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Esercitazioni

diMatematica
y

3n
Paolo Narcelllilnll - Carlo Sbordone

Eserclitazlionli dli
Natematjca
1°Volume
parte seconda

Lisuori Editore a
~-
Pubblicato da Liguori Editore
Via Mezzocannone 19, 80134 Napoli

© Liguori Editore, S.r.l., 1988

f:>:,t:'filitti
di traduzione, riproduzione e adattamento totale
~arziale sono riservati per tutti i Paesi. Nessuna parte
. µes.to volume può essere riprodotta, registrata
essa con qualsiasi mezzo: elettronico, elettrostatico,
nico, fotografico, ottico o magnetico (compresi microfilm,
._'fb~ e copie fotostatiche).

italiana Aprile 1988

1992

· :dfl5tra.indicano il numero e l'anno


W:m,p,aeffettuata.

~ri Editore, Napoli

:~.,/,
';ffl''.
I NDI C E

Capitolo 1
APPLICAZIONI DEL CALCOLODIFFERENZIALE
lA. Funzioni crescenti o decrescenti pag. 9
lB. Massimi e minimi Il
13
lC. Concavità, convessità, flessi Il
22
lD. Funzioni convesse in un intervallo Il
27
lE. Verifica di disuguaglianze con l'uso
delle derivate Il
33
lF. Applicazioni della formula di Taylor Il
41

Capitolo 2
GRAFICI DI FUNZIONI
2A. Insiemi di definizione Il
47
2B. Asintoti Il
51
2C. Schema per lo studio del grafico di
Il
una funzione 61
2D. Grafici di funzioni razionali Il
64"
2E. Grafici di funzioni irrazionali Il
83
2F. Grafici di funzioni logaritmiche Il
92
2G. Grafici di funzioni esponenziali Il
106 ·
2H. Gt'.afic.i. di funzioni trigonometriche Il
123
... ~ ~
6

Capitolo 3
EQUAZIONI ALGEBRICHE E TRASCENDENTI
3A. Esistenza delle soluzioni pag. 137
3B .. Radici .reali dell'equazione di terzo
Il
grado 161
Il
3C. L'algoritmo di Newton 164
Il
3D. Valutazione numerica delle soluzioni 171

Capitolo 4
INTEGRALI INDEFINITI
Il
4A. Integrali indefiniti immediati 176
4B. Integrazione per semplici trasformazio
Il
ni dell'integrando 180
4C. Integrazione per decomposizione in som
Il
ma 188
Il
4D. Integrazione per parti 199
Il
4E. Integrazione delle funzioni razionali 208
Il
4F. Integrazione per sostituzione 218
4G. Integrazione di alcune funzioni irra-
Il
zionali 227
4H. Integrazione di alcune funzioni tra-
Il
scendenti 234
41. Esercizi di riepilogo Il
241

C~pi tolo 5
INTEGRALI DEFINITI
SA. Integrazione definita elementare Il
247
Il
5&. Calc0lo di integrali definiti 255
SC. App~icazioni al problema delle aree Il
266
Il
SD. Integrali impropri 272
7

SE. Funzioni integrali pag. 286


Il
SF. Disuguaglianze integrali 292

Capitolo 6
SERIE NUMERICHE
Il
6A. Generalità sulle serie numeriche 298
6B. Serie a termini non negativi Il
305
6C. Serie alternate "
Il
315
6D. Serie assolutamente convergenti 318
6E. Criterio degli integrali " 323
Capitolo 1
APPLICAZIONI DEL
CALCOLO DIFFERENZIALE

)',(, Fu.nzioni crescenti o d=crescenti

Una funzione f(x) è monotòna in un intervallo I


se, per ogni x 1 ,x 2 EI, risulta verificata una delle re
lazioni seguenti:

f(x) strettamente crescente: X 1 < X2 => f (x 1 ) < f (x 2


)

f (x) crescente : X 1 < X2 => f(x 1


) 2 f(x 2 )
f(x) strettamente decrescente: X
1
< X 2 => f (x 1 ) > f (x 2 )

f (x) decrescente : X 1 < X2 => f(x 1


)~ f(x 2 ).

Si dice che f (x) è strettamente monotòna in I , se


essa è strettamente crescente, oppure se è stretta -
mente decrescente in I.
Il seguente criterio, basato sul segno della de-
rivata prima, è~molto utile per stabilire se 1rna da-_
ta funzione è monotòna in un intervallo: Sia f(x)
una funzione continua in [a,b] e derivabile in (a,b). Allo
ra,

se f'(x)~O, \fxe(a,b) => f è crescente in [a,bJ;


se f' (x) >O, Vxe (a, b) => f è strettamente crescente
in [a, b J;
10

se f I (X).'.:_ o' \;fxE(a,b) => f è decrescente in [a, b];


se f I (X)< o' Vxé(a,b) => f è strettamente decrescen-
te in [ a,b J .

2
Verificare che la funzione f(x) = x(x +1).è stret
tamente crescente su R.
[-La derivata f'(x) = 3x 2 +1 è posit"iv;,, ~e,: ogni x ~ R. Quindi f(x) è
---· strettamente crescente su tutto l'asse reale]

Verificare che la funzione f(x)=x 4 è strettamen-


te crescente per x ~ O, ed è strettamente decre-
scente per x .'.:. O.
3
[ La derivata f' (x)=4x è posìtiva per x > O ed è negativa per x< o]

·x
l"

.
Verificare
\ f(x)=xn
spari, mentre
che, per
è strettamente

x ~ O se n è pari.
n =·1,2,3,,
crescente
è strettamente
.. , la funzione
su R se n è di-
crescente solo per

[ Se n è dispari allora n-1 è pari; in questo caso la derivata f'(x) =


n-1
=nx è positiva per ogni x I O (se n I 1). Se invece n è pari, al-
lora n-1 è dispari e quindi f' (x) ~ O se x ~ O]

V.sì
:
consideri
Verificare
la
che:
funzione f(x)=ax 2
+bx+c, con afO.

(a) Se a> O allòra f(x) è crescente (strettameg


te) per x > - b/(Za).
(b} Se a< O allora f(x) è crescente. (strettame~
te) per x < - b/(Za).
(c) Interpretare geometricamente ì risultati di
(a),· (b) considerando la parabola di equaz Ì.Q
ne y=ax 2 +bx+c.
,...:
[ Se a~ O, la derivata f'(x)=2ax+b è positiva per x ~ -b/(2a) ]

-t:l Determinare· gli intervalli in cui le seguenti


;funzioni risultano crescenti o decrescenti:
I

(a) f(x)= lx +
1 (b) f(x) = ✓x-1
rx X

[(a) Crescente per x_::'.._1,-decrescente in (0,1]; (b) crescente nell'in-


tervallo _[1,2] , decrescente_ per x _:._2 ]

'hKneterminare glì intervalli in cui le seguenti :fun


/"'--zioni risultano crescenti o decrescenti
(a) f(x)=x 3 (x-2) (b) f(x)=(x 2 +2x+3) 7

2
[(a) La derivata f'(x)=2x (Zx-3) si annulla per x=O e x=3/2, ed è posi
tiva per x >3/2. La funzione f(x), essendo strettamente decrescente
in (- a, ,O ] e_ [ 0,3/2 ] , è quindi strettamente decrescente nell' inte;i;:
vallo (- "', 3/2], ed è strettamente crescente in [ 3/2,+ 00 ); (b) ri-
sulta f'(x)= 14 (x 2 +2x+3) 6 (x+l). La derivata è positiva per x> -l(in
2
fatti il trinomio x +2x+3 non si annulla). La funzione f(x) è quindi
(strettamente) crescente per x ~ -1, ed è decrescente altrimenti]

1Vn~te~minare gli intervalli di monotonia delle:fim


L~1on1
X 2+x
(a) f(x) = l-x2 (b) f(x)= 4+x2

[(a) Risulta f'(x)=(l+x 2 )/(1-x 2 ) 2 . La derivata, quando esiste, è po-


sitiva. Perciò f(x) è crescente negli intervallì (- 00 ,-1), (-1,1)·, (1,
+a>); (b) la funzione f(x) è crescente per 2-/a ~xi 2 + /a, ed è
decrescente altr:iJDentì ]

Determinare gli ìntervallì di monotonia delle fu~


zìoni
x2 -x 2
(a) f (x) e (b) f (x) e
-x
(,e) f (x) (d) f(x) X e
[(a) f(x) è decrescente in (- 00 ,0], crescente in [o,+"');
(b) f(x) è crescente in (- a>,O], decrescente in [o,+"');
(c) f(x) è decrescente in (-"',O) e (O,l ] , crescente in [ 1,+ "');
12

~ / (d) f(x) è crescente in (- "',l ] , decrescente in [1,+co )]

~Determinare gli intervalli di monotonia delle fun-


zioni
f(x) log x - x ~ f(x)=(log x)/x
[ (a) La funzione f(x) è crescente in (0,1 ] , decrescente in [ l,+ co ) ;
(b) la funzione f(x) è crescente in (o,e], decrescente in [e,+co)]

1.10 Determinare gli intervalli di monotonia delle fun


zioni
(b) f(x)=Z sen x + sen Zx
[ (a) La derivata vale f'(x) Zsen x cos x = sen Zx. La funzione risul-
ta crescente negli intervalli [ k1T , 1T/2 + k1T], Vk E Z, ed è decr~
scente altrimenti; (b) la funzione è decrescente negli intervalli
[TT/3 + 2k1T, (5/3) 1T + 2kTT], Vk EZ, ed è crescente altrimenti]

1 :../;_ Sia f (x) una funzione pari, cioè tale che f(x)
f'"",= f(-x) per ogni XER. E' possibile che f(x) sia
crescente in un intorno del punto x =0? E' passi: 0

bile che f(x) sia strettamente crescente in un in


torno di x =0? 0

[ Supponiamo che esista o> O per cui f(x) risulti crescente nell'intorno
(- o, o) del punto x 0 =0. Fissiamo x 1 E (O, o); essendo -x 1 <O< xvri
sulta quindi

Inoltre, dato che f(x) è una funzione pari, risulta anche f(x 1)=f(-x 1).
otteniamo quindi f(-Xi)=f(O)=f(x1), vxlE(O,o ). Perciò, se f(x) è
crescente in (- o, o), allora è necessariamente costante in tale inte~
vallo. Inoltre, per lo stesso motivo, non esiste una funzione pari e
strettamente crescente in un intorno di x 0 =0]
13

lB. Ma.ssimi e miri.imi

Sia f(x) .una funzione definita in un insieme I.


Un punto x eI è di massimo relativo
0
per f(x) nell' in -
sieme I se esiste é > O per cui

Analogamente, xc è un punto di minimo relativo per


f(x) nell'insieme I se esiste é > O tale che
Ix-xc I < o.
Se le disuguaglianze sopra scritte valgono non
soltanto in un intorno di xc, ma per ogni xeI, allq-
ra si dice che xc è un punto di massimo, o di minimo,
assoluto. Più precisamente, x 0 eI è un punto di massi-
mo assoluto per f(x) nell'insieme I se
f(xc) ~ f(x), VxEI.
Un punto Xc e I si dice di minimo assoluto per f (x) in I
se

Da notare che ogni massimo o minimo assoluto per


una funzione f(x) in un insieme I è anche un massimo
o minimo relativo. Infine, se x 0 è un punto di massimo
(o di minimo) assoluto,' allora il corrispondente val.9.
re f(x 0 ) si dice massimo (o minimo ) di f(x) nell' in -
sieme I.
Il seguente criterio è utile per la ricerca dei
punti di massimo o di minimo relativo per una funzi.9.
ne f(x) in un intervallo aperto: Se x 0 e (a, b) è -un pun-
tn ili m~~cdmn o ~iFAO (:cla-t.ivo) pex f(x} nell'lntezva.11:l:r
(a,b), f(x) è derivabile
e se in Xc, allora f'(xc)=O.
Perciò, per trovare i punti di massimo o di mini
mo relativo di una funzione derivabile f(x), si de-
terminano in primo luogo i punti xc che risolvono la
equazione f'Cxc)=O.
Successivamente, l'analisi de~la monotonia di
f(x), come proposto nel paragrafo precedente, è uti-
14

le per stabilire se un dato punto x 0 è di massimo o


di minimo relativo p~r f(x).
Ad esempio, se f(x)=x 10 , risulta f'(x)=lOx 9
;quiQ
di f'(x)=O per x=O, f' (x) > O per x > O, f'(x) < O
per x < O. La funzione f(x) risulta crescente per
x ~ O, decrescente per x ~ O. Perciò il punto x 0 =0 è
di minimo (relativo e assoluto) per la funzione
~x,n nell'in:sieme R.
Un altro criterio per stabilire se un punto x0 ,
per cui f'(x 0 )=0, sia di massimo o di minimo relati-
vo per una funzione derivabile due volte, è il se-
guente:
f' (x 0 )=0, "
:('J(;x: 0 )>0 => X0 punto di minimo relativo;

f' (x 0 )=0, f"(x 0 )<0 => X0 punto di massimo relativo.

Se poi f"(x 0
)=0; risulta valido il seguente schema
(per i punti di flesso si veda il paragrafo seguen -
te):
f"(x ) > O x o minimo relativo

f"(x:) < O x
o
massimo relativo

I f (x 0 ) =
11
x 0 punto di flesso

x 0 punto di flesso

x o minimo relativo

xo massimo relativo

...

{ ...

Ad esempio, per la funzione f(x) x 10


considera
ta in precedenza, risulta
9
f' (O)=f"(O)= ... =f( ) (O)=O,
In base allo schema proposto, si può di nuovo concl~
dere che il punto x 0 =0 è di minimo per f(x) su R.
15

1.12 Determinare i punti di massimo e di minimo rela


tivo della funzione f(x)=4x 3 -5x 2 +2x-3 nell'in -
sieme dei numeri reali.
2
[ La derivata f'(x)=2(6x -Sx+l) si annulla in corrispondenza dei valQ
ri x 1 =1/3, x 2 =1/2. Per stabilire se x 1 , x 2 sono punti di massimo
o di minimo per f(x),si può procedere in due modi. Il primo metodo
cc~~i~tç n-e--l-lostabilire gli intervalli ài monotonia di f(x), in ba-
se al segno della derivata prima. Risulta 6x 2 -Sx+l > O all' esterno
dell'intervallo [ 1/3, 1/2 ] ; perciò f (x) è crescente negli interval
li (- °', 1/3 ] e [ 1/2, + °') ed è decrescente altrimenti (si veda
1o schema in figura 1. 1) .

figura 1.1

Con l'aiuto dello schema in figura 1.1 possiamo affermare che


x 1 = 1/3 è un punto di massimo relativo, x 2 = 1/2 è un punto di mini
mo relativo.
Il secondo metodo è basato sul segno della derivata seconda in
corrispondenza di x=x1 ,x=x 2 . Risulta f"(x)=2(12x-5); essendo
f"(l/3)=-2 < O, il punto x 1 è di massimo relativo; essendo f"(l/2)=
=2 >o, il punto x 2 è di minimo relativo]

;,-rl_3 Determinare i punti di massimo e di minimo Tela


16

2
tivo della funzione f(x) = x(x -3x+3).
2
[La derivata f'(x) : 3(x-1) si annulla per x:l. Dato che f'(x)>O per
ogni x I 1, la funzione f(x) è strettamente crescente su tutto R;quin-
di, il punto x:1 non è nè di massimo, nè di minimo. Si noti che, essen
do f"(x):6(x-l), f( 3)(x):6, risulta f"(l):O, f( 3 )(1):6 > O. Perciò, in
base allo schema proposto in precedenza, il punto x:1 è di flesso per
f(x) ]

Determinare i punti di massimo e di minimo rela-


tivo delle seguenti funzioni

~ f(x)=x 3
-3x 2
+1 ~f(x)=x 3
(3x 2
-15x+20)

[(a) x 1 :Q è di massimo relativo, x 2 : 2 è di minimo relativo;


(b) ris_ulta f'(x):1Sx 2 (x 2 -4x+4):15x 2 (x-2) 2 2_ O per ogni x; f(x) è
crescente su Re non anmiette punti di massimo o di minimo (mentre x1
: O, x 2 : 2 sono punti di flesso)]

1.15 Determinare i punti di massimo e di minimo rela-


tivo ed assoluto delle seguenti funzioni nel lo-
ro insieme di definizione.

(a) f(x)=x 312 -3x 1l 2 (b) f(x) =x+x 213

[(a) La funzione f(x) è definita per x ~ O ed è derivabile per x > O.Li


mitatamente alle x > o, la derivata f'(x) si annulla per x0 :l, è nega-
tiva in (0,1), è positiva in (l,+a, ). Perciò f(x) è decrescente in [o,.
1 ] ed è crescente in [ l,+co). Il punto x0 :1 è di mini.morelativo ed
assoluto. Infine, il punto x:0, dove f(x) non è derivabile, è di massi
mo relativo; (b) la funzione f(x) è definita e continua su R ed è deri
vabile per x I O. Ha un massimo relativo per x:-27/8 ed un minimo rel~
tivo per x: O. Non.ha nè massimo, nè minimo assoluto,perchè li.m f(x):.
x ➔ ±CD

1\16 Determinare i punti di massimo e di minimo rela-


2
tivo della funzione f(x)=x- ex. Determinare inol
tre il massimo ed il minimo assoluto, se esisto-
no, di f(x) nel suo insieme di definizione.

[La funzione è definita per x I O. La derivata prima si annulla nel Pll!l


to x 0 =2, che risulta di minimo relativo per f(x). Non ci sono punti
17

di massimo relativo. Inoltre x 0 =2 non è un punto di minimo asseluto


2
perchè f(x 0
)=e /4 > o, mentre f(x) -+ O per x -+-a>; quindi esi-
stono numeri reali x per cui f(x) < f(x 0
). La funzione non a,mnette
nè massimo, nè minimo assoluto nel suo insieme di definizione (eri··
sulta inf f(x)=O, sup f(x)=+ai)]

Determinare i punti di massimo e di minimo rela


tivo ed assoluto delle seguenti funzioni
f(x)=x log 2
x ~ f(x)=log (/x-x)
[ (a) La funzione è definita per x >O.La derivata prima si annulla
per x 1 = e- 2 , che è un punto di massimo relativo, e x =l, che è di
2
2
minimo. Inoltre, essendo x > O, risulta f(x)=x log x L O=f(l); quin-
di il punto x 2 = 1 è di minimo assoluto. Invece il massi.mo di f(x) ,
per x > O, non esiste, dato che f(x) -+ +00 per x -++ai; (b) è defini
ta in (0,1), assume massi.mo assoluto (=log (1/4)) per x=l/4; è illi-
mitata inferiormente ]

1~18 Determinare i punti di massimo e di minimo rela


• tivo ed assoluto della funzione f(x)=log sen x,
nel suo insieme di definizione.
[ I punti x=TI /2+2k1T , con k ez, sono di massimo relativo ed assqluto
per f(x). Il massimo vale O. Non ci sono punti di mini.mo e l'estremo
inferiore vale -co]

Determinare i punti di massimo e di minimo rela


tivo ed assoluto delle funzioni definite ~u R
da:
(a) f(x) lx+31 tt/>f(x)=Z lxl-lx-1 I
[ (a) la funzione f(x) è definita e continua per ogni x ER, ed è deri-
vabile per ogni x f - J. Dove la derivata esiste, essa vale +1, OpPJ!
re -1, e pertanto non si annulla mai. Quindi f(x) non ha punti di
massimo o di minimo "diversi da x0 =-3. Dato che f(x)= I x+3 I~O=f(-3),
il punto x 0 =-3 è di minimo assoluto.
(b) Ricordando la definizione di valore assoluto, si trova che
18

f(x)= l :x+
-x-1
1
1
se
se
se
x 2_ 1
O <x <
x .$_ O •
1.

In figura 1.2 è riportato il grafico di f(x). Il punto x 0 ~0 è di minimo


assoluto, ed il valore minimo vale f(0)=-1 ]

f(x)=2 I x I - I x-1 I

·figura 1.2

1~'-Ji
Determinare su Ripunti di massimo e di minimo
.7'.relativo della funzione

f(x) - sen x + x cos x .


3
19

[ I.a derivata vale f' (x) = x(x-sen x). Dato che I sen x I < Ix I per o-
gni x; O, la derivata si annulla solo nel punto x0 =0. Risulta inol-
tre

Perciò f(x) non ha nè massimi nè ~ini.mi su R]

1.21 Si consideri la funzione f(x) dell'esercizio pr~


cedente. Scrivere la formula di Taylor di f(x)
(con il metodo-- ctei:----pc1ragrafo llC della parte prl:_
ma) e dedurne che la prima derivata non nulla
nel punto x 0 =0 è la derivata quinta.
[Utilizziamogli sviluppi in formula di Taylor di sen x, cos x:
. 3 s x2 x4
5 4
senx=x--L +L+o(x ); xcoxx=x(l- -+-+o(x )).
6 5! 2 4~ ç.l(..)'>T~

X3 J 1 1 1 XS x'&II
f(x)= - - sen x + x cos x = x (- + - - - )- - + - +o(x 5 )
3 3 6 2 5! 4!
1 5 )= -4
=O·x 3 + - (-1+5)x 5 +o(x x 5 +o (x 5
).
5! 5!

Abbiamo perciò trovato lo sviluppo in formula di Taylor di f(x)=f(O}f-


5 5 5 ).
+f'(O)x + •.• + (f( \o)/S!)x +o (x Confrontando i coefficienti,
(4) (5)
ne deduciamo che f(O)=f'(O)= .•• =f (O)=O, f (0)=4]

1.22 Traendo spunto dalla funzione dell ' esercizio


1.20, si consideri una funzione f(x) derivabile
su Re tale che
f I (X) = o <=> X = Xo, lim f(x)=±oo.
X -+-±<D
Dimostrare che il punto Xo non può essere nè di
massimo, nè di minimo, per f(x).
[ Supponiamo per assurdo che x 0 sia un punto di minimo relativo per
f(x) (il caso x0 , punto di l!laSSimo, si tratta in modo analogo). La
funzione f(x) non può essere costante in un intorno di x 0 , perchè a!
trimenti la derivata f'(x) non si annullerebbe solo in x 0 • Esiste
quindi un punto x 1 < x 0 tale f(x 1 ) > f(x 0 ) (si ved_a· la figura
1.3).
20

I
I
I I
I I
-------+----
I I
I I
I

figura 1. 3

Essendo f{x 1 ) > f{x 0


) e lim f(x)=-"', per il teorema dell'esisten
X ➔- CCI

za dei valori intermedi, esiste x2 < x1 per cui f(x 2 )=f(x 0


). Per

il teorema di Rolle, esiste un pwito ~e (x 2 ,x 1 ) tale chef'(~ )=O.


Ciò contrasta con l'ipotesi che la derivata si annulla solo per x=x 0 ]

1.23 Siano a>O, p>l. Determinare il minimo della:fun


zione definita per x>O da f(x):xp-ax.
p-1 >. p-1 >.
[ Essendo f'(x)=px -a, si ha f'(x)~ O se e solo sex ~ a/p, cioè
>. 1/(p-l) 1/(p-l)
x ~ (a/p) . Pertanto il punto x 0 =(a/p) è di minimo assol~
p/(p-1)
to ed il valore minimo è f(x 0
) = (1-p)(a/p) ]

1.24 Sia a>O. Consideriamo il triangolo T:

T={(x,y): x ~ 0, y ~ O, x+y .5._a},


che è rappresentato in figura 1.4. Dimostrare
21

che, fra tutti i rettangoli con lati paralleli


agli assi contenuti in T, quello di area massi
ma è il quadrato di lato a/2.

o X a

figura 1.4

[ Evidentemente il vertice opposto all'origine O del rettangolo di


area massima giace sulla retta di equazione x+y=a. Indicata con x la
lunghezza del lato ori~zontale di uno generico di tali rettangoli, il
lato verticale avrà lunghezza y=a-x. L'area A(x) del rettangolo è pe~
ciò A(x)=xy=x(a-x).
Occorre trovare il massimo assoluto della funzione A(x), per
x E [o,a] • Si verifica faciimente che la derivata A;(xj si annu1ia
nel punto x 0 = a/2. Essendo A"(x)=-2<0 per ogni x, il punto x 0 =a/2 è
di massimo relativo. Il massimo assoluto può essere assunto in x 0 , OE
pure agli estremi dell'intervallo [ O,a ] . Dato che A(O)=A(a) = O,
A(a/2)=a 2 /4, il punto x0 =a/2 è di massimo assoluto, mentre i punti
x 1
=O, x 2 =a sono di minimo assoluto per la funzione A(x) nell'inte~
vallo [o,a] (si confronti con l'esercizio 10.32 della parte pr:iJna)]
22

1.25 Sia p > O. Dimostrare che fra tutti i rettangoli


di perimetro p, quelli di area massima sono i
quadrati di lato p/4.
[Siano x,y le l=ghezze dei lati di un rettangolo di perimetro p. Allo-
ra 2x+2y=p, cioè x+y=p/2. L'area A(x) di un tale rettangolo vale
A(x) = xy = x (p/2-x). Analogamente all'esercizio precedente,il massi
mo assoluto della funzione A(x) nell'intervallo [ O,p/2 ] si ottiene
per x=p/4]

1.26 Sia A> O. Dimostrare che, fta tut~r-i-Tettango-


li di area A, quelli di perimetro minimo sono i
quadrati di lato /A.
[Siano x,y le lunghezze dei lati di un generico rettangolo di area A.Al
lora è xy=A, cioè y=A/x.
Il perimetro p(x) di un tale rettangolo è perciò

p{x) = 2(x+A/x), X > 0.

2
La funzione è derivabile per x>O e si ha p'(x)=2(1-A/x ). La derivata
si annulla per x=x =l°'i:, è positiva se x>x0 , è negativa se O<x<x . Il
punto x 0 è di minim~ relativo per p(x). Dato che p(x) ➔ +o, per x ➔0+
0

e per x ➔+ a,, la funzione p(x) ha minimo assoluto per x= /-;: ]

lC. Co:nca:vità, con:vessità, flessi

Le definizioni di funzioni convesse o concave in


un intervallo sono riportate nel paragrafo seguente.
Qui ci limitiamo a ricordare il criterio basato sul-
la derivata seconda: Se f (x) è una funzione derivabile
ìue volte in un intervallo [a,b], si ha:

f"(x)z_O, Vxe(a,b) => f è convessa in [a, b];


-~-- ...---~~•-,;::..,.,u-_
f"(x)~ O, vxe(a,b) => f è concava in [a, b].
Se esiste o> O per cui vale una delle due possi
bilità:
If" (x) <O, Vxe(x~-o,x 0
)

I
.f"(x)>O, Vxe Cxo ,xo+o)
23

allora x 0 è un punto di flesso per la funzione f(x).


)
1.27 Determinare gli insiemi di concavità, di conve~
sità e gli eventuali punti di flesso della fun-
zione
f(x) = (x+4) 3

( La derivata seconda vale f"(x)=6(x+4), è positiva per x>-4, è negati


va per x<-4. Perciò f(x) è convessa nell I intervallo [ -4 ,+.,, ) ed è
eoncava nell'intervallo (-<D,-4]. Il punto x 0 =-4 è di flesso per
f(x) J
1.28 Determinare gli insiemi di concavità, di conve~
sità e gli eventuali punti di flesso delle fun-
zioni
l O·
2 3
(a) f(x)=x (b) f(x)=l-4x+3x -x
8
[.(a) La derivata seconda vale f"(x)=90x ed è maggiore od uguale a z~
ro per ogni xE R. Quindi f(x) è convessa su tutto l'asse reale. In
particolare il punto x 0 =0 non è di flesso (ma, come già visto nel p2
ragrafo precedente, è un punto di minimo); (b) la derivata se::amV,:!
le f"(x)=6(1-x), è positiva per x < 1, è negativa per x > 1. La fun
zione f(x) risulta convessa nell'intervallo(-"' ,1 ],risulta concava
nell'intervallo [ l,+.,, ). Il punto x 0 =l è di flesso per f(x)]

1.29 In base al segno della derivata seconda, verifi


care che:
(a) x 2 è una funzione convessa su tutto l'asse
reale.
(b) ✓ x è una funzione concava per x ~ O.
(c) 1/x è convessa per x > O, è concava per x<O.
(d) ex è una funzione convessa su tutto l'asse
reale.
(e) log x è una funzione concava per x > O.
(f) sen x è concava in [kn,(k~l)n], VkeZ.
(g) cos x è concava in [-n/2+2kn,n/2+2kn],VkeZ.
(h) tg x è convessa in [kn,n/Z+kn], VkeZ.
(i) arctg x è convessa per x ~ O, concava per
X> O.
24

1.30 Verificare che la seguente funzione è convessa


su R:
f(x)

[Le derivate prima e seconda valgono:

f I (X)
d 1
[ (l+x2 )' ]= - (l+x 2)
1 -½ ·Zx (l+x 2 )
-1
2
X
dx 2
3 _!
f"(x) (l+x 2) - 2. x2 + (l+x 2 )
2

1
(1+x2 )3/2

La derivata seconda è positiva per ogni x E R, quindi f(x) è conves-


sa su tutto l'asse reale]

1~31 Studiare la concavità, la convessità ed i fles-


si della funzione f(x) = (log x)- 1
[La funzione è definita negli intervalli (0,1) e (l,+ "').
Le derivate prima e seconda valgono

2
1 2+log X
f'(x)=-(log x)- • - ; f"(x) = ----2
X x log 3 x

La derivata seconda è positiva se il numeratore ed il denominatore


hanno lo stesso segno, cioè se

2 + log X > O 2 + log X < O


oppure
{ log X > 0 { log x < 0

Il primo sistema ha per soluzioni: log x > O, cioè x > 1, mentreil


secondo sistema equivale a log x < - 2, cioè O<x<e- 2 • Perciò la
funzione f(x) è convessa negli intervalli (o,e- 2 ), (I,+a>) ed è con-
cava in (e- 2 ,1). Il punto ,c =e- 2 è di flesso per f(x) (mentre
0
il
punto 1 non è di flesso, dato ·che in tale punto la funzione f(x) non
è definita) ]

1~32 Studiare la concavità, la convessità ed i fles-


si delle funzioni
(a) (b)
25

[ (a) La derivata seconda si annulla nei punti x 1 = O, x 2 = 2, x 3 = 6.


Solo K
2
, x3 sono punti di flesso, mentre x 1 è un punto di roinimo.
Inoltre f(x) è convessa negli intervalli (-"' ,2 ] , [ 6,+ "') ed è
concava altrimenti; (b) f(x) è convessa negli intervalli (- 00 ,-6] ,
(-2,+"') ed è concava altrimenti. Il risultato si può ottenere dal-
la parte (a), scambiando K con -x]

1.33 Una funzione definita su R si dice pari se f(x)=


=f(-x) per ogni XER. Una funzione si dice disp~
ri se f(-x)=-f(x) per ogni XER. Supponiamo che
f(x) sia una funzione pari derivabile due volte
in un intorno del punto x 0 =0. E' possibile che
f"(x)>O per x > O e che f"(x) < O per x < O (in
modo che x 0 risulti un punto di flesso)?
[ No, non è possibile. La derivata di una funzione pari è una fW1Zione
dispari; infatti, per la regola di derivazione delle funzioni compo-
ste, essendo f(x) pari, risulta

d d
f'(x) = - f(x) = - f(-x)=-f'(-x) , V xE R.
dx dx

Per lo stesso motivo, derivando entrambi i membri della relazione


f'(-x)=-f'(x), si trova che la derivata seconda è pari. Perciò la dg_
rivata seconda non può avere segni opposti a sinistra ed a destra
di x 0 =O]

1. 34 Sia f(x) una funzione dispari, derivabile due


volte su R, e tale che f" (x) > O per x > O. Di-
mostrare che O è un punto di flesso per f(x)
[ Come nell'esercizio precedente si verifica che la derivata seconda
f"(x) è una funzione dispari. Perciò, se f"(x) > O per x > O, allora
f"(-x)=-f"(x) < O per ogni x- > O, cioè per -x<O. Quindi là de-
rivata seconda ha segni opposti a destra ed a sinistra di x 0 =0, che
perciò è un punto di flesso]

1.35 Sia f(x) una funzione derivabile due volte nel-


l'intervallo chiuso e limitato [a,b], con a fb.
Supponiamo che f(a)=f(b) e che f'(a)=f'(b). Di-
mostrare che la derivata prima si annulla alme-
26

no due volte in [a,b] e che la derivata seconda


si annulla almeno una volta.
[La derivata seconda si annulla in (a,b), in base al teorema di Rolle
applicato alla funzione f'(x). Per dimostrare che la derivata prima si
annulla in due punti distinti di [ a,b ] , supponiamo che f'(a)=f'(b)#
f O (altrimenti non c'è niente da provare).

-------
I
I
I
f(aJ= f(bJ
I --~--~--'-- I

---+----- 1
+----
I 1/
7 I
J

I I Y I
I : ;: :
I I
a b

figura 1. 5-

Se f'(a)=f'(b)>O, come in figura 1.5, esistono x 1 ,x 2 e (a,b) tali che


f(x 1 )>f(a), f(x 2 )< f(b); infatti, se per assurdo fosse f(x),$.f(a) per
ogni xe (a,b), risulterebbe anche

. f(x)-f(a)
f' (a) = 11.m .$. o.
x➔ a x-a

In modo analogo si prova f(x 2 ) < f(b). Per il teorema dell'esistenza


dei valori intermedi, esiste x 0 E(x 1 ,x 2 ) tale che f(x 0 )=f(a)=f(b) .
Applicando il teorema di Rolle alla funzione f(x) negli intervalli
[ a,xJ , [x 0 ,b], si ottiene la tesi ]
27

1.36 Sia f(x) una funzione derivabile tre volte in


[a,b]. Dimostrare che, se f(a)=f(b) e f'(a)
=f'(b)=O, esiste in (a,b) almeno un punto in
cui si annulla la derivata terza.
[ Applichiamo ripetutamente il teorema di Rolle. Esiste x 1 e (a,b) tale
che f'(x 1 )'.':0. Esistono poi x 2 E(a,x 1 ), x 3 e (x 1 ,b) per cui f"(x 2)=
=f"(x 3 ) = O. Esiste quindi x ~ è (x 2 ,x 3 ) per cui 3 \x
4 ) = O] i

Nei testi di matematica si trovano le seguenti


definizioni e criteri di convessità di una funzione
f(x) in un intervallo [a,b]:
( 1) Una funzione f (x) definita in [a, b J è convessa in tale
intervallo se, per ogni X 1 , X 2 E [a, b], risulta
f(>..x 1 +(l->-)x 2
) ..:s_H(x 1
)+(l->-)f(x 2
), V>..E[0,1].
(2) Una funzione f(x) derivabile in [a,b] è convessa in
tale intervallo se

(3) Una funzione f(x), derivabile due volte in [a,b], è


convessa in tale intervallo se

f"(x) 2_ O, Vxe(a,b).

Geometricamente la (1) esprime il fatto che il


grafico delta funzione y=f(x), nell'intervallo di e-
stremi x 1 ,x 2 , è al di sotto della retta congiungente
i punti di coordinate (x 1 ,f(x 1 )), (x 2 ,f(x 2 )). La (2)
geometricamente esprime il fatto che ogni retta tan-
gente al grafico della funzione y=f(x) è al di sotto
di tale grafico. Infi~e la (3) esprime un criterio a
nalitico per verificare se una data funzione è con-
vessa o no.
Se la disuguaglianza in (1) vale con il segno di
minore Stretto per ogni X 1 f X 2 e per ogni ÀE(0,1) ,
28

allora si dice che f (x) è strettamente convessa in [a, b].

1. 3 7 Verificare che la disuguaglianza di convessità


in (1) può essere espressa nei modi equivalenti:
f(x 2 )-f(x 1)
(a) f(x) < f(x 2
)+ (x - X2)
X 2 -xl
f(x2)-f(x1)
(b) f(x) .'.::_f(xl)+ (x - Xl)
X 2 -Xl
per ogni XE[Xl'X 2 ] e per ogni x 1 ,X 2 E[a,b], Xl f
f X2

[(a) Ponendo x = Àx 1
+(1-À)x 2
risulta x-x 2
= À (x 1
-x 2
), cioè, se
x 1# x 2 , À =(x-x 2 )/(x 1 -x 2 ). Dalla disuguaglianza in (1) si ottiene
la disuguaglianza equivalente
X -x 2
f(x) _$: f(x

2
)+ À[f(x 1 )-f(x 2 ) ]=f(x 2 )+--X1-X2 [f(x 1
)-f(x 2
)].

La (b) si prova in modo analogo, scambiando À con 1-À , oppure, più


velocemente, osservando che il secondo membro della disuguaglianza in
(a) è uguale al secondo membro della disuguaglianza in (b)]

1.38 Sia f(x) una funzione definita in [a,b] e conves


sa nel senso della definizione (1). Verificare
che, per ogni x 1 ,X 2 E[a,b} e per ogni t esterno~
l'intervallo [0,1], risulta
f(tx 1 +(1-t)x 2) ~ tf(x 1 )+(l-t)f(x 2) ,
purchè tx 1 +(1-t)x 2 E[a,b]. ·Geometricamente cio e-
sprime il fatto che il grafico della.funzione y=
=f(x), al di fuori dell'intervallo [xl'x 2 ], è
al di sopra della retta congiungente i punti di
coordinate (x 1 ,f(x 1 )), (x 2 ,f(x 2 )).
[consideriamo t > 1 (il caso t < O è analogo). Occorre provare che
1
f(x 1 ) _$: t [f(tx 1 +(l-t)x 2 )+(t-l)f(x 2 ) J .
Ponendo À =1/t, abbiamo O < À < 1 e 1-À =(t-1)/t. Allora la rela-
zione sopra scritta segue dalla ( 1) perchè, se definiamo xl = tx 1 +
+ (1-t)x 2 , risulta anche x 1 = Àx~ +(1- À)x 2
]
29

1.39 Verificare che la d~suguaglianza di convessita'


dell'esercizio precedente può essere espressa
nei modi equivalenti (Vx,xl':x 2 e[a,b],x 1
f x 2 ):
f (x 2 ) -f(x 1
)
(a) f(x) > f(x 2 ) + --"'---~ (x-x 2
), V x\i [xi,x 2
]
X2 -xl

[ Si proceda come nell'esercizio 1. 37 ]

1.40 Verificare che, per una funzione f(x)derivabile


in [a,b], le definizioni di convessità (l)e (2)
sono fra loro equivalenti.
[ Proviamo preliminarmente che (1) implica (2). Abbiamo già detto che
da (1) discendono le disuguaglianze (a), (b) dell'esercizio precede!!,
te. Passando al limite per x 2 ➔ x 1 nella l.39(b) otteniamo f(x) 2
2 f(x 1
)+f'(x 1 )(x-x 1 ), cioè la (2).
Proviamo ora che (2) implica (1). Fissati x 1 ,x 2 E [a,b] (x 1 # x 2) e
ÀE[0,1], consideriamo x 0 = Àx 1
+(1-À )x 2 • Per la (2) risulta

Moltiplichiamo la prima relazione per À e la seconda per l- À e


sonuniamo le due relazioni:

À f(x 1
) + (1-À)f(x 2) .?.

1). f(x)+ À f 1 (x.J (x 1 -x.)+(1-À )f(x 0


)+(l- À)f 1
(x 0 )(x 2
-x 0 )

=f(x 0
)+f' (x 0 ) [ À(x 1
-x 0 )+(l-À )(x 2
-x 0 ) J..
Rimane da provare che la quantità in parentesi quadra è nulla.A ta-
le scopo ricordiamo che, essendo x 0 = Àx 1
+ (l-À)x 2 , risulta

x 1
-x 0 =(l- À )(x 1
-x 2
) ; x 2 -x 0 = À (x 2
-x 1
)

Perciò [À(x 1 -x 0 )+(l-À )(x 2 -x 0 ) ] =À (1- À )(x 1


-x 2 +x 2 -x 1
)=O]

1.41 Verificare che, per una funzione f(x)derivabile


due volte in [a,b], le condizioni di convessità
(1), (2), (3) sono fra loro equivalenti.
30

[come provato nell'esercizio precedente, le definizioni (1), (2) sono


fra loro equivalenti. Proviamo che (1) implica (3) e che (3) implica
(2).
Cominciamo con (1) ~ (3): Se x E (a, b) e x ± h E (a,b), poniamo in
(1) x 1 = x+h, x 2 =x-h, À = 1/2. Otteniamo

1 1
À X 1 +(1-À )x 2 = 2 (x+h)+ 2 (x-h) = X

e la disuguaglianza di convessità diventa

f(x) i [f(x+h)+f(x-h) ]/2 cioè f(x+h)+f(x-h)-2f(x) LO.


Applicando il teorema di L'Hopital (si noti che deriviamo rispetto ad
h), otteniamo

f(x+h)+f(x-h)-2f(x) f' (x+h)-f' (x-h)


O i lim
2h

1 { f'(x+h)-f'(x) f'(x-h)-f'(x)} 1
= - lim ---'---- + liro ------ = - {2f"(x) } =f"(x)
2 ,h-+O h h-+O -h 2

Proviamo ora che (3) => (2): Applichiamo il teorema di La.grange


nell'intervallo [x 0 ,x ], supponendo per semplicità x > x 0 .Esiste un
punto x 1 E (x 0 ,x) per cui

Per ipotesi f"(x) LO per ogni x E (a,b). Quindi la derivata prima


f'(x) è crescente in [ a,b ] . Perciò, essendo x1 >x 0
, f'(x 1)L f'{x 0
)

e quindi

1.42 Sia f(x) una funzione convessa in [a,b]. Sia


x 0 e[a,b]. Il rapporto incrementale g(x), defini-
to da

risulta crescente su [a,b] - {x 0 }. Vèrificarlo


31

nei due casi seguenti:


(a) f(x) è derivabile in [a,b] e vale la (2);
(b) f(x) è definita in [a,b] e vale la (1).
[ (a) Se f(x) è derivabile in [ a, b ] , allora anche g (x) è derivabile
per x # x 0 e risulta

Tale derivata è positiva o nulla perchè, scambiando il ruolo dix, x0


nella disuguaglianza di convessità (2), risulta f(x 0 ) ~ f(x)+f'(x)(x 0 -
-x). Perciò g' (x) ~ O e g(x) è crescente negli intervalli [ a,x), (x 0 ,
b]. Inoltre, dato che i limiti destro e sinistro di g(x) sono uguali
fra loro (ed entrambi uguali a f•(x 0 )), la funzione g(x) è crescente
globalmente nell'insieme [ a,b ] -{ x 0 } •
(b) Occorre provare che, se x 1 < x 2 , allora g(x 1) ~ g(x 2 ), cioè

f(x 1 )-f(x
X
1
-x ,o

Limitiamoci al caso x 0 < x 1 < x 2 La relazione precedente è equiva -


lente a

1 0
f(x )-f(x ) < x _,, [f(x 2 )-f(x ) ] =À [f(x )-f(x ) ] ,
1 o - X -x o 2 o
2 o

dove si è posto.À=(x 1 -x 0 )/(x 2 -x 0 ). Dato che x0 <x 1 <x 2 , risulta


O< À<l. Inoltre

La tesi segue dalla (1), osservando che x 1 = Àx 2


+(1-À )x 0

1.43 Sia f(x) una funzione convessa in un intervallo


aperto (a,b). Dimostrare che f(x) è continua in
(a, b).
[ Sia x0 ~ (a,b). In base alla.parte (b) dell'esercizio precedente, il
rapporto incrementale g(x) è crescente in (a,b). Come tutte le funzig
ni crescenti, g(x) è limitata in ogni intervallo chiuso [x 1 ,x 2 ] e
e (a,b); infatti
32

g(x 1
) ~ g(x) ~ g(x 2 ) , Vx E [ x 1 ,x 2 ] , x I x0

Scegliamo a <x 1 <x <x


0 2 < b e calcoliamo
f(x)-f(x 0
)

lim f(x)-f(x 0
) = lim ---- (x-x 0 )= lim g(x)(x-x 0
) =O.
x ➔x
0 x ➔x
0 x-xo x➔ x
0
Quindi f(x) è continua in x 0 • Si noti che l'espressione g(x)(x-x 0
)

tende a zero per x ➔ x 0 , essendo prodotto di una funzione lini.tata per


una che tende a zero. (Una diversa dimostrazione è proposta nell' e-
sercizio 9.28 della parte prima) ]

1.44 Sia f(x) una funzione convessa in un intervallo


I. Dimostrare che f(x) è continua all ' interno
dell'intervallo.
[Evidentemente f(x) è convessa in ogni intervallo aperto (a,b) conte-
nuto in I e quindi, per l'esercizio precedente, è anche continua in
(a,b) ]

1.45 Mostrare con un esempio che esistono funzioni


convesse in intervalli chiusi che non sono con-
tinue.
[Ad esempio la funzione definita nell'intervallo [ 0,1 ] da f(O)=l e
f(x) = O sex E(O,l] è discontinua·per x=O ed è convessa in [0,1].
Si noti che, in base all'esercizio precedente, una funzione convessa
definita in un intervallo chiuso può essere discontinua solo agli e-
stremi dell'intervallo ] •

1.46 Sia f(x) una funzione convessa in un intervallo


aperto I. Siano a, be I, con a < b. Dimostrare che
f (x) è lipschitziana (si veda la definizione nel
paragrafo 12C della parte prima) nell'interval-
lo (a,b).
[Come nell'esercizio l.~3, i rapporti incrementali

f(x)-f(a) f(x)-f(b)
X - a x-b

sono limitati in (a,b), cioè esiste un nt.m1eroL tale che


33

f(x 1 )-f(a) I
I Xl -a
.5.L , V x 1 E(a,b) .

Utilizziamo ora il fatto che il rapporto incrementale centrato in x J.


è crescente, cioè in particolare:

f(b)-f(x J.)

a-x 1
.5.
X2-X l

per a < x 2 < b, con x 2 I x 1.. Dalle relazioni scritte si ottiene

Perciò f(x) è lipschitziana in (a,b)]

lE. Verific= di disugu.a.g1i=nze co~ i•~so


de11e deri-v-=te

Per provare una disuguaglianza del tipo f(x) ~


> g(x), per xe[a,b], utilizzeremo i criteri esposti
negli esercizi che seguono.

1.47 Siano f(x), g(x) due funzioni continue in [a,b]


e derivabili in (a,b). Supponendo che f(a)~g(a)
e che f'(x) ~ g'(x) per ogni xe(a,b),dimostrare
che f(x) ~ g(x) per ogni XE[a,b].
[ Applichiamo il teorema di Lagrange alla funzione f-g nell'intervallo
[a,x] : esiste ~ E (a,x) tale che

[ f(x)-g(x) ] -[ f(a)-g(a) ] = [ f'([,;)-g'(f,;) ] (x-a)

Dato che f'(i=,;)-g'(i=,;) LO, x-a > O, f(a)-g(a) LO, risulta che f(x) -
-g(x) L O, come si voleva dimostrare]

1.48 Siano f(x), g(x) due funzioni continue in [a,b]


e derivabili in (a,b). Si supponga che f'(x) >
> g'(x) per ogni xe(a,b) e che f(x 0 ) = g(x 0 )per
34

qualche punto x 0 e(a,b). Dimostrare che:


(a) f(x) > g(x) per ogni xe[x 0
,b];
(b) f(x) < g(x) per ogni xe[a,x 0
]

[Analogamente a come indicato nell'esercizio precedente, si può ap -


plicare il teorema di Lagrange alla funzione differenza f-g nell'in-
tervallo di estremi x0 ed x]

1. 49 Siano f(x), g(x) due funzioni derivabili in (a,


b) e sià x 0 ----un punto dr (a,b). Dimostrare che
vale l'implicazione:
f(x 0
)=g(x 0
)

=> f(x) .2_ g(x),


f'(x).2. g'(x),
\fxe(a,b).
f' (x) ~ g ' (x) ,
[si può utilizzare il teorema di Lagrange, come fatto in precedenza.
Oppure si può studiare la funzione differenza h(x)=f(x)-g(x). Essen-
do h'(x)=f'(x)-g'(x), risulta

Perciò h(x) è crescente per x?. x 0 ed è decrescente per x ~ x 0 .Quirr


di x 0 è un punto di minimo assoluto per la funzione h{x) nell'inte~
vallo (a,b), ed il valore minimo è h(x 0 )=f(x 0 )-g(x 0 )=0.Risuita quirr
di h(x) ?. o, cioè f(x) -g(x) ?. O, per ogni x E (a,b) ]

1.50 Dimostrare le disuguaglianze


(a) ex > 1 +x \f xeR;

(b) x 2_ log (l+x), \f x> -1

[Si può utilizzare il criterio dell'esercizio precedente, con x0 =


= O. Ad esempio, per la disuguaglianza in (a) poniamo f(x) = eX,
g(x)=l+x. Risulta f(O) = g(O) = 1 e inoltre f'(x)=ex ~ 1 = g'(x)se
e solo se x ~ O. In base al criterio dell'esercizio precedente ot-
teniamo f(x) ?.. g(x) per ogni x ER.
Per dimostrare (a) si può procedere anche nel modo seguente:la
funzione h(~)=ex-(l+x) ha un minimo assoluto per x=O; infatti la
derivata h' (x) = ex-1 si annulla per x=d; è positiva per x > o, è
35

negativa per x <O.Perciò h(x) ~ h(O) ; o, cioè ex-(l+x) ~ o, per


ogni xE R.
La disuguaglianza in (b) si può dimostrare come fatto per la di-
suguaglianza in (a). Si noti anche che la (b) segue dalla (a), cale~
lando il logaritmo in base e di entrambi i membri. Infine (a),(b) si
possono interpretare come disuguaglianze di convessità, secondo la
definizione (2) del paragrafo precedente, con x 0 =0 e f(x) data· ri -
spettivamente da ex oppure -log(l+x)]

1.51 Verificare che, per ogni x > O, vale la disugu~


glianza

x2
> 2
(x+l)
2
x¼1 x x
[Le derivate di f(x); -- , g(x) ; --- 2
valgono f'(x); - e
8 (x+l) .4

g' (x)
2x(x+l) 2
-2(x+l)x 2
2x(x+l) [ (x+l)-x J
(x+l) 4 (x+l) 4

Per x > O risulta f'(x) ~ g'(x) se e solo se

(x+l) 3 ~ 8 <=> x+l ~ 2 <=> x ~ 1

Essendo f(l);g(l); 1/4, la disuguaglianza segue dall'esercizio 1.49.


