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Studio svedese sui tumori cerebrali

É’ stato pubblicato su Int Arch Occup Environ Health un nuovo articolo di Lennart Hardell e
collaboratori. Si tratta dell’analisi combinata di tre studi pubblicati sull’analisi caso-controllo
di tumori cerebrali diagnosticati tra il 1997 ed il 2003 tra i residenti nelle regioni Svedesi di
Uppsala/Orebro e Linkoping.

Commenta i dati Susanna Lagorio, dell’Istituto Superiore di Sanità: “L’analisi del rischio di
tumore cerebrale in relazione all’uso di telefoni cellulari e cordless ha incluso 905 casi di
tumore cerebrale maligno e 2162 controlli, tra 20 e 80 anni. I tassi di rispondenza riportati
dagli autori sono 90% e 89% per casi e controlli rispettivamente ma, come è usuale nei
lavori di Hardell e collaboratori, il calcolo dei tassi di partecipazione non viene effettuato
seguendo criteri comunemente accettati (ad esempio, il 20% dei casi viene considerato
non eligibile perché deceduto al momento dell’indagine) e viene descritto in modo poco
chiaro. Per la valutazione dell’esposizione sono state utilizzate le risposte dei soggetti in
studio ad un questionario autocompilato.

Anche la descrizione delle caratteristiche dei soggetti in studio è come al solito carente. –
Prosegue Susanna Lagorio - Solo rielaborando i dati presentati nella tabella 1 sembra di
poter dedurre che gli utilizzatori di telefoni a radiofrequenze (analogici, digitali o cordless)
siano il 64% dei casi ed il 54% dei controlli.

Gli autori osservano incrementi di rischio all’aumentare dell’intensità d’uso (in ore
cumulative) e all’aumentare del tempo trascorso dall’inizio dell’uso per tutti i tipi di telefoni
(analogici, digitali o cordless). Dall’esame dei dati presentati in tabella 2, si osserva che i
rischi relativi stimati per i tumori cerebrali maligni (tutti i tipi istologici inclusi) sono 1.5 (1.1-
1.9) in relazione all’uso di telefoni analogici; 1.3 (1.1-1.6) in relazione all’uso di telefoni
digitali; 1.3 (1.1-1.6) in relazione ai telefoni cordless. Ma dalla tabella 4 (apparentemente
l’unica in cui vengono presentati i risultati di un’analisi che controlla per sesso, età, stato
socio-economico e anno di diagnosi) gli OR osservati per gli stessi sottoinsiemi di casi
sono 1.2 (0.97-1.5), 1.1 (0.9-1.4) e 1.1 (0.9-1.3). Tutte le analisi presentate nelle altre
cinque tabelle, sembra lecito dedurre, non controllano l’effetto dei confondenti classici.

 Consorzio Elettra 2000


Con questa riserva vanno interpretate le stime di rischio relativo che sembrano mostrare
un pattern consistente d’incremento di rischio per le categorie più elevate di intensità d’uso
e latenza, per i tipi istologici di malignità più elevata e per le neoplasie ipsilaterali rispetto
al lato preferito d’uso del cellulare.

In discussione gli autori osservano che i primi risultati pubblicati dello studio Interphone
relativi ai tumori cerebrali (in particolare gli studi danese, inglese e svedese) presentano
risultati contraddittori rispetto a quelli osservati nella loro analisi combinata ed implicano “o
un effetto di protezione esercitato dalle microonde nei confronti dei tumori cerebrali o
problemi metodologici nello studio Interphone”. Concordiamo con gli Autori, - conclude
Susanna Lagorio - anche se per completare l’elenco delle possibili ragioni di discrepanza
nei risultati andrebbe considerata anche la presenza di problemi metodologici nello studio
di Hardell.

In questo, come in tutti gli studi epidemiologici osservazionali, è estremamente importante


discutere i risultati ottenuti alla luce di elementi obiettivi che permettano di quantificare
l’entità e la direzione di diverse sorgenti di distorsione”.

 Consorzio Elettra 2000

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