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02/01/22, 01:42 Sraffa, Piero in "Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia"

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Sraffa, Piero
di Alessandro Roncaglia - Il Contributo italiano alla storia del Pensiero – Economia (2012)

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Piero Sraffa

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02/01/22, 01:42 Sraffa, Piero in "Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia"

Piero Sraffa non è solo uno dei maggiori economisti del 20° sec., ma è anche un
ISTITUTO (/ISTITUTO/)
MAGAZINE (/MAGAZINE/)

importante protagonista della cultura filosofica e politica. I suoi contributi teorici si
affiancano
(/index.html) all’influenza che ha esercitato tramite il rapporto diretto con colleghi,

amici e allievi. Il suo interesse poliedrico per il(/CATALOGO/)


CATALOGO mondo delle
idee e per il mondo delle

persone rende difficile un’illustrazione lineare dello sviluppo del suo pensiero e dei
suoi contributi teorici; nelle pagine che seguono la trattazione dei temi economici si
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interseca inevitabilmente con quella di temi politici e filosofici.

La vita LIBRI (/TRECCANILIBRI/)


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Piero Sraffa nasce a Torino il 5 agosto 1898. Il padre, Angelo Sraffa, è un


noto professore di diritto commerciale, per anni rettore dell’Università
Bocconi di Milano. Dopo le elementari a Parma, il ginnasio a Milano e il
liceo a Torino, si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza torinese. Nel 1917-20

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presta il servizio militare; nel novembre 1920 si laurea con una tesi su
L’inflazione monetaria inISTITUTO durante e
dopo
Italia (/ISTITUTO/) la guerra; il relatoreè Luigi
MAGAZINE (/MAGAZINE/)

Einaudi,
(/index.html)
con cui Sraffa manterrà buoni rapporti per tutta la vita.
CATALOGO (/CATALOGO/)

Dopo una breve esperienza come impiegato bancario, un soggiorno in


Inghilterra di poca durata e un incarico di direttore del costituendo Ufficio
del lavoro per la provinciaSCUOLA diE FORMAZIONE
Milano (che lascia quando
(/TRECCANISCUOLA/)
il presidente
socialista viene costretto alle dimissioni dalla violenza fascista), Sraffa inizia
l’attività di docente universitario a Perugia nel 1923. Vincitore di un
concorso a cattedra perLIBRI
l’Università di Cagliari,
(/TRECCANILIBRI/) dopo l’arresto

ARTE (/TRECCANIARTE/)
di Antonio
Gramsci preferisce trasferirsi a Cambridge, su invito di John M. Keynes, dal
1927. Qui ricopre vari incarichi: lecturer per tre anni, poi director of researches,
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)

infine bibliotecario della Marshall library, l’incarico più congeniale, che


conserverà fino alla morte. Dal 1939, dopo un primo periodo trascorso al
King’s College, si trasferisceACQUISTA
al Trinity College.
SU EMPORIUM (/EMPORIUM/)

Nel corso del 1929 Sraffa conosce Ludwig Josef Wittgenstein: il filosofo
austriaco è appena approdato a Cambridge, chiamatovi da Bertrand Russell,
che qualche anno prima ne aveva fatto pubblicare il Tractatus logico-
philosophicus (1922). Le discussioni con Sraffa esercitano un’influenza
decisiva sul filosofo austriaco e sulla sua transizione dall’atomismo logico del
Tractatus alle posizioni mature espresse nelle Philosophische Untersuchungen,
pubblicate postume nel 1953. Lo stesso Wittgenstein nella prefazione alle
Philosophische Untersuchungen dice:

La mia gratitudine va alla critica che un insegnante di questa Università, P.


Sraffa, ha per molti anni esercitato incessantemente sul mio pensiero. A
questo stimolo [il corsivo è di Wittgenstein] sono debitore delle più feconde
idee contenute nel presente scritto.

Nel 1961 gli viene conferita la medaglia Södeström dell’Accademia svedese


delle scienze, un onore che condivide con Keynes e che costituisce
l’antecedente dei premi Nobel di economia. Muore a Cambridge il 3

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settembre 1983.
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I temi monetari
(/index.html)

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Il primo contributo di Sraffa in campo economico è la tesi di laurea (1920). Il


rapido aumento dei prezzi viene collegato all’espansione della circolazione
monetaria, in linea con la SCUOLA
dominante tradizione
E FORMAZIONE della teoria quantitativa
(/TRECCANISCUOLA/)
della
moneta. Tuttavia, l’analisi empirica se ne discosta pragmaticamente, per
considerare l’andamento differenziato di diversi indici dei prezzi, il cui
significato è ricondottoLIBRIal(/TRECCANILIBRI/)
differente punto di vista dei
vari gruppi di

ARTE (/TRECCANIARTE/)

protagonisti della vita economica, in particolare le classi sociali dei lavoratori


e degli imprenditori. Questo punto merita di essere sottolineato, dal
momento che proprio la non TRECCANIunivocità del concetto di livello generale dei
CULTURA (/CULTURA/)

prezzi (e quindi del suo inverso, il potere d’acquisto della moneta) costituisce
la base della critica di Keynes alla teoria quantitativa della moneta nei primi
ACQUISTA SU EMPORIUM (/EMPORIUM/)
capitoli del suo Treatise on money (2 voll., 1930).

Sraffa, inoltre, distingue tra stabilizzazione del valore esterno e del valore
interno della moneta: ossia tra stabilizzazione del livello medio dei prezzi
nazionali e del tasso di cambio. Le due cose coincidono secondo la
tradizionale teoria del gold standard, ma vanno tenute distinte sia quando si
considerino problemi di breve periodo, sia nel caso di sistemi a cartamoneta
inconvertibile: la distinzione quindi ha un’importanza cruciale per le scelte di
politica economica dell’epoca. Questa stessa distinzione viene poi ripresa da
Keynes nel Tract on monetary reform (1923), di cui Sraffa cura l’edizione
italiana (1925).

Sempre a temi monetari sono dedicate le prime pubblicazioni di Sraffa: un


articolo del 1922 nell’«Economic journal» sulla crisi della Banca italiana di
sconto, e uno sulla crisi bancaria in Italia pubblicato, sempre nel 1922, sul
supplemento «Reconstruction in Europe» del «Manchester Guardian»
curato da Keynes. I due articoli mostrano una profonda padronanza degli
aspetti istituzionali e tecnici dell’attività bancaria, una notevole informazione
e la consapevolezza degli interessi in gioco.
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I temi monetari riaffioreranno più volte tra gli interessi di Sraffa; riguarda
problemi di teoria monetaria la controversia con Friedrich August
ISTITUTO (/ISTITUTO/)
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 von
Hayek del 1932, di cui parleremo più avanti.
(/index.html)

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L’amicizia con Gramsci

Nel 1919, presso l’Università


SCUOLAdi Torino, Sraffa
E FORMAZIONE aveva conosciuto
(/TRECCANISCUOLA/)
Gramsci,
con cui manterrà uno stretto rapporto intellettuale, pur senza mai iscriversi
al Partito comunista.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/)
ARTE (/TRECCANIARTE/)

Un importante documento sulle discussioni politiche fra i due amici è


costituito da un lettera di Sraffa, che Gramsci pubblica (senza firma, siglata
S.) su «L’Ordine nuovo» nell’aprile 1924 con una sua risposta (Problemi di
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)

oggi e di domani, «L’Ordine nuovo», 1-15 aprile 1924, 1, p. 4). Nella lettera
Sraffa sottolinea la funzioneACQUISTA
delle opposizioni borghesi nella lotta al fascismo
SU EMPORIUM (/EMPORIUM/)

e l’importanza delle istituzioni democratiche per lo sviluppo sociale e politico


del proletariato. A parere di Sraffa, nella situazione del momento,
caratterizzata dalla dittatura fascista, la classe operaia è assente dalla vita
politica, il sindacato e il Partito comunista non sono in grado di organizzare
un’azione politica, gli operai sono costretti ad affrontare individualmente i
loro problemi.