Si può anche procedere direttamente consiqerando la funzione
h(x);f(x)-g(x). Come in precedenza si verifica qi.e h'(x) si annulla
per x;l, h'(x) > O per x > 1, h'(x) < O sex E (0,1). Perciò il pun-
to x;l è di minimo assoluto per h(x) in (O,+ a, ) • &sendo h(l);f(l)-
-g(l); 1/4-1/4;0, risulta h(x) ~ h(l);O per ogni x > O, che è quanto
si voleva dimostrare ]

1. 52 Dimostrare che, per ogni X > o' valgono le disu


guaglianze

(x+122 (x+122
(a) > 4 (b) > 2
X rx
x+l x+l
(c)
lx
> 2 (d) rx <
2
36

[(a) La derivata della funzione f(x) = (x+l) 2 /x vale f'(x)=(x 2 -l)/x 2


ed è positiva per x > 1, negativa per (O<) x < 1. Perciò il punto
x=l è di minimo assoluto per f(x) nell'intervallo (0,+"' ), e risulta
f(x) ~ f(l) = 4 per ogni x >O.Si noti che, più semplicemente, la
disuguaglianza si può provare per via algebrica: Sex> o, (x+l) 2 ~
L 4x equivale a (x-1) 2 LO, che è sicuramente verificata.
(b) La derivata della funzione f(x)=(x+l) 2 /,/;vale

2
Z(x+1)/-;;- - (1/2 h)(x+l) x+l
f' (x) - ~ (4x-(x+l) ]
X - Zxvx

(x+1)(3x-l)
2x ,;;

Dal segno della derivata prima si deduce che il punto x=l/3 è di mi-
nimo assoluto per f(x) nell'intervallo (0,+"'). Perciò, per ogni x>O,
si ha:

16 /3 > 2 1613
f(x) > f ( -1) = -- (infatti -->2 <=> alJ>9<=>64·3>a1)
- 3 9 9

(~) La derivata della funzione f(x) = (x+l)/ /;- vale


f' (x) = (x-l)/(2x,;;) e si annulla per x=l, è positiva per x > l,è.
negativa se O< x < 1. Perciò, il punto x=l è di minimo assoluto per
f(x) nell'intervallo (O,+"'). Per x > O risulta quindi f(x)Lf(1)=2.
Si noti che la disuguaglianza si può provare per via algebrica: (x +
+l) ~ 2 /;: equivale a (h- 1)2 ~O.La (d) si prova in modo anal2
go. Infine, si noti che le disuguaglianze (a), (c), (d) sono fra lo-
ro equivalenti ]

1. 53 Verificare che, per ogni X > o' valgono le disu


guaglianze

(a) X log X > X - 1

(b) X logax > (x-1) log ae (a > 1)

[(a) La derivata della funzione f(x) = x log x - (x-1) vale f' (x)
= log x e si annulla per x=l, è positiva per x>l, è negativa per
x E(O,l). Il punto x=l è di minimo assoluto per f(x).Perciò f(x) ~
~ f(l)=O, che è quanto si voleva dimostrare. Si può procedere in mo-
37

do analogo per provare la (b) ]

1.54 Dimostrare che, per x > O, valgono le disugua-


glianze

1 1 1
x+l < log (1+ ~) < ~

[ Proponiamo due metodi di d:imstrazione. Con il primo proveremo le di-


suguaglianze con il segno i; poniamo

1 1 1
f 1 (x)= - f 2
(x)=log(l+ -); f 3 (x)= -
x+l X X

Le derivate valgono:

-1 -1 -1
f' (x)= ---; f' (x)= -- f' (x)= -x2
1 (x+l) 2 2 x(x+l) 3

Dato che O<x< x+l , risulta fi (x) > f 2 (x) >f 3 (x), Vx>O. Inoltre

essendo lim f 1 (x) =


lim f 2 (x) = lim f 3 (x) = O, si ottiene la
x➔+ oo co x➔+
x➔ +oo

tesi in modo analogo all'esercizio l.48(b), o, più precisamente, come


indicato nell'esercizio seguente. Il secondo metodo, più semplice, si
basa direttamente sul teorema di Lagrange per la funzione log x: Fis-
sato x > O, esiste f, e (x,x+l) tale che

1
log(x+l) - log x = [ •

Si ottengono le disuguaglianze enunciate osservando che:

1 1 1 1
- < -< - log(l+ -)= log(x+l)-log x ]
x+l f, x' X

1.55 Siano f(x), g(x) due funzioni derivabili per x>a.


Dimostrare che f(x) ~ g(x), per ogni x > a, se
valgono le due condizioni:
f' (x) .::_g'(x), V x>a; lim [f(x) -g(x) J o
x➔ +0>

[ Applichiamo il teorema di Lagrange alla differenza f-g nell'interval-


38

lo [ x,b], con a< x < b: Esiste i;E(x,b) per cui

[ f(b)-g(b) ] -[ f(x)-g(xl ] =[ f'( i;)-g'(i;)] (b-x) ~ O.

Al limite, pét b ➔+ co, otteniamo la tesi ]

1 x·
1.56 Consideriamo per x >Ola funzione f(x)=(l+ -) .
X
Utilizzando le disuguaglianze dell'esercizio 1.54
verificare che:
(a) la funzione f(x) è strettamente crescente per
)( > o;
(b) per ogni x > O risulta f(x) < e.
1
x log(l+ -)
[(a) La derivata della funzione f(x) = e x vale f I (X)

X log(l+ .!_ ) 1 1
= e x [ log(l+ - )
X x+l
ed è strettamente positiva per la disuguaglianza dell'esercizio 1.54
(b) la limitazione f(x) < e equivale a log f(x) < log e= 1, cioè

1 1
log ( 1+ - ) < - ,
X X
ehe è verif~cata in base·all'esercizio 1.54. La limitazione f(x) <e,
per x > O, segue anche dalla precedente parte (a) e dal fatto che f(x)
converiie ad e , per X ➔ +co]

1.57 Siano p,q due numeri reali maggiori di 1 e tali


che 1/p + 1/q = 1. Dimostrare che, per ogni cop-
pia x,y di numeri non negativi, si ha

xp
+
_L_
xy ~
p q
p q
X
[Fissato y ~ O, consideriamo la funzione f(x) + r__ - xy,per cui
p q
p-1
risulta f' (x)=x -y.
1
Perciò f'(x) ~ O per x ~ y p-l e f(x) assume il suo valore minimo
l/(p-1)
per x = y Quindi

1
...!._ 1 J!_ 1 q - -+1
f(x) 2. f (y p-1 )= - y p-1 + - y - y p-1
p q
39

Si verifica facilmente che gli esponenti sono uguali fra loro, cioè
che

_1_ + 1 = _E_ = q
1 1 p-1
(essendo - = 1 - - =- )
p-1 p-1 q p p

Si ottiene f(x) l O per ogni xl O]

1.58 Siano a,b due numeri reali. Verificare che

ja+bj < Jal + lbj


1+ ja+bj 1+ i ai 1+ jb j

[I.a funzione f(x) = _::_ è (strettamente) crescente per xl O. Perciò,


l+x
essendo j a+b j ,i j a j + jb j , risulta anche f( j a+b j) .$_ f( j a j+jbj)
e quindi

j a+b j ~la~I-+
1+ j a+b j 1+ ja j + jb I 1+ lai+ jb I

1+ la I
1.59 Dimostrare le seguenti disuguaglianze, dette di
Bernoulli:
a
(a) ( 1 +x) > 1 +ax V a > 1, Vx 2_ - 1;
a
(b) (l+x) < l+ax Vae(0,1), Vx2_ - 1.

[ (a) Si verifica che la funzione definita per x l - 1 da


a
f(x) = (l+x) - (l+ ax) ,

ha il suo minimo assoluto in corrispondenza del punto x=O e inoltre


f(O) = O; (b) si ricava dalla disuguaglianza in (a) scambiando a con
1/ a e ponendo x=ay. Con tali posizioni la disuguaglianza in (a)
diviene:
1
1
( l+x)a > l+-x=l+y,
a
40

a
da cui l+ ay L (l+y) J
1.60 Per p > O consideriamo la funzione
f(x) = xp log (l+x), xi O.
Mediante la disuguaglianza di Bernoulli 1.59(b)
verificare che, per ogni x ~ O e per ogni ae(O,
1), risulta
f(a)f(x) ~ f(ax).
[semplificando per la potenza (ax)P, la tesi equivale a

log (l+a ) log (l+x) .$. log (1+ a x) .

Utilizzando la relazione log(l+a) .$. a (si veda l'esercizio 1.5:l{b))


e la disuguaglianza di Bernoulli 1.59(b), otteniamo

log (l+a ) log (l+x) .$. a log (l+x) =


a
= log (l+x) .$. log {1+ ax)

1.61 Dimostrare ~he, se p > 1, risulta


(x+y)P < 2p-l (xP+yP) Vx,y > O.

[se y=O la disuguaglianza è verificata. Altrimenti, se y > o, dividen


do entrambi i membri per yp e ponendo t=x/y, otteniamo la disugua-
1,lianza equivalente

Si può provare tale disuguaglianza studiando il segno della derivata


(rispetto a t) di entrambi i membri e osservando che vale il segno
di uguale se t=l (si vedano i dettagli nell'esercizio 10.41 della
parte prima).
Si può anche procedere, più rapidamente, nel seguente modo: la
funzione f(t)=l è convessa per t L O, dato che f"(t)=p(p-1) t p-Z>O
s~ t >O.Perciò, in base alla definizione di convessità (si veda la
(1) del paragrafo 1D con À=li2) risulta

1 1 1 1
f( - x+ - y) < - f(x) + - f(y) Vx,yLO,
2 2 - 2 2
-p p -1 p p
cioè 2 (x+y) .$. 2 (x +y ), che equivale a quanto si voleva dimo-
41

strare]

Ricordiamo la formula di Taylor con il resto di


Lagrange: Se f(x) è una funzione derivabile n+l volte in
un intervallo I , per ogni X, X 0 E I esiste un punto E,E I ta
le che

Nel paragrafo llC della parte prima è proposto un


elenco delle formule di Taylor (con centro x 0 =0 e con
resto di Peano) per alcune funzioni elementari.
Dalla formula di Taylor con il resto di Lagrange
si ottiene la seguente stima del resto: Sia f (x) una
funzione derivabile n+ 1 volte in un intervallo I e sia Mn+l
tale che

I f(n+l) (x) I < M V X E I.


- n+l

Allora, per ogni X, X 0


E I, si ha

n
f(x) [
k=O
n+l
Ix-xo I
dove I~ (x) I .S. Mn+1 (n+l) !

1.62 Esprimere in forma decimale, con tre cifre deci


mali esatte, il seno di un radiante.
[Consideriamola formula di Taylor per la funzione sen x, con centro
42

x0 = O e con _x=l. La derivata n-sima vale ± sen x, oppure ± cos x ,


in dipendenza da n (si veda anche l'esercizio 10.25 della parte pri-
ma). In ogni caso I f(n) (x) Ii 1 per ogni x E R. Perciò vale la stima
del resto con Mn+1 = 1:

Tenendo conto che x 0 =0, x=l, risulta quindi [ Rn(l) [i 1/(n+l)!.Cal

coliamo 1/(n+l)! per alcuni valori di n:

n 1 2 3 4 5 6 7

(n+l)! 2 6 24 120 720 5040 40320

1/ (n+l)! 0.5 0.16 .. 0.041.. 0.0083 .. 0.0013.• 0.00019.. 0.00002 .•

Dalla tabella risulta in particolare che [ R6 (1) I s 0.00019.. <


< 0.0002. Perciò, con un errore inferiore a 0.0002 = 2·19- 4 , sen 1
3 5
è uguale al. polinomio di Taylor x-x /3 ! + x /5 ! ( che è di grado non
superiore a 6) calcolato per x = 1:

x3 xs (x=l) 1 1 120-20+1 101


x- -+- 1 - -+- = 0.8416
3! 5! 6 120 120 120

perciò sen l = 0.8416 ± 0.0002, cioè

0.8414 < sen 1 < 0.8419 .

Quindi sen 1, con tre cifre decimali esatte, è espresso da 0.841 .. ]

1.63 Utilizzando la formula di Taylor, verificare


che le prime tre cifre decimali -di ✓z sono
1.414 ..
[Le derivate prima e seconda di f(x) h valgono

1 1 -3/2
f' (x) = --
2rx , f"(x) = - -
4
X

Utilizziamo la fonnula di Taylor al primo ordine per f(x) ·con il


43

resto di Lagrange: Esiste I; nell'intervallo di estremi x 0 ,x per cui

✓- ✓- 1 1 1 -3/2
x = x + ~ (x-x O ) + - (- - ) I; (x-x ) 2
o 2v X 2 4 o
o

Essendo x=2, è opportuno scegliere per x 0 un valore vicino a 2, in


modo che sia semplice calcolarne la radice quadrata. Ad esempio, se
2
x 0 = (1.4) = 1.96, risulta evidentemente,;;:= 1.4. Essendo 1 <
< 1.96 < I; (<2), il resto di Lagrange verifica le limitazioni

2
1 1 -3/2 1 _(0.04)
O > - ( - - ) I; (x-x ) 2 >- - (x-x ) 2
=- 0.0002;
- 2 4 ° - 8 ° 8
1 1 1
perciò, essendo J; + ---- (x-x ) = 1.4 + -- • 0.04 1.4+- =
o 2 v'xo 0
2·1.4 70

= 1.41428 .• ; risulta 1.4142-0.0002 < -lz < 1.41428, da cui ./z


=1.414 .. ]

1. 64 Utilizzando la formula di Taylor, verificare ere


le prime tre cifre decimali del numero e sono
2. 718 ..
[ I.a derivata n-sima della funzione f(x)=ex è f(n)(x)=ex; Vn. In
particolare f(n)(O)=l, V n EN. In base alla fonnula di Taylor di ce!!
tro x 0 =O per la funzione f(x), con x > O, esiste_ I; E (O,x) tale che

E,
X e n+l
e +---x
(n+l)!

Il resto è positivo e, essendo ex crescente, risulta e!; < ex. Per


x = 1 otteniamo

1 1 1 e 3
e=l+l+ - + - + .•. + - + R (1), con O<Rn(l)< ---- < ---.
2 3! n! n (n+l)! (n+l)!

Con l'ausilio della tavola dell'esercizio 1.62 per n=6, od anche di-
rettamente, si verifica che 3/7! = 1/1680 < 0.0006, che è quindi una
stima dell'errore che si coODDette nel calcolare il numero e con la
SODDDa (n=6):

1 1 1 1 1 1957
1+1+ - + - + - + - + - = -- 2.71805
2 3! 4! 5! 61 720
44

perciò 2.718 <e< 2.7187, da cui e: 2.718 .. ]

1.65 Verificare che, per xe(O,n/2), valgono le disu-


guaglianze

x2 < sen x < x2 x4


1- - 1 _ +
6 X 6 12 O
[Consideriamo la formula di Taylor con il resto di Lagrange per la
funzione sen x con centro xo :Q ex E(O,TT /2). Essendo f( 5 l(x):cos x,
esiste !;,E (O,x) per cui

3
X COS /;, S
sen x : x - - + --- x
3! 5!
Essendo !;, E (O, TI /2) risulta O < cos !;,< 1. Perciò

x3 XJ X 5
x- < sen x < x - -+
3! 3! 5!

da cui la tesi, dividendo tutti membri per X J


1.66 Verificare che, per ogni xe[O,n/4], si ha
0 ( tg X - X ( 2X 2

[si può utilizzare la formula di Taylor con il resto di Lagrange


per la funzione f{x) : tg x con centro in x 0 :0. Esiste !;,E (O,x)per
cui

1 2 .
tgx:x+-f"(/;,)x
2

La tesi si ottiene osservando che la derivata seconda

sen x
f"(x) : 2 -----,,- 3
(cos x)
-3
è crescente in [ O, TT/4 ] (infatti sia sen x, che (cos x) , sono
funzioni positive e crescenti) e quindi

TI 2 sen (TT/4)
o f"{O) < f"( i;,) < f"( - ): -~---'-- 4 ]
- - 4 cos 3 (TT/4)
45

1.67 Dimostrare che, per ogni XER, risulta


x2 x" x2 x"
1 - -
2
Z4 s_ COS X ( 1 -
2
+
24

[ Si proceda in modo analogo agli esercizi precedenti, utilizzando la


forurula di Taylor ( con IS I< Ix I ):
X
2
COS S
COS X = 1 - - t --- X'+ ]
2 4!

1.68 Dimostrare che, per ogni x > O e per ogni aE(O,


1), si ha:

l+ax+ a(a-l) x 2 < (l+x)a < 1 + ax


2
[ Si utilizzi
a la formula di Taylor con centro xo =O per la funzione
f(x)=(l+x) e si osservi che, con le ipotesi fatte, risulta a (a -
-1} i f"(x) i O (si confronti anche con l'esercizio l.59(b}) ]

1.69 Dimostrare le seguenti disuguaglianze


(a) log (l+x) > x - x 2 /2 V X > o;
(b) ex > ex VX E R.
[ (a) Utilizziamo la fonnula di Taylor per la funzione f(x)=log (l+x )",
con x > O e x0 =0. Le derivate prima e seconda valgono

2
f' (x) = 1/(l+x) f"(x) =-l/(Hx) •

Perciò f(O}=O, f' (O}=l, ed esiste sE(O,x}taleche a

x2 :< - ___ ,è_ ~---1:_·


log (l+x) = x - --c- 1.(1 ... f)1 )'- '2
2
2(1+ e,)
'-- .___
La {a) si ottiene osservando che l+ s> 1, dato che s > O.
La (b} segue dalla formula di Taylor per la funzione ex con centro
x0 =l, oppure, più semplicemente, dalla convessità della funzione ex:
la funzione ex è al di sopra della sua retta tangente nel punto x0 ;
=l, che ha equazione y=f(l}+f' (l)(x-l}=ex ]

1.70 Le seguenti disuguaglianze forniscono una stima


46

della velocità di convergenza della successione


an=(l+l/n) n al suo limite e:

O < e - (1 + l)n <~ < 3 VneN.


n 2n 2n
A titolo indicativo, per valutare la stima pre-
cedente, riportiamo la seguente tavola per alcu
n.i valori di n..

n an e - an e/2n 3/2n

1 2 O. 7182818 1.3591409 1. 5
10 2.5937424 0.1245393 0.1359140 0.15
100 2.7048138 0.0134679 0.0135914 0.015
1000 2.7169239 0.0013578 0.0013591 0.0015
10000 2.7181459 O. 0001359 0.0001359 0.00015

Dimostrare la stima sopra proposta.


[La disuguaglianza di sinistra (an < e, VnE N) è ben nota (si veda
anche l'esercizio l.56(b)). Con lo scopo di provare le disuguaglian-
ze a destra, effettuiamo la sostituzione 1/n = x e studiamo la fun-
zione

1/x (1/x)log(l+x)
f(x) = (l+x) = e (x > O)

In base alla (a) dell'esercizio precedente abbiamo

1 1 x2 1
- log (l+x) > - (x - - ) = 1 - - x
X X 2 2

Per la (b) dell'esercizio precedente risulta poi

(1/x)log(l+x) 1 · 1
f(x) = e > e - log (l+x) > e (1 - - x)
- X 2
Perciò, ponendo di nuovo x=l/n e ricordando che e< 3, abbiamo

ln 1 1 e 3
e-(1+ -) = e-f ( - ) < e - e (1- - ) = - < - ]
n n 2n 2n 2n
Capitolo 2
GRAFICI DI FUNZIONI

ZA. I~sienii di defi~izio~e

Se, come spesso accade, una funzione è assegnata


mediante la sua espressione analitica y = f(x), --llll...
primo problema da risolvere--~_ q~~p_o _di dete_rrniI19-J'e
il dominio ci.T--L-~i~èÌ'i~sierne dei numeri __ reali x
per - _i quali, l'.espres~iqne fTjT}ui.-:;_ign:ifica:t9, Té!l_E! __
ins i e~e si chiama_ .a:ucile insi~me cl.i _ç,l;!f.,inizione di f o
c~inp;;, di esistenza di f.
· Spesso, la hÌ~-~-i~~;-f (x) è composta
-- . -. ,. - .med~~t-~_di.IB-
.....~--
funzioni 1/J e-l~- ciòTsi lia
(1) f(x) = 1/J (cp Cx))

con w definita in un intervallo I di R.


Supposto .1 per fissarLl~. i_c!-~_e_,che I sia 1' inter.
vallp ap.er.to. (a, b), .allora, per dè.t..eiJJJ}.ii~.!'~·1.r-doiiu--·
nio della funzione (1), si dovranno risolve·;e· le ·a:i.:
sequazi?.n~ __

/ __
/ { a< ct,(x)
, cp(x) < b
___--~----·
......__
Queste considerazioni suggeriscono che in molti
casi, per determinare il campo di esistenza di una
funzione, si dovranno risolvere certe disequazioni.
48

Supponendo, per cominciare, che la funzione (1)


sia-~ompo;ta m~diante una funzione elementaie ~ ed
una funzione <P : X~ R ➔ R, possiamo esaminare ì se-
guenti casi:
1°) L'insieme di definizione di
</l(x)
(<P(x))n, m;~ (m dispari), a

sen <jJ(x), cos<jJ(x), arctg <jJ(x),


(ove ne m ~ono interi positivi e a> O) coinci-
de con l'insieme X di definizione di <jJ(x).
2°) L'insieme di d~finizione di

mr:i:"T'x'
v 'I' 1_.11.J (m pari),

(ove a > O, a/ N) è uguale a {XEX <P(x) > O}.

3°) L'insieme di definizione di

(ove a> O, afl; a>O a!N) è uguale a


{xeX: <P(x) >O}.
4°) L'insieme di definizione di
arcsen <jJ(x), arcccos<jJ(x)
è uguale a {xeX: -1 ~-•{x) ~ 1}

Determinare il campo di esistenza delle seguenti


funzioni
3
2.1 y = ✓ x+l Y = ~ ; y = /x(l-x 2)

[ [ -1,+co ); R; (-CO ,-1 ]U[ 0,1]]

2.2 y = ✓z-:'x'2" y= /(:x-3) (x+S) y=✓ (x-2)(x+6)

[ [-✓2, /2 ]; (-co,-s)LJ[3,+co);(-<D,-6 ]U[2,+a>)]

2.3 y = ✓ 6x 2 -Sx+l ; y= ✓ l2+x-x 2 ; y= ✓x=T + iz:x


49

y =•/,_,(_x
5
2.4 y = /x-4 _+1_,)_/_,(,-6---x.,...)y=l/lTx+zT

[R; [ -1,6); R-{ -2}]

2.6 Y = 3x/ (x-1) ; cos x


y= 3
[ R- { 1} ; R; R ]

2.7 y = log [x/(x-2)]; y=log[(Z+x)/(3-x)J; y=log/x


[ ( - e0 , O) U ( 2, +e0 ) ; ( -2, 3) ; (O, +e0 ) ]

2.8 y = log (10x 2


-7x+l); /log x
[(-C0,l/S)U(l/2,+C0); [1,+"'); (o,a]]

x 2 -3x+2
2.9 y = log
x+
l y= lo g V(ijIX-fl
l
-----;:-
[ (-1,1) U (2,+e0); (- e0 ,-l)U (o,+e0); R]

~,y=3log2x; y=log(4x-3); y=log [(log x)-1]


, /
~/

2.11 y=/log(x+l+l/x) y = ✓ log (2x-1)


1/3
[(O,+"'); (1/2,1] ]

11 ✓z -13"
2.12 y=(log 3
x) ;y=[(log x)-1] y=(log 5
x-S)
50

2.13 y (✓3x - 6)-


116
; y=log l(logx-l)TI];

y = log [ (log x-1)-/ 5 ] -

[(12,+ co); (e,+co); (e,+ 00 )]

2.14 y = /arcsen x ; y=log sen x; y = lng ros x


TI TI
[ [0,1] ; U (2kTI,(2kl-l) TI); U (- - + 2kTI, - + 2k11
kEZ kEZ~2 2

2.15 y = arcsen [x/(x-1)]; y=arcsen log x;


y - , rcsen 2x
[(- oo ,1/2]; [ 1/e,e ]; (- co ,o] ]

arcsen x
2.16 y=log Iarccos x I ; y=log I arcsen x; I y= 7
[-1,1); [-1,1]- {o}; [-1,i] J
1
arctg -
2. 17 y=3sen log½x ; y = /arctg X y= 2 X

[ (o'+ a, ) ; [ o'+ CD ) ; R- { o} J

2.18 y log arctg x; y= log ( ! - arcsen x)

y ✓ sen 2 x
11
[(o,+<»); [-1, ✓2/2); U [ kTI , - + k 11] ]
k EZ 2

1
2.19 y=log (arctg x-TI); y=arcsen (1+ );
X
y = sett sen h 3x
[<I>; (-CD, -1/2 ] ; R ]

x-2
2.20 y log arccos
x-3
y=log
X
5; y=tg 'x r·
TI
[ [-1/2, +CD); (0,1) U (1,+00 ); R - U { -+k'IT}]
kEZ 2
51

2.21 y = V[log(x+l)]/3arctg x; y=log x; y=log log x


X X

-3/2
2.22 y= [(arcsen log 113 x)/x log 112x]
[ [1/3,3]-{1}]

[ {O,l) U(2,+"'); (-"',o) U (2,+"')]

,:,:·-:_
:zB,,.
.:::::,_-!,
Asin.t:.ot:.i

Una funzione f(x) ammette per x ➔ + 00 (oppure per


x ➔- 00 ) asintoto orizzontale di equazione y='l., se

lim f(x) = l (oppure lim f(x) = t)


X ➔ +oo x ➔ -co

Una funzione f(x) ammette asintoto verticale, per


+
x➔x 0 (oppure per x ➔ x:),di equazione x=x 0 se

l im f(x) (oppure lirn f(x)=± 00 )

X ➔ X+ X ➔ X-
o o

In figura 2.1 è schematizzato il grafico di una


funzione che ammette asintoti orizzontali di equaziQ
ne y=t 1 (per x ➔ +m), y=i 2 (per x➔- 00 ) ed asintoti verti
cali di equazione x=x 0 , x=x 1 , x=x 2 ; in particolare :in
x 0 la funzione ammette un asintoto verticale destro
(per x ➔ x!) e sinistro (per x ➔ x:), mentre in Xi,X 2 am-
mette rispettivamente solo asintoti per x➔x~ e per
x ➔ xt.
Un asintoto obliquo per x ➔ + 00 (in modo·analogo si
può considerare il caso in cui x ➔- 00 ) per una funzio-
ne f(x) è una retta di equazionea=m~j) tale che
lim [ f(x) - (mx+q) J = O.
X ➔ +oo
52

y
I I
2, I I
----f-- -+------------
1

I
I
I
I I
I

-1--
I
I
I
~
N Xz I
I
)(

figura 2.1

Le costanti m,q si determinano calcolando i limiti:

m lim llil q = lim [f(x)-mx]


X ➔ +co X X ➔+ CD

Notiamo che, se una funzione ammette asintoto o-


rizzontale per x ➔ + 00 , allora, come mostrato nell'eser
53

cizio che segue, è inutile esaminare successivamente


se esiste anche un asintoto obliquo per x ➔ + 00 •

2.24 Dimostrare che, se f(x) ammette per x ➔ + 00 un a-


sintoto orizzontale di equazione y=i,allora f(x)
non ammette, per x ➔ +co, asintoto obliquo (non o-
rizzontale).
[ Per ipotesi lim f(x) 9-• Perciò
!K ➔ +co

f(x) 1
m = lirn lirn f(x) · lim 9, ·O=O
x ➔+oo X x ➔+co x--:► +co X

q lim [ f(x)-mx] lim f(x) 9, •


x ➔ +co x ➔ + o:i

Quindi si ritrova l'asintoto orizzontale di equazione y= i]

~.25 Determinare gli asintoti orizzontali e vertica-


li della funzione

Zx-1
f(x)
1-x
[ La funzione è definita per x; 1. Perciò l'insieme di definizione è
dato dall'unione di intervalli (- co ,1) U (1,+co ). I limiti per
x➔ ±co valgono

2x-l 2x-l
lim - 2, lim - 2
x➔ +co 1-x x ➔ -co 1-x

perciò la retta di equazione y=-2 è un asintoto orizzontale.Per x ➔ l,

il numeratore 2x-l converge ad 1, mentre il denominatore 1-x tende


a zero, ed è positivo per x < 1, mentre è negativo sex> 1. Perciò

2x-l 2x-l
lim =- CD + C0

x ➔ l+ 1-x 1-x

la retta di equazione x=l è un asintoto verticale per f(x)]


54

-2.26 Determinare gli asintoti orizzontali e vertica-


li delle funzioni
3x 2 -2x+l f(x)=
x"+l
--
(a) f(x) (b)
x 2 -x-2 x2+1
[ (a) La retta di equazione ya3 è un asintoto orizzontale per x ➔ ±<»
Le rette di equazione x=-1, x=2 sono asintoti verticali; (b) La fil!!
zione non h~ ~sintoti J

2.27 Determinare gli asintoti della funzione _____


f_(_x_Jc:

[ Il denominatore di f(x) si annulla se e solo se x 3 =-1, cioè x=-1.La


funzione non è definita in -1. Dato che f(x) ➔ ±<» per x ➔ 1± , la
retta di equazione x=-1 è un asintoto verticale per f(x).
Per x ➔ ±<» la funzione tende a ±"' e perciò non ha asintoti .Q.
rizzontali. Per stabilire l'eventuale esistenza di un asintoto obli-
quo calcoliamo i limiti

f(x)
m=lim--=lim
x ➔ ±oo x x:+±co

4
X +l 1-x
q= lim [ f(x)-mx] = lim - -
3 - X= lim - 3
- o.
x ➔ ±e0 x➔ ±<» X +l x ➔ ±CD x +l

Quindi la retta di equazione y=x è un asintoto obliquo per f(x)

2.28 Determinare gli asintoti delle funzioni


X
(a) f(x) log X (b) f(x) e
(e) f(x) sen X (d) f(x) arctg X

[ (a) La funzione f(x) = log x è definita per x > O ed i limiti agli


estremi dell'intervallo (O, +a, ) di definizione valgono:

lim log x = - a, lim log x + o,


X ➔ Q+ X ➔+CD

Perciò l'asse y (x=O) è un asintoto verticale (destro) per f(x),che


invece non ha asintoti orizzontali (si veda il grafico della funzi.Q_
55

ne logaritmo in figura 2.2). Per stabilire l'eventuale esistenza dj


un asintoto obliquo per x➔ +co, calcoliamo (utilizzando la regola di
l 'H6pital):

ll

f(x) = e'

figura 2.2

f(x) log X
lim = lim O = m
x ➔ +co
X X x ➔ ta> X

lim [ f(x)-mx] lim log x + c:0 •

x ➔ +CD x ➔ +CD

Dato che il secondo limite è infinito, la funzione logar1trno non am-


mette asintoti obliqui; (b) la funzione f(x) = ex, in base ai limiti

+ a, lim + a, lim o,
' x➔ +ro X
56

armnette l'asse x come asintoto orizzontale per x ➔ -a> e non ha al-


tri asintoti (si veda il grafico della funzione ex in figura 2.2) ;
(c) la funzione sen x non ha asintoti di alcun tipo; (d) in base ai
limiti

11 11
lim arctg x lim arctg x
x ➔ + co
2 x ➔ -ID
2

la funzione arcotangente ammette asintoti orizzontali di equazione


y = 11 /2 (per x ➔ +a, ) e y=- 1T/2 (per x ➔- a>) e non ha altri asin-
toti (si veda il grafico della funzione arcotangente in figura 2.3)]

y
f(xl = arctg x

figura 2.3

2.29 Determinare gli asintoti delle funzioni


1/x
(a) f(x) x log x (b) f(x) e

[ (a) La funzione f(x) = x log x è definita per x >O.calcoliamo i


limiti agli estremi dell'intervallo (O,+a> ); in base alla regola di
L'Hopital abbiamo

1/.x
lim -- lim (-x) o •
x➔ o+ -1/x2 X ➔ 0+

Essendo il limite finito, la retta di equazione x=O non è un asinto-


to verticale. La funzione non ha asintoti verticali, nè orizzontali,
nè obliqui, dato che
57

f(x)
lim f(x) = + "'; lim lim log x=+ co
X
x ➔ +m x ➔ + CO x ➔ +oo

Il grafico di f(x) = x log x è rappresentato in figura 2.54.


(b) La funzione è definita negli intervalli (-co ,O) e (o,+co). Ri-
sulta:

lim CO •

x➔ ±o::> '

Perciò la retta di equazione y=l è un asintoto orizzontale per f(x),


mentre l'asse y è un asintoto verticale per x ➔ o+. Il grafico è
rappresentato in figura 2.74]

2.30 Determinare gli asintoti delle funzioni

(a) f(x);x(l-log 2
x) (b) f (x) ; 12.z....E
l+x
2
[ (a) La funzione f(x) = x (l-log x) non ha asintoti di alcun tipo;
(b) gli assi x=O, y=O sono rispettivamente asintoto verticale e o-
rizzontale per f(x)]

2.31 Determinare gli asintoti della funzione f(x)


Ix-21.
[ La funzione non ha asintoti orizzontali, nè verticali. Risulta poi

f(x) x-2
1 xl~co f~) }:'_a,2:x = - 1
xl!! x = xl!.'° a> -;- =

[ lim [f(x)-x] = lim (x-2)-x=-2 { lim [f(x)+x] = lim (2-x)+x=2


x ➔ +co x ➔ +m x ➔ -m x ➔ -o:>

Ne segue che la retta di equazione y=x-2 è un asintoto obliquo per


x ➔ +a> (e coincide con f(x) per x ~ 2), mentre la retta di equazio-
ne y=2-x è un asintoto obliquo per x ➔ _·a, (e coincide con f(x) per
X ~ 2) ]

2.32 Determinare gli asintoti della funzione f(x);


; ✓ l+x 2 .
58

[La funzione è definita su Re non ha asintoti verticali, nè orizzontali.


Risulta inoltre

f(x)
lim -- lim lim
x ➔ + oo X x ➔ + CO X x➔ +cc

(l+x 2 )-x 2
lim f(x)-x lim /1+x 2 - X lim o .
X ➔ ~ -o:. / l-!-x 2 + ;;:

La retta di equazione y~x è quindi asintoto obliquo per x➔ +00 • Nel ca_!
colo dell'asintoto per x➔ -"' , è opportuno ricordare che 17 = x solo
se x ?. O, mentre 17 = - x se x < O; cioè:

I I
X V>< ER.

Si ottiene:

f(x) /1+x2 l1+x 2


lim = lim ---- lim - ----r-z - l;
X ➔- CO X x ➔ -co x x ➔- CO ✓ X

(l+X 2 ) - X 2
lim f(x)+x = lim lim / o.
x ➔ - CO X ➔ - a:i x ➔ _ a, l+x - x

figura 2.4
59

Quindi la retta di equazione y=-x è un asintoto obliquo per x➔ _a, •

Il grafico della funzione f(x) = JT+;°2 è rappresentato in figura


2.4. Si osservi che f(x) è crescente per x ~ O ed è decrescente per
xi O (e quindi il punto x=O è di minimo). Inoltre, come indicatori:!
l'esercizio 1.3_0, f(x) è convessa su R]

2.33 Determinare gli asintoti della funzione f(x)=


sen x
X

[ E' definita per x 1 O e risulta

sen x sen x
lim 1 lim o.
X➔ Q X x ➔ ±co X

Perciò f(x) ammette come unico asintoto la ·retta di equazione y = O


(asse x). Il grafico di f(x) è rappresentato in figura 2.5. Si noti
che la funzione f(x) interseca infinite volte il suo asintoto (preci
samente per x = k'TI, con k E Z). Per comprendere più facilmente il di
segno in figura 2.5, si può osservare che f(x) è una funzione pari
(cioè f(x) = f(-x), per ogni x E R) che verifica le limitazioni

1 sen x 1
i i vx>O,
X X X

dato che -li sen xi 1, Geometricamente ciò corrisponde al fatto che


il grafico della funzione f(x) è, per x > O, al di sopra dell'iperbg
le di equazione y=-1/x, ed è al di sotto dell'iperbole di equazione
y=l/x (il grafico della funzione f(x) tocca l'iperbole di equazione
y=l/x, per x > O, nei punti 1T/2+2k'TI, con k=0,1,2, ... ). In figura
2.5 abbiamo assunto due diverse unità di misura per gli assi x,y]
Q\
o

\
I
I
\
\ Y=- 1X
sen x 1 I
11.1"\I --
.....
'""
X
/
~
'"f
'"
N
;_,, __/ I 1 n;

--
~-

2
/
./ --
/
I
I
I 1
y =--
I X
I
61

--~: Schema. per 1o stu.dio de.1 gra.:fic.o di


··u.na. :funzione

Per disegnare in un piano cartesiano il grafico


di una funzione y=f(x) è opportuno seguire lo schema
indicato di seguito.
1) Inizialmente si determini il dominio , o insie
me di definizione I della funzione f (x) (come negli e-
sempi del paragrafo ZA).
~o 2) Si esamini se la funzione f(x) gode di qual-
che proprietà di simmetria; ad esempio, si esamini
se:
f(x) è pari cioè f(-x)=f(x), Vxel;
'
f(x) è dispari, cioè f(-x)=-f(x), Vxel;
f(x) è periodica di periodo T:f(x+T) =f(x) , Vxe I.

Ad esempio, è ben noto che le funzioni sen x, cos x sono periodiche di p~


riodo 2TI e che la funzione tg x è periodica di periodo TI.
Il nome di pari o dispari per una funzione deriva dal fatto che f(x)=xn ,
con n intero, è una funzione pari o dispari a seconda che n sia pari o dispa-
ri; infatti:

------ = xn=f{x) se n è pari


n nn
f(-x)=(-x) =(-1) x
------- =-xn=-i(x) se n è dispari. ''
Anche la funzione sen x è dispari, perchè sen (-x)=-sen x, Vx ER; invece
la fW1zione cos x è pari, perchè cos(-x) = cos x, VxE R. Nella figura 2.6 è
riportato il grafico di una funzione pari, che è sinnnetrica rispetto all'as-
se y, ed il grafico di una funzione dispari, simmetrica rispetto all'origine.

Evidentemente, se la funzione f(x) è pari oppure


dispari, basta studiarla per x ~ O; è poi possibile
disegnare per simmetria il grafico della funzione ag
che per x <O.Analogamente, se la funzione è perio-
dica di periodo T, è sufficiente studiarla in un in-
tervallo di lunghezza T.
62

funzione
funzione pari
dispari

f{ X)= -f(-X)

figura 2.6

·3) Se è semplice, si può determinare il segno del


la funzione, cioè determinare per quali x risulta
f (x) > O, f(x) < O, f (x) = O.
E' bene osservare che, in alcuni casi, può esse-
re anche molto complicato risolvere l'equazione f(x)= ·
=O, o la disequazione f(x) > O, e la risoluzione ~e~
so è facilitata dallo studio preliminare del segno
della derivata prima e dal calcolo degli asintoti~er
questo punto si veda anche il capitolo 3).
4) Si determinano gli eventuali · asintoti vertica
li, orizzontali e obliqui (calcolando i limiti agli
estremi degli intervalli di definizione, se l'insie-
me di definizione è costituito da una unione di in-
tervalli), come indicato nel paragrafo precedente.
)(a 5) Si determinano gli eventuali punti dell'insi~
me di definizione dove la funzione non è continua, o
dove non è derivabile
Ad esempio la funzione
63

sen x
per X 'f 0
X

f(x)
[ 1/2 per X = 0

è definita su tutto l'asse reale, ma non è continua (con discontinuità elimi-


nabile) per x=O, perchè lim f(x) 1 'f f(O) = 1/2. In figura 2.7 è tracciato
x➔O

il graficc di f{x) in un intorno di x=O (si confronti con il grafir.o in figu-


ra 2.5).

1
2

figura 2XJ figura 2.8

3
In figura 2.8 è rappresentato il grafico della funzione f(x) =/;,che è
definita e continua su tutto l'asse reale, ma non è derivabile per x=O, dato
che il limite del rapporto incrementale in corrispondenza del punto x=O è in-
finito (ciò corrisponde ad un grafico con tangente verticale per x=O):

f(O+h)-f(O) 3/h
lim lim-- = + CO •

h➔ o
h h➔ O h

6) Si calcola, quando esiste, la derivata prima e


si stabilisce per quali valori x risulta f'(x)=O, OQ
pure f'(x) SO. In base a ciò si determinano gli in-
tervalli in cui la funzione risulta crescente o de-
crescente (si veda il paragrafo lA) ed i punti cli mas
simo o di minimo relativo (parag~afo lB).
7) Si calcola la derivata seconda e si determinano
64

i valori x per cui risulta f"(x)=O, oppure f"(x) > O,


oppure f"(x) < O. In base a ciò si determinano gli i!!_
tervalli in cui la funzione è concava o convessa e gli
eventuali punti di flesso (si veda il paragrafo lC).
Nel seguito di questo capitolo applichiamo lo sch~
ma proposto allo studio di alcune funzioni reali di
una variabile reale. Avvertiamo che i disegni hanno
lo scopo di dare un'idea grafica approssimativa delle
principali proprietà delle funzioni considerate. Tal-
volta essi non sono riprodotti in scala, con le esat-
te proporzioni fra i numeri; comunque, anche quando
ciò avviene, non vengono alterate le proprietà signi-
ficative determinate analiticamente .

. 2D. G:ra.fici di f-u:n.zion.i :ra.zion.a.1i

2.34 Studiare le seguenti funzioni e disegnarne il gr~


fico

[ (a) La funzione f(x)=x 3 - 3x 2 è definita su tutto l'asse reale.Il s~


gno della funzione si determina scrivendo f(x)=x 2 (x-3) : risulta
f(x)=O per x=O, x=3; f(x) > O pe_r x > 3; f(x) < O per x < 3 e xf,O,
La derivata prima vale

f'(x) = 3x 2 - 6x = 3x(x-2)

e si annulla per x=O, x=2; è positiva all'esterno dell ' intervallo


[0,2], è negativa per O< x < 2. Quindi f(x) risulta decrescente nel
l'intervallo [ 0,2 ] e crescente altrimenti, come nello schema se-
guente:

figura 2.9
65

Il punto x=O è di massimo relativo ed il punto x=2 è di minimo rela-


tivo. La derivata seconda vale

f"(x) = 6x-6=6(x-1) ,

si annulla per x=l, è positiva per x > 1, è negativa per x < I.Per -
ciò la funzione è convessa nell'intervallo [ l,+ 00 ) ed è concava in
(- 00 ,1 ] . Nel disegnare il grafico risultano utili i valori di f(x)
corrispondenti ai punti di massimo, di minimo e di flesso: f(O) = O,
f(2)=-4, f(l)=-2. Il grafico è rappresentato in figura 2.10.
(b) E' una funzione pari definita su tutto R. Si annulla per x=O e
x= ± ✓z. E I positiva per X esterno all'intervallo [ - ✓z, ./z J.
Non ha asintoti. Le derivate prima e seconda valgono
2 2
f'(x) = 4x(x -1) ; f"(x)=4(3x -1)

I punti ±1 sono di minimo (relativo ed assoluto)per f(x); il punto


x=O è di massimo relativo. I punti x=± 1/ ./3 sono di flesso.La fun-
zione è convessa negli intervalli (- 00 ·, -1/ /3 ] , [ 1/ /3, +cc )
ed è concava altrimenti. Risulta f( ±1)=-l. Il grafico di f(x) è raE
presentato in figura 2.11]

y p
I (xl f (xl = x2 (x2-2)

3 X

V2
X

figura 2.10 figura 2.11

2.35 Studiare le seguenti funzioni e disegnarne il


grafico
66

x 2 -3 x2
(a) \cx) x-2 (b) f~ 1-x

[ (a) Il dominio di f(x) è l'insieme { x E R: x 1 2 } . La funzione si


annulla se il numeratore x 2 -3 vale zero; ciò accade per x = ± /3_
Risulta f(x) > O per tutti i numeri reali x che risolvono uno dei due
sistemi:

- X2 -3 ) 0

{
xa2 > O

Il primo sistema è risolto da xE (2,+ 00 ), mentre il secondo sistema


ha per soluzioni x E (- /3, /3). Perciò f(x) è p.ositiva per
xE (-/3, /3) U (2,+ co ). Dato che
2
X -3
a,
x-2

la retta di equazione x=2 è un asintoto verticale per f(x).Inoltre:

2
f(x) X -3
lim lim 1
x ➔ ±co X x ➔ ±co x 2 -2x

X 2 -3 2x-3
lim [ f(x)-x ] lim lim 2.
x ➔ ±"' x ➔ ±oo [ x-2 x➔ ±"' x-2 '
ne segue che la retta di equazione y=x+2 è un asintoto obliquo per
f(x). La funzione è derivabile per ogni x/2 e la derivata vale

2
X -4x+3
f' (x)
(x-2) 2

2
La derivata è positiva se x -4x+3 > o, cioè se x è esterno all' inter
vallo 1,3 . Perciò la funzione f(x) è crescente negli intervalli
( - 00 ,1 ] e [ 3 ,+ co ) ed è decrescente negli intervalli [ 1, 2) e
(2,3]. Il punto x=l risulta essere di massimo relativo, mentre il
punto x=3 è di mini.mo relativo. La derivata seconda, per x 1 2, vale
3
f"(x) = 2/(x-2)

,Essendo f"(x) > O per x > 2, la funzione f(x) è convessa nell'inter -


vallo (2,+co) ed è concava in (- 00 ,2). Il grafico di f(x) è rapprese!}
67

tato in figura 2.12.


(b) La funzione I 1. E 1 positiva per x < 1, xi O; è
è definita per~
negativa per x > l; si annulla per x =O.La retta di equazione x= 1
è un asintoto verticale per f(x), e la retta di equazione y=-x-1 è un
asintoto obliquo. La derivata prima si annulla nei punti x=O e x =2.
Il punto x=O è di mini.mo relativo, mentre il punto x=2 è di massimo r~
lativo. La funzione è convessa per x < 1, è concava per x > 1 e non
ha punti ùi fies~u. Iì grafico è rappresentato in fig-J.ra 2.13 J

6
y

___
:v/
I
J_
I I /
j,
//
/
I
I
I
I
I
l(x.)=-
1-X
)12

I / I
'1 2
~/
/ I
:
I
)(.

/ I x2-3
/ f(xl= --
/ x-2

-4
3 X

figura 2.12 figura 2.13

2.36 Studiare le seguenti funzioni e disegnarne


il grafico
68

[ (a) La funzione è definita per ogni xE R. Si annulla per x=l, x=S ed


è positiva altrimenti. Le derivate prima e seconda valgono
2 3 2 2 2
f' (x)=8(x -6x+5) (x-3); f"(x)=8(x -6x+5) (7x -42x+59)

La derivata prima si annulla per x=l, x=S e x=3; è positiva negli in-
tervalli (1,3) e (5,+ 00 ) ed è negativa negli intervalli (- "',1),(3,5).
Il punto x=3 risulta di massimo relativo; i punti x=l e x=S sono di
minimo relativo. La derivata second~ si annulla per x=l, x=S (che,co-
me già detto, non sono punti di flesso) e per x=3 ± ru/7 che sono
punti di flesso. La funzione è concava nell'intervallo [ 3-Y28/7, 3+
+/28/7] ed è convessa altrimenti. Il grafico è rappresentato in fi-
gura 2.14.
(b) La funzione si annulla per x=l,-x=S, è positiva negli intervalli
(- ,1),. (S,+ 00 ) ed è negativa in (1,5). Non ha asintoti.
00 La derivata
prima si annulla per x=l, x=3, x=S. Il punto x=3 è di minimo, mentre
i punti x=l, x=S sono di flesso. La funzione aimnette altri due punti
di flesso. Si veda il grafico in figura 2.15]

y y

figura 2.14 figura 2.15

2.37 Studiare le seguenti funzioni


69

x 2 +x-2 x 2 +6x+6
(b) f (x) =
x-2 x+l

[ (a) E' definita per x # 2. La retta di equazione x•Z è llll asintoto


verticale; la retta di equazione y•x+3 è un asintoto obliquo. Le de-
rivate prima e seconda valgono
2
X -4x 8
f' (x) 2 f"(x) • 3
(x-2) (x-2)

La derivata prima si annulla per x=O (punto di massimo) e per x = 4


(punto di minimo). La derivata seconda è positiva per x > 2, è nega-
tiva per x < 2; non ci sono punti di flesso. Si ottiene llll grafico
simile a quello della figura 2.12.
(b) E' definita per x # -1. Alllnette asintoto verticale di equazione
x•-1 ed asintoto obliquo di equazione y•x+S. E' crescente negli in -
tervalli (- "',-2] e [ o,+ "'). Il punto x=O è di minimo relativo ,
il punto x•-2 è di massimo relativo. E' convessa in (-1,+ "'), è CO!J

cava in (-"' ,-1). Il grafico è simile a quello della figura 2.12]

2.38 Si consideri una funzione f(x) definita su R. I


grafici delle funzioni f 1 (x) = If (x) I, f 2 (x) =f(l:xl)
si deducono facilmente dal grafico di f(x) sca~
biando, nel primo caso, y con IYI, e nel secon-
do caso scambiando x con lxi. Tenendo conto di
c10, disegnare i grafici delle funzioni
(a) f(x)=x 3
-l I (b) f 1 (x) =If (x) I= I:iè3-1 I
(e) f 2 (x)=f(lxl)=lxl 3 -l (d) f3(x)=lf(lxl)l=I 1x13-ll
[ (a) La funzione f(x) è crescente su R. Il pllllto x•O è di flesso orif
zontale. Il grafico è rappresentato in figura 2.16; (b) il grafico
della funzione f 1 (x),in figura 2.17, si ottiene da quello della fU!J
zione f(x) cambiando il segno delle ordinate dei punti che hanno la
y negativa. La funzione f 1 (x) risulta non derivabile per x=l; (c)la
funzione f 2 (x) è pari. Il suo grafico, in figura 2.18, si ottiene
per simmetria rispetto all'asse y dal grafico della funzione f(x),pec-
x >O.La funzione risulta derivabile anche per x=D; (d) il grafico
della fllllzione f 3
(x) è rappresentato in figura 2.19. La funzione non
è derivabile per x = ± 1 ]
70

y
f(xl =

X
\ I

figura 2 .16 figura 2. ·17

y y

\
f (X)

-1 X

-1

figura 2.18 figura 2.19


71

2.39 Studiare le seguenti funzioni e disegnarne il


grafico

(a) f(x) = X jx-21 (b) f(x) = xix!

