Sei sulla pagina 1di 21

1 ELEMENTI DI TEORIA DEGLI INSIEMI E

CENNI DI LOGICA
1.1 Insiemi
Il concetto di insieme è primitivo, sono sinonimi: collezione, famiglia, classe.
Presupponiamo la distinzione concettuale tra elementi di un insieme e l’insieme
stesso. Ciò che a noi interessa è attingere dal linguaggio della teoria degli insiemi
quei segni che consentano di esprimere con e¢ cacia e apprezzabile precisione le
relazioni di cui di volta in volta avremo bisogno.
Generalmente gli insiemi si indicano con lettere maiuscole: A; B; C; :::; ; ; ; :::
Indicheremo con lettere minuscole gli elementi di un insieme dato.
Se A è un insieme e a è un elemento di A scriveremo

a 2 A,

si legge “a appartiene ad A” oppure “a è un elemento di A”. Il simbolo 2 è


chiamato simbolo di appartenenza.
Per designare un insieme si può:
a) elencarne gli elementi, ad esempio
i) A1 = f1; 2; 3; 4g è l’insieme costituito dagli elementi 1; 2; 3; 4;
ii) A2 = f1; 3; 5; :::g è l’insieme dei numeri dispari,
iii) A3 = f2; 4; 6; :::g è l’insieme dei numeri pari;
b) caratterizzare l’insieme mediante le proprietà di cui godono i suoi elementi,
ad esempio, indicando con N l’insieme dei numeri naturali, N = f1; 2; 3; :::g, gli
insiemi A1 ; A2 ; A3 si possono indicare, rispettivamente

A1 = fn 2 N j 1 n 4g

A2 = fn 2 N j n non è divisibile per 2g


A3 = fn 2 N j n è divisibile per 2g .
Siano A e B due insiemi, diremo che “A è contenuto in B” e scriveremo

A B oppure B A

se per ogni a 2 A accade che a 2 B:


Se A B e qualche elemento di B non appartiene ad A diremo che “A è
strettamente contenuto in B” e scriveremo

A ( B.

Il simbolo è chiamato simbolo di inclusione.


Se A non è contenuto in B scriveremo

A6 B.

Il simbolo 6 è chiamato simbolo di non inclusione.

1
Esempi:
A2 ( N, A1 6 A2 A1 6 A3 .
|
Diremo che A è uguale a B, e scriveremo A = B, se A B e B A.
Se A B diremo anche che A è un sottoinsieme di B:
Si usa il simbolo ; per indicare l’insieme privo di elementi. Converremo che
; A dove A è un qualsiasi insieme. L’insieme ; è chiamato insieme vuoto.

1.1.1 Unione
Siano A e B due insiemi, indicheremo con A [ B l’insieme i cui elementi ap-
partengono ad A oppure a B. A [ B si chiama unione di A e B. Ad esempio:
se A = f4; 7; 9; 11g , B = f1; 2; 7; 11g allora A [ B = f1; 2; 4; 7; 9; 11g ;
se A = f1; 3; 5; :::g , B = f2; 4; 6; :::g allora A [ B = N.

1.1.2 Intersezione
Siano A e B due insiemi, indicheremo con A \ B l’insieme i cui elementi ap-
partengono sia ad A che a B. A \ B si chiama intersezione di A e B. Ad
esempio:
se A = f1; 2; 3; 4; 5g , B = f4; 7; 9g allora A \ B = f4g ;
se A = f1; 3; 5:::g , B = f2; 4; 6:::g allora A \ B = ;.

1.1.3 Di¤erenza
Indicheremo con AnB l’insieme costituito dagli elementi di A che non apparten-
gono a B. AnB si chiama di¤erenza dei due insiemi A e B. Ad esempio:
se A = f1; 2; 3; 5; 6g , B = f1; 7; 9g allora AnB = f2; 3; 5; 6g e BnA = f7; 9g .
Se B A diremo anche che AnB è il complementare di B rispetto ad A e
sarà denotato con CB A o semplicemente con CA se non c’è rischio di ambiguità.

1.1.4 Di¤erenza simmetrica (omesso)


Siano A e B due insiemi, indicheremo con A4B l’insieme
A4B = (AnB) [ (BnA)
A4B è chiamata di¤erenza simmetrica di A e B. Osserviamo che A4B =
B4A. Ad esempio siano
A = f1; 2; 9; 15g , B = f2; 7; 14g allora AnB = f1; 9; 15g ; BnA = f7; 14g
A4B = (AnB) [ (BnA) = f1; 7; 9; 14; 15g .
Un modo utile ed e¢ cace per visualizzare un insieme consiste nel disegnare sul
foglio una regione. Ciò consente di visualizzare le operazioni e le relazioni sopra
introdotte.

