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saldatura di tubi e
raccordi in polietilene
Pubblicato nel 2013
IIS Progress s.r.l., Gruppo Istituto Italiano della Saldatura
Lungobisagno Istria, 15 16141 Genova (Italia)
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www.iisprogress.it
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Principali processi di saldatura di tubi e raccordi in polietilene
Numerose sono le normative internazionali che definiscono le modalità di esecuzione della salda-
tura ad elementi termici per contatto di giunti testa a testa di tubi e/o raccordi in polietilene: utili
riferimenti possono essere la norma tedesca DVS 2207 parte 1, la norma olandese KVGN 85/85,
la norma ISO/TC138/SC4 n. 619, soprattutto la norma UNI 10520: di seguito verrà dato ampio
spazio alle indicazioni riportate nella norma italiana, pubblicata nel 1997.
Si consideri peraltro che la vigente norma italiana, la citata UNI 10520, considera la saldatura di
tubazioni e raccordi realizzati con resine sino ad MRS 8.0; nel caso di materiali superiori, come
per MRS 10.0 (PE 100), è stato approvato uno specifico documento (che presto sarà recepito in
ambito UNI) per valutare opportunamente le differenze esistenti in termini di saldabilità.
1.2. Saldatura con elemento termico di tubi e raccordi fino a MRS 8.0
Tubi e raccordi devono essere prelevati da stoccaggi eseguiti secondo le norme di buona tecnica,
come specificato in altro capitolo della presente pubblicazione.
Poiché le modalità di trasporto e di carico/scarico dei materiali in cantiere potrebbero aver deter-
minato il danneggiamento della fornitura, è necessario effettuare l'esame visivo e dimensionale
dei materiali da assemblare.
Per le tubazioni, in particolare, è necessario verificare che le superfici, interna ed esterna, siano
esenti da intagli e graffiature rilevanti: alcune normative, ad esempio, richiedono che un intaglio di
profondità superiore al 10% dello spessore del tubo sia da considerarsi inaccettabile e, pertanto, il
manufatto non possa essere messo in opera.
E', inoltre, importante verificare che siano rispettate le tolleranze relative allo spessore, al diame-
tro esterno qualunque (Deq) e all'ovalizzazione massima ammessa dalle norme di prodotto.
Tubi eccessivamente ovalizzati potrebbero causare problemi durante la saldatura testa a testa
con termoelemento come, ad esempio slivellamenti troppo elevati: è raccomandabile che l'ovaliz-
zazione valutata con la relazione:
De max − De min
De
sia contenuta entro il 1.5%.
Qualora siano riscontrati valori superiori è possibile fare ricorso ad attrezzi riarrotondatori, che
deformano meccanicamente il tubo per riportarlo nell’ambito delle tolleranze dimensionali previ-
ste.
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Processo di saldatura ad elementi termici per contatto di giunti testa a testa
Prima di procedere alle attività di saldatura propriamente dette si deve valutare l'efficienza delle
apparecchiature di saldatura che dovranno essere impiegate, effettuando almeno le seguenti veri-
fiche:
a) verifica dell'efficienza della strumentazione di misura in dotazione alla saldatrice
(manometro, termostato, temporizzatori);
b) verifica della temperatura del termoelemento, con l'ausilio di un termometro digitale tarato:
in ogni punto delle due superfici non devono verificarsi scostamenti superiori a ± 10°C ri-
spetto alla temperatura impostata sul termostato;
c) verifica dello stato di efficienza dei supporti a ganasce della saldatrice, affinché possa es-
sere assicurato il corretto allineamento dei pezzi da saldare e il pian - parallelismo delle
superfici a contatto.
All'inizio di ogni giornata di lavoro (oppure di ogni turno di lavoro) è, inoltre, opportuno verificare le
condizioni di buon funzionamento delle attrezzature: è raccomandabile, ad esempio, eseguire un
giunto saldato di prova prima di dare inizio ai lavori di posa in opera.
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Principali processi di saldatura di tubi e raccordi in polietilene
Come si descriverà più approfonditamente nel prosieguo, i saldatori addetti all'esecuzione di giun-
ti saldati testa a testa con termoelemento devono possedere le conoscenze tecniche e le capacità
operative sufficienti a garantire l’esecuzione di giunti saldati delle desiderate caratteristiche. Data
la particolarità dei processi di saldatura utilizzati per tubi e raccordi di PE è fondamentale che i
saldatori siano stati adeguatamente addestrati e, in funzione di quanto prescritto dalle norme di
prodotto applicabili e/o dalle specifiche tecniche contrattuali, certificati secondo i requisiti della
normativa nazionale.
Dal 1991 è in vigore in ambito nazionale la norma UNI 9737, che prevede per il procedimento ad
elemento termico la classe di qualifica PE-2, con validità limitata ad un diametro esterno massimo
di 315 mm. Nel caso di diametri maggiori è prevista un’integrazione a tale classe, che assume
quindi la nuova denominazione di PE-2-D.
La norma UNI 9737 è rigorosamente applicabile al solo caso di MRS non superiore ad 8.0; qualo-
ra si saldino resine superiori, ferma restando la distinzione tra le due classi di diametri, è necessa-
ria una nuova integrazione alle classi suddette, che divengono quindi PE-2-S e PE-2-D-S.
Si ricorda, infine, che il certificato deve essere in corso di validità (la validità è di tre anni dalla da-
ta di emissione) e deve riportare le firme semestrali attestanti la continuità lavorativa del saldato-
re.
Prima di effettuare il posizionamento dei pezzi da saldare, è necessario rimuovere ogni traccia di
sporcizia, unto, grasso, polvere o altro, sia dalla superficie esterna che interna delle estremità,
impiegando un panno pulito, esente da filacce, imbevuto di adeguato liquido detergente.
Sulla scelta del tipo di liquido
detergente è raccomandabile far
ricorso a prodotti consigliati diret-
tamente dai produttori delle resi-
ne; risultano comunque adatti
allo scopo cloruro di metilene,
tricloro-etano, clorotene, alcool
etilico, alcool isopropilico.
