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CONSEJERÍA DE EDUCACIÓN, CULTURA Y DEPORTES

PRUEBAS ESPECÍFICAS DE CERTIFICACIÓN DE NIVEL IT_B2_CTO_SOL_O_2020

TAREA 1
TERAPIA FORESTALE

TABELLA DELLE RISPOSTE


RISPOSTA 0 1 2 3 4 5 6 7 8

DOMANDA B C A C C A A C B

TRASCRIZIONE (Terapia forestale)


CONDUTTRICE: Adesso si parla molto di terapia forestale, da anni praticata in Giappone (0),
scoperta da qualche anno anche qui in Italia. C’è un progetto molto bello a Pian dei Termini
sull’Appenino pistoiese, un progetto… che… volto proprio a renderla fruibile a molte persone questa
terapia. Il fondatore responsabile scientifico di questo progetto è lo psicologo Francesco Becheri che è
qui con noi oggi pomeriggio. Benvenuto Francesco.
FRANCESCO BECHERI: Grazie.
CONDUTTRICE: Allora vedremo in Italia come stai mettendo su il primo luogo credo, no, il secondo,
ce n’è uno in Friuli (1), vero?
FRANCESCO BECHERI: Esattamente, il secondo luogo.
CONDUTTRICE: Dove praticare la terapia forestale. Ma intanto spiegaci bene da psicologo che cos’è
la terapia forestale.
FRANCESCO BECHERI: Allora la terapia forestale è una forma di medicina preventiva a tutti gli effetti.
Si occupa di studiare l’interazione benefica tra l’essere umano e il contatto all’interno dei boschi o delle
foreste in maniera molto profonda. Significa sostanzialmente immergersi nella natura, (abbiamo
utilizzato questo termine specifico), che vuol dire ricontattarsi con tutti i sensi, con tutti i nostri
cinque sensi, all’ambito della foresta (2). Questo perché parte da un assunto di base: che l’essere
umano si è urbanizzato negli ultimi due secoli, ma in realtà ha vissuto per lungo tempo, insomma
lungamente nell’evoluzione della natura...
CONDUTTRICE: …a contatto con la natura...
FRANCESCO BECHERI: Esattamente! In questo contatto profondo e questi, in questi ultimi due secoli,
questa velocità nel diventare urbanizzati ha prodotto degli squilibri molto rilevanti sulle persone a
carico del sistema, per esempio del sistema nervoso (3), a carico del sistema immunitario ehhh
sostanzialmente creando delle difficoltà importanti sull’adattamento.
CONDUTTRICE: Certo. Anche oggi credo anche questa società molto tecnologizzata, il fatto che
stiamo tutto il tempo con la testa nel telefonino… anche quello non aiuta, no?
FRANCESCO BECHERI: Certo.
CONDUTTRICE: A livello poi di stress, di beneficio nel nostro organismo... Cosa hanno dimostrato gli
studi degli effetti della terapia forestale sugli individui?
FRANCESCO BECHERI: Allora, sono dimostrati diversi effetti diciamo, che sicuramente noi sappiamo,
che c’è un miglioramento per quanto riguarda il sistema immunitario, c’è un miglioramento per quanto
riguarda la regolazione del sistema nervoso simpatico e quindi c’è una riduzione dell’ansia, c’è una
regolarizzazione del tono dell’umore (4) e c’è sostanzialmente la possibilità di stare nelle condizioni
