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LA PARTICIPAZIONE DELLA BEATA SEMPRE VERGINE MARIA ALL’OPERA

DELLA REDENZIONE

INTRODUZIONE
Negli esercizi spirituali del 2018 Padre Geremia ci ha offerto una chiara meditazione sulla
funzione di Maria come mediatrice, corredentrice ed avvocata basandosi su dichiarazioni
dottrinali conciliari e pronunciamenti fatti dai santi e dai sommo pontefici nell’arco della storia
della Cheisa. L’obbiettivo di questa presentazione sara’ quello di presentare soltanto l’aspetto
dottrinale dell’opera cooperatrice della Santissima Vergine Maria nella Redenzione compiuta da
Suo Figlio. Nei nostri tempi sembra che quello che non sia stato proclamato come dogma dalla
Chiesa non debba essere insegnato o accolto come parte della dottina cattolica anzi molte volte si
diffondono delle opinioni di alcuni teologi che generano soltanto confusione su questo tema e
consequentemente creano una considerevole diminuzione sulla certezza e credibilita’ di tale
dottrina.
Il Concilio Vaticano II nella sua costituzione dogmatica Lumen Gentium afferma:
“La beata Vergine, predestinata fino dall'eternità, all'interno del disegno d'incarnazione del
Verbo, per essere la madre di Dio, per disposizione della divina Provvidenza fu su questa terra
l'alma madre del divino Redentore, generosamente associata alla sua opera a un titolo
assolutamente unico, e umile ancella del Signore, concependo Cristo, generandolo, nutrendolo,
presentandolo al Padre nel tempio, soffrendo col Figlio suo morente in croce, ella cooperò in
modo tutto speciale all'opera del Salvatore, coll'obbedienza, la fede, la speranza e l'ardente carità,
per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per questo ella è diventata per noi madre
nell'ordine della grazia. (LG, 61) E questa maternità di Maria nell'economia della grazia perdura
senza soste dal momento del consenso fedelmente prestato nell'Annunciazione e mantenuto
senza esitazioni sotto la croce, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti. Difatti anche dopo
la sua assunzione in cielo non ha interrotto questa funzione salvifica, ma con la sua molteplice
intercessione continua a ottenerci i doni che ci assicurano la nostra salvezza eterna. Con la sua
materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a
pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata. (LG, 62)”
Anche se nei testi del Concilio la parola “corredenzione” non e’ menzionata il concetto di quello
che possa significare e’ chiaramente presente: La Madre soffre con il Figlio e con Lui coopera in
modo tutto speciale all’opera della Redenzione da Lui compiuta diventando Madre nell’ordine
della grazia e cioe’ nostra Madre, Madre della vita divina che abbiamo ricevuto nel battesimo.

A. CITAZIONI DEL LIBRO DEL MSM  


Nel Libro Azzurro troviamo alcuni messaggi che presentano la Madonna come Corredentrice:
1. 1 aprile 1974: “Anche mio figlio Gesù ha voluto offrire al Padre tutta la sua sofferenza per
mezzo e insieme con Me. E così che, offrendo liberamente il mio Figlio al Padre, sono diventata
vera Corredentrice.”

2. 14 giugno 1980: “Figli, lasciatevi trasformare dalla mia potente azione di Madre, mediatrice di
grazie e Corredentrice. Non temete, perché, nel deserto del vostro cuore, Io mi sono rifugiata e
ho posto la mia abituale dimora.”

3. 13 luglio 1980: “Io sono per voi il modello perfetto della vostra cooperazione all'opera
redentrice compiuta da mio Figlio. Infatti, perché Madre di Gesù, sono stata da Lui intimamente

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associata alla sua redenzione. La mia presenza sotto la Croce vi dice come mio Figlio abbia
voluto perfettamente unire la Madre a tutto il suo grande dolore, nel momento della sua passione,
della sua morte per voi. Se la Croce è stata il suo patibolo, il dolore del mio Cuore Immacolato è
stato come l'altare su cui mio Figlio ha offerto al Padre il Sacrificio della nuova ed eterna
alleanza. ... Mio compito materno è quello di aiutare in ogni modo tutti i miei figli a giungere alla
salvezza; ancora oggi è quello di cooperare in modo particolarissimo alla redenzione compiuta
da mio Figlio Gesù. Si renderà manifesta a tutti la mia funzione di vera madre e Corredentrice.”

4. 5 luglio 1984: “ In ogni momento di questa offerta, Gesù ha voluto con sé, a soffrire e ad
offrire, sua Madre. Per questo sono diventata cooperatrice con Lui nella sua opera di redenzione,
vera Corredentrice e sono soprattutto Mamma di Gesù come Sacerdote.”

