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Detrazioni

startup
innovative
La guida sulla detrazione
fiscale che matura a fronte di
investimenti di persone fisiche
in startup e PMI innovative.
A cura di

Nicola Vernaglione.
Ezio Este.
Nicola Tracanella.
Valerio Oliveto

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB.


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Indice
00
INTRODUZIONE
pag.3

01
CHI SIAMO E PERCHÈ ABBIAMO SCRITTO
QUESTA GUIDA
pag.4

01
02
DETRAZIONI STARTUP. IL QUADRO DI
RIFERIMENTO
pag.7

03
DETRAZIONI: IL 50% E LE FONTI GIURIDICHE
pag.17

I Focus
01
DETRAZIONI STARTUP E PIR
ALTERNATIVI
pag.26

02
DETRAZIONI STARTUP. COME OTTENERE IL 50%
pag.30

01
03
INVESTIMENTI IN STARTUP. IL FASCICOLO
DETRAZIONI
pag.36

04
IL CASO: CONFERIMENTO DEL PRESTITO SOCI E
DETRAZIONI
pag.40

05
L’IMPORTANZA DELLA “CONTESTUALITÀ” DI
ISCRIZIONE ALLA SEZIONE SPECIALE
pag.46

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Domande & Risposte
01
UTILIZZO DEL BENEFICIO
FISCALE
pag.54

02
DIPENDENTI, PENSIONATI E DETRAZIONE
pag.55

01
03
DETRAZIONI PER INVESTIMENTI IN PMI
INNOVATIVE
pag.58

04
DETRAZIONI PER WORK FOR EQUITY E SFP
pag.59

01
05
INVESTITORI ESTERI, FORFETTARI E
REDDITO IMPONIBILE
pag.60

01
06
PROCEDURA 50%
pag.62

01
07
TEMPI E SANZIONI
pag.67

Info
01 COME POSSO APPROFONDIRE
pag.71

02
GLI AUTORI DI QUESTA GUIDA
pag.73

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TUTTI I DIRITTI RISERVATI
00 Introduzione
Parliamo della ormai nota normativa che permette agli
investitori (persone fisiche) in startup e PMI innovative
di accedere alle agevolazioni fiscali in termini di
detrazione d’imposta, ovvero del 30% in fase di primo
conferimento (fase di costituzione) e del 50% in fase
di aumento di capitale, precisando che sono investitori
in startup anche i soci fondatori della stessa quando
sottoscrivono e conferiscono il capitale iniziale.

In questo secondo e-book, prendendo spunto dalle


casistiche che ci vengono poste e dallo sviluppo di
soluzioni adeguate e possibili, pensiamo di offrire un
contributo utile di approfondimento organizzato in più
parti, dando il giusto rilievo attraverso le sezioni
Focus e Q&A.

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TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Chi siamo e perchè
01 abbiamo scritto
questa guida
CREAZIONEIMPRESA SRL è una startup
innovativa e società benefit, orientata al problem
solving e alla creazione di valore delle Startup.
Persone disponibili a dedicare la giusta attenzione
alle Startup ed alle PMI innovative, con focus
particolare sulle società benefit, attraverso
professionisti interni (partner e cofounder) e in
network, basato sulle esperienze dirette, concrete e
condivise, sulle competenze e sull’innovazione, sulla
deontologia e sulla trasparenza.

I professionisti che lavorano e collaborano in


Creazioneimpresa ripongono grandi aspettative verso
la capacità della tecnologia di contribuire ad
affrontare le sfide dei prossimi anni, creando valore
non solo per le startup, ma anche per l’intero sistema
Paese. Creazioneimpresa affronta con strumenti
digitali e con un approccio scalabile un business
marcatamente tradizionale, quello della consulenza,
sviluppando soluzioni e approcci tecnologici: il
Consultech.

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A differenza dei nostri competitors, oltre a sviluppare
una strategia commerciale capillare sul territorio,
l’attività di Creazioneimpresa è caratterizzata da
un’ulteriore strategia rivolta agli aspetti sociali con lo
scopo di sensibilizzare le comunità locali ai temi
dell’educazione finanziaria e dell’innovazione,
condividendo i propri valori morali allo scopo di
rendere possibile un futuro più sostenibile, con
ricadute positive sull’intero Sistema Paese.

La nostra value proposition è primariamente rivolta


è rivolta in particolare alle startup innovative,
caratterizzate da un lato da un elevato tasso di
mortalità nei primi anni di attività e dall’altro da una
altrettanto elevata potenzialità di creazione. Essa si
basa su:

Capacità di comunicazione
Disponibilità all’aiuto
Sostegno all’imprenditorialità
Diffusione della conoscenza
Educazione finanziaria
Esperienza concreta nell’assistenza alle Startup
Esperienza concreta nell’assistenza alle micro e
piccole imprese

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Tra I progetti avviati e coerenti con la nostra strategia
è la nostra mission c’è la
“CREAZIONEIMPRESA ACADEMY”.

Con la ACADEMY abbiamo pensato di creare veri e


propri laboratori di consulenza prativa rivolti ai
fondatori e agli amministratori di startup così come ai
consulenti e Commercialisti che le assistono, perché
siamo certi che solo condividendo le giuste (e
specialistiche) conoscenze si possano mettere a frutto
tutte le infinite opportunità che offre una startup.

Pensiamo che quello che diciamo, illustriamo,


spieghiamo e scriviamo permette (ed ha permesso
alle startup che lo hanno già fatto) di sfruttare al
massimo tutte le potenzialità di una startup, ottenendo
notevoli benefici.

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Detrazioni startup.
02 Il quadro di
riferimento
Il 2020 e il 2021 sono stati anni ricchi di novità
normative che hanno incentivato l’investimento nelle
imprese innovative soprattutto da parte di soggetti
privati ovvero “persone fisiche”.

Sostanzialmente abbiamo due casistiche.

Abbiamo l’agevolazione “tradizionale” sia in startup


che in PMI innovative cui spetta la detrazione del
30%.

C’è poi l’agevolazione “rafforzata”, quella prevista


dall’articolo 38 del decreto rilancio (DL 34/2020), per
cui spetta la detrazione del 50% per gli aumenti di
capitale e -solo per il 2020 – anche per le costituzioni
e che sono soggette ai limiti del regime de minimis
(ai sensi del Regolamento (UE) n. 1407/2013 della
Commissione europea del 18 dicembre 2013).

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Ricordiamo inoltre che l’investimento può essere
diretto oppure indiretto per il tramite di società che
investono prevalentemente in startup innovative o
Organismi di investimento collettivo del risparmio
(OICR).

E ‘utile precisare che l’ammontare non detraibile, in


tutto o in parte, nel periodo d’imposta di riferimento
può essere portato in detrazione dall’Irpef nei periodi
d’imposta successivi, ma non oltre il terzo.

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2.1 Il fascicolo detrazioni
Vediamo ora, prima di addentrarci nei meandri
compilativi della dichiarazione, come deve essere
documentato l’investimento.
Innanzitutto, per beneficiare della detrazione
“rafforzata” del 50% è necessario che le imprese
beneficiarie dell’agevolazione abbiano presentato
apposita comunicazione tramite la piattaforma
informatica sul sito del Ministero dello Sviluppo
economico, un’istanza on line a questo link.

