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PARTE PRIMA

Anni fa a seguito di un incidente automobilistico il tendine estensore della mano dx si è letteramente


tranciato insieme alla capsula sulla quale fa leva il tendine estensore. Avevo le mani sul volante in uno scontro
frontale con un imbecille che aveva invaso la mia corsia e lo sfondamento del parabrezza ha finito per
danneggiarmi la mano. Alla fine mi è andata bene.

Come spesso avviene non compresero subito che avessi un problema all’estensore. Ho dovuto insistere
perchè riuscivo a piegare il dito ma non più ad alzarlo. E' una sensazione impressionante. Ringrazio chi mi ha
operato perchè ha fatto un eccellente lavoro. Il problema è stato dopo perchè si sono formate delle aderenze
e non riuscivo a piegare il dito quando suonavo. Inoltre il dito medio andava sbilenco. Non avendo più il
cappuccio il mio cervello lo immaginava in un modo e invece il dito andava da un’altra parte e suonava
un'altra nota. Pensavo che ormai il pianoforte fosse andato. Non riuscivo a fare nulla di quello che facevo
prima. Ho dovuto ricominciare tutto daccapo come se non sapessi suonare. Trilli, abbellimenti, legato. Fine.

Ho cominciato a studiare l'anatomia del braccio e della mano, la postura. Ore ed ore.

L'idea era che il problema fosse l'articolazione che era andata.

Quando sentiamo del dolore all'articolazione pensiamo. Forse ho suonato troppo, sto invecchiando oppure
le mie dita non sono più quelle di una volta. Non è così.

Le nostre articolazioni sono una parte integrante del nostro meraviglioso corpo che è una macchina perfetta.
Ma quando qualcosa si inceppa è difficile. Si può andare solo avanti.

Per farla a breve l'intervento aveva creato una sorta di shock di tutta la massa muscolare che va dai flessori
della mano fin su le spalle. Pertanto per poter liberare il dito medio bisognava lavorare su tutta la
muscolatura dal tronco e finanche le gambe.

Così cominciai a fare degli esperimenti e ho finito per inventarmi degli esercizi di stretching della mano
concentrandomi mentalmente sul muscolo che volevo rilassare. All'inizio per isolare la mano dal muscolo
dell’avanbraccio che faceva pressione sulla mano usavo i bracciali per curare l'epicondilidite.

Stringevo il bracciale e suonavo col bracciale molto stretto per qualche minuto per isolare il muscolo
dall'articolazione. Il risultato non era soddisfacente ma notai che quando suonavo col bracciale il dito medio
si piegava. A quel punto capii che il problema erano i muscoli che come un maglio tenevano ingabbiati
l'articolazione della mano.

Quello che è importante in questa storia è di diffidare sempre quando sentite dolore nelle articolazioni
perchè le mani, i piedi, le articolazioni del corpo non sono la causa del dolore ma il riflesso di un problema
che è altrove. Può essere muscolare ma anche ad esempio di natura allergica o di intolleranze alimentari.

