Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
CENNI DI LOGICA
1.1 Insiemi
Il concetto di insieme è primitivo, sono sinonimi: collezione, famiglia, classe.
Presupponiamo la distinzione concettuale tra elementi di un insieme e l’insieme
stesso. Ciò che a noi interessa è attingere dal linguaggio della teoria degli insiemi
quei segni che consentano di esprimere con e¢ cacia e apprezzabile precisione le
relazioni di cui di volta in volta avremo bisogno.
Generalmente gli insiemi si indicano con lettere maiuscole: A; B; C; :::; ; ; ; :::
Indicheremo con lettere minuscole gli elementi di un insieme dato.
Se A è un insieme e a è un elemento di A scriveremo
a 2 A,
A1 = fn 2 N j 1 n 4g
A B oppure B A
A ( B.
A6 B.
1
Esempi:
A2 ( N, A1 6 A2 A1 6 A3 .
|
Diremo che A è uguale a B, e scriveremo A = B, se A B e B A.
Se A B diremo anche che A è un sottoinsieme di B:
Si usa il simbolo ; per indicare l’insieme privo di elementi. Converremo che
; A dove A è un qualsiasi insieme. L’insieme ; è chiamato insieme vuoto.
1.1.1 Unione
Siano A e B due insiemi, indicheremo con A [ B l’insieme i cui elementi ap-
partengono ad A oppure a B. A [ B si chiama unione di A e B. Ad esempio:
se A = f4; 7; 9; 11g , B = f1; 2; 7; 11g allora A [ B = f1; 2; 4; 7; 9; 11g ;
se A = f1; 3; 5; :::g , B = f2; 4; 6; :::g allora A [ B = N.
1.1.2 Intersezione
Siano A e B due insiemi, indicheremo con A \ B l’insieme i cui elementi ap-
partengono sia ad A che a B. A \ B si chiama intersezione di A e B. Ad
esempio:
se A = f1; 2; 3; 4; 5g , B = f4; 7; 9g allora A \ B = f4g ;
se A = f1; 3; 5:::g , B = f2; 4; 6:::g allora A \ B = ;.
1.1.3 Di¤erenza
Indicheremo con AnB l’insieme costituito dagli elementi di A che non apparten-
gono a B. AnB si chiama di¤erenza dei due insiemi A e B. Ad esempio:
se A = f1; 2; 3; 5; 6g , B = f1; 7; 9g allora AnB = f2; 3; 5; 6g e BnA = f7; 9g .
Se B A diremo anche che AnB è il complementare di B rispetto ad A e
sarà denotato con CB A o semplicemente con CA se non c’è rischio di ambiguità.
2
Elenchiamo ora alcune proprietà delle operazioni tra insiemi:
1) A [ A = A
2) A \ A = A
3) A [ ; = A
4) A \ ; = ;
5) A [ B = B [ A
6) A \ B = B \ A
7) (A [ B) [ C = A [ (B [ C)
8) (A \ B) \ C = A \ (B \ C)
9) (A \ B) [ C = (A [ C) \ (B [ C)
10) (A [ B) \ C = (A \ C) [ (B \ C)
11) Cn (A [ B) = (CnA) \ (CnB)
12) Cn (A \ B) = (CnA) [ (CnB)
13) A4B = B4A
14) A4B = [An (B \ A)] [ [Bn (B \ A)]
15) A4B = (A [ B) n (A \ B) :
Le proprietà 1) - 8) e 13) sono di veri…ca immediata. Osserviamo che 5) e
6) esprimono il fatto che le operazioni [ e \ sono commutative. La proprietà
7) esprime l’associatività dell’unione e consente di scrivere (A [ B) [ C e A [
(B [ C) come A [ B [ C. Più in generale, se A1 ; A2 ; :::; An sono n insiemi,
indicheremo con
n
A1 [ A2 [ ::: [ An oppure con [ Ai
i=1
3
successivamente dimostreremo che
ii) (A [ C) \ (B [ C) (A \ B) [ C.
Dimostriamo la i):
sia x 2 (A \ B) [ C allora
x2A\B oppure x 2 C;
x2A[C e x 2 B [ C;
ossia:
x 2 (A [ C) \ (B [ C)
ciò dimostra la i).
Dimostriamo la ii):
sia x 2 (A [ C) \ (B [ C) allora
x 2 A [ C e x 2 B [ C;
da cui si ha
ora, se x 2
= C allora x 2 A e x 2 B quindi x 2 A \ B; perciò x 2 C oppure
x 2 A \ B; quindi x 2 (A \ B) [ C.
