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“Non dimenticarlo mai: ora non è il momento adatto per vincere, ma per combattere le
sconfitte”
Il 14 agosto di sessant’anni fa moriva a Berlino Est uno dei più grandi poeti e drammaturghi
del Novecento, Bertolt Brecht. Abbiamo scelto di pubblicare alcuni suoi testi per dare la
possibilità alle nuove generazioni di conoscere più da vicino questa figura che è riuscita nel
miracolo di essere non un poeta e un militante comunista, ma di essere invece un poeta
militante. Brecht ebbe cioè la capacità di fare della letteratura un’arma di lotta politica, senza
per questo subordinarla alle esigenze espressive e propagandistiche di una qualche autorità
partitica. La grandezza della letteratura di Brecht risiede nella solidità di una visione teorica
autonoma, nella capacità di elaborare una forma d’arte (il teatro epico) adatta alle sfide del
proprio tempo e che potesse essere veicolo di conoscenza per gli spettatori.
Provando a riassumere in un’espressione il senso della sua opera, Brecht è forse, nella storia
della letteratura occidentale, lo scrittore che più di tutti ha esortato il lettore (o lo spettatore,
nel caso del teatro), a rimanere sveglio, anzi a svegliarsi per mezzo del confronto con l’opera
d’arte. La sfida che si pose Brecht è quella di dare una risposta al cruciale problema posto
anticamente da Platone nella Repubblica: come far sì che il piacere estetico
dell’incantamento che risucchia il lettore e lo spettatore di teatro in un mondo fittizio, non lo
confonda (cognitivamente e moralmente), né gli offra uno svago a buon mercato, privo di
contenuto pedagogico. A questa sfida Brecht risponde creando una finzione teatrale che, nel
mettere in scena una serie di vicende che alludono al mondo contemporaneo (come ad
esempio l’avvento del nazismo ne La resistibile ascesa di Arturo Ui), inviti non
all’identificazione ma all’estraneazione dello spettatore, spingendolo a riflettere
problematicamente sulla realtà storica del proprio tempo.
Il secolo che abbiamo alle spalle, con i suoi conflitti grandi e terribili, è stato anche uno dei
secoli che ha posto al mondo della cultura un dissidio lacerante: da un lato, la tentazione di
estraniarsi dal mondo e dalla Storia, alla ricerca di una purezza “superiore” da trovare nella
religione, nella perfezione della creazione artistica e letteraria, o in una “verità” filosofica
distaccata e scettica nei confronti delle ideologie e dei modelli di società in lotta tra loro;
dall’altro invece l’esigenza di non sottrarsi alla necessità di prendere posizione, di cimentarsi
con la realtà, con le sue asperità e le sue contraddizioni. Brecht ha scelto la seconda. Ma ha
Dieci poesie di Brecht, per combattere le sconfitte
fatto anche qualcosa di più. Se, a partire da Baudelaire, gran parte degli scrittori che hanno
prodotto i maggiori capolavori della letteratura otto-novecentesca ha inteso l’impegno nello
scrivere unicamente come lavoro sulla forma dell’opera, non subordinata o del tutto priva di
finalità etiche o politiche, Brecht è riuscito al contempo a dare vita a una letteratura
politicamente impegnata e a rinnovare in maniera importante e originale il genere teatrale
(per un approfondimento rimandiamo a questa ricca intervista al filosofo Rocco Ronchi).
In un recente dibattito tenutosi a Pisa, presentando il suo ultimo libro Elogio della militanza
(DeriveApprodi, 2016), Gigi Roggero esortava a combattere “il pensiero della sconfitta”,
invitando a capire che non esistono e non devono esistere, per i militanti, fasi storiche belle o
brutte, entusiasmanti o deprimenti. Esistono solo fasi con compiti diversi. Ciascuno dunque
affini le sue armi, intellettuali e materiali, che il lavoro da fare non manca. Tra gli strumenti
da mettere nella cassetta degli attrezzi, non dimenticate le poesie del compagno Bertolt
Brecht.
aveva solo palazzi per i suoi abitanti? Anche nella favolosa Atlantide
Lui solo?
Tante vicende.
Tante domande.
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Elogio dell’imparare
Impara, sessantenne!
controlla tu stesso!
Verifica il conto:
tocca a te pagarlo.
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insegnano ad accontentarsi
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Dieci poesie di Brecht, per combattere le sconfitte
questo mondo.
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l’epoca dello sfruttamento non è per questo più vicina alla fine.
l’epoca dello sfruttamento non è per questo più vicina alla fine.
Dieci poesie di Brecht, per combattere le sconfitte
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1.
2.
Dieci poesie di Brecht, per combattere le sconfitte
se farai il bravo!
Ma io non mi meravigliai,
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
e neppure lo si pretende!
12.
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di dove vieni?
a chi servite?
Dieci poesie di Brecht, per combattere le sconfitte
egli parlerà
siede la scontentezza,
l’inquietudine resta.
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sedette ancora sotto l’albero del pane il Buddha e disse agli altri,
a chi sotto i piedi la terra non gli brucia al punto che paia
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A chi esita
Dici:
irriconoscibili.
nessuna risposta
oltre la tua.
(Le traduzioni qui riportate sono tratte dalle raccolte Poesie (1992) e Poesie politiche (2014),
Dieci poesie di Brecht, per combattere le sconfitte
edite da Einaudi)
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