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Elisa Ar na 5^ESA

CINQUE CERCHI E UNA STELLA


Shaul Ladany, da Bergen-Belsen a Monaco ‘72
Andrea Schiavon

Introduzione e trama
“Cinque cerchi e una stella” è un romanzo di le eratura spor va che narra le
vicende di Shaul Ladany, campione di marcia israeliano sopravvissuto ai
campi di sterminio, alla strage olimpica di Monaco e a tre guerre in Pales na.
L’autore del libro, Andrea Schiavon, racconta l’incredibile storia di un uomo
che ha marciato all’interno del XX secolo senza mai lasciarsi abba ere dalle
avversità. Si tra a di una gura emblema ca e bizzarra, che incarna
perfe amente i valori del sogno olimpico e della fedeltà nei confron delle
proprie origini. Indossando un paio di pantaloncini consun , una maglia
ra oppata e i suoi inconfondibili occhiali neri, Shaul ha saputo camminare
più veloce della morte, del dolore e delle so erenze che hanno a raversato
la sua esistenza. Marciare e resistere, resistere e ancora marciare: ques
sono i due termini che descrivono meglio le imprese dell’”uomo del des no”.
Procedono in modo bu o e innaturale, con il collo incassato nelle spalle e i
gomi che arpionano l’aria per aiutare la spinta, Ladany ha vinto la s da più
grande di tu e: quella contro la morte. Lo sport pra cato dal protagonista
diventa la metafora di una vita vissuta in maniera dinamica e posi va.
Inoltre, l’a raversamento a vo degli even storici da parte dell’atleta
cos tuisce un valore aggiunto alla sua esistenza, dal momento che, almeno
in parte, è stato arte ce di alcuni dei cambiamen più signi ca vi che hanno
cara erizzato il ‘900. Una cosa però certa: il piccolo Shaul non si sarebbe mai
immaginato una vita rocambolesca come questa. Forse avrebbe potuto
intuire che la sua esistenza non sarebbe stata facile, giacché professava la religione ebraica, tu avia a quell’età
preferiva dedicarsi al bara o di gioca oli con i vicini. Figlio di Dionys Ladany e So a Kassovit, Shaul vive un’infanzia
felice e spensierata a Belgrado (Serbia), almeno no al compimento dei suoi o o anni. Durante una ricognizione
dell’aviazione tedesca, la sua casa natale, costruita dal padre, crolla miseramente so o le bombe. La famiglia si rifugia
in Ungheria, a Budapest, dove Dionys diventa un membro a vo del movimento sionista, capeggiato da Rudolf
Katzsner: quando i nazis allargano la loro in uenza sulla capitale ungherese, Katzsner imbas sce un tra ato in cui si
impegna a rifornire le truppe di materiale (camion per il trasporto, in par colare) in cambio di un salvacondo o per la
popolazione di origine ebrea. La famiglia Ladany, inconsapevole dell’inganno, viene caricata su un treno che avrebbe
dovuto viaggiare verso un Paese neutrale per poi essere de ni vamente trasportata in Pales na: lo stesso treno, però,
viene diro ato dai nazis verso il campo di concentramento di Bergen-Belsen (lo stesso inferno che inghio sce Anna
Frank e tan altri compagni di sventura). Shaul viene liberato dagli Allea nel dicembre 1944, e si trasferisce in Svizzera
con quello che rimane della sua famiglia. Lì riprende la scuola e sviluppa una sana passione per la camminata e la
marcia. Successivamente, si trasferisce in Israele nella speranza di trovare condizioni di vita migliori (ha la possibilità di
assistere al processo Eichmann). L’avventuroso viaggio verso la terra promessa è un altro dei tan passaggi nel quale
l’esistenza di Ladany resta in bilico. Il nuovo stato di Israele, infa , si regge su un equilibrio precario e le os lità sono
parte integrante della quo dianità dei ci adini. Dei tan con i che hanno cara erizzato il medio-oriente, il
protagonista non se ne perde uno, sempre pronto a ritornare a casa, come volontario e a sue spese, pur di difendere la
patria. L’ossequiosa dedizione al servizio militare deriva anche dalla breve esperienza di Shaul all’interno dei corpi
arma israeliani. Accanto alla carriera militare, tu avia, sviluppa una passione per la matema ca e consegue la laurea
in ingegneria ges onale. Proprio in università conosce Shoshana, la quale diviene ben presto sua moglie (nonché la sua
più grande sostenitrice). I due a raversano il con nente nonostante le limitate disponibilità economiche, con
l’intenzione di proseguire i loro studi. A ano un alloggio a New York e si dedicano ai loro impegni accademici. Nella
grande mela la passione di Ladany per la marcia si intensi ca e, grazie al conseguimento di alcune vi orie in gara, si
quali ca per le Olimpiadi del 1968 a ci à del Messico. La sua partecipazione viene fortemente ostacolata dai burocra
messicani e, nella frenesia degli even , è costre o a gareggiare con una divisa da lui disegnata. In quell’occasione
assiste al celebre Saluto di Smith e Carlos, i quali alzano il pugno in segno di protesta contro il razzismo. Qua ro anni
dopo, nel 1972, partecipa alla spedizione olimpica israeliana alle Olimpiadi di Monaco, ria acciandosi su luoghi
sinistramente familiari: è l’unico con un passato in un campo di concentramento, de aglio che non passa inosservato

