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PREFAZIONE
Fare teatro oggi è una sfida totale , perché bisogna interpretare costantemente gli interessi di un pubblico
profondamente disamorato verso questa forma d’arte e, se vogliamo, di intrattenimento. I gusti cambiano
con velocità impressionante, sottoposti al regime della multimedialità che bombarda costantemente gli
animi attraverso una fantasmagoria di input non sempre produttivi a livello emozionale e culturale.
Proporre una drammaturgia alternativa è una soluzione azzardata, ma può essere un tentativo efficace per
pescare l’attenzione dello spettatore perso nel mare magnum di mille interessi. In questo libro è racchiuso
uno spettacolo formato da sei diverse storie collocate in varie situazioni spazio temporali . Fonte di
ispirazione è la letteratura di genere, scelta perché un tempo faceva presa su un pubblico vasto
conservando il fascino della novità , della stravaganza e dell’anti canonico. Quindi viene trasposto in chiave
teatrale il cyberpunk di William Gibson e Bruce Sterling, i racconti ispirati a H.P.Lovecraft, i romanzi
sull’apocalisse zombi, lo psycho noir, le storie ucroniche. Mantenendo per tutta la narrazione un
importante elemento comune: la Follia. Figlia di questa società distorta in continua mutazione, chiave di
lettura dell’uomo che sopravvive alla decadenza del XXI secolo, punto focale di una struttura interiore che
combatte il destino.
MASCHERE MECCANICHE è stato rappresentato con ampio successo di pubblico e critica dalla Compagnia
Sipario7 nel maggio del 2019 all’AR.MA Teatro di Roma. Per molti aspetti ha segnato il passo verso qualcosa
di nuovo in quanto scelte estetiche e narrative come il cyberpunk, probabilmente non sono mai state
esposte e raccontate sulla scena. Su eventuali sviluppi futuri ancora c’è da lavorare, ma gli spunti per un
viaggio ancor più lungo dentro una nuova dinamica teatrale sono molteplici ed esplorare diviene
un’incognita creativa molto allettante…
Chiunque fosse interessato a portare in scena nuovamente questo lavoro nella sua interezza o in alcune sue
parti, i corti sono infatti scindibili dal contesto generale, può contattare direttamente l’autore con una
semplice mail a questo indirizzo: francesco.bazzurri@gmail.com oppure con un messaggio sulla pagina
facebook Sipario7 od anche contattando il profilo Instagram @sipario7
A proposito di SIPARIO7, la compagnia, formata da attori e attrici provenienti da varie realtà teatrali della
capitale, nasce a settembre del 2016 con la voglia di fare teatro divertendosi ma al contempo studiando
accuratamente ogni aspetto delle dinamiche di questa meravigliosa Arte, dal training alla messa in scena. Il
risultato immediato è stato quello di aver creato un workshop in continua evoluzione creativa dove
drammaturgia , regia e lavoro del performer si sono compenetrati creando una sinergia preziosa.
Sul fronte dell’aspetto drammaturgico, Sipario7 mette in scena solo testi originali, scritti dal proprio team di
autori, che spaziano dalla commedia pop contemporanea agli esperimenti con la letteratura di genere , in
primis horror , thriller e fantascienza moderna, in particolare quella sociale. Sono già andati in scena, con
notevole successo di pubblico gli spettacoli: “Tacchi&Tacchi” (2017) , “Tacchi&Tabacchi” (2018) e nel 2019
“Heirs – I Folli Eredi” e , ovviamente, lo stesso anno, “Maschere Meccaniche”.
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SCALETTA
1. BORBORYGMOS
2. FALLEN SON
3. UOMO BETA
4. INHABITANT
5. DAY OF D
6. SURGENS
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BORBORYGMOS
“Quando il sottosuolo si lamenta e la sua voce distorta comincia a salire in superficie, è tempo che l’uomo
cominci a fare silenzio, spegnendo i motori della civiltà e chiedendo perdono a chi salirà dal Profondo.”
PERSONAGGI
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ATTO UNICO
L’inizio del corto è scandito dall’intro MASCHERE MECCANICHE di Mirko Basile. Quando la musica va
scemando…
…si aprono le luci: blu elettrico stemperato da un leggero fascio di colore violaceo.
Sulla scena vuota avvolta da volute di denso fumo , c’è solo un grosso libro dall’aspetto molto antico
adagiato a terra accanto ai resti di un pentacolo e candele rosse.
L’INGEGNERE
( fa il suo ingresso bevendo ampie sorsate di liquore da una fiaschetta metallica) Importanti infiltrazioni
d'acqua. Così avevano detto. La metropolitana era stata chiusa per un bel tratto, dalla stazione di Ottaviano
fino a quella di Cornelia. L'ennesimo problema nell'arco di una settimana. Prima un guasto elettrico e stop
alle corse, poi un binario misteriosamente spostato di pochi centimetri sufficienti per far deragliare
disgraziatamente un treno, quindi chiusura della baracca per una giornata intera. Quando arrivai per
visionare il danno, sono, anzi ero un ingegnere addetto alla manutenzione, fui accolto a parolacce da una
folla di cittadini inferociti che aspettava fuori dai cancelli. Non ne potevano più di arrivare al lavoro in
ritardo e peggio ancora stipati come bestie dentro le navette sostitutive. I cittadini, diciamola tutta, negli
ultimi anni, sono stati abituati bene. Il sistema dei trasporti pubblici è tornato efficiente, ampliato e
potenziato per offrire agli utenti una valida possibilità all’uso dei veicoli. Una rivoluzione necessaria per
evitare ciò che era accaduto qualche anno prima con la Grande Marmellata di Automobili.
(l’ingegnere si ferma, beve un altro sorso)"Visto che roba, dottò?" mi fece un metronotte aprendo i cancelli
della metro. "Qui scoppia la rivoluzione." Non gli diedi retta e tirai dritto. Altre due guardie giurate, reduci
dal turno di notte, mi aspettavano assonnate sulla banchina. Non avevano nessuna voglia di
accompagnarmi . Così me ne andai da solo. Appena sceso iniziai a ispezionare con le torce elettriche i
binari. (l’ingegnere estrae dalla tasca una torcia elettrica) Apparentemente tutto sembrava normale. A
parte lo spesso stato di polveri sottili depositato sugli impianti, non vi erano segni di usura. L'unico fastidio
era la puzza di marcio proveniente dal fondo della galleria. Probabilmente dovuta alla fogna intasata. Tra
l'altro la prova inconfutabile del casino si stava manifestando sotto i miei piedi, perché iniziai a camminare
in un denso pantano. Causa dei guasti: la fogna che esonda la merda di centinaia di migliaia di abitanti.
Accertata la causa, pensai di aver risolto la questione. Purtroppo, dovetti ricredermi.
Dopo aver percorso un centinaio di metri, udii una sorta di calpestio e, con mio grande stupore, vidi
corrermi incontro una persona. Era un ragazzo sui venti anni e aveva un aspetto davvero spaventoso. I
capelli scompigliati, i vestiti stracciati, il volto bianco che contrastava con gli occhi scuri contornati da
occhiaie ancora più buie, che lo facevano sembrare uno spettro. Si accasciò sfinito tra le mie braccia. Era
terrorizzato. Gli diedi una scossa e lui parlò: "Io...noi...stavamo a scherzà...nun lo potevamo sapé che er
libro...l'avemo preso dall' arabo pazzo a Porta Portese...semo tre stronzi...era pe scherzà...ma è tutto vero...
me capisci? Sta storia dell'evocazione è vera..l’evocazione è vera!"
Poi il poveretto tacque. Era svenuto. Lo adagiai a terra. Quell'incontro assurdo mi stava inquietando.
Sentivo il bisogno di mettere fine alla faccenda il più velocemente possibile. Proseguii lasciando il ragazzo al
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suo destino. Avanzai un altro po', ma fui costretto a fermarmi di nuovo perché il tanfo stava divenendo
insopportabile. Proprio in quel momento, mentre ero chino con le mani sulle ginocchia a prender fiato,
scorsi in terra un libro. ( l’ingegnere prende il libro) Sporco, usurato dal tempo, incrostato da strane
macchie rossastre. Senza dubbio il libro di cui aveva parlato il ragazzo. Meccanicamente iniziai a sfogliarlo.
Era scritto in latino, conteneva assurde formule magiche, preghiere e invocazioni a divinità che tradussi
come Grandi Antichi. Inoltre le pagine ingiallite erano piene di disegni che rappresentavano figure
mostruose, talmente orride e blasfeme da lasciarmi sconvolto. Nel punto in cui giaceva il volume, trovai
anche segni di un pentacolo tracciato con la calce e alcune candele rosse spente. Trasalendo, mi tornarono
subito in mente le ultime parole del ragazzo: "Sta storia dell'evocazione è vera... "
L’ingegnere getta a terra il libro, come se scottasse. Parte una musica inquietante in sottofondo.
Mi si gelò il sangue. Inconsciamente compresi che un grave pericolo incombeva su di me. Dovevo scappare
ma era ormai troppo tardi. In fondo alla galleria proveniva un inquietante gorgoglio, che stava aumentando
d'intensità. Qualcosa si avvicinava velocemente. Qualcosa che proveniva dal profondo, da cavità
sotterranee che i costruttori avevano ignorato, cavità occulte e millenarie. Qualcosa di abominevole che
tre giovani idioti, per burla, avevano richiamato. O eravamo stati noi , col casino del mondo in superficie.
Ben presto mi fu davanti. Non so come poterlo o poterla descrivere.
Era una massa gelatinosa scura simile a una colossale ameba catramosa , piena di bolle viscide
quasi come fossero occhi fosforescenti, che scoppiavano e si riformavano continuamente. La sua mole
cangiante occupava tutta la galleria, si muoveva lentamente frantumando e schiacciando ogni cosa. In
mezzo ad essa intravidi i resti inglobati degli altri due giovani, ridotti ad una poltiglia putrescente.
Anche se impietrito dal terrore, trovai la forza di scappare davanti a quell'orrore. Le mie gambe si mossero
da sole. Fuggii senza pensare, abbandonando tutto e tutti, allontanandomi dalla metropolitana, dalla folla,
dal quartiere, dalla città stessa. Perché sapevo che quella cosa sarebbe uscita fuori ed avrebbe attecchito
ovunque come un enorme cancro, divorando e distruggendo. Se volete proprio sapere cosa sia accaduto
dopo, sinceramente mi cogliete impreparato. Nel posto in cui mi trovo adesso, spero sufficientemente
isolato e fortificato, le notizie arrivano frammentarie. Ho una vecchia radio che riceve male. Posso solo
dirvi, con amara ironia, che il problema dei trasporti pubblici a Roma si è aggravato di nuovo...
La scena si chiude con un buio progressivo e dei gorgoglii malefici che aumentano d’intensità man mano che
l’oscurità avanza. L’ingegnere esce ridendo come un folle.
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FALLEN SON
Cyberdramma in un atto
Un patto col diavolo in chiave fantascientifica. Niente evocazioni , niente firme col sangue, solo l’ausilio una
scienza genetica avanzata e distorta che genera chimere instabili . Sullo sfondo di una futuristica città
decadente si consuma un dramma che vede protagonista una donna ossessionata dalla ricerca della felicità,
la quale recupera il figlio, reduce da una cruenta guerra, grazie alle capacità di un eccentrico Dottore che ha
sottoposto il ragazzo ad un avveniristico trattamento di riabilitazione. La ritrovata armonia tra i due è di
breve durata perché il giovane, tormentato da manie e incubi ricorrenti, inizierà a cambiare sprofondando in
un baratro di alienazione e derealizzazione che lo porteranno a trasformarsi in un individuo spietato e
violento . Una sconvolgente rivelazione finale, sospesa tra misticismo e tecnologia, ci farà comprendere
questa sua inevitabile discesa all’inferno.
