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MARIO FULGONI

“GUIDA AL METODO”

Manuale di musica
Manuale di solfeggio
Manuale di teoria
Dettati

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I l Manuale di Musica Il metodo è impostato sulla si-
costituisce il nucleo dell’intero stematicità nello sviluppo della
metodo e nasce dall’esigenza di varietà ritmica e melodica: siste-
cambiare radicalmente l’atteggia- maticità e non ripetitività, tipica
mento didattico nei confronti di quest’ultima dell’apprendimento
una materia che da tempo necessi- per imitazione. La maggior parte
ta di una ristrutturazione profonda dei metodi, anche classici, è infatti
dall’interno anche nell’ottica della basata sul principio di presentare
riforma degli studi musicali, oggi una determinata figura ritmica o
in atto. un certo intervallo per un nume-
Lo scopo che il Manuale si pre- ro illimitato di volte, fintanto che
figge è il raggiungimento dell’au- l’allievo non lo sappia eseguire
tonomia nella lettura ritmica e sostanzialmente ‘ad orecchio’.
melodica, nella scrittura e nella Ferma restando l’importanza di
consapevolezza tonale e interval- far verificare costantemente con
Il presente opuscolo nasce stratificate nel corso di anni di lare. Per questo motivo è essen- l’orecchio ciò che la voce intona
dall’esigenza di offrire un sus- lavoro con gli studenti e di con- ziale eliminare la dannosa abi- e ciò che in vari modi si può rea-
sidio didattico per l’uso corretto fronto con i colleghi, hanno por- tudine di far lavorare gli allievi lizzare ritmicamente, è prioritario
e funzionale del metodo, che si tato alla redazione delle varie unicamente per imitazione: questa offrire all’allievo la chiave razio-
abitudine produce risultati appa- nale per inquadrare e risolvere i
è configurato nella sua attuale parti del metodo, date alla stampa renti ma effimeri soltanto con gli singoli problemi in modo auto-
fisionomia in tempi e modi non in momenti successivi (nel 1985 studenti musicalmente molto do- nomo e consapevole. Per favorire
omogenei, sviluppandosi sulla il Manuale di Musica, nel 1989 il tati. A parte qualche breve esem- l’autonomia e la precisione nella
base di precedenti dispense, for- Manuale di Solfeggio e i Dettati, plificazione ogni qualvolta venga lettura ritmica ci si avvale di al-
mulate e distribuite ad uso esclu- tra il 2002 e il 2005 il Manuale di impostato un nuovo problema, cune tecniche che verranno qui
l’insegnante deve intervenire solo chiarite: la pronuncia della sillaba
sivo di classi di Teoria e Solfeg- Teoria). dopo l’interpretazione che l’allie- pam e i modi diversi di eseguire
gio dei Conservatori di Mantova, Si è resa pertanto necessaria la vo ha fornito del singolo esercizio gli esercizi ritmici, l’importanza
Parma e Piacenza, e della classe pubblicazione di considerazioni o del singolo frammento, al fine di fondamentale della collocazione
di Solfeggio e Armonia dell’Isti- ed esempi intesi a chiarificare perfezionarne l’esecuzione. Non ritmica perseguita con vari mezzi,
tuto Nazionale Studi sul Jazz di intenzioni didattiche implicite e si dovrà pertanto intervenire mai la cura della dizione ritmica, l’uso
per suggerire, ma piuttosto per di velocità diverse, l’impostazio-
Parma. a sottolineare l’unità del metodo offrire un punto di riferimento al ne sempre razionale dei gruppi
La sperimentazione e le conse- attraverso precisi raccordi tra le lavoro sostanzialmente autonomo ritmici contrastanti o irregolari,
guenti rielaborazioni, che si sono sue parti. dell’allievo. la semplicità e la precisione del

2 3
gesto della mano. Esaminiamo per sue tre componenti) nella pulsa- impostazione matematica (Vol I, degli esercizi - per l’insegnante
primo proprio quest’ultimo aspet- zione a suddivisione ternaria (il p. 101) per cui la misura fonda- che preferisca conservare l’impo-
to. Al fine di offrire all’alunno la gesto ternario sarà ovviamente mentale è oggi per convenzione stazione storica, per cui si ha una
possibilità di agevolare la lettura eseguito a specchio da chi bat- quella dove l’unità di pulsazio- diminuzione se il valore della pul-
ritmica con un movimento ugua- te con la mano sinistra). ne corrisponde alla semiminima. sazione è superiore alla semimini-
le e significativo della mano, ci si Le difficoltà che si presentano fin
in C avremo h = q (come in C
Pertanto si dirà per aumentazione ma (storicamente alla semibreve):
basa qui su due soli gesti che nella dall’inizio negli esercizi richiedo-
W = w ).
loro semplicità e precisione sono no una lettura moderatamente len- la misura con pulsazione superiore
sufficienti ai fini della lettura e co- ta o decisamente lenta, pertanto la alla semiminima e per diminuzio-
stituiscono la base per lo sviluppo pulsazione dovrà essere suddivisa ne quella con unità di pulsazione Si ha viceversa una aumentazione
di un gesto più vario e ricco (di con la mano. La ripresa degli eser- inferiore alla semiminima. Tale se l’unità di pulsazione è inferiore
tipo direttoriale), capace di sotto- cizi a velocità più elevate condur- impostazione può essere automa- alla semiminima (storicamente alla
lineare la varietà metrica dei vari rà automaticamente alla pratica di ticamente ribaltata - senza nessu- semibreve): pertanto in 3/8 avre-
tempi. I due gesti fondamentali gesti non suddivisi e alla compren- na modifica nella comprensione mo e = q (come in h = w).
e corrispondono al tactus sione delle misure per aumenta-
antico: aequalis nella pulsazione1 zione e per diminuzione rispetto
a suddivisione binaria e inaequalis alle misure fondamentali.
(modernamente modificato nelle Chiariamo in questa sede il tipo di

1 Manuale di
Il termine pulsazione è impiegato nel metodo con il significato di movimento o tempo e non Musica I
nel senso di battito metronomico, che può riferirsi anche a suddivisioni e sottosuddivisioni. p. 103

4 5
Manuale
di Musica I
le deve così rappresentare solo della a. È comunque consigliabi-
p. 111 un brevissimo appoggio della p: le non limitare l’esecuzione de-
da evitare pertanto qualsiasi mo- gli esercizi ritmici alla realizza-
dificazione del timbro o dell’in- zione vocale con la sillaba pam,
tonazione su nota fissa della m, ma praticare spesso e in modo
che possa in qualche modo sosti- variato i modi indicati a p. 17 del
tuire l’indesiderata reiterazione I volume.