A B = f(1; 1) ; (1; 2) ; (1; 5) ; (2; 1) ; (2; 2) ; (2; 5) ; (3; 1) ; (3; 2) ; (3; 5)g
B A = f(1; 1) ; (1; 2) ; (1; 3) ; (2; 1) ; (2; 2) ; (2; 3) ; (5; 1) ; (5; 2) ; (5; 3)g .
4
Esempio 2. Siano A = f1; 3; 5; :::g, B = f2; 4; 6; :::g allora
1.1.6 Applicazioni
Dati due insiemi A e B si chiama applicazione di A in B una legge che ad ogni
elemento di A ne associa uno ed uno solo di B.
Esempio 3. Sia A = B = “insieme delle persone”; la legge che ad ogni persona
associa suo padre è una applicazione di A in A: Invece, associando ad ogni
persona suo …glio non si ha un’applicazione: esistono persone senza …gli o con
più di un …glio.|
Esempio 4. Sia R si indica l’insieme dei numeri reali e sia A = B = R. La
legge che ad ogni elemento x 2 R associa il suo quadrato x2 è un’applicazione
di R in R. Invece la legge che ad ogni elemento x 2 R associa un elemento y
tale che y 2 = x non è un’applicazione: per i numeri x < 0 non esiste y tale che
y 2 = x e per i numeri x > 0 esistono due elementi di R il cui quadrato è x.|
Indicando con f un’applicazione tra A e B si scrive
f : A ! B. (1)
f : A ! B; x ! f (x)
oppure
A 3 x ! f (x) 2 B:
Nel caso dell’esempio 2 si può dunque scrivere
f : R ! R, x ! f (x) = x2
oppure
R 3 x ! f (x) = x2 2 R
5
o, semplicemente:
f : R ! R, de…nita da f (x) = x2 :
Data un’applicazione f : A ! B, l’insieme A si chiama insieme di de…nizione
o di esistenza, oppure semplicemente, dominio dell’applicazione, l’insieme B
si chiama codominio dell’applicazione. Se X A si chiama immagine di X
tramite f l’insieme
f (X) = ff (x) j x 2 Xg .
Si dice che un’applicazione f : A ! B è costante se f (A) è costituito da un
solo elemento. Osserviamo che se f (A) = fyg allora f (x) = y per ogni x 2 A.
Si dice che un’applicazione f : A ! B è suriettiva se f (A) = B, cioè se per
ogni y 2 B esiste x 2 A tale che f (x) = y. Si dice che f è iniettiva se per ogni
scelta di x1 ; x2 2 A con x1 6= x2 risulta f (x1 ) 6= f (x2 ), o, equivalentemente,
se f (x1 ) = f (x2 ) implica x1 = x2 . Se f è iniettiva e suriettiva si dice che f è
biiettiva o biunivoca.
Esempio 5. Sia f : R ! R; de…nita da: f (x) = x2 . Si ha
a) f (R) = fx 2 R j x 0g
b) f non è iniettiva, infatti f (x) = f ( x) per ogni x 2 R.|
Esempio 6. Sia f : N ! N;de…nita da: f (n) = 2n + 1. Si ha
a) f (N) = f1; 3; 5; :::g
b) f è iniettiva, infatti f (n1 ) = f (n2 ) se e solo se n1 = n2 .|
Esempio 7. Siano A e B due insiemi, le applicazioni
6
Se C A si chiama prolungamento o estensione di f all’insieme C ogni
applicazione
g : C ! B tale che gjA = f .
Esempio 10. Sia f : N ! N; n ! f (n) = n, indicato con Z l’insieme dei
numeri interi, Z = f::: 2; 1; 0; 1; 2; :::g sia g : Z ! N così de…nita
z se z 2 Z, z > 0
g (z) =
z 2 se z 2 Z, z 0
g è un prolungamento di f .|
Sia f : A ! B un’applicazione e Y B, si chiama immagine inversa di Y
tramite f l’insieme f 1 (Y ) de…nito da
1
f (Y ) = fx 2 A j f (x) = yg .
f 1 (Y ) è dunque l’insieme di tutti gli elementi di A la cui immagine è contenuta
in Y .
Esempio 11. Sia f : R ! R; x ! f (x) = x2 , abbiamo:
1
f (fx 2 R j 1 x 4g) = fx 2 R j 2 x 1, 1 x 2g .
|
Esempio 12. Sia f : R ! R; x ! f (x) = x2 + x; risulta
( p p )
1 1 5 1+ 5
f (f1g) = ; .
