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Spedizione in A.P. Legge 662/96 art.

2 comma 20/c - filiale di Ancona


ANNO XXII
GENNAIO2000 1
A COLLOQUIO CON
LASSESSORE MORUZZI
PER UNAGRICOLTURA
DI TUTTI
DOCUMENTI DELLE
COMMISSIONI TEMATICHE:
PRODUZIONI VEGETALI
PRODUZIONI ZOOTECNICHE
AGRICOLTURA AMBIENTE
NUOVI STRUMENTI
FINANZIARI
PRS, I COLLEGAMENTI
CON LA PROGRAMMAZIONE
REGIONALE
IL PIANO
DI SVILUPPO RURALE
LO ZOOM SULLAGRICOLTURA
MARCHIGIANA
FONDI COMUNITARI 1994-99,
UTILIZZATE TUTTE LE RISORSE
ASSE PRIORITARIO I
ASSE PRIORITARIO II
ASSE PRIORITARIO III
Le opinioni espresse negli scritti pubblicati in questa Rivista impegnano
solo la responsabilit degli autori
S O M M A R I O
1
4
7
14
15
16
22
31
40
47
empo di
b i l a n c i
q u e s t o
con l a
l e g i s l a-
tura or-
mai agl i sgocci ol i .
Del tutto norm a l e
quindi che si ri fl et-
ta sul l e cose fatte. Assessore Moru z z i ,
se volessi mo fare i l gi oco classico che
si fa i n questi casi, cosa buttere b b e
dalla torre e cosa invece salverebbe?
B u t t e rei via le polemiche sterili, quelle
che ti fanno perdere un sacco di tempo e
non ti aiutano a risolvere i problemi: ca-
pita di dover perdere un sacco di energie
dietro al nulla. Quello che vorrei invece
s a l v a re la ricchezza del dibattito che
lagricoltura in grado di esprimere, an-
che quando vengono espresse opinioni
non in sintonia con lazione del govern o
regionale: se lo spirito positivo, anche
il dissenso uno stimolo.
Alla conferenza regionale Per unagri-
coltura di tutti c stata una partecipa -
zi one straordi nari a che forse, come
stato sottol ineato, ha col to impre p a r a t i
gli stessi organizzatori; da questo ele-
mento qual e moti vo di ri flessione si
pu trarre?
Una grande vitalit
del settore e un cre-
scente interesse di
p a rti importanti del-
la societ. Allassise
di Ancona i pro t a-
gonisti sono stati,
non solo gli espo-
nenti del mondo
agricolo, ma gli am-
ministratori, gli am-
bientalisti, i sindacati, i rappre s e n t a n t i
dei consumatori. Che ci fosse questo in-
t e resse lo sapevamo quando abbiamo
scelto il titolo da dare alla Conferenza, si-
curamente il risultato, anche in termini di
p a rtecipazione, stato superiore alle no-
stre attese.
Di questa vitali t sono tutti
consapevol i? Oppure, come
ha detto il rappresentante di
una organi zzazione agricol a,
non tutto il governo re g i o n a l e
solidale con il settore? Nel-
l a sostanza
l a g r i c o l t u-
ra i solata
a l l i n t e rno dell a gi un-
ta? Non evi dente-
mente un problema di
l ana capri na e nem-
meno sol o una que-
sti one pol iti ca, ma
p roblema di fondo. .
Esattamente, e non a caso su questo il
p residente DAmbrosio ha voluto incen-
t r a re il suo intervento. Lidea forte di
questa amministrazione stata latten-
zione al territorio, che nelle Marche
rurale al 90 per cento. Quindi la rispo-
sta non va cercata solo allinterno della
politica agricola, ma pi in generale in
quella della maggioranza: nella politica
turistica si promozionano le aree inter-
ne, con la loro ricchezza di prodotti tipi-
ci, di attivit artigianali, di beni storici-
culturali, in quella culturale la scelta del
museo diffuso consente di considera-
re ugualmente importanti la piccola
chiesetta romanica e la grande cattedra-
le, appositi itinerari
costringono il turi-
sta ad esplorare il
t e rritorio, Parc o
p roduce, il tradi-
zionale appunta-
mento che si svolge
ogni anno ad Anco-
na, ci mostra un si-
stema dei Parc h i
che ormai ha supe-
rato la logica vincolistica, dei divieti, per
p ro p o rre una dimensione dove lagricol-
tura, insieme ad altre attivit, si integra
p e rfettamente con il rispetto della natura
e dellambiente.Potrei continuare ,
quello che voglio dire che bisogna
g u a rd a re al di l delle azioni stre t t a m e n-
te agricole per dare un giudizio sulla
sensibilit di questa legislatura in mate-
ria di agricoltura e di sviluppo economi-
co-sociale delle aree ru r a l i
Quindi niente isolamento. .
No, anche quando si sono dovute fare
scelte importanti. Si
p renda lo scioglimento
dellESAM: quando
stato posto il problema
della necessit di una
s t ruttura pi agile al
s e rvizio delle aziende,
se lassessore allagri-
coltura non avesse
avuto il conforto e laiuto di tutti, non sa-
rebbe stato davvero facile chiudere un
ente, che nel tempo era diventato un co-
stoso centro di potere. Altro esempio:
abbiamo firmato un Protocollo per la ri-
negoziazione dei mutui agrari gi in es-
sere, che comporta un risparmio non so-
lo per il beneficiario, ma anche per la Re-
gione, ebbene quel risparmio verr re i n-
vestito sempre in agricoltura. E poi il bi-
lancio regionale, in particolare questo ul-
timo, ha stanziato fondi straordinari per
gli investimenti in agricoltura.
Che sono andati a sommarsi a quell i
comunitari e nazionali
S, anche perch le capacit di impegno
e di spesa hanno consentito di far scatta-
re loverbooking. Nelle Marche non solo
abbiamo speso tutto quello che ci era
stato dato, ma abbiamo avuto bisogno di
a t t i v a re nuove risorse per far fronte a ul-
teriori progetti.
In questo numero del la Rivista ci occu-
piamo del lattuazione dei re g o l a m e n t i
comuni tari . Qual e i l suo gi udi zi o i n
s i n t e s i ?
Abbiamo invertito una tendenza: prima
non si spendeva, adesso si spende e non
a pioggia, ma su progetti. I regolamen-
ti principali hanno visto unottima perfor-
mance dellintervento regionale: il 5b, il
950 e il 951, cos come le cosiddette mi-
sure di accompagnamento, in particolare
il 2080 e il 2078.
LI NTERVI STA
1
A COLLOQUIO CON
LASSESSORE MORUZZI
T
L agricol tura svol ge un
ruolo fondamentale nella
di fesa del l ambi ente e
nel lo svil uppo socioeco -
nomico del terr i t o r i o
Tutte le ri sorse sono
state spese. La Regio -
ne ha contri bui to an-
che con propri fondi
Qui ndi un attenzi one part i c o l a re al -
lambiente. Dipende dalla sua estrazio-
ne ambientalista?
Lo so che non posso mai sottrarmi a
questa domanda, anche se non la amo
p a rt i c o l a rmente: penso che la mia estra-
zione mi abbia semplicemente aiutato su-
bito a mettere in campo una sensibilit
che diventata sempre pi diffusa. In-
somma su questo terreno non abbiamo
perso tempo e abbiamo anticipato anche
quello che adesso pi chiaro di prima:
Agenda 2000 lega strettamente lattivit
agricola alla difesa dellambiente, lagri-
c o l t o re ritorna ad essere quello che era in
passato, il primo interlocutore per assi-
c u r a re la salvaguardia del territorio e poi-
ch questa funzione di interesse collet-
tivo, sono previsti anche incentivi. Inoltre
tutte le Misure previste dal Piano di Svi-
luppo rurale prevedono maggiori contri-
buti per i progetti che hanno valenza am-
bientale: non una scelta solo nostra, lo
consente lo stesso regolamento comuni-
tario. Voglio aggiungere che alla comu-
nit costa di pi aggiustare quello che
lincuria ha fatto degradare, che svolgere
unopera di prevenzione. Le conseguenze
delle calamit naturali molto spesso sono
la naturale risposta delle violenze sullam-
biente. Anche nelle Marche, dove la situa-
zione non certo delle pi negative, ci
sono cinquanta comuni in emergenza ni-
trati: lattuazione di una
specifica misura comu-
nitaria da parte di pi
amministrazioni in
queste condizioni, sta
gi dando positivi fru t-
ti. Ecco un esempio
c o n c reto di come la-
gricoltura pu farsi ca-
rico di un pro b l e m a
c o l l e t t i v o .
Come mai si fatto pri ma i l Pi ano di
Svil uppo rurale di quell o Agricol o, che
ancora non c?
Il Piano Agricolo c, anche se non de-
finitivo. Alla Conferenza Per unagricol-
tura di tutti ne stata presentata una
bozza. Mentre stavamo lavorando al Pia-
no Agricolo, la definizione di Agenda
2000 ci ha costretti a concentrarci su
quello di Sviluppo Rurale, visto che an-
davano rispettati tempi strettissimi fissa-
ti da Bruxelles. Comunque molto serena-
mente a chi dice che il Piano Agricolo
a v rebbe dovuto vedere la luce prima, ri-
spondo che una programmazione di set-
t o re non era possibile senza la definizio-
ne di altri strumenti. Questa legislatura
sul fronte della programmazione ha tro-
vato il vuoto e ha dovuto praticamente
i n i z i a re da capo. Sono stati fatti: il Piano
regionale di Sviluppo (PRS), il Piano di
inquadramento territoriale (PIT), lattua-
zione del decentramento previsto dalle
Bassanini, il Patto per lo Sviluppo, per
elencare solo i principali strumenti che di
fatto sono la cornice per i cosiddetti Pia-
ni di settore. Non si poteva certo fare al-
lincontrario...
Lei ha pi vol te ri ba-
dito il suo no ai pro-
dotti transgeni ci . An-
che questa una i m-
postazi one del l a
giunta?
C e rtamente, ma anche
qui non per scelta ideologica: le re g o l e
della natura vanno rispettate e vanno
evitate le mostruosit delle manipolazio-
ni genetiche, di cui credo ancora non
siamo in grado di cogliere tutta la peri-
colosit. L a g r i c o l t u r a
pu modernizzarsi senza
dover forz a re i pro c e s s i
evolutivi naturali. Anche
questa impostazione
s e m p re pi diffusa: a
Seattle i sostenitori del
transgenico hanno re g i-
strato una battuta dar-
resto. Cos come dicia-
mo no al cibo spazzatura, a quello che,
per spuntare prezzi concorrenziali, il
risultato di pratiche di produzione dav-
v e ro inaccettabili, per la salute delluo-
mo e anche dal punto di vista etico: non
dobbiamo avere paura di usare questa
p a rola, quando ci troviamo di fronte ai
fenomeni della mucca pazza o dei polli
alla diossina.
La giunta, punta i nvece sui prodotti di
qual it, sui prodotti ti pici , sull agricol-
tura biologica
Io credo che la nostra forza, non solo
come italiani o come marchigiani, ma
come mediterranei in generale, sia quel-
la di unalimentazione equilibrata, che
tiene conto del contributo ugualmente
i m p o rtante di tutte le sostanze, delle
p roteine, dei carboidrati, dei lipidi, delle
vitamine. Anche i cibi pi poveri, almeno
dal punto di vista dei costi, quelli per
esempio che comparivano sulle tavole
dei nostri mezzadri, sono la migliore
e s p ressione di quella che oggi si chiama
dieta bilanciata. Mi chiedo: perch do-
v remmo essere proprio noi a rigettare
questo valore, invece che enfatizzarlo? E
p roprio nel momento in
cui il consumatore alla
r i c e rca di prodotti buoni
e sani e la tradizione cu-
linaria italiana invade il
mondo? Quindi puntia-
mo sulla qualit, perse-
guendo una rigorosa po-
litica di filiera, perch la
qualit nasce con il se-
me, con un terreno adeguato, ricco di
sostanza organica, per finire con la
c o m m e rcializzazione. E, allinterno della
2
Il Piano sviluppo
rural e stabi l i sce
una continuit con
il lavoro fatto
La nostra forza nei
p rodotti di qual i t e
t i p i c i . No ai pro d o t t i
t r a n s g e n i c i
qualit, abbiamo attenzione ai pro d o t t i
tipici, a quelli che, alla qualit, aggiun-
gono il plus valore della storia, della tra-
dizione, dei sapori di un tempo. Li difen-
diamo, innanzi tutto dallestinzione,
combattendo le norme comunitarie che
impongono regole troppo rigide e cre i a-
mo attorno a loro un terreno favore v o-
le; li proponiamo con forza negli agritu-
rismi e ne incoraggiamo in tutti i modi la
p roduzione e, non ultimo, cerchiamo di
s e n s i b i l i z z a re sempre pi il consumato-
re: senza il suo aiuto
non siamo in grado di
f a re niente. Quanto alla-
gricoltura biologica si
sta diffondendo, le nic-
chie di mercato tendono
a diventare sempre pi
i m p o rtanti, anche dal
punto di vista del fattu-
r a t o . .
Agenda 2000 e quindi il Piano di Svilup-
po rurale recuperano, innovandoli, i re-
gol amenti cardine del l a pre c e d e n t e
PAC. A parte limpostazione pi schiac-
ciata sul versante dell a difesa dell am-
biente e, su questa, il ruolo attivo della-
g r i c o l t o re, quali sono gli interventi pi
i n n o v a t i v i ?
Sicuramente quelli di ingegneria finan-
ziaria: si codifica finalmente un nuovo
r a p p o rto con il mondo del credito, su
cui anche noi come Assessorato abbia-
mo investito. Coinvolgere le istituzioni
private, come le banche, nel processo di
rinnovamento del settore agro i n d u s t r i a l e
consente di mettere le basi per una nuo-
va politica dellimpresa e iniziare a re n-
d e re autonomo il settore dallinterv e n t o
pubblico, che esattamente quello che
deve avvenire. Altra novit lattivazione
dei Servizi di Sostituzione: nella sostan-
za si prevede che loperatore agricolo
possa essere sostituito nelle sue fun-
zioni per alcuni periodi, come avviene
anche negli altri settori di lavoro. E ov-
vio che questo migliora le condizioni di
vita nelle campagne: mi auguro che que-
sta misura susciti linte-
resse che merita.
Qual i i tempi del Pi ano
di Sviluppo Rurale?
E gi stato licenziato dal-
la giunta, gi a Bru x e l-
les. Anche la Commissio-
ne agricoltura del Consi-
glio lo sta esaminando: tutti sono consa-
pevoli del fatto che non bisogna perd e re
tempo, che bisogna mettere a punto tut-
ta la procedura dei bandi perch i fondi
ci sono e occorre spenderli. Aggiungo
solo che molto probabile che dopo il
2006 lUnione Europea non abbia pi la
possibilit di investire nei paesi ad eco-
nomia avanzata, perch dovr fare i conti
con i paesi PECO: quindi non solo dob-
biamo utilizzare questa occasione, ma
dobbiamo farlo bene perch il sistema
delle imprese cresca e sia in grado di
muoversi solo con le proprie gambe.
a cura di Emma Ratti
3
Massi ma atten -
zione della Giunta
alla crescita delle
a ree ru r a l i
La Giunta Regionale ha approvato il
Pi ano di Svi l uppo Rur al e i l 29
dicembre 1999 e lo ha inoltrato alla
Commissione Europea dal Ministero
per le pol itiche agricole nei tempi
previsti dal regolamento.
Questo fatto ci consente di raggiun-
gere due obiettivi:
a v v i a re entro l a pri ma met del
2000, immediatamente dopo lap-
p rovazione del Pi ano di Svil uppo
Rural e da part e del l a Commi s-
sione Europea, la liquidazione dei
pi ani di migli oramento aziendale
gi realizzati che sono stati appro-
vati entro il 31/12/99 ma non liqui-
dati per l esaurimento dei fondi
s p e n d e re, gi nel primo anno di
applicazione, il 70% delle risorse
assegnate, di versamente i fondi
non ver rebbero reiscritti per lan-
nualit successiva.