2
Elenchiamo ora alcune proprietà delle operazioni tra insiemi:
1) A [ A = A
2) A \ A = A
3) A [ ; = A
4) A \ ; = ;
5) A [ B = B [ A
6) A \ B = B \ A
7) (A [ B) [ C = A [ (B [ C)
8) (A \ B) \ C = A \ (B \ C)
9) (A \ B) [ C = (A [ C) \ (B [ C)
10) (A [ B) \ C = (A \ C) [ (B \ C)
11) Cn (A [ B) = (CnA) \ (CnB)
12) Cn (A \ B) = (CnA) [ (CnB)
13) A4B = B4A
14) A4B = [An (B \ A)] [ [Bn (B \ A)]
15) A4B = (A [ B) n (A \ B) :
Le proprietà 1) - 8) e 13) sono di veri…ca immediata. Osserviamo che 5) e
6) esprimono il fatto che le operazioni [ e \ sono commutative. La proprietà
7) esprime l’associatività dell’unione e consente di scrivere (A [ B) [ C e A [
(B [ C) come A [ B [ C. Più in generale, se A1 ; A2 ; :::; An sono n insiemi,
indicheremo con
n
A1 [ A2 [ ::: [ An oppure con [ Ai
i=1

l’unione degli insiemi A1 ; A2 ; :::; An . Osserviamo che se n 2


n n 1
[ Ai = [ Ai [ An .
i=1 i=1

Analogamente la proprietà 8) esprime l’associatività dell’intersezione e consente


di scrivere (A \ B) \ C e A \ (B \ C) come A \ B \ C. Più in generale, se
A1 ; A2 ; :::; An sono n insiemi, indicheremo con
n
A1 \ A2 \ ::: \ An oppure con \ Ai
i=1

l’intersezione degli insiemi A1 ; A2 ; ; An . Osserviamo che se n 2


n n 1
\ Ai = \ Ai \ An .
i=1 i=1

Dimostriamo la proprietà 9): prima dimostriamo che


i) (A \ B) [ C (A [ C) \ (B [ C)

3
successivamente dimostreremo che
ii) (A [ C) \ (B [ C) (A \ B) [ C.
Dimostriamo la i):
sia x 2 (A \ B) [ C allora

x2A\B oppure x 2 C;

poiché A \ B A e A\B B, allora

x2A[C e x 2 B [ C;

ossia:

x 2 (A [ C) \ (B [ C)
ciò dimostra la i).
Dimostriamo la ii):
sia x 2 (A [ C) \ (B [ C) allora

x 2 A [ C e x 2 B [ C;

da cui si ha

x 2 A oppure x 2 C e x2B oppure x 2 C

ora, se x 2
= C allora x 2 A e x 2 B quindi x 2 A \ B; perciò x 2 C oppure
x 2 A \ B; quindi x 2 (A \ B) [ C.

1.1.5 Prodotto Cartesiano


Siano A e B due insiemi. Se a 2 A e b 2 B indicheremo con (a; b) la coppia
ordinata costituita da a e b. Indicheremo con A B, e lo chiameremo prodotto
cartesiano di A e B, l’insieme di tutte le coppie ordinate (a; b), con a 2 A e
b 2 B.
Esempio 1.
Siano A = f1; 2; 3g, B = f1; 2; 5g allora

A B = f(1; 1) ; (1; 2) ; (1; 5) ; (2; 1) ; (2; 2) ; (2; 5) ; (3; 1) ; (3; 2) ; (3; 5)g

B A = f(1; 1) ; (1; 2) ; (1; 3) ; (2; 1) ; (2; 2) ; (2; 3) ; (5; 1) ; (5; 2) ; (5; 3)g .

4
Esempio 2. Siano A = f1; 3; 5; :::g, B = f2; 4; 6; :::g allora

A B = f(1; 2) ; (1; 4) ; (1; 6); (3; 2) ; (3; 4) ; (3; 6) ; (5; 2) ; :::g .

Se A 6= B allora A B 6= B A. Infatti se A 6= B o esiste a 2 A, a 2 = B


oppure esiste a 2 B, a 2= A: Nel primo caso, se b è un elemento di B, allora
(a; b) 2 A B, ma (a; b) 2
= B A: Analogamente se a 2 B, a 2 = A.|
Esercizio. Provare che A (B [ C) = (A B) [ (A C).
Dati n insiemi A1 ; A2 ; :::; An indicheremo con A1 A2 ::: An l’insieme delle n-
uple ordinate (a1 ; a2 ; :::; an ) con ai 2 Ai per i = 1; 2; :::; n cioè l’insieme prodotto
cartesiano di A1 ; A2 ; :::; An

A1 A2 ::: An = f(a1 ; a2 ; :::; an ) j ai 2 Ai ; i = 1; 2; :::; ng .

1.1.6 Applicazioni
Dati due insiemi A e B si chiama applicazione di A in B una legge che ad ogni
elemento di A ne associa uno ed uno solo di B.
Esempio 3. Sia A = B = “insieme delle persone”; la legge che ad ogni persona
associa suo padre è una applicazione di A in A: Invece, associando ad ogni
persona suo …glio non si ha un’applicazione: esistono persone senza …gli o con
più di un …glio.|
Esempio 4. Sia R si indica l’insieme dei numeri reali e sia A = B = R. La
legge che ad ogni elemento x 2 R associa il suo quadrato x2 è un’applicazione
di R in R. Invece la legge che ad ogni elemento x 2 R associa un elemento y
tale che y 2 = x non è un’applicazione: per i numeri x < 0 non esiste y tale che
y 2 = x e per i numeri x > 0 esistono due elementi di R il cui quadrato è x.|
Indicando con f un’applicazione tra A e B si scrive

f : A ! B. (1)

