Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
cos’è l’allenamento
• E’ un processo che produce
nell’organismo un cambiamento di stato
che può essere fisico, motorio,
psicologico…
• L’allenamento sportivo è un processo
d’azione complesso il cui lo scopo è quello
di raggiungere , attraverso la
pianificazione di carichi di lavoro fisici,
tecnico-tattici , psichici , un risultato o
una prestazione anche di alto livello.
Secondo
Carlo
Vi.ori
• “E’ un processo pedagogico educativo continuo che si
concretizza nell’organizzazione dell’esercizio fisico ripetuto
in qualità, quantità e intensità tali da produrre carichi
progressivamente crescenti che stimolano i processi
fisiologici di supercompensazione dell’organismo e
favoriscono l’aumento delle capacità fisiche, psichiche,
tecniche e tattiche dell’atleta, al fine di esaltarne e
consolidarne il rendimento in gara” (C. Vittori).
Secondo
Verjoshansky,
invece,
l’allenamento:
“è l’insieme delle tecniche che consentono a un individuo
la realizzazione massima del suo potenziale genetico
attraverso l’apprendimento di una corretta gestualità e
la razionale ripetizione di esercitazioni mirate a
modificare l’equilibrio organico individuale per il ripristino
di un livello di efficienza superiore”.
• Secondo
questa
visione,
quindi,
l’allenamento
è
un
processo
mediante
il
quale
è
possibile
far
scaturire
il
massimo
del
potenziale
geneAco
di
un
atleta.
• Ogni
individuo
ha
caraDerisAche
fisiologiche
precise
e
determinate
dal
bagaglio
geneAco
trasmessogli
dai
genitori,
quindi
se
un
atleta
non
ha
un
potenziale
da
campione
non
lo
diventerà
nemmeno
con
il
miglior
allenamento.
….
Definizione
praAca
Miglioramento/
peggioramento
• Questa
reazione
allo
stress
e
il
successivo
tentaAvo
dell’organismo
di
ritrovare
l’equilibrio
viene
definita
supercompensazione.
• La
supercompensazione,
quindi,
è
la
risposta
fisiologica
all’alterata
omeostasi
da
parte
di
uno
o
più
s:moli
allenan:
o
stress.
…..l’organismo,
per
non
essere
nuovamente
stressato
da
un
carico
di
pari
enAtà,
aIva
un
processo
di
supercompensazione
per
migliorare
il
livello
prestaAvo
di
partenza;
pertanto
il
metabolismo
e
le
varie
struDure
anatomiche
sollecitate
(muscoli,
cuore
ecc.)
“superano”,
per
breve
tempo,
lo
stato
iniziale
migliorando
le
loro
capacità
prestaAve
• Con
l’allenamento,
quindi,
si
aIva
il
ciclo
adaDamento
-‐
risposta
ai
carichi
e
allo
stress
aDraverso
adeguaA
sAmoli
(esercizi).
• Gli
sAmoli
dovranno
essere
quan;ta;vamente
e
qualita;vamente
equilibraA,
in
modo
tale
da
scatenare
quei
processi
biologici
di
adaDamento.
• Il
carico
di
allenamento
può
essere
definito
come:“la
somma
del
lavoro
richiesto
all’atleta,
ovvero
l’insieme
delle
sollecitazioni
funzionali
provocate
da
quest’ul:mo
in
un
determinato
periodo
di
tempo”.
• Può
essere
suddiviso
in
carico
esterno
e
carico
interno
(da
non
confondere
con
gli
sAmoli:
più
sAmoli
formano
il
carico
totale
dell’allenamento).
• Carico
esterno:
è
la
quanAficazione
oggeIva
dei
mezzi
uAlizzaA
nell’allenamento
(per
es.,
i
chilometri
percorsi,
la
velocità
di
percorrenza,
la
pendenza,
il
Apo
di
recupero).
• Carico
interno:
è
rappresentato
dalla
somma
degli
stress
che
subisce
l’organismo
soDoposto
a
un
carico
esterno;
è
streDamente
soggeQvo.
• Per
migliorare
la
prestazione,
sono
necessari
carichi
individuali
adeguaA;
inoltre
il
carico
deve
obbligatoriamente
tenere
conto
dei
seguenA
parametri:
1. intensità
(la
grandezza/forza
dello
sAmolo:
se
debole
non
è
allenante;
per
esempio,
ripetute
a
un
ritmo
troppo
basso
o
carichi
troppo
deboli);
2. durata
(lo
sAmolo
deve
avere
una
durata
allenante:
al
di
so.o
non
mi
alleno;
per
esempio,
pochi
minu:
di
corsa
o
di
par:ta)
3. densità
(giusto
rapporto
fra
impegno
e
recupero;
per
esempio,
pause
troppo
lunghe
fra
le
ripetute);
4. volume
(un
adeguato
numero
e
durata
degli
s:moli
allenan:);
5. frequenza
(un
giusto
numero
di
allenamen:
seJmanali).
• il
carico
di
lavoro,
quindi,
cosAtuisce
l’insieme
delle
sollecitazioni
funzionali,
di
Apo
fisico,
tecnico,
taIco
e
psicologico,
a
cui
l’atleta
viene
soDoposto
durante
il
processo
di
allenamento.