Poich i fondi del Piano di Sviluppo
Rural e non provengono dal FEOGA
orientamento ma dal FEOGA garan-
zi a, l ammi ni st r azi one avr l a
necessit di avere sempre un parco
progetti approvati in grado di essere
impegnati. necessario che si prov-
veda al l a pubbl i cazi one del l e
mani festazioni di interesse entro
aprile al fine di assicurarsi la possi-
bilit di avere subito progetti esecu-
tivi da approvare e rendicontare per
la prima annualit.
(c. m. )
Lappuntamento re g i o n a l e
Per unagricoltura per tutti
ha visto protagonisti in due
g i o rni di dibattito esponenti
del mondo agricolo, ambien-
talisti, sindacati. Una due
g i o rni importante per il set-
t o re: le presenze qualificate,
la partecipazione del Ministro
Paol o De Castro, del pre s i-
dente della giunta Vito DAm-
b ro s i o, del vice-pre s i d e n t e
Emi l io Beri onni , del consi-
g l i e re C e s a re Pro c a c c i n i, che
intervenuto a nome del
Consiglio regionale e di tanti
altri hanno dimostrato la
grande vitalit del settore e la
sua volont di cerc a re al-
leanze nella societ civile. Un
appuntamento intere s s a n t e
anche perch si potuto por-
t a re un bilancio della legisla-
tura e pre s e n t a re due impor-
tanti strumenti di pro g r a m-
mazione come Il Piano Agri-
colo Regionale (non ancora
del tutto definito) e il Piano di
Sviluppo Rurale, gi appro v a-
to dalla giunta e gi inviato a
B ruxelles, entro i termini che
erano stati fissati.
L i n t e resse si materializza-
to con una presenza nume-
rosissima: una sala gremita e
attenta ha ascoltato lintro d u-
zione dellassessore Moru z z i ,
che ha voluto sottolineare che
non si trattato della Confe-
renza regionale dellAgricoltu-
ra, ma solo di un momento
i m p o rtante della stessa, in
quanto la giunta ha deciso,
nello scorso mese di giugno,
che la Conferenza agricola
non doveva essere un even-
to puntuale, unico nel tem-
po, proprio per le cose che
si dicevano allinizio: lagricol-
tura non deve essere pi con-
siderato un settore marginale,
ma protagonista e art e f i c e
dello sviluppo socio-econo-
mico del territorio. E pro p r i o
su questo si articolata la re-
lazione dellassessore.
Illustrati anche il Piano Agri-
colo Regionale e il Piano di
Sviluppo Rurale (gi approva-
to dalla giunta e gi a Bru x e l-
les), rispettivamente da R a f-
fael e Zanoli (Nucleo di Va l u-
tazione della Regione e della
Facolt di Agraria di Ancona)
e da L o renzo Bi sogni ( S e rv i-
zio Programmazione della Re-
gione). Il rapporto tra i due
s t rumenti di pro g r a m m a z i o n e
strettissimo: il Piano Agri-
colo si occupa dellinterv e n t o
generale in agricoltura, quello
reso possibile da misure re-
gionali, nazionali e comunita-
rie, mentre il Piano di Svilup-
po rurale lattuazione del re-
golamento cardine di Agenda
2000 e si occupa della pro-
grammazione 2000-2006, che
p revede circa 840 miliardi di
finanziamenti pubblici. L e l e-
mento di novit sta nel fatto
che lintervento unitario, nel
senso che non ci sar pi bi-
sogno di singoli Piani re g i o-
nali per re c e p i re gli interv e n t i
comunitari: quindi una sort a
di TESTO UNICO dellinter-
vento pubblico.
Il dibattito stato ricco, sia
come numero di interv e n t i ,
che come spessore dei singoli
contributi: impossibile pur-
t roppo riprenderlo, anche con
una breve sintesi. Abbiamo,
come redazione, fatto la scelta
di pubblicare le relazioni delle
q u a t t ro Commissioni temati-
che - Produzioni vegetali, pro-
duzioni zootecniche, Agricol-
tura-Ambiente, Strumenti fi-
4
PER UNAGRICOLTURA
DI TUTTI
Due giornate di dibattito ad Ancona
per riflettere sul lavoro fatto e indicare
le strategie per il futuro
L A C O N F E R E N Z A
nanziari che si sono riunite
prima e durante i lavori della
C o n f e renza e che costituisco-
no una sintesi delle pro b l e m a-
tiche trattate, oltre che utili in-
dicazioni per il lavoro futuro .
Di seguito un semplice elen-
co di chi intervenuto in au-
la: una piccola parte del ricco
dibattito che si svolto nelle
Commissioni. Hanno preso la
p a rola Padre S a l v a t o re Fri -
g e r i o (Comunit monastica
di Fonte Avellana), Nevio La-
v a g n o l i ( v i c e - p residente CIA
M a rche), Gi useppe Mari otti
( v i c e - p residente re g i o n a l e
Confagricoltura), Franco Pa-
squini ( d i re t t o re Coldiretti re-
gionale), Emi l i o Landi ( C o-
pagri Marche), Te o d o ro Bo-
l o g n i n i ( responsabile agro a l i-
m e n t a re Lega delle Coopera-
tive), Grazi ano Pall otto ( p re-
sidente Federagricole e Conf-
cooperative Marche), E rn e s t o
E rmel l i Cupel l i ( p re s i d e n t e
AGC regionale), S i l v a n o
Gi angi acomi ( F e d e r a z i o n e
agricoli CGIL-CISL-UIL), B ru-
no Sebastianel l i ( A s s o c i a-
zione produttori biologici
m a rchigiani), Silvano Rama-
dori (UPI Marche), A n d re a
Dignani ( p residente re g i o n a-
le WWF) che ha comunque
parlato a nome delle associa-
zioni ambientaliste, M a r i a n o
Guzzi ni ( P residente del Coor-
dinamento dei Parchi marc h i-
giani), Massi mo Bern e t t i
( F e d e rv i n i ) .
Q u a t t ro interventi anche per
i l l u s t r a re in aula i lavori delle
Commissioni tematiche: P a o-
l o Laudisi o, dire t t o re Bovin-
M a rche (Produzioni zootecni-
che), Gi anni Agarbati d e l l a
Federagricole (Produzioni ve-
getali), Paol o Pi nci aro l i d e l
S e rvizio Decentrato di Mace-
rata (Agricoltura e Ambiente),
Fausto Ci arl esi (Nuovi stru-
menti finanziari).
Il Ministro De Castro, dopo
aver sottolineato che la glo-
balizzazione va intesa come
una grande opportunit, ha
detto che dobbiamo puntare
su unagricoltura che si muo-
va per la difesa della qualit e
della tipicit legate al terr i t o-
rio e dobbiamo difendere, a
livello internazionale, le no-
s t re produzioni: va evitato
quello che avviene oggi,
quando non possiamo espor-
t a re in Canada il prosciutto di
P a rma perch in quel paese
c stato gi qualcuno che ha
adottato questo marchio. E
ancora: il consumatore ri-
chiede maggiore tutela sul
f ronte della sicurezza alimen-
t a re e vuole anche conoscere
la s t o r i a del prodotto che ac-
quista. Da questo punto di vi-
sta, a livello di Unione euro-
pea, credo proprio che trarre-
mo vantaggio dal semestre di
p residenza portoghese, che
dovrebbe dare nuovo impulso
p roprio alle produzioni medi-
terranee.
Il presidente D A m b ro s i o h a
sottolineato come questa
giunta abbia sempre conside-
rato centrale lagricoltura e lo
sviluppo delle zone ru r a l i ,
perseguendo una politica di
p romozione delle aree inter-
ne. Euna scelta dovuta
ha detto in quanto il siste-
ma agro-alimentare contribui-
sce direttamente o indire t t a-
mente con il 28% del PIL, il
nostro territorio in gran par-
te rurale e ormai esiste una
qualificata presenza dalla-
groindustria. Il presidente, nel
s o ff e rmarsi sulla necessit di
p u n t a re sulla qualit e la tipi-
cit, ha ribadito il NO di que-
sta amministrazione per le
produzioni transgeniche.
Il vice-presidente B e r i o n n i ,
nel suo intervento di apert u r a
nella prima giornata di lavori,
ha ricordato la sfida che at-
tende le Regioni ora che, con
il federalismo fiscale, stato
compiuto un altro significati-
vo passo in avanti nel cammi-
no delle riforme e le Regioni
avranno maggiore libert po-
litico-amministrativa: la di-
sponibilit di una leva fiscale
i m p o rtante ha sottolineato
render stringente e ineludi-
bile per tutti il rapporto tra ci
che viene prodotto, i re d d i t i ,
la contribuzione, quindi anche
i benefici che lazione re g i o-
nale in grado di produrre.
5
Nella pagina precedente Mor uzzi durante
l i n t e rvento di apert u r a ,
il vice-presidente Berionni e Marc u c c i
c o o rd i n a t o re dellArea Agro a l i m e n t a re .
Sopra, il Ministro di Castro .
A fianco il presidente DAmbr osio e
accanto Procaccini; primo da sinistra
Landi, dirigente del Ser vizio valorizzazione
dei prodotti dellAssessorato Agricoltura.
Sotto Sebastianelli dellAMAB,
uno dei tanti interv e n u t i .
Q u a d ro General e
Dal settore delle produzioni vegetali deriva la maggiore fonte di
reddito dellagricoltore marchigiano, pertanto ogni oscillazione
di prezzo dei suoi prodotti determina la convenienza o meno
per lagricoltore di rimanere nellazienda.
Fino ad ora la salvaguardia del reddito dellagricoltore era de-
t e rminato in larga misura dallintervento comunitario inteso a
c o n t ro l l a re i prezzi dei prodotti agricoli, difendendoli dalla con-
correnza dei paesi terzi.
Lesigenza di uniformarsi agli accordi GAT T, ha comportato un
adeguamento dei prezzi dei prodotti agricoli a quelli del merca-
to mondiale, determinando preoccupazione per la salvaguard i a
del reddito degli addetti al settore.
In particolare la riduzione del prezzo di intervento per alcuni se-
minativi e il taglio delle quote nazionali determina la necessit
di una programmazione intesa a govern a re i cambiamenti che
necessariamente avverranno nella nostra agricoltura.
Obi et t i vi Pri ori t a ri
OBIETTIVI COMUNI SONO: qualit e tipicit, corretta inform a-
zione al consumatore, diversificazione della produzione, equili-
brio tra reddito e ambiente, presidio del territorio, adeguamen-
to delle stru t t u re aziendali e degli impianti di trasform a z i o n e ,
c o o rdinamento e potenziamento della ricerca e sperimentazio-
ne, sviluppo della qualit sementiera e vivaistica, svecchiamen-
to della popolazione agricola e infine, ultimo in ordine cro n o l o-
gico ma non in ordine di importanza, sviluppo della part e c i p a-
zione dei produttori allintera filiera.
S E M I N ATI VI PRI MAVERILI ESTIVI Gli indirizzi della politica
agricola comunitaria portano a supporre che alcune colture da
rinnovo potre b b e ro non essere pi remunerative. Considerato
che lagricoltura regionale caratterizzata da una collina asciut-
ta, la bieticoltura rappresenta la coltura da rinnovo fondamen-
tale per garantire un avvicendamento colturale razionale. Que-
sta situazione determina la necessit di attivare degli ammor-
tizzatori che riducano gli impatti di tale situazione. Questo per-
ch, essendo difficile tro v a re unalternativa valida in grado di
coprire lentit della perdita di superfici a colture da rinnovo es-
se sarebbero sostituite dalla pratica del ristoppio, con preoccu-
panti risvolti agronomici.
Per compensare la perdita di reddito occorre sviluppare le mi-
s u re agroambientali specifiche e individuare colture altern a t i v e
per i terreni collinari.
Il settore delle colture da rinnovo, necessarie tra laltro per il
mantenimento della fertilit dei terreni, sicuramente il punto
pi critico per le aziende collinari, per le quali le scelte sono
molto limitate da fattori agronomici, diversamente dalla zona di
pianura irrigua per le quali esistono maggiori alternative.
S E M I N ATI VI AUTUNNO VERNI NI La superficie investita a gra-
minacee tender ad aumentare, pertanto occorre puntare deci-
samente sulla qualit, sulla organizzazione delle semine e la di-
versificazione della nostra produzione. Per tale motivo occorre
i n t e rv e n i re su due aspetti limitanti lo sviluppo qualitativo: la
frammentazione delloff e rta e linadeguatezza degli impianti di
stoccaggio per produzioni omogenee.
O RT O F R U T TA Il settore ort o f rutticolo risente di alcune care n z e
ma in grado, se sinterviene efficacemente, di svilupparsi ul-
t e r i o rmente nei terreni pianeggianti e irrigui per i prodotti ort i-
coli e nei terreni collinari per quanto riguarda la frutticoltura. E
questo il settore che ha pi la possibilit di qualificarsi esaltan-
do la tipicit dei prodotti marchigiani.
Risulta strategico adeguare la produzione sementiera e vivaisti-
ca al fine di consentire lingresso in azienda di materiale di mol-
tiplicazione di qualit sotto il profilo fitosanitario e di rispon-
denza varietale di sviluppo vegetativo.
Leccessiva frammentazione delle produzioni e la carenza di
manodera qualificata risultano essere i problemi che devono
6
LE CO M M I SSI O NI
COMMISSIONE
PRODUZIONI
VEGETALI
Partecipanti al Gruppo di Lavoro preliminare dell11 gen-
naio e alla Commissione Tematica del 14 gennaio 2000
Agarbati Gianni (FEDERAGRICOLE), Amerio Marco (A.N.B.),
B a ronciani Luciano (ASS. PERITI AGRARI), Brocani Stefano
( C O PAGRI), Cartuccia Aldo (SADAM J ESI), Cesaretti Paolo
( C O N F C O O P E R ATIVE MARCHE), Crescentini Pierluigi
(ASSAM), DAngelo Pompilio (VINEA), Fantini Luciano
( C O PAM srl), Fattori Riccardo (A.M.A.B.), Frontini Renato
(CONFCOMMERCIO), Fulgenzi Rosina (C.N.B.), Galli Stefano
( A G R I C O LTORE), Laureti Domenico (IST. COLTURE INDU-
STRIALI), Michele Cappellaccio (AGRIGEST OSIMO), Murr i
G i o rgio (UNIVERSIT DI ANCONA), Nardi Sandro (ASSAM),
P e rozzi Ido (VINEA), Riva Giovanni (C.I..A. MARCHE),
Salvadego Enrico (CONFA G R I C O LTURA), Tavoletti Stefano
(UNIVERSIT DI ANCONA), Vitali Francesco (COLDIRETTI),
Zannotti Angelo (CRIMAAI).
trovare soluzione per un rilancio delle orticole.
Per quanto riguarda la trasformazione e commercializzazione il
s e t t o re si presenta scarsamente collegato alla filiera e anches-
so frammentato sul mercato.
Anche a causa della lontananza dai mercati non si riesce a svi-
l u p p a re una politica di qualit che potrebbe garantire un valore
aggiunto alle produzioni, oggi concentrato nelle mani di pochi
g ruppi multinazionali che di fatto controllano la commerc i a l i z-
zazione.
La potenzialit della frutticoltura collinare va sviluppata me-
diante interventi di valorizzazione che esaltino le sue caratteri-
stiche qualitative derivanti anche dalla minore necessit di in-
terventi chimici.
COLTURE ARBOREE (vite e olivo) Il territorio particolarmente
vocato a questo tipo di colture dove, in particolare la viticoltura
rappresenta la coltivazione pi importante per la collina marchi-
giana.