5. 15 settembre 1986: “In ciò Io, vostra Mamma Celeste, vi sono stata di esempio e di modello,
per la mia perfetta cooperazione a tutto il patire del Figlio, così che sono diventata la prima nel
collaborare alla sua Opera, con il mio dolore materno. Sono diventata vera Corredentrice ed ora
mi posso offrire, come esempio a ciascuno di voi, nel donare la propria personale sofferenza al
Signore, per aiutare tutti a camminare sulla strada del bene e della salvezza. ... Perché questa è la
mia missione di Madre e di Corredentrice: accogliere ogni goccia del vostro patire, trasformarla
in un prezioso dono di amore e di riparazione e offrirlo, ogni giorno, alla Giustizia di Dio.”

6. 15 settembre 1990: “Figli prediletti, oggi vi associo al grande dolore della vostra Mamma
Immacolata. Voi siete i figli della mia materna predilezione. Voi siete stati scelti da Me per far
parte della mia schiera vittoriosa. Voi siete parte importante del mio disegno di Mediatrice e di
Corredentrice. Mio figlio Gesù mi ha voluto sotto la Croce, per associare il mio dolore
immacolato a tutto il suo divino soffrire. Ha voluto unire la mia umana sofferenza alla Sua e mi
ha intimamente associata al mistero della sua Redenzione. Mi ha chiamata così ad essere vera
Corredentrice.”
 
B. GLI ULTIMI E RECENTI PAPI SULLA CORREDENZIONE DI MARIA
Alla festa di Nostra Signora di Guadalupe il 12 dicembre 2019, Papa Francesco durante la sua
omelia parlando a braccio ha detto:
“Fedele al suo Maestro, che è suo Figlio, l’unico Redentore, non ha mai voluto prendere per sé
qualcosa di suo Figlio. Non si è mai presentata come co-redentrice. No, discepola.”
“Quando ci vengono a dire che bisognava dichiararla tale, o fare quest’altro dogma, non
perdiamoci in chiacchiere”.

Il professor Mark Miravalle, che è un mariologo ed il presidente di Vox Populi Mariae


Mediatrici, un movimento cattolico che promuove i titoli della Beata Vergine Maria quale
Mediatrice e Corredentrice, il giorno dopo che il Santo Padre ha pronunciato tali parole, ha
scritto:  
“Il nostro Santo Padre è del tutto preciso nel dichiarare che Maria non si è mai "presentata" come
"corredentrice", né nel contesto dell'Annunciazione né negli eventi storici di Guadalupe,
argomento della sua omelia. Questo, tuttavia, non nega di per sé la legittimità dottrinale del titolo
di corredentrice quando viene usato con il suo significato proprio nel riferirsi alla partecipazione
unica di Maria alla Redenzione storica compiuta da Gesù Cristo, l'unico divino Redentore. Il
nostro Santo Padre è inoltre estremamente preciso quando afferma che "Non ha mai voluto

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togliere nulla a suo Figlio". Fortunatamente, quando Papa San Giovanni Paolo II (e Papa Pio XI
prima di lui) ha ripetutamente usato il titolo di "corredentrice" per la Madonna, allo stesso modo,
non ha cercato di togliere nulla a Gesù per darlo a Maria, ma piuttosto di identificare la
cooperazione unica di Maria nell'opera redentrice compiuta da Cristo. Il titolo di corredentrice
per Nostra Signora fa parte della Tradizione della Chiesa dal 14 ° secolo ed è stato usato
correttamente per identificare la cooperazione senza pari della Madonna nella Redenzione da
parte di papi, santi, mistici, vescovi, clero, teologi e fedeli di Dio, compresi i recenti santi tra cui
San Pio da Pietrelcina, San Massimiliano Kolbe, Santa Teresa Benedetta della Croce, San
Josemaría Escrivá, Santa Teresa di Calcutta e, ancora, Papa San Giovanni Paolo II.”

Ma non è solo Papa Francesco a percepire qualche difficoltà nel proclamare la Beata Vergine
Maria quale Corredentrice. Anche Papa Benedetto XVI in un'intervista durante l'estate 2000 con
Peter Seewald, che in seguito fu pubblicata sotto il titolo Dio e il mondo, credere e vivere nel
nostro tempo, disse: “La formula 'co-redentrice' si discosta troppo dal linguaggio della Scrittura e
dei Padri, e quindi genera malintesi. ”“ Tutto viene da Lui [Cristo], come ci dicono la Lettera agli
Efesini e la Lettera ai Colossesi; Anche Maria è tutto ciò che è attraverso di Lui." "Il termine
"corredentrice" oscurerebbe questa origine. Un'intenzione corretta viene espressa nel modo
sbagliato."
 
