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Lezioni di cucito dal libro della nonna 01.

LA MACCHINA DA
CUCIRE parte prima

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Tutte le macchine da cucire, indipendentemente da
tipo e marca, sono fondamentalmente molto simili. Le parti
nomenclate sul prototipo (fig.1) sono comuni a tutte le
macchine da cucire col punto dritto e con quello zig.zag. In
ogni macchina il movimento dell’ago e del crochet
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dev’essere regolare e preciso per muovere il filo in alto e
quello in basso, in modo da formare un punto (fig.2), lo
scorrimento di questi due fili è controllato dai dischi di
tensione e dai passafili. L’azione simultanea del piedino
premistoffa, dell’ago e del trasportatore gioca un ruolo
importante: mentre il piedino trattiene il tessuto e l’ago
passa attraverso e va verso la bobina per formare il punto,
il trasportatore porta il tessuto nella posizione esatta.
Queste parti sono reperibili in tutte le macchine e servono
per formare i punti dritti, zig.zag ed elastici (punti base.
Tutti gli altri punti sono di tipo decorativo). Le macchine
che fanno punti zig.zag ed elastici hanno meccanismi
supplementari ma sostanzialmente è il trasportatore che
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distingue il punto elastico da quelli dritti o zig,zag; il
trasportatore muove il tessuto avanti e indietro. I
movimenti dell’ago e del trasportatore sono incorporati in
tutte le macchine da cucire che sono fornite di regolatori
e/o di speciali camme che regolano la larghezza e la
lunghezza dei punti. Benché le parti descritte differiscano
sia per la posizione sulla macchina sia per l’aspetto,
l’infilatura avviene attraverso alcune fasi che sono simili in
tutte le macchine. Il filo viene fornito dal rocchetto o
spoletta e passa poi attraverso i dischi di tensione per
arrivare alla leva tendifilo e infile all’ago. Il numero dei
punti di passaggio del filo può variare ma la parte che

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differisce maggiormente è il regolatore di tensione
superiore.Prima di infilare il filo ricordare due cose:

1. sollevare il piedino per permettere al filo di passare tra


i dischi di tensione
2. portare la leva tendifilo nel punto più alto in modo che
l’ago non arrivi senza filo al momento del primo punto.

Le illustrazioni (fig. 3 e 4) servono da guida generale; per


le istruzioni specifiche bisogna riferirsi sempre al libretto di
ciascuna macchina.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna "Introduzione". IL LIBRO
DELLA NONNA

Da anni porto sempre con me un vecchio libro dal titolo sbiadito che
io chiamo amorevolmente 
“IL LIBRO DELLA NONNA”. Un libro fantastico che spiega con
molta chiarezza e semplicità tutto quello che può capitare di avere
bisogno di sapere nella realizzazione di un capo d'abbigliamento .
Partendo dal presupposto che i cartamodelli sono in vendita in
molte mercerie e negozi di tessuti e che quindi ognuno di noi può
decidere di realizzare qualcosa con le proprie mani, questo testo
risponde a tutte le domande che un principiante può avere
l’esigenza di porsi durante la confezione di un capo
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d’abbigliamento, analizzando fase per fase tutti i passaggi del
lavoro: come prendere le misure, come mettere il cartamodello sul
tessuto per il taglio, come cucire una cerniera lampo, come
applicare una tela adesiva di rinforzo ………ecc.ecc….
Ho deciso così di mettere in condivisione tutte queste nozioni
attraverso il mio blog, ogni appuntamento affronterà un argomento
diverso dando vita ad una guida online utile e
completa  consultabile da tutti coloro che avranno voglia di "sentirsi
un po' SARTI”

 … buon lavoro a tutti!!

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 02.La macchina da
cucire.

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Il filo inferiore, che insieme con quello proveniente dal
rocchetto forma il punto, si trova nella zona situata sotto
l’ago (sotto la placca scorrevole) ed è avvolto su una
piccola bobina. Per formare il punto la bobina deve essere
riempita di filo; il filo deve essere avvolto in modo regolare
altrimenti si potranno verificare inconvenienti nella cucitura
o irregolarità di tensione del filo (fig.5).Le bobine hanno
dimensioni e caratteristiche tecniche diverse secondo il tipo
di macchina su cui vengono montate (fig.6). Inutile
ricordare che occorre sempre usare il tipo di bobina
consigliato dal fabbricante. La sistemazione del filo
inferiore comporta l’inserimento della bobina nella sua
scatola bobina; ci sono fondamentalmente due tipi di
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scatole: quelle fisse e quelle estraibili (fig.7).E’ necesarrio
estrarre la bobina per riempirla e bisogna stare attenti di
ricordarsi di portare l’ago e la leva tendifilo nella loro
posizione più alta, sollevare il piedino premistoffa e togliere
il tessuto e quindi aprire la placca scorrevole per poter
accedere alla bobina.Scegliere sempre un ago per
macchina di dimensione e di punta che si adattino alla
stoffa e al filo che si devono usare (fig.8). Le misure vanno
dal numero 70 al 110. Più alto è il numero più grosso è
l’ago; più sottile è il filo e più leggero è il tessuto, più fine
deve essere l’ago. Un’altra considerazione riguarda il tipo
di punta dell’ago, quelli più usati sono quelli con punta
aguzza. Gli aghi a punta sferica si usano generalmente per
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le stoffe a maglia perché possono passare tra i fili senza
strapparli.Oltre a scegliere un ago della misura e del tipo
giusti, è necessario che le dimensioni complessive e la
forma siano adatte alla macchina da cucire. Gli aghi
differenziano tra loro per lunghezza, dimensioni del gambo
e per posizione della scanalatura.Una volta scelto l’ago va
inserito correttamente; il metodo più comune è spiegato
nella fig.9 ma è sempre consigliabile leggere attentamente
le istruzioni della propria macchina.Per togliere l’ago è
sufficiente seguire il processo inverso.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 03. LA MACCHINA DA
CUCIRE parte terza

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La lunghezza del punto per cuciture normali dipende
dal peso del tessuto (pesantezza e densità) e dalla sua
composizione e struttura. Dei tre requisiti il peso è il più
importante. Come regola generale: più il tessuto è pesante
più lungo deve essere il punto e viceversa. Prima di iniziare
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il lavoro è sempre utile fare delle prove per combinare ago,
filo e lunghezza del punto.La pressione della macchina da
cucire è la forza esercitata sul tessuto mosso dal
trasportatore; le due forze, pressione e trasporto, agiscono
insieme formando il punto.La pressione trattiene gli strati
del tessuto, in modo che si muovano
contemporaneamente, tiene il tessuto teso ed impedisce
che venga trascinato nell’area destinata alla bobina, oppure
si avvolga attorno all’ago saltando alcuni punti.La
principale funzione del trasportatore, controllato dal
regolatore della lunghezza punto, è quella di spostare il
tessuto per portarlo sotto l’ago. Ma il trasportatore ha
anche, come la pressione, il compito di tenere tutti gli
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strati di tessuto ben tesi, durante la formazione del
punto.Pressione e trasportatore (lunghezza punto) possono
essere regolati secondo il tessuto e il tipo di cucitura scelti:
in generale si usa una pressione minima per tessuti leggeri
e una pressione massima per tessuti pesanti (fig.10).La
pressione esercitata dal piedino sul tessuto è controllata da
un regolatore di pressione che è collegato a una molla che
si trova sopra la barra di pressione del piedino; la
pressione aumenta quando la molla viene compressa,
diminuisce quando si allunga. Secondo il tipo di regolatore
gli adattamenti si fanno in diversi modi (fig.11).Tutte le
macchine per cucire sono fornite di un regolatore della
lunghezza punto che permette di modificare la lunghezza
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del punto nelle varie situazioni; per le cuciture normali, la
lunghezza varia da 2 a 3 mm. Per i lavori di preparazione,
come l’imbastitura, o per decorazione, come le impunture,
la lunghezza dei punti può essere maggiore. Nei regolatori
della lunghezza punto i numeri indicati sono basati sul
sistema decimale e indicano la lunghezza punto in
millimetri: un disco regolato sul 3 dà un punto di 3
mm.Ogni macchina ha un regolatore di tensione del filo
superiore che aumenta o diminuisce la tensione del filo;
una eccessiva pressione provoca una maggiore tensione e
il filo diventa insufficiente, una scarsa pressione provoca
una minore tensione e il filo sarà in eccesso. In generale
poco filo può far sì che il tessuto si raggrinzi o si tenda
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troppo, con il rischio di rottura dei punti, troppo filo invece
dà luogo a una cucitura debole e molle. Quando la
pressione sul filo è corretta, la macchina usa una quantità
di filo equilibrata dal rocchetto e dalla bobina e l’aggancio
che congiunge i due è perfettamente centrato fra i due
strati da cucire. Questo aggancio indica quale dei due fili ha
una tensione sbagliata (fig.12). Il regolatore di tensione,
situato sopra o vicino ai dischi di tensione, porta segnati
numeri che indicano a quale livello di tensione è stato
regolato: regolare questo dispositivo della macchina
sempre con il filo già infilato e con il piedino
abbassato (fig.13).

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lezioni di cucito dal libro della nonna 04. LA MACCHINA DA
CUCIRE parte quarta

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IL PUNTO ZIG-ZAG. Può variare sia in lunghezza che in
larghezza; la lunghezza si modifica per mezzo dello stesso
regolatore che controlla la lunghezza del punto diritto; la
larghezza con il regolatore larghezza punto che porta una
serie di simboli o numeri (più è alto il numero e più è largo
il punto. Fig. 14). La lunghezza del punto si determina
secondo questa regola: più leggero è il tessuto, più corto
deve essere il punto. Per rifinire i margini, più la stoffa si
sfilaccia più largo dovrebbe essere il punto. Per i punti
decorativi, la lunghezza e la larghezza sono meno
determinanti. Il punto zig-zag ha più elasticità del punto
diritto e quindi è meno soggetto a rischio di rotture. I punti
si formano in senso diagonale, perciò si impiega più filo e
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la tensione si distribuisce non già lungo un’unica linea, ma
su uno spazio. La cucitura a zig-zag può essere funzionale
o decorativa.

LA CUCITURA ELASTICA. I punti elastici sono realizzati


grazie al movimento coordinato dell’ago e del
trasportatore, ossia, mentre l’ago si muove normalmente il
trasportatore sposta automaticamente il tessuto avanti e
indietro. Nella maggior parte dei punti elastici, il trasporto
del tessuto avanti e indietro porta alla formazione di più
punti nella stessa posizione. Il punto elastico più comune è
formato da due punti avanti e uno indietro, cioè da tre

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punti nello stesso posto. La tensione per questo tipo di
cucitura non è più così importante.Anche i punti elastici
possono essere sia funzionali che decorativi.Esistono molti
accessori studiati per aumentare l’efficienza delle macchine
da cucire. Si tratta di varianti nel piedino premistoffa e di
particolari guide e dispositivi per cucire (fig.15 e 16).
Bisogna inoltre stare attenti a quale tipo di placca d’ago si
ha installato se una per punto dritto (foro piccolo e
rotondo) o una per punto zig-zag  (fig. 17); quella per
punto zig-zag si può usare per realizzare tutti i punti più
comuni.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 05. LE MISURE parte
prima

In queste foto sono indicate tutte le misure necessarie 


per la realizzazione del CORPETTO 
e il metodo corretto di misurazione.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 05. LE MISURE seconda
parte

In queste foto sono indicate tutte le misure necessarie


 per la realizzazione di gonne e pantaloni 
e il metodo corretto di misurazione.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 06.IL MANICHINO

Un manichino della propria misura può essere di grande


aiuto durante la confezione, in quanto non sarà più
necessario rivolgerci a qualcuno perché ci aiuti durante la
prova. Bisogna prepararlo appuntando un nastro colorato
lungo le posizioni principali del corpo, che sono: il centro
davanti e il centro dietro, la cucitura dei fianchi e delle
spalle, il giropetto, il girovita, il girocollo e il girofianchi. E’
indispensabile aggiungere un braccio se si vuole essere
completamente indipendenti nelle prove. Si può realizzare
procurandosi un modello di carta di una manica a due
pezzi, quelle che si usano per le giacche o i cappotti:
tagliare e confezionare la manica e poi imbottirla con
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dell’ovatta molto fittamente e fissarla al manichino con un
punto sopraggitto fitto e saldo.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 07.COME RICONOSCERE IL
PROPRIO TIPO DI FIGURA

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La figura femminile varia da persona a persona, ma ci sono
categorie standart.I cartamodelli in commercio non sono
classificati soltanto secondo diverse misure ma anche secondo tipi
di figure dalle proporzioni varie. Per decidere il tipo più simile
alla propria figura, dopo aver preso le misure, bisogna fare un
esame di sé stessi davanti ad uno specchio e confrontarsi con le
tipologie standart. L’altezza è una delle indicazioni ma non
sempre la più attendibile, molto più importanti sono la lunghezza
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del busto e la posizione del petto, della vita e dei fianchi. Benché
i diversi tipi di figure non significano divisone secondo l’età, un
limite è implicito e i modelli sono disegnati di conseguenza, è
meglio rimanere  nel campo di taglie del tipo più simile al proprio,
altrimenti bisognerà adattare le proporzioni.

Lezioni di cucito dal libro della nonna 08.LE PROPORZIONI E I


TESSUTI

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PROPORZIONI
Le divisioni e i rapporti fra diverse parti di un modello sono chiamati
Proporzioni, Queste divisioni sono definite dalle linee strutturali del
modello o risultano dai modi con cui sono usati tessuto e colore; esse
riguardano l’altezza apparente e la dimensione della figura. Non ci sono
regole precise, quando le proporzioni sono in armonia tra loro con la figura
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sono dette in scala. In altre parole, ciò significa che gli stampati piccoli, le
strisce, gli scozzesi e i particolari ( collo, tasche…) sono più adatti ad una
figura minuta ed elementi più grandi ad una figura più grande. Il principio
è basato sul fatto che le componenti più grandi schiacciano le più piccole.
La mancanza di proporzione può essere modificata dal colore: per esempio
uno scozzese o un disegno floreale grande non sembreranno così ampi se
saranno di toni attenuati.

COLORE E STRUTTURA DEL TESSUTO


 Dei molti elementi che danno la dimensione apparente della figura, il
Colore è uno dei più importanti. I colori caldi, intensi e chiari fanno
sembrare la figura più larga; i colori freddi, attenuati e scuri la fanno
sembrare più sottile, I disegni mostrano come funzionano questi principi
contrastanti.Anche la struttura del tessuto ha effetto sulla dimensione della
figura; una stoffa lucida fa sembrare il corpo più largo mentre una opaca lo
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assottiglia. La struttura del tessuto può renderlo ruvido o liscio, rigido o
morbido, leggero o consistente determinando il suo modo di cadere e
quindi l’adattabilità al modello. Il miglior modo di prevedere l’effetto del
colore e della struttura del tessuto è quello di drappeggiarne un pezzo sul
corpo e guardarsi in uno specchio.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 08.GLI STILI

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In un capo d’abbigliamento, la linea, la vestibilità e il
comfort nell’indossarlo sono dati dal modo in cui ne viene
concepito il modello, che comprende:
-la posizione e la direzione delle parti longitudinali e
trasversali
- le proporzioni fra lunghezza e ampiezza
- la modellatura

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- i particolari come ad esempio le maniche, il collo, le
tasche e il tipo di chiusura
La sagoma o silouette definitiva è data dalla foggia del
capo e la si indica con lettere dell’alfabeto o con il tipo di
forma geometrica oppure con il nome di alcuni stili.

Le linee caratteristiche (ossia l’andamento delle cuciture e


degli orli) indicano una determinata sistemazione dei pezzi
che compongono il capo.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 09. IL CARTAMODELLO

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 09. I SEGNI DEL
CARTAMODELLO

Che cosa significano i segni sul cartamodello? Ciascun


pezzo del modello porta segni che aiutano ad eseguire ogni
passaggio con accuratezza: appoggio del tessuto, taglio,
unione delle parti, messa in prova e ritocchi. Ogni simbolo
ha un suo significato, alcuni riguardano le modifiche, come
la doppia linea nel corpetto (fig,1) che dice di allungare o
accorciare. Altri segni vengono usati per far combaciare le
parti tra loro. Anche i numeri dei pezzi sono importanti
perché indicano l’ordine nel quale vanno montati; nelle
fig.1 e 2 sono elencati tutti i tipi di segni più comuni.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 10. COME USARE IL
CATALOGO DEI CARTAMODELLI

In un catalogo di cartamodelli si possono scegliere i modelli


e trovare le informazioni necessarie nell’acquisto dei tessuti
e accessori utili per la realizzazione del capo scelto. I
modelli da donna sono divisi secondo il genere
(abbigliamento da donna, lingerie…ecc) e classificati
secondo il tipo di figura. L’informazione relativa a ciascun
modello è stampata vicino all’illustrazione; alcuni elementi
sono pertinenti alla scelta del modello, come lo stile e le
diverse versioni che si trovano all’interno della busta. E’
inclusa anche la vista del dietro, il metraggio e l’elenco
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degli articoli di merceria necessari e le informazioni
riguardanti la stoffa (particolarmente importanti se si tratta
di stoffa a maglia: “raccomandato per stoffe a maglia “
significa che anche la maglia, oltre ai tessuti, è adatta al
modello, “per sola maglia” significa che non si dovrebbero
usare i tessuti, perché il cartamodello è poco sagomato e
fa assegnamento sull’elasticità  della maglia per modellarsi
alla figura… possono anche essere indicate altre limitazioni
di stoffa come “non adatto a scozzesi o a rigati”). Su
alcune buste appaiono annotazioni riguardo a una o più
caratteristiche secondarie del cartamodello; per esempio
può esserci l’indicazione che il modello è di facile
realizzazione, snellisce o è creato da uno stilista molto
noto. Inoltre nelle ultime pagine del catalogo si può trovare
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un grafico per le misure del corpo per ogni tipo di figura, è
comodo da consultare specialmente se si cuce per altri. 
Lezioni di cucito dal libro della nonna 11.COME CALCOLARE LA
QUANTITA' DI STOFFA

Per un calcolo veloce della stoffa necessaria ecco le


indicazioni per alcuni indumenti sia con stoffa di altezza
semplice (cm 80, 90, 100) sia con stoffa di altezza doppia
(cm 130, 140).
Blusa con maniche. Altezza semplice: due volte la
lunghezza della blusa più un’ altezza del collo, più una
lunghezza della manica se questa è normale oppure due
lunghezze se è piuttosto larga. Altezza doppia: una volta la
lunghezza della blusa più una lunghezza della manica
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Gonna leggermente svasata, diritta o con piega.
Altezza semplice: due lunghezze. Altezza doppia: una
lunghezza
Cappotto diritto. Altezza doppia: due lunghezze più una
lunghezza della manica
Pantaloni. Altezza semplice: due lunghezze. Altezza
doppia: per le taglie 36, 38 e 40 una lunghezza; per le
taglie 42, 44 e 46 una lunghezza più 30 cm per incuneare i
due modelli
Vestito diritto con maniche. Altezza semplice: due
lunghezze più una o due lunghezze della manica, secondo
la larghezza. Altezza doppia: una lunghezza per il vestito e
una per la manica

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Vestito senza maniche. Altezza semplice: due lunghezze.
Altezza doppia: una lunghezza

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 12. L'ACQUISTO DELLE
STOFFE

Per stabilire quale stoffa è adatta ad un determinato


modello basta controllare sulla busta del cartamodello le
tipologie di tessuti che vengono indicati, ma se si vuole
sapere se una stoffa è adatta alla propria persona bisogna
controllare l’effetto che il colore a la struttura hanno sulla
carnagione e sulla figura e per fare questo bisogna
drappeggiarne circa due metri sul corpo guardandosi ad
uno specchio. Per prevedere il probabile rendimento di una
stoffa bisogna chiedere informazioni sul contenuto e sul
finissaggio al momento dell’acquisto e seguire le istruzioni
di lavaggio. Inoltre per riconoscere la qualità bisogna
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essere consapevoli delle caratteristiche che distinguono la
buona qualità da quella scadente.
Ecco alcuni semplici criteri che possono essere usati al
momento dell’acquisto:

1. L’armatura dovrebbe essere compatta, provarla


grattando la superficie, se i fili si spostano facilmente le
cuciture potrebbero provocare buchi nella stoffa.
2. L’armatura dovrebbe essere uniforme, alzarla contro
luce e controllare se ci sono zone spesse o rade.
3.  La trama deve formare un angolo retto con le cimose,
se l’angolo è obliquo la stoffa è fuori filo.
4.  La tinta dovrebbe essere uniforme e avere un aspetto
fresco, se c’è una linea di piegatura controllare se in quel
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punto è venuto via il colore, questo potrebbe significare
una cattiva qualità di tintura e creerebbe anche un
problema di taglio.
5. I colori della stampa dovrebbero essere uniformi senza
che alcuna macchia bianca, cioè non tinta, appaia tra loro.
6. Uno stampato geometrico o comunque simmetrico
dovrebbe incontrarsi con le cimose ad angolo retto.
Molta attenzione và fatta quando si vuole confezionare un
modello adatto per stoffe a maglia in quanto la maglia ha
elasticità differenti e quindi prima dell’acquisto bisogna
controllare l’indicazione sulla busta, elasticità minima,
media o massima. E’ importante verificare se dopo aver
tirato la stoffa, questa ritorna alle sue dimensioni originali;

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una maglia che non si riprende completamente potrà
cedere o sformarsi indossandola.

