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Nei

Tenere sotto controllo la forma e l'aspetto dei nei sul nostro corpo
è importante, perché ci permette di prevenire una grave malattia,
il melanoma, un tumore della pelle che può, se trascurato,
provocare conseguenze anche molto gravi. Per eseguire questa
verifica è necessario conoscere alcune regole molto semplici, che
ci permettono di distinguere facilmente un neo "sospetto" da uno
sano.
Il dermatologo ha a disposizione strumenti molto efficaci per
controllare lo stato di salute della pelle: quando un neo assume
una forma sospetta, cambia colore o aumenta le sue dimensioni in modo rapido e non controllato, si può, in maniera
veloce e indolore, asportarlo, eliminando in pochi minuti un pericolo da non sottovalutare.
Quali sono le caratteristiche di un neo che devono metterci in allarme e farci richiedere il consulto dello specialista
dermatologo?
Un neo va fatto esaminare con attenzione quando presenta alcune caratteristiche particolari: prima di tutto il neo
sospetto deve essere asimmetrico. Se immaginiamo di dividerlo in due parti, queste, sovrapposte, non combaciano tra
loro. Poi si guardano i bordi del neo: se sono netti e regolari tutto bene; se invece sono sfumati o frastagliati come le
coste di un'isola disegnata su una carta geografica, questo è un segnale da non trascurare. Poi va esaminato il colore: i
nei pericolosi sono di colore marrone scuro, rossastro o addirittura nero.
Ci sono poi altri fenomeni di cui si deve tenere conto: se un neo sanguina anche dopo il minimo sfregamento, o cambia
nel tempo forma e colore è bene farlo controllare immediatamente dallo specialista. Anche se fino a pochi mesi o
settimane prima era un neo perfettamente normale, dai contorni regolari e che non ha mai dato problemi di sorta.
Per quanto riguarda le dimensioni, essi vanno valutati con maggiore attenzione solo se alle dimensioni grandi (superiori
al mezzo centimetro di larghezza), si associa anche una delle caratteristiche di rischio descritte in precedenza. Un neo
grande, con i contorni ben definiti e stabile nel corso del tempo non deve destare preoccupazione.
 
Se un neo è sospetto, il dermatologo procede ad alcuni esami di accertamento, rapidi e assolutamente indolori, che
prendono il nome di dermoscopia o di videodermoscopia.
La dermoscopia è un esame praticato attraverso una speciale lente di ingrandimento che permette di osservare
dettagliatamente ogni macchia presente sulla cute. La videodermoscopia è un esame simile come principio, nel senso che
anche in questo caso si esamina la pelle ingrandendo i nei per vederli nel dettaglio, ma in questo caso l'esame è
praticato attraverso una microtelecamera che proietta l'immagine del neo su uno schermo, dopo averla ingrandita. In
questo modo si può esaminare il neo e stabilire se è il caso dì intervenire o no.
Se il medico ravvisa il rischio di andare incontro a un melanoma, il tumore della pelle, il neo va asportato
chirurgicamente, ma non si deve avere troppa paura di questo intervento, perché non si tratta di un'operazione
particolarmente cruenta o dolorosa. L'asportazione chirurgica di un neo, infatti, si effettua in anestesia locale, in giornata
e in ambulatorio. Alla fine dell'intervento sono applicati pochi punti di sutura, spesso ne basta uno solo, e si tiene coperta
la ferita per almeno una settimana, al termine della quale il dermatologo provvederà a fare una seconda medicazione e a
togliere i punti. A volte viene utilizzato il laser per rimuovere i nei, ma in questo modo diventa impossibile eseguire un
esame specifico, chiamato esame istologico, con cui si può accertare la natura delle cellule del neo asportato. Il laser,
infatti, distrugge il neo lasciando sulla pelle solo una piccola cicatrice simile a quella provocata da una bruciatura.
L'intervento tradizionale, invece, permette in un secondo momento, dopo l'operazione, di esaminare in modo
approfondito il neo asportato e di fare tutti i controlli necessari per verificare se le cellule erano di tipo canceroso o no.
Per prevenire il melanoma, una grave complicazione dei nei, è di fondamentale importanza proteggere la pelle con creme
idratanti e filtri solari. Questo vale specialmente per chi ha una pelle molto delicata ed è di carnagione chiara.
I dati dicono, infatti, che le popolazioni nordiche sono più soggette a melanoma di quanto non lo siano quelle
mediterranee. Per cui va limitata l'esposizione ai raggi UVA e UVB per evitare scottature.
Si deve poi cercare di proteggere i nei da traumi ripetuti nel tempo: se una volta accade che si ferisca accidentalmente
un neo, non è un problema grave, ma se si continua a provocare piccoli traumi o escoriazioni su un neo particolarmente
grande e rilevato, allora il rischio che questo possa degenerare in melanoma aumenta.
 

