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di Andrea Centomo
Email: andrea.centomo@unipd.it
19 settembre 2020
1
2 Sezione 1
1 Insiemi
La nozione di insieme si assume come primitiva. Di solito indicheremo gli insiemi
con le lettere maiuscole dell'alfabeto A; B::: mentre con le lettere minuscole a; b:::
indicheremo gli elementi di un insieme. Ad esempio, l'insieme
A = fa; b; cg
è l'insieme che contiene le prime tre lettere dell'alfabeto.
Nel caso di insiemi inniti oppure con un numero grande di elementi, non
potendo elencarli tutti si hanno due possibilità: o si ricorre a qualche escamotage,
così per indicare l'insieme dei numeri naturali si può scrivere
N = f0; 1; 2; :::g
immaginando che chi legge comprenda il signicato dei puntini di sospensione,
oppure, più spesso, si ricorrere ad una proprietà caratteristica. Ad esempio, per
indicare l'insieme dei numeri naturali dispari possiamo scrivere
D = fn 2 N: n = 2k + 1; k 2 Ng = f1; 3; 5:::g:
Diremo che due insiemi A e B sono uguali se e solo se contengono gli stessi ele-
menti e scriveremo A = B.
Nel seguito avremo a che fare spesso con unioni, intersezioni, dierenze e comple-
mentazioni di insiemi:
l'unione di due insiemi A e B è un insieme indicato con A [ B costituito
da tutti quegli elementi che appartengono ad almeno uno dei due insiemi;
l'intersezione di due insiemi A e B è un insieme indicato con A \ B costi-
tuito dagli elementi che appartengono sia ad A che a B;
la dierenza di B da A è un insieme indicato con AnB, costituito dagli
elementi di A che non appartengono a B;
se gli insiemi di cui si tratta sono tutti sottoinsiemi di un determinato
insieme U , detto insieme ambiente, e se indichiamo con P(U ) l'insieme che
ha come elementi i sottoinsiemi di U (insieme delle parti di U ), allora dato
A 2 P(U ) si chiama complementare di A in U l'insieme Ac = U nA. Ad
esempio, l'insieme dei numeri naturali pari è il complementare dell'insieme
dei numeri dispari in N.
Alcuni semplici esempi chiariranno il senso delle denizioni precedenti. Suppo-
niamo che
A = fa; e; i; o; ug
sia l'insieme delle vocali e che
B = fc; a; n; eg
sia l'insieme delle lettere della parola cane, allora avremo
A [ B = fa; e; i; o; u; c; ng
A \ B = fa; eg
AnB = fi; o; ug:
Nel caso in cui A \ B = ; diremo che A e B sono insiemi disgiunti.
2 Funzioni
Denizione 3. Siano A e B due insiemi non vuoti. Una funzione f di A in B
è una qualsiasi legge che ad ogni elemento di A associa uno e un solo elemento di
B. Si scrive
f: A! B a 7! f (a)
4 Sezione 2
oppure
b = f (a) a 2 A:
L'insieme A si chiama dominio, l'insieme B codominio e l'elemento f (a) 2 B
prende il nome di immagine di a tramite f. L'insieme di tutte le immagini, che
indichiamo con il simbolo f (A), prende il nome di immagine di A tramite f.
Ad esempio, se
A = fa; e; i; o; ug
e
B = fc; a; n; eg
una funzione di A in B potrebbe essere questa
a 7! f(a) = a e 7! f (e) = e i 7! f (i) = c o 7! f (o) = c u 7! f (u) = c:
In eetti si vede che ad ogni elemento di A la funzione associa un e un solo ele-
mento di B e che
f (A) = fc; a; eg:
con
a 7! g(a) = a e 7! g(e) = e i 7! g(i) = c o 7! g(o) = c u 7! g(u) = c
è la funzione suriettiva che si ottiene dalla funzione f vista sopra restringendo il
codominio all'immagine. La funzione g non è iniettiva in quanto ad esempio gli
elementi distinti del dominio i e o hanno la stessa immagine c, tuttavia
potremmo, a partire da essa, costruire una funzione iniettiva modicandone il
dominio. Ad esempio, se consideriamo la funzione
g jD
(si legge g ristretta all'insieme D) dove
D = fa; e; ig A
con
a 7! g jD(a) = g(a) = a e 7! g jD(e) = g(e) = e i 7! gjD(i) = g(i) = c
avremo una funzione iniettiva. Essendo g di partenza suriettiva avremo che la
funzione g jD è una funzione biiettiva di D in f (A). Data una funzione biiettiva
h: A ! B
di essa è sempre possibile costruire la funzione inversa
h¡1: B ! A
ponendo
h¡1(b) = a
con h(a) = b.
Nota 8. La notazione h¡1 per la funzione inversa è assai infelice in quanto rischia
di confondersi con quella di potenza ad esponente negativo.
Esercizio 1. La relazione che ad ogni studente di una scuola associa la sua classe è una
funzione? Di che tipo? E la relazione che ad ogni insegnante associa il numero di targa
dell'auto di sua appartenenza è una funzione?
