot-
to di À per .!. e si indie.a con ÀX l'n-pla
ÀX = ("Axi,···, "Axn).
L'insieme Rn munito dell'addizione e della mol
tiplicazione sopra definì te è uno spazio vettoriale, e
i suoi elementi si chiamano anche vettori. Il vetto-
re O (O, ... ,O) si chiama vettore nullo.
Sia (.!, 1 , .!, 2 , •.• , .!,k) una k-pla di vettori diRn.
Si chiama combinazione lineare di .!.i , .!, 2 , ••• ~k ogni vet
tore della forma
= À1~1 + À2 ~ 2 + . · · + À k~ k •
I vettori .25.
1 , .25.
2 , ... , ~k si dicono linearmente indipenden-
o o
o o o
cui 1 'asserto ]
X= À + l.l
{ y = À
z = µ. - a
131
À = y e µ=x-y.
a
1
a
I 1 a a
\
·-•')
I
Se a - 1, allora
A=
~: 1-à
a-a
2
2 l-a 2
Scambiando fra loro le ultime due righe si ricava subito che i vettori
!!p !! 2 , !! 3 sono linearmente indipendenti.
a a
l-a 2 a-a 2
_ a(a-a '))
o l-a 2
l+a
132
Essendo
-2a 2 +a+l
1 - a 2
l+a Ha
r"
Xl + a 1 2 X2 + al 3 X 3 = b l
a 2 l Xl + a 2 2 X2 + a2 3 X3 = t, 2
-
a31 X l + a 3 2 X2 + a3 3 X 3 = b 3
Se è all r o' moltiplichiamo la prima riga per
a 21 /a 11 e sottraiamo dalla seconda riga la riga ri-
sultante. Poi moltiplichiamo la prima riga per a 31 /a 11
l a'2 2 Xz + a~ 3 X3 = b~
a\ 2 X 2 + a~ 3 X3 = b~
135
f all
Xl + a1 2
a2 2
X2
X 2
+
+
al
a'2
3
3
X3
X 3
=b
= b'2
1
l
l a" 3 3 X 3 = b'~
Jl 2x + 6y + 4z
x + 3y - z = 2
= 1
-x + y + 2z = 1
5.24
ry-.lineari
2.x- y· +3z
3x+ y +2z
2
1
o
[ X
13
5
z= --
12
5
J
,.x+y=l
5.25 {2x+y-z=2 [ X y z = oJ
X + y - 2z '= 1
{ x - 2y """ O
5.26 4x + 2y - 2z = O
X+ 3y + Z = o
5.27
{"':·¾
3
2x t y - z = 2 [ X = ..!!._ y =-
1
5 z = - 1 J
15
X+ y - Z 4/3
-x + y + 2z 2
5.28 { 3x-y+z=6 [ X y =-1; z = 2 ]
-x + 3y+4z = 4
137
r 2x 1 + x 2 + 2x 3 + x
6x 1 - 6x 2+ 6x 3 + 12x 4 = 36
4 = 6
l
5.29
4x 1 + 3x 2 + 3x 3 - 3x 4 = - 1
2x 1 + 2x 2 - x 3 + X 4 = 10
3x 1 + x 2 +2x 3 +x 4 7
Xl+ Sx 2 + x 3 + x 4 8
5.30
X 1 - X2 + 4x 3 + x 4 = 5
2X l + x2 + x 3 + 5x 4 = 9
2x l + x2 +x3+X4 10
X l +3x 2 + X3 + X 4 12
5.31 [ X l = X 2 = X 3 = X 4 =2 ]
X 1 + X2 +Sx 3 + X 4 16
X 1 + X2 +x 3 +2x 4 = 10
X + 2y + 3z = 4
{ y + 4z =- l3
7y + 29z =- 14
+ 2y + 3z 4
y + 4z - 13
z = 77
3x - y +z - 2
5.33 { x +Sy +2z 6 [x = - 2; y o; z 4]
2x +3y + z O
y + 3z = 9
2x + 2y - z = 8 [x 2· y 3; z 2]
-x + Sz = 8
'
y + z = 1
r -x
5.35
l + 2y + z = 2
-2x+ y + z = 1
[ X O; y = l; z = O]
1 1
x+2y+3z 1
1 1 1
5.36 -x+-y+-z O [ X = 9 j y =-36 j Z 30]
2 3 4 \
2x l + X2 + 2x 3 + X4 6
Xl - Xz + X 3 +2x 4 6
4x l + 3x 2 + 3x 3 -3x 4 =-1
2x l + 2x 2- X3 + X4 = 10
- Xz + X4 = 2
X2 - X 3 -Sx 4 - 13
X z- 3X 3 = 4
r••,• - X 2
2x 3 + X
-x
X4 =2
..= 6
l
3 - 4x 4 =-11
-3x 3 + X 4 = 6
2x 1 + x 2 + 2x 3 + x '+ 6
13x,. =39
x+2y 2z + = 1
{x Ay+ z = 2
+ y + Az =- 1.
1 2 2
o A 1 (A - 1) 2
1 1 A
per cui, per A ,;, 1 il sistema annnette lll1a sola soluzione, che si otti~
ne con la regola di Cramer. Se invece À = 1, con verifica diretta si
trovano infinite soluzioni del tipo (-3,y,2-y)]
'
(*)
le due matrici
a 1n bl
a 2n b2
(1-1 1)
2 -1 -1
A 1 -1 I 1
12 -1
-y=l-z
-y=z+3
, 1-z -1 1 1-z
B1 = 2(z+l); B2 3z + 1
z+3 -1 2 z+3
(;:)
1 2
ha caratteristica 2, essendo 12 1
- 3 I O; la matrice completa
2
1
5
X + 2y = 2
{
2x+y=3
143
2 2 1 2
3 1 4
2 3
1
X =
3
y
3
J
1 2 1 2
2 1 2 1
l X
- z: =-2
[Essendo
1 1 3
D 2 1 2 o
1 O -1
I 2
1
1
0 I = - 1 I o.
2x +y = l-2z
{
X = Z - 2
x+ z = 3
[ Consideriamo
u
le matrici
- y + 2z
+ y + 3z + t
-4y + 3z - t
incompleta
2
1
5
(:
-1
1
-4
2
3
3
~;) (i
-1
-4
1
2
3
3 -1
o
1
:)
poit:hè la terza riga si ottiene sottraendo dagli elementi della primà
riga, moltiplicati per 3, i corrispondenti elementi della ·seconda, tu!,
ti i minori del terzo ordine di tali matrici sono nulli. Essendo poi
2 1' O ,
X - y = 2 - 2z
{
X+ y = 1 - 3z - t
3 5 1 1 1 1
Si trova x = -
2
- -
2
z - - t·
2 '
y = - 2 - 2 z - 2 t; z=z; t=t]
SF-Applicazioni lineari
V e~+ ~) = À1<t>c~J+~iP ,~
per ogni ~ 1 ,~ 2 E E e per ogni À 1 , À 2 E R._
Sichiama nucleo di qi l'insieme ke_i) cp dei vetto~
ri ~ E E la
cui immagine mediante - cp è :il vettore nu.1_
lo di F.
Si chiama immagine di cp 1 'insieme Im cp dei v'etto-
ri y_ E F del tipo ~ = qi(~_) con ~ E E.
j) i vettori <1>(~
1 ), <1>(~2 .), ••• ,(j)(~n) sono linearme_g
te indipendenti.
L'immagine di <I>, Ime/i è il sottospazio vettoriale
146
I a l l Xl
a 2 1 x 1
+
+
al
a 2 2x 2
2X 2 + •" "+
+· · · +
a 1n
a 2n xn
xn :
- b 2
b l
~ ..................................... .
r ·X+ y - Z + 2t. = 0
l -x
X + y
+z
+ 3t = 0
=o
148
da cui
X= - t
{
y = - Zt
z =- t
' X+y - Z = 0
{ X+ y = 0
-x + z = o
Utilizzando le stesse combinazioni lineari di equazioni che nel si -
stema precedentemente studiato,si ottiene come unica soluzione il vet
tare (o,o,o). Allora ~ 1 , ~ 2 , ~ 3 sono linearmente indipendenti e
Im (j) = R3 ]
=1 se i=j; 6 1J
.. =O se ifj. Perciò l'equazione (*) può
essere riscritta esplicitamente come
a 2 2 - À .•.• aw
o
a nn-À
dente all'autovalore À.
Se~= (x 1 , x 2 , ••• ,xn) è un autovettore di A, e-
videntemente tale è anche kx per k i O e corrisponde
allo stesso autovalore.
[ L'equazione caratteristica è
5 - À 4
det (A-ÀI)= À2 - 7À + 6 = O
1 2 - À
-x 1 + 4x 2 = O
{
X l - 4X 2 = 0
À1 =6èdeltipo(4k,k)conkÈ:R- {o}.
[ Il polinomio caratteristico è
151
6-À -2 2
-2 5-À O À 3 -18 À 2 + 99 À - 162
2 O 7-À
{ ,. --2x:
2x 2 + 2x 3
+ 2x 2
=o
o
2xl -1- 4:x3 =o
posto x 3 = - k, si ha x 1 = :x2 = 2k, con kE R - {o };per À 2 =6,do.!?_
-1- 2:x3 = O
con a e R, b E R -{O}.