PERSONAGGI
AGENTE DELLA MILIZIA – Un duro che fa rispettare le regole del Grande Alveare
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SCENA PRIMA
La scena è scarna. Avvolta nella penombra. Si intravedono strutture geometriche minimali ad uso arredo.
Sullo sfondo una finestra piuttosto ampia affaccia su una skyline tecno decadente con palazzi alveare
squadrati avvolti nello smog, luci al neon verdastre e pallide, quasi stillassero un veleno luminescente. Entra
il Dottore accompagnato dalla signora Logan.
DOTTORE
E’ l’incipit di una vecchia poesia. Suggestiva non trova? Signora Logan, Lei sa cos’è una chimera?
SIGNORA LOGAN
DOTTORE
Si, mia cara. Una bestia formata da parti di diverse altre bestie. Testa e corpo di leone, coda di serpente e
un’altra testa di capra sul groppone. Meravigliosamente folle. Una creatura bella e perversa. Affascinante
ed estremamente pericolosa…
SIGNORA LOGAN
Non vedo cosa c’entri questo essere con il nostro incontro, egregio dottore.
DOTTORE
E’ pertinente invece. Deve sapere che chimera in senso letterale significa un sogno vano, impossibile.
Praticamente quello che mi ha chiesto. Quello per cui si è presentata da noi, presso il nostro complesso
medico. Ed è ciò che le verrà offerto, la realizzazione di un’utopia. Ma a volte ci può essere un prezzo da
pagare. Non lo escluda mai. Perché in fondo la chimera è appunto un mostro, bello e mutevole. Deve
essere cosciente di questo. Cosciente della sua chimera…
SIGNORA LOGAN
Dopo tutto quello che mi è successo, di coscienza ne ho ben poca. Quanto ai mostri, beh, ne ho affrontati
parecchi durante la mia vita: mostri crudeli che si chiamano lutto, depressione, pura del domani. Ora come
ora provo solo stanchezza, e ho voglia di concludere l’affare. Devo molto a me stessa in termini di
sofferenze ed è giusto avere un po’ di felicità , costi quel che costi …
DOTTORE
Come desidera…venga con me allora. (Il dottore prende la donna sotto il braccio)Non ti fermar sulle spiagge
d’opale mai calpestate ed i campi di rose; và , sino a quando su di te risplenda la luce ardente degli Eden
perduti. (escono. Buio.)
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SCENA SECONDA
Lentamente si aprono le luci .Un giovane pallido fa a il suo ingresso . Ha con se dei miseri bagagli. Si guarda
attentamente attorno . Musica cyberpunk in sottofondo.
SIGNORA LOGAN
ROY
SIGNORA LOGAN
SIGNORA LOGAN
ROY
Anche tu mamma. Sei in forma splendida. (pausa) Quanto a me credo di aver passato un brutto periodo, ho
la memoria offuscata. Durante la mia convalescenza ogni tanto affioravano frammenti di ricordi alternati ad
un buio profondo. Cose confuse ma dolorose, orrende.
SIGNORA LOGAN
ROY
La guerra, la maledetta guerra ovviamente. Quella che nessuno racconta, l’altra faccia della propaganda.
Mamma… il fronte era un vero inferno. Ho dei flashback orribili che mi assalgono. Scene macabre.
Combattevamo sopra mucchi di cadaveri. Uomini , donne , bambini straziati tutti confusi in un’orgia di
sangue, brandelli di carne e viscere. La morte, la morte era ovunque, la potevi percepire. Io credo anche di
averla vista in faccia. Appollaiata su un palazzo sventrato. Un abominio ricoperto di piume nere, metalliche,
conficcate nella carne putrida, con un volto contratto in una smorfia terribile, la bocca straziata che gridava
oscenamente. (pausa profonda) Gli esperti militari sostenevano che le guerre del nuovo millennio
sarebbero state guerre lampo, combattute con la tecnologia, coi bombardamenti chirurgici, con armi
elettromagnetiche, con il blocco dei sistemi informatici. Cyberguerra: pulita , sicura, efficace. Le armi
atomiche sarebbero servite solo da deterrente, come estrema ratio. Invece, ecco l’olocausto nucleare.
Sfolgorante e improvviso. Poi solo carcasse di cemento e acciaio. Rovine penose di quelle che erano state
capitali ricche e fiorenti. Ci si scontrava uomo contro uomo, con rinnovata brutalità e violenza in mezzo alla
polvere radioattiva. Senza regole se non quella di sopravvivere…
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SIGNORA LOGAN
Ma ora sei qui. Hai sofferto molto, ma ora sei qui. Qui c’è la pace, la tua casa, tua madre. Potrai rifarti una
vita. Dimenticare…
ROY
No. Resterò per sempre con te. Abbiamo molto tempo da recuperare. Non ti darò più dispiaceri mamma…
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SCENA TERZA
Entra il dottore. In un angolo della scena compare Roy. Seduto , guarda fisso di fronte a se .Lo sguardo è
vuoto a tratti allucinato.
DOTTORE
Per galoppar sulle antiche pianure ,In groppa a una dorata centauressa
Arriva la signora Logan. Lancia un’occhiata compassionevole al figlio e poi si avvicina al dottore
DOTTORE
SIGNORA LOGAN
In realtà va tutto bene. Io mi sento davvero rinata. Roy è sempre lo stesso . Gentile, premuroso. Ha ripreso
la sua solita vita e non mi posso lamentare. Tuttavia, come può vedere, in alcuni momenti della giornata
resta seduto per lunghissimi minuti, con gli occhi lontani, assenti , velati dalla noia ma anche offuscati da ,
come posso dire, una specie di vuoto, di assenza profonda. E’ come se , gli dei mi perdonino se lo dico, è
come se in quegli attimi non avesse più anima. Mi fa paura.
DOTTORE
Sulla permanenza dell’anima in questi casi molto si è discusso. Dovremmo formare una sezione di psichiatri
addetti esclusivamente a questo ramo. Ma ciò non rientra nelle nostre principali direttive. Comunque, dopo
il trattamento, che rappresenta uno shock inimmaginabile, si crea sempre una condizione post traumatica
che può sfociare in tali momenti di vacuità. Noi riteniamo che non sia un vuoto reale, ma venga colmato
con dei sogni lucidi, una sorta di trasfigurazione temporanea, se vogliamo usare un termine mistico…
SIGNORA LOGAN
E cosa sogna?
DOTTORE
La coppia esce di scena. Roy resta sempre assorto. Quindi ha un lampo nello sguardo. Cambia espressione.
Si fruga in tasca e tira fuori dei dadi. Li osserva, li soppesa e poi inizia a lanciarli in terra per poi raccoglierli e
lanciarli di nuovo, in modo sempre più compulsivo. Quindi ,alzandosi di scatto Roy va via sghignazzando…
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SCENA QUARTA
La signora Logan passeggia avanti e indietro visibilmente agitata. Si torce le mani nervosamente. Con lei c’è
un uomo in divisa da Agente della Milizia Cittadina. Armatura protettiva e cyber casco con visore.
SIGNORA LOGAN
AGENTE
SIGNORA LOGAN
Si. Certo.
AGENTE
Lo abbiamo fermato questa notte durante una retata. Stava giocando a dadi in una bisca clandestina. Ed è
rimasto coinvolto in una rissa.
SIGNORA LOGAN
Una rissa? Dadi? Ma non esistono più giochi del genere. E’ roba…roba antica…obsoleta…dimenticata…
AGENTE
Come dice lei. Il lancio dei dadi è stato un gioco d’azzardo molto in voga nel secolo scorso. Ora viene
praticato soltanto nei livelli inferiori della città dai Passatisti. Una specie di setta che non accetta
l’evoluzione tecnologica e le nuove regole. Giocare ai dadi prevede che si scommettano molti crediti. E,
come lei sa, è severamente vietato procacciarsi denaro senza lavorare. Finanziarsi legalmente rientra nei
primi doveri del cittadino.
SIGNORA LOGAN
AGENTE
No. Ha vinto. Mostrando un’abilità davvero inusuale. Ha vinto talmente tante volte da attirare troppo
l’attenzione. La nostra, come supervisori del Grande Occhio, e quella dei Passatisti. Sa com’è fatta la gente
dei livelli inferiori. Sono canaglie, rifiuti umani, vivono nell’illegalità e nel sospetto reciproco. Hanno
pensato che suo figlio barasse. Ed hanno pensato altrettanto bene di piantargli una vibrolama nello
stomaco .
SIGNORA LOGAN
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AGENTE
Stia tranquilla. Sta bene. E’ un soldato perfettamente addestrato . Si è saputo difendere. In maniera efficace
e piuttosto violenta. Pare sia abituato a dover combattere senza regole. Contro quella feccia non ci sono
altri sistemi. Ora lo tratteniamo al comando per fagli qualche altra domanda di routine. Poi sarà libero.
Tuttavia, Signora, lo tenga lontano dai guai. Siamo stati clementi visto che conoscevamo suo marito, che gli
dei l’abbiano in gloria, ma la prossima volta non saremo così buoni. La saluto… (meccanicamente , l’Agente
esce di scena)
SIGNORA LOGAN
Ha sentito Dottore? ( dalla penombra delle quinte compare il dottore) Gioco d’azzardo! Roy non sapeva
neanche cosa fosse il gioco d’azzardo. E poi, arrivare fino ai livelli inferiori. Rischiare solo per un gioco? Cosa
sta accadendo al ragazzo?
DOTTORE
SIGNORA LOGAN
Prego?
DOTTORE
I soggetti sottoposti al trattamento sono affascinati dai numeri, dalle probabilità e dalla manipolazione
delle masse di dati. Il gioco d’azzardo racchiude tutto questo.
SIGNORA LOGAN
Perché?
DOTTORE
SIGNORA LOGAN
Dottore. Io penso che lei si stia arrampicando sugli specchi. Lei non sa di preciso cosa non vada nel ragazzo
e sputa fuori ipotesi, ma di certezze non ne ha nessuna.
DOTTORE
Certezze? Lei mi parla di certezze? Quali certezze abbiamo in questo folle mondo in continua mutazione? Si
vive nell’incertezza. Ogni valore è incerto: lavoro, famiglia, amicizie, relazioni. Tutto poggia su assi
traballanti, pronte a sbriciolarsi e sotto si spalanca il baratro dell’indifferenza.
SIGNORA LOGAN
Io parlo di mio figlio, delle conseguenza di ciò che gli è stato fatto.
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DOTTORE
Le risponderò così: noi siamo viaggiatori, siamo pionieri dell’essenza umana, siamo nomadi psichici,
avventurieri di un nuovo sapere. Investighiamo dimensioni rivoluzionarie della coscienza, ricerchiamo stati
di alterazione misteriosi come giungle inesplorate, comportamenti straordinari che esulano da ogni ipotesi,
ci siamo spinti in terreni ignoti e li percorriamo navigando a vista forti della conoscenza ma non
dell’onniscienza. Vagliamo quel che non sappiamo, non possiamo dominare il caso, la molteplicità , le
microstrutture di pensieri insondabili. “E così passiamo oltre l’occhio rosso del grande Dio Marte, mentre
viaggiamo nell’universo…”
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SCENA QUINTA
Roy entra stiracchiandosi e facendo smorfie . Dopo pochi secondi arriva la signora Logan imbronciata.
SIGNORA LOGAN
ROY
Ho fatto più in fretta che ho potuto, mamma. Quei maledetti mezzi pubblici di risalita sono troppo lenti. Tra
un livello cittadino e l’altro passare è un’impresa..