6 Sezione 3
3 Numeri naturali
Abbiamo già accennato sopra all'insieme dei numeri naturali
N = f0; 1; 2; :::g:
In esso sono denite due operazioni binarie. L'addizione
+: N N ! N; (m; n) 7! m + n
e la moltiplicazione
: N N ! N; (m; n) 7! m n:
Sono operazioni che si apprendono alle scuole elementari e godono di diverse pro-
prietà ben note di cui facciamo uso, magari inconsapevolmente, quando facciamo
dei conti. Ad esempio, supponiamo di dover calcolare la somma dei numeri natu-
rali no a 100
100
X
i = 1 + 2 + 3 + ::: + 98 + 99 + 100:
i=1
Si nota che la somma del primo con l'ultimo fa 101, la somma del secondo con il
penultimo fa ancora 101 e via di seguito. Dalle proprietà dell'operazione di addi-
zione discende che
1 + 2 + 3 + ::: + 98 + 99 + 100 = 101 + 101 + ::: + 101:
Non è dicile capire che il numero di addendi nell'ultima somma è pari a 50 da
cui
101 + 101 + ::: + 101 = 50 101 = 5050:
L'insieme dei numeri naturali è totalmente ordinato. Presi due numeri naturali
qualsiasi m e n siamo in grado di stabilire se
m>n oppure m=n oppure n > m:
Per quanto riguarda l'ordine stretto avremo che
m>n
se esiste un numero naturale k =
/ 0 tale che m = n + k, mentre per quanto riguarda
l'ordine largo
mn
se esiste un numero naturale k tale che m = n + k. Alle scuole elementari abbiamo
appreso che se m n si può eseguire la sottrazione
m ¡ n = k:
Il fatto che la sottrazione si possa eseguire solo se m n crea una dierenza tra le
operazioni di addizione e moltiplicazione che sono delle funzioni di N N ! N ed
essa. Per questo motivo, a rigore, la sottrazione non si può dire sia un'operazione
nell'insieme dei numeri naturali. Sempre alla scuole elementari abbiamo appreso
sotto mentite spoglie che
Numeri interi 7
Diciamo sotto mentite spoglie perché di fatto quello che si insegna alle scuole ele-
mentari è l'algoritmo di divisione euclidea tra due numeri naturali, il cui funziona-
mento è però garantito dal teorema precedente.
Nota 10. Dalla scuola secondaria è nota l'interpretazione combinatoria del fatto-
riale come numero di permutazioni di n oggetti.
Segnaliamo che sarà di utilità per i corsi di Analisi anche il concetto di coeciente
binomiale
n n!
=
k (n ¡ k)!k!
con n k naturali. Anche in questo caso dovrebbe essere nota dalla scuola secon-
daria l'interpretazione combinatoria del coeciente binomiale intesa come numero
di combinazioni semplici di n oggetti presi k a k.
4 Numeri interi
I numeri interi sono
0; +1; ¡1; +2; ¡2; +3; ¡3 :::
e nel seguito indicheremo con il simbolo Z l'insieme da essi formato. L'uso della
lettera Z non è casuale in quanto deriva dalla parola tedesca Zahl che signica
numero. I numeri con il segno + sono detti positivi e quelli con il segno ¡
negativi. Lo 0 che non ha segno non è né positivo né negativo. Talvolta, anche in
libri di matematica avanzata, l'insieme dei numeri interi viene scritto come
Z = f::: ¡ 2; ¡1; 0; 1; 2:::g:
8 Sezione 4
N ! Z+
0; m 7! +m
e osserviamo ancora che questa biiezione preserva le operazioni di addizione e
moltiplicazione ossia
m + n 7! (+m) + (+n)
m n 7! (+m) (+n):
Avremo allora che Z+ 0 e N sono isomor rispetto alle operazioni considerate e
proprio questo isomorsmo giustica il fatto che oggetti che si trovano in insiemi
numerici diversi siano rappresentati con stessi simboli.
Sempre dalla scuola secondaria dovrebbe essere anche noto al lettore che dato
un qualsiasi numero intero m esiste unico il suo opposto ¡m tale che
m + (¡m) = ¡m + m = 0:
Su questo punto conviene soermarsi un momento in quanto alcuni studenti non
hanno le idee chiare. Scrivere ¡m non è un modo per scrivere un numero negativo
ma, come detto sopra, è il modo che in matematica si usa per indicare l'opposto
di un numero intero m. Ora se m = 5 allora ¡m = ¡5, se m = ¡7 allora ¡m = 7,
se m = 0 allora ¡m = 0 e via di seguito. Il fatto che ogni numero intero ammetta
un unico opposto permette di denire nell'insieme dei numeri interi l'operazione
di sottrazione
¡: Z Z ! Z; (m; n) 7! m ¡ n
passando attraverso l'operazione di addizione ossia ponendo
m ¡ n = m + (¡n):
Da questo punto di vista l'operazione di sottrazione viene riassorbita, attraverso il
concetto di opposto, in quella di addizione. Riassumendo, nell'insieme dei numeri
interi sono denite le operazioni di addizione e moltiplicazione, le cui proprietà
sono:
Numeri interi 9
Addizione Moltiplicazione
Associativa Associativa
Commutativa Commutativa
Elemento neutro 0 Elemento neutro 1
Opposto
Proprietà distributiva
Tabella 1. Proprietà delle operazioni tra interi
Anche l'insieme dei numeri interi, come quello dei numeri naturali, è un insieme
ordinato. Per introdurre la relazione d'ordine stretto sarebbe suciente dire che
m>n , m ¡ n 2 Z+
mentre per introdurre la relazione di ordine largo basterà dire che
mn , m ¡ n 2 Z+
0
Risulta della massima importanza ricordare che per valore assoluto o modulo di
un numero intero x si intende
x; x 0
jxj = :
¡x; x < 0
Denizione 15. Un numero intero x, con jxj > 1, si dice primo se ha esatta-
mente quattro divisori (che sono x; ¡x; ¡1 e 1).