La struttura o il disegno di alcune stoffe impongono un


metraggio speciale che probabilmente è anch’esso
specificato sulla busta ma che in caso contrario va calcolato
da sé tenendo presente che per combinare o disporre un
disegno bisogna aggiungere quantità di stoffa necessaria;
questo vale per gli scozzesi, le righe, le diagonali, gli
stampati a motivi grandi, tessuti irridescenti oppure velluti
oppure stoffe a riccio corto e lungo e maglie fantasia che
sono tutti casi in cui il cartamodello può essere posizionato
in un solo verso.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 13. COME USARE LE
STOFFE DIFFICILI

Alcune stoffe devono essere cucite e stirate in modo


speciale a causa della loro struttura o del loro finissaggio.
Conoscere questi insoliti requisiti aiuta a scegliere la stoffa
specialmente nel caso in cui la confezione richieda tempo e
particolare abilità.

TAFFETA’ (broccato, satin) Cucitura: può essere cucito una


sola volta perché i punti tolti lasciano i buchi e dovrebbe
essere maneggiato il meno possibile, perché si stropiccia e
si sporca facilmente. Non si molleggia bene.

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Stiratura: L’acqua può lasciare macchie, usare un ferro
asciutto e a bassa temperatura.

CRESPO Cucitura: la lunghezza e la tensione del punto


devono essere regolate con cura per evitare gli
arricciamenti. La maggior parte dei crespi tende ad
allentarsi.
Stiratura: il vapore fa restringere o arricciare alcuni tipi di
crespi.

TESSUTI TRASPARENTI Cucitura: Le cuciture, le pinces e


altri particolari della confezione dei tessuti trasparenti
devono essere netti perché traspaiono sul dritto,
generalmente si usano le cuciture all’inglese o doppie.
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Stiratura: Il vapore fa restringere o arricciare.

PIZZO Cucitura: le cuciture devono essere rifinite in modo


ordinato, come viene fatto per tutti i tessuti trasparenti
oppure bisogna controfoderare la stoffa per nasconderle.
Stiratura: Bisogna avere cura di non urtare con il ferro i
rilievi del pizzo.

VELLUTO Cucitura: può essere cucito soltanto una volta


perché se si tolgono i punti possono rimanere i buchi.
Dovrebbe essere cucito con un ago sottile e preferibilmente
nella direzione del pelo.

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Stiratura: stirare il velluto sempre dal rovescio. Le
temperature alte sciolgono il velluto. Durante la confezione
stirare il meno possibile.

MAGLIA ELASTICA Cucitura: per evitare che le cuciture


scoppino bisogna usare tecniche e punti speciali mentre
nelle zone dove non si desidera l’elasticità ( come nella
spalle) le cuciture devono essere rinforzate con una
fettuccia. Per le maglie che si arricciano ai margini fare una
cucitura a sopraggitto. Dovrebbero essere usati aghi con la
punta a sfera per evitare i buchi.
Stiratura: Se non si maneggia delicatamente può essere
allentata o distorta. I margini delle cuciture possono
lasciare segni sul dritto.
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TESSUTO DOUBLE-FACE Cucitura: per trarre vantaggio
dalla reversibilità le parti del capo sono solitamente unite
con cuciture ribattute e i margini del capo sono rifiniti, di
regola, con una spighetta ripiegata o con una guarnizione
simile.

Stiratura: è necessario un panno pesante per appiattire


bene le cuciture.

Lezioni di cucito dal libro della nonna 14. MODELLO E PROVA


PER L'ABITO SU MISURA
I cartamodelli, essendo fatti per milioni di persone e con
taglie standard, non sempre corrispondono alle misure
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volute. Un modello potrà star bene in alcune parti della
figura e meno bene in altre. Una volta stabilite le differenze
di misura che esistono tra la propria figura e il modello, le
modifiche da seguire sono semplici:le modifiche base
consistono nell’avvicinare le misure del cartamodello alle
proprie e si lavora confrontando le misure del proprio corpo
con quelle stampate sul retro della busta e trasferendo le
differenze sui pezzi del cartamodello ( nelle prossime
lezioni vedremo come si modificano i vari pezzi di un
cartamodello), si tratta di cambiamenti delle lunghezze,
delle larghezze e della posizione delle pinces;le modifiche
secondarie sono più particolareggiate e si eseguono con
l’aiuto della teletta. La teletta è ricavata dal modello base
in una stoffa economica, con il preciso scopo di controllare
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determinati particolari; posizione del dritto filo, pinces e
cuciture, caduta dell’indumento, aderenze delle maniche
ecc.ecc….Le modifiche della teletta vengono riportate sul
modello base, che viene usato poi con ogni nuovo modello,
in modo che sia facile individuare i ritocchi.Le modifiche
preliminari sul cartamodello non sono i soli mezzi per
ottenere una buona vestibilità ma passaggio fondamentale
è la prova dell’abito a metà confezione ( abito interamente
imbastito, cioè cucito a mano) che è indispensabile per fare
i piccoli ritocchi e talvolta, quando si vuole realizzare capi
particolarmente complicati, può essere perfino necessario
confezionare un indumento di prova con un tessuto
economico, prima di affrontare la confezione dell’abito vero
e proprio.I cartamodelli sono realizzati per una figura
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ideale ed immaginaria sulla quale sono costruite tutte le
taglie. Questa figura ha un portamento perfetto e
simmetrico, proporzioni e contorni invariabili. La propria
figura può avere le linee principali, busto vita e fianchi,
posizionate più in alto o più in basso rispetto a quelle del
modello standard. Anche la lunghezza totale è questione di
proporzioni personali a prescindere da qualsiasi moda. Le
proprie curve, sporgenze e incavature possono non
soltanto essere diverse dagli standard del cartamodello ma
anche cambiare con il tempo. L’acquisto o la perdita di
peso, la maturità fisica e gli indumenti intimi possono
influire e cambiare i contorni. Per adattare un modello è
necessario modificare le pinces e le cuciture curve che
fanno aderire un capo alla figura.Lo scopo delle modifiche è
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di renderlo su misura, ma, innanzitutto, bisogna decidere
che cosa s’intende per abito a pennello. A questo proposito
bisogna considerare quattro fattori: l’aspetto, la comodità,
il modello e la stoffa. Perché l’aspetto sia buono, tutte le
pinces e le cuciture devono cadere nel punto giusto e
nell’insieme il capo deve avere un aspetto armonioso, cioè
non deve tirare né fare grinze né avere parti che stringono
o che cedono. Alcuni indumenti sono per definizione più
comodi di altri ma si dovrebbe sempre potersi sedere,
chinarsi, camminare e sporgersi con qualsiasi indumento
senza che le cuciture tirino o senza sentirsi costrette. Il
principale contributo alla comodità è dato dall’agio ( grado
di vestibilità, lo vedremo nelle prossime lezioni).

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 15. IL GRADO DI
VESTIBILITA'

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Per stabilire, quando e dove sono necessarie modifiche al cartamodello,
abbiamo detto che dobbiamo confrontare le proprie misure con quelle del
cartamodello; le misure più importanti sono indicate sulla busta. Le
proprie misure non necessariamente devono essere identiche a quelle del
cartamodello, anzi, nessun indumento deve aderire al corpo così
perfettamente come il metro a nastro, perché è necessario avere la
possibilità di sedersi, camminare, sporgersi, chinarsi. La tabella indica le
misure minime necessarie per rendere un cartamodello più largo della
figura in sei punti fondamentali. (fig.1) Questa quantità in più viene
appunto chiamata Grado di vestibilità ed è una cosa diversa dalla
morbidezza del modello, che è una ampiezza specifica creata per costruire
modelli larghi. Il grado di vestibilità può essere modificato rispetto a
quello indicato nella tabella, ad esempio un modello disegnato per una
132
maglia necessita di minor vestibilità come invece le figure più forti
potrebbero necessitare di qualche centimetro in più. Comodo può essere
indicare le proprie misure nella tabella e usarla durante una modifica.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 16. LE MODIFICHE parte
prima
Dopo aver confrontato le proprie misure con quelle del modello, come
spiegato nelle precedenti lezioni, si può stabilire quali sono le modifiche
necessarie. Per ottenere la massima precisione è bene attenersi alle
seguenti regole: - stirare il cartamodello che non deve avere pieghe - tutti i
pezzi del cartamodello devono rimanere ben stesi dopo aver terminato le
modifiche; talvolta le parti del modello devono essere tagliate e allargate e
così facendo si possono creare delle grinze che devono essere stirate prima
di appoggiare il modello al tessuto - per prima cosa appuntare con spilli le
parti da modificare, controllarle con un metro a nastro e poi incollare le
modifiche al modello - Se è necessario allungare o allargare, usare carta
velina per le aggiunte - Appuntare eventuali pieghe per la metà della
profondità necessaria: la misura eliminata da una piega è sempre due volte
la profondità della piega stessa - Quando una modifica interrompe una
134
linea di taglio o una cucitura, tracciare una nuova linea sul modello che
gradatamente finisce in niente sulla linea originale, in modo che la
modifica non sia - visibile sul capo finito Quando le modifiche da fare
sono parecchie, quelle della lunghezza devono essere fatte per prime, così
si è certi che ogni modifica in larghezza fatta più tardi sarà nel punto
giusto. Le modifiche della lunghezza si eseguono nel seguente ordine:
sopra la vita, sotto la vita o lunghezza totale, maniche. In seguito
controllare la posizione delle pince, che siano nella giusta direzione e di
una lunghezza appropriata, per poi procedere a modificare le larghezze. Le
modifiche della larghezza dovrebbero essere apportate prima sul busto, poi
sulla vita, poi sul fianco. Altri particolari ritocchi si eseguiranno dopo che
tutte le modifiche base della lunghezza e della larghezza sono state fatte.
(immagini 2-3 COME ACCORCIARE immagini 4-5 COME
ALLUNGARE)

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 16. LE MODIFICHE parte
seconda
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Lezioni di cucito dal libro della nonna 16. LE MODIFICHE parte
terza

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 17. PERFEZIONARE IL
CARTAMODELLO prima parte
Negli ultimi due mesi non sono riuscita a postare le mie lezioni di
cucito con la giusta frequenza. Per questo motivo Aprile sarà un
mese di recupero, con lezioni cariche di informazioni che andranno
a chiudere l’argomento “ come modificare i cartamodelli che si
acquistano”, così da poter iniziare finalmente a parlare di come si
creano i propri cartamodelli, a mio parere argomento di gran lunga
molto più interessante.
Se le modifiche base per cartamodelli, che abbiamo visto nelle
lezioni precedenti non si reputano qualitativamente sufficienti per
realizzare un abito a pennello,si può lavorare alla creazione di un
proprio modello base che verrà usato ogni volta che si lavora. Il
modello base si ottiene lavorando su una teletta su misura che non
è altro che un abito di studio, realizzato con tessuto economico,
156
sulla quale si eseguono tutte le modifiche necessarie fino a renderla
a pennello. A questo punto si trasporta tutto su carta e questo
diventa il modello base personale. Il metodo richiede tempo e
pazienza ma fa risparmiare tempo e fatica considerevoli
successivamente e evita sprechi costosi di stoffa, permettendo di
risolvere i problemi prima di tagliare.
Per fare una teletta su misura e poi un modello base personale,
sono necessari:
Il modello: La maggior parte delle case produttrici di cartamodelli
offre proprio questo tipo di modello, il cui scopo non è quello di
essere indossato ma quello di aderire. Il modello base che si può
sviluppare da esso è usato per modificare qualsiasi modello che si
voglia confezionare.
La stoffa e le forniture varie: Per una teletta su misura si usa tela
comune; anche il percalle a quadretti è indicato perché i quadretti
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aiutano a seguire il dritto filo. Certo è che si possono anche usare
vecchie lenzuola o avanzi di stoffa, purchè siano di trama solida e
di medio peso.
Inoltre bisogna procurarsi tutti gli accessori necessari per il caso:
cerniera, gros-grain, fettuccia ….
Come confezionare la teletta su misura
Con scarpe e biancheria adatte, indossare la teletta col diritto
sull’esterno. E’ necessario esaminarsi con molta attenzione perché
questo è il momento di sistemare tutti i problemi, per quanto noiosi
possano essere. Si deve scoprire il motivo di ciascuna grinza e
prender nota della modifica che la fa scomparire.
Ricordarsi anche che un abito dev’essere comodo da indossare,
perciò provare a sedersi, sporgersi, piegarsi e camminare, per
scoprire se e dove ci sono cuciture in tensione. Non dimenticarsi di
controllare bene anche il dietro, con l’aiuto di un’altra persona,
158
cercare di giudicare obbiettivamente come la teletta aderisce al
corpo.
Per adattare la teletta bisogna localizzare i problemi e nelle
prossime immagini saranno spiegate le soluzioni e le modifiche
necessarie da trasferire sul cartamodello.
Per fare tutto questo sarà necessaria più di una prova e bisognerà
disfare e rifare cuciture e pince.
E’ importante sapere che una singola modifica in alto può risolvere i
problemi in basso, quindi sistemare la teletta partendo dal collo in
caso di vestito o camicia o giacca, e dal giro vita in caso di gonne o
pantaloni.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 17. PERFEZIONARE IL
CARTAMODELLO seconda parte

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 17. PERFEZIONARE IL
CARTAMODELLO terza parte

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Quando la teletta è stata ritoccata in modo da aderire perfett
mente, si tra  feriscono le modifiche sui pezzi del cartamodell
. Segnare sul modello base tutte le quantità aggiunte o tolte. Pe
usare il modello base con altri modelli, posizionarlo sotto i pezzi
corrispondenti del modello nuovo, allineandoli alle spalle o agli
scalfi, se si tratta di un corpetto o di un abito, alla linea vita
er le gonne e i pantaloni. Eseguire eventuali modifiche alla larghe
za del petto, della vita o dei fianchi, o alla lunghezza o  ll
posizione delle pince. La teletta su misura può essere usata pe
controllare l’aderenza di q

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 18. LA GONNA BASE

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Fino ad oggi abbiamo visto come si sceglie e si usa un cartamodello e
come acquistare un modello base e adattarlo alle proprie misure. Oggi
finalmente iniziamo a realizzare i modelli base personali, costruiti con le
proprie misure, sui quali potremo poi sviluppare tutte la varianti che
desideriamo. La prima cosa che si deve imparare è la costruzione della
gonna base, o gonna geometrica. Per la costruzione del modello base della
gonna occorrono tre misure: circonferenza bacino circonferenza vita
lunghezza gonna Ogni modello è realizzato soltanto a metà, perché si
taglia su stoffa doppia, solitamente piegata sul centro davanti e sul centro
dietro; di conseguenza si devono dividere le misure prese sulle
circonferenze a metà o in quattro parti, mentre quelle di lunghezza
vengono riportate per intero. Le misure che utilizziamo per costruire i
nostri modelli corrispondono a quelle del corpo, tenendo conto dell’agio
( grado di vestibilità ), ma non dei margini per le cuciture, che richiedono
di aggiungere 1 cm ovunque e 4 cm per l’orlo. META’ DIETRO Usare la
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squadra e la riga e disegnare un rettangolo A-B-C-D, corrispondente alla
metà del dietro della gonna, che sarà lungo quanto la lunghezza gonna e
largo un quarto della circonferenza bacino meno 0,5 cm (esempio: misura
circonferenza finchi 98 cm diviso 4 dà 24,5 cm, meno 0,5 cm si otterrà 24
cm). Nomenclare ogni linea: A-C centro dietro, B-D fianco, C-D linea
orlo, A-B vita. Su quest’ultima misurare 2 o 3 cm da B verso A e 15 cm da
B verso D, indi segnare la curva del fianco unendo i due nuovi punti E e F.
Per stabilire la larghezza di tale rientro bisogna osservare la propria figura;
se il fianco è rotondo e la vita è sottile, aumentare il rientro, se al contrario,
la differenza tra i fianchi e la vita è poca, occorre diminuire il rientro. In
ogni caso è possibile variare dai 2 ai 3 cm. Anche l’altezza della
circonferenza fianchi può variare da persona a persona, 15 cm è una
misura standard. Per disegnare le pince,piegare il modello nel senso della
lunghezza, facendo combaciare il punto A con il punto E. Sulla piegatura
segnare il centro pince del dietro lungo 15 cm. Per ottenere la larghezza
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della pince, dividere la circonferenza vita per 4 e sottrare 2 cm. Riportare
questa misura sul modello dal punto A verso E; i centimetri in più saranno
la dimensione della pince, che vanno distribuiti metà per parte del centro
pince.ù META’ DAVANTI Tagliare i contorni del rettangolo e ottenere da
questo il davanti relativo appuntandolo su carta e riportando le linee con la
matita. Aggiungere 2 cm lungo la linea del centro dietro per ottenere la
linea del centro davanti (a-c). Staccare il modello del dietro e nomenclare
ogni linea. Piegare il davanti nel senso della lunghezza facendo
combaciare A con E e segnare sulla piega il centro della pince del davanti
lunga 12 cm. Per calcolare la larghezza pince, dividere la vita per 4 e
aggiungere 2 cm. Portare questa misura sulla linea a-E e usare i cm
eccedenti per la pince, come nel dietro, distribuendo i centimetri metà per
parte del centro pince. Tagliare i contorni del davanti. Per adattare il giro
vita alla conformazione della persona, abbassare la linea della vita a-E di 1
cm sul centro davanti e la linea a-E sul centro dietro di 1,5-2 cm. Chiudere
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le pince e ridisegnare la linea vita con una curva che unisce i nuovi punti A
(centro dietro ribassato) e a (centro davanti ribassato) con il punto E.
Controllare la misura della vita unendo i due modelli, dovrà corrispondere
a metà circonferenza vita. Le cuciture dei fianchi si spostano verso il dietro
di 2 cm perché rendono la figura più magra.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 18/B. SVILUPPARE IL
CARTAMODELLO BASE DELLA GONNA.