di riposo e di maggiore benessere per quanto riguarda l’essere umano, quindi una serie di effetti
assolutamente rilevanti.
CONDUTTRICE: Ecco, però la terapia forestale consiste, dicevi prima, in una immersione profonda.
FRANCESCO BECHERI: Esatto!
CONDUTTRICE: …nella foresta. Ecco, come si attua l’immersione profonda? Basta una passeggiata?
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FRANCESCO BECHERI: Allora diciamo sicuramente che non è un esercizio fisico, quindi non sono
camminate, non è attività fisica, non è trekking. Al contrario, è un’attività che deve essere fatta in
maniera molto lenta e addirittura si può stare fermi. Quindi, quello che dobbiamo fare è radicarsi nel
momento presente attraverso i sensi, come dicevamo prima, e quello che succede è che il contatto
con, con la natura quindi con il bosco e con la foresta e il contatto con le sostanze emesse dagli
alberi (5), perché quello è un altro tema molto rilevante, cioè...
CONDUTTRICE: Per esempio?
FRANCESO BECHERI: i terpeni. Si parla di terpeni che sono…
CONDUTTRICE: Cosa sono i terpeni?
FRANCESCO BECHERI: Terpeni è un composto volatile che noi diciamo... nel senso…
CONDUTTRICE: …respiriamo…
FRANCESCO BECHERI: …che noi respiriamo e allora si forma una sorta di aerosol naturale dove noi
riusciamo a respirare questi oli essenziali (6), chiamati diciamo nel gergo comune, emessi dagli
alberi. Questo è un alimento fondamentale di interazione che produce salute ed è stato appurato.
CONDUTTRICE: Ecco, come si capisce che… che cosa, che caratteristiche deve avere un luogo per
essere adatto alla terapia forestale?
FRANCESCO BECHERI: Allora dobbiamo, vengono valutati diciamo, l’accessibilità al bosco, deve
essere accessibile a tutti, dev’essere con poche pendenze (7), dev’essere esposto, e rispetto ai venti
dev’essere protetto, deve avere una buona… irraggiamento, irradiamento del sole e poi ci devono
essere delle specie arboree, alcune funzionano, funzionano tutte ma alcune funzionano meglio di
altre…
CONDUTTRICE: Per esempio?
FRANCESCO BECHERI: L’abete bianco è molto forte per esempio, come emissioni, e noi abbiamo
visto, stiamo valutando, è stato diciamo già appurato che a Pian dei Termini grazie al lavoro dei nostri
ricercatori del CNR, dell’Istituto di Bioeconomia del CNR di Firenze, abbiamo già rilevato che ci sono
delle, delle, delle componenti molto importanti rispetto a questi terpeni, per cui possiamo dire che sì,
che ci sono degli effetti benefici e stiamo lavorando per poter specificare il livello di ore e giorni
migliori anche all’interno dell’anno in cui un sito funziona meglio di un altro (8).
CONDUTTRICE: Funziona meglio di un altro. Quindi basta starci nella foresta da quello che ho capito.
FRANCESCO BECHERI: Esatto.
CONDUTTRICE: Stare e respirate
(Tratto e adattato da Geo, Rai 3, www.raiplay.it, 10/10/2019, 4:54)
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TAREA 2
MARCO MALVALDI RACCONTA IL SUO NUOVO LIBRO