SIGNORA LOGAN
ROY
SIGNORA LOGAN
Lasciamo perdere. La cena possiamo consumarla anche fredda. Ti ho fatto la zuppa di seitan…
ROY
(alzando la voce) Che gli dei ti possano fulminare donna! Ancora seitan? In questa casa non si cucina più la
carne? Io ho bisogno di divorarmi una bistecca, bella grondante sangue…
SIGNORA LOGAN
(alzando anche lei il tono di voce) Roy, non rivolgerti così a tua madre (avvicinandosi al figlio quasi faccia a
faccia)…ma tu , tu hai bevuto!
ROY
SIGNORA LOGAN
ROY
SIGNORA LOGAN
(esasperata) Si, che lo sono! Sei cambiato! Io voglio sapere cosa ti passa per la testa…!
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Pausa. Roy guarda fisso in terra. Poi alza la testa di scatto e grida
ROY
Niente! Niente di niente! E’ questo il problema: non sento più niente. Non ho stimoli, non ho un futuro,
sono prigioniero dei miei incubi. Sto soffocando nel nulla. Ti basta?
SIGNORA LOGAN
Ma tu hai me…
ROY
SIGNORA LOGAN
Roy! Tu…sei…buono…
ROY
Cos’è la bontà per te? Essere tutti precisini, remissivi, obbedire alla mammina, lavorare, farsi una
posizione? Ecco Roy il reduce, Roy il veterano, Roy il prode eroe di guerra che torna a casetta e costruisce il
suo futuro luminoso così tutti sono contenti! Ma la mammina si è mai chiesta cosa c’è dentro Roy? La
mammina sa quali mostri abitano in lui? E se Roy non volesse fare nulla, se volesse buttare via la sua vita
miserabile, se volesse solo provare l’eccesso, bere, drogarsi andare a puttane, giocare a dadi per sempre?
SIGNORA LOGAN
ROY
Invece lo voglio, voglio essere cattivo… ci si sente meglio sai? La morale comune è costrizione. Il Caos
invece ci appare come un bel dio affascinante che benedice con la perversione dell’imprevedibile…
A questo punto Roy si fa sempre più vicino alla madre e pare minaccioso
SIGNORA LOGAN
ROY
Ormai al colmo della disperazione, la signora Logan colpisce Roy con uno schiaffo. Lui rimane inizialmente
basito, poi sorride malevolo massaggiandosi la faccia e poi colpisce la madre ripetutamente.
ROY
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Le sferra un ultimo crudele calcio che la manda supina e la fa svenire. Poi Roy fugge via. Cono di luce
rossastra sulla signora Logan. La povera donna è riversa a terra. Si riprende a fatica ,si mette penosamente
in ginocchio a capo chino. Entra il Dottore sommessamente…
SIGNORA LOGAN
(come parlando con se stessa) Mi ha picchiata…quale abominio, io volevo solo la pace, l’armonia di una
famiglia felice. Non ho ottenuto neanche questo. Io speravo solo in una misera possibilità di riscatto, uno
spiraglio di luce che potesse scaldarmi il cuore , invece ho subito l’ennesima grande ferita, l’ultimo crudele
squarcio nell’anima…
DOTTORE
Il problema di Roy non è fisico ma mentale. Anzi, ritengo sia ancora più profondo. La ragione è solo un
primo strato, l’epidermide della coscienza e sotto ancora c’è l’Io. O l’anima, come le piace dire e pensare. A
questo punto c’è un prima e un dopo. L’anima di Roy è stata nel Limbo. Li è stata presa. Ma da chi? Dal
Diavolo? E il Diavolo ci ridà indietro una versione distorta di Roy? Non posso azzardare nulla .Gliel’ho già
detto! Tutto è possibile. Anche un transfert in negativo…
SIGNORA LOGAN
(rialzandosi lentamente) Lasci stare le sue stupide supposizioni ! Quello non è mio figlio!
Il dottore prende a camminare nervosamente . E’ stizzito, gesticola vistosamente. Pare voglia dire qualcosa
ma si blocca diverse volte . Poi esplode rabbioso.
DOTTORE
Certo che non è suo figlio! Lo sa benissimo che non è suo figlio! Roy è un REPLICANTE! Se lo ficchi bene in
testa. Un surrogato di essere umano. Una chimera. Roy, l’originale Roy, è morto! Dilaniato da un
lanciagranate nemico durante un’azione in battaglia. Abbiamo ricevuto il cadavere di suo figlio o meglio
quel poco che ne restava direttamente dall’ospedale militare. Un tronco mutilato, una testa schiacciata e
una mano senza dita. Lo abbiamo sottoposto al nostro trattamento rigenerativo, come da contratto, come
ha voluto lei. Abbiamo replicato i suoi geni, abbiamo ricostruito il suo corpo, gli abbiamo impiantato dei
ricordi, quelli che lei ci ha fornito. I suoi ricordi di lui. Nella sua mente sono rimasti soltanto le atroci
reminiscenze della guerra e niente più . Quelle non siamo riusciti a cancellarle. Gli shock neurali che
generano incubi ricorrenti sono duri da spazzare via. Abbiamo ottenuto un essere nuovo, un individuo
sintetico, un replicante appunto. Qualcosa di unico, meraviglioso, ma anche profondamente instabile.
Questo è il prezzo da pagare. Glielo avevo detto. Accettare che il prodotto possa avere dei difetti di
fabbricazione. Una clausola che il suo egoismo ha bypassato!
SIGNORA LOGAN
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DOTTORE
Roy non è un giocattolo. Non si può cambiare semplicemente con uno schiocco di dita. Non si può
condizionare. Se la sua nuova indole è violenta e malvagia, resterà violenta e malvagia. O lo accetta pe
come è oppure…
SIGNORA LOGAN
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SCENA SESTA
Roy viene spinto in scena dall’Agente della Milizia sotto la minaccia di un’arma da fuoco e si siede
forzatamente su uno degli elementi cubici. Gli viene messo in testa una specie di elmetto pieno di cavi ed
elettrodi, schermato da una visiera translucida. Entrano da due diversi lati il dottore che ha in mano un
tablet e la Signora Logan. Roy guarda la madre prima con compassione, cercando un qualche appiglio , ma
gli occhi della donna sono gelidi. Allora Roy fa una smorfia di disprezzo e si rivolge al dottore annuendo. Il
Dottore mestamente collega i cavi al tablet e inizia ad armeggiare con esso. Gradualmente il corpo di Roy
viene scosso da violente convulsioni, la testa scatta via all’indietro, si ferma per lunghi istanti . Poi
lentamente, il capo torna dritto e lo sguardo di Roy è completamente svuotato. Quindi il Dottore toglie i
cavi ed estrae dal tablet un piccolo oggetto scuro di forma allungata. Lentamente lo porge alla Signora
Logan…
DOTTORE
Ecco. Questo è ciò che resta di Roy, il nuovo Roy. Sono solo una concatenazione di dati, o forse, forse si
tratta davvero della sua anima, una miserabile anima alfanumerica. Può seppellirla se vuole. Avrà qualcosa
su cui piangere. Il pianto è consolatorio. Se ne è ancora capace…
Tentennando, la Signora Logan prende l’oggetto e lo stringe forte al petto sospirando. Poi indicando con un
cenno del capo il replicante.
SIGNORA LOGAN
DOTTORE
Quello è solo un involucro. Un contenitore ormai vuoto. Un inutile burattino confinato nella stanza degli
attrezzi. La chimera azzoppata e abbattuta. Marcirà suppongo. E’ il suo destino…
La coppia esce di scena. Dopo qualche attimo accade qualcosa. Un grande schermo posto dietro il
palcoscenico proietta un primissimo piano di Roy. L’immagine appare instabile , traballante e rovinata.
Come se si trovasse perduta nel cyberspazio. Quindi il Roy virtuale, confuso e inquieto, dice, con intensità
crescente
ROY
Buio.
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HOMO BETA
Un’opera teatrale vaporwave. Ovvero vivide nostalgie di un’estetica che è potenza digitale e cultura
dell’eccesso. Una parodia degli anni 80 e 90 carica di critica verso la società consumistica contemporanea,
che ha prodotto il bello, che ha imposto l’apparire sui social come chiave per l’esistenza dell’individuo , ma
ha generato anche pericolosi mostri controculturali come il protagonista di questa singolare piece.
I PERSONAGGI
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ATTO UNICO
Si accendono le luci . Gradazioni tossiche di viola, fucsia e rosa. Una ragazza ferita a destra , un ragazzo
ferito a sinistra. Gettati a terra. Sanguinanti. Entrambi gravi. Al centro un uomo armato di pistola
automatica. Il loro respiro affannoso è enfatizzato, così come quello dell’uomo armato. Quando la musica si
interrompe , la giovane donna inizia a parlare.
STACY
Perché ?
STACY
Perché?
STACY
Perchééééééé ?
BETA
Dici a me?
STACY
Beh, fino a prova contraria sei tu che mi hai sparato. Almeno dimmi perché…
BETA
Ricordi il film? Pillola rossa o pillola blu? Io ho fatto una terza scelta. Ho mangiato la pillola nera , quella
della mia personalissima realtà.
STACY
BETA
La realtà della condanna. Una condanna che ho ereditato dalla nascita. La condanna dell’irreparabilità del
mio destino. Ho capito che non potevo rimediare al mio destino.
STACY
Non voglio convincerti di nulla. Ma credo che ci sia una possibilità per tutti.
21
BETA
Per te Stacy, per te c’è stata la possibilità. Ma tu sei partita avvantaggiata. Io ho avuto una condanna . Tu un
dono.
STACY
BETA
Stacy è una convenzione. Le ragazze belle come te sono tutte Stacy. Belle , avvenenti, sessualmente
appetibili. Dominatrici. Potete avere tutto.
STACY
Io non mi sento, non mi… sentivo così bella, avvenente ma soprattutto non mi sentivo una dominatrice.
Sono stata per due volte eletta reginetta della scuola, ma da qui ad essere un dominatrice ce ne vuole…
sono solo una donna.
BETA
Non sei un donna. Sei un Femoide. Fe-moi-de. Femmina della specie umana. Organismo umanoide
femminile. Non esistono donne ma femoidi.
STACY
Chi sei tu? Il re dei misogini? Mi insulti anche? Dopo il danno , la beffa? Mi ritieni un essere inferiore?
BETA
No. Tutt’altro. Voi femoidi siete una specie superiore. Siete detentrici del potere illimitato. Fascino e
seduzione. In particolar modo tu in quanto Stacy. Tu e Chad siete stati baciati dalla sorte. Siete nati per
essere sempre vincitori.
STACY
Chi è Chad?
BETA
Lui.
Beta punta la pistola contro la seconda vittima. Il ragazzo inizia a contorcersi verso Beta. Sta messo molto
male.
CHAD
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BETA
Chad è una convenzione. Tutti gli uomini belli che hanno successo con le donne , sono Chad . Hanno il fisico
perfetto, sono sicuri, sono i maschi alpha dei maschi alpha. Seducono, piacciono. Possiedono molte donne.
Rappresentano il 10% della popolazione maschile mondiale.
CHAD
Stai sparando statistiche a caso e senza senso. Tu sei uno di quelli che vuole avere sempre ragione
alimentandola con il nulla. Sei una convenzione pure tu…
BETA
Chad, tu non hai squarciato il velo della realtà. Tu non puoi sapere. Caro il mio Chad. Lasciami continuare.
Dicevo: c’è un 10% di uomini come te Chad. Poi abbiamo un 60% di maschi che possiamo definire Normali.
Si accasano verso i 30 anni con una femoide che ha passato la vita a divertirsi con i Chad e ora ripiega
sposandosi un cretino.