Figura 1.2. - Pulitura delle superfici
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Processo di saldatura ad elementi termici per contatto di giunti testa a testa
Il bloccaggio degli elementi da saldare nelle ganasce della saldatrice deve avvenire in modo che
le superfici da saldare risultino piano parallele tra di loro: lo spostamento del supporto mobile de-
ve avvenire senza attriti rilevanti, ricorrendo, eventualmente, all'impiego di carrelli o sospensioni
oscillanti su cui far scorrere le tubazioni.
I tubi e/o raccordi devono essere posizionati (figura1.3) in modo tale che, in ogni punto della cir-
conferenza esterna, il disassamento massimo risulti inferiore a:
0.1 x s
(s = spessore degli elementi da saldare, in mm)
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Principali processi di saldatura di tubi e raccordi in polietilene
Terminata la fresatura è sempre opportuno esaminare il truciolo per verificare l'assenza di difetti
di fabbricazione, quale, ad esempio, potrebbe essere la presenza di macchie chiare dovute ad
una non corretta dispersione del nerofumo nel materiale del tubo.
Si ricorda, inoltre, che la fresatrice deve essere avviata prima di avvicinare le estremità e deve
essere spenta solo dopo il loro allontanamento.
Al termine della fresatura, i trucioli devono essere rimossi dalla superficie interna dei componenti
da saldare impiegando una spazzola o una straccio pulito.
In ogni modo le superfici fresate non devono più essere toccate con mano o sporcate in altro mo-
do: a tal fine le operazioni di saldatura devono seguire immediatamente la fase di preparazione,
ricorrendo, qualora tracce di polvere si possano essere depositate, nel frattempo, sulle superfici
fresate, alla pulizia con panno imbevuto di liquido detergente.
Pressione
p1+pt
1 5 6
p2 2 3
Tempo
t1 t2 t3 t4 t5 t6
La saldatura di giunti testa a testa di tubi e/o raccordi con procedimento ad elementi termici per
contatto deve essere eseguita realizzando in modo corretto le differenti fasi del ciclo di saldatura,
di seguito descritte.
Fase 1: Accostamento e preriscaldamento
Fase 2: Riscaldamento
Fase 3: Rimozione del termoelemento
Fase 4: Raggiungimento della pressione di saldatura
Fase 5: Saldatura
Fase 6: Raffreddamento
Durante il ciclo di saldatura, il saldatore deve applicare i parametri (temperatura del termoelemen-
to, pressioni, tempi) idonei ad ottenere una giunzione di adeguata efficienza. A tale proposito, di
seguito, sono riportati i parametri raccomandati nella normativa nazionale: in particolare, le durate
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Processo di saldatura ad elementi termici per contatto di giunti testa a testa
delle singole fasi sono riferite ad una temperatura di circa 20°C e alle condizioni ambientali de-
scritte al precedente punto.
Prima di avviare le operazioni di saldatura, la temperatura del termoelemento deve essere impo-
stata ai seguenti valori:
Spessore Temperatura
< 12 mm T = 210°C + 10°C
> 12 mm T = 200°C + 10°C
Si noti che, per garantire il necessario equilibrio termico, è necessario attendere almeno 5 inter-
venti del termostato dal raggiungimento della temperatura impostata prima di iniziare le operazio-
ni di saldatura.
Il termoelemento deve essere posizionato nella saldatrice in modo corretto, in modo da garantire
la sua stabilità sugli appoggi del basamento della saldatrice.
I lembi da saldare vengono accostati al termoelemento ad una pressione pari a p1 + pt.
Il valore della pressione p1 deve essere tale
per cui le superfici da saldare, a contatto con il
termoelemento, siano soggette ad una pres-
sione pari a 0.15 N/mm2: per ottenere tale con-
dizione, il valore della pressione p1 deve esse-
re di norma ricavato dalle tabelle fornite dal
Costruttore della saldatrice, perché esso di-
pende, a parità di diametro e spessore degli
Figura 1.6 - Accostamento e preriscaldamento
elementi da saldare, dalla sezione del cilindro
di spinta del circuito di comando della saldatrice e, quindi, può variare a seconda del modello di
attrezzatura impiegata.
Qualora non fossero disponibili i valori tabellari suggeriti dal Costruttore della saldatrice, il valore
p1 può essere calcolato mediante la relazione:
2 0.15 × S sald
p 1 (N/mm )=
S cil
dove: Ssald = area degli elementi da saldare = π × (De2 - Di2)/4, con De e Di, rispettivamente,
diametro esterno ed interno degli elementi.
Scil = sezione del cilindro di spinta del circuito di comando.
Con il simbolo pt si indica invece la "pressione di trascinamento" necessaria a vincere gli attriti
dovuti alla saldatrice e al peso della tubazione bloccata sulla guida mobile, che ostacolano il libe-
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Principali processi di saldatura di tubi e raccordi in polietilene
ro movimento della guida stessa: il valore della pressione di trascinamento è misurato direttamen-
te sul manometro in dotazione alla macchina, muovendo la guida mobile; il valore da considerare
è la più piccola pressione in grado di determinare lo spostamento della guida mobile.
Tale valore varia in funzione delle condizioni specifiche di saldatura e, pertanto, può essere deter-
minato solo sperimentalmente: in ogni modo esso non deve risultare superiore al valore della
pressione p1 ricavata dalle tabelle del Costruttore della saldatrice: in questo caso è necessario
ricorrere all'impiego di carrelli mobili o sospensori oscillanti per facilitare lo spostamento della tu-
bazione.
La fase di preriscaldamento alla pressione (p1 + pt) ha termine quando, su entrambi i lembi di sal-
datura, si è formato un cordolo di larghezza A, espressa in mm, pari a:
A = 0.5 + 0.1 x s
(s = spessore degli elementi da saldare, in mm)
La durata di questa fase viene, quindi, determinata valutando visivamente la dimensione del cor-
dolo esterno formatosi per fuoriuscita del materiale rammollito. L'accostamento in pressione al
termoelemento ho lo scopo di:
a) eliminare ogni residua traccia di sporcizia dai lembi da saldare, espellendola all'esterno,
b) garantire che ogni punto delle superfici da saldare vada contemporaneamente a contatto
con il termoelemento e, quindi, che il ciclo di riscaldamento possa aver inizio uniformemen-
te in ogni zona degli elementi oggetto della giunzione: un accostamento a pressione inferio-
re potrebbe non determinare tale effetto, nel caso di un non perfetto parallelismo delle su-
perfici a contatto.
