Sei sulla pagina 1di 66

Il Work for

Equity
La guida per
applicarlo e gestirlo
senza incorrere in rischi
e massimizzarne i benefici
A cura di

Nicola Vernaglione.
Ezio Este.
Nicola Tracanella.
Valerio Oliveto

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB.


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Indice
00
INTRODUZIONE
pag.3

01
CHI SIAMO E PERCHÈ ABBIAMO SCRITTO
QUESTA GUIDA
pag.4

01
02 L'ESSENZA DEL WORK FOR EQUITY
pag.7

03
DIFFERENZA TRA I PIANI DI INCENTIVAZIONE E
IL WORK FOR EQUITY
pag.8

04
LA VALUTAZIONE DELLE PRESTAZIONI OGGETTO
DI WORK FOR EQUITY
pag.13

05
WORK FOR EQUITY. APPLICAZIONI E LIMITI.
PARTE I
pag.15

06
01
WORK FOR EQUITY. APPLICAZIONI E LIMITI.
PARTE II
pag.19

07
WORK FOR EQUITY. APPLICAZIONI E LIMITI.
PARTE III
pag.24

I Focus
01
IL WORK FOR EQUITY E IL DILEMMA
INPS
pag.29

02
WORK FOR EQUITY DETRAZIONE COME
CONFERIMENTI IN DENARO
pag.33

01
03
LA VALUTAZIONE DELLE PRESTAZIONI
OGGETTO DI WORK FOR EQUITY
pag.34

04
APPORTI DI CAPITALE. VALORIZZARE IL LAVORO
PRECEDENTE
pag.35

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 1


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Domande & Risposte
01
COSTITUZIONE E STATUTO
pag.42

02
LE COLLABORAZIONI ATTIVABILI
pag.44

01
03
ATTIVITÀ E VALORE
pag.47

04
DETRAZIONI, FATTURAZIONE INPS
pag.51

01
05
CASI PARTICOLARI
pag.54

01
06
DETRAZIONI FISCALI APPLICABILI AL
WFE
pag.57

Info
01 COME POSSO APPROFONDIRE
pag.63

02
GLI AUTORI DI QUESTA GUIDA
pag.64

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 2


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
00 Introduzione
Eccoci qui a scrivere di Work For Equity ben consci
che non sarà l’ultima volta e comunque pronti a
fornire tutte le risposte possibili e necessarie per poter
diradare le molte nebbie, ma soprattutto fornire tutte
le argomentazioni oggettive a tutti coloro che dicono o
scrivono “no, il WFE non si può fare”; “non conviene”;
“è impossibile” trovando più comodo rispondere in tal
modo, piuttosto che fornire soluzioni.

In questo primo e-book, prendendo spunto, come


sempre, dalle casistiche che ci vengono poste e dallo
sviluppo di soluzioni adeguate e possibili, pensiamo di
offrire un contributo utile di approfondimento
organizzato in più parti, dando il giusto rilievo a
casistiche specifiche attraverso i Focus.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 3


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Chi siamo e perchè
01 abbiamo scritto
questa guida
CREAZIONEIMPRESA SRL è una startup
innovativa e società benefit, orientata al problem
solving e alla creazione di valore delle Startup.
Persone disponibili a dedicare la giusta attenzione
alle Startup ed alle PMI innovative, con focus
particolare società benefit, attraverso professionisti
interni e in network basato sulle esperienze dirette,
concrete e condivise, sulle competenze e
sull’innovazione, sulla deontologia e sulla
trasparenza.

I professionisti che lavorano e collaborano in


Creazioneimpresa ripongono grandi aspettative verso
la capacità della tecnologia di contribuire ad
affrontare le sfide dei prossimi anni, creando valore
non solo per le startup, ma anche per l’intero sistema
Paese. Creazioneimpresa affronta con strumenti
digitali e con un approccio scalabile un business
marcatamente tradizionale, quello della consulenza,
sviluppando soluzioni e approcci tecnologici:
il Consultech.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 4


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
A differenza dei nostri competitors, oltre a sviluppare
una strategia commerciale capillare sul territorio,
l’attività di Creazioneimpresa è caratterizzata da
un’ulteriore strategia rivolta agli aspetti sociali con lo
scopo di sensibilizzare le comunità locali ai temi
dell’educazione finanziaria e dell’innovazione,
condividendo i propri valori morali allo scopo di
rendere possibile un futuro più sostenibile, con
ricadute positive sull’intero Sistema Paese.

La nostra value proposition è primariamente rivolta


è rivolta in particolare alle startup innovative,
caratterizzate da un lato da un elevato tasso di
mortalità nei primi anni di attività e dall’altro da una
altrettanto elevata potenzialità di creazione. Essa si
basa su:

Capacità di comunicazione
Disponibilità all’aiuto
Sostegno all’imprenditorialità
Diffusione della conoscenza
Educazione finanziaria
Esperienza concreta nell’assistenza alle Startup
Esperienza concreta nell’assistenza alle micro e
piccole imprese

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 5


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Tra I progetti avviati e coerenti con la nostra strategia
è la nostra mission c’è la
“CREAZIONEIMPRESA ACADEMY”.

Con la ACADEMY abbiamo pensato di creare veri e


propri laboratori di consulenza prativa rivolti ai
fondatori e agli amministratori di startup così come ai
consulenti e Commercialisti che le assistono, perché
siamo certi che solo condividendo le giuste (e
specialistiche) conoscenze si possano mettere a frutto
tutte le infinite opportunità che offre una startup.

Pensiamo che quello che diciamo, illustriamo,


spieghiamo e scriviamo permette (ed ha permesso
alle startup che lo hanno già fatto) di sfruttare al
massimo tutte le potenzialità di una startup, ottenendo
notevoli benefici.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 6


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
L'essenza del Work
02 Equity
Lavorare per una startup e ricevere in cambio non
uno stipendio (o non solo lo stipendio), bensì quote
della società.
È questa l’essenza del “work for equity”, strumento
già utilizzato in altre parti del mondo (con il nome di
stock option) e legalmente introdotto nella legislazione
italiana dal D.L. n. 179 del 2012 (il “Decreto Crescita
2.0”) con il fine di consentire alle startup innovative
di beneficiare di forme alternative di remunerazione
delle prestazioni professionali qualificate nelle
prime fasi dell’attività d’impresa, caratterizzate da
limitate disponibilità finanziarie.

In proposito il Ministero competente ha pubblicato


una apposita Guida all’uso dei piani azionari e del
work for equity, che però non ha chiarito del tutto le
modalità di attivazione e di funzionamento per una
Startup innovativa, anzi, in particolare per il Work for
Equity, il quadro normativo ha creato più confusione
che chiarezza trattandolo alla stregua dei Piani di
Incentivazione che sono cosa simile ma ben diversa
al tempo stesso.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 7


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Differenza tra i Piani
03 di incentivazione e il
Work for equity
Dopo diversi anni dall’entrata in vigore della disciplina,
i piani di incentivazione e di remunerazione hanno
trovato una scarsa diffusione principalmente per
ragioni di carattere operativo, che vale la pena
analizzare al fine di fornire –sinteticamente- spunti di
carattere pratico.