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Il modello della gonna base con le proprie misure, si può sviluppare
in una grande varietà di modelli. Per la realizzazione serve un pezzo di
stoffa alto quanto la circonferenza fianchi più un margine per le pieghe o
l’ampiezza, quando presenti, e i margini di cucitura di 1,5 cm. ( le stoffe
più comunemente in vendita sono alte 140 cm, se questa misura fosse
inferiore calcolare la necessità di acquistare il doppio della quantità di
stoffa ) Per la quantità di stoffa, aggiungere alla lunghezza della gonna 10
cm per il margine in vita e l’orlo. Sistemare la stoffa col dritto filo verso
l’alto e piegarla su sé stessa come richiesto dal modello e marcare con il
gesso tutti i segni, quindi tagliare. Il dritto filo trama è l’altezza del
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tessuto. A seconda del telaio può variare da 70 cm a 140/150 cm. Il dritto
filo non può essere utilizzato nella lunghezza dell’abito perché cede. Il
dritto filo cimosa si porta nella lunghezza dei vari capi e viene solitamente
utilizzato per la confezione delle cinture, polsi, colli e carrè. Il verso sbieco
si trova piegando il tessuto a triangolo; si usa per fare abiti molto ampi (in
questo caso lo sbieco diventa la mia cimosa) e per profili, guarnizioni e
rifiniture. Lo sbieco accarezza il corpo, lo dobbiamo usare per abiti
arricciati orizzontali, asimmetrici, fusciacche, colli a sciarpa o scialli. 1°.
Gonna cucita sui fianchi con piega davanti (fig. 1) Se la stoffa è
sufficientemente alta, piegare una cimosa verso il centro fino ad avere due
strati che contengano esattamente il modello del dietro più 2 cm.
Appuntare il modello base del dietro con il centro sulla piega del tessuto,
lasciando in vita 1,5 cm di margine e al fondo 4 cm per l’orlo. Piegare poi
197
l’altra cimosa della stoffa e appuntarvi il modello base del davanti
lasciando per la piega 12 cm per uno sfondo piega o 8 cm per una piega
semplice. IMPORTANTISSIMO: SI LAVORA SEMPRE SUL
ROVESCIO DEL TESSUTO, IL DRITTO E’ ALL’INTERNO !!! A
questo punto tracciare una linea attraverso la piega a 20 cm dalla vita e
asportare il tessuto lasciando 2 cm per le cuciture, sopra la piega e lungo il
centro davanti. (vedi linee rosse nella figura) Per una piega dietro invertire
la posizione dei modelli. 2°. Gonna intera con piega dietro (fig.2) Unire il
modello base del davanti e del dietro lungo i fianchi. Piegare il tessuto a
metà con il dritto all’interno e appuntare i modelli con il centro davanti
sulla piega del tessuto. Per la piega al centro dietro, misurare da questa
linea 8 cm + 1 cm di margine e tagliare il tessuto restante. Per uno sfondo
piega, far scorrere lo strato superiore del tessuto finchè dalla linea del
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centro dietro si misuri 6 cm + 1 cm di margine. Lo strato inferiore dovrà
misurare 18 cm +1 cm a partire dalla linea del centro dietro. Disegnare una
linea attraverso la piega o lo sfondo piega a 30 cm dalla vita e asportare il
tessuto in più lasciando sempre il margine per le cuciture (come nel
modello precedente). 3°. Gonna con telo o pieghe davanti.
(fig.3) Disegnare la linea che dalla pince del davanti raggiunge il fondo e
tagliare il modello asportando anche la larghezza della pince. Piegare la
stoffa in due riprese: su una parte appuntare il dietro con il centro sulla
piega del tessuto, sull’altra appuntare la striscia centrale del davanti con il
centro sull’altra piega. Misurare la larghezza necessaria per la piega (10-12
cm) e appuntare la striscia laterale. Questa piega verrà cucita per circa 20
cm sotto la vita. Al posto della piega si può eseguire una cucitura; in tal
caso, lasciare 3 cm di margine tra le due strisce del davanti.
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Lezioni di cucito dal libro della nonna. approfondimento:
LE PIEGHE

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 19. IL VESTITO BASE

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Per realizzare il modello del vestito base occorrono le seguenti
misure: circonferenza vita circonferenza bacino lunghezza totale della
gonna lunghezza vita dietro lunghezza vita davanti circonferenza
torace circonferenza seno distanza seno livello seno livello
ascellare larghezza spalle scollo cucitura spalle MODELLO BASE DEL
VESTITO: DIETRO Prendere tutte le misure necessarie, molto importante
la larghezza spalle; usare un foglio di carta grande e parallelamente al lato
più lungo, disegnare con riga e squadra un angolo retto A-B-C, la cui
verticale corrisponde al centro dietro del modello. Dal punto B misurare
1,5 cm verso l’alto (b) e 6/8 cm orizzontalmente da B verso A (D). Alzare
il puntoD di 3/4 cm (d). Unire i due punti d-b con una curva
corrispondente al girocollo. Dal punto b sulla verticale, riportare la
lunghezza della vita dietro e segnare C, la misura di metà lunghezza vita
224
dietro (E) e del quarto della stessa (F).Dal punto C verso il fondo misurare
20 cm (G) e sempre da C riportare la lunghezza gonna desiderata,
segnando H. Da tutti questi punti tracciare linee parallele alla linea B-A,
che corrispondono, rispettivamente dall’alto verso il basso: F linea di
quarto, E linea petto, C linea vita, G linea fianchi, H al fondo, linea
orlo. Sulla linea petto riportare la misura di ¼ della circonferenza petto (e)
e sulla linea del bacino e del fondo, la misura di ¼ della circonferenza
bacino (g e h). Unire questi punti formando la linea del fianco. Per
costruire la spalla e il giromanica, misurare sulla linea petto da E e sulla
linea da B verso A, la misura di metà larghezza spalla (punti I e A) e unire
con una verticale. Su questa verticale, tra la linea di quarto e il punto A,
segnare la metà + 3-4 cm verso A, scegliendo la misura secondo la minore
o maggiore pendenza delle spalle e segnare a: tracciare la linea della spalla
unendo a con d. Segnare la curva del giromanica da a rientrando di 1 cm
sulla linea di quarto (L) e terminando al sottobraccio (e). Se la persona è
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alta e magra, rialzare il giromanica di 1,5 cm dal punto e. Eseguire la
sciancratura del fianco, rientrando sulla linea vita 2-3 cm (punto cc) e
unirlo al sottobraccio (e), mentre dalla vita in giù seguire una curva che
termini a 15 cm (punto M). Segnare il centro pince a metà della linea vita
C-cc, lungo 15 cm sotto la vita e fino a 2 cm sotto la linea del petto (O-N).
Per la profondità della pince sottrarre un quarto del girovita dalla distanza
C-cc, dividere la differenza ottenuta per due e disporre la misura ai lati di
O-N (centro pince). Per assecondare la leggera sporgenza scapolare, a
circa metà della spalla formare una piccola pince (Q) lunga 6-7 cm e
profonda 1-3 cm: questa profondità varia secondo la maggiore o minore
evidenza delle scapole. Chiudere provvisoriamente la pince con gli spilli,
rettificare la pendenza unendo nuovamente i punti d e S e prolungare la
linea della misura della pince (Q). Ridisegnare la curva del braccio da S a
e. Tagliare i contorni del modello tenendo chiusa la piccola pince della
spalla, poi riaprirla. MODELLO BASE DEL VESTITO: DAVANTI Per
226
costruire il modello del vestito davanti,occorrono tre misure in aggiunta a
quelle usate per il dietro: lunghezza vita davanti, dalla base del collo fino
al giro vita, passando sopra la punta del petto; misura del petto, sempre
dalla base del collo fino al capezzolo; larghezza torace davanti, da uno
scalfo manica all’altro sopra il petto e circa 10 cm sotto la base del collo;
distanza petto, dall’uno all’altro capezzolo. Disegnare un angolo retto A-
B-C come per il dietro. Misurare da B la lunghezza vita dietro (punto C),
segnare la metà (E) e il quarto (F). Da B e A misurare 1,5 cm verso il
basso (b-a), segnare la linea a-b e da essa misurare la lunghezza vita
davanti e segnare c. Da questo punto c segnare G e H come per il dietro.
Da ogni punto segnare perpendicolarmente al centro davanti le linee
parallele che corrispondono rispettivamente alla linea di quarto, alla linea
petto, alla linea vita e vera vita, alla linea fianchi e alla linea fondo (orlo) e
nomenclare. Sulla linea del petto misurare ¼ petto + 2 cm (e); su quelle dei
fianchi e del fondo ¼ bacino +2 cm (g e h): unire i tre punti e-g-h per
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segnare la linea del fianco. Dove questa linea tocca quella proveniente da c

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sotto N. Per stabilire la posizione della punta delle pince del petto,
riportare dalla spalla (b) la misura presa dalla base del collo alla punta del
petto, segnare m e, da qui, segnare metà della distanza tra le due punte del
petto (O): unire m e O. Segnare la posizione della pince sulla spalla
misurando da b verso a la misura di metà distanza tra le punte del petto + 2
cm e unire questo punto (Q) con la punta della pince del petto (O). Quando
si esegue il modello per una figura alta e magra, con poco petto e
soprattutto se il capo è ampio, si può eliminare la pince del petto.
Collocare c-cc a 1,5 cm sotto C e far rientrare l’ampiezza nella cucitura del
fianco, all’altezza del petto. Quando si desidera eseguire un vestito sciolto
sia nel dietro che nel davanti, disegnare con la riga una linea che dai punti
e-g continui senza cambiare direzione fino alla linea orizzontale del fondo.
Si avrà così una linea leggermente a sacco. Chiudere la pince del petto e
tagliare il modello.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 20. IL VESTITO ADERENTE

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Tagliare lungo i contorni principali del modello davanti, tenendo la pince
del petto chiusa. Sovrapporre il modello del davanti a quello del dietro
facendo combaciare le linee della vita, del bacino e del sottobraccio; dalla
linea del fianco, sulla vera vita cc, misurare 2-3 cm (R) e segnare con la
riga la sciancratura che termina al giromanica e; sotto la vita proseguire
per 15 cm con una leggera curva fino a S. Tagliare su questa linea
contemporaneamente il davanti e il dietro. Staccare ora i modelli e segnare
il centro pince del davanti allineato con O. Questa linea parte da 15 cm
sotto la linea vita e arriva fino a 2 cm sotto O. La larghezza della pince si
otterrà sottraendo dalla distanza c-R ¼ della circonferenza vita +2 cm. Tra
qualche giorno andrò in vacanza, non posterò le mie lezioni per tutto il
mese di Luglio... riprendiamo ad Agosto, con il modello base della blusa e
alcune delle principali varianti del vestito base e della blusa.. ci sono
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ancora tantissime cose da imparare... ci vediamo presto... buone vacanze a
tutti. CRI

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 21. IL MODELLO BASE
DELLA BLUSA

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Il modello base della blusa si ottiene da quello base del vestito.
Appuntare il dietro e il davanti su un foglio di carta velina per
modelli. Stabilire la lunghezza desiderata per la blusa, segnare il
punto A e, a questa altezza, tracciare una linea orizzontale ( A-B ).
Se si desidera una blusa sciolta unire il giromanica alla linea del
fondo, tenendo la pince del petto chiusa ed evitando di riprodurre le
pince della vita. Se si desidera una blusa molto ampia, si potrà
allargare la linea fianco con una leggere angolatura fino alla base.
Aggiungere la stessa misura sia davanti, sia dietro, tenendo presente
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che il modello contiene già in sé 4 cm in più del giro petto, del giro
vita e del giro bacino esatti. Segnare con una matita i contorni del
modello e riportare tutte le linee interne che possono servire agli
sviluppi. Staccare il modello base del vestito. Aggiungere alla linea
del centro davanti della blusa la larghezza del sormonto a piacere
( 1,5/2 cm D-E ). Piegare la carta su questa linea ( sormonto ) e
misurare da questa la larghezza della paramontura ( D-F ): essà sarà
lunga 6-8 cm dal fondo sino all’altezza del petto e da qui si
allargherà verso la spalla a 3 cm dal girocollo ( da G a H ). Ripassare
le linee D-F-H, poi da H a G fare la curva per il girocollo fino a E.
Aprire la carta e tagliare i contorni del modello completo. Spalla
prolungata Chi desidera evitare le maniche a giro, può ricorrere al
prolungamento della spalla o alla manica kimono. Appuntare un

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pezzo di carta sotto il giromanica del modello base della
blusa: Spalla prolungata. E’ consigliabile soltanto su vestiti e bluse
ampi. Allargare la linea del fondo e quella del giromanica di 1 cm e
unire i due nuovi punti. Prolungare la linea della spalla ( G-I ) di 6
cm circa e segnare i. Unire questo punto con una leggera curva a
e. Manica kimono. Prolungare la linea spalla da I con la misura di
una manica corta ( ca. 15 cm I-i ). Sulla linea del fianco, misurare 3-
4 cm sotto il giromanica ( L ) e tracciare una parallela alla linea I-i.
Arrotondare leggermente l’angolo del sottobraccio. Appoggiare il
lato lungo della squadra alla linea I-i e tracciare la linea del
fondomanica ( i-M ). Per una manica meno ampia, abbassare i in ii e
unire a I. La pince della spalla viene spostata al girocollo. Disegnare
da metà girocollo del dietro una linea fino alla punta della pince Q.

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Chiudere la pince della spalla. Spostare Q 2-3cm verso il centro
dietro a S che sarà la nuova punta.
Lezioni di cucito dal libro della nonna 22. SVILUPPO DEL
MODELLO BASE DELLA BLUSA

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Spostamenti delle pince su blusa intera a vita. Prima di trattare
dei veri e propri sviluppi di lavorazione, consideriamo i possibili
spostamenti delle pince. Questi esempi serviranno per ottenere non
soltanto spostamenti di pince, ma anche variazioni di
ampiezza. Pince a spalla. Sulla base della blusa tagliare la linea
che dalla spalla termina alla punta della pince del petto ( Q-O ) e
chiudere la pince che dal fianco va al petto del modello di carta. Si
aprirà così la pince sulla spalla. Preparare il tessuto, appuntare il
dietro sulla piega del tessuto e il davanti con la linea del sormonto
parallela alle cimose. Cucire la pince fino al punto o, che è 1,5 cm
246
sopra O. Pince al giromanica. Dal punto di maggiore icavo del
giromanica A, tagliare fino alla punta della pince del petto ( O ) e
chiudere la pince del petto eliminandola. Pince al fianco. Da un
punto 5-7 cm sopra la vita A, disegnare una linea obliqua fino alla
punta della pince del petto O, tagliare su questa linea e chiudere la
pince del petto nel modello di carta. Nel tessuto, cucire la pince del
fianco fino a 1,5 cm dalla punta del petto (O ). Pince al girocollo.
Contrariamente ai precedenti, questo spostamento non dà origine a
una nuova pince, ma serve a creare ampiezza al girocollo per
formare un’arricciatura, oppure un drappeggio intorno alla
sollatura. In questo caso, appuntare il modello su stoffa doppia in
sbieco o su stoffa doppia in dritto filo. Disegnare una piccola
scollatura a barchetta, togliendo 2 cm sulla spalla ( E ), ma alzare la

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linea di centro davanti della stessa misura ( D ). Tagliare dal
girocollo alla punta della pince del petto ( A-O ), chiudere la pince
del petto. Per ottenere l’arricciatura, se si ritiene insufficiente la
larghezza ottenuta chiudendo la pince, tagliare in verticale dal
girocollo fino quasi al fondo e allargare. Volendo allargare la sola
scollatura, tagliare dal girocollo ( B ) al giromanica fino a 2 mm dal
margine ( C ) e, senza staccare la striscia, allargare anche questo
taglio ( B-C ). Sul dietro, ripetere l ostesso procedimento per
l’arricciatura, non per il drappeggio. Spostamenti su bluse a vita.
Quando la blusa è tagliata a vita o fa parte di un abito (corpetto),
sono possibili altri tipi di spostamenti delle pince. Pince a vita.
Prolungare la punta della pince della vita fino a toccare la punta
della pince del petto ( O ), tagliare asportando la larghezza della

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pince e chiudere quella del petto. Nel tessuto, la pince della vita
verrà cucita oppure arricciata. Nel secondo caso, abbassare la linea
della vita di circa 4-5 cm per ottenere un effetto blusante. Pince al
fianco. Sulla base del davanti, disegnare una linea obliqua che, dal
fianco, poco sopra la vita ( A ), raggiunga la punta della pince del
petto ( O ), prolungare la pince della vita sino a raggiungere quella
del petto. Tagliare sulla linea obliqua tracciata dal fianco. Chiudere
le pince del petto e della vita, si otterrà un’apertura che le
comprende entrambe.
Lezioni di cucito dal libro della nonna 23. LA MANUTENZIONE
DELLA MACCHINA DA CUCIRE
Un breve post per parlare di una cosa importantissima di cui mi ero
completamente dimenticata. La macchina da cucire ha bisogno di essere
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oliata. Si ritiene sia sufficiente farlo circa 2 volte all'anno ma se si lavora
quotidianamente diventa necessario farlo circa ogni 3 mesi. Nel libretto di
istruzioni di ogni macchina sono indicati i punti in cui và inserito l'olio. Io
preferisco utilizzare l'olio spray, la bomboletta è dotata di una cannuccia
molto sottile e lunga che permette di entrare facilmente tra gli ingranaggi
evitando così di far cadere olio dove non necessario. Prima di oliare la
macchina consiglio di pulirla con un pennello asciutto, spazzando la
polvere dalla scatola della bobina e dalla barra dell'ago, dalla leva
tendifilo, insomma un pò ovunque. Dopo aver spruzzato l'olio nei punti
indicati, consiglio di lasciare la macchina spenta per un pò, magari anche
un giorno intero, lasciando l'olio scivolare lentamente verso il basso. Il
giorno seguente, con un pezzetto di stoffa asciutto, si pulisce dove l'olio è
caduto, si rimontano il supporto del piedino e l'ago, si rimette la capsula
del crochet e la placca. A questo punto, si carica il filo e utilizzando degli
scarti di stoffa, si fà lavorare la macchina, andando avanti e indietro,
250
cucitura dritta e zigzag, velocemente e a lungo, così da eliminare tutti i
residui di olio che potrebbero sporcare i tessuti con cui stiamo lavorando e
assicurarci che tutto stia funzionando bene. La macchina quando è ben
oliata fà un rumore che io definisco più bello, meno duro e più armonioso.
Dico questo perchè le nostre orecchie, mentre lavoriamo, ci possono
aiutare a capire quando arriva il momento di dare una oliata alla macchina.
Io l'ho fatto proprio oggi, era da molto che non lo facevo, ed è stato
proprio il rumore a convincermi di abbandonare per oggi il mio lavoro e
dedicarmi alla manutenzione della mia macchina da cucire. Per chi ha la
taglia&cuci, tutto è uguale come per la macchina lineare, però ancor più
attenzione và data alla pulizia dalla polvere che in questo caso si unisce a
pezzi di filo e pezzi di stoffe, che si intrufolano tra gli ingranaggi creando
delle vere e proprie palle di schifezza che si infalano dappertutto. Nella
prossima lezione continuerò a parlare dello sviluppo del modello base
della blusa... buon lavoro a tutti !!!!
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Lezioni di cucito dal libro della nonna 24. ESEMPI DI MODIFICHE
AL CARTAMODELLO BASE DELLA BLUSA

