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La maggior parte delle notizie sulla mitologia degli slavi deriva, quindi,
principalmente dagli scritti di missionari e cronachisti cristiani, fonti non
sempre attendibili, poiché caratterizzate sia da un atteggiamento di frequente
disprezzo verso la materia trattata, sia da una commistione tra concezioni pagane e
cristiane già in atto. Tra le poche fonti dirette possiamo annoverare:
Nonostante alcuni studiosi ritengano che gli slavi non possedessero templi o
strutture religiose precise, secondo una forma di druidismo sicuramente presente e
legato ai boschi sacri come luogo di culto, la maggioranza degli storici ritiene
che la religione slava venisse professata in templi costruiti in legno e andati
distrutti con la cristianizzazione. Alcune fonti vogliono che l'ultimo venisse
distrutto dal re dei danesi Valdemar I nel 1168 ad Arkona sull'isola di Rügen,
nella Germania orientale.
Gli slavi hanno lasciato anche monumenti in pietra, come quello ritrovato nel 1848
sul fondo del fiume Zbrucz, un affluente del Dniepr, risalente al IX secolo. Questo
monumento, dell'altezza di 257 cm e del peso di circa 500 kg, è conservato
attualmente nel Museo Archeologico di Cracovia.