I vincoli comunitari e la crisi del mercato hanno di fatto ostaco-
lato il rinnovamento degli impianti che rappresentano sicura-
mente un freno allo sviluppo della filiera.
Gli stessi impianti di trasformazione risultano obsoleti e fram-
mentati, soprattutto per quanto riguarda le fasi successive alla
vinificazione, con particolare riguardo alla commercializzazione.
A l t ro problema che comune ad altre produzioni il pro b l e m a
della carenza di manodopera qualificata dovuta al pro g re s s i v o
invecchiamento degli addetti.
La meccanizzazione delle fasi di produzione, che pure una
scelta obbligata, sembra al momento un obiettivo di diff i c i l e
raggiungimento per i tempi lunghi che richiede, per loro g r a f i a
del territorio e la necessit di sviluppare ulteriormente la speri-
mentazione e la divulgazione.
A LTRE PRODUZI ONI VEGETALI Fra le altre produzioni vegetali
una part i c o l a re attenzione va riservata alle colture portaseme che,
pur nella limitata importanza quantitativa, rappresentano una col-
tivazione rilevante per la part i c o l a re vocazionalit territoriale e la
alta professionalit raggiunta per le piccole aziende agricole colli-
nari. Una analoga attenzione va riservata alla introduzione di nuo-
ve colture miglioratrici (quali il pisello proteico e la cicerchia) e il
f a rro che potre b b e ro rappre s e n t a re una opportunit di reddito e la
possibilit di ro m p e re avvicendamenti troppo stre t t i .
P ropost e e Pro s p e t t i v e
La commissione ritiene strategico che il piano agricolo re g i o-
nale sviluppi delle strategie di intervento finalizzate:
1. a qualificare la manodopera agricola attraverso adeguati in-
terventi di formazione professionale;
2. a caratterizzare le produzioni agricole attraverso lo sviluppo
di marchi di qualit e certificazioni di prodotto e di processo,
con particolare riferimento alla rintracciabilit dellorigine del
prodotto;
3. al potenziamento della attivit di ricerca e mirante al supera-
mento delle specifiche problematiche settoriali da attuare
mediante il coordinamento degli interventi da parte della re-
gione utilizzando i propri strumenti operativi;
4. alladeguamento ed ammodernamento degli impianti di lavo-
razione e trasformazione dei prodotti agricoli;
5. allo sviluppo delle forme associative allo scopo di re a l i z z a re
una maggiore partecipazione dei produttori al mercato attra-
verso la concentrazione dellofferta;
6. a bloccare lo spopolamento delle aree rurali marginali attra-
verso la diversificazione delle attivit produttive in tali aree;
7. a sviluppare una agricoltura eco-compatibile e al recupero di
risorse agro-ambientali;
8 . a sviluppare una assistenza tecnica qualificata e pro f e s s i o n a l e .
coor dinatori
Schiaffino Carlo - Regione Marche
Berr Adriano - Regione Marche
7
No agli organismi
geneticamente
modificati
Il Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 della Regione Marche
esclude dagli aiuti tutte le produzioni vegetali e animali
geneticamente modificati
riduce del 20% nel primo anno di applicazione, fino alla
s o p p ressione totale dei contributi della PAC le pro d u z i o-
ni animali e vegetali di origine transgenica.
E' stata approvata inoltre il 18 gennaio scorso, la legge re-
gionale che vieta alle mense pubbliche delle scuole e degli
ospedali, di somministrare alimenti contenenti Org a n i s m i
Geneticamente Modificati.
La Legge d inoltre incarico all Giunta Regionale di organiz-
z a re campagne informative ed educative sui possibili eff e t t i
derivanti dal consumo di alimenti contenenti OGM. (l. s. )
Q u a d ro General e
La zootecnia marchigiana, un tempo diffusa in maniera capillare
sul territorio e fulcro dellattivit dellazienda agricola diretto col-
tivatrice e mezzadrile, attualmente si presenta come settore in
crisi dove le piccole aziende superstiti stanno cercando di addot-
t a re tutte le varie misure necessarie al fine di poter essere com-
petitive sul mercato. Dove la zootecnia scomparsa, venuto
meno il presidio del territorio e la tutela e salvaguardia dellam-
biente; per cui, specie nelle zone svantaggiate, la zootecnia po-
t rebbe rappre s e n t a re in un contesto produttivo moltifunzionale,
una realistica soluzione agli attuali problemi socio-ambientali.
A livello regionale la zootecnia rappresentata da aziende rivol-
te esclusivamente al mercato delle produzioni zootecniche e da
realt, spesso distribuite in aree marginali, dove il reddito zoo-
tecnico concorre in maniera modesta alla formazione della PLV
aziendale.
A ci si aggiunga, per alcuni settori, un mancato collegamento
fra i comparti della filiera.
Alla luce di quanto detto sopra, e in relazione alla normativa vi-
gente, si considera indispensabile il raggiungimento dei se-
guenti obiettivi.
Obi et t i vi Pri ori t ar i
1. TUTELA, VALORIZZAZIONE E PROMOZIONE DEI PRODOTTI
TIPICI, TRADIZIONALI E DI QUALITA
2. MIGLIORAMENTO QUALI- QUANTI TATI VO E CERT I F I C A Z I O-
NE DELLE PRODUZIONI
3. MI GLI ORAMENTO DELLA COMPETI TIVITA DELLE STRUT-
TURE DI PRODUZI ONE, TRASFORMAZI ONE E COMMER-
CIALIZZAZIONE
4. AGGREGAZIONE PROGETTI INTER ED INTRA FI LIERA ( da
consi derarsi anche come asse priori tari o per gli obi ettivi
nn. 1, 2, 3 )
5. FORMAZI ONE DELLA PROFESSI ONALI TA DELLA FORZA
LAVORO ED ASSISTENZA TECNICA
6. ESTENSI VI ZZAZI ONE NELLE AREE MARGI NALI DELLA
ZOOTECNIA A TUTELA DEL TERRITORIO E DELLAMBIENTE
7. SVILUPPO FILIERA BIOLOGICA
8. MODIFICA ED ADEGUAMENTO LEGI SLATI VO SULL E D I L I -
ZIA RURALE (L. R. 13/90)
Risulta necessario, alla luce degli obiettivi sopra indicati, favo-
rire una serie di azioni che possono essere cos individuate:
8
LE CO M M I SSI O NI
COMMISSIONE
PRODUZIONI
ZOOTECNICHE
Partecipanti al Gruppo di Lavoro preliminare dell12 gen-
naio e alla Commissione Tematica del 14 gennaio 2000
A c c i a rri Paolo (REGIONE MARCHE), A n d reolini Maurizio
(REGIONE MARCHE), B a ronciani Luciano (ASS. PERITI
AGRARI ), Bastari Andrea (SUINMARCHE), Benedetti
Massimo (A L L E VATORE), Boni Stefano (ARA), Cataldi
Gianbattista (AGCI), Cecchini Franco (A L L E VAT O R E ) ,
Cecconi Fabio (ASSAM), Cucchi Giovanni ( C O O P
C O O P E R L AT), Fabiani Paolo (AREPROL), Fabini To n i n o
( C O O P. GIRASOLE), Fiorani Marzio (REGIONE MARCHE),
Gambaccini Adriana (REGIONE MARCHE), I n n a m o r a t i
Francesco ( A L L E VATORE STRUZZI), Laudisio Paolo (B O V I N
MARCHE), Luzi Giannalberto (BOVIN MARCHE), M a g n a t e rr a
R o b e rto (AREPROL), Manzotti Giovanni (A L L E VAT O R E ) ,
Marinelli Paolo (AMALAT), Massi Luciano ( C O O P. M A I C O ) ,
Mattei Simone ( A L L E VATORE), Minutelli Paolo (AMAB),
Monti Cristina (REGIONE), Mosca Dino (APA MC), Nasoni
Claudio (COPAGRI), Papi Ilario (AVI-MARCHE), Piscaglia
U m b e rto (AZ. AGR. TOSI), Ricci Fausto (ASSAM), Righi
A l e s s a n d ro ( C O O P. QUALIT GARANTITA), S a l v a d e g o
Enrico (FEDERMARCHE), Sartini Giuliano (APA PS),
Severini Lino (CI A), Spinsanti Giovanni (AZ. AGR.
DONNINELLI), Storani Lauro (REGIONE MARCHE).
P ropost e e Pro s p e t t i v e
a g g regazione delloff e rta al fine del rag-
giungimento di un maggior potere con-
trattuale con conseguente ricaduta sul
reddito aziendale in una logica di filiera
f a v o r i re e consolidare il legame tra
p roduzione trasformazione e commer-
cializzazione sul territorio regionale
c re a re e diff o n d e re limmagine del siste-
ma produttivo Marche creando un con-
nubio tra i produttori e i consumatori
p ro m u o v e re ed incentivare, da part e
della Regione Marche, incontri seme-
strali con gli addetti della filiera, per
meglio individuare le azioni prioritarie
in fase di stesura dei bandi per lacces-
so ai finanziamenti
Accanto a queste proposte di carattere ge-
nerale, dai lavori della commissione,
emersa la necessit di aff ro n t a re pre c i s e
p roblematiche di settore, per mezzo delle
seguenti azioni:
c o n s o l i d a re ed allarg a re il numero di
quote latte attualmente assegnate alla Regione Marche;
nel caso dei premi delle vacche nutrici, compiere un costan-
te monitoraggio a livello regionale e nazionale, al fine di in-
dividuare le aziende che hanno quote assegnate e non utiliz-
zate e quindi ridistribuirli sul territorio regionale;
individuare le zone sensibili, ai sensi del Reg. CE 1254/99, e
tutelare i dei diritti di premio nelle suddette zone.
coor dinatori
Roberto Gatto - Regione Marche
Giorgio Santarelli - Regione Marche
9
Oggi possibile conciliare lo sfruttamento a fine agricoli del
t e rritorio salvaguardando la sua integrit, quella dellagro eco-
sistema nel suo insieme o pi in generale del paesaggio.
Per far ci necessario utilizzare le conoscenze tecnico-scien-
tifiche e far tesoro delle molteplici esperienze che bene diven-
tino patrimonio di tutti gli operatori del settore e non.
Le attuali politiche agricole ed ambientali tendono a favorire
s e m p re pi lintegrazione tra unagricoltura redditizia e le ne-
cessit di salvaguardia ambientale, tra il prodotto tipico di qua-
lit ed il suo territorio di produzione inteso anche come cultura,
arte, storia e tradizioni.
Lutilizzo razionale del territorio presuppone la conoscenza del-
lo stesso in tutte le sue componenti; conoscenza intesa come
r i c e rca delle origini, studio dei processi evolutivi che hanno
p o rtato a caratterizzarlo nella situazione attuale, individuazione
dei livelli di vulnerabilit per evitare linsediamento o lo svilup-
po di forme di antropizzazione eccessive o inopportune.
La conservazione o il ripristino di un agro ecosistema equili-
brato il presupposto per evitare i fenomeni di degrado am-
bientale che generano anche costi sociali non indifferenti.
Per re a l i z z a re ci, superando riserve, pregiudizi e pre v a r i c a z i o-
ni, necessario il coinvolgimento in un dibattito pro p o s i t i v o
delle diverse figure professionali, delle diverse strutture pubbli-
che e private a diverso titolo presenti sul territorio, nonch del-
le varie associazioni ed organizzazioni agricole, di tutela natura-
listica ed ambientale, e di rappresentanza delle diverse catego-
rie sociali.
Riteniamo che il primo compito della commissione a g r i c o l t u -
ra ambi ente sia quello di favorire lincontro ed il pieno coin-
volgimento di tutte queste componenti.
Il primo approccio stato positivo, vista la nutrita part e c i p a z i o-
ne e la volont di tutti a dialogare costantemente su queste te-
matiche. Ci sembra opportuno fin dora manifestare lesigenza
e s p ressa unanimemente negli incontri finora fatti, che q u e s t a
commi ssione diventi permanente e ul teriormente al larg a t a
ad al tri soggetti a seconda di specifiche esigenze dappro f o n-
dimento della discussione.
Alcune prime considerazioni emerse puntualizzano nuovi
aspetti dellattivit dellimpresa agricola, obiettivi da perseguire
e problemi da risolvere, sui quali necessario discutere ap-
profonditamente e costruttivamente.
Fra questi aspetti citiamo:
La multifunzionalit d e l l i m p resa agricola che amplia la gam-
ma di beni e servizi prodotti. Dalla semplice funzione di pro-
duzione di beni alimentari ai nuovi e non meno import a n t i
compiti quali: presidio del territorio, azioni di re c u p e ro e sal-
v a g u a rdia ambientale, lotta al dissesto idro geologico, integra-
zioni con i comparti turistici, artigianali, culturali, sociali, ecc.
Questi ruoli devono essere riconosciuti e sostenuti forn e n d o
a l l i m p resa agricola i necessari mezzi finanziari e stru m e n t a l i .
I p roblemi stru t t u r a l i esistenti: ridotta dimensione azienda-
le, invecchiamento degli addetti, problematico rapporto con
il mercato, assistenza tecnica, formazione professionale ed
i n f o rmazione adeguata degli addetti atta a soddisfare le
nuove esigenze del settore, ecc.
10
LE CO M M I SSI O NI
COMMISSIONE
AGRICOLTURA
AMBIENTE
Partecipanti al Gruppo di Lavoro preliminare dell12 gen-
naio e alla Commissione Tematica del 14 gennaio 2000
Avenali (COLDIRETTI), Chinaglia Guerra (COLLEGIO PERI-
TI AGRARI (PS)), Congionti (CONFA G R I C O LTURA), Costa
(A.S.L. 11-FERMO), DAngelo (VINEA), Dignani (WWF),
F o rtunati (ASSOCIAZIONE ITALIANA NAT U R A L I S T I ) ,
F o rtunati Castagnari (AGCI), Guzzini (COORDINAMENTO
PARCHI MARCHE), Nardi (COPAGRI), Pennelli (LEGA
AMBIENTE), Pirani (A.P.I.MA), Piva (ITALIA NOSTRA),
Q u a rchioni (LEGA AMBIENTE), Riolo-Davani (ORDINE
AGRONOMI), Roggero (FA C O LTA AGRARIA ANCONA), Santi
(CIA), Stimilli Tiberi (ASSAM), To rriani (ASSOCIAZIONE
MARCHIGIANA AGRICOLTURA BIOLOGICA), Urban (LIPU),
Vecchietti (TURISMO VERDE), Zannini (PARCO CONERO)
La fruibilit dei servizi necessari a
g a r a n t i re il presidio del territorio in
aree svantaggiate da parte della po-
polazione rurale in modo da assicu-
rare lo sviluppo rurale.
La c o rretta e strategi ca i nform a-
zione del consumatore di pro d o t t i
a g ro alimentari sulle positive carat-
teristiche intrinseche di essi e sugli
s f o rzi compiuti o che dovranno
c o m p i e re tutti per conciliare le esi-
genze delle attivit produttive con
quelle della salvaguardia dellam-
biente.
Un ruolo attivo del le aree pro t e t t e
nella gestione dei rapporti con la-
gricoltura nel senso della speri-
mentazione e promozione dellinno-
vazione. Un rapporto non pi di
ostilit ma costruttivo che favorisca
le opportunit di sviluppo. Per far
ci necessario concord a re pre l i-
m i n a rmente le linee dinter-
vento con tutti soggetti a va-
rio titolo coinvolti.
Lagricoltura biologica: me-
todo di produzione che deve
t ro v a re sostegno per una
sua corretta attuazione e
g u a d a g n a re ulteriore spazi,
ponendo maggiore alla cre a-
zione di nuovi e pi opportu-
ni spazi di marcato.
F a v o r i re la c o n s e rv a z i o n e
della bi o-di versi t naturale
animale selvatica e domesti-
ca e vegetale , evitando il ri-
corso alluso di org a n i s m i
geneticamente modificati e
f a v o rendo lattuazione di
buone pratiche agro n o m i c h e
eco compatibili.