I piani di incentivazione, e di Work For Equity,


sono una straordinaria opportunità in quanto
consentono alle startup di superare eventuali “vincoli
di liquidità” stabilendo non solo per amministratori,
dipendenti e collaboratori ma anche per fornitori
qualificati (es. professionisti, consulenti strategici,
partner commerciali) compensi sotto forma di
partecipazioni al capitale o di Strumenti Finanziari
Partecipativi (SFP) a fronte delle proprie prestazioni e
dei propri servizi e soprattutto fornendo la
straordinaria occasione di non disperdere valore
potendo (anzi dovendo) applicarsi anche ai Soci
Fondatori.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 8


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
3.1 I caratteri distintivi
Sussistono distinzioni basilari fra le Stock Options (a
fronte di piani di incentivazione ed il Work for
Equity).

In genere, le Stock Option sono diritti di opzione che


attribuiscono ai beneficiari il diritto a sottoscrivere, ad
un prezzo determinato, azioni o quote di futura
emissione della Start Up presso la quale il beneficiario
presta servizio e sono di norma concesse
gratuitamente entro un definito lasso di tempo che
solitamente inizia a decorrere dopo che siano
trascorsi alcuni anni dalla loro attribuzione (c.d.
“vesting period”).

La data di maturazione solitamente coincide con il


raggiungimento di obiettivi di performance
predeterminati e/o con la continuazione del rapporto
di lavoro per un periodo di tempo prestabilito.

I beneficiari, quindi, diventano titolari delle azioni o


delle quote oggetto del piano solo in un momento
successivo alla deliberazione del piano.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 9


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
I piani di Work for Equity, invece, hanno ad oggetto
normalmente azioni o quote e non i diritti per
l’acquisto o la sottoscrizione dei suddetti strumenti
finanziari, quali i diritti di opzione di sottoscrizione di
azioni o quote.

Con il Work for Equity si ha un ingresso immediato


del capitale della Start Up con assegnazione di azioni
o quote a seconda se si tratti di S.p.A. o di S.r.l.

Qualora, invece, vi fosse l’esigenza di un ingresso


posticipato il piano potrebbe avere ad oggetto gli SFP
con un regolamento di emissione che preveda, inoltre,
la conversione degli stessi strumenti in azioni o quote
al verificarsi di determinate condizioni o performance
della Start Up emittente, consentendo in tal modo ai
beneficiari di diventare soci della stessa in un
momento successivo e predeterminato.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 10


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
3.2 L'attuazione dei piani
L’attuazione di un piano di incentivazione o
remunerazione coinvolge l’organo amministrativo e
l’assemblea della soci che dovranno deliberare
l’adozione dello stresso secondo meccanismi che
possono variare a seconda della tipologia del piano e
dei suoi beneficiari.

È bene, innanzitutto, prevedere nello statuto della


Start Up la possibilità dell’adozione dei piani di
incentivazione e remunerazione e questo sin dalla
registrazione della società nei registri speciali delle
Start Up.

Lo statuto, inoltre, deve prevedere la possibilità che


gli aumenti di capitale a titolo oneroso vengano
sottoscritti da soggetti terzi non soci e questo per
consentire l’attribuzione dei piani di Stock Grant Plan,
di Restricted Stock Units oppure Work for Equity a
favore di beneficiari esterni come liberi professionisti o
fornitori della società.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 11


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
La mancanza di queste previsioni non impedisce
l’adozione dei piani ma li subordina, comunque, ad
una modifica ad hoc dello statuto che comporta un
costo aggiuntivo in termini di diritti camerali, oneri ed
onorari notarili. A tal proposito, si evidenzia come
questi piani non possono essere adottati dalle S.r.l.
semplificate disciplinate dall’articolo 2463 bis del
codice civile dal momento che lo statuto di questo
particolare tipo di società a responsabilità limitata è di
matrice ministeriale e non può contenere queste
specifiche previsioni.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 12


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
La valutazione delle
04 prestazioni oggetto
di Work for Equity
In linea di principio generale, per il Codice civile gli
apporti di prestazioni e servizi resi a fronte di quote
(che sono il cuore del Work for Equity), attribuite
dalla S.r.l. con un aumento di capitale a pagamento,
devono essere garantiti da apposite polizze
fideiussorie o fideiussioni bancarie a carico dei
soggetti che sono apportatori delle stesse
analogamente a quanto avviene nelle S.r.l. ordinarie.

Il cambio di paradigma del principio


4.1 generale
Per usufruire delle agevolazioni previste per il Work
for Equity, un’alternativa è rappresentata dalla
possibilità per i beneficiari di conferire il credito che
costituisce il corrispettivo (e quindi il valore) dei
servizi apportati alla Start Up. In tal modo (in linea di
principio generale appunto) occorrerebbe predisporre
una perizia contabile che attesti il valore dei crediti
e che consenta il conferimento dei servizi, in questo
caso, senza la necessità della fideiussione o della
polizza.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 13


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
L’alternativa più efficace, anche in termini di risultati,
è quella che noi di CREAZIONEIMPRESA
applichiamo da diverso tempo, consiste nella
compensazione del credito.

Tale procedura permette di ottenere due vantaggi


fondamentali:

1. Non serve alcuna perizia e non serve fidejussione


perché non si tratta (giuridicamente) di
conferimento di opere e servizi e non si tratta
di conferimento del credito.
2. In quanto crediti compensati equivalgono
(Codice civile) a conferimenti in denaro, dando
diritto al conferente di ottenere i benefici fiscali
(detrazioni) per investitori in startup e PMI
innovative.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 14


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Work for equity.
05 Applicazioni e limiti.
Parte I
Il Work for equity rappresenta una delle opportunità
più interessanti offerta dal set normativo a beneficio
delle startup. L’idea è quella di consentire a chi
effettua una prestazione nei confronti della
società di essere remunerato attraverso la
possibilità di partecipare al capitale sociale.

Prestazione che può essere lavorativa (lavoro


dipendente o assimilato), e quindi in questo caso si
parla più correttamente di “piani di incentivazione”
oppure professionale prestando opere o servizi ed è
il work for equity propriamente detto.