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BLUSA CON SPRONE
Sul davanti e sul dietro blusa, completa di sormonto e paramontura,
disegnare la linea dello sprone ( detto anche carrè), che può essere
dritta, curva, a punte o smerli secondo lo stile desiderato. Se il
tessuto è scozzese, tagliare lo sprone in sbieco; se è a righe, tagliare
con le righe in senso contrario al corpetto. Poiché tutte le linee
orizzontali tendono ad accorciare la figura, gli sproni sono pochi
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adatti alle figure robuste. Di preferenza disegnarli piuttosto corti e
ad andamento obliquo così da slanciare la figura. Contrassegnare le
linee dello sprone e del corpetto con trattini che servono come punti
d’incontro (le tacche). Appoggiare il modello base su una carta
velina, segnare con la rotella la linea A-B dello sprone e tagliare. Sul
resto del modello segnare una linea che dalla punta della pince del
petto O raggiunga il punto C e tagliare. Chiudendo la pince del petto
si allarga il taglio O-C. Con questa larghezza si può formare una
nuova pince o arricciare il tessuto sotto lo sprone. La pince della vita
può anche essere eliminata, e nello sprone del dietro si può
tralasciare la pince della spalla.
BLUSA CON CUCITURA IN FORMA (detta anche Blusa con
fianchetto)
Sulla base del davanti, completa dell’aggiunta per il sormonto ma
senza paramontura, chiudere provvisoriamente la pince del petto e
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disegnare una curva che partendo dal giromanica A attraversi la
pince a circa 3-5 cm dalla punta (O) e, ignorando la presenza della
pince della vita, continui restringendosi verso la vita e allargandosi
nuovamente verso il fondo della blusa (C). Ridisegnare la pince
della vita sulla curva del telino verso il fianco, con inizio e termine in
D e C. Da B misurare la larghezza della pince in E; unire D con E ed
E con C. Tagliare sulla linea A-B-C ed eliminare anche lo spazio
della pince della vita da D a E e C. La pince del petto resterà chiusa,
ma verso la punta è necessario praticare un piccolo taglio obliquo D-
O. Questa ampiezza verrà distribuita nella cucitura. Sul dietro
disegnare la stessa curva e sistemare la pince in vita come davanti.
Tagliare sulla linea del telo laterale asportando la larghezza della
pince. Appuntare il telino centrale dietro sulla stoffa doppia intera,
quello davanti con il dritto filo lungo il sormonto.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 25. ESEMPI DI MODIFICHE
AL CARTAMODELLO BASE DEL VESTITO

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SVESTITO SVASATO CON APERTURA DAVANTI
Questo è il più semplice sviluppo del modello base del vestito.
Aggiungere al centro davanti il sormonto e la paramontura fino a 15
cm sotto la vita. Aggiungere sul fondo del fianco (davanti e dietro) la
larghezza desiderata (2-4cm) e tracciare una linea del punto
ottenuto fino alla pince sul fianco. Sulla linea della vita C del dietro
rientrare 1,5-2 cm e segnare c. Congiungere c verso l’alto con F e,
verso il basso, con la linea G; da G prolungare la linea aggiungendo
sul fondo 2-3 cm. La pince della vita dietro dovrà essere diminuita
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dei centimetri tolti al centro e spostata a metà della misura restante
dopo il rientro. Nei vestiti sciolti, la pince della vita dietro, viene
eliminata perché sostituita dal rientro.
VESTITO A VITA BASSA
Modificare il modello base del dietro rientrando il punto di vita di
1,5-2 cm. Chiudere provvisoriamente la pince della vita e disegnare
la linea della vita bassa, diritta o curva; fare dei trattini di
riferimento (le tacche) e tagliare lungo la linea. Per spostare la
posizione della pince seguire le istruzioni date nel post precedente
(lezione n.22). In questo caso la pince del petto è chiusa per poter
aprire quella della vita. La gonna può essere sviluppata in diversi
modi. L’esempio mostra una gonna arricciata. Unire il davanti e il
dietro della gonna sui fianchi e piegare l’intero modello in parti
uguali. Numerare ciascuna striscia e separarle. Appuntare le strisce

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sul tessuto a uguale distanza, calcolata a piacere e secondo la
quantità di tessuto a disposizione.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 26. COME ARRICCIARE
UNA STOFFA

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Arricciare è il procedimento per restringere
una determinata quantità di stoffa, tirando un filo lungo una o più
linee di cucitura e creando morbide pieghe regolari. Il tessuto viene
arricciato per una metà o un terzo dell’originale larghezza; secondo
il tipo di tessuto che si stà lavorando, si ottiene un effetto morbido e
drappeggiato, o crespo e fluttuante. Le arricciature si fanno,
generalmente, in vita, ai polsi, allo sprone o nelle balze. Poiché le
arricciature cadono meglio lungo il diritto filo, le linee di
arricciatura dovrebbero attraversare il diritto filo. Per arricciare a
macchina, usare un punto lungo e una minor tensione del filo. Le
lunghezze adatte dei punti variano da 2 a 4 mm, più corte per
tessuti leggeri e trasparenti, più lunghe per stoffe grosse e pesanti.
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Per arricciare si tira il filo della bobina e si diminuisce la tensione
superiore per far scorrere più facilmente il tessuto insieme col filo.
Per tessuti pesanti o per vaste arricciature è bene usare un filo extra
forte nella bobina.
Lezioni di cucito dal libro della nonna 27. I MODELLI BASE DEI
COLLI
Eccomi di ritorno. Scusate il ritardo!!! Ho dato vita a questo corso
di cucito online con l’intento di postare due lezioni al mese, ma
ultimamente ho poco tempo a disposizione e mi dispiace se sono
discontinua. Innanzitutto credo sia necessario fare il punto della
situazione. Da qualche mese stiamo affrontando la creazione dei
cartamodelli base e di alcune tipiche e semplici modifiche che si
possono fare. Abbiamo visto come si realizzano i modelli base
della gonna, del corpetto e dell’abito e oggi tocca ai colli.
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I colli subiscono molto l’influenza della moda e bastano spesso da
soli a dare carattere ad un abito, il loro scopo è quello di rifinire e
decorare un corpetto.
Il collo è sempre realizzato in tessuto doppio, lo strato che va
sopra forma il vero collo e si chiama Sopracollo, l’altro si chiama
Sottocollo; entrambi vanno tagliati nello stesso verso. Ogni
modello si differenzia nella dimensione, nella diversa sagomatura
e soprattutto per il diverso tipo di costruzione.
Nella realizzazione bisogna imbastire con precisione e con un
punto fitto, prima al centro poi si segna perfettamente la linea
della cucitura, tenendo conto che il collo deve girare e che quindi
il sopra deve essere leggermente abbondante. Se il collo ha le
punte arrotondate, prima di rivoltarlo bisogna fare sulle rotondità
all’esterno della cucitura dei piccoli taglietti a pizzico. Se il collo
è a punta bisogna smussare gli angoli, poi si rovescia, aiutandosi
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con un grosso ago, tirando fuori a poco a poco la parte piegata in
dentro. Per ognuno dei colli illustrati sotto, misurare il girocollo
dell’abito o corpetto a cui va applicato e dividere per due. La
misura corrispondente alla lunghezza A-B del rettangolo A-B-C-D
sul quale si costruiscono i vari colli. La linea A-C (centro dietro) si
appoggia su stoffa doppia intera.

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Collo tondo
Disegnare il rettangolo A-B-C-D. L’altezza del collo, 6-8 cm,
corrisponde ad A-C. dal punto D, misurare 8 cm verso C (E) e 2 cm
verso A (F) e unire i due punti con una curva. Un’altra linea curva
parte da F per arrotondare l’angolo in A e raggiungere la linea B-A
a circa 4-6 cm da B. La linea C-F è l’attaccatura.
Collo a punte divergenti
Sul rettangolo A-B-C-D segnare la curva che unisce E con F. Dal
punto F, disegnare la linea della punta obliqua che passa a 2 cm
da B ed è lunga a piacere (2-3 cm oltre il rettangolo). Dalla punta
G, disegnare una curva che termini 1 cm sotto A verso C.
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Collo a punte spioventi
La differenza col modello precedente riguarda soltanto la forma
delle punte. Prolungare la linea A-B di 4-5 cm (b) e unire b con f.
Collo a punte lunghe
Riprendere il rettangolo A-B-C-D e la curva E-F del collo tondo.
Tracciare la diagonale dell’angolo B e prolungarla in fuori in
misura a piacere (4-6 cm) e segnare b. Unire questo punto b con F
con una linea dritta. Congiungere b, facendo una leggera curva,
alla linea A-C, 1 cm sotto A.
Collo con solino
Colletto per camicia di linea maschile, costituito da due parti: una
inferiore detta listino o solino, che costituisce il piede del
colletto, e una superiore detta vela, che ripiegata sul listino dà la
forma al colletto vero e proprio. Le due parti possono essere
realizzate come un tutt’uno o separatemente e poi unite con una
284
cucitura. Il collo a uomo può essere a punta, a stoppino o rotondo.
Preparare il rettangolo A-B-C-D lungo ½ girocollo e alto 7-8 cm.
Dal punto D verso C, misurare 5 cm (E) e 1 cm verso B (F). Unire E
con F con una curva che verrà prolungata di 2 cm in fuori (G).
Segnare la metà della linea A-C e 1 cm sotto questo punto verso C
segnare H. Da H segnare la linea del solino, parallela alla linea C-
E-F-G fino a I e arrotondare l’angolo I. Per la punta, regolarsi
come per i colli precedenti partendo da I con misura a piacere:
segnare la linea dritta b-I e la linea leggermente curva b-A. Se si
vuole la punta arrotondata, dal punto I si disegna una curva che
prosegue fino al punto A.

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Collo alla coreana
Disegnare il rettangolo come per il collo con solino. Sul lato C-D,
segnare la metà (E) e sul lato D-B la metà F. Unire E e F con una
curva. Da G a metà tra A e C, tracciare una parallela a C-E-F fino
a B. Tracciare la linea F-H perpendicolare a G-B e arrotondare
l’angolo H. Il collo alla coreana ha l’apertura sul davanti. Da
questo modello si può facilmente ottenere un collo a fascetta con
allacciatura sul centro dietro; alle due estremità non si
arrotondano gli angoli ma anzi prosegue dritto calcolando anche il
sormonto necessario per l’allacciatura. Oppure si può creare un
collo a listino con apertura laterale sulla spalla. Ricordatevi che
287
generalmente, nel caso di allacciatura sormontata con bottone,
occorre aggiungere alle due estremità del colletto, la misura del
sormonto di 1-2 cm in base alla dimensione del bottone. Anche
questi colli vanno realizzati in tessuto doppio. Ultima
trasformazione, a mio avviso molto femminile e dal gusto un po’
retrò, che possiamo ottenere dal modello base alla coreana è il
collo a fascetta allacciato, con nodo o fiocco, sul davanti.
L’eseguzione grafica è ottenuta prolungando la parte anteriore del
collo, nella forma e dimensione più appropriata per creare una
specie di nastro.

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Colli piatti
Vengono così definiti tutti i colli che rimangono interamente
appoggiati sulle spalle. Per realizzare i colli piatti è necessario
usare le basi del davanti e del dietro blusa. Unire i due modelli
lungo le spalle, così che risultino pari al girocollo e sormontati di
2-3 cm alla fine della spalla: appuntare i due modelli su carta e
disegnare la forma del collo, tondo o a punta a piacere, iniziando
dal centro davanti del girocollo: dalla spalla al centro dietro la
linea deve essere parallela alla curva del girocollo. Togliere il
modello del corpetto e tagliare il collo sulla carta.

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Colli montanti
I colli montanti sono quelli che risalgono sul collo, derivano da
quelli piatti, ma sono sagomati in modo da aderire al collo. La
dimensione della sovrapposizione determina la diminuizione della
circonferenza esterna del colletto. In fase di confezione tale
circonferenza, essendo inferiore a quella reale passante per il
punto spalla di costruzione, obbligherà la stoffa a spostarsi verso
circonferenza inferiori (cioè verso la linea dello scollo), quindi a
salire o appunto “montare”, formando un Piedino che lo manterrà
sollevato dal punto di attaccatura, facendogli assumere così
l’aspetto montante. perciò è necessario abbassare il girocollo.
Disegnare la scollatura, di ampiezza e forma a piacere, ma con il
punto più alto sempre nel centro dietro. Dopo aver abbassato la
293
scollatura, disegnare il contorno del collo, come per il collo
piatto. Lungo il lato esterno del collo, eseguire tre piccole pince
di cui la più profonda deve essere quella della spalla, poi quella
del dietro (a metà tra spalla e centro dietro) e infine quella del
davanti, anch’essa a metà. Il collo monta in proporzione alla
larghezza della pince. Chiudere le pince, lisciandole bene, e
ricopiare il modello su carta, smussando gli eventuali spigoli tra
una pince e l’altra.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 28. I MODELLI BASE DEI
COLLI REVERS

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I colli revers, in italiano colli risvolti, sono i tipici colli delle
giacche classiche maschili. Usato per lo più nella forma montante,
salvo in alcuni modelli di abiti o camicette dove è facile trovare la
versione piatta o poco montante, questa foggia di colletto consta
di due parti: il Rever, unito alla parte anteriore del capo, e il collo
vero e proprio da separare, ribaltare e realizzare a parte; in fase
di confezione verrà riunito tra il capo e la paramontura. Affinché
il colletto giri meglio intorno al collo, il sottocollo sarà tagliato in
tessuto sbieco. Per creare il modello si parte dalla realizzazione
grafica di un collo unito al davanti, che non necessita cioè della
sovrapposizione sulla linea spalla della parte posteriore e
anteriore, ma utilizza solo quest’ultima. Si tratta di un
301
procedimento geometrico mediante il quale si delinea la parte
posteriore del colletto sul prolungamento di quella anteriore
ottenedo un collo di tipo sciallato. Una diversa inclinazione data
da tale prolungamento, permette di ottenere colletti sciallati
piatti o, più o meno, montanti. Nel grafico 1 vediamo un collo
piatto, nel grafico 2 vediamo una forma montante. Le fasi di
esecuzione sono: - segnare il punto Y sull’incrocio tra il margine
del sormonto e la proiezione perpendicolare del punto di
attaccatura del primo bottone - unire il punto Y con X delineando
la linea di spezzatura del colletto - delineare con linea
tratteggiata la forma (sagomatura) del colletto, così come appare
sul figurino e come lo si vedrà a capo finito - tracciare un arco di
circonferenza (intersecante la linea spalla nel punto Z) con centro
302
in O e raggio pari alla misura scollo posteriore (misura da rilevare
sulla linea curva AN1 della parte posteriore) - Tracciare un arco di
circonferenza, intersecante il precedente in K, con centro in Z e
raggio la cui misura varia in relazione alla forma più o meno
montante voluta per il colletto: 6 cm per la versione piatta, 8-10
cm o anche di più per la versione montante - Unire K con O -
Innalzare dal punto K un segmento perpendicolare alla linea KO di
misura pari all’ampiezza voluta dal colletto, punto W -
Completare la delineazione del colletto (precedentemente
tracciata per ribaltamento) oltrepassando il punto W di 1,5 cm,
punto W1 - Unire W1 con K con una linea che rappresenta il

303
c.dietro del colletto

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Per la creazione di colli revers, dopo aver tracciato il
prolungamento posteriore del colletto e la sagomatura sulla parte
anteriore, definita cran* (vedi grafici 1 e 2), si continua in questo
modo:
- segnare sulla parte della ribalta, il punto J vertice dell’angolo
interno del profilo del colletto - prolungare da O la linea spalla di
una misura pari al piede del colletto ( nell’esempio 2,5 cm) punto
X - unire X con Y (linea di spezzatura) - unire il punto J con il
punto O, delineando il nuovo scollo del capo; l’intersezione di
questa linea con il segmento XY dà origine al punto Q1 - unire il
punto O con Q1 creando un piccolo scarto sulla linea di
attaccatura - ricalcare separatamente e per intero il colletto.
Questa porzione sarà realizzata in tessuto doppio e con rinforzo
interno

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 29. IL CORPETTO

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 30. IL MODELLO BASE
DELLA MANICA A GIRO corpino modellato

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La costruzione della manica a giro va fatta in relazione al tipo di
corpetto a cui va applicata, se modellato, lento o semilento, camicia
classica o casual. Si utilizza, quale misura fondamentale di riferimento, il
livello ascellare, comprensivo dei valori di vestibilità, se previsti.
Si procede così: . tracciare una semiretta verticale, con A come origine .
riportare su tale semiretta, dal punto A, la misura relativa ai 2/3 del livello
ascellare + 0,5, ottenendo il punto B . tracciare una linea perpendicolare ad
AB passando per B . riportare sull’orizzontale dal punto B, verso sinistra,
la misura AB della manica aumentata di 1,5 cm, punto C; mentre verso
315
destra, punto D, la stessa misura AB aumentata però di 1 cm . determinare
i punti A1 e A2 sulla perpendicolare ad AB per A, il primo a distanza da
A, verso destra, uguale a 2 cm aumentati di 0,25 cm moltiplicati per il
grado di vestibilità applicato al capo; il secondo, verso sinistra, uguale a
0,25 cm moltiplicati per il grado di vestibilità. Nel grafico il punto A”
coincide con A ( simbolo: tre trattini sovrapposti ) in quanto nella
costruzione della manica base non si tiene conto del grado di vestibilità,
cioè è uguale a 0 . unire C con A2 e D con A1 . individuare il punto E a
metà di A2C, il punto F a metà di A2E e il punto G a metà di CE .
individuare il punto F1 ed il punto G1 sui due tratti, uscenti da F e G e
perpendicolari ad A2C a distanza di 1,5 cm da questi . individuare il punto
H a metà di A1D, il punto I a metà di A1H e il punto L a metà di DH .
individuare il punto I1 ed il punto L1 sui due tratti, uscenti da I e L e
perpendicolari ad A1D, a distanza, rispettivamente, di 1,5 cm e 1 cm da
questi.
316
Con l’unione dei punti A,I1,H,L e D si delinea il profilo della cuffia della
parte posteriore della manica, mentre unendo AF1,E,G1 e C si ottiene la
sua delineazione nella parte anteriore. La buona riuscita della caduta della
manica, dipende fondamentalmente dalla precisa esecuzione di questo
colmo manica e dalla perfetta coincidenza, in fase di confezione, del punto
A con l’estremità della cucitura spalla. Per assicurarsi un buon livello di
precisione nella fase di confezione, molto utili sono le tacche, anzi direi
fondamentali. Le tacche sono dei segni che si fanno sia sul giro manica nel
cartamodello del corpetto, sia sul colmo manica nel cartamodello della
manica. Quando andremo ad unire i due pezzi di stoffa, questi segni, che
saranno dei taglietti, dovranno perfettamente coincidere tra loro. Le tacche
si fanno sul giro davanti ( a 8/9 cm dal punto C) e sulla linea della spalla
(punto A).
Per completare il grafico della manica occorre: . prolungare la linea AB,
oltre B, e riportare dal punto A la misura lunghezza della manica,
317
ottenendo il punto M . tracciare dai punti C e D due perpendicolari alla
linea CD che incontrano la retta orizzontale passante per il punto M, nei
punti N e O, ripettivamente . Scartare, distribuendola metà per parte sugli
estremi della linea NO, la differenza tra la misura NO e la larghezza fondo
manica desiderata, ottenendo i punti N1 e O1 . unire il punto C con N1 e il
punto D con O1, ottenendo la linea di cucitura interna della manica.
L’estremità superiore di tale linee coinciderà, in fase di confezione, con
l’estremità della cucitura del fianco del capo. ** Questo metodo di
costruzione l'ho preso dal libro: La modellistica dell'abbigliamento. 3
volumi. Ed. tecniche nuove E' un ottimo manuale di modellistica,
normalmente utilizzato negli instituti professionali del settore moda e dagli
istituti tecnici per la confezione.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 31. TORNIAMO UN
ATTIMO AL CORPETTO !! parte 1
Nella lezione precedente ho illustrato come si costruisce una manica a giro
base per corpino modellato. Ora, prima di spiegare come si crea una
manica per corpino lento o semilento, credo sia necessario chiarire quali
siano le differenze tra questi due corpetti, come si realizzano e come si
utilizzano.
IL CORPINO MODELLATO Un corpino modellato veste il busto del
corpo femminile ricalcandone le forme mediante riprese e scarti.
La costruzione grafica base permette la realizzazione di un capo
perfettamente aderente al corpo. Applicando idonei e diversi
gradi di vestibilità si potranno ottenere svariati capi, abiti,
giacche o anche cappotti, più o meno aderenti, ma aventi
comunque contorni che sottolineano le forme anatomiche
319
femminili. Vediamo prima la costruzi

320
one base e poi la modellatura.

