ANNO XXII GENNAIO2000 1 A COLLOQUIO CON LASSESSORE MORUZZI PER UNAGRICOLTURA DI TUTTI DOCUMENTI DELLE COMMISSIONI TEMATICHE: PRODUZIONI VEGETALI PRODUZIONI ZOOTECNICHE AGRICOLTURA AMBIENTE NUOVI STRUMENTI FINANZIARI PRS, I COLLEGAMENTI CON LA PROGRAMMAZIONE REGIONALE IL PIANO DI SVILUPPO RURALE LO ZOOM SULLAGRICOLTURA MARCHIGIANA FONDI COMUNITARI 1994-99, UTILIZZATE TUTTE LE RISORSE ASSE PRIORITARIO I ASSE PRIORITARIO II ASSE PRIORITARIO III Le opinioni espresse negli scritti pubblicati in questa Rivista impegnano solo la responsabilit degli autori S O M M A R I O 1 4 7 14 15 16 22 31 40 47 empo di b i l a n c i q u e s t o con l a l e g i s l a- tura or- mai agl i sgocci ol i . Del tutto norm a l e quindi che si ri fl et- ta sul l e cose fatte. Assessore Moru z z i , se volessi mo fare i l gi oco classico che si fa i n questi casi, cosa buttere b b e dalla torre e cosa invece salverebbe? B u t t e rei via le polemiche sterili, quelle che ti fanno perdere un sacco di tempo e non ti aiutano a risolvere i problemi: ca- pita di dover perdere un sacco di energie dietro al nulla. Quello che vorrei invece s a l v a re la ricchezza del dibattito che lagricoltura in grado di esprimere, an- che quando vengono espresse opinioni non in sintonia con lazione del govern o regionale: se lo spirito positivo, anche il dissenso uno stimolo. Alla conferenza regionale Per unagri- coltura di tutti c stata una partecipa - zi one straordi nari a che forse, come stato sottol ineato, ha col to impre p a r a t i gli stessi organizzatori; da questo ele- mento qual e moti vo di ri flessione si pu trarre? Una grande vitalit del settore e un cre- scente interesse di p a rti importanti del- la societ. Allassise di Ancona i pro t a- gonisti sono stati, non solo gli espo- nenti del mondo agricolo, ma gli am- ministratori, gli am- bientalisti, i sindacati, i rappre s e n t a n t i dei consumatori. Che ci fosse questo in- t e resse lo sapevamo quando abbiamo scelto il titolo da dare alla Conferenza, si- curamente il risultato, anche in termini di p a rtecipazione, stato superiore alle no- stre attese. Di questa vitali t sono tutti consapevol i? Oppure, come ha detto il rappresentante di una organi zzazione agricol a, non tutto il governo re g i o n a l e solidale con il settore? Nel- l a sostanza l a g r i c o l t u- ra i solata a l l i n t e rno dell a gi un- ta? Non evi dente- mente un problema di l ana capri na e nem- meno sol o una que- sti one pol iti ca, ma p roblema di fondo. . Esattamente, e non a caso su questo il p residente DAmbrosio ha voluto incen- t r a re il suo intervento. Lidea forte di questa amministrazione stata latten- zione al territorio, che nelle Marche rurale al 90 per cento. Quindi la rispo- sta non va cercata solo allinterno della politica agricola, ma pi in generale in quella della maggioranza: nella politica turistica si promozionano le aree inter- ne, con la loro ricchezza di prodotti tipi- ci, di attivit artigianali, di beni storici- culturali, in quella culturale la scelta del museo diffuso consente di considera- re ugualmente importanti la piccola chiesetta romanica e la grande cattedra- le, appositi itinerari costringono il turi- sta ad esplorare il t e rritorio, Parc o p roduce, il tradi- zionale appunta- mento che si svolge ogni anno ad Anco- na, ci mostra un si- stema dei Parc h i che ormai ha supe- rato la logica vincolistica, dei divieti, per p ro p o rre una dimensione dove lagricol- tura, insieme ad altre attivit, si integra p e rfettamente con il rispetto della natura e dellambiente.Potrei continuare , quello che voglio dire che bisogna g u a rd a re al di l delle azioni stre t t a m e n- te agricole per dare un giudizio sulla sensibilit di questa legislatura in mate- ria di agricoltura e di sviluppo economi- co-sociale delle aree ru r a l i Quindi niente isolamento. . No, anche quando si sono dovute fare scelte importanti. Si p renda lo scioglimento dellESAM: quando stato posto il problema della necessit di una s t ruttura pi agile al s e rvizio delle aziende, se lassessore allagri- coltura non avesse avuto il conforto e laiuto di tutti, non sa- rebbe stato davvero facile chiudere un ente, che nel tempo era diventato un co- stoso centro di potere. Altro esempio: abbiamo firmato un Protocollo per la ri- negoziazione dei mutui agrari gi in es- sere, che comporta un risparmio non so- lo per il beneficiario, ma anche per la Re- gione, ebbene quel risparmio verr re i n- vestito sempre in agricoltura. E poi il bi- lancio regionale, in particolare questo ul- timo, ha stanziato fondi straordinari per gli investimenti in agricoltura. Che sono andati a sommarsi a quell i comunitari e nazionali S, anche perch le capacit di impegno e di spesa hanno consentito di far scatta- re loverbooking. Nelle Marche non solo abbiamo speso tutto quello che ci era stato dato, ma abbiamo avuto bisogno di a t t i v a re nuove risorse per far fronte a ul- teriori progetti. In questo numero del la Rivista ci occu- piamo del lattuazione dei re g o l a m e n t i comuni tari . Qual e i l suo gi udi zi o i n s i n t e s i ? Abbiamo invertito una tendenza: prima non si spendeva, adesso si spende e non a pioggia, ma su progetti. I regolamen- ti principali hanno visto unottima perfor- mance dellintervento regionale: il 5b, il 950 e il 951, cos come le cosiddette mi- sure di accompagnamento, in particolare il 2080 e il 2078. LI NTERVI STA 1 A COLLOQUIO CON LASSESSORE MORUZZI T L agricol tura svol ge un ruolo fondamentale nella di fesa del l ambi ente e nel lo svil uppo socioeco - nomico del terr i t o r i o Tutte le ri sorse sono state spese. La Regio - ne ha contri bui to an- che con propri fondi Qui ndi un attenzi one part i c o l a re al - lambiente. Dipende dalla sua estrazio- ne ambientalista? Lo so che non posso mai sottrarmi a questa domanda, anche se non la amo p a rt i c o l a rmente: penso che la mia estra- zione mi abbia semplicemente aiutato su- bito a mettere in campo una sensibilit che diventata sempre pi diffusa. In- somma su questo terreno non abbiamo perso tempo e abbiamo anticipato anche quello che adesso pi chiaro di prima: Agenda 2000 lega strettamente lattivit agricola alla difesa dellambiente, lagri- c o l t o re ritorna ad essere quello che era in passato, il primo interlocutore per assi- c u r a re la salvaguardia del territorio e poi- ch questa funzione di interesse collet- tivo, sono previsti anche incentivi. Inoltre tutte le Misure previste dal Piano di Svi- luppo rurale prevedono maggiori contri- buti per i progetti che hanno valenza am- bientale: non una scelta solo nostra, lo consente lo stesso regolamento comuni- tario. Voglio aggiungere che alla comu- nit costa di pi aggiustare quello che lincuria ha fatto degradare, che svolgere unopera di prevenzione. Le conseguenze delle calamit naturali molto spesso sono la naturale risposta delle violenze sullam- biente. Anche nelle Marche, dove la situa- zione non certo delle pi negative, ci sono cinquanta comuni in emergenza ni- trati: lattuazione di una specifica misura comu- nitaria da parte di pi amministrazioni in queste condizioni, sta gi dando positivi fru t- ti. Ecco un esempio c o n c reto di come la- gricoltura pu farsi ca- rico di un pro b l e m a c o l l e t t i v o . Come mai si fatto pri ma i l Pi ano di Svil uppo rurale di quell o Agricol o, che ancora non c? Il Piano Agricolo c, anche se non de- finitivo. Alla Conferenza Per unagricol- tura di tutti ne stata presentata una bozza. Mentre stavamo lavorando al Pia- no Agricolo, la definizione di Agenda 2000 ci ha costretti a concentrarci su quello di Sviluppo Rurale, visto che an- davano rispettati tempi strettissimi fissa- ti da Bruxelles. Comunque molto serena- mente a chi dice che il Piano Agricolo a v rebbe dovuto vedere la luce prima, ri- spondo che una programmazione di set- t o re non era possibile senza la definizio- ne di altri strumenti. Questa legislatura sul fronte della programmazione ha tro- vato il vuoto e ha dovuto praticamente i n i z i a re da capo. Sono stati fatti: il Piano regionale di Sviluppo (PRS), il Piano di inquadramento territoriale (PIT), lattua- zione del decentramento previsto dalle Bassanini, il Patto per lo Sviluppo, per elencare solo i principali strumenti che di fatto sono la cornice per i cosiddetti Pia- ni di settore. Non si poteva certo fare al- lincontrario... Lei ha pi vol te ri ba- dito il suo no ai pro- dotti transgeni ci . An- che questa una i m- postazi one del l a giunta? C e rtamente, ma anche qui non per scelta ideologica: le re g o l e della natura vanno rispettate e vanno evitate le mostruosit delle manipolazio- ni genetiche, di cui credo ancora non siamo in grado di cogliere tutta la peri- colosit. L a g r i c o l t u r a pu modernizzarsi senza dover forz a re i pro c e s s i evolutivi naturali. Anche questa impostazione s e m p re pi diffusa: a Seattle i sostenitori del transgenico hanno re g i- strato una battuta dar- resto. Cos come dicia- mo no al cibo spazzatura, a quello che, per spuntare prezzi concorrenziali, il risultato di pratiche di produzione dav- v e ro inaccettabili, per la salute delluo- mo e anche dal punto di vista etico: non dobbiamo avere paura di usare questa p a rola, quando ci troviamo di fronte ai fenomeni della mucca pazza o dei polli alla diossina. La giunta, punta i nvece sui prodotti di qual it, sui prodotti ti pici , sull agricol- tura biologica Io credo che la nostra forza, non solo come italiani o come marchigiani, ma come mediterranei in generale, sia quel- la di unalimentazione equilibrata, che tiene conto del contributo ugualmente i m p o rtante di tutte le sostanze, delle p roteine, dei carboidrati, dei lipidi, delle vitamine. Anche i cibi pi poveri, almeno dal punto di vista dei costi, quelli per esempio che comparivano sulle tavole dei nostri mezzadri, sono la migliore e s p ressione di quella che oggi si chiama dieta bilanciata. Mi chiedo: perch do- v remmo essere proprio noi a rigettare questo valore, invece che enfatizzarlo? E p roprio nel momento in cui il consumatore alla r i c e rca di prodotti buoni e sani e la tradizione cu- linaria italiana invade il mondo? Quindi puntia- mo sulla qualit, perse- guendo una rigorosa po- litica di filiera, perch la qualit nasce con il se- me, con un terreno adeguato, ricco di sostanza organica, per finire con la c o m m e rcializzazione. E, allinterno della 2 Il Piano sviluppo rural e stabi l i sce una continuit con il lavoro fatto La nostra forza nei p rodotti di qual i t e t i p i c i . No ai pro d o t t i t r a n s g e n i c i qualit, abbiamo attenzione ai pro d o t t i tipici, a quelli che, alla qualit, aggiun- gono il plus valore della storia, della tra- dizione, dei sapori di un tempo. Li difen- diamo, innanzi tutto dallestinzione, combattendo le norme comunitarie che impongono regole troppo rigide e cre i a- mo attorno a loro un terreno favore v o- le; li proponiamo con forza negli agritu- rismi e ne incoraggiamo in tutti i modi la p roduzione e, non ultimo, cerchiamo di s e n s i b i l i z z a re sempre pi il consumato- re: senza il suo aiuto non siamo in grado di f a re niente. Quanto alla- gricoltura biologica si sta diffondendo, le nic- chie di mercato tendono a diventare sempre pi i m p o rtanti, anche dal punto di vista del fattu- r a t o . . Agenda 2000 e quindi il Piano di Svilup- po rurale recuperano, innovandoli, i re- gol amenti cardine del l a pre c e d e n t e PAC. A parte limpostazione pi schiac- ciata sul versante dell a difesa dell am- biente e, su questa, il ruolo attivo della- g r i c o l t o re, quali sono gli interventi pi i n n o v a t i v i ? Sicuramente quelli di ingegneria finan- ziaria: si codifica finalmente un nuovo r a p p o rto con il mondo del credito, su cui anche noi come Assessorato abbia- mo investito. Coinvolgere le istituzioni private, come le banche, nel processo di rinnovamento del settore agro i n d u s t r i a l e consente di mettere le basi per una nuo- va politica dellimpresa e iniziare a re n- d e re autonomo il settore dallinterv e n t o pubblico, che esattamente quello che deve avvenire. Altra novit lattivazione dei Servizi di Sostituzione: nella sostan- za si prevede che loperatore agricolo possa essere sostituito nelle sue fun- zioni per alcuni periodi, come avviene anche negli altri settori di lavoro. E ov- vio che questo migliora le condizioni di vita nelle campagne: mi auguro che que- sta misura susciti linte- resse che merita. Qual i i tempi del Pi ano di Sviluppo Rurale? E gi stato licenziato dal- la giunta, gi a Bru x e l- les. Anche la Commissio- ne agricoltura del Consi- glio lo sta esaminando: tutti sono consa- pevoli del fatto che non bisogna perd e re tempo, che bisogna mettere a punto tut- ta la procedura dei bandi perch i fondi ci sono e occorre spenderli. Aggiungo solo che molto probabile che dopo il 2006 lUnione Europea non abbia pi la possibilit di investire nei paesi ad eco- nomia avanzata, perch dovr fare i conti con i paesi PECO: quindi non solo dob- biamo utilizzare questa occasione, ma dobbiamo farlo bene perch il sistema delle imprese cresca e sia in grado di muoversi solo con le proprie gambe. a cura di Emma Ratti 3 Massi ma atten - zione della Giunta alla crescita delle a ree ru r a l i La Giunta Regionale ha approvato il Pi ano di Svi l uppo Rur al e i l 29 dicembre 1999 e lo ha inoltrato alla Commissione Europea dal Ministero per le pol itiche agricole nei tempi previsti dal regolamento. Questo fatto ci consente di raggiun- gere due obiettivi: a v v i a re entro l a pri ma met del 2000, immediatamente dopo lap- p rovazione del Pi ano di Svil uppo Rural e da part e del l a Commi s- sione Europea, la liquidazione dei pi ani di migli oramento aziendale gi realizzati che sono stati appro- vati entro il 31/12/99 ma non liqui- dati per l esaurimento dei fondi s p e n d e re, gi nel primo anno di applicazione, il 70% delle risorse assegnate, di versamente i fondi non ver rebbero reiscritti per lan- nualit successiva. Poich i fondi del Piano di Sviluppo Rural e non provengono dal FEOGA orientamento ma dal FEOGA garan- zi a, l ammi ni st r azi one avr l a necessit di avere sempre un parco progetti approvati in grado di essere impegnati. necessario che si prov- veda al l a pubbl i cazi one del l e mani festazioni di interesse entro aprile al fine di assicurarsi la possi- bilit di avere subito progetti esecu- tivi da approvare e rendicontare per la prima annualit. (c. m. ) Lappuntamento re g i o n a l e Per unagricoltura per tutti ha visto protagonisti in due g i o rni di dibattito esponenti del mondo agricolo, ambien- talisti, sindacati. Una due g i o rni importante per il set- t o re: le presenze qualificate, la partecipazione del Ministro Paol o De Castro, del pre s i- dente della giunta Vito DAm- b ro s i o, del vice-pre s i d e n t e Emi l io Beri onni , del consi- g l i e re C e s a re Pro c a c c i n i, che intervenuto a nome del Consiglio regionale e di tanti altri hanno dimostrato la grande vitalit del settore e la sua volont di cerc a re al- leanze nella societ civile. Un appuntamento intere s s a n t e anche perch si potuto por- t a re un bilancio della legisla- tura e pre s e n t a re due impor- tanti strumenti di pro g r a m- mazione come Il Piano Agri- colo Regionale (non ancora del tutto definito) e il Piano di Sviluppo Rurale, gi appro v a- to dalla giunta e gi inviato a B ruxelles, entro i termini che erano stati fissati. L i n t e resse si materializza- to con una presenza nume- rosissima: una sala gremita e attenta ha ascoltato lintro d u- zione dellassessore Moru z z i , che ha voluto sottolineare che non si trattato della Confe- renza regionale dellAgricoltu- ra, ma solo di un momento i m p o rtante della stessa, in quanto la giunta ha deciso, nello scorso mese di giugno, che la Conferenza agricola non doveva essere un even- to puntuale, unico nel tem- po, proprio per le cose che si dicevano allinizio: lagricol- tura non deve essere pi con- siderato un settore marginale, ma protagonista e art e f i c e dello sviluppo socio-econo- mico del territorio. E pro p r i o su questo si articolata la re- lazione dellassessore. Illustrati anche il Piano Agri- colo Regionale e il Piano di Sviluppo Rurale (gi approva- to dalla giunta e gi a Bru x e l- les), rispettivamente da R a f- fael e Zanoli (Nucleo di Va l u- tazione della Regione e della Facolt di Agraria di Ancona) e da L o renzo Bi sogni ( S e rv i- zio Programmazione della Re- gione). Il rapporto tra i due s t rumenti di pro g r a m m a z i o n e strettissimo: il Piano Agri- colo si occupa dellinterv e n t o generale in agricoltura, quello reso possibile da misure re- gionali, nazionali e comunita- rie, mentre il Piano di Svilup- po rurale lattuazione del re- golamento cardine di Agenda 2000 e si occupa della pro- grammazione 2000-2006, che p revede circa 840 miliardi di finanziamenti pubblici. L e l e- mento di novit sta nel fatto che lintervento unitario, nel senso che non ci sar pi bi- sogno di singoli Piani re g i o- nali per re c e p i re gli interv e n t i comunitari: quindi una sort a di TESTO UNICO dellinter- vento pubblico. Il dibattito stato ricco, sia come numero di interv e n t i , che come spessore dei singoli contributi: impossibile pur- t roppo riprenderlo, anche con una breve sintesi. Abbiamo, come redazione, fatto la scelta di pubblicare le relazioni delle q u a t t ro Commissioni temati- che - Produzioni vegetali, pro- duzioni zootecniche, Agricol- tura-Ambiente, Strumenti fi- 4 PER UNAGRICOLTURA DI TUTTI Due giornate di dibattito ad Ancona per riflettere sul lavoro fatto e indicare le strategie per il futuro L A C O N F E R E N Z A nanziari che si sono riunite prima e durante i lavori della C o n f e renza e che costituisco- no una sintesi delle pro b l e m a- tiche trattate, oltre che utili in- dicazioni per il lavoro futuro . Di seguito un semplice elen- co di chi intervenuto in au- la: una piccola parte del ricco dibattito che si svolto nelle Commissioni. Hanno preso la p a rola Padre S a l v a t o re Fri - g e r i o (Comunit monastica di Fonte Avellana), Nevio La- v a g n o l i ( v i c e - p residente CIA M a rche), Gi useppe Mari otti ( v i c e - p residente re g i o n a l e Confagricoltura), Franco Pa- squini ( d i re t t o re Coldiretti re- gionale), Emi l i o Landi ( C o- pagri Marche), Te o d o ro Bo- l o g n i n i ( responsabile agro a l i- m e n t a re Lega delle Coopera- tive), Grazi ano Pall otto ( p re- sidente Federagricole e Conf- cooperative Marche), E rn e s t o E rmel l i Cupel l i ( p re s i d e n t e AGC regionale), S i l v a n o Gi angi acomi ( F e d e r a z i o n e agricoli CGIL-CISL-UIL), B ru- no Sebastianel l i ( A s s o c i a- zione produttori biologici m a rchigiani), Silvano Rama- dori (UPI Marche), A n d re a Dignani ( p residente re g i o n a- le WWF) che ha comunque parlato a nome delle associa- zioni ambientaliste, M a r i a n o Guzzi ni ( P residente del Coor- dinamento dei Parchi marc h i- giani), Massi mo Bern e t t i ( F e d e rv i n i ) . Q u a t t ro interventi anche per i l l u s t r a re in aula i lavori delle Commissioni tematiche: P a o- l o Laudisi o, dire t t o re Bovin- M a rche (Produzioni zootecni- che), Gi anni Agarbati d e l l a Federagricole (Produzioni ve- getali), Paol o Pi nci aro l i d e l S e rvizio Decentrato di Mace- rata (Agricoltura e Ambiente), Fausto Ci arl esi (Nuovi stru- menti finanziari). Il Ministro De Castro, dopo aver sottolineato che la glo- balizzazione va intesa come una grande opportunit, ha detto che dobbiamo puntare su unagricoltura che si muo- va per la difesa della qualit e della tipicit legate al terr i t o- rio e dobbiamo difendere, a livello internazionale, le no- s t re produzioni: va evitato quello che avviene oggi, quando non possiamo espor- t a re in Canada il prosciutto di P a rma perch in quel paese c stato gi qualcuno che ha adottato questo marchio. E ancora: il consumatore ri- chiede maggiore tutela sul f ronte della sicurezza alimen- t a re e vuole anche conoscere la s t o r i a del prodotto che ac- quista. Da questo punto di vi- sta, a livello di Unione euro- pea, credo proprio che trarre- mo vantaggio dal semestre di p residenza portoghese, che dovrebbe dare nuovo impulso p roprio alle produzioni medi- terranee. Il presidente D A m b ro s i o h a sottolineato come questa giunta abbia sempre conside- rato centrale lagricoltura e lo sviluppo delle zone ru r a l i , perseguendo una politica di p romozione delle aree inter- ne. Euna scelta dovuta ha detto in quanto il siste- ma agro-alimentare contribui- sce direttamente o indire t t a- mente con il 28% del PIL, il nostro territorio in gran par- te rurale e ormai esiste una qualificata presenza dalla- groindustria. Il presidente, nel s o ff e rmarsi sulla necessit di p u n t a re sulla qualit e la tipi- cit, ha ribadito il NO di que- sta amministrazione per le produzioni transgeniche. Il vice-presidente B e r i o n n i , nel suo intervento di apert u r a nella prima giornata di lavori, ha ricordato la sfida che at- tende le Regioni ora che, con il federalismo fiscale, stato compiuto un altro significati- vo passo in avanti nel cammi- no delle riforme e le Regioni avranno maggiore libert po- litico-amministrativa: la di- sponibilit di una leva fiscale i m p o rtante ha sottolineato render stringente e ineludi- bile per tutti il rapporto tra ci che viene prodotto, i re d d i t i , la contribuzione, quindi anche i benefici che lazione re g i o- nale in grado di produrre. 