I n t ro d u rre corsi di form a-
zi one nel l i nsegnamento d i
base su temi che riguard a n o
il corretto utilizzo del terr i t o-
rio, la corretta alimentazio-
ne, ecc. E importante for-
m a re chi insegna, ma so-
prattutto educare i bambini
ed i ragazzi allimportanza di
c o n s e rv a re uno stretto lega-
me con il settore primario ,
che per tutti sinonimo di
cultura, rispetto delle tradi-
zioni, attenzione per la cura
dellambiente e degli spazi
n a t u r a l i .
La gesti one ocul ata dei ri -
f i u t i ed il loro corretto riuti-
lizzo allinterno dellazienda
agraria.
La creazione di altern a t i v e
per una di mi nuzi one del con-
sumo di fonti energeti che non
ri nnovabi l i ad esempi o favo-
rendo l a coltivazione di essen-
ze vegetali per uso energetico.
La necessit di r a c c o rd a r s i
con altri progetti e pro g r a m m i
n a z i o n a l i che coinvolgono il
mondo agricolo ed intere s s a n o
aspetti paesaggistici ed ambien-
tali in genere (progetto APE, re-
te ecologica nazionale, ecc).
Il monitoraggio: fondamen-
tale per la conoscenza di tutte
quelle informazioni che integra-
te fra loro e gestite da un siste-
ma informativo territoriale, con-
sentono una chiara ed aggior-
nata visione della situazione.
Ci indispensabile per una
c o rretta programmazione, una
e fficace gestione delle azioni e
relative verifiche.
Questo primo parziale elenco di
a rgomenti costituisce una base
per la commissione agricoltura
a m b i e n t e , per continuare a la-
v o r a re alla formulazione di pro-
poste che devono integrare ,
m o d i f i c a re e comunque meglio
d e f i n i re il PIANO AGRICOLO
DELLA REGIONE MARCHE.
coordinatori
Pietro Lanari - ASSAM
Paolo Pinciaroli - Regione Marche
11
Q u a d ro General e
I lavori si sono sviluppati riconducendo ai termini generali le
p roblematiche del settore agricolo e di quello agro a l i m e n t a re
dal momento che le questioni specifiche poste in discussione
nellambito del gruppo si riferiscono a tutti i comparti.
CRITICIT
I macro elementi di criticit individuati sono sintetizzabili in:
inadeguatezza delle dimensioni aziendali e produttive tanto
dellazienda agricola quanto dellindustria agroalimentare;
sperequazione del costo dei terreni agricoli. Il fatto che, per
ragioni sociali e storiche complesse e profonde, il pre z z o
della terra risulti falsato dal pre v a l e re del valore di bene
rifugio rispetto a quello di fattore produttivo, ne condiziona
c o n s i d e revolmente la mobilit e si pone anche quale ele-
mento limitante del ricambio generazionale;
sottocapitalizzazione delle aziende;
mondializzazione del mercato ed elevata diversificazione
della domanda di prodotti alimentari.
Profonda evoluzione della Politica Agricola Comune.
R a p p o rti tra il sistema creditizio ed il mondo pro d u t t i v o
agricolo ispirati alla estemporaneit ed occasionalit.
Lelemento di contatto, per molto tempo, infatti, stato rap-
presentato dallinvestimento pubblico.
Obi et t i vi Pri ori t a ri
L e fficienza, la validit economica e le prospettive di sviluppo del
sistema agricolo ed agro a l i m e n t a re vanno ricercate attraverso:
l a ff e rmazione dellimpresa piuttosto che dellazienda. Ci
significa: programmazione, progettazione, organizzazione e
razionalizzazione delle gestioni;
diversificazione produttiva intesa come capacit per lagri-
coltura di pro d u rre, oltre che beni alimentari, servizi di
valenza plurima;
qualificazione delle produzioni;
a ff e rmazione del sistema produttivo dellagro alimentare
sempre pi in termini di filiera;
integrazione con gli altri settori produttivi;
specializzazione dei servizi, delle infrastru t t u re e delle stru t t u re
pubbliche anche in funzione delle esigenze del mondo agricolo
Innovazione tecnologica e di prodotto
Marketing ed organizzazione dellofferta.
Rispetto a questo nuovo scenario il credito assume un ruolo di
f a t t o re strategico considerevole, ancora maggiore che in pas-
sato e non pu essere pi limitato, per ovvie ragioni, al solo
intervento pubblico.
RISULTATI OTTENUTI
Viene riconosciuto, e dato atto alla Regione, e per essa
allAssessorato allAgricoltura, di aver intuito tempestivamente
che il coll egamento tra il settore produttivo ed il mondo finan-
ziario potesse rappre s e n t a re lo snodo strategico per favorire la
necessaria evoluzione culturale, di cui pi volte si fatto cenno,
e definire i presupposti di uno sviluppo reale e dure v o l e .
Tale sensibilit ha gi prodotto fatti concreti ed innovativi di
p a rt i c o l a re spessore primo dei quali l a c c o rdo per la ri nego-
ziazione dei mutui agrari attraverso la quale, oltre ad evidenti
vantaggi per gli imprenditori agricoli determinati dallacquisi-
zione di un risparmio aggiuntivo, la Regione ha acquisito ulte-
riori risorse da reinvestire nel settore.
A questo ha fatto seguito, la definizione e la firma di un
Protocollo dintesa, con le principali Banche Regionali, per la
gestione del Credito al Sistema Agroalimentare .
E stata anche promossa la costituzione di un Consorzio Fidi di
valenza re g i o n a l e, realizzato unitariamente dalle centrali
Cooperative e che ora opera nei confronti di tutte le imprese del
settore agricolo sia in forma semplice che associata.
12
LE CO M M I SSI O NI
COMMISSIONE
NUOVI
STRUMENTI
FINANZIARI
Partecipanti al Gruppo di Lavoro preliminare dell12 gen-
naio e alla Commissione Tematica del 14 gennaio 2000
Bernardini Giovanni (COPAGRI MARCHE), Cerlesi Fausto
(CASSA DI RISPARMIO DI FABRIANO E CUPRAMONTA-
N A), Chinaglia Nicola (S E RVIZI AGRICOLTURA E AM-
B I E N T E), Costantini Fioravante (BANCA MONTE DEI PA-
SCHI DI SIENA), Guerra Marcello (COLLEGIO PERITI
AGRARI DI PESARO), Lavagnoli Nevio (CIA MARCHE) ,
Luminari Ciro (FEDERAZIONE REGIONALE AGRONOMI
M A R C H E), Marsigliani Lanfranco (CONFIDICOOP DELLE
M A R C H E), Mattioli Argilio (CCDD- BANCA POPOLARE
DI ANCONA), Nespeca Tonino (CASSA DI RISPA R M I O
DI FERMO), Pensalfini Marco (CASSA PER LA PRO-
PRIET CONTA D I N A), Principi Mirco (APIMA), Rosa
Matteo e Peroni Marco (BANCA POPOLARE DI NOVA-
R A), Saraceni Luciano (C O N F O C O O P E R AT I V E), Seba-
stianelli Bruno (AMAB), Svegliati Gianni (BANCA DELLE
MARCHE), Valentini Francesco (FEDERAZIONE MARCHI-
GIANA BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO).
Il Protocollo dIntesa stato valutato in termini di part i c o l a re
apprezzamento in quanto pone le basi per unefficace soluzione
del problema del credito in agricoltura, andando a valorizzare
ed incre m e n t a re il valore del contributo pubblico che dovr
affermarsi sempre pi come stimolo di sviluppo. Dovendo limi-
tarsi ad una sintesi, in ogni caso lelemento che per innovazio-
ne ed efficacia, pi di altri, qualifica laccordo il fatto che
introduce la possibilit, per progetti di eccellenza, di superare
il sistema delle garanzie reali andando a riconoscere affidabilit
e valore economico alle capacit progettuali ed imprenditoriali.
P ropost e e Pro s p e t t i v e
La Commissione ha individuato come obiettivo generale quello di:
ISTITUZIONALIZZARE IL RAPPORTO DEL SISTEMA AGRICOLO
ED AGROALIMENTARE CON IL MONDO DEL CREDITO, NELLAM-
BITO DEL COORDINAMENTO ESERCITATO DALLA REGIONE
Questo intento riconosce la validit delliniziativa sviluppata
dagli Istituti Bancari nei riguardi del settore e la cre s c e n t e
attenzione che via via gli ha dedicato.
Nel contempo pone in evidenza come la messa a regime di una
collaborazione ampia e diffusa possa recuperare una produtti-
vit marginale, affatto trascurabile in termini di valore e di
valenza, agli stessi interventi gi in essere.
Nel contesto dellObiettivo di riferimento generale, la Commissione
tematica ha ritenuto di poter definire alcuni obiettivi di agevole
praticabilit, da re a l i z z a re con tempismo nellarco di questa stessa
legislatura che si va a concludere e di indicare quelli di pro s p e t t i v a
e di proiezione sui quali appro f o n d i re ulteriormente il dibattito ed il
c o n f ronto per una loro compiuta determinazione.
OBIETTIVI OPERATIVI A BREVE TERMINE
Dare piena e compiuta attuazione al Protocollo dIntesa per il
Credito al Sistema agroalimentare:
Ci significa, ad esempio:
insediare la Commissione per la gestione;
p e r s o n a l i z z a re sullagricoltura e lagro a l i m e n t a re tutti gli
strumenti finanziari previsti dallaccordo e quelli propri degli
Istituti che partecipano allintesa;
diffondere e pubblicizzare le finalit ed i contenuti del proto-
collo;
costituire il Gruppo di Valutazione Progetti la cui responsa-
bilit affidata allASSAM;
a v v i a re il processo di re c i p roca conoscenza tra gli attori
della collaborazione di cui al protocollo.
OBIETTIVI DI PROSPETTIVA
Potenziare il Sistema dei Fondi di Garanzia.
Promuovere la creazione di una finanziaria di partecipa-
z i o n e . La capitalizzazione delle imprese costituisce, infatti,
un obiettivo vincolo da perseguire con grande determ i n a-
zione ed oculatezza, facendo del capitale dei soci uno dei
capisaldi della nuova impresa agroalimentare.
Diversificare la tipologia dell intervento creditizio in rela-
zione alla particolarit delle esigenze e dei soggetti attori del
sistema agroalimentare;
Definire nuove formule di credito per favorire lacquisizio-
ne di terreno agricolo non solo in propriet e, comunque, in
termini economici e di possibili gestioni. A tale riguardo si
rileva anche lesigenza di rivedere tutta la normativa di rife-
rimento per lo sviluppo della propriet coltivatrice per
aggiornare i limiti ed i vincoli, quali lindivisibilit trentenna-
le, e rapportarli allattualit dei sistemi economici.
S e m p re nellottica di innescare un sistema efficiente di
mobilit dei terreni la Commissione ha posto lobiettivo di
c o n c e rt a re unazione di collaborazione tra il Nuovo
Organismo riformato per il riordino fondiario, previsto dalla
misura K del Programma di Sviluppo Rurale, e gli Istituti di
Credito per far s che:
i tempi di intervento del suddetto Ente siano pi rapidi
rispetto allattuale situazione;
il rilascio di garanzie sotto forma di fidejussione o di altro
tipo per coloro che effettuano miglioramenti fondiari su
propriet acquistate per il tramite della Cassa, si articoli su
procedure pi snelle, specie per progetti per cui previsto
anche lintervento della Regione.
In questo senso stato auspicato lingresso anche di questo
nuovo Ente nellambito del protocollo dintesa.
R i c e rc a re ed Uti lizzare insieme tutte le possibi li risorse
f i n a n z i a r i e pubbliche e private come ad esempio la pro-
grammazione negoziata i programmi Europei le Fondazioni
Bancarie, ecc)
Articolare e sviluppare forme di reciproca formazione ed
a g g i o rnamento per addivenire ad una collaborazione di
partners condividendo obiettivi ed aspettative.
Rimodellare anche la burocrazia regionale alla luce di que-
sta nuova operativit affinch le linee di politica agricola e
finanziaria possano avere immediata traduzione operativa.
Messa a punto di una strategia di interventi finanziari nel-
lambito dei quali perf e z i o n a re e sviluppare strumenti e
metodi di ricerca delle risorse per un effettivo consolida-
mento e sviluppo delle imprese.
In tal senso un obiettivo di prospettiva lanciato nel corso
dei lavori della Commissione stato quello di individuare
formule di risparmio gestito da indirizzare ed investire, sia
pur in parte, nel sistema agroalimentare regionale. Un riferi-
mento esemplificativo di tale ipotesi potrebbe essere quella
dei Fondi di Investimento.
Lo sviluppo dellagricoltura passa attraverso: la trasformazione
dellazienda in impresa; impostazione di rapporti diretti e pro-
duttivi con gli Istituti di Credito; superamento delle garanzie
oggettive; riconoscimento del valore economico della creativit
e dellimprenditorialit.
coor dinatori
Vincenzo Maria Gambini Rossano - Amministratore Unico ASSAM
Graziella Gattafoni - Regione Marche
13
La firma del Protocollo dIntesa con gli Istituti di credito
l Piano di Sviluppo delle are e
Rurali uno degli stru m e n t i
operativi pi importanti della
nuova riforma delle politiche
s t rutturali della Comunit
E u ropea operata nellambito di
Agenda 2000. Esso rappresenta infatti,
unitamente agli interventi previsti dalla
nuova Politica agricola Comunitaria
(PAC), lasse portante dellintero sistema
di protezione e di sostegno del settore
primario nellUnione Europea.
Rispetto al passato periodo di program-
mazione, il pi evidente aspetto innovati-
vo riguarda lintegrazione in un unico
strumento di tutti gli interventi strutturali
p revisti dagli ex Obiettivi 5a e 5b e da
tutte le misure di accompagnamento alla
riforma della PAC.
Di rilievo inoltre il mutamento degli
obiettivi della politica strutturale, i quali
dal semplice sostegno settoriale della-
gricoltura, passano al perseguimento di
uno sviluppo territoriale e plurisettoriale
delle aree rurali dellUnione.
Queste profonde innovazioni delle linee
di azione comunitaria, trovano comun-
que molti punti di contatto con gli stru-
menti programmatici regionali. In part i-
c o l a re il Piano Regionale di Sviluppo
(PRS) prevede tra gli obiettivi strategici:
la valorizzazione del modello di s v i l u p-
po diff u s o che ponga al centro del pro-
cesso di crescita, il ruolo della ru r a l i t
in termini di culture, radicamento sul
t e rritorio, qualit della vita, salvaguar-
dia dellambiente naturale, ecc.;
il r i e q u i l i b r i o socio territoriale da
r i c e rc a re attraverso la valorizzazione
delle risorse endogene disponibili
nelle aree rurali a partire dalla cultura
rurale-ambientale e rurale-industriale.
Tra i programmi obiettivo dello stesso
PRS, previsto inoltre il programma 9 I
sistemi produttivi agro-alimentari e spa-
zio rurale, che anticipa le scelte comuni-
tarie di integrazione degli interventi sul
territorio, ai fini di un equilibrato svilup-
po delle zone rurali marchigiane. Tuttavia
nellambito del processo di programma-
zione quale deve intendersi il PRS, per
una piena sintonia con le linee program-
matiche comunitarie, necessario raffor-
z a re tale scelta dando ulteriore rilievo
allo sviluppo rurale, abbandonando lop-
zione presa in considerazione dallattuale
PRS, che prevede, quale ipotesi alternati-
va, il ritorno ad una separazione settoria-
le degli interventi produttivi, rispetto a
quelli di salvaguardia e valorizzazione del
territorio.
