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Cos'è una Storia?

Corso Di Scrittura OnlineSceneggiatura Oct 04, 2019

[Questa è la seconda lezione del Corso Base di Sceneggiatura: se hai perso  l'introduzione al Corso
Base di Scrittura e Sceneggiatura, ti consiglio caldamente di leggerla!]

Cominciamo con le basi: che cos’è una storia?

Se vai a fare la spesa, compri quello che ti serve e torni a casa, tutto liscio, senza
contrattempi, è una storia? No, non nel senso che ha una storia nella narrativa, film inclusi.

E allora che cos’è una storia?

La Storia “Base”
 Il personaggio si trova in una situazione iniziale che possiamo considerare per lui
“normale”. [Normalità]
 Qualcosa sconvolge la normalità. [Crisi]
 Il personaggio reagisce al cambiamento e cerca di ottenere qualcosa. [Desiderio]
 Qualcosa si oppone al suo desiderio e lo ostacola nelle azioni che compie per ottenere
ciò che desidera. [Opposizione]
 Questa opposizione porta alla lotta per conseguire il proprio obiettivo. [Conflitto]
 Nel corso delle vicende il personaggio cambia, un po’ alla volta: la sua visione del
mondo viene messa in discussione e lui si adatta al cambiamento e per questo
comincia a vincere dopo un percorso iniziale di sconfitte. [Cambiamento]

Nota: opposizione e conflitto sono strettamente legati, visto che il conflitto è


semplicemente il frutto visibile dell’opposizione. Se il personaggio rinunciasse al desiderio nel
momento in cui appare l’opposizione, come se nulla fosse, senza entrare in conflitto,
significherebbe che quella cosa non gli importa davvero. Per quanto male, per quanto in
modo fallimentare, il personaggio deve affrontare l’opposizione senza rinunciare. Negli
esempi li considereremo assieme.

Come vedi dall’ultimo punto dell’elenco, idealmente il protagonista compie un arco di


trasformazione che coinvolge la sua interiorità e le sue relazioni, portandolo al mutamento
necessario per vincere… o forse no, forse non cambia in modo utile e qualcosa finirà molto
male!

Parleremo del cambiamento e del difetto fatale di un personaggio a partire dalla prossima
lezione del Corso Base. Il risultato finale, che ci sia o meno un superamento positivo del
proprio difetto fatale, è che abbiamo un mondo della storia e un personaggio mutati.
Normalità, crisi, desiderio, opposizione, conflitto e cambiamento: questi sono gli elementi
cardine di una buona storia, di qualcosa che sia diverso dall’andare a fare la spesa o da una
banale attività che a noi magari può sembrare “avventurosa”, ma che per il personaggio è
semplice routine. E anche noi, quando il protagonista vince senza fatica, ci godiamo molto
meno la storia.

L’opposizione al desiderio del protagonista è ciò che crea la storia. Proprio ciò che
mancava nel nostro esempio iniziale, col personaggio che andava a fare la spesa e tutto filava
liscio! Se il personaggio ottenesse tutto ciò che vuole senza dover affrontare delle avversità,
non sarebbe una storia in senso classico. Sarebbe come guardare coniglini carini che fanno
cose graziose e basta.

Attenzione, ti anticipo un concetto: il personaggio lotta per ottenere qualcosa allo scopo


di non perdere qualcos’altro. Il cambiamento che ha sconvolto la sua vita sta minacciando
qualcosa di importante e lui lotta per non perdere quella cosa.

Pensa a un soldato prigioniero in un campo di concentramento in cui sa che prima o poi


morirà perché la fine della guerra è molto distante e il nemico è brutale, e allora lotta per
evadere: ottenere una fuga di successo ha lo scopo di difendere la sua sopravvivenza.
Entreremo un po’ più nel dettaglio quando parleremo del concetto di posta in gioco.

Tutto abbastanza chiaro? Facciamo qualche esempio, senza preoccuparci dei finali delle
storie o di entrare troppo nel dettaglio sui diversi aspetti tecnici.

L’imprenditore
 [Normalità] Il protagonista ha un lavoro d’ufficio in cui viene poco valorizzato.
 [Crisi] Viene licenziato e deve reinventarsi sul mercato del lavoro, facendo
qualcos’altro.
 [Desiderio] Vuole realizzare il sogno di aprire una pizzeria.
 [Opposizione] [Conflitto] Parte del vicinato non acconsente che il locale ottenga una
licenza per vendere alcolici, per cui la pizzeria non potrà sopravvivere.
 [Cambiamento] Forse trova la fiducia in sé stesso e nelle proprie idee originali che gli
mancava, e arriva a sviluppare un’idea geniale per non avere problemi per l’assenza di
alcol: un ristorante-pizzeria vegetariano con annessa sede di un’associazione culturale
salutista e accordi di promozione reciproca con un centro benessere.