5 Nella pagina precedente Mor uzzi durante l i n t e rvento di apert u r a , il vice-presidente Berionni e Marc u c c i c o o rd i n a t o re dellArea Agro a l i m e n t a re . Sopra, il Ministro di Castro . A fianco il presidente DAmbr osio e accanto Procaccini; primo da sinistra Landi, dirigente del Ser vizio valorizzazione dei prodotti dellAssessorato Agricoltura. Sotto Sebastianelli dellAMAB, uno dei tanti interv e n u t i . Q u a d ro General e Dal settore delle produzioni vegetali deriva la maggiore fonte di reddito dellagricoltore marchigiano, pertanto ogni oscillazione di prezzo dei suoi prodotti determina la convenienza o meno per lagricoltore di rimanere nellazienda. Fino ad ora la salvaguardia del reddito dellagricoltore era de- t e rminato in larga misura dallintervento comunitario inteso a c o n t ro l l a re i prezzi dei prodotti agricoli, difendendoli dalla con- correnza dei paesi terzi. Lesigenza di uniformarsi agli accordi GAT T, ha comportato un adeguamento dei prezzi dei prodotti agricoli a quelli del merca- to mondiale, determinando preoccupazione per la salvaguard i a del reddito degli addetti al settore. In particolare la riduzione del prezzo di intervento per alcuni se- minativi e il taglio delle quote nazionali determina la necessit di una programmazione intesa a govern a re i cambiamenti che necessariamente avverranno nella nostra agricoltura. Obi et t i vi Pri ori t a ri OBIETTIVI COMUNI SONO: qualit e tipicit, corretta inform a- zione al consumatore, diversificazione della produzione, equili- brio tra reddito e ambiente, presidio del territorio, adeguamen- to delle stru t t u re aziendali e degli impianti di trasform a z i o n e , c o o rdinamento e potenziamento della ricerca e sperimentazio- ne, sviluppo della qualit sementiera e vivaistica, svecchiamen- to della popolazione agricola e infine, ultimo in ordine cro n o l o- gico ma non in ordine di importanza, sviluppo della part e c i p a- zione dei produttori allintera filiera. S E M I N ATI VI PRI MAVERILI ESTIVI Gli indirizzi della politica agricola comunitaria portano a supporre che alcune colture da rinnovo potre b b e ro non essere pi remunerative. Considerato che lagricoltura regionale caratterizzata da una collina asciut- ta, la bieticoltura rappresenta la coltura da rinnovo fondamen- tale per garantire un avvicendamento colturale razionale. Que- sta situazione determina la necessit di attivare degli ammor- tizzatori che riducano gli impatti di tale situazione. Questo per- ch, essendo difficile tro v a re unalternativa valida in grado di coprire lentit della perdita di superfici a colture da rinnovo es- se sarebbero sostituite dalla pratica del ristoppio, con preoccu- panti risvolti agronomici. Per compensare la perdita di reddito occorre sviluppare le mi- s u re agroambientali specifiche e individuare colture altern a t i v e per i terreni collinari. Il settore delle colture da rinnovo, necessarie tra laltro per il mantenimento della fertilit dei terreni, sicuramente il punto pi critico per le aziende collinari, per le quali le scelte sono molto limitate da fattori agronomici, diversamente dalla zona di pianura irrigua per le quali esistono maggiori alternative. S E M I N ATI VI AUTUNNO VERNI NI La superficie investita a gra- minacee tender ad aumentare, pertanto occorre puntare deci- samente sulla qualit, sulla organizzazione delle semine e la di- versificazione della nostra produzione. Per tale motivo occorre i n t e rv e n i re su due aspetti limitanti lo sviluppo qualitativo: la frammentazione delloff e rta e linadeguatezza degli impianti di stoccaggio per produzioni omogenee. O RT O F R U T TA Il settore ort o f rutticolo risente di alcune care n z e ma in grado, se sinterviene efficacemente, di svilupparsi ul- t e r i o rmente nei terreni pianeggianti e irrigui per i prodotti ort i- coli e nei terreni collinari per quanto riguarda la frutticoltura. E questo il settore che ha pi la possibilit di qualificarsi esaltan- do la tipicit dei prodotti marchigiani. Risulta strategico adeguare la produzione sementiera e vivaisti- ca al fine di consentire lingresso in azienda di materiale di mol- tiplicazione di qualit sotto il profilo fitosanitario e di rispon- denza varietale di sviluppo vegetativo. Leccessiva frammentazione delle produzioni e la carenza di manodera qualificata risultano essere i problemi che devono 6 LE CO M M I SSI O NI COMMISSIONE PRODUZIONI VEGETALI Partecipanti al Gruppo di Lavoro preliminare dell11 gen- naio e alla Commissione Tematica del 14 gennaio 2000 Agarbati Gianni (FEDERAGRICOLE), Amerio Marco (A.N.B.), B a ronciani Luciano (ASS. PERITI AGRARI), Brocani Stefano ( C O PAGRI), Cartuccia Aldo (SADAM J ESI), Cesaretti Paolo ( C O N F C O O P E R ATIVE MARCHE), Crescentini Pierluigi (ASSAM), DAngelo Pompilio (VINEA), Fantini Luciano ( C O PAM srl), Fattori Riccardo (A.M.A.B.), Frontini Renato (CONFCOMMERCIO), Fulgenzi Rosina (C.N.B.), Galli Stefano ( A G R I C O LTORE), Laureti Domenico (IST. COLTURE INDU- STRIALI), Michele Cappellaccio (AGRIGEST OSIMO), Murr i G i o rgio (UNIVERSIT DI ANCONA), Nardi Sandro (ASSAM), P e rozzi Ido (VINEA), Riva Giovanni (C.I..A. MARCHE), Salvadego Enrico (CONFA G R I C O LTURA), Tavoletti Stefano (UNIVERSIT DI ANCONA), Vitali Francesco (COLDIRETTI), Zannotti Angelo (CRIMAAI). trovare soluzione per un rilancio delle orticole. Per quanto riguarda la trasformazione e commercializzazione il s e t t o re si presenta scarsamente collegato alla filiera e anches- so frammentato sul mercato. Anche a causa della lontananza dai mercati non si riesce a svi- l u p p a re una politica di qualit che potrebbe garantire un valore aggiunto alle produzioni, oggi concentrato nelle mani di pochi g ruppi multinazionali che di fatto controllano la commerc i a l i z- zazione. La potenzialit della frutticoltura collinare va sviluppata me- diante interventi di valorizzazione che esaltino le sue caratteri- stiche qualitative derivanti anche dalla minore necessit di in- terventi chimici. COLTURE ARBOREE (vite e olivo) Il territorio particolarmente vocato a questo tipo di colture dove, in particolare la viticoltura rappresenta la coltivazione pi importante per la collina marchi- giana. I vincoli comunitari e la crisi del mercato hanno di fatto ostaco- lato il rinnovamento degli impianti che rappresentano sicura- mente un freno allo sviluppo della filiera. Gli stessi impianti di trasformazione risultano obsoleti e fram- mentati, soprattutto per quanto riguarda le fasi successive alla vinificazione, con particolare riguardo alla commercializzazione. A l t ro problema che comune ad altre produzioni il pro b l e m a della carenza di manodopera qualificata dovuta al pro g re s s i v o invecchiamento degli addetti. La meccanizzazione delle fasi di produzione, che pure una scelta obbligata, sembra al momento un obiettivo di diff i c i l e raggiungimento per i tempi lunghi che richiede, per loro g r a f i a del territorio e la necessit di sviluppare ulteriormente la speri- mentazione e la divulgazione. A LTRE PRODUZI ONI VEGETALI Fra le altre produzioni vegetali una part i c o l a re attenzione va riservata alle colture portaseme che, pur nella limitata importanza quantitativa, rappresentano una col- tivazione rilevante per la part i c o l a re vocazionalit territoriale e la alta professionalit raggiunta per le piccole aziende agricole colli- nari. Una analoga attenzione va riservata alla introduzione di nuo- ve colture miglioratrici (quali il pisello proteico e la cicerchia) e il f a rro che potre b b e ro rappre s e n t a re una opportunit di reddito e la possibilit di ro m p e re avvicendamenti troppo stre t t i . P ropost e e Pro s p e t t i v e La commissione ritiene strategico che il piano agricolo re g i o- nale sviluppi delle strategie di intervento finalizzate: 1. a qualificare la manodopera agricola attraverso adeguati in- terventi di formazione professionale; 2. a caratterizzare le produzioni agricole attraverso lo sviluppo di marchi di qualit e certificazioni di prodotto e di processo, con particolare riferimento alla rintracciabilit dellorigine del prodotto; 3. al potenziamento della attivit di ricerca e mirante al supera- mento delle specifiche problematiche settoriali da attuare mediante il coordinamento degli interventi da parte della re- gione utilizzando i propri strumenti operativi; 4. alladeguamento ed ammodernamento degli impianti di lavo- razione e trasformazione dei prodotti agricoli; 5. allo sviluppo delle forme associative allo scopo di re a l i z z a re una maggiore partecipazione dei produttori al mercato attra- verso la concentrazione dellofferta; 6. a bloccare lo spopolamento delle aree rurali marginali attra- verso la diversificazione delle attivit produttive in tali aree; 7. a sviluppare una agricoltura eco-compatibile e al recupero di risorse agro-ambientali; 8 . a sviluppare una assistenza tecnica qualificata e pro f e s s i o n a l e . coor dinatori Schiaffino Carlo - Regione Marche Berr Adriano - Regione Marche 7 No agli organismi geneticamente modificati Il Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 della Regione Marche esclude dagli aiuti tutte le produzioni vegetali e animali geneticamente modificati riduce del 20% nel primo anno di applicazione, fino alla s o p p ressione totale dei contributi della PAC le pro d u z i o- ni animali e vegetali di origine transgenica. E' stata approvata inoltre il 18 gennaio scorso, la legge re- gionale che vieta alle mense pubbliche delle scuole e degli ospedali, di somministrare alimenti contenenti Org a n i s m i Geneticamente Modificati. La Legge d inoltre incarico all Giunta Regionale di organiz- z a re campagne informative ed educative sui possibili eff e t t i derivanti dal consumo di alimenti contenenti OGM. (l. s. ) Q u a d ro General e La zootecnia marchigiana, un tempo diffusa in maniera capillare sul territorio e fulcro dellattivit dellazienda agricola diretto col- tivatrice e mezzadrile, attualmente si presenta come settore in crisi dove le piccole aziende superstiti stanno cercando di addot- t a re tutte le varie misure necessarie al fine di poter essere com- petitive sul mercato. Dove la zootecnia scomparsa, venuto meno il presidio del territorio e la tutela e salvaguardia dellam- biente; per cui, specie nelle zone svantaggiate, la zootecnia po- t rebbe rappre s e n t a re in un contesto produttivo moltifunzionale, una realistica soluzione agli attuali problemi socio-ambientali. A livello regionale la zootecnia rappresentata da aziende rivol- te esclusivamente al mercato delle produzioni zootecniche e da realt, spesso distribuite in aree marginali, dove il reddito zoo- tecnico concorre in maniera modesta alla formazione della PLV aziendale. A ci si aggiunga, per alcuni settori, un mancato collegamento fra i comparti della filiera. Alla luce di quanto detto sopra, e in relazione alla normativa vi- gente, si considera indispensabile il raggiungimento dei se- guenti obiettivi. Obi et t i vi Pri ori t ar i 1. TUTELA, VALORIZZAZIONE E PROMOZIONE DEI PRODOTTI TIPICI, TRADIZIONALI E DI QUALITA 2. MIGLIORAMENTO QUALI- QUANTI TATI VO E CERT I F I C A Z I O- NE DELLE PRODUZIONI 3. MI GLI ORAMENTO DELLA COMPETI TIVITA DELLE STRUT- TURE DI PRODUZI ONE, TRASFORMAZI ONE E COMMER- CIALIZZAZIONE 4. AGGREGAZIONE PROGETTI INTER ED INTRA FI LIERA ( da consi derarsi anche come asse priori tari o per gli obi ettivi nn. 1, 2, 3 ) 5. FORMAZI ONE DELLA PROFESSI ONALI TA DELLA FORZA LAVORO ED ASSISTENZA TECNICA 6. ESTENSI VI ZZAZI ONE NELLE AREE MARGI NALI DELLA ZOOTECNIA A TUTELA DEL TERRITORIO E DELLAMBIENTE 7. SVILUPPO FILIERA BIOLOGICA 8. MODIFICA ED ADEGUAMENTO LEGI SLATI VO SULL E D I L I - ZIA RURALE (L. R. 13/90) Risulta necessario, alla luce degli obiettivi sopra indicati, favo- rire una serie di azioni che possono essere cos individuate: 8 LE CO M M I SSI O NI COMMISSIONE PRODUZIONI ZOOTECNICHE Partecipanti al Gruppo di Lavoro preliminare dell12 gen- naio e alla Commissione Tematica del 14 gennaio 2000 A c c i a rri Paolo (REGIONE MARCHE), A n d reolini Maurizio (REGIONE MARCHE), B a ronciani Luciano (ASS. PERITI AGRARI ), Bastari Andrea (SUINMARCHE), Benedetti Massimo (A L L E VATORE), Boni Stefano (ARA), Cataldi Gianbattista (AGCI), Cecchini Franco (A L L E VAT O R E ) , Cecconi Fabio (ASSAM), Cucchi Giovanni ( C O O P C O O P E R L AT), Fabiani Paolo (AREPROL), Fabini To n i n o ( C O O P. GIRASOLE), Fiorani Marzio (REGIONE MARCHE), Gambaccini Adriana (REGIONE MARCHE), I n n a m o r a t i Francesco ( A L L E VATORE STRUZZI), Laudisio Paolo (B O V I N MARCHE), Luzi Giannalberto (BOVIN MARCHE), M a g n a t e rr a R o b e rto (AREPROL), Manzotti Giovanni (A L L E VAT O R E ) , Marinelli Paolo (AMALAT), Massi Luciano ( C O O P. M A I C O ) , Mattei Simone ( A L L E VATORE), Minutelli Paolo (AMAB), Monti Cristina (REGIONE), Mosca Dino (APA MC), Nasoni Claudio (COPAGRI), Papi Ilario (AVI-MARCHE), Piscaglia U m b e rto (AZ. AGR. TOSI), Ricci Fausto (ASSAM), Righi A l e s s a n d ro ( C O O P. QUALIT GARANTITA), S a l v a d e g o Enrico (FEDERMARCHE), Sartini Giuliano (APA PS), Severini Lino (CI A), Spinsanti Giovanni (AZ. AGR. DONNINELLI), Storani Lauro (REGIONE MARCHE). P ropost e e Pro s p e t t i v e a g g regazione delloff e rta al fine del rag- giungimento di un maggior potere con- trattuale con conseguente ricaduta sul reddito aziendale in una logica di filiera f a v o r i re e consolidare il legame tra p roduzione trasformazione e commer- cializzazione sul territorio regionale c re a re e diff o n d e re limmagine del siste- ma produttivo Marche creando un con- nubio tra i produttori e i consumatori p ro m u o v e re ed incentivare, da part e della Regione Marche, incontri seme- strali con gli addetti della filiera, per meglio individuare le azioni prioritarie in fase di stesura dei bandi per lacces- so ai finanziamenti Accanto a queste proposte di carattere ge- nerale, dai lavori della commissione, emersa la necessit di aff ro n t a re pre c i s e p roblematiche di settore, per mezzo delle seguenti azioni: c o n s o l i d a re ed allarg a re il numero di quote latte attualmente assegnate alla Regione Marche; nel caso dei premi delle vacche nutrici, compiere un costan- te monitoraggio a livello regionale e nazionale, al fine di in- dividuare le aziende che hanno quote assegnate e non utiliz- zate e quindi ridistribuirli sul territorio regionale; individuare le zone sensibili, ai sensi del Reg. CE 1254/99, e tutelare i dei diritti di premio nelle suddette zone. coor dinatori Roberto Gatto - Regione Marche Giorgio Santarelli - Regione Marche 9 Oggi possibile conciliare lo sfruttamento a fine agricoli del t e rritorio salvaguardando la sua integrit, quella dellagro eco- sistema nel suo insieme o pi in generale del paesaggio. Per far ci necessario utilizzare le conoscenze tecnico-scien- tifiche e far tesoro delle molteplici esperienze che bene diven- tino patrimonio di tutti gli operatori del settore e non. Le attuali politiche agricole ed ambientali tendono a favorire s e m p re pi lintegrazione tra unagricoltura redditizia e le ne- cessit di salvaguardia ambientale, tra il prodotto tipico di qua- lit ed il suo territorio di produzione inteso anche come cultura, arte, storia e tradizioni. Lutilizzo razionale del territorio presuppone la conoscenza del- lo stesso in tutte le sue componenti; conoscenza intesa come r i c e rca delle origini, studio dei processi evolutivi che hanno p o rtato a caratterizzarlo nella situazione attuale, individuazione dei livelli di vulnerabilit per evitare linsediamento o lo svilup- po di forme di antropizzazione eccessive o inopportune. La conservazione o il ripristino di un agro ecosistema equili- brato il presupposto per evitare i fenomeni di degrado am- bientale che generano anche costi sociali non indifferenti. Per re a l i z z a re ci, superando riserve, pregiudizi e pre v a r i c a z i o- ni, necessario il coinvolgimento in un dibattito pro p o s i t i v o delle diverse figure professionali, delle diverse strutture pubbli- che e private a diverso titolo presenti sul territorio, nonch del- le varie associazioni ed organizzazioni agricole, di tutela natura- listica ed ambientale, e di rappresentanza delle diverse catego- rie sociali. Riteniamo che il primo compito della commissione a g r i c o l t u - ra ambi ente sia quello di favorire lincontro ed il pieno coin- volgimento di tutte queste componenti. Il primo approccio stato positivo, vista la nutrita part e c i p a z i o- ne e la volont di tutti a dialogare costantemente su queste te- matiche. Ci sembra opportuno fin dora manifestare lesigenza e s p ressa unanimemente negli incontri finora fatti, che q u e s t a commi ssione diventi permanente e ul teriormente al larg a t a ad al tri soggetti a seconda di specifiche esigenze dappro f o n- dimento della discussione. Alcune prime considerazioni emerse puntualizzano nuovi aspetti dellattivit dellimpresa agricola, obiettivi da perseguire e problemi da risolvere, sui quali necessario discutere ap- profonditamente e costruttivamente. Fra questi aspetti citiamo: La multifunzionalit d e l l i m p resa agricola che amplia la gam- ma di beni e servizi prodotti. Dalla semplice funzione di pro- duzione di beni alimentari ai nuovi e non meno import a n t i compiti quali: presidio del territorio, azioni di re c u p e ro e sal- v a g u a rdia ambientale, lotta al dissesto idro geologico, integra- zioni con i comparti turistici, artigianali, culturali, sociali, ecc. Questi ruoli devono essere riconosciuti e sostenuti forn e n d o a l l i m p resa agricola i necessari mezzi finanziari e stru m e n t a l i . I p roblemi stru t t u r a l i esistenti: ridotta dimensione azienda- le, invecchiamento degli addetti, problematico rapporto con il mercato, assistenza tecnica, formazione professionale ed i n f o rmazione adeguata degli addetti atta a soddisfare le nuove esigenze del settore, ecc. 10 LE CO M M I SSI O NI COMMISSIONE AGRICOLTURA AMBIENTE Partecipanti al Gruppo di Lavoro preliminare dell12 gen- naio e alla Commissione Tematica del 14 gennaio 2000 Avenali (COLDIRETTI), Chinaglia Guerra (COLLEGIO PERI- TI AGRARI (PS)), Congionti (CONFA G R I C O LTURA), Costa (A.S.L. 11-FERMO), DAngelo (VINEA), Dignani (WWF), F o rtunati (ASSOCIAZIONE ITALIANA NAT U R A L I S T I ) , F o rtunati Castagnari (AGCI), Guzzini (COORDINAMENTO PARCHI MARCHE), Nardi (COPAGRI), Pennelli (LEGA AMBIENTE), Pirani (A.P.I.MA), Piva (ITALIA NOSTRA), Q u a rchioni (LEGA AMBIENTE), Riolo-Davani (ORDINE AGRONOMI), Roggero (FA C O LTA AGRARIA ANCONA), Santi (CIA), Stimilli Tiberi (ASSAM), To rriani (ASSOCIAZIONE MARCHIGIANA AGRICOLTURA BIOLOGICA), Urban (LIPU), Vecchietti (TURISMO VERDE), Zannini (PARCO CONERO) La fruibilit dei servizi necessari a g a r a n t i re il presidio del territorio in aree svantaggiate da parte della po- polazione rurale in modo da assicu- rare lo sviluppo rurale. La c o rretta e strategi ca i nform a- zione del consumatore di pro d o t t i a g ro alimentari sulle positive carat- teristiche intrinseche di essi e sugli s f o rzi compiuti o che dovranno c o m p i e re tutti per conciliare le esi- genze delle attivit produttive con quelle della salvaguardia dellam- biente. Un ruolo attivo del le aree pro t e t t e nella gestione dei rapporti con la- gricoltura nel senso della speri- mentazione e promozione dellinno- vazione. Un rapporto non pi di ostilit ma costruttivo che favorisca le opportunit di sviluppo. Per far ci necessario concord a re pre l i- m i n a rmente le linee dinter- vento con tutti soggetti a va- rio titolo coinvolti. Lagricoltura biologica: me- todo di produzione che deve t ro v a re sostegno per una sua corretta attuazione e g u a d a g n a re ulteriore spazi, ponendo maggiore alla cre a- zione di nuovi e pi opportu- ni spazi di marcato. F a v o r i re la c o n s e rv a z i o n e della bi o-di versi t naturale animale selvatica e domesti- ca e vegetale , evitando il ri- corso alluso di org a n i s m i geneticamente modificati e f a v o rendo lattuazione di buone pratiche agro n o m i c h e eco compatibili. I n t ro d u rre corsi di form a- zi one nel l i nsegnamento d i base su temi che riguard a n o il corretto utilizzo del terr i t o- rio, la corretta alimentazio- ne, ecc. E importante for- m a re chi insegna, ma so- prattutto educare i bambini ed i ragazzi allimportanza di c o n s e rv a re uno stretto lega- me con il settore primario , che per tutti sinonimo di cultura, rispetto delle tradi- zioni, attenzione per la cura dellambiente e degli spazi n a t u r a l i . La gesti one ocul ata dei ri - f i u t i ed il loro corretto riuti- lizzo allinterno dellazienda agraria. La creazione di altern a t i v e per una di mi nuzi one del con- sumo di fonti energeti che non ri nnovabi l i ad esempi o favo- rendo l a coltivazione di essen- ze vegetali per uso energetico. La necessit di r a c c o rd a r s i con altri progetti e pro g r a m m i n a z i o n a l i che coinvolgono il mondo agricolo ed intere s s a n o aspetti paesaggistici ed ambien- tali in genere (progetto APE, re- te ecologica nazionale, ecc). Il monitoraggio: fondamen- tale per la conoscenza di tutte quelle informazioni che integra- te fra loro e gestite da un siste- ma informativo territoriale, con- sentono una chiara ed aggior- nata visione della situazione. Ci indispensabile per una c o rretta programmazione, una e fficace gestione delle azioni e relative verifiche. Questo primo parziale elenco di a rgomenti costituisce una base per la commissione agricoltura a m b i e n t e , per continuare a la- v o r a re alla formulazione di pro- poste che devono integrare , m o d i f i c a re e comunque meglio d e f i n i re il PIANO AGRICOLO DELLA REGIONE MARCHE. coordinatori Pietro Lanari - ASSAM Paolo Pinciaroli - Regione Marche 11 Q u a d ro General e I lavori si sono sviluppati riconducendo ai termini generali le p roblematiche del settore agricolo e di quello agro a l i m e n t a re dal momento che le questioni specifiche poste in discussione nellambito del gruppo si riferiscono a tutti i comparti. CRITICIT I macro elementi di criticit individuati sono sintetizzabili in: inadeguatezza delle dimensioni aziendali e produttive tanto dellazienda agricola quanto dellindustria agroalimentare; sperequazione del costo dei terreni agricoli. Il fatto che, per ragioni sociali e storiche complesse e profonde, il pre z z o della terra risulti falsato dal pre v a l e re del valore di bene rifugio rispetto a quello di fattore produttivo, ne condiziona c o n s i d e revolmente la mobilit e si pone anche quale ele- mento limitante del ricambio generazionale; sottocapitalizzazione delle aziende; mondializzazione del mercato ed elevata diversificazione della domanda di prodotti alimentari. Profonda evoluzione della Politica Agricola Comune. R a p p o rti tra il sistema creditizio ed il mondo pro d u t t i v o agricolo ispirati alla estemporaneit ed occasionalit. Lelemento di contatto, per molto tempo, infatti, stato rap- presentato dallinvestimento pubblico. Obi et t i vi Pri ori t a ri L e fficienza, la validit economica e le prospettive di sviluppo del sistema agricolo ed agro a l i m e n t a re vanno ricercate attraverso: l a ff e rmazione dellimpresa piuttosto che dellazienda. Ci significa: programmazione, progettazione, organizzazione e razionalizzazione delle gestioni; diversificazione produttiva intesa come capacit per lagri- coltura di pro d u rre, oltre che beni alimentari, servizi di valenza plurima; qualificazione delle produzioni; a ff e rmazione del sistema produttivo dellagro alimentare sempre pi in termini di filiera; integrazione con gli altri settori produttivi; specializzazione dei servizi, delle infrastru t t u re e delle stru t t u re pubbliche anche in funzione delle esigenze del mondo agricolo Innovazione tecnologica e di prodotto Marketing ed organizzazione dellofferta. Rispetto a questo nuovo scenario il credito assume un ruolo di f a t t o re strategico considerevole, ancora maggiore che in pas- sato e non pu essere pi limitato, per ovvie ragioni, al solo intervento pubblico. RISULTATI OTTENUTI Viene riconosciuto, e dato atto alla Regione, e per essa allAssessorato allAgricoltura, di aver intuito tempestivamente che il coll egamento tra il settore produttivo ed il mondo finan- ziario potesse rappre s e n t a re lo snodo strategico per favorire la necessaria evoluzione culturale, di cui pi volte si fatto cenno, e definire i presupposti di uno sviluppo reale e dure v o l e . Tale sensibilit ha gi prodotto fatti concreti ed innovativi di p a rt i c o l a re spessore primo dei quali l a c c o rdo per la ri nego- ziazione dei mutui agrari attraverso la quale, oltre ad evidenti vantaggi per gli imprenditori agricoli determinati dallacquisi- zione di un risparmio aggiuntivo, la Regione ha acquisito ulte- riori risorse da reinvestire nel settore. A questo ha fatto seguito, la definizione e la firma di un Protocollo dintesa, con le principali Banche Regionali, per la gestione del Credito al Sistema Agroalimentare . E stata anche promossa la costituzione di un Consorzio Fidi di valenza re g i o n a l e, realizzato unitariamente dalle centrali Cooperative e che ora opera nei confronti di tutte le imprese del settore agricolo sia in forma semplice che associata. 