Work for equity. Il regime fiscale di


5.1 favore

La cosa si fa particolarmente interessante perché la


legge (l’articolo 27 del DL 179-2012) prevede un
regime di esenzione fiscale e contributiva per redditi
derivanti da prestazioni remunerate attraverso piani di
incentivazioni o work for equity.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 15


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
L’impianto normativo vuole favorire infatti, da un lato
chi è disposto a scommettere nella startup
investendo in parte (o integralmente) il compenso
erogato a fronte della sua prestazione, dall’altro la
società che soprattutto nelle fasi iniziali di avvio
potrebbe non disporre della liquidità sufficiente per
pagare collaboratori di livello.

Work for equity per soci fondatori.


5.2 E’ possibile?

Ci chiedono spesso se i founder possono utilizzare


questi strumenti per remunerare l’impegno profuso
nell’avvio della società.

La risposta è sì, però con qualche precisazione.

Un socio può essere dipendente della startup. Quindi


sarà assunto con un contratto di lavoro e, al pari di
ogni dipendente, potrà aderire ai piani di
incentivazione gestiti attraverso assegnazioni di stock
option, RSU, strumenti finanziari partecipativi.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 16


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Un socio può essere amministratore della società e
quindi può percepire un emolumento (deliberato
dall’assemblea dei soci). Anche in questo caso il
compenso (o una quota di questo), potrà essere
corrisposto, in tutto o in parte attraverso i piani di
incentivazione, come accade per i dipendenti.

Un socio poi può essere un professionista, titolare di


partita iva, e fornire un servizio alla startup. Chi non
desidererebbe uno sviluppatore tra i founder di una
startup tecnologica?

In questo caso il socio, in qualità di professionista,


presta un servizio a favore della startup.

Al termine emetterà una fattura e maturerà quindi un


credito nei confronti della società.

Questo credito potrà essere pagato, oppure


“compensato” attraverso l’assegnazione di quote: è il
work for equity.

E come detto, in quest’ultimo caso, il compenso non


sarà imponibile sia dal punto di vista fiscale che
da quello contributivo.
E fin qui tutto bene.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 17


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Ma se non ricadiamo in nessuna delle tre casistiche
precedenti ci sono altre strade?

Per esempio, è possibile realizzare un piano di work


for equity in cui le prestazioni siano apportate con
prestazioni occasionali?

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 18


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Work for equity.
06 Applicazioni e limiti.
Parte II
Abbiamo visto che non ci sono particolari
problematiche qualora il socio sia dipendente,
amministratore oppure sia un professionista (con
partita iva) e intenda effettuare una prestazione nei
confronti della società di cui detiene delle quote, ma le
cose di complicano se il prestatore non possiede la
partita IVA.

Il work for equity e le prestazioni


6.1 occasionali

Come detto in questo caso la questione è


decisamente più complessa.

Partiamo con il dire, come sostiene l’Agenzia delle


Entrate con la circolare 16-E del 2014, che se
parliamo di piani di incentivazione questi sono legati
al lavoro dipendente o assimilato: rientrano dunque i
dipendenti, e gli amministratori.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 19


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
L’Agenzia, correttamente poi sostiene che il “il regime
incentivante non è applicabile ai collaboratori
meramente occasionali, il cui reddito rientra
nell’ambito dei redditi diversi di cui all’articolo 67,
comma 1, lett. l), del TUIR”.

Quindi i piani di incentivazione non possono


essere rivolti a collaboratori occasionali.
E il work for equity?

Cioè la possibilità di compensare un credito legato a


una prestazione occasionale mediante la
partecipazione al capitale sociale?

Qui, come spesso accade soprattutto in campo


fiscale, non c’è una risposta scolpita nella pietra.

Ma procediamo con ordine sviluppando un


ragionamento logico, partendo da un caso ipotetico
ma possibile.

Prima però cerchiamo di capire meglio cos’è una


prestazione occasionale, uscendo innanzitutto dal
luogo comune che “sono quelle in ritenuta al di sotto
dei 5.000 euro”.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 20


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Il prestatore occasionale, o meglio il lavoratore
autonomo occasionale, è definito dall’articolo 2222
del codice civile come chi si obbliga a compiere
un’opera od un servizio, con lavoro prevalentemente
proprio, senza vincolo di subordinazione e senza
alcun coordinamento con il committente; l’esercizio
dell’attività, peraltro, deve essere del tutto
occasionale, senza i requisiti della professionalità e
della prevalenza.

Infatti, la professionalità e la prevalenza lo


obbligherebbero all’apertura della partita iva.

Quindi, non è mai un problema di ammontare del


compenso, che potrebbe essere di importo ben
superiore a 5.000 euro, ma solo di professionalità,
prevalenza ed abitualità della prestazione.

Quindi veniamo al nostro caso ipotetico ma possibile.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 21


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
6.2 La startup e il professore. Il caso
La startup necessita di una consulenza specifica e di
alto valore da parte di un professore per lo sviluppo
del suo prodotto innovativo.

Il professore – che non ha partita iva – ha tutto il know


how maturato in anni di ricerca e di esperienza per
fornire questa consulenza che si risolverebbe in
giusto qualche giorno di lavoro.

E’ di fatto una prestazione di lavoro autonomo


occasionale. Il professore poi, giustamente, vorrà
essere pagato per la consulenza prestata e stiamo
parlando di cifre che vanno ben oltre i 5.000 euro.

A tal proposito ricordiamo che i 5.000 euro sono


semplicemente una soglia di esenzione contributiva,
da calcolare annualmente, al di sotto della quale non
sono dovuti dal prestatore i contributi Inps.

Qualora tale soglia venga superata occorre che il


prestatore si iscriva alla gestione separata INPS e che
il committente versi i contributi dovuti.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 22


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Il professore però crede nell’iniziativa imprenditoriale
e gli piacerebbe investire nella società, che però in
questo momento non dispone della liquidità sufficiente
per poter saldare il suo emolumento.

Benissimo, la prestazione allora verrà remunerata


attraverso lo strumento del work for equity
avvalendosi di quanto disposto dal comma 4
dell’articolo 27 del DL 179-2012 che prevede che:

“Le azioni, le quote e gli strumenti finanziari


partecipativi emessi a fronte dell’apporto di opere e
servizi resi in favore di start-up innovative o di
incubatori certificati, ovvero di crediti maturati a
seguito della prestazione di opere e servizi, ivi inclusi
quelli professionali, resi nei confronti degli stessi, non
concorrono alla formazione del reddito complessivo
del soggetto che effettua l’apporto al momento della
loro emissione o al momento in cui è operata la
compensazione che tiene luogo del pagamento”.

Ma è corretto?

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 23


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Work for equity.
07 Applicazioni e limiti.
Parte III
Si sa, nel nostro sistema giuridico, le norme (astratte)
devono essere interpretate per essere applicate al
caso concreto.

E l’operazione, il più delle volte non è particolarmente


agevole.