[ (a) Essendo i x-2 I = x-2 se X 2, 2, e i x-2 i = - <x-2>


se x<2,
risulta:

f 2
se 2
t
X -2x X ~

f{x)= 2
Zx-x se X ( 2

~i ottiene facilmente il grafico in figura 2.20. Si noti che f(x)


non è derivabile per x=Z, dato che, in tale punto, la derivata de -
stra (f+(2)=2) è diversa dalla derivata sinistra (f~{2)=-2); {b) il
grafico di f(x)=x lx è rappresentatoIin figura 2.21. La funzione è
derivabile anche per i=O]

y y
I f (xl =-x ·lx-21 I
I 2\ x Ix I
y = X f (x J

y =x 2
-2x 'I
I
\ I
I
\
\ \
\

X X

Y=2x-x 2 y =-x2

figura 2.20 figura 2.21

2.40 Studiare
grafico
le seguenti funzioni e disegnarne il o
(a) f(x) = (x+l) jx+ll3
x2
3 (b) f(x) = x2

[ (a) E' definita per x#O. E' positiva negli intervalli (-1,0) e {O,
+m ) . Almnette x=O come asintoto verticale e y=x+3 come asintoto o-
bliquo. Le derivate prima e seconda valgono
72

{x+l) 2 (x-2) 6{x+l)


f, ( x) = ---x-3~.-- f"{x) = ---
x4

La derivata prima si annulla per x=-1 e x=2. La funzione risulta erg


scente negli intervalli (-a>,O) e [ 2,+ a>). Il punto x=2 è di mini-
mo relativo. La derivata seconda è positiva per x>-1. Di ~onseguenza
la funzione è convessa negli intervalli [ -1,0) e {O,+ a,) ed è con-
cava in (- 00 ,-1 ] . Il punto x=-1 è di flesso. Il grafico è rappre
sentato in figura 2.22.
(b) Si può procedere in modo analogo a come fatto nella parte {b)
dell'esercizio 2.38. Oppure, si può tener conto chi f(x) ha la segue~
te espressione analitica (x E R- { O } ) :

3 2
(x+l) /x se X 2_ - 1
f(x) =
{ -(x+l) 3 /x 2 se X <- 1.

Si ottiene il grafico rappresentato in figura 2.23; in particolare,


gli asintoti obliqui hanno equazione : y=x+3 (per x ➔ +a,) e y =
=-x-3 (per x ➔ -co ). Circa la derivabilità, osserviamo che f{x) è dg
rivabile anche nel punto x=-1; infatti, essendo f{-1)=0, si ha

f(-l+h)-f(-1)
lim
h ➔O h {h-1) 2
h
o J

!(xl=
y

V' ; /
l(x J
y

V/ I
I/
/

I/ x
/
/
/I
I
I /
/: I
I
3 I 3 I

2 X 2

figura 2. 22 figura 2.23


73

2.41 Studiare le seguenti funzioni e disegnarne il


grafico
Zjxj-xLx (b) f(x)= x2+x+Z!x!
(a) f(x)
x+l x+l
[ (a) Si veda la figura 2. 24; (b) figura 2. 25 ]

/
y y /
I /
I 21JCI
-x 2
- x I "-/
I f(xJ = I +X/
I +1 I
X ~ /
I ·, I 4, /
I /
I /
I I
I /
}
/I
/ I
-1 I /
X
I /
~
:,_ I /
~ I /
:,..
I
' '-2 '' i/
' '1-/r
"' ~
//;
/ I
!(xl=
x2 + x + 21xl
X+ 1
°' / I

I
I
~I
/ :

figura 2.24 figura 2.25

X
2.42 Studiare la funzione f(x)
lxl+lx-1!
74

[La funzione è definita per ogni xE R, è positiva per x > O, è negati


va per x <O. Risulta:

se X ) 1
{ :/(><-,)
f(x) se 0 .$.X'.$. 1
x/(l-2x) se x·< O .

In base ai limiti

X 1 X 1
lim f(x) lim lim f(x)= lim --
x ➔ +co x ➔ +a> 2x-l 2 x ➔ -co x ➔ -co l-2x 2

la retta di equazione y=l/2 è asintoto orizzontale per x ➔ +co , men-


tre y=-1/2 è asintoto orizzontale per x➔ -CD • La funzione risulta
crescente nell'intervallo ( - "',1 ] e decrescente - nell ' intervallo
[ l,+ o:,). Non è derivabile per x=l, che comunque risulta essere un
ptmto di massimo (relativo ed assoluto). Invece la funzione è deriv~
bile per x=O, dato che f!(O) = f~(O)=l, come si verifica facilmente
calcolando la derivata delle ftmzioni y=x e y=x/(l-2x) per x=O. La
ftmzione risulta convessa separatamente negli intervalli (- co ,1 ] e
[ 1,+ co ). Il grafico è rappresentato in figura 2.26]

1
X
I (X) = lx\+lx-11 1
2

X 1
Y=
1 2x
1
----- -----
2

figura 2.26

2.43 Disegnare il grafico della funzione

f(x)=lxl-lx-ll+lx-21-lx-31
75

[ La funzione è definita e continua su tutto l'asse reale. Tenendo co~


to della definizione del valore assoluto, f(x) è un polinomio di pri
mo grado (o di grado zero, cioè una costante) in ognuno degli inte_!'.
valli (- 00
,0] ,[ 0,1] ,[ 1,2] ,[ 2,3] ,[ 3,+ co ). Quindi il gra-
fico di f(x), in ognuno di tali intervalli, è costituito da un seg
mento di retta. Basta allora determinare i valori di f(x) in corri -
spondenza dei punti x=0,1,2,3, per disegnare il grafico della funziQ
ne nell 1
inter-~allc [ 0,3 ] . Risult2 f(0)=-2, f(l)=O~ f(Z)=O: f(3)=2
Per x ~ 3 la funzione vale:

f(x) = x - (x-l)+(x-2)-(x-3) = 2 (x ?.. 3),

ed analogamente f(x) =-2 sex~ O. Si ottiene il grafico in figura


2.27]

y
2

2 3 X

-2 t exl -1 x I - i x - 1 I + I x - 21- I x - 3 I

figura 2.27

2.44 Data la funzione f(x) lxl-1, disegnare il gr~


fico di
(a) f(f(x)) (b) f(f(f(x)))

[ (a) Risulta f(f(x))= I f(x) I -1= I jx I -1 I -1. Procedendo come nel


l'esercizio precedente, si ottiene il grafico in figura 2.28; (b) si
veda la figura 2.29]
76

y y

-1 -1

figura 2.28 figura_2.29

2.45 Indichiamo con [x] la parte intera di x, cioè il


più grande intero minore od uguale ad x. Dise -
gnare i grafici delle funzioni
(a) f(x) = ([x]) 2
(b) f(x) = [x 2 ]

[(a) La funzione è definita su R ed è discontinua per ogni x E z. Il


grafico è rappresentato in figura 2.30; (b) si veda la figura 2.31,
tenendo presente che f(x) è una funzione pari]

t (xl =([x])
2
I (xl = [x 2 1
,---Y 4 ~ 4 r-o
I I I
I I ,...,I,
I 3
I:
2 ;1
r------1
I
I

2 3 -V2
-
I

1-1
:
I
J
I

I
:

V2V32
I
I
,........!,I
:
I

figura 2.30 figura 2.31


77

2.46 Disegnare il grafico delle funzioni

sex< O
se O<x<2 (b)
sex> 2
[ (a) Il grafico della funzione è costituito da un arco di parabola
(per O<x<2) e da due semirette orizzontali, come in figura 2.32. Si
noti che la funzione è continua su tutto l'asse reale ed è derivabi-
le per ogni x I 2. In particolare, è derivabile anche nel punto x=O
(a tal fine si verifichi che, per x=O, le derivate destra e sinistra
coincidono); {b) la funzione è definita per x 2 -110, cioè per xt± 1.
Essendo x -l=(x 2 +l)(x 2 -1), dove è definita,la
4
funzione vale f{x)=
2
=x +l. Il grafico, in figura 2.33, è costituito dalla parabola di
equazione y=x 2 +l, privato dei due punti di ascissa x= ± 1 J

y
I
I y =3
I
I
I x'- 1
\ x 2-1 =
\ x2 - 1
\
\ X

y = -1
'

figura 2.32 figura 2.33

2.47 Studiare la seguente funzione e disegnarne il


grafico

f(x) = max { x 2 ; 3x-2}

[ In figura 2.34 sono disegnate (tratteggiate) la parabola di equazio-


2
ne y=x e la retta di equazione y=3x-2. Tali curve si incontrano
nei punti le cui ascisse soddisfano l'equazione x 2 = 3x-2, cioè x=l
78

e x=2. Essendo x 2 >3x-2 all'esterno dell'intervallo [ 1,2] ,risul -


ta:

f(x)=
r x2 se X <1 oppure X >2

l 3x-2 se J _s X 5' 2

Il grafico della funzione f(x) è disegnato in linea continua in fifil!


ra 2. 34]

\\

2 X

figura 2.34

2.48 Studiare la seguente funzione e disegnarne il


grafico

f(x) max { 3x-x 2 ;


x·,

[ Si ottiene il grafico in figura 2.35, dopo aver verificato che

2
3x-x se O 5' x 5' 2
2
f(x) = :1/x se x < - 1
{
altrimenti
79

-1
2 \ X

\
y \
-1

figura 2.35

2.49 Studiare la seguente funzione e disegnarne il


grafico
2
8
f (x) = (5 + : 2 ) x3
[ La funzione è definita per x I O. In base ai limiti

lim f(x) = + o, , lim f(x) = 25,


x➔O X ➔ ±CO

la retta x=O è un asintoto verticale, mentre la retta y=25 è asinto-


to orizzontale. Si ha:

1 10 8
f(x) = - + x2 + 25 - x3
x4
4 20 24 -2
f' (x)=• - J. - + - =- (lOx' 4Zx+2);
xs x3 x4 xs
80

20 60 96 4
2
f"(x) = - +- - (15x -24x+5) .
x6 x4 - X5 x6

La derivata prima si annulla per x=l/5 e x=l. Il punto x=l/5 è di


minimo e risulta f(l/5)=-100; il pW1to x=l è di massimo e si ha:
f(l)=28. La derivata seconda si annulla per x=(12±/69 )/15 che so-
no pWlti di flesso. La funzione risulta concava nell'intervallo
[ ( 12-/69)/15, (12+/69)/15]. Il grafico è rappresentato in fi
gura 2. 36 ]

1 )2 8
!(xl= ( 5+- )(2
-- XJ

-...........
I
.L - ---,,:;;:::- - - - - -
y = 25
I
I
-...
..._
I
1/5
X

-100

figura 2.36

2.50 Disegnare in uno stesso sistema di riferimento i


grafici delle funzioni
81

X2 X4 X2 X 4
f1 (x)=l- 2 - 24 ' =1- -+
2 24
Tenendo conto delle disuguaglianze dell'eserci-
zio 1.67, confrontare i grafici ottenuti con il
grafico della funzione f(x)=cos x.
[ Si verifica facilmente che la funzione f 1 (x) è pari, è decrescente
per x ~ O ed è crescente per x ~O.Perciò x=O è un punto di massimo
per f 1 (x). Inoltre f 1 (x) è concava su R. Anche la funzione f 2 (x) è
pari; le sue derivate prilila e seconda valgono:

1
f'
2
(x) = ~6 (x 2
-6) f"
2
(x) = -
2
(x 2
-2)

La derivata prima si arurulla per x=O (punto di massimo) e per x= ±/6


(punti di minimo). Risulta f(O) = 1 e f( ±/6 )=-1/2. La derivata se-
conda si annulla per x ±lz, che risultano punti di flesso.La flJ!!
zione.f 2 (x) è concava nell'intervallo [- ./z, /2 ] ed è convessa
altrimenti.
In base alle disuguaglianze dell'esercizio 1.67, risulta f 1 (x)i cnsx~
i f 2 (x), V x E R. I grafici delle tre funzioni sono rappresentati in
figura 2.37. Per il teorema dell'esistenza degli zeri e per le pro~

1
2

figura 2.37
82

tà di monotonia di f 1
(x), f 2 (x), esistono numeri positivi x0 <x 1<x 2
tali chef 1
(± x)= f 2 ( ± x 1 )=f 2 ( ± x 2 )=O. A titolo indicativo
segnaliamo le valutazioni numeriche approssimate: x 0 =1.32 ... , x 1
=1.59 •.. , x 2 =3.076 ... ; si noti che, essendo lT/2=1.57 ..• , 1T=3.l4... ,
in accordo con le stime dell' esercizio 1.67, risulta x 0 < TT/2 <
(x
1
(X 2 < TI]

7'":""Yi Siamo a,b,c,d numt:1.L ré:ali. Studiare la funzio-


ne
ax+b
f(x)
cx+d
[ Se c=O, d=O, la funzione non è definita per alcun valore dix.Se c=O
e d/0, la funzione si scrive nella forma

a b
f(x) X t
d d

ed ha per grafico una retta. Ciò completa la discussione nel caso


in cui c=O. Supponiamo nel seguito e f O.
Se c f O, la funzione è definita per x # - d/c. Se risulta ad-bc=O,
con la sostituzione b=ad/c otteniamo

ax+ad/c a cx+d a e
f(x) V X # -
cx+d c cx+d e d

In tal caso il grafico di f(x) è costituito da una retta orizzontale


(y=a/c) privata del punto di ascissa x=-c/d. Infine, se c/0 e ad-bel
I o, la funzione si può rappresentare nella forma

1 ax + b ax+ad/c-ad/c+b
f(x)
e x+d/c e x+d/c

1 ( a + b-ad/c ) = -a + -1 be-ad
e x+d/c e c2 x+d/c

Essendo be-ad# O, la funzione diverge per x ➔ -d/c. Perciò la retta


di equaziohe x=-d/c è un asintoto verticale. Inoltre la retta y=. a/e
è un asintoto orizzontale. Le derivate prima e seconda valgono

1 be - ad 2 be - ad
f' (x) f"(x)
e2 (x+d/c) 2
~ (x+d/c) 3
83

La derivata prima ha segno costante (ha. lo stesso segno di ad-be ) .


Perciò, se ad-be> O, la funzione f(x) è crescente negli intervalli
(-
00
,-d/c), (-d/c, + 00 ); se invece ad-be< O, la funzione è decre -
scente negli stessi intervalli.
La convessità e la concavità si studiano in modo analogo, in dipen -
denza dal segno di ad-be, tenendo presente che il denominatore di
f"(x) cambia segno per x ~ - d/c

\
I
2E. G:ra.fic.i _g.i f1..1:n.zio:n.i i:r:ra.zio:n.a.li

2.52 Disegnare i grafici delle funzioni


(a) lx (b)
3
/x (e) ✓TiT
[ (a) f(x) = J;:. è una funzione definita e continua per ogni X~ O,ma
non è derivabile per x=O; infatti il limite (destro) del rapporto in-
crementale per x=O è infinito:

f(O+h)-f(O) 1
lim + CD •
h ✓ h
h ➔ o+

Geometricamente ciò corrisponde ad un grafico a taçgente verticale


per x=O (la tangente è l'asse y). Si noti che vale l'equivalenza:

[
y~O
y= rx <=.>

per cui il grafico di f(x), rappresentato in figura 2.38 da un trat-


to continuo, è parte della parabola (tratteggiata) di equazione x=y 2
3
(b) la funzione f{x) = /; è definita e continua per ogni x E R, è
dispari, ma non è derivabile per x=O, dato che il li.mite del rappor-
to incrementale vale +00 (figura 2.39) (e) la funzione f(x)= /TxT,
il cui grafico è rappresentato in figµra 2.40, è definita e continua
su R. E' Wla funzione pari; non è derivabile per x=O perchè il limi-
te del rapporto incrementale, per x=O, non esiste (precisamente, il
limite destro vale + CD mentre il limite sinistro vale - CD)]
84

y y y
3
y = Vx y =v'ix1
-1
X

-1 Jl

figura 2. 38 figura 2.39 figura 2.40

2.53 Studiare le seguenti funzioni e disegnarne il


grafico
(a) f(x) = /x+l - lx. (b) f(x)=/2-x - lx.
[ (a) E' definita per x ~ o, è positiva per ogni x ~ O e risulta f(Q);
;l. L'asse x è un asintoto orizzontale per x ➔ +a>. Non è .derivabile
per x;Q e risulta:

lim f'(x) ;- 00 ;

x➔ o+
tenendo conto di ciò, il grafico in figura 2;41 è a tangente verti-
cale in corrispondenza di x;Q_

y
y vi.
f(xl = Vx+1-Vx f(xl = ~-Vx

2
J(

V2
figura 2.41 figura 2.42
85

La funzione è decrescente e convessa; (b) è definita nell'intervallo


[o,2]. Risulta f(l)=O, è positiva per xE [0,1), è negativa per x E
E(l,2]. Non è derivabile per x=O, x=2 e la derivata prima tende a
_a, in corrispondenza di tali punti. La funzione è decrescente in
[ 0,2] , è convessa in [ 0,1 ] ed è concava in [ 1,2] . Il punto
x=l è di flesso orizzontale. Il grafico è rappresentato in figura
2.42]

2.54 Il potenziale elettrico V nei punti dell'asse di


un disco di raggio R (come in figura 2.43) cari
co uniformemente è dato da
V(x)=K (l?+"R2 - lxi),
con K > O dipendente solo dalla densità di cari
ca e dalla costante dielettrica. Si studi l'an-
damento del potenziale V(x) in funzione di x e
si verifichi che V(x) ha il grafico disegnato :in
figura 2.44.

figura 2.43 _figura 2.44

2.55 Studiare la funzione f(x) = Vx 2


- ~.

[ E' definita per x < O ex~ 2. Si annulla per x=2 ed è positiva al-
trimenti. Valgono i limiti:

lim f(x) = lim f(x) lim f(x) =+a,


x➔ O x ➔ +co

la funzione ammette asintoto verticale sinistro di equazione x=O e


non ha asintoti orizzontali. Riguardo agli asintoti obliqui, abbiamo:

lim
f(x)
-- lim ~ Vx 2 - ~ = lim
x ➔ ±oo X x ➔ ±co X X x ➔ ±oo
86

-8/x
lim [f(x) + x] = lim o
X ➔ ±oo x ➔ ±ro
/ x 2 - 8/x ± x

Perciò la retta di equazione y=x è asintoto obliquo per x ➔ +00 ,men-


tre la retta y=-x. è asintoto obliquo per x ➔ -"' • La derivata prima
vale

1
f' (x) = -,-...---
/x2-8/x
Si noti che la funzione non è derivabile pe{ x=2 e che f '_(~/;+ro
per
x➔ 2+. La ·derivata prima si annulla per x=-/4 ed è negativa per
3 3
x <- /4 . La funzione è decrescente in ( - 00 , - /4 ] ed è cre-
3
scente negli intervalli [ - ~, O), [ 2,+ oo). Il punto x=-
3
/4 è
di minimo relativo (interno); anche il punto x=2 è di minimo (assol~
to). Il grafico è disegnato in figura 2 .45 ]

f(x) = Vx
2
-~

-V4 2 X

figura 2 . ,, 5

2.56 Studiare la seguente funzione (prescindendo dal


segno della derivata seconda) e disegnarne il
graf_ico:
87

2
x (x-1)
f(x) =
x+l
[ E' definita nell'insieme (- 00 ,-l)U {o} U [1,+ 00 ). Si annulla per x=
=O e x=l ed è positiva a_ltrimenti. Ha un asintoto verticale di equa-
zione x=-1 e due asintoti obliqui di equazione y=x-1 (per x ➔ + 00 ) e
y=l-x (per x ➔ - 00 ). Non è derivabile per x=l e risulta

lim f' (x) = +"" .


x ➔ l+

La funzione risulta decrescente per x < x 0 = (-1-/s )/2 ed x 0 è un


punto di minimo relativo. Il grafico è rappresentato in figura 2.46.
Si noti.in particolare il punto di coordinate (O,O) ]

f !xl =

-1-vs X

2
figura 2.46

2.57 Studiare la seguente funzione e disegnarne il


grafico:

f (x)
88

[E' definita per ogni x ER. Si annulla per x=O, x=lO, ed è positiva
altrimenti. Almnette asintoti obliqui di equazione y=x-5 (per x ➔ +"')

e y=S-x (per x ➔ -"' ) • Non è derivabile per x=O, x=lO, che risultano
punti di minimo assoluto (perchè f(O)=f(lO)=O i f(x), VxE R). La dg
rivata prima si annulla per x=S, che risulta di massimo relativo. Da
notare i seguenti limiti relativi alla derivata prima

f'(x)= lim f'(x)=+"', li111 f'(x)= lim f'(x)=-"'


x➔ o+ x➔ 10 x➔ 0

che, nel grafico in figura 2.47, corrispondono alle singolarità per


x=O, x=lO. La derivata seconda, dove esiste, è negativa. Per finire,
osserviamo che vale l'equivalenza:

y I I x 2 -lOx I (x-5)2+y2 25

{ 0 .i X .i 10
<=>
{
y~O

Ciò comporta che, nell'intervallo [0,10], il grafico della funzio-


ne f(x) è costituito dalla semicirconferenza. di centro (5,0), raggio
5, con y ~ O ]

5 10 X

figura 2.47

2.58 Studiare le seguenti funzioni


Ca) f(x) = x - /x-x 2 (b) f(x)=x- V 2
x -x-4
2
89

[ (a) E' definita nell'intervallo [0,1] . Si annulla per x=O e x=l/2;


è positiva nell'intervallo (1/2,1]. Non è derivabile per x=O, x=l,
che risultano punti di massimo. La derivata prima si annulla per x=
=1/2- /2/4 , che è un punto di minimo interno. La funzione è con-
vessa nel suo insieme di definizione. Il grafico è riportato in fi-
gura 2.48.
(b) E' definita nell'insieme (-CD ,-2 ] U [ 4,+ CD). E' positiva per
x ~ 4 ed è negativa per xi - 2. Le rette di equazione

y= (1+ ✓:)x± ✓:
sono asintoti obliqui per f(x). La funzione non è derivabile per
x=-2, x=4, che sono punti di massimo relativo. Il punto x=l+ lis"è
di minimo relativo. La funzione è convessa negli intervalli (-°',
-2] e [ 4,+ CD). Il grafico è riportato in figura 2.49]

y
-------------~
I ...---:c---
1 ----
I I -----
)-.,...-;
-----:I
I

-2
1+\/18

f(x) =• -Vx-x 2
-2
l(xl= •-Vf-,-4
figura 2.48 figura 2.49

2.59 Studiare la funzione f(x)


[ La funzione è definita su tutto l'asse reale. Si annulla per x=O,x=
=led è positiva per x > 1. La retta di equazione y=x-1/3 è un asin
toto obliquo per x
La derivata si annulla per x=2/3, che
➔ ±°'. è
un punto di minimo relativo. La funzione non è derivabile nei punti
x=O, x=l e valgono i li.miti:

lim f' (x)=+ a,


,• lim f'(x)=- a, ,• lim f' (x)= + co;
x➔O x ➔ o+ x➔ l+
90

il diverso comportamento della derivata prima a destra e sinistra di


O rispetto al comportamento a destra e sinistra di 1 si rispecchia
nelle differenze del grafico in figura 2.50 nell'intorno di x=0, ri-
spetto all'intorno di x=l. La funzione risulta convessa negli inter-
valli (- 00 , O ] , [O, 1] e concava in [ 1, +00 )

-
~L~_-n3,,~
A \ A I/ /-'
/.
/
/
/
/
/
/
/
/

figura 2. 50

2.60 Studiare le seguenti funzioni e disegnarne il


grafico
(a) f(x) = 3/~Z-x~
2---x~(-l_+_x~
2 ~) (b) f(x) = "l~x...,,
3,....+--=s,....x__,,..
2 -+""'8-x

[ (a) Definita per ogni x ER; si annulla per x=0 e x=l (ed in tali PU!l
ti la funzione non è derivabile); è positiva per x <O.La derivata
prima si annulla per x=l/3, che è un punto di minimo relativo.La rel
ta di equazione y=Z/3-x è Wl asintoto obliquo (per x➔ ± 00 ) per la
funzione. E' convessa negli intervalli [ 0,1 ] e [ 1,+ co) ed è
concava in (- 00 ,O]. Il grafico è rappresentato in figura 2.51.
(b) La funzione, definita per ogni x E R, si annulla per x=O, è posi
tiva per x > O ed è negativa per x <O.Ammette asintoto obliquo per
91

x ➔ ±co di equazione y=x+S/3. La funzione è derivabile per ogni xl O


e f' (x) ➔ +a, per x ➔ O. La derivata prima si annulla per x=-2 (punto
di massimo) e x=-4/3 (punto di minimo). E' crescente negli"interval-
li (- a>,-2], [-4/3,+a, ), mentre è decrescente nell'intervallo [-2,
-4/3]. Il grafico è rappresentato in figura 2.52]

3~----
y f(x) = v'x+5x2+ax
3

3r------
f(x) = V2x 2 -x(1+ x2)

-2
X

figura 2.51 figura 2.52

f 2.61 Studiare la funzione f(x) x2/s (S-x)3/S

[ E' definita su R. E' negativa per x >. S, si annulla per x=O, x=S, è
positiva altrimenti. Ammette asintoto obliquo di equazione y=3-x.Non
è derivabile per x=O, x=S. La derivata prima si annulla per x=2 ed
è positiva nell'intervallo (0,2). Il punto x=2 è di massimo relativo.
Il punto x=O risulta di minimo relativo (perchè f(x) è decrescente
per xi O ed~ crescente per x E [0,2] ). La derivata seconda, quan-_
92

do esiste, è positiva per x > 5 ed è negativa per x < 5. La funzione


risulta convessa nell'intervallo [ S,+ o,). Il grafico è rappresen-
tato in figura 2.53]

y
2 3
f(x) - x5 (5-xH

figura 2.53

2F. Graf1ci di funzioni 1ogarit.iniche

2.62 Studiare la funzione f(x) = x log x.


[ E' definita e continua per x >O.Risulta f(x) > O se e solo se logx
> O, cioè se e solo sex> 1. Come Yerificato nell'esercizio 2.29
(a), la funzione non ha asintoti verticaJi, nè orizzontali,_ nè obli-
qui. La derivata prima vale f'(x) = log x + 1, per ogni x > O. Per-
ciò f'(x) > O se e solo se log x > - 1, cioè se e solo sex> 1/e
inoltre f'(x) = O per x = 1/e. Ne segue che f\x) è strettamente de-
crescente in (0,1/e] ed è strettamente crescente in [1/e,+ "'); il
punto x=l/e è di minimo (relativo ed assoluto). Essendo f"(x)=l/x >O
per ogni x > O, la funzione è convessa in ( O,+co ) . Si osservi anche
93

che f' (x) ➔ -<» per x ➔ o+. Il grafico è rappresentato in figura


2.54]

y
y I
I
-+---
1

)(

I
X I
I
Hxl = log 2 logx
1
e I
.I

figura 2.54 figura 2.55

2.63 Studiare la funzione f(x)


[ La funzione è definita per quei valori dix per cui log x > o, cioè
per x E (l,+ "'). Per x=e risulta log e=l, e quindi f(e)=O; inoltre
f(x) > O per x > e, f(x)< O per x E (l,e). Dato che f(x) ➔-"' per
x➔ l+, la retta di equazione x=l è un asintoto verticale per il gra-
fico di f(x). La funzione non ha asintoti orizzontali, perchè f(x) ➔

➔ + 00 per x ➔ +00 • Non ha neanche asintoti o b 1 i qui, perchè, in base


alla regola di L'Hopital, risulta

f(x) log 2 log X 1


lim lim lim o.
x ➔ + CD
X X x ➔+ a, x log x log 2

Le derivate prima e seconda valgono, pe_r ogni x > 1,

1 l+log x
f I (X) : ------
X log x log 2
f"(x)=- ----=---~~
log 2(x log x) 2

Si vede facilmente che f'(x) > O e che f"(x) < O per ogni x > 1. Pe!:
ciò f(x) è crescente e concava in (1+ 00 ). Il grafico è rappresentato
2
in figura 2.55; per fare il disegno è utile osservare che f(e )=l]
94

2.64 Studiare le seguenti funzioni e disegnarne il


grafico
2
(a) f(x) (b) f(x)=log x+2 log x
[(a) E'definita e continua per x > o, si annulla per x=l ed è positi-
va altrimenti. Il limite di f(x) per x ➔ o+ vale O. Non ha asintoti.
La funzione è derivabile per x > O e le derivate prima e seconda val
gono
2
f'(x) = log x (log x + 2) f"(x) = X (log x + 1) .

La derivata prima si annulla per x=l ~- x=e- 2 , è negativa nell'inter-


vallo (e- 2 ,1) ed è positiva
altrimenti. Inoltre, si noti che f'(x) ➔
➔ +e0 per x ➔ o+. Il punto x=e- 2 è di massimo relativo · ( e risulta
f(e- 2 )=4e- 2 ),mentre x=l è di minimo. La derivata seconda si aruiulla
per x=e- 1 , che è un punto di flesso, dato che f"(x)>O per x > e-l ,
mentre f"(x) < O per x E (O,e- 1 ). Il grafico è rappresentato in figu-
ra 2.56.
(b) E' definita per x >O.Si annulla per x=e- 2 e x=l ed è negativa
in (e- 2 ,1). L'asse y è asintoto verticale. E' decrescente in (O,e- 1 ]
crescente in [e- 1,+ e0 ); il punto x=e-l è di minimo assoluto ed il
valore minimo è f(e- 1 )=-l. La funzione è convessa in (0,1], è eone~
va in [ l,+ e0 ). Il grafico è rappresentato in figura 2.57]

y
y f (X) =
f (xl = x log 2 x

4
e2 e-2 e-1

.1
e

1 1 X
e2 e
-1

figura 2.56 figura 2.57


95

log x
2.65 Studiare la funzione f(x)
l+log x
[ L'insieme di definizione è (O,e- 1 ) U (e-l ,+ a:,). La funzione si annul_
la per x=l, è negativa nell'intervallo (e- 1 ,1) ed è positiva altri -
menti. Valgono le relazioni di limite

f(x) = l; lim f(x)= + 00 • lim f(x) 1 .


x--+l/e± ' x ➔ +oo

Perciò, la retta x=l/e è asintoto verticale per f(x), mentre la retta


di equazione y=l è asintoto orizzontale. Le derivate prima e seconda
valgono:

1 -(log x+3)
f '(x) f"(x)
x(l+log x) 2 x 2 (l+log x) 3

Si osservi che f'(x) ➔+a:> per x ➔ O+. Essendo f'(x) > O per ogni xdeJ.
l'insieme di definizione, la funzione è strettamente crescente in
(O,e- 1 ) e (e- 1 ,+ 00 ). La derivata seconda si annulla per x=e- 3 ed è
positiva nell'intervallo (e- 3 , e- 1 ), dove la funzione è con~éssa. Il
punto x=e- 3 è di flesso. Il grafico è rappresentato in figura 2.58 ]

I
y I
I log x
1
f!xl = 1 +log x
I
I I
I I
i-+--------------
l I
X

figura 2.58

2.66 Studiare le seguenti funzioni e disegnarne il


grafico
l+x
(a) f (x) log 1-x (b) f(x)=log
l l+xl
1-x
96

[(a) E' definita nell'intervallo (-1,1). Si annulla per x=O ed è posi


tiva per x E(O,l). E' una funzione dispari, infatti

1-x ( 1+x ) -l l+x


f ( -x)=log - = log - = - log = - f(x) .
l+x 1-x 1-x

Le rette di equazione x=-1, x=l sono asintoti verticali per la fun -


zione. Le derivate prima e seconda valgono

2 4x
f I (X) =
2
f"(x)
1-x ( 1-x 2) 2

Si verifica che f(x) è strettamente crescente, e che è convessa in


[ 0,1). Il punto x=O è di flesso. Il grafico è in figura 2.59. Osse~
viamo che f(x) è esprimibile in temini della funzione inversa della
tangente iperbolica nel modo seguente: f(x) = 2 sett tg h x.
(b) E' definita per x# ±1. E' una funzione dispari. Le rette x= ± 1
sono asintoti verticali; la retta y=O è asintoto orizzontale. Le de-·
rivate di f(x) hanno la stessa espressione analitica delle derivate
calcolate nella precedente parte (a) (si ric_ordi a tal fine che la
derivata, rispetto a t, della funzione log lt è 1/t). La funzione I
è crescente in (-1,1) ed è convessa in [ 0,1) e (1,+ co). Il grafico
è riportato in figura 2.60 ]

= log 11+x1

!~
f(xJ
1-x

-1, X 1I X

I I
I I
log 1+x I
I 1-x I
I
I

figura 2. 59 figura 2.60

2.67 Disegnare il grafico della funzione f(x)


97

x2
log
jx+ZI

[ E' definita per x; - 2, x; O. Si annulla per x=-1, x=2. Valgono le


relazioni di limite

lim f(x)=+cc ; lim f(x) - C0 ; lim f(x)=+ C0 •

x➔ -2 x ➔O x➔ ±co '
La funzione ammette due asintoti verticali, di equazione x+2=0, x=O.
La derivata prima si annulla per x=-4 ed è positiva negli intervalli
(-4,-2), (o,+cc ). Il punto x=-4 è di minimo relativo. Il grafico è
rappresentato in figura 2.61]
y

x2
f(xl = log /xt- 2I

-4-Vs -4 -4+ X
I
I
I
I
I
I

figura 2.61

2.68 Studiare le seguenti funzioni e disegnarne il


grafico
(a) f(x) =x (3- log 2 x) (~ ... f(x)=x(l+lòg
,
2
jxj)
±13
[ (a) E' definita per x > O. Si annulla per x = e ed è positiva

nell'intervallo (e·D, e n).. La funzione non ha asintoti, a


98

causa delle relazioni di limite:

f(x)
lim f(x) o lim f(x) = lim CD

X ➔ 0+ x ➔ +co x➔ +co x

2
La derivata prima f' (x)=3-log x-2 log x si può studiare ponendo t=
=log x e risolvendo la disequazione di secondo grado 3-t 2 -2t > O.La
derivata prima risulta positiva per x E(e- 3 ,e). Il punto x=e- 3 è di
minimo, mentre il punto x=e è di massimo; in corrispondenza la fun -
zione assume i valori f(e- 3)=-6e- 3 , f(e)=2e. Si verifica anche che
la funzione è convessa nell'intervallo (0,1/e] ed è concava in
[ 1/e,+co); il punto x=l/e è di flesso, e risulta f(l/e)=2/e.Il gr~
fico è rappresentato in figura 2.62.
(b) E' definita per x#O. E' una funzione dispari. Non ha asintoti.Le
derivate prima e seconda valgono

2 2
f'(x) = (1+log Jx J ) f"(x)= (l+log J x J), Vxf,O.
X

E' una funzione crescente. I punti x= ±1/e, in cui si annullano sia


la derivata prima che la derivata seconda, sono di flesso a tangente
orizzontale. Si noti infine che, per x ➔ o, la rett_a tangente diven-
ta verticale. Il grafico è in figura 2.63 ]

y y

2
e

2
f (xl x(3-log 2 x) I (xl x (1+log 1x1I

figura 2.62 figura 2.63


99

2.69 Disegnare i grafici delle funzioni

(a) 3 i'
f(x)=x (logJxJ- (b)
3
3
[ (a) E' una funzione dispari,definita per x#O; f( ± /;) =O; x=l è
un punto di minimo, x=-1 è un punto di massimo. E' convessa negli
intervalli (-e- 112,o), (e- 112 ,+"' ); i punti x=± e- 112 sono di fles-
so. Per x ➔ O risulta f(x) ➔ o, f'(x) ➔ O. Grafico in figura 2.64.
(b) E' una funzione pari, definita per ogni x/0. Si annulla per
4-
x = ± / e ; x = ± 1 sono punti di minimo. E' convessa per J x J >
-1/3
>e Per x ➔ O risulta f(x) ➔ O, f'(x) ➔ O. Grafico in figura
2.65]

y y

X X

figura 2.64 figura 2.65

2.70 Studiare la funzione f(x) = x/logJxJ


[ E' WJa funzione dispari, definita per x/0 e xl± 1. In base ai limi-
ti

f(x)
lim , lim+f(x)=±ai lim f(x)= , lim
x➔O x ➔ ±1- X ➔ ±a:> -- x➔ ±co x

si può affermare che f(x) ammette x= ± 1 come asintoti verticali, e


non ha altri asintoti. La derivata prima si annulla per x=e (punto
di minimo) e x=-e (punto di massimo). La derivata prima converge a
zero per x-~O. La derivata seconda si annulla per x=±e 2 , che sono
100

punti di flesso. Il grafico è rappresentato in figura 2.66]

y
X I I
f (X) - loglxl I
I
I
I I
I e - ~--
I
I I
-e2 -e -1
I I
I1 e e2 X

I I
I
-1:.e I
I I
I I
I I
I
figura 2.66

2.71 Disegnare il grafico delle funzioni

x2
(a) f(x)= l+log 2 x (b) f(x)=log x-log 2
x

[(a) Definita per ogni x > O; lim f(x); O. Non ha asintoti. La deri
x ➔ o+
vata prima è positiva per ogni x>O e converge a zero per x -+o+. La
funzione è concava nell'intervallo [ l,e]. I punti x;l, x;e sono
di flesso. Il grafico è in figura 2.67.
(b) Definita per xE (o,+co ). L'asse y è asintoto verticale. Si annul-
la per x;l, x;e; è positiva nell'intervallo (l,e). Ha massimo per x;
; e 112 ed ha un punto di flesso per x;e 312 . Il grafico è in figura
2.68]
101

y
y

1/4

f(x) = logx-log2x
e X

figura 2.67 figura 2.68

2.72 Studiare le seguenti funzioni:


2
(a) y=x -Sx+log jx-11 (b) y=x 2 -3x-logjx-lj
[ (a) Definita per x/1. Asintoto vertical
7 per x=l. Punto di massimo
per x=3/2, punto di minimo per x=2. E' convessa negli intervalli
(- 00 , 1-lziz], [1+ /212, + 00 ).
(b) Definita per x#l. Asintoto verticale per x=l. I punti x=l/2, x=2
sono di minimo relativo. E' convessa negli intervalli ( - "', 1), ( l,+ "')
e non ha puntj di flesso ]

I
2.73 Disegnare il grafico delle funzioni f(x) sotto-
indicate, dopo aver semplificato l' espressione
in base alle proprietà dei logaritmi e del valo
re assoluto.
(a) f(x)=x+ logjxj- log jx 3 -xj
(b) f(x)=Zx+l+log jx 3 +x 2 +x+ll-logjx+ll
[ (a) La funzione è definita per x; O. Semplificando in base alle pr2
prietà dei logaritmi e del valore assoluto, si ottiene per ogni xiO:

f(x) = x - log Ix 2
-1 I
La funzione tende a ± 00 per x ➔± 00
• Le rette di equazione x= ±1 s2
102

no asintoti verticali non ci sono altri asintoti. Le derivate prima


e seconda valgono
2 2
X -2x-l X + 1
f' (x) = 2 f"(x) = 2
X -1 (x 2-1)2

La derivata prima si annulla per x=l ± ✓2 che sono punti di mi-


nimo relativo. La derivata seconda, quando è definita, è positiva.Il
gra..fico è. rappres.e..ntato in figura 2. -69; si noti la -discontinuit~ { e-
liminabile) per x=O'.
(b) La funzione è definita per x#-1. Semplificando si ot~iene
2
f(x) = 2x+l+log(x +l) , V x#-1.

Le derivate prima e seconda valgono


x 2 +x+l 1-x 2
f I (X) = 2 ~ ; f"(x) 2
(x 2+1) 2

La funzione risulta crescente;


è convessa nell'intervallo (-1,1 ]
ed è concava all I esterno.
Il punto x=l è di flesso, mentre si ricor-
di che f(x) non è definita per x=-1 (ma può essere prolungata con
continuità) ]

y f (xl = x + log lxl-log I x3 -xi

figura 2.69

2.74 Determinare l'insieme di definizione, il segno,


gli asintoti, il segno della derivata prima, e
disegnare il grafico della funzione
103

log x
f(x)
e+x log x
[ La funzione non è definita per x .i O. Per detenninare l'insieme di d~
finizione di f(x) occorre stabilire se il denominatore si annulla per
qualche x E (O,+a, ); a tal fine, studiamo, per x > O, la funzione

g(x) = e+x log x .

Risulta lim g(x) = e, l:tm g(x) =+CD, lim g(x) /x=+CD.


x ➔ o+ x ➔ +a, x ➔ +a>

La derivata g'(x) log x + 1 si annulla per x=l/e, è positiva per x>


>1/e, ed è negativa sex E{0,1/e). La funzione g(x) è decrescente in
(0,1/e ] ed è crescente in [ 1/e,+ CD). Il punto x=l/e è di minimo
2
assoluto ed il valore minimo è g(l/e)=(e -1)/e >O.Perciò la funziQ
ne g(x) è positiva per ogni x E (O,+ CD). Il grafi1;0 di g(x) è rappre-
sentato in figura 2.70.

y y

h CxJ = e-xlog 2x

e 2-1
e

.1 X
e
figura 2. 70 figura 2.71

Dato che g(x)>O per ogni X) 0, la funzione f(x) è definita per ogni
X) 0, si annulla per x=l, è positiva per x > 1 ed è negativa nell' in
tervallo (O,l). Si verifica facilmente che l'asse y è un asintoto ver
ticale (destro) e che l'asse x è asintoto orizzontale per f(x). La d~
rivata prima, per x > O, vale:

e - X log 2 X
f'(x) = -----
x(e+x log x) 2

Il denominatore di f'(x) è positivo per ogni x >O.Consideriamo il


104

nwneratore:
2
h(x) = e-x log x

La funzione h(x) è definita per x > o, tende ad e per x➔ O+, diver-


ge a- CD per x ➔ +00 • La derivata

h'(x) = - log x (log x + 2)

si annulla per x=l e x=e- 2 • Il punto x=l risulta di massimo, mentre


il punto x=e- 2 è di minimo relativo. Si veda il grafico di h(x) in
figura 2.71. In particolare, essendo h(e- 2 ) = (e 3-4)/e 2 > O, la fll!l
zione h(x) è positiva nell'intervallo (0,1 ] ; dato che h(x)è stre!
tamente decrescente per x L 1, si annulla una sola volta. Da verifi
ca diretta si riconosce che h(x)=O per x=e. Perciò h(x) < O per x>e
e h(x) > O per xé (O,e).
In base al segno di h(x), la derivata f'(x) risulta positiva in
(O,e) e negativa in (e,+ CD). Il punto x=e è di massimo (assoluto
per f(x). Il grafico di f(x) è rappresentato in figura 2. 72 J

1
2e

e X

log x
e +x log x

figura 2. 72
105

2.75 Studiare le seguenti funzioni e disegnarne il


grafico

(a) f(x) x log

1
(b) f(x) = log
l+x
[ (a) La funzione è definita nell'insieme (-= ,-1) U (O ,-F"') . E' posi-
tiva nel suo insieme di definizione. In base alle relazioni di limi-
te

lim f(x) O , lim f(x)=+ "' lim f(x) 1 '


x ➔ o+ x➔ -1- x ➔ ±co

si deduce che la retta x=-1 è un asintoto verticale (sinistro)e y=l


è asintoto orizzontale per f(x). Le derivate prima e seconda valgono
1 ) 1 . -1
f' (x)=log l+ - - - ; f"(x) = ---
( x l+x x(l+x)2
Dal segno della derivata seconda si può risalire al segno della deri
vata prima. Infatti, ad esempio per x > O, risulta f"(x) < O e qui!!
di f'(x) è una funzione strettamente decrescente. Dato che f'(x) ➔O

per x ➔ +o:,, ne segue chef' (x) > O per ogni x >O.Analogamente, es-
sendo f"(x) > O per ogni x < - 1, in questo caso la derivata prima è
strettamente crescente; dato che f' (x) ➔ O per x ➔ -co , ne segue di
nuovo eref'(x) >O.Perciò f'(x) > O nell'insieme di definizione (si

y
I
I
I
I f(xl - xlog(1 +! )
I
I
I 1
-----------
1--
1

I
-1 X

figura 2. 73
106

veda anche l'esercizio 1.54). La funzione risulta crescente e conve~


sa in (- co ,-1), crescente e concava in (O,+ 00 ). Il grafico è rap -
presentato in figura 2.73.
(b) La funzione è crescente e convessa in (- 00 ,-1), decrescente e
com,essa in (O,+""). Le rette x=O, x=-1 sono asintoti verticali, la
retta y=O è asintoto orizzontale ]

2G. Grafie.i di f-u.n.zion.i espon.en.zia.li

2.76 Studiare le seguenti funzioni e disegnarne il


grafico
x-1
(a) f(x) }(Cb) f(x) e X

[(a) E' definita per x#O; è positiva per ogni x#O. Dalle relazioni di
limite

lim f(x)=+ 00 lim f(x) o lim f(x) 1 '


x ➔ o+ x➔ o- X ➔ ±CD

segue che la retta di equazione x=O è un asintoto verticale destro


mentre y=l è un asintoto orizzontale per x ➔ ±co {si veda anche l'e -
sercizio 2.29 (b)). Le derivate prima e seconda valgono

l 1 1+2x
f' (x)= eX f"(x) = e x
7

y
1 x-1
flx)=e• flx) = e-•-

figura 2. 74 figura 2.75


107

Si noti che f'(x) ➔ O per x ➔ O-; ciò significa che la retta tangente di
venta orizzontale quando x si avvicina a O da sinistra. Dal segno del-
la derivata prima si deduce che f(x) è decrescente in (- 00 ,O),(O,+ 00 ).

Dal segno della derivata seconda si deduce che f(x) è convessa negli
intervalli [-1/2,0) e (0,+ 00 ) ed è concava in (- 00 ,-1/2 J. Il grafi-
co è rappresentato in figura 2.7~.
(b) Grafico in figura 2.75 J
2.77 Studiare la funzione f(x)
[ La funzione è definita su tutto l'asse reale. Prima di studiarne il
segno, è opportuno calcolare la derivata prima:
X
f'(x) = e 1.

Risulta f'(x)=O per x=O, f'(x) > O per x > O e f'(x)< O per x < O.La
funzione è quindi crescente in [ O,+ 00 ) , ed è decrescente in(- 00 ,0 J.
Il punto x=O è di minimo assoluto e risulta
o
f(x) ~ f(O) = e -0=1 V x E R.

In particolare ne segue che la funzione è positiva per ogni xE R. Si


verifica che la retta di equazione y=-x è asintoto obliquo per la
funzione per x ➔- ro. La funzione è convessa su R. Il grafico è rap -
presentato in figura 2.76]

y
y =
f(x) =

y = -1
X

figura 2. 76 figura 2.77


108

2.78 Studiare la funzione f(x)


[E' definita su R. E' una funzione dispari; infatti:
-x X X
e - 1 1/e - 1 1 - e
f(-x) = e-x + 1 = - f(x) •
1/ex + 1 1 + ex

La retta y=l è asintoto orizzontale per x ➔ +"' ; la retta y=-1 è asi.n


toto orizzontale per x ➔- "'· Le derivate prima e seconda valgono

Essendo f'(x) > O per ogni x ER, la funzione è crescente su R. Essen-


do f"(x) ~ O per x ~ O, la funzione è convessa in (- "',o J ed è
concava in [ O,+ co ). Il punto x=O è di flesso. Il grafico è rappre-
sentato in figura 2.77 J
2.79 Studiare le seguenti funzioni e disegnarne il
grafico
1 1
(a) f(x) (b) f(x) 3+e -x
e"-2
[(a) E' definita per ogni x I log Z. E' positiva per x > log Z, è nel@
tiva per x < log 2. La retta di equazione x = log Z è un asintoto ve~
ticale. La retta y=O è wi asintoto orizzontale per x ➔ +"' , la retta
y=-1/2 è asintoto orizzontale per x ➔ - 00 • E' decrescente e convessa
per x > log 2, è decrescente e concava per x < log 2. Il grafico è in
figura 2.78.
(b) E' definita, positiva e strettamente crescente su tutto l'asse
reale. Ammette asintoti orizzontali di equazione y 1/3 (per x ➔ + 00 )

e y = O (per x ➔ -co ) • E' convessa per x < - log 3 ed è concava


·per x > - log 3.
Il pwito x = - log 3 è di flesso. Il grafico è rappresentato in fi&l,!
ra 2. 79 ]
109

f{x) =
e'-2 y
f(xJ =
I log 2 )(
_11 - - ----
21
I
I
I
I -log3 X

I
I

figura 2.78 figura 2.79

2.80 Studiare la funzione f(x) = x~Z


e

[ Per il calcolo delle derivate è conveniente scrivere la funzione nel


la forma f(x) = (x-2)e-x. Ha un asintoto orizzontale (per x➔ +"') di
equazione y=O. Si annulla per x=2. Il punto x=3 è di massimo. Il PU!l
to x = 4 è di flesso. Il grafico è rappresentato in figura 2.80 ]

figura 2.80
110

2.81 Studiare le seguenti funzioni e disegnarne il gr~


fico
2
X -x-2
x- Ix 2
-x-2 I ~
X
(a) f (x) e (b) f(x)= e

[ (a) La funzione è definita, positiva e continua per ogni x E R. Dato


che f(x) ➔ O per x ➔ ± 00 , l'asse x è asintoto orizzontale per f(x). Per
studiare ia monotonia e la convessita di f(x), è opportuno prelimina~
mente stabilire il segno del trinomio x 2 -x-2 (che è positivo all'e-
sterno dell'intervallo [-1,2] ed è negativo all'interno) ed in con-
seguenza scrivere!
2
e -x +2x+2
se x < -1, oppure X ) 2
f (x)= 2
{ X -2
e se - 1 ~ x ~ 2 .

La funzione non è derivabile per x=-1, x=2 (e ciò è ben visibile nel
grafico in figura 2.81). Si verifica poi che la derivata prima è PQ
sitiva per x < - 1 e O< x < 2, mentre è negativa per -1·< x < O e
x > 2. La derivata prima si annulla per x=O, che è un punto di minimo
relativo; i punti x=-1, x=2 risultano di ·massimo relativo. La deriva-
ta seconda, quando è definita, è positiva; la funzione non ha punti
di flesso.
(b) Definita e positiva per xi O. Valgono i limiti:

lim f (x) lim f(x) o lim f(x) lim f(x)=+ 00

x ➔ - CD x ➔ O- x ➔ o+ x ➔ +"'

y
e2
f( x) =e x-l•'-x-21

-1 2 X

figura 2.81
111

La funzione ammette asintoto orizzontale di equazione y=O e asintoto


verticale x=O (per x ➔o+). La derivata prima è positiva per x < -1 e
x > 2. La funzione non è derivabile per x=-1 (che è un punto di mas-
simo relativo) e per x=2 (punto di minimo). La derivata seconda,dove
è definita, è positiva]

2.82 Disegnare i grafici delle funzioni


2
x 2 -4x-5 -(x+2)
e + 1
()() f (x) = :x -4x-s - + 11 (b) f(x)=
e -(x+2) - 1

[ (a) figura 2.82; (b) figura 2.83]

y y
I I

)!, !\_
- 2I
X

-----,-- 1
-1

----f-- ----1---- I
-1 I5 x I
I

figura 2.82 figura 2.83

2.83 Studiare le seguenti funzioni e disegnarne il


grafico

(a) f (x) = ex ✓ zx+ 1 (b) f(x)=e-x /x-T


[ (a) Definita per x ~ - 1/2; f(-1/2)=0; è positiva per x > - 1/2. Te~
de a + a, per x ➔ +m e non ha asintoti. Le derivate prima e secon-
112

da, per x > - 1/2, valgono

X x+l 2x 2 +4x+l
f'(x) = 2e f"(x)
/ 2x+l (2x+I) 312

La derivata prima è positiva per ogni x > - 1/2 e tende a + Q'.) per
x➔ -1/2. La funzione è convessa per x ~ - 1+ ✓--i.12; il punto
x=-1+/2/2 è di flesso. Il grafico è rappresentato in figura 2.84.
(b) Definita per x ~ l; f(l) = O; è positiva per x > 1. L'asse x è
asintoto orizzontale per x ➔+ ""'· Non è derivabile per x=l e f' (x) ➔
+00 per x ➔ {+. Ha punto di massimo (assoluto) per x=3/2 ed un punto
di flesso per x > 3/2. Il grafico è rappresentato in figura 2.85]

y y

X 1 I X

figura 2.84 figura 2~85

-x/3
2.84 Studiare la funzione f(x)= e
[ E I definita e continua su tutto l'asse realè. Si annulla per x = 2/ 3_
ed è positiva per x > 2/3. L'asse x è asintoto orizzontale per x➔ +co.