[Si ha À 1 = a+ib e À 2 = a-ib]
a 1 2
A a 2 2
[ Si ha À 1 = a 1 1 , À2 = a 2 2 , À 3 = a 3 3 ; corrispondenti autovet
y Y'
x'
o X o
{
X 1 = X - a
y' = y - b.
2° c,aso: rotazione degli assi .I due sistemi di ri -
ferimento hanno la stessa origine O ma il nuovo si-
stema di assi si ottiene dal primo mediante la rota-
zione di un angolo 6 (fig. 6.2).
Dette (x,y) le coordinate del punto P nel siste-
ma 0xy e (x' ,y') quelle dello stesso punto P nel nuo
vo sistema 0x'y', le equazioni del cambiamento di
coordinate sono
x' = x cos 6 + y sen 6
{
y' x sen 6 + y cos 6
o, equivalentemente,
x = x'cos 6 - y' sen 6
{
y = x' sen 6 + y' cos 8
y' x'
/
/
b /
/ e
O a
figura 6.3
figura 6.1<
/
159
'/
8(0,q)
figura 6.5
ax +by+ c = O
(*)
a'x+ b'y+ c'= O
con a 1 O, b 1 O, a' 1 O, b' 1 O. Se le due rette si
incontrano in un punto P, le coordinate di questo pu.!!_
to costituiscono una soluzione di entrambe le equa -
zioni e perciò del sistema da esse formato.
Viceversa, se il sistema (*) ·ammette una soluzi.2_
ne (x,y), allora x,y sono le coordinate di un punto
comune alle due rette.
Pertanto, per stabilire se le rette re r' sono
fra loro incidenti o parallele o coincidenti basta
risolvere il sistema(*). Se tale sistema ha una so-
la soluzione, allora le rette r,r' sono incidenti. Se
il sistema non ha soluzioni, le rette r,r' sono pa -
rallele. Se il sistema ha infinite soluzioni, le ret-
te sono coincidenti.
Supponiamo ora che il determinante ab' - a'b del
la matrice incompleta del sistema (*) sia diverso da
zero, cioè supponiamo che sia
a/a' 1 b/b'
allora il sistema(*) ammette l'unica soluzione
be' -b 'e ca'-c'a
X = ab'-a'b y = ab'-a'b
o.
~o+ by 0 + C: O
{ ax 1 +by 1 +c:0
ax 2 +by 2 +c:O J
(x-xo)2 + (y-yo)2 = r2
Sviluppando i calcoli si perviene ad un'equazio-
ne del tipo
(*) i x2+y2+~~+~x+y = O
con a=-2x 0 ,
X 2 + y 2 = r2
{
y=mx+q
[ (0,-2) e (1,-1) ]
[ X2 + y 2 : 25 ]
.,/
-a o a X
-b
figura 6.6
x2
a2 1
figura 6. 7
F
X
(c/2 ,O J
y2= 2cx
X=-~
2
figura 6.8
y y y
(0,0) X
----y=-~
y 2 ;- 2c X X 2 ; 2c y X 2 ;- 2c y
figura 6.9
172
al l al 2 al 3
A all al 2
al 2 a22 a2 3
A33
al 2 a2 2
al 3 a23 a3 3
rax2+-2=l
2 y 2
b
1y=mx+q
[x 2 -9y 2 =9]
r =-
x b/2a·- y'
lim an = a , oppure
lim an= + CO
, oppure CD
n, ➔ +co '
.--------·------------ -------- -----
se, per ogni numero reale M > O, esiste un numero \! tale che
-a n > M, per ogni n > v.
Diremo che una successione an tende a -co (an diver
ge a -do), e scriveremo
179
Il 1
lim
n ➔ +co
2n+S 2
[Discutiamo la disuguaglianza
2.n - (2n+5) I
1 2(2n+S) =
I :- 5
2(2n+5)
l
4n+10
5
5. 5 5 5
4n+l0>- , 4n > E - 10, n >
E 4E 2
~-Jj
E' noto che, se il limite di una successione esi
ste, esso è unico. Perciò è chiaro che la successio-
ne considerata nell'esercizio precedente no_n può co!!_
vergere ad un numero reale diverso da 1/2; per esem-
180
I -- n
2n+5
- 1 I -n-5
2n+5
n+5
2n+5
< E •
Ricaviamo n:
~ Verificare
a zero:
che la seguente successione converge
an
1.:.1.L.
·n
181
3n
<=>
n 2 -10
lim l~ = 2
n ➔+co V'+ T n
/ 4+1/n - 2 I < E •
Dato che 4+1/n > 4; risulta anche / 4+1/n > /4 = 2. Perciò l'argome11
to del valore assoluto è positivo e basta risolvere
(4+1/n)-4 < 4E .
[La relazione n 2 - 1 >M equivale a n 2 > M+l. Essendo n > O, ciò equi
vale ancora a n > IM+l. Perciò, se n > \J = IM+l, risulta n 2-D
>M ]
(b) \J = max { 4; (8 + M + / 48 + M 2 ) /2 } ]
183
lim (5-n 2 ) = - oo
n ➔+oo
?f7an - b n ➔ a - b;
~ a n ·b n
?l
a
b , se b t- O.
an ➔ a bn ➔ +ro => an + bn ➔ + 00
an ➔ a bn ➔ -<X> => an + bn ➔ - 00
an ➔ + 00
bn ➔ +ro => an + bn ➔ + <Xl
an ➔- 00
bn ➔ -<X> => an + bn ➔ - <Xl
--
an
an
➔ +
➔ +
00
00
bn
bn
➔
➔
+oo
-oo
=>
=>
an ·bn
a n ·b n
➔
➔
+oo
-a:,
an ➔ - 00
bn ➔ - 00 => an ·bn ➔ +oo
an ➔ ± 00
bn ➔ o => I <\i /bn I ➔ +oo
00-00: =>
185
o
o..a\: J an
➔
> a n ·b n
➔ ?
l bn ➔ ±00
a, ran ➔ ±c:o
=>
a,
1' b n ➔ ±oo
o fan
➔ o
=>
o
lbn ➔ o
1 :
(X) ran ➔ 1
=>
1bn ➔ ±co
➔ +oo
fan
00 o : => ➔ ?
lbn ➔ o
oo: rbn
Affermare
➔
➔
o+
o
=>
74 Calcolare il limite:
n
lim
➔+co
3n-1
n+3
1-n
Calcolare il limite lim
n ➔+w
/_n+l
[ Dividendo il numeratore ed il denominatore per /~ si verifica che
la successione tende a - 00 ]
n+(-l)n
7~5 Calcolare il limite lim
n ➔ +co
n-(-l)n
[ 1 J
7_JQl_
Calcolare lim (✓ n+2 - /n-1 )
n ➔+ CD
lim 1 .
n ➔+co an
[ Ba~ta calcolare il limite del rapporto come rapporto di limiti]
ad 1 per n➔ + 00 , allora:
(a) non necessariamente an converge;
(b) se an converge, non necessariamente conver-
ge ad un numero reale non nullo.
Trovare degli esempi.
[ (a) an = n, oppure ~ 1 = n2 , oppure
[ Per ipotesi, per ogni E > ·o, esiste un indice \! per cui
Vn > v.
mente an +bn ➔ O]
c n =an - Ia n I .
[ Se an ➔ a allora ( esercizio precedente•) ian I ➔ Ia I . Perciò bn,cn
per ogni n ]
se a > 1
(1) •lim
n ➔+oo
a n= {i
non
00
esiste
se
se
a
-1< a< 1
a < - 1
1
se
191
se b > o
(2) • lim l se b O
n ➔ +co
se b < O
n
La successione esponenziale a ' con a> 1, e la
successione potenza nb, con b > O, divergonc a+ 00 .S~
so tali successioni vengono confrontate con ~n e
con n! (n fattoriale, definito da n! = 1·2·3· ... ·(n-1}
·n) che pure divergono~a t 00 Consideriamole nell'or
dine:
b n
log n; n; a; n!
Nel modo indicato sono infiniti di ordine crescente,
nel senso che valgono i seguenti limiti notevoli
b \..
(5) lim (log n) /n o '>, (b > O) ;
n➔
(8) ., lim Cl + ln )n = e .
n ➔ +oo '
192
X
=> ➔ e
se_n an
(11) ➔ 1.
an
R R n R
[ (a) e - 2 = e [ 1-(2/e) -++<X> (b) - oo
(b) O]
2n - n 2 ; 2n (1-n 2 tt) ➔ + 00 ]
(a) l ✓n
og n
(b)
·
3:
n /( I
1 (c) ~~
e-·
(d) !!..:_ "io
n!