TABELLA DELLE RISPOSTE


DOMANDE RISPOSTE

0. In che anno arriva Leonardo a Milano? Nel 1483.

1. Chi è Leonardo per Verrocchio quando arriva a Milano? Un promettente allievo.

2. Che lavoro faceva il padre di Leonardo? Il notaio.

3. Oltre a bugiardo e ladro, come definisce Leonardo Gian


Ostinato e ghiotto.
Giacomo Caprotti?

4. Durante quanti anni ha evitato le guerre Ludovico il Moro? Più di 20.

5. Leonardo non sapeva la matematica, che faceva con le Sbagliava i conti. / Le


frazioni? sbagliava.

6. Perché si deve usare il bronzo delle sculture quanto arriva la


Per i cannoni.
guerra?

7. Con quale animale si spostavano gli uomini nella Milano


Con le mule. / Con la mula.
rinascimentale?

8. Per quale caratteristica delle carrette c’erano problemi di


Per la larghezza.
traffico?

9. Quando si incrociavano due carrette, che problema di traffico


Un ingorgo.
provocavano?

TRASCRIZIONE (Marco Malvaldi racconta il suo nuovo libro)


Leonardo parte da Firenze e arriva a Milano nel 1483 (0) per portare l’arte della pittura toscana alla
corte di Ludovico il Moro spedito da Lorenzo il Magnifico. E passerà a Milano venti anni durante i quali
diventa Leonardo da Vinci. Quando Leonardo arriva a Milano è un promettente allievo (1) del
Verrocchio e quando Leonardo parte da Milano è il più grande artista d’Europa e quindi, essendo il
millecinquecento, del mondo.
Leonardo, quando vive a Milano non vive da solo, chiaramente è un genio ma ha pur bisogno di
mangiare e ha pur bisogno di passare il tempo, e ha bisogno di una famiglia. La famiglia di Leonardo è
abbastanza variegata ma ruota intorno a due personaggi, uno è la madre, Caterina. Beh se uno si
immagina Leonardo da Vinci figlio di un notaio (2) e presumibilmente di una schiava affrancata e beh,
la mamma di Leonardo non doveva essere una persona banale, quindi mi immagino che la vita fra i
due fosse abbastanza, abbastanza scoppiettante.
L’altra persona è appunto il Salai, Gian Giacomo Caprotti, detto il Saladino, il Demonio. Leonardo lo
definisce bugiardo, ladro, ostinato, ghiotto (3), ciò nonostante gli vuole un bene dell’anima, gli compra
vestiti nuovi. Ha un atteggiamento che è molto più quello del padre verso il figlio che non quello
dell’amante verso, verso, l’amato.
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Il Rinascimento milanese ha avuto Ludovico il Moro, cioè uno che le guerre le ha tenuto lontane per
più di vent’anni (4) con un mix di sapienza politica e intelligenza diplomatica e finanziaria ed una certa
dose di culo. E a Milano si sviluppa un tipo di sapienza che pertiene all’unire l’arte e la scienza
all’applicazione.
A Milano appunto, Leonardo diventa Leonardo da Vinci che incontra Luca Pacioli, un grande
matematico che gli insegna la matematica. Leonardo quando arriva a Milano non sa la matematica,
sbaglia i conti (5) con le frazioni. È proprio accertato nel Codice atlantico.
Questa bolla di pace fa sì che molte di quelle che sono scienze speculative debbano confrontarsi con
l’applicazione. Leonardo deve bonificare paludi, deve scolpire questo difficilissimo e meraviglioso
cavallo di bronzo, per farlo è costretto ad inventarsi delle soluzioni tecnologiche, senza pari, che poi
non utilizzerà perché arriva la guerra e prima o poi c’è da usare il bronzo per i cannoni (6).
Uno dei problemi della Milano rinascimentale come tutti sanno è il traffico. Il problema del traffico viene
dal fatto che gli uomini si spostano a dorso di mula (7) ma le donne usano le carrette, le carrette trainate
da quattro giumente, qui non c’entra il fatto che lo guidi una donna o un uomo, c’entra il fatto che la
carretta ha una certa larghezza (8) che è appena minore della larghezza della strada dentro la quale
deve entrare, quindi una carretta arriva da una parte, una carretta arriva da quell’altra, basta per creare
un ingorgo (9), anche perché gli uomini e le donne che stanno intorno a queste due nobili dame di
broccato vestite, che si insultano chiedendosi vicendevolmente la precedenza, non aiutano, non sono
indifferenti però, non sono indifferenti, fanno una cosa ben diversa, scommettono su quali delle due
passerà per prima, tutto il mondo è paese e quel paese è Milano.
(Tratto e adattato da www.ibs.it, 29/11/2018, 3:52)

TAREA 3
INTERVISTA A LEVANTE CHE PARLA DEL SUO DISCO MAGMAMEMORIA

TABELLA DELLE RISPOSTE


RISPOSTA 0 1 2 3 4 5 6 7 8

DOMANDA G A C E H I B D K

TRASCRIZIONE (Intervista a Levante che parla del suo disco “Magmamemoria”)


0. / G. Perché la copertina di “Magmamemoria” ha questo colore?
Sì, questo è un lavoro che porta il colore rosso perché effettivamente rosso è il colore che io ho dato ai
miei ricordi. Questo è un disco molto rosso, proprio emotivamente rosso.

1. / A. Avevi un’idea di come sarebbe stata la copertina?


