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ANDREA LAMPIS
LAMPIS
STUDIARE
VELOCEMENTE
VELOCEMENTE
Tecniche di Memoria e Strategie di Gestione
Tecniche
del Tempodiper
Memoria e Strategie
Studiare di Gestione
con Rapidit à
del
e Tempo
Senza per Studiare con Rapidità
Fatica
e Senza Fatica BRUNO
BRUNO
EDITORE
EDITORE
Ebook per la Formazione
Ebook per la Formazione
ANDREA LAMPIS
STUDIARE VELOCEMENTE
Autore
Andrea Lampis
Editore
Bruno Editore
Sito internet
http://www.brunoeditore.it
Introduzione pag. 5
Capitolo 1: Come studiare in modo attivo pag. 10
Capitolo 2: Come organizzare un piano di studio pag. 41
Capitolo 3: Come sostenere un esame orale pag. 81
Conclusione pag. 115
Se leggete questo corso è perché avete capito che qualcosa non va, che
potete ottenere di meglio e che non ne avete abbastanza. Spero che
riuscirete a trovare la forza per rendere migliore il vostro approccio allo
studio e voi stessi, ma per farlo dovrete applicare continuamente i principi
scritti in questo corso e avere fede. Solo con impegno, determinazione e
con le giuste strategie si possono raggiungere i risultati sperati.
Questa è l’unica cosa che ti chiedo, avere fede in me e permettere di
farti da allenatore. Per te sarò un coach che tira fuori in te le risorse
che già possiedi, che ti motiva a dare il massimo col minimo sforzo. Il
percorso non sarà semplice, infatti bisogna cambiare il modo di pensare,
ma ogni cosa è stata difficile prima di diventare facile, anche guidare la
macchina o imparare a leggere.
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Nel seguente corso illustrerò dei metodi per rendere lo studio molto più
profittevole e divertente: le fonti su cui mi sono basato sono diverse e si
rifanno sia alla mia esperienza personale che alla psicologia generale e
alla PNL.
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È il caso di chi non avendo nulla da fare dorme molto e si sente sempre
stanco; il motivo di ciò è dovuto il fatto che il nostro corpo va a risparmio
e se non ha compiti da effettuare ci offre meno energia. Lo stesso vale
nell’apprendimento passivo.
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I video su YouTube sono utili per processi che possono essere visualizzati
meglio con animazioni piuttosto che tramite descrizioni. Consiglio inoltre
di ripetere con un collega che sia bravo o quanto voi o leggermente di
più in modo tale da trovarvi a vostro agio.
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Si può dire che le mappe mentali utilizzano l’emisfero destro del cervello
deputato alla creatività e alla fantasia, al contrario quelle concettuali
l’emisfero sinistro deputato alla logica. Esistono diversi software che
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Bene, ora che avete immaginato vividamente la felicità con cui potrete
vivere la vostra futura vita, vi invito prima di tutto ad avere lo spirito
giusto per la lettura di questo corso. Metterò a vostra disposizione buona
parte delle mie conoscenze in questo campo, voi dovete solo leggere
un capitolo per volta, magari una volta al giorno, impararlo e fare gli
esercizi che vi mostro.
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Del resto ve lo avevano detto già alle superiori o alle medie: non studiate
le varie materie a compartimenti stagni, fate i collegamenti! Lo stesso
vale per un’interrogazione o un esame, quello che conta è prima di tutto
dire al professore quello che vi ha chiesto con precisione, e poi fare
eventualmente dei collegamenti che possano dimostrare il vostro grado
critico.