PARTE SECONDA
Il corpo è un sistema di leve complesso. Ho quindi cercato nella prima parte di convincervi che le mani non
sono un reparto separato dal corpo ma ne fanno parte integrante. Quando suoniamo non impegniamo solo
le mani ma i muscoli dell'avanbraccio, delle braccia, delle spalle, i dorsali, i lombari, i glutei, gambe e polpacci
( vi risparmio i termini medici).
Se abbiamo un problema di qualunque genere ad uno di questi muscoli, inevitabilmente questo problema si
rifletterà sul nostro modo di suonare. Se abbiamo mal di schiena o un risentimento sciatico o una mialgia ai
pettorali o al fianco inevitabilmente saremo portati ad alterare la postura e a suonare in maniera non
corretta.
Ad esempio io ho le cresce iliache di 8 mm asimmetriche. Ebbene ho scoperto anni fa che quando suono
questa asimmetria mi portava ad avere il braccio sinistro in posizione più elevata rispetto al dx.
Perché? Per allineare il tutto avrei avvertito l'asimmetria che invece in questo modo veniva compensata dal
corpo. Ho dovuto lavorare per acquisire la sensibilità necessaria ad evitare questo errore posturale
esercitandomi e monitorandomi di continuo fino a quando non è diventato naturale.
Non bisogna commettere l'errore di compensare e basta. Bisogna capire da dove viene il problema e come
poterlo affrontare.
Il primo presidio siamo noi. Dobbiamo prima di tutto capire se è un problema legato ad un episodio
temporaneo come aver preso freddo, un raffreddore. Oppure c'è qualcosa di più profondo.
Riporto sinteticamente quanto troverete nel documento "La tendinite agli arti superiori del pianista."
“L’apprendimento di uno strumento, sono determinati da movimenti ripetitivi che possono causare disagio,
tensione e lesioni. Quando suoniamo dobbiamo sempre preoccuparci di gestire al meglio lo stress, concederci
pause di 10 minuti ogni 45 min. Dobbiamo prenderci cura del nostro corpo. Spesso ci concentriamo sullo
strumento musicale dimenticandoci che il primo strumento musicale siamo noi stessi.
Avere un'attività fisica regolare, seguire un'alimentazione e una idratazione corretta. Bere durante le pause
acqua ( e non vino o alcoolici) è importante.
Fare stretching e applicare tecniche di rilassamento. Inoltre non dobbiamo solo avere una postura corretta
quando suoniamo ma anche quando lavoriamo. Altrimenti quel che ripariamo suonando lo guastiamo
lavorando. Non dobbiamo poi mai dimenticare che Il tendine è il prolungamento del muscolo attraverso il
quale esso si inserisce alle ossa e non è quindi una rarefazione intellettuale del nostro cervello.
I tendini traducono in movimento della mano quello che attraverso i muscoli e il cervello trasmettiamo. Se
ad esempio solleviamo un tegame pesante e sentiamo una tensione muscolare o un risentimento come un
leggero stiramento, questo stiramento è già sufficiente a lacerare del 10% le fibre tendinee e quindi
sufficiente a determinare un risentimento alla mano.
La composizione principale del tendine è il collagene
Con l’avanzamento dell’età, l’immobilità, l’inattività o l’utilizzo di corticosteroidi che colpiscono le fibre di
collagene e stravolgono la distribuzione parallela delle fibre, il tessuto si esporrà ad un maggior rischio di
lesioni, strappi e rotture tendinee.
Le cause più comuni nel musicista della tendinite sono la ripetizione e l'uso improprio del gesto.
Poi ci sono fattori predisponenti:
Le donne (65%) sono due volte più a rischio rispetto agli uomini (35%).
I musicisti che suonano uno strumento a tastiera o ad arco sono più colpiti.
Condizione fisica del musicista, la grandezza delle sue braccia e delle sue mani.
L’ipermobilità articolare (34% dei musicisti risentono un dolore agli arti superiori).
L’inabilità di compensare l’ipermobilità con un controllo muscolare adeguato.
L’aumento dei tempi e dell’intensità di studio.
Il sintomo più evidente è un dolore lieve nella zona interessata, che s’intensifica quando si stira il tendine
compromesso. Per esempio nel caso dei flessori della mano, nel flettere la mano o anche eseguendo una
pressione su di esso,
Nel caso della tendinite ai flessori e agli estensori della mano, il dito compromesso può restare
temporaneamente bloccato in una determinata posizione sia in flessione che in estensione.
Una delle patologie più sottovalutate è la sindrome da surmenage: utilizzo eccessivo o improprio della
muscolatura. Essa è caratterizzata da dolori persistenti e negli stadi più avanzati da debolezza, affaticamento
e difficoltà motorie. Le zone più colpite sono il collo, la schiena, le spalle, le braccia, gli avambracci, i gomiti,
le mani, i polsi e le dita.
Secondo uno studio su 485 musicisti d’orchestra professionisti, il 65% risulta colpito dalla sindrome da
surmenage. Il violino e il piano, sono gli strumenti a maggior rischio di sviluppare problematiche del genere.
Questo perchè il violino e il piano sono strumenti che non coinvolgono solo una parte del corpo ma l'intera
struttura muscolare-scheletrica e neurovegetativa.
Quindi il miglior modo per evitare complicazioni ai tendini è la prevenzione e il miglior modo di fare
prevenzione è il riscaldamento e stretching
Ad esempio quando provate a suonare il n. 16 e 17 del Gradus di Clementi cercate di percepire esattamente
dove sentite la tensione nelle braccia, spalle e ovunque avvertite opposizione.
Il lavoro di dissociazione muscolare dovrà concentrarsi esattamente laddove sentite la tensione più che
continuare a velocizzare la mano. Perchè se non risolverete la tensione a monte non solo non risolverete i
problemi tecnici ma ritroverete poi da dover affrontare una bella tendinite.
Tutto questo potrete leggerlo meglio nel file Kitty “"La tendinite agli arti superiori del pianista."
PARTE TERZA
Le tendinopatie non vanno trattate allo stesso modo se si hanno 10 20 40 o 50 anni. Perchè il sistema di leve
del corpo umano ha una elasticità e una capacità di adattamento e di compensasione diversa a seconda delle
varie età.
I tempi di recupero sono diversi ma è proprio il tessuto connettivo che cambia. Non voglio entrare troppo nel
tecnico. Io l'ho studiato per curarmi visto che a nessuno interessava. Cercherò di restare sul pratico e sulla
base della mia esperienza empirica. Il tessuto connettivo riveste una particolare importanza dal punto di vista
posturale. Non riuscivo a comprendere la ragione perchè man mano che procedevo con il processo di
guarigione del tendine del medio la tensione muscolare saliva come allocazione.
Prima all'avanbraccio, poi ai deltoidi infine ai dorsali. Dorsali non lombari. Accadde per puro caso che ero
sceso di peso. Un paio di kili. Quando andai a fare i miei soliti esercizi notai con mio stupore che le tensione
si era spostata e che facendo gli esercizi in estensione e flessione il blocco del tendine del dito medio tendeva
finalmente a localizzarsi a livello muscolare in un preciso punto dei miei dorsali che attraverso lo yoga e il
rilassamento non solo diminuiva la tensione ma soprattutto il dito aveva riacquistato la flessibilità originaria.
Suonando riuscivo di nuovo ad avere sufficiente forza ma nello stesso tempo il dito era assolutamente
rilassato sia singolarmente che in rapporto al resto della mano.