L’analisi letterale del testo ci porta a dire che i crediti


compensabili attraverso il WFE sono quelli maturati a
seguito di prestazione di opere e servizi, ivi inclusi
quelli professionali. Abbiamo visto che una
prestazione professionale può essere sia abituale
(con la partita iva) sia occasionale (come quella del
professore).

7.1 Work for equity. La ratio legis.


Ci facciamo aiutare allora dalla ratio legis, ovvero
quello che il legislatore intende perseguire attraverso
l’emanazione di una norma.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 24


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
La relazione illustrativa al Decreto-legge chiarisce
che il fine di questa disposizione è quello di garantire
alle “start-up innovative l’accesso a servizi di
consulenza altamente qualificati, ivi compresi quelli
professionali”, codificando anche un regime di
esenzione fiscale.

Non viene specificato quindi se si tratta di prestazioni


abituali o occasionali, come invece viene fatto per i
piani di incentivazione, anche perché a ben vedere
la circostanza sarebbe dal punto di vista strettamente
giuridico del tutto irrilevante.

7.2 Work for equity. Il campo fiscale


Ma qui, per via dell’esenzione, entra in gioco anche il
campo fiscale e quindi occorre anche considerare la
posizione dell’Agenzia delle Entrate, che però si è
espressa in merito ai piani di incentivazione (trattati
dal comma 1 dell’articolo 27 del Dl 179/2012)
sostenendo correttamente che

“il regime incentivante non è applicabile ai


collaboratori meramente occasionali, il cui reddito
rientra nell’ambito dei redditi diversi di cui all’articolo
67, comma 1, lett. l), del TUIR” (circolare 16-E del
2014).

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 25


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Nulla viene detto in merito all’abitualità delle
prestazioni professionali di lavoro autonomo (trattati
dal comma 4 dell’articolo 27).

Anzi, proprio il fatto che la Relazione Illustrativa al


DL 179/2012 esclude le prestazioni occasionali dai
piani di incentivazione, lascerebbe presumere che il
Legislatore non abbia voluto fare altrettanto per il
work for equity.

7.3 Work for equity. Una conclusione


ricca di dubbi
1
Il nostro parere (teorico) è quindi che nulla osta alla
possibilità di applicare il work for equity al nostro
professore.

Di diverso avviso però potrebbe essere l’Agenzia


delle Entrate, la quale potrebbe estendere quanto
previsto per i piani di incentivazione (comma 1) a
quello previsto per il WFE (comma 4). D’altronde
fanno sempre capo allo stesso articolo e usufruiscono
della medesima agevolazione fiscale.

1 Al momento della redazione di questa guida non abbiamo conseguito la certezza del nostro parere in quanto è in fase
di elaborazione apposita istanza/interpello da presentare alla Agenzia delle Entrate

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 26


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Il rischio non è di poco conto, soprattutto se gli importi
sono considerevoli.

Ed è un rischio sia per il prestatore che si vedrebbe


accertato il reddito e dovrebbe pagare le relative
imposte (oltre le sanzioni e gli interessi), sia per la
società perché la contestazione non solo darebbe
luogo ad un omesso versamento di trattenute fiscali e
contributive, ma potrebbe rendere inefficace tutta
l’operazione di WFE e dunque anche l’aumento di
capitale.

Per questo motivo abbiamo, per il momento,


sconsigliato ai nostri clienti di intraprendere questa
strada aspettando maggiori chiarimenti o casi concreti
(magari cristallini come quello del professore) per
chiedere all’Agenzia delle Entrate un parere in merito
attraverso un interpello.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 27


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
I Focus
Per fornire un quadro, il più possibile, profondo e
concreto, abbiamo pensato di affrontare alcuni focus
specifici inerenti le tematiche di applicazione del Work
for Equity ma anche della logica dei conferimenti e del
valore di avviamento.

28
Il Work For Equity e
01 il dilemma INPS
Il tema, richiamato nel titolo, riguarda la rilevanza dei
“pagamenti” effettuati in Work for Equity ai fini
della contribuzione.
A discolpa di tutti i detrattori del Work For Equity va
comunque detto che le norme di riferimento non
aiutano (di primo acchito) a fare chiarezza così come
nel caso specifico di questo focus: il dilemma
dell’INPS.

Abbiamo già detto del vuoto normativo che riguarda la


possibilità di trattare in Work for Equity le prestazioni
in lavoro occasionale, al quale si aggiunge quello
sulla estensione dell’assegnazione di
partecipazioni alle controllate o controllanti.

1.1 Il dilemma dell'INPS


Le origini del dilemma dell’INPS ovvero se le
prestazioni o “pagamenti” verso professionisti iscritti
alla gestione separata siano o meno rilevanti ai fini
della contribuzione tra la sua origine dal testo della
Circolare 16/E del 2014 e della correlata relazione
illustrativa all’art. 27 comma 4 del Dlgs 179/20212
© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 29
TUTTI I DIRITTI RISERVATI
laddove, parlando dei Piani di Incentivazione (e
nominandoli più volte Work For Equity) definiscono
chiaramente al par. 3.1.4 che…

il “reddito di lavoro derivante dall’assegnazione da


parte delle start-up innovative e degli incubatori
certificati ai propri amministratori, dipendenti o
collaboratori continuativi di azioni, quote o strumenti
finanziari partecipativi, o dall’esercizio di diritti di
opzione attribuiti per l’acquisto di tali strumenti
finanziari non concorre alla formazione del reddito
imponibile dei suddetti soggetti, sia ai fini fiscali, sia ai
fini contributivi”.

Non uguale precisione, puntualità ed accuratezza ha


avuto invece la Relazione Illustrativa laddove a
proposito della compensazione del credito a fronte di
prestazione di opere e servizi qualificati (Work for
equity, appunto) cita esclusivamente ….

”Pertanto, prosegue la relazione illustrativa, tali


apporti sono esenti da qualsivoglia imposizione, non
assumendo rilevanza fiscale in capo ai soggetti che li
effettuano né al momento dell’ultimazione dell’opera o
del servizio né al momento della emissione delle
azioni, quote ovvero degli strumenti finanziari”.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 30


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Una enunciazione che, ad una prima lettura, potrebbe
trarre in inganno in quanto si parla di rilevanza fiscale
ma precisando laconicamente.

“di qualsivoglia imposizione” …

1.2 L’oggettività della non imponibilità ai


fini INPS
1
A chiarire ogni dubbio al riguardo (ovvero sulla
mancanza del presupposto oggettivo per la
imponibilità ai fini INPS) ci vengono in aiuto l’art. 2
comma 29 Legge 335/95 e la circolare INPS 32 del
7/2/2001.

