l'ammassarono e ricoprirono per quattro metri quadrati, sospeso su elmi, pesanti scudi da guerra e armature scintillanti, proprio come aveva ordinato. Poi i suoi guerrieri lo posarono al centro di esso, Piangendo un lord famoso ed amato. Sulla cima appiccarono il più grande di tutti i roghi : fumi di legna in fiamme fluttuavano in grandi volute scure, la fiamma ruggì e soffocò i loro pianti, il vento cessò e le fiamme generarono devastazione nel caldo corpo bruciandolo sino al nucleo. Essi erano sconsolati e piansero forte per la morte del loro condottiero. Una donna Geata, angosciata dal dolore Con i capelli raccolti, si liberò delle sue peggiori paure, un canto d'incubo e lamento: la sua nazione invasa, nemici scatenati, corpi ammassati, schiavitù ed umiliazione. Il Paradiso inghiottì il fumo. I Geati poi iniziarono a costruire un tumulo sul promontorio, alto e imponente, un emblema che i marinai potessero vedere da molto lonano, e in dieci giorni finirono il lavoro. Era il loro memoriale dell' eroe, ciò che è rimasto dalle fiamme ospitato lì dentro, dietro ad un muro degno di lui e della sua abilità. E seppellirono collane nel tumulo, e gioielli e un tesoro di cose che i trasgressori un tempo avevano osato togliere dal tesoro. Lasciarono al terreno la custodia di questo tesoro ancestrale, Oro sotto sabbia, donato alla terra, e inutile agli uomini ora come sempre. The Unquiet Grave – Traduzione (https://terreceltiche.altervista.org/unquiet-grave/)
Oggi il vento mormora amore mio
e la pioggia cade lieve, non ho mai avuto che un solo vero amore e giace nella fredda terra. II Farò di tutto per il mio amore, come ogni giovane innamorato farebbe. Starò a piangere sulla sua tomba per dodici mesi e un giorno. III Il dodicesimo mese e un giorno erano passati e una voce parlò da sottoterra “Chi è che si trova sulla mia tomba e non mi lascia dormire?“ IV “Sono io, sono io, il tuo vero amore, che si trova sulla tua tomba per chiedere un bacio dalle tue dolci labbra e questo è tutto quello di cui ho bisogno“ V “Reclami un bacio dalle mie labbra fredde come la terra, ma di terra il mio soffio respira, e se tu dovessi baciare le mie labbra fredde come la terra, il tuo tempo non durerà a lungo. V (bis) “Che i miei giorni siano lunghi o brevi, domani od oggi, possa Dio accogliere la mia anima in cielo, e io bacerò le tue labbra (che sanno) di terra“ VI “Guarda quel giardino verde, amore, dove eravamo soliti andare. Il fiore più profumato che sia mai spuntato, è appassito sullo stelo. VII E’ appassito sullo stelo, amore mio come i nostri cuori marciranno stai sereno dunque, amore mio, finchè la morte ti chiamerà.” The prologue, of The Canterbury Tales – Traduzione (https://www.infonotizia.it/canterbury-tales-traduzione-in-italiano/)
Quando ad aprile cadono le dolci piogge
e trafiggono la siccità di marzo fino alla radice, ed ogni vena è bagnata nel liquore di tanta potenza che porta i fiori alla vita, quando anche Zeffiro con il suo respiro dolce Espira un’aria in ogni boschetto e brughiera sui teneri germogli, e il giovane sole ha passato la sua metà del cammino in Ariete, ed i piccoli uccelli stan facendo melodia che dormon via la notte con l’occhio aperto (così la natura li punge nei loro cuori occupati) pertanto la gente parte lontano in pellegrinaggio, e coloro che desiderano ardentemente cercare i fili degli estranei, di santi lontani, santificati in terre diverse, e soprattutto, da ogni fine di contea, in Inghilterra, scendono a Canterbury per cercare il santo benedetto martire, che rapido. prestò loro il suo aiuto quando eran malati. Accadde in quella stagione che un giorno, a Southwark, al “Tabarro”, mentre giacevo pronto per andare in pellegrinaggio, e partire verso Canterbury, il più devoto sulla terra, Di notte ecco che entrano in quella locanda ventinove persone in gruppo, di quelle persone che caddero, in comunione, e tutti erano dei pellegrini che verso Canterbury volevan cavalcare. Le stanze e le stalle della locanda erano ampie; stavamo bene, ogni cosa era al meglio. E, brevemente, quando il sole era tramontato, Avevo parlato con tutti loro del viaggio e presto fui uno del loro gruppo, con la promessa ad alzarci presto per prendere la strada verso Canterbury, come mi avete sentito dire. Ma ad ogni modo, visto che ho tempo e spazio, prima che la mia storia prenda un più distante passo, mi par cosa ragionevole da dire la loro condizione, del folle gruppo, di ognuno di loro, come mi era sembrata, secondo la professione ed il ceto, ed in quale abbigliamento cavalcavano; e quindi inizierò da un cavaliere.