321
COSTRUZIONE BASE - disegnare un angolo retto con vertice in A -
riportare sulla verticale per A, che rappresenterà la linea del
centro dietro, alcune misure di lunghezza: livello ascellare AB,
livello vita posteriore diminuito di 1 cm AC - tracciare dai punti B
e C due linee perpendicolari alla linea AC - riportare
sull’orizzontale per A la misura della semicirconferenza seno
aumentata di 1,5 cm ottenendo il punto D - tracciare una
perpendicolare ad AD per D, che incontra la linea della vita nel
punto E (linea del centro davanti) - riportare orizzontalmente dal
punto B, una lunghezza pari a metà semicirconferenza torace
aumentata di 1 cm, punto F (livello ascellare o linea del torace) -
tracciare, partendo dal punto F, una perpendicolare alla linea BF
e contrassegnare con G il punto di incrocio con l’orizzontale per
322
C; la linea FG ottenuta costituisce la linea del fianco che divide la
parte anteriore dalla parte posteriore - riportare sull’orizzontale
per B, a partire da F verso il centro dietro, la metà larghezza
ascellare diminuita di 0,25 cm, ottenedo il punto H e verso il
centro davanti, la metà larghezza ascellare aumentata di 0,25 cm,
ottenendo il punto I - tracciare dai punti H e I due perpendicolari
alla linea BI fino a intersecare l’orizzontale per A, nei punti L e M.
L’area HILM determina il settore giro ascellare

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324
MODELLATURA POSTERIORE - riportare dal punto A, verso sinistra,
la misura dello scollo, diminuita di 0,3 cm, punto N e la metà
larghezza spalle, punto M1 - tracciare dal punto appena
individuato N, un segmento perpendicolare ad AL, verso l’alto -
individuare a 1,5 cm da N, il punto N1 - unire, con linea curva, i
punti N1 e A per la delineazione dello scollo posteriore - riportare
dal punto A verso sinistra la metà larghezza spalle, punto M1 -
tracciare dal punto M1, verso il basso, un segmento
perpendicolare ad AM1 - riportare, partendo dal punto N1, la
misura cucitura spalle fino ad intersecare il segmento originato da
M1, ottenendo il punto M2 - segnare il punto H1 ad ¼ della
distanza HM - delineare il giro manica unendo il punto M2 e F
325
passando dal punto H - trovare, a metà di AB, il punto A1 -
costruire lo scarto, lungo la linea del centro dietro (scarto centro
schiena) la cui entità è di 2,5 cm al livello della vita, distanza CC1
- unire A1 con C1 prolungando la linea di 1 cm, punto C2 -
delineare la linea del fianco, scostandosi da G verso il centro
dietro di 1,5 cm sulla linea vita, punto G1 - unire F con G1 e C2
con G1 - costruire perpendicolarmente al segmento CG e passante
per il punto medio di C2G1, punto a, una ripresa di 2 cm (punti b
e c) fermandola a 3 cm dalla linea del livello ascellare, d1
(adattare in modo che la misura cd1 sia uguale a bd1)
MODELLATURA ANTERIORE - misurare dal punto D verso destra, la
misura dello scollo diminuita di 1 cm ottenendo il punto O -
riportare, verticalmente dal punto L, 4,5 cm e segnare il punto L1
326
- tracciare dal punto L1 un segmento perpendicolare alla linea LL1
di 4,5 cm, punto P - unire O con P ottenendo la linea spalla
anteriore - delineare il giro manica anteriore unendo P con F e
toccando la linea IL1 ad 1/3 della sua altezza, punto I1 (un valido
aiuto è fornito dall’individualizzazione di un punto sulla bisettrice
dell’angolo in I:II2 = 1/2 IF - 0,5 cm) - riportare sulla verticale per
D la misura dello scollo, punto Q, il livello seno, punto R e il
livello vita anteriore, punto E1 - tracciare dal punto R un
segmento perpendicolare alla linea del centro davanti e riportare
su questo metà distanza seni, punto R1 - segnare su OP, a 5 cm da
O, il punto S; lo scarto ST è di misura pari alla differenza tra la
misura N1M2 della parte posteriore e la misura OP - unire il punto
R1 con S e T, delineando lo scarto superiore del seno; riportare
327
quindi la misura R1S su R1T ottenendo T1 - unire T1 con P -
modellare lo scarto superiore del seno, spostandosi, a circa 1/3
della sua misura da R1 di 0,3 cm (misura non fissa) e tracciando le
linee R1S e R1T - tracciare una perpendicolare a DE1 da E1 (linea
della vita) - abbassare una perpendicolare dal punto R1 che
incrocia la linea della vita dal punto U; tale linea segna il
posizionamento della ripresa inferiore del seno - scartare, sulla
linea vita U, 5 cm, 2 cm a sinistra e 3 cm a destra, ottenendo e e f
- unire R1 con e e con f, modellando come mostra il grafico -
scartare 1,5 cm da G, ottenendo G2 - unire G2 con F per delineare
la linea del fianco - unire G2 con f con una linea leggermente
curva

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330
MISURE NECESSARIE . circonferenza torace . livello ascellare . livello
vita posteriore . scollo . livello seno . livello vita anteriore . larghezza
spalle . cucitura spalla . circonferenza seno . distanza seni . circonferenza
vita
Lezioni di cucito dal libro della nonna 32. TORNIAMO UN
ATTIMO AL CORPETTO !! parte 2
IL CORPINO LENTO Il corpino lento è un capo che scende
morbidamente sul corpo senza metterne troppo in risalto le
forme. Si tratta di un modello-base utilizzato per realizzare capi
non modellati o leggermente modellati (semilenti); con piccoli
scarti e riprese si può ottenere il tipo di modellatura desiderata.
Si possono fare riprese nella parte anteriore, fare scrti sui fianchi,
riprese nella parte posteriore o nel centro schiena.

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333
COSTRUZIONE - disegnare un angolo retto con vertice in A
- riportare sulla verticale per A, che rappresenterà la linea del
centro dietro, alcune misure di lunghezza: livello ascellare
aumentato di 0,5 cm (AB), livello vita posteriore diminuito di 1 cm
(AC) - prolungare la verticale AC di 1 cm, ottenendo C1 - tracciare
dai punti B e C due linee perpendicolari alla linea AC - riportare
sull’orizzontale per A la misura della semicirconferenza seno
aumentata di 1,5 cm ottenendo il punto D - tracciare, dal punto
D, una perpendicolare che incontra la linea della vita nel punto E
(linea del centro davanti) - riportare orizzontalmente dal punto F,
una perpendicolare alla linea BF e contrassegnare con G il punto
d’incrocio con l’orizzontale per C; la linea FG ottenuta costituisce
la linea del fianco che divide la parte anteriore dalla parte
posteriore - riportare sull’orizzontale per B a partire da F verso il
centro davanti, un segmento di lunghezza pari a metà larghezza
334
ascellare aumentata di 0,25 cm, ottenendo il punto I, e verso il
centro dietro un segmento di lunghezza pari a metà larghezza
ascellare diminuita di 0,25 cm, ottenendo il punto H - tracciare
dai punti I e H due perpendicolari alla linea BI fino a intersecare
l’orizzontale per A nei punti L e M. L’area HILM determina il
settore ascellare - riportare dal punto A, verso sinistra, la misura
dello scollo diminuita di 0,3 cm, punto N, e la metà larghezza
spalle, punto M1 - tracciare dai punti appena individuati (N e M1)
due segmenti perpendicolari, il primo verso l’alto e il secondo
verso il basso - individuare a 2,5 cm da N il punto N1 e, partendo
da questo, riportare la misura cucitura spalle fino ad intersecare il
segmento partente da M1 ottenendo il punto M2 - unire, con linea
curva, i punti N1 e A per la delineazione dello scollo posteriore -
delineare il giro manica unendo il punto M2 e F passando dal punto
H1 posto ad ¼ di HM - individuare il punto M3 ad 1 cm da M2 sulla
335
linea del giro manica - misurare dal punto D verso destra la misura
dello scollo diminuita di 1 cm, ottenendo il punto O - riportare
sulla verticale per D la misura dello scollo, punto Q, e il livello
vita anteriore, punto E1 (nuovo livello vita) - unire C1 con G e E1
con G (questi ultimi con una linea leggermente curva) per
delineare la linea della vita definitiva - riportare verticalmente,
dal punto L, 5,5 cm e segnare il punto L1 - tracciare dal punto L1
un segmento perpendicolare alla linea LL1 - riportare dal punto O
la misura della cucitura spalla fino ad incontrare il segmento
perpendicolare alla linea LL1 ottenendo il punto P - abbassare una
perpendicolare dal punto m di misura corrispondente ai 2/3 della
linea L1I, trovando il punto P1 - spostarsi dal punto P1 verso
sinistra di 1 cm, punto P2 - delineare il giro manica anteriore
unendo P con F e toccando il punto P2

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 33. IL MODELLO BASE
DELLA MANICA A GIRO corpino lento e semilento

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Nella lezione N.30 avevamo visto la costruzione della manica base per
corpino modellato, vediamo oggi come si costruisce la manica per corpini
lenti o semilenti. Si procede così: - tracciare una semiretta verticale, con A
come origine - riportare su tale semiretta, dal punto A, la misura relativa ai
2/3 della misura AB (livello ascellare) del corpino modellato, ottenendo il
punto B - tracciare una linea perpendicolare ad AB passante per B -
riportare sull’orizzontale dal punto B, verso sinistra, la misura AB della
manica aumentata di 2,5 cm, punto C; mentre verso destra, punto D, la
stessa misura AB aumentata di 2 cm - determinare il punto A1 sulla
perpendicolare ad AB per A, a distanza da A, verso destra, uguale a 2 cm
aumentati di 0,25 cm moltiplicati per il grado di vestibilità - determinare il
punto A2 sulla perpendicolare ad AB per A, a distanza da A, verso sinistra,
di 0,25 cm moltiplicati per il grado di vestibilità (viene tenuto conto del
grado di vestibilità solo se il suo valore è positivo); nel grafico il punto A2
è coincidente con A ( la coincidenza è rappresentata graficamente dai tre
343
trattini sovrapposti ) in quanto il grado di vestibilità assunto è uguale a
zero - unire C con A2 e D con A1 - individuare il punto E a metà di A2C,
il punto F a metà di A2E e il punto G a metà di CE - individuare il punto
F1 ed il punto G1 sui due tratti, uscenti da F e G, perpendicolari ad A2C, a
distanza, rispettivamente di 1,5 cm e 2 cm da questi - individuare il punto
H a 2/3 di A1D, il punto I a metà di A1H e il punto L a metà di DH -
individuare il punto I1 ed il punto L1 sui due tratti, uscenti da I e L,
perpendicolari ad A1D, a distanza di 1cm da questi Con l’unione dei punti
A,I1,H,L1 e D si delinea il profilo della cuffia della parete posteriore della
manica, mentre, unendo i punti A, F1, E, G1 e C, si ottiene la sua
delineazione nella parte anteriore ( vedi grafico ). La buona riuscita della
caduta della manica dipende fondamentalmente dalla precisa esecuzione
del colmo manica, inoltre, in fase di confezione, il punto A deve
coincidere con il punto M3 del corpino. Per completare si procede come
nella manica a giro per corpino modellato ( lezione 30 ).
344
Lezioni di cucito dal libro della nonna 34. MANICHE. alcune
trasformazioni
Fino ad oggi abbiamo visto come si realizza il cartamodello della camicia
base. Si costruisce sempre una manica lunga, se si vuole ottenere una
manica corta, basta riportare sul prolungamento di AB la lunghezza
desiderata.
Molte sono le varianti possibili nella realizzazione di una manica,
nessun limite alla fantasia se non la necessità di avere sempre un
capo indosso comodo e che veste bene. Ora ne vediamo alcuni dei
più classici: MANICA CORTA CON FINTO RISVOLTO - costruire la
cuffia manica idonea al corpetto al quale andrà applicata -
stabilire la lunghezza desiderata sul prolungamento di AB, punto M
- tracciare una linea parallela alla linea CD e passante per M.
Questa sarà la linea fondo manica - abbassare, dai punti C e D due
345
perpendicolari a CD che intersecano la linea fondo manica nei
punti N e O - determinare la larghezza fondo manica, N1 e O1
come di consueto - tracciare una linea parallela al fondo manica e
distante da esso la misura desiderata per il risvolto ( ad esempio
cm 3), linea XY - tagliare lungo la linea XY e distanziare di 2 o 3cm
le porzioni 1 e 2 per la formazione di una piegolina - tracciare, dai
punti X e Y, due perpendicolari alla linea XY di misura pari al
doppio del risvolto, punti W e K - unire W con N1 e K con O1 -
unire W con K determinando la porzione di tessuto da ripiegare
all’interno (l’ultima figura mostra la formazione del risvolto in
fase di confezione)

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Il secondo schema mostra invece una MANICA
CORTA CON PIEGONE VERTICALE, semplicissimo da realizzare. -
stabilire la lunghezza desiderata sul prolungamento di AB, punto M
- determinare la larghezza fondo manica - dividere in due porzioni
la manica sulla linea AM - distanziare le due porzioni creando la
profondità della piega desiderata

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MANICA A PALLONCINO Questo modello di manica è caratterizzato
da un volume, determinato da una arricciatura o da una serie di
piegoline, eseguite sia sulla cuffia che sul margine inferiore. Sulla
linea fondo manica che si ferma solitamente poco sopra il gomito,
si applica un listino o una coulisse. - tracciare delle linee
equidistanti e parallele alla linea AM - tagliare le strisce così
ottenute e distanziarle di una misura che varia in relazione al
volume desiderato - ridelineare il contorno della manica
innalzandosi sul punto A di 1 o 2cm, punto A3 Il listino si
costruisce come un polsino (lo vedremo presto, quando
impareremo a costruire il cartamodello base della camicia). Si
utilizza la circonferenza braccio sul livello della lunghezza manica
aumentata di 2 o 3cm.
350
MANICA MEZZO PALLONCINO In questo modello un aumento del
volume della manica va eseguito solo sul margine inferiore. Quindi
effettuare anche in questo caso dei tagli verticali che però
andranno aperti solo nella parte inferiore, come illustrato dalla
figura. Al contrario, si può ottenere una manica detta anch’essa a
mezzo palloncino, aumentando il volume solo sulla cuffia. Il punto
A va innalzato di 1 o 2cm per aumentare l’effetto. Analogamente,
sull’altra estremità, si abbassa da M di 1 o 2cm e ridelineare la
linea di fondo. * In entrambi i casi, l’entità delle aperture varia
sempre in relazione all’effetto desiderato.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 36. IL CARTAMODELLO
DELLA CAMICIA CLASSICA
Ciao a tutte e tutti.. Voglio prima di tutto scusarmi per la mia
incostanza. Inizialmente il corso di cucito doveva svilupparsi con
due post al mese, ma ultimamente non riesco nemmeno a
postarne uno solo. Mi dispiace molto, ma sono un pò presa da
mille cose e il tempo è sempre troppo poco per voler fare tutto
quello che vorrei... Ora andiamo a vedere come si realizza la
camicia, classica e casual. Dopo di che io farei una pausa
cartamodelli, parlerei un pò di altre cose ugualmente interessanti
e anzi molto importanti per capire come lavorare nelle fasi
seguenti, come il taglio e la confezione; il cartamodello dei
pantaloni lo prendiamo in mano un pò più avanti.

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355
Si lavora modificando il cartamodello base del corpino lento
( lezione n.32 ), innanzitutto allungandolo, poi spostando in avanti
la cucitura spalla e mettendo un piegone sul centro dietro ( vedi
la lezione di approfondimento sulle pieghe, post
28.maggio.2010 ), abbassando il giro manica, unendo alla
scollatura un colletto con solino separato ( lezione n.27 ) e
facendo una doppia mostrina sull'abbottonatura .
Abbottonatura: 7 bottoni di 1 cm sul centro davanti + 2 bottoni sui
polsini
Il cartamodello è simmetrico sia sul davanti che sul dietro. Nel

356
collo e nei polsini va inserito un rinforzo. Bisogna calcolare due
gradi di vestibilità ( lezione n.15 ).

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Per lo spostamento della cucitura spalla verso la parte anteriore:
N1X = 1cm perpendicolare a N1M2
M2Y = 2cm perpendicolare a N1M2
OX1 = 1cm perpendicolare a OP
PY1 = 2 cm perpendicolare a OP
A differenza delle abbottonature sulle gonne, nella camicia si
realizza una doppia mostrina (linea XYX1) per conferire maggiore
rinforzo alla aprte sormontata.
Quando si abbassa il giro manica ( circa 2 cm ), ricordarsi poi di
lavorare su tutti il giro ascellare, dandogli una maggiore
larghezza, calcolando 1/3 della misura che abbiamo abbassato, al
fine di favorire un comodo movimento del braccio. E ricordarsi
anche che quello che si toglie sul corpetto va poi aggiunto sulla
manica, il quale cartamodello lo vedremo nella prossima lezione.
359
360
Lezioni di cucito dal libro della nonna 36 seconda parte. IL
CARTAMODELLO DELLA CAMICIA CASUAL

361
362
Come modello base di partenza si prende il corpino lento e si
prolunga fino alla lunghezza desiderata. Il cartamodello è
simetrico sia sul dietro che sul davanti e bisogna calcolare 2 gradi
di vestibilità (lezione n.15). Anche qui la cucitura spalla si posta
sul davanti, ma un pò di più rispetto alla camicia classica e si crea
il carrè posteriore, dobbiamo abbassare il giro ascellare e
dobbiamo far scendere la spalla. Il collo è separato con solino , la
manica è lunga e a giro, con piegoline trattenute dal polsino e
fessino. L'allacciatura è a cannoncino con 6 bottoni di 1 cm sul
centro davanti + due bottoni sui polsini. Sul davanti abbiamo due
tasche applicate, rettangolari, con aletta. Nel colletto e nei
polsini va inserito un rinforzo.

363
364
Il giro ascellare va abbassto di più rispetto alla camicia classica:
BB1 = 4 cm Occorre dare maggiore ampiezza sulla linea torace,
suddividendo equamente tra le parti anteriore e posteriore (circa
4 cm sul dietro per ogni lato e circa 3 cm sul davanti per ogni
lato). Anche lo spostamento della cucitura sulla spalla è maggiore
rispetto alla camicia classica: N1X = 2,5 cm perpendicolare a N1J
JY = 5 cm perpendicolare a N1J OX1 = 2,5 cm perpendicolare a
OJ1 J1Y1 = 5 cm perpendicolare a OJ1 La spalla si abbassa: M2J =
PJ = 6 cm La doppia mostrina in fase di confezione verrà cucita
lungo la linea del sormonto 1-2 e rivoltata all'esterno per ottenere
l'effetto cannoncino sull'abbottonatura. Per la delineazione del
giro ascellare: H3-H5 = M2J = 6 cm P4P5 = PJ1 - 1 cm = 5 cm Per la
365
costruzione del colletto (lezione n.27) per la costruzione della
manica, arriva con il prossimo post !
Lezioni di cucito dal libro della nonna 37-38. IL CARTAMODELLO
DELLA MANICA DELLA CAMICIA CLASSICA.LA CAMICIA.