'.:, ________ ,'
[ (3) + 00 ; (b) O]
(b) n!-(n+l)!
n2 en
Calcoliamo separatamente:
n+l.zn
( -J
ì.47 Calcolare il limite lim
n ➔+ = n
n+l 2n 1 n
( - ) [· (l+ _ ) J2 ➔ e 2 · J
n n
196
[ Si può utilizzare il li.mite notevole (9), prima con x = 1/2, poi con
x = - 1. (a) /-;; (b) 1/e]
n 2 n n-1 n 2 1 n-1
.·-) ·(-) = (-) (1 + -) ➔ e ]
n-1 n-1 n-1 n-1
I
,{a) (b) ( n2+n )n 2
n 2 +n+l
_J/
[ (a) Allo scopo di applicare il limite notevole (10), ricerchiamo xn
per cui:
n2 +n
n 2 -n+2
Risulta evidentemente
( nn-n+2+ n)n
2
2
(b) con lo stesso metodo proposto nel caso precedente si trova il valo-
re limite 1/e]
r
7~-~1 Ca colare, per n➔ +oo i limi ti delle successioni
' ', '
2
)ca) ( n 2 +n (b) (n2- n (
n 2 -n+l Il 2 -n+3
•'e(a) + 00 ; (b) 1 J
7.52 Calcolare i limiti
1 3
(a) lim n sen (b) lim p sen
n ➔ +oo n n ➔+oo n
(c)
1
(d)
sen (1/n)
lim Il tg lim
n➔ +oo n n ➔ +oo sen (3/n)
tg 2 (1/n) 1-cos(3/n)
(a) (b)
1-cos (1/n) sen (3/n 2 )
teniamo
n+l n
(n+l) n! (n+l) 1 n
(n+l)!
.7 = --;;n- (1 +- )
n
➔ e•
Verificare che
converge al valore a.
Come mostrato nell'esercizio che segue, da (III)
si deduce il seguente teorema di confronto.
( IV) Se a n converge a zero e se b n è limitata,allora il
Vn EN.
ni
(a) [cos(n+1)] 2 -(n+1) 2 (b) n[2-sen(n 2 +1)]
[ (a) [ cos(n+l)] 2 -(n+l) 2 i 1-(n+1) 2➔ - 00 ; (b) n [2-sen(n 2 +1)] L
Ln [2-1] =n ➔ +oo]
3+sen n
7.66 Calcolare lim
Il
[ (a)+oo; (b) 2 ]
r-: ✓~-1
an = log ( h - 1) - log v n-1 = log --
' /n-1
1
7.69 Calcolare:
n ➔ +oo
lim [log n - 2 log(n 2 +1)]sen n.
[o]
n n n n
[ n - 2 = n (1-(2/n) ). Tenendo presente che 2/nS,2/3 se n L 3,risulta
n n n n
n -2 Ln [1-(2/3) ] Vn L 3.
In base al teorema (I) il limite dato vale·+ 00 ]
202
1
2n-l V nEN,
n!
verificare che la successione an nn converge
a zero.
[ Per n=l la disuguaglianza è un'identità. Procediamo per induzione con-
siderando:
(n+l) ! n! (n+l) n! n!
(n+lt+l (n+1t(n+l) n n+l n
n (-)
n
n
Ricordiamo che la successione (1+1/n) è strettamente
crescente e che
quindi tutti i suoi termini sono maggiori del primo, che vale 2; pèr-
n n n-1
ciò (1+1/n) ~ 2. Dall'ipotesi di induzione n!/n i 2 otteniamo
guaglianze
V n E N,
che an = - 1, risulta
La successione
an = sen nx ,
con x numero reale fissato, costituisce un interes -
sante esempio di successione non regolare. C'è però
qualche eccezione, perchè, in corrispondenza a parti
colari valori dix, sen nx risulta convergente.
Studieremo in dettaglio, nel capitolo 12, la sue
cessione sen nx, per ogni valore reale dix. Qui con
sideriamo i due semplici casi x = TI/2, x = TI, ed an-
che il caso x = 1. Prendiamo in considerazione il e~
so x = 1 anche negli esercizi 7.92, 7.93, nel deter-
minare sottosuccessioni regolari dian= sen n.
n TI
(a) sen (b) sen n11
2
[(a) la successione an = sen (n'TT/2) arranette, per infiniti indici, i
valori o, +1, -1. Come nell'esercizio 7.73 si verifica che non ha
limite; (b) si tratta della successione costante an=0, che ovviamen-
te converge a zero]
figura 7.1
n-m n+m
sen n - sen m = 2 sen cos
2 2
n-m n+m 11
k 1T oppure + k11
2 2 2
205
Nella prima delle due relazioni deve essere k; O, dato che n # m.Per-
ciò, in entrambe le relazioni scritte, a primo membro c'è Wl numero irr
tera, mentre a secondo membro c'è wi numero irrazionale (dato che TI
è irrazionale). Ciò prova che tali relazioni non sono verificate per
alcun valore di k, cioè che senni sen m, se n 1 m.
(b) Si consideri la figura 7. 1·, dove sono rappresentati valori di an
= sen n per alcwii valori consecutivi dell'indice n. In figura 7.1 n è
scelto in dipendenza da k E N in modo che
Dato che TI ;;;. 3.14, in cgni. intervallo lwigo TI /2 cade almeno un numg
ro inte,o (ed al più due). In particolare, c'è almeno Wl intero nk (in
figura nk = n+l) nell'intervallo [ 2k TI + TI / 4, 2k TI+( 3 / 4) TI] , per
cui
Inoltre, c'è almeno un intero~ (in figura 7.1 può essere Il'k = n+4,o~
pure mk = n+S) nell'intervallo [ 2k 11+(5/4)11, ZkTI+(7/4) 11], per cui
risulta
Abbiamo quindi verificato che, per ogni k EN, esistono duè interi nk,
stesso li.mite.
Nel capitolo 12 è proposta una-diversa dimostrazione del fatto che
sen nx, anche per x 1, non am111ette limite quando n➔ +00 ]
,H. S-u.c.c.ess:i.=:n.i est.r.a.t.te
as,···, a2k-1•··
2k-l
analogamente a 2k-l =(-1) =·l converge a -1.
(1)
(2)
lora risulta I an-a I < E per ogni n > max { 2\J 1 ; 2\J 2 -1 } ]
[ Dato che an è monotòna, essa amnette limite. Sia a e·R U { ± 00 } tale va-
- a2k-l = l ]
vergente.
[ Se an convergesse ad un numero reale a, allora anche aZk' azk-l sareb-
(a-1,a ] , [ a,a+l)
m 1 m 2 m 3 m 4
1 1 1 1 1 1 1 1
n=l + + ------ +
1 1 1 2 1 3 1 + --
4
1 1
t / 1 1
/
1 1
/
1 1
/
n=Z + + + +
2 1 2 2 2 3 2 4
/ / /
1 1 1 1 1 1 1 1
n=3 + + + +
3 1 3 2 3 3 3 4
1
t
1 /1 1
/
n=4 + +
4 1 4 2
Così ad esempio
3 3 4
a2 = 2' 2' 3'
213
1 1 1 1 T-r 1 1
-+- -+- -+- ... , - + - .I ....
1 1 ' 2 2 ' 3 3 ' n n
an = sen n, n E N,
e di determinarne alcune sot to·successioni convergen-
ti, premettiamo il lemma seguente.
lim
k ➔ + oo
Risulta anche
I sen nk I
7.93 Facendo uso del lemma precedente,verificare che:
(a) Esiste una successione strettamente cresceg
te di interi nk per cui valgono contemporanea -
mente le relazioni di limite
lim sen nk = O lim cos nk = 1
k➔+ oo k ➔ +oo
.s. 1T /2.
(b) Si consideri la successione estratta ¾k' con nk k + nk,
0 ed
~. Definizioni
lim f(x) = l,
x ➔x
o
se, per ogni E> Q, esiste un numero o>O tale che jf(x)-
- R, I < E , per ogni X e X, con O < IX - X I < o .
O
lim f(x)
x ➔ x+
o
R, <=>
\wo,
VxeX:
3:6>0: lfCx)-tl<
O<x-x 0 <6.
E '
lim f(x)=+
X ➔x
o
-
00 <=> lY M>O, :!6>0:
\fxeX:
f(x)>M,
lim f(x)=-oo
x ➔x
o
+
<=> I\fM>O :!6>0:
\fxeX:
f(x)<-M,
lim f(x)=-oo
X ➔x
o
-
<=> I\fM>O, :! 6>0: f(x)
\fxeX:
<-M,
=> f(x)eU.
Il lettore controlli che le definizioni di limi-
te date in precedenza con i simboli E,é,M,k, sono e-
semplificazioni della definizione con gli intorni U,
V.