Aggiungo che il calo di peso era stato conseguenza di una dieta ricca di frutta, fibre, acqua etc.
Ora i Glucosaminoglicani ad esempio formano una sostanza simil-gel nel tessuno connettivo altamente
idratata. Se noi non abbiamo una alimentazione adeguata, siamo disidratati, mangiamo male, assimiliamo
alcoolici, carne e quant'altro a seconda dell'età, del tipo di metabolismo e di salute generale del nostro
organismo, la nostra capacità di far fronte ad una tendinopatia sarà diversa.
Chi ad esempio suona da quando aveva 9 anni riesce a sostenere meglio situazioni di stress dovuto a cattiva
alimentazione, cattivo allenamento, sedentarietà etc.
Mentre invece chi ad es. riprende dopo anni a suonare e magari lo fa senza l'adeguata preparazione fisica,
senza un supporto tutoriale adeguato, senza una conoscenza dello stato generale del proprio corpo sarà
esposto molto più facilmente a straschichi negativi.
Ma la cosa più singolare è che spesso accade di leggere che la colpa viene assegnata a questioni specifiche
del tipo : sto sbagliando esercizio o sto sbagliando ad eseguirlo?
Spesso questi problemi che da punto di vista efficiente sono l'occasione per far nascere problemi che se
invece correttamente impostati all’interno di un programma generale che coinvolge tutto il corpo e la mente
non avremo in linea di massima conseguenze.
Magari saremo delle schiappe a suonare, ma almeno non avremo dolori alle mani.
Dicevo che quando suoniamo da sempre, il nostro corpo è allenato strutturalmente. Nel senso che il nostro
organismo riesce a compensare meglio gli scompensi dovuti ad una cattiva alimentazione, idratazione e stato
di salute. Mentre invece quando riprendiamo ad una certa età o addirittura ci avviciniamo per la prima volta
allo studio del piano i problemi sono notevolmente diversi. Il corpo è rigido sia muscolarmente che a livello
di articolazioni e ci vuole tempo, allenamento e una alimentazione corretta per metterlo in condizione di
ricevere le giuste informazioni dal contatto con il pianoforte.
Aggiungiamo un altro fattore che genera un depistaggio notevole nella nostra formazione.
Spesso accade che se si riprendono gli studi dopo anni si compra un digitale e questo errore è fatale. Il mio
non è un pregiudizio ma un dato di fatto. Suonando un digitale dimenticatevi di imparare a suonare legato e
a gestire gli accenti. Questo riuscite ad ottenerlo solo con un acustico che vi impone il confronto con la corda
che è sempre in agguato. Per cui accade che il corpo impara a rilassarsi con il digitale ma quando poi anche
per caso accade di suonare sull'acustico, la musica cambia e le articolazioni tenderanno ad irrigidirsi e quello
che era un legato diverrà un terribile accentato.
Insomma analizzare i problemi separatamente vi farà avere una conoscenza parziale delle cose e anche le
soluzioni saranno inevitabilmente parziali

Grazie per l’attenzione. Se posso essere utile con indicazioni e suggerimenti sono a disposizione ma
ricordate, sono uno di voi non un medico o un fisiatra della mano.
Vittorio Chiummo

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