Il Piano di Inquadramento Te rr i t o r i a l e
p refigura delle scelte fortemente indiriz-
zate verso lampia integrazione degli
i n t e rventi sul territorio, in part i c o l a re
prevede tra i principi guida:
lintegrazione delle strategie a m b i e n-
tali e delle strategie territoriali, assu-
mendo i fattori ambientali insieme a
quelli storico-culturali, come elemen-
to pervasivo nella strutturazione del
territorio regionale;
la territorializzazione delle politiche di
sviluppo assumendo il terr i t o r i o
come risorsa alla quale riferire le
politiche dello sviluppo sostenibile.
Il Piano di Sviluppo delle aree Rurali
quindi si innesta perfettamente nelle
logiche di intervento previste dalla pro-
grammazione regionale per due aspetti
fondamentali: il primo connesso con la
sua valenza territoriale. Mai prima dora
era stato possibile re a l i z z a re un pro-
gramma dinterventi cos completo ed
articolato per lintero territorio regionale
e per un periodo cos lungo.
Il secondo elemento legato alla valen-
za strategica del Piano, che rappresenta
il punto di sintesi e di confluenza di tutte
le iniziative e di tutta la progettualit che
fino ad oggi ha caratterizzato lattivit
regionale, nel settore agricolo, fore s t a l e
e rurale, generando osmosi e sinergie fra
gli aiuti regionali e comunitari.
I n questo modo il Piano sar il pi
i m p o rtante strumento di incentivazione
dello sviluppo rurale: uno sviluppo fatto
di prodotti di qualit, uno sviluppo che
r a ff o rza lambiente ed il paesaggio, uno
sviluppo che vuole migliorare la vita e le
opportunit di chi vive nelle zone rurali.
Lorenzo Bisogni
14
PRS, I COLLEGAMENTI
CON LA PROGRAMMAZIONE
REGIONALE
I
Del Piano di Svil uppo Rural e
r i p o rti amo le singole Misure
con le indicazioni principali
che possono essere utili
a l l o p e r a t o re agricolo.
Una precisazione dobbligo:
il Pi ano stato appro v a t o
dalla giunt a regionale, ora
all esame di Bruxelles e anche
della competente
commissione consiliare .
Questo significa che, anche se
f rutto di unatt enta
c o n c e rtazi one con i pi diversi
soggetti isti tuzionali o meno
e con tutt e le istanze che si
occupano in maniera specifica
di programmazione non
defi nitivo e quindi potre b b e
s u b i re delle modifiche. La
sintesi che riportata tiene
conto di questa eventualit e
recupera le informazioni che
sono immediatamente
collegabili al regolament o di
riferimento o a dati che
comunque appaiono certi. La
Rivista avr modo di r itorn a re
s u l l a rg o m e n t o . Lo f ar in
mani era specifica quando
s a remo nella fase dei Bandi,
che fisseranno tutt e le norm e ,
anche comportamental i, per
poter accedere ai benefi ci e
sar possibi le i ndicare anche
la scadenza delle domande.
Abbiamo ritenuto utile
dedicare comunque al Piano,
e quindi alle sue Misure, una
parte della Rivista perch
sicuramente importante che
gli operatori agricoli sappiano
quali sono le maglie dentr o
cui si muove lintervento
pubblico in agricoltura e
quindi possano con anticipo
organizzare la loro
programmazione aziendale.
15
IL
PIANO
DI
SVILUPPO
RURALE
DATI STRUTTURALI
PRECEDENTE PROGRAMMAZIONE
ASSI E MISURE
A S S E P R I O R I TA R I O I
A S S E P R I O R I TA R I O I I
A S S E P R I O R I TA R I O I I I
ZONA GEOGRAFICA
INTERESSATA
DAL PIANO
I l piano ri guarda tutto il ter -
ri tori o regional e compre s e
l e aree cl assi ficate come
Obiettivo 2.
Dallanalisi della situazione at-
tuale dellagricoltura, della-
g roindustria e del territorio ru-
rale emerge con chiarezza che
nella regione coesistono form e
molto diverse di agricoltura in
modo talmente stretto da non
c o n s e n t i re unarticolazione di
i n t e rvento basata sulla suddivi-
sione in zone omogenee.
Nella regione Marche si appli-
ca pertanto un solo Piano di
Sviluppo Rurale.
LA SITUAZIONE
DEMOGRAFICA
La popolazione residente nel-
le Marche (dati 1998) am-
monta a circa 1.450.879 abi-
tanti, distribuiti su una super-
ficie territoriale di 9.693,5 Km
quadrati, per una densit di
popolazione di circa 149 abi-
tanti per Km quadrato.
La distribuzione per fasce di
et segue quella del distre t t o
geografico del Nord e Centro
Italia, con frequenza massima
di popolazione compresa tra
25 e 44 anni di et. Rispetto
al dato nazionale, emerge in-
vece la minore distribuzione
della popolazione nelle fasce
di et al di sotto dei 44 anni
(Tabella 2).
La popolazione anziana, al di
sopra dei 64 anni, raggiunge
nelle Marche quasi il 21%
della totale, confermando il
p rocesso di invecchiamento
in atto, con livelli sensibil-
mente superiori sia al dato
del Nord - C e n t ro Italia che al
dato nazionale.
LE RISORSE UMANE
Per quanto riguarda la form a-
zione scolastica, le Marc h e
p resentano un tasso di scola-
rizzazione di istruzione secon-
daria (Tab 1), che la pone al
terzo posto in Italia.
Relativamente allistru z i o n e
universitaria, le Marche si alli-
neano ai valori relativi al Nord
Centro Italia, sebbene vada
rilevata la generale arre t r a t e z-
za dellItalia nei confronti dei
paesi europei, che si attesta-
no generalmente su valori
ben superiori.
LOCCUPAZIONE
Nel 1996 le forze di lavoro
nelle Marche ammontavano a
609 mila unit, con un tasso
di attivit pari al 42.4%; un
v a l o re senzaltro soddisfacen-
te, appena al di sotto del ri-
sultato medio del complesso
delle regioni del Nord - Cen-
tro Italia. E interessante nota-
re come il valore delle perso-
ne in cerca di occupazione ri-
sulti al di sotto della media
del Nord - Centro Italia, evi-
denziando una situazione an-
cora non drammatica per
loccupazione. Dallanalisi del-
la composizione delle forz e
l a v o ro emerge una pre s e n z a
di occupati in agricoltura su-
p e r i o re al valore medio nazio-
nale (6.9% del totale). Ta l e
v a l o re determinato anche
dalla forte presenza di im-
p renditori agricoli anziani,
con scarsa propensione al-
labbandono.
16
DATI STRUTTURALI
LO ZOOM
SULLAGRICOLTURA
MARCHIGIANA
N tasso di n Laureati su
studenti scolarit istruz. laureati popolazione
secondaia Secondaria (%) totale (%)
Marche 69.467 90,4 3.281 0,23
Nord-Centro 1.502.665 83,6 88.760 0,24
Italia 2.648.535 80,0 123.284 0,21
Tabella 1 - Istruzione secondaria e universitaria (anno scolastico 96-97)
Fonte ISTAT
1995 1996 1995/96 Var. %
Marche
Unit di lavoro 615 624 1,5
Prodotto interno lordo 36.574 37.274 1,9
PIL per abitante 31.749 33.875 6,7
Valore aggiunto al c.d.f. 54.394 54.661 0,5
Italia
Unit di lavoro 22.292 22.240 0,0
Prodotto interno lordo 1.385.860 1.1395.018 0,7
PIL per abitante 30.373 32.038 5,5
Valore aggiunto al c.d.f. 56.993 57.320 0,6
Tabella 2 - Conto economico delle ri s o rse e degli impieghi. 1995/1996 miliardi di lire
prezzi 1990
Fonte ISTAT
IL QUADRO ECONOMICO
REGIONALE
Le ultime informazioni dispo-
nibili relative allevoluzione
delleconomia marchigiana si
riferiscono ad elaborazioni
ISTAT del 1996. (Tabella 2)
Sul fronte occupazionale, ri-
spetto alla stazionariet del li-
vello nazionale di occupazio-
ne (unit di lavoro) tra il 1995
ed il 1996, le Marche hanno
mostrato una crescita delle
unit di lavoro pari all1.5%,
pari al primo posto della gra-
duatoria regionale relativa.
Le Marche mostrano una
p e rf o rm a n c e notevole in ter-
mini di crescita economica ed
occupazionale, con dinamiche
espansive nettamente disalli-
neate rispetto a quelle re c e s-
sive nazionali e territoriali.
IL SETTORE AGRICOLO
Il settore agricolo marc h i g i a-
no con 1.451 miliardi di lire ,
r a p p resenta il 4,1% del Va l o re
Aggiunto regionale al costo
dei fattori. Gli occupati in agri-
coltura nelle Marche sono pari
a 39.000 unit (ISTAT, 1996),
il 6,4% delle forze lavoro, da
c o n f ro n t a re con il 4,4% del
N o rd - C e n t ro Italia e con il
5,9% dellItalia.
Caratteristiche strutturali
La superficie agricola utilizzata
(SAU) marchigiana evidenzia
una pro g ressiva tendenza alla
diminuzione nel corso degli ul-
timi decenni che lha port a t a
dagli oltre 616.000 ettari del
1970 agli attuali 540.000. Cio-
nonostante, lincidenza della
stessa sulla superficie totale
(76%) risulta sensibilmente
m a g g i o re rispetto al compart o
N o rd - C e n t ro Italia, e superiore
anche al valore nazionale (Ta-
b e l l a 3). Anche lintensit di
uso del terreno agricolo per
fini produttivi risulti part i c o-
l a rmente pronunciato, e su-
p e r i o re alle medie nazionali e
del Nord - C e n t ro Italia: le su-
p e rfici boschive costituiscono
il 16% della superficie totale,
ed i prati e pascoli permanen-
ti si attestano sul 10% della
stessa. Da tali considerazioni
si evidenzia la spiccata voca-
zione della regione per i semi-
nativi (83% della SAU).
La forte propensione della-
gricoltura marchigiana per i
seminativi confermata dai
dati della Tabella 4: quasi il
70% delle aziende agricole
specializzate marc h i g i a n e ,
cio circa il 56% del totale, il
doppio rispetto al valore me-
dio nazionale, sono specializ-
zate nella produzione di semi-
nativi. Di conseguenza, ri-
spetto ai valori di riferimento,
risultano sottorappre s e n t a t e
soprattutto le aziende zootec-
niche specializzate in erbivori
e quelle relative alle coltiva-
zioni permanenti.
Per quanto riguarda la consi-
stenza del patrimonio zootec-
nico del sistema agricolo re-
gionale, (Tabella 5), le Marche
non sono caratterizzate da
p roduzioni zootecniche part i-
c o l a rmente accentuate, pur in
p resenza di razze bovine pre-
giate; fanno eccezione le pro-
duzioni avicole, che tro v a n o
nella regione due poli pro d u t-
tivi di rilievo nazionale per la
produzione di carne.
Le aziende agricole
Sulla base dellultimo censi-
mento generale dellagricoltu-
ra a cura dellISTAT del 1990,
17
Marche Nord- Italia
Centro
Ha % % %
Superficie totale 715. 770
di cui: SAU 541. 079 76 67 72
di cui Seminativi 446.391 83 64 56
Prati e pascoli 54.430 10 24 25
Coltivazioni perm. 40.257 7 12 18
Boschi 111. 884 16 23 19
Altra superficie 62. 807 9 10 9
Tabella 3 - Ripartizione della superficie aziendale per tipo di utilizzazione dei terreni - 1996
Fonte ISTAT
% capi sul totale
Aziende Capi nazionale
Bovini 6.692 111.516 1,6
Suini 21.897 261.307 3,2
Ovini 5.454 249.247 2,3
Avicoli 42.169 10.049.915 5,2
Polli da carne 34.805 7.933.225 6,9
Totale aziende con allevamenti 47.507
Tabella 5 - Consistenza del patrimonio zootecnico delle Marche - 1996
Fonte: ISTAT Si noti che il totale delle aziende con allevamenti non corrisponde alla somma delle
aziende per singola tipologia, data la presenza di aziende che praticano il poliallevamento
Marche Nord- Italia
Centro
Ha % % %
Aziende specializzate 56. 117 80 83 85
di cui: Seminativi 48.173 69 36 29
Ortofloricoltura 2.262 3 4 3
Coltivazioni permanenti 3.173 5 27 42
Erbivori 1.934 3 15 11
Granivori 575 1 1 1
Aziende miste 13. 723 20 17 15
di cui: Policoltura 8.167 12 9 9
Poliallevamento 621 1 2 1
Coltivazioni-allevamenti 4.935 7 6 5
Tabella 4 - Aziende per orientamento tecnico-economico - 1996
Fonte ISTAT
nelle Marche sono pre s e n t i
o l t re 80.000 aziende agricole
con una dimensione media di
circa 10 ettari di superficie to-
tale. Dallindagine campiona-
ria ISTAT del 1996 il numero
di aziende risulta ridotto a
70.161 unit con un modesto
i n c remento della superf i c i e
media. In controtendenza ri-
spetto alle dinamiche nazio-
nali, si riducono le aziende
con superficie maggiore: la
polverizzazione aziendale re-
sta quindi un problema carat-
terizzante lagricoltura mar-
chigiana. La forma giuridica
p revalente (oltre il 99 % del
totale) quella della persona
fisica, e solo una leggera cre-
scita interessa le forme socie-
tarie. Aspetto importante
anche quello dellinvecchia-
mento della classe impre n d i-
toriale: le aziende il cui con-
d u t t o re ha oltre 65 anni rap-
presentano il 40% del totale.
F o rme di conduzi one e mec-
canizzazione
In linea con i dati nazionali e
del comparto del nord e cen-
t ro Italia, il 90% delle aziende
agricole gestito esclusiva-
mente con manodopera fami-
l i a re e la presenza di mano-
dopera salariata risulta mar-
ginale (Tabella 6). La pre v a-
lenza delle aziende a condu-
zione diretta nasconde peral-
t ro una caratteristica part i c o-
l a rmente presente nelle Mar-
che: il part-time.
La dotazione di mezzi mecca-
nici per occupato e per ettaro
di SAU risulta, invece, sensi-
bilmente superiore al valore
medio nazionale (Tabella 7).
Il ridotto ricorso al fattore la-
v o ro risulta anche dallanalisi
delle giornate lavorative an-
nue per ettaro e per unit la-
vorativa: i dati delle Marc h e
risultano inferiori di circa il
20% sia rispetto alla media
nazionale che rispetto a quel-
la del Nord - C e n t ro Italia (Ta -
bell a 8). La minore intensit
duso del lavoro deriva anche
dalla prevalenza di colture a
seminativi, peraltro con un
elevato valore della re d d i t i v i t
ad ettaro.
18
Marche Nord- Italia
Centro
N aziende % % %
Esclusivamente in azienda 52. 233 75 80 76
Prevalentemente in azienda 14. 929 21 18 22
di cui con attivit secondaria in:
altre aziende agricole 2.235 3 2 4
Aziende industriali 2.853 4 5 5
Altri settori 9.841 14 11 12
Prevalentemente extra-aziendale 2. 407 3 2 2
di cui con attivit principale in:
altre aziende agricole 1.258 2 1 1
Aziende industriali 112 0 0 0
Altri settori 1.037 1 1 1
Tabella 6 - Aziende secondo lat t ivit lavo rat iva aziendale ed ex t ra-aziendale del conduttore - 1996
Fonte: ISTAT. Risulta evidente come le aziende agricole gestite da conduttori con fonte di reddito
escl usivamente agricola si ano solo l 80%;i l ri manente 20 % gesti to da conduttori con att ivit
secondaria o prevalente extra agricola.