VERO E FALSO SUI NEI


I nei color caffelatte sono generalmente poco Il melanoma si presenta sempre sopra un
preoccupanti. neo.
VERO: La colorazione scura, nelle varianti marrone FALSO:  Può anche comparire su una zona di pelle
scuro, rossastro o nero, è uno dei parametri da tenere dove prima non c'era nulla. A maggior ragione, se
sotto controllo per evitare il melanoma. si scopre una situazione del genere, va segnalata
prontamente all'esperto dermatologo.
Non è ancora stato stabilito con certezza se il Scottarsi la pelle al sole provoca disagio, ma
melanoma dipende solo dalla trasformazione di un almeno distrugge le cellule maligne.
neo preesistente. FALSO:  Al contrario scottarsi la pelle sembra
VERO:  Secondo alcuni il melanoma nasce già come essere un fattore predisponente per la crescita dei
tumore della pelle, ma si evidenzia in tutta la sua gravità melanomi.
solo quando le difese del nostro corpo non riescono più a
tenerlo a freno e quindi si accresce.
Alcune persone presentano nei già al momento Con il tempo i nei possono sbiadirsi fino a
della nascita. scomparire del tutto.
VERO:  Vengono chiamati nei congeniti. FALSO:  In genere i nei non scompaiono
spontaneamente, anzi sono destinati, sebbene con
lentezza, ad accrescersi in dimensioni nel corso
della vita.
Nuovi nei possono comparire anche nel corso degli Non si possono avere più di cinquanta nei, sul
anni, anche su persone adulte. corpo.
VERO: Non esiste un limite di età oltre il quale i nei non FALSO: Se ne possono avere anche centinaia,
compaiono più. l'importante non è quindi il loro numero ma la loro
forma e la loro evoluzione nel tempo.
La zona più a rischio melanoma, sul corpo della I melanomi, sul corpo dell'uomo, vengono
donna, sono le gambe. soprattutto sulla pancia.
VERO: E non solo: anche i piedi. FALSO: Al contrario la zona più a rischio è la
schiena.
Trascurare un melanoma può diventare molto Il sole è molto pericoloso per i nei.
grave. FALSO: Anche se si hanno molti nei si può
VERO: Il melanoma è un tumore. E come tale prima prendere il sole, a patto di proteggere la pelle in
viene curato e meglio è. Se preso in tempo, le modo adeguato con filtri solari e creme idratanti.
percentuali di guarigione sono davvero vicine al 100 per
cento.
Per fare una prevenzione completa, si devono I nei si ereditano: i genitori possono
controllare anche le zone nascoste da capelli o da trasmettere al figlio lo stesso neo, nella
altra peluria del corpo. stessa posizione.
VERO: I nei, infatti, possono crescere anche nelle zone FALSO: I nei possono presentarsi alla nascita, ma
più nascoste e non solo in quelle immediatamente visibili. non si eredita la forma, la posizione e la
dimensione precisa di un neo.
I nei sono fatti di melanociti.
VERO: I melanociti sono delle cellule piene di pigmento più scuro che, nel caso dei nei, si radunano in vere e
proprie isole sulla pelle.