Questi concetti possono essere utili per risolvere problemi divertenti come:
Tre linee di autobus collegano tre stazioni in periferia al capolinea in
centro città. Gli autobus che partono da queste linee lo fanno ad
intervalli rispettivamente di 15, 5 e 20 minuti. Supposto che la
prima corsa sia per tutti alle ore 7 a che ora i tre autobus arrivano
contemporaneamente al capolinea?
Osserviamo innanzitutto che mcm(15; 5; 20) = 60 e quindi concludiamo che la
risposta al problema è: alle ore 8! Abbiamo imparato alla scuola elementare la
divisione euclidea o divisione con il resto. Così ad esempio sappiamo che:
25: 3 = 8 r=1
ossia che il quoziente q della divisione di 25 (dividendo) per 3 (divisore) è q = 8 e
che il resto è r = 1. La divisione euclidea è legata alle operazioni di moltiplica-
zione e di addizione in quanto, per vericare se il quoziente e il resto che abbiamo
calcolato sono corretti, deve essere
25 = 3 8 + 1
Qualcuno potrebbe osservare tuttavia che:
25 = 3 7 + 4
e quindi potrebbe chiedersi perché non dire che il quoziente è 7 e il resto 4. Sap-
piamo però che il resto della divisione deve essere minore del divisore! La divi-
sione euclidea tra numeri interi è ben posta in virtù del seguente che estende
quanto abbiamo visto a proposito della divisione euclidea tra numeri naturali.
Teorema 17. Data una coppia di numeri interi (m; n), con n > 0, esistono unici
due numeri interi q e r tali che
m = nq + r
con 0 r < n. Il numero naturale q prende il nome di quoziente tra m e n,
mentre il numero naturale r prende il nome di resto.
12 Sezione 5
5 Numeri razionali
Una frazione è una scrittura del tipo
a
b
dove a; b 2 Z, con b =
/ 0. Quando numeratore e denominatore hanno segni discordi
come ad esempio
¡2
3
la frazione si scrive con il segno ¡ anteposto alla linea di frazione
2
¡ :
3
Denizione 18. Due frazioni
a c
b d
si dicono equivalenti e scriviamo
a c
b d
se
ad = cb:
Ad esempio,
2 8
3 12
in quanto 2 12 = 3 8=24. Le frazioni si possono raggruppare in classi di equi-
valenza. Ad esempio n o
1 a
= : a 2 Z; a =
/0
2 2a
1 1
ossia, in parole povere, la classe 2 è formata da tutte le frazioni equivalenti a 2
e contiene tutte le frazioni del tipo
2 ¡2 3 ¡3
:::
4 ¡4 6 ¡6
Non è dicile vericare che
h a i h c i ad + cb
+ =
b d bd
e che h a i h c i h ac i
= :
b d bd
Dal momento che sulle classi si possono eseguire le operazioni di addizione e di
moltiplicazione diremo che ogni classe identica un numero razionale. L'insieme
dei numeri razionali si indica con Q.
Nota 19. Un modo per visualizzare una classe e quindi un numero razionale con-
siste nell'immaginarlo come un punto su un asse cartesiano oppure come un
numero decimale.
Rappresentazione decimale dei numeri razionali 13
Addizione Moltiplicazione
Associativa Associativa
Commutativa Commutativa
Elemento neutro 0 Elemento neutro 1
Opposto Reciproco
Tabella 2. Proprietà delle operazioni tra interi
non ci sono particolari problemi. Le cose sono diverse per i numeri periodici come
ad esempio
1; 24567:
Alla scuola media di solito viene spiegata (senza darne dimostrazione) una regola
che permette di passare da un numero periodico alla sua frazione generatrice e che
funziona in questo modo
124567 ¡ 124 124443 4609
= = = 1; 24567
99900 99900 3700
il numeratore è la dierenza tra il numero intero ottenuto ricopiando tutte le
cifre del numero e il numero intero ottenuto copiando tutte le cifre prima del
periodo, il denominatore è un numero che inizia con tanti 9 quanti le cifre del
periodo e tanti 0 quanti le cifre dell'antiperiodo. Per non appesantire la tratta-
zione tralasciamo la dimostrazione di questa regola. Tuttavia è molto interessante
notare come l'applicazione di questa regola permetta di scoprire l'esistenza di
numeri periodici impropri! Ad esempio, prendiamo il numero
0; 4569
che molti pensano sia periodico. Se noi determiniamo la sua frazione generatrice
con la regola precedente noteremo che
4569 ¡ 456
= 0; 457:
9000
La cosa potrebbe apparire sorprendente e potrebbe portare a dubitare della regola
appresa alle scuole medie! In realtà la regola appresa è corretta e dunque si ha
0; 4569 = 0; 457:
Si raccomanda allora di prestare attenzione al fatto che i numeri con periodo 9
sono numeri periodici impropri e di fatto si possono riscrivere come numeri deci-
mali niti.
