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LA DIREZIONE DEL MOVIMENTO DEL CORPO
SI RIFLETTE SULLE OPERAZIONI
DI CALCOLO NUMERICO?
1
Università di Bologna, 2 Università La Sapienza, Roma, 3 Istituto di Scienze
e Tecnologie Cognitive, CNR, Roma
Riassunto. Questo studio indaga la relazione tra i movimenti del nostro corpo e l’e-
laborazione numerica andando a studiare l’asse di movimento circolare. I partecipanti
dovevano contare aggiungendo o sottraendo «tre» mentre eseguivano dei movimenti
circolari, in direzione oraria o antioraria, in modalità attiva (camminando) oppure in
modalità passiva (venivano spinti su una sedia a rotelle). I risultati hanno messo in luce
la presenza di una relazione tra l’elaborazione numerica e la direzione del movimento
circolare, sia in condizioni di movimento attivo che passivo, ma solo per le addizioni e
limitatamente ai partecipanti maschi.
1. introduzione
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fatizza la direzione orizzontale del movimento. Se questo è il caso,
allora, l’effetto di facilitazione o interferenza dovrebbe emergere an-
che per le sottrazioni, a differenza di quanto osservato nello studio di
Anelli et al. (2014).
In secondo luogo, abbiamo ipotizzato che possa emergere una dif-
ferenza a seconda del genere del partecipante che esegue il compito.
È noto che differenze di genere sono state osservate in vari tipi di
attività: ad esempio gli effetti di gaze-cueing sono più evidenti nelle
femmine che nei maschi (es. Bayliss, Di Pellegrino e Tipper, 2005) e
le femmine risultano più sensibili agli stimoli sociali rispetto ai ma-
schi (es. Lugli, Obertis e Borghi, 2016; vedi anche Geary, 2010 per
una rassegna). Invece, la presenza, il livello e l’origine di una diffe-
renza di genere nelle abilità matematiche è un aspetto ancora dibat-
tuto (es. Benbow e Stanley, 1980; Guiso, Monte, Sapienza e Zingales,
2008; Hyde, Lindberg, Linn, Ellis e Williams, 2008, Rumiati, 2010). Il
problema è stato infatti finora affrontato sia ipotizzando che la diffe-
renza tra uomini e donne abbia basi biologiche e cognitive (es. Baron-
Cohen, 2003; Kimura, 1999), sia analizzando il ruolo dello stereotipo
secondo il quale gli uomini sarebbero più bravi nei compiti matema-
tici e considererebbero le abilità matematiche più importanti rispetto
alle donne (es. Furnham, Reeves e Budhani, 2002; Li, 2004).
2. metodo
2.1. Partecipanti
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sedia a rotelle spinta dallo sperimentatore (modalità passiva). L’ordine
di alternanza della modalità attiva oppure passiva è stato bilanciato
tra i partecipanti: metà dei partecipanti iniziava con la modalità at-
tiva e l’altra metà invece iniziava con la modalità passiva. I parteci-
panti hanno eseguito quattro prove per ogni modalità, risultanti dalla
combinazione dei due tipi di calcolo (i.e., addizioni e sottrazioni) e i
due tipi di movimento (i.e., orario e antiorario). Il tipo di operazione
veniva sempre alternato tra le prove, cioè un’addizione era sempre se-
guita da una sottrazione e viceversa.
All’inizio della prova, lo sperimentatore comunicava il numero di
partenza e seguiva un segnale di via. Subito dopo, il partecipante do-
veva ripetere il numero di partenza e poi iniziare a calcolare, pronun-
ciando ad alta voce il risultato di ogni calcolo fino a quando – dopo
22 secondi – non veniva dato il segnale di stop. Se il partecipante
commetteva un errore di calcolo, la prova veniva interrotta e veniva
re-iniziata con un numero di partenza diverso. La modalità attiva
prevedeva che il partecipante e lo sperimentatore camminassero as-
sieme uno di fianco all’altro procedendo in senso orario o antiorario
seguendo un percorso disegnato sul pavimento. Per la modalità pas-
siva al partecipante veniva chiesto di accomodarsi su una sedia a ro-
telle che veniva spinta dallo sperimentatore seguendo lo stesso per-
corso in senso orario o antiorario. È stata mantenuta la stessa velocità
di percorrenza per tutte le prove. Le risposte sono state registrate da
un secondo sperimentatore che teneva nota del numero di partenza
assegnato ai partecipanti e il numero finale raggiunto alla fine dell’in-
tervallo di tempo di 22 secondi. I partecipanti sono stati ringraziati e
informati dello scopo dello studio alla fine dell’esperimento.
3. risultati
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p = .008, np2 = .170. Anche il fattore principale Genere è risultato si-
gnificativo, F(1,38) = 20.672, MSE = 50.154, p < .001, np2 = .352: i
partecipanti maschi eseguivano più operazioni corrette, in generale,
rispetto alle partecipanti femmine (M = 11.7 vs. 8.1, rispettivamente).