(Legge 335/95) Il contributo alla Gestione separata di


cui al comma 26 è dovuto nella misura percentuale
del 10 per cento ed è applicato sul reddito delle
attività determinato con gli stessi criteri stabiliti ai fini
dell’imposta sul reddito delle persone fisiche”

1 Al momento della redazione di questa guida non abbiamo conseguito la certezza del nostro parere in quanto è in fase
di elaborazione apposita istanza/interpello da presentare alla Agenzia delle Entrate

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 31


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
(Circolare INPS). “Resta comunque fermo il disposto
dell’art.2, comma 29, della legge n.335/1995, in base
al quale il contributo previdenziale deve essere
applicato sul reddito delle attività determinato con gli
stessi criteri stabiliti ai fini dell’imposta sul reddito
delle persone fisiche, quale risulta dalla relativa
dichiarazione annuale dei redditi e dagli accertamenti
definitivi”

A questo punto crediamo che ogni ulteriore


argomentazione possa risultare superflua potendo
solo aggiungere, in via lapalissiana, che in “compensi”
in Work For Equity non si riportano tra i Redditi
dichiarati in UNICO dovendo solo indicarli nel
Volume d’affari IVA.

2
Recentemente, e a conferma, di quanto già per noi
evidente, è intervenuto anche la risposta 776 a
interpello della Agenzia delle Entrate, in merito alla
non imponibilità ai fini del reddito dei compensi
ricevuti in work for equity.

2 Alla data di pubblicazione della guida.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 32


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Work for equity
02 detrazione come
conferimenti in
denaro
Qui si risponde ad un quesito ricorrente, ovvero se il
work for equity possa essere considerato alla stregua
di un conferimento in denaro piuttosto che un
conferimento in prestazioni d’opera e servizi o un
conferimento del credito ai sensi del art. 2464 che
necessiterebbe al minimo di una perizia.

Si considera conferimento in denaro (e costituisce


pertanto investimento agevolato) anche la
sottoscrizione di un aumento di capitale mediante
compensazione dei crediti vantati dai soggetti che
eseguono le prestazioni lavorative o di servizi previste
dall’art. 27 del D.L. 179/2012, ossia lavoratori
dipendenti, amministratori, collaboratori, prestatori di
opere e servizi.

La rinuncia ai propri crediti da parte di questi soggetti,


che beneficiano del regime di esenzione di cui al
citato art. 27, viene agevolata in quanto, di fatto, evita
la fuoriuscita di capitali dalla società.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 33


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Quindi gli apporti in work for equity con la procedura
di compensazione del credito rientrano tra gli
investimenti agevolabili, (al 30%, ovvero al 50%).

La valutazione delle
03 prestazioni oggetto
di Work for Equity
Gli apporti di prestazioni e servizi resi a fronte di
quote (che sono il cuore del Work for Equity) attribuite
dalla S.r.l. con un aumento di capitale a pagamento,
dovrebbero essere periziati.

Ma, la procedura più corretta, per usufruire delle


agevolazioni previste per il Work for Equity, è
rappresentata dalla possibilità per i beneficiari di
3
conferire (compensare) il credito che costituisce il
corrispettivo (e quindi il valore) dei servizi apportati
alla Start Up.

Come già scritto tale conferimento può essere


effettuato con procedura di compensazione senza la
necessità di perizia.

3 Si sottolinea che non si tratta di “conferimento” del credito ma di “compensazione”. Si tratta evidentemente di istituti
giuridici differenti che presuppongono modalità a apporto a Capitale netto con procedure appropriate alla fattispecie.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 34


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Apporti di capitale.
04 Valorizzare il lavoro
precedente
Una delle domande più ricorrenti che ci viene rivolta è

“come faccio a valorizzare il lavoro svolto da noi soci


prima della costituzione trasformandolo in
assegnazione di quote?”

La domanda, (così come la riposta) è tutt’altro che


banale e per questo abbiamo ritenuto dedicarvi un
approfondimento ad hoc.

4.1 L’opzione del buon senso


Quello che consigliamo, in genere, è di utilizzare
logica e buon senso che sono alla base della
costruzione (o continuazione) di un rapporto fiduciario
quale è e deve (dovrebbe) essere quello tra soci, a
maggior ragione quando si parla di soci fondatori
che, si presume, abbiamo sviluppato per mesi se non
per anni l’idea, l’hanno perfezionata e l’hanno messa
a punto fino a giungere alla giusta convinzione e
consapevolezza di fondare una società.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 35


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Ecco in questi casi, al di là, di ogni formula
matematica o giuridica consigliamo sempre di partire
da posizioni paritarie per poi misurare, dopo la
costituzione, gli ulteriori apporti in termini di sviluppo,
in maniera più solida oggettiva e scientifica,
utilizzando il work for equity, che proprio per questi
casi risulta maggiormente appropriato ed efficace.

4.2 Apporti Capitale. Metodi basati su


pesi

Se al buon senso si vuole aggiungere qualcosa in più


si può ponderare il valore di apporto dei soci
fondatori in termini di tempo impiegato e risultati
raggiunti, ma questo implica che a monte (per evitare
ogni discussione) si sia condiviso in metodo univoco
di misurazione con un vero e proprio time sheet che
tenga colto oltre che delle ore (o giornate) impiegate
anche del valore delle stesse e degli obiettivi
raggiunti e della validità degli stessi.

Oltre questo in rete abbiamo esplorato e testato


qualche tool interessante e tra tutti consigliamo
questo di VADO.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 36


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Di base riteniamo sia un buon tool, ottimo per avere
una base di partenza, infatti analizza vari aspetti,
come lo stadio di sviluppo della startup (o del
progetto), il tempo impiegato da ognuno dei founders,
gli eventuali apporti di capitale, restituendo poi un
valore indicativo di partecipazione da proporre

Alcuni limiti sono però riscontrabili nel fatto che è


previsto solo un ulteriore socio, e (per il nostro
connaturato spirito di approccio scientifico) che non
sono noti i criteri di calcolo le relative assunzioni e
algoritmi di sviluppo.

4.3 L'approccio tecnico giuridico


Il terzo metodo “hard” è quello dell’approccio tecnico
giuridico ovvero della valorizzazione degli apporti
quali conferimenti in natura.

Vediamo in breve di cosa si tratta, partendo


comunque dal presupposto che si tratta di una
materia molto complessa che meriterebbe
approfondimenti idonei che non riteniamo opportuni in
questo contesto.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 37


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
4.4 Il conferimento in natura
Per capire bene cosa siano i conferimenti in natura
nelle società di capitali, occorre prima di tutto capire
la definizione generale di “conferimenti” e di
“conferimenti in natura”.

Nelle società di capitali, se nell’atto costitutivo non è


stabilito diversamente, il conferimento deve farsi in
danaro (art. 2342 comma 1 c.c., in materia di società
per azioni, e art. 2464 comma 3 c.c., in materia di
società a responsabilità limitata).

