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II DOMENICA DI AVVENTO

Convertirsi e precorrere
Is 11,1-10. Sai 71 e Rm 15,4-9. Mt 3,1-12

ACCOGLIENZA. In questa seconda domenica sono proposti alla nostra attenzione due predicatori dell'Avvento, che
precedettero Gesù e ne annunciarono la venuta in terra: il profeta Isaia e Giovanni il battezzatore. Essi invitavano i loro
contemporanei a preparare la strada al Messia.
Ci metteremo al loro ascolto, e forse come loro ci sentiremo spinti ad annunciare il Signore, per preparare le sue vie
in mezzo agli uomini del nostro tempo: mediante la conversione del cuore, e la testimonianza della vita. Non sempre
finora ne siamo stati capaci, e domandiamo perdono al Signore.

SIGNORE GESÙ, tu vieni a noi come fratello per liberarci dall'ostacolo del peccato e renderci figli di Dio. Signore,
pietà.
CRISTO GESÙ, tu ci inviti a venirti incontro col rinnovamento interiore, mentre noi ci attardiamo in lunghe soste e
giri oziosi lontano da te. Cristo, pietà.
SIGNORE GESÙ, tu vuoi che diventiamo testimoni credibili del tuo amore, mentre noi ci lasciamo assorbire da
pensieri e preoccupazioni tanto spesso materiali. Signore, pietà.

Nella PRIMA LETTURA il profeta lsaia, otto secoli prima di Cristo, preannuncia al popolo di Israele la venuta del
Messia. In un testo pieno di immagini poetiche descrive il Messia come un nuovo germoglio, su cui si posa lo Spirito di
Dio con la ricchezza dei suoi doni.
Il Messia è detto re misericordioso e giusto; il suo regno, regno di pace. Ne è segno anche la natura che non appare
più selvaggia e ostile, ma pacificata e in armonia.

San Paolo nella SECONDA LETTURA invita i cristiani di Roma a prendere come modello di vita il Signore Gesù, a
fare propri i suoi sentimenti. Gesù si è messo a servizio degli uomini suoi fratelli, e come lui devono compor tarsi i
cristiani, con perseveranza, a gloria di Dio, Padre di tutti gli uomini.

OMELIA. Su una cosa sono concordi gli studiosi, storici, sociologi ecc., anche non cristiani: la venuta di Gesù sulla
terra è stata l'avvenimento storico centrale, più ricco di conseguenze, l'avvenimento che ha cambiato il mondo.
Un evento così complesso e pieno di significati, che gli uomini non finiscono di studiano e di approfondirlo.
Anche noi siamo qui per cercare di capire cosa significhi per la nostra vita il fatto che Dio ci ama, e come segno
d'amore ci ha donato il Figlio Gesù.

Il Vangelo che abbiamo ascoltato ci aiuta a capire. Ci presenta il Precursore di Gesù: Giovanni detto il Battista, cioè il
battezzatore.
E il Precursore. Parola curiosa. Sappiamo che «cursore» è chi corre molto. C'è nel computer: quel quadratino nero
che è in continuo movimento... E c'è anche nel calcio: chiamano cursore un atleta con quattro polmoni e fiato da
vendere... La particella «pre-» significa davanti. Quindi pre-cursore: uno che corre innanzi. E annuncia!
Nell'antichità, quando un imperatore stava per giungere in una località, inviava un messo ad avvertire; la gente gli
correva incontro, e magari si affrettava ad aggiustare le strade e i ponti per spianargli l'arrivo. In questo senso Giovanni,
e prima Isaia, sono stati precursori di Gesù.
Giovanni, detto il battezzatore, era contemporaneo di Gesù: dal Vangelo di Luca sappiamo che era imparentato con
lui, e aveva pochi mesi più di lui. E annunciava Gesù, rendendogli una piena testimonianza.
1. Testimoniava la sua grandezza: «Io non sono degno di portargli i sandali». Con questa iperbole indicava la
differenza incolmabile dei due livelli: l'umano e il divino.
2. Più esplicitamente, Giovanni faceva riferimento diretto a Dio.
- Diceva: «Io battezzo in acqua» (un semplice simbolo di purificazione);
- e subito aggiungeva: «Colui che viene dopo di me [cioè Gesù], vi battezzerà in Spirito Santo». Cioè la sua opera
avrà l'esplicito sigillo di Dio.
3. Inoltre, presentava Gesù come giudice degli uomini e dei popoli.