A
parità
di
carico
esterno
la
reazione
dell’organismo
può
essere
completamente
differente,
Esempio:
seduta
di
allenamento
4
x
1000
a
15
km/h
(4’al
km)
Carico
esterno
Atleta
B
Atleta
A
(corridore
(corridore
con
V.soglia
con
V.soglia
pari
a
12
pari
a
15
km/h)
il
km/h)
il
carico
carico
interno
è
interno
è
Atleta
A
sbagliato
corretto;
Atleta
B
• QuanAficare
correDamente
il
carico
non
è
assolutamente
una
cosa
facile
molA
metodologi
dell’allenamento
hanno
cercato,
e
cercano
tuDora,
di
quanAficare
matemaAcamente
il
carico
di
allenamento;
la
“formula”
più
frequentemente
uAlizzata
a
questo
scopo
è:
• In
questa
formula
la
quan;tà
(o
volume
di
allenamento)
viene
valutata
aDraverso
le
unità
di
misura
specifiche
dell’aIvità
considerata:
nel
caso
della
corsa
verranno
uAlizzaA
i
metri-‐
chilometri,
nel
caso
della
forza
il
nr
delle
serie
e/o
il
totale
dei
chilogrammi
sollevaA
e
così
via.
Il
parametro
quan;tà
è
sicuramente
un
dato“empirico”;
speDa
all’allenatore
stabilire,
empiricamente,
quella
che
deve
essere
considerata
come
il
livello
massimo
di
allenamento.
• Per
quanto
riguarda
il
parametro
di
intensità,
invece,si
possono
uAlizzare
metodi
di
valutazione
differenA:
1. Il
primo,
piuDosto
generale,
prevede
che
l’intensità
dell’allenamento
venga
classificata
dal
tecnico
secondo
cinque
diversi
livelli:
o leggera;
media;
forte;
intensa;
massimale.
o Il
limite
di
questo
metodo,
però,
è
determinato
dalla
“sensibilità”
del
tecnico
nel
valutare
correDamente
il
livello
di
intensità
del
lavoro
proposto.
2. Il
secondo
metodo
di
valutazione
prevede
una
catalogazione
di
“intensità
rela;va”,
ossia
una
percentuale
rispeDo
ad
un
parametro
di
riferimento
ben
conosciuto.
Per
esempio,
i
parametri
uAlizzabili
nel
caso
dell’allenamento
di
resistenza
sono
essenzialmente
tre:
a)
La
frequenza
cardiaca
massima
(FC
max):
p.es
ripetute
(in
metri),
periodi
(in
minuA),
esercitazioni
(con
o
senza
palla)
eseguiA
a
una
determinata
percentuale
della
F.C.
massima
(per
esempio
80-‐90%
della
max).
2. La
velocità
aerobica
massimale
(VAM).
P.es:
Un
esempio
un
30’’/30’’,
nel
quale
si
corra
per
30’’
al
105%
della
VAM
e
per
30’’
si
rispeI
un
recupero
passivo
ecc.
3.
La
velocità
di
soglia
anaerobica.
P.es:
un
certo
numero
di
serie
sui
1000
m
corsi
al
105%
della
velocità
di
soglia.
Per
l’allenamento
di
forza,
invece,
si
è
soliA
uAlizzare
il
carico
massimale
(ossia
il
carico
con
cui
si
riesce
a
effeDuare
una
sola
ripeAzione)
dell’esercizio
considerato.
Un
esempio
classico
potrebbe
essere
cosAtuito
da
serie
di
1⁄2
squat
effeDuaA
con
il
70%
del
carico
massimale.
3. Un
terzo
sistema
per
stabilire
se
l’intensità
del
carico
proposto
corrisponde
a
quella
voluta
è
la
scala
di
Borg.
Questo
metodo,
se
applicato
correDamente,
consente
di
valutare
in
modo
soggeIvo
la
percezione
dello
sforzo,
quindi
l’intensità
del
carico.
La
scala
di
Borg
consente
di
valutare
in
modo
assolutamente
soggeJvo
la
percezione
dello
sforzo
in
relazione
a
un
carico
esterno
proposto.
• Ne
esistono
due
Api:
1. la
RPE
(ra:ngs
of
perceived
exer:on)
che
si
basa
su
20
livelli
(da
1
a
20),
ma
che
di
fa.o
parte
dal
livello;
2. la
CR10
(category
ra:o
anchored
at
number
10)
che
si
basa
su
10
livelli.
• In
praAca
bisogna
“abituare”
l’atleta
a
“pesare”
l’esercitazione
e
aDribuire
un
numero
(da
0
a
10
o
da
6
a
20
in
base
alla
scala
uAlizzata)
in
relazione
alla
fa:ca
compiuta
nell’esecuzione
dell’esercizio/allenamento
Un limite di questo
metodo è che il
l’atleta deve essere
il più oggettivo
possibile, ovvero
non deve
sopravalutare o
sottovalutare “la
fatica” percepita.
ISTRUZIONI GENERALI PER L'UTILIZZO
DELLA SCALA CR10