Le partecipazioni corrispondenti a tali conferimenti


devono essere integralmente liberate al momento
della sottoscrizione (artt. 2342 comma 3 c.c., per le
SPA e art. 2464 comma 5 c.c. per le SRL). Nelle Srl
possono essere conferiti (conferimenti in natura) tutti
gli elementi dell’attivo suscettibili di valutazione
economica.

I conferimenti in natura sono, tuttavia, preclusi nelle:

Società a responsabilità limitata con capitale


inferiore a 10.000 euro (art. 2463 comma 4 c.c.) e
Società a responsabilità limitata semplificate (art.
2463-bis comma 2 n. 3) c.c.).

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 38


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
4.5 La perizia per i conferimenti in natura
Ciò posto, chi conferisce beni in natura o crediti deve
presentare la relazione giurata.

La relazione deve contenere la descrizione dei beni o


dei crediti conferiti, l’attestazione che il loro valore è
almeno pari a quello ad essi attribuito ai fini della
determinazione del capitale sociale e dell’eventuale
soprapprezzo e l’indicazione dei criteri di valutazione
seguiti (artt. 2343 comma 1 e 2465 comma 1 c.c.).

4.6 Gli apporti iniziali come conferimento


di avviamento
L’art. 2464 del Codice civile indica che possono
essere conferiti tutti gli elementi dell’attivo suscettibili
di valutazione economica.

Da qui discende che anche l’avviamento può essere


un valore conferito, e che il valore di una società in
fase di costituzione (è il principio di base su cui si
fondano alcuni criteri scientifici delle valutazioni
premoney) è dato dal valore stimabile desunto dalla
attività di sviluppo effettuata dai soci fondatori nei
mesi o anni precedenti che hanno verificato e testato
il business anche con ricerche di mercato.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 39


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Si afferma a tal proposto che l’avviamento è
suscettibile di valutazione economica in quanto
rappresentativo di tutte le componenti del complesso
aziendale che ne esprimono la redditività. Questo,
con il risultato che l’intero valore dell’azienda quale
emerge dalla relazione di stima, è utilizzabile per la
copertura del valore nominale e del soprapprezzo
delle quote.

Proprio l’avviamento ha fatto largamente discutere,


perché molti ritengono che non possa essere oggetto
di conferimento, ma in realtà la legge prevede che lo
sia.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 40


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Domande & Risposte
A completamento di questo lavoro abbiamo pensato
di fornire uno schema di sintesi riportando le risposte
a domande specifiche su diverse tematiche inerenti il
Work For Equity.

41
Costituzione e
01 statuto

1.1 E’ possibile attuare il Work for Equity in fase


di Costituzione?

No. Non è possibile. In fase di costituzione gli apporti


di opere e servizi vanno gestiti come conferimento per
il quale è necessaria una perizia e una fideiussione.

1.2 Per attuare un piano di Work for Equity la


società deve essere già costituita?

Si è necessario che la società sia già costituita e che


sia una SRL o SPA, meglio se startup innovativa in
quanto in questo caso sono previste particolari
agevolazioni fiscali

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 42


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
1.3 È necessario che sia prevista una
particolare clausola dello Statuto che
preveda il Work for Equity?

Negli statuti delle startup è una clausola da inserire


sempre ed è anche prevista nel modello ministeriale
di costituzione on line.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 43


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Le collaborazioni
02 attivabili

2.1 Il Work for Equity si può utilizzare per


retribuire i dipendenti?

No. In quel caso vanno attuati i Piani di Incentivazione


che seguono una procedura differente. Il Work for
Equity può essere destinato solo ai soci (non
dipendenti) della start up ed ai collaboratori esterni.

2.2 È possibile retribuire l’amministratore con il


Work for Equity?

Sì ma a condizione che si tratti di una attività non di


ordinaria amministrazione ma di consulenza di
sviluppo per la società. Il compenso come
amministratore è invece un reddito assimilato a quelli
di lavoro dipendente, e come tale può essere
remunerato solo con i piani di incentivazione.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 44


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
2.3 Per rientrare nel Work for Equity è
necessario che i prestatori (esterni, soci e
amministratore) abbiano la partita IVA?

Si è indispensabile.

2.4 È possibile far rientrare nel Work for Equity


una prestazione occasionale?

Allo stato attuale la risposta è negativa perché


sull’argomento la normativa non è sufficientemente
chiara e non vi sono stati chiarimenti da parte della
Agenzia delle entrate.

2.5 Oltre alla partita IVA i collaboratori


destinatari del work for equity devono
possedere altre caratteristiche?

Sicuramente devono essere in possesso di una pec e


di una firma digitale. Entrambe necessarie per dare
certezza legale e data certa alle comunicazioni ed ai
contratti. Inoltre, è necessario che siano in possesso
di un cv che dimostri le competenze coerenti con
l’incarico e con la logica del Work for Equity.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 45


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
2.6 Nel contratto di Work for Equity è possibile
prevedere prestazioni a risultato?

Si certo, l’importante è che siano riportate nel


contratto secondo logiche collegate a parametri
misurabili.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 46


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
03 Attività e valore

3.1 Quali sono le attività che possono rientrare


nel Work for Equity?

Non esiste un elenco di attività, ma vige il concetto di


prestazioni qualificate che siano inquadrabili
nell’ambito dello sviluppo, in ogni ambito: informatico,
digitale commerciale, marketing, finanziario,
organizzativo, ecc.

3.2 Esiste un valore massimo della prestazione


per il Work for Equity?

No, non è previsto un valore massimo. È un normale


contratto di consulenza con le condizioni che le parti
possono definire liberamente ma nel quadro e nei
limiti di applicazione del WFE

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 47


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
3.3 È vero che nel Work for Equity è necessario
prevedere che una parte della prestazione
sia pagata in denaro?

No, non è vero. Il Work for Equity può prevedere una


totale compensazione con assegnazione di
partecipazioni.

3.4 L’apporto in Work for Equity può essere


anche in sovraprezzo?

Si certo. È un normale conferimento che segue le


stesse regole dei conferimenti in denaro.

3.5 Per attuare il Work for Equity è prevista una


procedura particolare?

Si. È necessario prevedere dei contratti di prestazione


di servizi o di opera con contenuti che facciamo
emergere la logica della prestazione specialistica
nell’ambito dello sviluppo, e dove siano riportati i
riferimenti di legge che si tratta di una prestazione di
Work for Equity con assegnazione di quote ad un dato
valore.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 48


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
3.6 Ci sono rischi nell’attuazione del Work for
Equity?

Moltissimi, ecco perché è necessario seguire


procedure molto stringenti, altrimenti si rischia di
perdere i benefici fiscali o, nel peggiore dei casi,
essere soggetti a procedura di accertamento da parte
della Agenzia delle Entrate.

3.7 Per chiudere gli apporti in Work for Equity è


necessaria una perizia?

