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Corale forma importante della polifonia musicale vocale e strumentale di ambito

essenzialmente tedesco, che cresce diventando una vera e propria forma di


elevazione religiosa in musica con l’affermarsi della riforma luterana.
Corale è aggettivo sostantivato di “cantus choralis” e indica un canto omofono o
omofonico, che viene eseguito choraliter, coralmente, cioè tutti all’unisono senza
accompagnamento, durante le liturgie della chiesa cattolica o quella riformata.
Il corale racchiude l’essenza della parola “elaborazione” di questo corso xé
choraliter (coralmente), è una forma di produzione musicale che presuppone una
quantità di situazioni che hanno molta attinenza con il nostro lavoro nel pop,
dato che non è una prerogativa del musicista pop il solismo in sé, quanto invece il
concetto del “suonare insieme” ne fa + parte.
Corale ha funzione liturgica, dell’elevazione del pregare insieme, caratteristica
importante che Lutero e seguaci hanno utilizzato fin dall’inizio x praticare la
riforma, che era basata sulla comprensione del testo, quindi l’uso della lingua
volgare tedesca era importante xè si cantava e si pregava nello stesso
momento almeno a 2 voci, tradizione tutt’ora in vigore nelle liturgie protestanti.
Bach era pagato x produrre corali a 4 voci.
Nella corrente nomenclatura il termine Corale viene riferito a Kirchenlied, canto
di chiesa, in un contesto contrappuntistico variamente elaborato.

Es pag 8 (Walther):
abbiamo un Tenore = Tenor è la voce che governa una gestione
contrappuntistica che esegue una linea che è la “traduzione” in tedesco di un
passaggio di un canto gregoriano.
Sul cantus firmus di pag 10, il tenore riprende quel tema e Walther costruisce
attorno a questo motivo una composizione polifonica a 3 voci di tipo
mottettistico, e infatti è un corale-mottetto. Le 2 voci superiori fanno un
contrappunto.
Praetorius, musicista antecedente a Bach, prende questo motivo e, con un testo
diverso, crea un corale omoritmico.

Pag 10 (Dufay) quello con scritto Hymn 8 e il V romano “Veni Creatus Spiritus” è
l’inizio di un cantus firmus = canto che si cantava in un contesto monacale da
monaci. La scrittura è composta di singoli punti o segni accoppiati (virga, virga
giunta, punti che allungano i tempi di esecuzione), quindi ci si trovava insieme e
si cantava, così era una forma di elevazione e si pregava cantando. Questa
situazione è stata presa da Lutero e seguaci arrivando fino a Bach, diventando il
canto che veniva cantato coralmente e in tedesco.
In questo esempio di Dufay si vede una composizione polifonica a 3 voci basata
appunto sul cantus firmus di cui sopra, con un testo differente, questo a seconda
della funzione.

Pag 11 (Palestrina): scrittura a 6 parti con 2 Cantus, 1 Altus, 2 Tenori e 1 Bassus,


ha una certa complessità .

Pag 12, es 5 Bach Coro: il famoso “Veni Creatus Spiritus” viene tradotto in
tedesco. Il motivo è al soprano ma non è un corale omoritmico ma è già un
corale figurato = che presenta delle figure, dei disegni con dei sotto-ritmi che
convivono fra loro.
Nel corale si canta insieme e si dà l’armonia completa!!!
Il finale di questo corale ha un accordo a 5 voci con una delle note più piccola xè
rappresenta una possibilità alternativa, xè la sensibile al tenore scende x creare
l’accordo completo (il choraliter), ma solo se il basso sale di quarta, e infatti così
è a compensazione di tipo contrappuntistico di questo che anticamente veniva
chiamato il discanto = 2 voci che vanno in direzione opposta.
Ci sono corali dove il basso scende, altri dove addirittura la sensibile scende al
canto xè Bach non faceva le regole, faceva la musica.
Es 6 – Bach organo: abbiamo una nuova elaborazione fatta con uno strumento di
chiesa, l’organo, quindi resta ancora musica di elevazione. Il pedale è scritto in
contrattempo (quando c’è il levare), mentre nelle parti interne c’è un
contrappunto figurato attraverso una figura ricorrente.

Pag 15 – Es 9 a – Bach: scriveva anche delle cantate xè era stipendiato x questo.


Cantata = composizione sinfonico-corale di ampie dimensioni, che era basata
sulla liturgia (dell’Avvento, della Passione....).
Il canto è al soprano che è abbinato al cornetto con soprano = strumento di
ottone. Si abbinano alla melodia il contralto e il basso che scendono di semitono
con figure in diminuzione, cioè riduzione dei valori.
Diminuzione e aggravamento sono procedimenti della tecnica contrappuntistica
che agiscono nel dominio della ritmica, invece la riproposta del motivo nel
dominio delle altezze.
Il contralto si comporta invertendo la ritmica con un procedimento
contrappuntistico di tipo retrogrado, e la differenza con le altre voci sta nella
sillabazione.
Al soprano c’è una sorta di pedale sul Si, contralto e basso producono valori
diminuiti in moto retrogrado cancrizzante rispetto al ritmo dell’originale,
ulteriormente variati, cioé il contralto breve-lunga-lunga-lunga, il basso fa breve-
breve-breve-breve-breve-lunga quindi si crea una poliritmia all’interno della
polifonia.
I violini 1 e 2 nell’ultima misura della pagina sono in super-diminuzione, così la
scrittura crea un contrappunto stretto.

Contrafacta = composizioni polifoniche che utilizzano lo stesso motivo del


preesistente con un testo diverso che può essere un testo sacro o venendo da un
motteto sacro si passa a un mottetto profano o a un madrigale (vedi Vestiva i
colli e le campagne intorno – Rostiva i polli e le castagne in forno).

Pag 16 – Es 9 b: duetto per soli, strumenti e basso continuo. Scrittura a 3 parti


dove abbiamo al Continuo un procedimento con valori uguali ma scritto nello
stile del basso di Murky = danza campestre inglese, scrittura che consisteva nel
far procedere x gradi congiunti una linea saltellando fra 1 ottava e quella sotto,
chiamato anche a ottava spezzata, soprano e contralto contrastano mentre il
basso lega.
Ognuna delle voci ha una sua ben precisa funzione e sono voci complementari

Es 9c: è un corale figurato con l’accompagnamento del basso continuo.

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