Quindi quando ho scritto “Magmamemoria” che è stato un po’ come aprire una scatola di ricordi e
estrarne alcune storie da raccontare, poi sono13 canzoni, quindi 13 storie. Sapevo tre cose di questa
copertina: sapevo che sarebbe stata rossa, che io sarei vestita di rosso e che io avrei avuto capelli
lunghissimi.

2. / C. Come ti sei sentita davanti ai tuoi ammiratori?


Al di là dei numeri io in questa settimana ho incontrato le persone che hanno comprato questo disco e
le parole bellissime spese per questo lavoro sono state tante e questa è la mia più grande vittoria. Lo
dico seriamente perché per me questa è una terapia no? quella di fare musica e raccontarmi è una
roba viscerale. Io vado ad approfondire me stessa e quando poi questa musica arriva agli altri, agli altri
si ritrovano nelle parole che ho scritto. Questa è la mia grande vittoria.

3. / E. Da dove viene questo titolo?


“Magmamemoria” è il nome che io ho dato alla mia nostalgia. Non me la sono sentita di chiamare il
disco “nostalgia” e quindi, mi sono inventata questo neologismo che potesse raccontare davvero cosa
sono per me i ricordi, qualcosa che bolle e ribolle come una sorta di magma.
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4. / H. Quali sono le singolarità di “Magmamemoria”?


Un disco vero, potente e, oddio, e molto orchestrale e con orchestrale intendo un disco collettivo perché
come diceva qualcuno prima di me “nessuno si salva da solo” e questo disco è nato grazie anche alle
teste pensanti molto forti ... e poi c’è l’orchestra di Budapest che suona per due terzi di questo disco
quindi sicuramente sì anche collettivo.

5. / I. Quando componi le tue canzoni, pensi a qualcuno in particolare?


Questa canzone, nello specifico Bravi tutti voi ha dei destinatari molto precisi. Non è, non è collettiva.
Questa, questa, ha nome e cognome, ogni tanto quando scrivo mi tolgo anche me stessa se no che
terapia è? E dunque ho voluto parlare di quanto spesso le persone, non spesso, mi correggo, a volte,
alcune persone, perché poi la verità è che sempre ho avuto la fortuna di essere circondata da persone
belle, però a volte alcune persone mi abbiano fatto sentire inadeguata, non all’altezza, senza alcun
motivo.

6. / B. Come hai convinto la Consoli a cantare insieme a te?


La cantante che io definisco “regina madre” è nella mia vita dai suoi esordi, dai suoi esordi. Io ero
ancora piccolina già l’ascoltavo tanto. Il nostro incontro in realtà risale a qualche anno fa perché
abbiamo avuto la possibilità attraverso dei concerti di stringerci la mano e scambiare delle bellissime
parole. Poi, quando ho scritto “Lo stretto necessario” insieme a Colapesce e Di Martino avevo il sogno
di sentire la sua voce in questo brano, insieme a me. Non ho avuto il coraggio di chiederne perché non
ce l’avevo e l’ha fatto qualcun altro per me, il suo manager. Quando Carmen ha ascoltato questo brano
mi ha detto “mi piace molto, lo voglio cantare”.

7. / D. Cosa pensa Carmen Consoli del tuo disco?


Lei quando girammo il video lei mi mise una mano sul ginocchio, mi guardò, mi disse: “Lo sai che sei
fuori moda, vero?” perché voleva dirmi con questo brano, con questo brano tu stai uscendo in estate e
stai nuotando contro corrente rispetto a quello che sta andando di moda.

8. / K. Tra poco ti vedrai sul palcoscenico che ogni artista italiano sogna. Come ti senti?
Non nego che sono spaventata perché sono molto emozionata perché è un grande passo e se fosse
stato per me io non mi ci sarei neanche avvicinata però giustamente grazie a Dio certe cose non le ho
fatte soltanto grazie a me ci sono delle persone che, che amano quello che faccio e mi dicono “questa
è la strada, adesso vai, devi avere il coraggio” quindi salirò questi gradini del Forum di Assago, io vi
invito ovviamente ad esserci, sarà una festa pazzesca. Stiamo lavorando per questa data perché sia
speciale e unica.
(Tratto e adattato da www.radioitalia.it, 16/10/2019, 4:36)

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