Non è derivabile per x=2/3 e f'(x) ➔ +a, per x➔ 2/3. La funzione ha


un punto di massimo (assoluto) per x=l, due punti di flesso per x=O,
x=2, e cambia la concavità anche in corrispondenza di x=2/3. Il gra-
fico è rappresentato in figura 2.86]
113

figura 2.86
_l_
Z·-._85 Studiare la funzione f(x) X elog X X
[ E' definita nell'insieme (0,1) U (1,+co) ed è positiva in tale insi~
me. Essendo

-CO +oo
lim f(x) O·l=O, lim f(x) =l·e =O, lim f(x)=l·e =+00 ,
x ➔ o+ x ➔ l- x ➔ 1+

la retta x=l è l'unico asintoto verticale (destro) per f(x).Dato che


f(x) ➔ +00 per x ➔ +00 , è opportuno verificare se esistono asintoti .Q

bl:i,qui; risulta:
_l_
f(x)
li.m -- lim elog X 1
x ➔ + CD X x ➔ +CD

_l_
(L'Hopital) _l_
elog x -l X
lim [ f(x)-x ] = lim lim elog x
x ➔ + CO x ➔ +oo 1/x X ➔ +co log 2 x

Si verifica separatamente, utili2zando di nuovo il teorema di L'Hopi


tal, che x/log 2
x ➔+ 00 per x ➔ +CD • Perciò [ f(x)-x ]➔+ 00 per x ➔ +co

e la funzione non ha asintoti obliqui. Le derivate prima e seconda


valgono
114

__ l_ 1
log 2
x-1 log X - log 2 x+2 log x + 1
f, (x)=e log x f"(x)= e
2
log x x log "x

Risulta f'(x)=O per log x= ±1, cioè per x=e e per x=l/e; f(x) è cre-
scente negli intervalli (0,1/e), (e,+'°). Il punto x=l/e è di massi-
mo relativo, x=e è di minimo relativo. Risultano utili per disegnare
il grafico in figura 2.87 anchè i limiti seguenti:

lim f'(x) = 1 lim f'(x) = O.


X ➔ 0+ X ➔ 1-

La funzione è convessa negli intervalli 1


) ( 1+/2]
, l,e

1±/2
I punti x=e sono di flesso ]

y I
I
I
log x
I f ( l() = X e
I
I
I
I I
I
I I
I
e2 --7--'--- - - ---- I
/ I I
I I
I
I
/ 1 1 e e 1+'12 X
/
e

figura 2.87

2.86 Studiare la seg~ente funzione (prescindendo dal


segno della derivata seconda) e disegnarne il
grafico
-x
xe
f(x)
x-log x
115

[ La funzione non è definita per x SO. Per detenninare l'insieme di


definizione occorre stabilire se il denominatore si annulla; a tal
fine, studiamo per x >Ola funzione

g(x) = X - log X •

La derivata g' (x) = (x-1)/x si annulla per x=l, è positiva per x> 1
ed è negativa nell'intervallo (0,1). Perciò x=l è di mini.mo assoluto
per la funzione g(x) e si ha g(x) ~ g(l)=l, per ogni x > O.
Quindi il denominatore di f(x) è sempre positivo; ne segue che
f(x) è definita e positiva per ogni x >O.Essendo

li'!' f(x) = O lim f(x) o ,


x➔O x ➔ +co

la retta y=O è l'unico asintoto per f(x). La derivata prima vale


-x
e
f' (x) = ---~ 2
(x-l)(log x-x-1)
(x-log x)

Allo scopo di stabilire il segno di f'(x), è utile studiare per x>O


la funzione:

h(x) = log x - x - 1.

Come fatto in precedenza per g(x), si verifica che h(x) è crescente


in (O,1] ed è decrescente in [ l,+ a,); il punto x=l è di massi.mo
assoluto per h(x) e si ha h(x) S h(l) =-2. Ne segue che

f'(x) LO <=> x-1 SO <=> xs1;

f'(x) SO <=> x-1 ~ o <=> XL l.

1
e x- log x

figura 2.88
116

Il punto x=l è di massimo (assoluto) per f(x) ed il massimo vale


f(l)=l/e. Per disegnare il grafico in figura 2.88 è anche utile os-
servare che f' (x) ➔ O per :x➔ a+]

2.87 Studiare la funzione f(x) = e-x (1oglxl+ l:I)

[E' definita per x#O e si può rappresentare nella forma:

-x
e (log x + 1) se X ) 0

f(x) =
{ e-x(log(-x)-1) se X < 0 •

Cominciamo a studiare la funzione per x >O.E' positiva per x > 1/e


ed è negativa nell'intervallo (0,1/e). In base ai limiti:

lim f(x) =- CD lim f(x) o ,


x ➔o+ X ➔ +co

sl può affemare che x=O è asintoto verticale destro e y=O è asinto-


to orizzontale per x ➔ +CD. La derivata prima vale

V X >0 •

Allo scopo di deteminare il segno di f'(x), consideriamo

1
g(x) - log .x - 1 ;
X
1
Essendo g'(x) = - ; 2 (l+x) < O per ogni x > O, la funzione g(x) è

strettamente decrescente. Dato che g(l)=O, la funzione g(x) è positi


va in (0,1) ed è negativa in (l,+CD ). Perciò f'(x) è positiva in
(0,1) ed è negativa in (l,+CD ); il punto x=l è di massimo relativo
per f(x), ed il massimo vale f(l)=l/e.
Per x <Ola funzione f(x) è positiva nell'intervallo (-a> ,-e) ,
si annulla per x=-e ed è negativa in (-e,O). In base ai limiti

f(x)
lim f(x) CD lim f(x)=+ co lim =- CD

x ➔ o- x ➔ -CD x ➔ -CD X

risulta che x=O è asintoto verticale sinistro e che f(x) non ha al-
117

tri asintoti per x ➔ - 00 La derivata prima vale

f'(x)= e -x 1 -
( ;;: log (-x) + 1 ) , V X < 0 •

Per determinare il segno di f'(x) per x < o, consideriamo

1
h(x) = - - log(-x) + 1;
X

1
la derivata prima vale h'(x) - x 2 (l+x), si annulla per x=-1,è po-

sitiva per x < - 1 ed è negativa in (-1,0). La funzione h(x)è stret-


tamente crescente in (- 00 ,-1] ed è strettamente decrescente in [-1,
O). Il punto x=-1 è di massimo per h(x). Essendo h(-1)=0, risulta
h(x) < O in (- 00 ,-1) e in (-1,0). In corrispondenza, f'(x) si annul-
la per x=-1 ed è negativa per ogni altro x <O.La funzione f(x) ri-
sulta strettamente decrescente in (- co ,O) ed il punto x=-1 è di
flesso a tangente orizzontale. Il grafico è rappresentato in figura
2.89]

figura 2.89
118

;-;
2.88 Disegnare il grafico della funzione f(x)=x
[E' possibile rappresentare la funzione nella forma

h ;;_ log X
f(x) = x = e

E' definita e positiva per x > O; valgono i limiti

;-; log X o
e = e lim f(x) + CD

X ➔ +co

La funzione non ha asintoti. La derivata prima vale

;; log X
e
f'(x) = /x
-2
e si annulla quando log x = - 2, cioè per x=e , che è punto di mini
mo assoluto per f(x). La funzione è convessa. Il grafico è rappresen
tato in figura 2. 90 ]

X X X

figura 2.90 figura 2.91 figura 2.92

2.89 Studiare le seguenti funzioni e disegnarne il


grafico

3 4
( log x) (b) f(x)=x(log x)
(a) f (x) X
119

(log x) 3 (log x) 4
[ (a) Si ha f(x) x e . La funzione è definita e p9.
sitiva per x >O.L'asse y è asintoto verticale. La derivata prima
4
( log x) 3 1
f I (x) e 4(log x)
X

Si annulla per x = 1, è positiva per x > 1 ed è negativa per xE(O,l).


Il punto x=l è di minimo assoluto. La funzione è convessa in base al
seguente argomento: la derivata seconda vaie
4
( log x) 4
f"(x) = e [ 4(log x) +12-log x] ;

la derivata della funzione g(t)=4t 4 +12-t vale g'(t)=l6t 3


-1 e si
annulla per t=l6-l/ 3 , che risulta punto di minimo per g(t). Il valo-
re minimo è

-1/3 -4/3 -1/3 -4/3


g(l6 )= 4·16 +12-16 >4·16 +12-1 > 11 > O;

perciò g(t) > o, Vt ER, e quindi anche f"(x) > O per ogni x E R. Il
grafico di f(x) è in figura 2.91.
(b) La funzione è definita, positiva e crescente per ogni x > O. Il
punto x=l è di flesso a tangente orizzontale. Il grafico è in figura
2.92. Si notino i limiti:

liJD f(x) o ' lim f' (x) + o, ]


x ➔ o+ x ➔ o+

2.90 Verificare che il grafico della funzione

= X (.!... -1)X

figura 2.93
120

(1 - 1)
X
f(x) = X

è del tipo rappresentato in figura 2.93.

2.91 Studiare la seguente funzione e disegnarne il


grafico
zyfi\ (A-+-_.l_\,\<'.
=-
x.)
f(x) X"'>O
6,n\ (x+1)><
x -':..o -----;;zv
~I
[ E' definita quando 1+1/x > O, e ciò accade negli intervalli (- co,-1),
(o,+co ). Nell'insieme di definizione la funzione è positiva. Per st~
diare ulteriormente la funzione è opportuno rappresentarla nella fo~

r
ma:

x log (1+ ~
f(x) = e

Dai seguenti limiti:

lim (1 1
+ -x ) x = e ,
...------------
lim f(x)=l; lim f(x)=+ co
x ➔ ±co
1 x ➔o+ '
,.J
x➔ -1-

si deduce che la retta di equazione y=e è asintoto orizzontale, e la


retta x=-1 è asintoto verticale sinistro per f(x). La derivata prima
vale

x log (1+! ) [
f' (x)=e x log ( 1+~ ) 1
l+x ]
Il segno della derivata prima è identico al segno della funzione

1
g(x) = log ( 1 + ,: ) - - -
x l+x

L'insieme di definizione di g(x) è uguale all'insieme di definizione


di f(x) e la derivata vale

-1
g' (x)
x:{l+x) 2
121

Risulta g' (x) < O in (O,+ C[))e g' (x) > O in (-CD ,-1). Perciò g(x) è
strettamente decrescente in (O,+ CD); dato che g(x) ➔ O per x➔ +CD ri -
sulta g(x) > O in (O,+CD). Analogamente, g(x) è strettamente crescente
in (- C[),-1); dato che g(x) ➔ O per x➔ _C[), risulta g(x)> O anche in
(- C[),-1). Osserviamo che si può verificare che g(x) è positiva anche
con i metodi dell'esercizio 1.54.
Dato che la funzione g(x) è positiva, anche f'(x) risulta positiva.
Perciò f(x) è crescente negli intervalli (- 00 ,-1), (O,+ C[)).Si noti che
f' (x) ➔ +C[) per x ➔ o+. Il grafico di f(x) è rappresentato· in figura
2.94]

I y
I
I
I
I
I
I
--------- I
I
e ------- ------
I

-1 X

figura 2.94

2.92 Studiare la seguente funzione


2x X 2
f(x)= e -Z(x+3)e +3(x+l) +3.
[ La funzione è definita su Re non ha asintoti. Dopo aver studiato
il segno della derivata prillla, si riuscirà ad affermare che f(x) è
positiva per ogni xE R; più precisamente, che f(x) ~ 3(-l+log 23)>0,
per ogni xE R. La derivata prima vale
122

2X X
f' (x)=2 [e -(x+4)e + 3(x+l)] •

Scriviamo l'equazione f'(x)/2=0 in forma equivalente per mezzo della


formula risolutiva per le equazioni di secondo grado, ricordando che
e2x=( ex) 2 :

X x+4 1 2
x+4 1 2-4x+4
e = ± / {x+4) -12(x+l) ± / X
2 2 2 2

=x+l
x+4
±
x-2 /
2 2 "--..._
=3
X X
Perciò f I (X) = O se e solo se e =x+l, oppure e =3. A posteriori è
semplice verificare che vale la scomposizione:

X X
f'(x)=2(e -(x+l)) (e -3)
X
Ci sono molti metodi per verificare che la funzione g(x)=e -(x+l) è
non negativa. Si può utilizzare il criterio di convessità, o la for-
x
mula di Taylor con il resto di Lagrange, per la funzione e con cen-
tro x 0 =0. Oppure si può mostrare direttamente che g'(x) ~ O per x~O;
ne segue che g(x) ha minimo (assoluto) per x=O ed il valore minimo
è g(O) = O.
Quindi f' (x)=O per it=O e per x=log 3. inoltre f' (x) ~ o per
'
X~ log 3. La funzione è .cr.escente nell'intervallo [log 3 ,+ 0>) ed
è decrescente in (- 0>, log 3 ] ; il punto x = log 3 è di minimo asso-
luto, mentre il punto x=O è di flesso a tangente orizzontale. Il va-
lore minimo è f ( log 3) :

f(log 3) = 9-6(3+log 3) + 3 {l+log 3) 2 + 3

=-3 + 3 log 2
3 = 3(-l+log 2 3) > O.

Studiando il·segno della derivata terza, si riesce ad affermare che


la derivata seconda si annulla, oltre che per x = O, anche in un
punto dell' intervallo (O, log 3). Il grafico è rappresentato
in figura 2. 95 ]
123

\ I
log3 X

figura 2.95

ZH. Gr=fici di f~~zio=i trigo~ometriche


"'{/
2:93 Studiare la funzione f(x) = sen x + tg x
[ La funzione è definita per ogni x;tTI /2+ lc11, con k EZ. E' una funzi2.
ne dispari. E' periodica di periodo 211 . E' quindi sufficiente stu -
diarne le proprietà in un intervallo di lunghezza 2 11 , ad esempio ,
[ - 11, 11] (ed anzi, essendo f(x) dispari, sarebbe sufficiente stu-
diarla in [ O, TI]). Relativamente all'intervallo considerato,la ftlll
zione è definita per x I ± il /2. Le rette di equazione x= ± 11 / 2 s2.
no asintoti verticali. La derivata prima vale

1 cos 3 x+l
f'(x) cos X + cos2x cos2x

Essendo cos x 2 - 1 per ogni x E R, risulta anche cos 3


x ~ -1 e quin
di f'(x) 2 O per ogni x; inoltre f'(x) = O se cos x =-1, cioè se x=
= ± 11 (nell'intervallo [ - 11, 11] ) . La funzione è crescente ed i pUf!.
ti x= ±11 sono di flesso a tangente orizzontale. La derivata seconda
vale
124

3 3
sen x(2-cos x) 2-cos x
f"(x) tg X
·cos 3 x cos 2
x

3
Dato che 2-cos x > O per ogni x E R, il segno di f"(x) è determina-
to dal segno di tg x. Relativamente all'intervallo [ -11 , 11] ,la fun-
zione è convessa in [ O, 11/2) e [ -11 ,- 11/2) ed è concava in (- 11/2,
O], (11 /2, 11]. Il grafico è rappresentante in figura 2.96 ]

y I
I
I t (xJ - senx+tgx

I
I

figura 2. 96

2.94 Studiare le seguenti funzioni e disegnarne il


grafico
x.(a) f(x)=x-sen x (b) f(x)=x-sen x cos x
[(a) La funzione_ è definita su Re non è periodica. E' una funzione
dispari. E' positiva per x > O ed è negativa per x <O.La derivata
prima f'(x);l-cos x si annulla per x;2kll ed è positiva altrimenti .
Ne segue che la funzione è strettamente crescente su Redi punti x;
;2kll sono di flesso a tangente orizzontale. Studiando la derivata
seconda, si verifica che anche i punti x;(2k+l) 11 sono di flesso
perciò la funzione cambia la concavità in corrispondenza di x;kll,con
k EZ. Si noti che f(kll );k 11. Il grafico è rappresentato in figura
125

2.97.
(b) Utilizzando le fonnule di duplicazione, la funzione si può rag
presentare nella fonna

1 1
f(x) = X - - sen 2x = (2x - sen 2x)
2 2
Perciò, pur di cambiare 2x con x' e 2y con y', si ottiene la funzio-
ne già considerata nella precedente parte (a). Il grafico è quindi
simile a quello rappresentato in figura 2.97]

y
3n

f ( x) - x- sen x

-3n -2n ~

3n X

-2n

-3n

figura 2. 97

Studiare le ·seguenti funzioni e disegnarne il


grafico (prescindendo dallo studio della deriva
ta seconda):
2
J(b) f(x)=cos x+cos x
12 6

2
> (e) f (x) =sen x-sen x ~d) f(x)=sen 2
x+cos x
[ (a) La funzione è pari, ed è periodica di periodo 2 11 . Essendo
f(x) = cos x (cos x - 1), risulta f(x) = O quando cos x=O, oppure
cos x = 1. Quindi, nell'intervallo [ - 11, 11] , la funzione si annul-
la per x= ± TI/2 e per x=O. La derivata prima vale f' (x)=sen x (l-
-2cos x); nell'intervallo [ - 11, TI] si annulla per x=O (punto di~
simo), per x=± 1T(punti di massimo) e. per x= tTI /'3 (p1...1ntitH m-in-irn0).

Il grafico è rappresentato in figura 2. 98.


(b) figura 2.99; (c) figura 2.100; (d) figura 2.101 ]

y
y
f(x) = cos 2 x-cosx f(x J = cos2x + cos x
2 2

_,.
"

-1/4

figura 2.98 figura 2.99

y y
I( x ) = sen x - sen2x f(x) = sen2x + cos x

-1

figura 2. 100 figura 2. 101


-----
J
I--
2.96 Studiare la funzione f(x) sen x - x cos x.
[ E' una funzione dispari, definita su R, non periodica. Non ammette
asintoti e non ha limite per x ➔ ±a:>. La derivata prima vale f'(x) =
= x sen x; limitatamente ad x ~ O, la derivata prima è positiva quag
do sen x > O, e cioè per x E(2k1T, (2k+l) 11), con k=0,1,2, •.. I pun-
ti x=2k1T, con k=l, 2 ,3, ... , sono di minimo relativo e risulta f(2k1T)=
--2k1T. I punti,x=(2k+l) 1T, con k=0,1,2, ... , sono di massimo relati
va e risulta f((2k+l) 1T) = (2k+l)TI. Infine, il punto x=O è di fle~
so a tangente orizzontale. La derivata seconda f"(x)=sen x + x cos x
si annulla in corrispondenza delle soluzioni dell'equazione x+tg x=O
Il grafico è rappresentato in figura 2.102 ]

y
3n
f(x) - sen x-xcos x

-3n 2n
-2n 3.n )(

- .n

-2n -------

-3 :r
figura 2. 102

2.97 Disegnare, per xe[0,411], il grafico delle fun -


zioni
12 8

X X
(a) f(x)=sen x+4 sen (b) f (x)=sen x+4 cos
2 2
[sono utili le formule di duplicazione:

X X
sen x=2 sen - cos COS X cos 2 X sen 2 x
2 2 2 2

(a) La funzione si annulla per x=0, x=ZTI, x=4 TI, ed è positiva in


(0,2TI). La derivata prima si annulla in due punti; in particolare

/3 - 1
x = 2 arcos
2

è un punto di massimo. La derivata seconda si annulla per x=0, ZTI ,


41! ,(4/3)TI, (8/3)TI. Il grafico è rappresentato in figura 2.103.
(b) La funzione si annulla per x=TI, x=3TI ed è negativa in (TI,3TI).
La derivata prima si annulla in due punti; in particolare x
=2 arcsen [ ( /3-1)/2 ] è un punto di massimo. I punti x= TI,(7 /3) TI,
3 TI, (11/3) TI sono di flesso. Il grafico è rappresentato in figura
2.104 ]

y y
f(xJ = senx+4sen 2
X
f(x) = sen x +4cos2- 2
4

figura 2.103 figura 2. 104


129
.J.-

2.98 Disegnare il grafico della funzione

f(x) = 2 sen x - i1 sen 2x - x.

[ La funzione non è periodica, ma le derivate prima e seconda sono pe-


riodiche di periodo 2 TT. Studiando tal i derivate nell I intervallo [O,
2TT], si trova che x= TT/2 è un punto di massimo, x=(3/2)TT è un pun-
to di minimo relativo.. La funzione è convessa negli intervalli (O, TT/3),
(TT ,(5/3) TT) ed i punti x=O, TT/3, TT, (5/3)TT, 2 TT sono di fle~
so. Si noti infine che f(kTT)=-kTT , per ogni kE Z. Il grafico è rap-
presentato in figura 2 .105 ]

y
f (x) = 2 sen x 1 sen 2x - x
2
2.rr
X

3 2

-2n-

figura 2.105
130

2.99 Studiare le seguenti funzioni

(a) f (x) = (sen x) sen" e b) E ex) = et g x) tg X

[ (a) La funzione è periodica di periodo 2 1T. Limitatamente all' inter-


vallo [0,21! la funzione è definita quando la base sen x è PQ
sitiva, cioè nell'intervallo (O, 1T). E' positiva e converge ad 1 per
x che tende agli estremi dell'intervallo. La derivata prima vale

sen x
f'(x)=(sen x) ·cos x (log sen x+l)

e si annulla quando cos x=O, c1oe per x= 1!/2 (che è un punto di mas-
simo e f(TI/2)=1), e quando log sen x=-1, cioè sen x=e- 1 , cioè anco-
ra:
-1
x=arcsen e oppure x = 1T-arcsen e -l,

che risultano punti di minimo. Il .grafico è rappresentato in figura


2. 106.
(b) La funzione è periodica di periodo 1T. Limitatamente all'inter-
vallo [ O, 1T] , la funzione è definita in (O, 1T/2) ed è positiva in
tale intervallo. Valgono le relazioni di limite

lim f(x) = 1 lim f(x)= + a,


x ➔ o+ x ➔ TI/2-

y
y f ( x) = (sen X) sen • tg.
l(x)=ltgK)

X ;,; X
2
figura 2.106 figura 2.107
131

La funzione ha un asintoto verticale sinistro di equazione x=TI/2.La


derivata prima si annulla per x = arctg e- 1 , che è un punto di mini-
mo. Il grafico è rappresentato in figura 2.107]

Disegnare il grafico delle funzioni


~
rv\ f(x) 1
(b) f(x) = Itg x I
Y" lsen x+cos xl tg 2 x+3
[ (a) La funzione è periodica di periodo 2T1. Nell'intervallo [0,2TI ]è
definita per xi (3/4) T1 ex i (7/4)T1. Le rette di equazione x=
=(3/4)T1, x=(7/4) TI sono asintoti verticali. La funzione assume il
valore 1 in corrispondenza dei punti xaO, Tl/2, TI, (3/2) T1, 211. La
derivata prima si annulla per x= T1/4 e x=(S/4)TI, che sono punti di
minimo ed il valore minimo è /2/2. Grafico in figura 2. 108.
(b) La funzione è pari ed è periodica di periodo TT. Nell'interval-
lo [- TI/2, TI/2 ] non è definita agii estremi e converge a zero
per x ➔± TI /2. Non è derivabile per x=O. La derivata prima si annul
la per x= ± TI/ 3, che sono punti di massimo. Il punto x=O è di minimo.
Il grafico è in figura 2.109]

y y
1 I tg Xl
f (xl = Jsenx+cosxl !Cxl =
tg 2 x+3

1
2.n-
n 3 5 7 )( .n- n n n )(

4n 43r 4.n- - ---


4 2 3 3 2

figura 2.108 figura 2. 109


13 2

1.101 Disegnare il grafico della funzione


f(x) = logl 1-sen xl - 2 log lcos xl
dopo aver semplificato l'espressione in base al
le proprietà dei logaritmi e del valore assolu
_______tQ_,_

[ La funzione è periodica di periodo 2 11. Ci limitiamo a studiarla


nell'intervallo [ 0,2 11] . E' definita per x tale che sen x I 1 e
cos x f, O; perciò è definita per x 'f 11/2 e x f (3/2) 11 . Con tali
restrizioni semplifichiamo l'espressione analitica di f(x) (tenen-
do presente che I 1-sen xl= 1-sen x, dato che 1-sen x > O):

f(x)=log(l-sen x)- log ( Icos x I) 2


=

1-sen x 1 - sen x
log --- 2 log ( l+sen x).
cos X log 1 - sen2x

Occorre perciò studiare la funzione f(x)=-log(l+sen x) con x E [o,


21T], x f 1T/2, x # (3/2) 1T . La funzione si annulla per x=O, 1T ,21T
ed è negativa nell'intervallo (O, 1T ). La retta x=(3/2)11 è asintQ
to verticale per f(x), dato che f(x) ➔ +"' per x ➔ (312) 1T. La de-

"
12
!!..

f(xJ = 1og(1--- 4--)


2+V3+tg,
...:1092
r(JC) = logl1-senxI-2Ioglcosxl

figura 2.110 figura 2.111


133

rivata prima

COS X
f' (x) =
l+sen x

è positiva per x E(1T/2, (3/2)1T ). 11 punto x= TT/2 è di minimo per


la funzione -log(l+sen x) . La derivata seconda f"(x) = 1/\l+sen x)
è positiva per ogni x. Il grafico della funzione è rappresentato in
figura 2. 110]

Studiare la funzione f(x)=log _2_+_13""'3,--:-t-g-x)


·
[E' periodica di periodo 1T, Per determinare l'insieme di definizione
è·t:t:ile ricordare, ad esempio, che tg(1T /12)=tg(l5°)=2- /3 (si veda
l'esercizio 2.20 della parte prima); limitatamente all' intervallo
[ O, 1T], la funzione è definita in ( 1T/12, 1T/2JU ('lT /2,(7/12) 1T).
Converge a zero per x ➔ 1T /2, diverge a - 00 per x ➔ 1T /12+ e diverge
a+ 00 per x➔ (7 /12) 1T- . La derivata prima, dove è definita, è posi-
tiva. La derivata seconda si annulla per x=1T /3,che è un punto di
flesso.La funzione è concava nell'intervallo ( 1T /12,TT /3)ed è con -
-~ vessa altrimenti. Il grafie.o-è .in figura 2.111]
Z~Stu~re le seguenti funzioni
~ f(x) = arcsen Clxl-1) Kf(x)=arctg x2
[(a) La funzione arcsent è definita per t E [ -1,1]. Perciò f(x) è
definita se -1 i Ix I-li 1, cioè O i Ix I i 2, cioè ancora x E
E' [-2,2]. La funzione è pari e non è derivabile per x= ±2. E' nel@
tiva nell'intervallo (-1,1). Risulta crescente in [ 0,2 ] e de-
crescente in [ -2,0]. E' convessa all ' esterno dell' interval-
lo [ -1,1]. Il grafico è in figura 2.112.
(b) E' una funzione pari definita su R. Si annulla per x=O ed è po-
sitiva altrimenti. La retta di equazione y=1T/2 è asintoto orizzon-
tale per x -+± 00 • Le derivate prima e seco'nda valgono
1T -
4
2x 2(1-3x )
f'(x) = - f"(x)= --~~
l+x~ (l+x4)2

La funzione è decrescente in ( - «> ,o ] ed è crescente in [ O,+ 00 ) •

Il punto x=O è di minimo. La derivata seconda si annulla per x =


± 3- 114 , che sono punti di flesso. Il grafico è in figura
2 .113 ]
y
are sen (lxl-1 l y arctg x 2
lr/2 1r /2

)( )(

figura 2. 112 figura 2 .113

2.104 Disegnare i grafici delle funzioni


-tea) f(x) arcsen le
2x
-li
(b) f(x) x + 4 arctg /lx-li
[ (a) figura 2.114; {b) figura 2.115]

y
y

x+4arctgVix=1Ì
arcsen le2'-1 I
2n
n/2

..1iog2 X X
2

figura 2.114 figura 2.115

2.105 Studiare le seguenti funzioni e disegnarne il


grafico
E l+x2
(a) f(x) log + arctg x - x
2 4
135

(b) f(x) = x 3 -x 2 +2x arctg x log (l+x 2


)

[ (a) E' una funzione dispari definita su R. Non ha asintoti. Le de·


rivate prima e seconda valgono

1
1 l+x
f'(x) = - log -- f"(x)
2 4

La derivata prima si annulla per x = ±/3 Il punto x = /3 è di


minimo ed il punto x=-13 è di massimo ; nsuita inoìi.rn [(±/3 ..) =
= ± (arctg /3 - /3 ) . La funzione è convessa in [ O, + a, ) ed i1
punto x=O è di flesso. Il grafico è rappresentato in figura 2.116.
(b) E' definita su R. Tende a ±"' per x ➔ ± 00 • Non ha asintoti. Le
derivate prima e seconda valgono

f'(x)=3x 2 -2x+2 arctg ~f"(x)= x (3x 2


-x+3).
2
l+x
Non è agevole studiare direttamente il segno della derivata prima,
ma è più opportuno deteminare preliminarmente il segno della deri-
vata seconda.

x 1 +x 2
f(xl = 2
1og --
4
+ arctgx-x

figura 2.116
13 6

Essendo 3x 2 -x+3 > O per ogni x E R, la derivata seconda è posi


tiva per x > O ed è negativa per x <O.Perciò la funzione è conve~
sa in [ o,+ ·co ) , è concava in (- co ,O e x = O è un punto di fles-
so. Inoltre, dato che f"(x) ~ O per x ~ O, la derivata prima è stre!
tamente crescente in [ O,+ co ) ed è strettamente decrescente in
(- co ,o ] ; il punto x=O è di minimo assoluto per la derivata prima.
Quindi:

f'(x) ~ f'(O) = O, V xE R.

Ne segue che la funzione non ha nè massimi, nè minimi ed è stretta-


mente crescente su R. Il punto x=O è di flesso a tangente orizzont~
le ]
Capitolo 3
EQUAZIONI ALGEBRICHE E TRASCENDENTI

3A. Esiste~za de1le s61uzio~i

Prendiamo in considerazione equazioni del tipo


f (x) = O,
con f(x) funzione reale di variabile reale definita
in un insieme I. Risolvere l'equazione data signifi-
ca determinare tutti i nwneri reali XE I per cui f(x) =
=O. Tali numeri x si chiamano soluzioni dell' equazio-
ne data, o zeri della funzione data.
Se la funzione f(x) è un polinomio, si dice che
f(x) = O è un'equazione algebrica. Se f(x) è una funziQ_
ne trascendente (ad esempio composta tramite le fun-
~ioni elementari ex, log x, sen x, cos x) allora si
dice che f (x) = O è un'equazione trascendente .
Una soluzione di un'equazione algebrica si dice
anche radice dell'equazione. Per estensione, talvol-
ta si usa il termine di radici anche per le soluzio-
ni di equazioni trascendenti.

3.1 Determinare il numero ed il segno delle radici


reali dell'equazione di Fibonacci:
x 3 +2x 2 +10x-20 = O.
13 8

[La funzione f(x) = x 3


+2x 2
+lOx-ZO tende a ± 00 per x ➔ ±ro . Perciò e-
sistono due numeri a,b per cui f(a)< o, f(b) > o. In base al teorema
dell'esistenza degli zeri, l'equazione f(x)=O ha almeno una soluzione
reale nell'intervallo di estremi a,b. La derivata della funzione f(x)
vale

2
f' (x) = 3x +4x+l0.
2
La disequazione di secondo grado 3x +4x+10 > O è verificata per ogni
x ER. Perciò la derivata prima è positiva per ogni x ER e quindi la fug
zione f(x) è strettamente crescente su R. Ne segue che l'equazione
f(x) ammette una sola radice reale. Per stabilire il segno di tale ra-
dice basta osservare che f(0)=-20 < O e quindi f(x) si annulla per x>O
~ssendo crescente]

3.2 Dimostrare che l'equazione


x2
l o
2 24

ammette quattro radici reali.


2
[La funzione f(x)=l-x /2 + x' /24 è pari; perciò, se armnette una radi-
ce x 1 > O, ammette anche -x 1 come radice. Dal segno della derivata

X
2
f' (x') (x - 6)
6 6

si deduce che il punto x=O è di massimo, mentre i punti x= ± /6 sono


di minimo per f(x). Risulta f(O)=l, f( :± /6) = - 1/2, f(x) ➔+"' per
x ➔ ± 00 • Per il teorema dell'esistenza degli zeri, f(x) ammette una ra-
dice reale in ognuno degli intervalli (- 00 ,-/6), (-/6, o),(o,+/6)
( ./6, + °"). Più precisamente, f(x) ammette come radici ±x 1 , ±x 2
con x 1
E(0,/6 ), x 2
E (16,+"'). Si veda anche l'esercizio 2.50 e
la figura 2.37, dove è rappresentato il grafico di f(x). Per finire,n2
tiamo che, essendo l'equazione biquadratica, è possibile determinare~
splicitamente le quattro soluzioni, che risultano uguali a ±x 1 , ±x2
v6-21-:; e X 2

3.3 D-eterminare il numero delle soluzioni reali del-


le seguenti equazioni, al variare del parametro
139

reale À.

(b) x1ocx-2)1o=À

[(a) Proponiamo due metodi di risoluzione. Il primo metodo consiste nel


lo studiare la funzione

f(x) = x 9 (x-4) 9

Si Ve.ci[ic:a che f (xì 1


si--an.11ulla pl::!LX="2, è positiva per x > 2 ed è
negativa per x < 2. Perciò f(x) è strettamente decrescente in (- 00 ,2 ]
ed è strettamente crescente in [ 2 ,+ 00 ) • Il minimo assolut.o val e f (2 ) =
=-2 1 8 . Ne segue che l'equazione f(x)= À ha due soluzioni se À >
- 21 8
, una sola soluzione se À 2 1 8
e non ha soluzioni se .À <
< _ 2 1a_
Il .secondo metodo, 15itt efficace pcrchè fou.iscc ww zapprese11te.
zione delle soluzioni, consiste nello scrivere l'equazione data nella
forma equivalente
1/9 2 1/9
x(x-4) = À , cioè K -4x- À = 0.

L'equazione ottenuta è di secondo grado, ed ha per soluzioni x = 2 i


,I
± V4 + A
,119,
purchè À > -4
9
=- 2
ia

(b) Nessuna soluzione per À < O. Due soluzioni per À= O. Quattro SQ

luzioni reali se O < A < 1. Tre soluzioni se À =l. Due soluzioni per
À > 1]

3.4 Determinare il numero di radici reali dell'equ~


zione algebrica
x 12 -6x 6 +8x 3 -9 = O.
[L'equazione ha due radici reali. Ciò si può stabilire considerando la
1 2 6 3
funzione f(x)=x -6x + 8x -9. La derivata vale
2 9 3
f'(x) = 12x (x -3x +2) .
9 3
Dato che il polinomio x -3x +2 si annulla per x=l e dato che esso
3
è composto con potenze di x , si vede che è divisibile per x 3 -1. E!
fettuando la divisione si determina la scomposizione:
2 3 6 3
f'(x) = 12x (x -l)(x -x -2).
6 3
Il polinomio x -x -2 è di secondo grado rispetto a t=x 3 EffettU.3!!
140

2
do tale sostituzione si ottiene t -t-2=(t-l)(t+2). Risulta quindi
2 3 2 3
f 1
(X) = 12X (X -1) (X +2) .

La derivata prima si annulla per x=O, x=l, che risultano punti di fle~
so, e per x 3
=-2, cioè x=-2 113 , che è l'unico punto di minimo di f(x).
La ftmzione f(x) è strettamente decrescente in (-"',-2 113 ] ed è stre!c
tamente crescente in, [ -2 113 ,+"'). Il valore minimo si ottiene quando
x 3 =-2 e vale -1. Perciò l'equazione f(x)=O ha due soluzioni, una mi-
nore ed una maggiore di x=-2 113 ]

3.5 Si consideri il polinomio di quarto grado


p(x) = x 4 + ax 3 + 13x2 - &,
con a,13,o numeri reali e 32l3-9a 2 >O.Verificare
che, se o è maggiore, uguale o minore di zero,al
lora in corrispondenza l'equazione p(x)=O ammet-
te due, una o nessuna radice reale.
[La funzione p(x) tende a+ "' per x ➔ ±"'. La derivata vale

p'(x)=x(4x 2
+3 ax + 2 13)
Il discriminante +3a x + 2 !3 vale
del polinomio di secondo grado 4x 2

2
ti =9 a -32 13 ed è negativo per ipotesi. Quindi il polinomio di se-
condo grado è positivo per ogni xE R. Perciò p' (x) si annulla solo per
x=O, è positiva per x > O ed è negativa per x <O.Il punto x=O è di
minimo per p(x) ed il valore minimo è p(O)= O. Si ottiene poi facil-
mente la conclusione indicata]

3.6 Indicare il numero ed il segno delle radici rea-


li dell'equazione

in funzione dei parametri reali a,b, con b ~ O.


4 2
[Poniamo f(x) = x + x ; g(x) = ax+b. La funzione f(x) è strettamen-
te convessa su R; la funzione g(x) ha per grafico una retta. I grafici
delle due funzioni si incontrano in due punti se la retta è secante,in
un punto se la retta è tangente, oppure non si incontrano.
Dato che f(O)=O, g(O)=b, se b >Osi verifica che la retta incon -
141

tra il grafico di f(x) in due punti; in corrispondenza l'equazione ha


due soluzioni, una positiva ed una negativa. Se b=O l'equazione ha per
soluzione x=O. Inoltre, se a=O, la retta di equazione y=O è tangenteal
grafico di f(x) per x=O; quindi, se a=b=O, l'equazione ha soltanto la
soluzione x=O. Infine, se a# O e b=O, la retta di equazione y=ax ta-
glia il grafico di f(x) in un altro punto (oltre lo zero); in partico-
lare l'equazione data ha una soluzione nulla e una positiva (se a> O)o
negativa (se a< O)]

3.7 Indicare il numero delle radici reali dell'equa-


zione

in funzione dei parametri reali a,b.


[se a# o, l'equazione ha due radici reali. Se a=O e b; O, l'equazione
ha una radice reale (x=O). Infine, se a=b=O, ogni xE R è soluzione]

3.8 Determinare le soluzioni dell'equazione

x 2 -4x+2 + __ x_ O
/x-T
[L'unica soluzione dell'equazione data è x=2. Per verificare ciò,si può
scrivere l'equazione nella fama f(x) g(x), con

2
f(x)=x -4x+2 ; g(x)

Il grafico della funzione f(x) è una parabola convessa con vertice nel
punto del piano x,y di coordinate (2,-2). La funzione g(x) è definita
per x > 1; ha un asintoto verticale destro di equazione x=l; dallo st~
dio del segno della derivata prima

2-x
g' (x)
2(x-1) 312

si deduce che il punto x=2 è di massimo assoluto per g(x) ed il valore


massimo è g(2)=-2. In figura 3.1 sono rappresentati i grafici di f(x),
g(x) in uno stesso sistema da riferimento. Risulta f(2)=g(2)=-2 e inol
tre f(x) > -2 > g(x) per ogni x f 2. Quindi x=2 è l'unica soluzione daj,_
l'equazione data]
y

y - f(x)

-2 ___ L_
I
I
I
I g (x)
I
I
figura 3.1

3.9 Determinare il numero di soluzioni dell'equazio-


ne

1
lx+
x-3
= o.
[E' possibile scrivere l'equazione nella forma f(x)=g(x), con

1
f(x) rx g(x)
3-x

In figura 3.2 sono rappresentati i grafici di f(x), g(x) in uno stesso


sistema di riferimento. L'equazione data non ha soluzioni per x < O(d2
ve f(x) non è definita) e per x > 3 (dove f(x) > O e g(x) < O). Invece
nell'intervallo (0,3) l'equazione ha due soluzioni, dato che f(x) è
143

concava, g(x) è convessa, e inolLre f(l) 1 > g(l) 1/2 ]

= vx

1 2 13
I
I
I
I
I
figura 3.2

3. 10 Determinare, al variare del parametro reale À, il


numero di soluzioni dell'equazione
1
+ log x = À.
X
[ La funzione f(x) = 1/x + log x, definita per x > O, diverge a+ 00 per
x➔ o+ e per x ➔+ 00 • La derivata prima vale

x-1
f I (X) + -
X 7
si annulla per x=l, è positiva per x > 1 ed è negativa per x E (O,l).
Il punto x=l è di minimo assoluto per f(x). Inoltre la funzione f(x)
è strett!mente decrescente in (0,1] ed è strettamente crescente per
xE [1,+ 00 ). Il valore minimo di f(x) è f(l) = 1.
Ne segue che l'equazione f(x) = À ha due soluzioni per À> 1,
una sola soluzione (x=l) per À=l e nessuna soluzione se À < 1]
144

3.11 Determinare il numero di soluzioni dell'equaziQ


ne

1
X
+ log Ix I = 2

[ L'equazione f(x) = 1/x + log Ix I= 2 è stata studiata nell'eserci -


zio precedente (À =Z) sex> O. Inoltre, per x < O, si ha

lim f(x) =+ 00 lim f( x) = - 00 ,


x ➔ -CD x ➔ o-
e, in base al segno della derivata prima,si verifica che f(x)è stre!
tarnente decrescente in (- 00 ,O). Ne segue che l'equazione f(x)= 2 ha
tre soluzioni, una negativa, una.compresa tra zero ed uno ed una mag
giare di uno ]

·3.12 Determinare il numero ed il segno delle soluzio


ni dell'equazione trascendente

log lxi o.
[ Scriviamo l'equazione nella forma f(x) = g(x), con

X 2 -4x
f(x) = log I x I ; g(x)
1-0
La funzione f(x) è definita per x 1 O ed è pari. La funzione g(x) è
definita per x ~ ± l; le rette di equazione x= ±1 sono asintoti veL
ticali per g(x); la retta y=-1 è asintoto orizzontale per x ➔ ± 00 ; la
funzione g(x) non ha punti di' massimo, nè di minimo relativo.
I grafici di f(x), g(x) sono rappresentati in figura 3.3. Per
x > O,f(x) è crescente e g(x) è decrescente (separatamente in (O,l)e
(1,+co )); perciò esistono due soluzioni x 1 , x 2 con x 1 E (0,1) e
x 2 E( 1,4). L'equazione non ha soluzioni per x < O, dato che le fun-
zioni f(x), g(x) hanno segni opposti negli intervalli (- '°,-1) e
(-1,0) ]
145

y
I
g (x > I
I
l

y = -1
--------
-1,
1

I
I
I
I
figura 3.3

3.13 Determinare, al variare del parametro reale À


il numero di soluzioni reali dell'equazione

2
[ Si veda lo studio della funzione f(x) = x log x fatto nel l' eserci-
zio 2.64(a) ed il grafico in figura 2.56. Si ottiene il seguente
risultato:

se À < O nessuna soluzione;


se À = O una sola soluzione (x=l);

2
se O < À < 4/e tre soluzioni;
2
se À = 4/e due soluzioni;
2
se À > 4/e una soluzione]
146

3.14 Determinare il numero di soluzioni reali delle


equazioni:
1
(a) (b) x log 2x = e
e

[ (a) L I equazione ha tre soluzioni x 1 , x 2 , x 3 tali che : x1 E

E (O,l/e 2 ), x O = 1/e, x, E (l,+"' ); (b) l'unica soluzione dell'e-


quazione è x = ;] ,

3. 15 Si consideri la funzione
f(x) = Zx loglxl - x2
Dimostrare che la derivata prima si annulla in
corr_ispondenza a due numeri reali.
[ L'equazione f'(x) = O ha due soluzioni: una negativa e l'altra ugua-
le ad 1]

3.16 Verificare che l'equazione


x 2 - 2x log x - 2 = O
ammette una ed una sola soluzione reale. Inol -
tre, senza far uso di macchine calcolatrici (ma
ricordando che e= 2.71 ... , /3 1.73 ... ) stabi
lire se tale radice è maggiore o minore del nu-
mero e.
[ La derivata della funzione f(x) = x2 - 2x log x - 2 vale

f'(x) = 2 (x-log x - 1).

La funzione g(x) = x-log x - 1 ha un minimo assoluto per x=l ed il


minimo vale g(l) = O; perciò g(x) > O per ogni x ~ 1 e g(l) = O (ciò
segue anche.dal fatto che la funzione log x è concava e che la retta
di equazione y = x-1 è tangente al grafico della funzione logaritmo
nel punto x0 = 1, perciò log x .$. x - 1 per ogni x > O).
Quindi f'(x) si annulla per x = 1 ed è positiva per ogni altro
x >O.Ne segue che la funzione f(x) è strettamente crescente per
X) 0.
Essendo
147

lim f(x) - 2 lim f(x) =+ a, ,


x➔ o+ x ➔ + a,

l'equazione data armnette una ed una sola soluzione reale x0 .Dato che
f{x) è strettamente crescente, tale soluzione x 0 è minore o maggiore
del numero e a seconda che f(x) sia positiva o negativa in corrispog
denza ad x =e.Risulta
2
f (eJ = e - Ze - 2.
2
Il polinomio di secondo grado t - 2t - 2 si annulla in corrispondeg
za delle radici t = l ± /3 ed è negativo per tE (1- /3, l+ /3).
Risulta quindi f(e) < O se e -solo se e e(1-/J, 1+ 13), cioè: e< l+
+ /3). Ricordando che e 2.71 ... e che 1+/J = 1 + 1.73 ... =2.73... ,
risulta effettivamente e< 1 + /3, quindi anche f(e) < O, cioè anco
ra e< x 0 • In figura 3.4 è rappresentato il grafico della funzione
f_(x) ]

f(xl - x2 -2xlogx-2

)(

-1

-2
figura 3.4

3.17 Determinare il numero di soluzioni delle segueg


ti equazioni
X X X 1-X
(a) e (b) e =
x+l X
X
[ (a) Poniamo f(x) = e , g(x) = x/(x+l). I grafici delle due funzioni
sono rappresentati in figura 3.5. Come si vede dalla figura, i due
148

grafici non si incontrano (e quindi l'equazione data non ha soluzio-


ni). Analiticamente ciò risulta chiaro dalle disuguaglianze:

se x ~ O allora f(x) ~ 1, g(x) < l;

se x E (-1,0) f(x) > o, g(x) < O;

se x < - 1 f(x) < 1, g(x) > 1.


X
(b) Poniamo f(x) e, g(x) = (1-x)/x. I grafici delle due funzioni
sono rappresentati in figura 3.6. L'equazione data ha una sola solu-
zione (posit,iva). Ciò si verifica osservando che, per x < O, f(x) è
positiva e g(x) è negativa (quindi l'equazione f(x) = g(x) non ha
soluzioni negative); mentre, sex> O, f(x) è strettamente crescente
2
e g(x) è strettamente decrescente (g' (x)=-Ùx < O) e risulta:

f(O)=l, lim g(x) = + "'; lim f(x)=+"' lim g(x)=-1]


x ➔ o+ x ➔ :t-"' x ➔+"'

y
I

~j
------,- 1

figura 3.5 figura 3.6

3.18 Determinare il numero di soluzioni reali dell'e


quazione
X ax+b
e
cx+d
149

dove a,b,c,d sono parametri reali tali che afO,


e f O, be-ad> O.
[ Poniamo f(x) = ex, g(x)= (ax+b)/(cx+d). La funzione g(x) è definita
per x 1 - d/c; la retta di equazione x=-d/c è un asintoto verticale
e la retta di equazione y = a/e è un asintoto orizzontale per g(x).
Inoltre, come mostrato nell'esercizio 2.51, risulta

be - ad
g' (x)
- ~ (x+d/c) 2

dato che, per ipotesi, be-ad> O, la funzione g(x) è strettamente d~


crescente negli intervalli (-CD,-d/c), (-d/c,
+"').Tenendo conto che
X
f(x) = e è strettamente crescente su Re tenendo conto delle rela -
zioni di limite

lim f(x) o
x ➔ -CD
CD

{
lim g(x)
a
X
lim
➔ -m
g(x)
e x ➔ (- ~dr
si deduce che, nell'intervallo (- "' , -d/c), l'equazione data ha una
soluzione se a/c > O e nessuna soluzione se a/c <O.Inoltre, tenen-
do conto delle relazioni di limite

lim f(x) + CD
x ➔ +co

~r {
lim g(x)=t CD>

X ➔ (- lim g(x)
a
x ➔ +m
c

si deduce che, nell'intervallo (-d/c,+ CD), 1 'equazione data ha, in


ogni caso, una ed una sola soluzione reale.
Riassumendo, l'equazione ha due soluzioni reali se a,c hanno lo
stesso segno (a/c > O) ed ha una sola soluzione reale se a,c hanno
segni discordi (a/c < O) ]

3.19 Determinare il numero di soluzioni d€ll'equaziQ


ne

e X
+
1 Q
X
15 O

[ E' opportuno scrivere l'equazione nella forma equivalente xex=-1. La


funzione f(x) = x eX, il cui grafico è rappresentato in figura 3. 7,
1
ha minimo assoluto per x = - 1 ed il valore minimo è -e- . Perciò

1
f(x) ~ f(-1)=- - >- 1,. V X E R,
e

e l'equazione data non ha soluzioni ]

-2 -1
,_--'--~---- __ 1 X
e
-1

figura 3. 7

3.20 Determinare il numero di soluzioni delle equa -


zioni
2
(x - 1)

[ (a) Una soluzione è data da x=O. E' opportuno scrivere l'equazione


nella forma equivalente
2
f(x) = (x-1) ' e-x = 1.