Fase 2: Riscaldamento
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Processo di saldatura ad elementi termici per contatto di giunti testa a testa
ad un evidente incremento della temperatura delle superfici degli elementi a contatto con il termo-
elemento.
Dalle considerazioni sopra esposte risulta evidente che la durata della fase di riscaldamento deve
essere attentamente controllata: il valore raccomandato per tale periodo, espresso in secondi, è:
t2 = (12 x s) .± s
(dove s = spessore degli elementi da saldare, in mm)
Durante questa fase i lembi vanno posti a contatto, incrementando progressivamente la pressione
al valore (p5 + pt) dove p5 = p1 = 0.15 N/mm2 e pt è la pressione di trascinamento: la determinazio-
ne dei valori di p5 e pt è identica a quanto già descritto relativamente alla Fase 1.
E' importante che l'applicazione della pressione (p5+pt) non avvenga in modo brusco, per evitare
un’eccessiva fuoriuscita di materiale rammollito dalle superfici accostate con il conseguente ri-
schio di mancanze di fusione all'interno del giunto: al contrario, una lenta salita in pressione facili-
ta il raffreddamento delle superfici prima che sia completata la compenetrazione degli strati ram-
molliti.
In tale fase risulta, quindi, determinante l'esperienza del saldatore nell'applicare la corretta rampa
di pressione: la normativa nazionale raccomanda che tale operazione si compia in un tempo
(espresso in secondi) pari a:
t4 = 4 + 0.4 x s
(dove s = spessore degli elementi da saldare, in mm)
Fase 5: Saldatura
Durante questa fase i lembi vanno mantenuti a contatto, alla pressione (p5 + pt), per un tempo t5
(espresso in minuti) pari a:
t5 = 3 + s
(dove s = spessore degli elementi da saldare, in mm)
In tale periodo prosegue il raffreddamento della saldatura fino ad una temperatura che può essere
stimata, mediamente, in 60 ÷ 70°C e si completa la giunzione degli elementi.
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Principali processi di saldatura di tubi e raccordi in polietilene
Fase 6: Raffreddamento
Terminata la fase di saldatura (Fase 5), la pressione di contatto viene annullata e il giunto può
essere rimosso dalla saldatrice, purché tale operazione non comporti eccessive sollecitazioni che
potrebbero determinare rotture in una saldatura che non ha ancora raggiunto la piena efficienza,
essendo la sua temperatura ancora non trascurabile (60 ÷ 70°C).
E' pertanto fondamentale che la giunzione venga sollecitata solo a completo raffreddamento, ov-
vero al raggiungimento della temperatura del materiale base della tubazione non interessato dal
ciclo termico di saldatura: il raffreddamento deve avvenire in modo naturale, evitando raffredda-
menti accelerati con acqua, aria compressa o altri metodi e provvedendo a proteggere adeguata-
mente la zona di saldatura dagli agenti atmosferici avversi (pioggia, vento, eccessivo irraggiamen-
to solare).
Sulla base di tali motivazioni alcune normative internazionali e nazionali (norme olandesi KVGN,
norma ISO/TC 138/SC4 N619), racco-
mandano di non rimuovere la giunzione
dalla saldatrice prima che sia trascorso un
periodo di tempo, espresso in minuti, pari
a 1.5 x s (essendo s lo spessore in mm),
con un massimo di 20 min: tale valore può
essere considerato idoneo a garantire, in
condizioni ambientali normali, un suffi-
ciente raffreddamento della saldatura che,
pertanto, potrà essere movimentata senza
rischi di rottura.
Figura 1.8 - Raffreddamento della giunzione
esame visivo
a) Controlli non distruttivi: esame dimensionale
esame tramite asportazione del cordolo
Le indagini non distruttive di tipo strumentale (ad esempio, controllo radiografico e/o controllo ul-
trasonoro) non sempre si dimostrano in grado di rilevare le possibili difettologie presenti e, pertan-
to, non possono oggi essere raccomandate per un controllo di qualità di saldatura in polietilene.
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Processo di saldatura ad elementi termici per contatto di giunti testa a testa
D’altra parte, nel caso della radiografia, sussisterebbero anche forti limitazioni legate alla pericolo-
sità connessa con il metodo, scarsamente applicabile in zone fortemente popolate, quali centri
abitati.
Malgrado tali limitazioni, si ricorda che esiste in Italia un riferimento normativo per l’esame radio-
grafico di giunti saldati su materiali termoplastici e compositi a matrice polimerica: la norma UNI
10660.
Restano, pertanto, i tradizionali esami visivo e dimensionale che, tuttavia, possono fornire utili
indicazioni sulla qualità del lavoro svolto in quanto, per la natura stessa del procedimento di sal-
datura, la non corretta forma del cordolo di saldatura è indice di una poco accurata esecuzione.
L'esame visivo riguarda, di norma, le seguenti verifiche:
a) uniformità del cordolo di saldatura: la larghezza deve risultare uniforme su tutta la circonfe-
renza del giunto;
b) profondità dell'intaglio al centro del cordolo: deve rimanere al di sopra del diametro esterno
degli elementi saldati;
c) presenza di porosità, inclusioni di polvere o altre contaminazioni sulla superficie esterna del
cordolo: non devono evidenziarsi, in nessuna misura;
d) presenza di rotture superficiali (inaccettabili);
e) eccessiva lucentezza della superficie del cordolo: non si deve manifestare, essendo indice
di surriscaldamento;
f) disassamento degli elementi saldati: non deve risultare superiore al 10% del loro spessore.
Nella tabella sono riportate le cause più probabili dei difetti riscontrabili con esame visivo.
E' evidente che l'esame visivo non permetta di rilevare i difetti interni allo spessore di saldatura
che, invece, in polietilene, risultano nella maggior parte dei casi, critici per l'affidabilità in servizio
della condotta.
Nella tabella 1.2 vengono riassunti i tipi di discontinuità più probabili e le cause che sono all'origi-
ne di difetti interni: tra questi, la mancanza di fusione tra i lembi, dovuta ad una non corretta impo-
stazione dei parametri di saldatura (temperatura del termoelemento troppo bassa o, comunque,
non uniforme, tempo di riscaldamento limitato, salita in pressione di saldatura troppo brusca) è
certamente il difetto più frequente e più temuto.
