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Sandro Chignola è professore «Scrivere su Foucault espone a un


Sandro Chignola Una politica della filosofia Sandro Chignola duplice rischio. Da un lato, quello di
ordinario di filosofia politica presso
l’Università di Padova e Visiting fare di lui un Autore. Dall’altro,
Professor presso la Universidad quello di dissolverlo, estrapolando
Nacional de San Martin (UNSAM) di troppo facilmente dai suoi lavori
Studiare Michel Foucault nei suoi testi

Sandro Chignola Foucault oltre Foucault. Una politica della filosofia


Buenos Aires. formule, categorie, o concetti per
significa ripensare la stessa filosofia, la
Fa parte del comitato scientifico di reimpiegarli in altri contesti e ad altri
consistenza e la pretesa autonomia dei suoi
diverse riviste in Italia e all’estero. fini. È noto che Foucault, molto restio
archivi, i limiti entro i quali essa si è
Scrive sulle pagine culturali de «il nel concedersi alla prima opzione –
perimetrata in quanto sapere universitario,
manifesto». I suoi ultimi libri sono: quella che ne avrebbe levigato un
per provare a metterli in crisi. Fare questo
Storia concettuale e filosofia politica profilo, ricostruito la coerenza,
non significa però, certo, abbandonare la
(Angeli, 2008); Il tempo rovesciato. La ignorato i punti di inceppo o
filosofia. Ciò che si rende disponibile, al
Restaurazione e il governo della sottaciuto i ripensamenti per elevarlo
contrario, è un movimento di andata e
democrazia (Il Mulino, 2011); Il diritto a capitolo della storia della filosofia –,
ritorno tra il suo interno e il suo esterno; un
del comune. Crisi della sovranità, auspicava per i suoi testi, di
esterno fatto di processi, pratiche, conflitti,
proprietà e nuovi poteri costituenti preferenza, la seconda. Scrivere come
sui quali si misurano, qualora la filosofia
(ombre corte, 2012). scavare tunnel di miniera. Produrre
sappia raccoglierne la sfida, il suo passo e la
testi che illuminino la scena,
sua capacità di tenuta.
determinino prese di posizione e poi,
Foucault, in questa prospettiva, può essere
come bengala o come bottiglie
studiato come filosofo e insieme come
molotov, si dissolvano nei propri
destabilizzatore radicale dello statuto della
filosofia in quanto sapere. Egli ci offre un
esempio, uno dei più radicali, di un’autentica
Foucault oltre Foucault effetti senza lasciare traccia. Questa
seconda opzione è quella che forse ha
sedimentato di più dal punto di vista
politica della filosofia. Una politica della Una politica della filosofia delle riprese, delle dislocazioni, degli
filosofia in grado di spezzare l’inerzia di una
incroci delle analisi foucaultiane con
tradizione, quella della filosofia politica in
saperi altri, non esclusivamente
particolare, e la separazione tra prassi e
filosofici, e con problematizzazioni
teoria.
radicali dello statuto delle discipline.
E tuttavia essa non è l’unica o,
almeno per me, forse non la più
rilevante».

labirinti
Euro 17,00
labirinti

Direzione scientifica a cura di:


Alberto Burgio, Bruno Cartosio, Gianni Ferrara,
Giorgio Lunghini, Alfio Mastropaolo, Dario Melossi,
Devi Sacchetto, Paolo Virno, Adriano Zamperini
La pubblicazione di questo volume è stata possibile grazie al contributo
dell’Università degli Studi di Padova – Dipartimento di Scienze Politiche,
Giuridiche e Studi Internazionali

© DeriveApprodi 2014

Tutti i diritti riservati


I edizione: ottobre 2014

DeriveApprodi srl
piazza Regina Margherita 27 – 00198 Roma
tel. 06 85358977
fax 06 97251992

info@deriveapprodi.org
www.deriveapprodi.org

Progetto grafico di Andrea Wöhr

ISBN 978-88-6548-106-6
Sandro Chignola

Foucault oltre Foucault


Una politica della filosofia
Sueño el Sur, inmensa luna, cielo al reves.
Busco el Sur, el tiempo abierto, y su despues…