12 LE CO M M I SSI O NI COMMISSIONE NUOVI STRUMENTI FINANZIARI Partecipanti al Gruppo di Lavoro preliminare dell12 gen- naio e alla Commissione Tematica del 14 gennaio 2000 Bernardini Giovanni (COPAGRI MARCHE), Cerlesi Fausto (CASSA DI RISPARMIO DI FABRIANO E CUPRAMONTA- N A), Chinaglia Nicola (S E RVIZI AGRICOLTURA E AM- B I E N T E), Costantini Fioravante (BANCA MONTE DEI PA- SCHI DI SIENA), Guerra Marcello (COLLEGIO PERITI AGRARI DI PESARO), Lavagnoli Nevio (CIA MARCHE) , Luminari Ciro (FEDERAZIONE REGIONALE AGRONOMI M A R C H E), Marsigliani Lanfranco (CONFIDICOOP DELLE M A R C H E), Mattioli Argilio (CCDD- BANCA POPOLARE DI ANCONA), Nespeca Tonino (CASSA DI RISPA R M I O DI FERMO), Pensalfini Marco (CASSA PER LA PRO- PRIET CONTA D I N A), Principi Mirco (APIMA), Rosa Matteo e Peroni Marco (BANCA POPOLARE DI NOVA- R A), Saraceni Luciano (C O N F O C O O P E R AT I V E), Seba- stianelli Bruno (AMAB), Svegliati Gianni (BANCA DELLE MARCHE), Valentini Francesco (FEDERAZIONE MARCHI- GIANA BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO). Il Protocollo dIntesa stato valutato in termini di part i c o l a re apprezzamento in quanto pone le basi per unefficace soluzione del problema del credito in agricoltura, andando a valorizzare ed incre m e n t a re il valore del contributo pubblico che dovr affermarsi sempre pi come stimolo di sviluppo. Dovendo limi- tarsi ad una sintesi, in ogni caso lelemento che per innovazio- ne ed efficacia, pi di altri, qualifica laccordo il fatto che introduce la possibilit, per progetti di eccellenza, di superare il sistema delle garanzie reali andando a riconoscere affidabilit e valore economico alle capacit progettuali ed imprenditoriali. P ropost e e Pro s p e t t i v e La Commissione ha individuato come obiettivo generale quello di: ISTITUZIONALIZZARE IL RAPPORTO DEL SISTEMA AGRICOLO ED AGROALIMENTARE CON IL MONDO DEL CREDITO, NELLAM- BITO DEL COORDINAMENTO ESERCITATO DALLA REGIONE Questo intento riconosce la validit delliniziativa sviluppata dagli Istituti Bancari nei riguardi del settore e la cre s c e n t e attenzione che via via gli ha dedicato. Nel contempo pone in evidenza come la messa a regime di una collaborazione ampia e diffusa possa recuperare una produtti- vit marginale, affatto trascurabile in termini di valore e di valenza, agli stessi interventi gi in essere. Nel contesto dellObiettivo di riferimento generale, la Commissione tematica ha ritenuto di poter definire alcuni obiettivi di agevole praticabilit, da re a l i z z a re con tempismo nellarco di questa stessa legislatura che si va a concludere e di indicare quelli di pro s p e t t i v a e di proiezione sui quali appro f o n d i re ulteriormente il dibattito ed il c o n f ronto per una loro compiuta determinazione. OBIETTIVI OPERATIVI A BREVE TERMINE Dare piena e compiuta attuazione al Protocollo dIntesa per il Credito al Sistema agroalimentare: Ci significa, ad esempio: insediare la Commissione per la gestione; p e r s o n a l i z z a re sullagricoltura e lagro a l i m e n t a re tutti gli strumenti finanziari previsti dallaccordo e quelli propri degli Istituti che partecipano allintesa; diffondere e pubblicizzare le finalit ed i contenuti del proto- collo; costituire il Gruppo di Valutazione Progetti la cui responsa- bilit affidata allASSAM; a v v i a re il processo di re c i p roca conoscenza tra gli attori della collaborazione di cui al protocollo. OBIETTIVI DI PROSPETTIVA Potenziare il Sistema dei Fondi di Garanzia. Promuovere la creazione di una finanziaria di partecipa- z i o n e . La capitalizzazione delle imprese costituisce, infatti, un obiettivo vincolo da perseguire con grande determ i n a- zione ed oculatezza, facendo del capitale dei soci uno dei capisaldi della nuova impresa agroalimentare. Diversificare la tipologia dell intervento creditizio in rela- zione alla particolarit delle esigenze e dei soggetti attori del sistema agroalimentare; Definire nuove formule di credito per favorire lacquisizio- ne di terreno agricolo non solo in propriet e, comunque, in termini economici e di possibili gestioni. A tale riguardo si rileva anche lesigenza di rivedere tutta la normativa di rife- rimento per lo sviluppo della propriet coltivatrice per aggiornare i limiti ed i vincoli, quali lindivisibilit trentenna- le, e rapportarli allattualit dei sistemi economici. S e m p re nellottica di innescare un sistema efficiente di mobilit dei terreni la Commissione ha posto lobiettivo di c o n c e rt a re unazione di collaborazione tra il Nuovo Organismo riformato per il riordino fondiario, previsto dalla misura K del Programma di Sviluppo Rurale, e gli Istituti di Credito per far s che: i tempi di intervento del suddetto Ente siano pi rapidi rispetto allattuale situazione; il rilascio di garanzie sotto forma di fidejussione o di altro tipo per coloro che effettuano miglioramenti fondiari su propriet acquistate per il tramite della Cassa, si articoli su procedure pi snelle, specie per progetti per cui previsto anche lintervento della Regione. In questo senso stato auspicato lingresso anche di questo nuovo Ente nellambito del protocollo dintesa. R i c e rc a re ed Uti lizzare insieme tutte le possibi li risorse f i n a n z i a r i e pubbliche e private come ad esempio la pro- grammazione negoziata i programmi Europei le Fondazioni Bancarie, ecc) Articolare e sviluppare forme di reciproca formazione ed a g g i o rnamento per addivenire ad una collaborazione di partners condividendo obiettivi ed aspettative. Rimodellare anche la burocrazia regionale alla luce di que- sta nuova operativit affinch le linee di politica agricola e finanziaria possano avere immediata traduzione operativa. Messa a punto di una strategia di interventi finanziari nel- lambito dei quali perf e z i o n a re e sviluppare strumenti e metodi di ricerca delle risorse per un effettivo consolida- mento e sviluppo delle imprese. In tal senso un obiettivo di prospettiva lanciato nel corso dei lavori della Commissione stato quello di individuare formule di risparmio gestito da indirizzare ed investire, sia pur in parte, nel sistema agroalimentare regionale. Un riferi- mento esemplificativo di tale ipotesi potrebbe essere quella dei Fondi di Investimento. Lo sviluppo dellagricoltura passa attraverso: la trasformazione dellazienda in impresa; impostazione di rapporti diretti e pro- duttivi con gli Istituti di Credito; superamento delle garanzie oggettive; riconoscimento del valore economico della creativit e dellimprenditorialit. coor dinatori Vincenzo Maria Gambini Rossano - Amministratore Unico ASSAM Graziella Gattafoni - Regione Marche 13 La firma del Protocollo dIntesa con gli Istituti di credito l Piano di Sviluppo delle are e Rurali uno degli stru m e n t i operativi pi importanti della nuova riforma delle politiche s t rutturali della Comunit E u ropea operata nellambito di Agenda 2000. Esso rappresenta infatti, unitamente agli interventi previsti dalla nuova Politica agricola Comunitaria (PAC), lasse portante dellintero sistema di protezione e di sostegno del settore primario nellUnione Europea. Rispetto al passato periodo di program- mazione, il pi evidente aspetto innovati- vo riguarda lintegrazione in un unico strumento di tutti gli interventi strutturali p revisti dagli ex Obiettivi 5a e 5b e da tutte le misure di accompagnamento alla riforma della PAC. Di rilievo inoltre il mutamento degli obiettivi della politica strutturale, i quali dal semplice sostegno settoriale della- gricoltura, passano al perseguimento di uno sviluppo territoriale e plurisettoriale delle aree rurali dellUnione. Queste profonde innovazioni delle linee di azione comunitaria, trovano comun- que molti punti di contatto con gli stru- menti programmatici regionali. In part i- c o l a re il Piano Regionale di Sviluppo (PRS) prevede tra gli obiettivi strategici: la valorizzazione del modello di s v i l u p- po diff u s o che ponga al centro del pro- cesso di crescita, il ruolo della ru r a l i t in termini di culture, radicamento sul t e rritorio, qualit della vita, salvaguar- dia dellambiente naturale, ecc.; il r i e q u i l i b r i o socio territoriale da r i c e rc a re attraverso la valorizzazione delle risorse endogene disponibili nelle aree rurali a partire dalla cultura rurale-ambientale e rurale-industriale. Tra i programmi obiettivo dello stesso PRS, previsto inoltre il programma 9 I sistemi produttivi agro-alimentari e spa- zio rurale, che anticipa le scelte comuni- tarie di integrazione degli interventi sul territorio, ai fini di un equilibrato svilup- po delle zone rurali marchigiane. Tuttavia nellambito del processo di programma- zione quale deve intendersi il PRS, per una piena sintonia con le linee program- matiche comunitarie, necessario raffor- z a re tale scelta dando ulteriore rilievo allo sviluppo rurale, abbandonando lop- zione presa in considerazione dallattuale PRS, che prevede, quale ipotesi alternati- va, il ritorno ad una separazione settoria- le degli interventi produttivi, rispetto a quelli di salvaguardia e valorizzazione del territorio. Il Piano di Inquadramento Te rr i t o r i a l e p refigura delle scelte fortemente indiriz- zate verso lampia integrazione degli i n t e rventi sul territorio, in part i c o l a re prevede tra i principi guida: lintegrazione delle strategie a m b i e n- tali e delle strategie territoriali, assu- mendo i fattori ambientali insieme a quelli storico-culturali, come elemen- to pervasivo nella strutturazione del territorio regionale; la territorializzazione delle politiche di sviluppo assumendo il terr i t o r i o come risorsa alla quale riferire le politiche dello sviluppo sostenibile. Il Piano di Sviluppo delle aree Rurali quindi si innesta perfettamente nelle logiche di intervento previste dalla pro- grammazione regionale per due aspetti fondamentali: il primo connesso con la sua valenza territoriale. Mai prima dora era stato possibile re a l i z z a re un pro- gramma dinterventi cos completo ed articolato per lintero territorio regionale e per un periodo cos lungo. Il secondo elemento legato alla valen- za strategica del Piano, che rappresenta il punto di sintesi e di confluenza di tutte le iniziative e di tutta la progettualit che fino ad oggi ha caratterizzato lattivit regionale, nel settore agricolo, fore s t a l e e rurale, generando osmosi e sinergie fra gli aiuti regionali e comunitari. I n questo modo il Piano sar il pi i m p o rtante strumento di incentivazione dello sviluppo rurale: uno sviluppo fatto di prodotti di qualit, uno sviluppo che r a ff o rza lambiente ed il paesaggio, uno sviluppo che vuole migliorare la vita e le opportunit di chi vive nelle zone rurali. Lorenzo Bisogni 14 PRS, I COLLEGAMENTI CON LA PROGRAMMAZIONE REGIONALE I Del Piano di Svil uppo Rural e r i p o rti amo le singole Misure con le indicazioni principali che possono essere utili a l l o p e r a t o re agricolo. Una precisazione dobbligo: il Pi ano stato appro v a t o dalla giunt a regionale, ora all esame di Bruxelles e anche della competente commissione consiliare . Questo significa che, anche se f rutto di unatt enta c o n c e rtazi one con i pi diversi soggetti isti tuzionali o meno e con tutt e le istanze che si occupano in maniera specifica di programmazione non defi nitivo e quindi potre b b e s u b i re delle modifiche. La sintesi che riportata tiene conto di questa eventualit e recupera le informazioni che sono immediatamente collegabili al regolament o di riferimento o a dati che comunque appaiono certi. La Rivista avr modo di r itorn a re s u l l a rg o m e n t o . Lo f ar in mani era specifica quando s a remo nella fase dei Bandi, che fisseranno tutt e le norm e , anche comportamental i, per poter accedere ai benefi ci e sar possibi le i ndicare anche la scadenza delle domande. Abbiamo ritenuto utile dedicare comunque al Piano, e quindi alle sue Misure, una parte della Rivista perch sicuramente importante che gli operatori agricoli sappiano quali sono le maglie dentr o cui si muove lintervento pubblico in agricoltura e quindi possano con anticipo organizzare la loro programmazione aziendale. 15 IL PIANO DI SVILUPPO RURALE DATI STRUTTURALI PRECEDENTE PROGRAMMAZIONE ASSI E MISURE A S S E P R I O R I TA R I O I A S S E P R I O R I TA R I O I I A S S E P R I O R I TA R I O I I I ZONA GEOGRAFICA INTERESSATA DAL PIANO I l piano ri guarda tutto il ter - ri tori o regional e compre s e l e aree cl assi ficate come Obiettivo 2. Dallanalisi della situazione at- tuale dellagricoltura, della- g roindustria e del territorio ru- rale emerge con chiarezza che nella regione coesistono form e molto diverse di agricoltura in modo talmente stretto da non c o n s e n t i re unarticolazione di i n t e rvento basata sulla suddivi- sione in zone omogenee. Nella regione Marche si appli- ca pertanto un solo Piano di Sviluppo Rurale. LA SITUAZIONE DEMOGRAFICA La popolazione residente nel- le Marche (dati 1998) am- monta a circa 1.450.879 abi- tanti, distribuiti su una super- ficie territoriale di 9.693,5 Km quadrati, per una densit di popolazione di circa 149 abi- tanti per Km quadrato. La distribuzione per fasce di et segue quella del distre t t o geografico del Nord e Centro Italia, con frequenza massima di popolazione compresa tra 25 e 44 anni di et. Rispetto al dato nazionale, emerge in- vece la minore distribuzione della popolazione nelle fasce di et al di sotto dei 44 anni (Tabella 2). La popolazione anziana, al di sopra dei 64 anni, raggiunge nelle Marche quasi il 21% della totale, confermando il p rocesso di invecchiamento in atto, con livelli sensibil- mente superiori sia al dato del Nord - C e n t ro Italia che al dato nazionale. LE RISORSE UMANE Per quanto riguarda la form a- zione scolastica, le Marc h e p resentano un tasso di scola- rizzazione di istruzione secon- daria (Tab 1), che la pone al terzo posto in Italia. Relativamente allistru z i o n e universitaria, le Marche si alli- neano ai valori relativi al Nord Centro Italia, sebbene vada rilevata la generale arre t r a t e z- za dellItalia nei confronti dei paesi europei, che si attesta- no generalmente su valori ben superiori. LOCCUPAZIONE Nel 1996 le forze di lavoro nelle Marche ammontavano a 609 mila unit, con un tasso di attivit pari al 42.4%; un v a l o re senzaltro soddisfacen- te, appena al di sotto del ri- sultato medio del complesso delle regioni del Nord - Cen- tro Italia. E interessante nota- re come il valore delle perso- ne in cerca di occupazione ri- sulti al di sotto della media del Nord - Centro Italia, evi- denziando una situazione an- cora non drammatica per loccupazione. Dallanalisi del- la composizione delle forz e l a v o ro emerge una pre s e n z a di occupati in agricoltura su- p e r i o re al valore medio nazio- nale (6.9% del totale). Ta l e v a l o re determinato anche dalla forte presenza di im- p renditori agricoli anziani, con scarsa propensione al- labbandono. 16 DATI STRUTTURALI LO ZOOM SULLAGRICOLTURA MARCHIGIANA N tasso di n Laureati su studenti scolarit istruz. laureati popolazione secondaia Secondaria (%) totale (%) Marche 69.467 90,4 3.281 0,23 Nord-Centro 1.502.665 83,6 88.760 0,24 Italia 2.648.535 80,0 123.284 0,21 Tabella 1 - Istruzione secondaria e universitaria (anno scolastico 96-97) Fonte ISTAT 1995 1996 1995/96 Var. % Marche Unit di lavoro 615 624 1,5 Prodotto interno lordo 36.574 37.274 1,9 PIL per abitante 31.749 33.875 6,7 Valore aggiunto al c.d.f. 54.394 54.661 0,5 Italia Unit di lavoro 22.292 22.240 0,0 Prodotto interno lordo 1.385.860 1.1395.018 0,7 PIL per abitante 30.373 32.038 5,5 Valore aggiunto al c.d.f. 56.993 57.320 0,6 Tabella 2 - Conto economico delle ri s o rse e degli impieghi. 1995/1996 miliardi di lire prezzi 1990 Fonte ISTAT IL QUADRO ECONOMICO REGIONALE Le ultime informazioni dispo- nibili relative allevoluzione delleconomia marchigiana si riferiscono ad elaborazioni ISTAT del 1996. (Tabella 2) Sul fronte occupazionale, ri- spetto alla stazionariet del li- vello nazionale di occupazio- ne (unit di lavoro) tra il 1995 ed il 1996, le Marche hanno mostrato una crescita delle unit di lavoro pari all1.5%, pari al primo posto della gra- duatoria regionale relativa. Le Marche mostrano una p e rf o rm a n c e notevole in ter- mini di crescita economica ed occupazionale, con dinamiche espansive nettamente disalli- neate rispetto a quelle re c e s- sive nazionali e territoriali. IL SETTORE AGRICOLO Il settore agricolo marc h i g i a- no con 1.451 miliardi di lire , r a p p resenta il 4,1% del Va l o re Aggiunto regionale al costo dei fattori. Gli occupati in agri- coltura nelle Marche sono pari a 39.000 unit (ISTAT, 1996), il 6,4% delle forze lavoro, da c o n f ro n t a re con il 4,4% del N o rd - C e n t ro Italia e con il 5,9% dellItalia. Caratteristiche strutturali La superficie agricola utilizzata (SAU) marchigiana evidenzia una pro g ressiva tendenza alla diminuzione nel corso degli ul- timi decenni che lha port a t a dagli oltre 616.000 ettari del 1970 agli attuali 540.000. Cio- nonostante, lincidenza della stessa sulla superficie totale (76%) risulta sensibilmente m a g g i o re rispetto al compart o N o rd - C e n t ro Italia, e superiore anche al valore nazionale (Ta- b e l l a 3). Anche lintensit di uso del terreno agricolo per fini produttivi risulti part i c o- l a rmente pronunciato, e su- p e r i o re alle medie nazionali e del Nord - C e n t ro Italia: le su- p e rfici boschive costituiscono il 16% della superficie totale, ed i prati e pascoli permanen- ti si attestano sul 10% della stessa. Da tali considerazioni si evidenzia la spiccata voca- zione della regione per i semi- nativi (83% della SAU). La forte propensione della- gricoltura marchigiana per i seminativi confermata dai dati della Tabella 4: quasi il 70% delle aziende agricole specializzate marc h i g i a n e , cio circa il 56% del totale, il doppio rispetto al valore me- dio nazionale, sono specializ- zate nella produzione di semi- nativi. Di conseguenza, ri- spetto ai valori di riferimento, risultano sottorappre s e n t a t e soprattutto le aziende zootec- niche specializzate in erbivori e quelle relative alle coltiva- zioni permanenti. Per quanto riguarda la consi- stenza del patrimonio zootec- nico del sistema agricolo re- gionale, (Tabella 5), le Marche non sono caratterizzate da p roduzioni zootecniche part i- c o l a rmente accentuate, pur in p resenza di razze bovine pre- giate; fanno eccezione le pro- duzioni avicole, che tro v a n o nella regione due poli pro d u t- tivi di rilievo nazionale per la produzione di carne. Le aziende agricole Sulla base dellultimo censi- mento generale dellagricoltu- ra a cura dellISTAT del 1990, 17 Marche Nord- Italia Centro Ha % % % Superficie totale 715. 770 di cui: SAU 541. 079 76 67 72 di cui Seminativi 446.391 83 64 56 Prati e pascoli 54.430 10 24 25 Coltivazioni perm. 40.257 7 12 18 Boschi 111. 884 16 23 19 Altra superficie 62. 807 9 10 9 Tabella 3 - Ripartizione della superficie aziendale per tipo di utilizzazione dei terreni - 1996 Fonte ISTAT % capi sul totale Aziende Capi nazionale Bovini 6.692 111.516 1,6 Suini 21.897 261.307 3,2 Ovini 5.454 249.247 2,3 Avicoli 42.169 10.049.915 5,2 Polli da carne 34.805 7.933.225 6,9 Totale aziende con allevamenti 47.507 Tabella 5 - Consistenza del patrimonio zootecnico delle Marche - 1996 Fonte: ISTAT Si noti che il totale delle aziende con allevamenti non corrisponde alla somma delle aziende per singola tipologia, data la presenza di aziende che praticano il poliallevamento Marche Nord- Italia Centro Ha % % % Aziende specializzate 56. 117 80 83 85 di cui: Seminativi 48.173 69 36 29 Ortofloricoltura 2.262 3 4 3 Coltivazioni permanenti 3.173 5 27 42 Erbivori 1.934 3 15 11 Granivori 575 1 1 1 Aziende miste 13. 723 20 17 15 di cui: Policoltura 8.167 12 9 9 Poliallevamento 621 1 2 1 Coltivazioni-allevamenti 4.935 7 6 5 Tabella 4 - Aziende per orientamento tecnico-economico - 1996 Fonte ISTAT nelle Marche sono pre s e n t i o l t re 80.000 aziende agricole con una dimensione media di circa 10 ettari di superficie to- tale. Dallindagine campiona- ria ISTAT del 1996 il numero di aziende risulta ridotto a 70.161 unit con un modesto i n c remento della superf i c i e media. In controtendenza ri- spetto alle dinamiche nazio- nali, si riducono le aziende con superficie maggiore: la polverizzazione aziendale re- sta quindi un problema carat- terizzante lagricoltura mar- chigiana. La forma giuridica p revalente (oltre il 99 % del totale) quella della persona fisica, e solo una leggera cre- scita interessa le forme socie- tarie. Aspetto importante anche quello dellinvecchia- mento della classe impre n d i- toriale: le aziende il cui con- d u t t o re ha oltre 65 anni rap- presentano il 40% del totale. F o rme di conduzi one e mec- canizzazione In linea con i dati nazionali e del comparto del nord e cen- t ro Italia, il 90% delle aziende agricole gestito esclusiva- mente con manodopera fami- l i a re e la presenza di mano- dopera salariata risulta mar- ginale (Tabella 6). La pre v a- lenza delle aziende a condu- zione diretta nasconde peral- t ro una caratteristica part i c o- l a rmente presente nelle Mar- che: il part-time. La dotazione di mezzi mecca- nici per occupato e per ettaro di SAU risulta, invece, sensi- bilmente superiore al valore medio nazionale (Tabella 7). Il ridotto ricorso al fattore la- v o ro risulta anche dallanalisi delle giornate lavorative an- nue per ettaro e per unit la- vorativa: i dati delle Marc h e risultano inferiori di circa il 20% sia rispetto alla media nazionale che rispetto a quel- la del Nord - C e n t ro Italia (Ta - bell a 8). La minore intensit duso del lavoro deriva anche dalla prevalenza di colture a seminativi, peraltro con un elevato valore della re d d i t i v i t ad ettaro. 