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Principali processi di saldatura di tubi e raccordi in polietilene
Surriscaldamento o applica-
Rottura del cordolo zione di un carico prima del
completo raffreddamento
Dal punto di vista normativo, si segnala l’esistenza in ambito europeo della norma EN 13100-1
intitolata “Non destructive testing of welded joints of thermoplastics semi -finished products – Part
1: visual examination”, la quale si limita, peraltro, ad indicazioni di carattere generale sulle modali-
tà di conduzione dell’esame.
In ambito
− la DVS 2206, il cui titolo tradotto in italiano è “Controllo di
materiali e manufatti in materiale termplastico”, che com-
prende, tra gli altri metodi di controllo, anche l’esame visivo
e quello dimensionale;
− la norma DIN 32502, che fornisce un’interessante classifica-
zione e codifica multilingue, con figure e commenti esplicati-
vi, delle principali difettologie su giunti saldati in materiale
termoplastico. Figura 1.9 - Esame dimensio-
L'esame dimensionale deve permettere di accertare la regolarità nale di giunti saldati
e l'uniformità del cordolo, fattore che testimonia una corretta esecuzione della saldatura.
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Processo di saldatura ad elementi termici per contatto di giunti testa a testa
Bmax+Bmin
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c) in un qualsiasi punto, la massima differenza tra i due cordoni S1, S2 costituenti il cordolo,
(figura 1.11), deve risultare inferiore a:
− 10% di B, nel caso di saldatura tubo - tubo,
− 20% di B, nel caso di saldatura tubo - raccordo o raccordo - raccordo;
Larghezza Larghezza
Spessore Spessore
cordolo cordolo
3 4÷6 22 13÷18
4 4÷7 24 14÷19
5 5÷8 27 15÷20
6 6÷9 30 16÷21
8 7÷10 34 17÷22
9 8÷11 40 18÷23
11 9÷12 45 20÷25
13 10÷14 50 22÷27
16 11÷15 55 24÷30
18 12÷16 60 26÷32
19 12÷18 65 28÷36
Tabella 1.3 - Valori della larghezza del cordolo in relazione allo spessore
Figura 1.10 - Uniformità della larghezza Figura 1.11 - Differenti spessori tra cordoli
del cordolo
Con opportune attrezzature è possibile asportare il cordolo esterno della saldatura senza danneg-
giare il materiale circostante.
Esaminando visivamente la parte interna del cordolo asportato e piegandolo più volte è possibile
trarre alcune indicazioni sulla qualità del giunto saldato.
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Principali processi di saldatura di tubi e raccordi in polietilene
Controlli distruttivi
A causa del particolare comportamento del materiale (soggetto a deformazioni permanenti in fun-
zione del tempo, della temperatura e della pressione cui è sollecitato), per determinare la qualità
di un giunto saldato testa a testa ad elementi termici per contatto le prove più significative risulta-
no quelle "a lungo termine": esse possono essere prove a pressione o prove di trazione eseguite
in condizioni di temperatura elevata, ad esempio 80°C, per accelerare il processo di scorrimento
viscoso.
Tali prove hanno, però, lo svantaggio di richiedere tempi di esecuzione e costi elevati: esse, quin-
di, hanno applicazione nella delicata fase di messa a punto di nuovi procedimenti di saldatura o
nella verifica della saldabilità di nuovi materiali ma difficilmente possono essere eseguite in can-
tiere.
In tali casi è possibile effettuare prove "a breve termine", a temperatura ambiente, con disponibili-
tà immediata dei risultati e costi di esecuzione nettamente inferiori.
Tra le più significative devono essere ricordate le seguenti:
Deve essere prelevate una serie di provette trasversali rispetto alla saldatura e una serie di pro-
vette in materiale base: il numero di provette varia in funzione del diametro dei tubi saldati (6 per
D ≥ 90 mm, 4 per D < 90 mm).
Il tipo di provette e le modalità di prova devono essere normalizzate: un’utile guida può risultare
l'Appendice D della norma UNI ISO 4437 (figura 1.12).
Sulla serie di provette con al centro la salda-
tura il cordolo deve essere accuratamente
rimosso con idonea attrezzatura, per garanti-
re una superiore ripetibilità dei risultati della
prova.
Il coefficiente di efficienza della saldatura è
espresso dalla relazione :
Figura 1.12 - Provette di trazione secondo UNI ISO
4437 Rs(sald)
f =
Rs(mb)
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Processo di saldatura ad elementi termici per contatto di giunti testa a testa
dove: Rs(sald) = media carico di snervamento della serie di provette con al centro la saldatura,
Rs(mb) = media carico di snervamento della serie di provette prelevate in materiale base.
Tale valore non deve risultare inferiore a 0.9. Inoltre, la rottura delle provette deve avvenire dopo
snervamento del materiale base (casi 2-3-4-5, figura 1.13): rotture che avvengano prima di rag-
giungere lo snervamento (caso 1, figura 1.13) devono considerarsi indice di scadente qualità della
saldatura.
5
1 2 3
Tale provino è quello previsto dalla norma UNI 9737 relativamente alla prove da effettuare sui
saggi di qualificazione dei saldatori; l’uso di questo provino non consente tanto una verifica quan-
titativa delle caratteristiche tensili della saldatura quanto una valutazione qualitativa del suo com-
portamento: è infatti molto importante l’analisi della superficie di rottura (indicativa della duttilità
della saldatura), che richiede comunque una certa esperienza nel caso di spessori significativi,
data la maggiore tendenza ad un comportamento più fragile (vedere le tre diverse tipologie di
comportamento nella figura 1.15).
Anche per le prove di trazione su provini trasversali al giunto saldato sono in fase di definizione le
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Principali processi di saldatura di tubi e raccordi in polietilene
La duttilità della saldatura può essere sperimentata attraverso l'esecuzione di prove di piegamen-
to, normalmente effettuata al diritto e al rovescio del giunto; per spessori maggiori va inoltre consi-
derata la prova di piegamento laterale, particolarmente significativa per evidenziare difetti al cen-
tro dello spessore o comunque non affioranti in superficie.