Bisogna controllare la asimmetria, i bordi, il colore e il diametro: seguendo uno schema


riassumibile nella sigla «ABCD»

I nei (o nevi) hanno un nome

I nei o nevi
Sono macchie della pelle causate dall’accumulo di melanociti, cioè le cellule che producono la melanina. La melanina è il pigmento che ci protegge dal
sole con l’abbronzatura.
I nei sembrano essere degli sbagli della natura, infatti i melanociti sono di regola distribuiti uniformemente nell’epidermide, mentre nei nei o nevi si
accumulano e crescono gli uni attaccati agli altri a formare degli ammassi

Le differenze dei nei


Secondo il numero delle cellule che compongono un neo, quanta melanina producono e quanto profondi sono noi vediamo una varietà enorme di nei.
Da quelli piccoli e tondi, a quelli più grandi e frastagliati; da quelli piani non palpabili a quelli che crescono all’esterno come una cupola; da quelli lisci a
quelli rugosi; da quelli senza peli a quelli con i peli. Tanta differenza tra i nei mette in imbarazzo anche il Dermatologo quando deve descriverli o
classificarli

Nei benigni o nei maligni


E’ invece importante classificare i nei perché da alcuni di essi può derivare un tumore maligno chiamato melanoma. I nei, per la maggior parte, sono
benigni, cioè non possono mutare in melanoma; sono pertanto macchie della pelle che ci possono piacere o meno o che ci danno fastidio perché sono
sporgenti, troppo grossi, troppo scuri o semplicemente troppo numerosi

Il riconoscimento
E’ logico che se sapessimo riconoscere i nostri nei e riconoscere quelli sicuramente benigni da quelli potenzialmente maligni potremmo limitare la
nostra osservazione e attenzione a questi ultimi. Questo è possibile anche se non sempre facile

La classificazione per nome


I dermatologi nel suddividere i nei, stranamente, li chiamano col nome di una persona, quella che li ha descritti per primi. Ecco i nei più comuni con il
nome della persona così come li nomina il dermatologo: Nei di Miescher, Nei di Unna, Nei di Clark, Nei di Clark Atipici, Nei di Spitz, Nei di Reed, Nei di
Sutton

I nei di Miescher
Sono questi i nei del volto. Essi appaiono sia scuri, sia color della cute, e hanno la caratteristica di crescere in forma di cupola. Alcuni sono lisci altri sono
spugnosi e possono avere uno o più peli che crescono all’interno.
I nevi di Miescher sono molto comuni e si fanno notare soprattutto se crescono sul naso, sulla fronte o sul mento dove sporgendo o avendo peli
provocano un vero e proprio inestetismo. I nei di Miescher sono benigni, non degenerano mai, tuttavia creano paure per chi non li conosce: infatti
possono essere tagliati con il rasoio della barba o traumatizzati nel tentativo di strappare i peli. Per fortuna non succede alcunché.
I nei di Unna
I nei di Unna sono frequenti come i nei di Miescher solo che si sviluppano al tronco invece che al volto. I nei di Unna sono facili da riconoscere infatti
hanno la caratteristica di crescere verso l’esterno a forma di mora e sono frequenti sull’addome o alla schiena. Anche i nei di Unna sono benigni ma
molto fastidiosi sia dal punto di vista estetico sia da quello funzionale. Assumono infatti dimensioni anche cospicue, possono essere numerosi e
possono crescere in sedi di traumatismo come alla cintura o alle ascelle

I nei di Clark
I nei di Clark sono i più comuni, sono cioè quelle macchiette scure e rotondeggianti presenti un po’ ovunque sulla nostra pelle. I nei di Clark tuttavia
hanno molte varianti, possono essere più grandi del solito, più pigmentati, più irregolari e questi vengono definiti nei di Clark Atipici

I nei di Clark Atipici


I nei di Clark Atipici hanno diametro maggiore di 6 mm, colore non omogeneo, bordi irregolari. Sono presenti sia al tronco sia gli arti e in alcuni soggetti
sono molto numerosi. Questi nei possono evolvere verso un melanoma e quindi vanno monitorizzati dal dermatologo con la mappatura del neo e con
l’esame dermoscopico e quando è il caso asportati chirurgicamente

I nei di Spitz
I nei di Spitz sono nei che compaiono nei bambini o adolescenti, hanno un colore molto scuro e spesso crescono rapidamente. Si presentano agli arti,
ma possono essere presenti anche al volto. I nevi di Spitz sono anch’essi benigni ma data la crescita veloce e l’aspetto poco rassicurante vengono
spesso asportati chirurgicamente nel timore che si tratti di un melanoma.