Lo ha indicato come giudice ricorrendo all'immagine del ventilabro. Chissà se in campagna lo si usa ancora. E una
pala corta e larga, che serviva un tempo a separare il grano dalla pula. Col ventilabro, sull'aia, si lanciava in aria il
grano, contro vento: i chicchi pesanti cadevano giù, la pula leggera era portata lontano dal vento.
Gesù col ventilabro in mano aveva il compito di giudicare e separare:
separava il buon grano, da ciò che non valeva niente e si buttava via, la pula.
Così Giovanni preannunciava Gesù. Dunque, precursore. Tanti andavano ad ascoltarlo, andavano a farsi battezzare da
lui sul fiume Giordano:
- gente di buona volontà, che si sentiva a disagio con Dio e avvertiva il bisogno di inaugurare un'esistenza più pulita,
- ma anche i farisei sovente pieni di superbia, che spadroneggiavano, e i pubblicani, che erano alleati con i romani, e
contro il loro popolo. E il Battista li trattava con estrema durezza: li insultava, li chiamava «razza di vipere!».

In concreto, che cosa proponeva anche a loro? Il suo programma si riassumeva in una parola: convertitevi.
Il verbo greco che ci ha consegnato Matteo nel Vangelo è metanoeìn, che significa: cambiare mentalità, cambiare
modo di pensare.
Segno che pensavano sbagliato. Eh, sì. Un grosso errore molto diffuso era questo: gli Israeliti si consideravano figli di
Abramo (cioè suoi discendenti), e per ciò stesso si ritenevano già salvi. Consideravano il patriarca Abramo, uomo pieno
di fede, amico di Dio, di sicuro accolto da Dio nel suo regno. Pensavano di conseguenza che anche loro, per il semplice
fatto d'essere discendenti d'Abramo, erano salvi. E magari si ritenevano liberi da tanti impegni morali...
Invece Giovanni Battista scardinava queste loro certezze. Li ammoniva: «Non dite fra voi: abbiamo Abramo per
padre! Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre!». E imponeva loro: «Fate frutti degni di
conversione». Come dire: se non cambiate mentalità, l'essere figli di Abramo non vi serve. Siete solo come la pula, che
il vento disperde.
È un pericolo che corriamo anche noi, cristiani. Ci viene da dire: ma io sono cristiano! e intanto sono venti secoli che
i cristiani si fanno guerra tra loro e fanno guerra agli altri. Il rischio è che il nome cristiano si riduca a un'etichetta, per di
più falsa: come se su una bottiglia scrivessimo spumante, e dentro ci fosse il metanolo.

Ecco dunque il programma che il Battista proponeva allora in favore di Gesù: diceva: «Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri». Sembra un programma per i dipendenti Anas, che tengono in ordine le nostre strade. Ma è
per tutti. Pensiamo quando in una città, in una nazione, arriva in visita il Papa, il Presidente della Repubblica. Come si
sgobba per preparargli le strade. Per Gesù si tratta di altro genere di preparativi, interiori: non le cose, ma i] cuore.
È Dio che viene a noi nella persona del Figlio suo Gesù. L'iniziativa è sua, però non vuole fare tutto lui. Dio richiede
la nostra collaborazione. Il Regno lo si costruisce tutti insieme. La Comunità, la parrocchia, la famiglia cristiana.
Anzitutto - ci ricorda il Battista - Gesù attende da noi la nostra conversione. Oggi. La attende oggi, non chissà
quando, o sul letto di morte. Sapete quel proverbio arguto, che dice: «Quando non si puo più, si ritorna al buon Gesù».
O questi altri, anch'essi ironici: «Il diavolo quando è vecchio si fa eremita», «Il lupo senza denti si fa monaco». Invece
«Il cristiano è un uomo che deve convertirsi ogni giorno» (Graham Greene).