7 Numeri reali
Ci sono alcuni semplici problemi, noti già nell'antichità, che non si possono risol-
vere ricorrendo ai numeri razionali. L'esempio più noto è il problema della dupli-
cazione del quadrato che consiste nel determinare la lunghezza x > 0 del lato di un
quadrato che abbia area doppia rispetto a quella di un quadrato dato. Se per
comodità supponiamo che l'area del quadrato di partenza sia unitaria è chiaro che
x deve soddisfare la condizione
x2 = 2:
Se esistesse una frazione che soddisfa questa condizione dovrebbe essere che
2
m m2
= 2 =2
n n
Numeri reali 15
con m e n naturali e n =
/ 0. Da ciò segue
m2 = 2n2:
Per il teorema fondamentale dell'aritmetica sia m che n ammettono, a meno
dell'ordine, un'unica scomposizione in primi
m = 2km 3hm
n = 2kn 3hn
da cui
m2 = 2n2 , 22km 32hm = 2 22kn 32hn , 22km 32hm = 22kn +1
32hn
Se l'uguaglianza è vera deve essere in particolare che
2km = 2kn + 1
ma ciò non è possibile in quanto il primo membro è divisibile per 2 mentre il
secondo membro non lo è. Dal momento che non esiste nessuna frazione il qua-
drato vale 2 si pone
p
x= 2
p
dove il simbolo 2 rappresenta un numero irrazionale positivo il cui quadrato vale
2. Da un punto di vista, per cosìpdire, pratico non ci sarebbe alcuna necessità di
introdurre il numero irrazionale 2 in quanto si potrebbe vedere che per ogni
intero positivo k esiste almeno una frazione q tale che
1
jq 2 ¡ 2j < :
k
Per esercizio proviamo a determinare q quando k = 10. In questo caso la relazione
precedente si può riscrivere nella forma
19 21
< q2 < :
10 10
Osserviamo che
1<q<2
in quanto passando ai quadrati si ha
1 < q 2 < 4:
Allora poniamo
q =1+
dove per il numero razionale vale la condizione 0 < < 1. La condizione
q 2 = (1 + )2 = 2
non potrà mai essere vericata in quanto q è irrazionale, tuttavia sviluppando i
calcoli si ha
1
1 + 2 + 2 = 2 1 + 2 2
2
da cui
3 15
q1 =
2 10
16 Sezione 7
che risulta essere una approssimazione troppo povera rispetto alle richieste. Tut-
tavia possiamo ripetere il ragionamento di prima ponendo
3
q2 = ¡
2
da cui
9 1
q22 = ¡ 3 + 2 = 2
4 12
e
3 1 17
q2 = ¡ = :
2 12 12
Ora
19 289 21 1368 1445 1512
< < , < <
10 144 10 720 720 720
da cui concludiamo che l'approssimazione cercata potrebbe essere proprio
17
q2 =
:
12
p
Il fatto che il numero irrazionale 2 si possa approssimare quanto bene si vuole
ricorrendo a una frazione, unito al fatto che una frazione ammette sempre una
rappresentazione decimale nita o periodica, conduce all'idea di concepire questo
numero come un numero decimale innito e non periodico. In eetti ciò è quello
che accade alla scuola superiore dove in modo intuitivo si identica l'insieme dei
numeri irrazionali con l'insieme dei numeri con segno che sono decimali inniti e
non periodici e si denisce l'insieme dei numeri reali R come l'unione dell'insieme
dei numeri razionali Q con quello dei numeri irrazionali. Anche se accettiamo
questo punto di vista non possiamo nasconderne le difficoltà. Se l'insieme dei
numeri reali è un insieme di numeri che estende l'insieme dei numeri razionali
bisognerebbe dire ad esempio come si sommano e come si moltiplicano due alli-
neamenti inniti e non periodici. Ciò non è aatto agevole, motivo per il quale nei
corsi di matematica avanzata i numeri reali vengono pensati in un modo diverso
da quello di numeri decimali inniti aperiodici.
Per non fare confusione continueremo a pensare ai numeri reali come numeri deci-
mali e continueremo a pensare che ad ogni numero reale corrisponda un punto
sulla retta reale e viceversa. Le operazioni di addizione e moltiplicazione tra
numeri reali godono delle stesse proprietà viste per i numeri razionali. Da questo
punto di vista algebricamente R è un campo che estende Q ed è anche ordinato.
Nota 21. Il modo in cui si denota l'intervallo aperto è identico al modo in cui si
rappresenta un punto del piano cartesiano attraverso le sue due coordinate. In
quanto segue sarà sempre chiaro dal contesto a quale oggetto ci si riferisce.
7.1 Radici
Teorema 22. Sia a > 0 un numero reale e sia n 1 un numero intero. L'equa- p
zione xn = a ha un'unica soluzione reale positiva che si indica con il simbolo n a
oppure con il simbolo a1/n.
p
Nota 23. Se a = 0 si ha n 0 = 0.
p
Nota 24. Nel caso n = 2 si scrive solo a .
Nota 25. Quando n è un intero pari l'equazione xn ha due soluzioni reali, quella
p
negativa si indica con ¡n a o con ¡a1/n.
p p
Nota 26. Si ricorda che a2 = jaj per ogni numero reale a e non a2 = a.
ii. a1 = a
iii. per induzione an = a an¡1 se n > 1
iv. an = (1/a)¡n quando n ¡1.
10. Siano dati due numeri reali x e y con x 2 [1; 5] e y 2 [¡1; 0]. In quale inter-
vallo di numeri reali varia il loro prodotto. [¡5; 0].
11. Si dica giusticando la risposta se è vero che
1 p p
p
3
= 3 4 + 3 2 + 1:
2 ¡1
12. Sia c =
/ 0 un numero reale e a e b siano due reali positivi. L'uguaglianza
r p
a + 3b a + 3b
2
=
c c
è vera o falsa?
