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TRADUZIONE CAPITOLO 38 PENATES

Nell'inverno che segui i profughi Troiani costruirono una flotta di venti navi sotto il monte Ida. All'inizio
dell'estate il padre Anchise ordinava di varare le navi e di spiegare le vele, ed Enea con i compagni, il figlio e
i Penati lasciò le spiagge della patria e i luoghi dove sorse Troia. Dapprima navigarono verso la Tracia e là,
sul litorale sinuoso, volevano fondare una nuova città. Il re della Tracia era stato amico e alleato dei Troiani
finché la sorte era stata favorevole. Perciò Priamo, poiché disperava della sua situazione, aveva mandato
suo figlio Polidoro in Tracia con una gran quantità d'oro. Ma quel re sleale, vedendo svanire la fortuna dei
Troiani, contro il diritto umano e divino, uccise Polidoro e si impadronì dell'oro con la forza. Quando i
profughi Troiani seppero ciò, decisero immediatamente di allontanarsi da quella terra maledetta. Perciò
appena il vento fu favorevole, si spinsero nuovamente in alto mare. In mezzo al mar Egeo vi è un'isola sacra
ad Apollo, di nome Delo. Quest'isola accolse i Troiani spossati nel sicuro porto, e li il dio Apollo, che il pio
Enea venerava nel vecchio tempio, promise ai Troiani e ai loro posteri una nuova terra. Lasciata Delo, si
diressero a Creta; gran parte di questa isola era stata abbandonata dagli abitanti. Tirate le navi in secco,
giovani Troiani costruivano già una nuova città e coltivavano i nuovi campi, quando una tremenda
pestilenza iniziò ad affliggere gli sventurati e, contemporaneamente, il sole ardente bruciava a tal punto i
campi secchi che non potevano produrre né erba né frumento. Poiché tutti erano sconvolti da queste
sciagure, gli dei Penati, che Enea aveva portato con sé da Troia, di notte apparvero loro in sogno fermi
davanti al letto alla luce della luna piena e li confortarono con queste parole Noi, che dopo che fu bruciata
la terra di Dardano, ti abbiamo seguito attraverso il mare tempestoso, noi stessi solleveremo la tua
discendenza fino al cielo e le daremo il dominio della città. Non sia che tu abbia a rifiutare il lungo travaglio
della fuga! Occorre cambiare di nuovo dimora, non ti è lecito fermarti in questa terra. Vi è una terra antica,
che i Greci chiamano Esperia, e i suoi abitanti stessi Italia. Essa è la dimora adatta per noi, cerca quella
terra! Muoviti, alzati e lieto riferisci queste parole a tuo padre!" Stupito da questo sogno e dalla voce
divina, Enea si alzò dal letto e, tendendo
le mani al cielo, invocò gli dei. Fatto ciò, informò dell'accaduto suo padre, il quale decise che bisognava
cercare quella terra lontana. I Troiani quindi, lasciati pochi, abbandonarono anche quella dimora e di nuovo
se ne andavano per il vasto mare con la flotta.

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