I nei di Reed
I nei di Reed sono l’equivalente dei nei di Spitz ma crescono nell’adulto, si presentano soprattutto agli arti delle giovani donne. Anche il neo di Reed ha
crescita rapida e colore scuro e come il nevo di Spitz viene rimosso chirurgicamente anche se è considerato un neo benigno

I nei di Sutton
I nei di Sutton sono nei di Clark che intorno all’adolescenza vengono circondati da un anello bianco di vitiligine. Lentamente il neo si scolora,
rimpicciolisce e poi scompare. In seguito scompare anche la macchia bianca. I nei di Sutton sono una forma di autoregressione dei nei e non sono
pericolosi
Questo metodo di classificazione per nomi, per quanto strano, è universalmente accettato e permette ai dermatologi di capirsi tra di loro e ai pazienti
di sapere se hanno nei a rischio oppure nei da accettare o non accettare solo dal punto di vista estetico
Cute e Radiazioni Solari

Estate: non si può fare a meno di pensare alle vacanze, alla vita all'aria aperta, al sole. Costretti a passare
la maggior parte dell'anno in città, a casa o in ufficio, siamo ormai abituati a considerare l'abbronzatura un
segno di benessere. Ma una tintarella presa senza adeguate precauzioni può rappresentare un pericolo per
la pelle, causando scottature, fastidiosi disturbi quali allergie ed eritemi, fino ad arrivare all'invecchiamento cutaneo
precoce o alla formazione di lesioni cancerose.

E' importante perciò cominciare a valutare attentamente gli inconvenienti che un'esposizione prolungata ai raggi solari
può arrecare alla nostra salute: trattando meglio la propria pelle si otterrà un'abbronzatura "intelligente", più duratura,
priva di antipatici effetti collaterali e, soprattutto, sicura.

L'esposizione al sole, infatti, è stata riconosciuta come la causa principale dell'aumento dei tumori della pelle, la cui
incidenza è in netto aumento negli ultimi anni. Per combattere questa tendenza, è necessario modificare i nostri stili di
vita, iniziando da una maggiore e migliore informazione sui pericoli associati alle radiazioni solari: scopo di questo dossier
è fornire poche semplici regole che, se seguite attentamente, possono evitare inutili rischi senza privare del piacere di
una giornata passata in spiaggia o in montagna.

LE RADIAZIONI SOLARI

I raggi luminosi emessi dal sole sono formati da una serie di particelle energetiche chiamate fotoni ed
arrivano sulla Terra sottoforma di radiazioni che, a seconda della lunghezza d'onda, possono classificarsi in
radiazioni visibili, UVA, UVB, UVC (ultravioletti A, B e C) o infrarossi.
L'energia delle radiazioni solari è inversamente proporzionale alla lunghezza d'onda. Ne consegue che i
raggi ultravioletti, che hanno la lunghezza d'onda più corta (compresa tra i 200 nanometri degli UVC e i 400
nm degli UVA) sono i più energetici.

Vediamoli meglio nel dettaglio:


UVC - Sono pericolosissimi per l'uomo, ma fortunatamente vengono bloccati dall'ozono presente nell'atmosfera,
che impedisce loro di arrivare sulla terra.
UVB - Sono i raggi che, penetrando a livello epidermico, provocano l'abbronzatura, ma possono anche essere la
causa dell'eritema della pelle.
UVA - Una percentuale di questi raggi (30-50%) penetra nella pelle a livelli molto profondi e sono responsabili
dell'invecchiamento della pelle e della formazione di melanomi.
Infrarossi - Hanno effetto calorifico, penetrano fino all'ipodermide e provocano vasodilatazione e sudorazione.

I livelli di radiazione UV e la loro azione sono influenzati da diversi fattori.


