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A.A. 2009/2010
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Corso di Tecnica delle costruzioni
Elementi base per l’uso di Autocad nella redazioni di elaborati grafici
Le primitive grafiche
Le principali primitive grafiche che costituiscono un disegno AutoCAD bidimensionale.
Gli elementi principali che costituiscono un disegno bidimensionale realizzato con un
software cad sono riconducibili ad un limitato numero di primitive grafiche, che sono, nel
caso di AutoCAD:
Le entità complesse sono aggregazioni di primitive grafiche che sono gestite come entità
uniche.
Per ciascuna di queste primitive il programma provvede a registrare nel disegno tutte le
caratteristiche geometriche necessarie alla loro rappresentazione.
Ad esempio:
primitiva comando
punto point
linea line
cerchio circle
arco di cerchio arc
ellisse ellipse
curve di Bezier spline
riferimenti ad oggetti OLE insertole
riferimenti ad immagini raster image
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Le entità complesse sono ugualmente gestite da comandi specifici; in alcuni casi esiste più
di un comando per creare la stessa entità:
Una volta conosciuti questi comandi si è in grado di creare qualsiasi entità grafica
realizzabile con AutoCAD.
A ciascuna entità vengono inoltre associate caratteristiche aggiuntive che specificano
ulteriormente la visualizzazione finale di quell'entità all'interno del disegno. Le principali
sono:
il layer di appartenenza
il colore dell'entità (bianco, rosso, nero, bylayer, byblock ...)
il tipo di linea (continua, tratteggiata, puntinata ...)
Una volta definita la linea nello spazio cartesiano, l'AutoCAD richiede se la vogliamo
colorata di rosso o di nero, se deve essere tratteggiata piuttosto che continua. Queste
caratteristiche, se pur aggiuntive, hanno comunque un'mportanza cruciale nell'ambito
dell'aspetto finale del disegno.
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Le modalità di inserimento
I tanti modi possibili di inserire i dati in AutoCAD e quindi poter definire graficamente le
caratteristiche geometriche delle entità create.
La definizione delle primitive grafiche implica la necessità di poter specificare la posizione
e la dimensione delle stesse.
A seconda dei casi AutoCAD richiede un input di tipo differente:
coordinate assolute
coordinate relative
distanza
angolo
fattore di scala
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comando spiegazione
erase cancella le entità selezionate
move modifica la posizione delle entità selezionate
copy copia le entità selezionate
mirror ribalta le entità selezionate rispetto ad un asse
scale ingrandisce o riduce rispetto ad un punto di riferimento
rotate ruota le entità selezionate rispetto ad un punto di riferimento
Per operare con ciascuno di questi comandi è necessario compiere preventivamente una
selezione oggetti, per poter indicare al programma su quali entità effettuare la modifica.
Una volta effettuata la selezione il comando continua con le proprie opzioni specifiche.
Non è nostro compito l'entrare in dettaglio sulla spiegazione di ciascun comando, quanto
di indicare alcune opzioni o modalità poco conosciute ma molto utili. Facciamo quindi
alcuni esempi.
comandi MOVE o COPY:
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pedit
align
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ORTHO
È una modalità che obbliga il cursore a spostarsi in maniera ortogonale rispetto all'ultimo
punto specificato.
esempio: comando LINE
Command: From point: (puntare su 1)
Command: To point: (puntare su 2),
restituisce il punto A
Command: To point: (puntare su 3),
restituisce il punto B
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Questa caratteristica ci permette di poter modificare il modo in cui verranno stampate tutte
le entità di quel layer, semplicemente operando sul tipo di penna associata, con vantaggi
notevoli nell'ambito degli affinamenti grafici necessari in fase di stampa.
Nel nostro disegno, inoltre, viene registrato lo spessore ed il colore che volevamo
adoperare con quel layer, senza dover ricorrere alle famigerate tabelle di conversione fra
colori e penne (pcp).
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Per questi motivi è considerato un grave errore la non esatta corrispondenza fra entità e
layer di appartenenza e l'uso del colore diverso da "bylayer".
Per facilitare la comprensione del disegno, è opportuno che i nomi dei layer vengano scelti
in modo che il significato sia chiaro per chiunque, evitando quindi troppi numeri, sigle o
abbreviazioni troppo corte.
È opportuno predisporre un numero di layer adeguato alla corretta classificazione delle
varie parti che compongono il disegno. Gli eccessi in un senso o nell'altro sono
ugualmente considerati un errore.
Non esiste una regola aurea per i nomi dei layer, né esistono tabelle codificate o norme
UNI. L'elenco che proponiamo ha la sola utilità di fornire uno spunto per poter iniziare, e
può essere valido per un disegno architettonico generico.
È abbastanza intuitivo che il sistema da preferire, per un modello architettonico, sia quello
di derivare gli oggetti dai layer.