2 2
7
|
Esempio 14. Sia f : R ! R; x ! f (x) = x2 , il gra…co di f è l’insieme
x; x2 j x 2 R cioè Gf è la parabola disegnata qui sotto:
f (A) R+
|
Esempio 16. Sia f : R ! R; tale che f (x) = sin x, g : R ! R; tale che
g (x) = x2 . Si ha
|
Vale la seguente:
8
Proposizione 1. Date tre applicazioni f : A ! B, g : B ! C, h : C ! D
risulta
(h g) f = h (g f ) :
Dimostrazione. Osserviamo che per ogni x 2 A
D’altra parte
(h g) f = h (g f ) :
9
Proposizione 3. Sia f : A ! B un’applicazione biiettiva, allora
1 1
f =f
1
Dimostrazione. Poniamo f 1 = h e y = f 1 (x) = h 1 (x), con x 2 A. Da
y = h 1 (x) segue che h (y) = x quindi f 1 (y) = x da cui y = f (x). Quindi
1
f 1 (x) = y = f (x) per ogni x 2 A:
10
1.2 Cenni di logica
In questo paragrafo intendiamo fornire al lettore alcune nozioni di logica che
useremo frequentemente.
Innanzitutto conveniamo di indicare le proposizioni con lettere minuscole dell’alfabeto
latino quali p, q, r,.... Alcuni esempi di proposizioni sono
“Roma è la capitale d’Italia”,
“il gatto è un animale carnivoro”,
“1 è minore di 2”.
Non consideriamo le proposizioni interrogative o a¤ermative come “che ora è?”
oppure “vietato fumare!”.
Date alcune proposizioni queste possono essere combinate fra loro dando luogo
a proposizioni più complesse. Le proposizioni si combinano fra loro mediante i
connettivi logici. I connettivi che esamineremo brevemente sono
a) il connetivo di negazione,
b) il connettivo di congiunzione,
c) il connettivo di disgiunzione,
d) il connettivo di implicazione o condizionale,
e) il connettivo di equivalenza o bicondizionale.
Nella breve presentazione che segue è importante tener presente che la verità o
la falsità di proposizioni formate da combinazioni di proposizioni date è deter-
minata esclusivamente dalla verità o dalla falsità di queste ultime.
p p
V F
F V
11
p ^ q è Vera se e solo se sia p che q sono Vere. Per il connettivo di congiunzione
abbiamo la seguente tavola di verità:
p q p^q
V V V
V F F
F V F
F F F
p q p_q
V V V
V F V
F V V
F F F
12
precedente è del tipo p =) q dove p è la proposizione “1 è uguale a 0” e q
è la proposizione “Roma è la capitale della Bolivia”, poichè p è falsa, dai val-
ori di verità attribuiti al connettivo di implicazione si ha che p =) q è vera.
...Dunque Roma è la capitale della Bolivia!? Certamente no, almeno sulla base
delle proposizioni precedenti. Infatti la verità di q potrebbe essere assicurata
solo dalla verità di p, ma poichè p è Falsa, nulla possiamo dire del valore di
verità di q. L’esempio che abbiamo fatto dovrebbe aiutare a capire in cosa con-
sista la convenienza nell’attribuire al connettivo di implicazione i valori di verità
precedenti. In altri termini, supponiamo di sapere che la proposizione p =) q
sia vera (ora p e q rappresentano due proposizioni generiche) la deduzione di q
può aver luogo solo se si veri…ca p. Ciò consente di tener separato l’aspetto pu-
ramente deduttivo di una indagine, ovvero la dimostrazione di una proposizione
del tipo p =) q, dall’aspetto sperimentale che consisterebbe nello stabilire se
l’antecedente “p” si veri…ca realmente.
Se sappiamo che p =) q è vera diciamo anche che p è condizione su¢ ciente
per q e che q è condizione necessaria per p. Quando si vuole evidenziare,
in una implicazione vera p =) q, che q è condizione necessaria per p diciamo
anche “q solo se p”.
p q p () q
V V V
V F F
F V F
F F V
13
scriviamo le tavole di verità delle proposizioni (p ^ q), (p _ q), (p =) q)
ed evidenziamone una loro espressione che ci sarà particolarmente utile in se-
guito.