Altezza del sole - Il livello di radiazione UV varia a seconda dell'ora del giorno ed è più elevato quanto più alto è
il sole nel cielo, dunque nelle ore intorno a mezzogiorno (il 60% delle radiazioni giornaliere arriva a terra tra le
10 e le 14).
Latitudine - I livelli sono più alti quanto più ci si avvicina all'equatore.
Altitudine - Ad alta quota l'atmosfera è più rarefatta ed assorbe meno radiazioni UV: per ogni 1000 metri, i
livelli aumentano di circa il 10%.
Clima - Le nuvole e l'umidità assorbono parzialmente le radiazioni UV, che invece raggiungono i massimi livelli
con il cielo sereno.
Superficie terrestre - I raggi solari sono riflessi o diffusi in maniera diversa a seconda del tipo di superficie: la
neve può riflettere l'85% delle radiazioni UV, la sabbia asciutta il 15%, l'acqua il 5%, l'erba il 3%, l'asfalto il 2%.
Ozono - L'ozono filtra le radiazioni UV più pericolose. Il suo livello, oltre ad essere costantemente minacciato
dall'inquinamento atmosferico, varia nel corso dell'anno.

RADIAZIONI SOLARI: EFFETTI BENEFICI ED EFFETTI NOCIVI

La melanina prodotta dal nostro organismo riesce ad assorbire la maggior parte delle radiazioni solari ed è per tanto il
meccanismo di difesa più efficacie per la salute della nostra pelle. I raggi solari favoriscono la pigmentazione e la
produzione di melanina.

I raggi solari stimolano la produzione di vitamina D endogena, che favorisce l'assorbimento del calcio da
parte delle cellule epiteliali, svolgendo un'azione preventiva contro il rachitismo e l'osteomalacia. Inoltre
stimolano la circolazione sanguigna ed hanno effetti benefici nel trattamento di patologie della pelle
quali la psoriasi, la dermatite atopica, la dermatite seborroica e l'acne.
Da non sottovalutare la positiva azione psicologica della luce solare, provocata dal senso di benessere e
calore che deriva da un'esposizione equilibrata.

L'esposizione prolungata ai raggi UV del sole può provocare effetti dannosi al nostro corpo, in particolar modo alla pelle,
agli occhi e al sistema immunitario. Gli effetti acuti possono manifestarsi sottoforma di insolazione (il cosiddetto
"colpo di sole"), con cefale, vertigine, nausea e febbre, o di scottature provocate da un'esposizione intensa senza le
dovute protezioni, accompagnate da eritema (arrossamento della pelle), edema solare e stati dolorosi. Le scottature lievi
scompaiono nel giro di 2-3 giorni, mentre nei casi più gravi si consiglia di consultare un medico e di fare attenzione ad
evitare possibili infezioni batteriche.

L'esposizione ai raggi UV ha anche degli effetti cronici, come macchie della pelle e rughe. Le radiazioni UV possono
provocare agli occhi reazioni infiammatorie, come la fotocheratite, o danni ben più gravi che possono portare alla cecità,
come la comparsa della cataratta.

Recenti ricerche sui radicali liberi segnalano l'incidenza a lungo termine delle radiazioni solari sull'invecchiamento della
pelle, favorito dalle alterazioni degenerative indotte dalle radiazioni UV sulle cellule, sul tessuto fibroso e sui vasi
sanguigni. I raggi UV possono causare alterazioni nel materiale genetico delle cellule (dimeri di timina), incrementando la
possibilità di sviluppare carcinomi o melanomi.
 
INDICE UV
 
L'Indice Universale della Radiazione UV Solare (UVI) misura l'intensità della radiazione ultravioletta sulla superficie
terrestre.
L'indice UV varia da zero a un valore che - in prossimità dell'equatore - può raggiungere anche 20: più è alto, maggiore è
il pericolo che si corre esponendosi al sole.