Papa San Giovanni Paolo II ha utilizzato il termine Corredentrice sette volte:
1. Il 10 dicembre 1980 alla fine dell'udienza generale mentre salutava un gruppo di malati.
“Cari ammalati, anche voi invito a dirigere un pensiero di fervida devozione a Maria, letizia dei
nostri cuori, consolatrice di tutti i sofferenti. Anche se siamo provati dal dolore, non possiamo
tralasciare di allietarci nel nostro Dio, che ci ha rivestiti di vesti di salvezza e di un manto di
santità, per essere capaci di trasformare la nostra pena in amorosa offerta, ad imitazione della
Madonna, la Corredentrice. Maria alimenti in voi sentimenti di serenità e di speranza, ed avvalori
anche la Benedizione, che vi imparto con tutto il cuore.”
 
2. L’8 Settembre, 1982 sempre ad un gruppo di malati:
“Anche a voi, cari ammalati, giunga la mia parola affettuosa e l’invito a gioire per la nascita
dell’Immacolata Madre di Dio. Maria, pur concepita e nata senza macchia di peccato, ha
partecipato in maniera mirabile alle sofferenze del suo divin Figlio, per essere Corredentrice
dell’umanità. Voi lo sapete, il dolore se unito a quello del Redentore ha un grande ed
insostituibile valore salvifico. Intuite, allora, la preziosità inestimabile della vostra grande
missione, sulla quale invoco le consolazioni di Maria, le gioie più profonde che per voi ha
preparato il suo purissimo Cuore di Madre.
 
3. Il 4 novembre 1984 nel luogo di nascita di San Carlo Borromeo:
“Alla Madonna - la Corredentrice - san Carlo si rivolge con accenti singolarmente rivelatori.
Commentando lo smarrimento di Gesù dodicenne nel tempio, egli ricostruisce il dialogo
interiore, che poté intercorrere tra la Madre e il Figlio, e soggiunge: “Sopporterai dolori ben più
grandi, o Madre benedetta, e continuerai a vivere; ma la vita ti sarà mille volte più amara della
morte. Vedrai consegnato nelle mani dei peccatori il tuo Figlio innocente . . . Lo vedrai
brutalmente crocifisso, tra i ladri; vedrai il suo fianco santo trapassato dal crudele colpo di lancia;
vedrai, infine, effondere il sangue che tu gli hai dato. E tuttavia non potrai morire!” (Omelia nel
duomo di Milano la domenica dopo l’Epifania del 1584).”

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4. Il 31 gennaio 1985 durante l'omelia al Santuario mariano di Nostra Signora dell'Alba
(Alborada) a Guayaquil, Ecuador:
“I Vangeli non ci parlano di un’apparizione di Gesù risorto a Maria. In ogni modo, poiché ella fu
in modo speciale vicina alla croce del Figlio, dovette avere anche un’esperienza privilegiata della
sua risurrezione. Effettivamente, il ruolo corredentore di Maria non cessò con la glorificazione
del Figlio.”
 
5. Il 31 marzo 1985, prima della preghiera dell'Angelus:
“Al desiderio del Redentore faccia generoso riscontro il desiderio nostro, auspice Maria, la
corredentrice, alla quale eleviamo con piena effusione la nostra preghiera.”
 
6. Il 24 marzo 1990 durante un discorso tenuto a un gruppo di volontari che lavorano con
persone malate:
“Maria santissima, Corredentrice del genere umano accanto al suo Figlio, vi dia sempre coraggio
e fiducia! E vi accompagni anche la mia benedizione, che ora di gran cuore vi imparto!
 
7. Il 6 ottobre 1991 durante la preghiera dell'Angelus in occasione del VI anniversario della
canonizzazione di Santa Brigida:
“Quanto determinante è stata la presenza della Madonna nell'itinerario ascetico e missionario di
Santa Brigida! L'amore per la Vergine fu il segreto della sua testimonianza evangelica e della sua
perseverante sequela del Redentore. Brigida guardò a Maria come a modello e sostegno nei vari
momenti della sua esistenza. Di Maria proclamò con vigore il divin privilegio dell'immacolato
Concepimento. Ne contemplò la sorprendente missione di Madre del Salvatore. La invocò come
Immacolata, Addolorata e Corredentrice, esaltandone il ruolo singolare nella storia della salvezza
e nella vita del popolo cristiano. “Come il magnete - osserva la Santa - attrae a sé l'acciaio, così
fa la Beata sempre Vergine Maria, attirando i cuori”.”