Le dimensioni delle provette e le caratteristiche geometriche dell'apparecchiatura di prove devono
essere normalizzate (figura 1.16).
Per ciascuna prova, l'angolo minimo di piegamento non deve risultare inferiore ad un valore pre-
stabilito: un riferimento significativo è dato dalla vigente norma UNI 10520, che analogamente alla
nota DVS 2203 Parte 1 richiede un angolo minimo di piegamento in funzione dello spessore del
provino.
Anche per la prova di piegamento in saldatura è in fase di ultimazione una norma in ambito euro-
peo: la EN 12814-1 intitolata Testing of welded joints for thermoplastics semi - finished products –
Part 1: bend test”.
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Processo di saldatura ad elementi termici per contatto di giunti testa a testa
La prova, di esecuzione più complessa rispetto alle precedenti, consiste nel sottoporre ad uno
sforzo assiale di trazione, di entità costante, un campione costituito da due spezzoni di tubo sal-
dati: esso viene afferrato dalle morse di un dinamometro o viene fissato, con opportuni dispositivi,
alle piastre di una pressa che lavori in apertura.
Contemporaneamente allo sforzo assiale, il campione è soggetto ad una pressione interna pari a
50 mbar. Il campione deve resistere ad una tensione predeterminata (19 MPa per PE-A, 15 per
PE-B) senza che si manifestino rotture o cali di pressione.
Modalità di prova più dettagliate sono descritte nella norma UNI 9736.
1.3. Saldatura con elemento termico di tubi e raccordi MRS > 8.0
Come anticipato all’inizio del presente capitolo, la saldabilità delle resine con MRS 10.0 (PE 100)
presenta, secondo alcuni produttori, alcune differenze rispetto a quelle con MRS 8.0 (o inferiori).
Si ritiene pertanto utile riassumere brevemente gli aspetti principali emersi nel corso dei lavori di
uno specifico gruppo di specialisti, riassunti in un documento recentemente affidato all’UNI, per
approvazione.
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Principali processi di saldatura di tubi e raccordi in polietilene
Le operazioni di pulizia delle superfici, bloccaggio delle estremità, fresatura e controllo della pre-
parazione dei lembi da saldare devono essere eseguite analogamente al caso della saldatura di
tubi e raccordi di PE 80.
Per spessori < 20 mm, la saldatura di giunti testa a testa di tubi e/o di raccordi in polietilene del
tipo PE100 con il processo ad elementi termici per contatto deve essere eseguita seguendo le
diverse fasi del ciclo di saldatura previsto in UNI 10520, punto 9: sono quindi valide le modalità
normalmente impiegate per il PE 80 (o inferiori).
La sola modifica da evidenziare riguarda la temperatura del termoelemento, che deve essere im-
postata al valore T = 215 ± 5° C.
Per spessori ≥ 20 mm è stato ritenuta tecnicamente opportuna l’adozione del ciclo di saldatura
con “duplice pressione“, descritto nella figura 1.17.
Dove:
Fase 1 : Accostamento e preriscaldamento
Fase 2 : Riscaldamento
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Processo di saldatura ad elementi termici per contatto di giunti testa a testa
19
Principali processi di saldatura di tubi e raccordi in polietilene
Fase 2: Riscaldamento
Formatosi il cordone di larghezza A, la pressione di contatto dei lembi con il termoelemento viene
ridotta al valore P2. In questa fase occorre mantenere i lembi a contatto con il termoelemento per
un tempo t2 espresso in secondi pari a:
(10 x s) + 60
essendo s lo spessore, espresso in mm.
Rimuovere il termoelemento, facendo attenzione a non danneggiare i lembi riscaldati degli ele-
menti da saldare. La rimozione deve essere rapida, per evitare un eccessivo raffreddamento dei
lembi riscaldati.
Il periodo di tempo, espresso in secondi, compreso tra la rimozione del termoelemento e la messa
in contatto dei lembi (fase 4) deve comunque essere minore di:
t3 = 4 + 0,3 x s
essendo s lo spessore, espresso in mm.
Fasi 5 e 6 : Saldatura
Mantenere i lembi a contatto a pressione (P5 + Pt) per un tempo di 10 secondi. Successivamente,
ridurre la pressione a valore P6 e mantenere il contatto per un tempo espresso in minuti pari a:
t6 = 3 + s
essendo s lo spessore, espresso in mm.
Fase 7 : Raffreddamento
Terminato il periodo di saldatura (fase 6), il giunto saldato può essere rimosso dalla saldatrice ;
durante la rimozione e fino a completo raffreddamento il giunto non deve essere sottoposto a par-
ticolari sollecitazioni : in questo periodo si deve, inoltre, provvedere a proteggere la saldatura da-
gli agenti atmosferici (pioggia, vento, eccessivo irraggiamento solare).
La durata della fase 7, espressa in minuti, non deve essere inferiore a:
t7 = 1,5 x s
essendo s lo spessore, espresso in mm.
Il raffreddamento del giunto saldato deve avvenire in modo naturale: non sono ammessi raffred-
damenti accelerati con acqua, aria compressa o altri metodi.
Sui parametri di saldatura indicati in 5.5.2.9, sono ammesse le seguenti tolleranze:
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Processo di saldatura ad elementi termici per contatto di giunti testa a testa
P1 - P5 = ± 0.02 N/mm2
P6 = ± 0.01 N/mm2
t2 = ± 3 s
t4 = ± 1 s
T5 - T6 = ± 10 %
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Principali processi di saldatura di tubi e raccordi in polietilene
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Processo di saldatura per elettrofusione
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Principali processi di saldatura di tubi e raccordi in polietilene
La tecnica di assemblaggio mediante raccordi elettrosaldabili nasce nella seconda metà degli an-
ni '50 ma si afferma definitivamente negli anni '80, principalmente a seguito degli studi sperimen-
tali, condotti da Gas de France e successivamente da British Gas, finalizzati all'impiego di questo
sistema di saldatura nella realizzazione di giunzioni di condotte per il trasporto di gas combustibi-
le: è proprio in questo settore di applicazione che il processo per elettrofusione ha maggiore svi-
luppo, per le sue caratteristiche di semplicità e rapida esecuzione, nonché per l'introduzione di
figure geometriche, come i raccordi per presa in carico con derivazione laterale, particolarmente
vantaggiose nella realizzazione degli allacciamenti di utenza alla rete principale.