In ogni caso tutti gli investitori devono poi ricevere (e


conservare perché viene richiesto dall’Agenzia delle
Entrate in sede dei controlli delle dichiarazioni) una
certificazione del legale rappresentante dell’impresa
beneficiaria contenente specifiche informazioni
previste dalla normativa e corredata dal business
plan comprensivo della exit strategy.

Per la detrazione del 50% la certificazione deve


contenere anche il codice COR rilasciato dal registro
nazionale degli aiuti, l’importo dell’investimento
effettuato e quello della detrazione fruibile.

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1
Vediamo ora come compilare la dichiarazione.

Precisiamo subito che il modello deve per forza di


cose essere il modello Redditi. Infatti, nel modello
730 non esiste nessun campo per indicare la
detrazione in startup e PMI innovative.
Non capiamo la motivazione di tale scelta che
penalizza i contribuenti che possono utilizzare il
modello 730 per avere il rimborso dei crediti che
emergono dalla dichiarazione direttamente in busta
paga.
Poco convincenti ci paiono anche le ragioni
dell’Agenzia che argomenta

precisando che il modello 730 è destinato alle


situazioni più semplici…

1 Gli esempi e le indicazioni sono relativi alle guide e modelli vigenti al momento della pubblicazione dell’ebook

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Guida alla compilazione modello
2.2
Redditi PF 2021
I contribuenti che effettuano investimenti in startup
e PMI innovative devono compilare alcuni quadri del
modello Redditi PF 2021.

1) Il quadro RP.
Precisamente il rigo RP80 accoglie tutte le
informazioni relative all’investimento e all’ammontare
della detrazione. Qualora siano stati effettuati, nel
2020, investimenti di tipologia diversa (30%, 50%
come abbiamo visto) o in società diverse è necessario
compilare più quadri. Nel primo quadro poi, verrà
riportato il totale (colonna 6).

2
Rinviamo alle istruzioni del modello (che sono
prelevabili dal sito dell’Agenzia delle Entrate) per
una disamina più analitica precisando però che tutte
le indicazioni per compilare i singoli righi sono
contenute nella certificazione che ha rilasciato
l’impresa beneficiaria.

2 Riferito al 2021

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Se manca qualche informazione probabilmente
c’è qualcosa che non funziona nella certificazione.

Nel caso in cui si sia verificata la decadenza dal


beneficio per il verificarsi di una delle condizioni
previste dalla legge (per esempio la cessione a
titolo oneroso della partecipazione o la
distribuzione di utili prima dei periodi stabiliti),

il contribuente è tenuto a compilare il rigo RP80 e


a restituire l’importo detratto, unitamente ai
relativi interessi legali.

2) Il quadro RN.
L’importo totale della detrazione va poi riportato nel
quadro RN che è il quadro in cui vengono effettuati i
conteggi per la liquidazione dell’imposta da cui
emerge il debito o il credito tributario.

In particolare, nel rigo RN21 deve essere indicato


l’importo complessivo della detrazione (quello di
RP80 colonna 6 per intenderci) e la detrazione

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utilizzata, cioè che ha trovato capienza nell’imposta
del 2020. Il residuo può essere “portato in avanti” e
utilizzato, come detto, nei successivi 3 anni.

Sempre nel quadro RN (nei righi RN18, RN19 e


RN20) vanno riportate le detrazioni non fruite (per
incapienza) nei precedenti periodi di imposta
2017, 2018 e 2019.

3) il quadro RS.
Il rigo RS401 è il quadro in cui vanno comunicati gli
aiuti di stato fruiti dalle imprese e dai titolari di partita
iva.

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Quindi questo quadro deve essere compilato dalle
società che effettuano investimenti in startup e
PMI innovative e che beneficiano della deduzione dal
reddito del 30% dell’investimento e dagli imprenditori
individuali che investono in regime di impresa.

Non deve essere compilato invece, e questo è


pacifico, quindi dalle persone fisiche non titolari di
partita iva.

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Tempi di produzione della
2.3
documentazione
La documentazione che compone “il fascicolo
investitori” va prodotta entro 60 giorni dal
conferimento, a questo proposito va comunque
precisato che ha valore la data apposta sulla
certificazione e sul business plan e che non esiste
(per quanto noto fino ad ora) alcun obbligo di
apposizione di “data certa”, “marcatura temporale”
o firma digitale.

Risulta comunque ovvio che indipendentemente dal


momento della produzione e invio, il Fasciolo
investitori:

1. deve avere una data compresa nei 60 giorni dal


conferimento risultante in apposito atto;
2. deve essere inviata in tempi utili per la
presentazione delle dichiarazioni dei redditi dei
beneficiari.

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2.4 Piccolo suggerimento
In coda a questo contributo, vogliamo ricordare che
per la creazione delle certificazioni e del business
plan che compongono il fascicolo investitori valido per
le detrazioni, abbiamo creato un tool che in pochi clic
e pochi passaggi ti permette di ottenere i documenti
validi e redatti a norma.

Puoi accedere da qui.

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Detrazioni: il 50% e
03 le fonti giuridiche
Dal momento della pubblicazione del decreto che ne
ha istituito la vigenza diverse sono state le motivazioni
che hanno generato non poca confusione, con
soluzioni e mezze soluzioni che più che chiarire, “il
come”, “il chi” e “il quando” hanno generato ulteriore
imbarazzo.

Con questo approfondimento frutto di ore impiegate a


ricercare fonti, pareri, faq ed a metterle insieme
secondo un quadro logico e sensato, abbiamo
pensato di fornire un contributo, speriamo definitivo
dal quale iniziare a fare chiarezza.

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3.1 Gli investimenti in sede di costituzione
3
E’ passato oramai più di un anno dalla pubblicazione
del decreto che ha reso finalmente note le modalità
operative con cui poter beneficiare della detrazione
del 50%.

In questo periodo, abbiamo cercato di rispondere alle


numerose domande che ci sono pervenute sul tema,
cercando di interpretare non sempre agevolmente
una norma e i relativi provvedimenti operativi.

3.2 La gerarchia delle fonti.


Piccola premessa.
Chiunque abbia studiato diritto (non intendiamo
frequentando giurisprudenza, basta una scuola
superiore) sa benissimo che nella prima ora della
prima lezione viene trattato il tema della gerarchia
delle fonti.

Cioè che le norme non hanno tutte la stessa


importanza, ma ognuna ha il suo rango.

3 Riferito alla data di pubblicazione del presente e-book.

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Semplificando: in cima c’è la costituzione, poi le leggi
ordinarie, infine i decreti attuativi delle leggi ordinarie.
Poi c’è la prassi, cioè dei documenti (ad esempio le
circolari) pubblicate da un ente pubblico utili a chiarire
operativamente alcune applicazioni della legge.

Il principio di gerarchia delle fonti stabilisce che una


norma di rango inferiore non può contraddire o
limitare una norma di rango superiore.

Nel nostro caso abbiamo avuto il DL 38/2020 (la


legge), poi decreto attuativo, poi la circolare attuativa
del decreto attuativo. Per gli amanti del genere trovate
tutto qui.

Noi li abbiamo letti, riletti, studiati, ci siamo confrontati


anche animatamente tra di noi, eppure c’erano alcune
cose che non riuscivamo a interpretare.

Ma poi, finalmente, sul sito del MISE hanno


pubblicato le FAQ! Le domande frequenti. Lasciamo
ai lettori ogni valutazione in merito al rango
normativo delle FAQ del MISE.

