Sei sulla pagina 1di 1

N.

08 – Agosto 2016

Niente resurrezioni, per


favore
di Maria Luisa Polizzi

Simon Elsas è un ebreo tedesco sopravvissuto


all’olocausto nazista perché è fuggito, ancora
adolescente, negli Stati Uniti. Ritorna, da uomo maturo
e pittore affermato, nella sua città natale, alla ricerca
del ragazzo che è stato nell’amata Germania e il suo
viaggio è tutt’altro che un nostalgico ritorno al passato.
Nella storia narrata da Fred Uhlman in “Niente Elsas ritorna negli Stati Uniti con in mente il quadro da
resurrezioni, per favore” c’è il racconto intimo ed dipingere. “Avrebbe disegnato il Waldcafè, … Nello sfondo
autobiografico del ritorno dell’autore nella “sua” ci sarebbe stata la città circondata di colline e di vigneti,
Stoccarda; ma grazie alla trama narrativa, lo scrittore appena appena illuminata dal disco dorato di una luna
affronta la domanda che la nostra società, la più autunnale. Non sarebbe stato un lavoro da poco esprimere
coinvolta per storia e per cultura, non è ancora riuscita in un dipinto i suoi più intimi sentimenti di tristezza e di
a porsi apertamente e in modo collettivo: come è stato nostalgia, di amore e di odio, sapendo che non sarebbe
possibile che accadesse? mai più tornato in patria.”
La risposta è nelle motivazioni che i personaggi E proprio come in un quadro, in uno dei suoi dipinti dai
adducono a propria discolpa: la situazione economica colori scuri, Uhlman raffigura una società dove la
del tempo ( “Hai dimenticato i sette milioni di ricostruzione riguarda solo gli edifici e sembra dire: non
disoccupati?” ) e i condizionamenti culturali ( “salvare fermarti, qui si lavora alla ricostruzione di una classe
l’Europa dal bolscevismo” ) e religiosi ( “E gli ebrei borghese che non può riesaminare il passato; farlo
andarono da Pilato e gli gridarono: ‘Crocifiggilo’, e richiederebbe doti intellettive ed empatiche che sembra
Cristo disse: ‘Il mio sangue ricadrà su di voi”… “gli non avere.
ebrei, gli ebrei…sempre gli ebrei”.).
“Non sarebbe stato un lavoro da poco… Ma era un lavoro
Ne emerge uno scenario di responsabilità diffuse, da che doveva essere fatto; e c’era al mondo un solo uomo
cui l’autore non esime nemmeno se stesso, che potesse farlo: lui, Simon Elsas, artista.”
immedesimandosi nel senso di colpa di Simon Elsas
per “non aver fatto nulla per prevenire questo
disastro”…e per non aver “avvertito l’imminenza del
pericolo”.

Potrebbero piacerti anche