C. SUOR LUCIA DI GESU E DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA


Prima di continuare a parlare del pensiero dei Papi su questo argomento, passiamo a ciò che ha
affermato suor Lucia di Fatima sul tema della Madonna come Corredentrice. È importante dire
che suor Lucia era un'anima mistica e come ogni mistico che abbia scritto della sua esperienza,
ha molto umilmente lasciato l'interpretazione all'autorità della Chiesa come menziona nel libro
Chiamate di Fatima, al capitolo 12 intitolato La chiamata alla Recita giornaliera del Rosario:

“Quindi affermo solo ciò che penso e ciò che ho ritenuto di capire. In effetti, lascio volentieri
ogni interpretazione del significato del Messaggio alla Santa Chiesa, perché spetta alla Chiesa
farlo; quindi mi sottometto umilmente e volentieri a qualsiasi cosa Ella possa voler affermare o
correggere, modificare o dichiarare."  

Meditando sul Santo Rosario, suor Lucia scrive una riflessione sul quarto mistero gioioso: La
presentazione di Gesù al tempio:

“Adempiendo questo comandamento di presentare il suo primogenito nel Tempio per essere
offerto al Signore, Maria sta, nello stesso tempo, svolgendo la missione che le è stata affidata da
Dio, quella di Corredentrice della razza umana. Maria conosce la Sacra Scrittura e, attraverso di

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essa, sa che suo Figlio è destinato a essere vittima di espiazione per i peccati degli uomini e un
sacrificio di lode offerto a Dio .... Maria sa che questa profezia deve essere adempiuta nella
persona di suo Figlio, lei sa che è stato mandato da Dio per compiere l'opera della nostra
Redenzione. E lungi dal voler salvarlo da tale dolore e sofferenza, lo prende tra le sue pure
braccia, lo porta al tempio con le sue mani di vergine e lo pone sull'altare in modo che il
Sacerdote possa offrirlo all'eterno Padre come vittima espiatrice e sacrificio di lode. Qui, Maria
non offre solo suo Figlio, ma si dona a Cristo, perché Gesù ha ricevuto il suo corpo e il suo
sangue da Maria; così si offre in e con Cristo a Dio, corredentrice, con Cristo, dell'umanità ”.

Nel libro L'ultimo segreto di Fatima, un'intervista rilasciata dal cardinale Tarcisio Bertone a
Giuseppe de Carli con una prefazione di papa Benedetto XVI, c'è un capitolo intitolato Il rosario
e la liturgia in cui si afferma che suor Lucia chiese a papa San Giovanni Paolo II di proclamare il
Rosario come preghiera liturgica e presentò i motivi della sua richiesta, come riferito dal
cardinale Bertone che citò le sue parole:  

“Il Rosario è la preghiera più bella che il Cielo ci abbia insegnato. Più di ogni altra preghiera, ci
porta a una migliore conoscenza di Dio e della sua opera redentrice ”.
Ma il cardinale afferma: “Ho solo detto che la sua richiesta era ben argomentata. Ma ciò non
significa che persuaderebbe i liturgisti".   

È evidente che nella Chiesa ci sono quelli che non vogliono ascoltare ciò che il Cielo ha chiesto
attraverso questa umile sorella che era un'autentica anima mistica a cui Dio ha rivelato i segreti
del Cuore Immacolato di Maria sulle apparizioni di Fatima, 13 giugno , 1917, a Pontevedra, il 10
dicembre 1925 e a Tuy, il 13 giugno 1929.
Questi liturgisti hanno scelto di non prestare molta attenzione ai motivi semplici e ragionevoli
presentati da suor Lucia e di prendere la decisione di non accettare la sua richiesta di confermare
il Rosario come preghiera liturgica. Ma questo ha portato Papa Giovanni Paolo II a proclamare
l'Anno del Rosario e ad arricchire questa potente preghiera con i cosiddetti Misteri della Luce.  
Inoltre, secondo il Cardinale intervistato, un'altra richiesta di suor Lucia è stata la pubblicazione
di un libro da lei scritto intitolto Chiamate del Messaggio di Fatima.  
"Una delle idee principali del libro di suor Lucia è che la Chiesa dovrebbe riconoscere la
Madonna come corredentrice dell'umanità", afferma il cardinale Bertone.
Nel capitolo 10 del libro intitolato Chiamata a Condividere l’Eucaristia, suor Lucia afferma che
leggendo i Vangeli trova l'unione tra Gesù e Maria e come questa intima comunione di vita fu
presente nell'opera della Redenzione compiuta da Cristo. Questa sarà la ragione per cui lei
chiama la Madonna con il titolo di Correndentrice. E cosi’ lei ci mostra come anche noi siamo
chiamati a partecipare e a continuare a cooperare nell'opera della Redenzione che è stata
compiuta da Cristo:

“In un silenzio orante nella solitudine delle nostre chiese, Egli continuamente si offre
incessantemente al Padre come una vittima per nostro conto; dimenticato, disprezzato,
maltrattato, umile e povero, rimane prigioniero nei nostri Tabernacoli. E il Messaggio continua a
richiamarci ad offrire alla Santissima Trinità la Vittima sui nostri altari in riparazione di tutti i
peccati per i quali è offeso. E il nostro contributo? È la nostra umile preghiera, i nostri poveri
piccoli atti di abnegazione che dobbiamo unire alla preghiera e al sacrificio di Gesù Cristo e del
Cuore Immacolato di Maria in riparazione, e per la salvezza dei nostri fratelli e sorelle che si

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sono allontanati da quell autentico percorso che conduce alla Vita. A questo punto, mi chiedo:
perché, poiché i meriti e la preghiera di Gesù Cristo sono sufficienti per riparare e salvare il
mondo, il Messaggio invoca i meriti del Cuore Immacolato di Maria e invita anche noi, a
pregare, fare sacrifici, offrire riparazione? Devo dire che non lo so! Né so quale spiegazione mi
darebbero i teologi della Chiesa se glielo chiedessi. Ma ho meditato e pensato a questa domanda.
Apro il Vangelo e vedo che sin dall'inizio Gesù Cristo ha unito alla sua opera redentrice il Cuore
Immacolato di Colei che ha scelto come sua Madre. L'opera della nostra redenzione iniziò nel
momento in cui la Parola discese dal Cielo per assumere un corpo umano nel grembo di Maria.
Da quel momento, e per i successivi nove mesi, il Sangue di Cristo fu il Sangue di Maria,
prelevato dal Suo Cuore Immacolato; il Cuore di Cristo batteva all'unisono con il Cuore di
Maria. E possiamo pensare che le aspirazioni del Cuore di Maria siano state completamente
identificate con le aspirazioni del Cuore di Cristo. L'ideale di Maria era diventato lo stesso di
Cristo stesso, e l'amore nel Cuore di Maria era l'amore nel Cuore di Cristo per il Padre e per tutti
gli esseri umani; fin dal suo inizio, l'intera opera della Redenzione è passata attraverso il Cuore
Immacolato di Maria, attraverso il legame della sua stretta unione intima con la Parola Divina.
Poiché il Padre ha affidato suo Figlio a Maria, rinchiudendolo per nove mesi nel suo grembo
verginale casto - e 'Tutto ciò avvenne per adempiere ciò che il Signore aveva detto per mezzo del
profeta: "Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio, e il suo nome si chiamerà Emmanuele"
(Il che significa, Dio con noi)." (Mt 1, 22-23; Is 7, 14) - e poiché Maria di sua spontanea volontà
si è aperta completamente a ciò che Dio ha voluto realizzare in lei - “Ecco, io sono l'ancella del
Signore; sia fatto di me secondo la tua parola ” (Lc 1, 38) è ciò che ha detto all'Angelo - in
considerazione di tutto ciò e per disposizione di Dio, Maria divenne, con Cristo, la Corredentrice
della razza umana. È il corpo ricevuto da Maria, che in Cristo diventa una vittima offerta per la
salvezza dell'umanità; è il sangue ricevuto da Maria che circola nelle vene di Cristo e che
fuoriesce dal Suo Cuore Divino; è lo stesso corpo e questo stesso sangue, ricevuti da Maria, che
ci vengono dati, sotto le apparenze del pane e del vino, come nostro cibo quotidiano, per
rafforzare in noi la vita di grazia, e così continuare in noi, membri del Corpo mistico di Cristo, la
sua Opera Redentrice per la salvezza di ognuno e tutti nella misura in cui ciascuno si aggrappa a
Cristo e coopera con Cristo”.