Risulta f' (x) = e-x(x-1)(3-x). Il punto x=l è di minimo (ed il valo-


re minime è f(l)=O) ed il punto x=3 è di massimo (ed il valore massi
mo è f(3) 4/e 3 < 1). Inoltre f(x) ➔O per x ➔+a:>. Il grafico di
f(x) è rappresentato in figura 3.8. Risulta che l'equazione f(x) = 1
ha soltanto la soluzione x =O.
(b) L'equazione, oltre alla soluzione x=O, ha un'altra soluzione rnag
151

giare di 1]

3 -~- Determinare il numero ed il segno delle soluzio


U ni dell'equazione

z-x= IX I
[ Poniamo f(x) = 2-x Ix I . La funzione f(x) è definita per ogni
xE R ed è derivabile sex; O. Per x ➔ ± 00 la funzione f(x) tende a
+°'.La derivata prima, per x fa O, vale

f' (x)
{ -2

-2
-,
-x
log 2 - 1

log 2 + 1
se

se
X )

X (
0

Per x >Ola derivata prima è sempre negativa, mentre, nell'interval


lo (- 00 ,0), è negativa per

2-x log 2 > 1 <=> 2x < log 2 <=> x < log 2


log 2.

Il punto x log 2 log 2 risulta di minimo relativo per f(x) (si noti
che O< log 2 < 1 e quindi log 2
log 2 < O). Il valore minimo è

y = .1
-------

1 3 X

figura 3.8
152
1
1 log 2 1 1
f(log 2
log 2) 2 og 2
- Ilog 2 log 2 I= --log 2
- log 2
--·
log 2'

essendo log 2 t < t per ogni t > O, in particolare per t=l/log 2 si


ottiene f(log 2
log 2) > O. Il grafico di f(K) è rappresentato in fi-
gura 3.9 (si verifica facilmente che f(x) è convessa negli interval-
li (- 00 ,O] e [o,+"')). Essendo f(O)=l, l'equazione data ammette
una ed una sola soluzione (positiva)]

f(x) = 2 -• -IXI

log 2 1og2 X

figura 3.9

3.YDeterrninare, al variare del parametro ÀE(O,+~),


D il numero ed il segno delle soluzioni dell'equ~
zione

[Invece di procedere come nell'esercizio precedente, scriviamo l'equa-


zione nella fonna (si tratta di una forma equivalente, dato che x =O
non è_soluzione):

À = I x 11/x .
1/x (log lx I )/x _
La funzione f(x)= IX I = e e definita per xiO, ha un
153

asintoto verticale sinistro per x=O ed un asintoto orizzontale di e-


quazione y=l per x ➔ ± 00 • La derivata prima vale

!2g_J<l 1-log Ix I
f'(x)=e x VX / O
x2

(si ricordi che la derivata della fonzi ooe log Ix I è 1/lt a,iehe ·per
x < O). La derivata si annulla quando log lx I = 1, cioè per x= ± e.
Inoltre la derivata è negativa all'esterno dell'intervallo [-e,e ]-,.-
Consideriamo nel seguito f(x) separatamente per x > O e per x < O.
Nell'insieme (O,+ "') il punto x=e è di massimo assoluto per
f(x) e risulta f(e) = el/e. Tenendo presente che f(x) ➔O per x ➔ O+,
l'equazione f(x) = À ha, per x > O, una soluzione se ÀE(O,l ],due
soluzioni se À E (l,el/e), una sola soluzione (x=e) se À =el/e nessy
na soluzione se À > el/e. Nell'intervallo (- 00 ,o) il punto x=-e è di
minimo assoluto per f(x) e risulta f(-e)=e-l/e.L'equazione f(x) = À
ha, per x <. o,.una soluzione se À ?_ 1, due soluzioni se À E (e-l/e,l)
una sola soluzione (x=-e) se À=e-l/e, nesstma soluzione se À <
< e-l/e (si veda la figura 3.10).
Riasswnendo, il numero ed il segno delle soluzion·i in funzioned:i.

f (xl =Ix I 11•

-1 1 e X

figura 3.10
154

À > o è dato da:

-1/e
ÀE(O,e ) una soluzione (positiva)
-1/e ed una negativa)
À= e due soluzioni (una positiva
-1/e e due negative)
ÀE(e ,1) tre soluzioni (una positiva

À =l due soluzioni (x =± iÌ
1/e ed una negativa)
À E(l,e ) tre soluzioni (due positive
1/e (una positiva ed una negativa)
À =e due soluzioni
1/e (negativa).
À > e una soluzione

Si noti che i'eserc1z10 ptéCédéllCé è mt caso pmtico1:a:!e eli erw,2110 qui


considerato, e si ottiene ponendo À = 1/2 < e-l/eJ

3.23 Determinare le soluzioni delle equazioni


X
x2
(a) e 1 + X +
2

log x 3-x
(b) x-1 2

[ (a) Scriviamo la fonnula di Taylor con il resto di Lagrange per la fug


zione ex con centro x = O: Per ogni xE R esiste t, , nell'intervallo di
0

estremi O ex, per cui

X
x2
1 + + - + X 3 •
e X
2 3!

Il termine et, x 3 /3 ! si annulla solo per x=O. Perciò x=O è 1' unica
soluzione dell'equazione data.
(b) Posto f(x) = log x, risulta

1 1 2
f' (x) = f"(x)=- 7 f"(x) = -
x3
X
In particolare risulta f(l)=O, f'(l)=l, f"(l)=-1- In base alla formu-
la di Taylor con il resto di Lagrange per la funzione log x con centro
x0 = 1, esiste t, > O per cui
155

3
1 2 + -1 (x-1)
log x=(x-1)- - (x-1) --c- 3-
2 3 s

Cioè, sex 1:

log x 1 (x-1) 2

x-1
1 - i (x-1)+ i -E,- 3-

3-x (x-1) 2

2
+ - --E,-3

3
Dato che ( x-1) / E,3 # O per ogni x f, l, 1 'equazione data non ha SQ

luzioni reali]

3.24 Verificare che l'equazione

e3x + e 2x - 5e x + 3 = O
ammette soltanto la soluzione x = O.
[ Si verifica direttamente che ~=O è soluzione. Per mostrare che x=O è
l'unica soluzione poniamo ex=t, da cui t 2 :e 2x, t 3=e3x. Con tali no-
tazioni l'equazione diventa
3
f(t) = t + t2 - 5t + 3 = O.
2
La derivata f'(t): 3t + 2t - 5 si annulla in corrispondenza di t =
=-5/3 e t=l. La funzione f(t) è strettamente crescente negli inter -
valli (-CX>, -5/3] e [ l,+ "'). Il punto t=-5/3 è di massimo ed il
punto t=l è di minimo relativo per f(t). Il valore di minimo in cor-
rispondenza a t=l è f(l) = O. Il grafico di f(t) è rappresentato in
figura 3.11. La funzione f(t) si annulla, oltre che per t=l,anche in
un punto t 0 < - 5/3 (eseguendo la divisione del polinomio f(t)per il
polinomio t-1, si trova poi che t 0 =-3); in corrispondenza le soluziQ
ni dell'equazione data verificano:
X X
e 1 oppure e = t
o

La prima equazione dà x = O; la seconda equazione non ha soluzioni


perché t 0
è negativo. Quindi x=O resta l'unica soluzione dell'equa -
zione ]
15 6

figura 3.11

3.25 Determinare il numero ed il segno delle soluziQ


ni dell'equazione trascendente

Z 3x+2 + . Z2x+l x+2


3 2 o.
[ E' opportuno porre 2x=t, da cui

4x 4 3x+2 2 3x 3 2x+l 2 x+2


2 t ; 2 2 ·2 4t; 2 =2t; 2 =4t.

Con tali notazioni l'equazione diventa


4 3 2
f(t) = t - 4t + 6t - 4t = 0

Si noti che f(t) si annulla per t=O. La derivata vale


1,
f'(t) = 4t 3
- 12t 2 + 12t - 4 = 4(t 3 -3t+3t-1)=4(t-l) 3

I
La funzione f(t) è strettamente crescente per t ~ 1 ed è strettamen-
te decrescente per ti 1. Il punto t=l è di minimo assoluto ed il v~
lore minimo è f(l) 1-4+6-4=-l. Perciò l'equazione f(t)=O ha due SQ
luzioni t 1
, t 2 ; una nell'intervallo (- 00 ,1) (che, come abbiamo già
visto, è t=O) e 1 'altra nell'intervallo (1, + 00 ) • In· corrispondenza
occorre risolvere le due equazioni
X
2
157

La prima equazione non ha soluzioni, mentre la seconda ha per solu -


zione x 2 = log 2
t 2 ; essendo t 2 > 1 risulta x 2 > O.

Si noti che f(t) può essere rappresentata nella forma f(t)


(t-1) 4 - 1, da cui si vede facilmente che t 1 = O e t 2 = 2. Perciò
x 2 = log 2 2 = 1 è I 'unica soluzione dell' e uazi

3.26 Risolvere l'equazione


2
e x - (x+4) ex+ 3 (x+l) O.

[ L'equazione hà due soluzioni: x = O ex= log 3. Il metodo per ott~


nere le soluzioni è indicato nella risposta dell'esercizio 2.92

3.27 Verificare che le seguenti equazioni trascende~


ti ammettono una sola soluzione nell'intervalio
(0,11/2):
2
(a) tg X - Zx o (b) tg X -
X
o.
[ (a)Posto f(x) tg x - 2x, la derivata vale
2
1 1 - 2 cos x
f' (x) = cos 2 x - 2 = cos 2 x

La derivata si annulla quando cos 2 x = 1/2 e, dato che cos x > O nel
l'intervallo (O, 1T /2), ciò equivale a cos x = ✓2 /2, cioè x=TI /4.Il
punto x= TI/4 è di minimo per f(x) ed il valore minimo è f(TI /4) = 1-
- 1T/2 < O. La funzione è strettamente decrescente in [ O, TI/4 ] ed
è strettamente crescente in [ TI/4, 1T/2). Inoltre f(x) ➔ +"' per x ➔
...,. 1T /2 - e f(O )=O. Nell'intervallo [ O, TI/2) la funzione si annul-
la per x=O ed in un altro punto dell'intervallo (TI /4, TI /2). Quindi
nell'intervallo (0,11 /2), l'equazione ha una sola soluzione.
(b) Poniamo l'equazione nella forma f(x)=g(x), con

2
f(x) = tg X g(x) =
X

Nell'intervallo (0,11 /2) la funzione f(x) è strettamente crescente e


la funzione g(x) è strettamente decrescente. Inoltre
15 8

f(O) = O lim f{x) = + cc


X ➔ 11 /2-
{ liro g(x)= + ro { g( 11 /2) = 4/ 11
x ➔ o+

Quindi l'equazione f(x) = g(x) ha una ed una sola soluzione nell'in-


tervallo {O, 11/2) ]

3. 28 Consideriamo di nuovo le equazioni (a), (b) del


l'esercizio pre~edente e indichiamo con l; la SQ
luzione dell'equazione (a) e con 17 la soluzione
dell'equazione (b) nell'intervallo (0,11/2). Di-
mostrare che l; > 17.
[ Poniamo f (X) - cg X Zx, g(x) tg x 2/H W: fYJliili?PO g(x)è streJ;,
tamente crescente in {O, 11 /2) e la funzione f(x) (come verificato
nell'esercizio precedente) è strettamente crescente in [11/4, 11/2).
Si noti che le funzioni f(x), g(x) assumono lo stesso valore in
corrispondenza dix= 1. Tale valore è negativo; infatti:

f ( 1) = g ( 1) = tg ( 1) - 2 < tg ( ; )- 2 = /3 - 2 < o.
Dato che le funzioni f(x), g(x) sono crescenti per x L 1, le soluziQ
ni l;-, 17 sono entrambe maggiori di 1. Essendo

2
tg l; = zl; > z tg 17 = - <2
17

ne segue che tg Tj < tg E;,, da-cui Tj < l; ]

3.29 Dimostrare che la derivata f'(x) della funzione


2
f(x) = x sen x
si annulla in uno ed un sol punto dell'interval
lo aperto (0,11).
[ La funzione f(x) è derivabile su R. Dato che f(O)=f{lT) = O, per il
teorema di Rolle la derivata f'{x) si annulla almeno in un punto del
l'intervallo {0,11 ). Per dimostrare l'unicità di tale punto studiamo
1 1 equazione:

2
f' (x) = sen x+2x sen x cos x = sen x (sen x+2x cos x) O.
159

Essendo sen x f O per ogni xE (O, 1T), otteniamo l'equazione equiva-


lente:

sen x + 2x cos x = O.

Osservando che x = TI /2 non è soluzione dell 'equazione (perchè


sen(TI /2) f O), possiamo dividere entrambi i membri per
= 1 cos x
(che non è nullo) ottenendo la nuova equazione equivalente

tg X + Zx = 0.

2
La funzione g(x) = tg x + 2x ha derivata g' (x) = 1/=s x + 2 positi
va; perciò g(x) è strettamente crescente negli intervalli (O,TI /2) e
(TI /2, TI).
Dato che g(O) = O, la funzione g(x) non si annulla nell'interval
lo (O, ii /2). Inoltre, essendo

lim g(x) - a, g( 1T) 2 TI,


11+
x➔ -
2

la funzione g(x) si annulla una ed una sola volta nell' intervallo


(TI/2, TI)]

3.30 Determinare, nell'intervallo (-TI,TI] il numero cli.


soluzioni reali dell'equazione
cos 2
x + 2 sen x + À = O
al variare del parametro reale À.

[ La derivata della funzione f(x) cos 2 x + 2 sen x + À vale

f'(x) = 2 cos x (1-sen x)

e, nell'intervallo (- TI ,TI], si annulla per x=lT/2 (che è un punto


di massimo), x =- TI /2 (che è un punto di minimo) e x=O (che è un
punto di flesso a tangente orizzontale). La funzione è strettamente-
0

crescente nell'intervallo [ - TI/ 2, TI/2 ] ed è strettamente decre -


scente in (- 1T, - 1T/2], [ lT/2, TI]. I valori minimo e massimo di
f(x) sono:

min f(x) f (-i")= - 2+ À


160

Se min f(x) <O< max f(x), allora l'equazione f(x)=O ha due soluziQ
ni nell'intervallo ( - 1T, 1T]; ciò corrisponde a -2+ À < O < 2+ À,cioè
-2 < À < 2. Se À =2, oppure se À=-2, l'equazione ha una sola solu-
zione reale. Infine se À < - 2, oppure se À > 2, l'equazione f(x)=
=O non ha soluzioni]

3.31 Determinare, al variare del parametro reale À


il numero di soluzioni reali dell'equazione
arctg x ÀX.

[ Una soluzione è data da x=O, qualunque sia À E R. La retta tangente


per x 0 =0 al grafico della funzione f(x) = arctg x ha equazione y = x
(si veda la figura 3.12).

y +/
~/
~/
n;

2
y = arctg x
Xo

Xo X

figura 3.12

La funzione arctg x è strettamente convessa nell'intervallo (- co, o]


ed è strettamente concava in [o,+co). Allora, se O< À < 1, la
retta di equazione y = Àx interseca il grafico di f(x) in due punti
±x 0 ; invece, se À ~ 1, oppure se À $_ O, la retta di equazione y=Àx
interseca il grafico della funzione solo per x=O. Riassumendo, l' e-
quazione ha 3 soluzioni reali se À E (0,1); ha solo la soluzione x=O
altrimenti]

3.32 Determinare il numero di soluzioni reali dell'~


quazione
161

ar.ctg x 1
X 2
[ L'equazione ha due soluzioni. Si può studiare il grafico della fun -
zione pari f(x)=arctg x/x, oppure si può procedere come nell'eserci-
zio precedente ]

3B. Ra-dici reali dell'eq~azio~e di terzo


grado

In questo paragrafo consideriamo le radici reali


di un'equazione di terzo grado a coefficienti reali:

Ci proponiamo di dare delle condizioni sui coefficien


ti a 0 ,a 1 ,a 2 affinchè l'equazione ammetta una, oppure
due, oppure tre radici reali distinte. A tale scopo
introduciamo le seguenti notazioni:
a2
_2_
p q +
3

f:.. = ~ + ~
4 27

Si noti che, se a 2 =0, allora p=al' q=ao.


Dimostreremo che:
1) Se /j, > o' l'equazione ha una sola radice reale.

2) Se /j, o e p o, l'equazione ammette come unica


radice reale X - a 2 /3.
3) Se /j, = o e p 'f o' l'equazione ha due radici reali
distinte.

4) Se t:,, < O 1 'equazione ha tre radici reali distinte.

Cominciamo con l'effettuare la sostituzione x =


t - a 2 /3. Il polinomio si trasforma in:
162

+ (at 2a t + -a~)
2
2
- --
3
2
2

9
+

(. -
\ u

t 3 + pt + q.

Ad ogni soluzione dell'equazione iniziale nella


incognita x corrisponde, con la sostituzione x=t-a 2 /3,
una soluzione dell'equazione
t 3
+ pt + q = Q

nell'incognita t, e viceversa. Per questo motivo nel


seguito determineremo il numero degli zeri reali del
la funzione
f(t) = t 3
+ pt + q.

Dato che f(t) ➔ ± 00 per t ➔ ± 00 , esiste sempre almeno una


soluzione dell'equazione f(t) = O. La derivata vale
f'(t) = 3t 2
+ p
ed è sicuramente positiva per ogni tER se p > O.
Perciò, se p > O, la funzione f(t) è strettamen-
te crescente su R ed ammette una unica radice reale ..
Inoltre, se p > O, risulta b. = q 2 /4 + p 3 /27 >O e quil!
di abbiamo una situazione corrispondente al caso 1).
Supponiamo nel seguito c~e p ~ O. In tal caso la
derivata f'(t) si annulla nei punti

✓ -p
3

La funzione f (t) è crescente negli intervalli ( - 00 , t 1 ]


e [t 2 ~+ 00 ) ed è decrescente in [t 1 ,t 2 ]. Il punto t 1 è
163

di massimo relativo, mentre il punto t 2


è di minimo
(se pi O). In corrispondenza la funzione f(t) assume
i valori

Se i valori f(t 1 ); f(t 2 ) sene c~trambi positivi, op-


pure entrambi negativi, la funzione f(t) ha una sola
radice reale; mentre, se f(t 1 ) e f(t 2 ) hanno segni e!_
scordi (e se t 1 i t 2 ), allora le radici reali sono
tre (si veda la figura 3.13).

figura 3. 13

Perciò le radici reali sono tre se il prodotto


f(t 1)·f(t 2) è negativo. Tale prodotto vale

4
=q2+ 27 p3 = 46.

Quindi, se 6 < O, l'equazione ha tre radici reali di


stinte. Se invece 6 > O, l'equazione ha una sola ra-
dice reale, perchè f(t 1 )·f(t 2) > O. Infine, se 6=0 ,
164

almeno uno dei valori f(t 1 ), f(t 2 ) è nullo, come in


figura 3.14.
Se 6=0 risulta t 1 =t 2 se e solo se p=O (ed in tal
caso t 1
=t 2
=f(t 1
)=f(t 2
)=0) e quindi x=-a 2 /3. Se inve-

Ht 1) =O
fCt2l = O

figura 3.14

ce t 1 < t 2 (cioè se p f O) allora l'equazione ha due


radici reali distinte.
165

3C. L'algoritmo di Newto=

In questo paragrafo prendiamo in considerazione


uno dei metodi numerici più popolari e più efficien-
ti per il calcolo approssimato delle soluzioni di u-
na equazione: il metodo di Newton (detto anche l 'algo -
ritmo di Newtor.:i) Ricordiaffle ehe esistono anche altri
importanti algoritmi.per il calcolo numerico appros-
simato di soluzioni di equazioni algebriche e trasce~
denti, quali ad esempio il metodo di bisezione ed il me
todo delle secanti, che però non esaminiamo in questa
sede.
L'algoritmo di Newton è un metodo iterativo che,
nella forma più semplice, si può enunciare così:

TEOREMA. - Sia f (x) una funzione derivabile, con deri


vata continua, in un intervallo [a, b] e sia convessa in tale
in.tervallo. Supponiamo che f(a) < O, f(b) > O e che
f' (x) > O per ogni X E [a, b] . Allora la successione Xn , de
finita per ricorrenza da

x 1 =b,

converge decrescendo all'unica soluzione X O


E [a, b] dell 'equ~
zione f (x) = O •

Dimostrazione: Per il teorema dell'esistenza degli zeri esiste in


[a,b] tma soluzione x dell'equazione
0
f(x)=O. Dato che f'(x) > O per ogni
xE [a,b], la funzione A strettamente crescente e quindi l'equazione f(x) = O
arnmette x 0 come unica soluzione in [a,b] .
Proviamo che xn ~ x0 per ogni n. Per n=l la relazione è vera, infatti
x 1 = b > x 0 • Per n > 1 utilizziamo la convessità di f(x)

vx e[a,b]

Ponendo x=xn+l e ricordando che xn+l-xn = - f(xn)/f'{xn), otteniamo


166

Perciò f(xn+l) z_ O; dato che la funzione f(x) è positiva in (x 0 ,b J ed è neg;'!


tiva in [a,x 0
), risulta xn+l L x0 •

Verifichiamo che la successione xn è decrescente: Dato che xn L x 0 risul-


ta f(xn) z_ O. Inoltre per ipotesi f'(xn) >O.Perciò:

V n.

Per il teorema sulle successioni monotòne, esistè il limite per n ➔ + 00 di


xn. Indichiamo tale liinite con x E [ x0 ,b] ; risulta

f(xl
f • (xl

(abbiamo_ utilizzato la continuità di f(x) e di f'(x)). Ne segue che f(x)=O.Di!


to che f(x) = O ha un'unica soluzione nell'intervallo [ a,b ] , risulta x=x0
Quindi xn converge ad x 0 per n ➔ +00 •

Se f(x) non è convessa nell'intervallo [a,b], lo


algoritmo di Newton può non essere convergente. Però,
se x 1 è sufficientemente vicino alla soluzione cere~
ta,allora, come indicato nel risultato che segue, il
metodo risulta ar~ora convergente.

TEOREMA. - S:i a f (x) una funzione derivabile due vol


te in [a,b]. Sia x 0 e(a,b) una soluzione dell'equazione
f(x) O. Supponiamo che esistano due numeri reali m,M ta-
li che

O < m < I f' (x) I M > I f" (x) I, 'efx e [a, b J.


Poniamo:

lì = rnin I ZMrn
1

(0=6 0
se M=O). Allora, se scegliamo X 1 in modo che jx 1 -
167

- X 0 I< 6, la successione X n, definita per n ) 1 da

X n+l

è convergente ad x O

Dimostrazione: Utilizziamo la fornrula di Taylor con il resto di La-


grange per la funzione f(x) con centro nel punto xn:

V x E [ a, b J, essen-

essendo $ un punto opportunodel J I intenra 11o [ a ,b 8&t!e


che f{x 0 ) = o, dividendo per f'(xn) (che per ipotesi non è zero) otteniamo

1
2

Da cui

1 M
( 1) .s. 2 m

Verifichiamo ora, per induzione, che

{2) xn -x o j < 6 V nE N.

Il primo termine x 1 è stato scelto in modo da soddisfare tale relazione. Sup-

poniamo vera la (2) e procediamo utilizzando la (1):

1 M 1 M
.s. 2 m
<
2 m

dato che 6 < 2m/M, risulta


168

1 M 1 M
o2 < = o.
2 m 2 m

Perciò la ( 2) è provata . In particolare la ( 2) assicura che xn E [a, b] per


ogni n.
Verifichiamo per induzione che

2m
(3)
M

Per n=l la (3) segue dalla (1). Supponendo verificata la (3) per n L 1 e uti-
lizzando di nuovo la (1) con n+l al posto di n, otteniamo

<
1 M
Xn+2 - X
o (xn+l - xo) 2 .$_
2 m
2
2
.$_
M
2m
[ 2; ( Mi\~-x 0
I) n] =
2m
M
(MI Xl -x
2m
) 2 n+l

Perciò la (3) è dimostrata. Infine tenendo presente che

2m M
< 6 < => < 1,
M 2m

il secondo membro di (3) converge a zero per n➔ +cc. Ne segue che xn converge
a x 0 per n➔ +cc .

Spesso il teorema precedente si applica nella for


ma seguente:

COROLLARIO . - Se f (X) ha derivata seconda continua in


un intorno di XO e se

o, f 1
(x 0
) -f- O,

allora l'algoritmo di Newton è convergente pur di scegliere la


approssimazione iniziale x1 sufficientemente vicina ad X O •

Dimostrazione: Dato che f(x) è derivabile due voltè in un intorno


I di x0 , la derivata prima è continua in I. Essendo f'(x 0 ) ~ O, per il teore-
169

ma della pennanenza del segno esiste un numero positivo é O


tale che
/t'(x) / > / f'(x 0
) / /2 per ogni x per cui/ x-x 0
/ 2_ é 0
• Dato che f"(x)
è continua nell'intervallo [ x0 - é O
, x0 + é O
] , esiste in tale intervallo
il massimo M di / f"(x) / . Perciò, posto m = / f' (x 0 ) / /2, risulta

/ f'(x) / > m, /t"(x) / < M, V x E[x 0


-6 0 ,x 0 + O ].

Sono soddisfatte le ipotesi del teorema precedente; perciò l'algoritmo di


Newton converge pur di scegliere x1 in modo che / x 1 -x 0 / < O=min{Zm/M; 6 0
}

Allo scopo di valutare le stime proposte in pre-


cedenza, discutiamo la convergenza della successione
xn (dell'algoritmo di Newton) alla soluzione x 0 =0 deJ:..
l'equazione sen x = O. Poniamo quindi
f(x) sen x
e consideriamo la successione definita per ricorren-
za da

x 1 f O assegnato,

Ci limitiamo a considerare x 1 E(-n/2, n/2).


La retta di equazione y=x è tangente al grafico
della funzione y = tg x per x=O. In base alla conca-
vità e convessità della funzione tangente, si verifi
ca che:

se xE[O ,11/2) => tg X> X

se xE(-11/2,0] => tg X< X

Ne segue che se XnE(0,11/2) allora xn+l= xn-tg xn < O


è viceversa, se xn E(-n/2, O) allora Y: n+l > O. Quindi,se
xn ➔ O per allora xn si avvicina a zero oscil -
lando.
Data la simmetria del problema, basta considera-
170

re X 1 E(0,n/2). In base ai teoremi precedenti la suc-


cessione xn risulta convergente a x 0 =0 pur di sce-
gliere

dove

Per xe(O,n/2) risulta lf'(x) !=lcos x! cos x e m =


= min {cos x: xe[-xl'x 1 ]} = cos x 1 . Inoltre lf"(x)I=
=1-sen xl = sen x e M = sen.x 1 . Perciò la condizione
diviene

Zm COS X1
2
M sen x1

cioè tg x 1 < 2/x 1 • In figura 3.15 sono rappresentati


in uno stesso sistema di riferimento i grafici delle
funzioni y = tg x e y=Z/x per XE(O,n/2). Si verifica
facilmente che la condizione tg x 1 < 2/x 1 è equivale~
te a dire che x 1 e(O,n) con n soluzione in (O,n/2) del
l'equazione tg x = 2/x (si veda anche l'esercizio 3.27
(b)) .
Riassumendo, in base alle stime del teorema, l'al
goritmo di Newton è convergente pur di scegliere x1 e
e(O,n), con nE(O,n/2) soluzione dell'equazione tg x =
= 2/x.
Analizziamo ora direttamente la convergenza del-
la successione xn definita con il metodo di Newton ,
senza ricorrere alle stime enunciate in generale pr~
cederttemente.
Abbiamo già mostrato che la successione xn, se
converge a zero, è a termini di segno alterno. Consf
171

deriamo la successione

Yn = IXn I
e vediamo quando yn è monotòna decrescente. Se xn > O

figura 3, 15

risulta xn+I < ·o e quindi

Yn+l IX n+l I = - X n+l = tg X n - Xn

Risulta Yn+I < Yn = lxn I= xn se e solo se tg xn - X


n<
< xn, cioè se e solo se

tg xn < 2xn .

Ciò equivale a dire (si veda anche l'esercizio 3.27


(a)) che Yn+I< Yn se e solo se XnE(O,U, dove ~E(O,
n/2) è soluzione dell'equazione tg x = Zx. Si verifi
ca anche, per induzione, che se X 1 E(0,~), allora yn=
= lxnjE(O,l;:) e Yn+i< Yn per ogni n. In tal caso Yn
172

converge decrescendo a zero e quindi anche x 0 conver


ge a zero.
Si noti che, con l'analisi diretta, abbiamo tro-
vato una stima ottimale: Nell'ipotesi x 1 e(O,n/2) la
successione x 0 converge a zero se x 1 e(O,~), con~ SQ
luz1one dell'equazione tg x=2x nell'mtervallo(O,n/2).
Deve quindi risultare O< T) < ~ < n/2 (infatti,
che proprio questo è ciò che accade, è provato nello
esercizio 3.28). A titolo indicativo riportiamo le se
guenti espressioni decimali approssimate:
TI
n = 1.07... ~ = 1.16 ... ; = 1.s7 ...
2
Per finire, notiamo che la successione x 0 si può
rappresentare nella forma

X1E ( o' f) ' Xn+l = g ( xn) con g(x)=x-tg x.

Con i metodi del paragrafo 12C della parte prima si


verifica che la funzione g (x) è una contrazione in o-
gni intervallo del tipo [-8,8], con O< 8 < n/4. In
tal caso la .convergenza a zero della successione x0
segue dal teorema delle contrazioni.
I

Esistono diversi metodi numerici per risolvere :in


modo approssimato un'equazione algebrica o trascen -
dente. I 1 metodo di Newton, considerato nel paragrafo
precedente, è un esempio. Importanti sono anche il
metodo di bisezione ed il metodo delle secanti.
Negli esercizi che seguono riprendiamo alcuni e-
sempi già proposti nel paragrafo 3A dal punto di vi-
sta dell'esistenza delle soluzioni e risolti facendo
uso del teorema dell'esistenza degli zeri. In questa
sede invece proponiamo la determinazione di un'espre~
173

sione decimale approssimata delle soluzioni reali per


mezzo di algoritmi numerici e, naturalmente, utiliz-
zando un computer.
Nelle risposte abbiamo riportato sinteticamente
l'espressione decimale delle soluzioni troncata a 6
ci

3.33 x3+ 2x 2 + lOx - 20 = O


[ L'equazione ammette la radice reale x0 1.368808 ..• (si veda l'ese~
cizio 3.1)]

x2 x4
3.34 1 - -
2
+
24
o
[ L'equazione ha quattro radici reali: ± 1. 592450 .•.. ,

± V6+2 /3 = ± 3.076378 •.. (si veda l'esercizio 3.2)

3.35 X 9 (X - 4) 9 = 1
[ L'equazione si può scrivere nella fonna equivalente x(x-4) = 1 ( si
veda anche l'esercizio 3.3 (a)) ed ha per soluzioni x 1
=2- /s
=-0. 236067 ... e X
2
= 2 + /s = 4.236067 ... ]

3.36 x 10 (x-2) 10
= 1
[ L'equazione ha tre soluzioni: x 0 =l, x 1 = 1- /2 =-0.414213 ... , X
2
=

= l+v'2 = 2.414213 .•. ]

3.37 (a) X + 1

(b) x4 + x2 1 - X

[ Si veda l'esercizio 3.6. (a) X


1 =- 0.569840 ... , x 2 =l; (b) X
1 =-1 ,
X 2 = 0.569840 ... ]

3.38 (a) x~ + x 3
- 1 = O
[ Si veda l'esercizio 3.7. (a) x 1 =- 1.380277 ... , x 2 =0.819172 ....... ;
(b) Xl=- 0. 716672 ••• , x 2 = 2.106919 ... ]
174

1
3.39 lx+
x-3
o

[ L'equazione ha due radici reali (si vedano l'esercizio 3.9 e la figg


ra 3. 2) : x 1 = O.120614 ... , x 2 = 2. 34 7296 •..

1 1
3.40 (a)-::+ log x 2 (b) + log x 4
A A

[ Si veda l'esercizio 3.10. (a) x 1 =0.317844 ... , x 2 • 6.305395 ....... ;


(b) Xl =0.173942 ... , x 2 =53.588761. .. ]

1
3.41
X
+ log lxi = 2

[ Oltre alle due soluzioni della parte (a) dell'esercizio precedente la


equazione ha anche la soluzione negativa -8.331372 ... ]

x 2 -4x
3.42 log lxi 1-x 2
o

[ x 1 = 0.297993 ... , x 2 = 2.352016 ... (si vedano l'esercizio 3.12 e la


figura 3.3) ]

1
3.43 (a) x log 2
x = 1 (b) x log 2
x = -
2
2
[ (a) In base ai risultati dell'esercizio 3.13, dato che À =l > 4/e ,

l'equazione ha una soluzione: 2.020747 ... ; (b) Dato che À 1/2·<


2
< 4/e , l'equazione ha tre soluzioni: x 1 = 0.072958..... x2
0. 225832 ... , X
3
= 1. 715724. •.]

3.44 x 2
- Zx log x - 2 = O

[ L'equazione ammette una sola radice reale (si veda l'esercizio 3.16)
espressa da 2. 7 50883 ..• ]

1-x
3.45
X

[ x 0 = 0.401058 ... (si vedano l'esercizio 3.17(b) e la figura 3.6)]


175

-x
3.46 e (x- 1) 2

[ Come indicato 11el11 esercizio 3. 20 {b), l '~quazione ha due soluzioni


reali. Esse sono espresse da x 1 = O e x 2 = 1.477670 ... ]

3. 4 7 (a) 2 -x lxi (b)

[ (a) Come risulta dagli esercizi 3.21, 3.22. l'eauazione ha una sola
soluzione, espressa da 0.641185 ..• ; {b) dato eh~ 3= À>el/e, dall'a-
nalisi dell'esercizio 3.22 e dalla figura 3.10 risulta che l'equaziQ
ne ha una sola soluzione (negativa), che è espressa da -0.547808, .. ]

3.48 tg X - Zx = o con xe(0,11/2)

[I; 1. 165561 ... {s1 Véddliò gli é§éfC1z1 3.2/(a) e 3.28)]

3.49 tg X - 2
X
o con XE (o,~)
[ T] = 1.076873 ... (si vedano gli esercizi 3.27(b) e 3.28)]

(a) 2
3.50 cos x + 2 sen X + 1=0 con xe(-11,11]

(b) cos 2x + 2 sen X - l=O con xe(-11,11]

[ In base all'analisi fatta nell'esercizio 3.30, entrambe le equazioni


hanno due soluzioni.

(a) x 1= - 2.320265 ... , X


2
= - 0,821327 .. ,

X
3.51 arctg x =
2
[ Come mostrato nell'esercizio 3.31, oltre a x=O l'equazione ha altre
due soluzioni, rappresentate da ± 2.331122 ... J
Capitola'~
INTEGRALI -INDEFINITI

\
··4A. Integra.li i:n.defi:n.i ti i:rmnedia.ti

Sia f(x) una funzione definita nell'intervallo I


di R. Una funzione F(x), derivabile in I, si dice
primitiva di f(x) se'"F'Cx) = f(x), per ogni xeI.
Se F(x) è ~~i primitiva di {(x), allora, per o-
gni ceR, anche G(x) = F(x)+c è una primitiva di f(x)
in quanto G' (xJ=--F-'(x) :--·--·· - ·· · ·· - --
Viceversa-;-·-·s·e- GéxT-~ una primitiva di f(x), diversa d3l_
la primitiva F(x), allora esiste una costante c tale che G(x)=
= F(x) + c.
Infatti, se F(x) e G(x) sono due primitive di
f(x), posto H(x) = G(x)-F(x), risulta:
H'(x)=G'(x)-F'(x)=f(x)-f(x)=O VxeI
e dunque H(x) è costante.
Il risultato precedente si esprime anche dicen-
do che: la differenza di due primitive di una stessa funzi2_
ne è costante.
Da questo risultato segue che, se una funzione
f(x) ammette una primitiva F(x), allora l'insieme di
tutte le primitive di f(x) è costituito dalle fun-
z ion:i de 1 tipo
F(x) + c
177'

con c costante arbitraria.


Tale insieme si chiama integrale indefinito di f (x)
e si indica con il simbolo

ff(x)dx .
Perciò possiamo affermare cbe

ff(x)dx = F(x) + c
ove F(x) è una primitiva di f(x) e c è una costante
arbitraria.
Ad esempio, risulta
x3
f x 2 dx = C3__,'+
c
x3
in quanto la funzione F(x) è una primitiva del-
3
la funzione f(x) = x 2
Si dimostra che: ogni funzione continua in un interval
lo ammette sempre primitiva.
Si verifica subito, inoltre,che

e che, p~r ogni kER, è

fkf(x)dx = k Jf(x)dx

Riportiamo di seguito alcuni integrali indefiniti im


m;diati:
x~·l-1
(1) xb dx + e b f - 1
f b+l ~- . ·À.·----.
,! () ·,
1 I
._:s(K',,/J~J I //
_,_
(2)
f X
dx log'· !xl + e ' .....--- <..----/\.:: j ~ I :-
r c.:,<)
1' : ;I{._..

s
(3)
I exdx ex+ e ·-t,i) axdx = aX + c
log a

(5)
f sen x dx=- cos x+c (6) fcos X dx=sen x+c
178

1 1 x+c
(7)
I cos 2 x
dx= tg x+c (8)
I ---dx=-cotg
sen x 2

e,)
I /l-x
1
2• dx=arcsen x+c
,,,
(10) J .1--+x1 2
dx=arctg x+c

(11) [ sen h x dx=cos h x+c ( 12) f cos h x dx=sen hx+c ·

Le formule precedenti possono essere generalizzate ,


utilizzando la regola di derivazione delle funzioni
composte. Si ottengono così le seguenti formule:

[f(Jc)
( 1 ') j [f(x)]
' b
f' (x) dx - b+ 1
]b+l
+ c (b -f-1)

( 2 I) ~ dx = log If(x}! + c
I f(x)
' )' (.', )
..., <(}:..
,

(3 I) ef(x)f' (x)dx=ef(xl+c
I ,, -.;.
a f(x) ('
-·1
},

( 4 I) af(x) f' (x) dx = --- + c \ ~ ..) :\ . lJ

I log a ,_.;
•·
---,.~,-•v :6,, /·
(J

.(S') [sen f (x).] f' (x) dx cos f(x) + c (I


I
(6') [cos f (x) ]f' Cx) dx = sen f(x) + e
I
( 7 I) f' Cx2 dx tg f(x) + e
I cos 2
f(x)
f I (X)
( 8 I) dx= - cot g f (x) + e
I sen 2 f(x)

(9 I)
f I tx2 dx = arcsen f(x) + e
I ✓ l-f 2 (x)

f I (x2 _
(10')
I l+f 2 (x) dx - arctg f(x) + e

(11') J [sen h f(x)J f'(x)dx = cos h f(x) + c


179

(12') J[cos h f(x)J f'(x)dx = sen h f(x) + c.

Verifichiamo, ad·esempio, la (l'). Essendo


b+l b
D [f(x)] = (b-fl)- [f(x)J f'(x)=[f(x)Jb f'(x)
b+l --b+-L
ne segue la (l'). .......
Tn'"'1+-rc:a
,._,.........
.,_ ....,

1 1
D sett sen h x = -- - D sett cos h x= /xLl
/T+x2
1
D sett tg h x
1-x 2

si hanno le notevoli relazioni:

(13)
I 1
✓ 1+x 2
dx sett sen h x + c=log(x+ ✓l+x2)+c

1
(14)
f /x2-T
dx=sett cos h x+c=log(x+/'x'2-T) + c

( 15) J 1-x1 2
dx sett tgh x + c
1
2 log
l+x
1-x + c

4 .1 Verificare con qualche esempio che non sussiste


l'uguaglianza

4.2 Sia F(x) una funzione continua nell'intervallo I


di Re sia F'(x) = O per ogni xeI-I 0 , con I 0 so!
toinsieme finito di I. Dimostrare che F è costan
te in I.
[ Siano a,b E I con a< be siano x 1
< x 2 < ..... < ·xn i punti di (a,b)
in.cui non è verificata la relazione F'(x) = O. Evid~temente in cia-
scuno degli intervalli [a,x 1 ], [x 1 ,x 2 ] , ••• , [ xn,b] la funzione
180

F(x) è costante e perciò si ha

Per l'arbitrarietà di a e b si ha l'asserto]

2
4.3 Consideriamo la funzione f(x) =(x+l) /x per x>O
Si verifica facilmente che la derivata vale

Altrettanto facilmente si calcola una primitiva


g(x) di f'.(x), che vale
g(x) = x+(l/x) = (x 2 +1)/x .
Per quale ragione g(x) è differente dalla funzio
ne f(x)?
[La funzione g(x) è effettivamente differente dalla funzione f(x), ma
la differenza è una costante:

2 2
(x+l) X +l 2x
f(x)-g(x) = -- - -- =- =2 ]
X X X

§)Integr=zione. per semp1ici tr=sform=-


zioni de11'integra.n.do

4.4 Calcolare i seguenti integrali:

'F fcotg x dx f f tg X dx

r fsen ax dx
./
{ fcos ax dx

(,'f/x dx tJ-1 /x+a


dx

(f X
✓a+i2
dx ç J✓a~x 2 (a > O)
181

[ Utilizzando (2') si ha:

f cotg x dx = f cos x
sen x
dx=
f
D sen x
---
sen x
dx=log lsen xl+ e

( ( sen x ( D cos X

J tg li dli -
J COS X
dli
J COS X
dx - lugf cos x I + e

Utilizzando (S') e (6') si ha, risp~ttiv~ente:

J sen ax dx ~ f s~n ax ·D(ax)dx


1
- - cos ax + e
a

f cos ax dx =; fcos ax · D(ax)dx =; sen ax + e

Utilizzando (1) e (l'), si ha, rispettivamente:

f ;;: f dx = x
112
dx = ;- x
312
+ e = ;- /? + e

f --
f
/x+a
1
dx = (x+a)
-1/2
dx = 2(x+a)
1/2
2 / x+a + e

Utilizzando (l'), si ha

f ---
~
X
dx = -
2
1 f: (a+x 2 )
-1/2
2x dx = 1
2
f (a+x 2 ) -1/2 ·D(a+x 2)dx

1/2 --
(a+x2) +e= /a+x 2 + e

f ~dx=
v a-x •
1
2 f (a-x 2 )
-1/2
·(-2x)dx =-
1
2
f (a-x 2 )
-1/2
D(a-x 2 )dx=

2 1/2
=-(a-x ) + e

4.5 Calcolare i seguenti integrali, con a> O

1 1
f ---
a2+x2
dx ·
' f /a2+x2
dx '·
182

1
dx
J
• ✓x"2=a2

[Utilizzando (9') e (10'), si ha, rispettivamente:

f~ a -x dx = f affi
1
dx
Jy,'.(;;)',(;),,
X
= arcsen - + e
a

f -- 1
a 2+x2
dx=
J •' [,~;;)'i
Ax
1
a
f(1l+ -
,(;),,e
a
X
- arctg - + e
a a

Utilizzando (13), (14) e (J.S), si ha, rispettivamente

X
sett sen h - + e
a

= sett cos h ~ + e
a

f--i--
a -x 2 dx
1
a

1
sett tg h ~ + e ]
a a

Calcelare i se:uenti inte:rali e verificare che si«


tiene il risultate inàicate:
183

= l (3+5x)-
5
+e=- 1
5
+ e
5 -5 25(3+5x)

4. I
flx+2 dx= f( +2)X
112
d -
X-
(x+?)
3/2
3/2
+e

314
J(2 x + 1) -1/4 1 (Zx+l)
4.8
f~ x+
2
l
1
dx ·= 1
2 D ( 2 x) dx 2 3/ 4 +e

2 3
~(2xt1) ± e
3

- 1 J(3-2x -2 ) 1/2
4.9
Jx~ dx=
4 ·(-4x)dx =

(=1 f
.---~-- (3-2x 2 ~, 2
D(3-2x 2 )dx =
'---------·--- ----- -~

1 (3-2x2)3/2 1
+ e = - - / ( 3 - 2 X 2) 3+ C
4 3/2 6

4.10 I✓~ dx=-! f(2-3x 2 )- 112


(-6x) dx

2 112
1 (2-3x
6 1/2
)
+e
l3 ✓ 2-3x. 2 + e

dx= dx;,, (x > O)


184

4 : 13
2
Jarcsen x dx Jarcsen 2
x·D(arcsen x) dx
✓ 1 - x2

1
arcsen 3
x + e
3

4.'14 f(arcsen 1
x )II'='x2
1-x dx
J
D arcsen
arcsen
x
x
dx=

log larcsen xl + e

Darctg x dx=
J arctg x

log larctg xl + e

1 log x dx
4.16 dx log llog xl + e
log x log x

'{·
4.17 loxg x Q.X J1og x · D log x dx=! log 2 x + e
J
t'.-
I
(log x)n (log x)n+l+c
4.18
J X
dx
f (log x) n D log x dx=
n+l
f
4.19
J x(log
1
x)n
dx f (log x)-n Dlog x dx=

1-n
(log x) + e (n t- 1)
1-n
185

•~f 3x
e
x2
dx
3
2
D x 2 dx
3
2 e
x2
+ e

4.21 1 1
f sen(x+a)
dx
f 2 sen
x+a
2
cos
x+a
2
dx

1
·/7 f tg-
x+a
2
2 cos 2
x+a
2
dx

I D
tg

tg
x+a
2
x+a dx=log,tg
x+a
2 I+ e
2

[un altro metodo è proposto nell'esercizio 4.114


,.

I
1
4.22 _l dx=J
COS X
sen ( x+ ~)
2
t--lf
4.23 Utilizzando le formule di bisezione:

cos 2 Q.
l+cos a sen 2 Q.
1-cos a
2 2 2 2

calcolare i seguenti integrali

f 1-cos~x+a) dx

[si ha:

J _l_dx
l+cos(x+a)
- f 1
cos 2 _x+_a
dx = ID(x;a)
2
x+a
dx =

2 cos -
2 2
x+a
= tg2 + e
186

J-- I--'----'--
D ( x:a)
1 1
--- dx dx dx
1-cos(x+a) x+a _2 _x+a
sen 2 - sen -
2 2

x+a
cotg + e ]
2

4.24 Utilizzando l'esercizio precedente, calcolare


gli integrali

TI
[ Essendo sen x =- cos (x+
2 ), si ha

I ~I ~
l
---dx
l+sen x
1-cos;x+ )
2
grazie al secondo degli integrali di 4.23. Inoltre:

:.;y·
dx = J 1

l+cos(x+ -)
TI

2
dx = tg on + +e

r grazie al primo degli integrali di 4.23 ]

4.25 Calcolare gli integrali dell'esercizio precede~


te, moltiplicando il numeratore ed il denomina-
tore dell'integrando per 1 ± sen x.
[ Ad esempio, per il primo integrale si ottiene

I ---
l
l+sen x
dx=
f~ 1-sen 2x
d·x = J 1-sencos 2xx dx =
f l
cos 2 x dx -

-f sen x
cos2x dx= tg x
1
COS X
+ e ]

Verificare che (nEN):


187
' n+l
·4_;6 J sennx cos x dx
J sen
n
x·Dsen
sen
x dx= ---
n+l
x
~e

4,: 2 7_Jcosn x sen x dx


I cos nx · Dcos x dx=- cos
n+l
x +e
n+l

/--
1 1
4.28 dx = dx
J sen X cos X J tg X cos 2
x

/{A' =JD
tg
tg
X
x dx= log jtg xl + e
)_

4. 29 ( se112 x
1
tos x dx
( 1
QX
J
2
J [(sen zx) /2 )2

2 J D(Zx)
sen 2x 2
dx 2 cotg 2x+c

X.3 1
4.30
f ✓17" dx
4
dx=

-l
4
f ( 1-X 4
)
-1/2 D (1 - X 4 ) dx= - -1 11
-- - X " +e
2

x3
J✓ 1-(x 3
4.31
f ✓ l-x 8
dx 1
4
4x
4
)2
dx

1
arcsen (x 4
) + e
4

I
< n-1 n-1
X 1 -n X
4.32
J /1-x n dx n f /1-xn dx =

1
n
f( 1 - xn ) -1/2 ' ) dx
• D ( 1 - xn
2
/1-xn

/
--- n

1 f. Dxn
n-1 n-1
X 1 nx
4.33
f ✓ 1-x 2n dx n f /1-(xn )2
dx
n
dx=-
✓ l-(xn)2
188

1
arcsen (xn).
n

4C. Integrazione per decomposizione in


sorruna.