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Investimenti in sede di costituzione.
3.3
La FAQ
Leggiamo la FAQ 2.1 in cui viene proprio chiesto:

se la detrazione del 50% spetta solo sugli aumenti di


capitale successivi alla costituzione societaria o si
possa essere fruita anche per il conferimento iniziale
di capitale sociale in start up innovativa.

Fantastico. È una delle domande che avevamo anche


noi, e peraltro una di quelle che lasciava più dubbiosi.
Infatti, la norma (l’articolo 38 del DL 34/2020) parla
genericamente di investimenti in startup e PMI
innovative.
E investimento è quello effettuato sia in sede di
aumento di capitale che in sede di costituzione.
Precisa, inoltre, che la detrazione:

“si applica alle sole start-up innovative iscritte alla


sezione speciale del Registro delle imprese al
momento dell’investimento”.

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Quindi, considerando che se una società al
momento della costituzione chiede la contestuale
iscrizione alla sezione speciale, il requisito è da
ritenersi soddisfatto.
Poi però il decreto attuativo (che, come prevede la
gerarchia delle fonti, non può mai limitare la portata di
una norma) ha previsto:

“prima di effettuare l’investimento l’impresa


beneficiaria (la startup quindi) presenti apposita
istanza sulla piattaforma informatica”.

Per il 2020 veniva inoltre concessa una finestra


temporale fino a fine Aprile 2021 per comunicare gli
investimenti effettuati prima della messa online della
piattaforma.

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3.4 La procedura
La procedura ha perfettamente senso per gli
aumenti di capitale.
In questo modo la startup verifica la capienza della
soglia de minimis e l’investitore non ha amare
conseguenze quando deve poi fare la dichiarazione e
scopre che non può beneficiare della detrazione del
50% ma solo di quella del 30% (che ricordiamo non
soggiace a tutta questa procedura).

Rimane però il problema degli investimenti effettuati in


sede di costituzione.

Commentatori più autorevoli di noi, hanno subito


pensato a un inghippo tecnico. Nel senso che scritta
così non è effettivamente possibile effettuare la
procedura di comunicazione preventiva.

È vero. Abbiamo pensato:

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si accorgeranno dell’errore e daranno un termine
entro il quale presentare l’istanza dopo la
costituzione. In fondo se la startup non è ancora
costituita non può avere eroso il plafond “de minimis”.
E gli investitori che partecipano alla fondazione di una
società faranno i loro conti sulla detrazione spettante
a seconda del capitale complessivo conferito.
Logico vero?

3.5 La soluzione Italian Style


E invece no. Sono intervenute le FAQ che hanno
stabilito 2 cose, siccome il decreto attuativo prevede
che (citiamo testualmente):

“prima dell’investimento, l’impresa beneficiaria


presenti istanza di accesso al beneficio attraverso la
piattaforma informatica dedicata.
Tale disposizione preclude che l’investimento
effettuato in sede di costituzione societaria possa
ottenere il beneficio fiscale in oggetto poiché privo del
requisito di cui sopra. L’unica eccezione riguarda gli
investimenti effettuati tra il primo gennaio 2020 e la
data di inizio di operatività della piattaforma (1 marzo
2021), per i quali è possibile presentare istanza sulla
piattaforma successivamente all’effettuazione
dell’investimento”.
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Non siamo raffinati giuristi quindi non sappiamo
esprimerci in merito alla legittimità di questa
interpretazione, anche se qualche idea in proposito
ce l’avremmo…

Quello che sappiamo, perché lo vediamo tutti i giorni


sul campo, è che fare impresa (soprattutto se
innovativa) in questi tempi ha un qualcosa di eroico
che riteniamo debba essere incentivato e non
ostacolato da farraginose e fantasiose interpretazioni
di norme.

Gli investimenti in capitale e mezzi propri per le


startup sono l’energia quanto mai necessaria
soprattutto nelle fasi di avvio (che sono sempre le più
rischiose) e quindi devono essere ancor più incentivati
e non penalizzati.

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I Focus
Per fornire un quadro, il più possibile profondo e
concreto, abbiamo pensato di affrontare alcuni focus
specifici inerenti le tematiche delle detrazioni, come
ad esempio l’investimento attraverso PIR alternativi,
le modalità pratiche per ottenere l’agevolazione del
50%, il fascicolo detrazioni per gli investitori.

25
Detrazioni startup e
01 PIR Alternativi
Si sta molto discutendo dei PIR Alternativi come una
ulteriore occasione ed agevolazione per chi investe in
Startup anche e soprattutto attraverso Piattaforme di
Equity Crowdfunding. Ecco il nostro approfondimento.

1.1 I PIR
I PIR (Piani di Investimento a lungo termine) sono
stati introdotti dalla Legge di Bilancio per il 2017 (“L.
n. 232/2016”) con la ratio di canalizzare il risparmio
delle famiglie verso le imprese residenti in Italia,
garantendo alle stesse l’accesso a forme di
finanziamento alternative al circuito bancario. Quindi
prima di passare ad analizzare i PIR Alternativi
ricordiamo brevemente che si tratta di un “contenitore”
ove vengono collocati strumenti finanziari per un
determinato periodo di tempo (minimo) e per i quali, a
dette e determinate condizioni è previsto un incentivo
fiscale.

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1.2 Le novità del Decreto Rilancio
Tra le previsioni contenute nel D.L. 34/2020 (Decreto
Rilancio) troviamo il potenziamento dei PIR: con
l’introduzione dei c.d. “PIR Alternativi”.
I nuovi PIR Alternativi sono complementari ai PIR
tradizionali e sono caratterizzati da:

Vincoli di investimento: per i 2/3 dell’anno il PIR


deve essere investito per il 70%, in via diretta o
indiretta, in strumenti finanziari (tra cui
partecipazioni in startup innovative o PMI
innovative) di imprese italiane non quotate sugli
indici di Borsa.
Estensione degli strumenti: si può investire
anche in prestiti o crediti.
Maggiore beneficio fiscale: la non imposizione
delle plusvalenze è aumentata fino a €150k
all’anno per 10 anni (per un totale di €1,5mln) e
con il Decreto Agosto (D.L. 104 del 2020)
l’investimento è stato elevato a €300k all’anno.
Vincolo di concentrazione: 20% su singolo
emittente

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Categorie di intermediari: ampliati con
Organismi di investimento collettivo del risparmio
(OICR aperti), contratti di assicurazione sulla vita
e di capitalizzazione, anche tramite FIA, Private
Equity, Fondi di Private Debt e di credito.

1.3 Quali agevolazioni con le startup


innovative?
L’investimento in startup innovative realizza un
beneficio di detrazione Irpef del 50% per le persone
fisiche, come previsto dalle normative italiane.
L’agenzia delle entrate, con la risposta n.113 del
16/02/2021 è intervenuta sottolineando che la
detrazione per le start up innovative e la disciplina dei
PIR possono coesistere.