Se x 2 A si indica con f (x) l’elemento di B associato ad x tramite l’applicazione


f . Per indicare l’applicazione (1) utilizzeremo anche le seguenti notazioni

f : A ! B; x ! f (x)

oppure
A 3 x ! f (x) 2 B:
Nel caso dell’esempio 2 si può dunque scrivere

f : R ! R, x ! f (x) = x2

oppure
R 3 x ! f (x) = x2 2 R

5
o, semplicemente:
f : R ! R, de…nita da f (x) = x2 :
Data un’applicazione f : A ! B, l’insieme A si chiama insieme di de…nizione
o di esistenza, oppure semplicemente, dominio dell’applicazione, l’insieme B
si chiama codominio dell’applicazione. Se X A si chiama immagine di X
tramite f l’insieme
f (X) = ff (x) j x 2 Xg .
Si dice che un’applicazione f : A ! B è costante se f (A) è costituito da un
solo elemento. Osserviamo che se f (A) = fyg allora f (x) = y per ogni x 2 A.
Si dice che un’applicazione f : A ! B è suriettiva se f (A) = B, cioè se per
ogni y 2 B esiste x 2 A tale che f (x) = y. Si dice che f è iniettiva se per ogni
scelta di x1 ; x2 2 A con x1 6= x2 risulta f (x1 ) 6= f (x2 ), o, equivalentemente,
se f (x1 ) = f (x2 ) implica x1 = x2 . Se f è iniettiva e suriettiva si dice che f è
biiettiva o biunivoca.
Esempio 5. Sia f : R ! R; de…nita da: f (x) = x2 . Si ha
a) f (R) = fx 2 R j x 0g
b) f non è iniettiva, infatti f (x) = f ( x) per ogni x 2 R.|
Esempio 6. Sia f : N ! N;de…nita da: f (n) = 2n + 1. Si ha
a) f (N) = f1; 3; 5; :::g
b) f è iniettiva, infatti f (n1 ) = f (n2 ) se e solo se n1 = n2 .|
Esempio 7. Siano A e B due insiemi, le applicazioni

A :A B!A (x; y) ! A (x; y) = x


B :A B!B (x; y) ! B (x; y) = y

sono suriettive; A e B si chiamano, rispettivamente, la proiezione di A B


su A e su B.|
Esempio 8. Sia A un insieme, l’applicazione

iA : A ! A de…nita da: iA (x) = x

risulta essere biiettiva; iA si chiama applicazione identica o identità su A.|


Esempio 9. Sia B A, l’applicazione

j : A ! B de…nta da: j (x) = x

si chiama immersione di A in B; j è iniettiva e risulta suriettiva se e solo se


A = B.|
Sia f : A ! B un’applicazione e X A, si chiama restrizione di f all’insieme
X, l’applicazione

fjX : X ! B, de…nita da: fjX (x) = f (x) per ogni x 2 X.

6
Se C A si chiama prolungamento o estensione di f all’insieme C ogni
applicazione
g : C ! B tale che gjA = f .
Esempio 10. Sia f : N ! N; n ! f (n) = n, indicato con Z l’insieme dei
numeri interi, Z = f::: 2; 1; 0; 1; 2; :::g sia g : Z ! N così de…nita
z se z 2 Z, z > 0
g (z) =
z 2 se z 2 Z, z 0
g è un prolungamento di f .|
Sia f : A ! B un’applicazione e Y B, si chiama immagine inversa di Y
tramite f l’insieme f 1 (Y ) de…nito da
1
f (Y ) = fx 2 A j f (x) = yg .
f 1 (Y ) è dunque l’insieme di tutti gli elementi di A la cui immagine è contenuta
in Y .
Esempio 11. Sia f : R ! R; x ! f (x) = x2 , abbiamo:
1
f (fx 2 R j 1 x 4g) = fx 2 R j 2 x 1, 1 x 2g .
|
Esempio 12. Sia f : R ! R; x ! f (x) = x2 + x; risulta
( p p )
1 1 5 1+ 5
f (f1g) = ; .
2 2

1.1.7 Gra…co di un’applicazione


Sia f : A ! B un’applicazione, si chiama gra…co di f il sottoinsieme di A B
de…nito da:
Gf = f(x; f (x)) j x 2 Ag .
Esempio 13. Sia iR : R ! R; x ! iR (x) = x, il gra…co di iR è l’insieme
f(x; x) j x 2 Rg cioè GiR è la bisettrice del primo e del terzo quadrante del piano
cartesiano ortogonale (0; x; y):

7
|
Esempio 14. Sia f : R ! R; x ! f (x) = x2 , il gra…co di f è l’insieme
x; x2 j x 2 R cioè Gf è la parabola disegnata qui sotto:

1.1.8 Composizione di applicazioni


Siano A; B; C; D quattro insiemi e siano f : A ! B, g : C ! D, due appli-
cazioni, Se f (A) C, si può considerare g (f (x)) per ogni x 2 A. Risulta
così de…nita una nuova applicazione, che indicheremo con g f di dominio A e
codominio D, de…nita da

g f :A!D x ! (g f ) (x) = g (f (x)) ,

g f si chiama applicazione composta di f e g. L’operazione tra le due


applicazioni si chiama composizione di applicazioni.
2 +
Esempio p 15. Sia f : R ! R; tale che f (x) = x + x++ 1, g : R ! R; tale che
g (x) = x. In questo caso A = R, B = R, C = R , D = R. ( con R+ si è
indicato l’insieme fx 2 R jx 0g). Osserviamo che

f (A) R+

infatti, per ogni x 2 R, risulta x2 + x + 1 > 0; pertanto l’applicazione g f è


ben de…nita e risulta:
p
g f : R ! R x ! (g f ) (x) = g (f (x)) = x2 + x + 1:

|
Esempio 16. Sia f : R ! R; tale che f (x) = sin x, g : R ! R; tale che
g (x) = x2 . Si ha

g f : R ! R x ! (g f ) (x) = g (f (x)) = sin2 (x) :

|
Vale la seguente:

8
Proposizione 1. Date tre applicazioni f : A ! B, g : B ! C, h : C ! D
risulta
(h g) f = h (g f ) :
Dimostrazione. Osserviamo che per ogni x 2 A

((h g) f ) (x) = (h g) (f (x)) = h (g (f (x))) :

D’altra parte

(h (g f )) (x) = h ((g f ) (x)) = h (g (f (x))) :

Quindi per ogni x 2 A ((h g) f ) (x) = (h (g f )) (x) perciò

(h g) f = h (g f ) :

Osservazione 1. Sia f : A ! B un’applicazione, allora


a) f iA = f
b) iB f = f:•
Osservazione 2. Siano X; Y; Z tre insiemi, f : X ! Y e g : Y ! Z due
applicazioni,
i) se f è iniettiva e g è iniettiva allora g f è iniettiva
ii) se f è suriettiva e g è suriettiva allora g f è suriettiva.•

1.1.9 Applicazione inversa


Sia f : A ! B un’applicazione biiettiva. Per ogni y 2 B esiste un unico x 2 A
tale che f (x) = y. È così de…nita una legge che ad ogni y 2 B associa uno ed
un solo x 2 A. L’applicazione de…nita da questa legge si chiama applicazione
inversa di f e si indica con
f 1:B!A
Vale la seguente
Proposizione 2. Sia f : A ! B un’applicazione biiettiva, allora
i) f f 1 = iB
ii) f 1 f = iA .
Dimostrazione. Proviamo la i). Bisogna provare che per ogni x 2 B risulta
f f 1 (x) = x. Si ha f f 1 (x) = f f 1 (x) ; ora f 1 (x) è quell’unico
elemento di A la cui immagine mediante f è x, da ciò segue ciò che si voleva.
Proviamo la ii). Bisogna provare che per ogni x 2 A f 1 f (x) = x. Si
ha f 1 f (x) = f 1 (f (x)). Sia ora y tale che f 1 (f (x)) = y, risulta
f (x) = f (y) e per l’iniettività di f , y = x. Quindi f 1 (f (x)) = y = x:
Vale la seguente

9
Proposizione 3. Sia f : A ! B un’applicazione biiettiva, allora
1 1
f =f
1
Dimostrazione. Poniamo f 1 = h e y = f 1 (x) = h 1 (x), con x 2 A. Da
y = h 1 (x) segue che h (y) = x quindi f 1 (y) = x da cui y = f (x). Quindi
1
f 1 (x) = y = f (x) per ogni x 2 A:

10
1.2 Cenni di logica
In questo paragrafo intendiamo fornire al lettore alcune nozioni di logica che
useremo frequentemente.
Innanzitutto conveniamo di indicare le proposizioni con lettere minuscole dell’alfabeto
latino quali p, q, r,.... Alcuni esempi di proposizioni sono
“Roma è la capitale d’Italia”,
“il gatto è un animale carnivoro”,
“1 è minore di 2”.
Non consideriamo le proposizioni interrogative o a¤ermative come “che ora è?”
oppure “vietato fumare!”.
Date alcune proposizioni queste possono essere combinate fra loro dando luogo
a proposizioni più complesse. Le proposizioni si combinano fra loro mediante i
connettivi logici. I connettivi che esamineremo brevemente sono
a) il connetivo di negazione,
b) il connettivo di congiunzione,
c) il connettivo di disgiunzione,
d) il connettivo di implicazione o condizionale,
e) il connettivo di equivalenza o bicondizionale.
Nella breve presentazione che segue è importante tener presente che la verità o
la falsità di proposizioni formate da combinazioni di proposizioni date è deter-
minata esclusivamente dalla verità o dalla falsità di queste ultime.

1.2.1 Connettivo di negazione

Il connettivo di negazione è il connettivo “non” ed è applicato ad una sola


proposizione. Se, ad esempio, p indica la proposizione “Roma è la capitale
d’Italia”, non-p è la proposizione “Roma non è la capitale d’Italia”. Indicheremo
la proposizione non-p anche con p. La proposizione p è vera se p è falsa ed
è falsa se p è vera. Se conveniamo di indicare con le lettere V e F per indicare
i valori di verità rispettivamente Vero e Falso, abbiamo per il connettivo di
negazione la seguente tavola di verità:

p p
V F
F V

che sintetizza quello che abbiamo appena detto.

1.2.2 Connettivo di congiunzione


Il connettivo di congiunzione è il connettivo “e”. Questo connettivo è applicato a
due proposizioni e lo denoteremo con il simbolo “^”. Così, se p è la proposizione
“Caio ama i gatti”e q è la proposizione “Caio è allergico ai cani”, la proposizione
p^q stà per “Caio ama i gatti e Caio è allergico ai cani”o, più brevemente, “Caio
ama i gatti ed è allergico ai cani”. Date due proposizioni p e q la proposizione

11
p ^ q è Vera se e solo se sia p che q sono Vere. Per il connettivo di congiunzione
abbiamo la seguente tavola di verità:

p q p^q
V V V
V F F
F V F
F F F

1.2.3 Connettivo di disgiunzione


Il connettivo di disgiunzione è il connettivo “o” inteso in senso inclusivo. Sof-
fermiamoci un po’ su quest’ultima precisazione. Nel linguaggio ordinario il
connettivo “o”è adoperato sia in modo esclusivo come nella proposizione “Caio
dorme o è sveglio” oppure in modo inclusivo come nella proposizione “piove
o tira vento”. Il connettivo che stiamo presentando è adoperato solo in modo
inclusivo. Questo connettivo è applicato a due proposizioni e lo denoteremo con
il simbolo “_”. La tavola di verità del connettivo di disgiunzione è la seguente:

p q p_q
V V V
V F V
F V V
F F F

Osserviamo che date due proposizioni p e q la proposizione p _ q è Vera se e solo


se almeno una delle due proposizioni è Vera.