Potendo trasformare i layer in oggetti possiamo associare a ciascun layer un materiale
differente in fase di rendering. In questo modo, ad esempio, al layer "Muratura"
trasformato nell'oggetto "[Muratura]" è possibile associare il materiale più opportuno. Così
per il layer "pavimento", "vetro", "legno", "ferro", etc.
Da queste considerazioni possiamo dedurre il principio secondo il quale, nel disegno
tridimensionale, ad ogni layer corrisponde un materiale differente in fase di rendering.
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Immaginiamo di dover realizzare una planimetria di una certa complessità. Ipotizziamo che
il nostro intervento preveda la costruzione di 3 edifici distinti. In questo caso il disegno
d'insieme conterrà 4 disegni realizzati separatamente: i 3 edifici (A B e C) e lo spazio
esterno (P).
disegno d'insieme
Ciascuno di questi quattro componenti è un disegno a sé;il file d'insieme conterrà soltanto
i blocchi dei quattro disegni che lo compongono. Ognuna delle parti viene sviluppata
separatamente, viene definita con maggiore accuratezza man mano che il progetto si
affina nei contenuti.
La condizione essenziale affinché tutto funzioni correttamente è che ciascuno dei quattro
disegni abbia in comune lo stesso punto d'inserzione, vale a dire che il riferimento
cartesiano d'origine sia comune a tutti i componenti (0,0,0).
Il vantaggio di questo metodo consiste nella possibilità di poter utilizzare i componenti in
modo ripetitivo senza doverli realizzare nuovamente e di poter effettuare le modifiche
soltanto su un disegno.
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Supponiamo che l'edificio C sia costituito da 3 piani mentre gli edifici A e B siano di un solo
piano.
Come si può notare dallo schema precedente il disegno P è ripetuto 4 volte, mentre i
disegni Acop e Bcop sono ripetuti 3 volte. Se ciascuno di questi disegni è un componente,
un blocco nel disegno d'insieme, allora non avrò bisogno di effettuare le modifiche più
volte dal momento in cui è sufficiente aggiornare la definizione di quel blocco una volta
effettuata la modifica nel disegno di riferimento.
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La quotatura di un disegno
Consigli su come quotare un disegno AutoCAD.
La difficoltà della quotatura di un disegno AutoCAD non deriva tanto dai tre o quattro
comandi che si utilizzano con maggior frequenza, quanto dalla molteplicità dei parametri
che consentono di impostarne l'aspetto.
Per far questo dobbiamo operare sulle impostazioni con il comando DDIM.
Gli stili di quotatura
Ogni quota che inseriamo nel disegno ha un suo stile di appartenenza.
Lo stile è un set di impostazioni che contraddistinguono l'aspetto finale di quella quota. Lo
stile di default si chiama STANDARD. È già difficile controllare perfettamente un solo stile
di quota: limitiamo l'uso degli stili ad uno o massimo due varianti per disegno, e vivremo
meglio.
Lines & Arrows
Dobbiamo imparare a prendere confidenza con i termini dimension line, extension line,
arrows, text position.
figura
L'impostazione che suggeriamo in questo esempio sono usuali per un disegno
architettonico.
Iniziamo dalla posizione del testo. Questa impostazione determina la posizione del testo
rispetto alla dimension line, soprattutto quando il testo è tale da non poter essere scritto
centralmente. Utilizziamo Best fit.
Sopprimiamo Extension lines. Possono complicare la lettura del disegno. All'occorrenza
aggiungeremo manualmente le linee di riferimento sullo stesso layer delle quote.
Tutti i colori devono essere Bylayer.
Solitamente nel disegno architettonico si impostano le arrows a tick, uitilizzando un blocco
modificato denominato _archtick. Questo blocco può essere modificato a piacimento. I
blocchi _dot e _ dotsmall si usano per i leader.
Text
È preferibile usare un font True type come l'Arial, in questo modo le quote sono leggibili
fino ad un'altezza di un millimetro.
Non è corretto, ed è inutile, cambiarne il colore.
La dimensione del testo varia da 0.15 a 0.25. Un buon compromesso è 0.18.
Per poter adattare al rapporto di stampa TUTTE le variabili di quotatura si usa assegnare
valori opportuni ad una variabile che cosituisce un fattore di scala globale delle quote del
disegno.
Scala del disegno (dimscale):
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Un altro discorso riguarda il modo di visualizzare il valore del testo. Se il nostro disegno è
realizzato in metri (1 unità disegno = 1 metro) e vogliamo che le misure vengano espresse
in centimetri, allora impostiamo la variabile dimltfac a 100 (1.50 metri x 100 = 150). Ecco
alcuni esempi.