L’obiezione che si può ancora del frammento in esame.


sollevare a proposito delle pulsa- Quella che appare una delle carat-
zioni (2, 3, 4) indicate con la mano teristiche più vistose del metodo
apparentemente sempre in battere, è la pronuncia della sillaba pam
trova risposta nell’osservazione nella esecuzione ritmica.
e negli esempi precedenti a pro- Come specificato all’interno del
posito delle velocità impiegate manuale (Vol. I, p. 4), è stata scel-
nell’esecuzione e nella libertà la- ta la sillaba pam per la precisio-
sciata all’insegnante di sviluppa- ne e l’immediatezza di pronuncia
re gesti più complessi a seconda della consonante p di attacco e per
dell’abilità dei singoli alunni, ma l’opportunità di far risuonare con
soprattutto nella possibilità di rea- continuità la durata sulla m che
lizzazione a tempi reali delle ca- impedisce fastidiose e dannose Manuale
di Musica I
ratteristiche metriche e ritmiche reiterazioni della vocale a, la qua- p. 17

6 7
Altro atteggiamento base del ritmica viene realizzata in vari
metodo è la continua attenzione modi: prima di tutto visualizzando
rivolta alla collocazione ritmica le suddivisioni della cellula base
dei singoli elementi di un gruppo e numerando le corrispondenze
ritmico (cellula ritmica), dove con la variante prescelta, al fine di
per collocazione ritmica si inten- abituare l’allievo a sentir battere
de ottenere la corrispondenza di internamente anche le più piccole
un ritmo con la sua base metrica suddivisioni che saranno mental-
(cellula base). La collocazione mente “saltate” nell’esecuzione2.
3

A completamento delle osserva- ne più scorrevole, ottenuta me-


zioni sulla parte ritmica sia detto diante la trasformazione del mo-
Un sistema pratico per la realizza- rispettando la corrispondenza nelle che, benchè la Terzina e la Sesti- vimento della mano da binario in
zione della collocazione ritmica è varianti (si curi sempre attentamen- na siano direttamente impostate ternario. Insostituibile in questa
quello di far corrispondere al grup- te la dizione ritmica delle sillabe sulla realizzazione del contrasto fase l’attento e insistente controllo
po ritmico in questione un numero con l’opportuno raddoppio delle tra suddivisione binaria e ritmo dell’insegnante, che curerà il man-
di note corrispondenti al numero consonanti e si eviti assolutamente ternario, è consigliabile alterna- tenimento dell’uguaglianza della
di suddivisioni della cellula base, la reiterazione delle vocali). re sistematicamente l’esecuzione pulsazione di base:
in contrasto con una realizzazio- = dove q = q.

3
Nel Manuale è stato volutamente dedicato poco spazio ai gruppi irregolari “per formazione” (5,
2
Una tecnica utile alla verifica della collocazione ritmica delle varianti della cellula base 7, 9, 11), soprattutto nelle loro varianti più complesse, in quanto la loro realizzazione a prima
è il conteggio delle suddivisioni con le prime quattro dita della mano. Precisiamo inoltre che nelle vista è comunque approssimativa, essendo il travaglio razionale necessariamente troppo lungo
varianti con collocazione ritmica 1 - 4 ( )o4( ), e in tutte le situazioni ritmiche nelle per rispondere ad una esecuzione adeguata e immediata. L’esecuzione, che può e deve essere
quali si trovi una nota puntata, è necessario far pronunciare ad alta voce le suddivisioni saltate precisa, è obbligatoriamente mediata dallo studio e dalla memorizzazione: si ritiene pertanto che
2 - 3 (vedi gli esempi contrassegnati con * ). problemi di questo tipo siano piuttosto pertinenti allo studio teorico.

8 9
Anche quando l’allievo è già piut- la precisione del ritmo ma anche L’intonazione dei numeri che con- tradizionale lungo allenamento in
tosto sicuro nella tecnica della tra- perchè in molti casi, presenti an- servano fra loro gli stessi rapporti Do maggiore con gradi congiunti,
sformazione ternaria del metro, è che negli esercizi, l’unica soluzio- intervallari, partendo da toniche poi difficilmente trasportabile in
utilissima la reimpostazione del- ne di una terzina o di una sestina diverse e lavorando molto presto altre situazioni tonali.
la suddivisione binaria del grup- è quella in contrasto con la suddi- nei due modi, consente la forma- L’intero primo volume è basato
po ternario: non solo per ribadire visione binaria. zione di una sensibilità tonale e sul confronto tra scala maggiore e
intervallare maggiore rispetto al scala minore naturale.

Passando alla parte relati- tonazione dei numeri dall’1 al 7,


va alla lettura intonata, il metodo relativi ai sette gradi della scala Manuale
si avvale anche della tecnica di in- di Musica I
maggiore e minore4. p. 12

4
Graficamente si è preferito l’uso delle cifre arabe in luogo di quelle romane, che convenzio- G li esercizi cantati vanno eseguiti in È necessario cantare sempre prima
nalmente dovrebbero indicare i gradi della scala, per agevolare gli allievi più giovani e perchè modo graduale, un elemento per vol- di ogni esercizio la scala e l’arpeg-
è necessario cantare pronunciando i numeri cardinali (uno = 1, due = 2, ecc.) e non gli ordinali ta fino alla completa realizzazione. gio (con la eventuale Sensibile)
convenzionalmente espressi dai numeri romani (primo = I, secondo = II, ecc.).

