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LA STRUTTURA GENERALE DEL PURGATORIO


Attraverso quale via Dante e Virgilio approdano alla spiaggia dell’Antipurgatorio, nell’emisfero
australe?
Attraverso la cosiddetta natural burella, una sorta di tortuosa galleria che collega il fondo
dell’imbuto infernale con le pendici della montagna del Purgatorio.
1) Cos’è propriamente il Purgatorio e dove si trova? 2) La montagna è suddivisa in tre zone.
Quali? 2) Cosa sono le cornici? A cosa assomigliano? 3) Tra le anime penitenti del Purgatorio
compaiono alcune categorie di peccato che abbiamo già visto nell’Inferno. Quali? Quali saranno
le differenze?
1) E’ una montagna altissima che costituisce l’unica terra emersa dell’emisfero australe. 2) La
montagna si suddivide in antipurgatorio, purgatorio e paradiso terrestre (che occupa la cima della
montagna). 3) Le cornici sono simili a terrazze. 4) I lussuriosi (Paolo e Francesca), i golosi ( VI canto
Ciacco), morti di morte violenta (Sempre Paolo e Francesca), superbi/fraudolenti (Ulisse XXVI
canto). Poiché è il calco perfetto dell’Inferno, il Purgatorio ne replica i peccati, ma in successione
inversa (dai più gravi ai più lievi): per es. i lussuriosi che nell’Inferno occupano il terzo cerchio, qui
si trovano, specularmente, nella VI cornice, ai vertici della montagna (non alle pendici). Pertanto, il
Purgatorio di Dante non è affatto, dottrinalmente, una zona grigia, riservata ai peccatori veniali: il
suo stesso rapporto speculare con l’Inferno ci dice che qui tutti i peccati sono esattamente gli
stessi, e che la sacra montagna è abitata da peccatori non meno esperti del male di quelli infernali.
La differenza radicale è che gli abitanti del Purgatorio, pur non essendo stati migliori in vita di
quelli dell’Inferno, si sono tuttavia pentiti, ovvero c’è stato nella loro esistenza, magari soltanto in
punto di morte, un momento in cui si sono affidati al perdono di Dio.

Il Purgatorio rappresenta un mondo contrapposto all’Inferno. Sotto quali aspetti? Proviamo a


evidenziarli insieme.

Purgatorio Inferno
1) Il Purgatorio è una montagna librata verso il 1) L’Inferno è una cavità a imbuto;
cielo a forma di cono; 2) La cavità sprofonda nelle viscere della Terra;
2) Il monte del Purgatorio si innalza 3) La voragine infernale sprofonda: la sua
nell’emisfero opposto a quello in cui si trova ultima estremità corrisponde al centro della
l’Inferno; terra e dell’universo, al luogo dove la presenza
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3) Il Purgatorio si innalza al di sopra di Dio è meno percepibile e dove tende a


dell’atmosfera terrestre, verso il cielo (verso la radunarsi tutto il male universale.
perfezione di Dio e verso il bene). 4) Nell’Inferno assistiamo al progressivo
5) Nel Purgatorio vediamo Dante salire di scendere di Dante verso i peccatori peggiori.
gradino in gradino verso il cielo, purgando i
peccati via via più lievi.

Perché, di fatto, la rappresentazione del Purgatorio e la definizione della sua funzione sono
frutto del genio artistico di Dante? Benché con il pronunciamento del papa Innocenzo IV fosse di
fatto stata confermata l’esistenza di un luogo oltremondano adibito alla purificazione dei peccati
commessi in terra basata però su esili prove scritturali e su una tradizione nebulosa, il Purgatorio
rimaneva un luogo non ben definito nella ubicazione precisa, nella struttura e nella funzione. Dante
chiarisce magistralmente tutti questi aspetti: il suo Purgatorio è una montagna librata verso il
cielo, non un luogo sotterraneo; è anzi, il calco perfetto dell’Inferno, di cui replica i peccati in
successione, dai più gravi ai più lievi. Non è affatto, dal punto di vista teologico, una zona grigia,
riservata ai peccati veniali (lievi): il suo stesso rapporto speculare rispetto all’Inferno ci dice che qui
i peccati sono esattamente gli stessi, e che la sacra montagna è abitata da peccatori non meno
esperti del male di quelli infernali.
1) L’inferno è un ergastolo senza speranza, in cui si vuole soltanto la punizione del colpevole; il
Purgatorio è (metaforicamente) una clinica dell’anima, dove i pazienti (cioè i peccatori penitenti)
sono sottoposti a un lento programma di ricostituzione dell’identità: essi rivedono il loro passato,
soffrono in se stessi le conseguenze di quel passato per disfarsene una volta per tutte acquisendo
alla fine una nuova identità.
2) Il Purgatorio è inoltre un luogo di passaggio: mentre i peccatori infernali sono inchiodati al luogo
che la giustizia divina assegna loro per l’eternità, tutte le anime del Purgatorio sono pellegrine, in
viaggio: infatti, anche se Dante le incontra nei gironi che meglio le caratterizzano moralmente, tutti
i penitenti passano attraverso tutte le cornici della montagna e ne sperimentano tutte le pene.
3) Come Dante si muove in ascesa verso la vetta, così anch’esse, e questo comune movimento
rende tutta la montagna – e non solo per Dante – un luogo di viaggio e di trasformazione.