Il titolo del capitolo 13 del libro è: La chiamata alla devozione al Cuore Immacolato di Maria. In
questo capitolo Suor Lucia presenta come inizia l'opera della redenzione nel momento
dell'Annunciazione e questa sarà la ragione per cui la Beata Vergine Maria è corredentrice:
"Dio iniziò l'opera della nostra redenzione nel Cuore di Maria, dato che fu attraverso il Suo "fiat
"che la Redenzione cominciò a realizzarsi: E Maria disse:" Ecco, io sono l'ancella del Signore;
sia fatto di me secondo la tua parola ”(Lc 1, 38). "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in
mezzo a noi" (Gv 1, 14). Così nella più stretta unione possibile tra due esseri umani, Cristo
iniziò, con Maria, l'Opera della nostra salvezza. I battiti del Cuore di Cristo sono quelli del Cuore
di Maria, la preghiera di Cristo è la preghiera di Maria, la gioia di Cristo sono le gioie di Maria;
fu da Maria che Cristo ricevette il Corpo e il Sangue che dovevano essere versati e offerti per la
salvezza del mondo. Quindi, Maria, creata con Cristo, è la corredentrice della razza umana. Con
Cristo nel suo grembo, con Gesù Cristo tra le sue braccia, con Cristo a Nazaret e nella sua vita
pubblica; con Gesù Cristo Ella salì sulla collina del Calvario, soffrì e si agonizzò con Lui,
ricevendo nel Suo Cuore Immacolato le ultime sofferenze di Cristo, le sue ultime parole, la sua
ultima agonia e le ultime gocce del Suo Sangue, per offrirle al Padre."

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Ancora una volta il cardinale Bertone dimostra che, allo stesso modo, alcuni liturgisti hanno
presentato alcune difficoltà ad accettare la preghiera del rosario come preghiera liturgica ufficiale
della Chiesa, per cui “la Congregazione per la Dottrina della Fede e L'Accademia Pontificia
Mariana Internazionale avevano già sollevato alcuni punti critici sul suo impatto
sull'ecumenismo".
Sebbene il Santo Padre, nel parlare a braccio durante la festa di Nostra Signora di Guadalupe,
abbia affermato che sia una sciocchezza l'idea di dichiarare la Beata Vergine Maria
Corredentrice, nel1°gennaio 2020, durante l’Omelia, ha sembrato di presentare la stessa
immagine che Suor Lucia aveva considerato nel suo libro Chiamate dal Messaggio di Fatima.
Papa Francesco fa un parallelo tra la Beata Vergine Maria e la Chiesa:
“Nato da donna. Secondo il racconto della Bibbia, la donna giunge al culmine della creazione,
come il riassunto dell’intero creato. Ella, infatti, racchiude in sé il fine del creato stesso: la
generazione e la custodia della vita, la comunione con tutto, il prendersi cura di tutto. È quello
che fa la Madonna nel Vangelo oggi”.
Da queste parole la nostra mente va agli insegnamenti di Sant'Ireneo che chiama la Madonna la
Nuova Eva.
“Maria – dice il testo – custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (v. 19).
Custodiva tutto: la gioia per la nascita di Gesù e la tristezza per l’ospitalità negata a Betlemme;
l’amore di Giuseppe e lo stupore dei pastori; le promesse e le incertezze per il futuro. Tutto
prendeva a cuore e nel suo cuore tutto metteva a posto, anche le avversità. Perché nel suo cuore
sistemava ogni cosa con amore e affidava tutto a Dio. Nel Vangelo questa azione di Maria
ritorna una seconda volta: al termine della vita nascosta di Gesù si dice infatti che «sua madre
custodiva tutte queste cose nel suo cuore» (v. 51). Questa ripetizione ci fa capire che custodire
nel cuore non è un bel gesto che la Madonna faceva ogni tanto, ma la sua abitudine.”
Sembra un'eco a suor Lucia, che afferma che il Cuore Immacolato di Maria era tutt'uno con suo
Figlio.
“E possiamo pensare che le aspirazioni del Cuore di Maria siano state completamente
identificate con le aspirazioni del Cuore di Cristo. L'ideale di Maria era diventato lo stesso di
Cristo stesso, … l'intera opera della Redenzione è passata attraverso il Cuore Immacolato di
Maria, attraverso il legame della sua stretta unione intima con la Parola Divina.”(Suor Lucia,
Chiamate del Messaggio, cap. 10)

Papa Francesco nella sua omelia aggiunge:


“Nato da donna. Gesù, appena nato, si è specchiato negli occhi di una donna, nel volto di sua
madre. Da lei ha ricevuto le prime carezze, con lei ha scambiato i primi sorrisi. Con lei ha
inaugurato la rivoluzione della tenerezza. La Chiesa, guardando Gesù bambino, è chiamata a
continuarla. Anch’ella, infatti, come Maria, è donna e madre, la Chiesa è donna e madre, e nella
Madonna ritrova i suoi tratti distintivi. Vede lei, immacolata, e si sente chiamata a dire “no” al
peccato e alla mondanità. Vede lei, feconda, e si sente chiamata ad annunciare il Signore, a
generarlo nelle vite. Vede lei, madre, e si sente chiamata ad accogliere ogni uomo come un
figlio.”