Gli obiettivi
Un altro importante argomento riguarda gli obiettivi che vi ponete e le
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Gli obiettivi di risultato invece indicano una meta che dovrete raggiungere
ad esempio: «Laurearvi entro due anni col massimo dei voti». Esistono
delle caratteristiche in comune nelle persone che sanno realizzare gli
obiettivi. Prima di tutto sanno cosa vogliono, quindi sanno decidere i
loro obiettivi. In secondo luogo sanno perché lo vogliono e infine come
raggiungerlo. Roberto Re chiama il metodo che permette di realizzare
i propri obiettivi e di raggiungere il successo metodo OSA, che è un
acronimo per obiettivo-scopo-azione. Le fasi che compongono questo
metodo sono tre. La prima consiste nel definire un vostro obiettivo, la
seconda nel riuscire a capire perché volete realizzarlo, e infine, la terza,
agire per poterlo realizzare. L’obiettivo deve avere alcune caratteristiche
per poter essere definito valido. Queste caratteristiche sono riassunte in
una serie di punti:
1. Specifico, definito e misurabile: è buona norma riuscire a definire
un obiettivo, magari tramite numeri (esempio: voglio dimagrire
3 kg in un mese). In questo modo si riesce a capire se vi state
avvicinando o meno alla meta e se è necessario cambiare qualcosa;
2. Con una scadenza: senza scadenza resta solo un sogno. Inutile
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Provate a pensare come sarete una volta realizzati questi obiettivi. Cercate
di immaginarvi le caratteristiche che dovete avere per realizzarlo. Inoltre
immaginate che tipo di persone sarete una volta che lo avrete realizzato.
Io vi posso assicurare una cosa: ciò che conta non è la meta ma il viaggio,
l’obiettivo non è altro che una coordinata, ma ciò che vi renderà felice
oltre a realizzarlo sarà ciò che diventerete. Una volta che avrete scritto
questi obiettivi chiedetevi il motivo per cui li volete realizzare. Dovete
motivarvi. Solo con una buona motivazione e con un buono scopo potrete
trovare i mezzi per realizzare gli obiettivi più difficili.
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Paradossalmente dopo che lui ci riuscì nel giro dello stesso anno altri
atleti giunsero allo stesso obiettivo e in pochi anni erano un centinaio le
persone capaci di compiere questo benedetto miglio in meno di quattro
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Non esiste una sola impresa che sia stata realizzata senza essere stata
vissuta dapprima nella mente. Quindi l’immaginazione e le proprie
credenze generano un ruolo primario nel riuscire a vivere al pieno delle
proprie risorse la propria vita. Di conseguenza imparate a smontare le
vostre convinzioni limitanti, questo vi permetterà di diventare più veloci.
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Come sfruttare al meglio questa legge? Non so se voi avete delle credenze
riguardo allo studio, credenze limitanti del tipo: «Bisogna studiare
almeno 6 ore al giorno», «Per preparare questo esame ci vuole almeno
un mese». Ma pensateci a fondo: come fate a sapere se ci vuole davvero
un mese e non tre settimane?
Le vostre credenze spesso derivano dal vostro sentito dire, magari spesso
da gente impreparata che è andata male a un esame, o da gente che
studia troppo o che magari è più veloce nell’apprendimento della media.
Insomma voi non potete sapere come sia effettivamente un esame. Avete
però dei dati oggettivi per conoscere il vostro nemico: domande del
professore, vastità del programma con le quali potete iniziare a farvi
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Tanto più si rafforza questo ponte, tanto più questo pensiero sarà radicato
in voi. Ed essendo le credenze e le convinzioni un tipo di pensiero,
voi potete rafforzarle sia vivendole continuamente sia semplicemente
immaginando. Vivere un’esperienza solo con la propria mente ma in
maniera dettagliata e con coinvolgimento emotivo equivale ad averla
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Esistono diversi studi che dicono che noi utilizziamo il nostro cervello
al 10%; di sicuro ognuno di noi non sfrutta al massimo il proprio
cervello, a prova di ciò c’è ad esempio il fatto che in determinati stati
mentali rendiamo di più che altre volte. Oppure potete pensare al senso
di frustrazione che avete quando non siete riusciti a concludere niente in
una serata di studio. Delle prove oggettive del fatto che non sfruttiamo
appieno il nostro cervello ci giungono dai risultati che si ottengono dopo
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Lo stesso esempio lo potete applicare nel caso una persona sia convinta