Ad oggi, il processo di saldatura per elettrofusione è diffusamente impiegato in Europa e nel mon-
do per le realizzazioni di reti di distribuzione gas, acqua e altri fluidi in pressione.
Notevole è lo sviluppo dell'applicazione di tale tecnologia anche in Italia anche se la norma, per
propria carenza, prevede l'impiego di raccordi elettrosaldabili per reti gas (UNI 8850+FA1) e non
nel campo dell'acquedottistica.
Anche per la saldatura ad elettrofusione è necessario verificare la "compatibilità" dei materiali in-
teressati alla giunzione: è il produttore dei raccordi che deve fornire all'utilizzatore adeguate infor-
mazioni tecniche, a seguito di risultati sperimentali, sui differenti tipi di polietilene costituenti il tubo
che possono essere saldati in modo affidabile con il proprio raccordo.
Una seconda importante indicazione che deve essere trasferita all'utilizzatore è il campo di dia-
metri e spessori delle tubazioni che possono essere saldate con un particolare tipo di raccordo.
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Processo di saldatura per elettrofusione
Si tenga, infatti, presente che il raccordo elettrosaldabile, classificato di serie S5 per gas, (PN10
per acqua), saldato su tubazioni di classi inferiori, soprattutto se di piccolo diametro e, quindi, di
piccolo spessore (S12.5 o PN4) potrebbe determinare il collassamento del tubo stesso per ecces-
sivo calore apportato durante il processo di saldatura.
2.2.1. Saldatrice
Per effettuare la giunzione mediante raccordi elettrosaldabili devono essere utilizzate apposite
saldatrici, costituite da un dispositivo erogatore di energia che può essere a comando manuale,
semiautomatico o automatico: tale dispositivo regola la quantità di energia necessaria in funzione
a quanto viene richiesto dal circuito elettrico incorporato nel raccordo elettrosaldabile.
Contrariamente a quanto avviene per il processo di saldatura testa a testa con termoelemento,
dove la saldatrice ha carattere universale, ovvero è in grado di realizzare giunzioni tra tubi e/o
raccordi di tipo e marca qualsiasi, l'impiego della raccorderia elettrosaldabile presuppone l'adozio-
ne di determinate apparecchiature elettriche che siano in grado di fornire appropriati valori di e-
nergia, in relazione alla resistenza elettrica e alla geometria del raccordo.
Ad oggi, le saldatrici per elettrofusione si differenziano sostanzialmente per due caratteristiche
principali:
− possibilità di effettuare saldature di raccordi provenienti da una o più case produttrici;
− modalità di impostazione dei parametri operativi di tipo manuale o automatico.
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Principali processi di saldatura di tubi e raccordi in polietilene
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Processo di saldatura per elettrofusione
Ad oggi, la maggior parte dei produttori di raccordi presentano manufatti dotati di codice a barre,
per cui l'adozione delle saldatrici polivalenti può garantire libera scelta tra le marche di raccordi
disponibili sul mercato.
In alcuni tipi di saldatrici polivalenti, inoltre, è prevista la duplice modalità di impostazione dei dati,
manuale ed automatica, per cui l'operatore può ricorrere all'inserimento manuale dei dati di rico-
noscimento del raccordo riportati sul codice a barre, qualora, ad esempio, la lettura con penna
ottica risulti difficoltosa, oppure nel caso che un particolare tipo di raccordo non disponga del codi-
ce a barre ma siano disponibili, per informazioni del produttore, i dati di saldatura necessari
(tensione di saldatura, tempo di saldatura).
Le caratteristiche delle saldatrici da cantiere per le saldatura ad elettrofusione di tubi e/o raccordi
di PE sono trattate nella recente norma 10566, cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.
L'alimentazione delle saldatrici per elettrofusione può avvenire, generalmente, mediante la rete a
220V, 50 Hz o tramite un gruppo elettrogeno: per ogni determinato tipo di apparecchiatura, il fun-
zionamento è consentito qualora vengano rispettati gli intervalli di tensione di alimentazione (ad
esempio 190 ÷ 260 V) e di frequenza (ad esempio, 50 ÷ 60 Hz) raccomandati dal Costruttore.
Nel caso di impiego di motogeneratore è necessario verificare che la sua tensione a vuoto non
risulti superiore alla tensione massima ammissibile per la saldatrice; risulta, inoltre, opportuno,
dopo aver avviato il generatore, attendere un certo tempo (qualche minuto), prima di collegare la
saldatrice che, terminato il lavoro, dovrà essere sempre scollegata prima di arrestare il generatore
stesso.
La tensione di saldatura, ovvero la tensione di uscita della saldatrice, dipende dal tipo di raccordo
impiegato: esistono sistemi di saldatura alimentabili a 24 V, a 39.5 V, a 48 V e a 220 V.
In genere, le macchine polivalenti prevedono la saldatura nel campo 0 ÷ 50 V, per poter garantire
la più ampia gamma di scelta: in alcuni casi è anche prevista la possibilità di impiegare raccordi a
220 V.
Il campo di temperatura esterna ammissibile per l'impiego della saldatrice è di solito -10°C + 40°
C: al di fuori di tale intervallo il funzionamento non è avviato o viene interrotto.
La saldatrice deve poter garantire, in ogni momento, l'interruzione automatica dell'erogazione di
energia in caso di malfunzionamenti e deve essere dotata di idonei sistemi per l'individuazione e
la segnalazione delle anomalie avvenute. Tra i più frequenti problemi che possono intervenire
durante il processo di saldatura sono da ricordare:
a) tensione di alimentazione inferiore al valore minimo previsto;
b) temperatura esterna al di fuori del campo di funzionamento;
c) interruzione del circuito a valle della saldatrice, a causa di un collegamento difettoso, dello
sgancio dei connettori o dell'interruzione della resistenza elettrica del raccordo;
d) corto circuito a valle della saldatrice dovuto, ad esempio, ad un contatto accidentale dei
connettori.