1.2.4 Connettivo di implicazione


Il connettivo di implicazione (o condizionale) è il connettivo “se”...“allora”. Date
due proposizioni p e q indicheremo con “p =) q” la proposizione “se p allora
q”. Nella proposizione “p =) q” la proposizione p è l’antecedente e q è il
conseguente. La proposizione “p =) q” è Vera quando p è Vera e q è Vera
oppure p è Falsa e q è Vera oppure p è Falsa e q è Falsa. La proposizione
”p =) q” è Falsa quando p è Vera e q è Falsa. Prima di discutere brevemente i
valori di verità assegnati al connettivo di implicazione scriviamone la sua tavola
di verità:
p q p =) q
V V V
V F F
F V V
F F V
A prima vista questo connettivo può apparire un pò bizzarro. Infatti per i valori
di verità ad esso attribuito risulterebbe vera una proposizione come la seguente
“se 1 è uguale a 0 allora Roma è la capitale della Bolivia”. La proposizione

12
precedente è del tipo p =) q dove p è la proposizione “1 è uguale a 0” e q
è la proposizione “Roma è la capitale della Bolivia”, poichè p è falsa, dai val-
ori di verità attribuiti al connettivo di implicazione si ha che p =) q è vera.
...Dunque Roma è la capitale della Bolivia!? Certamente no, almeno sulla base
delle proposizioni precedenti. Infatti la verità di q potrebbe essere assicurata
solo dalla verità di p, ma poichè p è Falsa, nulla possiamo dire del valore di
verità di q. L’esempio che abbiamo fatto dovrebbe aiutare a capire in cosa con-
sista la convenienza nell’attribuire al connettivo di implicazione i valori di verità
precedenti. In altri termini, supponiamo di sapere che la proposizione p =) q
sia vera (ora p e q rappresentano due proposizioni generiche) la deduzione di q
può aver luogo solo se si veri…ca p. Ciò consente di tener separato l’aspetto pu-
ramente deduttivo di una indagine, ovvero la dimostrazione di una proposizione
del tipo p =) q, dall’aspetto sperimentale che consisterebbe nello stabilire se
l’antecedente “p” si veri…ca realmente.
Se sappiamo che p =) q è vera diciamo anche che p è condizione su¢ ciente
per q e che q è condizione necessaria per p. Quando si vuole evidenziare,
in una implicazione vera p =) q, che q è condizione necessaria per p diciamo
anche “q solo se p”.

1.2.5 Connettivo di equivalenza


Il connettivo di equivalenza (o doppia implicazione o bicondizionale) è il con-
nettivo “se e solo se”. Date due proposizioni p e q indicheremo con “p () q”la
proposizione “p se e solo se q”. Poichè la proposizione “p se e solo se q”si può es-
primere anche come “se p allora q e se q allora p”, utilizzando i simboli introdotti
prima la proposizione “p () q” si può esprimere come (p =) q) ^ (q =) p).
Perciò i valori di verità del connettivo di equivalenza si ricavano immediatamente
dai valori di verità della congiunzione e dai valori di verità dell’implicazione e
risulta che “p () q” è Vera quando sia p che q sono o entrambe Vere o en-
trambe false e che “p () q” è Falsa quando p è Vera e q è Falsa oppure q è
Vera e p è Falsa. La tavola di verità del connettivo di equivalenza è la seguente:

p q p () q
V V V
V F F
F V F
F F V

Se p () q è Vera diremo anche p è condizione necessaria e su¢ ciente per


q (oppure q è condizione necessaria e su¢ ciente per p).

1.2.6 Negazione di alcune proposizioni


Disponendo delle tavole di verità dei connettivi logici è facile costruire la tavola
di verità di qualsiasi forma enunciativa (cioè di una proposizione ottenuta com-
binando altre proposizioni). Poichè per i nostri scopi è utile saper scrivere la
negazione di una proposizione ottenuta dalla combinazione di altre proposizioni

13
scriviamo le tavole di verità delle proposizioni (p ^ q), (p _ q), (p =) q)
ed evidenziamone una loro espressione che ci sarà particolarmente utile in se-
guito.
La proposizione (p ^ q) è Vera se e solo se p ^ q è Falsa e questo ha luogo
se e solo se almeno una delle due proposizioni p , q è Falsa che a sua volta ha
luogo se e solo se almeno una delle due proposizioni p, q è Vera. Perciò
(p ^ q) è equivalente a ( p)_( q). L’equivalenza appena stabilita può essere
dimostrata in modo molto semplice scrivendo le tavole di verità di (p ^ q) e
di ( p) _ ( q) e constatando che sono identiche. Infatti la tavola di verità di
( p) _ ( q) è la seguente:

p q (p ^ q)
V V F
V F V
F V V
F F V

che è identica alla tavola di verità di ( p) _ ( q) (il lettore veri…chi per eser-
cizio). In conclusione la proposizione (p ^ q) è equivalente a ( p) _ ( q).
In modo analogo si può osservare che la proposizione (p _ q) è equivalente a
( p) ^ ( q).
Esaminiamo ora la negazione della proposizione p =) q. La proposizione
(p =) q) è Vera se e solo se la proposizione p =) q è Falsa e questo accade se
e solo se p è Vera e q è Falsa. Perciò la proposizione (p =) q) è Vera se e
solo se p e q sono Vere e quindi (p =) q) è equivalente a p ^ ( q). Anche
in questo caso l’equivalenza appena stabilita può essere dimostrata scrivendo le
tavole di verità di (p =) q) e di p ^ ( q) e constatando che sono identiche.
Infatti la tavola di verità di p ^ ( q) è:

p q p ^ ( q)
V V F
V F V
F V F
F F F

che è identica alla tavola di verità di (p =) q).