Denizione 28. Siano dati due sottoinsiemi non vuoti di numeri reali D e C,
una funzione reale di variabile reale f di D in C
f: D ! C
è una legge che ad ogni numero reale x di D (dominio) associa un un numero
reale y di C (codominio). Si dice che y è l'immagine di x tramite f e simbolica-
mente si scrive
y = f (x):
Funzioni elementari dell'Analisi 21
Nel piano cartesiano (O; x; y) il disegno del graco di f è una retta passante per
(0; q) e con pendenza m. Dovrebbe essere ben noto che procedendo da sinistra
verso destra se m è positivo il disegno del graco della funzione ane sale, se m
è negativo invece scende. Questa osservazione semplice si può riformulare in
modo più preciso dicendo: se m è positivo la funzione ane è strettamente cre-
scente mentre se m è negativo la funzione ane è strettamente decrescente. In
generale valgono le seguenti:
Nel caso in cui a < 0 è facile vedere che la funzione quadratica ha un punto di
massimo in xV = ¡b / 2a e che la funzione è strettamente crescente nell'intervallo
(¡1; xV ) e strettamente decrescente nell'intervallo (xV ; +1).
q: R+ + 2
0 ! R0 ; x 7! y = q(x) = x :
Soluzione. L'immagine di f è
f (D) = Rnf1g
e quindi l'esercizio è ben posto solo se
x¡2
f : Rnf4g ! Rnf1g; x 7! y = :
x¡4
24 Sezione 9
Ci sono due modi di comporre queste funzioni: g f (si legge g dopo f ) oppure
f g (si legge f dopo g). Partiamo dalla situazione più semplice f g
g
R+
0 ! R+0 R
& # f
R
in questo caso avremo subito
p
f g: R+
0 ! R; x 7! f (g(x)) = y = 4 x ¡ x:
y = x2 ¡ kx + 20
ha per graco una parabola con vertice
k k2
V= ; ¡ + 20 :
2 4
Per i valori di k per i quali l'ordinata del vertice è strettamente positiva la dise-
quazione non ha soluzioni. Quindi quando
k2 ¡ p p
¡ + 20 > 0 , k 2 ¡ 80 < 0 , k 2 ¡4 5 ; 4 5
4
la disequazione nonpammette soluzioni. A questo punto non è dicile concludere
che quando k = 4 5 la disequazione ammette una sola soluzione
p
x = 2 5 :
p p ¡ p ¡ p
Finalmente quando k 2 Rn ¡4 5 ; 4 5 = ¡1; ¡4 5 [ 4 5 ; +1 l'insieme
delle soluzione Sk è " #
p p
k ¡ k 2 ¡ 80 k + k 2 ¡ 80
Sk = ; :
2 2
Risolvere l'equazione
x2 ¡ 2jxj ¡ 1 = 0:
Soluzione. La presenza del valore assoluto vieta di concludere che si tratti di
un'equazione di II grado. Osservo che l'equazione è simmetrica ossia che se l'equa-
zione ammette una soluzione reale anche ¡ è una soluzione. Possiamo risol-
vere l'esercizio in tre modi:
1. se ci si accorge della simmetria si risolve il sistema
2 2
x ¡ 2jxj ¡ 1 = 0 x ¡ 2x ¡ 1 = 0 p
x1 = 1 + 2
x0 x0
p
e si aggiunge la soluzione simmetrica x2 = ¡1 ¡ 2 ;
2. algebricamente introducendo la variabile z = jxj da cui
z 2 ¡ 2z ¡ 1 = 0
26 Sezione 9
Risolvere la disequazione
5
jx ¡ 1j :
4
Soluzione. La disequazione ha le stesse soluzioni della disequazione di II grado
25
x2 ¡ 2x + 1 , 16x2 ¡ 32x ¡ 9 0
16
da cui
16 ¡ 4 5 16 + 4 5
x
16 16
1 9
¡ x
4 4
e l'insieme S delle soluzioni è l'intervallo chiuso
1 9
S= ¡ ; :
4 4
Alternativamente si poteva discutere l'argomento del valore assoluto risolvendo i
due sistemi di disequazioni
8 8
< x¡10 < x¡1<0
5 5
: x¡1 : ¡x + 1
4 4
8 8
< x1 < x<1
9 1
: x : x¡
4 4
da cui
9 1 1 9
S = 1; [ ¡ ;1 = ¡ ; :
4 4 4 4
Risolvere la disequazione
jx + 1j > jx + 2j
Soluzione. La disequazione ha le stesse soluzioni della disequazione
x2 + 2x + 1 > x2 + 4x + 4
2x < ¡3
3
x<¡
2
Funzioni elementari dell'Analisi 27
da cui
3
S = ¡1; ¡ :
2
La discussione dei valori assoluti in questo caso sarebbe stata inutilmente labo-
riosa.
Risolvere la disequazione
j(x ¡ 1)(x + 2)j 1
Soluzione. Metodo graco. Determino le soluzioni dell'equazione
(x ¡ 1)(x + 2) = 1
x2 + x ¡ 3 = 0
p p
¡1 ¡ 13 ¡1 + 13
x1 = x2 =
2 2
e le soluzioni dell'equazione
¡(x ¡ 1)(x + 2) = 1
x2 + x ¡ 1 = 0
p p
¡1 ¡ 5 ¡1 + 5
x3 = x4 =
2 2
da cui " p p # " p p #
¡1 ¡ 13 ¡1 ¡ 5 ¡1 + 5 ¡1 + 13
S= ; [ ; :
2 2 2 2
Risolvere la disequazione
x2 > jx ¡ 1j
Soluzione. Metodo graco. Determino le soluzioni dell'equazione
x2 = ¡x + 1
x2 + x ¡ 1 = 0
p p
¡1 ¡ 5 ¡1 + 5
x1 = x2 =
2 2
da cui ! !