Queste parole ricordano non solo l'intera partecipazione della Beata Vergine Maria all'opera
redentrice di Suo Figlio, ma mostrano anche chiaramente il ruolo della Chiesa e di ciascuno dei
suoi figli che hanno la Vergine Maria come esempio e modello di cooperazione con Cristo nella
sua unica Opera di Salvezza. Come vediamo, sebbene la parola "corredenzione" non suonasse

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molto benvenuta per essere proclamata dogma di fede, l'idea e il concetto della partecipazione
unica di Maria alla salvezza compiuta da Suo Figlio si trasformano in un modello ed esempio per
ogni singolo membro del Corpo Mistico della Chiesa. Se riusciamo ad applicare le parole di San
Paolo a noi " Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne
quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa." (Col 1:24)
quanto più senza esagerazione possiamo affermare lo stesso delle sofferenze della Beata Vergine
Maria attraverso tutta la sua vita la quale è culminata con il sacrificio del Suo Figlio sulla Croce.

Concludiamo questa semplice riflessione sulla Madonna - cooperazione, collaborazione,


corredenzione – con le parole del Concilio Vaticano II e con le belle e potenti parole del grande
San Giovanni Paolo II:
“LG 8, 56. Il Padre delle misericordie ha voluto che l'accettazione da parte della predestinata
madre precedesse l'incarnazione, perché così, come una donna aveva contribuito a dare la morte,
una donna contribuisse a dare la vita. [..] Giustamente quindi i santi Padri ritengono che Maria
non fu strumento meramente passivo nelle mani di Dio, ma che cooperò alla salvezza dell'uomo
con libera fede e obbedienza. Infatti, come dice Sant'Ireneo, essa «con la sua obbedienza divenne
causa di salvezza per sé e per tutto il genere umano». Per cui non pochi antichi Padri nella loro
predicazione volentieri affermano con Ireneo che «il nodo della disobbedienza di Eva ha avuto la
sua soluzione coll'obbedienza di Maria; ciò che la vergine Eva legò con la sua incredulità, la
vergine Maria sciolse con la sua fede»”
“LG 8, 58. Così anche la beata Vergine avanzò nella peregrinazione della fede e serbò
fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne
stette (cfr. Gv 19,25), soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo
materno al suo sacrifico, amorosamente consenziente all'immolazione della vittima da lei
generata.”

Papa San Giovanni Paolo II, nella Lettera Apostolica Salvifici Doloris, 25, del 11 Febbraio 1984,
scrive:
“E', innanzitutto, consolante - come è evangelicamente e storicamente esatto - notare che a fianco
di Cristo, in primissima e ben rilevata posizione accanto a lui, c'è sempre la sua Madre santissima
per la testimonianza esemplare, che con l'intera sua vita rende a questo particolare Vangelo della
sofferenza. In lei le numerose ed intense sofferenze si assommarono in una tale connessione e
concatenazione, che se furono prova della sua fede incrollabile, furono altresì un contributo alla
redenzione di tutti. In realtà, fin dall'arcano colloquio avuto con l'angelo, Ella intravide nella sua
missione di madre la « destinazione » a condividere in maniera unica ed irripetibile la missione
stessa del Figlio. E la conferma in proposito le venne assai presto sia dagli eventi che
accompagnarono la nascita di Gesù a Betlemme, sia dall'annuncio formale del vecchio Simeone
che parlò di una spada tanto acuta da trapassarle l'anima, sia dalle ansie e ristrettezze della fuga
precipitosa in Egitto, provocata dalla crudele decisione di Erode.
Ed ancora, dopo le vicende della vita nascosta e pubblica del suo Figlio, da lei indubbiamente
condivise con acuta sensibilità, fu sul Calvario che la sofferenza di Maria Santissima, accanto a
quella di Gesù, raggiunse un vertice già difficilmente immaginabile nella sua altezza dal punto di
vista umano, ma certo misterioso e soprannaturalmente fecondo ai fini dell'universale salvezza.
Quel suo ascendere al Calvario, quel suo « stare » ai piedi della Croce insieme col discepolo
prediletto furono una partecipazione del tutto speciale alla morte redentrice del Figlio, come del

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resto le parole, che poté raccogliere dal suo labbro, furono quasi la solenne consegna di questo
tipico Vangelo da annunciare all'intera comunità dei credenti.
Testimone della passione del Figlio con la sua presenza, e di essa partecipe con la
sua compassione, Maria Santissima offrì un singolare apporto al Vangelo della sofferenza,
avverando in anticipo l'espressione paolina, riportata all'inizio. In effetti, Ella ha titoli
specialissimi per poter asserire di « completare nella sua carne - come già nel suo cuore - quello
che manca ai patimenti di Cristo »”.