CHAD
BETA
Sicuro. Si prendono gli scarti. Femoidi pronti solo per la riproduzione. Il resto , dal corpo alla psiche, è tutto
da buttare via. Tu ne sai qualcosa, no?
BETA
Ridi Chad?
CHAD
Rido, perché non sono quello che pensi. Faccio sport , ci tengo…ci tenevo al fisico, ma non passo di donna in
donna. Ho una relazione stabile. Avevo una relazione stabile. E pensavo pure di sposarmi.
BETA
No! Bugiardo. Io so che tu sei un Chad. Io vi ho studiato. Io ho indagato nei vostri più piccoli dettagli
fisiognomici, io ho cercato il segreto che custodiscono i vostri geni. Voi avete una vita sessuale appagante,
voi siete gli unici ad avere storie di una notte e a sperimentare il sesso occasionale. Vi odio profondamente ,
ma vi invidio anche perchè voi punite queste femoidi. Le usate. Le esaurite. Le rovinate…
CHAD
23
STACY
Forse è diventato così perché è stato bullizzato. Tutti i depressi e i frustrati come lui sono stati bullizzati.
Hanno tenuto dentro tutta la loro rabbia ed ora la scaricano in questo modo…
BETA
Noooo. Il bullismo non c’entra un cazzo! Volete sapere perché sono così? Certo che lo volete sapere. Allora
io sono così…io sono così perché sono brutto! Mi avete visto? Questa faccia orrenda. L’avete vista no?
STACY
BETA
La mandibola. La mia ridicola mandibola. Non è la mandibola di un Chad. E’ una mandibola rotonda. Da
perdente. Non è squadrata , mascolina. Conoscete Mike Mewers? E’ un ortodontista famoso. Plastiche alla
mandibola , un vero genio della chirurgia. Io ho studiato tutte le sue pubblicazioni. Io ed altri come me.
Bene : abbiamo creato dei tutorial per praticare da soli queste operazioni. Basta usare piccoli trapani che
inchiodano i denti a dei ferri oppure, puoi colpire con un martelletto certi punti della mandibola a giorni
alterni. Così l’osso si inspessisce.
CHAD
Cristo ,ma è ridicolo. Che sperate di ottenere? Io vedo solo facce livide, piene di ferite e tumefazioni. Altro
che migliorare. Cosi diventate davvero brutti. E presumo, ancora più cattivi.
BETA
CHAD
Come? Il mio polso. Credo di non sentirlo quasi più il mio polso.
BETA
Stronzo di un Chad. Fai finta di non capire? Il tuo polso. Le dimensioni del tuo polso. Sarà di certo grande ,
spesso. Un polso da Chad. Invece guarda il mio polso. Sottile. Brutto come me. Ho fatto delle misurazioni
sai? Misurazioni ogni santo giorno. Possiedo delle tabelle molto dettagliate sulla grossezza dei polsi. Il mio è
fottutamente sottile. Comprendi la mia sofferenza?
CHAD
Una volta si faceva il confronto del pene nei cessi della scuola , adesso quello dei polsi. E’ ridicolo, ridicolo…
STACY
Non ci credo che tu non riesca a trovare una ragazza. Non ci credo . E comunque, Se non riesci ad avere
donne belle, puoi ripiegare su quelle meno belle.
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BETA
Certo Stacy, vuoi che non ci abbia pensato, Stacy? Ma non mi hanno voluto neanche quelle. Non ci vogliono
neanche quelle. Neanche le cesse obese, neanche le occhialute pelose, neanche le nasone piene di brufoli.
Sono tutte Becky.
STACY
Altra convenzione. Fammi indovinare. Becky. Brutte e femministe fino all’osso. Ci ho preso eh? Lasciami
solo dire una cosa. Per avere una donna hai cercato forse di migliorare te stesso? Adottare uno stile di vita
sano, curare la tua igiene personale. migliorare il carattere, essere più solare , simpatico, spigliato. Avere
una vita sociale. Ci hai provato?
BETA
Io non potrò mai migliorare me stesso. Io sono malato di bruttezza. E per la bruttezza non c’è cura . Io sono
un Incel. Un Involuntary Celibate. Un celibe involontario . Uno che non riesce e non riuscirà mai ad avere
una donna . Prima vi ho detto che la popolazione maschile mondiale è costituita da un 10% di Chad, da un
60% di Normali e infine da un bel 30% di noi Incel. Di gente che ha ingoiato la pillola nera. Siamo emarginati
sin da piccoli. Le donne ci schifano. Siamo schiacciati e oppressi dal modello estetico contemporaneo. Noi
siamo mostri incrociati con vermi, abbiamo stampato sul viso un sorriso ebete, abbiamo lo sguardo da
scemi. Ci prenderemmo a pugni da soli per quanto siamo repellenti. Siamo uomini beta. Il sesso ci potrebbe
salvare ma le donne se ne infischiano. Per loro siamo spazzatura. Ma siamo tanti adesso. Ci riuniamo sui
forum, sulle chat, sui social network . Parliamo della nostra misera condizione. All’inizio era tutto un
lamento. Poi abbiamo cercato di trovare una soluzione al problema.
CHAD
BETA
Esatto. Sono uscite fuori cose interessanti. Alcuni si auguravano il ritorno della società patriarcale, così
ognuno poteva scegliere la donna che voleva e le Stacy non avrebbero avuto più diritti. Poi altri hanno
proposto di fare sesso con le proprie madri. Con i cadaveri, con i bambini…
CHAD
BETA
BETA
Beh, comunque tutti i progetti sono saltati. Perché in noi è nata la consapevolezza di non avere futuro. Ma
una pagina di storia possiamo sempre scriverla. Ora. Con la vendetta. Col vostro sangue schifoso! Siamo
passati all’azione. Ho vendicato la mia verginità forzata, ingiusta e crudele. Mi sono armato, sono venuto
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qui in questo locale chic di merda, dove fate i vostri aperitivi di merda, dove celebrate i vostri riti prima
dell’accoppiamento fatti di risatine, ammiccamenti e strusciamenti. Ve li ho tolti quei sorrisi… a colpi di
pistola!. Voglio dirlo a tutti. La rivoluzione Incel è appena iniziata. Travolgeremo come un fiume in piena
tutti i Chad e le Stacy! Non chiamatemi terrorista. Io sono fiero di quello che ho fatto!
Incel Beta si mette a passeggiare avanti e indietro nervosamente. Pensa, rimugina qualcosa. Quindi di
ferma di colpo.
BETA
Continueranno però, continueranno. Quei bastardi e quelle troie continueranno ad infierire. A riderci
dietro. A postare le meme per prenderci in giro. CONTINUERANNO! E poi, anche se riuscissimo ad eliminarli
tutti, che cosa resterebbe? Un mondo popolato da soli incel. Un mondo sterile, incapace di riprodursi, un
mondo di brutti. Un mondo brutto. Un mondo destinato all’estinzione. Io non voglio questo. Io voglio un
posto dove i mostri siano re. Non in Paradiso. Dio fa la selezione all’ingresso. Ma all’inferno? Si. All’inferno i
brutti siedono alla destra del Diavolo.
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INHABITANT
Uno psycho noir che racconta un viaggio allucinato dentro la mente umana per scoprire che la follia ha mille
volti e che la realtà può essere sovvertita in qualsiasi momento
PERSONAGGI
LADY OF THE DANCING WATER – La Signora dell’Acqua Danzante. Una personalità frivola e appassionata
NOTE: gli attori in scena sono solo due. L’agente e la santa/assassina che interpreta anche le altre
personalità.
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ATTO UNICO
Si accendono le luci, tonalità rosso sangue. Al centro del palcoscenico una ragazza vestita di bianco seduta
su un seggio modulare scuro. Macchie di sangue le imbrattano il volto e l’abito. Una musica suggestiva
accompagna la scena. In bella vista troviamo un portaspada su cui poggia una wakizashi dentro il suo
fodero. Entra un uomo. Completo nero, cravatta rossa, impermeabile. Si ferma per un istante per osservare
l’insieme. Poi tira fuori dalla tasca un registratore portatile e lo accende.
AGENTE MESMER
Lunedì 9 aprile 2018. Sono le 10:02. Inizio la registrazione. Mi trovo sulla scena del crimine. Hanno portato
via tre corpi . Maschi, razza caucasica , tra i 30 e i 40 anni. Massacrati con un’arma da taglio , non rinvenuta.
L’assassino ha infierito sui corpi , li ha straziati , li ha resi irriconoscibili. Lo ha fatto con infinta pazienza,
tagliando via brandelli di carne con precisione chirurgica e sistemandoli accanto ai cadaveri per formare
una sorta di disegno astratto, un macabro arabesco. Così ha lasciato un messaggio.
Sai, Diane, a volte mi chiedo cosa sia realmente la violenza. Alla fine ritengo che possa essere
un’espressione estrema della nostra mente, una volontà di colpire un nemico facendo appello a quanto di
più bestiale ci teniamo dentro esteriorizzandolo con perversa creatività. La violenza come processo
creativo. La violenza come forma alternativa di comunicazione. E’ un’eresia vero, Diane? Comunicare lo
squilibrio interiore attraverso la violenza. E non ti parlo della violenza di massa, di un bombardamento
magari. Un bombardamento è un’azione distruttiva gratuita, comandata. Io ti parlo della violenza privata,
quella dell’uomo contro l’uomo, del singolo che uccide e mutila. Accade per vendetta o per perverso
piacere, il movente poco interessa. E’ la modalità, la messa in scena dell’atto violento che mi affascina. Lo
stile nell’uccidere.
Pochi dubbi sul colpevole. Ce l’ho davanti . Ha addosso il sangue delle vittime. E’ una giovane donna. Gli
agenti l’hanno trovata così . Seduta su una sedia. Non ha detto nulla. Ha lo sguardo assente. Come se stesse
vedendo al di fuori di questa agghiacciante realtà. Si trova qui eppure non è qui. Prima di portarla via hanno
chiamato me, per cercare di farla parlare. So che non sarà semplice, Diane.
O meglio, ho trattato casi di catatonia molto gravi, ma questo, a occhio, mi sembra impossibile.
Non c’è stupor, l’acinesia è completa, nessun movimento, nessun tremore. Nessuna reazione agli stimoli
esterni. Completa rigidità plastica. Questa donna si è chiusa. Ha ucciso e poi si è chiusa . Ha creato una
barriera insormontabile. Almeno per la maggior parte delle persone comuni. Ma anche par la maggior parte
degli psichiatri. Potrebbero internarla, iniettarle benzodiazepina per mesi, anni, e ottenere solo qualche
timida reazione. Magari cacciarle di bocca qualche parola , che lei ripeterebbe all’infinito, come un disco
rotto.
Bisogna scavare, Diane, bisogna osare per ottenere risultati. Io sono la persona giusta. Quelli della squadra
omicidi lo sanno. Ti ricordi all’inizio quando mi prendevano in giro? Quando avevo esposto le mie teorie sul
magnetismo animale? Li abbiamo fatti ricredere eh, Diane? E lasceremo il segno anche stavolta.
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L’uomo ripone il registratore, prende dalla tasca un diapason e due piccole campane tingsha collegate tra
loro da una cordicella di cuoio.
Solo le 10:05. Iniziamo con la mesmerizzazione. Seguirò la solita procedura per ottenere un’ipnosi più
profonda.