18 Marche Nord- Italia Centro N aziende % % % Esclusivamente in azienda 52. 233 75 80 76 Prevalentemente in azienda 14. 929 21 18 22 di cui con attivit secondaria in: altre aziende agricole 2.235 3 2 4 Aziende industriali 2.853 4 5 5 Altri settori 9.841 14 11 12 Prevalentemente extra-aziendale 2. 407 3 2 2 di cui con attivit principale in: altre aziende agricole 1.258 2 1 1 Aziende industriali 112 0 0 0 Altri settori 1.037 1 1 1 Tabella 6 - Aziende secondo lat t ivit lavo rat iva aziendale ed ex t ra-aziendale del conduttore - 1996 Fonte: ISTAT. Risulta evidente come le aziende agricole gestite da conduttori con fonte di reddito escl usivamente agricola si ano solo l 80%;i l ri manente 20 % gesti to da conduttori con att ivit secondaria o prevalente extra agricola. Marche Italia Trattrici N 75.820 1.490.776 Quota sul totale 51,4% 41,7% Potenza media (cv) 56 56 Mietitrebbiatrici N 3.087 50.382 Quota sul totale 2,1% 1,4% Potenza media (cv) 116 116 Moto-operatrici N 68.631 2.035.527 Quota sul totale 46,5% 56,9% Potenza media (cv) 12 12 CV / ha di SAU 10,0 7,7 CV / occupato 139,1 83,0 Tabella 7 - Meccanizzazione nellagricoltura marchigiana - 1994 Fonte: elaborazioni su dati INEA Marche Nord-Centro Italia Giornate lavorative / ha 16,1 20,4 21,9 Giornate lavorative / azienda 164 211 181 Giornate lavorative /occupato / anno 295 344 327 RLS (Lit) / giornata lavorativa 107.429 105.945 91.719 Tabella 8 - Intensit duso e remunerazione del fattore lavoro Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT ANALISI ECONOMICA DELLAGRICOLTURA REGIONALE Il contributo economico delle singole produzioni agricole delle Marche sintetizzata nella Figura 1. Spiccano i valori della PLV di c e reali, ortaggi, colture arbore e a frutto annuo ed avicunicoli. Per le arboree, il maggiore contributo alla PLV dato dalle produzioni vitivinicole. Il 21% di quota di PLV re l a t i v a alle colture industriali, essen- zialmente barbabietola da z u c c h e ro, conferma le Mar- che come una delle re g i o n i m a g g i o rmente specializzate in tale produzione (Tabella 9). Dalla Figura 2 appare come le M a rche risultino specializza- te nella produzione di colture erbacee, e part i c o l a rmente de- ficitarie per le arboree, mentre le produzioni zootecniche si allineano con la media nazio- nale. Il confronto tra il 1991 ( p re - r i f o rma McSharry) ed il 1996 non evidenzia significa- tive variazioni, ma solamente un avvicinamento dei valori regionali a quelli nazionali. Nella Figura 3 troviamo i risul- tati della stessa analisi, per i principali prodotti dellagricol- tura marchigiana. E confer- mato il ruolo dominante delle p roduzioni industriali (barba- bietola da zucchero e giraso- le) e quello del grano duro , come confermato il ru o l o m a rginale delle produzioni lat- t i e re e delle colture arbore e . Dalla disaggregazione emerg e per, con riferimento alle pro- duzioni zootecniche ad ecce- zione delle casearie, come la l o ro importanza nel panorama nazionale sia aumentata dal 1991 al 1996. IL SETTORE FORESTALE La superficie forestale re g i o- nale pari a 160.075 ha (dati I S TAT) e corrisponde al 16,5% dellintera superf i c i e regionale; il 67% localizzata in zona montuosa, il 33% in zona collinare. La tipologia di bosco pi diffusa nella re g i o- ne, con unincidenza del 74%, rappresentata dai cedui semplici. Nelle province di P e s a ro e Macerata pre v a l g o- no le superfici a bosco, men- t re ad Ancona ed Ascoli le fu- staie resinose (pini e abeti) e la macchia mediterranea (Ta- bella 10). Il legname abbattuto nel 1996 ammontava a circa 216.624 metri cubi, di cui il 95% co- stituito da legna da ard e re , p rodotta principalmente nelle p rovince di Macerata ed Ascoli, e il 2% da legna da la- v o ro, prevalentemente nella p rovincia di Pesaro. Il 63% dei boschi di propriet pri- vata, il 16% appartiene a Sta- to, Regione e Comuni, ed il restante 21% ad altri enti. Lambiente e lagricoltura Il modello di sviluppo che ha caratterizzato lagricoltura in questi ultimi ventanni ha por- tato alla ribalta problemi nuovi rispetto al passato. Le nuove tecniche di produzione, basate sullimpiego su vasta scala di potenti mezzi meccanici e di p rodotti chimici, e la semplifi- cazione colturale, hanno per- messo di ottenere rese unita- rie superiori al passato, pro- vocando per un sempre pi grave degrado ambientale. Anche oggi i fattori di pro d u- zione per unit di superf i c i e continuano ad aumentare , p rovocando costi sociali piut- tosto rilevanti. (Tabella 11). PUNTI DI FORZA, CARENZE E DISPARIT Dallanalisi della situazione at- tuale, delle caratteristiche economico e produttive della regione possibile delineare un quadro riassuntivo dei principali punti di forza e di debolezza delle aree rurali re- gionali. 19 Fi g u ra 1 - Produzione lorda vendibile per tipo di prodotto - Marche 1996 (milioni di Lire ) 0 50.000 100.000 150.000 200.000 250.000 300.000 350.000 Punti di forza storica integrazione agricol- tura - altri settori pro d u t t i v i (modello marc h i g i a n o ) ; p resenza di produzioni di qualit con elevato valore aggiunto; esistenza di sufficienti spa- zi di mercati per le pro d u- zioni marc h i g i a n e ; paesaggio rurale tradizio- nale ben conservato; buona presenza di terr i t o- rio tutelato (aree protette); f o rte specializzazione re g i o- nale nei settori bieticolo, c e realicolo, sementiero, or- ticolo, vitivinicolo, avicolo; d i s c reta presenza della- gricoltura biologica e di produzioni tipiche; tendenza allaumento degli investimenti negli ultimi anni. Punti di debolezza f o rte tasso di invecchia- mento della popolazione nelle zone rurali; scarso ricambio e invec- chiamento degli impre n d i- tori agricoli; assistenza tecnica inade- guata e insufficiente, con scarso coordinamento dei servizi di sviluppo; i n s u fficiente form a z i o n e della forza lavoro; bassa spesa per ricerca e sviluppo; riduzione/scomparsa della zootecnia estensiva nelle aree interne; scarsa competitivit inter- nazionale del settore agro- alimentare regionale; legami di filiera insuff i c i e n t i , in part i c o l a re basso livello di integrazione con lindu- stria agro - a l i m e n t a re e con la grande distribuzione; i n s u fficiente diversifica- zione delle produzioni; ridotta dimensione delle i m p rese agricole e degli allevamenti; i n e fficienza delle aziende agricole, con scarsa diff u- sione di metodi di control- lo di gestione; p roblemi di fertilit nei suoli e fenomeni erosivi. 20 Figura 3 - Indici di specializzazione delle tipologie produttive marchigiane: 1991-1996 ALLEVAMENTI COLTIVAZIONI ERBACEE COLTIVAZIONI ARBOREE -1,0 -0,8 -0,6 -0,4 -0,2 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 Fi g u ra 2 - Indici di specializzazione delle principali produzioni agricole march i gi a n e : 1 9 9 1 - 1 9 9 6 Colt. Arboree a frutto annuo Latte pecora e capra Bovini Ovini e caprini Vino Equini Patate e ortaggi Suini Foraggi Uova Cereali Pollame e conigli Frumento duro Barbab. da zucchero Girasole Latte vacca e bufala -0,8 -0,6 -0,4 -0,2 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 Marche Italia PLV % PLV % (milioni di lire) (milioni di lire) Totale coltivazioni erbacee 857. 324 47, 4 23. 323. 529 34, 0 di cui: Cereali 306.088 35,7 6.719.588 28,8 Leguminose da granella 906 0,1 90.401 0,4 Patate e ortaggi 319.421 37,3 10.252.505 44,0 Piante industriali 180.715 21,1 2.377.435 10,2 Foraggi (in fieno) 6.194 0,7 166.000 0,7 Fiori e piante ornamentali 44.000 5,1 3.717.600 15,9 Totale coltivazioni arboree 288. 217 15, 9 18. 377. 348 26, 8 Totale zootecnia 662. 080 36, 6 26. 873. 260 39, 2 Produzione vendibile complessiva 1. 807. 621 100, 0 68. 574. 137 100, 0 Tabella 9 - Composizione della PLV regionale e nazionale - 1996 Fonte: INEA 1996 1991 1996 1991 POTENZIALIT DI SVILUPPO RURALE Lanalisi dellattuale situazione delle aree rurali marchigiane e le dinamiche evolutive che in- t e ressano il settore agricolo e f o restale e, pi in generale, leconomia di tali aree, evi- denziano una serie di dispa- rit e minacce per lo svilup- po, ma anche interessanti op- p o rtunit, rappresentate dalla possibilit di innescare pro- cessi redistributivi tra citt e campagna, attraverso una po- litica di valorizzazione delle ri- sorse di cui le aree rurali so- no dotate. Tra le opportunit di sviluppo si evidenzia anche la re s i s t e n- za di insediamenti nelle are e rurali interne, che preludono a potenziali sinergie con il set- t o re turistico, eno-gastro n o- mico, culturale e ambientale. Tra le minacce, la principale quella legata alla situazione ambientale, che presenta pro- blemi a causa di pratiche a g ronomiche inadeguate e semplificazione dei sistemi di p roduzione con conseguente aumento dei rischi di conser- vazione degli eco-sistemi agricoli. Di seguito si indivi- duano altri problemi come la s t a n d a rdizzazione dei consu- mi alimentari, e la perdita del- le tradizioni culturali legate al- la ruralit. LE PECULIARIT DEL SISTEMA RURALE MARCHIGIANO Sulla base dei criteri OCSE, basati sul livello di antro p i z z a- zione, ciascuna delle 4 pro v i n- ce marchigiane e lintera re- gione vengono classificate co- me significativamente rurali. La presenza di una popolazio- ne distribuita in modo unifor- me sul territorio costituisce una delle caratteristiche pecu- liari del sistema rurale marc h i- giano, strettamente connesso con il modello di sviluppo dif- fuso proprio della regione. Le sue origini nascono dalla dis- soluzione della mezzadria, for- temente soppiantata dallim- p resa a conduzione diretta at- t o rno agli anni 60. In questo contesto i componenti della famiglia contadina, ricerc a n o soluzioni occupazionali extra- agricole, mentre lattivit agri- cola fonte di prodotti di au- toconsumo per il nucleo fami- l i a re, ancora legato allazienda. Nasce la possibilit di integra- re il reddito aziendale con atti- vit extra aziendali e la convi- venza in loco delle due attivit p e rmette una maggiore flessi- bilit ed un minor costo della manodopera. Nella re g i o n e nascono cos imprese a scala f a m i l i a re, ed allinterno della famiglia agricola di natura mista (con pi componenti impegnati in attivit extra- agricole) non pi il re d d i t o extra-agricolo ad integrare quello agricolo ma il contrario. Lagricoltura assume sempre pi un ruolo integrativo al reddito globale. Lo spostamento dellasse del- le Politiche Comunitarie per lagricoltura da politiche agri- cole a politiche rurali, tro v a fondamentalmente le sue ra- gioni nella volont di ricono- s c e re e tutelare il ruolo cen- trale svolto nei territori ru r a l i dellagricoltura in un contesto non esclusivamente pro d u t t i- vistico, di cui il caso marc h i- giano costituisce un valido esempio. La presenza com- plessivamente uniforme di popolazione sul territorio ru- rale, creando le condizioni per la pre s e rvazione del patrimo- nio culturale e storico, tro v a nelle politiche agro - a m b i e n t a- li un valido strumento. Lesistenza di un ambiente ru- rale salvaguardato, e di un s e t t o re agricolo che pu van- t a re potenzialit elevate per i p rodotti pi attenti, costitui- sce il fondamentale elemento per lo sviluppo del terr i t o r i o rurale delle Marche. 21 fustaie di fustaie di fustaie Cedui Cedui macchia Totale resinose latifoglie miste semplici composti mediterr. PS 1.300 242 99 45.259 5.473 - 52.373 AN 4.674 92 37 12.724 1.993 - 19.520 MC 2.698 1.084 514 43.805 2.015 - 50.116 AP 1.783 3.742 265 16.738 1.895 139 24.562 Totale 10. 455 5. 160 915 118. 526 11. 376 139 146. 571 Tabella 10 - Superficie forestale per tipo di bosco (ha) Fonte: Il sistema agricolo e alimentare nelle Marche Rapporto 1999 1970 1982 1990 Azoto 49,7 86,6 70,3 Fosforo 45,7 55,9 65,4 Potassio 6,2 8,6 11,6 Totale 101,6 151,1 147,3 Tabella 11 - Consumo di fertilizzanti nelle Marche (Kg/ha) Fonte: elaborazioni su dati ISTAT CONCIMI ANTIPARASSITARI 1970 113.541 12.976 1982 135.285 43.924 1990 129.292 49.168 Tabella 12 - Spesa per concimi e antiparassitari per ettaro di SAU nelle Marche (prezzi costanti 1985) Fonte: elaborazioni su dati ISTAT o n d a m e n t a l e , ai fini di una p ro g r a m m a- zione eff i c a c e , lanalisi degli i n t e rventi re a- lizzati negli anni pre c e d e n t i , per "correggere il tiro" e adat- t a re i nuovi interventi alle esi- genze emerse. Ci vale anco- ra di pi per le misure di svi- luppo rurale contenute nel PSR 2000-2006, che sono s t rettamente legate con un r a p p o rto di continuit alle mi- s u re precedentemente finan- ziate ai sensi dellobiettivo 5b (Reg.CEE 2081/93), dello- biettivo 5a (Regg.CE 950/97, 951/97 e 867/90) e delle mi- s u re di accompagnamento (Regg.CE 2078, 2079 e 2080 del 1992). Il regolamento comunitario n.1257/99, base norm a t i v a del nuovo PSR, ha di fatto ac- corpato tutte queste misure , assicurando un quadro di ri- ferimento unico e org a n i c o per la programmazione e lat- tuazione di tutti gli interv e n t i di sviluppo rurale cofinanziati dallUnione Europea. Gli inter- venti contenuti nel Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006, quindi, sostanzialmente se- guono limpostazione delle m i s u re di sviluppo rurale atti- vate nel periodo 1994-99, pur con alcune modifiche che v e rranno evidenziate nella p a rte descrittiva delle misure stesse. La valutazione delleff i c a c i a dei programmi del pre c e d e n- te periodo di pro g r a m m a z i o- ne 1994-99 appare ancora p rematura, dato che i pro g e t- ti finanziati sono per lo pi ancora in corso di re a l i z z a- zione. Lanalisi verter per- tanto sullentit delle risorse finanziarie spese per le diver- se misure, indicativa del gra- do di interesse che le azioni attivate hanno suscitato negli agricoltori e negli altri poten- ziali beneficiari, oltre che del- la pertinenza degli interv e n t i p roposti alle esigenze pro p r i e del contesto rurale marc h i- giano. Il peso relativo delle diverse m i s u re di sviluppo rurale atti- vate nel periodo 1994-99, in t e rmini di risorse assorbite il seguente: gli interventi di miglioramento delle stru t t u re agricole finanziati dal Reg. CE 950/97 hanno utilizzato la maggior quota di fondi, se- guiti dalle misure inserite nel- lobiettivo 5b, dalle misure a g roambientali finanziate dal Reg. CEE 2078/92 e dagli in- t e rventi di trasformazione dei p rodotti agricoli previsti dal Reg.CE 951/97. Si ricorda che mentre gli im- pegni sono ormai "chiusi", poich la data ultima per as- sumerli era il 31 dicembre 1999, i pagamenti saranno ef- fettuati fino al 31/12/2001. 22 PRECEDENTE PRO G RAM M AZI O NE F O N D I C O M U N I TA R I 1 9 9 4 - 9 9 , U T I L I Z Z ATE TUTTE LE RISORSE F OVERBOOKI NG Con questo termine si intende la possibilit di assumere impegni per importi superiori alle ri- sorse disponibili. Lobiettivo quello di arrivare entro il termine del periodo di programmazio- ne (31/12/2001) con un livello di impegno effettivo pari al 100%, evitando cos di lasciare inu- tilizzate risorse pubbliche disponibili. E necessario impegnare inizialmente oltre il 100%, per assicurare, a interventi conclusi, la piena utilizzazione dei fondi poich spesso quanto viene li- quidato ad un progetto alla sua conclusione inferiore allimporto inizialmente impegnato per linsorgere di economie di spesa, mentre per altri progetti si verificano rinunce o revoche. l Documento Unico di Pro g r a m m a z i o n e per gli interv e n t i s t rutturali comuni- tari nelle zone ru r a l i della Regione Mar- che, perseguiva lobiettivo del riequilibrio territoriale e della c rescita della redditivit delle zone rurali attraverso quattro principali linee strategiche di i n t e rvento che costituiscono i q u a t t ro assi prioritari in cui si articola. LAsse 1, che interessa dire t- tamente il settore agricolo, ha la finalit di v a l o r i z z a re le r i - sorse agricole, forestal i e na - t u r a l i s t i c o - a m b i e n t a l i con un pacchetto di iniziative, ag- g regate in 8 Misure, a loro volta comprendenti numerose tipologie di azione. E possibile individuare questi g ruppi principali, gestiti di- rettamente dallAssessorato Agricoltura: le Misure 1.1.1 (Filiere pro- duttive) - 1.1.2 (Zootecnia) -1.1.3 (Produzioni di qua- lit) -1.1.4 (Servizi di svi- luppo agricolo), nelle quali le pur diff e renziate (per c o m p a rto produttivo inte- ressato e caratteristiche tecniche) tipologie di inter- vento, concorrono alla q u a - li fi cazione, diversi fi cazi one e val or izzazione dell e pro - duzioni agricole; la Misura 1.1.5 che, attra- verso lo sviluppo dellagri- turismo (quale forma inte- grativa del reddito agrico- lo) si collega allobiettivo generale della diversifica- zione economica delle zo- ne rurali; la Misura 1.1.6 che, attra- verso la razionalizzazione nelluso delle risorse idri- che per lirrigazione, con- tribuisce a due finalit di carattere generale: il razio- nale utilizzo a fini produtti- vi delle risorse naturali e la qualificazione delle pro- duzioni agricole; la Misura 1.2.2 (Patrimonio f o restale) intende contri- b u i re allobiettivo specifico dellAsse relativo alla pro t e - zi one e val or izzazione del patr imoni o ambientale e c u l t u r a l e delle zone rurali. Esecuzione finanziaria Nella tabella vengono forn i t e le proiezioni delle risorse pub- bliche impegnate al 31 dicem- b re 1999. Le risorse totali impegnate per le misure agricole ammontano a quasi 190 miliardi di lire, di cui oltre 126 miliardi di risorse pubbliche con un livello di im- pegno pari al 106%, cio sono stati impiegati tutti i fondi di- sponibili e in alcuni casi gli im- pegni superano addirittura le risorse stanziate nel piano fi- nanziario. Ci dipende dal fatto che, per assicurare il finanzia- mento di una parte dei pro g e t t i p resentati ai sensi degli ultimi bandi di maggio e giugno 99 e per consentire le operazioni di overbooking, la Regione ha messo a disposizione delle mi- s u re agricole del 5b altri 7 mi- l i a rdi di lire attinte dal bilancio regionale. Tali risorse sono state destinate a quelle misure che necessitavano pi delle al- t re di fondi aggiuntivi, dispo- nendo di un grosso pacchetto di progetti gi approvati e p rontamente cantierabili, e cio le misure: 1.1.2, 1.1.4, 1.1.5 e 1.2.2. Per quanto riguarda la spesa, cio le somme eff e t t i v a m e n t e e rogate ai beneficiari, il livello raggiunto risulta ovviamente i n f e r i o re a quello degli impe- gni sia perch vi sono ancora due anni di tempo per eff e t- t u a re le liquidazioni, sia per altri due ordini di motivi: le azioni finanziate riguardano in gran parte interventi stru t t u r a- li, che richiedono mediamente 23 I DOCUP Obi et t i vo 5b Programmazione finanziaria Impegni IMPEGNI ASSE/MISURE 1994-99 (1) dei beneficiari finali Costo totale Fondi pubblici Fondi pubblici A B D D/B ASSE 1 (* 1): Valorizzazione delle risorse agricole e forestali 189.463.906 118.985.756 126.345.756 106% Mis. 1.1.1 - Interventi integrati di filiera 36.619.374 21.024.706 21.024.706 100% Mis. 1.1.2 - Zootecnia 45.886.337 23.498.206 27.918.206 119% Mis. 1.1.3 - Progetti integrati per produzioni di qualit 19.027.016 13.014.146 13.014.146 100% Mis. 1.1.4 - Promozione e diffusione dei servizi di sviluppo agricolo 12.959.955 8.256.544 8.589.544 104% Mis. 1.1.5 - Sviluppo dellagriturismo 36.091.394 17.285.860 18.185.860 105% Mis. 1.1.6 - Razionalizzazione delle reti irrigue e azioni compl. 22.098.523 19.648.848 19.770.848 101% Mis. 1.2.2 - Protezione e sviluppo del patrimonio forestale 16.781.307 16.257.446 17.842.446 110% DOCUP Obiettivo 5b regione MARCHE 1994-99 - Misure finanziate dal FEOGA ( esclusa la Misura 1. 1. 7 per emergenza sismica) 190 miliardi per lagricoltura e le foreste. I progetti presentati e finanziati sono stati oltre 2000. Tabella 1 - Attuazione finanziaria al 31.12.1999 - proiezioni (migliaia di lire)- indici di efficacia (con ri fe rimento piano fi n a n z i a rio ap p rovato in sede di comitato di sorveglianza del 29/30 nove m b re 1999 Come si vede dallultima colonna tutte le risorse disponibili sono state impegnate. Quando la percentuale superiore al 100% significa che sono stati aggiunti fondi freschi con il bilancio regionale. 190 miliardi per lagricoltura e le foreste. Finanziati circa 2000 progetti tempi di realizzazione di oltre 18 mesi; inoltre una gro s s a quota di impegni stata as- sunta nel corso del 1999, poi- ch diverse azioni del DOCUP erano state modificate per mi- g l i o r a rne laderenza alle esi- genze dei potenziali benefi- ciari via via emerse; per poter a s s u m e re impegni relativi a queste nuove azioni si dovu- ta attendere lappro v a z i o n e delle modifiche da parte della Commissione Europea che ha richiesto tempi lunghi. Da unanalisi pi dettagliata emerge che: tra le p roduzi oni vegetal i (misura 1.1.1), il settore vitivinicolo quello con maggior peso relativo, as- sorbendo oltre il 65% di risorse pubbliche impe- gnate, seguito dal settore olivicolo che assorbe circ a il 20% . Peso relativo mol- to inferiore in termini di ri- sorse impegnate re g i s t r a- no gli altri tre settori, ort o- f rutta, piccoli frutti e pian- te officinali e gelsibachi- coltura (nellordine 7%, 5% e 3%). Le azioni che hanno riscosso il maggior successo sono il re i m p i a n- to dei vigneti, degli oliveti, limpianto di gelseti, e, nei settori vino e olio, le azioni p romozionali, la sperimen- tazione, gli studi e lanima- zione per politiche di qua- lit; nei settori ort o f ru t t i c o- lo, piccoli frutti e piante of- ficinali (ma anche in quello olivicolo) gli interventi di maggior successo sono quelli relativi agli impianti di trasformazione, conser- vazione e trattamento; relativamente alla z o o t e c- n i a (misura 1.1.2), gli al- levatori hanno aderito in p a rt i c o l a re agli interv e n t i che finanziano gli alleva- menti zootecnici altern a t i- vi e la riduzione dellin- quinamento. Il compart o bovini da carne ha utilizza- to il 18% dei fondi impe- gnati per la misura con p rogetti che hanno riguar- dato soprattutto gli ade- guamenti aziendali, gli im- pianti di trasformazione di c a rne e latte, e le politiche di qualit, nel settore ovi- caprini i progetti hanno r i g u a rdato gli adeguamen- ti aziendali e i migliora- menti di prati e pascoli. Nel comparto p roduzi oni di q u a l i t (misura 1.1.3), lagri- coltura biologica assorbe il 44% degli impegni, tra le azioni di maggior successo le s t ru t t u re di trasformazione e c o m m e rcializzazione e la p romozione dei prodotti bio- logici; lintervento relativo ai p rodotti di qualit ha un peso pari al 56%, part i c o l a re ri- s c o n t ro hanno avuto gli inter- venti di animazione, gli studi e ricerche sui prodotti locali e la sperimentazione. Per quanto riguarda la pro- mozione e diffusione dei s e r- vizi di svi luppo agricol o ( m i- sura 1.1.4) le risorse sono state utilizzate per sostenere la sperimentazione (37%), i centri di divulgazione agro- meteo (29%), la rete agrome- t e o rologica (19%), linform a- tizzazione delle aziende (11%) e le banche dati (4%). In ge- nerale tutte le azioni re g i s t r a- no un ottimo livello di parteci- pazione e anche di re a l i z z a- zione degli interventi, cos co- me evidenziato anche dagli indicatori sulla capacit di pa- gamento e di spesa. La misura 1.1.5 sostiene in- t e rventi a favore della g r i t u r i- s m o: tra questi lazione netta- mente pi rilevante in term i n i di risorse impegnate quella che finanzia la ristrutturazione dei fabbricati da destinare ad attivit agrituristiche che as- sorbe il 78% degli impegni pubblici della misura e supe- ra, in termini di risposta da p a rte dei beneficiari, le pre v i- sioni fatte nel documento di p rogrammazione, denotando il forte interesse per lattivit agrituristica che caratterizza le Marche negli ultimi anni. Un altro 21% di risorse ha fi- nanziato i progetti di re a l i z z a- zione di reti sentieristiche che collegano le strutture agrituri- stiche a siti di part i c o l a re in- t e resse storico-culturale o ambientale. Per quanto riguarda le reti ir- r i g u e (misura 1.1.6), le risor- se impegnate sono state as- sorbite in larga parte (85%) dallazione che finanzia il completamento delle opere di accumulo e di distribuzione i rrigua finalizzate alla migliore gestione dei comprensori irr i- gui, realizzate dai Consorzi di bonifica. Tale azione ha avuto un riscontro migliore di quan- to previsto, tanto da intere s- s a re una superficie di circ a 320 ettari. La restante quota delle risorse ha finanziato la realizzazione di laghetti colli- nari e progetti che pre- vedono il riuso a scopo i rriguo di reflui civili o zootecnici. Per il sistema boschivo m a rc h i g i a n o ( m i s u r a 1.2.2) si sono finanziati p rogetti di migliora- mento dei boschi, che hanno assorbito poco meno del 70% delle ri- sorse impegnate. L a v- viamento ad alto fusto dei boschi cedui in par- t i c o l a re presenta pro- getti per oltre 1.800 et- tari di bosco da miglio- r a re, di cui oltre 780 gi completati, ma anche la costituzione di boschi nei terreni agricoli abbandona- ti e il miglioramento dei casta- gneti hanno registrato un buon successo. Nel settore studi e ricerche le risorse im- piegate hanno riguard a t o l i n f o rmatizzazione e mappatu- ra degli interventi, 12 piani di gestione del patrimonio agri- c o l o - f o restale che dovranno e s s e re redatti dalla Comunit Montane, la redazione dellIn- ventario e della Carta Fore s t a- le re g i o n a l e . 