Fattore di moltiplicazione delle quote (dimltfac):
misure
valore esempio
espresse in
metri 1 1.50 - 23.10 - 0.08
centimetri 100 150 - 2310 - 8
millimetri 1000 1500 - 23100 - 80
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Per quanto riguarda i font, il primo passo consigliato è quello di modificare lo stile
STANDARD, utilizzando il comando STYLE. Sceglieremo, ad esempio, il font ARIAL, o un
qualsiasi altro font True-type fornito dal sistema operativo. Con la versione 2000
dell'AutoCAD questi font sono leggibili fino ad un'altezza di un millimetro.
N.B. nel comando STYLE evitiamo di specificare l'altezza del testo.
Il comando MTEXT ci permette di inserire un testo multilinea virtualmente delimitato da un
rettangolo. La finestra di dialogo corrispondente ci permette di impostare l'altezza, l'angolo
di rotazione, la giustificazione del testo, il colore, la larghezza del rettangolo virtuale.
Per la modifica dei testi si usa il comando DDEDIT.
Una precisazione a parte va fatta per tutto ciò che è relativo all'impaginazione
(squadratura, testatina, etc.). Oltre ad avere un suo layer specifico, è opportuno che il tutto
sia disegnato sullo spazio carta, e se vogliamo compiere una raffinatezza, possiamo
inserire la testatina come blocco con attributi. Questi ultimi saranno relativi a tutti quei testi
che vanno modificati per ciascun disegno, come il numero della tavola, il rapporto di scala,
il nome del file, etc.
OLE Object
Quando si tratta di scrivere testi molto lunghi o tabelle, allora dobbiamo abbandonare gli
strumenti che ci offre AutoCAD, e sfruttare le potenzialità di software più specifici.
L'AutoCAD, infatti, ha la possibilità di gestire all'interno di un disegno, oggetti creati da altri
programmi. Questi oggetti si chiamano OLE.
Per spiegarne le funzionalità, immaginiamo che siano come una finestra aperta su un altro
programma. All'interno del disegno possiamo avere "finestre" aperte su una tabella o un
grafico di Excel o su un testo Word, o un database Access, o un disegno Coreldraw.
Per creare un oggetto OLE il sistema più semplice è quello del copia e incolla.
Ipotizziamo di dover inserire una tabella fatta con Excel dentro un disegno AutoCAD.
Apriamo la tabella con Excel, selezioniamo le celle che ci interessano, copiamo (CTRL-C),
apriamo in AutoCAD il disegno, incolliamo (CTRL-V).
Ogni qualvolta clicchiamo due volte su quell'oggetto si aprirà una finestra dell'applicazione
che lo ha generato e ce ne consentirà la modifica.
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Anche se nella versione 2000 sono migliorate di molto le cose, l'AutoCAD non è ancora
molto bravo nel manipolare gli oggetti OLE. Qualche problema lo incontreremo, ad
esempio, quando dobbiamo modificarne la dimensione. In ogni caso, utilizzando il tasto
destro sull'oggetto, siamo in grado di effettuare tutti le impostazioni necessarie, come la
dimensione e la qualità di stampa.
Proprio per queste difficoltà, sconsigliamo l'uso di oggetti OLE con file raster. In questo
caso è meglio utilizzare il comando IMAGE.
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Le immagini raster
Consigli su come utilizzare le immagini raster in un disegno AutoCAD.
La possibilità di inserire immagini raster in un disegno vettoriale, ha cambiato radicalmente
il modo di operare con l'AutoCAD, soprattutto nell'ambito dello studio del territorio.
Questa innovazione ha reso pressocché inutili le vettorializzazioni di disegni acquisiti da
scanner, che generavano mediamente file di dimensioni difficilmente gestibili.
È quindi possibile fare una scansione di un disegno, inserirlo in AutoCAD e utilizzarlo
come base per successive elaborazioni.
Non è possibile modificare l'immagine dall'interno, se non con l'utilizzo di software
aggiuntivi (CAD Overlay). Le uniche modifiche consentite sono:
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L'uso di Paper-space
Paper-space è il principale strumento di impaginazione di AutoCAD, consente di
organizzare il layout finale della tavola da stampare con una o più viste
contemporaneamente e in diversi rapporti di scala.
Possiamo metaforicamente considerarlo come un ampio cartoncino a cui apportare delle
bucature sotto le quali porre il nostro disegno, praticamente un passe-partout, sui cui
inserire didascalie, immagini.
Generalmente si disegna e si organizza la tavola da plottare solo nel model-space, ovvero
nello spazio a cui si accede di default quando entriamo in AutoCAD.
Introdurre nell'uso comune paper-space significa controllare meglio il layout di stampa, e
annotare tutte le specifiche della tavola su un nuovo spazio, scaricando così il disegno
dalle informazioni che servono solamente alla lettura della composizione finale.
Cerchiamo di chiarire con un esempio la distinzione operativa fra paperspace e
modelspace.