Vuelvo al sur

Per Romina ed Elisa


Premessa

Scrivere su Foucault espone a un duplice rischio. Da un lato, quel-


lo di fare di lui un Autore. Dall’altro, quello di dissolverlo, estrapo-
lando troppo facilmente dai suoi lavori formule, categorie, o con-
cetti per reimpiegarli in altri contesti e ad altri fini. È noto che Fou-
cault, molto restio nel concedersi alla prima opzione, quella che ne
avrebbe levigato un profilo, ricostruito la coerenza, ignorato i
punti di inceppo o sottaciuto i ripensamenti per elevarlo a capitolo
della storia della filosofia, auspicava per i suoi testi, di preferenza,
la seconda. Scrivere come scavare tunnel di miniera. Produrre
testi che illuminino la scena, determinino prese di posizione e poi,
come bengala o come bottiglie molotov, si dissolvano nei propri ef-
fetti senza lasciare traccia. Questa seconda opzione è quella che
forse ha sedimentato di più dal punto di vista delle riprese, delle di-
slocazioni, degli incroci delle analisi foucaultiane con saperi altri,
non esclusivamente filosofici, e con problematizzazioni radicali
dello statuto delle discipline. E tuttavia essa non è l’unica o, alme-
no per me, forse non la più rilevante.
Studiare Foucault nei suoi testi non significa riassegnarlo alla
filosofia. Significa piuttosto ripensare la stessa filosofia, la consi-
stenza e la pretesa autonomia dei suoi archivi, i limiti entro i quali
essa si è autoperimetrata in quanto sapere universitario, per pro-
vare a metterli in crisi e per provare a forzarli. Fare questo non si-
gnifica però, certo, abbandonare la filosofia. Ciò che si rende così
disponibile, al contrario, è un movimento di andata e ritorno tra il
suo interno – le sue serie autoriali, il suo canone, i suoi stili – e il
suo esterno; un esterno fatto di processi, pratiche, conflitti, sui
quali si misurano, qualora la filosofia sappia raccoglierne la sfida,

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il suo passo e la sua capacità di tenuta. Foucault, in questa prospet-
tiva, può essere studiato come filosofo e contemporaneamente
come destabilizzatore radicale dello statuto della filosofia come sa-
pere. Egli ci offre un esempio, uno dei più radicali, di un’autentica
politica della filosofia. Una politica della filosofia in grado di spezza-
re l’inerzia di una tradizione, quella della filosofia politica in parti-
colare, e la separazione tra prassi e teoria sulla quale essa riprodu-
ce il proprio specifico disciplinare.
I corsi che Foucault tiene al Collège de France, la cui edizione si
va avviando alla conclusione, rappresentano un’occasione partico-
larmente felice per portare avanti questa operazione. Un’operazio-
ne che Foucault viene compiendo in prima persona, utilizzandoli
come un cantiere all’interno del quale mettere alla prova i propri
argomenti, modificarli, riprenderli o abbandonarli, e che è possi-
bile fare, in seconda battuta, al suo seguito, utilizzandoli come
porte d’accesso a una produzione, quella di Foucault, segnata da
una costante inquietudine.
Lo stesso può dirsi delle interviste, recensioni, puntualizzazio-
ni, tavole rotonde incluse nei Dits et Écrits, che, assieme ai corsi al
Collège de France, costituisce parte significativa dei testi sui quali
mi sono basato nel redarre i sei seminari. Lungi dal rappresentare
momenti poco rilevanti di una produzione contingente e d’occa-
sione rispetto ai grandi libri da lui pubblicati, una conclusione,
quest’ultima, che sarebbe possibile trarre solo applicando di
nuovo a Foucault uno stigma autoriale, questi interventi conden-
sano il significato generale di un impegno intellettuale che si svol-
ge integralmente sotto il segno dell’attualità. Si tratta di prese di
posizione che, in molti casi, indicano la direzione nella quale il
suo lavoro si muove e che si offrono come ingressi o come varchi
particolarmente utili al laboratorio foucaultiano.
«Porte d’accesso», «varchi» o «ingressi»: non uso questi termi-
ni a caso. Questi seminari non offrono un’interpretazione unitaria
o definitiva di Foucault. Non lo fanno proprio per i motivi segnala-
ti in apertura. Essi rappresentano traiettorie, percorsi, attraversa-
menti della produzione di Foucault che muovono da punti di vista
specifici e unilaterali – certo: mai casuali – e che intendono, alme-
no per chi scrive, mettere a problema non già, o non solo, un’ope-
ra, ma, prolungando il suo effetto, statuto e discorsività dei saperi
ai quali essa si lega.
Il titolo scelto per questo volume vuole mettere a tema esatta-
mente questo movimento. I sei seminari che presento al lettore