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Elisa Ar na 5^ESA

alla stampa tedesca dell’epoca. Il 5 se embre, quando un commando terroris co armato a liato al movimento di
liberazione della Pales na fa irruzione nel villaggio olimpico, Ladany viene svegliato bruscamente nel cuore della no e
e riesce miracolosamente ad abbandonare la palazzina prima che venga consumato il massacro passato alla storia
come “se embre nero”. Il tragico evento non desiste Ladany dal marciare ancora e, nonostante l’avanzare dell’età,
conquista nuovamente il podio in diverse occasioni. Oggi Shaul, oramai o antacinquenne, si dedica ancora allo sport
da lui tanto amato marciando una distanza in km pari alla sua età, senza però avere fre a di raggiungere il traguardo.

“Un chilometro in più allunga la vita. E, per una volta, non c’è nessuna fre a di arrivare al traguardo”

LA MARCIA
ANDREA SCHIAVON La marcia atle ca è una progressione di passi esegui in
Andrea Schiavon è nato a Padova nel 1974 ed è un modo che l’atleta mantenga il conta o con il terreno
giornalista di “Tu osport”, oltreché un marciatore senza che si veri chi una perdita di conta o visibile. La
amatoriale. Laureato in giurisprudenza, ha iniziato a gamba avanzante deve essere tesa a par re dal primo
scrivere da freelance per “Il Ma no di Padova”, ha conta o con il suolo no al momento in cui la gamba si
lavorato nelle redazioni della “Gazze a dello Sport”, della trova nella posizione ver cale.
“Stampa” e ha collaborato con il mensile “Correre”. Con il L’atleta deve mantenere, per tu a la durata della gara, il
libro “Cinque cerchi e una stella” ha vinto il Premio “passo di marcia”. Le distanze percorse dai marciatori
Bancarella Sport 2013. sono variabili ma tu e considerevoli (20/50/100/+100
km).

Estra o
Questo testo è tra o dall’ul mo capitolo del libro (“sopravvivere è un caso, rivivere è una scelta”) e rappresenta la
descrizione del primo incontro tra lo scri ore e Ladany. Personalmente, è la parte del romanzo che più mi ha colpita
poiché ritengo che in essa si racchiuda il vero signi cato dell’esperienza di vita di Ladany.

“ Per strada ci siamo solo io e lui. Quindi lui è Shaul Ladany, il sopravvissuto.
«Dr. Ladany, I suppose» è la frase con cui presentarsi, al buio delle cinque del ma no, in una via deserta di
Gerusalemme. Da cosa riconosci un uomo che è sopravvissuto alla Shoah? Com’è invecchiato il bambino di Bergen-
Belsen? Cos’è rimasto dell’atleta che ha percorso migliaia di chilometri per arrivare a pochi metri dalla morte? Che
segni porta sul viso un soldato che ha a raversato due guerre? La risposta a tu e queste domande sta davan a me, in
tuta, ansiosa di me ersi in cammino. Incontro Shaul Ladany davan alla linea di partenza della Jerusalem Marathon: il
via della gara sarà due ore più tardi, ma lui ha o enuto dagli organizzatori il permesso di iniziare in an cipo, per
riuscire a restare dentro il tempo massimo marciando. Due minu dopo esserci presenta , s amo già muovendo le
gambe e le braccia. Il racconto può iniziare. Intervistare un marciatore camminandogli a anco è un po’ come
realizzare un’esclusiva con un pugile facendogli da sparring partner. Solo che fa meno male. Al massimo rimangono le
gambe un po’ indolenzite.
Shaul Ladany parla, avanzando, e il racconto si trasforma in una sequenza in nita di passi. A quel primo incontro ne
sono segui altri nella sua casa, nel suo u cio e in strade che ha fa o sue percorrendole più e più volte. Così, oltre alla
fa ca, abbiamo condiviso pas , le ure e qualche chiacchiera. Sbocconcellando un felafel ho scoperto che Shaul è
vegetariano da quando aveva cinque anni. Osservandolo al lavoro ho notato che la sua vita si è stra cata anche nella
scri ura: usa l’alfabeto ebraico quando scrive a mano, ma non al computer. Con una tas era di fronte, si trova più a
suo agio con l’alfabeto la no e lascia che sia una segretaria a trascrivere i suoi appun . L’ho visto in famiglia e ho
chiesto alla sua nipote più grande, Shaked, 14 anni, cosa pensa di un nonno che si os na ad alzarsi all’alba per andare a
camminare per ore. «Nessuno dei miei amici ha un nonno così» ha risposto lei, dopo averci pensato un po’ su. Danit, la
glia di Shaul e Shoshana, si è confrontata per tu a la vita con un padre diverso dagli altri, un papà sempre in
movimento. Un moto perpetuo con un’origine ben precisa che lei, cresciuta tra Israele e gli Sta Uni , riassume in una
sola parola: willpower. È la forza di volontà a spingere Shaul. Puoi sopravvivere e iniziare a morire dentro. Oppure puoi
andare oltre. Shaul Ladany lo ha fa o. Per due volte. Ha trasformato il suo resistere in un esistere scandito dai
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chilometri. Non si è accartocciato nel dolore: lo ha dipanato come una matassa da stendere lungo la strada. Forse non
è un caso che, da atleta, abbia scelto la marcia: un metro dopo l’altro, sempre dri o senza voltar . Più vai avan , più
a ni la tua resistenza. E a ogni passo me una distanza tra te e quello che sei lasciato alle spalle. Perché puoi
percorrere migliaia di chilometri, ma certe esperienze non le puoi sudare via. Stanno lì, sono la tua ombra proie ata
sull’asfalto. Distorta e spaventosa, ma in movimento. A ricordar che sei vivo.