I valori dell'UVI vengono raggruppati in base alle categorie d'esposizione:


 

Per valori pari o inferiori a UVI 3 il rischio di danni a breve e lungo termine è limitato e non sono richieste particolari
misure protettive (indossare indumenti e occhiali, utilizzare creme solari) necessarie invece per valori superiori. Oltre il
valore UVI 8, invece, l'esposizione diretta al sole è addirittura sconsigliata.
L'indice UV viene comunicato dal servizio meteorologico nazionale e dai bollettini dei mezzi di informazione per
informare sulla pericolosità delle radiazioni solari in un determinato giorno, spingendo le persone ad esporsi meno per
limitare i danni potenziali.
I livelli di radiazione ultravioletta variano nell'arco della giornata, per questo l'indice UV di solito si riferisce al valore
massimo rilevato nel periodo di quattro ore centrato sul mezzogiorno solare (che cade tra il mezzogiorno locale e le due
del pomeriggio).
 

 
IL FATTORE DI PROTEZIONE SOLARE
 

Il fattore di protezione solare (FPS) è un numero che indica quanto tempo è possibile esporsi con un determinato tipo
di filtro senza incorrere in scottature ed eritemi. Più è alto e maggiore è la protezione della pelle ai raggi UV, ma bisogna
ricordare che il FPS dà solo un valore orientativo: ci sono altri fattori che possono determinare il tempo d'esposizione
sicura, quali il tipo di pelle, il prodotto utilizzato e le condizioni atmosferiche.

IL FOTOTIPO
Ogni persona, a seconda del proprio fototipo, deve conoscere la propria sensibilità alle radiazioni solari e sapere per
quanto tempo può esporsi senza scottarsi, in maniera tale da poter scegliere il filtro adeguato alle sue esigenze.
 
FOTOTIPO TIPO DI PELLE
   
Melano-compromessa  
Fototipo 1 pelle molto chiara con lentiggini, occhi azzurri
Fototipo 2 pelle chiara, occhi chiari, capelli biondi rossi
   
Melano-competente  
Fototipo 3 pelle bianca, occhi e capelli castani
Fototipo 4 pelle olivastra, occhi e capelli scuri
   
Melano-protetta  
Fototipo 5 pelle naturalmente scura
Fototipo 6 pelle nera

Il fototipo indica la capacità della pelle di produrre melanina e di adattarsi al sole. I fototipi "melano-compromessi" sono
quelli più vulnerabili, facilmente foto-ustionabili e ad elevata incidenza di tumori cutanei. In ogni caso anche le persone
con fototipo alto devono esporsi ai raggi protetti da un filtro adeguato per limitare gli effetti dannosi delle radiazioni UV.
 
CONSIGLI PER UNA SANA ABBRONZATURA

Ecco una serie di consigli per abbronzarsi in maniera intelligente, ottenendo una tintarella invidiabile ed evitando i rischi
che metterebbero a repentaglio la salute della nostra pelle.
 
Limitare l'esposizione quando l'indice UV è massimo (intorno a mezzogiorno) o stare il più possibile
all'ombra (che dimezza l'intensità dei raggi UV)

Indossare indumenti e proteggere gli occhi con occhiali da sole

Bere molta acqua per evitare la disidratazione

Usare creme e filtri solari con un adeguato filtro di protezione, soprattutto su quelle parti del corpo
(mani, collo, viso) costantemente esposte

Evitare l'uso di profumi e deodoranti che possono rendere la pelle più sensibile e provocare scottature.
Lo stesso vale per alcuni medicinali: a tal proposito, è bene consultare il proprio farmacista

Non restare sdraiati al sole per ore, ma al contrario muoversi e svolgere attività fisica

Anche restando in acqua si è esposti alle radiazioni UV: proteggersi adeguatamente!

Nella scelta del filtro solare, iniziare con un FPS alto durante le prime esposizioni, per poi abbassarlo nei
giorni successivi

Continuare a proteggersi anche se si è già abbronzati: l'abbronzatura attenua solo parzialmente le


radiazioni UV (equivale ad un FPS di circa 4)

Le radiazioni UV agiscono anche quando la temperatura è mite: ci si può scottare anche quando il cielo
è nuvoloso e non fa eccessivamente caldo

Attenzione! In montagna, il livello delle radiazioni UV è più alto di circa il 10 % per ogni 1000 metri
d'altitudine

 
BAMBINI E ABBRONZATURA
 
È importante insegnare ai bambini a proteggersi dal sole fin da piccoli, poiché esposizioni solari intense e prolungate
durante l'infanzia possono aumentare nell'età adulta il rischio di melanoma e di invecchiamento cutaneo.