La disciplina dei PIR prevede un regime di esenzione


dei redditi di capitale e dei redditi diversi, con
esclusione di quelli che concorrono alla formazione
del reddito complessivo del contribuente e di quelli
derivanti da partecipazioni che sono c.d. “qualificate “,
percepiti da persone fisiche residenti in Italia, al di
fuori di attività d’impresa e rinvenienti da strumenti
finanziari inseriti nel piano.
Nello specifico,

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il conferimento in un PIR di quote di una start-up o
PMI innovativa costituite in forma di S.r.l., collocate
tramite portali di equity crowdfunding, non comporta la
decadenza dalla detrazione IRPEF, dal momento che
non si determina un mutamento nella titolarità
dell’investimento e, ai fini dell’agevolazione dei PIR,
realizzandosi esclusivamente un cambio del regime
fiscale applicabile ai proventi derivanti dagli strumenti
conferiti (detassazione).

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Detrazioni startup.
02 Come ottenere il
50%
Dopo una serie di rimpalli fra i vari uffici del MISE e la
Ragioneria generale dello Stato, almeno così dicono i
ben informati, è stato pubblicato sulla Gazzetta
ufficiale del 15 febbraio 2021, il Decreto 28 dicembre
2020 recante
“Modalità di attuazione degli incentivi fiscali in
regime de minimis all’investimento in start-up
innovative e in PMI innovative”.

In questo contributo abbiamo posto particolare


attenzione sulla questione del regime de minimis.

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Detrazioni startup: il regime de
2.1 minimis
Gli incentivi alle imprese concessi dagli Stati europei,
per non violare il diritto alla concorrenza, devono
sottostare a quanto disposto

dagli articoli 107 e 108 del Trattato sul


Funzionamento dell’Unione Europea, come poi meglio
disciplinati dal regolamento UE 1407/2013.

In sostanza un’impresa non può ricevere contributi,


nell’arco di tre anni, superiori a 200.000 euro: è il
cosiddetto regime de minimis.

Ora, l’agevolazione “rafforzata” che prevede la


detrazione del 50% per gli investimenti effettuati in
startup e pmi innovative (entro determinate soglie)
rientra proprio in questa tipologia di aiuto.

Quindi pur essendo l’investitore “persona fisica” il


beneficiario diretto della detrazione, la startup ne
beneficia indirettamente in quanto collettore degli
investimenti agevolati.

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Detrazioni startup: come calcolare la
2.2 soglia de minimis
Occorre innanzitutto verificare che la startup o la PMI
innovativa non abbia beneficiato nei tre anni
antecedenti l’investimento di aiuti di stato eccedenti
l’importo di 200.000 euro.

La verifica è piuttosto semplice.

E’ stato istituito il registro nazionale per gli aiuti di


stato, raggiungibile on line in cui è possibile
individuare tutti gli aiuti in regime de minimis ricevuti
nel triennio di osservazione da un’impresa,
effettuando una ricerca con la denominazione o il
codice fiscale.

Calcolare tale soglia è fondamentale in quanto


qualora l’impresa abbia raggiunto già la soglia
massimale agli investitori non spetta la detrazione del
50%. Spetta però quella del 30% in quanto tale
detrazione non è considerabile aiuto di stato.

In caso invece di utilizzo parziale del massimale può


essere necessario rideterminare l’importo del
beneficio spettante per non eccedere la soglia limite
dei 200.000 euro.

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2.3 La procedura on-line
Il decreto ha poi previsto l’istituzione di un’apposita
procedura per comunicare gli investimenti effettuati
con lo scopo di verificare la spettanza, e la misura,
della detrazione per gli investitori in funzione degli
aiuti di stato già ricevuti dalla startup.

L’incombenza ricade sull’impresa che deve


presentare un’apposita istanza online tramite la
piattaforma “Incentivi fiscali in regime de minimis”
sviluppata a cura del MISE.

L’istanza è una vera e propria autocertificazione resa


ai sensi degli articoli 46 e 47 del DPR 445/2000
(quindi qualora vengano dichiarati dati errati, si rischia
di incorrere in sanzioni anche penali) in cui occorre
dichiarare da un lato che si possiedono tutti i requisiti
per beneficiare della detrazione, dall’altro la tipologia
di investimento (diretto o indiretto tramite Organismo
di investimento collettivo del risparmio che investe
prevalentemente in startup innovative) e la misura
dell’agevolazione di cui intende usufruire.

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Deve essere presentata un’istanza
2.4 per ogni investitore.
Segnaliamo, fra le altre informazioni che deve
contenere l’istanza, quelle relative all’impresa
unica.

È questo un concetto questo cui prestare particolare


attenzione quando le imprese fanno parte di gruppi o
più soci detengono il controllo di più imprese poiché ai
fini del deminimis occorre tener conto del cumulo dei
contributi ricevuti dalle imprese collegate.

Infine, riportiamo l’accesso al portale evidenziando


che la procedura è attivabile esclusivamente dai
soggetti che da Registro Imprese risultino avere i
poteri di rappresentanza del soggetto con
autenticazione e verifica attraverso SPID.

Alcune indicazioni fondamentali:

1. La domanda può presentarla solo l’amministratore


o uno dei legali rappresentanti della società
2. È necessario che chi presenta la domanda si
accrediti in piattaforma con SPID (non sono previste
altre modalità)

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TUTTI I DIRITTI RISERVATI
3. È necessario che tutti gli investitori abbiamo e
comunichino la propria pec (è un campo obbligatorio)
4. È necessario tenere a portata di mano la firma
digitale da utilizzare per firmare le domande in p7m
5. È necessario tenere sottomano gli atti di
costituzione e di aumento di capitale per caricare
correttamente date e importi degli investimenti

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Investimenti in
03 startup. Il fascicolo
detrazioni
Oltre all’argomento sempre rovente delle detrazioni, di
come calcolarle, da quando decorrono, un altro tema
“topic” è quale debba essere la documentazione che
compone il "fascicolo dimostrativo"

3.1 Business plan con exit strategy


In relazione alla presentazione delle dichiarazioni dei
redditi, ci pare utile affrontare un argomento poco
conosciuto (se non dagli addetti ai lavori) ma che può
causare la decadenza dalla agevolazione prevista per
chi investe in startup innovative.

3.2 Il Business Plan e la certificazione


La normativa prevede che per poter usufruire
dell’agevolazione, l’investitore deve richiedere alla
startup (e conservare) due documenti,

vale a dire un business plan con exit strategy e una


certificazione che attesti che l’ammontare
complessivo dei conferimenti rilevanti effettuati in ogni
periodo d’imposta non sia superiore ad euro
2.500.000 per ciascuna start-up innovativa.
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L’esperienza insegna che l’Agenzia delle entrate,
in sede di controllo documentale dei modelli unici,
richieda effettivamente la produzione di entrambi i
documenti.

E poiché il DM 30 gennaio 2014 richiede entrambi i


documenti a pena di decadenza dall’agevolazione, è
evidente l’importanza di non dimenticarsi di
domandare alla startup di predisporli e di metterli a
disposizione degli investitori.

In questo contributo ci soffermiamo sul business


plan, che l’articolo 5 del DM 30 gennaio 2014
chiama “piano di investimento”; il contenuto minimo
di tale documento è rappresentato, secondo il citato
articolo 5, da:

“informazioni dettagliate sull’oggetto della prevista


attività della medesima start-up innovativa, sui relativi
prodotti, nonché sull’andamento, previsto o attuale,
delle vendite e dei profitti.”

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3.3 L’indicazione della exit strategy
Ma allora, da dove di ricava la necessità
dell’indicazione dell’exit strategy?