Verificare che:

4.34 f (hx+~)dx = h f
xdx+k f1 dx=h x
2
2

+ kx + c

f 1
4.36 J 1:x dx = f l+x-1
l+x
dx= J1 dx-
.
f l+x
dx

'~ - logll+xl+c

f' 1 f 12x+8 1 f lZx+lS-7


4.37 J3x+2 dx dx= dx
4x+S 4 4x+S 4 4x+S

3
4 fldx- 47 f 4x+S1 dx=
3 7
4 J ldx 16 f 4x\s
dx

3 7
X - log l4x+SI + c
4 16

4. 3 8 f. hx+ k dx
mx+n
hmx+km-hn+hn
mx+ n
dx
189

1
rn
f h(mx+n)+
rnx+n
krn-hn dx

h
rn
f1 dx+ krn-hn
rn
rn
f rnx+n 2
dx

h krn-hn
x+ rn2 log jrnx+nl + e
rn

4.39 f 3x
_l_
2
+2
dx
1
2 f
1
3 2
2
x +1
dx=
1
2 f( lx)' +l dx•

1
2 ~3 I ~ (\fz.x)2+1
dx

1
arctg
'3 +
/6 ~2 X C

4.40 f rnx1+n dx
2
1
n
1
f rnn x +1 dx 2

n
'l rn
I(y~~ x)2 +1
dx=

1
arctg yW_x+c
1nm

hx +k
4.41
f
......._,._
rnx2 +n
dx h f rnx +n dx+ X
2
f k
1
rnx2 +n
dx

+ k f --dx
h 2rnx 1
2m f rnx +n dx 2 rnx +n 2
190

4.42
l-x +x
J ---dx
1 +x
4

2
f 1-x:
l+x2
4

dx+
f X
l+x2 dx

jr ll-x
. 2
) dx+
1 r 2x
2 j l+x 2
dx

x3 1
x- + log (1 +x 2) + e
3 2

I
/-
I I+x-x 1
4.43 ] X (1 +x)
dx= ] X (1 +x)
dx ] X
dx+

1
-f l+x
dx log IX I - log ll+xl +e
-r_
r
f 1
dx
f l+x2-x2
f ¼dx- 1
f~dx=
4. ~4 x(l+x 2 ) x(l+x 2 ) dx= 2 1+x 2 -

log -1!.L
fI'+xT + e

/" '-~
4.451Calcolare l'integrale

1 d
J x2+px+q x

nell'ipotesi 6=p 2 :4q < O. In tal caso il trinomio a


denominatore si uò esprimere come somma di quadrati:

x 2 +px+q (x+ 12.)2 + ~


2 4
191

Perciò risulta

2
f x 2 +p~+q dx= 2 f (Zx+p) 2
+ (4q-p 2 ) dx

=2 I (4q-p2)

2 Zx+p
= --
C----✓--1:i___
arctg + c_J
__._

Verificare che:
:t:.:
4./6 Jx 2
1
+2x+2
dx = I (x+l)
1
2
+1
dx arctg Cx+l)+c

!0 1.
x 2 +x+?
dx
17
2
arctg
Zx+l
17
+ c

Gsf 1
--=2 -
x +2x+3
dx
1
/z arctg
x+l
/z + c

4.49 Calcolare l'integrale

hx+k
f x 2 +px+q
dx

nell'ipotesi ti p 2 -4q < O. Si ha


k
x+ h
I hx+k
----
x 2 +px+q
dx dx
192

h
2
I 2k
(Zx+p) ,-p+ h
x 2 +px+q
dx

h
2
f 2x+g
x 2+px+q
dx+ Zk-hp
2
f 1
x 2 +px+q dx

Tenendo conto dell'esercizio 4.45, si ha perciò:

~ 2
f hx+k
x2+px+q
d
x logix 2
+px+ql+ Z~p arctg ;;./ +c

Verificare che:

3 2x+4l'.3 3 Zx+l+ll'.3
2 f x 2 +x+l
dx
2 f x 2 +x+l
dx

3 Zx+l
2 f x 2 +x+l dx + ½J x 2
1
+x+l
dx

3
2
loglx 2
+x+ll+
✓3
1
arctg
Zx+l
13
- + c

rl f~
~l
[ Si noti che,essendox 2 +x+l> O,

logx~x32, +xH) J
x 2+2x+2 dx= 2
1
f
2x+2+4
x 2 +2x+2 dx
V x e R, si ha log I x 2 +x+lI

1 J 2x+2
2 x 2 +2x+2

1
log (x 2 +2x+2)+2 arctg (x+l)+c
2

4.52 Calcolare l'integrale

1 d
J x2+px+q x
193

nell'ipotesi a=p 2 -4q > O. In tal caso il trino-


mio a denominatore può essere espresso come dif
ferenza di quadrati:

x 2 +px+q=x 2 +2 Q x + ~ + q- ~=(x+ .:Q.)2 - ~


2 4 4 2 4
perciò risulta
1 2
Jx 2
+px+q dx= 2 J (Zx+p) 2
- (p 2 -4q)
dx

D Zx+p
2
I /p2-4q
1-(Zx+p
/p2-4q
)2 dx
2 Zh+p
./6. setttg h /X + e

[un altro metodo è esposto nel paragrafo 4E]


_J

4.5~ Calcolare l'integrale

J x'-~x•6 dx , J (x• ½Ì'-


: dx ,z J(2x<;)' -1 dx·

D(Zx+S)

,
=-2
f l-(Zx+S) 2 dx=-2 sett tg h(Zx+S)+c

4.54 Calcolare l'integrale

hx+k
I x 2 +px+q
dx

nell'ipotesi a p 2 -4q > O. Si ha

k Zk
_hx_+_k_ dx x+ h hJ (2x+p) -p+ h .
f x 2 +px+q 2
x +px+q
dx= - -------2
2 x +px+q
dx=
194

= h f Zx+p dx+ Zk-hp f 1 dx


2 x 2+px+q 2 x 2+px+q

Tenendo conto dell'esercizio 4.52 si ha perciò

( hx+k h
(2) 2+px+q dx= 2
1A n
~vo 1x2+px+qj+
) X

+ hp-Zk sett tg h
Zx+p +
c
./K ./K

3x+l dx 3 I (Zx-4)+ ! + 4
f x 2 -4x+3 2 2
x -4x+3
dx

Zx-4
x 2 -4x+3
f
dx+?---- 2 1
x -4x+3
dx

D'altra parte, essendo ~=4 > O, si ha

1
J x 2 -4x+3 dx f (x-Zl)2-l dx=-sett tg h (x-Z)+c

perciò

3x+l 3
jx 2 -4x+3l-7
f x2-4x+3
dx= - log
2
sett tg h(x-Z)+c

-
4.56 Calcolare

f
l'integrale

_h_x_+_k
__ dx
x 2 +px+q
195

nell'ipotesi ~=p 2 -4q=O. Si ha

perciò

hx+k
I x 2 +px+q
dx

1
J dx=

(3)
dx+ k
(x+ Tr
dx+k dx=

dx+(k-
.!!B.f
2 ) (x+~rdx-
l -

p
4.57 Calcolare l'integrale

Zx+l
I Zx+l
9x 2 -6x+l
dx= ---=-:.;.._-=---
2
2
x - - x+
3
1
dx
9

f Zx+l
l
9 (x- tr dx= 9
1
196

1 f"(x-
½)' dx+
5
dx=
9
(x- ½) 2
27
f (,-'½)'
2

( x - ½)
1 5 1
log + c
,-,
'-;:;;' 9 9 3x-1

4.58 Calcolare gli integrali (a f O)

J sen 2
a x dx J cos 2
a x dx

[ Essendo, per le formule di bisezione:

1-cos 2a X .1 1
sen 2 ax = cos Zax D(Zax)
2 2 4a

2a X l+cos Zax 1 1
COS = - + còs Zax D(2ax)
2 2 4a

si ha

J sen 2
ax dx
X

2
sen 2ax
4a
+ e

f cos
2
ax dx
X
-+
2
sen Zax
4a
+ e J

4.59 Calcolare l'integrale (a f O)

J sen ax cos ax dx

[ Essendo, per la formula di duplicazione del seno:

1 1
sen ax cos ax = - sen 2ax a sen 2ax · D(2ax),
2 4
si ha

f sen ax cos ax dx
cos 2ax
4a
+ e
19 7

4.60 Calcolare gli integrali (a f be af-bJ

fsen ax cos bx dx; fcos ax cos bx dx;

fsen ax sen bx dx.

[Tenendo presente le fornrule di prostaferesi (vedi la parte prima,


paragrafo 2B) si ha

2 sen ax cos bx = sen(a+b)x + sen(a-b)x

2 cos ax cos bx = cos(a+b)x + cos(a-b)x

-2 sen ax cos bx = cos(a+b)x - cos(a-b)x

e perciò

f sen ax cos bx dx = if sen(a+b)x dx+ ¼f sen(a-b)x dx

cos (a+b)x cos(a-b)x


+ e
2 (a+b) 2(a-b)

f cos ax cos bx dx= if cos(a+b)x dx+ if cos(a-b)x dx

sen(a+b)x + sen(a-b)x
+ e
2(a+b) 2(a-b)

f sen ax cos bx dx=- if cos(a+b)x dx+ i fcos(a-b)x dx=

sen(a+b)x sen(a-b)x
2(a+b) 2(a-b)

Verificare che:

4.61 fsen 3x cos2x dx f sen Sx + sen


2
x
dx

1 1
cos Sx - cos x + c
10 2
198

4.62 f cos 3x cos 2x dx


I cos Sx+cosx
2
dx

1 1
sen Sx + sen x + e
10 2

4sen 3x sen 7.x dx r cos X - cos Sx


dx
J
1 1
sen x - sen Sx + c.
2 10

a 64 r sen 2
1
x cos 2
x
dx r sen x+cos x
J sen!x cos!x
2 2
dx
J

I 1
cos 2 x dx+ f 1
sen 2 x
dx

tgx - cotgx + e

4.65 f sen 3
x dx fsen 2
x sen x dx= f (l-cos 2
x)senx dx=

fsenxdx+ fcos 2
x(-sen x) dx

3
cos x
- COS X+ + e
3

2 2

4.66 f cotg 2
x dx=fcos
sen 2
x
x
dx
I 1-sen
sen 2
x
x
dx

1
~-· =f sen 2 x
dx- f1 dx=-(cotg x+x) + e

[) 1,L
199

4D. In.t.e.g:ra-:zion.e. per pa-:rt.i

Se f(x) e g(x) sono due funzioni continue con le loro


derivate prime nell'intervallo I allora vale la for-
mula di integrazione per parti

(1) f
f(x)g'(x)dx = f(x)g(x)- f f'(x)g(x)dx

Nella formula (1) il fattore _f(x) del prodotto


f(x)g' (x) si chiama fattore finito, mentre il fattore
g' (x) si chiama fattore differenziale.
/

4.67 Utilizzando il metodo di integrazione per parti,


calcolare segnenti integrali

(a) fx sen X dx (b) fx cos dx X

(c) fx ex dx ( d.)
fx loglxldx
[(a) Asswnendo x come fattore finito e sen x come fattore differenzia-
le, si ha

f x sen x dx= f x D(-cos x)dx=-x cos x- J1(-cos x) dx

=-x cos- x ~ Jcos x dx=-x cos x+sen x + e

(b) Assumendo x come fattore finito e cos x come fattore differenzia-


le, si ha

f x cos x dx= f x Dsen x dx=x sen x- J1·sen x dx=x sen x+cos x + c

X
(c) Assumendo x come fattore finito ed e come fattore differenziale,
si ha

(d) Asswnendo x come fattore differenziale, si ha


zoo

f x log Ix I dx
x 2 log I x j
·2

2
2X (
log I x I - 21 ) + e J

4.68 Calcolare i seguenti integrali:

(a) Jarcsenx dx (b) Jarccos x dx

(e) Jarctg x dx (d) J1og lxi dx

[ (a) Assumendo arcsen x come fattore finito ed 1 come fattore diffe-


renziale, si ha:

J arcsen x dx Jarcsen x · Dx dx x arcsen x - f~, 1-x


dx

= x arcsen x + /~ +c

(b) Assumendo arccos x come fattore finito ed 1 come fattore diffe-


renziale, si ha:

J arccos x dx x arccos x + J~
v 1-x.
dx=x arccos x- /i=7 + c

(c) Assumendo arctg x come fattore finito ed 1 come fattore diffe -


renziale, si ha

J arctgx dx x arctg x - J l:x 2 dx x arctg x-log fi+7" + e

(d) Assumendo log lx I come fattore finito, si ha

J log jx jdx = x log Ix I- Jdx= x(log lx I -1) + c ]


201

4.69 Calcolare i seguenti integrali

(a)
I x 2 sen x dx (b) Jx 2 cos x dx

(e) Jx 2
ex dx (d) Jx 2 log x dx

[(a) Assumendo x 2 come fattore finito, si ha

J X
2
sen X d~= J X
2
D( -cos x)dx =- X
2
cos x+2 Jx cos x dx

Integrando di nuovo per parti, scegliendo x come fattore finito, si


ha

J x
2
sen x dx x 2 cos x + 2x sen x - 2 J sen x dx

2
=(2-x )cos x + 2x sen x + c

(b) Si tratta in modo simile ad (a) e si trova:

J x 2 cos x dx = (x 2 -2 )sen x + 2x cos x + c

2
(c) Scegliendo x come fattore finito, si ha

Scegliendo, nell'integrale a secondo membro, x come fattore finito,


si ha

2
(x -2x+2)ex + c

(d) Si ha

J x3 3
log
X
2
log X dx J log X D-
3
dx
X

3
X
dx

3
X log X X 3
+ c
3 9
202

Verificare che

4.70 J1og 2
x dx x log 2 x-2J1og x dx

x log 2 x - 2x log x + 2x + e

T71 fsen 2 x dx fsen x·D(-cos x)dx =

//Jt·•.-- =-sen x cos x+ Jcos 2


x dx

r
=-sen x cos x+ j (i-sen 2
x)dx

2
- sen x cos x + Jdx - Jsen xdx

da cui

(x - sen x cos x) /2 + c

4.72 Jx sen 2
x dx= fx sen x D(-cos x)dx =

J
=-x s.en_x cos x+ (sen x+x cos x)cos _xdx=

=-x sen x cos x+Jsen x cos x dx+

2
+ Jx(l-sen x) dx

da t:ui
1 1
Jx sen 2
x dx 2
x sen x cos x + -(x
4
2
+sen 2 x)+c

t,, Jx cos'x dx 0
1
2
x sen x cos x+ -(x
1
4
2
+cos 2 x} + c
7,03

4 .;7 ~J x e Zx dx ~ fx De Zx dx 1 xe2x - 1 e 2x + e
2 4
---1-=-

.4.7sJsen X
2
x
dx f x D(-cotg x)dx =-x cotg x +

_,,.,-
+ log isen x! + e
/f---
I
X
4.76 dx fx D tg X dx xtg x+logjcos xl+c
f cos 2 x
6---::-
y e r 1-cos 2 x r X r
4. J7 tgtx dx jx
J
X
JX cos 2 x dx- j cos 2 x dx-
dx

da cui, per l'esercizio precedente:

xtg x + log icos xl-x 2


/2 + c

4.78 Posto per nEN, aER-(0}

In = J xn e ax dx

verificare che, per n > 1, si ha:

In

4.79 Posto per neN, aER - {O}

In = f xn sen ax dx Jn = Jxn cos ax dx,

verificare, mediante integrazione per parti,che


per n > 1, si ha:
1 xn cos
a ax + n
a J n-1
204

J n
= la xn sen ax - Q I
a n-1

Le formule scritte nei due esercizi precedenti,


dette formule di riduzione, applicate ripetutamen-
te, consentono il calcolo di In o Jn non appena
siano noti 1 1 e J 1 . Un'ulteriore formula di ri-
duzione viene proposta nell'esercizio seguente

4.80 Posto per nEN

I n = f 1
(l+x2)n dx

verificare che per ogni n > 1, si ha

[ Si ha

In-1 = I (l+x~)n-1 (Dx)dx = c1+:2)n-l - I xD (l+x~)n-1 dx =

x2
X.
2 n-1 + 2(n-l)
(l+x ) f (l+x 2)n dx =

2
X fl+x -l
2 n-1 + 2(n-l) dx=
(l+x ) (l+x 2)n

=
(l+x
: n-1 + 2(n-l)
)-
f dx2 n-1 . 2(n-1)
(l+x )
f dx
(Hx2 l
da cui segue facilmente l'asserto ]

Verificare che

X 1
+ arctg x + e
2
205

4.82 f 1
(l+x2)3 dx
(5+3x
8(1+x
2

2
)

)
X
2
+
3
8
arctg x + c

4~ Calcolare l'integrale

f x 3 sen x dx= f x 3 D(-cos x) dx

3 2
=-x cos x+3Jx cos x dx=

3 2
=-x cos x~3Jx D sen x dx

3 2
=-x cos x+3x sen x-6Jx sen x dx

ricordando che Jx sen x dx=-x cos x+sen x + e


(esercizio 4.67), si ha

fx 3 sen x dx=(6x-x 3
)cos x+3(x 2
-2)sen x + e'.

4~i Calcolare l'integrale


log (l+x) dx
f x2

[Assumendo log (l+x) come fattore finito,si trova

log(l+x) 1
~I
J x 2 dx =
X
log(l+x)+log
x+l
+ c ]

4'.~alcolare l'integrale

f 1og x (sen x + x cos x)dx

[Si può decomporre in sollDilae poi integrare per parti o, più semplicg_
mente, si può procedere osservando che la derivata della funzione
x sen x è (sen x + x cos x). In tal modo si trova

flag x (sen x+x cos x)dx = x sen x log x+cos x + e]


206

[ Vale la stessa osservazione dell'esercizio precedente. Poichè la de-


rivata di xex vale xex+ex, integrando per parti l'espressione inizi~
le, si trova

4.87 Calcolare l'integrale

r log
J
( 1 +x 3 )X
2
dx.

x3+1 3 x3
[ -- log(l+x ) - - + c J
3 3

4.88 Calcolare gli integrali

(a) Jx sen x cos 2


x dx ; (b) Jx ~
cos 2x
dx

1
[ (a) - ,: x cos 3 x + ,: sen x sen 3 x + c
3 3 9

(b) (x tg 2 x' - tg x + x)/2 + c J


4.89 Calcolare l'integrale

J cos x log 2 (sen x) dx

[ sen x log 2 (sen x)-2 sen x log(sen x)+Z sen x + c J


4.90 Calcolare gli integrali

(a)
log lxi dx (b) J log lx-2 I dx
J (x+l) 2 x2

- log [ x I 1 - log I x I 12._I + c;


[ (a)
x+l
+
f x(x+l)
dx
x+l
+ log
x+l
207

log J x-2 1 j x-2 ,


(b)
X
+
2 log 1---;-+c]

4.91 Calcolare l'integrale

f cot 2 Sx dx

[Essendo
f --~-
cos Sx
dx=~
5
tg Sx + e, si ha:

f cos: Sx dx = f x tg 5x - ;
f sen Sx dx =
cos Sx

1 1
5
x tg Sx +
25
log J cos Sx + e J

4.92 Calcolare gli integrali

(a) fx lo g ( 1 + ¾) dx

2
[ (a) -X
_ 2
log ( l+ -2 ) + x - 2 log
X
J 2+x I + e;

(b) - ;1 log'( 1 +; 1) +; 1 - log ( 1 +; 1) + e

4.93 Calcolare gli integrali

(a) f x sen(x3 2
)dx

2 2
[(a) [sen(x ) - x 2 cos(x 2
) ]/2 + e; (b) (x 2 -1) ex /2 +e]

4.94 Calcolare gli integrali


x2 dx
(a)
f
log (log
X
(b) f /r"x2dx
1
[(a)= log x [ log(log x)-1 J +e; (b) = - arcsen x + x /M2+c]
2
208

';;t;Calcolare l'integrale

f x arctg 2
x dx

[scegliendo x come fattore differenziale, si ha

f x arctg
2
x dx = :
2
arctg
2
x - f x 2
arctg
l+x 2
x
dx

x 2 arctg
I
X 2 x+arctg x-arctg x
2
arctg x - 1 + X 2 dx
2

x2
2
arctg 2
x -
I
arctg x dx+
I arctg
~
x
dx

Essendo (esercizio 4.68)

f arctg x dx = x arctg x - log /~ + e

I arctg
l+x 2
x dx = _: arctg
2
2 x + e'

si ha

f x arctg
2
x d~

1
1
- x 2 arctg
2

+ - arctg 2 x + e"]
2
2
x - x arctg x + log /ili'+

I
4E. Integrazione delle funzioni :raziona.-
li

Si chiama funzione razionale· una funzione che sia


il rapporto tra due polinomi P(x), Q(x), cioè una
funzione del tipo

¾ xm+am-l x m-l + ... +a 1 x+a


(1) E.hl n n-1
0
m,nEN.
Q(x) bnx +b 0 _ 1 X + .. + b 1 x+b 0
209

Se è m ~ n, cioè se il grado del numeratore è


maggiore o uguale al grado del denominatore, si può
eseguire la divisione di P(x) per Q(x). Detti S(x) e
R(x) rispettivamente il quoziente ed il resto dita-
le divisione si ha

P(x) S (x) + R(x)


Q(x) Q(x)

con grado di R(x) < grado di Q(x). Volendo calcolare


l'integrale indefinito di P(x)/Q(x), si ha perciò la
relazione

(2)
I lli.l
Q(x)
dx
f S(x) dx+
I R.W.
Q(x) dx.

Poichè S(x) è un polinomio, il suo integrale indefi-


nito è immediato. Dalla (2) segue allora che l'inte-
grale indefinito di P(x)/Q(x) viene ricondotto a quel
lo di R(x)/Q(x), che è una funzione razionale,in cui
il grado del polinomio a numeratore è minore del gr~
do del polinomio a denominatore.
Passiamo dunque a studiare l'integrazione indefi
nita delle funzioni razionali del tipo R(x)/Q(x) con
grado di R(x) < grado di Q(x).
In primo luogo consideriamo il caso più semplice
che Q(x) sia un polinomio di secondo grado (se Q(x)è
qi 1° grado, l'integrale è immediato) supponendo, CQ
m'è lecito, che il coefficiente di x 2 sia 1 e cioè
che sia
R(x) = hx + k, Q(x)= x 2 +px+q.
In tal caso l'integrale da calcolare è

hx+k
(2)
I x 2 +px+q
dx

che è stato già trattato nel paragrafo 4C, mediante


semplici trasformazioni dell'integrando.
210

Facciamo vedere che, se il discriminante fi=p 2 -4q


è positivo o nullo, possiamo risolvere l' integrale
(2) anche per altra via.
Precisamente, se fi > O, dette a 1 e a 2 le radici
reali e distinte del polinomio Q(x), si ha la scompQ
sizione

ed è possibile determinare due costanti A 1 ed A 2 ta-


li che risulti

hx+k
(3) +

per ogni xeR - {a 1 ,a 2 }. Allo scopo di determinare A1


e A 2 , scriviamo la (3) sotto la forma

hx+k (A 1 +A2 )x-(A 1 a 2 +A2 a 1 )


2
x +px+q

da cui segue

e,per il principio di identità dei polinomi:

Al + A2 = h
_A1 a 2 +A2 a 1
- k

ossia

Una volta determinate A1 e A 2 , dalla (3) segue

(4) f hx+k
x 2 +px+q
d - A 1 J-1-
x - x-a
dx + A2f _l_
x-a
dx
1 2
211

Si osservi che la (4) è conforme alla (2) del para -


1 1 +x
grafo 4C, ricordando che sett tg hx - log
2 1-x
Se poi è n = p 2 -4q =Osi dimostra, in modo analogo
al precedente, che sussiste l'uguaglianza

hx+k A B
(5)
x 2 +px+q
+ 2
Vx t- et
x-a (x-a) '

ove et è la radice doppia di Q(x). Essendo a=-b/2, si


ricavano i valori A= h, B=ha+k.
Dalla (5) segue facilmente
hx+k
lx-al - het+k
f x 2 +px+q
dx= h log x-a + c

e tale uguaglianza è conforme alla (3) del paragra-


fo 4C.

4.96,Calcolare gli integrali

<f/ f ~ 3x+l
0.)
-6x
'-7"- x2
.(b)
f x 2 -6x+S
dx

3x-1 X
4
1 oX3 + 2 oX 2 + 11 X - 2 o cbc
f f
-
C'c) x 2 - x - 6 dx (d) · x2-10x+21

C)f
e
x
(x-3)2
dx dx

[ (a) Determiniamo le costanti A1 e A2 tali che

cioè tali che, per ogni x

Si ha il sistema A 1 + A2 = 1, A 1 =- 1/2, da cui A 2 = 3/2. Perciò


212

x+3 1 3

f x2-6x dx 2
+-
2

1 3
- - log
2
jxj + - log
2
I x-6 + c.

(b) - log Ix-1 I + 4 log Ix-s I + c

7 8
(c)
5
log Ix+2 I + - log
5
x-3 I + c

(d) Eseguiamo la divisione del numeratore per il denominatore secondo


l'usuale schema

2
x4 - lOx 3 + 20x + llx - 20 2
X - lOx + 21
3 2
-x
4
- 10x + 21x x2 - 1

2
-x + llx - 20

2
-x + lOx - 21

X + 1

per cui

f
x" - lOx 3 + 20x 2 + llx - 20
x2 - lOx + 21
dx = f (x 2
-l)dx+
f X
x+l
2
-10x+21
dx

x3
Eseguendo i calcoli, si trova
3 -x - log I x-3 I +2 log jx-7 j+ c

(e)= log I x-3 I + 3/(3-x) + c.

X 3
(f)
3
- x + log I x-2 j- 2/(x-2) + c]

Supponiamo ora che Q(x) sia un polinomio di gra-


do n arbitrario e; come è sempre lecito, che il coef
ficiente di xn sia 1.
Cominciamo a considerare il seguente

1° caso: le radici di Q(x) sono tutte semplici.

Siano c1.i,a 2 , ... ,ar le radici reali e siano ~ 1 ±iy 1

~ 2 ±iy 2 , ••• , ~ s±iy s le radici complesse (r+2s=n) di


213

Q(x). Pertanto si ha la scomposizione


Q(x)=(x-a 1
) (x-a 2
) ••• (x-ar) (x 2 +p 1 x+q 1
) ..• (x 2 +p 5 x+q 8 ),

ove si è posto:
x 2 +p.x+q.=(x-~ .-iy .)(x-~ .+iy .)=x 2 -2~.x+(~~ +y~ ),
J J J J J J J. J J
cioè:

PJ·=-Z~J-, q.J = ~2.


J + y?
J
' per l ~ j ~ s.

Si può dimostrare allora che per R(x)/Q(x) si ha la


decomposizione in somma:
r s h.x+k.
R(x) :E + :E
(6) ·=1 x2+p J.x+q. J
Q(x) i=l J .

con Ai, hj, kj costanti opportune, per cui l'integr~


le di R(x)/Q(x) è ricondotto al calcolo di integrali
di funzioni razionali del tipo considerato in prece-
denza.

2° caso: Q(x) ha radici reali multiple, ma radici com-


plesse semplici.

Siano a 1 , _a 2 , ... ,ar le radici reali di moltepli-


cità rispettivamente pari a m1 , m2 , ... ,mr e siano
~ 1 ±iy 1 , ~ 2 ±iy 2 , ... ,~ 5 ±iy 5 le radici complesse sempli,
ci, in modo che risulta
m1 +m2+ ... +mr+Zs n.
In questo caso si dimostra che per R(x)/Q(x)vale la
decomposizione in somma:

R(x) r A- 1 Ai z
(7) _!.z..=.._+
Q (x)
:E ( x-a.
1
(x-a.)1 2
i=l

s hj X + kj
+ :E
j=l x 2+pjx+qj
214

con A.1, k , h.J , k.J costanti opportune, per cui l' inte-
grale di R(x)/Q(x) è ricondotto al calcolo di inte -
grali di funzioni razionali del tipo considerato in
precedenza e a quello di integrali del tipo
A -A 1
f (x-a)m dx= (m-1) · (x-a)m-1
+ e

Osserviamo che le costanti che intervengono nelle for


mule (6), (7) si determinano, in modo analogo a come
visto al principio del paragrafo, riducendo allo ste~
so denominatore il secondo membro, identificando i
numeratori dei due membri ed applicando il principio
I iden Lità dei pùllllullll.
Si tratterà poi di risolvere un sistema lineare
di n equazioni in n incognite.
Il 3° caso, cioè quello in cui Q(x) può ammettere
anche radici complesse multiple, verrà da noi tratt~
to nel paragrafo 4F, dopo aver studiato l'integraziQ
ne per sostituzione.
Come esempio, calcoliamo l'integrale

x 3 -2x -x+3 2

f 2
x -3x+2
dx

Eseguiamo la divisione di (x 3 -2x 2


-x+3) per x 2 -3x+2 ,
secondo l'usuale schema:

3 2 2
X - 2x - X + 3 X - 3x + 2
3 2
x - 3x + 2x X + 1
2
X - 3x + 3

2
X - 3x + 2

Il quoziente S(x) ed il resto R(x) valgono: S(x)=x+l,


R(x) = 1. Pertanto si ha la scomposizione
215

x 3 -Zx 2 -x+3 1
x+l +
x 2 -3x+2 x 2 -3x+2

Allora

(8)
I
3 2
x -Zx -x+3
x2-3x+2 dx=
I (x+l)dx+
I l
x2-3x+2 dx .

Essendo Q(x)=x. 2 -3x+Z=(x-1) (x-2), determiniamo le co-


stanti A 1 e A 2 tali che

1 .!.]_
9
(x-1) (x-2) +
( ) x-1

Essendo per XER- {1,2}


(A 1 +A2)x-(2A 1 +A2)
(x-l)(x-2)

dev'essere, per la (9)

V XER

ed allora, per il principio di identità dei polinomi,


risulta

Risolvendo questo sistema_, si trova A 1 =-l,A 2=1 e


quindi la (9) si riscrive come

1 1 1
+
(x-l)(x-2) x-1 x-2

Pertanto si ha
216

1 1 1
fx 2
-3x+2
dx
f x-1 dx
x-2
dx

2
- loglx-11+ loglx-2l+c=loglx- j+c
x-1

Dalla (8) si ricava perciò


2
x 3 -2x 2 -x+3 dx= -x + x+log
f x 2 -3x+2 2
1x-21
x-l + c .

x2
4.97 Calcolare l'integrale
f x2_
3
x_4 dx

[Vale la scomposizione

x2 3x+4
2
= 1 + 2
-3x+4
= 1 - -51 1
-+-
x+l
16
x-4
1
X -3x-4 X 5

per cui si ottiene il risultato x - 51 log I x+l I +- 165 log

4.98 Calcolare l'integrale

f :::2 dx
x+2 1 2x 2
[Vale la scomposizione: 2
+-- 2 +2
x 2 +2 2 x +2 X

per cui

1
x+2
rz
f --dx
X
2
+2 2

= i log(x 2 +2)+ lz arctg Tz + c

3x+2
4.99- Calcolare l'integTale
f x(x 2 +1)
dx

[ Poichè il denominatore ha le radici semplici x=O ex= ±i, si ha la


217

scomposizione

3x+2 A hx + k
x(x 2
+1) X + x 2 +1

da cui si ricava k=3, h=-2, A=2 e perciò

I 3x+2 2
- -I 2x-3
x(x 2 +1)
dx
I X
dx
x 2+1
dx

f; dx-
I
2x
x 2 +1
dx+ 3
I
1
x 2 +1
dx

2
2 log Ix I - log(x +1)+3 arctg x + c ]

xL?x+l2
4.100 Calcolare l'integrale
I (x - 2) 3
dx

[ Poichè il denominatore ha l'unica radice reale x=2, con molteplici


tà uguale a 3, allora esistono tre costanti A1 , A2 , A3 tali che
2 A 1
X -7x + 12 A 2 A3
3
= - + 3
(x-2) x-2 (x-2) 2 + (x-2)

da cui si ricava facilmente A 1 = 1, A 2 =-3, A 3 = -8. Perciò

f- J -- I --
2

I
X -7x+l2 1 1 1
3 dx = - dx - 3 - 2 dx -8 - 3
dx=
(x-2) x-2 (x-2) (x-2)

3 4
log I x-2 I +- + 2
+ c]
x-2 (x-2)

4.101 Calcolare l'integrale f x4-34 1


dx

[ Si ha:

I l
x4-34
dx-
-
I( -- l
4·27
1
x-3
1
4 •27 x+3
1 1
18
--
1
X 2+3-) 2 dx=

1 ~ 1 X
4·27 log
Iillj 2·27
arctg
3 + c ]
218

4.102 Calcolare l'integrale 2 dx


X

[Poichè il denominatore ha le radici reali x=O (con molteplicità ci.e)


e x=l (con molteplicità tre), si devono determinare le costanti A 11
A12• A21 A2 2, Az 3 in modo che
'
1 A 11 A 12 A 21 A22 Az3
+- f + --- -t-
·(x-1) 3
(x-1) 3
x2 X x2 x-1 (x-1)"

Si ottiene il sistema

2 1 2 2

3A 1 1 - 3A 1 2 + A 2 1 - A 2 2 + A2 3 O

-A l l ·+ 3A 1 2 = O

-A 1 2 1

Pertanto

1
dx
x-1

--- l
(x-1) 2
dx+ f ---dx
1
(x-1) 3

2 1
=-3~3 log jx-lj + - - -·- 2 + e]
x-1 2(x-l)

1'
-~ In.tegra.z ione per sostitu.zio:n.e
-~~/

Sia f una funzione continua e sia g una funzione


derivabile con derivata continua nell'intervallo I di
R; allora si ha:
219

(1)
[j- f (x) dx]
x=g( t)
= f f ( g ( t ))g I ( t) d t .

La ( 1) prende i 1 nome di formula di integrazione per so-


stituzione e va intesa nel senso che, se F (x) è una
primitiva di f(x), cioè se risulta Jf(x)dx = F(x)+c,
allora è

(2) [ff(x)dx] _
x=g(t)
=F(g(t))+c = Jf(g(t))g' (t)dt.

La dlmosttazlone della (2) discende a.a.ua regola d1


derivazione delle funzioni composte, in quanto si ha

d
F(g(t))= F'(g(t))g'(t)=f(g(t))g'(t)
dt
e perciò
F(x)primitiva di f(x)=> F(g(t))primitiva di f(g(t))g'(t).
Nella pratica, quando per calcolare l'integrale

(3) f f (x) dx

si effettua la sostituzione x=g(t), cioè si vuol seri


vere la (1), conviene calcolare il differenziale dx=
=g'(t)dt e poi sostituire nell'integrale (3) alla x
ed al dx le relative espressioni.

4.103 Calcoliamo l'integrale

f la2-x2 dx. (a>O) .

[ La sostituzione x=g(t) = a sent, ci dà dx= D(a sent)dt = a cost dt


e perciò
220

f /~ dx

=a 2 f cos
2
t dt
2
(t + sent cost) + c

con x = a sent. Volendo riscrivere l'ultimo membro in funzione dix,


ricaviamo t dalla relazione x = a sent, cioè t = arcsen (x/a) e so -
stituiamolo, ottenendo infine

f /~dx
a
2
2
arcsen - +
, X

a
X

2
/~+c]

senlx
4.104 Calcolare l'integrale
f lx dx.

[Eseguend9 la sostituzione x t2 , si ha t= /-;, dx 2t dt e per-


ciò

f
sen
lx
;-;.
dx
[x=t
=
2
]
f se: t 2t dt 2 Jsent dt 2 cost + c

da cui, ponendo t rx nell'ultimo membro, si ha

f
4.105
f
sen

Calcolare
lx
;;
dx - 2 cos

l'integrale
1-;.+ c J

I xs ex2 dx

1
[Eseguendo la sostituzione x 2 = t, cioè x=lt , si ha dx = z✓tdt e

perciò

Integrando per parti, si ha subito


221

2
da cui, ponendo t = x :

4.106 Calcolare l'integrale

f ✓~dx
[con la sostituzione x = 13 sent si trova

4.107 Calcolare l'integrale


/
lx
f 2+/x dx .

[Eseguendo la sostituzione x t 2
si ha t = h, dx=2t dt e perciò

;;
= ,

2
[x=t ] 2

I ---
2+ ✓i
dx =

J
- t
2+t
2t dt = ✓
2 --·.t
2+t
dt = L

t---2 - J
2
J 2 + t
4,
dt + 8"/
--
,. l
-
1
dt =
2+t .

2 f(t-2Jdt + 8 J-..2_:
2+t
dt

= t 2
-4t + 8 log I 2+t I + c

da cui, ponendo t /"i nell'.ultimo membro, si ha

J /~2+/ X
dx = x-4 li+ 8 log (2th) + c J
222

4.108 Calcolare l'integrale

Jare tg lx dx

2
[Con la sostituzione x t ed il metodo di integrazione per parti,
si ha

f
2
[x=t ] 2

arctg ;-; dx = J 2t arctg t dt =t 2


arctg t -I l:t 2 dt

2
= t arctgt - t+arctgt + e x arctg ;; +

- ;-; + arctg ;-; + e ]

/
4.109 Calcolare l'integrale

f ✓ 2x-1 dx

2 2
[ Eseguendo la sostituzione 2x-l=t , cioè x =lcg 2
( l +t ) si ha dx=

2t
2
dt e perciò
(t +1) log2

2t
f t · --,...---2
(l+t )log 2
dt

2 l+t 2 -1
log 2 f ---dt
l+t 2

2
log 2 f dt
2
log 2 f
l
l+t 2
dt =

2 2
t arctgt + e
log 2 log 2

da cui, ponendo t = /~ si ha
223

4.110 Calcolare gli integrali

(a) J cos(log x)dx (b) Jsen(log x)dx

[ (a) Prima con la sostituzione x=et e poi integrando per parti, si


ha
[x=é]

I cos(log x)dx =
I t
e cos t dt =
1
2
t
e (sent+cost) =

1
=- x [sen(log x)+ cos(log x) ] + c.
2

(b) = - X [ sen(log x)-cos(log x) ] + e ]


2
((-
I"
4.111 Calcolare gli integrali

( a) J 1 }ex dx (b) I 1 _~2x dx

[ (a) Si può effettuare la sostituzione ex=t, oppure, più rapidamen-


te:

dx
J l+ex
(b) = x ~ log I1-e 2x I+ e, con lo stesso metodo]

4.112 Calcolare gli integrali

(a)
J e2x ~;ex +2 (b) I 3e2x -eX +2 dx

[ Si esegua la sostituzione ex=t. Si ha

(a) = 1 x - log Ie X -1 I+ l
2 2 log
2 6ex-l
(b) = arctg / + e ]
123 23

4.113
•Calcolare l'integrale
224

(4x 2 +1) 11 -l
f X
dx
1 dt
[Ponendo 4x 2 + 1 =t, si ha x = 1 ✓-
t-1 , dx perciò si
2 4 lt-1
è ricondotti a calcolare l'integrale

1 .r tll_l
dt.
• ~-!

Eseguendo la divisione di t 11 -1 per t-1, oppure ricordando la fo~


mula che esprime la sonnnadi una progressione geometrica, si ha

t 11
-t 10
= t10 + t9+ te+ •.. + t+l = E
t-1 k=O

Pertanto
11
(4x+lx) -1 1 lO
dx= - E
J 2 k=O
+ c ]

4~Calcolare l'integrale f sen x


1
dx

[Questo integrale è già stato da noi calcolato nell'esercizio 4.21.


Risolviamolo ora per sostituzione. Si ha

f _l_
sen x
dx = J~x sen 2
dx
f 1~:s\ dx .

Con la sostituzione cos x = y si ha dy = - sen x dx, da cui, rico~


dando i metodi d'integrazione delle funzioni razion.,tli, si ottie -
ne:

J --dx
sen x
1
~
2
f (-1 _1). l+y
+
1-y
dy =

1
2
[ log I l+y I - log I1-y I ] + c =

1
[ log(l-cos x)-Jog(l+cos x)] + c ]
2
225

4.115 Calcolare l'integrale

[ Con la sostituzione 3x = t ci si riconduce all'integrale dell'ese~


cizio precedente. Pertanto si ha

I { sen(3 ) dx = log 3
1 f &
sen t log 3
1
log

Siano R(x) e Q(x) due polinomi con grado di R(x) <n=


grado di Q(x) e supponiamo che

siano rispettivamente le radici reali e quelle com-


plesse di Q(x), con molteplicità rispettive:

in modo che

In questo caso si dimostra che per R(x)/Q(x) 'Ysa-


le la decomposizione in somma '"'-

r
E.i.tl L
Q(x) i=l

+ h.J,mj x+k. J,mj )


(x2 +p. x+q.) mj
J J

c.Qil Ai,k .- b j,k , k j,k costanti opportune, per cui_


226

l'integrale di R(x)/Q(x) è ricondotto al calcolo di


integrali di tipo già considerato e al calcolo di in
tegrali del tipo

I hx + k
[x2+px+q)m
dx

Ricordando dal paragrafo 4E che nel nostro caso è

l'integrale precedente diviene

e l'ultimo integrale, eseguendo la sostituzione x=


=r,+yt,diviene

per cui basterà applicare le formule di riduzione ciel


l'esercizio 4.80.

4.116 Calcolare l'integrale


1
dx
J x2(x2+1)2

[ Determiniamo le costanti A 1 , A2 , h 1 , k 1 , h 2 , k·2 tali che

1
X 2 (X2+l) 2
227

Si ha il sistema

2A 1 + h 1 + h 2 = 0 A 1 =h I =h 2 =0
drni, {

k 1 = k 2 =- 1

pertanto

Allora si ha (si vedano gli esercizi 4.80, 4.81):

f
1 X 1
I
X 2 (X 2+ 1) 2
dx= arctg x - ---=-- arctg x +e=
X 2(l+x2) 2

1
X -
X

2(l+x_ 2 )
- 23 arctg x +e]

4G. I:n.tegra.z.io:n.e di a.lc-ur:te f"L1:n.z.ion.i irra.-


z.ion.a.li

In questo paragrafo vogliamo far vedere che l'in-


tegrazione di alcune funzioni non razionali può esse-
re ricondotta, mediante opportune sostituzioni,al cal
colo di integrali di funzioni razionali.
Per dare un'idea del tipo di funzioni che voglia-
mo trattare, consideriamo gli integrali

(1) f 1
x/x+4
dx ; (2) f x \ ~x
V~ dx
228

(3) f dx
x+/l+x2 dx.

Le funzioni integrande sono rispettivamente del tipo

f(x , /ax+b ) ; f (x, vfijf)


f(x, /ax 2 +hx+c )
con f = f(x, y) funzione razionale delle variabili x,
Y, cioè rapporto di due polinomi nelle variabili x,y
Precisamente:
1
nel caso (1) è f(x,y)= a =1, b=4.
Xy
nel caso (2) è f(x,y)= xy a=-1,b=ç=d=l
1
nel caso (3) è f(x,y)= a =b=l, c=O.
x+y '
Per risolvere l'integrale (1), eseguiamo la sostitu-
zione t = /x+4 da cui x=t 2
-4, dx=2t dt. Pertanto si
ha

f x/x+4
1 dx
f (t 2
1
-4)t
Zt dt
1
2 f t
4
2
-4
dt

1
2 f(t~Z - t!2) dt

1 1
log it-21- log it+21 + c
2 2

1
2
log I /x+4 - ZI- 21 log(/x+4 +2)+c

Vedremo in seguito che, per risolvere l'integra-


le (2), conviene eseguire la sostituzione

t = ,/b
Vi+x:
229

e, per risolvere l'integrale (3), basta porre

x+/x2+1 =t.

Passiamo ora a considerare i seguenti casi

1°) J f(x, ✓ax+b) dx. (f(x,y)razionale)

Si pone

(4) t
n n-1
cioè: ax+b=t n , dx t dt
a

e l'integrale diviene

Jf ( t :-b , t) ! t n-l dt

con integrando razionale.


n1
20) f(x, /ax+b , ' ... '
J
(f(x,y 1 , ... ,yk) razionale) .Si pone

(5) n/ax+b = t

con n uguale al m.c.m. di n 1,n 2 , ... ,nk


n si ha
inoltre, posto mi ni
t n_b n n-1 dt, "~ax+b =t].m·
ax+b=t n X dx t
' a a

Pertanto l'integrale diviene

t m1' ... , tffik) : t n-1 d t

con integraBdo razionale.


230

(ad-be f O),

(f(x,y) razionale). Si pone

(6) t

ax+b dt n _ b n (ad- be) tn-ldt


da cui: tn X.
cx+d a-et n ' dx (a-ctn) 2

e l'integrale diviene

Jf(dtn-b
a-ctn '
t) n(ad-bc)
(a-ctn) 2
tn-1 dt

con integrando razionale.

4°) f f(x, /ax 2 +bx+c) dx (a > O)

(f(x,y) razionale). Si pone

(7) /ax 2 +bx+c = /a (t-x)

da cui
at2-c 2a(at 2 +bt+c)
X= --- dx (b+Zat) 2 dt '
b+2at

2 +bx+c at 2 +bt+c
/ax ✓a
b+Zat

e l'{ntegrale diviene

✓a
at 2 +bt+c) 2a(at 2 +bt+c) dt
b+Zat (b+Zat) 2
231

con integrando razionale.

5 o) I f(x, /-ax 2 +bx+c) dx (a>O,b 2


+4ac>O)

(f(x,y) razionale).-Si pone

(8) t

ove p 1 < p2 sono le radici reali e distinte dell'-e-


quazione -ax 2
+bx+c = O.

Quando si calcolano gli integrali 1°), ... ,5°)me-


diante le rispettive sostituzioni indicate, si dice
che essi sono stati razionalizzati e le sostituzioni
si di cono razionalizzanti .

4.117 Calcolare l'integrale

f x V ~:: dx

[Eseguiamola sostituzione raziolalizzante

t = v 1-x
l+x

2 2
4tdt ~
cioè x = (1-t )/(l+t ), per cui dx=- (l+t2)2

Pertanto si ha:

I xv§ dx= f 1-t 2


--
l+t 2
t---
(l+t 2) 2
-4t
dt
t4
(l+t
.-t 2
2) 3 dt •

Essendo
232

si ha

(9) Jx ,/Mx
vi::;:;
dx= 4 J l+t2
-1- dt - 12 J-- 1
-
(l+t2)2
dt +

+ 8

Integrando per parti, si ha

I 1
(l+t2)3
dt =
t
4(t2+1) 2
+
4
3
I ---
1
(t2+1) 2
dt

I 1
(l+t2) 2
dt =
t
2(t 2+1)
+-
1
2 I 1
l+t 2
dt

per cui la (9) diviene, per t = ~, / / l+x

I ,V1M
l+x
x
I dx=
1
l+t2
3t 2t
dt - t2+1 + (t2+1)2 =

3t 2t
arctg t - -- + --- + e ]
t2+1 (t 2+1) 2

4.118 Calcolare l'integrale

r dx
J x+lf+xT
[Eseguiamo la sostituzione

x+ /?+! t

2t 2 +1
cioè x =(t 2 -l)/2t, per cui dx = 4t2 dt. Pertanto

I dx
x+ / 1+x2
233

1 1 1
2
log 8 t2 + e 1
2
log lx+ /7+1 I -
1
-----+e] 2
8(x+lx +1)

4.119 Calcolare l'integrale

I -- f l
/x 2.+px+q
dx

[Eseguendola sostituzione razionalizzante

- t-x
2
ossia x=(t -q)/(.p+2t) , da cui

2(t 2 +pt+q) t 2
+pt+q
dx = .....:.
_ _:__:;,. dt ; / )( 2 +px+q
(p+2t) 2 p+2t

si ha:

I= f t 2
p+2t
+pt+q
2(t
2
+pt+q)
(p+2t) 2
dt = 2
f --
1
p+2t
dt=log Ip+2tl +e.

Sostituendo, nell'ultimo membro, l'espressione di t data dalla (10),


si ottiene

1
I p+2x+2 I
f I x 2 +px+q
dx = log / x 2 +px+q + e ]

4.120 Calcolare l'integrale

1 d
f /-x 2 -2x+3 x
2
[ Si ha -x -2x+3=(x+3)(1-x), per cui

1 1 1
(11) 2-2x+3
/-x = l(x+3){1-x) = ,{T-x
cx+3) V;:;:;-.
234

La sostituzione razionalizzante è

(12) V§= t

per cui x=(l-3t 2 )/(l+t 2 ) e inoltre

-8t 4
dx = (l+t 2)2 X + 3 = l+t 2

Allora, per le precedenti uguaglianze,si ha

f (x+3)~
dx

1 -8t
f 4
l+t 2 ·t
(l+t2)2
dt =

1
- 2 dt = - 2 arctg t + c
J --l+t2
ovvero, ponendo in luogo di t l'espressione data dalla (12):

1
J / -x 2+2x+3 dx = - 2 arctg vs-x J -
x+3
+ e

4H. Integrazione di a1crme frmzioni tra-


scendenti

In questo paragrafo vogliamo far vedere che an -


che gli integrali di certe funzioni trigonometriche,
esponenziali o logaritmiche possono essere ricondot-
ti, mediante opportune sostituzioni, ad integrali di
funzioni razionali.
Per dare un'idea del tipo di funzioni che vogli~
mo trattare, con~ideriarno gli integrali
235

(1) f dx ( 2) f l+tgx 1
dx

(3) f l+sen1
x
dx

i cui integrandi sono funzioni razionali di ex, di


tg x e di sen x rispettivamente.
Per risolvere l'integrale (1), eseguiamo la sostitu-
zione ex= t, da cui x=log te dx=dt/t. Perciò [ex=
=t]:

f
1
1 +ex
dx = f 1
l+t
l
t
dt
=J¼dt-f t+l
1
dt

=log ltl - log lt+ll+c =x-log(ex+l)+c.

Per risolvere l'integrale (2), poniamo tg x=t,da cui


2
x arctg t, dx= dt/(l+t ). Perciò: [tg x=t]

I l+t
1
. l+t
1
2 dt =

1 1 1-t )
J(½ l+t +
2 l+t 2
dt

-- 1
l+t
dt + -1
2
f--l+t1 2
dt- -1
4
f l+t22t dt

1 1 1
logil+tl+ arctgt-
2 2 4 log(l+t2)+c
1 1 1 2
x-
2
logll+tgxl+
2 4 log ( 1 +tg x) +c.

Per risolvere l'integrale (3) poniamo tg(x/2) = t,


2
c1oe x = 2Arctgt, da cui dx=2dt/(l+t ).Ricordando i-
noltre che, con la posizione fatta, è sen x=2t/ (1 +
236

+t 2 ), (vedi la (17 ) del cap. 2 , parte prima), si


ha:

1 2
f l+sen x
dx
l+t 2
dt

j. 2
(t+l) 2
dt 2
l+t
+ e

2
+ e
l+tg(x/2)

Ricordiamo effe l'integtale (~) pub esser risolto per


altra via, come indicato negli esercizi 4.24 e 4.25.
Passiamo ora a considerare i seguenti casi

1 °) f f( a x) dx

(f(x) razionale). Si pone

dt
dx
t log a

e l'integrale diviene

log
1
a
I f(tt) dt

con integrando razionale.

2°) f f(tg x) dx

(f(x) razionale). Si pone

tg X= t
237

cioè: x arctg t dx dt/(l+t 2


) e l'integrale
diviene

f f.U.l
l+t 2
dt

con integrando razionale.


1
30)
f f(logax)
X
dx

(f (x) razionale). Si pone

cioè: x = a dx = a log a dt

e l'integrale diviene

log a J f(t)dt
con integrando razionale.

4 °) f f (xa) xa-i dx_ (ae R-Z)

(f(x) razionale). Si pone

cioè: :x = t 1/ a
'
e l'integrale diviene

1
a
f f(t)dt
con integrando razionale .

5°) I f(sen
J
x, cos .x) dx
238

(f(x,y) razionale). Si pone

tg f t

cioè: x = 2arctg t dx 2dt/(l+t 2)

e si ricorda che

2t 1-t 2
sen x COS X
l+t 2 l+t 2

per cui l'integrale diviene

2
2
I f
( Zt
l+t2 '
1-t )
l+t 2
1
l+t 2
dt

con integrando razionale.