1.2.7 Tautologie
Considerando la proposizione p _ ( p), dove p è una proposizione data, os-
serviamo immediatamente che p _ ( p) è Vera indipendentemente dal valore di
verità di p. Ciò può essere evidenziato dalla tavola di verità di p _ ( p) che si
costruisce a partire dalle tavole di verità del connettivo di congiunzione e del

14
connettivo di negazione ed è la seguente:

p q p _ ( p)
V V V
V F V
F V V
F F V

Analogamente, le proposizioni p =) (p _ q), (p ^ q) () (q ^ p) sono Vere


qualunque sia il valore di verità di p e q. Le proposizioni che sono Vere qualunque
sia il valore di verità di p e q (o, nel caso di p _ ( p), qualunque sia il valore di
verità di p) sono chiamate tautologie.

1.2.8 Proprietà del connettivo di implicazione


Innanzitutto evidenziamo il fatto che per dimostrare che la proposizione p =) q
è Vera basta dimostrare che se p è Vera allora q è Vera. Infatti quando p è Falsa
l’implicazione p =) q è Vera qualunque sia il valore di verità di q. Analogamente
per dimostrare che la proposizione p () q è Vera basta dimostrare che se p è
Vera allora q è Vera e che se q è Vera allora p è Vera. In seguito utilizzeremo la
seguente proprietà del connettivo di implicazione: siano p, q, r tre proposizioni,
supponiamo che p =) q sia Vera e che q =) r sia Vera, allora anche p =) r è
Vera. Il lettore può veri…care quanto a¤ermato scrivendo per esercizio la tavola
di verità della proposizione ((p =) q) ^ (q =) r)) =) (p =) r) e osservare che
essa è una tautologia.
Un’altra proprietà molto importante del connettivo di implicazione è l’equivalenza
delle proposizioni p =) q e ( q) =) ( p) ; dimostriamo questa equivalenza.
Supponiamo innanzitutto che la proposizione p =) q sia Vera e dimostri-
amo che ( q) =) ( p) è anch’essa Vera. Per quanto osservato sopra per
provare che ( q) =) ( p) è Vera basta considerare il caso in cui ( q)
sia Vera. Se ciò accade allora q è Falsa, ma avendo supposto che p =) q
sia Vera questo può aver luogo se e solo se anche p è Falsa. Perciò ( p) è
Vera e quindi ( q) =) ( p) è Vera. Per dimostrare il viceversa cioè che se
( q) =) ( p) è Vera allora p =) q è Vera, basta utilizzare quello che abbiamo
appena dimostrato. Infatti se ( q) =) ( p) è Vera allora risulta Vera anche
( ( p)) =) ( ( q)), ma l’implicazione ( ( p)) =) ( ( q)) è equiva-
lente a p =) q anche questa è Vera. Anche in questo caso il lettore può veri…care
quanto a¤ermato scrivendo per esercizio la tavola di verità della proposizione
(p =) q) () (( q) =) ( p)) e osservare che essa è una tautologia.

1.2.9 Quanti…catore Universale ed Esistenziale


Sia A un insieme e p (x) una proposizione de…nita per x 2 A. Ciò signi…ca
che se x 2 A allora p (x) è Vera oppure è Falsa. Proposizioni che dipendono
da una o più variabili si presentano frequentemente. Tali sono, ad esempio le
proposizioni:
“x > 4”

15
“x + y = 6”
“xy z”.
Queste proposizioni si intendono de…nite quando x, nella prima proposizione,
oppure x, y nel caso della seconda, oppure x, y e z nella terza, appartengono
all’insieme N. Per indicare proposizioni che dipendono da più variabili useremo
notazioni come p (x; y) oppure q (x; y; z) ecc...
Utilizzeremo le seguenti abbreviazioni: la frase “esiste almeno un”sarà abbrevi-
ata da “9”questo simbolo (o la frase di cui è un’abbreviazione) è spesso seguita
da “tale che”che abbrevieremo con “t. c.”, mentre la frase “per ogni”sarà ab-
breviata da “8”. Il simbolo “9”è detto quanti…catore esistenziale, mentre il
simbolo “8” è detto quanti…catore universale. Consideriamo alcuni esempi.
Sia p (x) la proposizione de…nita sull’insieme N ”x > 4” se scriviamo “9x 2 N
t. c. p (x)” intendiamo dire che “esiste almeno un x 2 N tale che x > 4”,
evidentemente questa proposizione è Vera perchè, ad esempio, per x = 5 si ha
che p (x) è Vera. Se scriviamo “8x 2 N p (x)” intendiamo dire “per ogni x 2 N
x > 4”, evidentemente questa proposizione è Falsa perchè 3 2 N, ma 3 non è
maggiore di 4. Analogamente se q (x) è la proposizione de…nita su N “2x = 3”
se scriviamo “9x 2 N t. c. q (x)” intendiamo dire che “esiste almeno un x 2 N
tale che 2x = 3” che è evidentemente Falsa. Se r (x) stà per la proposizione
de…nita su N “x + 1 = 1 + x” e scriviamo “8x 2 N r (x)” intendiamo dire “per
ogni x 2 N x + 1 = 1 + x” che è Vera.
È evidente che se p (x) è una proposizione de…nita su un insieme A (diverso dal
vuoto) allora se “8x 2 A p (x)” allora “9x 2 A t. c. p (x)”. In simboli:

(8x 2 A p (x)) =) (9x 2 A t.c. p (x)) .