Essa è prevista nell’ambito della relazione


illustrativa, che in ossequio agli orientamenti
Comunitari in merito agli Aiuti di Stato, richiede che

l’investitore venga messo al corrente, fin dal principio,


delle modalità con cui si prevede possa monetizzare il
proprio investimento.

L’exit strategy rappresenta

la soluzione (o le soluzioni) che i promotori del


progetto propongono agli investitori, dando evidenza
al termine del business plan del percorso che porterà
la startup ad incrementare il proprio valore nel tempo.

Non si tratta pertanto di modalità di exit generiche,


bensì di ipotesi legate alla singola startup, al proprio
modello di business, alle caratteristiche dei propri
prodotti, alla collocazione rispetto ai competitors
ecc…,

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e che termina con un sintetico bilancio di esercizio
previsionale, composto da stato patrimoniale e conto
economico, nonché (auspicabilmente) da un
rendiconto finanziario.

Per facilitare la creazione del Business Plan e delle


certificazioni CREAZIONEIMPRESA ha predisposto
un proprio tool.

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Il caso: conferimento
04 del prestito soci e
detrazioni
In questo focus presentiamo un caso specifico che ci
è stato sottoposto da parte di una startup in tema di
conversione del prestito soci al Capitale della S.r.l.

4.1 Il caso aziendale


Nel corso del 2021 la startup innovativa in questione,
per finanziare il proprio piano di crescita, ha deciso di
far ricorso al capitale di debito, ovvero ha fatto
richiesta ad un istituto bancario del mutuo garantito
da Fondo Nazionale di Garanzia.
Una scelta da noi condivisa, che permette di:

1) accedere a risorse finanziarie senza diluire troppo


le partecipazioni dei fondatori (in relazione ad un
valore premoney non ancora sufficientemente
idoneo);
2) ottenere un mutuo a condizioni favorevoli (anche
4
in relazione all’andamento dei tassi di interesse);

4 Al momento della richiesta

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3) di sviluppare e incrementare il valore per poi
presentarsi ad un round con track records idonei
anche per una valutazione premoney più elevata.

Tornando al caso specifico, la banca che ha erogato il


prestito per garantirsi (anzi blindarsi) ha richiesto ai
soci di apportare risorse per la metà del prestito, nella
forma tecnica del “prestito soci” (stante la apposita
previsione statutaria), e chiedendone la
postergazione con apposita “lettera” ovvero

l’impegno a non restituire il prestito (da parte della


società ai soci) dopo l’estinzione del mutuo.

A pochi mesi dall’erogazione i soci, ci hanno chiesto


se

fosse possibile “passare” il prestito a capitale netto


(capitale sociale + sovraprezzo) per poter fruire
nell’anno in corso delle detrazioni al 50% (detrazioni
per persone fisiche) previste per gli investitori in
startup.

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Al netto delle implicazioni di legittimità in termini di
previsioni della lettera di postergazione abbiamo
considerato gli aspetti meramente afferenti alla
possibilità di convertire il prestito in Capitale
netto e quindi di poter fruire delle detrazioni.

4.2 I versamenti "fuori capitale"


Inquadriamo innanzitutto il concetto di "versamenti
fuori capitale".

“Si intendono tali quei versamenti effettuati in denaro


dai soci in forma di erogazione diversa dai
conferimenti, che servono solitamente alle società per
perseguire il raggiungimento dell’oggetto sociale“.

Ora occorre tener conto che i soci hanno a


disposizione più modalità per versare “fuori capitale”:

1) a titolo di debito (non a fondo perduto) che


prevede la restituzione e che, secondo previsioni
statutaria, può essere anche fruttifero (il prestito soci,
appunto);
2) in conto futuro aumento del capitale (non a titolo
di debito) che non possono essere inseriti nella
macro-sezione patrimonio netto sino all’effettivo
aumento.

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In tutti gli altri casi si parla di versamenti in conto
capitale e a fondo perduto (ad esempio prestiti che
non prevedono la restituzione) per i quali è prevista

la creazione di una specifica e nuova riserva come


espresso dalla Cassazione, con sentenza del 24
luglio 2007, numero 16393: “una volta eseguiti, i
versamenti vanno a costituire una riserva, non di utili
ma di “capitale”, soggetta alla stessa disciplina della
riserva da soprapprezzo (articolo 2431 del codice
civile), seppure “personalizzata” o “targata” in quanto
di esclusiva pertinenza dei soci che li hanno
effettuati”.

4.3 Si matura il diritto alla detrazione?


Rispondendo alle richiesta specifica del caso occorre
innanzitutto riferissi alla previsione normativa relativa
alle

“modalità di attuazione degli incentivi fiscali


all’investimento in start-up innovative e in PMI
innovative” (decreto 7 Maggio 2019),

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il cui articolo 3 recita:

“Le agevolazioni di cui all’art. 4 si applicano ai


conferimenti in denaro iscritti alla voce del capitale
sociale e della riserva da sovrapprezzo delle azioni o
quote delle start-up innovative…”

È conseguentemente chiaro che il diritto alla


detrazione (o deduzione in caso di società) non
spetta in caso di “versamenti soci fuori capitale”,
almeno fino a che restano tali.

4.4 Il passaggio a capitale


Avendo finora analizzato le forme tecniche di
“apporto” entriamo meglio nella specificità della
richiesta:

“possiamo passare il prestito a capitale e ottenere le


agevolazioni fiscali?”

Partiamo subito dalla risposta: “si, vediamo perché”.


Innanzitutto è fondamentale chiarire che il prestito in
questione non è a fondo perduto e quindi non
finisce in alcuna riserva (targata o non) dal Capitale
Netto (condizione fondamentale) ma confluisce nella
voce “debiti” (anche questa indicazione è
fondamentale).
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TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Ora senza passare da tutto l’excursus giuridico e
dottrinale tra l’altro già affrontato quando abbiamo
parlato di Work for Equity, diremo semplicemente che
questa è

una quelle casistiche per le quali si può optare per “il


conferimento in compensazione del credito”.

destinando, come un qualsiasi aumento di capitale, la


quota a Capitale Sociale e la quota a riserva di
sovraprezzo dell’ammontare del prestito, ed
estinguendo contemporaneamente le reciproche
condizioni di debito/credito: della società verso i soci
(prestito); dei soci verso la società (sottoscrizione
aucap).

Precisiamo che questa ipotesi deve comunque


passare al vaglio del Notaio incaricato soprattutto in
termini degli oneri relativi al “mutuo tra privati” (3%). A
tal proposito si consulti la massima 23/2011 del
Consiglio Notarie di Firenze e la massima 125/2013
del Consiglio Notarile di Milano.

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TUTTI I DIRITTI RISERVATI
L’importanza della
05 “contestualità” di
iscrizione alla
sezione speciale
Affrontiamo un focus, molto particolare, su un
argomento che credevamo scontato e che pare non lo
sia affatto. Un contributo reso possibile grazie a
numerose segnalazioni pervenuteci dai nostri canali
web.

5.1 Il caso
Diversi fondatori di startup ci ha segnalato una prassi
alquanto strana e molto conservativa, praticata,
per (per loro diretta conoscenza) da alcuni consulenti
non verticalmente esperti di startup, che hanno inteso
interpretare l’attuale normativa in materia di startup
innovative in maniera assolutamente restrittiva, e
molto cauta, ma che in realtà crea un notevole
svantaggio e danno a chi ne diviene destinatario
(ovvero i soci delle startup).