L’uomo inizia delicatamente a colpire col diapason le piccole campane , spostando il movimento da un lato
all’altro del capo della ragazza e recitando contemporaneamente una poesia di E.A.Poe:
sono consapevoli
E tremano, svegliandosi,
D’improvviso, la ragazza spalanca gli occhi.ma non sembra essere lei . Sia dallo sguardo torvo e cupo, sia
dall’espressione feroce e non più pacata. Infatti si tratta di Black Annis, la prima Personalità.:
BLACK ANNIS
BLACK ANNIS
Tu bastardo pervertito, smettila di darle fastidio. Lei deve riposare. Deve continuare a dormire…
AGENTE MESMER
29
BLACK ANNIS
No. Non sono lei. Io sono…beh, puoi chiamarmi Black Annis. Sono la sua custode. Sono una parte di lei , ma
non sono lei. Io sono molto più vecchia di lei. Io sono molto più saggia di lei. Io sono molto più cattiva di lei.
AGENTE MESMER
(parlando nel registratore) Diane, qui la cosa si fa interessante. Ho ipnotizzato il soggetto ed è venuto fuori
qualcosa. La ragazza ha una doppia personalità . Aggressiva e protettiva…
BLACK ANNIS
Con chi stai parlando bastardo? Con una scatolina? Sei pazzo forse?
AGENTE MESMER
BLACK ANNIS
Che dici? Che parole usi? Quella non è roba del mio tempo. Quelle sono diavolerie da maghi, da alchimisti,
da saltimbanchi, o peggio…da cacciatori di streghe!
AGENTE MESMER
BLACK ANNIS
AGENTE MESMER
BLACK ANNIS
Tu non sai chi agisce. Tu vedi una mano macchiata di sangue e allora pensi che sia la mano di un’assassina.
Sei un uomo che usa la logica. Uno, due e poi tre e poi quattro. Non riesci a vedere oltre. Non sai cosa
significa essere liberi… con questa… (indica la sua fronte)
AGENTE MESMER
Tu lo sai?
BLACK ANNIS
(si alza zoppicando visibilmente) Si. Io conosco la libertà. So perfettamente come e quando la mente spicca
il volo e vede il Mondo dall’alto…
AGENTE MESMER
30
BLACK ANNIS
AGENTE MESMER
Prima hai citato l’alchimia e i cacciatori di streghe…oggi non se ne parla più. Altre figure hanno preso il loro
posto.
BLACK ANNIS
Sono certa che vuoi temporeggiare per elaborare un piano. Voi, subdoli figli di Machiavelli, sempre avvezzi
alla manipolazione ed alla macchinazione…ma ho voglia di parlare. La mia storia vivrà di nuovo e io credo
che ogni mia parola si fisserà in qualche modo, andando a colmare quei vuoti di memoria che galleggiano
nel tempo e nello spazio . Ascolta buffone. Io non so di chi sia figlia. Mi hanno trovato in mezzo a un bosco.
Avvolta in una pezza di seta rossa. Stoffa nobile. Ero Adagiata al centro di un cerchio delle streghe. Sai,
quando i funghi velenosi crescono in circolo magicamente. A trovarmi fu un gruppo di cacciatori. Nessuno
aveva li coraggio di entrare nel cerchio , avevano paura di restare intrappolati . Perché si diceva che tutto al
suo interno si sarebbe fermato per sempre e che solo le preghiere di un sant’uomo o un bastone costruito
con il legno della Croce potevano liberare la vittima. Fui tirata via da uno dei loro segugi… mi trascinò
stringendo nelle fauci la mia debole caviglia di infante. Un danno che , come vedi mi sono sempre portata
appresso. Fui adottata da una famiglia di puritani, a quel tempo li chiamavano teste rotonde, infatti non
portavano i parrucconi incipriati come borghesi e nobili. Venivano disprezzati da tutti perché i miei erano
gente bigotta che viveva perennemente nel timore di Dio e che considerava peccato quasi tutto. Non
divenni ma come loro, in verità ero opposta a loro… sviluppai da subito una profonda avversione per il
sacro. Non ero posseduta dal maligno. Semplicemente la mia anima percepiva la religione come un vincolo
inutile, il timore del divino privava il libero arbitrio. Era una reazione innata ed automatica. La prima volta
che entrai in una Chiesa, svenni ed ebbi le convulsioni. Avevo circa sei anni. La comunità puritana pensò
davvero che fossi indemoniata e per cacciare il diavolo mi frustarono e mi torturarono prima con l’acqua e
poi col fuoco. Immagina un passerotto tutto pelle e ossa col corpicino coperto di bruciature, ferite infette e
piaghe, il ventre gonfio e dolorante per tutta l’acqua ingurgitata a forza, buttato a dormire in mezzo allo
sterco dei maiali, per giorni, perché il loro Dio non mi aveva ancora salvato.
Riuscii a scappare però , con un filo di forza tornai dove c’era la mia casa. Nel bosco. Così crebbi da sola ,
nutrita dalla miglior madre che un essere vivente possa avere: La Natura. Mi saziai con le piante, ebbi
visioni con le bacche e le radici . Visioni sull’essenza del cose, sugli spiriti che serpeggiano fumosi tra i rami
delle querce o increspano con battiti d’ali leggere la superficie degli stagni. Da loro imparai a squarciare il
velo della realtà fasulla creata dall’uomo: quella delle leggi scritte, della morale prefissata, delle dottrine
inconfutabili. Vedevo la menzogna nelle pagine dei libri , nelle bocche dei profeti, nelle parole dei
predicatori, nella presunzione dei sapienti. Io ero libera, non avevo bisogno di illusioni. Io ero libera. Io ero
come lei, come la creatura miserabile che tu stai accusando…
AGENTE MESMER
Tu difendi la libertà di questa ragazza. E’ un movente valido. Mi hai dato un movente. Grazie. Uccidere per
mantenere la libertà . E’ successo questo. Devo solo capire però che tipo di libertà gli è stata tolta a tal
punto da spingerla all’omicidio. Ad un omicidio rituale.
31
BLACK ANNIS
Ma se non hai lei, tutti i tuoi discorsi e le tue congetture saranno vani. Chi porterai alla forca? Me? Io non ci
sarò. Io mi andrò a nascondere nelle profondità della sua coscienza, dietro le pieghe dei pensieri più oscuri.
Quindi : non provarci, non provarci, non provarci, non provarci .
Black Annis si siede. La testa della ragazza si declina in avanti, come se si fosse addormentata.
AGENTE MESMER
Black Annis si è spenta. O forse no. E’ una bestia in agguato. Ma come può mordere dal piano astrale?
Torniamo ai fatti. Il movente: la libertà. Questa ragazza ha ammazzato per essere libera. Emancipazione .
Fuggire alle sue vittime, che forse tanto vittime non erano. Ho questi elementi: quartiere povero, un
appartamento misero. Lei è forse una donna che vuole fuggire dal degrado. Ma questi uomini, gli uomini
uccisi, forse glielo hanno impedito. Chi sono? I fratelli, un fidanzato sbagliato, magari un poco di buono e i
suoi amici tossici? O semplicemente, lei è una prostituta che vuole cambiar vita ma i suoi protettori glielo
proibiscono? Avrebbe comunque un buon movente per uccidere. La libertà. L’amore verso se stessa…
La ragazza ha un fremito.
AGENTE MESMER
La ragazza è scossa da un altro fremito, che è più armonioso, quasi un passo di danza.
AGENTE MESMER
La ragazza si alza in piedi delicatamente e inizia a ballare , armoniosamente , poi si ferma e fissa incuriosita
l’agente Mesmer
LADY
Tipo strano, ascolta bene. La libertà fine a se stessa non è un buon movente. Lei era innamorata. Si. Di se
stessa? No! Questo particolare non ti è sfuggito. Comunque, tipo strano, segugio bipede, non ha ucciso. Ne
per la libertà , ne per l’amore. Nessuno ha ucciso in questa storia. Tu vedi cose, ma non sono quello che
sembrano. Non sta a me però spiegarti tutto. Sono troppo stupida per parlare e dare spiegazioni elaborate.
Io sono solo capace di amare.
AGENTE MESMER
Sei lei?
LADY
Sei strano e pure scemo? No. Io sono la signora dell’ Acqua danzante. Cammino sulle ninfee, faccio scherzi
alle rane e alle libellule. Non ho istruzione, perché non ne ho bisogno. Il mio maestro è il vento che sussurra
canzoni soffiando tra i salici. I miei libri sono rocce millenarie coperte di muschio che raccontano la storia
dell’uomo, i miei compagni sono creature docili che profumano di buono. Ed ogni cosa che vedo è bella. Chi
attraversa il mio regno trasforma l’odio che porta con se in amore.
32
AGENTE MESMER
Un’altra personalità . Davvero interessante. Ho lavorato su diversi soggetti che presentavano personalità
multiple, ma queste sono davvero ben delineate. Come se fossero incarnazioni vere. Tu sei come Black
Annis?
LADY
Cioè pazza? Ahahahahah. Forse si , ma sono più allegra. E non chiedermi a che epoca appartengo. Io ci sono
sempre . Presente, passato e futuro sono per me simultanei. Io sono figlia del mito.
AGENTE MESMER
LADY
Tu lo dici…Io sono vera , io sono viva. Possiedo il corpo di questa dolcissima ragazza e posso toccare,
respirare, anche se la tua vista in realtà mi turba parecchio. Tu non hai fantasia, ognuno ha un bambino in
se, ma il tuo sembra essere morto nelle spire della logica…
AGENTE MESMER
Non ho tempo per sognare. Perché hai detto che nessuno ha ucciso in questa storia? Perché anche tu
difendi questa assassina?
LADY
Ahahahaha. Io non difendo nessuno , quando non c’è colpa. O forse , l’unica colpa che lei ha avuto è stata
quella di amare . Intensamente, profondamente, inesorabilmente.
AGENTE MESMER
Amare chi?
LADY
Amare un altro. Diverso dai mostri ignoranti che la circondavano , che la opprimevano, che gli inculcavano
a forza tradizioni, rispetto e una morale sbagliata. Lei amava un ragazzo che aveva una cultura e una mente
diversa. Più aperta. Più solare. Era una artista di strada. Giocoliere , clown , mimo. Faceva ridere i bambini.
Regalava gioia. Volevano viaggiare insieme in giro per il mondo e vivere così da vagabondi felici. I mostri li
hanno scoperti. Il ragazzo è stato preso e gettato in una vasca di cemento. Lei è morta dentro appena glielo
hanno detto.
AGENTE MESMER
Poi però si è vendicata. I cadaveri che erano qui dentro appartenevano ai mostri, giusto? Quindi è
colpevole. Grazie per avermi fornito storia e movente.
33
LADY
Non ha ucciso lei. Fossi in te mi fermerei qua e invece di vedere un colpevole a tutti i costi vedrei una
povera vittima. E per lei proverei compassione, solidarietà e amore. Ma se proprio vuoi andare avanti nella
ricerca della giustizia , allora ascolta:
La ragazza ora resta immobile, trattenendo il respiro. Poi si rilassa sedendosi , la testa reclina delicatamente
all’indietro. Anche la seconda personalità è andata via.
AGENTE MESMER
Non voglio sapere altro. Scriverò il rapporto e dentro ci metterò tutto quello che ho visto e sentito oggi. Io
seguo, si , il mio destino, che è quello di concludere l’indagine. Anche se, una parte di me è dubbiosa
(accende il registratore) Diane, tu sai che io sono sempre sicuro di quello che faccio. Sai che sono un tipo
deciso e che non dubito mai delle mie conclusioni. Ma , stavolta, qualcosa mi trattiene dall’incolpare questa
donna, anche se ho elementi sufficienti per provare la sua colpevolezza. Vivo un conflitto strano, non con
me stesso , ma con una forza esterna che tira a se dicendomi di non cadere in errore e di perdonare…
La ragazza richiama l’attenzione dell’uomo sbattendo forte il piede. Quindi cambia atteggiamento e
postura. Apre bocca di nuovo, una voce dal timbro forte, quasi mascolina, che parla piano…
34
SPIRAL ARCHITECT
Così sia, per dirla con le Sacre Scritture. Perché di sacro c’ è molto in questa triste storia. Sacra è la morte,
sacro il dolore, sacre le lacrime, sacro il perdono che senti dentro. Sei titubante perché non puoi chiudere
così questa storia. Non puoi scegliere. Il tuo percorso è già delineato .