10 11
della tonalità corrispondente, dopo fronto con gli intervalli diatonici e zione da parte dell’allievo ai fini di citazioni meccaniche e ripetitive, che
aver ricavato il LA dal diapason (il consonanti vicini o di risoluzione. stimolare il ragionamento autono- invitino alla distrazione e alla conse-
cui uso deve essere impostato fin Parallelamente agli esercizi di in- mo: non si dà spazio pertanto a eser- guente mancata memorizzazione.
dai primissimi approcci). Le tona- tonazione sulla scala cromatica, è
lità minori siano per tutto il primo fondamentale l’intonazione com-
anno di corso derivate da quelle parata delle triadi maggiori, mino-
maggiori relative. A partire dal se- ri, diminuite e eccedenti, sottoli-
condo volume si canterà la scala neandone le diverse combinazioni
minore fino al V grado e da qui in terze.
l’ultimo frammento (V - VIII - V) La parte ritmica e quella melodi-
nella parte variabile, approfonden- ca, qui esaminate separatamente
do le diverse caratteristiche. per esigenze di chiarezza, sono nel
La prima lettura (senza ritmo) manuale portate avanti contempo-
deve essere preceduta da una at- raneamente nella loro gradualità.
tenta analisi degli intervalli, i quali Ogni pagina comprende un certo
saranno realizzati dapprima ripor- numero di esercizi ritmici a una
tandoli ai gradi congiunti inter- parte, sviluppati per non oltre una
medi. Come infatti per la corretta riga. Nel corso del primo volume
collocazione ritmica è essenziale è presente un esercizio ritmico a
sentire internamente le suddivisio- due parti, che costituisce una prati-
ni “saltate”, così nell’intonazione ca importantissima per lo sviluppo
degli intervalli è essenziale poter della coordinazione e la migliore
sentire internamente i gradi “salta- comprensione della collocazione
ti”: di qui l’importanza dell’intona- ritmica. La parte inferiore della
re i gradi congiunti che riempiono pagina è occupata da esercizi me-
l’intervallo disgiunto, con ovvio lodici a una e a due voci. Questi
riferimento ai suoni della tonalità ultimi possono essere realizzati da
coinvolta. Solo quando la lettura parte di due esecutori o di un solo
melodica sarà scorrevole e pulita, esecutore, che può registrare una
Manuale
si applicherà il ritmo indicato e la parte cantando la seconda sulla di Musica I
corretta respirazione troverà la sua parte già registrata, o cantare una p. 88
giustificazione musicale. parte suonando l’altra.
Per quanto concerne l’intonazione La brevità degli esercizi rispecchia I l Manuale di Musica è au- II volume è inoltre presente una
degli intervalli cromatici e disso- l’impostazione di base del manuale, tosufficiente per la preparazione raccolta di melodie per la messa
nanti, si lavori sul costante con- che richiede la massima concentra- musicale di base; in appendice al a punto delle prove di solfeggio

12 13
cantato e trasporto, previste dal esaurire la trattazione, legata alle Nel secondo volume vengono singole chiavi. Da notare, an-
programma ministeriale ancora lezioni del singolo insegnante e/o presentate tutte le altre chiavi cora nel secondo volume, la ri-
in vigore per la licenza di Teoria all’uso di testi specifici. In funzio- in rapida sequenza e ben presto partizione di ogni pagina in due
e Solfeggio. Il manuale è prope- ne delle prove di solfeggio parlato si abitua l’allievo alla lettura a momenti: un esercizio nel dop-
deutico ma non sufficiente per la sono stati redatti i tre volumi del rigo alternato. Gli esercizi nel pio pentagramma in cui vengo-
preparazione delle altre prove che Manuale di Solfeggio, divisi per setticlavio si prestano anche a no sviluppati progressivamente
completano lo stesso esame: sol- anno di corso e correlati agli argo- una lettura intonata, almeno nel- tutti i problemi ritmici imposta-
feggio parlato in chiave di sol e nel menti del Manuale di Musica attra- la fase di presentazione delle ti nel Manuale di Musica, e un
setticlavio, dettato melodico e pro- verso le tavole di raccordo presenti
va di cultura (teoria musicale). Per rispettivamente a p. 7 del I volume
quanto riguarda l’approfondimen- e a p. 7 del II volume. Il primo vo-
to dei problemi teorici, il metodo lume è impostato direttamente sul-
offre degli spunti sugli argomenti la lettura nel doppio pentagramma
fondamentali ma non pretende di nelle chiavi di violino e basso.

Manuale di Manuale di
Solfeggio I Solfeggio II
p. 38 p. 53

14 15
esercizio in sei chiavi con diffi- ottocento nella loro interpreta- evitando scarti di intonazione e cendo gli opportuni stacchi dopo
coltà ritmiche più contenute. Nel zione ricorrente - non possa al- inopportuni appoggi sulle vocali le note legate e mantenendo sem-
terzo volume sono introdotti gli tro che ben attrezzare l’allievo con reiterazione delle stesse, fa- pre la corretta respirazione.
elementi di stenografia musicale nei confronti di un approccio più
(gli abbellimenti principali e le raffinato e stilisticamente consa-
abbreviazioni), la cui soluzione pevole.
si considera obbligatoriamente Ai fini di un corretto ed effica-
contestuale quale parte integran- ce uso del solfeggio parlato è
te del testo musicale, da leggere necessario richiamare in questa
pertanto col testo e nel testo. sede quanto affermato nella pre-
Nella pratica musicale vera e fazione al Manuale di Solfeg-
propria vengono infatti momen- gio: Il solfeggio parlato, questo
taneamente estratti dal testo solo grande accusato, soffre piutto-
alcuni casi particolari di abbel- sto del modo scorretto con cui è
limenti inconsueti, difficili da stato per tanto tempo praticato
decifrare, problematici da inter- e al quale ancora oggi si indul-
pretare o tecnicamente ardui da ge. Spesso infatti il solfeggio si
eseguire. Non siamo pertanto riduce a una scansione sillabica
d’accordo con quanti vorrebbero del testo musicale, con fraziona-
limitare lo studio degli abbelli- mento dei valori nella reitera-
menti a un momento puramente zione delle vocali e distruzione
teorico, estraneo al contesto mu- sistematica di tutte le sincopi
sicale: ciò non fa che radicare con sottolineatura vocale forzata
nell’allievo l’errata convinzione dell’accento metrico in luogo di
che l’ornamentazione possa es- quello ritmico. Quand’è così si
sere qualcosa di superfluo, inin- può a ragione parlare di pratica
fluente ai fini musicali e comun- inutile e dannosa, da eliminare
que trascurabile. senz’altro. La cosiddetta lettura
Pur nella consapevolezza della “parlata” deve essere sempre
vastità e complessità dell’argo- considerata in funzione ritmica,
mento, riteniamo che una prati- con dizione netta e precisa delle
ca seria della lettura scorrevole e sillabe e raddoppio delle conso-
pulita dei principali abbellimen- nanti per sottolineare con pre-
ti - s’intendano per “principali” cisione accenti e attacchi; deve Manuale di
Solfeggio III
gli abbellimenti in uso nel primo essere intonata su un suono fisso p. 28

16 17
basi della melodia e dell’armonia. ne e alla sistematizzazione raziona-
La Semiografia musicale I (nel pri- le della notazione musicale relativa
mo volume) è rivolta all’osservazio- all’altezza e alla durata dei suoni.