La questione urgente, pregiudiziale a qualsiasi altra, è quella della ‘libertà’ e


dell’‘ordine’: dopo verranno le altre, ma per ora non possono neppure
interessare gli operai. Ora [...] è il momento delle opposizioni democratiche
e mi par necessario lasciarle fare e magari aiutarle.

In linea con le posizioni di Amadeo Bordiga, allora segretario del Partito


comunista, Gramsci respinge i suggerimenti di Sraffa, in quanto avrebbero
portato il partito a sottomettersi alla strategia delle opposizioni borghesi. La
pubblicazione della lettera di Sraffa, probabilmente preceduta da ampie
discussioni tra i due amici, costituisce però un riconoscimento significativo
dell’importanza dei problemi ivi sollevati e delle tesi politiche sviluppate.

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02/01/22, 01:42 Sraffa, Piero in "Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia"

Quest’episodio induce a supporre che Sraffa abbia giocato un ruolo non


trascurabile nello sviluppo del pensiero politico di Gramsci. Affine
ISTITUTO (/ISTITUTO/)
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
 alla
posizione sostenuta da Sraffa risulta, vari anni più tardi, la proposta di
(/index.html)
Gramsci di un accordo tra le forze politiche antifasciste per la ricostruzione
CATALOGO (/CATALOGO/)

di un’Italia democratica, sintetizzata nella parola d’ordine della Costituente.

Dopo l’arresto di GramsciSCUOLA


nel 1926, Sraffa si preoccupa di far arrivare libri e
E FORMAZIONE (/TRECCANISCUOLA/)

riviste all’amico in carcere, di esplorare le vie per ottenerne la libertà


(evitando qualsiasi concessione al fascismo, come una domanda di grazia), di
tenere i collegamenti con i dirigenti
LIBRI comunisti
(/TRECCANILIBRI/)
ARTEin esilio e di stimolare
(/TRECCANIARTE/)
l’amico
(tramite la cognata Tania Schucht) nel lavoro di riflessione che confluisce nei
Quaderni del carcere. Di quest’attività resta testimonianza un volume,
pubblicato postumo, di lettere TRECCANI
di SraffaCULTURA
a Tania (Lettere a Tania per Gramsci, a
(/CULTURA/)

cura di V. Gerratana, 1991).


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Le critiche alla teoria marshalliana

Nel novembre 1923 Sraffa inizia una carriera accademica come professore
incaricato di economia politica e di scienza delle finanze presso la facoltà di
Giurisprudenza dell’Università di Perugia. È allora indotto a fare i conti con
l’impostazione accademica dominante in Italia: il marginalismo nella
versione marshalliana di Maffeo Pantaleoni, che Sraffa stesso (Obituary.
Maffeo Pantaleoni, «Economic journal», 1924, 34) indica come «il principe
degli economisti italiani» (p. 648).

I frutti della riflessione di Sraffa, una critica radicale della teoria marshalliana
dell’equilibrio dell’impresa e dell’industria, vengono esposti in un lungo
articolo pubblicato nel 1925 sugli «Annali di economia», Sulle relazioni fra
costo e quantità prodotta. L’articolo rientra in un dibattito sulle «leggi dei
rendimenti»; il punto in discussione ha importanza vitale per la costruzione
teorica marshalliana e, più in generale, per la teoria marginalista del valore.

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Secondo l’approccio marginalista, i prezzi sono indici di scarsità relativa; i


valori di equilibrio per ISTITUTO
prezzi (/ISTITUTO/)
e quantità  sono
prodotte di ciascuna merce

MAGAZINE (/MAGAZINE/)

determinati dal confronto fra gusti dei soggetti economici e scarsità delle
(/index.html)
risorse disponibili, quindi dal livellamento fra domanda e offerta. Nell’ambito
CATALOGO (/CATALOGO/)

di quest’approccio, in particolare nell’ambito del metodo marshalliano degli


equilibri parziali in cui viene analizzato il mercato di una singola merce
considerata isolatamente,SCUOLA
giocaE un ruolo determinante la costruzione per
FORMAZIONE (/TRECCANISCUOLA/)

ciascun prodotto di una curva d’offerta che esprime il costo unitario come
funzione della quantità prodotta, per la singola impresa come per l’industria
nel suo complesso. LIBRI (/TRECCANILIBRI/)
ARTE (/TRECCANIARTE/)

La teoria marshalliana identifica tre casi, esaustivi di tutte le possibilità:


rendimenti costanti, crescentiTRECCANI
o decrescenti, a seconda
CULTURA (/CULTURA/)
che il costo medio

unitario resti costante, diminuisca o cresca al crescere della quantità


prodotta. Sraffa prende posizione nel dibattito sostenendo che il problema
ACQUISTA SU EMPORIUM (/EMPORIUM/)
delle ‘scatole vuote’ non riguarda l’applicazione alla realtà delle categorie
teoriche dei rendimenti costanti, crescenti e decrescenti, ma l’esistenza di
difficoltà teoriche insormontabili all’interno della teoria dell’equilibrio
dell’impresa e dell’industria. Alla base di tutto, ricorda Sraffa, vi è una
confusione concettuale: nell’economia politica classica la ‘legge’ dei
rendimenti decrescenti era associata al problema della rendita (teoria della
distribuzione), mentre la ‘legge’ dei rendimenti crescenti era associata alla
divisione del lavoro, cioè al progresso economico generale (teoria della
produzione). Alfred Marshall e gli altri economisti neoclassici avevano
cercato di mettere su uno stesso piano queste ‘leggi’, coordinandole in
un’unica ‘legge dei rendimenti non proporzionali’, per esprimere i costi come
funzione della quantità prodotta, per l’impresa come per l’industria. Tali
funzioni sono poi utilizzate nell’ambito della teoria dei prezzi, trasformate in
curve d’offerta dei vari prodotti da contrapporre («come le due lame di una
forbice») alle corrispondenti curve di domanda, ricavate dalla ‘legge’
dell’utilità marginale decrescente. Questa trasposizione dei rendimenti
crescenti e decrescenti in un ambito diverso da quello originario, tuttavia,
rende difficile applicare nel nuovo ambito le giustificazioni originariamente

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addotte per spiegare l’andamento dei costi. Sraffa illustra tali difficoltà
analizzando una vasta ISTITUTO
letteratura sull’argomento e concentrando
(/ISTITUTO/)
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
 la sua
attenzione sul lungo periodo.
(/index.html)

CATALOGO (/CATALOGO/)

In particolare, Sraffa ricorda che i rendimenti decrescenti hanno a che fare


con modifiche nelle proporzioni tra i fattori di produzione, mentre i
rendimenti crescenti hanno a che fare con l’espansione della produzione e la
SCUOLA E FORMAZIONE (/TRECCANISCUOLA/)

crescente divisione del lavoro.