24 MIGLIORAMENTO DELLEFFICIENZA DELLE STRUTTURE AGRICOLE (REG. CE 950/97, EX 2328/91) Obiettivo generale del Reg. CE 950/97 laccre s c i m e n t o d e l l e fficacia e della competi- tivit delle aziende agricole attraverso il raff o rz a m e n t o delle stru t t u re di pro d u z i o n e , f a v o rendo i giovani agricolto- ri, incentivando la costituzio- ne di associazioni ed elevan- do il livello di formazione del- la popolazione agricola. Stato di attuazione Lattuazione del Regolamento p resenta risultati molto posi- tivi, infatti, al 31/12/99 sono stati impegnati fondi pari al 105% delle dotazioni e pagate somme corrispondenti al 104%. Questo stato possi- bile grazie alla disponibilit di fondi aggiuntivi regionali pari a circa 8 miliardi. La tabella seguente mostra lavanzamento finanziario per misura e per zona (Tabella 2) fino al 31/12/1999. Attraverso unanalisi dei risul- tati finanziari possibile indi- v i d u a re le misure che hanno riscosso il successo migliore . Gli aiuti agli investimenti aziendali (piani di migliora- mento) rappresentano la mi- sura pi importante, con un peso sul totale del contributo pubblico di circa il 55%, che diventa ancora pi marc a t o nelle zone ob. 5b dove i con- tributi erogati rappre s e n t a n o o l t re il 73% del totale. Le tipologie di investimenti realizzati sono per lo pi state le seguenti: rinnovo parco macchine; impianti di trasform a z i o n e aziendale; s t ru t t u re aziendali (stalle, fienili, etc.). La misura che sostiene il pri- mo insediamento dei giovani agricoltori, part i c o l a rm e n t e i m p o rtante se si considera la necessit di ricambio genera- zionale che investe lagricol- tura e il problema della disoc- cupazione giovanile, ha as- sorbito il 25% delle risorse pubbliche. E da notare che, rispetto ai piani di migliora- mento, meno marcata linci- denza delle zone ob. 5b come beneficiarie, pur rimanendo n e l l o rdine del 60% sul totale della misura. L e n o rme successo re g i s t r a t o dalle due misure, che com- plessivamente pesano per l80% del totale, deriva anche dal fatto che sono state le due m i s u re partite per prime, per le quali si sono registrati im- pegni e pagamenti fin dal 1994, derivando dire t t a m e n t e dal Reg. Cee 797/85. Se integriamo la misura del 25 Le Mi sure ex Obi et t i vo 5a TOTALE PER MISURA IMPEGNI E PER ZONA Investimenti Impegni pubblici Piani di ob 5B 217.193.081.518 73% 63.548.160.040 miglioramento Altre zone 92.371.139.520 27% 23.825.008.264 Totale 309. 564. 221. 038 55% 87. 373. 168. 304 1 ob 5B 60% 23.638.615.750 insediamento altre zone 40% 15.753.563.675 giovani Totale 25% 39. 392. 179. 425 Aiuto ob 5B 66% 2.769.506.308 aggiuntivo altre zone 34% 1.424.410.044 25% Totale 3% 4. 193. 916. 352 Indennit ob 5B 93% 20.636.450.417 compensativa altre zone 7% 1.518.101.373 Totale 14% 22. 154. 551. 790 Investimenti ob 5B 505.889.000 100% 407.273.950 collettivi altre zone 0% Totale 505. 889. 000 0% 407. 273. 950 Assistenza ob 5B 34% 1.986.611.500 tecnica altre zone 66% 3.868.664.500 Totale 4% 5. 855. 276. 000 Formazione professionale non definito TOTALE ob 5B 217.698.970.518 71% 112.986.617.965 9499 altre zone 92.371.139.520 29% 46.389.747.856 non definito Totale 310. 070. 110. 038 100% 159. 376. 365. 821 Fonte: Elaborazione dati di monitoraggio - Regione Marche Tabella 2 - Ripartizione degli impegni e pagamenti per misura e per zona - 94/99 - valori in lire Comprende diversi regolamenti - di seguito ripresi analiticamente - che puntano allefficienza dellazienda agricola e del sistema agroalimentare Oltre alle risorse impegnate (nel caso specifico corrispondono ai pagamenti) come da tabella, saranno trasferiti - sulle nuove dotazioni finanziarie del Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 - i piani di miglioramento, che pur essendo stati gi approvati non sono stati liquidati a causa dellesaurimento delle risorse: il totale di questi supera i 63 miliardi primo insediamento dei gio- vani, con quella dellaiuto s u p p l e m e n t a re del 25%, ri- sulta che complessivamente o l t re il 28% delle risorse de- stinate al Reg. CE 950/97 so- no state utilizzate per favorire lo sviluppo di unattivit pro- duttiva agricola. Delle misure rivolte agli agri- coltori delle zone svantaggia- te (indennit compensativa e investimenti collettivi), solo la prima ha registrato un buon i n t e resse da parte degli ope- ratori del settore. L i m p e g n o nei sei anni pari ad oltre 22 m i l i a rdi di contributo pubbli- co (il 14% dei contributi tota- li), ed localizzato per circa il 93% in zone ob. 5b. Gli interventi relativi alla mi- sura dellassistenza tecnica alle aziende agricole hanno ri- scosso un discreto successo. Il peso relativo di tale misura in quanto a contributi pubblici pari al 4%, con circa 5,8 m i l i a rdi di impegni e paga- menti al 31/12/99. Riguard o alle altre misure cofinanziate, nella Regione Marche non so- no state affatto attivate n le m i s u re a favore della cre a z i o- ne di associazioni, n quelle che prevedono incentivi allin- t roduzione della contabilit. Riguardo alla formazione pro- fessionale si era prevista la realizzazione di corsi per oltre 3 miliardi alla fine del 1997. A causa dei tempi ristretti, nel corso del 1999 gli impegni p resi sono stati revocati ed i fondi destinati ad interv e n t i su altre misure. Per quanto riguarda infine limpatto del re g o l a m e n t o quanto al numero dei benefi- ciari, complessivamente al 31/12/99 gli stessi ammonta- no a 10.695; di questi circ a 4.000 (il 37%) hanno benefi- ciato dellindennit compen- sativa, mentre circa 3.300 (31%) dei piani di migliora- mento e 2.855 (27%) dei pre- mi di primo insediamento giovani. 26 n. beneficiari Pagamento medio Peso % per beneficiario dei benficiari Piani miglioramento 3.291 25.912.314 31% Primo insed. Giovani 2.855 13.797.611 27% 25% aiuti aggiuntivi 461 9.097.432 4% ind. Compensativa 4.007 5.517.315 37% Inv. Collettivi 5 81.454.790 0% Ass. tecnica 76 76.818.700 1% Totale 10. 695 14. 700. 037 100% Fonte: Elaborazione dati di monitoraggio - Regione Marche Tabella 3 - I beneficiari del Reg. CE 950/97 TRASFORMAZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI AGRICOLI (REG. CE 951/97, EX 866). Il regolamento CE 951/97 in- tende favorire il miglioramento e la razionalizzazione del trat- tamento, della trasform a z i o n e e della commerc i a l i z z a z i o n e dei prodotti agricoli. In linea con questi obiettivi generali fi- nanzia una serie di misure: l a m m o d e rnamento tecno- logico e la razionalizzazione degli impianti di lavorazio- ne, trasformazione, conser- vazione, confezionamento e c o m m e rcializzazione dei p rodotti agricoli, nonch di riciclo dei sottoprodotti e residui di fabbricazione; lapplicazione di nuove tec- niche di trasform a z i o n e , impostate sulla pro t e z i o n e dellambiente e lo sviluppo di nuovi prodotti; il miglioramento della qua- lit dei prodotti e delle con- dizioni igienico-sanitarie; il miglioramento dellim- missione sul mercato e la creazione di nuovi sbocchi. STATO DI ATTUAZIONE Lattuazione del Regolamento registra un ottimo successo, in- fatti, al 31/12/99, sono stati im- pegnati fondi pari al 115% delle dotazioni previste dal Quadro Comunitario di Sostegno. Que- sto stato reso possibile dalla disponibilit di fondi aggiuntivi pari a circa 23 miliardi assegna- ti con le risorse del fondo agri- monetario (Reg. CE 805/97). Il monitoraggio fisico e finan- ziario al 31 dicembre 1999 evidenzia che alcuni settori, e fra questi la carne, il latte, l o rt o f rutta ed il vino hanno completamente utilizzato la dotazione finanziaria del pe- riodo facendo rilevare una notevole vitalit. Per quanto riguarda lort o- f rutta, ci avvenuto nono- stante nel periodo tale settore abbia fatto registrare una crisi di mercato che ha investito in p a rt i c o l a re il prodotto fre s c o , alla quale si peraltro asso- ciata una preoccupante ridu- zione delle produzioni ort o- f rutticole regionali. Negli ulti- mi tempi si sono re g i s t r a t i comunque sia alcuni segnali di ripresa delle orticole da pieno campo trasformate per lunga conservazione (scatola- me e surgelati) che un incre- mento della richiesta di pro- dotti della terza e quarta gam- ma a base di orticole. Il settore relativo alla trasfor- mazione dellolio di oliva ca- ratterizzato da unottima per- f o rmance tanto che le risorse destinate non coprono total- mente le richieste, e ci nono- stante che una parte degli in- t e rventi di ristrutturazione dei piccoli frantoi delle aree inter- ne che ricadevano nella zoniz- zazione dellarea Obiettivo 5b sono stati finanziati con le ri- sorse del reg. 2081/93. Per quanto riguarda i settori uova, sementi, fiori e piante, le risorse disponibili pare g g i a- no con le disponibilit finan- ziarie dei rispettivi settori. Nel settore cereali nel periodo 94/99 si registrata un dimi- nuzione di interesse per la misura da parte degli opera- tori a dimostrazione che le capacit di stoccaggio pre- senti coprono le esigenze del s e t t o re e che lesiguo marg i- ne operativo induce ad un ral- lentamento degli investimenti. Il livello della spesa eff e t t u a t a dai beneficiari finali inferiore a quello delle risorse impe- gnate dato che le azioni ri- g u a rdano in gran parte inter- venti strutturali, che richiedo- no mediamente tempi di re a- lizzazione di oltre 18 mesi, e che circa 1/3 delle risorse so- no state assegnate alla Regio- ne Marche e da questa impe- gnate nel corso del 1999. I settori con i pi bassi livelli di spesa sono quelli che, a causa della pi bassa priorit di se- lezione, sono stati finanziati soltanto nellultimo periodo. necessario comunque ricor- d a re che le spese sono am- missibili fino al 31.12.2001. Una prima valutazione sullim- patto occupazionale degli inter- venti attivati ai sensi del re g o- lamento 951/97 permette di ri- l e v a re una crescita degli occu- pati fissi e una riduzione degli avventizi ed il consolidamento dei posti di lavoro nelle aziende oggetto dellintervento. Com- plessivamente lintervento ha r i g u a rdato centinaia di posti di l a v o ro dellagroindustria. Per quanto riguarda limpatto am- bientale degli investimenti allo stato attuale si pu rilevare una diminuzione dei consumi idrici 27 Settore Programmazione finanziaria Impegni dei beneficiari IMPEGNI 1994-99 (1) finali Costo totale Fondi pubblici Costo totale Fondi pubblici A B C D C/A Totale 151. 237. 581 77. 131. 166 173. 299. 838 88. 162. 295 115% Carne 57.708.584 29.431.378 63.028.584 32.091.378 109% Latte 11.761.008 5.998.114 12.903.308 6.569.264 110% Uova 4.404.999 2.246.549 4.405.000 2.246.550 100% Cereali 11.471.044 5.850.232 10.431.000 5.330.210 91% Olio doliva 8.752.827 4.463.942 8.752.827 4.463.942 100% Vino 16.570.986 8.451.203 28.130.986 14.231.203 170% Ortofrutta 34.641.419 17.667.124 39.721.419 20.207.124 115% Fiori e piante 564.616 287.954 564.616 287.954 100% Sementi 5.362.098 2.734.670 5.362.098 2.734.670 100% Tabella 4 - Stato di attuazione finanziaria al 31.12.1999 (migliaia di lire) - indici di efficacia (con riferimento piano finanziario approvato in data 7 luglio 1999) Importi in migliaia di lire Poich le assegnazioni fatte dal Ministero sono state via via rimodulate sulla base del grado di efficienza (quindi della capacit di spendere) delle singole regioni, a titolo di esempio si sottolinea che la Regione Emilia Romagna ha usufruito di una dotazione che non raggiunge il doppio di quella delle Marche. Fonte: elaborazione dati di monitoraggio Regione Marche Nel corso del 1999 sono state ottenute le seguenti assegnazioni f i n a n z i a r i e : 1 . Trasferimento risorse al programma reg. 951/97 a copertura di investimenti per 30 miliardi di lire circa (approvaz. del 7/7/99); 2 . Assegnazione risorse di cui al reg. CE 805/97 (Agrimonetario) per ulteriori investimenti pari a 23 miliardi di lire circa la cui c o p e rtura finanziaria assicurata con Del. CIPE del 1/12/99. Ai maggiori impegni assunti rispetto alle risorse programmate si far fronte con dotazione finanziaria derivante dal riparto per la Re gi one Ma r che dei fondi di cui ai Regg. CE 8 05 / 9 7 ( A g r i m o n e t a r i o ) Il termine ultimo per la chiusura dei programmi relativi al reg. CE 951/97 fissato al 31/12/2001 mentre il termine per la re n d i c o n- tazione della spesa fissato al 30/06/2002. TRASFORMAZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI DELLA SILVICOLTURA (REGOLAMENTO CEE N. 867/90) Con il regol amento CEE n. 867/90 la Commissione Euro- pea intende attivare unazione ampia e specifica a favore del s e t t o re forestale, considerato strategico per lo sviluppo di attivit alternative e/o com- plementari a quelle agricole. Lobiettivo generale di favori- re il miglioramento delle con- dizioni di trasformazione e c o m m e rcializzazione dei pro- dotti silvicoli viene perseguito finanziando investimenti che r i g u a rdano le operazioni di abbattimento, esbosco, scor- tecciamento, taglio, magazzi- naggio, trattamento di pro t e- zione e stagionatura dei le- gnami, nonch tutte quelle operazioni che precedono la segatura industriale del le- gname in fabbrica. I beneficiari dei finanziamenti sono essenzialmente societ cooperative e gli interventi ri- g u a rdano il rinnovo delle at- t re z z a t u re e il miglioramento del parco macchine. Le azioni a sostegno della commerc i a- lizzazione dei prodotti non hanno invece avuto il riscon- tro previsto. Da una prima analisi si pos- sono rilevare alcuni aspetti: gli investimenti hanno ri- g u a rdato sia attre z z a t u r a leggera che pi pesante; per quanto riguarda le cooperative lattuazione degli interventi finanziati dal programma ha per- messo di accre s c e re il li- vello di sicurezza degli operatori; il rinnovo delle attre z z a t u- re e del parco macchine garantisce un minor impatto ambientale, dando inizio al p e rcorso di sostenibilit delle attivit forestali. Il settore della cooperazione in part i c o l a re ha beneficiato in misura importante degli aiuti, ricevendo un notevole impulso allo sviluppo. Consi- derate le condizioni di scarsa s t rutturazione iniziale della cooperazione del settore fore- stale, peraltro, le stesse non sono state in grado di utilizza- re completamente le risorse. Lo sviluppo avviato con il p rogramma in oggetto re n d e comunque possibile aff ro n t a- re il prossimo periodo in con- dizioni nettamente migliori. 28 Fonte: elaborazione dati di monitoraggio Regione Marche Zona Programmazione finanziaria Impegni dei beneficiari finali 1994-99 (1) Costo totale Fondi pubblici Costo totale Fondi pubblici A B C D Ob.5b 1.464.211.247 746.747.697 421.065.197 214.743.260 Fuori ob.5b 919.571.412 468.981.459 90.000.000 45.900.000 - - Totale 2. 383. 782. 659 1. 215. 729. 156 511. 065. 197 260. 643. 260 Tabella 5 - Stato di attuazione finanziaria al 30.06.1999 (lire)- indici di efficacia La parte della Rivista dedi- cata al Piano di Sviluppo Rurale frutto di un lavoro collegiale, che ha coinvolto membri della re d a z i o n e , funzionari dellAssessorato Agricoltura, con la super- visione di L o renzo Bisogni del Servizio Pro g r a m m a- zione. Gabri el l a Malanga ha curato la parte statistica (pagg. 16-21) e la sintesi delle Misure del Piano di Sviluppo Rurale (pagg. 31-48) e Sabrina Speciale quella relativa al re n d i c o n- to del precedente periodo di programmazione (pagg. 2 2 - 2 8 ) . Il regolamento 867/90 ha trovato attuazione nelle Marche a partire dal 1997 attraverso il Programma Operativo 95. IT. 06. 033. Il ritardo, da parte dello Stato, nellattuazione del regolamento ha naturalmente avuto ripercussioni dirette sul suo utilizzo. Pertanto in questo caso la riflessione riguarda prende in considerazione essenzialmente il periodo 97-99. MISURE AGROAMBIENTALI (REGOLAMENTO CEE 2078/92) Il Programma Zonale Plurien- nale ( PZP) di applicazione del regolamento nelle Marche, ha fissato tre esigenze prioritarie in materia agroambientale: sal- v a g u a rdia della salute umana, c o n s e rvazione della natura e gestione rinnovabile delle ri- sorse naturali. Obiettivo prioritario quello di c o n s e g u i re una riduzione del- limpiego di prodotti chimici (fertilizzanti e fitofarmaci), rite- nuti responsabili di fenomeni di inquinamento, ricerc a n d o una maggiore qualit degli ali- menti, la riduzione delle ecce- denze alimentari, la conserv a- zione della natura e della qua- lit del paesaggio, attribuendo allagricoltura un nuovo ruolo. Gli obiettivi definiti dal PZP so- no stati modulati in funzione di aree omogenee. Una prima distinzione stata fatta tra le aree interne (zone 1 e 2), dove si puntava alla con- s e rvazione ambientale, e le a ree costiere o a ridosso della costa (zone 3 e 4), dove lobiet- tivo primario era ottenere pro- dotti di alta qualit minimizzan- do luso dei prodotti chimici. Stato di attuazione Landamento dellapplicazione di tali misure nel periodo 1994-99 evidenziato dal gra- fico di Figura 1. Le somme erogate nel periodo 1994-99 ammontano a 116 m i l i a rdi e 997 milioni di lire , con un andamento in fort e c rescita dai 794 milioni del primo anno agli oltre 49 mi- l i a rdi di lire del 1999. Nella ta- bella seguente viene analizzata nel dettaglio lapplicazione del- le diverse misure del re g o l a- mento nel 1998, anno pi re- cente per il quale sono dispo- nibili dati analitici. Le misure che hanno raccolto il m a g g i o re interesse e che han- no assorbito la maggior quota di risorse sono le A1, A2 e D3. I progetti di tutto il periodo di p rogrammazione, sono distri- buiti prevalentemente lungo la fascia collinare interna: distri- buzione fortemente condizio- nata dalla tipologia tradiziona- le dei sistemi colturali nel ter- r i t o r i o . La crescente p resenza di tecnici p ro f e s s i o n i s t i p resso le azien- de, resa obbligatoria dal Rego- lamento per lattuazione dei p rogetti di riduzione delluso dei p rodotti chimici, ha favorito la d i ffusione di pratiche colturali non solo a basso impatto am- bientale ma anche innovative. IMBOSCHIMENTO DI SUPERFICI AGRICOLE (REGOLAMENTO CEE 2080/92) Obiettivi generali Il reg. CEE 2080/92 ha operato nel periodo 1994-99, con lo- biettivo di riconvert i re ad uso f o restale le superfici agricole. P e rtanto, da un lato pre v e d e v a una riduzione degli investimenti a seminativi, dallaltro incentiva- va lincremento di pro d u z i o n i deficitarie, quali quelle re l a t i v e alla filiera del legno.Il pro g r a m- ma attuativo regionale, pre v e- deva il finanziamento di investi- menti forestali a diversa finalit: arboricoltura da legno, cre a z i o- ne di boschi naturaliformi, tar- tufaie e castagneti da frutto. I contributi previsti erano art i c o- lati in tre livelli di premi: la copertura degli oneri dimpianto (entro un mas- simale stabilito dallo stes- so regolamento); l e rogazione di contributi per le cure colturali relative ai primi 5 anni; l e rogazione di un pre m i o relativo alla perdita di re d- dito sino a 20 anni. Stato di attuazione La predetta misura di accom- pagnamento ha registrato un impatto molto favorevole da parte degli agricoltori. La scelta degli imprenditori ha privilegiato linvestimento re l a- tivo allarboricoltura da legno, costituita da latifoglie di pre g i o , in part i c o l a re noce e ciliegio. E possibile stimare che circ a l80% degli investimenti finan- ziati possano ricondursi a que- sta tipologia. Limpatto in termini ambientali deve considerarsi in term i n i molto positivi. Infatti le cate- gorie dinvestimento, localizza- te prevalentemente in are e collinari, prevedono tempi me- di di raggiungimento del turn o raramente inferiori a 30-40 an- ni, il che comporta la presen- 29 Fonte: Rapporto valutatore esterno reg. CEE 2078/92 Superfici Importi % su % su Misura Descrizione n. (ha) o liquid. superf. importi domande UBA (mil. L. ) o UBA liquid. A1 Riduzione delluso dei prodotti chimici 1.249 15.590 6.699 22,4% 18,0% A2 Agricoltura biologica 1.225 20.991 10.014 30,2% 26,9% B1 Introduzione leguminose in rotazione 928 14.118 2.679 20,3% 7,2% B2 Scelta varietale 11 73 10 0,1% 0,0% B3 Riduzione volumi irrigui 1 0 0 0,0% 0,0% C1 Estensivizzazione produzionoi zootecniche 5 469 235 36,4% 0,6% D1 Conservazione siepi 212 1.795 186 2,6% 0,5% D2 Allevamento animali in via di estinzione 129 821 196 63,6% 0,5% D3 Tutela risorse idriche 1.191 15.601 13.682 22,5% 36,7% E1 Cura terreni agricoli e forestali abbandonati 65 1.047 610 1,5% 1,6% F1 Ritiro dei seminativi 20 124 135 0,2% 0,4% G1 Gestione dei terreni per laccesso al pubblico e le attivit ricreative 2 106 63 0,2% 0,2% TOTALE SUPERFICI (ha) 4.094 69.445 34.078 100,0% 91,4% TOTALE UBA 134 1.290 431 100,0% 1,2% TOTALE 9. 266 37. 283 100, 0% Tabella 6 - Applicazione delle misure agroambientali nelle Marche nel 1998. L E M I S U R E D I A C C O M PA G N A M E N T O Spesa complessiva per anno - 10 20 30 40 50 1994 1995 1996 1997 1998 1999 Anni M i l i a r d i