Marche Italia
Trattrici N 75.820 1.490.776
Quota sul totale 51,4% 41,7%
Potenza media (cv) 56 56
Mietitrebbiatrici N 3.087 50.382
Quota sul totale 2,1% 1,4%
Potenza media (cv) 116 116
Moto-operatrici N 68.631 2.035.527
Quota sul totale 46,5% 56,9%
Potenza media (cv) 12 12
CV / ha di SAU 10,0 7,7
CV / occupato 139,1 83,0
Tabella 7 - Meccanizzazione nellagricoltura marchigiana - 1994
Fonte: elaborazioni su dati INEA
Marche Nord-Centro Italia
Giornate lavorative / ha 16,1 20,4 21,9
Giornate lavorative / azienda 164 211 181
Giornate lavorative /occupato / anno 295 344 327
RLS (Lit) / giornata lavorativa 107.429 105.945 91.719
Tabella 8 - Intensit duso e remunerazione del fattore lavoro
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT
ANALISI ECONOMICA
DELLAGRICOLTURA
REGIONALE
Il contributo economico delle
singole produzioni agricole
delle Marche sintetizzata
nella Figura 1.
Spiccano i valori della PLV di
c e reali, ortaggi, colture arbore e
a frutto annuo ed avicunicoli.
Per le arboree, il maggiore
contributo alla PLV dato
dalle produzioni vitivinicole. Il
21% di quota di PLV re l a t i v a
alle colture industriali, essen-
zialmente barbabietola da
z u c c h e ro, conferma le Mar-
che come una delle re g i o n i
m a g g i o rmente specializzate
in tale produzione (Tabella 9).
Dalla Figura 2 appare come le
M a rche risultino specializza-
te nella produzione di colture
erbacee, e part i c o l a rmente de-
ficitarie per le arboree, mentre
le produzioni zootecniche si
allineano con la media nazio-
nale. Il confronto tra il 1991
( p re - r i f o rma McSharry) ed il
1996 non evidenzia significa-
tive variazioni, ma solamente
un avvicinamento dei valori
regionali a quelli nazionali.
Nella Figura 3 troviamo i risul-
tati della stessa analisi, per i
principali prodotti dellagricol-
tura marchigiana. E confer-
mato il ruolo dominante delle
p roduzioni industriali (barba-
bietola da zucchero e giraso-
le) e quello del grano duro ,
come confermato il ru o l o
m a rginale delle produzioni lat-
t i e re e delle colture arbore e .
Dalla disaggregazione emerg e
per, con riferimento alle pro-
duzioni zootecniche ad ecce-
zione delle casearie, come la
l o ro importanza nel panorama
nazionale sia aumentata dal
1991 al 1996.
IL SETTORE
FORESTALE
La superficie forestale re g i o-
nale pari a 160.075 ha (dati
I S TAT) e corrisponde al
16,5% dellintera superf i c i e
regionale; il 67% localizzata
in zona montuosa, il 33% in
zona collinare. La tipologia di
bosco pi diffusa nella re g i o-
ne, con unincidenza del 74%,
rappresentata dai cedui
semplici. Nelle province di
P e s a ro e Macerata pre v a l g o-
no le superfici a bosco, men-
t re ad Ancona ed Ascoli le fu-
staie resinose (pini e abeti) e
la macchia mediterranea (Ta-
bella 10).
Il legname abbattuto nel 1996
ammontava a circa 216.624
metri cubi, di cui il 95% co-
stituito da legna da ard e re ,
p rodotta principalmente nelle
p rovince di Macerata ed
Ascoli, e il 2% da legna da la-
v o ro, prevalentemente nella
p rovincia di Pesaro. Il 63%
dei boschi di propriet pri-
vata, il 16% appartiene a Sta-
to, Regione e Comuni, ed il
restante 21% ad altri enti.
Lambiente e lagricoltura
Il modello di sviluppo che ha
caratterizzato lagricoltura in
questi ultimi ventanni ha por-
tato alla ribalta problemi nuovi
rispetto al passato. Le nuove
tecniche di produzione, basate
sullimpiego su vasta scala di
potenti mezzi meccanici e di
p rodotti chimici, e la semplifi-
cazione colturale, hanno per-
messo di ottenere rese unita-
rie superiori al passato, pro-
vocando per un sempre pi
grave degrado ambientale.
Anche oggi i fattori di pro d u-
zione per unit di superf i c i e
continuano ad aumentare ,
p rovocando costi sociali piut-
tosto rilevanti. (Tabella 11).
PUNTI DI FORZA,
CARENZE E DISPARIT
Dallanalisi della situazione at-
tuale, delle caratteristiche
economico e produttive della
regione possibile delineare
un quadro riassuntivo dei
principali punti di forza e di
debolezza delle aree rurali re-
gionali.
19
Fi g u ra 1 - Produzione lorda vendibile per tipo di prodotto - Marche 1996 (milioni di Lire )
0
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
300.000
350.000
Punti di forza
storica integrazione agricol-
tura - altri settori pro d u t t i v i
(modello marc h i g i a n o ) ;
p resenza di produzioni di
qualit con elevato valore
aggiunto;
esistenza di sufficienti spa-
zi di mercati per le pro d u-
zioni marc h i g i a n e ;
paesaggio rurale tradizio-
nale ben conservato;
buona presenza di terr i t o-
rio tutelato (aree protette);
f o rte specializzazione re g i o-
nale nei settori bieticolo,
c e realicolo, sementiero, or-
ticolo, vitivinicolo, avicolo;
d i s c reta presenza della-
gricoltura biologica e di
produzioni tipiche;
tendenza allaumento degli
investimenti negli ultimi
anni.
Punti di debolezza
f o rte tasso di invecchia-
mento della popolazione
nelle zone rurali;
scarso ricambio e invec-
chiamento degli impre n d i-
tori agricoli;
assistenza tecnica inade-
guata e insufficiente, con
scarso coordinamento dei
servizi di sviluppo;
i n s u fficiente form a z i o n e
della forza lavoro;
bassa spesa per ricerca e
sviluppo;
riduzione/scomparsa della
zootecnia estensiva nelle
aree interne;
scarsa competitivit inter-
nazionale del settore agro-
alimentare regionale;
legami di filiera insuff i c i e n t i ,
in part i c o l a re basso livello
di integrazione con lindu-
stria agro - a l i m e n t a re e con
la grande distribuzione;
i n s u fficiente diversifica-
zione delle produzioni;
ridotta dimensione delle
i m p rese agricole e degli
allevamenti;
i n e fficienza delle aziende
agricole, con scarsa diff u-
sione di metodi di control-
lo di gestione;
p roblemi di fertilit nei
suoli e fenomeni erosivi.
20
Figura 3 - Indici di specializzazione delle tipologie produttive marchigiane: 1991-1996
ALLEVAMENTI
COLTIVAZIONI
ERBACEE
COLTIVAZIONI
ARBOREE
-1,0 -0,8 -0,6 -0,4 -0,2 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0
Fi g u ra 2 - Indici di specializzazione delle principali produzioni agricole march i gi a n e : 1 9 9 1 - 1 9 9 6
Colt. Arboree a frutto annuo
Latte pecora e capra
Bovini
Ovini e caprini
Vino
Equini
Patate e ortaggi
Suini
Foraggi
Uova
Cereali
Pollame e conigli
Frumento duro
Barbab. da zucchero
Girasole
Latte vacca e bufala
-0,8 -0,6 -0,4 -0,2 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0
Marche Italia
PLV % PLV %
(milioni di lire) (milioni di lire)
Totale coltivazioni erbacee 857. 324 47, 4 23. 323. 529 34, 0
di cui: Cereali 306.088 35,7 6.719.588 28,8
Leguminose da granella 906 0,1 90.401 0,4
Patate e ortaggi 319.421 37,3 10.252.505 44,0
Piante industriali 180.715 21,1 2.377.435 10,2
Foraggi (in fieno) 6.194 0,7 166.000 0,7
Fiori e piante ornamentali 44.000 5,1 3.717.600 15,9
Totale coltivazioni arboree 288. 217 15, 9 18. 377. 348 26, 8
Totale zootecnia 662. 080 36, 6 26. 873. 260 39, 2
Produzione vendibile complessiva 1. 807. 621 100, 0 68. 574. 137 100, 0
Tabella 9 - Composizione della PLV regionale e nazionale - 1996
Fonte: INEA
1996
1991
1996
1991
POTENZIALIT
DI SVILUPPO RURALE
Lanalisi dellattuale situazione
delle aree rurali marchigiane e
le dinamiche evolutive che in-
t e ressano il settore agricolo e
f o restale e, pi in generale,
leconomia di tali aree, evi-
denziano una serie di dispa-
rit e minacce per lo svilup-
po, ma anche interessanti op-
p o rtunit, rappresentate dalla
possibilit di innescare pro-
cessi redistributivi tra citt e
campagna, attraverso una po-
litica di valorizzazione delle ri-
sorse di cui le aree rurali so-
no dotate.
Tra le opportunit di sviluppo
si evidenzia anche la re s i s t e n-
za di insediamenti nelle are e
rurali interne, che preludono a
potenziali sinergie con il set-
t o re turistico, eno-gastro n o-
mico, culturale e ambientale.
Tra le minacce, la principale
quella legata alla situazione
ambientale, che presenta pro-
blemi a causa di pratiche
a g ronomiche inadeguate e
semplificazione dei sistemi di
p roduzione con conseguente
aumento dei rischi di conser-
vazione degli eco-sistemi
agricoli. Di seguito si indivi-
duano altri problemi come la
s t a n d a rdizzazione dei consu-
mi alimentari, e la perdita del-
le tradizioni culturali legate al-
la ruralit.
LE PECULIARIT
DEL SISTEMA RURALE
MARCHIGIANO
Sulla base dei criteri OCSE,
basati sul livello di antro p i z z a-
zione, ciascuna delle 4 pro v i n-
ce marchigiane e lintera re-
gione vengono classificate co-
me significativamente rurali.
La presenza di una popolazio-
ne distribuita in modo unifor-
me sul territorio costituisce
una delle caratteristiche pecu-
liari del sistema rurale marc h i-
giano, strettamente connesso
con il modello di sviluppo dif-
fuso proprio della regione. Le
sue origini nascono dalla dis-
soluzione della mezzadria, for-
temente soppiantata dallim-
p resa a conduzione diretta at-
t o rno agli anni 60. In questo
contesto i componenti della
famiglia contadina, ricerc a n o
soluzioni occupazionali extra-
agricole, mentre lattivit agri-
cola fonte di prodotti di au-
toconsumo per il nucleo fami-
l i a re, ancora legato allazienda.
Nasce la possibilit di integra-
re il reddito aziendale con atti-
vit extra aziendali e la convi-
venza in loco delle due attivit
p e rmette una maggiore flessi-
bilit ed un minor costo della
manodopera. Nella re g i o n e
nascono cos imprese a scala
f a m i l i a re, ed allinterno della
famiglia agricola di natura
mista (con pi componenti
impegnati in attivit extra-
agricole) non pi il re d d i t o
extra-agricolo ad integrare
quello agricolo ma il contrario.
Lagricoltura assume sempre
pi un ruolo integrativo al
reddito globale.
Lo spostamento dellasse del-
le Politiche Comunitarie per
lagricoltura da politiche agri-
cole a politiche rurali, tro v a
fondamentalmente le sue ra-
gioni nella volont di ricono-
s c e re e tutelare il ruolo cen-
trale svolto nei territori ru r a l i
dellagricoltura in un contesto
non esclusivamente pro d u t t i-
vistico, di cui il caso marc h i-
giano costituisce un valido
esempio. La presenza com-
plessivamente uniforme di
popolazione sul territorio ru-
rale, creando le condizioni per
la pre s e rvazione del patrimo-
nio culturale e storico, tro v a
nelle politiche agro - a m b i e n t a-
li un valido strumento.
Lesistenza di un ambiente ru-
rale salvaguardato, e di un
s e t t o re agricolo che pu van-
t a re potenzialit elevate per i
p rodotti pi attenti, costitui-
sce il fondamentale elemento
per lo sviluppo del terr i t o r i o
rurale delle Marche.
21
fustaie di fustaie di fustaie Cedui Cedui macchia Totale
resinose latifoglie miste semplici composti mediterr.
PS 1.300 242 99 45.259 5.473 - 52.373
AN 4.674 92 37 12.724 1.993 - 19.520
MC 2.698 1.084 514 43.805 2.015 - 50.116
AP 1.783 3.742 265 16.738 1.895 139 24.562
Totale 10. 455 5. 160 915 118. 526 11. 376 139 146. 571
Tabella 10 - Superficie forestale per tipo di bosco (ha)
Fonte: Il sistema agricolo e alimentare nelle Marche Rapporto 1999
1970 1982 1990
Azoto 49,7 86,6 70,3
Fosforo 45,7 55,9 65,4
Potassio 6,2 8,6 11,6
Totale 101,6 151,1 147,3
Tabella 11 - Consumo di fertilizzanti nelle Marche (Kg/ha)
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
CONCIMI ANTIPARASSITARI
1970 113.541 12.976
1982 135.285 43.924
1990 129.292 49.168
Tabella 12 - Spesa per concimi e antiparassitari per ettaro di SAU nelle Marche
(prezzi costanti 1985)
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
o n d a m e n t a l e ,
ai fini di una
p ro g r a m m a-
zione eff i c a c e ,
lanalisi degli
i n t e rventi re a-
lizzati negli anni pre c e d e n t i ,
per "correggere il tiro" e adat-
t a re i nuovi interventi alle esi-
genze emerse. Ci vale anco-
ra di pi per le misure di svi-
luppo rurale contenute nel
PSR 2000-2006, che sono
s t rettamente legate con un
r a p p o rto di continuit alle mi-
s u re precedentemente finan-
ziate ai sensi dellobiettivo 5b
(Reg.CEE 2081/93), dello-
biettivo 5a (Regg.CE 950/97,
951/97 e 867/90) e delle mi-
s u re di accompagnamento
(Regg.CE 2078, 2079 e 2080
del 1992).
Il regolamento comunitario
n.1257/99, base norm a t i v a
del nuovo PSR, ha di fatto ac-
corpato tutte queste misure ,
assicurando un quadro di ri-
ferimento unico e org a n i c o
per la programmazione e lat-
tuazione di tutti gli interv e n t i
di sviluppo rurale cofinanziati
dallUnione Europea. Gli inter-
venti contenuti nel Piano di
Sviluppo Rurale 2000-2006,
quindi, sostanzialmente se-
guono limpostazione delle
m i s u re di sviluppo rurale atti-
vate nel periodo 1994-99, pur
con alcune modifiche che
v e rranno evidenziate nella
p a rte descrittiva delle misure
stesse.
La valutazione delleff i c a c i a
dei programmi del pre c e d e n-
te periodo di pro g r a m m a z i o-
ne 1994-99 appare ancora
p rematura, dato che i pro g e t-
ti finanziati sono per lo pi
ancora in corso di re a l i z z a-
zione. Lanalisi verter per-
tanto sullentit delle risorse
finanziarie spese per le diver-
se misure, indicativa del gra-
do di interesse che le azioni
attivate hanno suscitato negli
agricoltori e negli altri poten-
ziali beneficiari, oltre che del-
la pertinenza degli interv e n t i
p roposti alle esigenze pro p r i e
del contesto rurale marc h i-
giano.
Il peso relativo delle diverse
m i s u re di sviluppo rurale atti-
vate nel periodo 1994-99, in
t e rmini di risorse assorbite
il seguente: gli interventi di
miglioramento delle stru t t u re
agricole finanziati dal Reg. CE
950/97 hanno utilizzato la
maggior quota di fondi, se-
guiti dalle misure inserite nel-
lobiettivo 5b, dalle misure
a g roambientali finanziate dal
Reg. CEE 2078/92 e dagli in-
t e rventi di trasformazione dei
p rodotti agricoli previsti dal
Reg.CE 951/97.
Si ricorda che mentre gli im-
pegni sono ormai "chiusi",
poich la data ultima per as-
sumerli era il 31 dicembre
1999, i pagamenti saranno ef-
fettuati fino al 31/12/2001.