Il primo fenomeno si LIBRI


verifica in conseguenza
(/TRECCANILIBRI/) dell’esistenza
di un fattore

ARTE (/TRECCANIARTE/)
scarso di produzione. A meno di non far coincidere l’industria con l’insieme
delle imprese che utilizzano un fattore scarso, le variazioni del costo medio
connesse all’aumento di produzione nell’industria
TRECCANI CULTURA considerata
(/CULTURA/)
avranno lo
stesso ordine di grandezza delle variazioni dei costi che
contemporaneamente si verificheranno nelle altre industrie che utilizzano lo
ACQUISTA SU EMPORIUM (/EMPORIUM/)
stesso fattore di produzione. Viene così violata la condizione del ceteris
paribus, alla base dell’analisi marshalliana degli equilibri parziali.

Quanto ai rendimenti crescenti, questi non possono riguardare


simultaneamente sia l’industria sia le imprese al loro interno, perché
altrimenti queste ultime tenderebbero a espandersi fino a uscire dalla
condizione di concorrenza; né possono riguardare varie industrie
contemporaneamente, perché altrimenti verrebbe meno la clausola del ceteris
paribus. Solo il caso di economie di produzione esterne alla singola impresa
ma interne all’industria assicura la coerenza tra rendimenti crescenti, ipotesi
di concorrenza e metodo degli equilibri parziali; ma tale caso è del tutto
irrealistico. In conclusione, l’edificio analitico della tradizione marshalliana
non può rispettare il canone della coerenza logica se non ricorrendo a
irrealistiche ipotesi ad hoc, inaccettabili per una teoria che pretende di avere
validità generale.

La concorrenza imperfetta

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Il saggio sraffiano del 1925 suscita ampio interesse e Keynes chiede a Sraffa
un articolo per l’«Economic 
journal» (The laws of returns under competitive
ISTITUTO (/ISTITUTO/)
MAGAZINE (/MAGAZINE/)

conditions,
(/index.html)
1926, 36, pp. 535-50). Questo articolo è assai più corto di quello
italiano (trad. it. in P. Sraffa, Saggi, a cura di P. Garegnani, 1986, pp. 85-96);
CATALOGO (/CATALOGO/)

per metà è dedicato a una sintesi dell’articolo precedente, mentre nella


seconda parte sviluppa una linea di ricerca originale, una teoria della
concorrenza imperfetta SCUOLA basata sull’ipotesi
E FORMAZIONE di curve
di domanda
(/TRECCANISCUOLA/)

negativamente inclinate anche per la singola impresa, quindi compatibili con


rendimenti costanti o moderatamente crescenti. Sraffa, tuttavia, sottolinea i
(/TRECCANILIBRI/)
ARTE (/TRECCANIARTE/)

limiti di questa linea diLIBRI


ricerca a conclusione del suo articolo, rilevando di
avere «fatto astrazione dall’influenza perturbatrice esercitata dalla
concorrenza delle nuove ditte che sono attratte in un’industria le cui
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)

condizioni consentono alti profitti monopolistici», cioè dalla concorrenza


nel senso classico del termine, consistente nello spostamento di capitali da un
settore all’altro alla ricerca del massimo rendimento.
ACQUISTA SU EMPORIUM (/EMPORIUM/)

La teoria della concorrenza imperfetta costituisce negli anni successivi un


campo in rigoglioso sviluppo, in particolare a opera di Joan Robinson (The
economics of imperfect competition, 1933) e di Edward Chamberlin (The theory
of monopolistic competition, 1933). Pur essendo all’origine di questa linea di
ricerca, Sraffa l’abbandona ben presto. Infatti, essa si basa su una nozione
‘marginalista’ di concorrenza, legata alla presenza di numerose imprese che
offrono un prodotto identico, che è nettamente diversa da quella sviluppata
dagli economisti classici, relativa alla libertà di movimento dei capitali tra i
vari settori dell’economia: quest’ultima costituisce la base della linea di
ricerca di cui Sraffa sviluppa già in quegli anni il primo abbozzo (discusso
con Keynes nel 1928) e che sfocerà nel libro del 1960, Produzione di merci a
mezzo di merci.

La critica dell’impresa rappresentativa

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Il distacco radicale di Sraffa dall’impostazione tradizionale della teoria


dell’impresa e dell’industria è evidente negli ultimi scritti da lui 
ISTITUTO (/ISTITUTO/)
MAGAZINE (/MAGAZINE/)

dedicati a
questo tema: i suoi contributi al simposio su La produttività crescente e
(/index.html)
l’impresa rappresentativa nell’«Economic journal» del marzo 1930. La sua
CATALOGO (/CATALOGO/)

conclusione (A rejoinder, «Economic journal», 1930, 40, p. 93) è che la teoria


marshalliana «non può essere interpretata in modo da darle una coerenza
logica interna, ed in pari tempo daFORMAZIONE
SCUOLA E metterla (/TRECCANISCUOLA/)
d’accordo coi fatti

che si propone

di spiegare»; pertanto «la mia opinione è che [la] si debba scartare» (trad. it.
in P. Sraffa, Saggi, cit., p. 101).
LIBRI (/TRECCANILIBRI/)
ARTE (/TRECCANIARTE/)

In quest’occasione le critiche di Sraffa sono rivolte a una versione


evoluzionistica della teoria marshalliana, basata sulla concezione del ‘ciclo
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)

vitale’ dell’impresa. Come un organismo biologico, l’impresa passa attraverso


le fasi successive dello sviluppo, della maturità e della decadenza; l’impresa
‘rappresentativa’ è a metà del suo processo
ACQUISTA di(/EMPORIUM/)
SU EMPORIUM sviluppo, ed è quindi in una
situazione di rendimenti di scala crescenti. Come osserva Marshall stesso,
una concezione di questo tipo, in cui l’espansione delle imprese dipende dal
‘ciclo vitale’ delle capacità imprenditoriali, è plausibile nel caso di imprese
familiari a conduzione diretta, ma non nel caso delle moderne società per
azioni.

Le analogie biologiche risultano dunque una falsa via d’uscita per il vicolo
cieco in cui si viene a trovare l’analisi marshalliana, stretta nella
contraddizione tra rendimenti crescenti ed equilibrio concorrenziale. Sraffa
rileva la natura di deus ex machina delle metafore biologiche, che non possono
supplire alle carenze di coerenza logica degli schemi analitici:

nei punti critici della […] argomentazione, le imprese e l’industria escono di


scena, e ne prendono il posto gli alberi e la foresta, le ossa e lo scheletro, le
gocce d’acqua e l’onda: e in verità tutti i regni della natura sono messi a
contributo (Sraffa 1930, trad. it. 1986, p. 98).

