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“IL CAPORALATO”

 Cos'è?
 Il caporalato è un fenomeno nato nel dopoguerra e che, stando ai dati
ufficiali, colpisce il Nord, ma soprattutto il Sud d'Italia.

Il termine caporalato discende dal termine caporale, ossia colui che per
conto dei proprietari agricoli reperisce
manodopera a basso costo. Il caporale
infatti è un intermediario il cui guadagno è
rappresentato da un compenso corrisposto
sia dal committente che dal lavoratore.

 Come funziona?
Il caporalato è un'attività che si concentra nelle mani della criminalità
organizzata, con lo scopo di sfruttare il lavoro dei braccianti, anche se non
mancano fenomeni simili nell'edilizia, nel commercio e nella ristorazione.
Queste le condizioni a cui devono sottostare i lavoratori:

 stipendi decisamente inferiori ai minimi salariali,


 zero contributi e nessuna assicurazione in caso di infortunio,
 orari di lavoro massacranti che possono raggiungere le 12 ore
giornaliere.

A chi pensa che le vittime del caporalato siano solo i migranti di colore si
sbaglia. Moltissimi anche i cittadini dell'est europeo e del sud Italia, tra i
quali molte donne, impiegate
soprattutto nella raccolta della frutta.
Le Regioni maggiormente interessate
sono la Puglia e la Calabria, anche se
non mancano i caporali neppure in
Emilia, Toscana, Lombardia e
Piemonte.
 Il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del
lavoro
Lo sfruttamento del lavoro dei migranti e
delle fasce più povere viene disciplinato per la
prima volta nel 2011, ma è con la legge n.
199/2016, che introduce il reato di
intermediazione illecita e sfruttamento del
lavoro, che si interviene in maniera più
decisa.
Le pene previste per chi sfrutta il caporalato stabilite dalla legge 199/2006
sono le seguenti:

 multa da 1.000 a 2.000 euro per ogni bracciante agricolo reclutato;


 reclusione in carcere da 1 a 6 anni.

La legge prevede anche una circostanza aggravante quando il fatto viene


commesso con violenza e minaccia. In questo caso la multa diventa da
minimo 500 euro a massimo 1.000 euro e la reclusione può raggiungere
gli 8 anni al massimo nelle ipotesi più gravi.

 Piano triennale per contrastare il caporalato

La legge 199/2016 ha avuto il pregio di far emergere ancora di più questo


illecito vergognoso, ma le misure messe in atto non sono riuscite a
risolvere definitivamente questo fenomeno, ancora così radicato. Ecco
perché il 20 febbraio 2020 la lotta al caporalato e allo sfruttamento del
lavoro del settore agricolo ha fatto un ulteriore passo in avanti grazie
all'approvazione del Piano Triennale 2020-2022. Il piano si fonda su
quattro assi strategici:
- prevenzione,
- vigilanza e contrasto,
- protezione e assistenza,
- reintegrazione socio lavorativa.
Un progetto a cui hanno partecipato i rappresentanti dei datori di lavoro, i
lavoratori agricoli e le istituzioni centrali e periferiche, che si dovranno
impegnare per raggiungere gli obiettivi fissati nel piano.

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