1 1
lim
x ➔ 3
2x-1 5
221
[ Abbiamo I 1
2x-l
1
5 I I I 2
5
3-x
2x-l
. Limitatamente ai nwneri
reali x per cui 2 < x < 4 risulta 3 < 2x - 1 < 7. Abbiamo quindi
I 1
2x-l
1
5 I <~-15 lx-31
, '
lim cos x l,
x ➔O
X X x2
I cos x-1! = 2 sen 2 -
2
<
-
2(-)
2
2 =-
2
(a) 2
222
M
[ (a) Per ogni M > o, se x > k = e , risulta log x>M; (b) Fissato M> O
la disequazione log x <-M è soddisfatta da O< x < e-M_ Perciò, posto
6 =e -M, se O < x < cS, risulta log x < - M]
lim f(x) i
x-+x o
223
lim f(xn) = L
n ➔ +ro
x ➔x
o :xn ➔ X o = > f ( Xn ) ➔ J1,•
lim f(x)
x ➔x
o
sen x
lim 1
x➔ O X
= e = e
[Posto xn = 1/n risulta sen (2~ /xn) = sen (2nTI )=O. Determiniamo poi u-
le lo schema:
Yn > O, yn ➔ o, f(yn) ➔ 1;
dove f(x) = sen (21T/x). In· base alla caratterizzazione del limite di. fug
zioni mediante il limite di successioni, possiamo affermare che il limi
te dato non esiste]
lim sen x
x➔ +oo
226
: (1) lim
x ➔ +c:o
a
X
I:· se
se
a > 1
I
X
o se a > 1
(2) lim a
X ➔- oo
+co se o< a < 1
'
b
+co se· b > o
(3) lim X 'J :
+oo
x➔
o se b < o
e4) lim log X + o:,
x➔ +oo
x ➔ o+
b
06) li~ X log X o (b>O);
x➔O
log X
( 7) lim
Xb
', o (b>O);
x ➔'\-CD
. b -t"°..a
(8) lim ~~o (a>l,b>O);
(9)
x ➔+
lim
a, aX
(1 + l)
v
X
e·
x ➔+ro
X '
(10) lim (1 + l) X
e·
x ➔ -oo
X '
·22 7
·--;
~ sen X
;
'(11) limi i= 1
x ➔O
: X i
' )
------·
X
(12) lim a a Xo (a > o) ;
x➔x
o
b
(13) lim Xb Xo Cxo> o) ;
x➔x
o
(1 + Q) x_ = e
b_
lim
x ➔+co ~-
[. Il risultato è imnediato se b=O. Altrimenti, con la sostituzione y=
= x/b, otteniamo
b x lby 1yli
(1 + - ) {1 + - ') = [ (1+ - ) ]
X y y
228
l 1 X
x log (l+ - )= log (l+ - ) ➔ log e= l;
X X
X
e - 1 y
x log (l+y)
229
1 ax -1
lim = log a.
_l_Q_g__a ;x➔ O X
I
~22 Verificare che valgono le relazioni di limite
1-cos 1-cos X 1 ~
(a lim X • o (b . lim
x2
X ➔ O X x ➔O 2
[ Moltiplicare numeratore e denominatore per l+cos x ed utilizzare i li-
miti notevoli (11) e (16) ]
&h.._.
Limiti di fu.n.zion:i.. composte
1 se y r Yo
f(y) =
O se Y Yo
allora f(g(x))=f(y 0 )=0 Vx, e perciò risulta
lim f(g(x]=0, mentre s{ ha lim f(y) =1.
x ➔x
o
lim
X ➔ l
( ~~~ ) 2
2
lim(x+1) lim y 2 + a,
x➔ 1 x-1 y ➔ +oo
llm (log x) 2
X ➔ 0+
8~ Calcolare il limite
1
lim arctg 4
x ➔O
X
[Il limite per x➔ O di 1/x non esiste e tuttavia esistono i limiti de-
232
4 1
Hm arctg (-'IT /2) 4 e perciò il liJDite proposto è uguale a
X ➔ Q- X
( 1T /2) 4 J
\
8.~6 Caicoiare ii ìirnite
1/x
lirn X:
x➔+ CO
~- Ca.1co1o di 1imiti
3 ---
log (x 3 +l) log / x 3 +l
(b) 3----- ➔ o J
X X
vlim
Y\ ~➔ o
log (x 2 +1)
zx
M um
~x ➔O 1-e
X
2x
X 1 2x 1
1-ezx 2 l-e2x 2
J
'>..../
lim (1- ..!.)Zx • ~ lim ,2x+3
~-- ) 1-x
~ -H- oo X X ➔- 00
2x
t~CJ.";.
x-1
lim lim X
➔+ 00 x ➔ l
x+2
x+l)
X
_1_ )x+l ] x!l [
e;
\l+ ➔
xtl
(b) con la sostituzione 2/(x-l)=y ed utilizzando i limiti degli e.ser_
cizi 8.16, 8.17, si trova il risultato e' ]
g(x)
g(x) log f(x) g(x)log f(x)
f(x) =e e
X X log X o
(a) X = e ➔ e = 1, per i limiti notevoli (6), (12);
2.35
log x (log x) 2
(b) X e ➔ .+ CO J
, o X 2+2 r X 2 2
x 2 [ log(x 2 +2)-2 log x J =x • log x 2 =2 L 2 log(l+ x 2 ]➔2
8.38 ài funzione
t\
0 (.b) lim
x ➔ +co
~"\
E)
t.
r
-J.....~
~ llm
-·
X ➔}
~_
X-1
~irn
l.~➔ l+
log (1 +/x=T )
~ Calcolare il limite
log(l+x)+ log(l-x)
lim xz
sen 3x sen 4x
lim lim
sen Zx tg X
X ➔O
sen 3x 3 sen 3x 2x 3
(a)
sen 2x 2 I
--,3x sen 2x
➔ -2 ;
1 sen (lix)
[ (a) x sen - ➔ 1; (b) - 1 ]
X 1/x
rj ~
"mo 1-cos
1
sen 2 x
x (ì
O (b) lim
x ➔O
tgzx
1-cos x
log( 1-x+x 2 )
---....;~
•-.1.. 2
(a)----- ---'---,,--- ( x-1) ➔ - 1 ;
X
Calcolare, limiti
(l+sen x) -N
1
~
(b) lim (l+sen2x)
-+,
I
x ➔O
"
i (a) Jim
X ➔ - a:>
(l+ex)x 'y,b)
/'1\: X
lim
4-1- a,
(l+ex) - x
-1.. 1
lim (cos x)xL lim (cos 2x)sen 2 x
x ➔O x ➔O
'
(cos x)x""
(b) e
-2
[ Utilizziamo la scomposizione
. . . . . . /; /x 2 -l
8 Ca.Lco1are
'
11 l1m1te: l1m (e, - e )
X ➔ + a,
r ..
8. 54 Utiìizzando i ~zc:::i dj confronqb per i ìimi ti òi.
di funzione, calcoìare:
.Llm
sen x V
jb~ìim
x + 2 cos
-------
x
x ➔+oo .X x ➔+oo 3x
1 sen x 1
- -s.
X
--·- s.-. X X
sen x 1
../ x+cos x
i,=
vx-ì
Mlim
~ ➔+ 00
,
(1-sen .!_) n
n
lim f(x) = O.
x ➔ xo
re a g (x) se
lim i.lli o
g (x)
f(x) o(g(x))
f i(x) f 2 (x)
(*) lim
-- = lim -- =O
x ➔ x g(x) x➔x g(x)
o e
finitesimo di ordine superiore a g(x), cioè ancora f 1(x)+f 2(x)=o (g(x ));
(b) Come in precedenza, se vale (*), allora
= o'
teniamo
If 1 (x) I
+ ➔ o
o (g(x)) o (2g(x)).
Tale formula non_è contraddittoria. Verificar-
lo con degli esempi.
[ Ad esempio la fwizione x 2 è allo stesso tempo o(x) e o(2x) ]
lim
x ➔x
o
&.iù -
f (x) - O
✓Verificare
~ simo di
che, per
ordine superiore
x➔Ot-, f(x)=x
rispetto
è un -infinite-
a g(x)=l/logx
[ lim x log x = O j
➔ o+
sono infinitesimi
[ lim (1-cos x)/x 2 = 1/2
dello
]
stesso ordine. ----
---
Spesso si confronta una data funzione f(x), infi
nitesima per x➔ x 0 , con l'infinitesimo g(x)=x-x 0 , op-
pure con una potenza d i. x-x 0 • -
Molto utilizzata è l'espressione
f(x)=g(x)+o(x-xc)
secondo la definizione data, con la relazione prece-
dente si intende che la differenza f(x)-g(x) è un in
finitesimo di ordine superiore a x-x 0 , cioè
f(x) -g (x)
o .
~:::::::
r:
verificare la validità delle formule seguenti:
o(x')
ilog (l+x)= x + o(x) l
Jl.. --1.-"
~ O
~ ex = l + x + o (x) ~ -:___.:.-:---
,.,.,JriJ" -,(.
' Si dice che f(x) è una funzione infinitesima di or-
244
[ (a) 5; ( b) 2 ]
f ,(x)
lim + ~
x ➔O x
f 1 (x)+f 2 (x)
245
:~iu::::::~ndo
le formule
(a), (e)dell'eserci,io
~ 8.65 ed il principio di sostituzione degli in-
finitesimi, calcolare il limite
lim
_.;;.s...c.e=n~x_= x.-e(x)
log (1 +x)
2 46
1-cos 2x
lim
x➔ O
log(l-x)+log(l+x)
Il limite vale -2 ]
~ Irtfin_iti
lim .&hl o
x ➔xo
f(x)
lim f(x) = O
X~ g(XJ .
o
definita da
f(x) = f- (x)
Ix.-
se
se
è evidentemente continua in x 0 • Per tale ragione si
parla di discontinuità eliminabile.