d i
l i r e Figura 1- Spesa complessiva per anno Reg. CEE 2078/92 Fonte: Rapporto valutatore esterno reg. CEE 2078/92 Sono 3 i regolamenti che fanno riferimento a queste Misure, che si chiamano cos perch dovevano accompagnare la riforma della Politica Agricola Comunitaria del 1992 e garantirne il successo za a lungo termine di form a- zioni costituite da essenze fo- restali, che garantiscono una stabilit idrogeologica ed una gestione pi favorevole dal punto di vista ambientale del territorio. Altra tipologia dinvestimento p revista dal programma quella relativa alla tart u f i c o l t u- ra, costituita dalla piantuma- zione di essenze forestali di p regio quali il leccio e la ro- v e rella micorrizate con varie specie di funghi ipogei. E un tipo di investimento che inte- ressa le aree marginali e mon- tane e che pu contribuire ad incrementare i redditi della po- polazione residente. PREPENSIONAMENTO (REGOLAMENTO CEE 2079/92) Il regime comunitario di aiuti al prepensionamento discipli- nato dal regolamento CEE 2079/92 ha come obiettivi: as- s i c u r a re un reddito agli agri- coltori anziani che cessano lattivit; far subentrare al loro posto agricoltori in grado di m i g l i o r a re lefficienza econo- mica delle aziende rimaste. Si finanzia pertanto, attraverso p remi, indennit o pensioni complementari, la cessione dei t e rreni a rilevatari, agricoli od extra-agricoli, che devono as- s i c u r a re la gestione dei terre n i secondo criteri stabiliti dal re- golamento. Ad oggi, sono state pre s e n t a t e o l t re 100 domande di pre p e n- sionamento di cui 1 nel 94, 2 sono state finanziate nel 95, 9 nel 96 , 34 nel 97, 33 nel 98, le a l t re si approveranno entro fi- ne anno. I premi erogati am- montano a L.46.363.000 nel 1996, a L. 425.320.000 nel 1997 e a L. 620.211.000 nel 1998. Si tratta di un regolamento che ha avuto grosse difficolt di applicazione nel nostro paese per i problemi legati alle nor- mative previdenziali. Detto questo, va comunque sottoli- neato che nelleM a rche anche questo regolamento stato utilizzato, tanto che le doman- de pervenute e finanziate rap- p resentano il 50% del totale delle domande pervenute e fi- nanziate a livello nazionale. INIZIATIVA COMUNITARIA LEADER LIASON ENTRE ACTIONS DE DVELOPPEMENT DE LECONOMIE RURALE Liniziativa LEADER si pone come obiettivo generale lo svi- luppo delle aree rurali valoriz- zando il potenziale degli ope- ratori e dei territori rurali e le attivit connesse allagricoltura (turismo rurale, art i g i a n a t o , produzioni rurali tipiche). La gestione degli interventi affidata ai Gruppi di Azione Lo- cale, GAL, ossia un insieme di p a rtners pubblici e privati che elaborano una strategia di svi- luppo di un territorio, da attua- re attraverso dei Piani di Azio- ne Locale (PAL). Nelle Marche il Pro g r a m m a operativo LEADER II Marc h e si propone di aff o n t a re i pro- blemi di svantaggio economi- co delle zone rurali valorizzan- do al massimo liniziativa dei G.A.L. Il programma fa propria la strategia dello sviluppo ru r a l e integrato, proponendosi come obiettivi di fondo lincre m e n t o del reddito e lo sviluppo del- loccupazione per effetto tanto di azioni orientate a sviluppare la domanda di beni e di servizi, quanto volte a riqualificare la p roduzione, e che interv e n g o- no quindi sullofferta. Sul primo versante le azioni di i n f o rmazione, promozione del marketing e dei sistemi di c o m m e rcializzazione potranno f a re leva sulle specializzazioni p roduttive e sugli elementi di eccellenza presenti nellarea. Sul secondo le azioni mirate alla sistematizzazione delle co- noscenze del patrimonio stori- co ambientale, potranno con- s e n t i re una dinamicizzazione dellofferta. Stato di attuazione Nelle Marche sono stati sele- zionati e ammessi a finanzia- mento 6 GAL: 1. Montefeltro Leader che ricade nellarea del Montefeltro. Piano economico totale di .24.022.090.000. Contributo richiesto di .12.374.910.000. 2. Colli Esini San Vicino che interessa unarea interna della provincia di Ancona. Piano economico totale di .19.769.000.000. Contributo richiesto di .10.344.500.000. 3. Flaminia Cesano comprende i comuni dellarea collinare interna della provincia di Pesaro. Piano economico di .10.000.000.000. Contributo richiesto di .6.018.000.000. 4. Piceno che ricade nellarea collinare interna della provincia di Ascoli Piceno. Piano economico totale di .9.143.000.000. Contributo richiesto di .5.599.000.000. 5. Stella dei Sibillini dellarea interna della provincia di Macerata. Piano economico di .8.716.119.405. Contributo richiesto di .5.387.692.574. 6. Sibillini Marche che ricade nellarea del Parco Nazionale dei Sibillini. Piano economico di .8.479.987.406. Contributo richiesto di .5.530.780.991. Tutte le azioni possono ricon- dursi ad interventi nellambito del turismo rurale e agrituri- smo, dello sviluppo di pro d u- zioni di qualit, della cre a z i o- ne, adeguamento delle Piccole Medie Imprese e della form a- zione professionale. Lattuazione del programma ha fatto re g i s t r a re un incre m e n t o notevole dei livelli dimpegno passando da circa il 24% di ri- sorse impegnate al 31.03.99, per raggiungere quasi il 100% a fine 99. Questo migliora- mento dovuto sia allorm a i piena operativit raggiunta dai GAL, sia al meccanismo voluto dallamministrazione re g i o n a l e che prevede tagli automatici alla dotazione finanziaria dei GAL che non utilizzano le ri- sorse disponibili. 30 Con le nuove autorizzazioni gli impegni assunti super eranno i 60 miliardi di lire N. domande N. domande Ettari Risorse Impegni assegnate pubblici pervenute finanziate interessati (mld. di lire) (mld. di lire) 2.835 2.126 5.520 67,36 48 Attuazione Reg. 2080/92 per il periodo 1994-1999 COSTO IMPEGNI IMPEGNI (b)/(a) (c)/(a) BENEFICIARI PUBBLICO dei Beneficiari Beneficiari finali (a) al 30/09/99 (b) al 31/12/99 (c) % % Regione Marche 471.785.739 394.106.000 448.196.452 84 95 Montefeltro Leader 12.374.903.040 8.992.272.000 12.374.903.040 73 100 Colli Esini-San Vicino 10.964.586.850 8.491.434.000 10.964.586.850 77 100 Flaminia- Cesano 6.017.998.570 4.341.400.000 5.897.638.599 72 98 Piceno 6.078.811.721 4.459.000.000 6.078.811.721 73 100 Stella dei Sibillini 4.100.033.575 1.896.368.000 3.731.030.553 46 91 Sibillini Marche 5.221.019.744 2.950.047.134 5.116.599.349 57 98 Totale 45. 229. 139. 239 31. 526. 558. 382 44. 611. 766. 564 70 99 Tabella 7 - Stato di avanzamento del programma Leader II Marche al 31.12.1999 Relativo al costo pubblico - proiezioni (in lire) Fonte: elaborazione dati di monitoraggio Regione Marche OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA Gli investimenti sono finalizzati al raggiungimento di almeno uno dei seguenti obiettivi: miglioramento qualitativo e riconversione della pro d u z i o n e , in funzione delle esigenze del mercato e adeguamento alle n o rme di qualit comunitarie e dei disciplinari di pro d u z i o n e ; attivit di trasformazione e vendita diretta di prodotti otte- nuti in azienda o in aziende associate; adeguamento dellazienda volto a ridurre i costi di produzio- ne e a realizzare risparmi di energia; miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro; miglioramento delle condizioni di igiene negli allevamenti e del benessere degli animali; tutela e miglioramento dellambiente; rispetto delle norme vigenti in materia di sicurezza degli ambienti di lavoro. SPESE AMMISSIBILI C o s t ruzione, acquisizione o miglioramento di beni immobili; acquisto di macchine e attre z z a t u re tecnologicamente avanzate (come definite da specifica DGR), compresi i programmi infor- matici, commisurate alle esigenze aziendali; trattori e macchine semoventi, solo se dimensionati alla superficie aziendale; pri- mo acquisto di animali e investimenti finalizzati al miglioramen- to genetico del patrimonio zootecnico mediante lacquisto di ri- produttori registrati nei libri genealogici; spese generali (onora- ri di progettisti), studi di fattibilit, acquisizione di brevetti e li- cenze fino ad un massimo del 12%. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO Condizioni normali Lintensit massima degli aiuti non pu superare il 30% dellin- vestimento ed il 40% nelle zone svantaggiate. Nel caso di gio- vani agricoltori, tali percentuali possono raggiungere rispettiva- mente il 35 ed il 45%. Condizioni preferenziali Per le aziende a prevalente indirizzo zootecnico che sottoscri- vano un impegno agroambientale nellambito della misura F. 1 , lintensit massima di aiuto non pu superare il 40% dellinve- stimento (50% nelle zone svantaggiate). Nel caso di giovani agricoltori, tali percentuali possono raggiungere rispettivamen- te il 45 ed il 55%. Condizioni particolari Per lacquisto di trattori e di macchine semoventi laiuto non potr superare il 30% (35% per giovani agricoltori). MASSIMALI DINVESTIMENTO Aziende agricole individuali: 250.000 euro/ULU e 500.000 di euro/azienda. Aziende associate in forma giuridica e piccole cooperative: 1.500.000 euro/azienda Aziende agricole costituite in forme cooperative: 1.500.000 di euro/azienda +50.000 euro/ULU impiegata in azienda fino ad un massimo di 2.500.000 di euro BENEFICIARI Imprenditori agricoli singoli e associati. SOTTOMISURA 1: miglioramento e riconversione delle coltivazioni e delle produzioni animali finalizzati allattivit agricola miglioramento dellambiente e delle condizioni di igiene e benessere degli animali RIFERIMENTI NORMATIVI Titolo II, Capo I, articoli 4,5,6, e 7 del Reg. (CE) del Consiglio n 1257/99 (ex Reg. 950/97) OBIETTIVI DELLA MISURA M i g l i o r a re la competitivit delle aziende agricole attraverso il miglioramento dei sistemi di produzione (riduzione costi, ri- sparmi di energia, innovazione di processo e di prodotto), la di- versificazione produttiva, il miglioramento della qualit, la stra- tegia di posizionamento e valorizzazione del prodotto che punti ai legami con il territorio, le tradizioni, la tipicit e il settore turi- stico ed una strategia di distribuzione che favorisca lappropria- zione di quote maggiori di valore aggiunto prodotto da part e delle aziende agricole. CONDIZIONI DI PRIORIT a) investimenti realizzati da imprenditori agricoli a titolo principale (IATP); b) investimenti realizzati da imprenditori che ricavino almeno il 50% del loro reddito totale dalle attivit agricole, forestali, turi- stiche, artigianali, dalla fabbricazione e vendita diretta di pro- dotti dellazienda, o da attivit di conservazione dello spazio na- turale e di manutenzione ambientale, svolte nella loro azienda, p u rch il reddito direttamente proveniente dallattivit agricola nellazienda non sia inferiore al 25% del reddito totale dellim- prenditore, e il tempo di lavoro destinato alle attivit esterne al- lazienda non superi la met del tempo totale di lavoro (art . 2 lettera d) Legge 441/98); c) aziende agricole dove le ULA impiegate sono assunte come personale dipendente (almeno 2 ULA). MISURA A INVESTIMENTI NELLE AZIENDE 31 ASSE PRI O RI TARI O I RIFERIMENTI NORMATIVI Titolo II, Capo II, articolo 8 del Reg. (CE) del Consiglio n 1257/99 (ex Reg. CE 950/97) OBIETTIVI DELLA MISURA F a v o r i re il ricambio generazionale dellimprenditoria agricola m a rchigiana in unottica di aumento della competitivit, dellef- ficienza e della sostenibilit del settore. Favorire il primo inse- diamento di giovani agricoltori, compensando alcuni costi di avviamento. DESCRIZIONE DELLINTERVENTO Sono concessi aiuti per linsediamento dei giovani agricoltori che assumano la titolarit o la contitolarit dellimpresa. BENEFICIARI Persone fisiche con meno di quarantanni di et alla pre s e n t a- zione della domanda, che si impegnino a condurre lazienda per almeno 5 anni dal momento dellinsediamento. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO Premio unico, erogato in unica soluzione: 15.000 euro. Tale premio pu essere aumentato fino a 25.000 euro nelle zo- ne svantaggiate o per rilevatari di aziende che aderiscono alla misura D (prepensionamento). DESCRIZIONE DI TUTTI I CONTRATTI IN CORSO DAL PERIODO PRECEDENTE La Regione Marche, nellambito del precedente pro g r a m m a operativo 1994-99, deve far fronte a premi per lire 7.500.000.000, derivanti dal pagamento di aiuti per il primo in- sediamento aziendale e per i quali la copertura finanziaria sar a valere sul presente Piano a condizione che si rispettino gli obiettivi della presente misura. compreso il pagamento per gli imprenditori che, avuto parere favorevole, rischiano di deca- dere dal pagamento per raggiunti limiti di et. MISURA B INSEDIAMENTO DI GIOVANI AGRICOLTORI OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA Creare fonti di reddito alternativo e complementari a quello de- rivante da attivit di coltivazione e allevamento al fine di contra- stare il fenomeno dello spopolamento delle aree rurali. SPESE AMMISSIBILI R e c u p e ro, ristrutturazione e risanamento conservativo di edifici rurali, sistemazione di stanze, cucine e locali da destinare ad atti- vit agrituristiche in fabbricati rurali e adattamento di spazi apert i da destinarsi alla sosta dei campeggiatori; arredamento e attre z- z a t u re dei locali; piccole stru t t u re sportive e ricreative; progetti in- teraziendali per piccole infrastru t t u re per loff e rta agrituristica; spese generali e per progettisti fino ad un massimo del 12%. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO Tasso daiuto massimo del 40% (45% nelle zone svantaggiate e montane ). Nel caso di giovani agricoltori le percentuali rag- giungono rispettivamente il 45 ed il 50%. MASSIMALI DI INVESTIMENTO Si fa riferimento al regime de minimis: importo massimo del- laiuto pari a 100.000 euro su tre anni a decorrere dal momento del primo aiuto. Laiuto de minimis non pregiudica la possibi- lit di ottenere altri aiuti in base a regimi autorizzati dalla Com- missione, che non contribuiscono al raggiungimento del tetto massimo. BENEFICIARI Imprenditori agricoli singoli o associati. Priorit per imprendi- tori agricoli che abbiano i requisiti per liscrizione allalbo degli operatori agrituristici (L.R. 27/99). SOTTOMISURA 2: promozione delle diversificazioni delle attivit aziendali DESCRIZIONE DEI CONTRATTI IN CORSO DAL PERIODO PRECEDENTE La Regione Marche nellambito dellattuazione del pre c e d e n t e p rogramma operativo 1994-99, deve far fronte ad investimenti per un totale di lire 60.000.000.000, derivanti da piani di mi- glioramento aziendale presentati da 1.600 beneficiari dal 31/10/97 al 31/10/98, e per i quali la copertura finanziaria sar a valere sul presente piano di sviluppo rurale, a condizione che rispettino le finalit e gli obiettivi della presente misura. 32 RIFERIMENTI NORMATIVI Titolo II, Capo IV, articoli 10, 11 e 12 del Reg. (CE) del Consi- glio n 1257/99 (ex Reg. CEE 2079/92). OBIETTIVI DELLA MISURA Procurare un reddito agli imprenditori agricoli anziani che deci- dono di abbandonare lattivit agricola, al fine di favorire il ri- cambio generazionale dellimprenditoria agricola marc h i g i a n a . Priorit verr data alle sinergie con la misura degli aiuti al pri- mo insediamento (misura B, sottomisura 1). TIPO DI AIUTO Gli imprenditori cedenti possono ricevere un aiuto fino al massi- mo di 15.000 euro allanno (150.000 euro in totale), fino ai 70 anni. Chi percepisca una pensione di anzianit avr solo uninte- grazione della pensione. La durata dellaiuto non sar superiore a 15 anni per il cedente e 10 anni per il salariato agricolo. Il rile- vatario pu essere persona fisica o giuridica che rileva i terre n i resi disponibili, che subentra al cedente come capo azienda e che simpegna ad eserc i t a re lattivit agricola nellazienda per al- meno cinque anni. BENEFICIARI I m p renditori agricoli e lavoratori agricoli che abbiano 55 anni e che rispettino le condizioni di ammissibilit della presente misura. MISURA D PREPENSIONAMENTO RIFERIMENTI NORMATIVI Titolo II, Capo III, articolo 9 del Reg. (CE) del Consiglio n 1257/99 (ex Reg. CE 950/97). OBIETTIVI F a v o r i re la competitivit e lefficienza delle imprese agricole e agroindustriali, e la riduzione dellimpatto ambientale attraverso ladeguamento della qualit delle risorse umane ed il migliora- mento delle conoscenze e competenze professionali degli im- p renditori, della manodopera e delle persone coinvolte in atti- vit agricole e forestali. DESCRIZIONE DELLINTERVENTO Corsi organizzati dalla Regione Marche per laggiorn a m e n t o p rofessionale di tecnici; finanziamento di assegni formativi per la partecipazione a corsi organizzati da organismi pubblici o privati; pagamento di tirocini formativi presso aziende agricole a g roalimentari e forestali il cui titolare simpegni assumere successivamente il corsista. BENEFICIARI Organismi gestori di corsi di formazione o imprenditori agricoli. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO Raggiunge il 100% nel caso di: tirocini formativi, corsi di ag- g i o rnamento professionale per tecnici, corsi finalizzati al rag- giungimento del requisito minimo di capacit pro f e s s i o n a l e p revisto per il primo insediamento di giovani agricoltori. Negli altri casi non potr superare l80%. La spesa massi ma am- m i s s i b i l e pari a 16 euro / o r a / p a rtecipante. Il costo orario per il tutoraggio in azienda elevabile fino a 32 euro/ora. MISURA C FORMAZIONE PROFESSIONALE 33 RIFERIMENTI NORMATIVI Titolo II, Capo VII, articoli 25, 26, 27 e 28 del Reg. (CE) del Consiglio n 1257/99 (ex Reg. CE 951/97) OBIETTIVI F a v o r i re la riorganizzazione dei sistemi dimpresa a livello di fi- liera e di territorio al fine di migliorare la competitivit dei pro- dotti agricoli e agro-alimentari attraverso il miglioramento dei sistemi di produzione (riduzione costi, risparmi di energia, in- novazione di processo e di prodotto); strategia di prodotto in- novativa (diversificazione produttiva, miglioramento della qua- lit); strategia di valorizzazione del prodotto che punti ai legami con il territorio, le tradizioni, la tipicit e il settore turistico; strategia di distribuzione che favorisca la razionalizzazione dei c i rcuiti di commercializzazione; miglioramento e controllo delle condizioni sanitarie e della sicurezza dei lavoratori. SETTORI DI INTERVENTO Razionalizzazione ed ammodernamento delle stru t t u re di lavo- razione e trasformazione esistenti; investimenti in aziende che operano con sistemi di qualit secondo le norme UNI EN ISO 9000; interventi finalizzati alla trasformazione delle pro d u z i o n i biologiche; realizzazione di installazioni per la depurazione e per lutilizzazione dei sottoprodotti. Sono esclusi dal finanziamento gli investimenti in imprese in d i fficolt finanziarie o che non rispettino i requisiti minimi in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali, a meno che gli investimenti siano realizzati per conformarsi agli stessi. Settori di intervento e limiti settoriali Carni. Per la carne bovina necessaria la conformit al Reg. CE 820/97. Ortofrutticoli freschi e trasformati. Vini e succhi duva. Sono esclusi gli interventi relativi ad impianti che producono vini di qualit (V.Q.P.R.D. ed I.G.T.) per una quota inferiore all80% del totale lavorato. Latte e lattiero-caseari, escluso il trattamento termico del latte liquido per la conservazione di lunga durata. Cereali , esclusi gli investimenti relativi ad impianti delocaliz- zati rispetto alle aree di produzione (sili portuali, ecc.). Se- menti Olio, esclusi gli interventi finalizzati allestrazione con sol- venti chimici. Uova Fiori e piante Prodotti ittici provenienti da allevamenti in acque interne Altre produzioni vegetali: piante, funghi, tartufi coltivati, etc. SPESE AMMISSIBILI C o s t ruzione, miglioramento e acquisizione di beni immobili, escluso lacquisto di terreni; acquisto di macchine e attrezzatu- re nuove, compresi i programmi informatici; spese generali (onorari di, acquisto di brevetti e licenze) fino al 12% di queste ultime. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO Lintensit massima di aiuto fissata al 40%. In ogni caso non potr essere previsto un aumento della capacit produttiva. MASSIMALI DINVESTIMENTO Il massimale di investimento per tutto il periodo di programma- zione fissato in 6 milioni di euro con stralci annui di 2 milioni di euro. BENEFICIARI Imprese di lavorazione, trasformazione e commercializzazione, appartenenti al settore agro-alimentare. MISURA G MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI TRASFORMAZIONE E DI COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI AGRICOLI 34 . OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA Concedere un sostegno nellambito dell Accordo di Program- ma stipulato tra Regione Marche ed Organismo Fondiario Na- zionale (ex Cassa per la Formazione della Propriet Contadina). TIPOLOGIA DI INVESTIMENTO Indagini sulla disponibilit fondiaria in aree rurali con alto tasso di spopolamento; aiuti a copertura dei costi legali e ammini- strativi della ricomposizione fondiaria; finanziamento di un fon- do di rotazione gestito dallOrganismo Fondiario Nazionale per lacquisizione di terreni destinati a permuta. SPESE AMMISSIBILI Studi ed indagini riguardo alle modalit applicative; costi legali e amministrativi della ricomposizione fondiaria; acquisto terre n i . INTENSIT MASSIMA DI AIUTO Gli aiuti non potranno superare il 100% dei costi rendicontati. Il Fondo di rotazione si manterr attraverso i rientri derivanti dai rimborsi delle rate da parte dei beneficiari e dai canoni di affitto dei terreni oggetto di permuta. BENEFICIARI Regione Marche. SOTTOMISURA 2: costi tuzi one di un fondo di rotazione per i nterventi dell Organi smo Fondi ari o Nazionale per le attivit previste allart. 