6 o)
I f(sen 2
x cos 2x, tg x) dx

(f(x,y,zjrazionale). Si pone

tg X= t

cioè: x = arctg t dx dt/(l+t 2


)

e si ricorda che

t2 2 1
2 , cos x 2
l+t l+t

4.12i Calcolare gli integrali

(a) I x+x ~ogzx dx (b) I X


log
log
3x
9x
dx
239

[ (a) Eseguendo la sostituzione log x = t si trova arctg log x+c. A!


lo stesso risultat:o si previene utilizzando la (10 1 ) del paragrafo
4A.
(b) Eseguendo la sostituzione log x t si trova log x - log 9 •
· log I log x + log 9 J + c]

4.122 Calcolare gli integrali


sen x 1
(a)
f l+cos 2
x
dx (b)

X
f cos x-1
dx

[ (a) Eseguendo la sostituzione tg = t si è ricondotti al calcolo


2
dell'integrale f 2
t 4:
1
dt. Volendo procedere più speditamente.,

basta rifarsi alla (10') del paragrafo 4A. Si trova subito il ri -

_f
sultato - arctg cos x + c.
dx cos x+l
(b)
f --
cos x-1 f cos 2 x-l
dx cos x+1
sen 2 x
dx

f
COS

sen2x
X
dx - f sen
l
2 x dx

l+cos x
+ cotg x + c + c.
sen x sen x

Come indicato nell'esercizio 4.23, si potrebbe anche eseguire la


2
sostituzione 1 - cos x 2 sen (x/2), da cui

dx l dx
J cos x-1 2 f sen 2 (x/2)
cotg (x/2) + c ]

4.123 Calcolare l'integrale

xix
f l+x~i'T dx

5
[Eseguendola sostituzione /? = t si è ricondotti a calcolare lo

integrale
f~
l+t
d t . Il risultato è ~8 log I1+/J;zr I + c]
240

4.124 Calcolare gli integrali

(a) f tgx
l+sen 2
x
dx (b) f l+sen
1
x-cos x
dx

[(a) Eseguendq la sostituzione tg x = t, da cui x = arctgt, dx


2 1
= dt!(l+t ); s,m 2 x =t 2
/(l+t 2) si trova il risultato - log (1 +
4
X
2
+2tg x)+c . (b) Eseguendo la sostituzione tg
2 = t, si trova i_l

risultato log [tg~IC1+tg~JJ +c J


2 / 2

4.125 Calcolare l'integrale, detto binomio:

f xm (axp +b)q dx m,p,qeQ,

in una delle seguenti ipotesi


rn+l m+l
(a) q è intero (b) è intero; (c) +
p p
+ q è intero.

[(a) L'integrale rientra in quelli considerati al punto 2°) del par~


grafo 4G.
(b) Effettuando la sostituzione xP = t, l'integrale diviene

mtl
1 - + q-1 at+b)q
- t p -- dt
p J ( t

e questo integrale rientra in quelli considerati al punto 2°) del


paragrafo 4G .
(c) L'integrale ottenuto in (b) rientra in quelli considerati al Jll!!
to 3°) del paragrafo 4G]
241

·•-if
4I. Esercizi di :riepilogo

x'cos(x')dx - ½sen(x') + e

41{1f (x+3) log (x+3) 1


dx logllog(x+3)1 + e

4,~f Zx+S
x 2 +Sx+? dx= log(x 2
+5x+7) + e

senZx
·~I 7+sen 2 x
dx log(7+sen 2
x) + e

4 . 13 O f ---::::::::
=====
x✓
1
log x
dx 2 ✓ log x + e

4~f 1
- sen
X
(log x) dx - cos(log x) + e

4~ f
4.1)(f x(x 2
+10) 6
dx
1
14 (x2 + 10) 7 + e

f (1.&..:L)
2
4.134 dx =
cos .K.

·XI x sen(3x 2
+5)dx
1
6
cos(3x 2
+5) + e

4~6 f
.1>-f l+tg f
2
1
4~,6
tg X
x dx =
COS 2 X tg X
dx=log
-
Itg x I +e

2 2
[ Si ricordi che l+tg x = 1/co~ x (".'ed:_esei:cizio _2.J~ _de_lla_parte
242

prima)]
2
l+cotg x
f 3+cotg x
dx =-logj3+cotg xl + e

[ Si ricordi che 1 + cotg 2


x = 1/sen 2
x J
4
.
9
f l+x-x 4
x 2 +1
dx= x-
x3
3
1
+ - log(x
2
2
+1) + e
~
3x+5 8
4.140
f ~~~-
x 2 -2x+l
dx 3 log jx-lj - x-l + e

16x 4 +3 4
4.141
f --- 2
4x -l
dx - x 3 +x+log
3

- log jx+ ~ I+ e

t4.142 f x x +x+l
+x
2
3 dx log lxi + arctg x + e

x 4+x 3 -l x2
4.143
f x 3 +x
dx -+
2
X - logjxj-arctg x + e

x 2 +3
4.144
f x 2 +1
dx X + 2 arctg x + e

2x+l 1
+ 1 arctg ½x)
4.145
f 4+9x 2
dx
9
log (4+9x 2)
6 ( +e

1 1 x+l
4.146
f x 2 +2x+3
dx
12
arctg
12
+ e

X 1 IX 2 -2 I
4.147
f x4-x2-z dx
6
log
x 2 +1
+ e

log ~ +
x+2 4
4.148
f (x-1) 3
(x-2)
dx=4
Ix-1 I x-1
+
243

+
3
--- 1 + e
2 (x-1) 2

4.149 f log (x 2 +4)dx x log(x 2


+4)-2x+4 arctg f +e
'
[ Si integri per parti ]

4.150 f x 4 log x dx= ;


5
( log x - ¼)+e

4.1$1 f tg 2
5x dx=½ tg 5x - x + e

[si integri per parti]

4.152
f~
lx dx= ~ lx log x - 4 lx+ e

[ Si integri per parti ]

2
X 1 1
4. 153
f ✓~dx= ·
2x ~ +
2
arcsen x + e

[ Si integri per parti ]

~ ✓-r="x'2
4.154
f x arcsen
✓-r="x'2

.{ = x -(arcsen x) + e

[ Si integri per parti ]

✓x 112 312
4. 155
f 1-x
dx=-- 2 (1-x) +(2/3) (1-x) + e

2
[si esegua la sostitulione l-x=t ]

x - sen xl
4. 156
f l+tg
1-tg
x
X
dx= - log lcos + e

[Si esegua la sostituzione tg x = t, oppure scrivendo tgx=(sen x)/


/(cos x), e semplificando ... ]
244

1
4.157
f l+sen
1
2
x
dx II arctg (/2 tg x)+c [tg x=t]

1
4. 15 8
f l+sen x+cos x dx=log,l+tg !.
2 I+ e
[tg
X
- =t]
2

4. 15 9 r Zcoscosx-cos,_.,,_ x
J
3

'h,
dx sen x + e

1 1
4.160
f x(4-log 2
x)
dx
4
log I (Z+log x)/(Z-log x)i+c

[ log x = t]

4.161 Jcarcsen x) 3
dx x(arcsen x) 3 +

+ 3 ~ (arcsenx) 2
-

-6 x arcsen x-6 ✓T="x"2 + e


[ x = sent e poi integrando per parti ]

2x 6 +x 3 -l 1
4.162
f x 3 +1
dx= - x4
2
- X + C

x 6 +2x 2 -l x2
4. 163
f x -1
4
2xdx= - + log
2
1x2-11+2 log(x 2
+l)+c

[ Con la sostituzione x2 = t, l'integrale dato diviene

J
t 3
+2t-l
t 2 -1
dt = I( t+
3
t-l
t 2 -l
) dt =

t2
=
2 + log I t-1 I+2 log It+l I -+ e ]

4.164 J 1;/x dx= 2 [lx - log (1+/x )] + e

[ Per sostituzionel
245

4.165 dx= arctg + e

[ Per sostituzione ]

x2
z ✓x + 2 arctg
f
312
4.166
lx (x+l)
dx z
3
x - lx + e

[ Per sostituzione ]

x 2 +1
Zlog( ✓x+l) -
f
312
4.167 - dx z x +2/x +
lx (x-1) 3

- 2 log j ✓x - lj + e

[Per sostituzione]

3x 2 -2+x 4-Sx
4.168
f (x 2 +l)(x-1) 3
dx Z(x-1)2 - arctg X +

2
3 X +1
+ 4 log (x-1) 2
+ e

x 3 +5xlx - 7 13
4.169
f 3
x (xlx)+xlx+x 3 +1
✓i dx
6

11
log(xlx+l) - arctg (x ✓i) + e
3

[x rx = t J

4.170 f 3cos
sen 3
x sen
x+cos
2

2
x+Scos x
x-sen x
dx 2 log(l+sen x)+

+ log (1-sen x) + 4/(1-sen x) + e

[Con la sostituzione t = sen x si è ricondotti all'integrale


246

3t 2 + 5
dt =
1
+ _4_2) dt.
J t 3 -t 2-t+l t-1 ( t-1)

Tenendo conto che t = sen x è compreso fra -1 e 1 e perciò, ad esem-


pio, I
t-1 I
= 1-t, si ottiene il risultato]

dx
4.171 J [2+5 log 2
(tg x)J senx cosx

ko arctg [ vf log (tgx)] + e

[ Si noti che D log(tgx)=l/(senx cosx) ]

4. 172
I~ -sen3x -
-1
8 tg2
! + _21 log
2
ltg .!2!+ _81tg2 !.2 +e

X
[ Si esegua la sostituzione tg ~ = t, come indicato al punto S0 )del

paragrafo 4H (pag. 237)] ·

4.173

[ Si esegua la sostituzione tgx = t, come indicato al punto 6°) del


paragrafo 4H (pag. 238)]
Capitolo 5
INTEGRALI DEFINITI

SA. Integrazione definita elementare

Siano f(x) e g(x) funzioni limitate ed integrabi


li (secondo Riemann) nell'intervallo chiuso e limit~
to I di R.
Richiamiamo alcune proprietà dell'integrale defi
nito:
a) additività dell'integrale:
b e b

f f(x)dx f f(x)dx + f f (x) dx Va,b,cEI


a a e

r
b) integrale del valore assoluto:
b

I f(x)dx I < f If(x) I dx, Va,bEI,(a<b)


a

c) monotonia dell'integrale : se a, b E I, con a < b, se


f(x) 2 g(x) per ogni XE[a,b], allora
b b

f f(x)
a
dx 2 f a
g(x) dx.
248

Ìn particolare, se è g(x) ~ O, allora


b

J g(x)dx > O.
a

d) linearità dell'integrale: ·per À, µeR, si ha:


b b b

J [J\f(x)+µ g(x)]dx À J f(x)dx+ µ J g(x)dx.


a a a

Ricordiamo inoltre che le funzioni continue e le


funzioni monotòne e limitate in un intervallo chiu
so [a,b] sono ivi integrabili.
e) proprietà della media: se rn e M sono rispettivamente
l'estremo inferiore e l'estremo superiore di fin
[a, b], si ha
b

m ~ b=a J f(x)dx ~ M.
a

In particolare, se f(x) è continua in [a,b], allo


ra esiste ce[a,b] tale che
b
1
b-a
J f(x) dx f(c)
a
b
Il numero reale
1
b-a
J f(x) dx prende il nome di
a
valor medio di f su [a, b] .
Nel caso degli integrali definiti, la formula di
integrazione per parti diviene:
b b
ft(x)g' (x)dx= [f(x)g(x)]: - J f'(x)g(x)dx
a a

e la formula di ,integrazione per sostituzione diviene


249

f
(j){b)

~(a)
f(x)dx= fa
b
f(4>(t))4> 1
(t)dt

ove f è continua in [c,d], (j): [a,b] ➔ [c,d] è derivabi-


le con derivata continua.
I 1 teorema fondamentale del calcolo integrale afferma
che:se f(x)è continua in [a,b}, allora la funzione

F XE[a,b] ➔ Ixf(t)dt
a

è una primitiva di f.,


Grazie a tale teorema, per calcolare l'integrale
l1eflìn Co <11 una funzione continua nell'intervallo Ca,5J,
basta trovare una primitiva di f ed applicare la se-
guente regola:
FORMULA
FONDAMENTALE
DEL CALCOLOINTEGRALE:sia f(x)coQ
tinua in [a,b] e sia G(x) una primitiva di f(x); allora
b b

J
a
f(x)dx = [G(x) ]a= G(b)-G(a)

Ricordiamo inoltre il significato geometrico dell'in


tegrale definito di una funzione non negativa: se f
è integrabile e limitata sull'intervallo [a,b] e se
è f(x) ~ O, posto

T = {(x,y)E[a,b]xR: O~ y ~ f(x)}
si ha, (ved. il successivo paragrafo SC):

area di T = f
b

a
f(x)dx.

5.1 Sia f(x) la funzione definita nell ' intervallo


[O, 1] da

~ se XE(O,l]
f(x) = { se X • 0.
250

Verificare che f(x) è integrabile nell'intervallo


[0,1] e che l'integrale è nullo.

[ Siano O=x0 < x 1 < x 2 < •.. < xn = 1 i punti di una partizione P del

i' intervallo [ O, 1 ] . Consideriamo le relative somme integrali infe-


riori s(P) e superiori S(P):
n n
s(P) = L '"Jc(xk - xk_ 1); S(P) L Mk (xk-xk-1),
k=l k=l

ove mk e Mk sono rispettivamente l'estremo inferio~e e l'estremo su-


periore di f(x) nell'intervallo [xk-l'xk]. Risulta mk=O per ogni
k=l,2, ... ,n, mentre è Mk=Ose k=2,3, •.. ,n e M 1 = sup { f(x) : x E
E [ 0 ,x l J} = 5.
Perciò abbiamo

s(P) = O

Le somme integrali inferiori sono nulle per ogni partizione P. E' an-
che evidente che l'estremo inferiore delle somme integrali superiori
al variare della partizione P, è uguale a zero. Perciò l'integrale corr
siderato vale zero ]

5.2 Dare un esempio di funzione continua, non identi


camente nulla, il cui integrale definito, esteso
ad un intervallo [a,b] con a< b, valga zero.
[ Basta scegliere f(x) = sen x, per x E [ 0,21T]]

5.3 Esistono funzioni integrabili, non identicamente


nulle, nell'intervallo [0,1], tali che f(x) ~ O,
per ogni xe[0,1] ed il cui integrale definito sia
nullo?
[ Si, ad esempio la funzione dell'esercizio 5.1 ]

5.4 Esistono funzioni continue e non identicamente


nulle nell'intervallo [0,1], tali che f(x) > O
VxE[0,1] ed il cui integrale definito sia nullo?
[ No, non esistono. Supponiamo infatti che f(x) sia una funzione conti-
251

nua in [0,1] , con f(x) LO per ogni xE [0,1] e tale che io


1
f(x)dx=

=O. Dimostriamo che f(x) è identicamente nulla. Supponiamo per assurdo


che esista 0,1 ] tale che f(x
x
0
E[ > O. Per il teorema della pe~ 0
)

nenza del segno, esiste in [ 0,1 ] un intorno I di x per cui 0


,

V xE I .

Per semplicità, supponiamo che x 0 sia interno all'intervallo [0,1] e


che I sia della forma I= { xE [0,1] x 0 - 6< x < x 0 + 6}, con 6>0.
Dalle relazioni
-6 +6
f f f
X X 1
~(x)dx =
o
O

f(x)dx +
O

-6
f(x)dx + f f(x)dx
+6
L
o X
o
X
o

~ <z6) > o
2

si perviene ad un assurdo]

5.5 Siano f 1 , f 2 due funzioni continue in [0,1], tali


che f 1 (x) ~ f 2 (x), per ogni XE(O,l] ed inoltre ta
li che f 1 (x 0
) < f 2 (x 0 ) per almeno un X0 ~[a,b]. Di
mostrare che
1
r fl(x)dx
·o
[Basta osservare che la funzione f(x)=f 2 (x)-f 1(x), per l'esercizio prec~
dente, ha integrale, esteso all'intervallo [0,1], strettamente positi-
vo J
5.6 Calcolare, in base alla definizione di integrale
definito, l'integrale

f 1

o
x dx

1
[Dividiamo l'intervallo [ 0,1] in n parti uguali mediante i punti -
n
252

2 n-1
. Le sormne integrali inferiori e superiori sono, rispe!
n n
tivamente

1 1 2 n-2
s = - - + - + ... +- + n~l)
n n ( n n n

-l + -2 + ... + flfl-,li---+--'1-Rnl---\)-~
-
n n n
1
e perciò lim (Sn - sn) = O.
n n
D'altra parte, ricordando che 1+2+•.• +n=n(n+l)/2, si ha

lim sn lim (1+2+ ... +n) lim


n2 n2 2
n n n

1 n 2 +n 1
- lim
2 n ~ 2

e perciò l'integrale dato vale 1/2]

5.7 Calcolare, in base alla definizione, l'integrale

f
1
x 3 dx.
o

[ Dividendo [ 0,1 in n parti uguali e, procedendo come in 5 . 6, si ha


2 2
1 n (n+l) 1
lim sn = lim
n~ 4 4
n n

5.8 Calcolare,in base alla definizione di integrale


definito, l'integrale

f a xl dx. (a> 1) .

[ Dividiamo l'intervallo [1,a] mediante i punti in progressione geom~


trica
n-1 n
q0 l,q,q~, ... ,q q =a,
253

n
ove si è scelto q = /;;. Le sonnne integrali inferiori e superiori SQ

no, rispettivamente

q-1
- +
q

come si verifica facilmente.

Ricordando il limite notevole lim = log a (és. 8.21 della par-


x-* o X

te prima) si ha lira Sn = log a. Per calcolare il lim sn, applicando


n
la regola di L'Hospital si vede che lim sn = log a].
n

5.9 Sia f(x) una funzione limitata ed integrabile nel


l'intervallo [0,5] e tale che
5
r f( X) çlx = 10 .
•o

Dimostrare che
(a) esiste almeno un punto x 0 E[0,S], tale che
f(x 0
) < 3;
(b) se f(x) è continua in [0,5], allora esiste
almeno un punto x 0 E[0,5] tale che f(x 0 ) = 2;
(c) se f(x) è strettamente monotòna in [0,5], al
lora esiste almeno un punto X 0 É[0,5] tale che
f(x 0 )< 2.
[ (a) Se, per assurdo, fosse f(x) ~ 3 per ogni x E [ O ,5 ], risulterebbe

rf(x)dx ~ f S 3 dx = 15 .

o o

(b) Per il teorema della media, essendo f continua, esiste x 0 E [ 0,5


254

tale che

10 I 5.
f(x) dx Sf(x 0
);

perciò f(x 0
) = 2.

(c) Per fissare le idee, sia f(x) strettamente crescente in [ o,s J


Supponiamo per assurdo che f(x) ~ 2, Vx E [ O, 5 ] • Non potrà essere
f(x)=2 per ogni x E [o,s], perchè, in tal caso f(x) non sarebbe strel
tamente monotòna. Scelto arbitrariamente x 1 E (O, 5), dovrà essere

f(x) > f(x 1 ) > f(O) ~ 2, VxE(x 1


,S).

Da cui segue:

I 5

f(x)dx
I
Xl
f(x)dx +

o o

5.10 Dimostrare che la funzione di Dirichlet

f(x) = {~ se
se
X

X
è razionale
è irrazionale
non è in'tegrabile in [O, 1].
[ Siano O=x0 <x 1 < ••• < xn-l < xn = 1 i punti di una qualsiasi sud-
divisione di [ 0,1]. Poichè in ogni intervallo [xk-l' xk)cadono sia
numeri razionali che irrazionali,si ha

inf f(x) O sup f(x) 1


x È [xk-l'xk) X E [xk-1 'xk)

Pertanto ogni somma integrale inferiore è zero ed ogni sonuna integr~


le superiore vale 1]

5.11 Dimostrare che la funzione


255

1 rn

I se x= m,n primi fra loro


n n
f(x) =
lo se X è irrazionale

f
1
è integrabile in [O, 1) e risulta f(x)dx O.
o
[ Fissato k E N, i nwneri razionali di [ 0,1) del tipo m/n, con m, n
primi fra loro e tali che n < k, costituiscono un insieme finito:

e si ha f(xi) > 1/k, mentre, in tutti gli altri punti xè [0,1), si


ha f(x) i 1/k. Possiamo costruire Wla partizione finita Pk di [0,1)
costituita di nk intervalli I1 , ••• ,Ink (di centro rispettivamente

x 1 , ••• , xnk ed ampiezza ok sufficientemente piccola) e di altri

nk+l intervalli J1 , ••• , Jnk+l su·ognuno dei quali risulta f(x) ~1/k.

Detta S(Pk) la solllJla integrale superiore, si ha ( indicando con !Ji I


l'ampiezza dell'intervallo Ji):

nk
IJi I sup f ~ ok l: f(xi)+
i=l

nk+l nk
1 1 2
+-
k
i: IJi I ~ ok i:
i=l
f(xil+ k < -k
i=l
nk
pur di scegliere ok < 1/ k l: f(x.)1
i=l

SB. Calcolo di i~tegrali defi~iti

5.12 Calcolare l'integrale


2 TI

f sen 2
x dx
JQ
X sen 2x
[ Poichè la funzione G(x) è una primitiva della
2 4
zione f(x) = sen 2 x, per la fornrula fondamentale del calcolo integr2_
256

le, si ha:
2 1T

f sen
2
x dx
sen 2x
4
o

5.13 Verificare che per h,keR, si ha

f
b
(hx+k)dx
a

2
[ La funzione G(x) = (h/2)x + kx è una primitiva di f(x) = hx+k, ed
a))gra, basta applicare la formula fondamentale del calcolo integra-
le ]

5.14 Calcolare l'integrale

X
dx .
✓ x+ I

-- 1/2 -1/2
[ Si ha: x/ / x+l = (x+l-1)/ / x+l = (x+l) - (x+l) per cui la
2 3/2 1/2
funzione G(x) = (x+l) - 2(x+l) è una primitiva di f(x)
3
= xl~- Dalla fornrula fondamentale del calcolo integrale,segue:

3
2 3/2 1/2
(x+l) - 2(x+l)
[ 3 ]
-o

2
3

5.15 Calcolare l'integrale

ro
j x-1 i dx.

[ Poichè risulta I x-1 I = x-1 sex~ 1 e I x-1 I =1-x sex< 1,


257

si ha

r
o
I x-1 I dx = f
o
\1-x)dx + r 1
(x-1) dx=
[x
x2

2
f +

,. + ~:
L-
2

- X r
J1
1
2
+ 2
5
2
l.
J

5.16 Calcolare l'integrale considerato nell'esercizio


precedente, utilizzano.o l'interpretazione geom~
trica dell'integrale definito di una funzione
non negativa.
[ L'area del triangolo S1 , in fig. 5.1, vale 1/2, mentre l'area del
triangolo S2 vale 2 ]

2 3 X

figura 5.1

5.17 Posto f(x)


verificare che
b
1
b-a f f(x)dx
1
6
[ f (a).+4f ( a;b) + f(b) ]
a

1 4
(b - a)
120
258

5.18 Calcolare i seguenti integrali

(a) dx; (b)


I
l

o
x 3 -13x
x 2 +5x+4
dx

(c) (d)

[ (a) l; (b) - 9/2 + 4 log (5/2); (e) 1/3 - arctg 2; (d) 1/18 ]

5.19 Verificare che, se m ed n sono due interi non


negati vi, si ha
TI se m -f- n

fo sen mx sen nx dx
se m=n > O

se m -f- n
f TI
cos mx cos nx dx
se m=n > O
o

f 2 TI
sen mx cos nx dx O
o

se m -f- n
f 211
sen mx sen nx dx
se m=n > O
o

io
211
cos mx cos nx dx
se m-f-n

se m=n>O
[ Si vedano gli esercizi 4.58, 4.59, 4.60]

5.20 Verificare che per y > 1 e per a -f- - 1 si ha


259

y a+1 a+1
xalog x dx = ~ log y - y -1
f.
1
a+l (a+l) 2

[ Integrando per parti, si ha

ry a a+1 ]Y a+l
)(
J_ x log x dx = _x_log x dx
[ a+1 1 a +i
1

a+1 Y a
y 1
a+l
log y - -
U+l f. 1
X dx =

a +l
[~ ]y ,
y 1
log y - -
a+1 a+1 a+l 1

da cui segue subito 1' asserto ]

5.21 Verificare che

(a) r;)+l
o
dx log (y + /y 2 +1)

(b)
r
o
---
✓x2+T
X
dx= /y 2 +l - 1

[ (a) G(x) log (x+ ~) è una primitiva di 1/~

(b) G(x) /7+i'" è una primitiva di x//?+i ]

Integrando per parti, calcolare gli integrali

r
5.22

(a)
r 1
l2.&..2 dx
X
(b)
2
log(x2-x)dx

[ (a)
r 1
log x
X
dx= [ log 2
x ]2
1
- r1
lo: x dx, perciò
2 60

r 1
log x
X
dx
1
2
[ log 2
x]
2
1
1
2
log 2
2.

(b) Si trova il risultato [ x log (x 2 -x)-Zx+ log Ix-1 I ] 32 =3 log 6 -

- Z- log 2 ]

5.23 Calcolare l'integrale

dx

[Eseguendola sostituzione x= cos t, poichè al crescere dix da O a


1, t decresce da 'Il /2 a O, si ha

r o
dx
_ fo
'11/2
/1-cos
I l+cos t

t
sen t dt

lr
'Il /2
(1-cos t)dt = [ t-sen t]
'Il 12
~ - 1 J
0 2
o

5.24 Calcolare l'integrale

2
[Eseguendo la sostituzione ~ = t, cioè x = t -1, dx = 2tdt,al
lora, per x=l si ha t = /2 e, per x 8, si ha t = 3. Pertanto

f 8 3
j ~+x dx = 2t + log t-l ]
[ t+l.
1 ✓-2

1 ✓-2 -1 ]
6-2 /z + log
2 + log h+l
261

5.25 Calcolare gli integrali

(a) io
1
!4"=x"2 dx (b) J
o
3/2
✓3-x2 dx

[ (a) si risolve con la sostituzione x=2 sen t, osservando che, al cr~


scere dix da O a 1, t cresce da O a TI/6, per cui:

1 TI/ 6
J /M2 dx= J 2 /1-sen
2
t · 2 cost dt =
o o

1
=2 [ t+sent cost ] TI/6 = 2 (TI + -
0 6 2

TI v'3
-+-
3 2

(b) con lo stesso metodo di (a) si trova il risultato (TI /2)+(3/"3/B)]

5.26 Calcolare gli integrali


2
-✓
x
f
TI /4
4
(a)
f 1
e dx (b)
o
cos lx dx

(e)
J1
4.~
lx. dx (d)
ro
e
✓i
dx

-1 -2 2
[ (a) 4e - 6e (b) TI/2 - l; (c) 4log 4 - 4; (d) 2e + 2]

5.27 Calcolare l'integrale:

( X - 7/x. + 12
dx
-o xix - 6:x:+9/x.

[ Con la sostituzione x=t 2 si trova il risultato 2 [ t-log lt-31]o2


= 4+2 log 3 ]
262

5.28 Calcolare gli integrali


112

(a) Jo
4 ✓x
l+lx dx (b) f sen lx dx
o

16 r2
✓ lx - 1 dx 112
(c)
f
1
arctg ( d) J_ (ex-1)-
l
dx

[Si risolvono tutti per sostituzione: (a) 2 log 3; (b) 211;


(e) (16/3) 11-2 /3 ; (d) 2(arctg(e 2 -1) 112 -arctg(e-1) 1 i 2 )]

5.29 Calcolare gli integrali

(a)
f 11/2
/l+cos x dx (b)
f 11/2
✓ 1-cos x dx
o o

(c) fo
11/6
✓ l+sen x dx (d)
f lT/
2
COS

✓ l+sen 2 x
X
dx
o

[Ca) Ponendo cos x = t, risulta dx=-dt/ /~. Perciò:

f 11/2
✓~-l+_c_o_s-x-
dx= -
f
O / l+t
/1-t2 dt =
I l dt
/1-t
0 1 O

[ 2 / 1-t ] l = 2.
o
(b) 2(/2 - 1); (e) 2 - /z; (d) log (l+ /2)

5.30 Dimostrare che, per ogni a> O, risulta

dx 1 dx
l+x 2
f
1/a
l+x 2

_[L'integrale a secondo membro si ottiene da quello a primo membro, m~


diante la sostituzi~ne t=l/x ]

5.31 Posto.ljl(x) = (l+x)/(1-x), dimostrare che,per Q


gni a< 1, risulta
263

[ Effettuare
r
o
dx
l+x 2

la sostituzione
f
·1
lj)(a)

t= lj)(x)]
l+x
dx
2

5.32 Dimostrare che


b -a
J. f(
a
- x) dx f-b
f(x) dx

5.33 Dimostrare che se f è una funzione integrabile,


periodica di periodo T, allora
b+T b
f a+T
f(x) dx= J f(t)dt
a
.

[ Posto x=t+T , si ha dx = dt e per x=a+T è t=a, per x=b+T è t=b. Per -


tanto

grazie alla periodicità di f]

2TI
5.34 Calcolare l'integrale f isen ildx.
o

[ Poichè la funzione f (xY = Isen x I è periodica di periodo TI , si


ha

211 11 2TI
fo I sen x I dx fI
o
sen x I dx + fTI
Isen x I dx

11 11
= J
o
lsenxl dx + fo lsen x Idx =

TI
'Il'
=2J senxdx= [ -2cos x] 4,
0
o
264

a norma dell'esercizio precedente ]

5.35 Calcolare i seguenti integrali


11/2
sen x dx
(a) Jo cos 2 x-6cos x+9

·11 iz
cos x dx
-------~--'-'-----'-_;;.;;_- dx
(b)
Jo sen'tx-3sen x+Z

111 2
__ .::::c~o:..:s::.......cx::..::.._~d~x::..,__
(c) dx
Jo .sen 2
x+4

[ (a) Si esegue la sostituzione cos x = t, da cui sen x dx=- dt. Il ri


sultato è 1/6; (b) log (3/4); (c) (1/2) arctg (1/2)]

5.36 Calcolare l'integrale


1113 tg x dx
Jo l+log(cos x)

[ Si osserva che D log {cos x)=- tg x. Il risultato è -log(l-log 2) ]

5.37 Dopo aver dimostrato la seguente formula di ri-


duzione (neN, n ~ 2)
n-1
J(sen x)n dx= _ (sen x~ cos x +

verificare che
11 /2
35
J (sen x) 8 dx 128
11
o

[ Con un'integrazione per parti, si ha


265

f(senxtdx= - (sen x)
n-1
cos x+(n-1) f (sen x) n-2 cos 2
x dx=

- (sen x)
n-1
cos x+(n-1) f (sen x) n-1 dx +

+ (1-n) f (sen xtdx

da cui segue facilmente la fonnula di riduzione cercata.


Per calcolare l'integrale definito, osserviamo intanto che

11/2 [ -(sen x) n-1 cos x 11/2 '11/2 n-2


n n-1
f.
o
(sen x) dx=
n· ]
o
+-
n f (sen x)
o
dx=

n-1
n
f Tr/2

o
(sen x)
0
-
2
dx

Pertanto

'TI/2 11/2 11/2


f o
(sen x)
8
dx = ~ fo (sen x)
6
= ~•¾ fo (sen x) dx
4

Tr/2

8
7 5
6
3
4
J (sen x)
2
dx
o

7 5 3 1
-
f TT /2
dx
35
'TI ]
8 6 4 2 128
o
5.38 Verificare che

fx
- Tr
sen x dx 2 11
r
-a
(x+a)/aLx 2 dx=
2
3
TTa
266

Sia f:[a,b] ➔ R una funzione limitata ed integrabi


le; allora,se f è non negativa (risp. non positiva),
l'insieme
T={(x,y)E[a,b]xR:O 2 y ~ f(x)}
(risp. T = {(x,y)E[a,b]xR: f(x) 2 y 2 O})
si chiama rettangoloide di base [a, b] relativo ad f e
si ha

area di T f
a
b
f(x) dx
b
(risp. area di T = - J f(x) dx).
a

Se invece f assume valori di segno arbitrario,pQ


sto
f+(x)=max{O,f(x)}; f-(x)=min {O,f(x)}
+
la funzione f (x) è la parte non negativa di f(x) ,la
funzione f-(x) è la parte non positiva di f(x) e si
ha: f(x) = f+(x) + C(x) (fig. 5.2). Inoltre f+ e C
sono integrabili e si ha
b
area di T
+
area di T f a
f(x)dx

y y

r- ,,.,
1 ' / I
I \
/ I
I \
X X

figura 5.2
26ì

ove T+ indica il rettangoloide relativo ad f+ e T-il


rettangoloide relativo a f-.
Infine, risulta /f(x)/ = f+(x)-C(x) e
b
area di T+ + area di T- = J /f(x) / dx.
a

Le formule precedenti sono perc10 utili per il calcQ


lo delle aree di rettangoloidi, mediante il calcolo
di integrali definiti. Più in generale, si può calcQ
lare l'area di una regione T come quella rappresent~
ta in fig. 5.3

t ( xl

o a
~ b X

figura 5.3

definita, a partire dalle funzioni integrabili f(x),


g(x), mediante le limitazioni seguenti
T = {(x,y)e[a,b]x R: g(x) ~ y ~ f(x)}
In tal caso, si ha

area di T J\f(x) - g(x)Jdx.


a

5.39 Sia f(x) = x 2 , e sia g(x) = x per xE[D,l]. Cal-


colare l'area dell'insieme piano definito da(fi
gura 5.4):
T = {(x,y)E[D,l]xR: x2 ~ y ~ x}.
268

figura 5.4
1

[ area ur 1 J
( l
(x x
o ;.-- . 7
2
) dx 1 l(3
j
-

0
1
2
1
3
1
6

5.40 Calcolare l'area della regione piana T compresa


fra le due parabole di equazioni y 2 =9x e x 2 =9y.
[ Evidentemente risulta

1 -
T { (x,y) e [o,9]x [o,9] : -9 x 2 < y -< 3 lx
-

in quanto le parabole si incontrano nell'origine e nel punto P(9,9),


come si vede risolvendo il sistema costituito dalle equazioni delle
due curve (si veda la fig. 5.5). Si ha

o X
figura 5.5

f(
9
area di T 3 ,/x - ~ X
2
) dx
o
269

5.41 Calcolare l'area della regione piana T delimita


ta dalla retta y=-2x+3 e dalla parabola y=x 2 •
[ La retta interseca la parabola nei punti (-3,9) e (1,1) e, nell'in -
tervallo [ -3,1], risulta -2x+3 ~ x 2 • Perciò, si ha:

T = { (x ,y) E[ -3 ,1 ] xR: x 2 5_ y .$_ - 2x+3}

e risult.i.:
1
area di T = J {3-2x-x 2
)dx=
.. [
3x-x 2
X 3 ]
- -
3
l 32
=-
3
-3 -3

5.42 Calcolare l'area della regione piana T compresa


fra la curva y=l/x, l'asse delle x e le rette di.
equazioni x=a e x=Sa, con a> O (fig. 5.6).

O a 5a X

figura 5.6
Sa
[ area di T = J ; dx = [ log x JaSa =
log Sa - log a= log 5 ]
a

5.43 Calcolare l'area della regione piana T compresa


tra le curve y=x 4 -2x 3 +2, l'asse delle x e lere!_
te x=-1 e x=2 (fig. 5.7).
2

[ area di T, = f
-1
(x 4
-2x 3
+2 )dx =
4
- x2 + 2x
] 2

-1
=

16 51 ]
2 10
270

y
5

- 1 2 X

figura 5. 7

5.44 Calcolare l'area della regione piana T compresa


tra la curva y=l/xa (ail), l'asse delle x e le
rette di equazione x=a, x=b (con O< a< b)
b

J -xa
1
[ area di T = dx=
a

5.45 Calcolare l'area della regione piana T compresa


fra la curva y = log x, l'asse delle x e la ret
ta di equazione x e.

[ area di T = f 1
e

log x -dx = [ x(log x-1)] e=


1
1

5.46 Calcolare l'area della regione piana T delimit~


ta dall'ellisse di equazione (x 2 /9)+(y 2 /4)=1.
2
[ T = { (x,y) E [ -3,3] xR:
3

f
ed allora:

area di T = [; ~ - ( - ; /97)] dx =
3
271

2 'J3 -2
3
~ dx
-3

[Y=sen t] JTl/2
1
12 cos 2
t dt = 12 - (t + sent cast) ] TI /2 =
[ 2 - TI/2
- TI /2

6 TI]

Siano a=a 0 < a 1 < a 2 < ... < a 0


= b, n+l numeri
reali e sia f(x) la funzione definita in [a,b] da:

se xe[a 0 ,a 1
]

se xe(a 1
,a 2
]
f(x)

ove c 1 ,c 2 , ••• ,c 0
sono numeri reali positivi.
La funzione f(x) è una particolare funzione gen~
ralmente continua, cioè avente un numero finito di di-
scontinuità, detta funzione a scalino (o funzione semplice,
o funzione costante a tratti) (fig. 5. 8). Essa è integr~
bile su
y

C2
I I
I
e, - I
c. r-"7 I
I
I
I
I ~
I I
I I I I
I I I I

a=a 0 a, 82 a n-1 a.= b X

figura 5.8
272

[a,b], e risulta:
b

f
a
f(x) dx

Il caso più elementare di integrazione definita


è quello in cui la funzione integranda f(x) è conti-
nua in un intervallo chiuso e limitato [a,b]. Tutta-
via, spesso si incontrano funzioni continue in inte~
valli non chiusi o non limitati ed e utile provved~
re, anche per questi casi, ad una teoria dell'inte -
grazione definita.
Ad esempio, la ,funzione
f (x) = 1//x per XE(0,1]
non può essere prolungata in una funzion.e continua su
[0,1]. Tuttavia, si dimostra che il limite

_1
I
l
lim dx
t ➔ o ✓x
t

esiste ed è finito. (Il lettore verifichi, per mezzo


della formula fondamentale del calcolo integrale,, che
tale limite vale 2). Tale limite viene considerato CQ
me integrale improprio di f(x) su (0,1] ~ si pone, per
definizione

r-1
o
✓x
dx lim
t ➔O rt
✓x
1
dx.

Analogamente, la funzione
2 XE[l,+
f(x) = 1/x per 00 )

è-continua su un intervallo flOfl limitato e si EliJOO-=-


2 7 3.

stra che esiste finito il limite

t _1_
lim
t ➔+ a, J1
X
2 dx.

(Il lettore verifichi che tale limite vale 1). Anche


tale limite viene considerato come int~grale improprio
di f(x) su [1, +oo) e si pone

f
1
+oo
_1_ dx
x2 lim
t➔+ <Xl r1
1
x2 dx.

In generale, sia f(x) una funzione continua (e


J:l.OR limitata) JHill'ii;i:ternello limitato [a,b) (risp
(a,b]) e supponiamo che esista finito il limite:
t b

t
lim_
➔ b
J f(x)dx (risp. lim
t ➔ a+
J f(x)dx)
t
a

allora si dice che f(x) ha integrale improprio (converge!3_


te) su [a,b] e si pone

(1)
f\ a
(x) dx=
t➔ b
li~ J tf (x)dx
a
(risp. = lim Jbf(x)dx)
t ➔a+
t

L'integrale al
primo membro della (1) si chiama inte-
grale improprio di f su [a, b J .
Si dimostra che se f.(x) è continua in [a, b) (risp
in (a,b])e se jf(x) I ha integrale improprio su [a,b]
allora anche f(x) ha integrale improprio su [a,b] e
risulta
b

I f.f(x)dx I < f
b
lf(x) jdx.
a a

In tal caso si chef dice


ha integrale improprio as-
solutamente su [a, b] .
convergente
Il caso di una funzione che presenta un numero
finito di discontinuità nell'intervallo [a,b], cioè
di una funzione generalmente continua, si riconduce fa
cilmente a quelli precedenti, grazie all'additivita'
degli integrali.
Ad esempio, se f(x) è continua nell'intervallo li
mitato (a,b) ad eccezione del punto ce se entrambi
gli integrali

ra
f(x)dx , f
e
b
f(x) dx

sono convergenti, allora l'integrale improprio di f


su [a,b] è la somma di tali integrali. Una condizio-
ne sufficiente affinchè una funzione discontinua in
x 0 abbia integrale improprio su un intervallo limit~
to I contenente x 0 al suo interno è che esistano a<
< 1, A> O ed un intorno J di x 0 tali che

A
(2) I fCx) I <

Le definizioni precedenti consentono così di parlare


di integrali definiti di funzioni anche non limitate ;
un'altra generalizzazione del concetto di integrale
riguarda il caso di funzioni definite su intervalli
non limitati .
Precisamente,se, ad esempio, f(x) è definita nel
l'intervallo [a,+ 00 ) ed è dotata di integrale impro -
prio su ogni intervallo del tipo [a,t], si dice che
f ha integrale improprio su [a,+ 00 ) se esiste finito il
limite

lim
t ➔+ 00
f\
a
(x)dx

e, in tal caso, si pone:


+oo t
f
a
f(x) dx = lim
t -t+ 00
J f(x)
a
dx.
275

In modo analogo si definisce l'integrale improprio


b
f
- CX)
f(x) dx.

Infine, se f(x) è continua in R, si dice che essa ha


integrale improprio su (-"',+"') se esiste CER tale che
gli integrali impropri:

r
- CX)
f(x)dx f
e
+ CX)

f(x) dx

siano entrambi convergenti e si pone

J+;(x)dx = fcf(x)dx + f+;(x)dx.


-CD -CO C

(Si dimostra che tale integrale è indipendente da c).


Una condizione sufficiente affinchè la funzione f(x)
continua in [a,+"') (risp. in (- 00 ,b]) abbia integrale
improprio assolutamente convergente è che esistano
a> 1, A> O, k > O, tali che

I Hx) I < per lxi > k.

Talvolta, invece di dire che una funzione positiva


f(x) ha integrale improprio (convergente) sull'inter
vallo di estremi a,b, si dice che l'integrale

f
b
f(x) dx
a

è convergente.

(:47 Verificare che, se p < 1 e b > O, allora

b _l
r
·o
xP
dx

[ Se t E (O,b ] , allora
276

r
b
1 x1-p] 1

t
J' dx [ 1-p
t
1-p

Essendo p < 1, si ha lim tl-p O, da cui l'asserto


t ➔ O+

r1llora l'inte

1
dx
xP

[set E(O,b], si ha, come nell'esercizio precedente:

b 1 1
[ bl-p - tl -p J.
Jt #dx= l-p

Essendo p > 1, si ha lim+ tl-p + 00 , da cui l'asserto ]


t➔O

5 -~ Verificare che l'integrale


b

f t dx
o

è divergente.
[ Per t E (O, b ] , si ha

1
- dx log b - log t.
X

Essendo lim log t - 00 si ha l'asserto ]


t ➔o+

Verificare che l'integrale


277

·r 1
(x- 2) 2 dx

è divergente.
[ Per t E [ O, 2) si ha

,t r lt

jo (x-2) 2
1
dx=
l- l
x-2
t
l
t-2
l
2

da cui lim
t ➔ 2-
Jt--o
1
(x-2)2
- dx=+ oo]

5~ Verificare che

2 1
f. n::x
1
dx 2

[ Per t E [ 1,2) si ha

t l t

f
2
J1
/2-x dx =
1
(2-x) -l/ dx = [-2(2-x) 1 12 ] t =
1

1/2
2 (2-t) + 2

5 ':/4Verificare che

1
dx
/4,:-_X 2

[ Per t E [ O, 2) si ha

t
) ;;;:;;- 2 dx aresen
2
o
278

per cui

lim
t"72 - r o
/ 4-x
1
2
dx arcsen l
1T
2 ]

s-;43I seguenti passaggi


1
1 1 4
-xz dx= - 1 - 3
J-3
3

contengono un errore. Si noti che l'integrando è


positivo ed invece il risultato negativo.
è In-
dividuare l'errore e dire se l'integrale dato è
convergente.
[ La fonnula fondamentale del calcolo integrale non si può applicare
nel caso di funzioni discontinue e non limitate. Si ha:

f
1 1

f 2._ dx
xz
= dx + X\dx •
-3 o

Poichè gli integrali a secondo membro sqno divergenti, anche l'inte-


grale assegnato è divergente]

~ Verificare che
l
1
J-1
✓ 1-x? dx TI

[ Per t E(-1,0 ] si ha
o
1

e perciò
l /1-x2 dx
arcsen O - arcsen t - arcsent
279

r-1
/1-x2
1
dx - lim
t-+-1
arcsent arcsen(-1)=
11
2
Per t E [ O, 1) , si ha

I~
o
/i-x
dx= arcsen t - arcsen O arcsen t

e perciò

r
o
/i-x
1
2 dx= liro arcsen
t ➔l
t arcsen 1
11
2

Pertanto, si ha l'asserto]

5.55 Verificare che

r
o
3
/(x-1)
1
2
dx 9

[ Si ha

I
9
1 3 1
dx dx+
JO ""3✓-;::=cx=-=1
)=;.2 ;I (x~l) 2 dx

Essendo, per t E [ 0,1)

,3~ t .3~

J~t

o
1 dx
[3vx-1]
o
= 3 v t-1 + 3

si ha

1~~
1

dx t➔ 1
liro [3 Vt-1+ 3] - 3

Essendo, per t E( 1, 9 ]
280

f t
~ dx=
_3r-:-
[ 3 V x-1]
9
t
= 3·8
1/ 3 3
= 3 \lt-1
'

si ha

--------+{-9---_;/-n~
r
dx =
lim I 6 - 3(t-1) 1/3 l = 6.
t➔ 1

Pertanto si ha l'asserto]

che:

1
X o
x log 2 x
dx
log 2

J1/2x
~
1
dx è divergente.
log x
o

Verificare che

5. 5 7 J3 x(x+l)
✓~
dx 3 +
9
4
11
2

[ porre x = 3 sent]

5. 5 8
r2

7 sett cos h
3
-3 ✓-
5
✓s

2 2
[ Porre x = 2 cos h t]

f f?s-x
7
5.59 dx = 211
x-3
3
281

11/2
sen x
5.60
lo
cos 3 x·egx
t . dx 1

[ porre tg x = t ]

X 8
5.61 ~dx
'J',. .L 3

I l
5.62
lo
log x dx - 1

5.63 Stabilire, mediante i teoremi di confronto,se i


seguenti integrali sono o non sono convergenti

(a)
L (l+x 2
1
)/arctg x
dx (b) I
[ (a) Essendo lim h I I arctg x = 1, esiste k ) O tale che
x➔ 0

1/ larctg x < k/ h. Essendo poi 1/2 _$. 1/(x 2


+ 1) <1 per x E
E (0,1 J, la funzione integranda si maggiora con k/ h in (0,1]. Al
lora l'integrale è convergente, e si vede facilmente che vale In;
4 ---
3) 3 3/4 2 3/4 3/4
(b) Essendo 1/ /(1-x = 1/ [ (1-x) ·(l+x+x ) ] .$. 1/(1-x) ,
l'integrale è convergente perchè 3/4 < 1]

5.64 Verificare che, se p > 1 ed a> O, allora


+a,
a 1-p
fa
x; dx p-1

[ Per t E [ a,+ a, ) si ha
t
t /-p 1-p

L
[ x1-p - a
J:pdx= 1-p 1-p
a
t 1-p -
Èssenàa p > 1, si ha lim o, da cui 1 1 asserto ]
t➔ +CD
282

Verificare che, se p < 1 ed a> O, allora l'in


tegrale
+ CO
1
f
a
xP
dx

\ è divergente.

[ Per t E [

J
a
a,+

X~
CD)

dx
si ha

t
1-p

l_;_-
- a
p
1-p

Essendo p < 1, si ha lim t l-p + co, da cui l'asserto]


t ➔ +"'

5~ Verificare che, se a> O, l'integrale

(co
~ dx
a

è divergente.
[ Per t E [ a,+ CD) si ha

f; t
dx= log t - log a.
a

Essendo lim log :t = +CD, si ha l'asserto J


t➔ + CD

~ Verificare
+co
che, per ogni aER, si ha:

f
a
1+~ 2
dx
1T
2
- arctga.

[ Per t E [ a,+ co ) , si ha
283

r a
1
l+x 2 dx
[ arctg X]t

TI
a
arctg t - arctg a.

Essendo lim arctg t - si ha l'asserto ]


t ➔ +a, 2 '

s){sVerificare che:
+a,

J l }X
-CX)
2 dx TI

[ Analogo all'esercizio precedente J

Verificare che per a> O


-ax 1
e dx=
a

[ Per t E (O,+ a,), si ha

t - ax 1 - a t
e dx= -1 J.
Jo a

Poichè liro e -a t O , ne segue 1 'asserto ]

':!\..',Verificare che per a> O

('. J-1 X e -ax


2
dx
- a,

Per t E (- a:>,-1), si ha

2 2
- ax 1 - ax
dx a xe dx
2a
284

2
Essendo lim e
-a t = o, si ha l'asserto ]

5.71 Calcolare i seguenti integrali:

(a) f+oo3 x+5


x -x 2 +5x-5
dx (b) f +oox 3
x+3
-x 2 +3x-3
dx
--- -----2-----

[ (à) log _3; (b-) (1/2) log 3 ]

5.72 Calcolare i seguenti integrali

(a) j+rozx+l
x -x
3
3
dx

2 2
[ (a) log (3/ lz); (b) (1/3) log [ (e+l) /(e -e+l) ] ]

Verificare che

5.73 f +oo_x_l--=!=--g-x-
dx è divergente
2

+oo
1
5.74 f 2
x(lo! x) 2 dx log 2

1
2
Z(log2)

-/ l+x 2 2
5.76 e dx
e

5.77 Utilizzando i criteri di confronto,stabilire il


carattere dei seguenti integrali impropri
285

+CD
(a) (b) f 1
X (
l
1 +x)
dx

+cc +cc
(c)
f 1
/x4+1
x3
dx
(d) f 3
✓x~+g dx

[ (a) Essendo, per x E [1,+cc ), 1/x 4 (l+x 4 ) .$_ 1/x" , l'integrale CO!!
verge; {b) diverge; (e) essendo /x 4+1 /x 3 ~ /;:'+ /x 3 = 1/x, l' i!!
tegrale d1verge; (d) diverge ]

5.78 Verificare che l'integrale


co X 2

J1
e dx

è convergente .
si ha

5.79 Stabilire il carattere dei seguenti integrali


impropri

+co

(e) f 1
x-x dx (f) f +co

1
e -l/x dx

[ (a) è convergente; {b) è convergente; {c) è divergente; (d) è CO!!


---- --- --·- ·---·
vergente; (e) è convergente; (f) è divergente]
286

Verificare che:

-ax
5.80 e dx (a>O neN)

[ Integrando per parti si ha J+"'xn e - ax dx n


a
J+"'n-1
x e
-ax
dx,
o o
da cui, per l'esercizio 5.69 si ha facilmente l'asserto]

+co
5.81 f 1
}2sen X
1
dx 1

1T

[ Eseguire la sostituzione 1/x = t

5.82 f _, e -ax cos b x dx


o

5.83

5.84 2

SE. F'--1.n.zion.i in.tegra.li

Sia f(x) una funzione continua in un intervallo


[a,b]. Il teorema fondamentale del calcolo integrale
stabilisce che la seguente funzione integrale

x
F (x)
I X
o
f(t)dt
287

è derivabile in [a,b] (in particolare F(x) è una fu~


zione continua) e la derivata vale F' (x) = f(x) per
ogni XE[a,b]. Nel seguito applichiamo questo risulta
to.

