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Su noi profani ha sempre esercitato una straordinaria attrazione il problema di sapere donde il poeta tragga la propria materia, e come

egli riesca con essa ad avvincerci, suscitando in noi commozioni di cui forse non ci saremmo mai creduti capaci. Il fatto che il poeta stesso, se lo interroghiamo in proposito, non sappia risponderci o ci risponda in modo del tutto inadeguato, non fa che aumentare il nostro interesse al problema. Potessimo almeno trovare in noi stessi. O in coloro che sono come noi, una qualche attivit in certo modo affine al poetare. Ci sarebbe la speranza, analizzando tale attivit, di farci una prima idea approssimativa della creazione poetica. Ma realmente una qualche possibilit in questo senso sussiste: gli stessi poeti amano ridurre la distanza che li separa dai comuni mortali, e ci assicurano assai spesso che in ogni uomo nascosto un poeta e che lultimo poeta scomparir con lultimo uomo. Dobbiamo provare a cercare le prime tracce dellattivit poetica gi nel bambino? Loccupazione preferita pi intensa del bambino il gioco. Forse si pu dire che il bambino impegnato nel gioco si comporta come un poeta: in quanto si costruisce un suo proprio mondo o, meglio, d a suo piacere un nuovo assetto alle cose del suo mondo. Egli prende molto sul serio il suo gioco e vi impegna notevoli importi daffetto. Il contrari del gioco non ci che serio, bens ci che reale. I bambino distingue assai bene il mondo dei suoi giochi dalla realt e appoggia volentieri gli oggetti e le situazioni da lui immaginati alle cose visibili e tangibili del mondo reale. Soltanto questo appoggio distingue lattivit del gioco infantile dal fantasticare. Anche il poeta fa quello che fa il bambino giocando: egli crea un mondo di fantasia, che prende molto sul serio; che, cio, carica di forti importi daffetto, pur distinguendolo nettamente dalla realt. Quando il bambino cresciuto e ha smesso di giocare, e dopo che si travagliato per decenni a concepire la realt della vita con la seriet che essa richiede, egli si pu trovare un bel giorno in una disposizione di spirito che disfa nuovamente lopposizione tra gioco e realt. Ladulto pu rendersi consto dellassoluta seriet che egli attribuiva una volta al suo gioco infantile, e confrontando le sue severe occupazioni attuali con quei giochi infantili si libera dallinsopportabile oppressione della vita e si procura il piacere ineffabile dellumorismo. Lindividuo crescendo smette dunque di giocare, e sembra rinunciare al piacere che ritraeva dal gioco. Ma chi conosce la vita interiore delluomo, sa che non vi cosa pi difficile della rinuncia ad un piacere gi una volta gustato. Effettivamente noi non possiamo rinunciare a nulla e solo barattiamo una cosa con laltra. Cos anche ladolescente, quando smette di giocare, abbandona soltanto lappoggio agli oggetti reali:invece di giocare ora fantastica. Egli fabbrica castelli in aria, costruisce quelli che si dicono sogni ad occhi aperti. Lattivit fantastica delluomo si pu osservare meno agevolmente del gioco dei bambini. Il bambino gioca talora anche da solo, o ai fini del gioco costituisce con altri bambini un sistema psichico chiuso, ma anche quando non gioca di fronte agli adulti non nasconde loro il suo gioco. Ladulto invece si vergogna delle sue fantasie e le nasconde agli altri, coltivandole dentro di s come cose assolutamente private ed intime: in genere preferisce confessare le proprie colpe piuttosto che comunicare le proprie fantasie. Pu darsi che per questa ragione egli si ritenga il solo che inventi tali fantasie, non sospettando la generale diffusione negli altri di produzioni del tutto corrispondenti. Questo 1