di andare bene agli esami: il giorno che si siede nella sedia per essere
interrogato parte già sicuro di sé, questa carica gli da maggiore forza e
gli permette di rendere il massimo e prendere un 30. Il voto così rafforza
ulteriormente la sua convinzione e per il prossimo esame sarà ancora più
sicuro. Cosa succede se invece abbiamo convinzioni limitanti? Facciamo
un esempio:
Ilaria è una ragazza in leggero sovrappeso che deve perdere 4 kg, decide
di iniziare una dieta pensando che non è fatta per dimagrire e che quei
4 kg gli rimarranno. Inizia la dieta e dopo la settimana arriva il primo
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Quello che noi operiamo, infatti, è una vera e propria creazione della
realtà: le nostre credenze sono come degli occhiali che filtrano la realtà,
spetta a noi decidere se usare degli occhiali con colori accesi o delle
lenti che rendono tutto grigio. Un’ultima prova che vorrei fare a favore
dell’importanza delle convinzioni è l’attivazione del SAR, il sistema di
attivazione reticolare. Normalmente la nostra mente riesce a percepire
un numero limitato di informazioni che sono circa il 10% della realtà
circostante: infatti con così tanti stimoli sensoriali, tutti in un solo istante,
non sarebbe possibile dare lo stesso livello di attenzione a tutti. Di
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Se voi continuate a farvi domande quali: «Come mai sono così lento a
studiare?», «Perché non riesco ad avere una vita sociale e devo dedicare
così tanto tempo allo studio?» non troverete risposta, e il vostro cervello
continuerà a rimuginare spendendo inutilmente energie. Inoltre ciò che
è sbagliata è la premessa in quanto, date per scontato che non riuscite
a studiare velocemente. È il momento di cambiare: iniziate a porvi
domande costruttive, fatelo in due momenti della giornata: al risveglio
e alla sera. Vi lascio una lista di domande che serviranno da spunto per
migliorare voi stessi nello studio:
• Come posso migliorare l’efficienza nello studio?
• Con chi posso preparare un esame?
• Conosco qualcuno che ha già dato l’esame? Se sì, mi può aiutare
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Migliorare la concentrazione
I fattori che permettono di apprendere al meglio sono l’interesse per la
materia e la concentrazione, quest’ultima può essere migliorata mediante
la fase di preparazione allo studio. Per il primo punto spero vi venga in
aiuto il fatto che abbiate scelto una facoltà che vi piaccia, altrimenti se
proprio la materia non vi va giù, potete affrontarla da altri punti di vista,
o studiando da altri libri o utilizzando riassunti. Inoltre dovete cercare di
smontare la convinzione che la materia non vi piaccia, magari trovando
qualche argomento interessante.
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Dopo che avrete eseguito l’esercizio una volta al giorno per una
settimana sarete ogni volta sempre più rilassati, rigenerati e concentrati.
Meglio perdere un quarto d’ora prima della seduta di studio che avere
continuamente i pensieri della vita di tutti i giorni a disturbarvi. Ci sono
alcuni piccoli accorgimenti per migliorare la concentrazione: eseguite
del movimento durante le pause, ossigenate bene la stanza tenendo una
finestra aperta, bevete molta acqua per mantenere il corretto equilibrio
idrico (siamo fatti per il 70% di acqua). Infine nella stanza ci deve essere
una temperatura leggermente fresca per evitare di sentirvi troppo a vostro
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La comunicazione
La comunicazione gioca un ruolo importante in ogni campo della vita,
difatti esistono diverse teorie della comunicazione che vengono studiate
in ambito psicologico. Lo scopo di questo capitolo è di insegnarvi
come sostenere un adeguato colloquio d’esame. Vi ricordo che esistono
alcuni assiomi sulla comunicazione, uno dei più importanti afferma che
è impossibile non comunicare. Infatti, per comunicazione si intende il
rapporto che avete con altre persone. Immaginatevi una persona che
sta seduta in disparte in pullman, leggendo il suo giornale: ebbene
anche lui comunica di non voler comunicare. Quindi come prima regola
fondamentale si può dire che ogni atto che noi facciamo è un atto di
comunicazione.
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Questo è dovuto al fatto che il corpo umano recepisce come più importanti
il linguaggio non verbale e paraverbale, e questo è ciò su cui dovrete
puntare all’esame per sembrare più sicuri o per evitare di sabotarvi.