)l{) Xc è un punto di ~.ntin]J_Jtà di prima specie se esi
stono finiti i limi ti destro e sinistro dT-{(x) in
Xc, e si ha
I
lim f (x)
x➔ x0 +
f(x) per X f Xc
f(x)=
i per X Xc
l
9.1 Dire se la funzione f:xER-{2} ➔ è continua in
x-2
f(x)
X
1
se
se
o <
1 <
X
X
-
<
<
l
2
Determinare l'insieme X dei punti di discontinui-
tà di f(x).
[ X = 0 ]
se
se
y;da
9.5 Studiare la continuità della funzione
1
definita:in
f(x) = j arctg ; se X 0
o se X o
[ E' continua in R- { O} • Nel punto O élJllllette una discontinuità di prima
11 1T
specie, essendo lim
x➔ O-
f(x) =
2
e lim
x ➔ o+
f(x)
2
J
i x I- lx I ~ I x -xl
0 0 = I x-x 0 I. Ne segue l'asserto, in quanto il
o se XEQ
f(x)=
1 se xeR-Q
non è continua in alcun punto. Che tipo di di-
scontinuità ammette tale funzione?
[ Dl sec.:on<laspeciB. Infatti, -verifichiamo che, V x 0 -E R non esiste
lim f(x). Se, per assurdo, fosse i = limj(x), con i ~ O, per fissa-
x+<
re le idee, numero reale, esisterebbe tm
X ➔x
o
numero 6 > O tale che
1
i f(x>- t i< - •
2
1
Scegliendo in ('') xE Q,la disuguaglianza a destra implica i < - ; sce-
2
gliendo invece xE R-Q,si trova I 1- i I < .:2 • Poichè queste due disugua-
x2 se XEQ
f(x)=
-x2 se xeR-Q.
Verificare chef è continua SOÌO in xo=O.
[Dato che per ogni x ER risulta -x 2 i f(x) i x2 , dal teorema dei car~
binierì si deduce che lim f(x) =O= f(O). Per verificare chef non
x➔ O
l
Sia f(x) la funzione definita in R da
= x sen (1/x) se X 1 0
f(x) - 1
se X 0.
Che tipo di discontinuità ammette tale funzione?
[ Una discontinuità eliminabile in x 0 = O ]
64Dire se la funzione
=x/lxlpuò essere
definita
prolungata per
in R-ìOìda
continuità
f(x)
su R.
[No ]
f 4 (x)= (ex-1)/x
-1/x 2
[Essendo lim e = O, basta porre f 1 (O)= O.
x ➔ O
1/x 2Y
lim sen x-2
1/x
lim ~ • -2 - = lim ~ • lim - =+ 00
!
2
'IT
f(x) a sen X + b se --:- <x < 1!.
L 2
COS X se X > 1!.
2
sia continua in R.
[ Essendo f(- - )= - 1, f(...'.'....)= O, deve risultare b-a=-1 e a+b=O. Da
2 2
1
cui a= e b=- ..!... ]
2 2
i l ia
reali,
P(x)
avente
I
k=O
n
ak xk un polinomio
grado dispari.
so ammette almeno una radice
Hx 0 eR tale che P(x 0 ) = O.
a coefficienti
Verificare
reale,ossia
che es-
che
[Essendo
258
n an-1 a
P(x) X (a
n
+ --
X
+ ... +_'.'..
xn
si ha:
- 00 se an > O
lim P(x)=
X ➔ -CO
+ 00 se an < O
+ 00 se an > o
lim P(x)=
>:: ➔ +oo
- 00 se an < O
Dunque:
X Ek xER
(ex-1)/(ex+l) > 1-E è certamente verificata per x > log [(2- E)/ E].
\ [Per
su I.
lim
ira+
fissare
f(x)
le idee
lim f(x)
x ➔b -
sia I=(a,b)
=+00 esiste
con a,b E R. Sia M
6 = 6 (MJ tale
> f((a+b)/2).
che:
Essendo
260
\\ f(x 0
) .$_f((a+b)/2) < M < f(x) V x E( a,a+6) i.J( b-6 ,b ),
sità di f:
(2)
e allora è lim
+f(x o
+~ò)=f(x
o
), cioè f è continua da destra in x
o
~➔ O
Analogamente si vede chef è continua da sinistra in x 0 ]
ogni i
l \ I• A • ;y = -~--
/i+ v'y -< -
2
=> let-1 I < ~ jt I- Allora, per x,y E(- 00 ,b] tali che
2
I x-y I < 17, si ha
3
I ex - eY I = eY j ex-y_l < -
2
eb Ix-yl
Pertanto, fisi;ato E > o, posto
2 E
é min {17, ~ }
si ha I x-y i < é => I ex - eY I < E J
9.31 Sia f:I ➔ Runa funzione continua nell'interval
lo I di R. Verificare chef è uniformemente co~
tinua se e solo se per ogni coppia (xn), (yn)di
successioni di -punti di I tali che lim Ixn -y ni =
n
= O, si ha lirn jf(xn) - f(yn) I = O.
n
[ Sia f uniformemente continua e siano (xn), (yn) due successioni di PU!!
ti di I tali che lim I xn-yn I = O. Fissato E > O sia é > O tale
n
che I x-y I < é => I f(x)-f(y) I-<E. Per ipotesi esiste \! E N
2 62
,~I
strare che la funzione f: xe(0,+ 00 ) ➔ ~non è u-
x
niformementè continua.
1 2 1
[ Posto :l\i: - ,
n Yn n
si ha lim
n
I 9'n-xn I lim
n
- n
=1 o,
2 1 n
mentre si ha lim If(yn)-f(xn) I lim f(-)
n
- f(-)
n
I: lim - =+ 00 J
n n n 2
Se è a .s_1, per y L x L 1 si ha ! L
X
1 e quindi (!) a
X
.s_ r . Allora:
X
a a
y - X
cioè, risulta
a a
y -x .s_X (y-x).
a-1
Essendo a ~ 1, x L 1, allora è anche x .s_1 e. perciò
a a
y -x .s_y-x.
.
Se invece e- a > 1, y _> x _> 1, allora si ha (-)y a 2_ -y e qu1n
. d"1
X X
a a a, y a , a,y ,
y -x = x L (-) -1 J 2_ x L- - 1 J
X X
a a a-1
y - X > X (y-x).
a-1
Allora, posto xn = n, Yn = n + 1/n , si ha
a a a -1 a -1 a -1
Yn - xn 2- xn (yn-xn) = n /n = 1
X.' se x=a
X." se x=b
-
particolare, per y=O,
<k + 1
(*) . f(x+h)-f(x)
lim
h ➔O
h
1 X X
Dlog x = Da =a lo_ga;
a xloga
•
Dsenx=cosx; Dcosx=-senx;
1 1
Dtgx= ; Dcotgx =-
cos 2x sen2x
267
1 1
Darcsenx Darccosx
Darctgx
l+ x 2
In (art~colare:
,
_n,- 1 1 X
lJvX = n~ Dlog x = e
n✓ x n-1 X
• ~ (sen
x 2 -- 1
X cos
4x
X + x)=2 cos 2x
L_
i 3x 2 -2x 3
•'/o x 2 +1 (x2+1) 2
D
1-x = (1-x) 2
·-:.,,;.
,•
. ·- -·-----
Z 68
io (x 2 •
':ii'D(Zxlog x)
z x) xzx (Z+xìog
2 x(lo·g Z log
2)·» x+l/~log 2) 1
2 _ ' 2, 2 \
• Ai(l/sen x) - cosx/sen x I
• }(D( 1/log
2
x) - 1/ Cx:log2 lo~ 2 x )
2
?Il
• )(o[ (a-x) / (a+x) J - 2a/ (a+xP ? -
)G:t--f
(ax+b) / (cx7d) J-(ad be)/ (cx-+-d) 2
i
J J
~[logx/(l+x 2 )]=[1+x 2 !1-2log x~J/x(l+x 2) 2
l
lim - l/x 2 ]
h➔ O x(x+h)
= lim
(/ x+h - ✓: )(/x+h + 1:r
h➔ O h (/x+h + v'x )
(x + h) - x h
= lim = lim
h ➔O h(~+ /x) h➔O h(/x+h+ /x)
= l:im
1
h ➔O / x+h +
l:im tgh 1
=(l+tg 2 x) · lim ---- = 1 + tg 2 x = 1/cos 2 x per
h➔ O h h ➔ O 1-tg,;x tgh
~~h senh 1
x ; (2k+l) 1T/2, infatti lim k = lim 1 ]
h➔O h h➔O h cosh
270
si ricava rispettivamente
D[(l-setttghx)/(l+setttghx)] -
= 2/(x 2 -1)(1+setttghx) 2
Dg(x)
D arctg g(x)
l+g 2 (x)
lim h'(x) = i,
x➔ X
eserc;l.io
o
12./x
)(D cos 3x =.- sen 3 x 3x log 3
XD log cos -x =- tg x
(xtgx+log cos x-x 2 /2)= xtg 2 x
✓ x 2 +x+l = (2x+l)/2/x 2 +x+l
arcsen 5 x (5 arcsen 4 x)/ ✓ l-x 2
)G (log
""'"' _x +x+13
2 x) 3 = 3(log
_ x 3 +x+1 l
2 x)2 / (x log
_ (_ , ,
2\
NP'~ = ~ og ~ ~x'+ 1 J
- ©og (/l+x I 11-x ) = i/ (1-x 2 )
XD 7 arctg x ( _ arctg
I
x.