1) Perché il Purgatorio è un regno temporaneo? 2) Perché è un regno più umano?


1) Perché la montagna è destinata ad inabissarsi il giorno del Giudizio universale dopo la
separazione definitiva tra beati e dannati. 2) Perché, a differenza dell’Inferno che Dante definisce
aura sanza tempo tinta e luogo dell’eterno dolore, il Purgatorio è un luogo provvisorio in cui si
avverte la dimensione del tempo che scorre, tipicamente umana, e in cui, dopo il buio perenne
dell’Inferno, Dante rivede un paesaggio naturale i cui contorni e i cui elementi sono ben
distinguibili perché illuminati dalla luce.
In sintesi
Purgatorio, Dante deriva la sua immagine del monte Purgatorio quasi da un calco rovesciato
calco della voragine infernale: anch’essa è suddivisa in dieci sezioni, due zone
rovesciato dell’Antipurgatorio, sette cornici e infine il paradiso terrestre.
dell’Inferno
Origine del Anche il Purgatorio nasce dalla caduta di Lucifero, che scava l’abisso davanti a sé
Purgatorio e fa ritirare la terra fino a formare una montagna, l’unica isola dell’emisfero
australe occupato dall’oceano. Il monte viene destinato a luogo di penitenza, dal
momento in cui viene commesso il peccato originale da Adamo ed Eva, cacciati
dal paradiso terrestre.
Struttura La struttura del Purgatorio dantesco è decisamente più originale dell’Inferno, in
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generale quanto mancano completamente i riferimenti classici, mentre quelli biblici si


riducono al paradiso terrestre. Si tratta di una montagna altissima con una larga
base, che partendo dalla spiaggia si restringe progressivamente verso l’alto con
una serie di terrazzi.
Antipurgatorio Sulla soglia più bassa della montagna Dante colloca l’antipurgatorio, che contiene
le anime non ancora ammesse all’espiazione. Sono spiriti non ancora degni della
salvezza, perché animati da sentimenti e affetti terreni: scomunicati e pentiti,
negligenti per pigrizia naturale, pentiti in extremis.
Purgatorio Attraversata la valletta dei principi e la porta, Dante entra nel purgatorio
propriamente detto. I sette gironi del purgatorio ospitano i peccatori che in vita
commisero i sette peccati capitali: superbia, invidia, ira, accidia, avarizia, gola,
lussuria nell’ordine indicato da Gregorio Magno. Nel XVII canto Virgilio illustra la
struttura morale del Purgatorio ispirata alla Summa Theologica di san Tommaso.
Il peccato deriva da un errato orientamento dell’amore. Chi desidera il male del
prossimo commette peccati di superbia, invidia e ira; chi ama Dio troppo
debolmente pecca di accidia; coloro che amano eccessivamente i beni terreni
diventano avari, golosi e lussuriosi.
Eden La cima del monte è occupata dall’Eden, un’ampia e dolce selva solcata da due
fiumi e popolata da uccelli. In questo luogo destinato in origine all’umanità
innocente, le anime dimenticano i peccati e si dispongono alla beatitudine del
paradiso.
Gerarchia La gravità dei peccati si attenua man mano che si sale lungo le cornici della
della gravità montagna. A differenza dell’inferno le pene del Purgatorio non sono eterne ma
dei peccati destinate a cessare dopo il giudizio universale. Le anime purganti non sono ferme
ma salgono la montagna espiando successivamente tutte le impurità accumulate
in vita. Nel suo viaggio tuttavia Dante farà in modo di incontrare gli spiriti dove
espiano la loro colpa più caratteristica

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