L’amicizia con Keynes e le critiche a Hayek

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Dopo Gramsci e Wittgenstein, un terzo protagonista della cultura del 20°


sec. con cui Sraffa ha avuto un importante interscambio culturale èJohn M.
ISTITUTO (/ISTITUTO/)
MAGAZINE (/MAGAZINE/)

Keynes. Questi è di grande aiuto a Sraffa in varie occasioni, dalla


(/index.html)
pubblicazione dei suoi lavori alla chiamata a Cambridge, dall’affidamento del
CATALOGO (/CATALOGO/)

compito di curare l’edizione delle opere di David Ricardo alla liberazione dal
campo di concentramento in cui Sraffa era stato rinchiuso durante la guerra
come enemy alien. L’unicoSCUOLA
lavoro che Sraffa pubblica a firme congiunte è
E FORMAZIONE (/TRECCANISCUOLA/)

assieme a Keynes: entrambi bibliofili appassionati, curano nel 1938 la


ristampa di un rarissimo opuscolo, An abstract of “A treatise on human nature”,
corredato di una dotta LIBRI
introduzione in cui vengono offerte prove decisive
(/TRECCANILIBRI/)
ARTE (/TRECCANIARTE/)

per la sua attribuzione a David Hume, anziché ad Adam Smith, come


comunemente si credeva. Inoltre Sraffa è il curatore dell’edizione italiana
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)

(1925) del Tract on monetary reform di Keynes; e Keynes è l’unico economista


ringraziato nella prefazione di Produzione di merci a mezzo di merci. Sraffa
ricorda nella prefazione che ACQUISTA SU EMPORIUM (/EMPORIUM/)

quando nel 1928 Lord Keynes lesse un abbozzo delle proposizioni con cui si
apre questo lavoro, consigliò che, se non si dovevano presupporre i
rendimenti costanti, il lettore fosse messo in guardia con un chiaro
avvertimento.

Il punto su cui Keynes interviene è di fondamentale importanza, dal


momento che l’assenza di ipotesi sui rendimenti costituisce un elemento
distintivo cruciale del libro di Sraffa, implicando, fra l’altro, l’abbandono del
concetto marginalista di equilibrio.

Il terzo episodio riguarda la partecipazione di Sraffa al cosiddetto Cambridge


Circus: un gruppo composto dai migliori fra i giovani economisti di
Cambridge – oltre a Sraffa, il gruppo comprende Richard Kahn, che ne era il
tramite con Keynes, James Meade, Austin e Joan Robinson – che dibattono
sul Treatise on money di Keynes e sulle sue idee nella fase di transizione dal
Treatise alla General theory of employment, interest and money (1936).

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Un quarto episodio è legato allo sviluppo dello strumento analitico dei saggi
propri d’interesse che Keynes utilizza nel capitolo XVII della General
ISTITUTO (/ISTITUTO/)
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
 theory,
proposto
(/index.html)
da Sraffa in un articolo pubblicato nel marzo 1932 sull’«Economic
journal» (Dr. Hayek on money and capital). Si tratta di un articolo-recensione,
CATALOGO (/CATALOGO/)

assai critico, a Prices and production di Hayek (1931) seguito da una risposta di
Hayek (Money and capital. A replay, «Economic journal», 1932, 42, pp. 237-
49) e da una breve nota diSCUOLA
replicaE FORMAZIONE
di Sraffa. (/TRECCANISCUOLA/)

L’obiettivo implicito dell’articolo-recensione è di sottolineare la radicale


LIBRI (/TRECCANILIBRI/)
ARTE (/TRECCANIARTE/)

differenza fra l’analisi keynesiana del Treatise on money e la teoria della


moneta e del ciclo di Hayek, che poggia su un apparato marginalista (più
precisamente, austriaco) di teoria del valore.
TRECCANI CULTURA Era evidente
(/CULTURA/)
già allora il rischio
che venisse attuata un’operazione di riassorbimento dell’analisi di Keynes
nell’alveo del marginalismo tradizionale, analoga a quella che dopo la
pubblicazione della General theory
ACQUISTA sarà tentata
SU EMPORIUM dagli esponenti della
(/EMPORIUM/)

cosiddetta sintesi neoclassica: l’efficacia delle critiche di Sraffa a Hayek ha il


non trascurabile risultato di approfondire, almeno per qualche tempo, il
fossato che separa Keynes dalla tradizione marginalista più rigorosa, quella
continentale e in particolar modo austriaca.

L’analisi di Hayek dell’equilibrio di un’economia ‘reale’ poggia sul concetto di


‘periodo medio di produzione’ e sulla tesi per cui l’‘intensità capitalistica’ dei
processi produttivi sarebbe una funzione decrescente del tasso d’interesse.
Tale tesi è oggetto di una critica distruttiva da parte di Sraffa nei capp. VI e
XII del suo libro del 1960. Nell’articolo del 1932, invece, Sraffa concentra
l’attenzione sull’analisi monetaria di Hayek.

Nel caratterizzare le vicende monetarie come elementi squilibranti del


sistema, Hayek focalizza l’attenzione sul ‘risparmio forzato’, prodotto dalla
deviazione del tasso d’interesse di mercato da quello ‘naturale’. In tal modo,
egli mostra come sotto ipotesi sufficientemente generali il capitale
accumulato in corrispondenza del risparmio forzato nella fase ascendente del
ciclo viene economicamente distrutto nella fase discendente, riportando
l’economia all’equilibrio originario.
https://www.treccani.it/enciclopedia/piero-sraffa_%28Il-Contributo-italiano-alla-storia-del-Pensiero:-Economia%29/ 12/27
02/01/22, 01:42 Sraffa, Piero in "Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia"

Nella sua recensione, Sraffa rileva che il ragionamento di Hayek non tiene
conto delle caratteristiche tipiche di un’economia monetaria, 
ISTITUTO (/ISTITUTO/)
MAGAZINE (/MAGAZINE/)

in cui la
moneta non è solo mezzo di scambio, ma anche unità di misura nei contratti
(/index.html)
e riserva di valore (Dr. Hayek on money and capital, cit., pp. 41-43). Di
CATALOGO (/CATALOGO/)

conseguenza, non è affatto detto che il capitale accumulato in seguito al


risparmio forzato venga economicamente distrutto in seguito al gioco di
azioni e reazioni degli automatismi di mercato;
SCUOLA E FORMAZIONE in generale
il nuovo capitale
(/TRECCANISCUOLA/)

concorre a definire una nuova posizione di equilibrio del sistema economico.

Sraffa aggiunge poi un’ulteriore critica. Quando


LIBRI (/TRECCANILIBRI/) l’insieme dei
prezzi relativi

ARTE (/TRECCANIARTE/)

non è costante nel tempo, ciascuna merce ha uno specifico ‘saggio proprio
d’interesse’; ciò accade, nelle fasi di transizione da un equilibrio a un altro,
anche nelle economie di baratto. Pertanto, salvo il caso del tutto irrealistico
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)

di invarianza o di variazioni omotetiche della tecnologia, le fasi di crescita


sono caratterizzate dall’impossibilità di definire un tasso d’interesse di
ACQUISTA SU EMPORIUM (/EMPORIUM/)
equilibrio, tanto nelle economie di baratto quanto in quelle monetarie. La
risposta di Hayek a questo riguardo – che «vi potranno essere tanti saggi
‘naturali’ d’interesse quante sono le merci, e tutti saranno tassi di equilibrio»
(Money and capital. A replay, cit., p. 245) – può essere considerata uno dei
primi indizi di una nuova concezione analitica, quella dell’equilibrio
intertemporale.