366
367
Costruzione manica camicia classica:
- tracciare una semiretta verticale con origine in A - riportare dal
punto A la misura AB ottenuta dai 2/3 della misura AB1 del
cartamodello della camicia classica (compresi centimetri
abbassamento livello ascellare) diminuiti di 1.5 cm - tracciare una
linea perpendicolare ad AB passante per B - riportare
sull’orizzontale dal punto B verso sinistra la misura AB della
manica aumentata di 7,5 cm punto C; mentre verso destra la
stessa misura aumentata di 7 cm, punto D - determinare i punti A1
e A2 sulla perpendicolare ad AB per A, il primo a distanza da A
verso destra uguale a 2 cm aumentati di 0,25 cm moltiplicati per il
grado di vestibilità ed il secondo verso sinistra uguale a 0,25 cm
moltiplicati per il grado di vestibilità (nell’esempio grado di
vestibilità 2: AA1= 2,5 cm AA2= 0,5 cm - unire C con A2 e D con A1
- individuare il punto E a 2/3 di A2C, il punto F a metà di A2E e il
368
punto G a metà di CE - individuare il punto F1 ed il punto G1 sui
due tratti, uscenti da F e G, perpendicolari ad A2C a distanza
rispettivamente di 1,5 cm e 1 cm da questi - individuare il punto H
a 2/3 di A1D, il punto I a metà di H1A e il punto L a metà DH -
individuare il punto I1 e il punto L1 sui due tratti uscenti da I e L e
perpendicolari ad A1D a distanza rispettivamente di 1 cm e 0,5 cm
da questi Con l’unione dei punti A I1 H L1 e D si delinea il profilo
della cuffia della parte posteriore della manica, mentre, unendo i
punti A2 F1 E G1 e C si ottiene la delineazione della stessa nella
parte anteriore La buona riuscita della caduta della manica
dipende fondamentalmente dalla precisa esecuzione di questo
colmo manica e dalla perfetta coincidenza, in fase di confezione,
del punto A con il trattino (M3) di riferimento individuato sul
grafico della camcia. Per completare il cartamodello occorre: -
prolungare la linea AB e riportare la misura AM pari alla lunghezza
369
manica diminuita della misura dell’altezza del polsino e
aumentata di 2/3 cm per una leggera blusatura - tracciare dai
punti C e D due perpendicolari alla linea CD che incontrano la
retta orizzontale, passante per il punto M, rispettivamente nei
punti N e O - scartare, distribuendola metà per parte sugli estremi
della linea NO, la differenza tra la misura NO e la larghezza fondo
manica desiderata (inclusa l’eccedenza destinata a formare
l’arricciatura) ottenendo i punti N1 e O1 - unire il punto C con N1
e il punto D con O1 - prolungare la linea AM di 1 cm, punto M1 e
ridelineare la linea fondo manica come mostrato dal grafico 3. In
fase di confezione l’entità del fondo manica verrà raccolta da una
filmina e riportata alla misura del polsino - tracciare da O1 ad 1/3
del segmento N1O1 una linea PP1 perpendicolarmente a N1O1. La
lunghezza di tale linea su cui si inserirà il fessino varierà in base al
modello (nell’esempio 8 cm) Per la costruzione del polsino le
370
misure standard sono - altezza 5/6 cm - larghezza 21 cm Servono
una parte superiore, una inferiore e l’indeformabile

Lezioni di cucito dal libro della nonna 39. IL CARTAMODELLO


DELLA MANICA DELLA CAMICIA CASUAL

371
372
Per la costruzione della cuffia della
373
manica della camicia casual con 2° grado di vestibilità, si proc
de come abbiamo fatto per quella classica con solo alcune vari
anti:- la misura AB della manica viene ridotta ulteriormente d
ella misura pari all'abbassamento della spal
a (esempio 6 cm), come nel cartamodello del corpetto della camici
a.- le misure BC e BD sono pari al segmento AB della manica, sen
za tenere conto dell'ab
assamento della spalla, aumentate di 8,5 cm e 8 cm
rispettivamente.- le misure di FF1, GG1, II1 e LL1 sono di
0,5 cm.- la lunghezza della manica, AM,
viene ridotta della misura dell'abbassamento spalla (esempio 6
cm).- la misura N1O1 è uguale alla larghezza del polsino aument
ata dell'entità delle piegoline da realizzare (la collocazione e il
374
numero delle piegoline non sono fissi, ma stabiliti in relazione al
figurino).
- la sagomatura del fondo manica, idonea per l'esecuzione di
piccole pieghe al polso, si effettua individuando i punti P e Q posti
a metà dei segmenti N1M e MO1 rispettivamente, quindi
innalzando da P ed abbassando da Q, due segmenti di 0,5 cm
(ottenendo P1 e Q1) e sagomando come mostra il grafico.

375
376
RIEPILOGO

AB= 2/3 AB1 della camicia casual - 1,5 cm - abbassamento spalla


BC=AB (manica) + 8,5 cm (senza abbassamento spalla)
BD=AB (manica) + 8 cm (senza abbassamento spalla)
AA1= 2 cm + 0,25 cm x grado di vestibilità
A2E= 2/3 A2C
A2F= 1/2 A2E
CG=1/2 CE
FF1= 0,5 cm
GG1= 0,5 cm
A1H= 2/3 A1D
A1I= 1/2 A1H
377
DL= 1/2 DH
II1= 0,5 cm
LL1= 0,5 cm
AM= lunghezza manica - abbassamento spalla - altezza polsino + 2 o 3 cm
NN1 e OO1= (NO - larghezza fondo manica) : 2
N1P = 1/2 N1M
MQ1 = 1/2 MO1
PP1 = QQ1 = 0,5 cm
O1R = 1/3 O1N1
RR1= 10 cm
Lezioni di cucito dal libro della nonna 40. COME PREPARARE IL
TESSUTO PER IL TAGLIO
378
Dopo aver visto come si costruiscono i cartamodelli base della
gonna, del corpetto e della manica, compresa la costruzione della
camicia, e le relative più classiche rielaborazioni, ho deciso di
interrompere per un po’ l'argomento modelli, per ritornarci più
avanti con la costruzione del pantalone. Ritengo sia utile ora
affrontare anche le altre fasi del lavoro, preferisco darvi tutti gli
strumenti necessari per una confezione dalla A alla Z, così potete
iniziare a lavorare sui primi vostri progetti con sicurezza.
Oggi vediamo come si prepara il tessuto per il taglio, perché è
essenziale per fare un buon lavoro, saper preparare in modo
corretto il tessuto.
Innanzitutto prima di spiegare i procedimenti, capiamo la
struttura del tessuto.
Nella tessitura i fili fissi o ORDITO sono intrecciati ad angolo retto
379
con i fili di TRAMA. Una striscia tessuta in modo stretto,
chiamata CIMOSA, corre lungo ciascun bordo laterale del tessuto
finito. Il dritto filo dell’ordito è parallelo alla cimosa e la trama è
di conseguenza perpendicolare. Qualsiasi diagonale che interseca
questi due fili è lo SBIECO.

380
Nella maggior parte dei capi il dritto filo dell’ordito corre
verticalmente, cioè dalla spalla all’orlo. Il dritto filo della trama è
più cedevole e quindi cade dando un aspetto più ampio al capo.
Quando pieghiamo un tessuto dobbiamo stare molto attenti a
raddrizzare le estremità così da avere l’allineamento del dritto
filo. Per fare questo possiamo adottare uno di questi metodi:
Lo strappo è il più veloce, ma è adatto solo a stoffe a trama fitta,
altri tipi di tesuto potrebbero rovinarsi; io personalmente lo faccio
solo quando stò lavorando con una pezza di cotone puro.
Tirare un filo è il metodo invece più lento, ma il più adatto ai
tessuti di trama larga.
Tagliare lungo una linea in evidenza è un metodo veloce,

381
semplice, per le stoffe che abbiano un disegno a linee decise.

382
383
Il controllo dell’allineamento del tessuto è indispensabile. Durante
la lavorazione può capitare che il tessuto si sposti e i dritti filo
non siano più ad angolo retto perfetto. Un capo tagliato su un
tessuto non in dritto filo non cadrà mai bene.

384
385
Per rendere irrestringibile un tessuto lavabile dobbiamo trattarlo prima di
iniziare a lavorare, cioè lavarlo e asciugarlo, seguendo eventualmente le
istruzioni che ci ha dato il negoziante. Io personalmente, per quanto
riguarda cotone e lino faccio un lavaggio in lavatrice a 40° senza detersivo,
lasciando la pezza piegata, poi li metto a stendere e infine li stiro. Per
quanto riguarda lana e seta, io non eseguo nessun trattamento, perchè il
capo finito dovrà essere lavato a secco.
Lezioni di cucito dal libro della nonna 41. COME PREPARARE IL
TESSUTO PER IL TAGLIO. seconda parte

386
387
388
Prima di posizionare i pezzi del nostro cartamodello sul tessuto, dobbiamo
identificare qual'è il lato dritto della stoffa che stiamo per tagliare. Spesso
è evidente, ma a volte è necessario fare molta attenzione. Al momento
dell'acquisto il cotone è generalmente piegato con il dritto all'interno,
mentre la lana esattamente al contrario. Se il tessuto è arrotolato su un
tubo, il dritto è sempre all'interno. Le stoffe lisce sono più lucenti e
morbide sul dritto, le stoffe a tela hanno la lavorazione più evidente sul
dritto. Le irregolarità, come i piccoli nodi, sono sempre più visibili sul
rovescio. I tessuti fantasia, come il broccato, sono più morbidi sul dritto e
sul rovescio hanno solitamente qualche filo sciolto volante. I disegni
stampati sono più netti sul dritto. La cimosa è più liscia sul dritto. Alcune
maglie si arrotolano sul dritto quando si tirano di traverso. Il diritto è più
resistente al logorio. Quando non ci sono differenze molto evidenti,
consiglio di fare un segno con il gesso, sul lato che abbiamo capito essere
il rovescio, così da non rischiare di fare confusione.
389
A questo punto possiamo prendere in mano il nostro cartamodello.
Bisogna fare bene attenzione ad avere tra le mani tutti i pezzi che ci
servono, non di più e non di meno. Dico questo soprattutto nel caso in cui
si lavora con un cartamodello acquistato, perchè nella busta ci sono quasi
sempre più modelli contemporaneamente e non dobbiamo sbagliare.
Consiglio di essere sempre il più possibile ordinati e quindi di riporre
immediatamente via tutte le parti del modello che non ci servono, così da
evitare ulteriori perdite di tempo o drastici errori. Può capitare che si
acquista un pezzo di stoffa stupendo ma poi si sbaglia a tagliare. Allora si
torna di corsa al negozio per comprarne ancora un po' e provare a
rimediare al guaio, ma il tessuto è finito e la nostra splendida idea non
potremo più finire di realizzarla.
Bisogna anche stabilire quante volte si deve tagliare ogni singolo pezzo.
Nei modelli acquistati è già indicato ma se siamo noi a costruire i nostri
390
modelli, non dobbiamo mai dimenticare di indicare quanti pezzi ne
abbiamo bisogno.

Lezioni di cucito dal libro della nonna 42. LA PIEGATURA DEL


TESSUTO PER IL TAGLIO
Prima di puntare il cartamodello è necessario determinare come il
tessuto deve essere tagliato. Le cimose devono combaciare
esattamente, per evitare che il tessuto slitti è meglio mettere
degli spilli ogni 5-6 cm. Se il tessuto viene comprato già piegato,
bisogna assicurarsi che la piega si possa togliere e che non sia
permanente (può succedere quando si compra un tessuto vecchio)
e quindi deve essere evitata quando si taglia. Il tessuto si piega
sempre con il dritto all'interno, tranne nei casi in cui si sta usando

391
un tessuto peloso, quando i disegni devono combaciare o quando
si lavora con stampati grandi.

392
393
394
Vi sono due modi per piegare la maglia:
- Si può segnare una costa in lunghezza
- Si può far combaciare le imbastiture trasversali usate per
raddrizzare le estremità
E' molto difficile tagliare la maglia, soprattutto quando è molto
sottile, bisogna assicurarsi che non si muova, perdendo il
drittofilo.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 43. APPUNTARE IL
MODELLO SULLA STOFFA

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399
400
Per appuntare il modello sulla stoffa, l'ordine da seguire è da sinistra
a destra, dalla piega alla cimosa. Per ciascun pezzo, appuntare in ordine:
prima la piega o freccia che indica il dritto filo, poi gli angoli e infine tutti
i margini. Sistemare i pezzi sempre il più possibile vicini, per consumare il
minimo necessario di tessuto. Appuntare gli spilli diagonalmente sugli
angoli e perpendicolarmente ai margini, con le punte interne alle linee di
taglio. Fare molto attenzione ai tessuti delicati sui quali restano i buchi
degli spilli, e vanno quindi appuntati nello spazio riservato alle cuciture.
Non esagerare mai con l'uso degli spilli, perchè troppi possono deformare
il tessuto rendendo difficile un taglio esatto. Mentre si taglia io consiglio di
tenere sempre una mano appoggiata sul modello per mantenere tutto ben
fisso e mai spostare il tessuto prima di aver tagliato tutto !!! Non
lasciare pendere il tessuto dal tavolo di lavoro. Se il tavolo non è
401
abbastanza grande per contenere tutti i pezzi del modello, si appunta e si
taglia un pezzo per volta, ripiegando il restante tessuto. Se si ha a
disposizione un tavolo grande, la cosa migliore è posizionare e appuntare
tutti i pezzi contemporaneamente così si rischia meno di dimenticare
qualche pezzo, non si perde tempo ad accertare che il tessuto sia sempre
ben piegato e si consuma meno stoffa.

Lezioni di cucito dal libro della nonna 44. IL TAGLIO

Per fare un taglio accurato bisogna fare attenzione a mantenere il


tessuto sempre ben disteso sul piano di lavoro e chiaramente
usare delle forbici adatte. Le forbici con l'impugnatura curva
aiutano a tenere piatto il tessuto e sono disponibili in quattro tipi
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di lame: liscio, dentellato, smerlato o ondulato. Il tipo dentellato
è particolarmente adatto al taglio di stoffe a maglia o scivolose.
Le forbici smerlate o ondulate si usano invece per rifinire le
cuciture ma mai per tagliare un capo, perchè non danno un
margine netto. Una lama di 18-20 cm è adatta a quasi tutti i
tessuti, mentre per i tessuti più pesanti è meglio usarne una lunga
23 cm. Se le forbici sono dure e il controllo del taglio risulta
difficile, è consigliato regolare leggermente la vite della lama,
altrimenti usare un lubrificante. Non si usano mai le forbici per la
carta e bisogna fare attenzione a non tagliare sugli spilli.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 45. TAGLIARE TESSUTI
SPECIALI

Alcuni tessuti richiedono un’attenta scelta del modello e una


particolare disposizione del modello stesso. I tessuti che devono
essere messi in una data direzione per il taglio sono chiamati a
verso unico. Di questo gruppo fanno parte tutti i tessuti con pelo
o con superfici spazzolate, quelli con disegni non rovesciabili e
quelli con superfici che riflettono la luce in diversi modi, come i
rasi o la ciniglia.
Per stabilire se una stoffa ha un verso, piegarla sull’altezza, dritto
contro dritto, quindi ripiegarne indietro una parte lungo la
cimosa. Se gli strati opposti non sono identici, il tessuto è a verso
unico.

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Per accertare la direzione del pelo in un tessuto, bisogna passarci
sopra la mano. Sembrerà morbido con il pelo diretto nel suo verso,
ruvido con il pelo diretto in senso contrario. Per decidere quale
verso usare, considerate quanto segue: i peli corti come il velluto
a coste, possono essere tagliati con il pelo al contrario per avere
un tono di colore più intenso o con il pelo nel suo verso per un
effetto più freddo. I peli lunghi o ruvidi si tagliano sempre con il
pelo nel suo verso per ottenere un migliore risultato. I disegni a un
senso si tagliano sempre secondo la loro naturale inclinazione.
Dato che tutti i pezzi del modello devono essere appoggiati in una
sola direzione, non può essere usata una piega trasversale. Se
questa fosse richiesta dal tipo di cartamodello che stiamo usando,
piegare il tessuto diversamente rispetto al normale, cioè rovescio
contro rovescio; tagliare lungo la linea della piega trasversale e
voltare lo strato superiore in modo che il pelo vada nella direzione
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dello strato sottostante (lo so, detta così non sembra affatto
semplice, ma quando avrete il tessuto tra le mani, tutto sarà più
chiaro!!). Gli scacchi, la maggior parte dei rigati e altri disegni di
tipo geometrico vanno trattati in questo modo.Questi tessuti sono
generalmente più d’effetto e facili da trattare se il modello è
semplice. Quando si compra un cartamodello bisogna fare
attenzione a cosa c’è scritto, perché è sempre specificato se non
adatto a tessuti scozzesi o a righe o a verso unico in generale.

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Immagine 1:
Centrare i modelli è indispensabile quando si appoggiano su un tessuto a
quadri, a righe o a disegni geometrici. Decidere quale striscia dovrà stare
al centro del capo.
Piegare il tessuto a metà su questa linea per i modelli che si tagliano
piegati ( centro davanti tessuto doppio); per le altre parti del modello, far
coincidere il punto prefissato con il centro della linea di cucitura, o il
centro per i pezzi con paramontura prolungata. I centri devono essere
uguali per il corpetto, la gonna, le maniche e il collo.

Immagine 2:
La sistemazione delle righe trasversali è la seconda cosa di cui ci si deve
preoccupare quando si dispongono dei modelli su tessuti scozzesi o a righe
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trasversali. Le righe più evidenti dovrebbero essere il più vicino possibile
ai margini del capo, cioè alla linea dell’orlo o al margine della manica. Sui
modelli svasati, sistemare la parte di colore meno dominante sul margine
dell’orlo; la parte curva sarà così meno evidente. Evitare le righe più
evidenti sul giro vita e sulla parte larga del busto o dei fianchi.

Immagine 3:
Per far coincidere le parti principali del capo in senso trasversale,
sistemare le tacche sui medesimi incroci delle linee orizzontali. Per far
coincidere la manica e il davanti, mettere le tacche degli scalfi nel
medesimo incrocio di righe. Fare tutti gli accoppiamenti sulle linee di
cucitura e non su quelle di taglio. Può essere impossibile appaiare le pince,
le cuciture delle spalle e le cuciture interne dei pantaloni, per via
dell’angolatura della cucitura e il tipo di disegno del tessuto.

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ps: scusatemi ma oggi ho avuto problemi con lo scanner, per cui ho dovuto
fotografare le immagini e lo so, non sono venute molto bene, ma ho fatto
del mio meglio !!! Alla prossima lezione e buon lavoro !!!! 
Lezioni di cucito dal libro della nonna 46. I METODI DI
MARCATURA

La marcatura, cioè il riportare sul tessuto tutti i segni


fondamentali per la realizzazione del modello, si fa dopo il taglio
e prima di togliere il cartamodello. I segni da riportare sul tessuto
sono tutti quelli che indicano come e dove le parti del capo sono
sagomate e unite e dove sono posti i particolari. Si riportano: le
linee delle pince, delle pieghe o pieghine, delle increspature, i
simboli rotondi e quadrati, il centro davanti e dietro, la posizione
degli occhielli, delle tasche e di altri particolari. E’ anche utile

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riportare interamente le linee di cucitura, quando queste hanno
una forma complicata, non lineare. Se il vestito verrà
controfoderato, si deve marcare solo la controfodera.

In questo post vi mostro i metodi più comuni per riportare i segni.


Per ogni lavoro che farete potrete decidere quale metodo sarà più
adatto.

