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I BINARI e la rete infrastrutturale ferroviaria

Il binario è una struttura composta da due profilati metallici in acciaio (rotaie) simili ad una trave
"a doppia T" montati parallelamente su una struttura portante detta traversina. Il binario è
l'infrastruttura basilare nella costruzione di linee ferroviarie e tranviarie.
Le rotaie sono fissate parallelamente sulle traversine, con un’inclinazione di 1/20 sul piano
orizzontale, tramite dei bulloni o degli attacchi speciali. Le traversine (in legno, acciaio o cemento)
sono annegate nella massicciata o ballast, una struttura a sezione trapezoidale di altezza massima di
circa 500 mm, composta da pietrisco selezionato all'uopo di dimensione, in ogni direzione,
compresa tra i 25 e 60 mm per le linee ferroviarie. Lo scopo della massicciata è quello di ripartire
uniformemente i carichi di esercizio dovuti al passaggio del treni sulla fondazione stradale in
maniera tale da evitare i cedimenti strutturali e di garantire, attraverso l'attrito tra i ciottoli, la
perfetta circolabilità del binario. Il fatto che il pietrisco non sia vincolato, ma solo appoggiato,
garantisce anche il drenaggio dell'acqua piovana.

BINARI TRADIZIONALI BINARI ALTA VELOCITÀ

Una coppia di rotaie, fissata con traversine e posata sulla massicciata, compone un tratto di binario.
Il complesso delle due rotaie e delle traversine viene definito "binario", mentre l'intero insieme
binario + traversine + strutture di ancoraggio, viene definito "armamento". Si definisce scartamento,
la distanza fra le tangenti dei bordi interni dei funghi delle rotaie, presa 14 mm al disotto del piano
di rotolamento. Lo scartamento non è universale: nazioni diverse e sistemi ferroviari differenti
possono avere scartamenti diversi. In Italia lo scartamento dell'intera rete dello Stato è di 1435 mm,
definito in sede internazionale come "Scartamento Normale" o "Standard" (si veda per i differenti
tipi di scartamenti il documento di riferimento pubblicato sul sito).
A seconda della destinazione d’uso dei binari cambiano i tipi di acciaio di cui sono fatti, le
dimensioni, il peso massimo dei mezzi in passaggio e la velocità massima ammissibile. Fino agli
inizi del ‘900, i binari erano in ferro, si deformavano con relativa facilità e difficilmente potevano
sopportare velocità superiori ai 100 km/h. Con l'utilizzo di acciai sempre migliori, oggi si possono
avere binari speciali in grado di resistere anche i 500 km/h con treni piuttosto pesanti.
In Europa le dimensioni e i requisiti dei binari sono classificati da normative della UIC. In Italia
esiste un’apposita normativa UNI (l’UNI - Ente Nazionale Italiano di Unificazione,
comunemente abbreviato in UNI, è un’associazione privata che svolge attività normativa in vari
settori, ad esclusione di quello elettrico ed elettrotecnico di competenza del Comitato Elettrotecnico
Italiano - CEI), denominata UNI-3141, che codifica il profilo della sezione trasversale della rotaia,
l’area relativa, i momenti d’inerzia e i moduli di resistenza rispetto all’asse di simmetria ed all’asse
neutro ad esso perpendicolare.
Tale normativa non si discosta di molto da quella europea e dell’UIC.
La codifica UNI, così come quella UIC, distingue 7 tipi principali:
• 21 UNI avente massa di 21,737 kg/m;
• 27 UNI avente massa di 27,350 kg/m;
• 30 UNI avente massa di 30,152 kg/m;
• 36 UNI avente massa di 36,188 kg/m;
• 46 UNI avente massa di 46,786 kg/m;
• 50 UNI avente massa di 49,850 kg/m;
• 60 UNI avente massa di 60,340 kg/m.
In ferrovia, in Italia, la tipologia oggi più utilizzata è il 60 UNI, che ha analoga catalogazione a
livello europeo e mondiale (valori codificati dall’UIC – nel caso specifico UIC-60).
Oggi, su tutte le nuove linee e per il rinnovo di quelle esistenti, si utilizzano proprio le UIC-60.

Infine si fa presente che il profilo delle rotaie presenti sull’intera rete nazionale è definito Vignoles,
dal nome dell'inventore, l’inglese Charles Vignoles. La rotaia Vignoles è il tipo di rotaia
maggiormente usato nella costruzione di linee ferroviarie. Tale tipo di rotaia ha progressivamente
sostituito, a partire dal 1831, i precedenti tipi, diventando di uso comune su tutte le strade ferrate, ed
è tuttora in uso.
La forma della rotaia, ormai classica, è quella di un profilato a doppio “T”, dalla base più larga con
lo stelo alto su cui posa e si allarga il piano di rotolamento dalla forma a fungo.

ROTAIA
(sezione prospettica)

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