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TUTTI I DIRITTI RISERVATI
La pratica è quella di non considerare eleggibili alla
detrazione i conferimenti effettuati in sede di
costituzione considerandoli ante iscrizione alla
sezione speciale del registro imprese (quello delle
startup innovative)

Una pratica che (leggendo il seguito del focus) appare


logica se non si assume la “best practice” della
iscrizione contestuale.

La nostra visione (ovvero l’unica


5.2 possibile interpretazione)
Il Decreto 07.05.2019 pubblicato sulla G.U. n. 156 del
05.07.2019 all’articolo 3 comma 3 dice che

“I conferimenti di cui al comma 1 rilevano nel periodo


d’imposta in corso alla data del deposito per
l’iscrizione nel registro delle imprese da parte della
startup innovativa o della PMI innovativa ammissibile”;

poi, all’articolo 5 “Condizioni per beneficiare


dell’agevolazione fiscale” comma 1

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“Le agevolazioni di cui all’art. 4 spettano a condizione
che gli investitori di cui all’art. 2, comma 1, o i soggetti
di cui all’art. 1, comma 2, lettere e) e f), ricevano e
conservino:
– una certificazione della start-up innovativa o PMI
innovativa ammissibile che attesti di non avere
superato il limite di cui all’art. 4, comma 7, ovvero, se
superato, l’importo per il quale spetta la deduzione o
detrazione, da rilasciare entro sessanta giorni dal
conferimento”.

Quindi, riassumendo,

il diritto lo si acquisisce nel momento in cui viene


effettuato il versamento ed ha validità per l’anno
d’imposta nel quale esso è stato effettuato
indipendentemente dal momento d’iscrizione alla
sezione speciale, e ciò vale (altro quesito posto)
anche per le operazioni a cavallo di anno.

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TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Contestualità iscrizione sezione
5.3 startup

Per quanto detto in precedenza e in merito al


“comportamento conservativo” E’ assolutamente
necessario nonché indispensabile che l’iscrizione al
Registro Imprese nella sezione speciale avvenga
contestualmente alla costituzione e non in un
momento successivo (in particolare per la
costituzione notarile), ciò sia per la detraibilità degli
investimenti (soprattutto quelli dei fondatori) ma anche
per la fruizione delle agevolazioni previste per le
startup in fase costitutiva.

Diventa quindi ulteriormente indispensabile “scegliere”


a monte, una “descrizione dell’attività svolta
dall’impresa” che consenta la richiesta e attribuzione
di un codice Ateco, che non implichi procedure
autorizzative (come ad esempio la SCIA) che
impediscano la registrazione come “impresa attiva”.

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La cattiva prassi da parte di alcuni consulenti non
esperti in startup di separare la procedura per
ottenere subito l’iscrizione al registro imprese (come
inattiva) e in un momento successivo l’iscrizione alla
sezione speciale crea di fatto un danno economico
alla startup che può attendere anche diversi mesi per
ottenere il riconoscimento dello status di Startup
innovativa.

Operazione a cavallo diverse dalla


5.4 contestualità
Diverso è invece il caso della trasformazione o meglio
(più giusto) acquisizione del requisito startup
innovativa, da parte di una S.r.l. ordinaria.

In questo caso la data di riconoscimento diviene


fondamentale.

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5.5 Un esempio

Poniamo il caso di una potenziale startup


innovativa che per volontà dei soci o per mancanza
di competenze specifiche viene costituita come S.r.l.
non startup ad esempio in giugno.
I soci, dietro consiglio e opportune verifiche, decidono
di richiedere l’iscrizione alla sezione speciale,
avviando le necessarie procedure con il registro
imprese competente.

La pratica viene avviata a fine dicembre e l’iscrizione


avviene in gennaio.

I soci hanno diritto alle detrazioni spettanti agli


investitori in startup?
La questione è dibattuta.

Infatti, il decreto parla di conferimenti che rilevano nel


periodo d’imposta in corso alla data del deposito per
l’iscrizione nel registro delle imprese da parte della
startup innovativa o della PMI innovativa ammissibile.

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Quindi, se dovessimo interpretare che il diritto
scaturisce nel momento in cui si deposita la
domanda di iscrizione al registro imprese
(contestuale o meno rispetto al requisito di startup
innovativa) risponderemmo che

“no, non hanno diritto alla detrazione”.

Ma se dovessimo dare una interpretazione al


“deposito” relativamente al solo requisito di
riconoscimento di startup innovativa allora
risponderemmo in maniera affermativa, in quanto,
nel caso di specie il deposito della domanda alla
sezione speciale è avvenuto nel periodo
d’imposta coincidente con i versamenti e con
l’iscrizione al registro imprese.

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Domande & Risposte
A completamento di questo lavoro abbiamo pensato
di fornire uno schema di sintesi riportando le risposte
a domande specifiche su diverse tematiche inerenti al
diritto alle detrazioni fiscali per investimenti in startup.
Davvero tantissime domande, che qui riassumiamo
(solo in parte) per tematiche.

53
Utilizzo del beneficio
01 fiscale

1.1 Ciascun contribuente può tipicamente


godere di detrazioni fiscali nel limite
dell’imposta dovuta nell’anno. Se la nuova
detrazione dovesse eccedere l’imposta
dovuta, l’eccedenza andrebbe
definitivamente perduta?

Qualora la detrazione descritta sia di ammontare


superiore all’imposta lorda, l’eccedenza può essere
portata in detrazione dall’Irpef dovuta nei periodi di
imposta successivi, ma non oltre il terzo, fino a
concorrenza del suo ammontare

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Dipendenti,
02 pensionati e
detrazione
Possono i pensionati o i dipendenti pubblici
accedere alle detrazioni riservate ai soggetti
che effettuano investimenti nel capitale
2.1 sociale di imprese start-up innovative?”.
Ci sono effetti sulla pensione? E quale
modello fiscale bisogna utilizzare per la
dichiarazione dell’investimento?

La detrazione fiscale avviene in sede di presentazione


della dichiarazione annuale dei redditi, ovvero l’anno
successivo a quello nel quale è avvenuto
l’investimento, e si è maturato il diritto alla detrazione.

Come chiarito anche dall’Agenzia delle Entrate:

“ai sensi dell’art. 29 del D.L 179/2012, la detrazione in


questione è riconosciuta in favore degli investitori
soggetti all’imposta sul reddito delle persone fisiche
(IRPEF) residenti e non residenti”

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Ulteriore conferma e precisazione in merito è giunta
dalla Agenzia delle Entrate con la risposta a
interpello n. 146 del 26 maggio 2020.

Pertanto, un soggetto pensionato che investe in una


start-up innovativa, può beneficiare della detrazione
IRPEF senza che ciò comporti alcun effetto sulla
pensione, in quanto il meccanismo della detrazione è
volto semplicemente ad abbattere l’imposta da
versare. Ciò implica, naturalmente, che in assenza di
IRPEF a debito, la detrazione andrà persa per
incapienza, o sarà utilizzata parzialmente nel caso in
cui l’imposta a debito risulti inferiore alla detrazione
spettante.

