Maria
Addolorata
Patrona Principale
dell’ Ordine
Adoratrici Perpetue
delle
del SS.mo Sacramento
fondato da
Madre Maria Maddalena
dell’ Incarnazione
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1
«Preparandosi giorno per giorno al Cal-
vario, Maria vive una sorta di “Eucari-
stia anticipata” si direbbe una “comu-
nione spirituale” di desiderio e di offer-
ta, che avrà il suo compimento nell’u-
nione col Figlio nella passione, e si e-
sprimerà poi, nel periodo post-pasqua-
le, nella sua partecipazione alla Celebra-
zione Eucaristica, presieduta dagli Apo-
stoli, quale “memoriale” della Passione».
(Ecclesia de Eucharistia, 56)
U n o s g u a r d o p e n e t r a n t e s u l l a Ve r g i -
ne, quale modello di contemplazione, Gio-
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vanni Paolo II ce lo offre nella sua Ro-
sarium Virginis Mariae, laddove appunto,
richiamando le tappe fondamentali della
Madre di Cristo, evidenzia lo sguardo che
Ella seppe rivolgere al Mistero del Figlio
diventando perciò stesso modello al-
la contemplazione adorante del creden-
te:
«La contemplazione di Cristo ha in Ma-
ria il suo modello insuperabile. Il volto del
Figlio le appartiene a titolo speciale. È
nel suo grembo che si è plasmato, pren-
dendo da Lei anche un’umana somiglian-
za che evoca un’intimità spirituale certo
ancora più grande. Alla contemplazione
del volto di Cristo nessuno si è dedica-
to con altrettanta assiduità di Maria. Gli
occhi del suo cuore si concentrano in
qualche modo su di Lui già nell’Annun-
ciazione, quando Lo concepisce per o-
pera dello Spirito Santo; nei mesi suc-
cessivi comincia a sentirne la presenza e
a presagirne i lineamenti. Quando final-
mente Lo dà alla luce a Betlemme, anche
i suoi occhi di carne si portano tenera-
mente sul volto del Figlio, mentre Lo av-
volge in fasce e Lo depone nella man-
giatoia (cfr Lc 2, 7) .
«Da allora il suo sguardo, sempre ric-
co di adorante stupore, non si staccherà
più da Lui. Sarà talora uno sguardo inter-
rogativo, come nell’episodio dello smar-
rimento nel tempio: “Figlio, perché ci hai
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fatto così?” (Lc 2, 48) ; sarà in ogni caso u-
no sguardo penetrante, capace di leg-
gere nell’intimo di Gesù, fino a percepir-
ne i sentimenti nascosti e a indovinarne le
scelte, come a Cana (cfr Gv 2, 5) ; altre vol-
te sarà uno sguardo addolorato, soprat-
tutto sotto la Croce, dove sarà ancora, in
certo senso, lo sguardo della “partorien-
te”, giacché Maria non si limiterà a con-
dividere la Passione e la Morte dell’Uni-
genito, ma accoglierà il nuovo figlio a Lei
consegnato nel discepolo prediletto ( c f r
G v 1 9 , 2 6 - 2 7 ) ; nel mattino di Pasqua sa-
rà uno sguardo radioso per la gioia del-
la Risurrezione e, infine, uno sguardo ar-
dente per l’effusione dello Spirito nel
giorno di Pentecoste (cfr At 1, 14) ». RVM 10
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LA DEVOZIONE NELLA VITA
DELLA MADRE FONDATRICE
P I O VII
Fu anche per l’influsso di Pio VII che,
Madre Maria Maddalena scelse quale
Protettrice del novello Istituto la Vergine
Addolorata. Il Pontefice infatti, in ricordo
delle sofferenze inflitte da Napoleone alla
Chiesa nel suo capo, introdusse nella li-
turgia la celebrazione dei dolori di Maria.