Oggi noi moderni, e automobilisti, conosciamo bene una parola che somiglia a conversione, anche nel significato:
inversione. Diciamo inversione di marcia, «inversione a U». Si fanno due sterzate nette sullo stesso lato, e mentre prima
si andava da una parte, ecco che si va nella direzione opposta. Quale inversione dovremo fare per andare incontro al
Signore?
* A volte occorrono inversioni proprio totali, a U, per imboccare la direzione opposta. Ricordiamo il caso raccontato
da Manzoni, dell'Innominato. La notte del dubbio. «Dio! Dio! Ma c'è poi questo Dio?» E alla fine cade in ginocchio.
Conversioni clamorose.
 Ma più spesso, per gente di buona volontà, non occorrono le drastiche inversioni a U. Si andava un po' storti, si
raddrizza quanto basta.
Che cosa faremo noi, in questo Avvento? Non esistono ricette valide per tutti. Ciascuno nella sua situazione ha da
fare le sue scelte, le sue sterzate. Ascoltiamo con attenzione la nostra coscienza, ed essa ce lo dirà.

Se realizziamo questa nostra conversione, ecco che diventiamo anche noi precursori del Signore, suoi testimoni nel
mondo.
Che cosa, ci spiega il Manzoni, aveva spinto l'Innominato alla conversione? Semplice: l'essersi imbattuto in persone
che vivevano veramente da cristiani: il card. Borromeo, fra Cristoforo, il sarto, Lucia... Questi testimoni della fede lo
avevano fatto tornare a Dio. È un'avventura che si può ripetere per tanti nostri compagni di viaggio, se noi siamo testi-
moni di Cristo al loro fianco.
Ed è un prodigio meraviglioso. Diceva il pensatore cristiano Sòren Kierkegaard: «Dio crea dal nulla. Dirai: è cosa
mirabile. Certo, ma egli fa una cosa ancor più mirabile: dai peccatori crea dei santi».
A Natale faremo tanti bei regali alle persone a cui vogliamo bene. Ma anche il Signore si attende da noi un dono: la
conversione del cuore.
Saremo così anche noi precursori, come Giovanni annunceremo agli altri: «In mezzo a voi c'è uno che voi non
conoscete», uno che ha parole di vita eterna.

Chiamati alla conversione e alla testimonianza, chiediamo ora al Signore, nella PREGHIERA DEI FEDELI, che ci
renda capaci di preparare nel mondo la via a Gesù che viene.

Preghiamo insieme e diciamo: Insegnaci, Signore, a preparare le tue vie.

* Preghiamo per la santa Chiesa di Dio. Essa è chiamata a essere per l'umanità un segno di conversione, di unità e di
pace. Perché col contributo anche piccolo dei cristiani possa essere sempre più un centro luminoso e accogliente per
tutti gli uomini, preghiamo.
* Per i vescovi, i sacerdoti e i diaconi. Perché aiutati dalla grazia di Dio sappiano vivere per il Vangelo, e annunciare
a tutti la liberazione da ogni forma di schiavitù e la vita eterna, preghiamo.
 Per il nostro Paese e per quanti sono responsabili del suo avvenire. Per chò si muovano nelle realtà terrene
impegnandosi diligentemente nella ricerca del bene comune, preghiamo.
* Per il popolo cristiano. Perché si prepari al Natale offrendo a Dio un cuore puro come quello di Maria, dove Gesù
possa nascere ancora e trovare spazio per il suo regno di giustizia e di pace, preghiamo.
* Per la nostra comunità (parrocchiale). Perché la Parola di Dio sia da noi accolta con fede, ci renda capaci di
conoscere i valori dello spirito portati al mondo da Cristo, e ci doni la forza di incarnarli negli ambienti della vita
quotidiana, preghiamo.

O DIO NOSTRO PADRE, illumina le nostre menti e rafforza le nostre volon tà, perché la nascita del tuo
figlio a Betlemme ci trovi pronti a venirti incon tro, e a convertirci al tuo amore. Te lo chiediamo per
Cristo nostro Signore.

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