22
PRECEDENTE PRO G RAM M AZI O NE
F O N D I C O M U N I TA R I 1 9 9 4 - 9 9 ,
U T I L I Z Z ATE TUTTE LE RISORSE
F
OVERBOOKI NG
Con questo termine si intende la possibilit di assumere impegni per importi superiori alle ri-
sorse disponibili. Lobiettivo quello di arrivare entro il termine del periodo di programmazio-
ne (31/12/2001) con un livello di impegno effettivo pari al 100%, evitando cos di lasciare inu-
tilizzate risorse pubbliche disponibili. E necessario impegnare inizialmente oltre il 100%, per
assicurare, a interventi conclusi, la piena utilizzazione dei fondi poich spesso quanto viene li-
quidato ad un progetto alla sua conclusione inferiore allimporto inizialmente impegnato per
linsorgere di economie di spesa, mentre per altri progetti si verificano rinunce o revoche.
l Documento Unico
di Pro g r a m m a z i o n e
per gli interv e n t i
s t rutturali comuni-
tari nelle zone ru r a l i
della Regione Mar-
che, perseguiva lobiettivo del
riequilibrio territoriale e della
c rescita della redditivit delle
zone rurali attraverso quattro
principali linee strategiche di
i n t e rvento che costituiscono i
q u a t t ro assi prioritari in cui si
articola.
LAsse 1, che interessa dire t-
tamente il settore agricolo, ha
la finalit di v a l o r i z z a re le r i -
sorse agricole, forestal i e na -
t u r a l i s t i c o - a m b i e n t a l i con un
pacchetto di iniziative, ag-
g regate in 8 Misure, a loro
volta comprendenti numerose
tipologie di azione.
E possibile individuare questi
g ruppi principali, gestiti di-
rettamente dallAssessorato
Agricoltura:
le Misure 1.1.1 (Filiere pro-
duttive) - 1.1.2 (Zootecnia)
-1.1.3 (Produzioni di qua-
lit) -1.1.4 (Servizi di svi-
luppo agricolo), nelle quali
le pur diff e renziate (per
c o m p a rto produttivo inte-
ressato e caratteristiche
tecniche) tipologie di inter-
vento, concorrono alla q u a -
li fi cazione, diversi fi cazi one
e val or izzazione dell e pro -
duzioni agricole;
la Misura 1.1.5 che, attra-
verso lo sviluppo dellagri-
turismo (quale forma inte-
grativa del reddito agrico-
lo) si collega allobiettivo
generale della diversifica-
zione economica delle zo-
ne rurali;
la Misura 1.1.6 che, attra-
verso la razionalizzazione
nelluso delle risorse idri-
che per lirrigazione, con-
tribuisce a due finalit di
carattere generale: il razio-
nale utilizzo a fini produtti-
vi delle risorse naturali e
la qualificazione delle pro-
duzioni agricole;
la Misura 1.2.2 (Patrimonio
f o restale) intende contri-
b u i re allobiettivo specifico
dellAsse relativo alla pro t e -
zi one e val or izzazione del
patr imoni o ambientale e
c u l t u r a l e delle zone rurali.
Esecuzione finanziaria
Nella tabella vengono forn i t e
le proiezioni delle risorse pub-
bliche impegnate al 31 dicem-
b re 1999.
Le risorse totali impegnate per
le misure agricole ammontano
a quasi 190 miliardi di lire, di
cui oltre 126 miliardi di risorse
pubbliche con un livello di im-
pegno pari al 106%, cio sono
stati impiegati tutti i fondi di-
sponibili e in alcuni casi gli im-
pegni superano addirittura le
risorse stanziate nel piano fi-
nanziario. Ci dipende dal fatto
che, per assicurare il finanzia-
mento di una parte dei pro g e t t i
p resentati ai sensi degli ultimi
bandi di maggio e giugno 99 e
per consentire le operazioni di
overbooking, la Regione ha
messo a disposizione delle mi-
s u re agricole del 5b altri 7 mi-
l i a rdi di lire attinte dal bilancio
regionale. Tali risorse sono
state destinate a quelle misure
che necessitavano pi delle al-
t re di fondi aggiuntivi, dispo-
nendo di un grosso pacchetto
di progetti gi approvati e
p rontamente cantierabili, e
cio le misure: 1.1.2, 1.1.4,
1.1.5 e 1.2.2.
Per quanto riguarda la spesa,
cio le somme eff e t t i v a m e n t e
e rogate ai beneficiari, il livello
raggiunto risulta ovviamente
i n f e r i o re a quello degli impe-
gni sia perch vi sono ancora
due anni di tempo per eff e t-
t u a re le liquidazioni, sia per
altri due ordini di motivi: le
azioni finanziate riguardano in
gran parte interventi stru t t u r a-
li, che richiedono mediamente
23
I
DOCUP Obi et t i vo 5b
Programmazione finanziaria Impegni IMPEGNI
ASSE/MISURE 1994-99 (1) dei beneficiari
finali
Costo totale Fondi pubblici Fondi pubblici
A B D D/B
ASSE 1 (* 1): Valorizzazione delle risorse
agricole e forestali 189.463.906 118.985.756 126.345.756 106%
Mis. 1.1.1 - Interventi integrati di filiera 36.619.374 21.024.706 21.024.706 100%
Mis. 1.1.2 - Zootecnia 45.886.337 23.498.206 27.918.206 119%
Mis. 1.1.3 - Progetti integrati per produzioni
di qualit 19.027.016 13.014.146 13.014.146 100%
Mis. 1.1.4 - Promozione e diffusione
dei servizi di sviluppo agricolo 12.959.955 8.256.544 8.589.544 104%
Mis. 1.1.5 - Sviluppo dellagriturismo 36.091.394 17.285.860 18.185.860 105%
Mis. 1.1.6 - Razionalizzazione delle reti
irrigue e azioni compl. 22.098.523 19.648.848 19.770.848 101%
Mis. 1.2.2 - Protezione e sviluppo
del patrimonio forestale 16.781.307 16.257.446 17.842.446 110%
DOCUP Obiettivo 5b regione MARCHE 1994-99 - Misure finanziate dal FEOGA ( esclusa la Misura 1. 1. 7 per emergenza sismica)
190 miliardi per lagricoltura e le foreste. I progetti presentati e finanziati sono stati oltre 2000.
Tabella 1 - Attuazione finanziaria al 31.12.1999 - proiezioni (migliaia di lire)- indici di efficacia
(con ri fe rimento piano fi n a n z i a rio ap p rovato in sede di comitato di sorveglianza del 29/30 nove m b re 1999
Come si vede dallultima
colonna tutte le risorse
disponibili sono state
impegnate. Quando la
percentuale superiore
al 100% significa che
sono stati aggiunti
fondi freschi con il
bilancio regionale.
190 miliardi per lagricoltura e le foreste.
Finanziati circa 2000 progetti
tempi di realizzazione di oltre
18 mesi; inoltre una gro s s a
quota di impegni stata as-
sunta nel corso del 1999, poi-
ch diverse azioni del DOCUP
erano state modificate per mi-
g l i o r a rne laderenza alle esi-
genze dei potenziali benefi-
ciari via via emerse; per poter
a s s u m e re impegni relativi a
queste nuove azioni si dovu-
ta attendere lappro v a z i o n e
delle modifiche da parte della
Commissione Europea che ha
richiesto tempi lunghi.
Da unanalisi pi dettagliata
emerge che:
tra le p roduzi oni vegetal i
(misura 1.1.1), il settore
vitivinicolo quello con
maggior peso relativo, as-
sorbendo oltre il 65% di
risorse pubbliche impe-
gnate, seguito dal settore
olivicolo che assorbe circ a
il 20% . Peso relativo mol-
to inferiore in termini di ri-
sorse impegnate re g i s t r a-
no gli altri tre settori, ort o-
f rutta, piccoli frutti e pian-
te officinali e gelsibachi-
coltura (nellordine 7%,
5% e 3%). Le azioni che
hanno riscosso il maggior
successo sono il re i m p i a n-
to dei vigneti, degli oliveti,
limpianto di gelseti, e, nei
settori vino e olio, le azioni
p romozionali, la sperimen-
tazione, gli studi e lanima-
zione per politiche di qua-
lit; nei settori ort o f ru t t i c o-
lo, piccoli frutti e piante of-
ficinali (ma anche in quello
olivicolo) gli interventi di
maggior successo sono
quelli relativi agli impianti
di trasformazione, conser-
vazione e trattamento;
relativamente alla z o o t e c-
n i a (misura 1.1.2), gli al-
levatori hanno aderito in
p a rt i c o l a re agli interv e n t i
che finanziano gli alleva-
menti zootecnici altern a t i-
vi e la riduzione dellin-
quinamento. Il compart o
bovini da carne ha utilizza-
to il 18% dei fondi impe-
gnati per la misura con
p rogetti che hanno riguar-
dato soprattutto gli ade-
guamenti aziendali, gli im-
pianti di trasformazione di
c a rne e latte, e le politiche
di qualit, nel settore ovi-
caprini i progetti hanno
r i g u a rdato gli adeguamen-
ti aziendali e i migliora-
menti di prati e pascoli.
Nel comparto p roduzi oni di
q u a l i t (misura 1.1.3), lagri-
coltura biologica assorbe il
44% degli impegni, tra le
azioni di maggior successo le
s t ru t t u re di trasformazione e
c o m m e rcializzazione e la
p romozione dei prodotti bio-
logici; lintervento relativo ai
p rodotti di qualit ha un peso
pari al 56%, part i c o l a re ri-
s c o n t ro hanno avuto gli inter-
venti di animazione, gli studi
e ricerche sui prodotti locali e
la sperimentazione.
Per quanto riguarda la pro-
mozione e diffusione dei s e r-
vizi di svi luppo agricol o ( m i-
sura 1.1.4) le risorse sono
state utilizzate per sostenere
la sperimentazione (37%), i
centri di divulgazione agro-
meteo (29%), la rete agrome-
t e o rologica (19%), linform a-
tizzazione delle aziende (11%)
e le banche dati (4%). In ge-
nerale tutte le azioni re g i s t r a-
no un ottimo livello di parteci-
pazione e anche di re a l i z z a-
zione degli interventi, cos co-
me evidenziato anche dagli
indicatori sulla capacit di pa-
gamento e di spesa.
La misura 1.1.5 sostiene in-
t e rventi a favore della g r i t u r i-
s m o: tra questi lazione netta-
mente pi rilevante in term i n i
di risorse impegnate quella
che finanzia la ristrutturazione
dei fabbricati da destinare ad
attivit agrituristiche che as-
sorbe il 78% degli impegni
pubblici della misura e supe-
ra, in termini di risposta da
p a rte dei beneficiari, le pre v i-
sioni fatte nel documento di
p rogrammazione, denotando
il forte interesse per lattivit
agrituristica che caratterizza
le Marche negli ultimi anni.
Un altro 21% di risorse ha fi-
nanziato i progetti di re a l i z z a-
zione di reti sentieristiche che
collegano le strutture agrituri-
stiche a siti di part i c o l a re in-
t e resse storico-culturale o
ambientale.
Per quanto riguarda le reti ir-
r i g u e (misura 1.1.6), le risor-
se impegnate sono state as-
sorbite in larga parte (85%)
dallazione che finanzia il
completamento delle opere di
accumulo e di distribuzione
i rrigua finalizzate alla migliore
gestione dei comprensori irr i-
gui, realizzate dai Consorzi di
bonifica. Tale azione ha avuto
un riscontro migliore di quan-
to previsto, tanto da intere s-
s a re una superficie di circ a
320 ettari. La restante quota
delle risorse ha finanziato la
realizzazione di laghetti colli-
nari e progetti che pre-
vedono il riuso a scopo
i rriguo di reflui civili o
zootecnici.
Per il sistema boschivo
m a rc h i g i a n o ( m i s u r a
1.2.2) si sono finanziati
p rogetti di migliora-
mento dei boschi, che
hanno assorbito poco
meno del 70% delle ri-
sorse impegnate. L a v-
viamento ad alto fusto
dei boschi cedui in par-
t i c o l a re presenta pro-
getti per oltre 1.800 et-
tari di bosco da miglio-
r a re, di cui oltre 780 gi
completati, ma anche la
costituzione di boschi
nei terreni agricoli abbandona-
ti e il miglioramento dei casta-
gneti hanno registrato un
buon successo. Nel settore
studi e ricerche le risorse im-
piegate hanno riguard a t o
l i n f o rmatizzazione e mappatu-
ra degli interventi, 12 piani di
gestione del patrimonio agri-
c o l o - f o restale che dovranno
e s s e re redatti dalla Comunit
Montane, la redazione dellIn-
ventario e della Carta Fore s t a-
le re g i o n a l e .
24
MIGLIORAMENTO
DELLEFFICIENZA
DELLE STRUTTURE
AGRICOLE (REG. CE
950/97, EX 2328/91)
Obiettivo generale del Reg.
CE 950/97 laccre s c i m e n t o
d e l l e fficacia e della competi-
tivit delle aziende agricole
attraverso il raff o rz a m e n t o
delle stru t t u re di pro d u z i o n e ,
f a v o rendo i giovani agricolto-
ri, incentivando la costituzio-
ne di associazioni ed elevan-
do il livello di formazione del-
la popolazione agricola.
Stato di attuazione
Lattuazione del Regolamento
p resenta risultati molto posi-
tivi, infatti, al 31/12/99 sono
stati impegnati fondi pari al
105% delle dotazioni e pagate
somme corrispondenti al
104%. Questo stato possi-
bile grazie alla disponibilit di
fondi aggiuntivi regionali pari
a circa 8 miliardi.
La tabella seguente mostra
lavanzamento finanziario per
misura e per zona (Tabella 2)
fino al 31/12/1999.
Attraverso unanalisi dei risul-
tati finanziari possibile indi-
v i d u a re le misure che hanno
riscosso il successo migliore .
Gli aiuti agli investimenti
aziendali (piani di migliora-
mento) rappresentano la mi-
sura pi importante, con un
peso sul totale del contributo
pubblico di circa il 55%, che
diventa ancora pi marc a t o
nelle zone ob. 5b dove i con-
tributi erogati rappre s e n t a n o
o l t re il 73% del totale.
Le tipologie di investimenti
realizzati sono per lo pi state
le seguenti:
rinnovo parco macchine;
impianti di trasform a z i o n e
aziendale;
s t ru t t u re aziendali (stalle,
fienili, etc.).
La misura che sostiene il pri-
mo insediamento dei giovani
agricoltori, part i c o l a rm e n t e
i m p o rtante se si considera la
necessit di ricambio genera-
zionale che investe lagricol-
tura e il problema della disoc-
cupazione giovanile, ha as-
sorbito il 25% delle risorse
pubbliche. E da notare che,
rispetto ai piani di migliora-
mento, meno marcata linci-
denza delle zone ob. 5b come
beneficiarie, pur rimanendo
n e l l o rdine del 60% sul totale
della misura.
L e n o rme successo re g i s t r a t o
dalle due misure, che com-
plessivamente pesano per
l80% del totale, deriva anche
dal fatto che sono state le due
m i s u re partite per prime, per
le quali si sono registrati im-
pegni e pagamenti fin dal
1994, derivando dire t t a m e n t e
dal Reg. Cee 797/85.