Su modelspace (vedi esempio) è stato disegnata una pianta e un prospetto in scala reale
(unità di misura 1=1 metro).
Se si attiva paperspace (vedi esempio), si vedranno 3 viewport: nella prima in alto a
sinistra viene visualizzato uno schema planimetrico con le linee di sezione, a destra il
dettaglio "bagno- cucina", in basso la sezione-prospetto.
In ogni viewport è stato posizionato lo stesso modello in maniera diversa e con scale
differenti.
In seguito, direttamente su paperspace, sono stati inseriti i vari testi e la squadratura.
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Nella maggior parte dei casi viene utilizzato il file monochrome.stb nel quale sono
impostate due penne.
Normal segue il colore dell'oggetto (se il layer è rosso stampa rosso), percentuale
100%
Style 1 Colore Nero 100%
Notare il layer costr (linee di costruzione) che non verrà stampato e il layer pat_murature
(campiture dei muri) che verrà stampato in grigio (colore 253). Le murature verranno
stampate in nero sp. 0.5 mm e gli arredi sempre in nero sp. 0.2 mm.
N.B. Se si utilizza lo spazio carta per la stampa, sia LTSCALE che la variabile
PSLTSCALE (fattore di scala LT per il paper space) devono essere impostati a 1.
Per la dimensione delle quote vale lo stesso discorso. Per il controllo della dimensione
delle quote confronta la lezione corrispondente.
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I service di plottaggio
Le difficoltà maggiori si incontrano (e gli studenti ne sanno qualcosa) quando si stampa
presso un service di plottaggio, e comunque in tutti quei casi in cui le prove e la stampa
finale vengono realizzati con un hardware differente.
A questo riguardo ci sentiamo di dare alcuni buoni consigli.
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12 errori da evitare
Contrariamente a quanto si possa pensare esistono tanti modi per realizzare un disegno
con AutoCAD e fra questi alcuni sono da evitare.
I parametri di valutazione di un buon disegno CAD sono, oltre all'aspetto grafico
complessivo, la facilità di interpretazione, di modifica e di stampa anche da parte di chi
non ha partecipato alla sua stesura.
Le convenzioni adottate nei disegni tradizionali sono tali da consentire una interpretazione
univoca. Nei disegni CAD ancora non esistono convenzioni universalmente stabilite, ma è
opportuno perlomeno adeguarsi ad alcuni principi generali dettati dall'esperienza.
Andiamo quindi ad elencare quelli che possono essere considerati errori più o meno gravi
e modalità inopportune.
1. Entità su layer non appropriati
I layer consentono raggruppamenti di entità che rappresentano la medesima classe di
oggetti. Al layer quote devono appartenere le entità relative alla quotatura del disegno, sul
layer muratura vanno inserite le entità delle murature sezionate, e così via.
Un errore piuttosto comune è quello di raggruppare sullo stesso layer entità che
rappresentano cose diverse, con il risultato che quando ho la necessità di spegnere il layer
delle quote spariscono anche murature o parte degli arredi.
Pena prevista: tortura.
2. I nomi impossibili dei layer
I nomi dei layer devono essere chiari e comprensibili.
È meglio scrivere "muratura" o "muri" piuttosto che "op_mu" o sigle astruse o peggio
numeri, a meno di accludere al disegno foglietti stampati che aiutino l'interpretazione dei
nomi dei layer.
Pena prevista: 3 ave marie.
3. Le entità a colori
In linea di principio è da evitare quanto più possibile l'uso dei colori per le singole entità.
Questo vale ancor più per la versione 2000 dell'AutoCAD, che consente di associare a
ciascun layer uno spessore di penna.
Il colore dell'entità deve essere "bylayer", salvo casi eccezionali. Questa corrispondenza
aiuta nella leggibilità del disegno e nella versatilità in fase di stampa.
4. I disegni in scala
Tutti i disegni devono essere realizzati alla stessa scala. Chiunque apra quel disegno
anche a distanza di tempo non deve essere costretto a fare acrobazie misuratorie per
comprenderne il rapporto di scala.
Lo stesso dicasi per la convenzione fra unità disegno e misure reali.
Pena prevista: 15 anni con la condizionale.
5. Modificare il testo delle quote
È uno degli errori più gravi che si possano commettere. Se la dimensione dell'oggetto è
6.30 la quota deve visualizzare 6.30. Il testo della quota si modifica automaticamente
usano i comandi trim, extend o stretch, a meno che il testo non venga modificato
manualmente. Questa pratica può dar luogo a errori di valutazione e di costruzione e
costringe sempre a verificare manualmente le misure complessive.
Pena prevista: ritiro della patente e sequestro del computer.
6. Tutte le tavole in un solo disegno
È più lento da modificare e da gestire, rallenta le operazioni di modifica, e se perdo quel
disegno (e capita) ho perso tutto il lavoro.
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