La seconda analisi che abbiamo effettuato è sul


processo burocratico per ottenere il beneficio fiscale.
Affidandosi ad un commercialista o al CAF di fiducia,
il pensionato noterà che il modello 730/2020 (riservato
ai dipendenti pubblici) non contempla la possibilità di
indicare la detrazione in start-up innovative, previste
invece nel modello PF/2020 (Quadro RP sezione VI).

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Per beneficiarne è necessario presentare il modello
Redditi Persone Fisiche 2021 in cui si potranno
inserire tutti i dati sia relativi alla pensione, sia relativi
alle detrazioni per investimenti in start-up innovative
(rigo RP80). In questo caso, per l’investimento
effettuato nel 2020, il rimborso del 50% tramite
detrazione fiscale non verrà erogato dall’INPS, quale
ente pensionistico, ma verrà rimborsato con il 730
dell’anno 2021, compilato nell’anno 2022.

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Detrazioni per
03 investimenti in PMI
innovative
3.1 La detrazione maggiorata del 50% (fino a
euro 100.000) per le persone fisiche è
alternativa alla detrazione ordinaria del
30%? Vale lo stesso per la deduzione per
investimenti in PMI (300.000 euro)?

La normativa degli investimenti in startup è strutturata


in modo differente rispetto a quella degli investimenti
in PMI. Nel caso delle startup, è espressamente
previsto che la detrazione 50% è alternativa a quella
del 30%. La stessa cosa non è invece prevista per le
PMI, nel qual caso è quindi possibile utilizzare la
detrazione del 50% fino a 300.000 euro e quella del
30% oltre tale ammontare. Quindi in caso di Startup
occorre preventivamente pianificare e decidere quale
tipo di agevolazione opzionare con un opportuno
calcolo di convenienza.

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Detrazioni per work
04 for equity e SFP

4.1 Le detrazioni (50% e 30%) spettano anche


in occasione di piani di work for equity, piani
di incentivazione o conversione di SFP?

Si, spettano in tutti i casi in cui venga aumentato il


capitale sociale nella forma di “conferimenti in denaro”
ricordando che nel caso di aumento di capitale in
Work for Equity attraverso compensazione del credito,
questo corrisponde appunto ad un versamento in
denaro.

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Investitori esteri,
05 forfettari e reddito
imponibile
5.1 Gli investitori esteri possono utilizzare la
detrazione?

Per godere della detrazione è necessario (a) avere un


reddito imponibile in Italia e (b) che tale reddito sia
assoggettato ad IRPEF. Quindi un investitore
residente all’estero può godere dell’agevolazione a
patto che abbia redditi da dichiarare in Italia
assoggettati ad IRPEF.

5.2 I soggetti con imposta forfettaria/sostitutiva


possono utilizzare la detrazione?

Il requisito che il reddito deve essere assoggettato ad


IRPEF esclude che la detrazione possa essere
utilizzata su redditi assoggettati ad imposte diverse.

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5.3 Cosa succede in caso di mancanza di
reddito imponibile?

La detrazione può essere riportata in avanti fino al


quarto anno; trascorso tale periodo, viene persa.

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06 Procedura 50%

6.1 Prima di attivare la procedura cosa devo


fare?

Occorre preventivamente verificare sul sito del


Registro Nazionale degli Aiuti di Stato il plafond de
minimis utilizzato, questo per evitare spiacevoli
conseguenze in termini di mancata assegnazione
dell’agevolazione al 50% ad uno o più investitori.

6.2 Quali sono gli step della procedura?

L’intera procedura “autorizzativa” va effettuata prima


dell’aumento di capitale e a tale scopo faranno fede:
a) la data del certificato autorizzativo ricevuto (con
indicazione, in particolare del codice COR);
b) la data dell’atto e ancor più la data del versamento
o della compensazione del credito (in caso di WFE).

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6.3 Chi può attivare la procedura?

La procedura può essere attivata esclusivamente dal


rappresentate legale della Startup e che è possibile
attraverso l’identità SPID. non è ammesso l’uso della
firma digitale.

Quali sono i documenti e le informazioni da


6.4 richiedere agli investitori beneficiari?

Occorre possedere tutti i dati anagrafici (ivi inclusi


documento d’identità e codice fiscale) degli investitori
e verificare che tutti siano in possesso di pec alla
quale la certificazione (oltre che alla Società) verrà
notificata.

Ma devo fare tutto questo anche per la


6.5 detrazione al 30%?

No la detrazione al 30% non richiede alcuna


procedura autorizzativa e non incide sul plafond de
minimis della startup.

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Non mi è chiaro se la certificazione sugli
investimenti va rilasciata sul capitale
6.6 sottoscritto o solo su quello effettivamente
versato

Le agevolazioni spettano a condizione che gli


investitori ricevano dalla startup innovativa una
certificazione da rilasciare entro trenta giorni dal
conferimento (data della certificazione), attestante il
non superamento dei limiti legali e attestante
l’ammontare dei conferimenti effettuati.

A seconda della tipologia di investimento dovranno


essere inoltrati all’investitore anche gli altri documenti
indicati dalle singole normative (Decreto 7 Maggio
2019 – Modalità di attuazione degli incentivi fiscali
all’investimento in start-up innovative e in PMI
innovative e Decreto 28 Dicembre 2020 – Modalità
di attuazione degli incentivi fiscali in regime de
minimis all’investimento in start-up innovative e in
PMI innovative), riguardanti gli elementi fondamentali
del singolo investimento dell’investitore e il piano di
investimento complessivo. (ovvero il business plan)

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In merito al contenuto della certificazione, questa si
baserà sull’importo dell’investimento corrispondente
all’ammontare effettivamente versato (in capitale e
sovraprezzo) e non sulla parte di conferimento ancora
da versare.

Abbiamo fatto domanda di incentivo al MISE


per detrazioni IRPEF 50% per investimento
in startup. Tre domande le abbiamo fatte il
12 maggio e ci hanno dato risposta positiva
immediata mentre altre due le abbiamo fatte
ieri (n.d.r. 20 maggio 2021) e non abbiamo
ancora ricevuto risposta. Siccome ho
6.6 programmato l’aumento di capitale dal
notaio per domani (n.d.r. 21 maggio 2021),
credete che si possa fare ugualmente
l’aumento di capitale anche nelle more delle
risposte positive mancanti dal MISE? se
queste arrivano successivamente credete
sia motivo di nullità del contributo?

La Circolare n. 25 febbraio 2021 recante


“disposizioni operative per l’accesso e il
funzionamento della piattaforma informatica” al Punto
II – n. 9 recita:

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“La presentazione dell’istanza per il tramite della
piattaforma informatica e l’esito positivo degli
accertamenti effettuati dalla stessa sono condizioni
per la successiva fruizione dell’agevolazione di cui
all’articolo 4 del decreto relativamente all’investimento
effettuato da un soggetto investitore nell’impresa
beneficiaria che presenta istanza “.

Al successivo Punto IV – n. 31 viene ribadito che:

“Le istanze si intendono correttamente finalizzate


esclusivamente a seguito dell’attestazione, da parte
della piattaforma informatica, di esito positivo del
suddetto accertamento, di rilascio del COR e di
registrazione dell’aiuto presso il Registro nazionale
aiuti. L’attestazione di esito positivo rilasciata dalla
piattaforma informatica riporta il COR rilasciato dal
Registro nazionale aiuti e viene trasmessa alla PEC
dell’impresa beneficiaria e del soggetto investitore “

La circolare è perciò piuttosto chiara, in assenza


dell’attestazione di esito positivo non si può fruire del
beneficio.