AGENTE MESMER
Oh, un altro ospite. A questo punto sarei curioso di sapere quanti siete là dentro.
SPIRAL ARCHITECT
Sarebbe la tua prima domanda sensata. Io sono l’architetto della spirale. Io reggo tutta la struttura della sua
mente. Prima che tu me lo chieda, ti racconterò chi sono. Quando ero giovane, ho lavorato ad un progetto
monumentale. Un palazzo, un condominio futuristico che cresceva a spirale per decine e decine di piani. Ad
ogni piano giardini, negozi, teatri, spazi per socializzare. Un luogo perfetto, una capolavoro di integrazione
abitato da razze di tutto il mondo. Lo chiamami Babele come la torre biblica e proprio come la torre , crollò
per colpa dell’uomo e di una guerra infame. Lo bombardarono, massacrando tutti gli abitanti. Un obbiettivo
strategico. Certo: abbattere la felicità e la pace. I due più grandi nemici della miseria e della distruzione. Ma
Babele non è un progetto fallito. Ho deciso di ricostruirlo qui, nella coscienza dilaniata di questa povera
ragazza, così da ospitare tutte le sue innumerevoli anime.
AGENTE MESMER
Un immenso contenitore di energia psichica. Tu allora sai com’è nato il suo disturbo…qual è la sua origine e
quale sia la vostra origine…
SPIRAL ARCHITECT
La nostra origine è molto semplice. Questa giovane donna ha subito la perdita del suo ragazzo.
La perdita della sua unica speranza. Ha subito un un trauma talmente forte che la sua mente non è stata in
grado di affrontare da sola. E allora l’io si è frammentato, è diventato un sorta di Dio creatore di tante
personalità a cui è stata distribuita una parte di quel trauma in modo da alleggerirne il peso. Ogni
personalità abita in un appartamento di Babele, del neuro condominio a spirale, che poi è un piccolo
universo ed è custode del frammento di quel segreto doloroso e spaventoso. Ogni personalità difende
quel frammento, crea una barriera affinché nessuno possa scoprirlo.
AGENTE MESMER
Io l’ho scoperto. Non mi è sembrato difficile. Merito della mesmerizzazione. Pensavo ad un livello di sfida
più alto.
SPIRAL ARCHITECT
Tu non hai scoperto nulla . Non certo con un evidente anacronismo come la mesmerizzazione. Ti è stato
permesso di scoprirlo. Lei ti ha permesso di scoprirlo. Tu sei solo una parte del tutto.
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AGENTE MESMER
Io sono un elemento casuale. Mi hanno chiamato per investigare. Lei non sa niente di me . Voi non sapete
niente di me. Io ho usato le mie tecniche e sei venuta fuori te , e le altre…
SPIRAL ARCHITECT
Loro non sono lei. Io non sono lei. Siamo generate dai frammenti . Parliamo attraverso lei ne usiamo il
corpo . Tu ci vedi, anche tu sei dentro di noi . Anche tu ti proietti parlando con una persona al registratore.
Ma quella persona esiste? E se tu fossi stato mesmerizzato prima di noi ? O meglio: Se lei ti avesse
permesso di entrare nella sua mente ? O meglio ancora: e se tu fossi uno di noi? Un suo nuovo costrutto,
un suo nuovo frammento che prende forma? Una nuova personalità che indaga perché deve acquisire la
consapevolezza di chi lei sia realmente? Santa o assassina? Tu sei lei che indaga per pulirsi la coscienza, per
auto scagionarsi dal delitto. Per avere il perdono. Ma questo delitto lo ha commesso davvero? O è una
proiezione psichica dei suoi progetti di vendetta? Magari dopo il trauma ,è diventata autistica, è ridotta a
un vegetale, è incosciente e sogna tutto questo…
AGENTE MESMER
io sono reale…
SPIRAL ARCHITECT
si? Per favore, puoi avvolgere il nastro e ascoltare quello che hai registrato?
L’agente riavvolge il nastro e preme il tasto play. Non c’è alcuna voce registrata ma solo una sorta di ronzio.
AGENTE MESMER
SPIRAL ARCHITECT
Il rumore bianco è una barriera che protegge da altri suoni molesti, così come noi proteggiamo lei … e
incarniamo come sogni guardiani ogni sua emozione ogni sua sfaccettatura caratteriale: Black Annis La
rabbia, la Signora dell’acqua danzate la passione l’amore, io la coscienza e tu…tu l’assoluzione!
L’agente Mesmer avanza fino al portaspada. Si inchina , estrae la lama, torna indietro e si posiziona dietro
la ragazza. Quindi solleva l’arma ed esclama:
AGENTE MESMER
E io…l’assoluzione!
BUIO
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DAY OF D
Prigioniero di un mondo che non è più dominato dall’uomo, ma da una razza nuova , predatrice e
virtualmente immortale. Un uomo incattivito graziato dalla follia , dalla disperazione e dalla morte. Almeno
finché il pensiero resta lucido e le armi cariche.
PERSONAGGI
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La scena si svolge in un sotterraneo, verosimilmente gli scavi per una linea metropolitana che non vedrà mai
la luce o i magazzini interrati di un centro commerciale dove forse si possono reperire acqua e viveri. Un
uomo giovane entra dalla platea muovendosi a tratti circospetto e a volte balzando di angolo in angolo
cercando riparo e mirando con un fucile , contro nemici reali o illusori. Una musica cupa mista a flebili
lamenti inumani in sottofondo.
L’UOMO
La sopravvivenza prima che il mondo capitolasse era questa. Sopravvivere alla sveglia mattutina,
sopravvivere al traffico per andare in ufficio, sopravvivere ai colleghi noiosi, alle file alla posta, alle file per il
buffet degli aperitivi, sopravvivere alle estenuanti sessioni di MMA in palestra. Com’è successo? Non lo so.
Io ero a casa , sul divano, con la mia ragazza accanto. Un felice pomeriggio tranquillo fatto di coccole, baci
carezze. Poi lei sta male all’improvviso. Molto male. La testa gli scatta all’indietro e la faccia diventa
paonazza, livida , i bei lineamenti distorti come se dentro di lei si consumasse l’inferno. Convulsioni.
Soffocamento. Schizzi di bava giallastra e sangue. Poi niente. Respiro zero. Polso zero. Morta. La sua mano
ghiacciata strige forte la mia. Ictus, infarto, aneurisma? Poco importa: è morta.
A questo punto, l’uomo cambia registro. E’ come se si distaccasse dai ricordi, tornando alla cruda realtà
della situazione in cui si trova.
Sono dentro la struttura. Un edificio che ancora regge il peso della decadenza. Vorrei urlare, ma l’aria
soffoca l’urlo sul nascere e lo fa cadere muto al suolo; come una pazza allungo il collo, già sento il morso
arrivare per prendermi la vita : ma loro trattengono il colpo. I riti non sono ancora compiuti.
Ora invece, tornano all’assalto i ricordi. Per convenzione, d’ora in avanti, questi sbalzi di memoria tra gli
eventi passati e quelli presenti verranno sottolineati esclusivamente con le parole Passato/Presente.
Questo implica un cambio di registro nella recitazione, più virato alla malinconia per ciò che concerne il
passato, più aggressivo e determinato nel presente.
Passato.
La mia ragazza, il mio diamante in mezzo a una vita di inutili perline grigie, era morta. L’amore : morto! I bei
ricordi? Gas di scarico che sale in volute dense e si disperde appestando la memoria! Inizio a piangere
lentamente per infiniti e inesorabili minuti. Ogni lacrima attraversa millenni di atroce dolore. Il pianto non è
consolatorio: è male che si aggiunge al male. Decido allora di non fare nulla, di andare in putrefazione con
lui. Di aspettare fino a farmi sbucare i vermi da sotto la pelle ed essiccarmi come una mummia.
Presente.
Qui intorno tutto tace, eppure so che c’è movimento. L’ora di punta della malvagità che avanza compatta
barcollando su centinaia di gambe. Sento il cuore battere contro le costole: sono rinchiuso come se qui
fosse il ventre ardente di un animale di bronzo! E io sto accanto a loro : so che non possono distogliere lo
sguardo da me , roteano gli occhi sporgendosi dalle macerie. Vuoi pensare, vuoi far calare gli dei dalle nubi
notturne, ma gli dei sono a cena , se ne fregano dei tuoi lamenti! Solo un dio mezzo matto, il dio della Follia,
entra barcollante dalla porta: vuole aiutarti , ma si avvede presto dell’errore, scoppia in una sonora risata ,
ed ecco, non c’è più.
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Passato.
Sono accanto a lei, al mio grande amore perduto ormai da un’ora. Ad un certo punto, sento qualcosa. Le
lacrime, il dolore , la pulsione di morte tornano indietro. Si fa spazio la speranza. Il suo dito, l’indice, quello
con cui mi picchiettava la fronte per scherzare, si è mosso. Allora la mia ragazza è viva! Tutta la mano si
muove! Miracolo. No. Magari un malore, un collasso, un morbo temporaneo che mi ha ingannato. Apre gli
occhi, quegli splendidi occhi verdi. Ma senza espressione. Vuoti . Biglie di vetro che fissano il nulla. Come se
l’anima l’ avesse mandata affanculo partendo per altre misteriose destinazioni. Apre la bocca, anzi no,
spalanca la bocca senza emettere alcun suono! Quei denti bianchi, perfetti adesso sembrano zanne! E mi
attacca come fossi una preda e lei un fottutissimo alligatore… Non è facile, credetemi, fracassare la testa
della propria donna con un centrotavola di cristallo, un oggetto pesante e letale , se usato con la forza della
disperazione. E non è neppure piacevole macchiarsi i vestiti coi pezzi del suo cervello.
Presente
Il fiele ti stilla gocce amare sul cuore, tenti di parlare, una parola sola invece della lacrima di sangue
concessa anche alla bestia morente. La tua anima è impiccata al cappio da lei stessa ritorto , la scure cade
sibilando! Mi faccio coraggio con le parole, perché so che tra poco di coraggio ne dovrò avere molto.
Passato
Scappi e cerchi aiuto, ma fuori è come dentro il tuo appartamento: gente morta e risorta per portare
l’orrore, madri che divorano i figli, figli che divorano le madri, vecchi che banchettano con le budella dei
giovani, giovani che lacerano il ventre ai vecchi. In mezzo alle urla e all’impotenza generale. Se non dai di
matto all’inizio, poi è resilienza pura.
Presente
Ti adatti. Ti abitui a scappare da loro. Ti abitui a combattere. Impari ad usare le armi da fuoco. Impari a
mirare bene, così hai la certezza di distruggere i loro intenti perversi. Quale sangue deve scorrere? Quello
della loro stessa testa di fottuti abomini! Quando il cacciatore gli avrà sparato in fronte! Loro ti afferrano,
ma solo in corsa! Chi mai scanna una vittima nel sonno! Loro ti stanano, ti inseguono per questo
sotterraneo! Se vuoi andare a destra, c’è cancello chiuso; a sinistra il tunnel è crollato. Spalle al muro. In
mano un fucile calibro 12! Il buio e le luci elettriche ti gettano addosso reti di morte nere e bianche.