CAPITOLO PRIMO

NOTAZIONE DELL’ALTEZZA

 LE N OTE
I suoni vengono rappresentati graficamente mediante segni puntiformi, detti note.
La collocazione spaziale delle note rispetto all’asse verticale del supporto di scrittura
(cartaceo o elettronico) ne indica la diversa altezza. La successione orizzontale (da
sinistra a destra) è invece legata alla produzione dei suoni nell’ordine di tempo.jkjkjk

II Manuale di Teoria mu- di Musica, di rilevarne i problemi Ovviamente questo tipo di scrittura, ancorché ordinata, è ben lontana da una efficace
ed immediata rappresentazione della realtà musicale. Le note necessitano di una griglia
sicale nasce come completamento e di proporne le soluzioni. di riferimento, essenziale per la lettura relativa, e di un parametro di lettura della griglia
Il Manuale di Teoria rappresen- stessa, che ne permetta la lettura assoluta1.
del metodo di formazione musicale La funzione di griglia grafica è assolta dal rigo musicale.
di base, rappresentato dai lavori di ta anche la sede adatta per offrire
Mario Fulgoni che già da vent’anni allo studente un corredo di osser-  IL RIGO O PENTAGRAMMA
sono diffusi nella realtà didattica: i vazioni, di informazioni, di raf- Il rigo o pentagramma 2 è un insieme di cinque linee parallele cui si intercalano
due volumi del Manuale di Musi- fronti, di esempi, di esercitazioni quattro spazi.

ca, i tre del Manuale di Solfeggio e e, non ultimo, di interrogativi che 5 4


4
il fascicolo dei Dettati con tre CD lo stimolino ad un ulteriore ap- 5 LINEE 3 2
3 4 SPAZI
2
audio in formato MP3. profondimento. L’impostazione 1 1

Anche la collaborazione tra Mario strutturale del Manuale di Teoria


Il pentagramma è utilizzato integralmente per la collocazione delle note, essendo
Fulgoni e Anna Sorrento ha origi- rispetta la suddivisione e la distri- disponibili come spazi anche quelli che si aprono al di sotto della prima linea e al di
ne nel comune impegno pedago- buzione degli argomenti a suo tem- sopra della quinta:

gico, nella condivisione di un pro- po adottate nel Manuale di Musi-


getto formativo e nella sua verifica ca. Proprio in conformità a questo
costante negli ultimi vent’anni. Il criterio si è pensato di mantenere
1
La possibilità di lettura assoluta è comunque legata ad un diapason di riferimento, ovvero alla
Manuale di Teoria musicale si pre- l’articolazione in due volumi delle campionatura in altezza di un singolo suono attraverso uno strumento meccanico (diapason metallico
a rebbi) o digitale (accordatore elettronico). Manuale di
figge di approfondire la trattazione tre principali aree di studio: la 2
Pentagramma, dal greco penta (cinque) e gramma (disegno) = 5 linee disegnate, 5 tracce. Teoria Musicale I
scarna ed essenziale del Manuale semiografia musicale, il ritmo, le 2 p. 2

18 19
Nel secondo volume (Semiografia velocita di scorrimento del ritmo: La grande area del ritmo musicale è di scrittura e le classificazioni metri-
musicale II) si esplorano anche le la “Agogica”, la sua notazione ripartita in diversi capitoli. La defini- che costituiscono il capitolo “II Rit-
possibilità di espressione grafica e modulazione. Il vasto capitolo zione di ritmo, le leggi che ne regola- mo e la sua organizzazione” (primo
o simbolica dell’intensità e del della “Stenografia musicale” è se- no l’organizzazione, le convenzioni volume, capitolo primo, Il Ritmo I).
timbro, prevedendo anche un pa- lettivamente centrato su abbelli-
ragrafo dedicato allo studio della menti e abbreviazioni.  PULSAZIONE: definizione e funzione

W.A. MOZART: Trio per pianoforte, clarinetto e viola KV 498, I


La pulsazione è l’evento ritmico essenziale in cui tensione e rilassamento si alternano,
rigenerandosi vicendevolmente. La sua modulazione in rapporto al tempo4 (velocità)
sta alla base di ogni fenomeno musicale.
Viola
La pulsazione si rappresenta graficamente con il seguente segno base, nelle sue due
forme:
Binaria Ternaria
Pianoforte

Il termine pulsazione è stato scelto in questo manuale, al posto di altri termini correnti
E’ aperta la strada alla grafia degli autori del XIX secolo, in cui gli ornamenti espressivi quali “battito” o “movimento”, proprio perché suggerisce l’evento fisico che sta alla
(pur riconoscibili come tali) si compenetrano nel testo. Nell’esempio successivo alla base del ritmo musicale. Infatti la musica è accompagnata da pulsazioni costanti, come
parte originale di viola abbiamo sottoposto la scrittura con i simboli adeguati, effettuando se portasse dentro di sé un cuore che pulsa costantemente, più o meno velocemente a
così l’operazione inversa rispetto a quanto fin qui osservato: seconda degli stati d’animo o dell’impegno muscolare. Queste pulsazioni non sono
percepibili all’orecchio, come quelle del cuore, ma risultano comunque molto chiare
M.I. GLINKA: Sonata per viola e pianoforte, I
e continue come quelle del polso. Come nella funzione del cuore, anche nella musica
si alternano contrazione e distensione, tensione e riposo: tale attività viene normalmente
definita come succedersi di levare e battere. I due termini, il cui significato è intuitivo,
hanno origine dal movimento della mano (tactus) che nella musica mensurale è sempre
Notazione reale:
servito a misurare il ritmo.
Notazione ipotetica:

L’esempio che segue è una indicazione didattica preziosa per lo studio del gruppetto
di primo modo, in cui all’aumentare della velocità della pulsazione corrisponde una Nella teoria rinascimentale e barocca il termine tactus – “tocco” – indicava la battuta,
progressiva trasformazione ritmica della realizzazione: intesa sia come metro sia come gesto della mano idoneo ad indicare la misura stessa:
la mano si “leva” in su nell’arsi (dal greco: elevazione - tensione) e si “batte” in giù
M. CLEMENTI: Gradus ad Parnassum, n. 37 (varianti per lo studio) nella tesi (deposizione - riposo)5.
Il tactus era di due tipi: aequalis divisibile in due parti uguali, isocrone,
della stessa durata (1+1=2, binario)
inaequalis divisibile in due parti ineguali, dove il
battere aveva durata doppia rispetto al
levare ( 2 + 1 = 3, ternario)
Nella pratica moderna il tactus aequalis corrisponde alla pulsazione binaria,
mentre il tactus inaequalis corrisponde alla pulsazione ternaria.