.tog 7)/(i+x 2 )
XD3 tgx = ( 3 tg X
log3)/ cos 2 x
)(D log senx = cos x/sen X
l+sen x 1
D log
1-sen x COS X
f(x) f O:
=(-1/f(x))i-f'(x))=f'(x)/f(x) J
10.13 Utilìzzando l'esercizio precedente, verificare
che
~ D log jcos xl =-tg x
D log iloglxl i= li(x log lxi )
D log 2 jsen xl = cotg x/log 2
1Òx'1_,
4 Siano f e g due funzioni derivabili nell'inte~
l'5.. vallo [a,b] e sia f(x) > O, Vxe[a,bJ.
Calcolare la derivata
D [f(x)]g(x)
D [ f(x) ~g(x)
J = De
g(x)log f{x)
= e
g(x)log f{x)
·D(g(x)log f(x))
lOt~Data la funzione
x2 se x < e
f(x) = a,b,ceR
ax+b se x > c
determinare a e b in funzione di c, in modo che
277
esista f'(c).
[Deve risultare c 2 = ac + b e 2c = a. Da cui a=2c, b=-c 2 ]
ove· -- -- --------
n!
k!(n-k)!
y
ax 2 +bx+c 9>U~~.
a'x 2 +b'x+c'
[Si ha y•=[ (ab'-a'b)x 2 +2(ac'-a'c)x+(bc'-b'c) ] /(a'x 2 +b'x+c' )2 •
+ c'(a'c-ac')]
[La ("') è evidente per n=l. Supponiamola vera per n=m e dimostriamola
per n=m+l; in tal modo, per il principio di induzione, la(*) sarà
vera per ogni n. Sia dunque f(m)(x) = (-l)m m! x-(ml-l) per x >O.Dg
rivando si ha f(m+l)(x) = f(m)' (x)=(-l)m.n! [ -(m+l) ] x-(m+l)-l =
m+l -(m+2)
= (-1) (m+l) ! x . Da cui l'asserto ]
n
10.23 Sia p(x) il polinomio p(x) = a x + ... +a 1 x+a 0 ;
n
verificare che è
Dnp(x) = n! an, per k > n.
X
(a) y = e (b) y (c) y- ~-x
(d) y = log x
r x x n n -x n-1 (n-1) !
L (a) e , (b) 3 (log 3) , (e) (-1) e , (d) (-1) --·-
xn
0n ax + b
(aà-bc#O).
cx+ d
r n-1 n-1 n+l "
L (-1) c n!(ad-bc)/(cx+d) J
Dn arctg x
per x=O.
[ Posto f(x)=arctgx, si ha f'(x)=l/(l+x 2 ), f"(x)=-2x/(l+x 2)2 , .. . .
Per ottenere una formula relativa alla derivata n-sima si proceE·nel
modo seguente: derivando n-1 volte ambo i membri dell 'uguagli~za
(l+x 2 )f'(x) = 1, con la formula di Leibnitz, si ha:
(l+x 2 )f(n)(x)+2(n-l)xf(n-l)(x)+(n-l)(n-2)f(n-Z)(x) = O
(n) (n-1) (n-2)
da cui f (x)=-(n-1)[2xf (x)+(n-2)f (x) ]/(l+x 2 ). Per x=O
(n) (n-2) (O) ·
si ha f (O)=-(n-l)(n-2)f (O). Essendo f (O)=f(O)=O ne segue
(2n) (2nH) n
f (O) = O. Essendo f'(O)=l, ne segue f (0)=(-1) (2n)!]
280
[Detto x uno dei due numeri ed s-x l'altro, dobbiamo trovare il massi-
mo della funzione f:xE [o,s] ➔ x(s-x). Poichè f(O)=f(s)=O ed f(x) > O
'lx E (O,s), la funzione f ha un massimo positivo assunto in un punto
di (O,s). Essendo f'(x) = s-2x, si ha f'(x)=O se e solo se x=s/2. Es-
sendo inoltre f"(x)=-2<0, il punto x=s/2 è di massimo per f ]
Per ogni E > O esiste 6 > O tale che, se O< I x-x I <
0 6, x EI =>
=> I f'(x)- JI, I< E. Per ogni h tale che O< h < 6, x 0 +hE I,si ha,
essendo O < I~-x I < 0 6, I [ f(x 0 +h)-f(x'\)] /h- JI, I=If' (~ )-JI, I<s
Da cui 1' asserto ]
è uniformemente continua.
[Sia 6 > a tale che I f'(x)- t I< 1 per x > 6. Allora è I f'(x) I<
<l+ lii perx> 6 . Posto k = max { sup I f' I , 1+ I i I } , ri -
[a, 6]
sulta I f'(x) I ~ k per ogni x È [ a,+ 00 ). Dall'esercizio precedente
segue l'asserto]
(*) Vt ~ O.
X
(d) arctg x=arcsen Vx E R
✓ l+x 2 '
X
(e) arcsen x=arctg VxE(-1,1)
✓ 1-x 2 '
1T X
(f) arccos x -arctg VxE(-1,1)
2 ✓ 1-x 2
Notiamo che le identità (e), (f) sono utili programmando con il com
puter,per calcolare rispettivamente le funzioni arcoseno ed arcocoseno
in termini dell'arcotangente, che in genere è una funzione di libre-
ria già predefinita nel linguaggio di progrannnazione]
Capitolo 11
CALCOLO DI LIMITI CON
L • USO DELLE DERIVATE
Infine f{x)/g(x)=x/(x-1) ➔ 1 per ,c➔ ±co. Quindi lsl, regola <ii L'Hòpital,-~
le per il rapporto_ d~~.funzionL.f.(4=~-=L~l QIISQ in .c1d x➔ + 00 •
motivo.
[ Per x ➔o+ il rapporto f(x)/g(x) = logx/x tende a - 00 , mentre f' (x)/
/g'(x)=l/x tende a + 00 • Non sono verificate le ipotesi del teorema di
L'Hopital, perchè il rapporto f(x)/g(x)~ per x➔ O+, non è una forma
indeterminata, ma è del tipo - 00 /O+ = - 00 ]
X
lim -- = 1, lim x sen ! = O.
x ➔O sen x x ➔O X
[ (a) O; (b) a]
/
-J.f,.6 Calcolare i limiti
'' v'x
lim e (log x) 3
(a) lim
X-++ CO X X-++ o:, X
logx 1/x 3
lim -- = lim 3 -- = lim - = O ]
X-li- a, 'l-; X -++00 X-z/ 3 x-++ 00 'lx
(6" lim
X ➔ + a:,
log (2x+l}
log X
.:,:._.:.; (b)
~, '
lim
X-++ a,
log(l+ ✓x)
log X
log(2x+l) 2x
[(a) lim = lim = 1
x-++m 1-og X x-++"'
2x+l
292
~ J
X
(b) lirn lim
X ➔ +co log x x ➔ + 00 (1+ /-;)·2/;: 2
J~Calcolare i limiti
log(l+x 2 ) log(l+x 5 )
(a) lim (b) lirn
x➔ +oo
logx x ➔ + CO
log(2+x 3 )
(x+2) (x+3) J
~9
log[x(x+l)
1 Calcolare il limite: lim 1_og X
x ➔+co
1 1 1 1
lim ( - + - + - +- ) x 4 ]
x➔ +00 x x+l x+2 x+3
(a)
x➔
lim
1T
-
2
1-sen
COS X
x ·)'i x ➔-
lim
11
2
1-sen
cos 2 x
x
1-e ✓I+xT
7\. (a) lim
1-cos lx (b) lim
log
1 -cos
X ➔Q+ x ➔O
X
'11.1_5
- Il risultato
Il limite
del limite
lim
x ➔+ro
xe
è 1
-x
J
si presenta sotto la forma
1~;:t:~::-::
•:::•;
x~::~•:ip:e:enta
forma
sotto
indeterminata
x➔ o+
O·(- 00 ). Calcolarlo con
la
la
regola di L'Hopital, dopo averlo trasformato m
una forma co/co.
i
1
;~\
xl~+
Il
nella
limit~---
forma
~~: X=/:+~+
X;; X= x1~+
indeterminata
lim
X ➔ +co
x (arctg
-~~:
x - :!!.