Timbriamo il cartellino col sangue degli appestati! Ricomincia il lavoro quotidiano…ripopolare l’inferno…
…ripopolare l’inferno…
BUIO
39
SURGENS
Cos’è il sonno? Ristoro per corpo e anima. Ma se il sonno vi venisse privato? Magari per un esperimento
militare? Cosa accadrebbe al vostro equilibrio psicofisico? Rimarreste umani o tutto il vostro Io si
trasformerebbe, magari compiendo nuovi passi verso l’Elevazione …o verso l’Abisso. Un incubo ambientato
nell’Anno XVI dell’Era Fascista.
PERSONAGGI
NUMERO DUE. Una giovane donna ebrea vittima delle leggi razziali.
NUMERO TRE. Una ragazza arrestata perché arricchitasi illegalmente con la Borsa Nera.
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SCENA PRIMA
Buio. In sottofondo una canzone anni ‘30. Poi la musica scema e si sente una voce diffusa da un
altoparlante. Una voce gracchiante , da cinegiornale d’epoca.
VOCE
“Audiodiario dell’esperimento b17. Nell’anno XVI dell’Era Fascista. Sotto la diretta supervisione di sua
eccellenza illustrissima Guglielmo Marconi. Giorno primo. I tre soggetti sono stati portati nella cella
d’isolamento. Stiamo immettendo gradualmente il composto . L’effetto dovrebbe risultare rapido come per
le cavie da laboratorio. I soggetti appaiono tranquilli. Hanno a disposizione pasti caldi e letture per
ingannare il tempo. La durata dell’esperimento sarà di un mese. Se i risultati saranno ottimali, con il
beneplacito del Duce , il progetto Surgens verrà impiegato su vasta scala.”
Ora la scena si apre con i tre prigionieri detenuti nella stanza dell’esperimento. Uno di loro è seduto sulla
branda. Legge.
NUMERO UNO
NUMERO DUE
NUMERO TRE
Forse non ci hanno neanche pensato. Hanno messo a nostra disposizione dei libri presi a casaccio.
NUMERO UNO
Magari no. I nostri carcerieri sono scienziati no? Un po’ più in gamba della milizia normale. Com’è che
chiamano la loro struttura? Il gabinetto RS/33.
NUMERO TRE
NUMERO UNO
Comunque come prigione non è male. Rispetto a dove stavo prima è un hotel di lusso. Qui abbiamo pasti
caldi due volte al giorno. Se non fosse per questo odore pungente, un po’ mi da fastidio.
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NUMERO DUE
NUMERO TRE
NUMERO DUE
Hanno detto che serve per non farci dormire. Lo scopo dell’esperimento è questo no? Vedere gli effetti
della privazione del sonno sull’uomo. Staremo un mese intero senza dormire.
NUMERO UNO
NUMERO DUE
Non è che avevamo tanta scelta. O marcire in una galera vera a farci mangiare gli occhi dai ratti o stare qui.
Almeno ci hanno promesso che verremo liberati , appena terminato l’esperimento.
NUMERO UNO
Già , forse verremo liberati. Io non credo ad una sola parola di quello che dicono i fascisti.
NUMERO DUE
NUMERO UNO
NUMERO DUE
NUMERO UNO
Tu?
NUMERO DUE
Cito testualmente: “E’ tempo che gli italiani si proclamino francamente razzisti.”
NUMERO UNO
Le leggi razziali. Sei ebrea vero? Ah,ah secondo Lui gli ebrei non appartengono alla razza italiana. Però
poteva andarti peggio. Pensa a quanti poveretti sono stati spediti via treno in Germania. E non si sa che fine
facciano.
42
NUMERO DUE
Anche il nostro destino qui è piuttosto vago. Chissà cosa succede a non dormire mai per un mese filato.
NUMERO UNO
NUMERO TRE
Quindi voi due sareste un pericoloso comunista e un pericolosissimo giudeo. Che paura!
NUMERO DUE
NUMERO TRE
Io? Io sono specializzata nel commercio del pane sottobanco. Otto lire e mezzo al chilo . Un affare.
NUMERO UNO
NUMERO TRE
E che dovevo fare compagno? Mio marito è morto nella Guerra d’Etiopia e sono rimasta sola con tre figli
piccoli. Il mercato nero ha sfamato tutta la mia famiglia. Le mie creature ora stanno in un bel collegio.
Tutto pagato fino alla maggiore età . li ho sistemati per la vita. E se mi sono levata pure qualche sfizio che
male c’è? Sono giovane. Quando torno libera rifaccio la stessa cosa!
NUMERO DUE
Eh, brava fatti sentire. Così ti giochi pure la speranza di rivedere il sole.
NUMERO UNO
I microfoni… non li vedi? Devono sapere in qualche modo quello che si combina…
La prigioniera si avvicina ad uno dei microfoni che pendono dall’altro e ci batte sopra il dito
NUMERO TRE
Risate
NUMERO TRE
43
NUMERO UNO
NUMERO TRE
La cosa che mi spaventa di più è come passeremo il tempo. Un mese è bello lungo. Mica si può solo leggere.
A me neanche piace più di tanto.
NUMERO DUE
Parleremo di noi. Credo che le nostre vite siano state belle movimentate. Poi inventeremo storie. Per noi e
anche per loro. Per i dottori che ci ascoltano e ci vedono da quell’oblò .
NUMERO DUE
Ehila! Dottori. Ritorneremo alle origini. Quando le tribù si riunivano attorno al focolare domestico e
iniziavano a raccontare. Magari uscirà fuori qualcosa di interessante.
NUMERO UNO
O qualcosa di inaspettato. Non tutte le narrazioni sono belle. Alcune servivano per divertire, altre per
spaventare. Quanto alle autobiografie, beh, molte persone hanno i loro lati oscuri… meglio sarebbe non
approfondire.
NUMERO DUE
NUMERO TRE
Numero tre si butta di peso sulla branda e si rannicchia come se volesse addormentarsi.
NUMERO UNO
Risate…
Buio
44
SCENA SECONDA
VOCE
“Audio diario dell’esperimento b17. Nell’anno XVI dell’Era Fascista. Sotto la diretta supervisione di sua
eccellenza illustrissima Guglielmo Marconi. Quinto giorno. I soggetti stanno bene e sembrano tollerare
egregiamente l’inalazione del gas. La privazione completa del sonno non ha prodotto modifiche
comportamentali rilevanti. Si nota tuttavia, un tono d’umore generale più malinconico e la comparsa
sporadica di sogni lucidi “
La scena si apre con Numero tre che canta una canzone dell’epoca, “Chitarra Romana”. Accanto a lei c’è
Numero Due che ad un certo punto la accompagna . Numero uno è distaccata dalle altre. Sta tranquillo, ma
poi gli accadrà qualcosa.
NUMERO DUE
Canti bene.
NUMERO TRE
NUMERO DUE
Lo rimpiangi?
NUMERO TRE
NUMERO DUE
Che scelte?
NUMERO TRE
Numero due si mette in attesa aspettando con aria allegra che la sua compagna inizia a raccontare. Numero
tre è un po’ titubante , quasi imbarazzata, ma poi inizia a parlare
NUMERO TRE
Il pomeriggio d’estate con una mia amica andavamo a passeggiare sotto il Tevere, lungo i polverini. Ci
toglievamo le scarpe e camminavamo su quella sabbia calda finissima. Ed era una sensazione così bella. Lì
45
c’era tanta gente di tutti i ceti sociali: gli artisti di via Margutta che si mettevano a fare ritratti, i fruttaroli e
gli artigiani con le loro mani callose e le schiene curve, gli avvocati e gli aristocratici e poi beh, mi vergogno
un po’ a dirlo…c’erano loro…
NUMERO DUE
NUMERO TRE
…i mejo fusti di Roma. Stavano lì a gruppi , coi loro costumi, i loro fisici statuari. Chi prendeva la tintarella ,
chi nuotava e c’erano poi quelli più spavaldi che facevano la lotta. Ridevano , scherzavano e si mettevano in
mostra. E noi due smaliziate, ci sedevamo a pochi passi…
NUMERO DUE
NUMERO TRE
Si. Una volta c’era un tizio enorme di San Lorenzo che sfidava tutti alla lotta. E vinceva sempre. Ad un certo
punto si fece largo tra la folla un ragazzo. Bellissimo, abbronzato , con una massa di capelli ricci. Aveva con
se un grosso materasso arrotolato. Lo gettò a terra e con un cenno del capo fece segno a quell’energumeno
di farsi sotto. Parevano Davide contro Golia. Si avvinghiarono corpo a corpo su quel materasso con tutta la
forza che avevano…
NUMERO DUE
E vinse Davide…
NUMERO TRE
E vinse Davide. Che poi si chiamava Ninetto e faceva il garzone per un bottegaio di Borgo. Comunque
mentre Ninetto si scrollava la polvere di dosso , i nostri sguardi si incrociarono e puff! Magia !
NUMERO DUE
NUMERO TRE
Veramente no ! Arrivò sua madre con un battipanni in mano incavolata nera. Ninetto le aveva portato via il
materasso buono per lottarci sopra ! L’ha inseguito picchiandolo per tutto il lungotevere! Una cosa che
abbiamo fatto subito , senza pensarci è stata quella del matrimonio. Poi sono nati i miei figli, lui è andato in
guerra e non è più tornato.
NUMERO DUE
Ti manca molto?
46
NUMERO TRE
No. Io lo odio. Se mi avesse amato veramente non sarebbe partito. Si sarebbe imboscato come i suoi amici.
Non mi avrebbe lasciata sola con due creature. Invece si sentiva un eroe. Pensava che la guerra fosse come
fare la lotta a Fiume. Sai che bell’eroe? Neanche ha combattuto . E’ morto di dissenteria…
NUMERO DUE
Non je l’hanno data na medaglia? Una targa commemorativa ( come se leggesse) Sopraffatto dall’impari
lotta…morì abbracciato al cacatoio!
Dopo una brevissima pausa, le due donne scoppiano a ridere . Le risate infastidiscono numero uno , che già
da qualche tempo, mentre le due parlavano, si era alzato dal suo giaciglio, muovendosi sospettoso, quasi
spaventato da qualcosa che sta vedendo in lontananza. Poi si rivolge a loro.
NUMERO UNO
NUMERO DUE
Perché mai ?
NUMERO TRE
NUMERO DUE
L’attenzione di chi?
NUMERO UNO
NUMERO TRE
Veramente i dottori che ci hanno chiuso qui ci tengono sempre sotto controllo. Abbiamo tutta la loro
attenzione ad ogni santa ora!
NUMERO UNO
Non parlo dei dottori. C’è altra gente qui. Non la vedete? Stanno strappando il Capitale di Marx. E gli scritti
di Bakunin. Pagina dopo pagina. Li calpestano, ci pisciano sopra! Stanno insozzando l’ideologia. Loro
vogliono distruggere il comunismo!
NUMERO DUE
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NUMERO UNO
Uno E’ gobbo , come Ricardo III, ha in mano uno scudo verniciato di bianco, con una croce rossa sopra, e c’
è un altro in doppiopetto al posto della testa ha uno di quei nuovi aggeggi , un televisore ed ha un serpente
attaccato alla caviglia. Dietro di loro c’è un’orda di prostitute con le labbra e gli zigomi gonfi, di ragazzi nudi
tatuati con gli occhi cuciti , di gente ben vestita che ride e vomita denaro, e tentacoli neri, che afferrano
tutto, come quelli di una piovra colossale…
NUMERO DUE
Stai bene?
NUMERO TRE
NUMERO DUE
NUMERO TRE
I miei sogni saranno sicuramente più belli . Non ho il cervello incasinato dalla politica come lui.
Numero uno sembra riprendersi e si siede a terra. Alza la testa. Ha lo sguardo rassegnato.