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Principali processi di saldatura di tubi e raccordi in polietilene
Riassumendo, quindi, i requisiti minimi cui devono soddisfare le saldatrici per elettrofusione pos-
sono essere considerati i seguenti:
a) fornire il quantitativo di energia richiesto dal particolare tipo di raccordo, interrompendone
l'erogazione in modo automatico al raggiungimento del valore richiesto;
b) regolare automaticamente l'erogazione di energia richiesta in funzione di possibili variazioni
della temperatura ambientale;
c) segnalare eventuali malfunzionamenti, interrompendo automaticamente l'erogazione di
energia;
d) soddisfare le prescrizioni legislative vigenti in materia di sicurezza sul lavoro: a tal proposito
si ricorda che normalmente le operazioni di saldatura vengono eseguite in ambienti umidi e,
spesso, in presenza di acqua.
In ogni caso, il produttore della saldatrice è tenuto a fornire all'utilizzatore almeno le seguenti indi-
cazioni:
− tipo e marca dei raccordi che possono essere saldati con la propria apparecchiatura;
− tipo e caratteristiche delle sorgenti elettriche utilizzabili, rete elettrica e/o motogeneratori,
indicando la potenza elettrica richiesta e le tolleranze limite sulla tensione e sulla frequenza
di alimentazione entro le quali è garantito il corretto funzionamento;
− campo di temperatura ambiente entro il quale è permessa l'esecuzione della saldatura;
− estremi delle omologazioni per la rispondenza alle prescrizioni in materia di sicurezza.
2.2.2. Raschiatore
Per effettuare la corretta asportazione dello strato d'ossido presente sulla superficie esterna del
tratto di tubo interessato alla saldatura è necessario impiegare idonei utensili, noti con i termini
"raschiatore" o "raschiatubo".
In commercio esistono attrezzi di tipo manuale, a lama diritta intercambiabile, di costo assai limi-
tato o di tipo meccanico, in cui l'asportazione dello strato è ottenuta generalmente mediante un
utensile a coltello disposto secondo l'asse del tubo che viene posto in rotazione manualmente con
apposita leva o da un motorino elettrico, garantendo, così, una raschiatura uniforme della superfi-
cie interessata: i raschiatori manuali, se correttamente utilizzati, danno risultati accettabili, soprat-
tutto su limitate porzioni di superficie, e quindi, sono consigliati per tubi di piccolo e medio diame-
tro, mentre per dimensioni superiori risulta evidente il vantaggio di impiegare strumenti meccaniz-
zati.
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Processo di saldatura per elettrofusione
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Principali processi di saldatura di tubi e raccordi in polietilene
de max − de min
x100
de
dove: demax, demin sono le dimensioni massime e minime del diametro esterno misurate sull'estre-
mità;
de è il diametro esterno nominale.
Ovalizzazioni superiori, che potrebbero pregiudicare la corretta esecuzione del giunto saldato,
devono essere corrette facendo ricorso ad opportuni attrezzi quali i riarrotondatori o, non avendoli
a disposizione, mediante gli stessi collari allineatori.
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Processo di saldatura per elettrofusione
Inconvenienti possono derivare anche dall'eccessiva curvatura del tratto da saldare: il problema è
particolarmente frequente nelle tubazioni fornite in rotoli.
La curvatura si riduce notevolmente lasciando il tubo srotolato per un certo tempo: è, quindi, rac-
comandabile che i tubi vengano srotolati almeno 24 ore prima della loro posa in opera. Qualora
tale soluzione non sia applicabile, è possibile controcurvare il tratto di tubo bloccato nel collare
allineatore: in questo caso, però, lo spezzone usato come leva deve essere asportato. Per ridurre
la curvatura possono essere, inoltre, impiegate idonee attrezzature disponibile in commercio.
In ogni modo non è ammesso impiegare fonti di calore per recuperare eventuali ovalizzazioni o
ridurre la curvatura dei tubi.
Le estremità dei tubi opposte alla zona di saldatura devono essere sigillate con tappi in plastica
che devono essere forniti a corredo dei tubi stessi, per evitare l'effetto di correnti d'aria durante la
fase di saldatura.
Per quanto riguarda i raccordi elettrosaldabili, è necessario verificare che ognuno di essi sia con-
tenuto in apposite confezioni protettive sigillate, possibilmente singole, da cui deve essere prele-
vato solo immediatamente prima del loro impiego.
Una volta estratto dalla sua busta protettiva, il raccordo deve essere accuratamente esaminato
per verificare che le superfici siano esenti da difetti e che l'avvolgimento delle spire sia regolare,
senza anomali accavallamenti.
E' inoltre opportuno effettuare alcuni controlli dimensionali su una adeguata campionatura per
verificare la conformità alle norme di riferimento; quale esempio, tolleranze dimensionali sui rac-
cordi elettrosaldabili sono riportate nel Prospetto I della norma UNI 8850+FA1.
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Principali processi di saldatura di tubi e raccordi in polietilene
Di seguito vengono descritte, in modo dettagliato, le fasi in cui si evolve la saldatura per elettrofu-
sione di manicotti e di prese in carico.
Pulitura Inserimento
Posizionamento
Saldatura Raffreddamento
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Processo di saldatura per elettrofusione
Prima di iniziare l'operazione di raschiatura delle estremità, per la rimozione dello strato d'ossido,
si deve eliminare ogni traccia di fango, polvere, unto o altra sporcizia eventualmente presente
sulle superfici esterna ed interna dei tubi nella zona di saldatura. La pulizia va effettuata con
stracci puliti, asciutti ed esenti da filacce, imbevuti di idoneo liquido detergente. I seguenti prodotti
possono essere ritenuti adatti allo scopo :
− cloruro di metilene;
− alcool isopropilico;
− tricloro etano clorotene;
− acetone.
Non è consentito l'impiego di altri prodotti quali trielina, alcool denaturato, benzina.
Su tutta la superficie esterna da saldare, lo strato di ossidazione superficiale, formatosi durante lo
stoccaggio delle tubazioni per effetto delle condizioni atmosferiche (raggi solari, pioggia, umidità),
deve essere asportato in modo completo e uniforme su tutta la circonferenza.