CONCLUSIONE
La tesi fondamentale della soteriologia cristiana e’ la Verita’ che l’unico Redentore e’ Gesu’
Cristo. L’opera salvifica di Cristo e’ una sola, anche se gli accenti possono essere posti in modo
vario , ed essere posti in determinati modelli soteriologici che sono molti.

Possiamo dire che il ruolo di Maria come “Corredentrice” si fonda sul dolore che diventa
sacrificio materno, pieno nella sua vastita’ e profondita’. Quel dolore salvifico che e’
consequenza dell’aver osservato le sofferenze del Figlio (l’arresto, la flagellazione, il costato
traffitto, il sangue versato), che Le arreca un’amarezza piu’ grande della morte, era gia’
preannunciato nella scena del ritrovamento nel tempio di Gesu’ dodicenne. Maria e’ riuscita a
trasformare la sua sofferenza, il suo dolore in sacrificio pieno di amore. Il dolore, che e’ legato al
dolore del Salvatore, acquista un valore grande, insostituibile salvifico. Donde anche il suo ruolo
di “Corredentrice” consiste nella partecipazione in maniera mirabile alle sofferenze del Figlio.

Maria sul Calvario si e’ unita al sacrificio del Figlio. Ella collabora in modo particolare al
sacrificio redentivo di Lui. Non si tratta solo di una questione della carne e del sangue, ne’ di un
affetto senza dubbio nobilissimo, ma semplicemente umano. La presenza di Maria presso la
croce mostra il suo impegno di partecipazione totale al sacrificio redentivo di suo Figlio. Maria
ha voluto partecipare fino in fondo alle sofferenze di Gesu’, perche’ non ha respinto la spada
annunciata da Simeone (Lc 2, 35), e ha invece accettato, con Cristo, il disegno misterioso del
Padre. Essa era la prima partecipe di quel sacrificio, e sarebbe rimasta per sempre il modello
perfetto di tutti coloro che avrebbero accettato di associarsi senza riserva all’offerta redentiva. La
sua adesione alla passione redentiva del Figlio si compie nella partecipazione al dolore di Lui,
nell’unire il suo dolore di Madre al suo sacrificio di sacerdote. Nella lettera apostolica Salvifici
Doloris sul valore salvifico del dolore, San Giovanni Paolo II sottolinea il contributo di Maria
nella salvezza: “In lei le numerose e intense sofferenze di assomarono in una tale connessione e
concatenazione, che se furono prova della sua fede incrollabile, furono altresi’ un contributo alla
redenzione di tutti (...) fu sul Calvario che la sofferenza di Maria Santissima, accanto a quella di
Gesu’, raggiunse un vertice gia’ difficilmente immaginabile nella sua altezza dal punto di vista
umano, ma certo misterioso e soprannaturalmente fecondo ai fini dell’universale salvezza. Quel
suo ascendere al Calvario, quel suo stare ai piedi della croce insieme col discepolo prediletto
furono una partecipazione del tutto speciale alla morte redentrice del Figlio.”

Dunque possiamo affermare che la Chiesa non solamente non lo nega ma anzi lo afferma come
verita’ teologica-spirituale la singolare partecipazione e colaborazione della Beata Sempre
Vergine Maria all’opera Redentrice realizzata da Suo Figlio e Nostro Salvatore, Nostro Signore
Gesu Cristo.

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La Chiesa trova difficolta’ per definire un nuovo dogma perche’ questo potrebbe creare un nuovo
ostacolo nel dialogo ecumenico pero’ non lascia di affermare come parte della sua dottrina
cattolica il ruolo che la Madre del Signore ha svolto nella salvezza di tutti gli uomini. Lei la
Tutta-Santa che fue concepita senza la mancia del peccato originale, redenta nella sua
concezione e percio’ tutta immacolata, in previsione dei meriti del Suo Figlio, fue prescelta per
essere la Madre di Dio, anche per singolare privilegio ha preservado sua Verginita’ prima,
durante e dopo il parto e percio’ Dio l’ha scelta perche’ con sua umilta’ e obbedienza potesse
riparare la disobbedienza e l’orgoglio della prima donna, Eva. Per ragione di questi privilegi e
virtu, la Madre del Signore e’ stata scelta da Dio per rimanere di piede presso la Croce, offrendo
al Padre la Carne e il Sangue del Figlio e per mezzo di Lui offrendo Se stessa in un’unica offerta
d’Amore per la redenzione del genere umano. E percio’ Lei e’ diventata la Madre e la mediatrice
di tutte le grazie che a noi sono elargite dal Cuore del Padre per i meriti della passione del Figlio
attraverso lo Spirito d’Amore che e’ Colui che a Lei si e’ unito e con Lei rimane per sempre
come nel piu perfetto tabernacolo.

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