Il soldato veterano
 [Normalità] Il protagonista vive la routine della trincea tra noia, fango e lettere a casa.
 [Crisi] L’Alto Comando ordina un assalto dopo mesi di pseudo-tregua, e il protagonista
teme che il conflitto da ora in poi diventerà un vero bagno di sangue.
 [Desiderio] Il protagonista vuole riuscire a farsi ferire in modo grave, ma non mortale,
per ottenere il congedo.
 [Opposizione] [Conflitto] Il nemico lancia un’offensiva su scala vastissima e il
protagonista rimane isolato con i compagni a lottare per la vita, senza possibilità di
tornarsene a casa con una semplice ferita. È obbligato a partecipare a un’operazione
eroica dietro le linee nemiche come unica chance per tornare a casa.
 [Cambiamento] Forse trova la forza di lottare grazie al cameratismo degli altri soldati
e il suo precedente egoismo, ormai incapace di farlo sopravvivere nella nuova
condizione, viene sostituito dallo spirito di squadra.

La recluta
 [Normalità] Il protagonista si è appena diplomato al liceo.
 [Crisi] Scoppia la guerra e il suo paese è minacciato. Lui è un patriota e assieme ai suoi
compagni di classe, invece di iscriversi all’università, si arruola volontario prima di
ricevere la chiamata.
 [Desiderio] Vuole sopravvivere assieme ai compagni di classe, tutti assegnati alla
stessa compagnia di fanteria.
 [Opposizione] [Conflitto] La compagnia viene annientata. Il capitano esce di testa,
minaccia di sparare ai fuggitivi, e gli unici due compagni di liceo sopravvissuti lo
uccidono e si danno alla macchia. Il protagonista vuole proteggerli e portarli in salvo
senza che si scopra cosa hanno fatto, per evitare a tutti la corte marziale e la
fucilazione.
 [Cambiamento] Forse capisce che la bandiera non è tutto e che le regole non sono
tutto, e che fare la cosa sbagliata, seguire due assassini e disertori, può essere l’unico
modo di fare quella giusta: salvare i propri amici e tornare tutti vivi a casa.

Il riccone
 [Normalità] Il protagonista vive un matrimonio all’apparenza felice e ha una famiglia
come tante.
 [Crisi] Vince alla lotteria e diventa un riccone di colpo.
 [Desiderio] Il protagonista vuole imparare a gestire la ricchezza ottenuta senza che la
sua vita vada a rotoli.
 [Opposizione] [Conflitto] I parenti si lanciano con ricatti morali per fregare soldi al
protagonista.
 [Cambiamento] Forse il protagonista capisce che chi dice di amarlo solo per avere una
parte dei suoi soldi non lo ama davvero.

Il protagonista di ognuna di queste storie alla fine vince, perde o pareggia. In ogni caso lui è
cambiato (magari non nel modo corretto per vincere o troppo poco) e il mondo attorno a lui,
perlomeno quello in cui vive quotidianamente, pure.

Le Storie parlano di Cambiamento


Una storia efficace non è qualcosa che passa senza avere alcun effetto: il mondo e le
persone cambiano quando qualcosa di importante le travolge, anche quando sprofondano
nel fallimento dell’incapacità di adattarsi ai cambiamenti. Anche il personaggio che resiste al
cambiamento “utile per vincere” cambierà a causa degli eventi della storia, seppure non in
modo utile a vincere.

Gestire le differenze tra la sconfitta reale (tragedia), la sconfitta apparente (percorso


eroico riuscito, oppure tragedia mancata) e il pareggio (tragedia mancata per un pelo), non è
facile. Sono sfumature che Dara Marks non tratta nel saggio L’arco di trasformazione del
personaggio, dove si concentra su vittorie nette e sconfitte nette, e di cui mi occupo invece io
nel mio Corso Avanzato.

In particolare tratto il mutamento del personaggio in una tragedia, ovvero come farlo


evolvere nel suo difetto fatale in modo che comunque alla fine fallisca… ma in modo più
dinamico e vario rispetto al tipico personaggio tragico immutabile. Questi però sono
argomenti molto avanzati che, come detto, nemmeno la Marks ha trattato nel suo eccellente
saggio. Non sono questioni idonee a un Corso Base come questo.