2 )
00
2= o
·0. Calcolarlo
si
con
presenta
f
lim
x➔ O
(1+ _xlog(x+l) . x+ll )-1= 21 )
avendo tenuto in conto che xl log ( x+l) ➔ 1 per x➔ O] '
(a)
t-ilim clX - 1
) (b) lim (
1 _l_)
x➔O sen x x➔O sen x tgx
295
[(a)O;(b)O]
(-
1 + --)(-1 1 ---) 1
11.20 Calcolare il limite lim
X ➔Ù x s en x x sen x (
[ Si applichi due volte L 'Hopital e poi si divida nt.DOOratore.e deno
minatore per x 2 • Si trova -1/3]
f(x)
log f(x) - log g(x) ; log -- ➔ log i ]
g(x)
x-logx = x(l-logx/x) ➔ + co •
(b) Poniamo 1/x + log x = (l+x log x)/x. Dato che, in base alla regQ
la di L'Hopital, x log x ➔ O per x ➔ o+ (si veda l'esercizio 11.16)
il limite dato vale +00 ]
c o s /x - COS X
(a)
2x
.Q
1 1
(x cos ✓x - x 2 sen
X
)
1 1 1
X COS -x 2 sen~=x 2 (- cos - - sen -
X X ;;: X
y cos /y - sen y
lìm
y ➔o+ Y 2
1
11.25 Verificare che lim ( 1 ) =O.
x ➔o+ arcsen x X
1
---- - X
sen(l/x)
e
1 1 1
x ➔+oo sen( 1/x) sen y y
g(x) g(x)logf(x)
[E' utilela relazione f(x) = e (f(x) > O).
1/ ;; logx/ ;-;;-
(a) x = e converge ad 1 per x➔ +00 , perchè logx/ /;-
senx sen x log x O
tende a zero; (b) x = e ➔ e = 1, dato che senxlogx
converge a zero per x➔ O+ ]
log sen x
sen x
tg x tg x log sen x COS X
(sen x) = e = e
n n
+ o((x-x 0 ) ) = ì:
k=O
. n
Come nel paragrafo 8F, "o piccolo" di (x-x 0 ) si-
gnifica che
o( (x-x 0 ) n)
lim (x-xo) n.
o .
x ➔ x
o
x3 x5 n x 2n+2
(3) senx=x- 3!. + ~ - ... +(-1) -(-2-n_+_l_)_!
+o Cx >;
. l I l ' 1 '
-----..J ( '-. \ ... :~ ;_\ " 2n
x2 •' x4 ' n x +o (x2n+l) .
(4) cosx=l- 2 + 4! - ... +(-1)
(Zn) ! '
X 3 XS
2n+l
(5) arctgx=x- - + - +(-l)n _x__ +o(x~~-)-
3 5 ... 2n+l '
299
2n+l
x3 xs X
( 6) senh X x+ + + ... + + o(x 2n+2 )
3! 5! (2n+l) !
2n
x2 x4 X
(7) cosh X 1 + -+ + .•. + --- + o cx2n+l) .
2 4! · (2n) !
(12) arcsen x X +
1T 1
(13) arccos x = - - X - - X3
2 6
seguente esercizio.
n n
g(x) o(o(x )) o(x)
o
7 o(xn) ➔
(a) sen 2 x x2 ~ + O (X 5 )
3
x4
(b) cos 2x·== 1 - x2 + + O (X 5 )
3
3
sen 2 x = ( x_- x6 + o(x 4 )) 2
301
X 6 x4 x3
]2 + Zx o(x 4 )- - o(x 4 ) .
-
x2+- + [o(x4)
36 3
-
[o(x4)J2, 2x o(x 4 ) ,
36 .i
1 1
COS X 1-x 2 /2+o(x 3
Perciò otteniamo
1 x3 X 2
tg X sen x (x- - + o(x 4 ))·(1+ - + o(x 3 ))
COS X 6 2
X 3 X 3 x3
x+-
2
--+
6
o(x 4 ) X+-
3
+ o(x 4 ) J
11.33 Verificare che, per x➔ O, vale lo sviluppo
1 x + o(x2)
2 4
302
X -1 X 2 -1 1 X X 2 -1
(l+e ) { l+l+x+ - + o(x 2 ) } {1+ - + - + o(x 2 )}
2 2 2 4
1
{ 1 - '.: + o(x 2 ) } ]
2 2
x2 x 4 y2
cos x = 1 - - + - + o(x 5 ) log(l+y)=y- - + o(y 2 )
2 24 2
x2 x4 5 1 x 2
log(cos x) = +- +o(x )--(- + •.. ) 2 +o(x 4 )]
2 24 2 2 i_
(
11.36 Utilizzando la formula di Taylor, calcolare il
\ limite
1 _l_)
lim (
x ➔ O X tg X x2
,,-:
1-cos x5
11.37 Calcolare il limite lim
x ➔O X ) 2
( sen x-x cos 13
X x 3 x 5 · 1 X 2
sen x - x cos /3 = x - 6 + 5! + o(x 6 )- x [1 - 2 ( 13 ) +
1 X 4 1 1 5 x5
+ - ( -=-) + o(x 5 )] = x 5 ( '- - - )+o(x )= - + o(x 5 ).
4! /3 5! 4!9 270
[ (a) 9; (b) 3]
1 sen x _X_)
'rAlim
x➔ O
x2 ( X sen x
sen x2 - sen 2x
(b) lim x2
x➔ O sen x2 - tg x2
lin -1 1 1 1 2n-l
( l+e ) =---+o(-)
2 4n n2 4n
+ o ( -1
n2
)
2
n - log n
✓~- 1 en - 1
logn/; 1
- log n
n
y-1:-o(y)
2 ➔ 2 (b) - 1]
y/2 y
x-sen 2 ✓x - sen 2x
xz
11.46
* -~
Utilizzando
_e__
x 2
la formula
-__ 1_-_l_o~g~(~l_+_x
✓ 1+2x 4
di Taylor,
__ a_r_c_t~g~x~)
1
calcolare i
x2
(e -cos x)
e - cosh 3x
(b) lim
x➔ O x(x - arcsen x)
X (x4 x - 2x + 1) 2
(b) lim
x➔ O
x - arctg x
4 _____ _
3~ 3 __ _
v1n +1 - n = n ( /1+1/n 3 - 1) =
1 1 1 1 1
=n(l+3~ +o(n3)-1)=3n2+o(n2) ➔ o]
y3
log (l+sen y) = log (l+y- - + o(y 3 )) =
. 6
y3 1 2 1 3
= y - - + o(y 3 )- - (y- ... ) + - (y- ... ) + o(y 3)
6 2 3
1 2 1 3 3
= y - - y + - y + o(y ).
2 6
2 2 2 4 1 1
log (1 + sen - ) = - - - + - - + o (-) •
x x x2 3 x3 x 3
-1
[ Utili uare lo sviluppo ( 1-x) l+x+x 2 + x 3 + o(x 3 ) . Eseguendo i
conti si trova
-1 X
[(1-x) +e ] 2 4+8x+l0x 2 + 32 ·x 3 + o(x 3 ).
3
lim (l+x3t2sen 2x
x➔ O
1 1
2 2x 2
lim (cos x)sen x (d) lim (cos x)
x➔ O X ➔Q
(b) e 6 ,• (c)
-1/6
[ (a)
(
e
sen x
)
--
; (b) 1.
l/x 2
= e
Il metodo,
1
~ log
ad esempio
sen x
X ~
e
nel caso
1
log
(a),
x-x 3
è il
X
seguente:
/6 + o(x 3 )
X
309
1 -x 2 /6+o(x 2 ) 1
log(l-x 2 /6+o(x 2 ))
e
7 = e
X 2
➔ e
6
1
I sen ~ sen y )1/y
X
x (x sen - ) < (x sen (
X x y=l/x y
[(a) e
-2/3 (b) e -3/2 J
1
1-x -x
X - e
11.56 Calcolare il limite lim
x➔ 1 x-1
1/x 2 1
1~ Dopo aver verificato che lim (cos x)
x➔O
le
calcolare
1/x 2
lim
(cos x) - 1//e
x2
log cos x 1 1 2
-x + o(x 2 )
x2 2 12
l/x 2 -1/2 -x 2 / 12+o(x 2 )
Risulta quindi (cos x) = e e
Infine si conclude:
1
1/x 2 -1/2 -x 2 /12+o(x 2 ) -1/2
(cos x) - e
= e
2 e -1 ➔ -
e
]
X 2 X 2 12
1 n2 1
(a) lim n2 [(cos ) - ]
n ➔ +oo
n ✓e
n2 .!.) n - 1
(b) lim [(1+ e(l- ) J
n 2n
n ➔ +oo
(b) lim
X
[ (a) O; (b) - e ]
X .
x -1-x log x
11.61 Calcolare il limite
X 3/2
X X log X l
x =e = l+x log x + - x 2 log 2 x + o(x 2 log 2 x) ]
2
(a) lim
2 CO s (7x 3}- (1 + X 2 ) X - ( l+x 2 fx
x➔ O
x6
X)_ log x
1-(cos
x log x
2
1
1 )-log x_ (l+x)sen x 1-cos x
log
log x sen x
1 1 log( l+x)
1 ) -logx -logx log (l- logx ).
( 1- -- =e , (l+x)sen x =e sen x
logx
1 -1 1 1
-logx log (1- -- )=-log x (-- - --- + o ( -- 2- ))
log ~ logx 2 log 2 x log X
1 1
1+---+o (-)
2 logx log x
1 _1_ + o (-1-) 1 1
-log x log(l-
e log x e-e 2logx logx =e(l+ ---..-o(--)).