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Questo metodo è il più adatto per i tessuti a tinta unita, dà
risultati meno buoni su tessuti a più colori ed è sconsigliabile per
quelli trasparenti, perchè si vedrebbero i segni dal dritto. E’
sicuramente il metodo più comodo e veloce, ma bisogna fare
attenzione a come si usa la rotella, perchè calcando troppo si può
rompere il cartamodello di velina, dovendolo poi rifare per
l’utilizzo seguente. Mentre si segna, meglio tenere un cartone
sotto il tessuto, onde evitare di rovinare la superficie sottostante.
Usare una rotella dentata per la maggior parte delle stoffe, una
rotella liscia per quelle più delicate o pelose. Se il tessuto è
piegato rovescio contro rovescio, si possono segnare
contemporaneamente ambedue gli strati, inserendo due fogli da

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ricalco posti l’uno contro l’altro. Se i tessuti sono piegati dritto
contro dritto, bisogna marcare uno strato alla volta.

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Anche con il gesso la marcatura è veloce. Il gesso sparisce
facilmente, per questo bisogna cucire il capo al più presto dopo la
marcatura.

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Questo metodo è quello che fra tutti richiede più tempo e fatica.
Sono però indispensabili quando si lavora con tessuti trasparenti,
delicati, spugnosi o a più colori sui quali nè la carta da ricalco nè
il gesso lascerebbero segni chiari. Se un capo richiede parecchi
segni, sarà d’aiuto l’uso dei fili di colore diverso per ogni simbolo
del modello, ad esempio un colore per le pince, un’altro per le
linee di cucitura e così via.

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Quest’ultimo è un metodo pratico per riportare i riferimenti che si
devono vadere sul diritto, come la posizione di una tasca. Si
riportano inizialmente con la carta da ricalco o il gesso sul
rovescio del tessuto e poi si tracciano con una imbastitura a mano
o a macchina. 

Lezioni di cucito dal libro della nonna 47. LE CUCITURE A MANO


Ciao a tutte. Siete già tornate dalle vacanze? 
Da oggi inizierò a parlarvi delle cuciture a mano. Vedremo
tantissimi punti diversi, fondamentali per fare molte cose, come
una imbastitura o un orlo. 

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Sarà un argomento lungo che ci terrà impegnate per una decina di
lezioni. 

Forza, prendete ago e filo!!!

Con questo post vorrei introdurvi al nostro nuovo argomento,


dandovi alcuni consigli validi per tutte le cuciture a mano.

La gugliata: Il filo si taglia sempre con le forbici, che devono


essere bene affilate. Non strappate né mordete il filo, perchè in
questo modo si sfilaccia ed è anche più difficile infilarlo nella
cruna dell’ago. La gugliata deve essere corta. Per una cucitura
definitiva, usate una lunghezza variabile, tra i 45 e i 60 cm; se
dovete imbastire può essere anche più lunga. ( per lunghezza
della gugliata si intende la distanza tra la cruna dell’ago e il nodo
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in fondo al filo ). La gugliata doppia si usa solo per attaccare i
bottoni, gli automatici, i ganci o per fare gli occhielli.
Scelta dell’ago: L’ago dev’essere adatto al filo e al tessuto che si
sta usando e anche comodo per chi deve cucire. L’ago sottile è il
migliore: corto per i punti corti e lungo per i punti lunghi o
multipli.
Tipo e colore del filo: Se dovete imbastire, usate un filo bianco o
comunque di colore chiaro che contrasti con il tessuto ( quindi filo
scuro se di lavora con tessuto chiaro ). Per fare delle cuciture
definitive, il filo è meglio che sia il più uguale possibile al colore
del tessuto. Il filo di seta è particolarmente indicato per le
imbastiture perchè, dopo averlo rimosso, basta una stiratura e
scompare perfettamente ogni segno. Si usano anche fili di cotone,
sintetici o misti. La seta ritorta è indicata per fare gli occhielli,
per attaccare i bottoni o per i punti decorativi.
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Può capitare mentre cuciamo a mano, che il filo si attorciglia e si
formano dei nodi. Questo è un fastidioso inconveniente e
purtroppo succede con qualsiasi tipo di filo, ma in particolare con
quelli costituiti interamente, ma anche solo in parte, con fibre
sintetiche. Per ridurre l’inconveniente, usate gugliate corte e non
tirate mai troppo il filo.
Il nodo all’inizio della cucitura: La maggior parte delle cuciture a
mano, richiede che il filo abbia un nodo all’estremità della
gugliata. Nell’imbastitura il nodo può anche essere visibile,
mentre nelle cuciture definitive, dovrà rimenere nascosto.
Il punto indietro: E’ usato per affrancare il lavoro all’inizio e alla
fine della cucitura. Questo sistema è preferibile al nodo,
specialmente nei capi di vestiario dove il nodo può lasciare un
segno.
Naturalmente più il punto è corto e più è sicuro!!
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In generale vi consiglio quindi di usare punti piccoli quando dovete
fare una cucitura permanente e punti più lunghi per una
imbastitura.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 48.I PUNTI A MANO: I
PUNTI MOLLI

Anche se si cuce a macchina, i punti a mano vengono usati in quasi


tutte le fasi della confezione, dal trasferimento dei segni fino
all’esecuzione dell’orlo. Alcuni si usano soltanto
temporaneamente, per tenere insieme i pezzi di stoffa prima di
cucirli a macchina. Altri sono punti duraturi, usati per fissare le
paramonture, le fodere e gli orli o per rifinire o decorare un capo.
Oggi vediamo come si fanno i punti molli, quelli che si usano per
riportare particolari della confezione e segni vari dal modello di
carta al tessuto tagliato. Sono usati come alternativa al gessetto o
alla carta da ricalco, richiedono indubbiamente più tempo,
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tuttavia in alcuni casi sono necessari perchè si ottiene maggiore
precisione.

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I punti molli semplici sono particolarmente indicati nella
marcatura delle pieghe o linee del centro e si usano su strati
singoli di tessuto. Si fanno con gugliata lunga di filo doppio, non
annodato, eseguendo punti piccoli lungo le linee del modello di
carta, prendendo sia la carta che il tessuto. Non bisogna estrarre
il filo mai completamente, ma lasciarne circa 2,5 cm in eccesso.
Eseguire ogni punto a distanza dall’altro di circa 5/6 cm lasciando
sempre del filo libero. Al termine della cucitura, tagliare ogni
punto allentato nel centro. Per fare questo bisogna separare lo
strato di tessuto dalla carta, tendere i cappi e tagliare nel mezzo
dei fili infilando dolcemente la forbice. Fare attenzione a
sollevare con cura il modello del tessuto, cercando di non sfilare i
punti.

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I punti molli si usano per trasferire i simboli isolati. Con la punta dell’ago
si buca il modello attraverso il simbolo che dev’essere trasferito. Con una
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lunga gugliata di filo doppio, non annodato in fondo, e fare un piccolo
punto attraverso il cartamodello e il tessuto doppio, lasciando circa 2 cm di
filo, Fare un altro punto sopra lo stesso segno, lasciando ancora circa 2 cm
di filo libero. Quando tutti i simboli sono stati marcati in questo modo,
sollevare con cura il cartamodello dal tessuto, evitando di sfilare le
marche, poi separare dolcemente i due strati di tessuto fino a tendere i
cappi e tagliare i fili nel mezzo.
Lezioni di cucito dal libro della nonna 48.I PUNTI A MANO:
IMBASTITURA

L’imbastitura a mano è una cucitura temporanea usata per unire


due o più parti di tessuto durante le prove e la confezione.

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L’Imbastitura regolare è usata con tessuti leggeri e in punti che
richiedono un controllo più attento, come cuciture arrotondate,
morbide,  e nel montaggio delle maniche. I punti sono corti circa 6
mm, presi alla stessa distanza. Si esegue da destra verso sinistra,
raccogliendo sull’ago più punti prima di estrarlo dal tessuto.

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L’Imbastitura irregolare è quella più usata. I punti sono simili a
quelli della imbastitura regolare, con la differenza che i punti
corti, circa 6 mm, si alternano a spazi lunghi anche 2,5 cm.

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L’Imbastitura diagonale è fatta di punti orizzontali presi paralleli,
in modo da formare diagonali. Si usa per fermare o tenere sotto
controllo più strati di tessuto entro uno spazio più o meno largo,
durante le fasi di confezione e di stiratura. Punti corti, circa 1 cm,
molto vicini tra loro garantiscono un migliore controllo rispetto a
quelli fatti più lunghi, circa 2 cm, e presi a gran distanza.
Generalmente si usa un’imbastitura diagonale corta per tenere
distesi gli strati di tessuto durante l’operazione di cucitura,
mentre l’imbastitura a diagonali più lunghe si usa per fissare la
teletta all’indumento durante la confezione. Si esegue infilando
l’ago da destra a sinistra.

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L’Imbastitura a sottopunto è un punto irregolare, provvisorio, usato per
far combaciare, prima della cucitura, parti di tessuto a quadri o a righe o
stampati a grandi disegni. E’ inoltre un modo pratico di imbastire parti
ricurve piuttosto complicate da cucire o di eseguire le modifiche sul diritto
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durante le prove. Si esegue voltando in sotto il lembo lungo la linea di
cucitura. Con il dritto del tessuto rivolto verso di sé, appoggiarlo lungo la
linea di cucitura sulla parte di tessuto dove sarà cucito, facendo
combaciare il disegno e appuntarlo. Da destra a sinistra, con punti lunghi
circa 6 mm, fare un punto nel lembo inferiore e un secondo nel lembo
superiore. Continuare alternando i punti e togliendo man mano gli spilli.
Lezioni di cucito dal libro della nonna 48. I PUNTI A MANO: I
PUNTI PER LA CONFEZIONE

Oggi vediamo come si realizza e a cosa serve un tipo di punto molto


importante per la confezione, Il PUNTO INDIETRO.  E’ questo tra i più
robusti e i più usati, serve ad affrancare le cuciture a mano e riparare
cuciture, per ribattere a mano, impunturare e attaccare cerniere. Benché
esistano numerose variazioni, il punto indietro si fa sempre infilando l’ago
dietro il punto da cui emerge il filo del punto precedente.
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L’inizio ed una fine di una cucitura possono essere affrancati con il punto
indietro. Per farlo si usano punti corti nei casi di cuciture permanenti e
lunghi nel caso di cuciture provvisorie. Un sistema ancora più sicuro è
quello che combina un punto indietro con un piccolo cappio.
Il punto indietro regolare è il più robusto. I punti sono molto simili a
quelli della macchina da cucire, cioè sono uguali in lunghezza con
piccolissimi spazi tra loro. Questo punto serve per eseguire e riparare
cuciture.
Poi c’è il mezzo punto indietro che è simile al regolare, con la sola
differenza che la lunghezza dei punti e degli spazi tra loro è uguale. Non è
però così robusto come il precedente. Si usa per riparare le cuciture.
Il punto indietro a punti piccolissimi è invece molto decorativo. Visto
dal davanti del lavoro, presenta punti piccolissimi distanziati da spazi
molto lunghi. E’ una cucitura molto usata nella applicazione di cerniere.

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Infine c’è il punto indietro decorativo che si realizza come i precedenti
ma prendendo solo lo strato di tessuto superiore. E’ ideale quando deve
risultare visibile solamente sul dritto del lavoro, come ribattitura o
impuntura decorativa.

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1. Il mezzo punto indietro è simile al punto regolare indietro ma, invece di
avere punti che si toccano, è fatto di punti uguali distanziati da spazi uguali
ai punti stessi. L'ago va infilato a circa 1,5 mm dietro il punto da cui
emerge il filo e va fatto uscire ad una distanza doppia (circa 3 mm) davanti
al medesimo punto.
2. Il punto indietro a punti piccolissimi è simile al punto precedente ma
l'ago è infilato praticamente accanto al punto da cui emerge il filo,
pochissime fibre dietro, e fatto uscire ad una distanza variabile tra i 3 e i 6
mm davanti a esso. Sul davanti del lavoro i punti appaiono piccolissimi.
3. Il punto indietro decorativo è un qualunque punto indietro ma eseguito
senza prendere lo strato sottostante della stoffa. Se il secondo strato di
stoffa non viene cucito, il rovescio della cucitura rimane invisibile. 

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 48. I PUNTI A MANO:
L'ORLO

Capita a tutti e spesso di avere bisogno di fare l’orlo ad un paio di


pantaloni o ad una gonna. Il procedimento non è difficile. Prima di
tutto bisogna prendere la giusta lunghezza e per farlo bisogna
indossare il capo, con le scarpe, stare ben dritti davanti ad uno
specchio e farsi aiutare da qualcuno per fissare il tessuto con gli
spilli nella giusta posizione.
La regola classica per prendere correttamente la lunghezza del
pantalone ci dice che la parte anteriore del pantalone deve
toccare appena la scarpa, mentre la parte posteriore dovrebbe
essere più lunga di circa mezzo centimetro, così da coprirla
parzialmente. Per riportare la misura sull’altra gamba bisogna

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togliere i pantaloni, sdraiarli sul tavolo e accostare con precisione
una gamba sopra l’altra.
A questo punto per non sbagliare, si misura con il centimetro e si
segna con il gesso sul rovescio la misura esatta e se vogliamo
essere proprio delle precisine pazzesche, possiamo eseguire una
imbastitura irregolare (vedi lezione del 27 settembre) sopra il
segno del gessetto, per non rischiare di perdere la nostra nuova
linea di piegatura. Questo lo consiglio molto quando non siamo
sicure di avere il tempo necessario per finire il nostro orlo e
dobbiamo riporre i pantaloni in attesa di trovare di nuovo del
tempo per finire, questo perchè nel frattempo gli spilli potremmo
perderli e il segno con il gesso cancellarsi.
A questo punto il capo va stirato, stirando la nuova piega. Se resta
molto tessuto in avanzo va tagliato lasciando 4/5 centimetri. Con
la macchina da cucire rifiniamo il margine del tessuto con una
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cucitura zigzag. Se i pantaloni si stringono sul fondo dobbiamo
scucire un pò le cuciture laterali, in questo modo quando si
ripiega l’orlo, questo combacia con la larghezza della gamba.
Se stiamo modificando una gonna ricordatevi che lo stesso
procedimento va fatto anche con la fodera.
Dopo aver stirato possiamo imbastire l’orlo mezzo centimetro più
in basso del margine finito e poi fare la nostra cucitura a mano
invisibile.
Vediamo ora i più comuni tipi di cuciture per fare un orlo. Bisogna
dire che ci sono diversi tipi di orli e qui di seguito vediamo per
ciascuno quale cucitura può essere più adatta. Oltre all’orlo
classico di cui stiamo parlando, esiste anche l’orlo con fettuccia e
l’orlo con risvolto, detto anche orlo ripiegato.

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1. Punto orlo obliquo. E’ il tipo di orlatura più veloce ma anche
meno durevole, perché il filo rimane troppo esposto allo
sfregamento. Procedendo da destra verso sinistra  si eseguono
punti distanti tra loro da 6 a 10 mm. cercando di prendere
soltanto una fibra della stoffa su cui va fissato l’orlo.
2. Punto orlo verticale. Si tratta di un punto saldo e durevole
indicato soprattutto per gli orli i cui margini sono rifiniti dalla
fettuccia. I punti sono spaziati più o meno come il punto orlo
obliquo. Anche in questo caso ciascun punto prende pochi fili del
tessuto del capo, in modo da essere praticamente invisibile sul
dritto ma in questo caso i fili esposti sono verticali e quelli
nascosti obliqui.
3. Il sottopunto irregolare. E’ un punto durevole e invisibile,
molto adatto per gli orli ripiegati. I punti vengono eseguiti
attraverso il margine dell’orlo ripiegato riducendo al minimo il
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rischio di sfilacciature e di rotture. Oltre ad essere un punto
piatto per orli, questo punto si può usare anche per applicare
tasche a toppa, passamaneria decorativa, fodere, e per fissare i
margini delle cerniere.
4. Il punto mosca. E’ questo un punto per orli molto robusto
particolarmente indicato per i margini a zigzag. Questi punti
infatti sono usati nella confezione di giacche e cappotti. Guardate
attentamente l’immagine per capire bene come si realizza, l’ago
continua ad andare avanti e indietro.
5. Il punto nascosto. E’ un punto facile e perfettamente
invisibile, sia al dritto che al rovescio perché viene fatto
nell’interno, tra l’orlo e il tessuto. Si lavora piegando il margine
dell’orlo verso di sé.

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6. Il punto mosca nascosto. E’ praticamente uguale al normale
punto mosca ma i punti si eseguono fra il tessuto da orlare e
l’orlo. Questo punto è più stabile e sicuro dell’orlatura invisibile
appena descritta ed è particolarmente indicato per i tessuti
pesanti. 

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 Punto orlo verticale
Sottopunto irregolare
Punto mosca

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Punto nascosto
Punto mosca nascosto

Lezioni di cucito dal libro della nonna 49. LE TIPOLOGIE DI


PANTALONI

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 49. seconda parte. LE
TIPOLOGIE DI PANTALONI
I vari modelli di pantaloni indossati in origine in occasioni
specifiche attualmente dipendono molto dalla moda corrente. I
diversi modelli si differenziano per la lunghezza, l'ampiezza, la
silhouette, il taglio e i particolari.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 50. IL CARTAMODELLO
BASE DEI PANTALONI

Per la costruzione del modello base dei pantaloni sono necessarie


le seguenti misure:
circonferenza vita
circonferenza fianchi
lunghezza gamba internache va dal cavallo al fondo
lunghezza gamba esterna che va dal giro vita al fondo

Si consiglia di misurare le lunghezze indossando le scarpe usate


abitualmente.
Si consiglia di aggiungere al girovita e alla circonferenza fianchi
4cm dimorbidezza. 

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** con morbidezza si intende il margine di vestibilità, cioè un
piccolo aumento delle misure, in questo caso le circonferenze, per
assicurare al capo una volta indossato un margine di movimento e
comodità. Il margine di vestibilità è un fattore indispensabile nella
creazione di un cartamodello.
Fate attenzione a distribuire equamente tra le parti del
cartamodello i centimetri del margine di vestibilità.

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Costruzione della metà DAVANTI

Iniziamo disegnando un rettangolo e segnamo i quattro angoli A-B-


C-D.
La larghezza A-B si calcola dividendo la circonferenza fianchi per
quattro ( si lavora infatti sulla metà davanti ) e togliendo 1cm.
Per trovare la lunghezza A-C e B-D si calcola la differenza tra la
misura di lunghezza gamba esterna e interna.
Scrivere su A-B linea vita, su A-C fianco, su C-D linea fianchi e su
B-D centro davanti.
Dividere per 20 la misura della circonferenza fianchi e dal punto D
prolungare la linea della misura ottenuta e segnare il punto E.
Trovare la metà di C-E e segnare il punto F.

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Riportare la misura D-F sulla linea vita da B verso A, segnare una
verticale della linea piega e prolungarla fino a raggiungere la
misura della lunghezza totale della gamba, linea G-H.
Prolungare anche la linea A-C della stessa lunghezza, segnare la
linea dell'orlo parallela e uguale alla linea C-E, e segnare i punti I-
L e infine unire il punto L con E.
Sulla linea F-H segnare la metà più 4cm verso F tracciando la
perpendicolare M-N che corrisponde alla linea del ginocchio.
Tra questa linea e quella del bacino C-D segnare a metà un'altra
orizzontale P-O e rientrare ciascun punto di 2cm, segnare i punti
p-o.
Dal punto C misurare 10cm verso B, trovare il punto Q e da qui
segnare la linea esterna della gamba unendo Q-o-I.
Per disegnare la linea interna della gamba bisogna unire con una
curva il punto E con p e questo poi con L.
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** Nella realizzazione dei cartemodelli può essere di grande aiuto
utilizzare dei curvilinei.
La larghezza al fondo può variare purchè sia di ugual misura da
ogni parte.
Da B misurare 1/1,5cm, punto b, secondo la maggiore o minore
sporgenza del ventre e segnare una curva da b in E.
Eseguire a lato della linea piega una piccola pince larga 1,5/2cm e
lunga 6cm.
Calcolare un quarto della circonferenza vita + larghezza pince e
riportare questa misura dal punto b verso A e trovare il punto R.
Segnare infine la curva del fianco terminando a 10/12cm sotto la
vita e segnare il punto S.