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non vanno perciò intesi come capitoli di un libro il cui svolgimen-
to si muoverebbe progressivamente dal primo all’ultimo di essi,
ma come percorsi dotati ciascuno di una propria autonomia.
Eventuali ripetizioni e insistenze che potrebbero infastidire chi
decidesse di percorrerli in serie, non appariranno tali a chi, invece,
decida di leggerli, come è senz’altro possibile fare, ciascuno per sé.
I testi raccolti in questo volume sono stati redatti in occasione di
seminari o di interventi per i quali sono stato invitato in Italia o al-
l’estero. Tra di essi, mi piace ricordare quelli, particolarmente viva-
ci per le discussioni che ne sono seguite, presso l’École Normale
Supérieure di Lyon, l’Universidad Nacional de San Martin (Buenos
Aires) e l’Universidad de Córdoba in Argentina, l’Université de
Toulouse-Le Mirail, le Università di Palermo, Roma-La Sapienza,
Bologna e Trento, la Scuola di dottorato in Filosofia e la Scuola Ga-
lileiana dell’Università di Padova. Ringrazio di nuovo, qui, tutte e
tutti coloro che le hanno animate. A eccezione del testo sinora ine-
dito su Foucault e Marx qui pubblicato come secondo seminario,
Fabbriche del corpo, gli altri sono stati, spesso con titoli e in versioni
differenti, già pubblicati. Il primo, L’impossibile del sovrano. Gover-
namentalità e liberalismo, qui quasi interamente riscritto, è stato in-
cluso in: S. Chignola (a cura di), Governare la vita. Un seminario sui
Corsi di Michel Foucault al Collège de France (1977-1979), ombre
corte, Verona 2006; il terzo, La politica dei governati. Governamen-
talità, forme di vita, soggettivazione, ampiamente rielaborato in que-
sta occasione, è originariamente uscito, in spagnolo, nella rivista
argentina «Deus Mortalis», 2010; il quarto, Koinōnikon zoCon. Gli
stoici e l’altra modernità, l’unico non direttamente attinente Fou-
cault, ma scritto a partire da problemi aperti dalla lettura di l’Hermé-
neutique du sujet, è compreso nella raccolta: Concordia discors. Studi
in onore di Giuseppe Duso, Padova University Press, Padova 2012; il
quinto, «Phantasiebildern»/«Histoire fiction»: Weber, Foucault, è
stato pubblicato in: P. Cesaroni-S. Chignola (a cura di), La forza del
vero. Un seminario sui Corsi di Michel Foucault al Collège de France
(1981-1984), ombre corte, Verona 2013; il sesto, Il coraggio della ve-
rità: parrheEsia e critica, esce, quasi contemporaneamente a questo
libro, in «Politica e Religione. Annuario di teologia politica».
Molte e molti hanno contribuito al formarsi di questi testi, al
loro riscriversi, al correggersi e al precisarsi delle interpretazioni
che in essi si sono venute definendo. Tra di loro, il mio ringrazia-
mento va in particolare a Emmanuel Biset, Claudio Cavallari, Pier-
paolo Cesaroni, Edgardo Castro, Girolamo De Michele, Jorge

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Dotti, Bruno Karsenti, Sandro Mezzadra, Toni Negri, Michele Ni-
coletti, Judith Revel, Michel Senellart, Paolo Slongo, Lorenzo Ru-
stighi, Giulia Valpione, Adelino Zanini.

Padova – Buenos Aires,


Primavera – Otoño 2014

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