2 logx log x
log( l+x)
sen x
x-x
X-+
2 /2
O X 2
+o(x 2) l-x/2
1
+ o(x)
+ o(x)
1 - _x + o(x) · l
2 ·~
log( l+x) X
senx - 2 + o(x) X
e e•e e (1 - - + o(x)).
2
lim
log
di L'H6pital:
1-cosx
seiix""
lim
X
1 J
~lx
- ~~
~-i
SSli"'
a = a2n
n+l
[se an ➔ a ER U { ±00 }, anche an+l ➔ a; quindi, passando al limite per
V n E N.
O < an < an+l segue O < an 2 < an~l' cioè an+l < an+Z. Perciò an è str~
1/2 1
(a) (b)
a n+l
= a n2 a n+l = a 2n
(a) I a 1
a n+l
1
(b)
a
n+l
= ✓ 12+a
n
[(a) Per induzione si verifica che tutti i termini sono positivi,perciò
la successione è ben definita. Se an ➔ a ER U { ±00 } , anche a ➔ a
n+l
e quindi a= /6+a. Il valore a=+ 00 è un possibile limite; inoltre,se
a è reale, l'equazione di secondo grado a 2 - a - 6=0 ammette a=3 come
unica soluzione positiva.
Verifichiamo che a è una successione strettamente crescente; pro-
n
viamo cioè, per induzione, che an < a per ogni n: Per n=l risulta
n+l
a 1 = 1 <a 2 = /7 ; supponendo che a
n
<a
n+l
,
possibili sono a=3, e a=+ 00 , che, con gli elementi che abbiamo fino ad
ora, sono entrambi possibili.
Proviamo per induzione che an < 3 per ogni n: Risulta a1 = 1 < 3
316
( a,) (b)
o 6
(a) (b)
a 2 +4
.::_n_ ai +4
a a
n+l 5 n+l 5
o = 3
(a) (b)
4 8
a a
n+l . 4-a n
n+l 6-a n
(a)
5
a
n+l 6-a
n
1
(a) (b)
a = ✓a a = 3/a
n+l n n+l n
1
(a) a~ +6
a
n+l 5
[ (a) La successione è strettamente crescente e converge a 2; (b) la suc-
cessione è strettamente crescente e diverge a + 00 ]
1 1
(a) (b)
4-a n a n+l ✓~
n
risulta
- 1 se n è dispari
a
n
5 se n è pari.
(b)
(e) e,
V nEN.
2
a~-4>0.
Proviamo per induzione che an > 2 per ogni n: Per n=l, a 1 = 4 > 2;
risulta poi
2
a > 2 <=> a2
n 4an + 4 > o.
n+l 2
Y= X
b 1-
--r
xof- y = f( X)
I
a3 = f(a 2 ) - -- 1--
figura 12.1
322
1 1+2x
g' (x) 1----= >O Vx ~ O;
2(1+x) 2(1+x)
1, an+l 1
¾
- 1' a n+l e 1
[ La funzione f~R ➔ R definita da f(x) = ex - 1 è continua e crescente
ed ha l'unico punto unito x 0 =0. Risulta anche f(x) > x sex i O (si
confronti f(x) con la sua retta tangente nel punto x 0 = O). Perciò
a 2 = f(a 1 ) > a 1 se a 1 I O. In base al teorema precedente si o:!;_
tengono i seguenti risultati: (a) la successione diverge a+ 00 ; (b)la
successione converge a O]
4
(a) (b)
a n+l
1T - 'Il
(a) (b)
con f(x)
=> an è costante = 4
=> an diverge a + 00 ]
x1< x2 => f(x 1 ) > f(x) => f(f(x 1 )) < f(f(x 2 )).
8 2K-1 8 2k
81 <83< 82 -
81 83 85 8s 84 82
8 2k-1 82k
83<81<82
85 83 81 82 84 8s
figura 12. 2
al 1'
[ La successione non a,mnette limite. Ciò segue dal teorema precedente.
Infatti la funzione f(x)=2/x 2 è un'applicazione dell ' intervallo
(0,+ 00 ) in sè ed è decrescente. Dato che a 1 =l, a 2 = 2, a 3 = 1/2,non
è verificata la condizione necessaria (a 3 compreso fra a 1 ed a 2
affinchè la successione abbia limite ]
1
x+2
Y=
I
I
I
I
I 2'
1
a1 83 a4 a2 X
figura 12.3
329
x+2
+ 2
Zx+l Sx +4
x+Z 4x + 5
2--+l
2x+l
La funzione g(x) è crescente nell'intervallo [ O,2 ] ed ha in tale
intervallo un unico punto unito, uguale ad 1. Perciò, per k -► +ro ,la
successione ¾k-l converge ad 1. Analogamente ¾k ➔ 1. Quindi tut-
12C. Con:t.:ra.zion.i
le la stima dell'errore:
e*) Vn > O.
lim f(x) - x - 00
x➔ + ro
Jf(x+h)-f(x)f .:::._
L Jhl
Dividendo per !hl (f O) e passando al limite per h➔ O
otteniamo la tesi.
3--
12.27 Verificare che la funzione f(x)=/x+S è un' ap-
plicazione dell'intervallo [1,3] in sè ed è u-
na contrazione in tale intervallo.
3_
[ La fwtzione f(x) è crescente su R. Dato che f(l) = J6 > 1 e
3,- .
f(3) = v 8 = 2, ris~lta
f: [ 1, 3 J ➔ [ 'l6 ,2 J e [ 1,3 ] .
-2/3
La derivata f'(x)=(l/3)(x+S) è decrescente nell'intervallo [1,3]
perciò
1 1
O i f'(x) i f'(l)= 3. 6213 < 1, VX E [ 1,3 ] •
Quindi f(x) è una contrazione in [ 1,3 J, con costante 3-l ·6- 213 ]
2 2-2x 2
- - = f'(2) < f'(x) < f I (O) = -
3 - 3 - 3
x3 sen 1
se X f 0
X
o se X= 0.
[ La funzione f(x) applica l'intervallo [ -1/3, 1/3] in sè; infatti,
se Ix 1.$.1/3, risulta
[0,1/2] in sè;
(b)f(x) è crescente in [0,1/2];
(c) f(x) > x se XE(0,1-1/\);
f(x) < x se XE(l-1/À, 1/2);
(d) qualunque sia a 1 e(O,l), la successione an
è convergente ed il limite vale 1-1/À.
[ (a) Abbiamo già verificato che il massimo di f(x) è f(l/2)= À /4. Pez:
c_!9, se À i 2, risulta Oi f{x) .:s_2 per ogni xE [0,1] e quindi 1 a_
maggior ragione, per ogni xE [0,1/2 ] ; (b) f' (x)= À (l-2x) LO per
x E [ 0,1/2]; (c) l'enunciato si vede chiaramente rappresentando in
uno stesso sistema di assi cartesiani le funzioni y = f(x) e y = x.
Lasciamo al lettore la verifica analitica, che consiste nel risolvere
una disequazione di secondo grado; (d) consideriamo preliminarmente
a 1 E (0,1/2 ] . In base all'analisi fatta nel paragrafo 12B la succeli
se a 1 > 1-1/À) ad 1-1/À. Se invece a 1 > 1/2, dato che f(x)~ l/2p:r
per ogni n L l; (b) supponiamo per assurdo che ani 1/2 per ogni n.D.1!_
Però 1-1/À > 1/2 perchè À > 2. Ciò contrasta con l'ipotesi ani 1/2
per ogni n]
340
[ Abbiamo provato in precedenza che f(x) .$_ À/4 per ogni x. Dato che
f(x) è decrescente nell'intervallo [1/2,1 ] , rimane da verificare
che f( À /4) L 1/2, cioè che
À À 1
À: - (1 - - ) >- <=> À 3 -4À 2 +a5.::i.
4 4 - 2
À À
I e•(x) I < I À(l--)l=À
2 2
1) <1 ,
Perciò x0 - cS .::_f(x) .$_ x 0 + cS, cioè f(x) E I. Ciò prova (a) e (b) .Ig
À = 3.5
n an (a 1 = 0.5) an(a 1 = 0.3)
1 0.5 0.3
2 0.875 0.735
3 0.3828125 0.6817125
4 0.8269348 0.7594319
5 0.5008976 0.6394326
6 0.8749971 0.8069548
7 0.3828199 0.5452254
8 0.8269408 0.8678412
9 0.5008837 0.4014247
10 0.8749972 0.8409902
. .. ... ...
30 0.8749972 0.8269407
31 0.3828196 0.5008840
32 0.8269407 0.8749972
33 0.5008842 0.3828196
34 0.8749972 0.8269407
. .. ... . ..
0.87
0.82
figura 12.4
À = 3.98
n an(a 1 =0.3) an(a 1 = 0.301)
1 0.3 0.301
2 0.8358 0.8373880
3 0.5462086 0.5419539
4 0.9865017 0.9879946
5 0.5299791 0.4720754
6 0.1997527 0.1790163
7 0.6362093 0.5849386
8 0.9211591 0.9662859
9 0.2890473 0.1296580
10 0.8178859 0.4491303
11 0.5928150 0.9847008
12 0.9607137 0.0599589
... ... ...
344