L’edizione critica degli scritti di Ricardo

La tradizione classica, nella prima metà del Novecento, risultava sommersa


dalla diffusione dell’approccio marginalista. Di qui l’obiettivo che Sraffa
persegue con la sua edizione critica delle opere di Ricardo: riproporre
l’impostazione data all’economia politica dagli economisti classici, poi ripresa
e sviluppata da Karl Marx.

Sraffa inizia il lavoro sugli scritti di Ricardo nel 1930 e lo prosegue per oltre
un quarto di secolo affiancandolo alla riflessione teorica che condurrà a
Produzione di merci a mezzo di merci. Fra il 1951 e il 1955 appaiono i dieci

https://www.treccani.it/enciclopedia/piero-sraffa_%28Il-Contributo-italiano-alla-storia-del-Pensiero:-Economia%29/ 13/27
02/01/22, 01:42 Sraffa, Piero in "Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia"

volumi dei Works and correspondence of David Ricardo, cui seguirà nel 1973 un
ISTITUTO (/ISTITUTO/)
MAGAZINE (/MAGAZINE/)

accuratissimo volume di indici.


(/index.html)
L’edizione critica curata da Sraffa è, a riconoscimento unanime, un modello
CATALOGO (/CATALOGO/)

di rigore filologico. L’insieme dei testi editi, l’apparato di note e


principalmente l’introduzione di Sraffa al primo volume restituiscono a
Ricardo – e, suo tramite,SCUOLA
a tutto il filone dell’economia
E FORMAZIONE classica
(/TRECCANISCUOLA/)
– un posto
centrale nella teoria economica, liberando l’interpretazione del suo pensiero
dai travisamenti delle letture in chiave marginalista.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/)
ARTE (/TRECCANIARTE/)

Sraffa pone in rilievo l’importanza della nozione di sovrappiù e della


concezione del sistema economico come un flusso circolare di produzione e
consumo, che Ricardo eredita da un’ampia tradizione di pensiero. L’interesse
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)

‘politico’ di Ricardo per le leggi sul grano e i limiti che esse ponevano
all’accumulazione lo induce a costruire una struttura analitica nella quale
ACQUISTA SU EMPORIUM (/EMPORIUM/)
risultino chiari gli effetti negativi degli ostacoli al libero commercio sui
profitti, quindi sugli investimenti.

Inizialmente (nell’Essay on the influence of a low price of corn on the profits of


stock del 1815) Ricardo ricorre a un modello semplificato, in cui una certa
quantità di grano utilizzato come mezzo di produzione (sementi e salario di
sussistenza per i lavoratori impiegati nel processo produttivo) permette di
ottenere una quantità di grano maggiore; ricostituite le scorte iniziali di
mezzi di produzione e di sussistenza si ha così un sovrappiù che va alle classi
proprietarie (come profitto ai capitalisti e come rendita ai proprietari
terrieri). Se si utilizzano terre con diversa fertilità, la concorrenza tra i
capitalisti per ottenere in affitto le terre migliori fa sì che per queste si paghi
una rendita determinata dalla differenza tra il costo per unità di prodotto
sperimentato su di esse e quello relativo alla peggiore tra le terre in
coltivazione (la cosiddetta teoria ricardiana della rendita). Quando aumenta
la popolazione è necessario mettere in coltivazione nuove terre, sempre
meno fertili; il costo del grano ottenuto sulla terra peggiore fra quelle in
coltivazione aumenta, quindi diminuisce il profitto, mentre aumentano le

https://www.treccani.it/enciclopedia/piero-sraffa_%28Il-Contributo-italiano-alla-storia-del-Pensiero:-Economia%29/ 14/27
02/01/22, 01:42 Sraffa, Piero in "Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia"

rendite sulle altre terre e il salario reale rimane invariato a livello di


sussistenza. Anche il saggio del profitto diminuisce. La concorrenzaassicura
ISTITUTO (/ISTITUTO/)
MAGAZINE (/MAGAZINE/)

che nel settore manifatturiero prevalga lo stesso saggio del profitto.


(/index.html)

CATALOGO (/CATALOGO/)

Nella sua corrispondenza con Ricardo, Malthus critica il cosiddetto modello-


grano, sostenendo che in nessun settore il prodotto e i mezzi di produzione
consistono in una sola merce. Per far fronte a questa obiezione, in On the
SCUOLA E FORMAZIONE (/TRECCANISCUOLA/)

principles of political economy, and taxation (1817) Ricardo ricorre alla teoria
del valore-lavoro contenuto (secondo la quale il valore di ogni merce è dato
dalla quantità di lavoroLIBRI
direttamente o indirettamente necessaria alla sua
(/TRECCANILIBRI/)
ARTE (/TRECCANIARTE/)

produzione) per misurare sovrappiù e capitale anticipato. In questo modo la


teoria appena esposta resta sostanzialmente invariata. La teoria del valore
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)

svolge, in questo senso, un ruolo funzionale alla teoria della distribuzione,


permettendo a quest’ultima di porre in rilievo il contrasto d’interessi fra le
classi sociali dei lavoratori, dei capitalisti e dei proprietari terrieri.
ACQUISTA SU EMPORIUM (/EMPORIUM/)

L’importanza della teoria di Ricardo sta nell’aver fornito una


rappresentazione analitica, ancorché non perfetta, della concezione classica
del sistema economico come flusso circolare di produzione e consumo in una
società basata sulla divisione del lavoro. In tale sistema, il prodotto di
ciascuna impresa non corrisponde al suo fabbisogno di mezzi di produzione
(inclusi i mezzi di sussistenza dei lavoratori impiegati); pertanto ciascun
produttore deve entrare in contatto con gli altri settori dell’economia per
ottenere da essi i propri mezzi di produzione in cambio di una parte almeno
del proprio prodotto. Si ha così un’alternanza logica tra una fase di
produzione e una fase di scambi; la rete di scambi che collega le diverse
imprese e i diversi settori dell’economia opera in modo che il sistema
economico continui a funzionare, garantendo a ciascun settore la
reintegrazione dei mezzi di produzione e di sussistenza, oltre a un profitto
sufficiente a indurre le imprese a continuare la loro attività. I profitti, come
si è detto, costituiscono assieme alle rendite (ed eventualmente assieme ai
salari eccedenti il livello di sussistenza) il risultato della distribuzione del

https://www.treccani.it/enciclopedia/piero-sraffa_%28Il-Contributo-italiano-alla-storia-del-Pensiero:-Economia%29/ 15/27
02/01/22, 01:42 Sraffa, Piero in "Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia"

sovrappiù (cioè della parte del prodotto sociale che avanza, una volta
sottratto da esso quanto ISTITUTO
è necessario 
per reintegrare i mezzi di produzione
(/ISTITUTO/)
MAGAZINE (/MAGAZINE/)

e
di sussistenza utilizzati).
(/index.html)

CATALOGO (/CATALOGO/)