NUMERO UNO
Il comunismo è morto? Il comunismo nel nostro disgraziato paese morirà! Anzi peggio si rovescerà nel suo
contrario! Voleva distruggere la l borghesia e ne diventerà una delle componenti più salde ed essenziali.
NUMERO TRE
NUMERO UNO
Sapete che vi dico, quando uscirò da qui me ne andrò in Russia. Li il comunismo non crollerà mai. La Grande
Madre non lo permetterà !
NUMERO DUE
Buio
48
SCENA TERZA
VOCE
“Audio diario dell’esperimento b17. Nell’anno XVI dell’Era Fascista. Sotto la diretta supervisione di sua
eccellenza illustrissima Guglielmo Marconi. Decimo giorno. I soggetti non accusano la stanchezza fisica.
Mangiano regolarmente, il loro appetito è più che stabile. Nessuna alterazione sostanziale dell’equilibrio
psichico a parte un aumento consistente di quella che potremmo definire, con un termine arcaico,
melancolia.”
La scena si apre con i tre soggetti gettati languidamente sui loro giacigli senza fare nulla.
NUMERO TRE
NUMERO UNO
Aspettate, l’ho segnato da qualche parte, sulla pagina di un libro, ma non voglio alzarmi, non mi va.
NUMERO TRE
Sei stanco ?
NUMERO UNO
NUMERO TRE
Stai male?
NUMERO UNO
No. Ho detto solo che mi sento stanco. Qui dentro. So che poteri mettermi ora a ballare e saltare senza
sosta, le mie ossa e i miei muscoli me lo permetterebbero, ma i pensieri, anzi, l’assenza di pensieri mi
inchiodano su questa branda.
NUMERO TRE
Già , succede anche a me. Vorrei cantare a squarciagola, ma dentro di me c’è un senso di…di noia…che mi
blocca. La forza del nulla.
NUMERO DUE
Come?
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NUMERO TRE
E’ la forza del nulla. Il potere del vuoto che si sta impossessando dei nostri corpi e poi intaccherà le nostre
anime. Perderemo il soffio vitale. Noi non possiamo dormire e quindi non possiamo sognare, se non ad
occhi aperti. E i nostri sogni ad occhi aperti sono solo vivide allucinazioni. A noi serve sognare come si deve,
con le palpebre calate per il sonno…Nel sonno l’anima è libera. Vaga attraverso mondi strani…l’anima ha
bisogno dei suoi spazi per rigenerarsi dalle ferite della veglia…
NUMERO DUE
NUMERO DUE
Il golem era una creatura fatta d’argilla evocata con una combinazione di lettere dell’alfabeto ebraico.
Serviva i rabbini . Svolgeva lavori pesanti e difendeva il nostro popolo dai suoi nemici. Non dormiva mai.
Senza il sonno diventeremo forti e resistenti come un golem, eseguiremo solo ordini, non saremo più in
grado di pensare , di parlare e di provare emozioni. Perché perderemo l’anima…
NUMERO UNO
NUMERO TRE
Saranno loro a dirti a chi rompere il muso. Non hai capito a cosa serve questo esperimento? Togli il sonno a
una persona e la rendi sempre pronta. Pensa a un soldato che non dorme mai… pensa ad un esercito che
non si riposa mai , attivo di giorno e di notte, mentre il nemico riposa per la stanchezza…
NUMERO UNO
NUMERO DUE
Dai, lascia perdere gli eserciti e i soldati, cantaci qualcosa, fai uno sforzo…
Numero tre Inizia a cantare la canzone “Tanto pè cantà” , ma priva di voglia e intensità . dopo poco smette
e dice agli altri“ andate in malora”.
Buio
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SCENA QUARTA
VOCE
“Audio diario dell’esperimento b17. Sotto la diretta supervisione di sua eccellenza illustrissima Guglielmo
Marconi. Diciassettesimo giorno. Con rammarico dobbiamo segnalare alcuni problemi di una certa
rilevanza. C’è uno stato di conflitto tra i soggetti. Si stanno mettendo l’uno contro l’altro, non fisicamente ,
ma verbalmente. Nessun litigio diretto, è come se i soggetti si affrontassero a viso aperto, ma manovrando
alle spalle dei loro compagni di cella. Non sappiamo come potranno sfociare questi dissidi. Bisogna
valutare la somministrazione di calmanti nei pasti anche se questo procedimento andrebbe ad alterare la
natura dell’esperimento stesso. Urge valutazione.”
I tre soggetti sono dislocati nella cella in questo modo: le donne ai lati, una fissa il muro come se sulla
parete fosse visibile qualcosa, l’altra si sta facendo la toletta alle unghie. Il ragazzo è in piedi, alza e abbassa
la testa furtivamente e sempre in modo furtivo osserva fugacemente le altre compagne di cella. Quindi ,
accertandosi che le altre due siano distratte, si fa avanti fino al centro della scena dove c’è il microfono.
NUMERO UNO
Grazie. Io lo so, all’inizio non l’avevo capito, è vero , avevo avuto delle visioni, ma questo non altera il mio
equilibrio mentale. Grazie per questa prova. Loro mi maledicono alle spalle, mi vogliono vedere morto.
Perché ho capito che soltanto uno di noi sopravvivrà . E io ho più possibilità di loro. Non perché io sia uomo
e loro donne. Semplicemente perché io vi servo di più . Ho un sacco di informazioni da darvi. So che i
compagni si stanno organizzando in bande cittadine, so che si stanno armando. Contro il Duce. Conosco i
nomi. Posso collaborare . Va bene? Collaborerò con voi. Ma questo non cambierà il mio pensiero. Io sono
per l’abolizione della proprietà privata, per la lotta ai diritti degli operai e di tutti gli sfruttati. Mi sto
contraddicendo? Colpa di quelle due. Loro vogliono essere migliori di me , ma non lo sono. Sapete?
Questo stato di veglia perenne mi piace. Sento che qualcosa in me sta cambiando. Sarà un bel
cambiamento, grazie.
Terminata l’ultima frase, numero uno si allontana , sempre guardingo e torna al suo posto. Quindi si fa
avanti la numero due. Ha un’aria di sfida , quasi da bullo trasteverino.
NUMERO DUE
Io ho dormito! Pensate che vi stia mentendo? No, io ho dormito. Oppure mi è sembrato di farlo. Si forse ho
pensato di dormire. No. Io ho dormito. Forse. Ma non è importante. Scoprire gli inganni è importante. Io
non sono stupida, io rifletto , io uso la testa. Noi ebrei siamo furbi, pensiamo molto, siamo sempre un passo
avanti a voi. E’ una dote che ci serve per campare. Per sfuggire a voi persecutori. Vi ho scoperto. E’ un
trucco, è un bel teatro quello che avete messo in piedi! La prigione, l’esperimento, la libertà promessa. Mi
avete messo accanto queste due spie, chi sono? Agenti dell’Ovra, gente vostra! Che speravate? Che mi
aprissi con loro? Che gli raccontassi qualcosa? Loro sono solo due luridi infami, meritano di morire come
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sono morti gli altri fascisti quella notte…oh! Ho detto quella notte? Io non c’ero quella notte, io non ero sui
tetti a tirare le bombe a mano con gli altri del ghetto , io non ho visto i pezzi di voi bastardi sparsi per
strada…oh! ho detto bastardi? Quei due sono bastardi!
Con un gesto di stizza, se ne va. Quasi subito si fa avanti Numero Tre , visibilmente arrabbiata.
NUMERO TRE
Non posso più cantare. Quei due maledetti mi hanno rubato la voce. Perché sono maligni ed invidiosi. Io a
differenza loro sono un’anima libera. Non sono vincolata dalla religione o da qualche idea politica. A me
piace vivere la bella vita, loro sono tristi , sono morti dentro . Io rivoglio la mia bella voce, quelli se la
tengono nascosta dentro la loro anima nera. Liberatela, liberate la mia voce, apritegli il petto , voi siete
dottori, tirategli fuori le budella e il loro cuore marcio. La mia bella voce sta là dentro, impaurita, indifesa. Si
spegnerà, diventerà un brutto suono, il latrato di un cane rabbioso, il rantolo di un moribondo, la risata
stridula di una vecchia pazza. Se non la cacciate fuori voi , la mia povera bella voce, allora lo farò io con le
unghie e con i denti!
Numero Tre torna indietro sempre arrabbiata. Poi , come ripensandoci, si fa avanti di nuovo.
NUMERO TRE
Con le unghie e con i denti!!! Con le unghie e con i denti! Con…le…unghie e con … i denti!
BUIO
52
SCENA QUINTA
Sempre buio. Un lungo ossessionate silenzio. Poi respiri affannosi. Inquietanti. La scena si apre. I tre sono in
piedi. Il loro sguardo è malvagio, malato, i volti contratti, distorti, cambiati , non più umani. Stanno fermi ,
guardano avanti a loro, respirano piano ma i loro respiri si sentono come amplificati. Poi Numero Uno inizia
a ridere sempre più forte, una risata macabra. Anche le altre due lo seguono, finché non vengono
bruscamente interrotti dalla solita voce filodiffusa.
VOCE
“Attenzione prigionieri. Per diretto ordine di sua eccellenza illustrissima Guglielmo Marconi
interromperemo l’esperimento. Le vostre menti hanno ceduto. Non possiamo proseguire oltre.
Interromperemo sin da ora anche l’erogazione del gas che priva il vostro sonno e poi vi libereremo.”
VOCE
Apriremo la camera tra breve. Allontanatevi dalle porte e sdraiatevi supini a terra o vi spareremo. Se
collaborerete, sarete liberati immediatamente.
VOCE
Inizieremo ora le procedure per l’eliminazione del gas e per l’areazione della camera
Dateci il gas!
I tre iniziano ad accusare la mancanza del gas. Si agitano, si dimenano si buttano a terra, sembrano come
asfissiarsi.
NUMERO UNO
(morente) Noi non siamo più voi. La nostra coscienza è diversa. Lasciateci qui, ad osservare quello che a voi
non è dato vedere…
NUMERO DUE
(morente) Il nostro corpo è un involucro, una crisalide. Dateci tempo e lo lasceremo, dateci altro tempo per
diventare ciò che siamo realmente
NUMERO TRE
NUMERO UNO
NUMERO DUE
I soggetti prigionieri sembrano calmarsi. I loro corpi pian piano si immobilizzano fino a restare inerti. Passa
qualche secondo di pausa, sembra tutto finito ma, d’improvviso , Numero Tre fa scattare la testa in alto,
rianimandosi per un terribile istante.
NUMERO TRE
L’avete dimenticato così facilmente? Noi siamo voi. Noi siamo la pazzia che si annida dentro tutti voi,
pregando ogni momento di essere liberata dal vostro inconscio più selvaggio. Noi siamo quello da cui vi
nascondete la notte, quando andate a letto. Noi siamo quello che riducete al silenzio e alla paralisi, ogni
volta che vi rifugiate in quel sonno che noi non possiamo calpestare…
BUIO
Il tema musicale MASCHERE MECCANICHE di Mirko Basile accompagna i saluti finali. La scena si illumina e
troviamo tutti i personaggi dei corti in posa seria e composta.
FINE
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GALLERIA FOTOGRAFICA
FOTO A CURA DI ROMINA CATALLI
FALLEN SON con Ilaria Mazza, Cosimo Pasquarelli, Mirko Basile, Gianmarco Cucciolla
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HOMO BETA con Luigi Falzaresi, Lucrezia Novaglio e Cosimo Pasquarelli
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DAY OF D con Cosimo Pasquarelli
SURGENS con Ilaria Mazza, Lucrezia Novaglio, Gianmarco Cucciolla e Mirko Basile
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