L’implicazione inversa non è Vera a meno che A non sia un insieme costituito
da un solo elemento.
Si tenga ben presente che data una proposizione compaiono due o più quanti…ca-
tori di tipo diverso, se si cambia l’ordine in cui si presentano questi quanti…catori,
in generale si ottiene una proposizione completamente diversa. Ad esempio la
proposizione
“8y 2 N 9x 2 N t. c. x > y”
è ben diversa dalla proposizione

“9x 2 N t. c. 8y 2 N x > y”,

si osservi a riguardo che la prima proposizione è Vera mentre la seconda è Falsa.


Vediamo come si può esprimere la negazione di una proposizione in cui com-
paiono i quanti…catori.
La negazione di “8x 2 A p (x)”è equivalente a “9x 2 A t.c. p (x)”. In simboli

( (8x 2 A p (x))) () (9x 2 A t. c. p (x)) .

La negazione di “9x 2 A t.c. p (x)” è equivalente a “8x 2 A ( p (x))”. In


simboli
( (9x 2 A t. c. p (x))) () (8x 2 A ( p (x))) .

16
Prima di chiudere questo paragrafo riportiamo due esempi.
Esempio 17. Sia p la proposizione:

“Ogni studente ha un maglione rosso”

la sua negazione è la seguente:

“Esiste uno studente che non ha un maglione rosso”.

|
Esempio 18. Sia p la proposizione:

“C’è un automobilista che non ha mai violato il codice della strada”

la sua negazione è la seguente:

“Ogni automobilista ha violato qualche volta il codice della strada”.

17
ESERCIZI SVOLTI
ESERCIZIO 1
Siano A e B due insiemi, provare l’equivalenza delle tre proposizioni che seguono:
i) A B
ii) A \ B = A
iii) A [ B = B:
SOLUZIONE
Proviamo che i) implica ii), che ii) implica iii) e in…ne che iii) implica i).
i) implica ii):
poichè A \ B A basta provare che A A \ B; sia x 2 A, da i) segue che
x 2 B quindi x 2 A \ B.
ii) implica iii):
poichè A [ B B basta provare che A [ B B. Sia x 2 A [ B, allora x 2 B
oppure x 2 A; se x 2 A, poichè A \ B = A, si ha x 2 A \ B e quindi x 2 B.
iii) implica i):
supponiamo che A [ B = B; proviamo che A B. Sia x 2 A, allora x 2 A [ B,
ma A [ B = B; quindi x 2 B.

ESERCIZIO 2
Siano A e B due insiemi, provare l’equivalenza delle due proposizioni seguenti:
i) A = B
ii) A4B = ;:
SOLUZIONE
Se vale i) allora A4B = (A n B) [ (B n A) = ; [ ; = ;:
Supponiamo che valga ii). Procediamo per assurdo: supponiamo che non valga
i). Allora esiste x 2 A tale che x 2
= B oppure esiste x 2 B tale che x 2
= A. Nel
primo caso x 2 A n B nel secondo caso x 2 B n A, in entrambi i casi x 2 A4B,
ciò è assurdo perchè A4B = ;:

ESERCIZIO 3
Siano X e Y due insiemi, f : X ! Y un’applicazione. Provare che, se A,
B X allora
i) f (A [ B) = f (A) [ f (B)
ii) f (A \ B) f (A) \ f (B)
iii) se X è formato da almeno due elementi distinti e Y non è vuoto, allora
esiste un’applicazione f : X ! Y e due sottoinsiemi A e B di X tali che
f (A \ B) ( f (A) \ f (B).
SOLUZIONE
i) Proviamo che f (A [ B) f (A) [ f (B).

18
Sia y 2 f (A [ B), allora esiste x 2 A [ B tale che y = f (x). Poiché y 2
f (A [ B), x 2 A oppure x 2 B, se x 2 A allora y 2 f (A), se x 2 B allora
y 2 f (B), in ogni caso y 2 f (A) [ f (B).
Proviamo che f (A) [ f (B) f (A [ B).
Poiché A A [ B e B A [ B si ha che f (A) f (A [ B)e f (B) f (A [ B)
quindi f (A) [ f (B) f (A [ B).
ii) Proviamo che f (A \ B) f (A) \ f (B).
Poiché A \ B A e A \ B B si ha che f (A \ B) f (A) e f (A \ B) f (B)
quindi f (A \ B) f (A) \ f (B).
iii) Sia X un insieme composto da almeno due elementi distinti, siano essi a
e b e sia f : X ! Y un’applicazione costante: x ! f (x) = c, con c 2 Y .
Posto A = fag, B = fbg si ha A \ B = ;, f (a) = fcg, f (b) = fcg. Quindi
f (A \ B) = f (;) = ; fcg = f (A) \ f (B).