La proposizione (p ^ q) è Vera se e solo se p ^ q è Falsa e questo ha luogo
se e solo se almeno una delle due proposizioni p , q è Falsa che a sua volta ha
luogo se e solo se almeno una delle due proposizioni p, q è Vera. Perciò
(p ^ q) è equivalente a ( p)_( q). L’equivalenza appena stabilita può essere
dimostrata in modo molto semplice scrivendo le tavole di verità di (p ^ q) e
di ( p) _ ( q) e constatando che sono identiche. Infatti la tavola di verità di
( p) _ ( q) è la seguente:
p q (p ^ q)
V V F
V F V
F V V
F F V
che è identica alla tavola di verità di ( p) _ ( q) (il lettore veri…chi per eser-
cizio). In conclusione la proposizione (p ^ q) è equivalente a ( p) _ ( q).
In modo analogo si può osservare che la proposizione (p _ q) è equivalente a
( p) ^ ( q).
Esaminiamo ora la negazione della proposizione p =) q. La proposizione
(p =) q) è Vera se e solo se la proposizione p =) q è Falsa e questo accade se
e solo se p è Vera e q è Falsa. Perciò la proposizione (p =) q) è Vera se e
solo se p e q sono Vere e quindi (p =) q) è equivalente a p ^ ( q). Anche
in questo caso l’equivalenza appena stabilita può essere dimostrata scrivendo le
tavole di verità di (p =) q) e di p ^ ( q) e constatando che sono identiche.
Infatti la tavola di verità di p ^ ( q) è:
p q p ^ ( q)
V V F
V F V
F V F
F F F
1.2.7 Tautologie
Considerando la proposizione p _ ( p), dove p è una proposizione data, os-
serviamo immediatamente che p _ ( p) è Vera indipendentemente dal valore di
verità di p. Ciò può essere evidenziato dalla tavola di verità di p _ ( p) che si
costruisce a partire dalle tavole di verità del connettivo di congiunzione e del
14
connettivo di negazione ed è la seguente:
p q p _ ( p)
V V V
V F V
F V V
F F V
15
“x + y = 6”
“xy z”.
Queste proposizioni si intendono de…nite quando x, nella prima proposizione,
oppure x, y nel caso della seconda, oppure x, y e z nella terza, appartengono
all’insieme N. Per indicare proposizioni che dipendono da più variabili useremo
notazioni come p (x; y) oppure q (x; y; z) ecc...
Utilizzeremo le seguenti abbreviazioni: la frase “esiste almeno un”sarà abbrevi-
ata da “9”questo simbolo (o la frase di cui è un’abbreviazione) è spesso seguita
da “tale che”che abbrevieremo con “t. c.”, mentre la frase “per ogni”sarà ab-
breviata da “8”. Il simbolo “9”è detto quanti…catore esistenziale, mentre il
simbolo “8” è detto quanti…catore universale. Consideriamo alcuni esempi.
Sia p (x) la proposizione de…nita sull’insieme N ”x > 4” se scriviamo “9x 2 N
t. c. p (x)” intendiamo dire che “esiste almeno un x 2 N tale che x > 4”,
evidentemente questa proposizione è Vera perchè, ad esempio, per x = 5 si ha
che p (x) è Vera. Se scriviamo “8x 2 N p (x)” intendiamo dire “per ogni x 2 N
x > 4”, evidentemente questa proposizione è Falsa perchè 3 2 N, ma 3 non è
maggiore di 4. Analogamente se q (x) è la proposizione de…nita su N “2x = 3”
se scriviamo “9x 2 N t. c. q (x)” intendiamo dire che “esiste almeno un x 2 N
tale che 2x = 3” che è evidentemente Falsa. Se r (x) stà per la proposizione
de…nita su N “x + 1 = 1 + x” e scriviamo “8x 2 N r (x)” intendiamo dire “per
ogni x 2 N x + 1 = 1 + x” che è Vera.
È evidente che se p (x) è una proposizione de…nita su un insieme A (diverso dal
vuoto) allora se “8x 2 A p (x)” allora “9x 2 A t. c. p (x)”. In simboli:
L’implicazione inversa non è Vera a meno che A non sia un insieme costituito
da un solo elemento.
Si tenga ben presente che data una proposizione compaiono due o più quanti…ca-
tori di tipo diverso, se si cambia l’ordine in cui si presentano questi quanti…catori,
in generale si ottiene una proposizione completamente diversa. Ad esempio la
proposizione
“8y 2 N 9x 2 N t. c. x > y”
è ben diversa dalla proposizione
16
Prima di chiudere questo paragrafo riportiamo due esempi.