L'operazione deve essere condotta con idonei raschiatori, manuali o meccanizzati, mentre non è
consentito l'impiego di tela smeriglio, carta abrasiva, raspe o altri attrezzi di fortuna: in ogni modo
la raschiatura deve interessare una profondità pari a circa:
0.1 mm per D < 63 mm
0.2 mm per D > 63 mm
La lunghezza di tubo sottoposto a raschiatura deve risultare superiore alla lunghezza del raccordo
elettrosaldabile, per un tratto non inferiore a 10 mm di ciascuna estremità.
Qualora non tutta la superficie esterna del tubo risulti agevolmente accessibile, ad esempio, nel
caso di un intervento su un tratto di tubazione già posata in scavo, è possibile aiutarsi con uno
specchio per verificare la corretta esecuzione della raschiatura.
Terminata la raschiatura, le estremità dei tubi da saldare possono essere ripulite con idonei liquidi
detergenti seguendo le modalità sopra descritte.
La superficie interna del raccordo elettrosaldabile non deve essere assolutamente sottoposta a
raschiatura: il raccordo deve essere estratto dalla sua confezione protettiva solo immediatamente
prima del posizionamento sulle tubazioni e deve essere sottoposto solo a pulizia mediante liquidi
detergenti.
Per ultimo, si vuole ulteriormente sottolineare la necessità di effettuare sempre l'operazione di
raschiatura in modo attento e accurato: prove sperimentali, condotte recentemente, hanno mo-
strato, nel caso di saldatura ove l'operazione di raschiatura non era stata eseguita o era stata rea-
lizzata in modo non accurato, la rottura del giunto, con sfilamento del tubo dal raccordo, nel breve
volgere di pochi mesi dalla messa in esercizio delle linee.
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Principali processi di saldatura di tubi e raccordi in polietilene
Come si è già accennato precedentemente, è condizione necessaria per una corretta esecuzione
della saldatura, l'impiego dei collari allineatori che tengano bloccati gli elementi, tubi e raccordi,
durante l'evolversi del processo, nelle fasi di riscaldamento e successivo raffreddamento.
Prima di procedere all'inserimento è opportuno segnare, su almeno un terzo della circonferenza
di entrambe le estremità dei tubi da saldare, la profondità di inserimento, pari a metà della lun-
ghezza complessiva del raccordo, impiegando una matita cerosa o altro sistema che, comunque,
non incida la superficie della tubazione.
Questa operazione può essere superflua nel caso si utilizzino raccordi corredati di battute interne
di arresto, che facilitano il corretto posizionamento dei tubi all'interno del manicotto.
Poiché diversi sono i tipi di raccordi disponibili, raccordi a gioco o a serraggio, raccordi con battuta
o senza, per effettuare correttamente le operazioni di inserimento e bloccaggio degli elementi da
saldare è opportuno ricorrere alle istruzioni dei produttori dei raccordi stessi.
Nel caso di raccordi a gioco, ad esempio, si procede inserendo il manicotto per tutta la sua lun-
ghezza sul tubo e fissando il tubo stesso nel collare allineatore: successivamente il secondo tubo
viene posizionato nell'estremità opposta del collare allineatore e si fa scorrere il manicotto in bat-
tuta alla ganascia opposta, se la distanza delle ganasce è stata prefissata in modo da centrare il
raccordo; in alternativa si fa scorrere il raccordo fino a raggiungere il segno di profondità di inseri-
mento marcato sul tubo.
Il montaggio delle prese a collare prevede il serraggio di 4 bulloni di accoppiamento dal semigu-
scio inferiore a quello superiore: l'operazione dovrebbe avvenire con chiave dinamometrica, appli-
cando la coppia di serraggio indicata dal Produttore del raccordo stesso.
Nel caso di prese a settore, si deve necessariamente fare uso di adatto posizionatore che tenga
bloccato il raccordo sul tubo per tutto il periodo di saldatura e del successivo raffreddamento.
2.5. Saldatura
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Processo di saldatura per elettrofusione
ripetere l'operazione purché si abbia cura di attendere il completo raffreddamento del giunto fino a
temperatura ambiente e si riparta da tempo zero: la ripetizione del ciclo di saldatura è permessa,
però, una sola volta.
2.6. Raffreddamento
Terminata la fase di saldatura è possibile sconnettere i morsetti dei cavi di alimentazione dal rac-
cordo.
La rimozione del collare allineatore, o di altro attrezzo posizionatore, impiegato durante la saldatu-
ra per il bloccaggio degli elementi da collegare deve essere effettuato solo dopo completo raffred-
damento, per non sollecitare la giunzione: per tale motivo è necessario attendere il tempo indicato
dai produttori dei raccordi che, comunque, si consiglia non essere inferiore a 20 minuti. In tale
periodo il giunto saldato non deve essere movimentato né sottoposto ad altra sollecitazione ester-
na e deve essere adeguatamente protetto nel caso di condizioni atmosferiche avverse.
E' raccomandabile, inoltre, che terminata la saldatura, il giunto venga contrassegnato in modo da
poter sempre accertare l'identificazione del saldatore che ha eseguito il lavoro, nonché la data e
l'ora di saldatura.
A tale scopo il mercato offre anche stampanti direttamente collegabili alla saldatrice che sono in
grado di memorizzare i dati necessari.
Anche la foratura delle prese deve essere eseguita solo a completo raffreddamento del giunto
saldato e, comunque, non prima di 20 minuti dal termine del ciclo di saldatura.
L'operazione deve essere realizzata con idonea attrezzatura (perforatore a fresa nel caso di pre-
se con derivazione laterale, fresa a tazza nel caso di prese con derivazione ortogonale) e secon-
do le modalità indicate dal Produttore del Raccordo elettrosaldabile.
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Principali processi di saldatura di tubi e raccordi in polietilene
monte dell'inizio lavori per la verifica della procedura di saldatura adottata (tipo di raccordi, appa-
recchiatura di saldatura e parametri relativi) o durante lo svolgimento dei lavori, qualora i risultati
delle prove a "breve termine" qui descritte, evidenzino una scarsa qualità, non imputabile alle ca-
pacità operative del personale interessato alla messa in opera ma alle tecnologie impiegate.
Figura 2.9 - Esame visivo di giunti saldati per elettrofusione (esempi di difettologia)
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Principali processi di saldatura di tubi e raccordi in polietilene