4
Il termine tempo, di uso polivalente in musica, è inteso qui nella sua accezione fondamentale.
5
Questo il significato originario secondo i greci, che si riferivano al movimento dei piedi del danzatore;
Manuale di i latini attribuivano invece all’arsi l’innalzamento melodico della voce sulla prima sillaba del “piede Manuale di
Teoria Musicale II ritmico” e alla tesi il successivo aggravamento. Teoria Musicale I
p. 24 47 p. 47

20 21
24
Le “Alterazioni ritmico-metriche” Ritmo I, capitolo secondo), mentre Vasto spazio è dato all’indagine, dell’accento musicale nella sua com-
sono invece suddivise tra i due volu- la multimetria (cambiamenti di tem- al confronto e alla classificazione plessa e sfaccettata realtà.
mi: i “Contrasti ritmico-metrici” (sin- po), la polimetria, la poliritmia e altri
cope, contrattempo, gruppi irregola- aspetti particolari vengono trattati nel CAPITOLO QUARTO
ri) sono inclusi nel primo volume (Il secondo volume (Il Ritmo II).
L’ACCENTO E LA SUA TIPOLOGIA

I. STRAVINSKIJ: L’oiseau de feu, V (pianoforte)


 ACCENTO MUSICALE:
definizione e funzione
8
Definiamo accento ogni evento, coinvolgente uno o più parametri del suono (altezza,
intensità, timbro e durata), il quale evidenzi il predominio di un singolo suono o di un
trés court et fort accordo all’interno del contesto musicale.
Il problema della accentuazione, con le sue infinite sfumature, nasce dalla lingua parlata
e scritta: in particolare dalle regole che dánno vita al ritmo misurato della poesia
(prosodia) e al ritmo libero della declamazione in prosa (retorica).
Prendiamo spunto da un verso poetico ben noto: quello in cui Virgilio (Eneide, VIII,
596) rievoca visivamente e musicalmente il ritmo dei quattro zoccoli dei cavalli che
percuotono il suolo, sollevando nugoli di polvere:
L. van BEETHOVEN: Klaviersonate op. 26, I
Quadrupedante putrem sonitu quatit ungula campum

Il metro scelto è l’esametro dattilico, o ‘verso eroico’, un periodo composto da sei


misure (piedi), a ritmo binario. In questo caso le prime cinque misure presentano la
successione di una sillaba lunga e due brevi (dattilo), mentre l’ultima conclude con una
sillaba lunga e una breve (trocheo)3.

Trasformiamo lunghe e brevi in segni di durata, organizzati in notazione ritmica moderna:


Nell’esempio successivo possiamo notare come l’elemento che ci permette di distinguere
il contrattempo dalla sincope è il mancato prolungarsi del suono attaccato in levare sul  
battere successivo. dattilo trascrizione trascrizione
binaria ternaria

Visualizziamo con accettabile approssimazione la realtà quantitativa della metrica


L. van BEETHOVEN: Klaviersonate op. 22, I classica (greca e latina), tenendo conto anche dell’elevazione della voce sulle sillabe
toniche (vedi anche p. 81).
Contrattempo Sincope

Manuale di 3 Manuale di
Vedi Ritmi classici, p. 93 e Finestra storica, vol. I, pp. 49-50.
Teoria Musicale I Teoria Musicale II
p. 75 78 p. 78

75

22 23
“Scale” e “Intervalli” sono i due im- la terza parte del primo volume: Le
 ACCENTO MUSICALE: Tipologia portanti capitoli che costituiscono basi della melodia e dell’armonia I.

Abbiamo verificato l’origine dell’accento, e della sua modulazione, dalla parola e in Genere delle scale: Do
particolare dalla poesia che è di per sé parola in musica. Ricordiamo che l’etimologia gli esempi più comuni a confronto
di accento risale a ad e cantus: un ‘qualcosa’ posto vicino al canto per caratterizzarlo. 5 T+S

Vediamo ora, anche attraverso gli esempi, quali sono i principali accenti musicali. T = Tono La
4

ca
S = Semitono T

ni
d. = [semitono] diatonico Sol

to
ta
c. = [semitono] cromatico T+S
3

en
1. Accento METRICO: è generato dallo schema metrico prefissato, Do

aP
dall’alternarsi di pulsazioni o di suddivisioni forti e Mi 6
2

al
La #
T
deboli all’interno delle varie misure e dei vari tempi. T Si b

Sc
Re 5
1 Sol #
T

le
T La b
5 gradi Do

na
Genere
2. Accento RITMICO: è legato alla reale durata dei suoni e alla loro
Pentatonico 4
Fa #

to
collocazione rispetto allo schema metrico prestabilito. T
Sol b
1

sa
3 7 Do

aE
T
Mi Si Sd

al
3. Accento DINAMICO: detto anche accento d’intensità, caratterizza suoni che
2 6

Sc
spiccano tra gli altri per maggiore forza o intensità. T
T
Re La
1 5 T
T

ca
4. Accento MELODICO: detto anche accento espressivo o retorico caratterizza Sol
Genere
Esatonale 6 gradi Do

ni
suoni che emergono in una melodia per la loro altezza, 4 T

to
o perché più acuti o perché più gravi.
3 Fa 12 Do

ia
aD
Mi Sd 11 Si d.
2 # d.
10 La

al
5. Accento ARMONICO: è legato a particolari situazioni armoniche, quali T Si b
c.

Sc
armonie dissonanti, risoluzioni inattese, contrasto Re 9 La d.c.
1 # d.
con l’accento ritmico-metrico. Genere T 8 Sol
La b c.

a
Diatonico o 7 Sol d.

ic
7 gradi Do
c.
Eptatonico
Fa # d.

at
6 Sol b c.

om
6. Accento TIMBRICO: è legato al timbro di un suono rispetto al contesto
5 Fa d.c.