Esempio 17. Sia p la proposizione:
|
Esempio 18. Sia p la proposizione:
17
ESERCIZI SVOLTI
ESERCIZIO 1
Siano A e B due insiemi, provare l’equivalenza delle tre proposizioni che seguono:
i) A B
ii) A \ B = A
iii) A [ B = B:
SOLUZIONE
Proviamo che i) implica ii), che ii) implica iii) e in…ne che iii) implica i).
i) implica ii):
poichè A \ B A basta provare che A A \ B; sia x 2 A, da i) segue che
x 2 B quindi x 2 A \ B.
ii) implica iii):
poichè A [ B B basta provare che A [ B B. Sia x 2 A [ B, allora x 2 B
oppure x 2 A; se x 2 A, poichè A \ B = A, si ha x 2 A \ B e quindi x 2 B.
iii) implica i):
supponiamo che A [ B = B; proviamo che A B. Sia x 2 A, allora x 2 A [ B,
ma A [ B = B; quindi x 2 B.
ESERCIZIO 2
Siano A e B due insiemi, provare l’equivalenza delle due proposizioni seguenti:
i) A = B
ii) A4B = ;:
SOLUZIONE
Se vale i) allora A4B = (A n B) [ (B n A) = ; [ ; = ;:
Supponiamo che valga ii). Procediamo per assurdo: supponiamo che non valga
i). Allora esiste x 2 A tale che x 2
= B oppure esiste x 2 B tale che x 2
= A. Nel
primo caso x 2 A n B nel secondo caso x 2 B n A, in entrambi i casi x 2 A4B,
ciò è assurdo perchè A4B = ;:
ESERCIZIO 3
Siano X e Y due insiemi, f : X ! Y un’applicazione. Provare che, se A,
B X allora
i) f (A [ B) = f (A) [ f (B)
ii) f (A \ B) f (A) \ f (B)
iii) se X è formato da almeno due elementi distinti e Y non è vuoto, allora
esiste un’applicazione f : X ! Y e due sottoinsiemi A e B di X tali che
f (A \ B) ( f (A) \ f (B).
SOLUZIONE
i) Proviamo che f (A [ B) f (A) [ f (B).
18
Sia y 2 f (A [ B), allora esiste x 2 A [ B tale che y = f (x). Poiché y 2
f (A [ B), x 2 A oppure x 2 B, se x 2 A allora y 2 f (A), se x 2 B allora
y 2 f (B), in ogni caso y 2 f (A) [ f (B).
Proviamo che f (A) [ f (B) f (A [ B).
Poiché A A [ B e B A [ B si ha che f (A) f (A [ B)e f (B) f (A [ B)
quindi f (A) [ f (B) f (A [ B).
ii) Proviamo che f (A \ B) f (A) \ f (B).
Poiché A \ B A e A \ B B si ha che f (A \ B) f (A) e f (A \ B) f (B)
quindi f (A \ B) f (A) \ f (B).
iii) Sia X un insieme composto da almeno due elementi distinti, siano essi a
e b e sia f : X ! Y un’applicazione costante: x ! f (x) = c, con c 2 Y .
Posto A = fag, B = fbg si ha A \ B = ;, f (a) = fcg, f (b) = fcg. Quindi
f (A \ B) = f (;) = ; fcg = f (A) \ f (B).
ESERCIZIO 4
Siano X, Y e f come nell’esercizio precedente. Siano A e B due sottoinsiemi di
Y . Provare che
i) f 1 (A [ B) = f 1 (A) [ f 1 (B)
ii) f 1 (A \ B) = f 1 (A) \ f 1 (B)
iii) f 1 (Y n A) = X n f 1 (A)
SOLUZIONE
i) Sia x 2 f 1 (A [ B) allora f (x) 2 A [ B quindi f (x) 2 A oppure f (x) 2 B.
Nel primo caso x 2 f 1 (A), nel secondo caso x 2 f 1 (B) quindi in ogni caso
si ha x 2 f 1 (A) [ f 1 (B) ciò prova che f 1 (A [ B) f 1 (A) [ f 1 (B).
Sia ora x 2 f 1 (A) [ f 1 (B) allora x 2 f 1 (A) oppure x 2 f 1 (B). Se x 2
f 1 (A), allora f (x) 2 A, se x 2 f 1 (B), allora f (x) 2 B quindi f (x) 2 A [ B
perciò x 2 f 1 (A [ B) ciò prova che f 1 (A) [ f 1 (B) f 1 (A [ B).
ii) È analogo al punto i) ed è lasciato al lettore.
iii) Sia x 2 f 1 (Y n A) allora f (x) 2 Y nA, quindi f (x) 2 = f 1 (A),
= A perciò x 2
1 1 1
pertanto x 2 X n f (A), ciò prova che f (Y n A) X n f (A).