p p
¡1 ¡ 5 ¡1 + 5
S = ¡1; [ ; +1 :
2 2
Risolvere la disequazione
2x(jxj ¡ 5) 0:
Soluzione. Anche in questo caso uso il metodo graco da cui concludo immedia-
tamente che
S = (¡1; ¡5] [ [0; 5]:
28 Sezione 9
Risolvere la disequazione
(2x + 1)(x + 2)5 > x(x + 2)5:
Soluzione. L'insieme S delle soluzioni della disequazione è l'unione degli insiemi
delle soluzioni dei sistemi
2x + 1 > x 2x + 1 < x
:
x+20 x+2<0
Il primo sistema ha come insieme S1 delle soluzioni
S1 = (¡1; +1)
mentre il secondo ha come insieme S2 delle soluzioni
S2 = (¡1; ¡2)
da cui
S = (¡1; ¡2) [ (¡1; +1):
Risolvere la disequazione
x
(1 ¡ x) 1 + x:
jxj
Soluzione. L'insieme S delle soluzioni della disequazione è l'unione degli insiemi
delle soluzioni dei sistemi
1¡x1+x ¡1 + x 1 + x
x>0 x<0
che si riducono a
x0 ¡1 1
x>0 x<0
da cui concludiamo che
S = (¡1; 0) [ (0; +1) = R ¡ f0g:
Risolvere l'equazione
p
x ¡ 4 = 3 2 ¡ x:
Soluzione. Il metodo più diretto consiste nel passare subito ai quadrati
x2 ¡ 8x + 16 = 18 ¡ 9x
x2 + x ¡ 2 = 0
¡1 ¡ 3 ¡1 + 3
x1 = = ¡2 x2 = = 1:
2 2
Tuttavia sarebbe un grave errore concludere che queste siano le soluzioni
dell'equazione in quanto sostituendo si ha
¡6 = 6 ¡3=3
da cui concludiamo che l'equazione non ha soluzioni. In eetti la radice è ben
denita e non negativa quando
2¡x0 , x2
Funzioni elementari dell'Analisi 29
Risolvere l'equazione
p p
2x ¡ 1 = x2 ¡ 2 :
Soluzione. Elevando al quadrato membro a membro si ha
2x ¡ 1 = x2 ¡ 2 , x2 ¡ 2x ¡ 1 = 0
da cui le soluzioni candidate
p p
x1 = 1 ¡ 2 x2 = 1 + 2 :
Anche in questo caso sarebbe un grave errore concludere che queste siano le solu-
zioni dell'equazione. Infatti sostituendo x1 avremo
p p p p
2¡2 2 ¡1 = 1¡2 2
che non è un numero reale. Sostituendo invece x2 si ha
p p p p p p
2+2 2 ¡1 = 1+2 2 = 3+2 2 ¡2
da cui concludiamo che l'equazione ha una sola soluzione x2.
Risolvere la disequazione
p
¡5x ¡ 6 x:
Soluzione. La radice è ben denita e non negativa quando
6
¡5x ¡ 6 0 , x¡
5
allora è immediato concludere che in questo caso l'insieme S delle soluzioni è
l'intervallo
6
S = ¡1; ¡ :
5
Risolvere la disequazione
p p
x2 + 6x < ¡x 5 :
Soluzione. La radice è ben denita e non negativa quando
x2 + 6x 0 , x ¡6 _ x 0:
Quando x 0 è evidente che non ci sono soluzioni. Le soluzioni della disequazione
coincidono con quelle del sistema
8
< x ¡6
x ¡6 x ¡6
3
x2 + 6x < 5x2 ¡2x2 + 3x < 0 : x < 0 _ x >
2
da cui
S = (¡1; ¡6]:
30 Sezione 9
Risolvere la disequazione
p
jx + 3j ¡ x2 ¡ 2x > 0
Soluzione. In questo caso la presenza del valore assoluto semplifica le cose in
quanto le soluzioni reali della disequazione coincidono con quelle del sistema
(
x2 ¡ 2x 0 x0_x2
x2 + 6x + 9 > x2 ¡ 2x 8x + 9 > 0
da cui
S = [2; +1):
Risolvere la disequazione
p
jx ¡ 1j < 2 ¡ x:
Risolvere le disequazioni
j4x ¡ x2 ¡ 3j
p >0
x+1
p
x (x ¡ 5)
>0
jx ¡ 7j
Soluzione. Gli zeri del polinomio
x2 ¡ 4x + 3
sono
x1 = 1 x2 = 3
e non sono soluzioni della disequazione. Per ogni x 2 Rnf1; 3g le soluzioni della
disequazione sono le stesse di quelle della disequazione
1
p >0
x+1
Funzioni elementari dell'Analisi 31
aloga x = x = loga ax
per ogni a > 0 e a =
/ 1 e per ogni x 2 R+. Si dimostra facilmente che
Risolvere la disequazione
e2x ¡ ex ¡ 3 0
Funzioni elementari dell'Analisi 33
dove diversamente da quello che accade nella scuola secondaria e dalla calcolatrice
con il simbolo log si indica il logaritmo naturale e non il logaritmo in base 10. Il
motivo di questa scelta risiede nel fatto, per ragioni che saranno chiarite nel corso
di Analisi 1, il logaritmo naturale gode di proprietà che lo rendono privilegiato.
Risolvere l'equazione
1
log x ¡ logjxj + log
2
=0
x
Soluzione. Le soluzioni dell'equazione coincidono con l'insieme S delle soluzioni
del sistema
8
>
< x>0
x>0
1
: log x ¡ logjxj + log x = 0 2log x ¡ log x ¡ log x = 0
2
>
da cui si ha subito
S = R+:
Risolvere l'equazione
2x
log2((1 + 2 ) ) + 2 log2
x 2
= 2x
1 + 2x
Soluzione. Per le proprietà dei logaritmi si ha
2log2(1 + 2x) + 2log2 2x ¡ 2log2(1 + 2x) = 3x
2x = 3x
da cui si vede che l'unica soluzione è x = 0.