TESTIMONIANZE
Il dottor P IETRO S CIARRA , Primario dell’O-
spedale Santo Spirito e Medico Pontifi-
cio, che conobbe la Madre nel 1816 - do-
po l’esilio - attestò che ella «fu devotis-
sima di Maria Santissima Addolorata e
ne celebrava la festa pubblicamente in
Chiesa» (Positio § 304 pag. 139).
S R . M. A R C A N G E L A D E L L A V O L O N T À D I D I O
che fu al fianco della Madre dal 1809 al
1824 testimonia che: «Indizio della sua
fede fu la devozione che mostrava verso
la Madonna e con l’essersi consacrata to-
talmente come schiava ad Essa Madre di
Dio, offrendole tutte le sue opere ed o-
razioni, il che fu nell’ultimo periodo del-
la sua vita, nella quale epoca non solo e-
sortò tutte le sue figlie ad imitarla in que-
sta consacrazione, ma altresì introdusse
che ciascuna portasse al collo, sotto lo
scapolare, una catenella di trenta maglie
col cuore di Maria in una lamina di otto-
ne dove sono impressi i Nomi di Gesù e
di Maria, in segno della loro schiavitù do-
nata a Maria Santissima». (Positio §225 pag.
107)
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to nella sua camera, e io e la Sr. M. Sera-
fina stavamo fuori della camera della me-
desima facendo pure l’Orazione, e ci te-
nevamo sempre pronte ad accorrere al-
la medesima qualora ne avessimo inteso
il segno del campanello, in quella mat-
tina, dico, appar ve alla Ser va di Dio la
SS.ma Vergine Maria e le disse: “guarda,
Sr. M. Maddalena, come io amo e pro-
teggo questo Istituto, le tue monache”;
ed in quel ciò dicendo la SS.ma Vergi-
ne allargò il suo manto e sotto del me-
desimo essa Ser va di Dio vide tutte le
sue monache, ed una delle più giovani
fare molte feste alla gran Madre di Dio e
quindi poggiare il suo capo sul di Lei
seno; ed in questo la Serva di Dio co-
nobbe che quella giovane religiosa ave-
va un gran retto fine nel suo operare.
Questa apparizione venne dalla Serva di
Dio comunicata al suo confessore P. Bal-
deschi, il quale la eccitò a riferirlo alla
comunità, per renderla sempre più de-
vota a Maria SS.ma ed affezionarla all’I-
stituto Quindi fu che la Serva di Dio, a-
vendoci tutte radunate in sua presenza,
ci raccontò l’apparizione sovra da me e-
sposta». (Positio § 860, pag. 418-19)
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schiavitù di Maria Purissima, e che que-
sto era l’ultimo atto che Essa compieva
con loro; che avessero perciò pregato la
Divina Signora, affinché l’assistesse nel
grande passaggio che faceva da qui all’e-
ternità. E questo lo disse “mentre senti-
vasi un gran male per cui fu subito ri-
posta in letto”». (Dalla Vita del Baldeschi, citata
dalle Notizie storiche al Cap. XXIX pag. 339)
L’ a m o r e p e r l a Ve r g i n e d e i d o l o r i s i
manifestava nella Madre, tanto nelle pra-
tiche tradizionali di pietà che in un ge-
nuino spirito di fede.
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S R . M ARIA T ERESA DEL S. C UORE DI G ESÙ ,
che conobbe la Madre durante l’esilio di
Firenze e la seguì poi a Roma, attesta:
«Oltre a recitare con molto raccoglimen-
to ed esattezza l’ufficio divino, e le altre
preghiere vocali prescritte dalla Regola,
ne aggiungeva molte altre di sua elezio-
ne, talchè da mattina a sera quasi in con-
tinua orazione. Al Rosario di cinque im-
poste portate dalla Regola, ne aggiunge-
va un altro di quindici imposte ogni gior-
no. […]
«Oppure ho sentito dire dalla stessa
sua nipote che ogni giorno recitava un’o-
razione che ella aveva chiamata l’Infio-
rata a Maria Santissima, e che la inculcava
alla stessa Sr. M. Cherubina, perché per
mezzo di questa si ottengono tante gra-
zie da Maria SS.ma. […] Quanto all’ora-
zione mentale questa inculcava a noi di
farne molta e ci diceva che invece di oc-
cuparci nella lettura di tanti libri è me-
glio meditare il Crocifisso, dove in quel-
lo si trova tutto.