Ora proviamo che X n f 1 (A) f 1 (Y n A). Sia x 2 X n f 1 (A) allora
1
x2 = f (A) quindi f (x) 2 = A e, perciò f (x) 2 Y n A. Quindi x 2 f 1 (Y n A),
ciò prova che X n f (A) f 1 (Y n A).
1
ESERCIZIO 5
Siano X, Y; f come nell’esercizio precedente. Se f è iniettiva e A X allora
f (x) 2 f (A) implica x 2 A. Ciò continua a valere se f non è iniettiva?
SOLUZIONE
Se f (x) 2 f (A) allora esiste y 2 A tale che f (x) = f (y), se x 2 = A in particolare
x 6= y si avrebbe, per l’iniettività di f , che f (x) 6= f (y) assurdo.
Non è più vero se f non è iniettiva infatti: sia f : X ! Y costante e x1 ; x2 2 X
con x1 6= x2 allora f (x1 ) 2 f (fx2 g) ma x1 2 = fx2 g.
19
ESERCIZIO 6
Siano X, Y; f come nell’esercizio precedente. Sia A X allora A f 1 (f (A)).
Provare inoltre che f è iniettiva se e solo se per ogni sottoinsieme A di X si ha
f 1 (f (A)) = A.
SOLUZIONE
Sia x 2 A allora f (x) 2 f (A) quindi x 2 f 1 (f (A)), ciò prova che A
f 1 (f (A)). Supponiamo che f 1 (f (A)) = A per ogni A X, proviamo che
f è iniettiva. Se f non fosse iniettiva esisterebbero x1 ; x2 2 X con x1 6= x2
e f (x1 ) = f (x2 ) = a: Sia A = fx1 g allora f (A) = f (fx1 g) = fag, quindi
f 1 (f (A)) = f 1 (fag) fx1 ; x2 g ) fx1 g = A che contraddice l’ipotesi.
Quindi f é iniettiva.
Supponiamo ora che f sia iniettiva, proviamo che f 1 (f (A)) A. Sia x 2
f 1 (f (A)) allora f (x) 2 f (A) e, per l’esercizio precedente, x 2 A.
ESERCIZIO 7
Sia f : R ! R de…nita da: f (x) = 2x + 1
i) dire se f è biiettiva
ii) in caso a¤ermativo trovare f 1 .
SOLUZIONE
i) f è iniettiva, infatti
inoltre f è suriettiva, infatti per ogni y 2 R esiste x tale che f (x) = y; basta
y 1
osservare che l’equazione 2x + 1 = y ha soluzione x = ; pertanto f è
2
biiettiva.
1
ii) L’inversa di f è f 1 : R ! R de…nita da f 1 (x) = (x 1) ; infatti
2
1
f 1 (x) = (x 1) è l’unico elemento di R tale che
2
1 1
f f (x) = 2f (x) + 1 = x:
ESERCIZIO 8
Sia f : R+ ! R de…nita da: f (x) = x2 .
i) Stabilire se f è iniettiva e suriettiva,
ii) se f è iniettiva e suriettiva trovare l’inversa di f ,
iii) se f è solo iniettiva, trovare l’inversa di f : R+ !f (R+ ).
SOLUZIONE
i) f è iniettiva, ma non suriettiva. Infatti siano x1 , x2 2 R+ tali che f (x1 ) =
f (x2 ) . Ciò ha luogo se e solo se x21 = x22 , ovvero se e solo se x1 = x2 oppure
20
x1 = x2 , ma poichè x1 , x2 2 R+ si ha x1 = x2 . f non è suriettiva perchè
assume solo valori non negativi. p
ii) f (R+ ) = R+ , pertanto f 1 : f (R+ ) ! R+ è data da x ! f 1 (x) = x.
ESERCIZIO 9
Siano f : A!B, h : A!B g : B!C tre applicazioni, dimostrare che se g è
biiettiva e se g f = g h allora f = h.
SOLUZIONE
1
Poiché g è biiettiva, essa è invertibile. Sia g la sua inversa. Dall’uguaglianza
g f = g h si ha che
1 1
g (g f ) = g (g h) . (2)
Ora
1 1
g (g f ) = g g f = iB f = f,
analogamente
1
g (g h) = h.
Pertanto dalla (2) si ha f = h:
21