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24 gennaio 2020 - 23:07 > Versione online

Pesaro: Università a Pesaro, accordo con


l’Univpm per corso di laurea triennale in
Sistemi industriali e dell’informazione

5' di lettura 24/01/2020 - Strette di mano a Palazzo Gradari: «In poco tempo abbiamo raggiunto
un grande risultato, al di la di ogni più rosea aspettativa. L’operazione è fortemente sostenibile,
darà grandi vantaggi alla città. In termini economici e occupazionali».
Matteo Ricci entra nel salone nobile con il rettore dell’università Politecnica delle Marche Gian
Luca Gregori. Al tavolo anche la consigliera delegata Francesca Frenquellucci e l’assessore
Antonello Delle Noci. La convenzione chiusa con l’Univpm per l’attivazione a Pesaro, da
settembre, del corso di laurea triennale in Sistemi industriali e dell’informazione, secondo il
sindaco è «la scelta migliore». Oltre alla «dimostrazione che facevamo sul serio, nonostante le
accuse iniziali e la diffidenza di tanti. Oggi ci togliamo anche qualche sassolino. Grazie a
Frenquellucci: ha fatto un lavoro straordinario. Da lei la spinta fondamentale». Ricci cita anche
«Delle Noci, per il supporto amministrativo e tecnico». Oltre al rettore Gregori: «Ci siamo visti a
Ancona per la prima volta, informalmente, lo scorso 12 novembre. Nel giro di poche settimane ci
ha fatto la proposta. Poi la convenzione è passata in giunta e negli organismi dell’università». Ora
si attende l’ultimo miglio, ovvero «l’approvazione definitiva del Miur. Ma con Frenquellucci
abbiamo già incontrato i referenti del ministero, che hanno accolto il disegno in modo
estremamente favorevole. Per questo siamo molto ottimisti».

LA GENESI - «La nostra manifattura ha bisogno di figure specifiche», spiega il sindaco. «L’idea
è stata valutata con grande interesse dalle imprese. Molti giovani saranno interessati». La sede: «Il
Comune mette a disposizione il piano nobile di Palazzo Gradari, ad eccezione della sala per i
matrimoni. C’è già la sala di lettura: l’impatto per gli studenti che verranno a Pesaro, in pieno
centro, sarà ottimo». Sui costi: «Dal Comune 80mila euro per il primo anno di corso e 160mila
per il secondo anno. Ma abbiamo già ottime possibilità di intercettare fondi Pon nazionali e
risorse Fse attraverso la Regione. Siamo sicuri di coprire completamente la cifra con
finanziamenti europei». Dunque, per Ricci, «una situazione molto diversa dalla precedente
(Pesaro Studi, ndr), dove il Comune spendeva 800mila euro all’anno. E parliamo di occupazione
e imprese del territorio». Un corso di laurea, «al momento», per 50 studenti, «ma se la cosa
funziona, crescerà», evidenzia il sindaco. Che precisa: «Rafforziamo la collaborazione con la
Politecnica delle Marche, già presente da anni con Infermieristica. La nostra università,
ovviamente, continua ad essere la Carlo Bo, con cui certamente in futuro riusciremo a fare altre
cose. Ulteriore sinergia tra università di Urbino e Politecnica nel territorio? Dal Comune sarebbe
accolta a braccia aperte».

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IL DISEGNO - Nota Frenquellucci: «Fin dall’inizio sono stata attenta su ogni passo, la
responsabilità era grande. Ma dal Comune c’è stata serietà. Ribadisco: portiamo avanti progetti
per i cittadini e per il bene comune. La dimostrazione? Alle regionali sembra che il M5s corra da
solo. Ma noi, qui, proseguiamo con questo progetto. Che era un priorità della nostra campagna
elettorale. Abbiamo fatto capire alla maggioranza, partendo da uno studio mirato, che era
fondamentale portare l’università a Pesaro. Un disegno nato insieme ai cittadini, alle associazioni
e alle imprese. Sviluppato attraverso il consorzio di idee». La convenzione, puntualizza Delle
Noci, «impegna il Comune per un arco temporale di sei anni (durata minima, ndr). Il costo è di
80mila euro per il primo anno di corso, 160mila per il secondo, 180mila per il terzo. Abbiamo
salvaguardie di bilancio, ma credo che entrambi i binari che stiamo percorrendo per intercettare i
fondi europei (Ministero e Regione, ndr) andranno a buon fine e copriremo tutti i costi».

LA POLITECNICA - «L’università è avulsa dalla politica, fa il suo mestiere. Nel mio mandato
ho rimarcato il progetto delle ‘città universitarie’, partendo dai numeri. Dal 2012-2013 ad oggi,
nelle Marche, abbiamo perso duemila studenti residenti che hanno guardato ad altre regioni.
Emilia Romagna in primis», osserva il rettore Gregori. «L’obiettivo è arrestare la mobilità passiva
e attrarre». Anche con il corso da attivare a Pesaro: «Non nasce dal nulla: come università, con la
facoltà di Ingegneria, avevamo già chiuso una convenzione con il Collegio dei periti industriali
delle province marchigiane e di Rimini». Sarà un percorso di studi «professionalizzante, con una
laurea triennale in Ingegneria industriale, che però racchiude molti elementi dell’Ingegneria delle
informazioni». Insomma: «Progettazione meccanica collegata all’informatica». Il terzo anno si
svolgerà nelle imprese, senza escludere esperienze che coinvolgano periti ed enti pubblici. «Per
ora parliamo di 50 studenti, ma il Miur, attraverso futuri decreti, definirà ulteriormente queste
lauree professionalizzanti. Per normativa, in ogni caso, dobbiamo assicurare un tasso di
occupazione intorno all’80 per cento. Un bell’impegno». Tempistiche: «Abbiamo fatto tutto
quello che dovevamo, come Comune e università. Formalmente l’ultimo decreto di
accreditamento sarà a metà giugno, ma a marzo avremo già chiara la situazione». Osserva il
rettore: «L’università non fa politica: il 10 gennaio abbiamo fatto partire insieme all’università di
Camerino un dottorato di ricerca in materiali compositi ad Ascoli Piceno. E con la Carlo Bo
siamo in buoni rapporti istituzionali e personali: con Stocchi abbiamo già aperto ragionamenti su
ulteriori evoluzioni». Ovvero «cosa sviluppare ulteriormente a Pesaro, unendo le competenze
della Carlo Bo con quelle dell’Univpm. Sempre nella logica dei corsi utili al territorio».

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