L’interazione tra il fattore Modalità e il fattore Genere è risultata si-
gnificativa, F(1,38) = 6.561, MSE = 2.202, p = .015, np2 = .147. I T-test
per campioni appaiati hanno mostrato come per i partecipanti maschi
il numero di calcoli corretti fosse significativamente più alto per la
modalità passiva (M= 12.2) rispetto alla modalità attiva (M = 11.3), t
(19) = 3.414, p = .003; mentre per le partecipanti femmine il numero di
calcoli fosse uguale nelle due modalità (M = 8.1 per entrambe le moda-
lità), t (19) = .182, p = .858.
L’interazione tra il fattore Tipo di Operazione e il fattore Direzione
del Movimento è risultata significativa, F(1,38) = 5.115, MSE = .792,
p = .030, np2 = .119. I T-test per campioni appaiati hanno mostrato
come il numero di addizioni fosse maggiore quando il movimento
era orario (M = 10.8) rispetto a quando era antiorario (M = 10.3), t
(39) = 2.279, p = .028, mentre il numero di sottrazioni fosse uguale
nelle due direzioni di movimento (M = 9.3), t (39) = .118, p = .907.
Nessun altro fattore principale o interazione sono risultati significa-
tivi, Fs < 1.9, ps > .173, np2s < .048.
Analisi separate per il fattore Genere hanno messo in luce che l’inte-
razione tra il fattore Tipo di Operazione e il fattore Direzione del Movi-
mento è risultata significativa per i partecipanti maschi, F(1,19) = 6.201,
MSE = .630, p = .022, np2 = .246, ma non per le partecipanti femmine,
F(1,19) < 1, p = .384, np2 = .040. I T-test per campioni appaiati dei risul-
tati relativi ai partecipanti maschi replicano il risultato dell’analisi prin-
cipale, mostrando come il numero di addizioni fosse maggiore quando
il movimento era orario (M = 12.8) rispetto a quando era antiorario
(M = 12.1), t(19) = 2.827, p = .011, mentre il numero di sottrazioni
fosse uguale nelle due direzioni di movimento (M = 11), t(19) = .368,
p = .717.
4. discussione
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mento lungo l’asse orario/antiorario i risultati di Anelli et al. (2014)
sull’asse orizzontale, e confermando quindi l’ipotesi di Wiemers et al.
(2014) secondo la quale l’asse predominante per il calcolo aritmetico
sarebbe quello verticale.
Inoltre, aspetto finora poco indagato, emerge un effetto principale
del fattore Genere che mette in luce come i partecipanti maschi ese-
guano più operazioni aritmetiche delle partecipanti femmine. Infine,
aspetto più interessante, sembra che l’effetto dovuto alla direzione del
movimento (orario e antiorario) e al tipo di operazione matematica
(addizione e sottrazione) sia presente soltanto nei partecipanti maschi.
Questi risultati sembrano aggiungere nuove evidenze empiriche al di-
battito sugli stereotipi socio-culturali secondo i quali i maschi sarebbero
più bravi rispetto alle femmine in entrambe le abilità matematiche e
spaziali (es. Halpern et al. 2007). In particolare, questi risultati dimo-
strerebbero che la migliore prestazione da parte dei partecipanti maschi
emerge quando queste due attività sono eseguite nello stesso momento.
Concludendo, le implicazioni di questo studio possono essere di-
verse, suggerendo che le abilità aritmetiche che mettiamo in atto in
diversi contesti della vita quotidiana (ad esempio quando calcoliamo il
conto al bar) sono in stretta relazione con i movimenti che eseguiamo
con il nostro corpo. Recentemente, sono stati proposti risvolti appli-
cativi in ambito didattico secondo i quali determinati tipi di movi-
mento e di stimolazione sensoriale faciliterebbero non solo l’appren-
dimento della propria lingua madre e di lingue straniere ma anche,
per quanto riguarda più da vicino il presente lavoro, le conoscenze
matematiche (Goldin-Meadow, Cook e Mitchell, 2009).
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Does the direction of the whole body movement influence calculation processing?
Summary. This study investigates the relationship between the movements of the whole
body and numerical calculation, such as additions and subtractions. Starting from pre-
vious evidence on the horizontal and vertical axes, in the present study participants
were required to count by adding or subtracting «three» while performing a motion
on the circular axis (i.e., a clockwise or counterclockwise movement), in an active (i.e.,
walking) or passive mode (i.e., being pushed on a wheelchair). Results showed the
presence of a relationship between numerical processing and the direction of the cir-
cular movement, both in an active and passive movement condition, but only for addi-
tions and only for male participants. Implications of the results for theories of embod-
ied cognition are discussed.
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