No, non è necessaria la perizia perché è una


compensazione del credito e non un conferimento del
credito o un apporto di opere e servizi.

3.8 Per il Work for Equity è necessario il Notaio?

Si, sempre trattandosi di un aumento di capitale e con


una procedura di verifiche notarili, che non
permettono di avvalersi della procedura di aumento di
capitale on line anche per le società che si sono
costituite in questa modalità.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 49


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
3.9 Per il WFE è necessaria una delibera di
aumento di capitale?

Si, sempre. Se le prestazioni finiscono tutte ad una


data è consigliabile farne una a termine del periodo
contestualmente all’aumento di capitale. Se si
prevede un periodo lungo (due, tre anni) con vari
prestatori, si può fare una delibera iniziale che
preveda poi conversioni progressive e a date diverse.

3.10 valutazione della startup?


Nei contratti di WFE è necessaria una

Nella maggior parte dei casi, è necessario attribuire


alla startup il valore prospettico che avrà al termine
del contratto (c.d. valutazione premoney), anche in
funzione di appositi business plan. Ciò serve per
delineare ex-ante la quota in equity e la quota di
sovrapprezzo ed evitare eccessive diluizioni di
capitale in capo ai founders.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 50


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Detrazioni,
04 fatturazione INPS

4.1 Le prestazioni in WFE hanno diritto alle


detrazioni previste per gli investimenti in
Startup?

Si certo, perché sono assimilate ai conferimenti in


denaro.

4.2 Per poter effettuare una prestazione in WFE


è necessaria la fatturazione elettronica?

No, non è necessaria, possono essere prestatori in


WFE anche soggetti che aderiscono al regime fiscale
“forfettario”. Qualora però il prestatore sia anche socio
della Startup, occorre fare molta attenzione ai requisiti
di accesso e permanenza nel regime forfettario, che
devono essere valutati con un consulente esperto.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 51


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
4.3 Nella fattura è necessario riportare
indicazioni particolari?

Si, è indispensabile riportare che si tratta di una


prestazione in WFE con gli opportuni riferimenti di
legge, la mancanza di tali indicazioni può far
decadere i benefici per la società e per il prestatore.

4.4 Sulle prestazioni in WFE si pagano le tasse?

No, le prestazioni in WFE non formano reddito e non


vanno riportate tra i compensi assoggettabili a IRPEF
(o IRES per le società).

4.5 Sulle prestazioni in WFE è previsto il


pagamento dell’IVA?

Si per i soggetti prestatori che devono esporla in


fattura (non forfettari) è previsto il pagamento dell’Iva
da parte della società.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 52


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
4.6 Le prestazioni in WFE sono soggette al
pagamento dei contributi INPS.

No, non sono soggette al pagamento dei contributi


INPS in quanto non formano reddito dichiarabile.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 53


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
05 Casi particolari

5.1 Cosa succede se il prestatore in work for


equity non porta a termine il suo incarico o lo
fa parzialmente?

Nei contratti Work for Equity si devono inserire


clausole che prevedano momenti di rendicontazione
delle attività da attuare attraverso appositi modelli
(time sheet) che, firmati dalla società e dal prestatore
formeranno il fascicolo di rendicontazione da
consegnare al Notaio. Quindi saranno convertiti in
equity solo le prestazioni effettivamente svolte. Inoltre,
nei contratti di WFE è possibile prevedere altre
clausole particolari (cliff, periodo minimo di
permanenza, ecc.) dalle quali far dipendere la
conversione in equity.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 54


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
5.2 Ma se non si verificano le clausole di
conversione il prestatore va comunque
pagato?

Assolutamente sì, ma in denaro, e questo va


(andrebbe) previsto in contratto

5.3 Si possono emettere più fatture da


convertire in equity?

Si certo. Tale procedura è collegata alla fattispecie di


delibera inziale con conversioni (vesting) progressive.

5.4 Ho letto che il conferimento in WFE può


anche rientrare nella riserva di sovraprezzo.
È necessario indicare in bilancio una dicitura
particolare?

No, non è necessaria alcuna dicitura particolare.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 55


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
5.5 Se l’amministratore percepisce già un
compenso per l’attività di gestione ordinaria
della Società, può rientrare nel WFE?

Si, ma deve aprire una partita Iva come consulente e


le prestazioni devono rientrare nell’ambito di quelle
previste per l’attuazione del WFE.

5.6 Per le prestazioni in Work for Equity è


necessario produrre la Certificazione Unica?

Ricordiamo e ribadiamo che le prestazioni in WFE


non concorrono a formare il reddito e quindi la logica
ci indurrebbe a pensare che per le prestazioni fornite
da professionisti non vada prodotta la Certificazione
Unica (CU). Allo stesso modo non la pensa l’Agenzia
delle Entrate che nelle Istruzioni di Compilazione della
Certificazione Unica 2021 a pagina 75 riporta “Per la
compilazione del punto 6 è necessario utilizzare uno
dei seguenti codici: 8 – nel caso di erogazione di
redditi esenti ovvero di somme che non costituiscono
reddito”.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 56


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Detrazioni fiscali
06 applicabili al WFE
Queste Q&A si concentrano su una delle tematiche
più gettonate, ovvero la detrazione fiscale che matura
a fronte di investimenti in startup e PMI
Diritto all’utilizzo del “beneficio fiscale” alla luce delle
modifiche temporanee introdotte dall’art. 38 del
Decreto Rilancio.

Abbiamo riassunto una domanda articolata e


complessa nei seguenti punti.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 57


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
6.1
La detrazione comma 7 è applicabile
esclusivamente alle “start-up innovative iscritte
alla sezione speciale del Registro delle imprese al
momento dell’investimento.”
Stante la mancanza del provvedimento attuativo,
e stante il dettato normativo, sembra sia
desumibile che questa nuova detrazione non è
applicabile in sede di costituzione della società,
ma solo in un momento successivo?

Risposta 1:
Il Decreto rilancio è stato pubblicato in GU quindi è di
fatto una Legge vigente dello Stato.

Il decreto attuativo che ne conseguirà (e che avrebbe


già dovuto vedere la pubblicazione già in agosto) sarà
sicuramente un decreto che definirà le modalità di
attuazione appunto, contenendo al suo interno (come
accade sempre in questi casi) la retroattività definita
nel testo di legge.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 58


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Risposta 2:
La costituzione di una startup dovrebbe sempre
prevedere la contestuale iscrizione alla sezione
speciale del registro imprese, il tutto ratificato dalla
trasmissione del c.d. modello Fedra, al fine di ottenere
i benefici fiscali.