ESERCIZIO 4
Siano X, Y e f come nell’esercizio precedente. Siano A e B due sottoinsiemi di
Y . Provare che
i) f 1 (A [ B) = f 1 (A) [ f 1 (B)
ii) f 1 (A \ B) = f 1 (A) \ f 1 (B)
iii) f 1 (Y n A) = X n f 1 (A)
SOLUZIONE
i) Sia x 2 f 1 (A [ B) allora f (x) 2 A [ B quindi f (x) 2 A oppure f (x) 2 B.
Nel primo caso x 2 f 1 (A), nel secondo caso x 2 f 1 (B) quindi in ogni caso
si ha x 2 f 1 (A) [ f 1 (B) ciò prova che f 1 (A [ B) f 1 (A) [ f 1 (B).
Sia ora x 2 f 1 (A) [ f 1 (B) allora x 2 f 1 (A) oppure x 2 f 1 (B). Se x 2
f 1 (A), allora f (x) 2 A, se x 2 f 1 (B), allora f (x) 2 B quindi f (x) 2 A [ B
perciò x 2 f 1 (A [ B) ciò prova che f 1 (A) [ f 1 (B) f 1 (A [ B).
ii) È analogo al punto i) ed è lasciato al lettore.
iii) Sia x 2 f 1 (Y n A) allora f (x) 2 Y nA, quindi f (x) 2 = f 1 (A),
= A perciò x 2
1 1 1
pertanto x 2 X n f (A), ciò prova che f (Y n A) X n f (A).
Ora proviamo che X n f 1 (A) f 1 (Y n A). Sia x 2 X n f 1 (A) allora
1
x2 = f (A) quindi f (x) 2 = A e, perciò f (x) 2 Y n A. Quindi x 2 f 1 (Y n A),
ciò prova che X n f (A) f 1 (Y n A).
1

ESERCIZIO 5
Siano X, Y; f come nell’esercizio precedente. Se f è iniettiva e A X allora
f (x) 2 f (A) implica x 2 A. Ciò continua a valere se f non è iniettiva?
SOLUZIONE
Se f (x) 2 f (A) allora esiste y 2 A tale che f (x) = f (y), se x 2 = A in particolare
x 6= y si avrebbe, per l’iniettività di f , che f (x) 6= f (y) assurdo.
Non è più vero se f non è iniettiva infatti: sia f : X ! Y costante e x1 ; x2 2 X
con x1 6= x2 allora f (x1 ) 2 f (fx2 g) ma x1 2 = fx2 g.

19
ESERCIZIO 6
Siano X, Y; f come nell’esercizio precedente. Sia A X allora A f 1 (f (A)).
Provare inoltre che f è iniettiva se e solo se per ogni sottoinsieme A di X si ha
f 1 (f (A)) = A.
SOLUZIONE
Sia x 2 A allora f (x) 2 f (A) quindi x 2 f 1 (f (A)), ciò prova che A
f 1 (f (A)). Supponiamo che f 1 (f (A)) = A per ogni A X, proviamo che
f è iniettiva. Se f non fosse iniettiva esisterebbero x1 ; x2 2 X con x1 6= x2
e f (x1 ) = f (x2 ) = a: Sia A = fx1 g allora f (A) = f (fx1 g) = fag, quindi
f 1 (f (A)) = f 1 (fag) fx1 ; x2 g ) fx1 g = A che contraddice l’ipotesi.
Quindi f é iniettiva.
Supponiamo ora che f sia iniettiva, proviamo che f 1 (f (A)) A. Sia x 2
f 1 (f (A)) allora f (x) 2 f (A) e, per l’esercizio precedente, x 2 A.

ESERCIZIO 7
Sia f : R ! R de…nita da: f (x) = 2x + 1
i) dire se f è biiettiva
ii) in caso a¤ermativo trovare f 1 .
SOLUZIONE
i) f è iniettiva, infatti

f (x1 ) = f (x2 ) se e solo se 2x1 + 1 = 2x2 + 1 cioè se e solo se x1 = x2 ;

inoltre f è suriettiva, infatti per ogni y 2 R esiste x tale che f (x) = y; basta
y 1
osservare che l’equazione 2x + 1 = y ha soluzione x = ; pertanto f è
2
biiettiva.
1
ii) L’inversa di f è f 1 : R ! R de…nita da f 1 (x) = (x 1) ; infatti
2
1
f 1 (x) = (x 1) è l’unico elemento di R tale che
2
1 1
f f (x) = 2f (x) + 1 = x:

ESERCIZIO 8
Sia f : R+ ! R de…nita da: f (x) = x2 .
i) Stabilire se f è iniettiva e suriettiva,
ii) se f è iniettiva e suriettiva trovare l’inversa di f ,
iii) se f è solo iniettiva, trovare l’inversa di f : R+ !f (R+ ).
SOLUZIONE
i) f è iniettiva, ma non suriettiva. Infatti siano x1 , x2 2 R+ tali che f (x1 ) =
f (x2 ) . Ciò ha luogo se e solo se x21 = x22 , ovvero se e solo se x1 = x2 oppure

20
x1 = x2 , ma poichè x1 , x2 2 R+ si ha x1 = x2 . f non è suriettiva perchè
assume solo valori non negativi. p
ii) f (R+ ) = R+ , pertanto f 1 : f (R+ ) ! R+ è data da x ! f 1 (x) = x.

ESERCIZIO 9
Siano f : A!B, h : A!B g : B!C tre applicazioni, dimostrare che se g è
biiettiva e se g f = g h allora f = h.
SOLUZIONE
1
Poiché g è biiettiva, essa è invertibile. Sia g la sua inversa. Dall’uguaglianza
g f = g h si ha che
1 1
g (g f ) = g (g h) . (2)

Ora
1 1
g (g f ) = g g f = iB f = f,
analogamente
1
g (g h) = h.
Pertanto dalla (2) si ha f = h:

21

Potrebbero piacerti anche