L’ampiezza del sovrappiù (il problema smithiano della ricchezza delle


nazioni), la sua distribuzione tra le diverse classi sociali (il problema centrale
dell’economia politica per Ricardo nei Principles of political economy, and
SCUOLA E FORMAZIONE (/TRECCANISCUOLA/)

taxation), il suo utilizzo per consumi improduttivi o per l’accumulazione,


sono i temi sui quali concentrano la loro attenzione gli economisti classici.
Divisione del lavoro, sovrappiù e flusso circolare di produzione e consumo
LIBRI (/TRECCANILIBRI/)
ARTE (/TRECCANIARTE/)

sono dunque gli elementi che caratterizzano l’economia classica: «in netto
contrasto – come osserva Sraffa (Produzione di merci a mezzo di merci, cit., p.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)

121) – con l’immagine offerta dalla teoria moderna di un corso a senso unico
che porta dai ‘fattori della produzione’ ai ‘beni di consumo’» (v. anche
Roncaglia 2001). ACQUISTA SU EMPORIUM (/EMPORIUM/)

Produzione di merci a mezzo di merci

La rappresentazione analitica fornita da Ricardo della concezione classica


dell’economia presentava un punto debole particolarmente grave, l’ipotesi di
prezzi relativi proporzionali alle quantità di lavoro richiesto per la
produzione delle diverse merci, che è contraddetta dall’assunto di saggio del
profitto uniforme nelle varie industrie. In Produzione di merci a mezzo di
merci, che appare quasi contemporaneamente in inglese e in italiano nel
1960, Sraffa fornisce, all’interno della concezione classica, una soluzione a
questo problema.

Nell’analisi di Sraffa, come in quella degli economisti classici e di Marx, la


condizione analitica su cui si basa la determinazione dei prezzi di produzione
(i ‘prezzi naturali’ degli economisti classici) consiste nell’eguaglianza del
saggio del profitto nei vari settori. Tale assunzione corrisponde all’idea che
l’unità di un sistema capitalistico sia assicurata dalla libertà di movimento dei
capitali tra i vari settori alla ricerca dell’impiego più redditizio. Nulla è detto,
invece, sul rapporto tra domanda e offerta per ciascuna merce: l’ipotesi che i
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02/01/22, 01:42 Sraffa, Piero in "Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia"

prezzi di equilibrio corrispondano all’eguaglianza tra domanda e offerta, che


caratterizza la teoria economica 
marginalista, è assente dalla trattazione
ISTITUTO (/ISTITUTO/)
MAGAZINE (/MAGAZINE/)

di
Sraffa (su questo punto v. Roncaglia 2009, cap. 7).
(/index.html)

CATALOGO (/CATALOGO/)

Vediamo ora la linea d’indagine seguita in Produzione di merci a mezzo di


merci.
SCUOLA E FORMAZIONE (/TRECCANISCUOLA/)

Quando le merci sono allo stesso tempo prodotti e mezzi di produzione, non
è possibile determinare il prezzo di un bene indipendentemente dagli altri,
né il complesso dei prezzi relativi indipendentemente dalla distribuzione del
LIBRI (/TRECCANILIBRI/)
ARTE (/TRECCANIARTE/)

reddito tra profitti e salari (che sono espressi in termini della merce scelta
come unità di misura, e sono dunque salari reali). Occorre allora considerare
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)

il sistema nel suo complesso e considerare congiuntamente distribuzione del


reddito e determinazione dei prezzi relativi.
ACQUISTA SU EMPORIUM (/EMPORIUM/)
Come primo passo, Sraffa mostra che in un sistema di produzione per
sussistenza, «che produce appena il necessario per continuare a sussistere», e
in cui «le merci sono prodotte da industrie distinte e vengono scambiate
l’una con l’altra al mercato che si tiene dopo il raccolto» (cioè al termine del
periodo di produzione),

esiste un’unica serie di valori di scambio, i quali, se adottati dal mercato,


permettono di ristabilire la distribuzione originaria dei prodotti, creando
così le condizioni necessarie perché il processo possa rinnovarsi; questi
valori scaturiscono direttamente dai metodi di produzione (Produzione di
merci a mezzo di merci, cit., pp. 3-4).

Se il sistema economico considerato è in grado di produrre un sovrappiù,


anche «la ripartizione del sovrappiù deve avvenire attraverso lo stesso
meccanismo e nello stesso tempo in cui avviene la determinazione dei prezzi
delle merci» (p. 8). Se il salario può superare il livello di sussistenza, i prezzi
relativi e una delle due variabili distributive – salario o saggio del profitto –

https://www.treccani.it/enciclopedia/piero-sraffa_%28Il-Contributo-italiano-alla-storia-del-Pensiero:-Economia%29/ 17/27
02/01/22, 01:42 Sraffa, Piero in "Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia"

sono determinati congiuntamente, una volta nota la tecnologia e l’altra


variabile distributiva; tanto più alto è il salario, tanto più basso saràil saggio
ISTITUTO (/ISTITUTO/)
MAGAZINE (/MAGAZINE/)

del profitto.
(/index.html)

CATALOGO (/CATALOGO/)

Sraffa passa quindi ad analizzare «il segreto del movimento dei prezzi relativi
che accompagna una variazione del salario» (p. 16). Come già sapevano gli
economisti classici e Marx, esso «risiede nella disuguaglianza delle
SCUOLA E FORMAZIONE (/TRECCANISCUOLA/)

proporzioni in cui lavoro e mezzi di produzione sono impiegati nelle varie


industrie». Infatti, «se tale proporzione fosse uniforme per tutte le industrie,
nessun cambiamento diLIBRI prezzo ne potrebbe
(/TRECCANILIBRI/) seguire»,

ARTE mentre
«è impossibile
(/TRECCANIARTE/)

che i prezzi rimangano immutati quando le proporzioni non sono uguali».

Sraffa costruisce anche uno strumento analitico


TRECCANI CULTURA particolare,
(/CULTURA/)
la ‘merce tipo’,
che gli permette di risolvere il problema ricardiano della misura invariabile
del valore, dopo averlo adeguatamente ridefinito. Ricardo attribuiva alla
ACQUISTA SU EMPORIUM (/EMPORIUM/)
‘misura invariabile’ due significati che vanno tenuti distinti: quello di avere
un valore invariabile (rispetto al complesso dei propri mezzi di produzione)
quando cambia la distribuzione del reddito tra salari e profitti, ferma
restando la tecnologia; e quello di avere un valore invariabile rispetto ai
cambiamenti che la tecnologia subisce nel tempo (coltivazione di terre
sempre meno fertili da un lato, progresso tecnico dall’altro). Distinti i due
problemi nella sua introduzione alle opere di Ricardo, in Produzione di merci
a mezzo di merci Sraffa mostra come sia possibile risolvere il primo di essi
solo all’interno di una particolare costruzione analitica, la ‘merce tipo’.

L’analisi dei prezzi di produzione è completata dal caso dei prodotti


congiunti e, all’interno di questa categoria, dei beni capitali fissi e dei mezzi
di produzione scarsi e non riproducibili come la terra. Il libro si conclude con
un capitolo sulla scelta tra metodi di produzione economicamente
alternativi, al variare del saggio del profitto, e con alcune appendici, tra le
quali la Nota sulle fonti con cui Sraffa si ricollega esplicitamente agli
economisti classici.