Vi posso ricordare, infatti, che se partite molto sicuri a un colloquio
spesso dopo la prima domanda vi potrebbero liquidare con un bel voto: i
professori non hanno sempre tempo e voglia di interrogare, se vi vedono
veramente sicuri può bastare anche una sola domanda per finire l’esame.
Spesso quello che conta è come vengono dette le cose. Quante volte vi
è capitato di sentirvi dire dal professore che vi ha messo un voto più
basso, nonostante abbiate risposto a tutto, perché vi ha trovati insicuri?
Il motivo di tutto questo è perché vi siete impegnati nel linguaggio
verbale tralasciando il paraverbale e il non verbale, che invece è il più
importante.
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La comunicazione paraverbale
Ora andremo ad analizzare le caratteristiche richieste per migliorare
questi due aspetti. Partiamo dalla voce, che costituisce il paraverbale.
Questo consta di diversi elementi: tono, frequenza, ritmo e silenzio. È
stato constatato che fra persone di diverso livello sociale quella con il
livello sociale più elevato usa un tono più grave. Sono importanti anche
le pause, che possono essere di due tipi: vuote, quando sono costituite
da un breve silenzio, piene quando si usano intercalari come «ehm»,
«dicevamo», «dunque», «beh!»
Una voce per essere definita sicura deve possedere alcune caratteristiche:
prima di tutto deve essere calda, deve prendere le giuste pause ed essere
allo stesso tempo leggermente spedita. Nel caso di un colloquio orale
spesso è buona cosa avere un ritmo elevato ma comprensibile, quindi
senza esagerare; questo è un indice di sicurezza che spesso viene
apprezzato. Inoltre vi consiglio di sottolineare con un cambio di tono di
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Infine la zona pubblica è quella fra due sconosciuti con una distanza
di oltre tre metri. Per l’esame vi consiglio di avere una postura aperta,
quindi braccia e gambe leggermente divaricate ma che, allo stesso
tempo, non invada la zona del professore; quindi dovete rientrare fra
la zona sociale e quella personale, a seconda del grado di confidenza.
Spesso non ci saranno problemi in quanto, c’è la cattedra o la scrivania
a separarvi. L’importante è non invadere comunque eccessivamente la
zona del professore.
Nel caso dei primi potete calibrare le vostre parole e cambiare il discorso
in base alle sue reazioni facciali, mentre per i cosiddetti professori
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Allo stesso tempo è stato constatato che quando una persona si ricorda
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Consiglio di sfruttare le strategie più per essere sicuri di voi stessi che
per scatenare stati d’animo in un professore in quanto questa procedura
sarebbe eccessivamente laboriosa da applicare per un esame orale.
In ogni caso un utilizzo adeguato del paraverbale e del non verbale e
l’utilizzo del giusto canale di comunicazione fanno parte delle strategie
di rapport.
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Come dice il nome stesso, questa strategia consiste nel rispecchiare gli
stessi atteggiamenti del vostro interlocutore. Se ci fate caso, due persone
normalmente a loro agio quando parlano tendono a imitarsi a vicenda
per creare maggiore empatia: questo avviene inconsciamente ma voi
potete sfruttare questo comportamento in maniera conscia per creare
situazioni di maggiore comfort. Provate a vedere un gruppo di amici
molto affiatati al bar, rispecchiano spesso le stesse posizioni: se uno ha
le gambe incrociate anche gli altri tendono a disporsi così, quando uno
tamburella con le dita spesso anche un altro si mette a tamburellare,
addirittura respirano allo stesso modo.
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Secondo gli studi di Daniel Goleman (nel suo libro Intelligenza emotiva)
le emozioni sono dei programmi preimpostati che servono a metterci nella
condizione di agire in un determinato modo. La rabbia quindi ci prepara
a uno scontro aumentando il battito cardiaco, scatenando il rilascio di
glucosio e quindi energie nel sangue e cambiando la respirazione. Di
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Gli esercizi basilari sono quello della pesantezza e quello del calore.
Il primo ha il compito di portare il rilassamento nella muscolatura
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IPNOSI SEGRETA
PEAK STATE