Torino, maggio 2012

Commento personale
L’esperienza di vita di Shaul Ladany è uno straordinario esempio di come i valori che cara erizzano il mondo dello sport
possano essere applica alla quo dianità di ogni individuo. La resistenza, l’impegno, la voglia di raggiungere i propri
obie vi, la forza di volontà: ques sono solo alcuni dei principi che hanno consen to all’atleta di avere successo sia
nello sport che nella vita. Le vi orie di Shaul sono incalcolabili, dal momento che anche l’azione più semplice, se
conquistata con caparbietà, può diventare uno dei trion più grandi. In quest’o ca, la vi oria più importante di
Ladany è stata sfuggire alle persecuzioni, al dolore e per no alla morte. In un secolo che sembrava non volesse
lasciargli spazio, lui ha a ermato la sua volontà di esistere, in un a o tanto naturale quanto coraggioso. Arrendersi al
dolore sarebbe stato sicuramente più semplice e di certo non avrebbe suscitato indignazione. D’altronde, i tragici
even che hanno cara erizzato la sua esistenza coincidono con i più e era a di violenza del XX secolo.
Eppure, immedesimandosi nella sua persona (come consente di fare il romanzo), è spontaneo chiedersi: perché
avrebbe dovuto abbandonarsi alla disperazione, se poteva marciare verso un futuro diverso? Perché avrebbe dovuto
fermarsi e “morire dentro”, quando poteva distendere il suo dolore lungo i grandi passi di una marcia? In tal senso, lo
sport nella vita di Ladany assume un forte valore simbolico. Non si tra a di una semplice pra ca o di un piacevole
passatempo, ma rappresenta una vera e propria a vità vivi catrice. Camminare diviene una necessità impellente, un
a o volto al tempramento dell’individuo nel corpo e nello spirito. A rontare le di coltà tramite la marcia, tu avia,
non signi ca dimen care le esperienze passate.

“Shaul cammina sempre dri o, proie ato in avan , ma non dimen ca.”

Per quan chilometri possano esserci tra Ladany e gli episodi più infelici della sua esistenza, essi non possono svanire
nell’oblio. Vivere è procedere verso il futuro, senza mai dimen carsi del passato. Infa , per quanto doloroso possa
essere il ricordo, rinnegare determina avvenimen della propria vita signi ca rinnegare sé stessi. In una realtà distorta
e spaventosa, nella quale non vi sembra essere alcuna via d’uscita, risulta fondamentale con nuare a camminare nella
piena consapevolezza della propria iden tà. Passo dopo passo, anno dopo anno, l’ombra dei ricordi segue la marcia di
Shaul, come una fedele amica che si fa carico del bagaglio più pesante. E lui, alla veneranda età di o antacinque anni,
non potrebbe essere più felice di così.

Shaul Ladany nel 1968 (35 anni) Shaul Ladany oggi (85 anni)
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Elisa Ar na 5^ESA

Sitogra a
-h ps://storiesport.it/shaul-ladany-la-marcia-della-memoria
-h ps://www.anordestdiche.com/cinque-cerchi-e-una-stella-un-libro-per-le-olimpiadi
-h ps://www.panorama.it/cultura/cinque-cerchi-e-una-stella-l-incredibile-storia-di-un-marciatore-ebreo
-h ps://en.wikipedia.org/wiki/Shaul_Ladany

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