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Costruzione della metà DIETRO

Per prima cosa riportare le seguenti linee esattamente come sono


disegnate nel cartamodello della metà davanti:
linea della vita
linea dei fianchi
linea o-p
linea dell'orlo
linea verticale della piega.
Partendo da queste uguaglianze si andrà poi a modificare le linee
di contorno del davanti nel seguente modo:

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Aggiungere 2cm per parte alla larghezza del fondo, la linea i-I,
allungare la linea della piega di 1cm e trovare il punto h e poi
unire questi tre punti.
Allo stesso modo bisogna allargare anche la linea o-p aggiungendo
2cm sul fianco e 1,5cm all'interno gamba, trovando la linea oo-pp
e unire questi punti a quelli relativi del fondo.
Salire alla linea dei fianchi e allargare anche questa, di 2cm sul
fianco e di 4cm dal punto E e abbassare quest'ultimo punto
trovato di 1,5cm segnando il punto e che va poi unito al punto pp
mediante una linea curva.
** consiglio : durante la confezione ammorbidire questo tratto con
il ferro da stiro prima di cucire a macchina.
Unire il punto oo con il punto c, continuando la linea fino
all'altezza della linea vita e segnare il punto r. Dal punto r
misurare 2/3cm, dipende dalla rotondità del fianco,trovando così
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il punto rr e poi segnare la linea del fianco fino a 10/12cm dalla
vita.
A questo punto possiamo togliere il cartamodello della metà
davanti.
Sulla linea della vita misurare dal punto rr un quarto circonferenza
vita più 2/3cm e segnare il punto U. Da questo punto segnare con
una curva la linea del cavallo dietro terminando al punto e.
Prolungare questa linea di 2,5cm oltra la linea della vita e unire
questo punto di nuovo al punto rr del fianco. A metà della vita
segnare la pince con i 2/3cm appena aggiunti, di lunghezza 8cm. 

SVILUPPO MODELLO PANTALONI

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Con poche modifiche apportate soltanto alla forma e alla
larghezza della gamba si può variare il modello base adattandolo
alla moda del momento. Le due varianti più comuni sono i
pantaloni a tubo e i pantaloni a zampa di elefante.

Pantaloni a tubo.
Se si dediserano i pantaloni dritti bisogna eliminare la linea
ginocchio e la linea O-P, ricalcando come contorno la linea del
rettangolo E-C-I-L. Per il dietro bisogna allargare questo
rettangolo e abbassare il punto H. Se si vuole restringere il fondo
bisogna togliere la misura desiderata metà per parte da I e da L
terminando nei punti C ed E.

Pantaloni a zampa di elefante.

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In questo caso bisogna eliminare la linea O-P ed eseguire il rientro
sulla linea del ginocchio e allargare invece la misura del fondo
uscendo di eguale misura da I e da L, unendo questi punti alla
linea del ginocchio. In entrambi i casi il procedimento del dietro
dovrà essere riportato nel davanti.

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 51.SMACCHIARE

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Ho ripreso in mano un piccolo libricino, che portavo sempre con me
quando lavoravo come costumista e dovevo essere pronta a risolvere
qualsiasi imprevisto prima di ogni ciak, e vorrei darvi alcuni consigli.

Uno dei peggiori nemici delle macchie è il tempo, più invecchiano e più
difficile sarà rimuoverle, quindi sempre meglio agire nel giro di 24 ore e
infine fare il lavaggio vero e proprio. La smacchiatura va fatta prima del
lavaggio vero e proprio ma si devono conoscere la giuste tecniche e i
materiali adatti da utilizzare.

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Per eliminare una macchia bisogna:
-scegliere lo smacchiatore adatto in base al tipo di tessuto, al suo colore e
alla natura della macchia
-togliere ogni prodotto che utiliziamo con acqua abbondante prima di
utilizzarne un altro
-risciacquare con cura se si utilizza ammoniaca, acqua ossigenata, acido
borico o perborato, prima di riindossare il capo.
- la macchia deve sempre essere tamponata, mai sfregata e trattata dal
rovescio.
Vi consiglio di creare da voi un tampone, prendendo un tessuto bianco di
cotone grande circa 25 x 25cm e posizionando al centro un batuffolo di
cotone, pressarlo e chiudere il sacchetto con un laccetto.

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GLI SMACCHIATORI
Aceto fissa e rinforza i colori
Acetone toglie smalti e vernici
Acido Borico ammorbidisce le macchie vecchie
Acqua ossigenata schiarisce i colori
Alcool scioglie colori vegetali e animali
Ammoniaca smacchia e rinforza i colori
Benzina scioglie le sostanze grasse
Candeggina è un decolorante e va usata sempre diluita
Glicerina scoglie i grassi minerali

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Talco assorbe l'unto
Trielina scoglie i grassi

MACCHIA DI CAFFE'
Se la macchia è ancora umida, rimuovetela con un batuffolo di cotone
imbevuto di acqua minerale gassata
Se la macchia è asciutta, toglietela tamponandola con la glicerina e poi
passatela con acqua e ammoniaca.

MACCHIA DI CERA
Prima raschiate la macchia con il coltello poi prendete due fogli di carta

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assorbente e ponetene uno sotto e uno sopra la macchia e passate il ferro
da stiro caldo. Se la macchia persiste tamponatela con acqua ossigenata a
12 volumi.

MACCHIA DI CIOCCOLATO
Se la macchia si è essicata, strofinatela con una pezza imbevuta di una
soluzione di acqua e acido borico. Se la macchia è più recente passate la
parte sporca con una pezza imbevuta di acqua tiepida e detersivo.
Utilizzate una pezza che sia della stessa tinta del capo da smacchiare.

MACCHIA DI LIQUORE
Tamponate la macchia con cotone imbevuto di alcool a 90° e lavate con
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acqua e detersivo. Se la macchia è asciutta va inumidita con lo stesso
liquore che l'ha prodotta e risciacquatela in acqua fredda.

MACCHIA DI MARMELLATA
Se la macchia è fresca usate acqua tiepida e sapone di Marsiglia. Se la
macchia è essicata immergete il capo in una soluzione di acqua e acido
borico e poi sciacquate.

MACCHIA DI OLIO E POMODORO


Prima del lavaggio normale in lavatrice, cospargete di talco e spazzolate.
Per tessuti delicati tamponate con la triellina.

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MACCHIA DI ROSSETTO
Sgrassate la macchia con un batuffolo di cotone imbevuto di trielina. Se il
capo è di cotone tamponatelo con candeggina diluita in abbondante
acqua; se il capo è di seta usate una soluzione di acqua ossigenata e
acqua in parti uguali.

MACCHIA DI TE'
Se la macchia è recente, tamponate con cotone idrofilo imbevuto di
acqua e acido borico (acqua borica). Se la macchia è vecchia va trattata
prima con la glicerina e poi si tampona ugualmente con acqua e acido
borico.

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MACCHIA DI UOVO
I tessuti di cotone vanno immersi in una bacinella di acqua fredda con
aggiunta di 2 bicchieri di acqua ossigenata. I tessuti colorati di lana e seta
vanno immersi in una soluzione di acqua tiepida e ammoniaca nella
proporzione di 2 cucchiai per litro di acqua.

Per tutti coloro che preferiscono utilizzare solo rimedi naturali, quindi
niente smacchiatori, consiglio di guardare questo sito e cercare qui tutti i
consigli utili per eliminare le vostre
macchie. http://vivereverde.blogspot.com/

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Lezioni di cucito dal libro della nonna 52. LE FIBRE TESSILI
parte prima

Le fibre tessili sono la materia da cui si creano i filati e poi i tessuti,


e si classificano dividendole in tre grandi gruppi in base alla loro
origine:
FIBRE DI ORIGINE NATURALE 
FIBRE DI ORGINE ARTIFICIALE
FIBRE DI ORIGINE SINTETICA

Le caratteristiche di una fibra tessile sono rappresentate dalla


flessibilità, dalla finezza e dalla lunghezza in rapporto alla
dimensione. Per quanto riguarda le fibre di origine naturale vanno
distinte in vegetali e animali, e si ottengono con le coltivazioni e
l’allevamento del bestiame. Sono fibre irregolari e sottili e questo
485
contribuisce alla loro bellezza. Opportunamente filate esse sono
alla base della produzione dei tessuti. Fu l'uomo primitivo sul finire
del neolitico a scoprire la filatura trovando il modo di trasformare
lana, cotone e lino in filo continuo da tessere. Con la filatura si
sviluppò anche la tessitura. L’arte della tessitura si diffuse
velocemente di civiltà in civiltà, dagli Egizi ai Fenici, ai Greci, ai
Romani.
L'impiego delle fibre tessili naturali ha origini antichissime e si è
sviluppato presso le civiltà più diverse e più lontane. I reperti
archeologici fanno dedurre che già oltre 5000 anni fa la pianta del
cotone veniva coltivata e utilizzata per fabbricare tessuti. Purtroppo
essendo i tessuti facilmente deteriorabili, sono poche le
testimonianze della abilità dei tessitori dell'antichità.

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La rivoluzione industriale nella seconda metà del XVIII secolo portò
alla meccanizzazione dei telai, e questa innovazione portò un
grande sviluppo dell'industria tessile.

Soltanto verso la fine dell'Ottocento nacque la prima fibra artificiale,


il raion, e sono passati ottantacinque anni dalla comparsa della
prima fibra sintetica, il nylon, capostipite di una lunga serie di fibre
chimiche. Le fibre sintetiche si producono attraverso un
procedimento industriale e derivano da polimeri artificiali ricavati da
prodotti petroliferi. 
La domanda di prodotti tessili continua a crescere insieme al
miglioramento del tenore di vita e all'aumento della popolazione
mondiale e il consumo di fibre si è sempre più orientato verso
quelle sintetiche, che sono diventate facilmente disponibili a partire
dagli anni 40 oltre ad essere generalmente più economiche. Nel
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1930 il cotone costituiva l'85% dei consumi mondiali di fibre tessili
per poi scendere nel 1980 al 47% e per arrivare oggi a un misero
20%. L'ingegneria tessile si occupa della ricerca nel settore
tecnologico per perfezionare il filato della fibra, con l’obbiettivo di
riuscire ad avere maggior produzione, maggior qualità e costi
minori.

I materiali delle fibre tessili si possono classificare in base alla loro


finezza in categorie di fibre
grossolane, fini, finissime e microfibre. Per i tessuti d'abbigliamento
si impiegano soprattutto le fibre fini e finissime e recentemente
anche le microfibre. Quanto più fini sono le fibre, tanto più i tessuti
risultano morbidi, piacevoli da indossare, compatti e tanto più
ricadono bene. Le microfibre sono in genere chimiche. Sono
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principalmente filamenti e fibre in fiocco di nylon e poliestere. I
settori di impiego sono principalmente i capi impermeabili e per
l'abbigliamento da esterno con caratteristiche di morbidezza e
scioltezza.

La FILATURA comprende una serie di operazioni necessarie per


trasformare le fibre grezze in filati. Un filato è un filamento
resistente, omogeneo e sufficientemente lungo per poter essere
usato nella fabbricazione di tessuti, nella confezione a maglia e
nella realizzazione di filo da cucito e ricamo. Per trasformare una
massa di fibre in un filato l'operazione è la torcitura e la macchina
che si utilizza si chiama filatoio; le prime invenzioni per la cardatura
del cotone sono inglesi e risalgono alla metà del 1700.

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La TESSITURA è la seconda fase importante nell'industria tessile
perché dai fili si crea la stoffa vera e propria. La tessitura consiste
nell'intreccio, o per meglio dire, intersezione diagonale, di ordito,
l'insieme dei fili che sono disposti in direzione della lunghezza della
stoffa, e trama, l'insieme dei fili che vengono inseriti tra i fili
dell'ordito nella direzione della larghezza del tessuto.
La tessitura avviene tramite l'uso del telaio che, con il passare del
tempo, è stato  continuamente migliorato e reso più complesso allo
scopo di velocizzare il lavoro e migliorare la qualità dei manufatti.

Lezioni di cucito dal libro della nonna 52. LE FIBRE TESSILI


seconda parte: IL COTONE

Il cotone è sempre stato considerato un prodotto tipico dell’India, un


490
po’ come succede nel caso del lino per l’Egitto, della seta per la
Cina e della lana di capra e pecora per il nord dell’Asia. Stabilire
con esattezza dove e quando si iniziò a coltivare il cotone non è
cosa facile, facendo una ricerca trovo informazioni diverse che mi
portano alla conclusione che quella del cotone è una storia
millenaria molto complessa, iniziata in diversi angoli del mondo
presso diverse civiltà isolate, sia nel vecchio e nel nuovo mondo,
dalla valle dell'Indo al Perù. Le prime testimonianze dell'uso delle
fibre di cotone da parte dell'uomo risalgono circa al III millennio a.C
in India, e quasi simultaneamente in sud America. In un certo
senso, gli ultimi a scoprire il cotone furono proprio gli Europei,
poiché potevano beneficiare solo dei tessuti importati da lontano,
non avendo un clima adatto alla coltivazione della pianta. In seguito
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all’ influenza araba tutti i paesi che si affacciano nel bacino
mediterraneo videro nei primi secoli a.C. l’introduzione del cotone, il
primo centro di importazione fu Alessandria grazie ad Alessandro
Magno che stabilì le prime rotte verso l'oriente. In Europa il cotone
arrivò per la prima volta in Sicilia grazie ai Saraceni poco prima
dell’anno mille, anche se ci vollero almeno altri tre secoli prima che
si diffondesse, per tanti anni fu considerato un prodotto di lusso al
pari della seta, anche perché rispetto alla lana era decisamente più
difficile da filare e tessere. Intorno alla fine del 900 il cotone veniva
lavorato nelle città mussulmane spagnole come Siviglia, Cordova,
Granada e Barcellona, filati e tessuti indiani venivano importati nei
porti di Venezia, Genova e Pisa. Il tessuto di cotone iniziò a
diventare molto ricercato nei mercati urbani europei durante il
492
Rinascimento e l' Illuminismo, la sua ascesa a importanza globale è
avvenuta come risultato della trasformazione culturale dell'Europa e
dell'impero commerciale britannico. L’industria del cotone fiorì in
Europa nel XIV secolo. Nel 1664 fu fondata “La Compagnie
francese delle Indie”, che commerciava in “indiani”, tessuti di cotone
dipinti che suscitavano un immenso interesse. L’importanza di
questa fibra tessile aumentò in modo esponenziale con la scoperta
dell’America dove furono trovate delle specie locali diverse da
quelle di origine asiatica. La coltivazione delle piante del cotone si
diffuse in breve tempo soprattutto in quella che oggi viene definita
America Meridionale, ma ebbe il momento di massima espansione
a partire dal 1792 quando grazie alle nuove tecnologie i costi di
produzione si abbassarono a dismisura. La coltivazione del cotone
493
si diffuse poi nelle colonie francesi e britanniche dell'America
Settentrionale, in quelli che oggi sono gli Stati Uniti meridionali,
dove il clima e il terreno erano particolarmente favorevoli. Alla storia
del cotone è strettamente legato il lavoro nelle grandi piantagioni
delle popolazioni nere importate: gli schiavi africani. Gli schiavi
arrivati dall’Africa non erano persone, ma oggetti, comprati, venduti,
sfruttati e umiliati. Nella metà del 1800, nel Sud del paese, se ne
contavano quattro milioni. L’avvento della rivoluzione industriale e
l’invenzione nella seconda metà del 1700 di macchinari per la
filatura e la tessitura, resero più veloci le lavorazioni del filato fino a
farlo diventare sottile, resistente e pronto alla tessitura, e
l'Inghilterra divenne il principale centro di produzione tessile.
Spaventati dalla concorrenza delle pezze di cotone, filate e colorate
494
in India, i produttori inglesi di lana riuscirono ad imporre, nel 1700, il
blocco dell'importazione di cotone indiano, ma la Compagnia delle
Indie continuò comunque a venderlo nel resto d'Europa. Nei
decenni successivi, il cotone cominciò ad arrivare dal lavoro degli
schiavi nelle piantagioni delle colonie d'America, veniva trasportato
grezzo, per essere filato e lavorato nelle fabbriche del Nord
d'Inghilterra, da Manchester a Liverpool, diventando il protagonista
incontrastato della Prima Rivoluzione Industriale.
Il cotone è una pianta subtropicale, per crescere ha bisogno di un
clima caldo caratterizzato da periodi di elevata umidità ad altri molto
aridi, necessari alla fase di maturazione. Cresce in una fascia
climatica ampia, compresa tra i 32-35 gradi a sud e i 39 a nord, e
comprende quindi aree geografiche di diversi continenti. E’ una
495
pianta tenace, capace di adattarsi alle più diverse condizioni di
coltivazione. Come per tutti i prodotti agricoli, la coltivazione varia
da paese a paese a seconda del livello di sviluppo. A seconda della
varietà, del clima e delle tecniche agricole impiegate abbiamo
piante di diversa altezza, da 25 cm fino a due metri. 
Il cotone è una fibra naturale ed è una delle fibre più utilizzate
dall’uomo insieme alla lana. Nei vari paesi si coltivano varietà
diverse. Oggi la produzione coinvolge almeno 300 milioni di
persone in ottanta diversi paesi nel mondo. I più grandi produttori
sono, in ordine decrescente, Cina, India, USA, Pakistan e Brasile. Il
cotone rappresenta una delle voci piu' importanti dell'esportazione
anche per l'Egitto, il Burkina Faso, la Costa d'Avorio e lo Zimbabwe.
In particolare in Egitto e Sudan la coltura del cotone occupa una
parte assai vasta della superficie agraria e viene praticata grazie
all'irrigazione, ottenuta mediante la costruzione di grandi dighe.
496
Purtroppo ben poco di puro o di naturale è rimasto del cotone
tradizionale; se paragonato alle fibre sintetiche di ogni tipo che
hanno invaso il mercato da anni, il cotone è generalmente visto
come la fibra naturale per eccellenza, in realtà è la seconda fonte di
inquinamento agricolo al mondo, essendo la coltura che riceve la
maggior quantità di pesticidi. Ogni anno vengono riversate sui
campi migliaia di tonnellate di sostanze chimiche, speciali pesticidi
e fertilizzanti sono utilizzati per garantire massima resa e qualità.
Essendo il cotone un grande business internazionale, pesticidi,
erbicidi, fertilizzanti, e semi ogm sono in gran parte forniti dalle
multinazionali che spesso incentivano i contadini al loro uso. E' una
pianta che genera enormi impatti sociali, ambientali e politici che
influiscono sulle povertà, sull’inquinamento, sui sistemi agricoli e sui
costumi. Quando si parla di cotone non si può prescindere dai tanti
impatti che esso genera. L'aumento dei livelli di reddito nei paesi in
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via di sviluppo, specialmente in Cina , ha causato negli ultimi dieci
anni una crescita della domanda e di conseguenza dell'industria. La
Cina oggi ha un ruolo chiave in questo settore, essendo diventato
primo produttore e primo utilizzatore mondiale: determina la forbice
tra offerta e domanda e anche, in gran parte, l'andamento dei prezzi
mondiali. Il cotone biologico potrebbe rappresentare la soluzione,
grazie anche alle sue ottime rese. Il cotone biologico è associato a
una serie di punti di forza, minori rischi ambientali, prima di tutto. I
coltivatori di cotone biologico, non facendo uso di pesticidi e di
fertilizzanti sintetici, si concentrano sulla rotazione delle coltivazioni
per aumentare le rese, sull’abbinamento del cotone ad altre colture
alimentari da destinare al mercato locale e sull’uso di piante
associate per attirare gli insetti utili e allontanare i parassiti, inoltre,
impiegando solo concimi organici e rimedi biologici, favoriscono una
maggiore biodiversità e una maggiore resilienza dei loro terreni.
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