Ciò vale a ratificare che la costituzione e l’iscrizione


alla sezione speciale non sono momenti separati ma
contestuali che fanno quindi maturare il diritto al
beneficio della detrazione

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 59


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
6.2
Ciascun contribuente può tipicamente godere di
detrazioni fiscali nel limite dell’imposta dovuta
nell’anno. Se la nuova detrazione dovesse
eccedere l’imposta dovuta, l’eccedenza andrebbe
definitivamente perduta?
Risposta 1:
rispondendo direttamente affermiamo con assoluta
certezza che non si risolve in un anno e che esso è
utilizzabile fino a tre anni. “Qualora la detrazione
descritta sia di ammontare superiore all’imposta lorda,
l’eccedenza può essere portata in detrazione dall’Irpef
dovuta nei periodi di imposta successivi, ma non oltre
il terzo, fino a concorrenza del suo ammontare”

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 60


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
6.3
Nella nostra startup siamo 3 soci fondatori e per
crescere vogliamo assumere nuovi collaboratori,
però in questa fase invece di uno stipendio,
volevamo offre una percentuale della startup. In
quel caso diventa socio e parte del consiglio
amministrativo anche lui? Uguale nel caso degli
investitori, come funziona?

Risposta 1:
Se per collaboratori intendiamo personale da
assumere è applicabile un piano di incentivazione che
però prevede il pagamento di uno stipendio e un
bonus in equity. Se invece intendiamo soggetti con
partita iva è possibile un totale pagamento in equity (è
questo è il WFE propriamente detto). In quanto alla
quota di equity, diritti da associare e altro dipende
solo da voi definendo preventivamente in statuto
quote con diritti differenziati e contrattualmente
(preventivamente) la quota di equity da assegnare
(postmoney) attraverso una Cap Table che riporti ad
una valutazione premoney.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 61


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Info

62
Come posso
01 approfondire?

Se dopo aver letto questa guida hai la sensazione che


gli argomenti siano troppi e troppo tecnici, prenditi un
attimo di riflessione.

L’applicazione del Work for Equity, lo sappiamo,


anche noi, “non è una passeggiata” e il rischio di
incorrere in errori e “trappole” e fin troppo evidente. È
un processo e in quanto tale richiede tempo e
pianificazione e soprattutto conoscenza profonda
nelle modalità di progettazione e pianificazione.

Noi siamo qui per aiutarti e oltre ai contenuti


informativi che pubblichiamo (proprio come questo),
abbiamo creato l’Academy dove troverai ben
quattro moduli estremamente pratici e concreti, che ti
aiuteranno a scoprire tutti gli aspetti di applicazione
con esempi pratici e immediatamente fruibili.

Visita la nostra academy

creazioneimpresa.net/lista-corsi-per-startup/

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 63


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Gli autori di questa
02 guida
Nicola Vernaglione
Founder e CEO CREAZIONEIMPRESA SRL – SB.
Certified Startup advisor & specialist, certified innovation manager in per
l’innovazione gestionale e organizzativa delle PMI.
Dottore commercialista, consulente per l’innovazione del business, con circa 30
anni di esperienza. Laureato in Economia, si è poi specializzato in Business
Planning.
E’ stato ricercatore e Docente in marketing strategico e marketing dei servizi
presso la Facoltà di Economia di Bari.
Ha svolto e svolge attività di assistenza per numerose Amministrazioni
Pubbliche sia come valutatore di bandi progetti sia come monitor e mentor di
progetti avviati e agevolati. E’ componente stabile di alcuni nuclei di valutazione
di call for ideas, competition e premi nazionali dedicati alle startup. E’
componente della commissione startup e PMI dell’Ordine dei Dottori
Commercialisti di Milano. E’ autore del libro “startupper 10 e lode” e di numerosi
articoli tematici su startup e PMI innovative. Ha supportato alla nascita e
sviluppo oltre 300 imprese (tra microimprese, startup innovative, PMI)

Ezio Este
Founder e CFO di CREAZIONEIMPRESA SRL – SB.
Certified Startup advisor & specialist, Dottore commercialista e Revisore
Legale.
Sono laureato in Scienze Politiche (2000) e in Economia e gestione delle
imprese (2011) presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore. Ho frequentato il
master in Instructional Design per ambienti e-learning organizzato dallo IED.
Appassionato di innovazione tecnologica, accanto all’attività professionale
tradizionale mi occupo di startup innovative, di sostenibilità secondo la
prospettiva dello shared value e di reti di impresa.
E’ della commissione startup e PMI dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di
Milano. Autore di articoli e relatore in convegni e corsi di formazione tematici su
startup e PMI innovative, reti di impresa e società benefit. ha partecipato alla
stesura del Quaderno sulle Società Benefit dell’Ordine dei Commercialisti di
Milano.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 64


TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Gli autori di questa
02 guida
Nicola Tracanella
Founder e Chief Administrative Officer CREAZIONEIMPRESA SRL – SB.
Certified Startup advisor & specialist.
Dottore commercialista, consulente per l’innovazione del business, con circa 30
anni di esperienza. Laureato in Economia, si è poi specializzato
nell’accompagnare gli imprenditori nello sviluppo della propria attività, prima
accanto alle società “tradizionali” e poi, dall’emanazione dello Startup ACT,
affiancando le startup innovative.
Ha supportato la nascita e lo sviluppo di circa 100 imprese (tra microimprese,
startup innovative, PMI). E’ componente della commissione startup e PMI
dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Milano ed ha organizzato il primo
Master Startup per l’Ordine dei Commercialisti di Milano, nell’ambito del quale
ha rivestito anche la qualifica di coach.
E’ esperto nella costituzione di Società Benefit e ha pubblicato numerosi articoli
tematici su startup e PMI innovative, nonché sulle Società Benefit; ha
partecipato alla stesura del Quaderno sulle Società Benefit dell’Ordine dei
Commercialisti di Milano.

Valerio Oliveto
Founder e COO servizi business analysis CREAZIONEIMPRESA SRL – SB.
Investment Analyst & Controller. Laureato in Economia all’Università Cattolica
del Sacro Cuore di Milano, si è poi specializzato in Management all’Università
Bocconi.
Esperienze di studio e lavoro all’estero: Irlanda, Inghilterra e Taiwan (Cina),
Svizzera. Prima di approdare in CREAZIONEIMPRESA ha ricoperto le posizioni
di FX Trading e Treasury Analyst per una Banca di investimenti francese,
consulente e revisore legale dei conti in una delle Big Four fino al 2018 per
clienti del mondo finanziario.
È ideatore ed ha ricoperto il ruolo di Presidente fino al 2019 di BeGov –
Associazione per la Pubblica Amministrazione. Ha conseguito la certificazione
Bloomberg Market Concept nel giugno 2021, Consulente Fiduciario per l’ANCP
– Associazione Nazionale Consulenti Patrimoniali. E’ membro Affiliate STEP -
Society of Trust and Estate Practitioners.

© 2021 CREAZIONEIMPRESA SRL – SB. 65


TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Potrebbero piacerti anche