diverso comportamento di chi gioca e di chi fantastica trova il suo fondamento nei motivi di queste due attivit, di cui luna la continuazione dellaltra. Il gioco del bambino era diretto dal desiderio di essere grande ed adulto. Egli gioca sempre a essere grande, e imita nel gioco quel che riesce a conoscere della vita degli adulti. La situazione nelladulto diversa: da un lato sa che da lui non ci si attende pi che giochi o fantastichi ma che agisca nel mondo reale, dallaltro fra i desideri che provocano le sue fantasie ve ne sono alcuni che assolutamente necessario non nascondere:perci egli si vergogna delle sue fantasie, come di cose fanciullesche ed illecite. Vi una specie di uomini, ai quali non un dio, ma una dea severa la necessit ha imposto di comunicare il loro cordoglio e ci di cui non vanno lieti. Sono le vittime di malattie nervose, i quali, al medico da cui attendono la guarigione mediante un trattamento psichico, debbono confessare anche le loro fantasie. Si deve intanto dite che luomo felice non fantastica; solo linsoddisfatto lo fa. Sono desideri insoddisfatti le forze promotrici delle fantasie, e ogni singola fantasia un appagamento di un desiderio, una correzione della realt che ci lascia insoddisfatti. I desideri promotori sono vari, secondo il sesso, il carattere e le condizioni di vita della persona che alla fantasia si abbandona; si lasciano tuttavia raggruppare senza sforzo secondo due direzioni fondamentali: o sono desideri ambiziosi, che servono ad elevare la personalit, o sono desideri erotici. Nella giovane donna dominano quasi esclusivamente i desideri erotici, giacch la sua aspirazione si esaurisce nellaspirazione allamore; nelluomo giovane accanto ai desideri erotici hanno notevole rilievo anche quelli egoistici ed ambiziosi. Non dobbiamo immaginarci i prodotti di questa attivit fantastica, e cio le singole fantasie, castelli in aria, sogni ad occhi aperti , come rigidi ed immutabili. Si adattano invece alle variabili impressioni offerteci dalla vita, mutano a ogni cambiamento di posizione, e da ogni nuova vivace impressione traggono per cos dire un contrassegno temporale. Si deve dire che una fantasia quasi fra tre tempi, i tre momenti temporali della nostra ideazione. Il lavoro mentale prende le mosse da unimpressione attuale, unoccasione offerta dal presente e suscettibile di risvegliare uno dei grandi desideri del soggetto. Di l si collega la ricordo di unesperienza anteriore, risalente in genere allinfanzia, in cui quel desiderio veniva esaudito; e crea quindi una situazione relativa al futuro che egli si raffigura quale appagamento del desiderio: questo appunto il sogno ad occhi aperti o fantasia, recante in s le tracce della sua provenienza dalloccasione attuale e dal ricordo passato. Dunque passato, presente e futuro, come infilati al filo del desiderio che li attraversa. Leccesso di effusione e di intensit delle fantasie costituisce le condizioni per la caduta nella nevrosi o nella psicosi; le fantasie sono anche i primi abbozzi mentali dei sintomi morbosi lamentati dai nostri ammalati. Da qui si dirama unampia via che conduce alla patologia. Non poso neppure trascurare la relazione delle fantasie con i sogni. I nostri sogni notturni altro non sono che fantasie. Il senso dei nostri sogni ci rimane perlopi oscuro, ci dipende dal fatto che durante il sonno notturno divengono in noi attivi anche desideri di cui ci vergognamo e che dobbiamo nascondere a noi stessi: che perci dunque sono stati rimossi, cacciati dallinconscio. A tali desideri rimossi e alle loro derivazioni non pu essere concesso di esprimersi che in una maniera fortemente deformata. Non stato difficile stabilire che i sogni notturni sono appagamenti 2