La critica dell’approccio marginalista


https://www.treccani.it/enciclopedia/piero-sraffa_%28Il-Contributo-italiano-alla-storia-del-Pensiero:-Economia%29/ 18/27
02/01/22, 01:42 Sraffa, Piero in "Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia"

Accanto alla proposta di una teoria dei prezzi di produzione interna alla
concezione classica del funzionamento di un sistema economico, il
ISTITUTO (/ISTITUTO/)
MAGAZINE (/MAGAZINE/)

lavoro di
Sraffa fornisce anche gli strumenti per una critica radicale alle fondamenta
(/index.html)
della teoria del valore marginalista. Da questo punto di vista possiamo
CATALOGO (/CATALOGO/)

concentrare l’attenzione su due capitoli: quello che discute il periodo medio


di produzione e quello conclusivo sulla scelta delle tecniche.
SCUOLA E FORMAZIONE (/TRECCANISCUOLA/)

Il concetto di periodo medio di produzione era stato utilizzato dalla scuola


austriaca all’interno della teoria marginalista come misura dell’intensità
capitalistica della produzione, interpretando
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) il capitale

ARTE come ‘tempo
(/TRECCANIARTE/)
d’attesa’.
Sraffa mostra che il periodo medio di produzione, in quanto dipende dal
saggio del profitto, non può essere utilizzato per misurare la quantità del
fattore di produzione ‘capitale’TRECCANI
nell’ambito
CULTURA di(/CULTURA/)
una spiegazione

del saggio del
profitto considerato come prezzo di tale fattore.

ACQUISTA SU EMPORIUM (/EMPORIUM/)


Per quanto riguarda il problema della scelta tra tecniche alternative di
produzione al variare della distribuzione, Sraffa (Produzione di merci a mezzo
di merci, cit., pp. 103-06) mostra la possibilità del ‘ritorno delle tecniche’: è
possibile che una data tecnica, dopo essere risultata la più conveniente, venga
superata da un’altra quando il saggio del profitto cresce, ma torni a essere la
più conveniente per saggi del profitto ancora superiori. L’implicazione di
questo fatto è che, comunque si misuri l’intensità capitalistica delle due
tecniche (cioè il rapporto tra le quantità utilizzate dei due ‘fattori di
produzione’, capitale e lavoro), risulta contraddetta la regola generale su cui
si basa la tradizionale teoria del valore marginalista. Questa considera le
variabili distributive salario e saggio del profitto come prezzi dei
corrispondenti fattori di produzione determinati dalla ‘legge’ della domanda
e dell’offerta, per cui la quantità di capitale dovrebbe diminuire (e quella di
lavoro aumentare) quando il saggio del profitto aumenta (e di conseguenza il
salario diminuisce). Attraverso il ‘ritorno delle tecniche’, Sraffa mostra che se
questo accade quando all’aumentare del saggio del profitto si passa dalla
prima alla seconda tecnica, il contrario avviene quando per saggi del profitto
ancora più elevati dalla seconda si torna alla prima tecnica.

https://www.treccani.it/enciclopedia/piero-sraffa_%28Il-Contributo-italiano-alla-storia-del-Pensiero:-Economia%29/ 19/27
02/01/22, 01:42 Sraffa, Piero in "Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia"

Su questa critica si sono sviluppati ampi dibattiti (per una rassegna, cfr.
Harcourt 1972), mentre più in ombra è rimasta la questione cruciale
ISTITUTO (/ISTITUTO/)
MAGAZINE (/MAGAZINE/)

della sua
portata. Contrariamente a quanto molti sembrano ritenere, essa non si
(/index.html)
applica solo alla funzione aggregata di produzione (uno strumento che
CATALOGO (/CATALOGO/)

comunque continua a essere utilizzato in tutte le diverse versioni della teoria


macroeconomica dominante, dalle teorie del ‘ciclo reale’ ai modelli a
generazioni sovrapposte),SCUOLAma anche a tutti i casi in cui, pur riconoscendo che
E FORMAZIONE (/TRECCANISCUOLA/)

il capitale è in realtà un insieme eterogeneo di mezzi di produzione diversi, si


tenta di determinare il saggio del profitto come prezzo di un fattore di
produzione ‘capitale’ comunque definito
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) (aggregato

ARTE di valore,
(/TRECCANIARTE/)
‘attesa’,
periodo medio di produzione). In particolare, la critica di Sraffa mina alle
fondamenta l’idea, cruciale per la teoria macroeconomica marginalista, che
un mercato del lavoro concorrenziale in un’economia
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
chiusa tenderebbe
automaticamente all’equilibrio perché la riduzione del salario reale che
dovrebbe verificarsi in presenza di disoccupazione stimolerebbe un aumento
ACQUISTA SU EMPORIUM (/EMPORIUM/)
della quantità di lavoro impiegata per unità di capitale.

La rivoluzione sraffiana

Considerato nel suo complesso, il lavoro di Sraffa appare come la somma di


tre elementi: la ricostruzione dell’approccio classico con la sua edizione delle
opere di Ricardo; la critica della teoria marginalista, sia nella versione
marshalliana (con gli articoli del 1925, 1926, 1930), sia nella versione
macroeconomica di von Hayek (con l’articolo del 1932), sia per la teoria del
capitale come fattore di produzione (con Produzione di merci a mezzo di merci);
lo sviluppo di un’analisi del valore e della distribuzione analiticamente
coerente e radicata nella concezione classica del funzionamento del sistema
economico.

Con le sue ricerche, dunque, Sraffa ha fornito tutti i tasselli fondamentali al


perseguimento dell’obiettivo di un abbandono della tradizione marginalista a
favore di un ritorno alla tradizione classica: ha riproposto la concezione
classica liberandola dei fraintendimenti delle letture marginaliste; ha risolto
in modo logicamente coerente il problema dei rapporti di scambio per il
https://www.treccani.it/enciclopedia/piero-sraffa_%28Il-Contributo-italiano-alla-storia-del-Pensiero:-Economia%29/ 20/27
02/01/22, 01:42 Sraffa, Piero in "Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia"

quale gli economisti classici avevano fornito una soluzione insufficiente che
era stata fra le cause dell’abbandono dell’impostazione classica
ISTITUTO (/ISTITUTO/)
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
 e
dell’affermarsi dell’approccio marginalista; ha mostrato che a quel problema
(/index.html)
l’approccio marginalista offriva una soluzione solo apparentemente più
CATALOGO (/CATALOGO/)

‘scientifica’, ma in realtà viziata alle fondamenta per quanto riguarda la teoria


del capitale. La ‘rivoluzione culturale’ proposta da Sraffa costituisce quindi
l’indicazione di un sentiero di ricerca forse (almeno finora) non così ricco di
SCUOLA E FORMAZIONE (/TRECCANISCUOLA/)

risultati come si sarebbe potuto sperare, ma sicuramente meritevole di essere


approfondito.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/)
ARTE (/TRECCANIARTE/)

Opere

e dopo la guerra, Milano 1920 (rist. in


TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)

L’inflazione monetaria in Italia durante


«Economia politica», 1994, 11, pp. 163-96).
ACQUISTA SU EMPORIUM (/EMPORIUM/)
The bank crisis in Italy, «Economic journal», 1922, 32, pp. 178-97 (rist. in Id.,
Saggi, a cura di P. Garegnani, Bologna 1986, pp. 217-38).