La pelle dei bambini è più sensibile di quella degli adulti e bisogna adottare delle misure di protezione adeguate:
utilizzare protezioni solari speciali
rinnovare continuamente l'applicazione del prodotto, soprattutto dopo il bagno
evitare l'esposizione durante le ore centrali del giorno
proteggere la testa con cappelli e il corpo con magliette
far bere molta acqua.
In ogni caso, i bambini dovrebbero essere esposti al sole in maniera graduale solo dopo il primo anno di età.
 
ABBRONZARSI A TAVOLA
 

 
Prima di sottoporsi ai bagni di sole necessari ad ottenere la tanto sognata tintarella è bene ricordare che
una sana abbronzatura spesso comincia dalla tavola: una dieta adeguata può aiutarci a preparare la nostra
pelle all'estate.

È importante aumentare il consumo di frutta e verdura di stagione almeno un mese prima dell'esposizione. Sono da
preferire i vegetali ricchi di betacarotene, come albicocche e carote. Il betacarotene aiuta ad assumere un'abbronzatura
dorata e a conservarla più a lungo, ma non aumenta la produzione di melanina, dunque non mette al riparo dagli effetti
nocivi delle radiazioni solari. Bere molta acqua (almeno un litro e mezzo al giorno) serve ad idratare la pelle e a
renderla più elastica, mentre per contrastarne l'invecchiamento bisogna assumere cibi ricchi di vitamine A, C ed E: frutti
di mare, aringhe, spinaci, broccoli, zucchine andranno benissimo. Le proteine di origine animale contenute nel latte,
nelle uova e nella carne aiutano invece l'organismo a contrastare l'aggressione del calore e dei raggi solari.
 
PRODOTTI PER L'ABBRONZATURA: ISTRUZIONI PER L'USO

La gamma dei prodotti usati per velocizzare e migliorare l'abbronzatura è molto ampia e per utilizzarli tutti nella maniera
più corretta è bene conoscerli bene uno per uno.
 
Autoabbronzanti

Gli autoabbronzanti contengono sostanze capaci di reagire con la cheratina e le altre proteine
dell'epidermide, donando alla pelle una pigmentazione scura.
Attenzione: si tratta di una "finta" abbronzatura, non dovuta alla melanina, e in quanto tale non dà alcuna
protezione dalle radiazioni solari. In ogni caso vanno usati con attenzione per evitare irregolarità nella pigmentazione.

Prodotti dopo-sole
 

I "dopo-sole" sono prodotti cosmetici con principi attivi che calmano l'irritazione dell'epidermide causata
dall'aggressione dei raggi solari, idratando, rinfrescando e rigenerando la pelle.
 
Filtri resistenti all'acqua

I filtri fotoprotettori dovrebbero avere la capacità di proteggere la pelle anche dopo essere venuti a contatto
con acqua, umidità o sudore. Questa caratteristica di alcuni filtri è determinata dalla presenza di derivati
acrilici nella composizione del prodotto.
Ci sono due categorie di filtri resistenti: i water-resistant, che mantengono il loro fattore di protezione
anche dopo 40 minuti di contatto permanente con l'acqua, e i waterproof, che agiscono anche dopo 80 minuti.

Filtri fisici e chimici


Esistono due tipi di filtri solari: fisici e chimici.
- Fisici: sono opachi e funzionano come una barriera, riflettendo e filtrando la maggior parte della luce visibile e delle radiazioni
UV. Sono di solito utilizzati per le parti del corpo più sensibili (narici, labbra, dita dei piedi).
- Chimici: assorbono e riducono le radiazioni che arrivano alla pelle, filtrando le lunghezze d'onda nocive.
 
CONSIGLI E RACCOMANDAZIONI
Per utilizzare in maniera ottimale filtri solari e abbronzanti è bene seguire alcune norme basilari:
applicare il filtro in casa, circa 30 minuti prima dell'esposizione al sole, e mai quando si è già in spiaggia o all'aperto
applicarlo nella quantità necessaria e sulla pelle asciutta.

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