Cr
sonoro in cui è collocato, quindi alle particolarità
4 Mi d.
Re # d.
di attacco e di stacco, nonché alle caratteristiche

la
3 Mi b c.

a
della strumentazione o della scelta delle voci singole

Sc
o corali. 2 Re d.c.
Do # d.
Genere 1 Re b c.
Cromatico o Manuale di
Dodecafonico 12 gradi Do c.
d. Teoria Musicale I
Manuale di Teoria Musicale II p. 82 p. 100
100

24 82
25
Costruiamo ora le scale nei sette modi, partendo sempre dal suono Do: si renderà

123
necessario l’uso di opportune alterazioni.
TRIADI - TAVOLA SINOTTICA
Le scale dell’esempio si leggeranno in questo caso dall’alto in basso, a partire dal modo
di Do (Jonio) tutto in suoni naturali, fino al modo di Si (Locrio). SPECIE GRADI GENERATORI RISOLUZIONI
STRUTTURA QUINTA SUCCESSIONE DELLE TRIADI
(SIGLA) TERZA DI TERZE SCALA SCALA ARMONIA
MAGGIORE MINORE DISSONANTI

Maggiore 5G
CM 3M
M+m I, IV, V V, VI Consonante -----
S
JONIO S minore 5G
3 4
7 1 Cm 3m
m+M II, III, VI I, IV Consonante -----
S
DORICO S diminuita 5d
C 5b (b w)
m+m VII (V) VII (V) Dissonante
6 7 3m II
2 3
S
FRIGIO S 5E
C 5#
Eccedente
3M
M+M ----- III Dissonante
5 6
1 2
S S
LIDIO Si richiamano per maggiore completezza le sigle specifiche con le quali nella teoria jazz sono identificati gli accordi.
4 5 7 1 Secondo la notazione alfabetica la lettera C indica in questi esempi il suono fondamentale Do. L’accordo è precisato
da cifre ed abbreviazioni complementari. Nel caso delle triadi: C (Maggiore), Cm (minore), C 5b (diminuita), C 5#
S S
MISOLIDIO (Eccedente), negli esempi sempre su fondamentale Do.

3 4 6 7 La triade diminuita, comune al VII grado Maggiore e minore, è da considerarsi ‘dissonanza naturale’ in analogia con
l’accordo dissonante di Settima di Dominante (vedi pp. 130 e sgg.). Prendendo atto che la triade diminuita sul VII grado
EOLIO S S è in sostanza una settima sul V grado con la fondamentale sottintesa, la ‘dissonanza naturale’ - in opposizione alla
cosiddetta ‘dissonanza artificiale’ - è legata alla composizione armonica della settima di dominante, in cui si riconoscono
5 6
2 3 e risuonano i primi sette armonici della fondamentale (vedi p. 134).

LOCRIO S S
4 5
1 2 Manuale di
Teoria Musicale II
p. 123

A questo punto l’allievo può costruire personalmente i sette modi partendo da altri
suoni, naturali o alterati, sulla base dello schema dato. Sottolineiamo che costruire non
Manuale di vuol dire solo scrivere ma anche cantare, intonare, suonare e ascoltare.
Teoria Musicale I
p. 106 Il secondo volume prevede anche e il concetto di “temperamento”, la
argomenti estranei alle tre aree prin- tecnica del trasporto con riferimen-
cipali o ad esse collegati come appli- to agli strumenti traspositori e alle
Nel secondo 106 volume quest’area è postazione delle modulazioni tonali, cazione pratica o come campo spe- implicazioni pratiche del setticla-
completata dallo studio della struttu- affrontate qui da un punto di vista cifico di indagine: la classificazione vio. Queste tematiche sono inserite
ra e della risoluzione degli accordi di essenzialmente melodico (Le basi delle voci e degli strumenti musi- nell’area semiografica (volume II,
tre, quattro e cinque suoni e dalla im- della melodia e dell’armonia II). cali, il problema della intonazione parte I).

26 27
La trattazione è corredata da “fi- esposizione completa e chiusa in
Esempio di trasporto scritto con trascrizione in suoni reali, senza l’impiego del setticlavio: nestre storiche” che si aprono là sé stessa, ma piuttosto di inqua-
A. CORELLI: Sonata op.V n. 7 per violino e basso, Sarabanda (Roma 1700), bb. 13-16 dove l’interesse del testo sollecita drare in estrema sintesi spunti di
un approfondimento: la loro fun- ricerca che lo studente potrà indi-
− + zione non è quella di offrire una viduare ed ampliare.
Re min
Tonica
un tono sopra
− +
Mi min
Tonica
un tono sotto
− +
Do min

Tonica
L’arte della fioritura e dell’ornamentazione è connaturata con il canto e risale a tempi
assai antichi. Nella maggior parte dei casi l’abbellimento veniva improvvisato, sia nelle
Esempio completo
voci sia negli strumenti. Il canto gregoriano rappresenta una importantissima fonte di
ornamentazione scritta per esteso. Ne è un esempio la struttura dell’incipit di una nota
antifona sul testo della Salve Regina, utilizzato come tema in composizioni polifoniche
vocali e strumentali dal medioevo ai nostri giorni:

Nella musica mensurale la fioritura è legata anche alla pratica della diminuzione,
improvvisata o scritta: note singole di valore maggiore vengono ‘riempite’ con più
note di valore proporzionalmente minore (diminuito) al fine di ottenere una maggiore
varietà e scorrevolezza della o delle linee melodiche. Nella musica strumentale italiana
l’atteggiamento improvvisativo, derivato dalla scuola di canto, prevale fino al secolo
Per concludere, sottolineiamo che la pratica della trasposizione rappresenta un esercizio XVIII e l’arte dell’ornamentazione si riconduce alla tradizione pratica e stilistica,
utilissimo per affinare la lettura a prima vista, rendendola al contempo più rapida e più lasciando grande libertà all’interprete. In Francia, tra XVII e XVIII secolo, l’esigenza
consapevole, e per sviluppare una notevole elasticità dell’orecchio interno e della mente
di precisione ritmica e di sistematicità grafica, unita al cristallizzarsi di alcuni atteggiamenti
musicale nella valutazione estemporanea di intervalli e modulazioni.
ornamentali (agréments), porta ad una organizzazione e a uno sviluppo semiografici
nuovi, che verranno ripresi anche dalla scuola tedesca e dai suoi esponentiManuale di Teoria Musicale II
più insigni:
Manuale di Teoria Musicale II p. 49 49 Bach, Händel, Telemann e altri. A questo punto ogni autore sente il bisognop. di 31 chiarire
(frammento)
all’inizio delle sue pubblicazioni più importanti i criteri di interpretazione dei segni
utilizzati, racchiudendoli in apposite tabelle. Lo studio comparato di tali tabelle rivela
28 che le prescrizioni dei rispettivi autori, pur mantenendosi non tassative per quanto 29
riguarda il numero delle note (p.e. nei trilli), sono invece piuttosto precise per quanto
riguarda la nota d’attacco dell’abbellimento stesso e soprattutto la collocazione ritmica
Anche i frequenti “dizionari” multi- Questa prevede a sua volta la cono- Le aree o, in qualche caso, i singoli camente e in primo luogo - nell’im-
lingue, redatti per area o per singo- scenza di base delle principali lingue capitoli sono seguiti da esercitazioni postazione e redazione di un glossa-
lo argomento, sono collocati come straniere, tenendo conto che in ge- pratiche che consistono - sistemati- rio personale.
sussidio all’approfondimento indivi- nere i comuni dizionari non offrono
duale che spesso implica una vasta alcun aiuto per la comprensione dei 6. Dato un intervallo, inquadrare la scala o le scale di riferimento tonale, individuando
consultazione bibliografica. termini tecnico-musicali. i gradi cui si riferiscono le note dell’intervallo stesso:

Intervallo Specie Scala Maggiore Gradi Scala minore Gradi

DIZIONARIO: Semiografia musicale I (altezza e durata)


& 5a d. Re M VII e IV Si m II e VI

Do# - Sol
ITALIANO INGLESE TEDESCO FRANCESE Mi m (melodica) VI e III
altezza pitch Tonhöhe hauteur du son
pitch level
armatura di chiave, key-signature Tonartvorzeichnung armature de la clé,
accidenti in chiave Vorzeichen armure de la clef Fa M VI e IV Re m I e VI
Si b M
& 6a m
alterazione accidental Alteration altération III e I Sol m V e III
Versetzungszeichen
Re - Si b Mi b M VII e V Mi b m VII e V
Alterierung
bemolle ( b) flat Erniedrigungszeichen bémol

bequadro ( n )
B

diesis ( # )
natural Auflösungszeichen bécarre
sharp Erhöhungszeichen dièse &
Fa - Mi b
Kreuz
doppio bemolle ( ¼ )
doppio diesis ( † )
double sharp Doppel Kreuz double-bémol
double flat Doppel B double-dièse
barra bar-line Taktstrich barre
stanghetta
battuta beat Schlag mesure
&
# #
bar Takt
Taktschlag Re - Fa
chiave clef Schlüssel clef, clé
chiave di baritono baritone clef Baritonschlüssel clé de fa
troisième ligne
chiave di basso bass clef Baßschlüssel clé de fa
&
#
quatrième ligne
chiave di contralto alto clef Altschlüssel clé d’ut Sol - Re
troisième ligne
chiave di tenore tenor clef Tenorschlüssel clé d’ut
quatrième ligne

&
chiave di mezzo-soprano clef Mezzosopranschlüssel clé d’ut

#
mezzosoprano seconde ligne
chiave di soprano soprano clef Sopranschlüssel clé d’ut Do - Si
première ligne
chiave di violino treble clef Violinschlüssel clé de sol
codetta tail Notenfahne crochet
uncino flag Fähnchen
&
#
heak
Mi b - Fa
corona pause Fermate point d’orgue
hold
fermata
cromatico chromatic chromatisch chromatique
diatonico diatonic diatonisch diatonique
doppia stanghetta double bar Doppelstrich double barre &
Mi - Si b
durata duration Dauer durée
Manuale di Spieldauer Manuale di
Teoria Musicale I esacordo hexachord Hexachord hexacorde Teoria Musicale I
p. 36 36 p. 177

177
30 31
In questo compito lo studente sarà plicemente più discorsivi, sono Le esercitazioni prevedono inoltre qui il collegamento con l’imposta-
supportato dalle scelte grafiche coerenti con l’impostazione didat- prove di lettura, di scrittura e, laddo- zione del Manuale di Musica è ri-
operate nel testo, quali l’uso dei tica del Manuale, tutta tesa a faci- ve opportuno, prove uditive: anche spettato e potenziato.
colori, del grassetto, degli sfon- litare - anche attraverso il mezzo Manuale di
di colorati e dei frequenti termini visivo - la comprensione, la me- Teoria Musicale I
p. 154 (frammento) Prove uditive
virgolettati. Tali scelte grafiche, morizzazione e l’interiorizzazione
se vogliamo un pò controcorrente di concetti spesso ostici nella loro Con la collaborazione dell’insegnante o di un compagno:
rispetto ai testi accademici o sem- apparente astrazione.
1. Esercitarsi all’uso del diapason (La).

2. Riconoscere la differenza fra tono e semitono (ascendente e discendente).

3. Riconoscere il tipo di scala per genere, tono e modo.


Ridisegniamo ora il circolo delle quinte, mettendo in parallelo le tonalità reali con i
diesis e quelle con i bemolli, le tonalità maggiori e le relative minori. 4. Riconoscere il tipo di scala minore (naturale, armonica, melodica, di Bach),
utilizzando il frammento V - I - V.
CIRCOLO DELLE TONALITÀ REALI 5. Data una breve melodia, riconoscerne il modo.
M AGGIORI E M INORI 4. Analizzare e risolvere i seguenti intervalli dissonanti, muovendo uno o entrambi i
suoni: 6. Identificare la tonica (I) e i vari gradi dell’arpeggio tonale (III - V) fra i vari suoni
di un breve frammento melodico.
Int. diss. risoluz. risoluz.
1 2 3 4
7. Dettati melodici:
La melodia proposta (suonata con il pianoforte o altra tastiera) avrà inizialmente
ambito e lunghezza limitati (da 5 a 7 suoni nell’ambito di una quinta, nelle
1 5a ecc. 6a Magg. tonalità di Do, Fa, Sol e relative minori) e sarà dettata a brevi frammenti. Per la
1 5 6 7
memorizzazione 8
e la trascrizione su pentagramma si procederà nei modi seguenti:
DO Manuale di senza nomi di note (con
Maggiore • riproduzione vocale del frammento e sua memorizzazione
FA SOL le sillabe la-la-la) Teoria Musicale I
p. 176in(frammento)
• riproduzione scritta con segni direzionali (trattini campo aperto)
2 LA 9 10 • analogo
11 procedimento,12 con intonazione con nomi delle note (memorizzazione
minore 2 automatica) e loro scrittura su pentagramma.
Re Mi
SI RE 8. Dettati ritmici e ritmico-melodici contenuti nelle audio-cassette del I e II corso del
Sol Si volume “Dettati”.
12. Esercizi di confronto per l’intonazione degli arpeggi di triade Maggiore-Eccedente:
9. All’ascolto di un brano tratto dal repertorio riconoscere e classificare:
3 MI Do Fa LA 3 • il modo
5. Trasformare i seguenti intervalli negli equivalenti
• la - E enarmonici,
M tonalità Md’impianto
- E modificando
(attraversouno o del diapason)
l’uso
entrambi i suoni, e definirne le caratteristiche• mantenendo o cambiando
il tipo di scala utilizzata la grandezza
13. Esercizi di confronto per l’intonazione degli arpeggi di triade minore-diminuita:
e la specie: • la tonalità finale, se diversa da quella iniziale
Fa Do • gli eventuali cambiamenti di modo.
LA Si La MI
Mi 1 2 3 4
4
La Sol 4 m - d
Re
DO SI 5a dim. 5a dim. 7a dim.
14. Data una triade nei vari rivolti, intonare nell’ordine il suono grave, il medio, l’acuto
6a Magg.
RE FA DO 154
indicandone il rivolto e la specie:
5 6 7 8
7 SOL 5
DoM _____ Lam._____