4 della Legge 15/12/98 n. 441, di ricomposizione fondiaria anche attraverso terreni di rilevatari in prepensionamento OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA A g e v o l a re la costituzione di aziende economicamente re d d i t i z i e e sviluppare globalmente il comparto agricolo, grazie ad un contributo per labbattimento degli interessi per lacquisto ter- reni concesso alle aziende agricole condotte da giovani impren- ditori. TIPOLOGIA DI INVESTIMENTO 1. acquisto terreni; 2. aiuti a copertura dei costi legali e ammi- nistrativi della ricomposizione fondiaria; 3. progettazione del piano di sviluppo aziendale INTENSIT MASSIMA DI AIUTO Aiuti erogati sotto forma di abbattimento degli interessi fino al 40% (50 % zone svantaggiate), elevabile al 45% (55% nelle zo- ne svantaggiate) in presenza di un piano di miglioramento aziendale. Il sostegno sotto forma di un contributo pari al va- l o re attualizzato della percentuale di abbattimento dellintere s s e . I contributi saranno erogati ai beneficiari, prioritariamente attra- verso gli Istituti di credito che sottoscriveranno con la Regione M a rche un protocollo per labbattimento di un valore perc e n- tuale, aggiornato annualmente, dei tassi normalmente applicati. MASSIMALI DINVESTIMENTO Sono pari a 300.000 euro/ULA, 600.000 euro/azienda e 2.000.000 euro/azienda associata. BENEFICIARI I m p renditori agricoli a titolo principale (IATP) o che, pur non essendo a titolo principale, rispettino le seguenti condizioni: ricavino almeno il 50% del loro reddito totale dalle attivit agricole, forestali, turistiche, artigianali, dalla fabbricazione e vendita diretta di prodotti dellazienda, o da attivit di con- servazione dello spazio naturale e di manutenzione ambien- tale svolte nella loro azienda, purch il reddito dire t t a m e n t e proveniente dallattivit agricola non sia inferiore al 25% del reddito totale, e il tempo di lavoro destinato alle attivit esterne allazienda non superi la met del tempo totale di la- voro (art.2 lettera d) Legge 441/98); societ di persone, delle quali almeno la met dei soci o acco- mandatari, siano imprenditori ai sensi del precedente punto; societ cooperative nel caso in cui la societ non si approv- vigioni sul mercato per oltre la met delle produzioni tra- s f o rmate e almeno la met dei soci siano imprenditori a ti- tolo principale. SOTTOMISURA 1: acquisto terreni RIFERIMENTI NORMATIVI Titolo II, Capo IX, articolo 33, secondo trattino del Reg. (CE) del Consiglio n 1257/99 (ex Reg. CE 950/97) OBIETTIVI DELLA MISURA Ridurre la frammentazione e polverizzazione delle aziende mar- chigiane. Part i c o l a re priorit assumono gli interventi che favo- riscono linsediamento di giovani imprenditori e frenano leso- do dalle aree marginali. MISURA K RICOMPOSIZIONE FONDIARIA 35 DESCRIZIONE INTERVENTO Contributi alle aziende agricole per il pagamento del servizio di sostituzione; contributi alle associazioni di imprese per la costi- tuzione e lavvio del servizio. BENEFICIARI Imprenditori agricoli e societ cooperative di produttori agricoli che aderiscono alle misure del presente Piano. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO Il tasso di aiuto ordinario pari al 40% della spesa ammessa, elevato al 50% nelle aree svantaggiate e nelle aree a Parco. Potr e s s e re riconosciuto un contributo annuo per ogni impre n d i t o re da un minimo di 2.000 euro fino ad un massimo di 3.500 euro e per ogni azienda assistita fino ad un massimo di 4.000 euro. SPESE AMMISSIBILI Salari o fatture per servizio di sostituzione e spese di costitu- zione e avvio del servizio. SOTTOMISURA 1: servizi di sostituzione per le aziende zootecniche DESCRIZIONE INTERVENTO I n t e rventi di assistenza tecnica, compresi quelli per il migliora- mento igienico-sanitario degli allevamenti, per lorg a n i z z a z i o n e d e l l o ff e rta e la commercializzazione dei prodotti agricoli e per l i n t roduzione dei sistemi di qualit aziendali; interventi di assi- stenza alla gestione aziendale. BENEFICIARI Tutte le aziende agricole e le forme giuridiche societarie rappre- sentative dei produttori agricoli che aderiscono alle misure del presente piano, con priorit per gli agricoltori che aderiscono alla misura F.1. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO Massimo 50% della spesa ammessa per lerogazione del serv i z i o . Potr essere riconosciuto un contributo annuo/imprenditore da un minimo di 2.000 euro ad un massimo di 3.500 euro per ogni azienda assistita. SOTTOMISURA 1: servizi di assistenza alla gestione RIFERIMENTI NORMATIVI Titolo II, Capo IX, articolo 33, terzo trattino del Reg. (CE) del Consiglio n 1257/99 (ex Reg. CE 950/97) OBIETTIVI STRATEGICI I n t e g r a re i servizi esistenti allimpresa agricola, in part i c o l a re per lassistenza alla gestione (marketing, controllo di gestione, soluzioni tecniche a problemi reali), e forn i re servizi di sostitu- zione nelle aziende zootecniche. MISURA L AVVIAMENTO DI SERVIZI DI SOSTITUZIONE E DI ASSISTENZA ALLA GESTIONE DELLE AZIENDE AGRICOLE 36 OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA Maggiore diffusione di prodotti di qualit, implementazione del numero di sistemi di qualit aziendali, salvaguardia del patri- monio enogastronomico regionale e mantenimento di realt produttive in zone marginali. DESCRIZIONE DELLINTERVENTO Si tratta di aiuti alladeguamento dei sistemi di autocontro l l o aziendale e allimplementazione di sistemi di qualit finalizzati alla certificazione (di processo, di sito, ambientale, etica, ecc.) di prodotti. SPESE AMMISSIBILI Revisione dei manuali HACCP, redazione dei manuali della qua- lit dei sistemi aziendali (comprese consulenze stre t t a m e n t e necessarie); spese per ladeguamento del Disciplinare di pro- duzione per prodotti di qualit registrati in base a re g o l a m e n t i CE e Leggi nazionali o regionali approvate dalla CE. BENEFICIARI Aziende singole ed associate del comparto agroalimentare e so- ciet rappresentative dei produttori agricoli o di una filiera pro- duttiva che adottano un disciplinare volontario pi vincolante della normativa vigente. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO Laiuto del 70% della spesa ammissibile fino ad un massimo di 25.000 euro. Nel caso di progetti riguardanti una filiera pro- duttiva, il tetto elevabile a 50.000 euro. In ogni caso, ciascun beneficiario non potr perc e p i re aiuti superiori a 100.000 EURO per triennio. SOTTOMISURA 2: certificazione di qualit OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA G a r a n t i re nei confronti del consumatore il rispetto di determ i- nati standard qualitativi e forn i re trasparenza sulle caratteristi- che intrinseche del prodotto. Forn i re allimpre n d i t o re agricolo uno strumento di competitivit. DESCRIZIONE DELLINTERVENTO Stesura di disciplinari di produzione, realizzazione di studi di fattibilit, finanziamento dellattivit svolta dallorganismo di controllo dei prodotti di qualit. SPESE AMMISSIBILI Spese per la redazione di disciplinari di produzione di prodotti della tradizione (art.8 del Decreto Legislativo 173/98) e di qualit; consu- lenze, ricerche di mercato, studi tecnici di fattibilit; costi dellatti- vit svolta dallorganismo di controllo dei prodotti di qualit. BENEFICIARI Regione Marche. INDENNIT MASSIMA DI AIUTO 70% delle spese ammissibili per lattivit di controllo dei pro- dotti di qualit; 100% delle spese ammissibili per lattivit di vi- gilanza sugli interventi ammissibili. SOTTOMISURA 1: valorizzazione dei prodotti della tradizione e di qualit RIFERIMENTI NORMATIVI Titolo II, Capo IX, articolo 33, quarto trattino del Reg. (CE) del Consiglio n 1257/99 (ex Reg. CEE 2081/93 - Ob. 5b) OBIETTIVI DELLA MISURA Favorire la creazione di valore attraverso un migliore posiziona- mento di mercato dei prodotti agricoli e agro-alimentari, valo- rizzandone la qualit, la tipicit e i legami con il territorio e la tradizione. MISURA M COMMERCIALIZZAZIONE DI PRODOTTI AGRICOLI DI QUALIT 37 OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA F a v o r i re sistemi innovativi di commercializzazione di pro d o t t i tradizionale e di qualit con la costituzione di un iperm e rc a t o v i rtuale di prodotti enogastronomici di qualit. La Regione Marche costituir un unico sito web con cui collegare in rete si- ti web aziendali ed altri siti Internet marchigiani di commerc i a- lizzazione di prodotti tradizionali e di qualit. SPESE AMMISSIBILI Costituzione, organizzazione e gestione di un sito web regiona- le per collegare i vari siti aziendali che commercializzano via In- t e rnet prodotti enogastronomici regionali tipici e di qualit; re- gistrazione presso i motori di ricerca Internet; acquisto di ban- ner (manifesti elettronici) e altre spese di Internet Marke- ting; spese relative alla costituzione ed organizzazione di siti aziendali di commercializzazione via Internet di prodotti enoga- stronomici tipici e di qualit. BENEFICIARI Regione Marche ed imprese agricole e agroalimentari regionali. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO 100% della spesa ammissibile per la Regione Marche, e 50% della spesa ammissibile per le imprese agricole ed agroalimen- tari, fino a un massimo di 1500 euro/azienda/anno per 3 anni. SOTTOMISURA 3: sistemi innovativi di commercializzazione 38 OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA Costituzione di un fondo di capitale di rischio destinato ad im- plementare le risorse di una societ di partecipazione che inter- vengono con partecipazione al capitale o prestito part e c i p a t i v o o sottoscrizione di obbligazioni convertibili in progetti di eccel- lenza di imprese agricole e agroalimentari operanti nella re g i o- ne Marche. Si considerano progetti di eccellenza quelli atti ad esprimere p a rticolari livelli di redditivit, di capacit occupazionale, di vo- lano e ricaduta sullindotto e di innovazione di processo e pro- dotto, oppure operazioni aziendali di concentrazione o integra- zione di filiera, purch strategici per lo sviluppo del sistema agroalimentare. La durata degli interventi finanziari di norma non inferiore ai 3 anno e non superiore ai 7. BENEFICIARI Societ di partecipazione per lo sviluppo del settore agroali- mentare. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO La partecipazione pubblica nella costituzione e successiva even- tuale integrazione del fondo arriver ad un massimo di 4.000.000 di euro . SOTTOMISURA 2: costituzione del fondo di capitale di partecipazione DESCRIZIONE DELLINTERVENTO Implementazione di fondi rischi gestiti da consorzi fidi di rile- vanza regionale per interventi di garanzia su finanziamenti a breve, medio e lungo termine a favore di imprese agricole e agroalimentari singole e associate. BENEFICIARI Consorzi Fidi. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO La partecipazione pubblica per il fondo non pu superare il 70% del valore del fondo stesso, fino a 2.500.000 di euro. Il fondo copre fino al 50% dellinvestimento ammesso allaiuto. SOTTOMISURA 1: costituzione o integrazione fondi rischi RIFERIMENTI NORMATIVI Titolo II, Capo IX, articolo 33, tredicesimo trattino del Reg. (CE) del Consiglio n 1257/99. OBIETTIVI DELLA MISURA F a v o r i re gli investimenti nelle imprese agricole e agro - i n d u s t r i a l i mediante strumenti finanziari innovativi e incentivare di interv e n t i mirati alla costituzione di un ambiente finanziario favorevole al- laccesso al credito ed alla disponibilit di capitali di rischio. MISURA V INGEGNERIA FINANZIARIA (ART. 33 TREDICESIMO TRATTINO REG. (CE) 1257/99) 39 OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA Garantire la continuit delle attivit agricole ai fini della conser- vazione dello spazio naturale e del rispetto dei requisiti in mate- ria di ambiente nelle aree sottoposte a vincoli ambientali in par- t i c o l a re nelle aree a rischio idrogeologico, grazie alla conces- sione di indennit compensative agli agricoltori delle aree indi- viduate ai sensi della Direttiva 43/92/CEE (Direttiva Habitat) e delle aree soggette a fenomeni di dissesto idrogeologico che adottano tecniche finalizzate al contenimento dei fenomeni sud- detti, stabilite obbligatoriamente sulla base di accordi locali. Il territorio interessato non potr superare il 10% della superficie complessiva regionale. E fatto divieto di coltivare e/o allevare organismi geneticamente manipolati. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO Laiuto massimo di 200 euro/ha di SAU per compensare i co- sti e le perdite di reddito originati dagli obblighi previsti dalla D i rettiva Habitat o delle ordinanze dei Sindaci. La Regione provveder a stabilire tali obblighi con atto di Giunta. BENEFICIARI Gli agricoltori di aree individuate ai sensi della Dire t t i v a 43/92/CEE (Direttiva Habitat) e di aree soggette a dissesto idro- geologico, dove i Sindaci con ordinanze stabiliscano limitazioni alle attivit agricole a fini ambientali. SOTTOMISURA 2: compensazione per le zone sottoposte a vincoli ambientali OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA G a r a n t i re la continuit e la sostenibilit delle aziende agricole, la conservazione dello spazio naturale ed il rispetto dei requisiti in materia di ambiente attraverso il sostegno di attivit pro d u t- tive compatibili con lambiente con part i c o l a re riferimento alla zootecnia, che fornisce le maggiori garanzie per il mantenimen- to del legame uomo territorio. DESCRIZIONE INTERVENTO Ve rranno concesse indennit compensative agli agricoltori delle zone di montagna e delle zone svantaggiate che praticano lalle- vamento zootecnico di specie bovine, equine ed ovi-caprine, con un carico inferiore a 2 UBA/ha di foraggere. Il livello delle indennit deve essere sufficiente a compensare gli svantaggi esistenti. E fatto divieto di coltivare e/o allevare organismi ge- neticamente manipolati. Le zone svantaggiate sono identificabili ai sensi zone di montagna, art. 18 Reg. 1257/99 (ex art.3 para- grafo 3, Direttiva 268/75/CEE); altre zone svantaggiate, art. 19 Reg. 1257/99 (ex art.3 paragrafo 4, Direttiva 268/75/CEE). INTENSIT MASSIMA DI AIUTO Lintensit di aiuto pari a 100 euro/anno per agricoltori che pra- ticano la zootecnia con un carico inferiore a 2 UBA/ha di foragge- re, a 150 euro/anno/ha di SAU foraggiere per aziende con carico i n f e r i o re a 2 UBA/ha di foraggere che applicano la sottomisura F1- basso impatto ambientale, ed a 200 euro/anno per aziende con carico inferiore a 2 UBA/ha di foraggere in aree con meno di 50 abitanti/Kmq. BENEFICIARI I m p renditori agricoli delle zone svantaggiate pre c e d e n t e m e n t e indicate, che si impegnino a mantenere lattivit zootecnica p reesistente per almeno 5 anni senza superare le 2 UBA/ha di superficie foraggera e senza scendere al disotto delle 0,5. SOTTOMISURA 1: compensazione per le zone sottoposte a svantaggi naturali RIFERIMENTI NORMATIVI Titolo II, Capo V, articoli 13-21 del Reg. (CE) del Consiglio n 1257/99 (ex Reg. CE 950/97) OBIETTIVI DELLA MISURA Favorire la tutela e la salvaguardia ambientale nelle aree agrico- le marginali attraverso il mantenimento della popolazione agri- cola nelle zone rurali, principalmente quella dedita allalleva- mento estensivo. MISURA E ZONE SVANTAGGIATE E ZONE SOGGETTE A VINCOLI AMBIENTALI 40 ASSE PRI O RI TARI O I I OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA P romozione di tecniche di coltivazione a basso impatto am- bientale, ai fini dellaumento della sostanza organica e della ri- duzione dellerosione superficiale nei terreni coltivati. INTERVENTI PREVISTI Non possono essere concessi aiuti per superfici soggette al re- gime di ritiro dei seminativi o utilizzate per produzioni non ali- mentari. Limpegno dovr essere applicato su tutta la superficie aziendale. Per accedere al contributo dovranno essere rispetta- te le seguenti condizioni. 1. Nel caso di adozione di tecniche a basso impatto ambien- t a l e: adozione di un progetto aziendale di produzione a bas- so impatto ambientale, redatto da un tecnico abilitato, ri- g u a rdante: a) lutilizzo di un piano di concimazione, basato sullanalisi chimico fisica dei terreni; b) limpiego di un piano di difesa delle colture guidato od integrato; c) un piano di ro- tazione colturale, per i 5 anni dellimpegno, rispondente alle n o rme di buona pratica agricola. Il rispetto del pro g e t t o v e rr certificato ogni anno dal tecnico re d a t t o re. Sar assi- curata la copertura dei costi del progetto iniziale, complessi- vamente 50 euro/ha (10 euro/ha/anno per i 5 anni dellimpe- gno). Lassistenza tecnica annuale potr essere compensata nellambito della misura L del presente programma. Nel caso di adozione di tecni che di colti vazione biologi che: rispetto delle regole indicate dal Reg. CEE 2092/91 (disciplina della produzione di prodotti biologici). Nel caso di nuova in- t roduzione dellagricoltura biologica dovr essere pre s e n t a t o un piano di conversione, firmato da un tecnico abilitato. I co- sti sostenuti per la sua predisposizione saranno compensati con gli importi e le modalit previste dai progetti a basso im- patto ambientale (punto 1.). Ad eccezione delle aziende in fa- se transitoria, dovr inoltre essere dimostrato che la pre v a- lenza, in termini economici, della produzione ottenuta, deriva da prodotti certificati come biologici ai sensi del Reg. (CEE) 2092/91 e/o 1804/99. Qualora la PLV derivante da pro d o t t i zootecnici non biologici non superi il 50% della PLV totale, s u fficiente la certificazione delle produzioni vegetali. 2. Dovr essere garantita la copertura vegetale del terreno nel periodo invernale su tutta la superficie aziendale attraverso: a) linerbimento controllato della vite e delle colture arboree; b) la presenza di colture erbacee/ invernali in atto; c) la colti- vazione di colture intercalari (cover crops). Tale obbligo sar compensato sulla base dei calcoli delle perdite di reddito. 3. Aratura dei terreno, qualora effettuata, mai superiore a 30 cm. Nella coltivazione della bietola ammessa una ripunta- tura del terreno a 40 cm. 4. Obbligo dellinterramento dei residui colturali. 5. Osservanza dei vincoli relativi alle fasce di rispetto delle stra- de e dei corsi dacqua. 6. Sono escluse dal contributo le superfici a pascolo o prato pascolo che non dovranno essere trasformate in seminativi. Dette superfici saranno ammissibili a finanziamento solo per le aziende zootecniche che certificano alla vendita almeno il 50% della propria produzione ai sensi di uno dei seguenti Regolamenti (CEE): 1804/99, 2081/92, 2082/92 e 820/97. 7. Impegno da parte del beneficiario ad eff e t t u a re il manteni- mento di siepi ed alberature ed alla manutenzione della re t e idraulica aziendale. Tale obbligo sar compensato sulla base delle perdite di reddito. 8. Non coltivare od allevare organismi geneticamente manipolati. Gli animali dovranno essere allevati con tecniche che assicuri- no il rispetto di buone condizioni di igiene e benessere, pre v e- dendo la trasformazione delle deiezioni prodotte in letame o compost. Nei primi tre anni possibile la deroga a tale obbligo in caso di presentazione di un piano di adeguamento. Potranno inoltre essere adottate tecniche finalizzate al conteni- mento dei fenomeni erosivi e di dissesto dei terreni attraverso lapplicazione di progetti approvati dalla Regione Marche. BENEFICIARI Imprenditori singoli o associati. Una percentuale prestabilita di aiuti sar riservata prioritariamente a terreni ricadenti in aree di almeno 1.000 ettari sui quali sussistano accordi agroambientali d a rea, promossi da Enti Locali che prevedano il finanziamento di interventi comprensoriali di regimazione delle acque, lema- nazione di ordinanze da parte dei sindaci che stabiliscano im- pegni da parte degli agricoltori ad applicare la presente azione, e ladozione di progetti aziendali di regimazione delle acque. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO Limporto delle compensazioni calcolato in base alla perdita di reddito degli agricoltori o ai maggiori costi sostenuti in base agli interventi previsti. SOTTOMISURA 1: azioni finalizzate alla conduzione di terreni agricoli compatibilmente con la tutela e il miglioramento dellambiente, del paesaggio e delle sue caratteristiche, delle risorse naturali, del suolo e delle diversit genetiche. RIFERIMENTI NORMATIVI Titolo II, Capo VI, articoli 22, 23 e 24 del Reg. (CE) del Consi- glio n 1257/99 (ex Reg. CEE 2078/92) OBIETTIVI DELLA MISURA Tu t e l a re e salvaguard a re lambiente naturale e il paesaggio ru r a l e attraverso ladozione di pratiche agricole e metodi di gestione migliorativi rispetto alla buona pratica agricola, con part i c o l a re attenzione alla tutela delle acque e dei suoli agrari. E fatto in ogni caso divieto di utilizzo di organismi geneticamente modificati. MISURA F MISURE AGRO-AMBIENTALI 41 RIFERIMENTI NORMATIVI Titolo II, Capo VIII, articolo 31 del Reg. (CE) del Consiglio n 1257/99 (ex Reg. CEE 2080/92). OBIETTIVI DELLA MISURA Diversificazione produttiva delle superfici agricole ai fini di una riduzione delle eccedenze alimentari attraverso la conversione dei seminativi in superfici a bosco produttivo. Tu t e l a re e salva- guardare lambiente naturale e il paesaggio rurale attraverso in- t e rventi di incremento del patrimonio forestale regionale. Prio- rit verr data agli interventi che contribuiscano alla soluzione di problemi di dissesto idrogeologico anche in sinergia con al- tre misure. DESCRIZIONE INTERVENTI Interventi adatti alle condizioni locali, compatibili con lambien- te e tendenti a pre s e rv a re lequilibrio tra la silvicoltura e la fau- na selvatica attraverso limpianto di specie arboree indigene o acclimatate. Gli interventi si riconducono alle finalit del Piano Nazionale Forestale (sistema boschivo che abbini la funzione ambientale alla garanzia di reddito per le popolazioni rurali). TIPOLOGIE DIMPIANTO E RELATIVI PREMI I premi saranno commisurati alle diverse tipologie dimpianto, e comprenderanno aiuti allimpianto, compensazione dei costi di manutenzione, spese progettuali e di direzione lavori sino al 10% dellimporto ammesso, premi decennali destinati a coprire la perdita di reddito. Le Azioni H e I risultano sinergiche con le misure finalizzate al contenimento del dissesto idrogeologico. BENEFICIARI I m p renditori agricoli singoli e associati. Sono esclusi gli agri- coltori che beneficiano del prepensionamento o che re a l i z z i n o impianti di alberi natalizi; Enti pubblici. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO Costi di impianto: per Imprenditori Agricoli a Titolo Principale e/o per impianto di boschi naturaliformi fino al 100% delle spese ammissibili. Per gli altri beneficiari 80% delle spese ammissibili; Spese di manutenzione: c o p e rtura dei costi per 5 anni entro i massimali precedentemente definiti; Compensazi one del mancato reddito: compensazione per 10 anni nei limiti precedentemente definiti. DESCRIZIONE DI TUTTI I CONTRATTI IN CORSO (IMPEGNI PREGRESSI) Sulla base dei dati del monitoraggio possibile costru i re il quadro degli impegni pre g ressi che ricadranno nella pro g r a m m a z i o n e 2000-2006. Su tale base si prevede un totale di liquidazioni 2080/92 da eff e t t u a re con la programmazione 2000-2006 pari a27,6 Meuro . MISURA H IMBOSCHIMENTO DELLE SUPERFICI AGRICOLE OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA F a v o r i re la conversione degli allevamenti bovini, equini, suini ed ovicaprini verso forme a basso carico di UBA ad ettaro di fo- raggere, allo scopo di ridurre il carico inquinante e promuovere lo sviluppo delle superfici a foraggere estensive, con conse- guente riduzione dei fenomeni erosivi e di depauperamento della fertilit. E opportuno favorire la conversione degli alleva- menti verso forme a basso carico di UBA ad ettaro di foraggere anche allo scopo di ridurre il carico inquinante degli stessi. A tal fine saranno concessi aiuti esclusivamente per aumenti di superfici a foraggere. BENEFICIARI Imprenditori singoli o associati che rispettino gli obblighi previ- sti al punto precedente, che siano in grado di dimostrare il pos- sesso dei terreni per i quali si richiede il contributo per almeno 5 anni. Si ritiene opportuna lapplicazione della presente misu- ra in tutte le aree della regione per gli effetti positivi sul conte- nimento dellerosione dei suoli coltivati. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO Limporto delle compensazioni pari a 200 euro/ha di foragge- re. Non prevista nessuna maggiorazione del premio oltre la perdita di reddito calcolata. DESCRIZIONE DI TUTTI I CONTRATTI IN CORSO DAL PERIODO PRECEDENTE La Regione Marche accoglier nuove domande prima dellap- p rovazione del nuovo Piano di sviluppo rurale. Non pre v i s t a la pro roga di un anno per domande relative allazione C del Reg. (CEE) 2078/92, perch non in scadenza alla fine del 1999. Le domande di conferma degli impegni presi, il cui periodo contrattuale non ancora completato verranno re g o l a rm e n t e accolte e gli oneri finanziari graveranno sul presente pro g r a m- ma. Saranno autorizzate trasformazioni dei vecchi impegni pre- visti dalla misura C del programma regionale di cui al Reg. (CEE) 2078/92, in un nuovo impegno relativo allapplicazione della presente Misura F. SOTTOMISURA 2: azioni volte allestensivizzazione, favorevole allambiente, della produzione agricola e la gestione dei sistemi di pascolo a scarsa intensit. DESCRIZIONE DI TUTTI I CONTRAT T I IN CORSO DAL PERIODO PRECEDENTE La Regione Marche non intende accogliere nuove domande pri- ma dellapprovazione del nuovo programma di sviluppo ru r a l e . Le domande di conferma degli impegni presi, il cui periodo con- trattuale non ancora completato, verranno re g o l a rmente ac- colte e gli oneri finanziari graveranno sul presente pro g r a m m a . Si autorizzeranno trasformazioni dei vecchi impegni in quelli p revisti dal Piano. 42 BENEFICIARI imprenditori forestali ed agro-forestali singoli od associati; INTENSIT MASSIMA DI AIUTO 50% della spesa ammissibile MASSIMALI DI INVESTIMENTO 50.000 euro/anno per singolo impre n d i t o re e 150.000 euro / a n n o per imprenditori associati (minimo tre). Sono possibili due finan- ziamenti a beneficiario nel periodo di riferimento 2000 2006; 75.000 euro/ impre n d i t o re e 200.000 euro per imprenditori as- sociati (almeno tre) per tutto il periodo di pro g r a m m a z i o n e . OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA Miglioramento qualitativo delle macchine operatrici sia nei con- f ronti dellambiente che della sicurezza degli operatori, grazie allacquisto di macchine ed equipaggiamenti per le sistemazioni del territorio forestale, per il miglioramento del bosco e per i processi di prima trasformazione del legno. SOTTOMISURA 3: investimenti diretti a migliorare e a razionalizzare il raccolto, la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti della silvicoltura OBIETTIVI OPERATIVI Sostegno alla pianificazione forestale per il miglioramento eco- nomico, ecologico e sociale delle foreste. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO Variabile dal 70 al 100 percento in base ai tipi dintervento. BENEFICIARI Comunit Montane e Regione Marche al di fuori delle Comunit Montane; Enti pubblici. MASSIMALI DI INVESTIMENTO Dai 7 ai 20 euro/ha a seconda del tipo dintervento; 25.000 eu- ro/anno per laggiornamento di banche dati per tutta la Regione. SOTTOMISURA 2: investimenti in foreste destinati ad accrescerne in misura significativa il valore economico, ecologico e sociale OBIETTIVI OPERATIVI Sostegno ad interventi di mitigazione ambientale, sistemazioni i d r a u l i c o - f o restali. Sinergica con la misura Q (gestione risorse idriche in agricoltura). Interventi a sostegno dopere agro-silvo- pastorali e di difesa spondale effettuati con lingegneria natura- listica. SPESE AMMISSIBILI Consolidamento scarpate, realizzazione di gradonate con mate- riale vegetale, sistemazione e protezione spondale a pre v e n z i o- ne dellerosione secondo progetti di ingegneria naturalistica. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO 100% delle spese ammissibili. MASSIMALI DI INVESTIMENTO Massimali stabiliti dallart.17 della L.R. 97/94 e con i costi uni- tari stabiliti prezziario regionale per le opere forestali. BENEFICIARI Le Comunit Montane e la Regione Marche, come soggetti pro- ponenti, localizzeranno le aree dintervento secondo le esigenze dei rispettivi territori, individuandone le priorit, assicurando la professionalit degli interventi, la sicurezza nei cantieri e la sal- vaguardia delle attivit imprenditoriali connesse. Soggetti beneficiari : imprenditori agricoli singoli e associati. Il tutto ai sensi dellart.17 della L.97/94. SOTTOMISURA 1: imboschimento di superfici non agricole RIFERIMENTI NORMATIVI Titolo II, Capo VIII, articolo 30 del Reg. (CE) del Consiglio n 1257/99 (ex Reg. CE 2081/93 Ob. 5b e Reg. 867/90) OBIETTIVI DELLA MISURA. Tu t e l a re e salvaguard a re lambiente naturale e il paesaggio ru- rale attraverso attivit forestali sostenibili. Priorit verr data agli interventi che contribuiscano alla soluzione di problemi di dissesto idrogeologico anche in sinergia con altre misure, alla prevenzione degli incendi boschivi e agli interventi di incremen- to e valorizzazione del patrimonio forestale regionale. MISURA I ALTRE MISURE FORESTALI 43 INTENSIT MASSIMA DI AIUTO 100% della spesa ammissibile MASSIMALI DI INVESTIMENTO Euro 50.000/anno per tutta la Regione. TIPO DINTERVENTO 1. Azione di monitoraggio e prevenzione; 2. apertura e manteni- mento fasce tagliafuoco e viabilit di servizio; 3. prevenzione dis- sesti, consolidamento di frane superficiali con lingegneria natu- r a l i s t i c a . BENEFICIARI Enti Pubblici e Corpo Forestale dello Stato per il settore di in- tervento di cui al punto 1; Enti Pubblici per i settori di intervento di cui ai punti 2 e 3. SOTTOMISURA 7: misure volte al mantenimento e miglioramento della stabilit ecologica delle foreste e al mantenimento di fasce tagliafuoco OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA Realizzazione ed aggiornamento di banche dati ; acquisizione di attrezzature, strumenti e procedure informatiche; interventi selvicolturali nelle aree definite dallinventario fore- stale e dalle carte di pericolo incendio. BENEFICIARI Enti Pubblici e Corpo Forestale dello Stato; Enti Pubblici e Cor- po Forestale dello Stato; Comunit Montane e Regione Marche al di fuori del territorio delle Comunit Montane. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO 100% della spesa ammissibile MASSIMALI DI INVESTIMENTO Dai 25.000 ai 50.000 euro/anno per tutta la Regione a seconda del tipo dintervento. SOTTOMISURA 6: interventi di rimboschimento a seguito di disastri naturali e incendi e misure di prevenzione OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA Aiuti alla costituzione di organismi di gestione ecosostenibile delle foreste pubblici - privati. BENEFICIARI Comunit Montane cui spetter re p e r i re la disponibilit dei ter- reni coinvolgendo proprietari e maestranze forestali individuan- do le priorit di intervento tramite linventario forestale ed i pia- ni di gestione, assicurando la professionalit degli interventi, la sicurezza nei cantieri forestali e la salvaguardia delle attivit im- prenditoriali connesse (art.17 L. 7/94). INTENSIT MASSIMA DI AIUTO Dal 50 al 100% della spesa ammissibile a seconda del settore dintervento. MASSIMALI DI INVESTIMENTO 20.000 euro /anno /comunit montana per impiego tecnici fo- restali nuova assunzione; fino a 20 euro/ha per piani di gestio- ne fino a 7 euro/ha per piani di assestamento. Una tantum max 5.000 euro per spese di avvio degli organismi di gestione. SOTTOMISURA 5: interventi per la gestione in forma associata delle foreste TIPI DINTERVENTO Realizzazione o adeguamento di stru t t u re per stoccaggio, tra- s f o rmazione, conservazione e commercializzazione dei pro d o t t i non legnosi della silvicoltura; ricerche di mercato per la promo- zione dei prodotti della silvicoltura. BENEFICIARI i m p renditori agricoli e forestali singoli od associati, Enti pubblici; INTENSIT MASSIMA DI AIUTO Dal 50 al 70% delle spese ammissibili a seconda del tipo din- tervento. MASSIMALI DI INVESTIMENTO Da 10.000 a 50.000 euro per singolo impre n d i t o re e 150.000 euro per imprenditori associati (almeno tre) a seconda del tipo dinter- v e n t o . SOTTOMISURA 4: promozione di nuovi sbocchi per luso e la commercializzazione dei prodotti della silvicoltura 44 OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA M o n i t o r a re ed analizzare come gli interventi del presente Piano riescano a migliorare le attuali condizioni di elevato rischio i d rogeologico, attraverso la realizzazione di sistemi di monito- raggio della portata idrica delle aste fluviali del territorio re g i o- nale, delle caratteristiche dei suoli agrari. BENEFICIARI Regione Marche. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO 100% della spesa ammissibile. SOTTOMISURA 1: monitoraggio ambientale relativamente ai rischi di erosione dei suoli e di inquinamento delle acque superficiali e profonde. RIFERIMENTI NORMATIVI Titolo II, Capo IX, articolo 33, undicesimo trattino del Reg. (CE) del Consiglio n 1257/99 (ex Reg. 2081/93 Ob. 5b). OBIETTIVI DELLA MISURA Incrementare la sostenibilit del sistema produttivo agricolo e agro-industriale intervenendo sulla prevenzione, il monitorag- gio e il controllo degli impatti dei processi produttivi agricoli sullambiente. MISURA T TUTELA DELLAMBIENTE IN RELAZIONE ALLAGRICOLTURA, ALLA SILVICOLTURA, ALLA CONSERVAZIONE DELLE RISORSE NATURALI NONCH AL BENESSERE DEGLI ANIMALI RIFERIMENTI NORMATIVI Titolo II, Capo IX, articolo 33, ottavo trattino del Reg. (CE) del Consiglio n 1257/99 (ex Reg. CE 2081/93 Ob. 5b). OBIETTIVI DELLA MISURA M i g l i o r a re e valorizzare il paesaggio rurale attraverso interv e n t i di gestione sostenibile delle risorse idriche in agricoltura, che contribuiscano delle risorse idriche stesse e dellambiente na- turale. Interventi di miglioramento delle opere irrigue, fert i rr i- gazione, ripristino della rete idrografica minore e laghetti colli- nari SETTORI DINTERVENTO 1. Completamento e/o miglioramento delle opere irrigue; 2. Riuso delle acque reflue a scopo irriguo; 3. Laghetti collinari; 4. P rogetto pilota relativo al re c u p e ro biologico ed art i f i c i a l e dei corsi dacqua minori. BENEFICIARI C o n s o rzi di Bonifica, Comuni singoli o associati, Comunit Montane, imprenditori agricoli singoli o associati delle aree col- linari; Enti locali; privati singoli o associati che possiedano fon- di adiacenti i corsi dacqua in aree individuate dalla Regione Marche. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO 40 nel caso di singoli privati, 100% negli altri casi. BENEFICIARI C o n s o rzi di bonifica, comuni singoli o associati, Comunit Montane, aziende o gruppi di aziende agricole delle aree colli- nari; Enti locali, privati singoli o associati che possiedano fondi adiacenti i corsi dacqua. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO 100% Enti Pubblici, 50% privati. SOTTOMISURA 1: interventi per la razionalizzazione della gestione delle risorse idriche in agricoltura MISURA Q GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE IN AGRICOLTURA 45 RIFERIMENTI NORMATIVI Titolo II, Capo IX, articolo 33, dodicesimo trattino del Reg. (CE) del Consiglio n 1257/99 OBIETTIVI DELLA MISURA F a v o r i re la tutela delle risorse ambientali garantendo la difesa dalle avversit ambientali e dalle calamit naturali mediante stru- menti di prevenzione e assicurazione, grazie a contributi per lab- battimento del costo della polizza assicurativa ai titolari di azien- de agricole. BENEFICIARI Imprenditori agricoli individuali o associati. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO Polizza multirischio: contributi fino al 60% del costo della polizza. Polizza monorischio: contributi fino al 40% del costo della polizza. SOTTOMISURA 1: aiuti destinati allabbattimento del premio per la copertura assicurativa delle produzioni aziendali e zootecniche di agricoltori e/o allevatori per perdite causate da calamit naturali, avversit atmosferiche a carattere eccezionale epizoozie e fitopatie MISURA U RICOSTITUZIONE DEL POTENZIALE AGRICOLO DANNEGGIATO DA DISASTRI NATURALI E INTRODUZIONE DI ADEGUATI STRUMENTI DI PREVENZIONE OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA Completare la rete agrometereologica di rilevamento regionale al fine di consentire ladozione e la divulgazione delle tecniche a basso impatto ambientale. Promuovere azioni di divulgazione legate alladozione di tali tecniche. BENEFICIARI Regione Marche e Consorzi Fitosanitari INTENSIT MASSIMA DI AIUTO 100% del tasso di finanziamento pubblico per le misure di cui beneficiario lEnte Pubblico; tasso di aiuto fino all80% per le azioni di sola informazione (lezioni, seminari, visite di espert i agli agricoltori, opuscoli, bollettini). SOTTOMISURA 2: completamento del sistema di rilevamento agrometeorologico regionale e utilizzo dei relativi dati ai fini della riduzione delluso dei prodotti chimici in agricoltura 46 RIFERIMENTI NORMATIVI Titolo II, Capo IX, articolo 33, settimo trattino del Reg. (CE) del Consiglio n 1257/99. OBIETTIVI M i g l i o r a re le condizioni di vita e di lavoro delle popolazioni ru- rali attraverso interventi di diversificazione produttiva. Svilup- MISURA P DIVERSIFICAZIONE DELLE ATTIVIT DEL SETTORE AGRICOLO E DELLE ATTIVIT AFFINI ALLO SCOPO DI SVILUPPARE ATTIVIT PLURIME O FONTI DI REDDITO ALTERNATIVE RIFERIMENTI NORMATIVI Titolo II, Capo IX, articolo 33, sesto trattino del Reg. (CE) del Consiglio n 1257/99 OBIETTIVI DELLA MISURA F a v o r i re il mantenimento ed il raff o rzamento di un tessuto socio- economico nelle aree pi marginali, a rischio di spopolamento, tramite interventi che consentano di cre a re in situ servizi e are e di aggregazione. Interventi di re c u p e ro per la rivalutazione di ele- menti culturali e storici della ruralit marchigiana. Pro m u o v e re la c o n s e rvazione di stru t t u re non produttive del patrimonio rurale e d o t a re i villaggi rurali di stru t t u re ed infrastru t t u re . SPESE AMMISSIBILI Costi documentati per il recupero, la ristrutturazione e il risana- mento conservativo dei beni ammessi al finanziamento; spese generali/professionali sino ad un massimo del 12%. BENEFICIARI Imprenditori agricoli singoli o associati ed Enti Pubblici. Soggetti pro p o n e n t i: Comunit Montane e Enti parc o . Beneficiari: Enti pubblici ed Enti Parco . INTENSIT MASSIMA DI AIUTO Dal 50 all80% delle spese effettivamente sostenute in base alla tipologia di investimento. MASSIMALI DI INVESTIMENTO Da 25.000 a 130.000 euro a seconda dellintervento. MISURA O RINNOVAMENTO E MIGLIORAMENTO DEI VILLAGGI RURALI E PROTEZIONE E TUTELA DEL PATRIMONIO RURALE RIFERIMENTI NORMATIVI Titolo II, Capo IX, articolo 33, quinto trattino del Reg. (CE) del Consiglio n 1257/99. OBIETTIVI F a v o r i re il mantenimento e il raff o rzamento di un tessuto so- cio-economico nelle aree pi marginali, attraverso interv e n t i che contribuiscano a frenare lesodo della popolazione da dette a ree; migliorare le condizioni di vita delle popolazioni e contra- stare lesodo e il pendolarismo dei giovani. SPESE AMMISSIBILI Costi per la costituzione di Reti di Economia Locale (REL): acqui- sto di computer con modem e connessione Internet e di una se- g reteria telefonica fino a un massimo di 1500 euro una tantum; Spese di gestione della REL: bollette, spese di stampa del bol- lettino, fino a un massimo di 2.000 euro/anno. BENEFICIARI Associazioni di volontariato, e altre associazioni senza fini di lu- cro, Pro Loco, Parrocchie ed Enti Parco. La REL deve essere costituita da almeno venti persone. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO 100% delle spese ammissibili effettivamente sostenute. PRIORIT E data priorit alle REL costituite da Comuni ricadenti in zone rurali con meno di 50 abitanti per Kmq. MISURA N SERVIZI ESSENZIALI PER LECONOMIA E LA POPOLAZIONE RURALE 47 ASSE PRI O RI TARI O I I I RIFERIMENTI NORMATIVI Titolo II, Capo IX, articolo 33, decimo trattino del Reg. (CE) del Consiglio n 1257/99. OBIETTIVI DELLA MISURA I n c re m e n t a re le possibilit di iniziativa economica nelle zone rurali, attraverso interventi che favoriscano nuove iniziative economiche sostenibili nel settore turistico e in quello art i g i a- nale Migliorare il contesto turistico-artigianale delle aree ru r a l i meno favorite. Saranno prioritari gli investimenti inseriti in mo- delli di sviluppo compatibile. SPESE AMMISSIBILI A rti gianato: R e c u p e ro, ristrutturazione e risanamento di edifici tradizionali esistenti da adibire ad attivit artigianali; acquisto di impianti, attre z z a t u re e macchinari finalizzati allo svolgimento del- le attivit artigianali; acquisto di programmi informatici; investi- menti per tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro . Turismo: R e c u p e ro e ristrutturazione di edifici tradizionali da adi- b i re ad attivit turistiche; attre z z a t u re per lampliamento e la re a l i z- zazione di stru t t u re turistico ricettive; adeguamento e re a l i z z a z i o n e di impianti per le attivit sportive non agonistiche; investimenti per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro . MASSIMALI DI INVESTIMENTO Regime de minimis. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO Aiuto del 40% del costo di investimento ammesso, 45% nelle zone svantaggiate. BENEFICIARI I m p rese di produzione e di servizi alla produzione singole ed associate con meno di 10 dipendenti (micro i m p rese) di Comu- ni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, elevato tasso di spopolamento, ricadenti in Comunit Montane. MISURA S INCENTIVAZIONE ATTIVIT TURISTICHE E ARTIGIANALI RIFERIMENTI NORMATIVI Titolo II, Capo IX, articolo 33, nono trattino del Reg. (CE) del Consiglio n 1257/99. OBIETTIVI STRATEGICI F re n a re lesodo della popolazione rurale attraverso il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro degli agricoltori e della popolazio- ne rurale assicurando il miglioramento delle infrastru t t u re e favorire lintegrazione del reddito aziendale attraverso lutilizzo di boschi e pascoli collettivi, il ricorso a fonti energetiche rinnovabili, la razio- nalizzazione delluso delle risorse idriche destinate ad uso umano ed animale ed il re c u p e ro e miglioramento della viabilit ru r a l e . SPESE AMMISSIBILI 1. Investimenti collettivi per i pascoli delle zone montane; 2. Investimenti per lutilizzo di fonti rinnovabili di energia; 3. Miglioramento delle reti di distribuzione idrica delle abitazio- ni degli agricoltori; 4. Miglioramento della viabilit minore esistente (strade vicinali ed interpoderali). BENEFICIARI Imprenditori agricoli singoli o associati; associazioni di produt- tori, Enti pubblici e Consorzi pubblico-privati delle zone monta- ne; Comuni, singoli o associati e Consorzi di bonifica, consorzi fra privati nelle aree svantaggiate e montane; INTENSIT MASSIMA DI AIUTO Dal 50 al 70% a seconda del tipo dintervento. MISURA R SVILUPPO E MIGLIORAMENTO DELLE INFRASTRUTTURE RURALI CONNESSE ALLO SVILUPPO DELLAGRICOLTURA p a re attivit alternative per il settore agricolo per incre m e n t a re il reddito aziendale e motivare la permanenza della manodopera giovanile. Favorire la commercializzazione dei prodotti delle aziende agricole. BENEFICIARI Imprenditori agricoli singoli e associati e imprenditori commer- ciali gi dotati di idonea licenza, che risiedano nei territori delle Comunit Montane e dei Parchi naturali. Regione Marche. MASSIMALI DI INVESTIMENTO Regime de minimis. SPESE AMMISSIBILI Recupero, adeguamento, ampliamento o creazione di locali de- stinati ad ospitare le attivit oggetto della misura; acquisto di impianti, attre z z a t u re e macchinari finalizzati allo svolgimento di dette attivit; acquisto di programmi informatici; infrastruttu- re specifiche aziendali; spese generali sino al 12%. INTENSIT MASSIMA DI AIUTO 50% delle spese effettivamente sostenute nel caso di impre n d i t o r i agricoli, 40% nel caso di imprenditori commerciali. L i m p o rto del- laiuto viene portato al 55% nel caso di giovani agricoltori sotto i qua- rantanni che abbiano presentato domanda ai sensi della misura B. 48 aGriTuRismo d forza alla mente il viola Le Marche, tutti i colori del verde Uno sguardo allorizzonte e siete gi nel paesaggio: geometrie di bruni e di verdi sincastrano a coprire la terra in un mare di verde, di giallo, di rosso, di blu, di viola... Proprio qui, nelle M arche, dove non si finisce mai di stupirsi, dove le luci, i colori, i sapori e mille profumi nellaria tersa giocano a pennellare inconsueti scenari. i n f o rm a z i o n i: Regione Marche - S e rvizio Valorizzazione Te rreni Agri coli e Forestali tel. 071 8063637 | fax 071 8063019 | p a t r i z i a . b a ro c c i @ re g i o n e . m a rc h e . i t R E G I O N E M A R C H E Assessorato Agricoltura, Foreste, Alimentazione, Agriturismo, Sviluppo Rurale Unione Europea O biettivo 5B - 94/99 Direttore Responsabile: Emma Ratti Direzione Scientifica: Mariano Landi, Federico Bonavia, Ottavio Gabrielli, Enzo Polidori, Carlo Schiaffino Redazione: Flavio Brasili, Gabriella Malanga, Francesco Pettinari, Renzo Pincini, Sabrina Speciale, Luana Spernanzoni, Angelo Zannotti Graficadi copertina: Stefano Gregori Foto di copertina: Giorgio Pegoli Spedizione in abbonamento postale legge 662/96 art.2 comma 20/c - filiale di Ancona Il Periodico viene spedito gratuitamente agli operatori agricoli marchigiani ed a quanti ne faranno richiesta alla Redazione presso lAssessorato alla Agricoltura - Giunta Regionale, Via Tiziano, 44 - Ancona - Tel. 071/8061. In caso di mancato recapito re s t i t u i reallagenzia P. T. CMPP di Passo Varano - AN per lare s t i t u z i o n e al mittente che si impegnaapagarelarelativa tassa Autorizzazione del Tribunale di Ancona n. 21/79, in data 16 novembre 1979 Stampa: Tecnoprint srl - 60131 Ancona Via Caduti del Lavoro 12 Te l . 071/2861423 - Fax 071/2861424 Questo numero stato chiuso il 3/2/00 ed stato spedito nel mesedi febbraio 2000