Risolvere la disequazione
log(1 ¡ x2) 0
34 Sezione 9
Risolvere la disequazione
log(log(x)) < 0:
Soluzione. L'insieme S delle soluzioni della disequazione è lo stesso di quello del
sistema
8 8
< x>0 < x>0
log x > 0 x>1
: :
log x < 1 x<e
da cui S = (1; e).
Risolvere la disequazione
(log x)2 < 1
Soluzione. L'insieme S delle soluzioni della disequazione è lo stesso di quello del
sistema
x>0
(log x ¡ 1)(log x + 1) < 0:
Possiamo risolvere la seconda disequazione con metodo graco ottenendo
x>0
e¡1 < x < e
da cui S = (e ; e).
¡1
Risolvere la disequazione
jlog xj > 1:
Soluzione. Con metodo graco si ha subito che l'insieme delle soluzioni è
S = (0; e¡1) [ (e; +1):
Al variare di b risolvere la disequazione
logb(2x ¡ 1) > logb x b>0 b=
/1
Soluzione. Si hanno due casi:
1. se b > 1 allora l'insieme S delle soluzioni della disequazione coincide con
quello del sistema
8
8 > 1
< 2x ¡ 1 > 0 >
< x>
x>0 2
: >
> x > 0
2x ¡ 1 > x : x>1
Funzioni elementari dell'Analisi 35
Allora p p
6 + 2
sin(75) = sin (90 ¡ 15) = cos 15 =
4
e p p
6¡ 2
sin 15 =
:
4
Non sarebbe dicile dimostrare che valgono le formule di sottrazione
sin( ¡ ) = sin cos ¡ cos sin
cos( ¡ ) = cos cos + sin sin:
La cosa più interessante è tuttavia ricavare la formula di bisezione del seno osser-
vando che
cos(2) = cos2 ¡ sin2 = 1 ¡ 2sin2
da cui
1 ¡ cos(2)
sin2() = :
2
Posto 2 = si ha subito
1 ¡ cos()
sin2 =
2 2
che a meno di una estrazione di radice quadrata permette di ricavare il seno della
metà dell'angolo a partire da cos. Altrettanto facilmente si ricava
2 1 + cos()
cos =
2 2
e
2 1 ¡ cos()
tan = :
2 1 + cos()
Sfruttando queste formule possiamo ad esempio ricavare
p
1+ 5 p
1 ¡ cos 36 1¡ 3¡ 5
sin 18 =
2
= 4
=
2 2 8
da cui r p
3¡ 5
sin18 = :
8
Inoltre p
1+ 5 p
1 + cos 36 1 + 5+ 5
cos 18 =
2
= 4
=
2 2 8
da cui r p
5+ 5
cos18 =
8
e s p
3¡ 5
tan 18 =
p :
5+ 5
Funzioni elementari dell'Analisi 39
Soluzione. Congiungiamo il centro della circonferenza con gli n vertici del poli-
gono regolare ottenendo n triangoli isosceli. L'angolo al vertice di ciascuno dei
triangoli isoscele ha ampiezza
360
n =
n
mentre gli angoli alla base hanno ampiezza
1 360 360 n¡2
n = ¡ = 180:
2 2 n 2n
Il perimetro Pn del poligono regolare è
n¡2 n¡2
Pn = 2n r cos 180
= 2nr cos 180 :
2n 2n
L'area An del poligono regolare è
n¡2 n¡2 n¡2
An = 2nr cos 180 r sin
180 = nr sin
2
180 :
2n 2n n
Una piramide a base quadrata ha lato di circa 230 metri, mentre l'angolo di incli-
nazione (interno) di ciascuna delle quattro facce triangolari rispetto a terra misura
circa 51. Stima l'altezza della piramide sapendo che
sin 0.78 cos 0.63:
Soluzione. Se indichiamo con h l'altezza della piramide si ha subito
h 0.78
= tan =
230/2 0.63
da cui
39 13 13
h= 230 = 230 231 = 13 11 = 143 metri:
63 21 21
Funzioni elementari dell'Analisi 41
da cui
5 1 49 24
tan 2
arcos = ¡ ¡1= ¡1=
7 5
cos2 arcos 7 25 25
e p
5 2 6
tan arcos = :
7 5
Semplicare l'espressione
sin + x cos( ¡ x) + cos + x cos( + x)
2 2
Soluzione.
sin + x cos( ¡ x) + cos + x cos( + x) = ¡sin x cos x + sin x cos x = 0:
2 2
Risolvere l'equazione
2 sin2x ¡ 3 sin x ¡ 2 = 0:
Soluzione. Posto z = sin x si ha
2z 2 ¡ 3z ¡ 2 = 0
da cui
3¡5 1 3+5
z1 = = z1 = = 2:
4 2 4
Le soluzioni dell'equazione
1
sin x =
2
sono
5
x= + 2k x = + 2k
6 6
con k 2 Z.
Risolvere l'equazione
cos(arcos(x)) ¡ x = 0
Soluzione. S = [¡1; 1].
Risolvere le disequazioni
¡ ¡p
sin 1 ¡ x2 + 3 2 16
Soluzione. S = [¡1; 1].