di desideri, al modo stesso dei sogni, ad occhi aperti, e cio delle fantasie note a ognuno. Occupiamoci ora del poeta. Dobbiamo separare quei poeti che accolgono una materia gi formata, come gli antichi epici e tragici, da coloro che sembrano creare liberamente la loro materia. Nelle opere di questi narratori ci un elemento tipico che ci deve colpire; esse hanno tutte un eroe, che posto al centro dellinteresse, per il quale lautore cerca di guadagnare con ogni mezzo la nostra simpatia e che egli sembra proteggere con una provvidenza particolare. Quando alla fine del capitolo di un romanzo abbiamo lasciato leroe gravemente ferito e privo di sensi, siamo sicuri di ritrovarlo allinizio del capitolo seguente amorevolmente curato e sulla via della guarigione. Il senso di sicurezza con cui accompagniamo leroe nel corso delle sue paurose avventure lo stesso con cui nella vita reale un eroe si lancia in acqua per salvare uno che in procinto di annegare, o si espone al fuoco nemico per andare allassalto di una posizione avversaria. Questo trasparente carattere dellinvulnerabilit rende senza fatica riconoscibile Sua Maest lIo, leroe di tutte le fantasie come di tutti i romanzi. Quando tutte le donne del romanzo si innamorano delleroe, ci non va inteso come una descrizione della realt, ma come necessario contenuto della fantasticheria. I buoni sono gli alleati, i cattivi i nemici e i concorrenti dellIo che divenuto leroe. Leroe descritto dallinterno: dentro la sua anima vi in un certo senso lautore, il quale invece guarda agli altri personaggi dal di fuori. Il romanzo psicologico deve la sua peculiarit in genere alla tendenza che lo scrittore moderno ha di scindere, in base ai dati dellauto osservazione, il proprio Io in io parziali, personificando in pi eroi i conflitti che agitano la propria vita interiore. Sembrano contrastare nettamente col tipo del sogno a occhi aperti i romanzi che si potrebbero dire eccentrici, nei quali cio il personaggio introdotto quale eroe ha una minima parte come attore, e invece contempla come osservatore le azioni e le sofferenze altrui. Il nostro confronto del poeta col sognatore, e della creazione poetica col sogno fatto ad occhi aperti, per avere un senso, deve rivelarsi in qualche modo proficuo. N base a ci che sappiamo delle fantasie, ci dovremmo attendere la situazione seguente: una forte impressione attuale risveglia nel poeta il ricordo di un episodio anteriore per lo pi risalente allinfanzia, e da questa deriva ora il desiderio, che si crea il proprio appagamento dalla produzione poetica; nella stessa produzione poetica si rivelano elementi tanto del fatto recente che ha fornito lo spunto quanto dellantico ricordo. Tanto lattivit poetica quanto la fantasticheria costituiscono una continuazione e un sostituto del primitivo gioco infantile. In quanto i materiali sono gi dati, essi derivano dal patrimonio popolare di miti, leggende e favole. Tuttavia, ad esempio per i miti, senzaltro probabile che essi corrispondano ai residui deformati di fantasie di desiderio di intere nazioni, e cio ai sogni secolari della giovane comunit. Il sognatore ad occhi aperti nasconde accuratamente agli altri le proprie fantasie, giacch ha motivo di vergognarsene. Anche se le comunicasse, non riuscirebbe a procurarci piacere alcuno con le sue rivelazioni. Tali fantasie, quando le apprendiamo, ci destano una certa ripugnanza, o tuttal pi ci lasciano freddi. Quando invece il poeta ci rappresenta i suoi drammi o ci 3

racconta ci che noi siamo inclini a interpretare come suoi personali sogni ad occhi aperti, proviamo un vivissimo piacere che sembra provenire da molte fonti confluenti. Come il poeta riesca a far ci, il suo particolarissimo segreto; la vera ars poetica consiste nella tecnica per superare la nostra ripugnanza, la quale certo in connessione con le barriere che si elevano fra ogni singolo Io e gli altri. Possiamo supporre due mezzi di questa tecnica: il poeta addolcisce il carattere della sua fantasticheria egoistica alterandola e velandola; e ci seduce mediante il godimento puramente formale, e cio estetico, che egli ci offre nella presentazione delle sue fantasie. Tale godimento, che ci viene offerto per rendere con esso possibile la liberazione, da fonti psichiche pi profonde, di un piacere maggiore, pu essere detto premio di seduzione o piacere preliminare. Il vero godimento dellopera poetica proviene dalla liberazione di tensioni nella nostra psiche. Forse contribuisce non poco a tale esito il fatto che il poeta ci mette in condizione di gustare dora in poi le nostre fantasie senza quel rimprovero e senza vergogna, Con ci siamo giunti alla soglia di nuove, interessanti e complesse indagini, ma anche, almeno per questa volta, al termine del nostro esame.

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