«La Serva di Dio cercava di mortifica-
re il suo corpo con l’esercizio del digiu-
no. Questo praticava mentre era ancora
in casa paterna prima di entrare nel Mo-
nastero d’Ischia ogni sabato e nelle vigi-
lie delle feste di Maria Santissima». (Positio
§ 947 pag. 463-64)
Anche S U O R M. C O N C E T TA testimonia
che la Madre chiamava «col nome di Mam-
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ma Maria Santissima, a lei ricorreva con
confidenza di figlia» pare certo - poi - che
«recitasse il Rosario di quindici poste e
forse di più, l’Infiorata che sentiva io no-
minare ma non sapeva in che consistes-
se». Suor Maria Concetta che conobbe
Madre Maria Maddalena negli ultimi an-
ni, quando cioè a causa di molti incomo-
di non poteva partecipare agli atti comu-
ni, afferma che: «quando andava io nel-
la sua cella, e la trovava sola per lo più
la vedeva con la corona in mano a dire
qualche devozione alla Madonna e con il
libro delle sue orazioni…». (Positio § 488 pag.
245)
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LA PAROLA DELLA MADRE
Q u e s t o a f f i d a m e n t o a M a r i a è p e r-
sonale ma anche comunitario poiché
Maria stessa è la vera Fondatrice dell’I-
stituto secondo la Madre:
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«Dovete voi nutrire sempre questo ri-
flesso, che non avete altro Padre che
Dio, né altra madre che la Madre di Ge-
sù Cristo, Maria Santissima; che perciò il
vostro fondatore è Iddio medesimo, e la
sua Divina Madre è la vostra fondatrice,
riguardando e amando sempre questa au-
gusta regina anche come vostra cara ed
amorosissima madre e particolare vostra
Protettrice. Ricorrete dunque al poten-
te suo patrocinio in tutt’i vostri bisogni
senza timore, ma con una vera e filiale
fiducia. Soprattutto dovete pregarla che
vi ottenga la grazia finale e la perfezio-
ne che vuole Iddio da voi tutte, come an-
che la propagazione del vostro Istituto».
(Direttorio 1814, pag. 9)
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CONCLUSIONE
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«Nell’offerta le Monache Adoratrici si
propongano - come modello ideale di vi-
ta interiore - dopo Cristo - la Madonna,
madre di Dio e della Chiesa.
«Rivestite interiormente di questi sen-
timenti, si accostino al Mistero della
fede, leggano gli avvenimenti alla luce
della storia della salvezza e partecipino
alla Redenzione del mondo unendosi
alla Passione di Cristo e della Chiesa.
«Con filiale pietà si affidino alla media-
zione della vergine Addolorata, Patrona
principale del S. Ordine, onde ottenere le
grazie necessarie per corrispondere alla
propria vocazione, abbandonandosi fidu-
ciosamente nelle sue mani con un atto di
consacrazione di tutta la vita. Tale solen-
ne consacrazione viene fatta davanti al-
la Comunità riunita, nel giorno della pri-
ma professione». (Costituzioni art. 63)
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Esse nella preghiera del giovedì che
commemora il quinto dolore della Vergi-
ne: Maria sotto la croce del Figlio, così
pregano:
«Mamma nostra l’annunzio di questa
maternità universale dilatò il tuo cuore
ed in uno slancio di amore oblativo l’ac-
cettasti. Per questo tuo amore ottienici
dallo Spirito Santo il dono della Scienza.
«Il dono cioè di quella scienza della
croce - che fu di Maria - unica capace di
fecondare la vita di autentica carità».
F I N I T O D I S TA M PA R E I L 26 G I U G N O 2005
- GIORNO ANNIVERSARIO DELLA PROMULGAZIONE
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