3 cos x 2 sin2x
Soluzione. La disequazione si può riscrivere nella forma
2 cos2x + 3 cos x ¡ 2 0
da cui, posto z = cos x, si ha
1
2z 2 + 3z ¡ 2 0 , z 2:
2
Ora
1
cos x 2 , ¡ + 2k x + 2k
2 3 3
con k 2 Z.
cos(x) ¡ 1
<0 x 2 [¡2; 2]
x+1
46 Sezione 9
arctan(log2x ¡ 3log x) 0
Soluzione. L'insieme S delle soluzioni della disequazione è lo stesso di quello del
sistema
x>0
log2x ¡ 3log x 0:
Ora
log2x ¡ 3log x 0 log x 0 _ log x 3
da cui
0 < x < 1 _ x > e3
e
S = (0; 1) [ (e3; +1):
L'equazione cartesiana
x2 y 2
+ =1
a2 b2
Elementi di geometria analitica 49
(x ¡ xc)2 (y ¡ yc)2
+ = 1:
a2 b2
L'equazione cartesiana
x2 y 2
¡ =1
a2 b2
con a e b reali non nulli corrisponde al caso particolare
1 1
= =0
=¡ =0 =0 = ¡1
a2 b2
e descrive una iperbole di centro O che come asintoti le rette di equazione
b
y= x
a
e con un assi di simmetria coincidenti con gli assi coordinati. Si possono ottenere
tutte le iperboli del piano con assi di simmetria paralleli agli assi coordinati e
centro (xc ; yc) per traslazione
(x ¡ xc)2 (y ¡ yc)2
¡ = 1:
a2 b2
Sono di interesse anche le iperboli equilatere di centro O di equazione
xy + = 0
con =/ 0. Gli asintoti di queste iperboli sono gli assi coordinati. Per traslazione
possiamo ottenere iperboli con centro in (xc ; yc) ed asintoti di equazione x = xc e
y = yc
(x ¡ xc)(y ¡ yc) + = 0:
Si verica (farlo) che queste iperboli sono graci di funzioni omograche.
10.2 Parabole
Abbiamo già parlato in precedenza delle parabole ad asse verticale che nel piano
cartesiano (O; x; y) sono il graco di funzioni polinomiali di secondo grado. Non
sono invece graci di funzioni reali di variabile reali le parabole ad asse orizzontale
ottenute dal graco di una funzione quadratica per simmetria rispetto alla retta
di equazione y = x (bisettrice del I e III quadrante) che hanno equazione
x = ay 2 + by + c
con a; b; c numeri reali e a =
/ 0.
50 Sezione 10
10.3 Esercizi
Risolvere al variare del parametro i sistemi lineari
x + 2y = a x + ay = 1
a 2 R:
2x + 4y = 4 x + y = ¡1
Soluzione.
x + 2y = a x + 2y = a
2x + 4y = 4 x + 2y = 2
da cui sottraendo le equazioni
a = 2:
Per tale valore di a il sistema ha innite soluzioni
(2 ¡ 2; ) 2 R:
Per a =
/ 2 non ci sono soluzioni.
x2 + y 2 ¡ 2x + 4y 0 x2 + 4y 2 + 4y > 3 x2 ¡ 1 = 0 (x ¡ 1)(y ¡ 2) 0
Soluzione.
(x ¡ 1)2 ¡ 1 + (y + 2)2 ¡ 4 0 (x ¡ 1)2 + (y + 2)2 5
p
cerchio di centro (1; ¡2) e raggio 5 .
2 ¡ 1 2
1 x 2 y +
x2 + 4y 2 + 4y > 3 x2 + 4 y + ¡1>3 + 2
>1
2 4 1
¡ 1
punti esterni all'ellisse di centro 0; ¡ 2 , semiasse maggiore parallelo all'asse delle
ascisse di lunghezza 2 e semiasse minore coincidente con l'asse delle ordinate e di
lunghezza unitaria.
x2 ¡ 1 = 0 (x + 1)(x ¡ 1) = 0
coppia di rette verticali. Finalmente le soluzioni di
(x ¡ 1)(y ¡ 2) 0
sono l'unione tra intersezione dei semipiani x 1 e y 2 e intersezione dei semi-
piani x 1 e y 2.
Nel piano cartesiano (O; x; y) stabilire per quali valori del parametro c > 0 i punti
di intersezione della parabola di equazione y = ¡9x2 + c con gli assi coordinati for-
mano un triangolo rettangolo.
L'equazione
p della circonferenza il cui centro appartiene al semipiano x 0 e dista
2 2 dalla corda di estremi A(¡1; ¡2) e B(3; 2) è?
Elementi di geometria analitica 51
Rappresentare nel piano cartesiano (O; x; y) l'insieme delle soluzioni delle disequa-
zioni
2(3x ¡ 2) 10y ¡ 8
jxj > 2y 2 ¡ 1
Soluzione. Nel primo caso è un semipiano di frontiera
6x ¡ 10y + 4 = 0 3x ¡ 5y + 2 = 0:
Rappresentare nel piano cartesiano (O; x; y) le soluzioni dei sistemi
x(y + 3) = 0
jyj + jxj = 1
(x ¡ 1)2 + y 2 1
jxj 1
8
< xy > 0
x2 + y 2 = 1
:
x+ y=1
(
x2 + y 2 5
x2 + 5y 2 = 10
Risolvere il sistema (
x2 + 3y 2 = 9
jy j = x2
Indice
1 Insiemi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
2 Funzioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
3 Numeri naturali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
4 Numeri interi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
4.1 Minimo comune multiplo e massimo comun divisore . . . . . . . . . . . 10
5 Numeri razionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
8 Numeri reali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
8.1 Radici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
Indice 53