Quella che abbiamo visto fino a qui è la struttura minima di una storia classica: qualcuno
vuole qualcosa, qualcun altro gli si oppone e da questo nasce un conflitto che porterà il
protagonista a dover cambiare per trionfare sulle avversità, qualche volta con dei
cambiamenti piccoli e altre volte con dei cambiamenti radicali.

Il cambiamento è necessario anche solo per realismo: ogni esperienza di vita significativa è


tale proprio perché ha un impatto su di noi che, bene o male, molto o poco, comunque ci
cambia.

Nel cuore di una storia c’è un conflitto che nasce dal desiderio che riceve opposizione,
magari da una lotta tra personaggi che desiderano ottenere qualcosa, e l’ottenimento da
parte di un personaggio di ciò che vuole impedisce agli altri di ottenere ciò che loro vogliono.

Potrebbe essere un obiettivo unico, come la vittoria di una gara di automobilismo (se Gino
vince la coppa, Carlo non può averla), oppure può essere una situazione in cui gli obiettivi si
cancellano a vicenda senza però sovrapporsi completamente (i tedeschi vogliono trovare il
commando infiltrato, mentre i soldati del commando vogliono sabotare la diga tedesca e
riuscire a fuggire).

L’ambientazione stessa, talvolta, può essere vista come un personaggio che ostacola il


protagonista fornendo un “attrito”, se la sfida non riguarda un forte antagonista intelligente e
caratterizzato che affronta coi suoi mezzi il protagonista. Pensate al contesto della nave
spaziale irta di pericoli e misteri in Abaddon di Giuseppe Menconi.

Una storia ha bisogno di un protagonista attivo, uno che agisce e tenta di guidare il
proprio destino per affrontare le avversità. Attenti però al significato di “attivo”: anche un
personaggio che si oppone con tutte le sue forze al cambiamento è attivo, perché lotta per
preservare tutto così com’è e si ostina a rifiutare il cambiamento (invece di accettarlo
passivamente) con tutti i mezzi che possiede, nonostante la spinta a cambiare sia sempre più
forte, fino a giungere al proprio destino tragico di “dinosauro” incapace di sopravvivere al
nuovo ambiente.
Un protagonista troppo passivo può essere un grosso problema per un’opera lunga come
un romanzo o un film. Se il personaggio si limita a tentare di reagire e basta agli eventi che lo
travolgono, senza prendere mai l’iniziativa per guidare il proprio destino, l’opera può
funzionare male nonostante vi siano conflitti e cambiamento.

Il vero cambiamento richiede azione, richiede la capacità di superare i propri limiti e tirare
calci nel culo a chi fino a quel momento ci ha fatti rotolare in giro come palle di stracci.
Richiede un personaggio attivo che afferra il proprio destino e comincia a guidare il gioco.
Magari vincerà, magari perderà, ma deve tentare!

I personaggi un po’ passivi possono funzionare nelle opere brevi, come i racconti, perché la
loro passività può essere sfruttata per aumentarne la sofferenza e l’opera sarà terminata
prima che giunga la noia.

Per esempio la bambina protagonista del racconto lungo La Gatta degli Haiku di Giulia Besa
non ha la forza per cambiare la propria vita da sola, patisce la fame e i soprusi, ma
nonostante possa fare ben poco non è del tutto passiva. Agisce per quanto può, si sforza di
inseguire il proprio obiettivo anche se le mancano i mezzi, supportata dalla magica gattina
parlante che ha deciso di aiutarla per ricambiare la gentilezza che la bambina le ha fatto.

Non affronterò in questo manuale il concetto di protagonista “catalizzatore”, quello che


non muta e fa mutare gli altri, perché non è un concetto basilare da conoscere. Nessuno degli
scrittori che ho seguito negli ultimi cinque anni ne ha avuto bisogno per realizzare i propri
romanzi (molti dei quali poi pubblicati). Ne parlerò nel Corso Avanzato per esteso.

Se mettessi ogni singola cosa che ritengo utile che un aspirante scrittore sappia, verrebbe un
corso gigantesco. E non sarebbe più un Corso Base: zero distrazioni coi concetti troppo
avanzati, rimaniamo sui concetti davvero utili per chi sta cominciando!

Quando sarai pronto a entrare in modo approfondito nei dettagli più di nicchia, sganciami i
soldi e prendi il mio Corso Avanzato. Lo sai già che non ti pentirai. ;-)

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