5 6 7 5 6
6
4

Manuale di 6 9 Manuale10di 11 12
Teoria Musicale I Teoria Musicale II
p. 133 (frammento) p. 173 (frammento)
Do Magg./La min. : nessun grado alterato

Tonalità maggiori con i diesis

32 Tonalità minori con i diesis


15. Intonare in successione gli arpeggi di 7a di specie diversa a confronto: 33
Tonalità maggiori con i bemolli

Tonalità minori con i bemolli


I numerosi esempi musicali si divi- - quasi sempre trascritti integralmen-
dono in schemi grafici e in citazioni te e solo occasionalmente trasportati
tratte dalla letteratura musicale. Per o sintetizzati - sono corredati dall’in-
quanto riguarda i primi, non deve dicazione dell’organico vocale/stru-
meravigliare la puntigliosità con la mentale solo quando non si riferisco-
quale agli argomenti più importanti no alla pura destinazione pianistica,
si dedicano più schemi, tabelle ed d’altronde la più frequente nel Ma-
esempi: si ritiene infatti che l’appren- nuale. In tutti i casi sono segnalati
dimento debba essere comunque fa- il nome dell’autore e l’indicazione
vorito se l’oggetto viene focalizzato della composizione con i dati utili
da distanze diverse ed osservato da
più angolazioni. Gli esempi d’autore
ad una sua rapida individuazione per
l’eventuale consultazione integrale.
L’ evidente opportunità zialmente un sussidio per l’allievo
di impostare l’apprendimento e non possono esaurire il lavoro
Concludiamo con un armonioso esempio brahmsiano:
della scrittura musicale paralle- necessariamente più ampio e ar-
J. BRAHMS: Wiegenlied, op. 49. n. 4 (Lied)
lamente alla lettura, e di seguir- ticolato da parte dell’insegnante.
Zart bewegt (Teneramente, con moto)
ne gli sviluppi con continuità, Richiamiamo qui la parte più si-
giustifica l’impostazione degli gnificativa della presentazione del
esercizi registrati nei 3 CD-Au- volume stesso:
dio (formato MP3) dei Dettati, ... Scopo del dettato è soprat-
divisi in tre corsi e strettamente tutto quello di educare nell’al-
correlati con gli argomenti af- lievo la sensibilità tonale: non
frontati nel Manuale di Musica. è tanto importante che si impa-
Nel primo corso sono individuati ri meccanicamente a cogliere
tre momenti distinti nella perce- in modo indifferenziato i suoni
zione e nella conseguente realiz- componenti un dato frammento
zazione grafica: dettato ritmico, e a trascriverli secondo i loro
Se osserviamo la sola linea del canto - una melodia che vuole essere serena e rassicurante -
verifichiamo che si sommano vari tipi d’accento:
melodico e ritmico-melodico. A semplici rapporti di durata,
- In coincidenza del battere (accento metrico) si trovano anche i suoni più lunghi partire dall’esercizio n. 27 del quanto è essenziale arrivare a
(accento ritmico) e i suoni più acuti (accento melodico).
- Osservando le parole, anche l’accento intensivo su sillabe lunghe (accento dinamico)
primo corso si ritiene superata la memorizzare e interiorizzare il
della parola (Abend, Nacht, Rosen, bedacht, Näglein, ecc.) coincide con gli altri tipi
di accento.
difficoltà di coordinazione ritmi- più rapidamente possibile un in-
- In quanto all’aspetto armonico le consonanze sono prevalenti.
- Esaminando l’accompagnamento del pianoforte, vediamo che l’accento ritmico della
co-melodica: il dettato melodico ciso, un frammento, una frase,
mano destra è costantemente dissociato rispetto all’accento metrico del basso e della
voce: fin dal primo attacco si produce una sincope multipla continua, che rende con
è pertanto considerato sempre individuandone gli elementi di
efficacia il movimento ininterrotto e autorigenerante della culla che dondola senza
interruzione e senza scarti.
dotato di ritmo, come tutti gli maggior peso musicale, se non
- La linea della mano sinistra è solo in apparenza lo specchio fedele del metro: in realtà esercizi presenti nel secondo e anche le qualità espressive.
Manuale di lo schema “forte-debole-debole” è modificato da un accento melodico che costantemente
mette in evidenza il secondo quarto di ogni battuta, in contrasto con la ripetitività terzo corso. In quest’ottica assume il giusto
Teoria Musicale II del basso sul battere.
p. 90 I Dettati rappresentano sostan- significato anche l’attenzione al
90

34 35
Dettati
p. 10
(frammento)

singolo intervallo, di cui si rileve- È pertanto evidente che qualsiasi


rà non solo la grandezza, ma so- “corso” stampato di dettato pre-
prattutto la qualità e la funzione suppone la collaborazione atten-
all’interno della melodia stessa. ta e personale dell’insegnante il
Ben venga allora il dettato melo- quale, passo per passo, interverrà
dico se può condurre a risultati di con appositi esercizi ritmici, mne-
questo tipo: sviluppo della perce- monici, armonici e di confronto là
zione, della memoria e della ela- dove, nonostante la difficoltà pro-
borazione del suono in musica. gressiva del metodo, si presentino
In fondo la traduzione in segno è comunque degli ostacoli per i sin-
l’elemento più facile e meccanico. goli allievi.

36

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