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07 Tempi e sanzioni

7.1 Cosa succede se non produco e invio agli


investitori la documentazione?

L'Agenzia delle Entrate in sede di controlli richiede la


documentazione prevista (business plan e
certificazioni). In caso di non possesso o non
regolarità è prevista la revoca delle agevolazioni e le
relative sanzioni.

7.2 Di quali informazioni ho bisogno per


compilare le certificazioni?

I dati necessari sono:

a) l'investimento complessivo;
b) la parte d'investimento in equity e quella in
sovraprezzo;
c) le date di effettuazione (intendendosi per tali le
date di versamento);

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d) in caso di detrazione maggiorata tutti i dati presenti
nella certificazione autorizzativa ricevuta via pec dal
MISE;
e) tutti i dati anagrafici degli investitori.

Se una stessa persona ha effettuato più


7.3 investimenti devo compilare più
certificazioni?

Si. Le certificazioni valgono per ogni singolo


investimento e devono riportare i dati dello stesso;
quindi, se una stessa persona ha effettuato più di un
investimento, occorre produrre più certificazioni.

C’è una scadenza per produrre e inviare il


7.4 business plan e le certificazioni agli
investitori e ai fondatori che hanno versato in
fase di costituzione?

La documentazione che compone “il fascicolo


investitori” va prodotta entro 60 giorni dal
conferimento.
A questo proposito va comunque precisato che ha
valore la data apposta sulla certificazione e sul
business plan e che non esiste (per quanto noto fino
ad ora) alcun obbligo di apposizione di “data certa”,
“marcatura temporale” o firma digitale.
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TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Risulta comunque ovvio che indipendentemente dal
momento della produzione e invio, il Fasciolo
investitori:

a) deve avere una data compresa nei 60 giorni dal


conferimento risultante in apposito atto;
b) deve essere inviata in tempi utili per la
presentazione delle dichiarazioni dei redditi dei
beneficiari.

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TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Info

70
Come posso
01 approfondire?

Se dopo aver letto questa guida hai la sensazione che


gli argomenti siano troppi e/o troppo tecnici, prenditi
un attimo di riflessione.

La corretta definizione e applicazioni delle detrazioni


spettanti agli investitori in startup e pmi innovative,
richiede una adeguata e approfondita conoscenza
della normativa e delle relative modalità di
applicazione e produzione documentale.

Il rischio di incorrere in errori e “trappole” e fin troppo


evidente. Occorre anche tener conto delle esatte
procedure (e dei tempi necessari) per accreditare la
richiesta dell’agevolazione al 50% con opportuno
calcolo preventivo del “plafond deminimis” e del
preventivo calcolo di opportunità di fruizione della
detrazione al 30% o 50%.

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Noi siamo qui per aiutarti e oltre ai contenuti
informativi che pubblichiamo (proprio come questo),
abbiamo creato l’Academy dove moduli
estremamente pratici e concreti, ce he ti aiuteranno a
scoprire tutti gli aspetti di applicazione con esempi
pratici e immediatamente fruibili.

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generazione automatica del business plan e delle
certificazioni che compongono il fascicolo investitori.

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Gli autori di questa
02 guida
Nicola Vernaglione
Founder e CEO CREAZIONEIMPRESA SRL – SB.
Certified Startup advisor & specialist, certified innovation manager in per
l’innovazione gestionale e organizzativa delle PMI.
Dottore commercialista, consulente per l’innovazione del business, con circa 30
anni di esperienza. Laureato in Economia, si è poi specializzato in Business
Planning.
E’ stato ricercatore e Docente in marketing strategico e marketing dei servizi
presso la Facoltà di Economia di Bari.
Ha svolto e svolge attività di assistenza per numerose Amministrazioni
Pubbliche sia come valutatore di bandi progetti sia come monitor e mentor di
progetti avviati e agevolati. E’ componente stabile di alcuni nuclei di valutazione
di call for ideas, competition e premi nazionali dedicati alle startup. E’
componente della commissione startup e PMI dell’Ordine dei Dottori
Commercialisti di Milano. E’ autore del libro “startupper 10 e lode” e di numerosi
articoli tematici su startup e PMI innovative. Ha supportato alla nascita e
sviluppo oltre 300 imprese (tra microimprese, startup innovative, PMI)

Ezio Este
Founder e CFO di CREAZIONEIMPRESA SRL – SB.
Certified Startup advisor & specialist, Dottore commercialista e Revisore
Legale.
Sono laureato in Scienze Politiche (2000) e in Economia e gestione delle
imprese (2011) presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore. Ho frequentato il
master in Instructional Design per ambienti e-learning organizzato dallo IED.
Appassionato di innovazione tecnologica, accanto all’attività professionale
tradizionale mi occupo di startup innovative, di sostenibilità secondo la
prospettiva dello shared value e di reti di impresa.
E’ della commissione startup e PMI dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di
Milano. Autore di articoli e relatore in convegni e corsi di formazione tematici su
startup e PMI innovative, reti di impresa e società benefit. ha partecipato alla
stesura del Quaderno sulle Società Benefit dell’Ordine dei Commercialisti di
Milano.

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Gli autori di questa
02 guida
Nicola Tracanella
Founder e Chief Administrative Officer CREAZIONEIMPRESA SRL – SB.
Certified Startup advisor & specialist.
Dottore commercialista, consulente per l’innovazione del business, con circa 30
anni di esperienza. Laureato in Economia, si è poi specializzato
nell’accompagnare gli imprenditori nello sviluppo della propria attività, prima
accanto alle società “tradizionali” e poi, dall’emanazione dello Startup ACT,
affiancando le startup innovative.
Ha supportato la nascita e lo sviluppo di circa 100 imprese (tra microimprese,
startup innovative, PMI). E’ componente della commissione startup e PMI
dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Milano ed ha organizzato il primo
Master Startup per l’Ordine dei Commercialisti di Milano, nell’ambito del quale
ha rivestito anche la qualifica di coach.
E’ esperto nella costituzione di Società Benefit e ha pubblicato numerosi articoli
tematici su startup e PMI innovative, nonché sulle Società Benefit; ha
partecipato alla stesura del Quaderno sulle Società Benefit dell’Ordine dei
Commercialisti di Milano.

Valerio Oliveto
Founder e COO servizi business analysis CREAZIONEIMPRESA SRL – SB.
Investment Analyst & Controller. Laureato in Economia all’Università Cattolica
del Sacro Cuore di Milano, si è poi specializzato in Management all’Università
Bocconi.
Esperienze di studio e lavoro all’estero: Irlanda, Inghilterra e Taiwan (Cina),
Svizzera. Prima di approdare in CREAZIONEIMPRESA ha ricoperto le posizioni
di FX Trading e Treasury Analyst per una Banca di investimenti francese,
consulente e revisore legale dei conti in una delle Big Four fino al 2018 per
clienti del mondo finanziario.
È ideatore ed ha ricoperto il ruolo di Presidente fino al 2019 di BeGov –
Associazione per la Pubblica Amministrazione. Ha conseguito la certificazione
Bloomberg Market Concept nel giugno 2021, Consulente Fiduciario per l’ANCP
– Associazione Nazionale Consulenti Patrimoniali. E’ membro Affiliate STEP -
Society of Trust and Estate Practitioners.

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