5.85 Stabilire per quali numeri reali x risulta deri


vabile la seguente funzione

F(x) = lx lt dt.
o
[ Si può procedere con il calcolo esplicito dell'integrale, oppure,più
velocemente, si può affermare, in base al teorema fondamentale del
calcolo integrale, che F'(x) = ,; x per ogni x L O

5.86 Calcolare la derivata della seguente funzione~


tegrale
;;
2
F(x)=J et dt.
o
[Consideriamola funzione F composta tramite le due funzioni:

y = ;-;:, G(y) = f y et
2
dt => F(x) = G(I-;:).
o

La derivata della funzione G(y), i~ base al teorema fondamentale del


calcolo integralll, vale G'_(y) = eY . Per la regola di derivazione
delle funzioni composte otteniamo

F 1 (x) = G'( ✓-
X
1
) --,-
1
- -:--,-
2 >'X - 2vX

5.87 Calcolare la derivata rispetto ad x delle se -


guenti funzioni integrali

SB1 X 1
(a) log t dt (b)
J
o
l-t2 dt
288

X
[ (a) X e (b) 1/cos x]

5.88 Calcolare la derivata rispetto ad x della fun-


zione integrale

----
F(x) = iX
1
sen 2 t dt
----

f
X
2
[ Rappresentando F(x) = - sen t dt, per il teorema fondamentale
1
2
del calcolo integrale la derivata vale F'(x) = - sen x ]

5.89 Calcolare la derivata della funzione integrale


3x
F (x) f cos 2 t dt.
zx
[ Fissato un numero reale x 0 , la funzione integrale F(x) si può rap -
presentare nella forma

F(x) = f 2x
X
0

cos
2
t dt + I
X
3x

o
cos
2
t dt =

2x

I
X
o
cos 2
t dt.

In base al teorema fondamentale del calcolo integrale, la derivata v~


le F'(x) = 3 cos 2
(3x)-2 cos 2
(Zx) J

5.90 Sia f(x) una funzione continua in [a,b] e sia-

! no g 1 (x), g 2 (x) funzioni


Generalizzando l'esercizio
derivabili
precedente,
in [a,b]
verifi-

!
care che in [a,b] vale la formula di derivaziQ

I
l ne
ddx
g z(x)

g l (X)
f( t) d t=f' (g 2 (x)) g ~ (x) - f' (g 1 (x)) g ~ (x).
289

5.91 Calcolare il limite lim


x ➔ O

[ Dato che 0 .$_cos t 2 .$_ 1 per ogni t reale, risulta anche, per xz_O,

Perciò,
o~

la fwizione
ix
o
cos t2

integrale
dt ~
r o
1 dt

data converge a zero per x ➔O~.Si


X •

prQ
cede in modo analogo per x ➔ o- ]

5.92 Calcolare il limite lim


lC ➔ 0
1
X
l
o
X

cos t 2
dt.

[ Come mostrato nell'esercizio precedente, l'integrale converge a zero


per x ➔ o. L'integrale, diviso per x, costituisce quindi una forma ig
determinata del tipo 0/0. Per la regola di L'Hopital e per il teore-
ma fondamentale del calcolo integrale, otteniamo

Io cos
X
t 2 dt cos X
2
lim li111 1 ]
x➔ o X x➔ O 1

5.93 Calcolare i limiti

(a) lim
x ➔ O
x2
1
ro
(b) lim
x ➔ o xa
1
i o
X

sen 2
t dt

[ (a) O ; (b) 1/3]

X J cos
X
t
2
dt
o
5.94 Calcolare il limite lim
x➔ O
1-cos x

[ Si tratta di una forma indeterminata 0/0; il limite si può calcolare


con il teorema di L'Hopital:

x
X
focos t 2 dt f.o X
cos t 2 dt + X
.
cos X
2

lim lim
x➔ 0 1 - COS X x➔ O sen x
290

1 + lim
f. X
cos t 2
dt
1 + lim
COS X
2
2 ]
sen x COS X
X ➔O x-->0

5.95 Calcolare, se esiste, il massimo nell'interval-


lo [O,+~) della funzione integrale

F (x) = J X
cos t - 2 dt .
t 3 + 2
o
[La derivata vale F'(x) = (cos x - 2)/(x 3 +2). Essendo cos x-2 ~ 1-2=
=-1, la derivata è negativa nell'intervallo [ o,+ 00 ). Perciò F(x)è
una funzione strettamente decrescente per x ~ O ed asswne massimo in
[ O,+ 00 ) per x = o. Il massimo vale F(O) = O ]

5.96 Considerare, per x > O, la funzione integrale

2
F(x) sen t ) dt
t2

(a) Studiare la monotonia di F(x) per x > O.


(b) Dimostrare che F(x) ha un asintoto obliquo
per x ➔ + • 00

(c) Stabilire se F(x) ha punti di flesso nello


intervallo (0,n).
(d) Stabilire il numero dei punti di flesso di
F(x) nell'intervallo (O,kn), per ogni nume
ro naturale k.
sen 2 x
[(a) La derivata vale F'(x) = 1 - ~ per x -~ O . Essendo

j sen x j < j xj per ogni x 1 O, risulta F'(x) > O per ogni x>O.
Perciò F(x) è strettamente crescente nell'intervallo (0,+ 00 );

F(x) sen ix )
(b) m = lim lim F' (x) = lim
( 1- -- x 2- = l;
X ➔ +cc X x ➔ +oo x ➔ +cc

abbiamo applicato il teorema di L'Hopital al rapporto F(x)/x,


Poi, calcolando esplicitamente l'integrale della funzione 1
291

nell'intervallo [ 2,x ] , abbiamo:


X
2
q = lim
x ➔ +oo
(F(x)-x) = lim
x➔ + co
(x-2-
l sen
t2
t
dt - x)
x sen 2 t
=-2 - lim G(x)
:x ➔ +co
dove G(x) =
f 2
-t- 2
- dt.

Proviamo che la funzione integrale G(x) è monotòna crescente ed è


limitata per x ➔+ co. In tal caso esiste finito il limite per x ➔+ 00

di G(x) e perciò F(x) annnette asintoto obliquo di equazione y=mx+q.


G(x) è monotòna crescente perchè G' (x)=sen 2
x/x 2
~ O per ogni
xE (0,+ 00 ). G(x) è limitata per x ➔ +co perchè, sex > 2, risulta

x
0.s_G(x) .s_ lim G(x)
x ➔ +ro
5_ lim
x ➔ +co I2
1
t 2. dt
1
2

2 2
(c) La derivata prima vale F' (x)=l-sen x/x la derivata seconda
vale
-1 2 2 -2sen x
F"(X)= -x" (2 sen x cos x·x -2x sen x)= __ x_3__ (x cos x-sen x).

La derivata seconda esiste per x f O e si annulla se sen x = O, op-


pure se tg x = x. L'equazione tg x x si può studiare con l'ausi -
lio del grafico in figura 5.9

tg •=X

figura 5.9
292

Per O < x < 1T /2 risulta tg x > x; mentre per 1T/2 < x < 1T risulta
tg x < O < x. Perciò l'equazione tg x = x non ha soluzioni nell I
in-
tervallo (0,1T ). Dato che anche l'equazione sen x = O non ha soluziQ
ni nell'intervallo aperto (O, 11 ), la funzione integrale f(x)non ha
punti di flesso in (o, 1T).
(d) Si vede dal grafico in figura 5.9, che l'equazione tg x=x ha una
soluzione x 1 nell'intervallo (O ,2 11), una seconda soluzione x2 nel
----1, intervallo (211 , 311), e così via. Per ogni k E N, l'equazione tgx=
=x ha Jrl soluzioni nell'intervallo (O ,k 1T), come pure 1 ' equazione
sen x = O. In· definitiva, la funzione integrale F(x) ha 2k-2 flessi
nell'intervallo (O,k 11) J

SF. D'isu.g-u,a.glia.nze integra.li

5,97 Siano f(x) e g(x) funzioni continue nell'inter-


vallo [a,b] e siano p,q > 1 tali che 1/p + 1/q=
1. Dimostrare la seguente disuguaglianza di Hol-
der

fI
b

a
f(x) g (x) I dx< (f a
jf(x) IP dx) l/p

b 1/q
•f
(
a
Ig (x) Iq dx )

[La disuguaglianza sussiste in modo ovvio se una delle funzioni f e g


è identicamente nulla.Altrimenti, posto

F(x)=f(x)/ G(x)=g(x)/ ( fIa


b
g(x) I qdx
)1/q
,

evidentemente, si ha
b

I bi F(x) I p dx fI G(x) Iq dx 1.
a a
293

Utilizzando la disuguaglianza de!l 'esercizio 1.51, si ha:

j F(x) G{x) j ..'.:_


IF(x) Ip +~-~-
I G(x) I q VxE[a,b].
p q

Integrando su [a, b] , ne segue, per la (>'<)

f a
b
lr(xìG(xì ùx i
1
-
p
+
1
-
q

ossia
b
J I f(x)g(x) Idx
~ Jrb
a
a

I f(x) I 1"dx r /p (
Jrb I g(x) I ~d~ r/g
a
i 1

da cui l'asserto]

5.98 Sia f(x) una funzione continua nell' intervallo


[a,b] e poniamo, per p > 1

(_1_
\ b-a
ra
If(x) IPdx r/p
Verificare che ~(p) è crescente per pe[l,+ 00 ).

[ Siano p,q E [1,+ 00 ) tali che p < q. Allora

fI b
f(x) Ip dx= f b
(1f(x) jq
)p/q
1 dx.
a a

Posto r = q/p, s = q/(q-p), si ha 1/r + 1/s = l; allora, ·applicando


la disuguaglianza di Holder, di esponenti re s, alle funzioniF (x)=

( j f{x) j q )p/q e G(x) = 1, si ha dalla precedente uguaglianza

Jb j f{x) jp dx= J\(x)G(x) dx i


a a
294

(Jb[ F(x)] rdx


)1/r b
( J [G(x) ] dx
5
)1/s
a a

ovvero, per le posizioni fatte

Jb j f(x)
a
Ip dx _$_ ( fI
a
b f(x) Iq dx)~

E
fI
1-

I qdx) ~
q
= ( b f(x) (b-a)
a

da cui segue facilmente l'asserto

5.99 Sia f(x) una funzione continua nell' intervallo


[a,b]; allora

p➔
lim
+co
(J b
jf(x)jpdx)
1/p
max lfCxJ I
a

-1
[ Sia M = max If(x) I > O; allora, per ogni k >M esiste un inte~
a_$.x_$.b
vallo [ ak,bk] C [a,b] con~ 1 bk, tale che

1
I f(xJ I > M- -
k

per cui, per x E [ a, b ] , si ha

I f(x) I _$_M

ove X [ J (x) è la funzione caratteristica di [ ak, bk ] , cioè


¾•bk

vale 1 per x E [ak,bk ] e vale O in [ a,b ] -[ ~,bk]. Dalla (1<)

segue
295

b 1/p

f(
1 b )1/p
(
a
M- -k )p X
[ak,bk]
(x)dx ) .S.
(fa
jf(x)jpdx .s_

1/p
.s_ M(b-a)

Il primo membro di tali


1
disuguaglianze è uguale a ( 1)
M - -
k
(b -a)
k k
1/p

e tende a M - k per p➔ ta>. Pertanto risulta

M - ! .S. lim (f b I f(x) I pdx )l/p 5. M


k p ➔ +co a

e 1 'asserto segue con un passaggio al limi te per k ➔+ a, J

5.100 Sia f: [O,+a,) ➔ [O,+"') una funzione continua e


decrescente. Dimostrare che si ha

f (x) <
1
X
r o
f(t)dt V X > o'

[ Basta osservare che, essendo f(x) decrescente,risulta f(x)= inf f(t)


05.t.5.x
per cui,dal teorema della media, segue l'asserto]

5.101 Sia f come nell'esercizio precedente. Posto per


X> O:

g(x) r o
f(t)dt

dimostrare che g(x) è dec~escente.

r
[ Si ha, come indicato nel paragrafo precedente:

2
g' (x) = ( X f(x) - f(t)dt) /x
o
ed allora l'a~serto segue dal precedente esercizio]
296

5.102Sia e/>: [O,°') ➔ [0, 00 ) una funzione convessa ed~


rivabile e sia f : [a,b] ➔ [0, 00 ) una funzione cog_
tinua. Dimostrare che vale la seguente disugua -
glianza di Jensen
b
et, (J\(t)dt) < J c/>Cf(t))dt
a a
b
ove}
a
g dt sta per
1
b-a ( g dt.

[ Dalla (2).del paragrafo 1D segue:

f
b
Poniamo x =f(t) e x0 = f(s )ds. Allora si ha
a

e/>(f(t)) ~ e/> ( f a
b
f(s)ds )+ e/>
1
(
f a
b
f(s)clS) (f(t)- f a
b
f(s )ds)

Integrando su [a,b] ambo i membri si ha

+ cp•(ff(s)ds)·
a
f a
b(f(t)- fbf(s)ds)
a
dt

(b-a) e/> ( f a
b
f(s)ds) +

Poichè il termine in parentesi quadra all'ultimo membro è zero,ne s~


gue l'asserto]
297

5 .103 Sia f : [O, + ➔ [O, +


00
una funzione
) continua, stre1
00 )

tamente crescente, tale che f (,O). = O e l im f ( x) = + 00 •

X -+J-CD

Posto g = f- 1 ,dimostrare per via geometrica che


vale la disuguaglianza
b
r g(y)dy
Jo
Va,b > O.

[ Basta osservare la fig. 5.10 e ricordare il significato geometrico


di integrale ]

io
b

y g(y)dy

1o
a
t(x)dx

o a X

figura 5.10

S.104Utilizzando l'esercizio precedente, dare un'al-


tra dimostrazione della disuguaglianza 1.57.
[ Basta scegliere come funzione f(x) la funzione f(x) = xp-l]
jftapitolo 6 -~
SERIE NUMERICHE

6A. Ge~era1ità s~11e serie numeriche

Se a 0
è una successione di numeri reali, con il
simbolo
( 1)

si indica la serie di termine generale a 0


• Posto
k
L
n=l
la somma sk si chiama ridotta (o somi-na parziale) k-sima
della serie (1).
~ Se la successione sk è convergente, allora si di
ce che la serie (1) e convergente , si pone
CO k..
(2) L a n lim s k = 1 im L
n=l k➔+ 00 k➔ +"' n=l

ed il'--tri;;-membro della (2) si chiama somma della se


rie (1).
Se il limite dt_sk è infini,to, si dice. che __l§, sé-
rie è divergente. Se non esiste il limite di sk, si dJ:.
ce che ·ra-sé-rie è inde,_ter_m~;àta;- iìi' qu~-s-t·'-u-Himo caso J
la somma al primo membro della (2) non è definita. 1 1

Se la serie di termine genera.le an .è .CQRY-~


299

allora la successione an è infinitesima (infatti, è


an sn sn-l e perciò lim an=lim sn- lim sn-l
n ➔ +ro n ➔ + CO n ➔ + oo

=O). Q1Jindi, se lim a n f o' oppure se il limi te di


n➔ +co

an non esiste, allora la serie non è convergente.

Di solito, con il simbolo

L
n=l
si indica, con abuso di notar.ione, sia la serie di
termine generale an che la sua somma (ammesso che
quest'ultima esista).
Si vede subito che, data una serie convergente,
si può modificare un numero_ finito di suoi termini
senza che essa cessi di essere convergente.
In particolare, se la serie di termine generale
an converge, anche la serie
(3)

ottenuta da essa sopprimendone i primi k termini, è


convergente.
La serie (3) si chiama resto parziale k-simo del-
la serie (1) e risulta

r k = s - sk
ove sk è la ridotta k-sima della serie (1) ed s la
sua somma. Pertanto il resto parziale k-simo coinci-
de con l'errore che si commette sostituendo alla som
ma s la ridotta k-sima.
Ricordiamo, infine, eh.e. una ser :i~. si .d-iG0- ~~
r~~~~~..Y~!?-.!~ .2--rli vergente.
Di facile verifica sono le seguenti proprietà:
CD
"'
(a) Se L an e ::E bn sono due serie convergenti e
n=l n=l
CD CD

e E R, allora anche le serie L can e ~ (an + b n)


n=l n=l
300

sono convergenti e si ha:


CO

L ca = e L a . b Il
n n'
n=l n=l
CO

(b) Se la serie L an è divergente e c f o allora


n=l
CO

---a-nche la serie 2.; can è divergente.


n=l

6.1 Verificare eh~ la serie geometrica di primo ter-


mine 1 e ragione x
1 + x + x 2 +x 3 + ..
è convergente se e solo s.e I xl < 1 e che, in tal
caso, risulta
(X)
k-1 1
L X
k=l 1-x

n k-1 n-1
[Sex "f 1, la ridotta n-si.maè L x = l+x+... +x =(l-xn)/(1-x) ed
k=l
essa converge se e solo se converge la successione xn, cioè, se e solo
n
se Ix I < 1. Poi se x = 1, la ridotta n-sima è L 1 = n e diverge
k=l
positivamente per n ➔ + 00 ]

6/2 Sia a un numero reale diverso da zero. Verifica-


/ re che la serie geometrica di primo termine a e
ragio_ne x.
a+ ax + ax 2 + ax 3 +.
converge se e solo se lxi< 1. In tal caso risul-
ta
k-i a
L ax
1-x
k=l
[La ridotta n•sima, per x # 1, è sn = a(l-xn)/(1-x) ]

6_/3Utilizzando l'esercizio precedente,verificare che


301

31
0.313131. ...
99
[ S1 ha
31 31 31
0.313131 ... =0.11+0.003lf0.000031+ ... = w2 f
104
+ la5 + ....

perciò dobbiamo calcolare la somma s della serie geometrica di primo

trova

2
31/10 31 31
S a
2 2
1-(1/10 ) 10 - 1 99

6.4 La fig. 6.1 rappresenta un triangolo equilatero,


di altezza h=l, contenente infiniti cerchi col
centro sul segmento CD, tangenti

A D B

figura 6.1

ai lati del triangolo e tra di loro. Quale fra -


zione della superficie del triangolo è occupata
dai cerchi?
[con considerazioni geometriche si vede che il cerchio maggiore ha rag-
gio 1/3, il secondo ha raggio 1/9, il terzo ha raggio 1/27 e così via.
Perciò l'area totale dei cerchi è

A= 'fr[(l/3) 2 +{1!9) 2
+(Ì/27) 2+ ... ]=TI[ l/9+1/81+1/729+ ...
302

In parentesi quadra figura la,serie geometrica di primo termine a =


=1/9 e di ragione x 1/9. La sorrona di tale serie è

1/9
S e 1/8
1-1/9

e perciò A = 1T /8. Poichè l'area del triangolo vale 1/ /3, la frazio


ne de 1 triangolo occupata dai cerchi è ( 1T /8) / ( 1//3 J = O. 68017 ... ]

6.5 Dare un esempio di serie non convergente, il cui


termine generale sia infinitesimo.
[ La serie armonica
1 1 1
l+ +-+ ... +-+
2 3 n

è divergente positivamente. Infatti, posto

1 1 1
l+-+-+ +-
2 ) n

la successione sn è crescente e perciò ha limite s. Se fosse s ER, esi


sterebbe V tale che [ sn-s [ < 1/4 per n > V • Allora per n,m > V ,
si avrebbe

Is m-s n
ed, in particolare, per n ..:_ \!, sarebbe

D'altra parte, risulta:

1 1 1 1
s2n - sn = n+l + n+2 + 2n 2

il che è assurdo]

6.6 Verificare che la serie


1 1 1 1
+ + + +
2 4 6 8
è divergente.
[Basta invocare la proprietà (b) e tener presente l'esercizio preceden-
303

te ]

6. 7 Verificare che la serie 1+2+3+ ... +n+ ... è diver-


gente -
[ Si ha sn = 1+2+3+ ... +n = n(n+l)/2, per le note proprietà de! le progre§_
sioni aritmetiche. Perciò lim s = + 00 ]
n➔ +m n

6.8 Verificare che è indeterminata la serie:


a,

L (-l)n =-l+l-1+1-1+.
n=l

[ Si ha sn =- 1 per n dispari, s 11 = O per n pari, perciò la successi2


ne sn non è regolare ]

alcolare la somma delle seguenti serie geometri


!. -=-

';X
che
a,

z:::
n=O 2
~ ~i\~Ì, c,K§, ) /L- 'f-
V~

~
CO

L
n=O
3
n
-+é)D èfi ni
a) 2; (b) l; (c) + 00 ; (d) 5 ]

i erificare che, per ogni xe(-1 ,1~ vale la forrnu


a

X
n
t:l
+
L
a,
xn = xk + xk+l+
[ Basta osservare che
n=k

rA
a,
1
Verificare che la serie n(n+l) è convergen-
te ed ha per somma 1.
[ Essendo --
1
n(n+l)
1
n
1
n+l
, si ha: t
304

n~( ~ - n~i)
1
n(n+l) =

1
( - O+
G-~) + ... + (~ __
k k+l
l_) _l_,=l-
k+l

e perciò:
__ CO_
k

n=l n(n+l)
= lim
k-++co n=l
~ ' _: - _.:_)' = lim
( 11 n+l n+ +oo
(1-- 1
n+l
.) =l

6:_12 Sia an una successione di numeri reali. Verifi-


care che
CO

L a n converge.
n=l

Inoltre, se a = lim allora ~


n ➔ +co n=l

k
[ Si ha L (an-an+l) =a 1 - ~+l' da cui segue subito l'asserto]
n=l

6 .KVerificare
vergente
che
ed ha per
1 a serie.
somma 1/2.
n=l
~
L..
(2n-1)
1
(2n+l)
e- con-

[ Si ha
1
(2n-1)(2n+l) = i( 2
1
n_ -
1
~
2 1
) ed allora, posto an

= 1/ [ 2(2n-l)] , si ha an+l= 1/ [ 2(2n+l)] e siamo nelle condizioni

dell'esercizio precedente. Perciò


CO

= 1/2 ]
CO
n+l
Verificare che la serie ~ log è divergen-
n=l n
te, dopo aver calcolato la somma sk dei primi k
termini. - ·,r
305

[ Si utilizzi la relazione log [ (n+l)/n J log(n+l)-log n. Si trova


sk = log (k+l) ]

6.15 Dopo aver dimostrato per induzione la formula


k
L lo (n+1)2 = lo Z(k+l)
n=l g n(n+Z) g k+Z
calcolare la somma della serie:
CO
(n+ 1) 2
~ · log
n=l n (n+Z)
[ log 2 ]

6.16 Dopo aver dimostrato per induzione la formula

2 3 1 1
n(n+Z) 2 k+l k+Z

calcolare la somma della serie


1
n(n+Z)

[ 3/4 ]

6 .17 Verificare che la serie .;_ 2 l/n è divergente.


n=l
[ Basta osservare che lim zlln = 1]
n -l>f- CO

6B. Serie a. termini non nega.t:.iv-i


a,

Sia L an una serie a termini non negativi, e


n~l
sia sn la sua ridotta n-sima. Essendo sntl = sn +
306

+ a~ 1 2 sn, la successione sn è crescente e perciò


regolare. Dalle proprietà delle successioni crescen-
ti segue che:
la serie a termini non negativi L an è convergente se ,
n=l
e solo se la successione sn delle sue ridotte è limitata su -

periormente.
Altrimenti essa diverge positivamente.
Per le serie a termini non negativi vale il ~-
?~~-di confronto :
a, a,

siano L an' L bn due serie tali che


n=l n=l

o ~ an ~ bn VnEN.

"Allora:
a, a,

(i) se L bn b < + CX)

'
si ha L
n=l
an ~ b.
n=l
CX)
a,
(ii) se L an +a,, si ha L bn = + CX)

n=l n=l

6~ Verificare che la serie


a,
1
L
n=l n!
è convergente.
[ Dimostriamo che la successione sk delle ridotte è limitata superior-
n-1
mente. Osserviamo che n! = 1·2·3· ... ·n ~ 1·2·2· •.. ·2 = 2 e per -
n-1
ciò 1/n! ~ 1/2 Ne segue

1 k
L
n! n=-1
Poichè all'ultimo membro figura la ridotta k-si.ma della serie geom~
307

trica di primo termine 1 e ragione 1/2, allora sk è limitata supe-


rionnente e si ha

.I sk.$_ n=l
1
z 2" 1-1/2
1
= 2

6 ~Verificare che la serie z


n=l
l/n 2
è convergente.

[ F.ssendo n 2 + n .$_2n 2 per ogni n EN, allora risulta l/n 2


.$_2/(n 2
+n).$_
.$_2/[ n(n+l) ] . Applicando l'esercizio 6.11, si ha l'asserto]

6.20 Stabilire il carattere delle seguenti serie

(~ z
n=l
CO
n
n+l
èfo' z CO

n=l
n/n

~z n=l
CO
n
n 3 +l c'i CO

z
n=l
n
n 2 +1

[ (a) Essendo lim n = 1, la serie non può convergere e dunque, e~


n ➔ +co n+l
sendo a tennini non negativi, diverge\ (b) Essendo lim
n ➔ +ro
serie diverge. (c) Essendo n/(n 3
+1) < n/n 3
= l/n 2 Lla serie con-
verge a nonna del criterio (i) e dell'esercizio precedente. (d) Es -
sendo n/(n 2 +1) ~ n/(n 2 +n 2 ) = l/2n, la serie diverge a nonna· del
criterio (ii), in quanto essa maggiora una serie divergente]

6.21 Studiare il carattere della serie

1 1
1 + + (pER)
zP + nP +

detta serie armonica generalizzata (o serie di Rie -


mann)

[ Per p .$_ 1, si ha np .$_n per ogni nE N, n > 1, perciò risulta 1/n .$_
.$_ 1/nP. Poichè la serie di tennine generale 1/n (ci9è la serie armo-
nica) è divergente, tale risulta anche la serie data, grazie alla
(ii).
308

Per p > 1, indichiamo con sn la ridotta n-sima della serie ·data


ed osserviamo che

n-1 -p n-1 -p
(2 +l) +(2 +2) + •.. +

n-1 n-1 -p n-1 n-1 -p 1-p n-1


+( 2 + 2 ) <2 (2 ) = ( 2 ) .
n
Pertanto, essendo Z (s i - s i -1 s n - s 1 si ha:
i=l 2 2 2

Vn È N

Da ciò segue che, in questo caso, la successione delle ridotte è li-


lR:i:'Es&le~er:i.ennon'Es
e. pot=eiò 1 ~f88~8 & (i) 1 la serie è eeu,el!~efltt:e.
Per una dimostrazione diversa, si veda l'esercizio 6.50 del paragra-
fo 6E]

Dal criterio di confronto enunciato al principio


del paragrafo si ricava il seguente criterio di confron
éo mediante i limiti:
Sia an > O, bn > O e sia
an
lim L
n ➔ +m bn
(D
(D

(j) blSe o< ,I!, < + CD , allora le serie :E an, :E bn so-


n=l n=l
no entrambe convergenti o entrambe divergenti.
CD

(jj)fJ>Se ì=O e la serie :E b n converge, allora anche


CD
n=l
la serie :Ea è convergente.
n=l n (D

(jjj)se e la serie :E bn diverge; allora an-


(D
n=l
che la s.erie :E an diverge:
n=l
:1roal criterio di confronto mediante i limi ti e dal
l'esercizio 6.21, si ricava il seguente notevole cri
terio degli infinitesimi :
Sia a 1 +a 2 + ... +an+. una serie a termini non ne-
309

gativi, sia pER e supponiamo che esista il limite

i lim np a
n ➔ +co n

Allora:

r :z a,

n=l
a n convergF.nt.e, se p > 1

i E (O, +w) =>


a,

1 :z
n=l
an divergente se p < 1

i=O => :z
n=l an
convergente, se p > 1

CD

l:=+<D => :z an diveTgente, se p < 1.


n=l
CO

~
Verificare che la serie z (log n)/n 2
è conver-
n=l
gente.
2 3/2
[ Posto an = (log n)/n e bn 1/n , si ha:

lim -~
log n
o I \ /è- ,\\ '·",
n ➔ +w ~ "- ìvo>O
1.
In -- ~~,J

,\!

ed allora, basta applìcare il criterio (jj) e tener presente l'eser-


cizio 6.21, oppure si può applicare il criterio degli infinitesimi con
p=3/2 J
a,

Verificare che la serie :z è conver -


n=l
gente.
n n
[ Posto an = 1/(3 -n), bn 1/3 si ha:

lim = 1
n ➔ +co

ed allora, poiche ra ~ene geomeEnca di ragione 1/3 è convergente ,


310

per il criterio (j), si ha l'asserto ]

Applicando il criterio degli infinitesimi, stu-


diare il carattere delle seguenti serie
3n 2 +1 ~
CO

---Sn-1 ,:,\ \V
E
n=l n 4 +n+l 3n 2 +2

[ (a) Essendo lim n2 = 3, la serie converge. (b) Essendo


n➔ +oo

Sn-1 5
lim n --- 2 =- , la serie diverge]
n➔+co 3n +l 3

Applicando il criterio degli infinitesimi,stabi


lire il carattere della serie ~
L,
~
n=l n
log n
[ Essendo 1im n-- + CO la serie diverge]
n ➔ +oo n

6 .'~Applicando il criterio degli inficoni(t;s imi, s ~u)-


diare il carattere della serie E - - sen - .
n=l n n
[ Essendo 1im 1, la serie diverge]
n ➔ +a:1

6 X Applicando il cri terio degli infinitesimi,_ stu-


diare il carattere della serie
n=l
i: (ln "\:3_en
Cn l).
n
[Ricordandola formula di Taylor per la funzione sen x (par;gtafo ll.C
x3
4
della parte prima): sen x = x - - + o (x ), posto x=l/n, -risulta
6
3 4
sen (1/n) (1/n) - 1/6n + o (1/n ) , da cui:

1 im
n ➔ +a::i
n
3 1
(-n - sen .: ) = lim n
n w+a:i
3
( ~
6n
+ o (-\ ) )
IJ.
= .:
6

Applicando il criterio degli infinitesimi con p=3, si vede che la


serie è convergente]
311

Applicando il criterio degli infinitesimi, stu-


diare il carattere delle serie
cx,

(a) I: (el/n + e -1/n -Z) (b) I:


ri=l n=l
[ (a) Utilizz.fudo lo, sviluppo in fonnula di Taylor
2
X X
e = 1 + x + - + o (x 2
2
\
e ponendo, successivamente; x = 1/n e x=-1/n, si ottiene:

e
1/n =l+ -1 + - 1 + o ( - 1 ) -1/n =1- -1 + - 1 + o ( - 1 )
; e
n 2n 2 n2 n 2n 2 n2
1/n -1/n 2
Solllll1al1do
membro a membro, si ha e +e =2+1/n 2 + o·(l/n ) .Risu,!,
ta quindi:

1/n -1/n
lim n2 (e + e -2) 1.
n➔ +a:>

In base al criterio degli infinitesimi per p,;2, la serie è convergen


te. (b) Utilizzando lo stesso metodo di (a) ed il criterio degli in
finitesimi per p=l, la serie risulta divergente

~ Applicando il criterio degli infinitesimi, stu-


diare il carattere delle serie

e:{i,( o/n'+I 2J·~n~ ( 'ln'+n -n)

[(a) Come indicato nell'esercizio 11.48 (a) della parte prima, risul-
ta

1
3n 2
In base al criterio degli infinitesimi per p=2, la serie è convergen
te. (b) Utilizzando lo stesso metodo di (a) ed il criterio degli in-
finitesimi per p=l, si vede che la serie diverge]

6~1J.pplicando il criterio degli infinitesimi, stab,i


·~r!{ire il carattere della serie
312

CO

L
n=l
sen 2
¾)
[ Ricordando che (si veda la fornrula 11. 30 (a) della parte prima)
sen 2 x = x 2 - x 4 /3 + o(x 5 ) e ponendo x = 1/n, si ha l-n 2 sen 2 .!
n
= 1- (-1--_1_ ( n\))
n2
n 2
3n 4
+o
= 3~ 2 + ° C\).
---------,ll,flfl,-.9èaa&<sse-;a.Hl
.......
ih:l.r-in d.0.gl~
rie converge]

Dimostrare che, se la serie a termini positivi


CO

L an è convergente, allora, qualunque sia h eN


n=l CO
h
anche la serie E an è eonver~cnte.
CO

[ Se la serie L an è convergente, allora risulta lim an = O e per-


n=l n ➔ +co
h
ciò esiste V tale che an < 1 per ogni n ~V. Ne segue che ani. an

per ogni n ~ V e quindi, per il criterio di confronto enunciato al


CO h
principio del paragrafo, la serie L a è convergente ]
n=l n

Per stabilire se una serie a termini positivi s:ia


o meno convergente, assai utili sono i seguenti due
criteri.
cc
CRITERIO DELLA RADICE. Sia k~l ak una serie a termini non ne-

gativi e supponiamo che esista il limite

lim n/an = i.
n ➔ + CO

Allora:
o,

i < 1 => L ak converge


k=l
o,

i > 1 => L ak diverge.


k=l
313

a,

:RITERIO DEL RAPPORTO. Sia ak una serie a termini posf


k=l
tivi e supponiamo che esista il limite

lim
n ➔ +co

Allora:
C0

.t < 1 => L ak converge


k=l
ID

.t > 1 => L a diverge


k 1

I due precedenti criteri non sono utilizzabili se


.R, 1.
Infatti, ad esempio, essi non possono applicarsi
CD 1
alla serie armonica generalizzata L'. , per la qu~
k=l kP
le risulta (p > O):

lim ~II lim 1


n ➔ +CD
V nP n ➔ + a,

mentre la serie diverge per p < 1 e converge per p>l.

~Verificare che le serie


CD
a,

(a) L 1/n n (b) L'. n ! /n n


n=l
n=l

sono convergenti.

[ (a) Si ha lim
n➔ +a>
V 1/nn = lim
n➔ +a>
1/n = Oe quindi, per il crite -

rio della radice, la serie converge. (b) Si ha i


314

n+l n n
(n+l) ! / (n+l) (n+l)!n
lim lim lim (~)
n ➔ +co
n ➔ +cc n ➔+ °' n+l

n
in quanto (n+l)!/n! n+l. Essendo lim (~)
n➔ + °' n+l

n
lim 1/ [ (n+l)/n] n lim 1/ (1+1/n) 1/e < 1, allora è ,Q,=
n ➔ +w n➔ + CO

1/e < 1. Per il criterio del rapporto, la serie converge]

6~erificare che le serie

~ ~
a,

Z Zn/n!B~rJ.J
n~l n/Zn n=l

sono convergenti.
· 1/n 1/n
[ (a) Si ha lim (n/2n) lim n /2 = 1/2 (ved.il parag;-afo 7D
n ➔ +co n➔ +ço
della parte prima) e quindi, per il criterio della radice, la serie
converge.
n+l
(b) Si ha lim 2 /(n+l)! lim 2/(n+l) = O (in quanto (n+l)!
n➔+a> 2n/n! n ➔ +CD

/n!=n+l) e quindi,.per il criterio del rapporto, la serie converge]

6~Verificare che le serie

~l1 nn/(Zn·n!)

sono divergenti
[ (a) Si ha
n+l n+l n+l n
(n+l) /2 ·(n+l)! (n+l) 2 n!
!l = lim lim
n ➔ + CO nn/2n n! n➔ +o:>
nn zn+!(n+l) !
n
1 n+l
= - lim ( -n ) e/2. Essendo !l= e/2 > 1, per il crite -
2 ·n➔+a,

rio del rapporto, la serie diverge. (b) Si ha ,Q, = lim n✓ zn/n 5


n➔ +cc

n
2 lim
n➔ + oo
(1/ rn ) s 2 e perciò la serie diverge, a norma del
315

criterio della radice J


Studiare, per X > o' il carattere delle serie
6~
CX)
n-1 CX)
n
~ n•lL
X X
~) L
n•l (n-1) ! n
n ..- n
X /n! X (n-1)! X
[ (a) Essendo lim lim n-r- lim • 0,per
n➔ +co
xn-l/(n-1)! Il ➔ +CD X n! n ➔ +co n
per il criterio del rapporto, la serie converge qualunque sia x > O.
n+l
X n n
{b) Essendo lim lim --- - lim X 0
x,
n ➔ +m n ➔ +co xn(n+l) - n ➔ +a> n+l
allora, per il criterio del rapporto, la serie converge per O< x< 1
e diverge per x > 1. Infine, per xcl, si ottiene la serie armonica,
che è divergente]

6.36 Stabilire il carattere delle serie


a,

~
(n+l)n
(~ n~l
!!..:.
n!
90 "" " L
3n-1
n•l

n2 an+l (n+l) 2 n!
[ {a) Posto an si ha lim ; lim
n! n➔ + CD an n ➔ +oo {n+l)! n2
n+l
lim - e O. Perciò, per il criterio del rapporto, la serie è
n➔+ CD n2
n+l 1
convergente. {b) Si ha li.m e perciò, per il criterio
n➔+"' 3n-l 3
della radice, la serie è convergente]

6C. Serie. a.1 terna.te

Una serie del tipo

(1)
con an > O per ogni neN, si chiama serie alternata, o se-

rie a termini di segno alterno.


316

Un esempio è dato dalla serie armonica alternata

1 + .. +(-1) n-1 1
1- 1 + 1 - +
2 3 4 n

Abbiamo già visto che la serie armonica diverge;


vedremo che invece la serie armonica alternata è con
vt::rgent------
Sulle serie alternate vale il seguente notevole
criterio:
Se an~ an+l e lim an = O, allora la serie (l)è
n➔+ cc
convergente. Inoltre, l'errore che si commette assumendo lari-
dotta s come valore approssimato della somma s è minore o u-
O
guale ad an+l' cioè, si ha:

(2)

la serie alternata
1 1 + +
+ - -
5 7
verificare che essa converge e determinare la
sua somma s con un errore minore di 1/10/
[ Posto an = l/(2n-l), la successione an verifica le ipotesi del crit~
rio precedente, per cui la serie converge. In questo caso la (2) di-
viene j s-sn j .$_an+l = l/(2n+l); perciò, per calcolare s con un
errore inferiore a 1/10, basterà determinare n in modo che risulti
l/(2n+l) < 1/10 e cioè n > 9/2. Scegliamo dunque n=S, per cui la (2)
impHca

Ijs- (1- 31 + 51 - ·17 + 91) I< O.I.

1 1 1 1
Essendo 1 - + - + = 0.835 .... , un valore approssimato della
3 5 7 9
somma sa meno di 1/10 è 0.8}
317

~
,-;;verificare che la serie armonica alternata
1 1 1 1
1--+---+ ... +
2 3 4 + ...
n
è convergente. Quanti termini della serie si d~
vono sommare in modo che il risultato differì -
scadi 1/100 dalla somma~ della serie?
[ La serie annonica alternata verifica le ipotesi del criterio prece -
dente, quindi è convergente. Per detenninare n tale che j s-sn j S
S 1/100 basta che sia an+l S 1/100. Essendo an+l = 1/(n+l), imponia-
mo la condizione 1/(n+l) i 1/100 cioè n L 99 ].

Verificare che la serie alternata

è convergente per ogni p > O.


[ Per p >Ola successione 1/np è decrescente e lim 1/np =O.Perciò
n ➔ +o::i

la serie è convergente]

6.40 Stabilire il carattere delle seguenti serie al-


ternate:

2n+l
1
~ (-1)•-,,-✓
n=l
..,,J
i n~l
(-l)n-1

...
log(n+l)
1
a,O

(~n:i
e~
(-l)n-1 n
n 2+1

~~
a,
1
~
L (-l)n-1 ( _ 1) n-1 , 1
n=l n2 ✓ii
n=l

[ (a) converge; (b) non regolare; (e) converge; (d) converge; (e)con-
verge; (f) converge]

6.~Data la serie n! (-l)n/n!, maggiorare l'errore


318

che si commette sostituendo la sua somma con la


somma dei suoi primi quattro termini.
[ Si ha I s-s I .$_
4 1/120 - 0.0083]

Data 1 a serie . Loo (-l)n-1 12..g__g , veri .f. icare ch e


n=l n
essa converge e maggiorare l'errore che si com-
mette sostituendo la sua somma con la somma dei
suoi primi nove termini.
[ Si ha I s-s 9 I .$_ (log 10)/10 ~ 0.230]

6D. Serie asso1~ta.mente convergenti

Una serie di termine generale an si dice assolu-


tamente convergente se è convergente la serie di termi-
ne generale !ani, cioè la serie
(1)

Una serie assolutamente convergente è anche con-


vergente, ma non vale il viceversa, come si vede ad
esempio, considerando la serie armonica alternata(v~
d. gli esercizi 6.5 e 6.38). Si osservi che applicando
alla serie (1) i criteri di convergenza per le serie
a termini non negativi, si ottengono altrettanti cri
teri di assoluta convergenza per la serie a 1 +a 2 + ... +
+an + ...
La serie di termine generale ansi dice commutati
vamente convergente se, per ogni funzione biunivoca i :
N ➔ N di N su N, la serie di termine generale ai(n)
è convergente e risulta
CD a,

L ai(n)
n=l
CXI

In sostanza, la serie L si-ottiene dalla serie


n=l
319

o,

L an, riordinando i suoi termini e perciò tale se


n=l
CO

rie spesso si chiama riordinamento della serie :Z: a n


n=l
Una delle principali proprietà delle serie assoluta-
mente convergenti è che la loro somma è indipendente
dall'ordine dei termini. Infatti si dimostra che:una
serie è assolutamente convergente se e solo se essa
è commutativamente convergerite.

6.'6_verificare che la serie :i': n 'x' è assolutamen·


1
te convergente per Ix I <i°,= qualunque sia peR.
[ Si ha I/ xn I l/n = (nl/n/ Ix j , per cui lim Inpxn Il/n = I x I ./
La tesi segue dal criterio della radice

Stabilire se le seguenti serie sono convergenti


a,
sen n
n2 sen n

[ (a) Essendo I (sen n)/n 2


I.'.:.l/n 2
la serie è assolutamente conve_i;:
gente. (b) Per n➔ + 00 , la successione an = sen n non è infinitesima
(si veda l'esercizio 7.75 della parte prima) e quindi la serie non
è convergente ]
a,

6.45 Verificare che la serie L sen n è indeterrnin~


n=l
ta.
[ Nella parte (b) dell'esercizio precedente, si è verificato che la s~
a,

rie L sen n non è convergente. Si chiede ora di provare,più pre-


n=l
cisamente, che la serie è indeterminata. A tal fine si verifichi pr~
liminarmente, per induzione, che per la ridotta k-sima vale la forJII!!
la
k k+l
k
sen - sen -
2 2
L sen n =
n=l 1
sen -
2
320

Per k=l tale fornrula è vera. Procedendo per induzione, supponiamo la


fonnula vera per kE Ne sonuniarnoad ambo i membri sen(k+l). Otteniamo
k k+l
k+l sen - sen
2 2
:E sen n + sen (k+l) .
n=l 1
sen -
2

Ricordando c...li-esen(k+l)= 2
,,__
zr-, (
k+l' _ ( k+l \
2 /'

k+l
k+l sen-
:E
n=l
sen n
1
sen -
2
(seni + 2 sen
1
2
cos
k+l
2 )
2

Ora, ntilizziamo la fonrnla di prostaforosi

p-q p+q
sen p - sen q = 2 sen cos
2 2

con p (k+2)/2 e q=k/2; otteniamo

k+2 k 1 k+l
sen sen -+ 2 sen . cos
2 2 2 2

per cui risulta:

k+l
k+l sen-
2 k+2
:E sen n · sen
n=l 2
sen -2
La serie data risulta indeterminata, in quanto la successione del-
le sonnne parziali non ha limite, come segue da quanto provato nel par~
grafo 12.D della parte prima]

CX)

6. 46 Verificare che la serie :E log n+l)


-;-- e' con
n=l
vergente.
[ Si tratta di una serie a termini positivi, in quanto dalle relazioni
n n+l n+l
(1+1/n) <e< (1+1/n) segue facilmente che 1/(n+l) < log <
n
1
< Queste ultime disuguaglianze implicano anche che
n
321

n+l 1 1
- - log - < - --- <
n n n n+l n(n+l)

e perciò la serie converge, perchè maggiorata da una serie convergerr


te]

6.47 Considerata la successione


1
- - log (k+l)
Il

dedurre dall'esercizio precedente che essa con-


verge verso una costante y (detta costante di
Eulero) che E!i anche la somma della serie ~ f 1. -
n=l \ Il
- log n:1 )
k n+l
[ Essendo L log [log(n+l)- log n] = log(k+l)-logl=
n=l n

log(k+l), allora, si ha:

k 1
k ( -1 - log
:E -n+l) :E log (k+l}
n=l n n n=l n

e, per l'esercizio precedente, a primo membro abbiamo una successiQ


ne convergente. Si dimostra che y ~ 0.5772. Si noti che dalle os-
1 1 1
servazioni precedenti consegue la fornrula 1+ - + - + ••. + - - y+
2 3 n
+ log (n+l} ]

6.48 Verificare che la somma della serie armonica al


ternata ~
L..,
(-1) n-l l ' ugua 1 e a 1 og 2 .
ne
n=l
[ Dall'esercizio precedente segue

k 1 ~
L - = Y k + log (k+l) ·= y k + log -k + log k =
n=l n

k+l
[ (y k-y)+ log k ] + y + log k = pk + y + log k
322

(con pk ➔ O).

Osserviamo ora che

perciò, per le relazioni precedenti, si ha

P 2k + Y + log 2k - ( p k+ y+ log k)

p 2k - pk + log 2

da cui 1 'asserto, perchè lim Pk = O]


k ➔ + a:,

6.49 Dare un esempio di una serie e di un suo riardi


namento, convergenti verso due somme diverse.
[ Per l'esercizio precedente, si ha

1 1 1 1 1
l - 2 + 3 - 4 + 5 - 6 +... = log 2 .

Moltiplicando ogni tennine per 1/2, si ha

1 1 1 1 1
-+---+---+ ... log 2
2 4 6 8 10 12 2

relazione che possiamo riscrivere come:

1 1 1 1 1
o+ - + o - - +o+ - + o - ~+o+-+ log 2 •
2 4 6 8 10 2

Sormnando termine a termine questa serie con la prima, si ha la serie:

11111111 3
l+---+-+---+-+---+
325749116
=
2 log 2.

Quest'ultima serie è un riordinamento della serie data, nella quale


ogni coppia di termini positivi è seguita da un termine negativo, ed
323

essa ha somma diversa dalla serie data ]

6E. Criterio degli integra.li

Sia f(x) una funzione continua, positiva e de -


crescente nell'intervallo [ 1, + 00 ) e sia an = f(n) per
neN.
Assai utile è il seguente

CRITERIO DEGLI INTEGRALI: la serie L an L f ( n) è


n=l n=l
convergente se e solo se l'integrale improprio
+oo
(1) f l
f(x)dx

è convergente
Notiamo che il numero 1 può essere sostituito,nel
precedente criterio, da un qualsiasi intero positivo.
Inoltre, sussistono le disuguaglianze

k+l k J f(x)dx
k
(2)
J
1
f(x)dx ~ n~l f(n) ~ f(l) +
1

dalle quali si ricava, ad esempio, che, se l'integr~


le (1) è convergente, allora si ha:

(3)
+oo
J f ( x) dx < n~l f ( n) .s, f ( 1) + L +cxi

f ( x) dx .

6.50 Utilizzando il criterio degli integrali, verifi


<D
1
care che la serie armonica generalizzata L è
n=l nP
convergente se p > 1, è divergente se O< p < 1.
(Si veda anche l'esercizio 6.21)
[se p > o, la funzione f(x), 1/xp è continua, positiva e decrescen
324

te nell'intervallo [ l,+ a,). Allora, per il criterio degli integra-


a,

li, la serie L L f(n) converge se e solo se l'integra-


n=l n=l

le improprio
r+
J_
1
a:,
dx= lim
t➔ + a,
f1
t
x-p dx esiste ed è finito.

Tenendo presente gli esercizi, 5.64, 5.65, 5.66, si ha l'asserto]

Stabilire il carattere della serie L 1/(n logn)


n=2

[ Posto f(x) = 1/(x log x) per x E [ 2, ':"), le ipotesi del criterio


degli integrali sono soddisfatte relativamente a tale intervallo.E~
sendo (si veda l'esercizio 5.73):

+ a, l t
D log x dx
f2
X log X
dx
J2
log x

= lim [ log log x Jt = +a:, ,


t ➔ +a:> 2

la serie diverge]

1
6. 52 Stabilire il carattere della serie L
n=2

f [
+a:>
[ Essendo 1/ (x log 2
x) J dx 1/ log 2 , ( si veda 1' esercizio
2
5.74), la serie converge]
CD

6. S 3 Verificare che la serie L e-n è convergente.


+oo -x n=l
[ Essendo
f 1
e dx= 1/e, l'asserto segue dal criterio

1
a:,
degli

-n 2
i~

tegrali. Inoltre in questo caso la (3) implica - ,$_ L e ,$_-]


e e

6.54 Tenendo presente la (2), dimostrare la disugu~


glianza (keN):
325

1 1 1
log(k+l) < 1+ + +. + k < l+log k.
2 3

[ Posto f(x) = 1/x, essendo Jnf(x)dx


1
= f n

1
(1/x)dx=log n, l'asse.i::

to segue subito dalla (2)]


a,

6.55 Si consideri la serie E 1


n=2 nP log 4n
(a) Utilizzando il criterio degli integrali,ve-
rificare che, se p=l, allora la serie con -
verge per q > 1 e diverge per q < 1.
(è) J.Ce:pi:fiea:re ehe, se p > 1 allot a !a serie con
verge per ogni q, mentre se p < 1 essa di-
verge per ogni q.

6.56 (a) Utilizzando il criterio degli integrali st~


bilire il carattere della serie numerica
a,

E
n=l
(T - arctg n)

(b) Dopo aver dimostrato.che per ogni x>O risul


ta

11 1
O< - - arctg x < -
2 X

utilizzare tali disuguaglianze per stabili-


re, per ogni p>l, il carattere della serie
numerica

l:
n=l

[ (a) Con il metodo di integrazione per parti si trova

Jt

0
G-arctg x) dx=t (i - arctg t) + i log (l+t 2 )
326

e tale espressione diverge a + a> per t➔ +a> • In base al criterio degli


integrali la serie data è quindi divergente. (b) La disuguaglianza di si
nistra è immediata. Per provare la disuguaglianza di destra consideriamo
1 TI
la funzione f(x)=; + arctg x -
2 , che è strettamente decrescente per
2 2
x > O (perchè f' (x) - 1/ [x (l+x ) ] < O) e converge a zero per
x ➔ + co Quindi f(x) > O per ogni x > O.
Utilizzando le disuguaglianze con x=np, in base al criterio del confron-
to, la serie data è convergente per ogni p > 1 ]
La parte prima del 1° volume

di esercizi contiene i seguenti capitoli:

- NUMERIREALI
- RICHIAMI DI TRIGONOMETRIA
- DISEQUAZIONI
- NUMERICOMPLESSI
- MATRICI E SISTEMI LINEARI
- GEOMETRIA
ANALITICA
- LIMITI DI SUCCESSIONI
- LIMITI DI FUNZIONI
- FUNZIONI CONTINUE
- DERIVATE
- CALCOLODI LIMITI CONL'USO DELLE DERIVATE
- SUCCESSIONIDEFINITE PER RICORRENZA

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