L’attuale situazione delle banche italiane, «Manchester Guardian Commercial.


La ricostruzione dell’Europa», 7 dicembre 1922, 11, pp. 694-95 (rist. in Id.,
Saggi, a cura di P. Garegnani, Bologna 1986, pp. 239-44).

Opinioni, «La rivoluzione liberale», 16 ottobre 1923, 31, p. 128.

Obituary. Maffeo Pantaleoni, «Economic journal», 1924, 34, pp. 648-53.

Sulle relazioni fra costo e quantità prodotta, «Annali di economia», 1925, 2, pp.
277-328 (rist. in Id., Saggi, a cura di P. Garegnani, Bologna 1986, pp. 15-65).

The laws of returns under competitive conditions, «Economic journal», 1926, 36,
pp. 535-50 (trad. it. in Id., Saggi, a cura di P. Garegnani, Bologna 1986, pp.
85-96).

https://www.treccani.it/enciclopedia/piero-sraffa_%28Il-Contributo-italiano-alla-storia-del-Pensiero:-Economia%29/ 21/27
02/01/22, 01:42 Sraffa, Piero in "Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia"

Due lettere a Tasca, «Stato operaio», 1927, 1, pp. 1089-95 (rist. come Il vero
(/ISTITUTO/)
MAGAZINE (/MAGAZINE/)

in Il capitalismo
significato della ‘quota 90’,ISTITUTO  di L.
italiano del Novecento, a cura
Villari, Bari 1972, pp. 180-91).
(/index.html)

CATALOGO (/CATALOGO/)

A criticism e A rejoinder, intervento al ‘Symposium on Increasing returns and


the representative firm’, «Economic journal», 1930, 40, pp. 89-92 e 93 (trad.
it. in Id., Saggi, a cura di P.SCUOLA
Garegnani, Bologna
E FORMAZIONE 1986, pp. 97-101).
(/TRECCANISCUOLA/)

Dr. Hayek on money and capital e A rejoinder, «Economic journal», 1932, 42,
LIBRI (/TRECCANILIBRI/)
ARTE (/TRECCANIARTE/)

pp. 42-53 e 249-51 (trad. it. in Id., Saggi, a cura di P. Garegnani, Bologna
1986, pp. 103-17 e 132-34).
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)

J.M. Keynes, P. Sraffa, Introduction, in D. Hume, An abstract of “A treatise of


human nature” (1740), ed. J.M. Keynes, P. Sraffa, Cambridge 1938, pp. V-
XXXII. ACQUISTA SU EMPORIUM (/EMPORIUM/)

D. Ricardo, Works and correspondence, ed. P. Sraffa, 10 voll., Cambridge


1951-1955, 11° vol., Indexes, 1973 (in partic. Introduction, 1° vol., Cambridge
1951, pp. XIII-LXII; trad. it. in Id., Saggi, a cura di P. Garegnani, Bologna
1986, pp. 137-97).

Produzione di merci a mezzo di merci, Torino 1960.

Production of commodities. A comment, «Economic journal», 1962, 72, pp. 477-


79 (trad. it. in Id., Saggi, a cura di P. Garegnani, Bologna 1986, pp. 205-07).

Saggi, a cura di P. Garegnani, Bologna 1986.

Lettere a Tania per Gramsci, a cura di V. Gerratana, Roma 1991.

Bibliografia

https://www.treccani.it/enciclopedia/piero-sraffa_%28Il-Contributo-italiano-alla-storia-del-Pensiero:-Economia%29/ 22/27
02/01/22, 01:42 Sraffa, Piero in "Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia"

Per una bibliografia più ampia della letteratura sul pensiero di Sraffa o
attinente a esso si rinvia ad A. Roncaglia, Piero Sraffa, Houndmills
ISTITUTO (/ISTITUTO/)
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
 2009,
utilizzato
(/index.html)
come base del presente scritto.
CATALOGO (/CATALOGO/)

Si vedano inoltre:

N. Malcolm, Ludwig Wittgenstein. A memoir,


SCUOLA E FORMAZIONE Oxford 1958
(trad. it. Milano
(/TRECCANISCUOLA/)

1960).

G.C. Harcourt, Some Cambridge controversies in the theory of capital, Cambridge


LIBRI (/TRECCANILIBRI/)
ARTE (/TRECCANIARTE/)

1972 (trad. it. Milano 1973).


TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)

A. Roncaglia, Sraffa: la biografia, l’opera, le scuole, Roma-Bari 1999.

A. Roncaglia, La ricchezza delle idee, Roma-Bari


ACQUISTA 2001.
SU EMPORIUM (/EMPORIUM/)

VEDI ANCHE

salario prezzo
Retribuzione del lavoratore subordinato, in L’equivalente in unità monetarie di una
particolare dell’operaio. 1. Definizione e unità di bene o servizio; più in generale,
tipologie Nel linguaggio economico, a valore di scambio di un bene in termini di
differenza che nel linguaggio giuridico e qualsiasi altro bene. ● Secondo la
comune, salario è la remunerazione del definizione recepita dal diritto privato, il
lavoro in genere, il prezzo del lavoro, prezzo è il corrispettivo, generalmente in
subordinato o indipendente, manuale o di denaro, per l’acquisto di un bene o per il
concetto. Il ...
(/enciclopedia/salario/) godimento ...
(/enciclopedia/prezzo/)

Cambridge economia
Città dell’Inghilterra sud-orientale (134.100 Complesso delle risorse (terre, materie
ab. nel 2005), situata nella contea omonima prime, energie naturali, impianti, denaro,
(Cambridgeshire; 3046 km2 con 597.400 ab. capacità produttiva) e delle attività rivolte
nel 2007), 90 km a NE di Londra. Sorge in alla loro utilizzazione, di una regione, uno
pianura sulla destra del fiume Cam. Sede di Stato, un continente, il mondo intero.
una famosa università, fondata nel 13° sec., Anche uso razionale del denaro e di
ospita molte altre ragguardevoli istituzioni qualsiasi mezzo limitato, che mira a ottenere
...
(/enciclopedia/cambridge/) il massimo ...
(/enciclopedia/economia/)

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SRAFFA, Piero
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Sraffa, Piero
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Dizionario di Economia e Finanza (2012)
Economista (Torino 1898 - Cambridge
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Sraffa, Piero
(/enciclopedia/piero-sraffa/)
Enciclopedia on line
Economista (Torino 1898 -
Cambridge, Inghilterra, 1983), prof.
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College di Cambridge; socio nazionale
dei Lincei (1965). Con l'ormai celebre
articolo Relazioni tra prezzi e quantità
prodotte (in Annali di economia,
1925), Sraffa, ...
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SRAFFA, Pietro
(/enciclopedia/pietro-
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sraffa_%28Enciclopedia-Italiana%29/)

Enciclopedia Italiana - III Appendice
(/index.html) (1961)
Economista,
CATALOGO (/CATALOGO/)
nato a Torino il 5 agosto
1898. Professore (dal 1926) di
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Cagliari; fellow del Trinity College di
Cambridge e reader
SCUOLA E FORMAZIONE (/TRECCANISCUOLA/)
di economia
all'Università di Cambridge.
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pïèrio (/vocabolario/pierio/)
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