Se integriamo la misura del
25
Le Mi sure ex Obi et t i vo 5a
TOTALE PER MISURA IMPEGNI
E PER ZONA
Investimenti Impegni pubblici
Piani di ob 5B 217.193.081.518 73% 63.548.160.040
miglioramento Altre zone 92.371.139.520 27% 23.825.008.264
Totale 309. 564. 221. 038 55% 87. 373. 168. 304
1 ob 5B 60% 23.638.615.750
insediamento altre zone 40% 15.753.563.675
giovani Totale 25% 39. 392. 179. 425
Aiuto ob 5B 66% 2.769.506.308
aggiuntivo altre zone 34% 1.424.410.044
25% Totale 3% 4. 193. 916. 352
Indennit ob 5B 93% 20.636.450.417
compensativa altre zone 7% 1.518.101.373
Totale 14% 22. 154. 551. 790
Investimenti ob 5B 505.889.000 100% 407.273.950
collettivi altre zone 0%
Totale 505. 889. 000 0% 407. 273. 950
Assistenza ob 5B 34% 1.986.611.500
tecnica altre zone 66% 3.868.664.500
Totale 4% 5. 855. 276. 000
Formazione
professionale
non definito
TOTALE ob 5B 217.698.970.518 71% 112.986.617.965
9499 altre zone 92.371.139.520 29% 46.389.747.856
non definito
Totale 310. 070. 110. 038 100% 159. 376. 365. 821
Fonte: Elaborazione dati di monitoraggio - Regione Marche
Tabella 2 - Ripartizione degli impegni e pagamenti per misura e per zona - 94/99 - valori in lire
Comprende diversi regolamenti - di seguito ripresi
analiticamente - che puntano allefficienza
dellazienda agricola e del sistema agroalimentare
Oltre alle risorse
impegnate (nel caso
specifico corrispondono
ai pagamenti) come da
tabella, saranno
trasferiti - sulle nuove
dotazioni finanziarie del
Piano di Sviluppo Rurale
2000-2006 - i piani di
miglioramento, che pur
essendo stati gi
approvati non sono stati
liquidati a causa
dellesaurimento delle
risorse: il totale di questi
supera i 63 miliardi
primo insediamento dei gio-
vani, con quella dellaiuto
s u p p l e m e n t a re del 25%, ri-
sulta che complessivamente
o l t re il 28% delle risorse de-
stinate al Reg. CE 950/97 so-
no state utilizzate per favorire
lo sviluppo di unattivit pro-
duttiva agricola.
Delle misure rivolte agli agri-
coltori delle zone svantaggia-
te (indennit compensativa e
investimenti collettivi), solo la
prima ha registrato un buon
i n t e resse da parte degli ope-
ratori del settore. L i m p e g n o
nei sei anni pari ad oltre 22
m i l i a rdi di contributo pubbli-
co (il 14% dei contributi tota-
li), ed localizzato per circa il
93% in zone ob. 5b.
Gli interventi relativi alla mi-
sura dellassistenza tecnica
alle aziende agricole hanno ri-
scosso un discreto successo.
Il peso relativo di tale misura
in quanto a contributi pubblici
pari al 4%, con circa 5,8
m i l i a rdi di impegni e paga-
menti al 31/12/99. Riguard o
alle altre misure cofinanziate,
nella Regione Marche non so-
no state affatto attivate n le
m i s u re a favore della cre a z i o-
ne di associazioni, n quelle
che prevedono incentivi allin-
t roduzione della contabilit.
Riguardo alla formazione pro-
fessionale si era prevista la
realizzazione di corsi per oltre
3 miliardi alla fine del 1997. A
causa dei tempi ristretti, nel
corso del 1999 gli impegni
p resi sono stati revocati ed i
fondi destinati ad interv e n t i
su altre misure.
Per quanto riguarda infine
limpatto del re g o l a m e n t o
quanto al numero dei benefi-
ciari, complessivamente al
31/12/99 gli stessi ammonta-
no a 10.695; di questi circ a
4.000 (il 37%) hanno benefi-
ciato dellindennit compen-
sativa, mentre circa 3.300
(31%) dei piani di migliora-
mento e 2.855 (27%) dei pre-
mi di primo insediamento
giovani.
26
n. beneficiari Pagamento medio Peso %
per beneficiario dei benficiari
Piani miglioramento 3.291 25.912.314 31%
Primo insed. Giovani 2.855 13.797.611 27%
25% aiuti aggiuntivi 461 9.097.432 4%
ind. Compensativa 4.007 5.517.315 37%
Inv. Collettivi 5 81.454.790 0%
Ass. tecnica 76 76.818.700 1%
Totale 10. 695 14. 700. 037 100%
Fonte: Elaborazione dati di monitoraggio - Regione Marche
Tabella 3 - I beneficiari del Reg. CE 950/97
TRASFORMAZIONE E
COMMERCIALIZZAZIONE
DEI PRODOTTI
AGRICOLI
(REG. CE 951/97, EX 866).
Il regolamento CE 951/97 in-
tende favorire il miglioramento
e la razionalizzazione del trat-
tamento, della trasform a z i o n e
e della commerc i a l i z z a z i o n e
dei prodotti agricoli. In linea
con questi obiettivi generali fi-
nanzia una serie di misure:
l a m m o d e rnamento tecno-
logico e la razionalizzazione
degli impianti di lavorazio-
ne, trasformazione, conser-
vazione, confezionamento e
c o m m e rcializzazione dei
p rodotti agricoli, nonch di
riciclo dei sottoprodotti e
residui di fabbricazione;
lapplicazione di nuove tec-
niche di trasform a z i o n e ,
impostate sulla pro t e z i o n e
dellambiente e lo sviluppo
di nuovi prodotti;
il miglioramento della qua-
lit dei prodotti e delle con-
dizioni igienico-sanitarie;
il miglioramento dellim-
missione sul mercato e la
creazione di nuovi sbocchi.
STATO DI ATTUAZIONE
Lattuazione del Regolamento
registra un ottimo successo, in-
fatti, al 31/12/99, sono stati im-
pegnati fondi pari al 115% delle
dotazioni previste dal Quadro
Comunitario di Sostegno. Que-
sto stato reso possibile dalla
disponibilit di fondi aggiuntivi
pari a circa 23 miliardi assegna-
ti con le risorse del fondo agri-
monetario (Reg. CE 805/97).
Il monitoraggio fisico e finan-
ziario al 31 dicembre 1999
evidenzia che alcuni settori, e
fra questi la carne, il latte,
l o rt o f rutta ed il vino hanno
completamente utilizzato la
dotazione finanziaria del pe-
riodo facendo rilevare una
notevole vitalit.
Per quanto riguarda lort o-
f rutta, ci avvenuto nono-
stante nel periodo tale settore
abbia fatto registrare una crisi
di mercato che ha investito in
p a rt i c o l a re il prodotto fre s c o ,
alla quale si peraltro asso-
ciata una preoccupante ridu-
zione delle produzioni ort o-
f rutticole regionali. Negli ulti-
mi tempi si sono re g i s t r a t i
comunque sia alcuni segnali
di ripresa delle orticole da
pieno campo trasformate per
lunga conservazione (scatola-
me e surgelati) che un incre-
mento della richiesta di pro-
dotti della terza e quarta gam-
ma a base di orticole.
Il settore relativo alla trasfor-
mazione dellolio di oliva ca-
ratterizzato da unottima per-
f o rmance tanto che le risorse
destinate non coprono total-
mente le richieste, e ci nono-
stante che una parte degli in-
t e rventi di ristrutturazione dei
piccoli frantoi delle aree inter-
ne che ricadevano nella zoniz-
zazione dellarea Obiettivo 5b
sono stati finanziati con le ri-
sorse del reg. 2081/93.
Per quanto riguarda i settori
uova, sementi, fiori e piante,
le risorse disponibili pare g g i a-
no con le disponibilit finan-
ziarie dei rispettivi settori.
Nel settore cereali nel periodo
94/99 si registrata un dimi-
nuzione di interesse per la
misura da parte degli opera-
tori a dimostrazione che le
capacit di stoccaggio pre-
senti coprono le esigenze del
s e t t o re e che lesiguo marg i-
ne operativo induce ad un ral-
lentamento degli investimenti.
Il livello della spesa eff e t t u a t a
dai beneficiari finali inferiore
a quello delle risorse impe-
gnate dato che le azioni ri-
g u a rdano in gran parte inter-
venti strutturali, che richiedo-
no mediamente tempi di re a-
lizzazione di oltre 18 mesi, e
che circa 1/3 delle risorse so-
no state assegnate alla Regio-
ne Marche e da questa impe-
gnate nel corso del 1999. I
settori con i pi bassi livelli di
spesa sono quelli che, a causa
della pi bassa priorit di se-
lezione, sono stati finanziati
soltanto nellultimo periodo.
necessario comunque ricor-
d a re che le spese sono am-
missibili fino al 31.12.2001.
Una prima valutazione sullim-
patto occupazionale degli inter-
venti attivati ai sensi del re g o-
lamento 951/97 permette di ri-
l e v a re una crescita degli occu-
pati fissi e una riduzione degli
avventizi ed il consolidamento
dei posti di lavoro nelle aziende
oggetto dellintervento. Com-
plessivamente lintervento ha
r i g u a rdato centinaia di posti di
l a v o ro dellagroindustria. Per
quanto riguarda limpatto am-
bientale degli investimenti allo
stato attuale si pu rilevare una
diminuzione dei consumi idrici
27
Settore Programmazione finanziaria Impegni dei beneficiari IMPEGNI
1994-99 (1) finali
Costo totale Fondi pubblici Costo totale Fondi pubblici
A B C D C/A
Totale 151. 237. 581 77. 131. 166 173. 299. 838 88. 162. 295 115%
Carne 57.708.584 29.431.378 63.028.584 32.091.378 109%
Latte 11.761.008 5.998.114 12.903.308 6.569.264 110%
Uova 4.404.999 2.246.549 4.405.000 2.246.550 100%
Cereali 11.471.044 5.850.232 10.431.000 5.330.210 91%
Olio doliva 8.752.827 4.463.942 8.752.827 4.463.942 100%
Vino 16.570.986 8.451.203 28.130.986 14.231.203 170%
Ortofrutta 34.641.419 17.667.124 39.721.419 20.207.124 115%
Fiori e piante 564.616 287.954 564.616 287.954 100%
Sementi 5.362.098 2.734.670 5.362.098 2.734.670 100%
Tabella 4 - Stato di attuazione finanziaria al 31.12.1999 (migliaia di lire) - indici di efficacia
(con riferimento piano finanziario approvato in data 7 luglio 1999) Importi in migliaia di lire
Poich le assegnazioni
fatte dal Ministero sono
state via via rimodulate
sulla base del grado di
efficienza (quindi della
capacit di spendere)
delle singole regioni,
a titolo di esempio si
sottolinea che la
Regione Emilia
Romagna ha usufruito di
una dotazione che non
raggiunge il doppio di
quella delle Marche.
Fonte: elaborazione dati di monitoraggio Regione Marche
Nel corso del 1999 sono state ottenute le seguenti assegnazioni
f i n a n z i a r i e :
1 . Trasferimento risorse al programma reg. 951/97 a copertura di
investimenti per 30 miliardi di lire circa (approvaz. del 7/7/99);
2 . Assegnazione risorse di cui al reg. CE 805/97 (Agrimonetario)
per ulteriori investimenti pari a 23 miliardi di lire circa la cui
c o p e rtura finanziaria assicurata con Del. CIPE del 1/12/99.
Ai maggiori impegni assunti rispetto alle risorse programmate si
far fronte con dotazione finanziaria derivante dal riparto per la
Re gi one Ma r che dei fondi di cui ai Regg. CE 8 05 / 9 7
( A g r i m o n e t a r i o )
Il termine ultimo per la chiusura dei programmi relativi al reg. CE
951/97 fissato al 31/12/2001 mentre il termine per la re n d i c o n-
tazione della spesa fissato al 30/06/2002.
TRASFORMAZIONE E
COMMERCIALIZZAZIONE
DEI PRODOTTI DELLA
SILVICOLTURA
(REGOLAMENTO
CEE N. 867/90)
Con il regol amento CEE n.
867/90 la Commissione Euro-
pea intende attivare unazione
ampia e specifica a favore del
s e t t o re forestale, considerato
strategico per lo sviluppo di
attivit alternative e/o com-
plementari a quelle agricole.
Lobiettivo generale di favori-
re il miglioramento delle con-
dizioni di trasformazione e
c o m m e rcializzazione dei pro-
dotti silvicoli viene perseguito
finanziando investimenti che
r i g u a rdano le operazioni di
abbattimento, esbosco, scor-
tecciamento, taglio, magazzi-
naggio, trattamento di pro t e-
zione e stagionatura dei le-
gnami, nonch tutte quelle
operazioni che precedono la
segatura industriale del le-
gname in fabbrica.
I beneficiari dei finanziamenti
sono essenzialmente societ
cooperative e gli interventi ri-
g u a rdano il rinnovo delle at-
t re z z a t u re e il miglioramento
del parco macchine. Le azioni
a sostegno della commerc i a-
lizzazione dei prodotti non
hanno invece avuto il riscon-
tro previsto.
Da una prima analisi si pos-
sono rilevare alcuni aspetti:
gli investimenti hanno ri-
g u a rdato sia attre z z a t u r a
leggera che pi pesante;
per quanto riguarda le
cooperative lattuazione
degli interventi finanziati
dal programma ha per-
messo di accre s c e re il li-
vello di sicurezza degli
operatori;
il rinnovo delle attre z z a t u-
re e del parco macchine
garantisce un minor impatto
ambientale, dando inizio al
p e rcorso di sostenibilit delle
attivit forestali.
Il settore della cooperazione
in part i c o l a re ha beneficiato
in misura importante degli
aiuti, ricevendo un notevole
impulso allo sviluppo. Consi-
derate le condizioni di scarsa
s t rutturazione iniziale della
cooperazione del settore fore-
stale, peraltro, le stesse non
sono state in grado di utilizza-
re completamente le risorse.
Lo sviluppo avviato con il
p rogramma in oggetto re n d e
comunque possibile aff ro n t a-
re il prossimo periodo in con-
dizioni nettamente migliori.
28
Fonte: elaborazione dati di monitoraggio Regione Marche
Zona
Programmazione finanziaria
Impegni dei beneficiari finali
1994-99 (1)
Costo totale Fondi pubblici Costo totale Fondi pubblici
A B C D
Ob.5b 1.464.211.247 746.747.697 421.065.197 214.743.260
Fuori ob.5b 919.571.412 468.981.459
90.000.000 45.900.000 - -
Totale 2. 383. 782. 659 1. 215. 729. 156 511. 065. 197 260. 643. 260
Tabella 5 - Stato di attuazione finanziaria al 30.06.1999 (lire)- indici di efficacia
La parte della Rivista dedi-
cata al Piano di Sviluppo
Rurale frutto di un lavoro
collegiale, che ha coinvolto
membri della re d a z i o n e ,
funzionari dellAssessorato
Agricoltura, con la super-
visione di L o renzo Bisogni
del Servizio Pro g r a m m a-
zione. Gabri el l a Malanga
ha curato la parte statistica
(pagg. 16-21) e la sintesi
delle Misure del Piano di
Sviluppo Rurale (pagg.
31-48) e Sabrina Speciale
quella relativa al re n d i c o n-
to del precedente periodo
di programmazione (pagg.
2 2 - 2 8 ) .
Il regolamento 867/90 ha
trovato attuazione nelle
Marche a partire dal
1997 attraverso il
Programma Operativo
95. IT. 06. 033.
Il ritardo, da parte dello
Stato, nellattuazione del
regolamento ha
naturalmente avuto
ripercussioni dirette sul
suo utilizzo. Pertanto in
questo caso la
riflessione riguarda
prende in considerazione
essenzialmente il
periodo 97-99.
MISURE
AGROAMBIENTALI
(REGOLAMENTO CEE
2078/92)
Il Programma Zonale Plurien-
nale ( PZP) di applicazione del
regolamento nelle Marche, ha
fissato tre esigenze prioritarie
in materia agroambientale: sal-
v a g u a rdia della salute umana,
c o n s e rvazione della natura e
gestione rinnovabile delle ri-
sorse naturali.
Obiettivo prioritario quello di
c o n s e g u i re una riduzione del-
limpiego di prodotti chimici
(fertilizzanti e fitofarmaci), rite-
nuti responsabili di fenomeni
di inquinamento, ricerc a n d o
una maggiore qualit degli ali-
menti, la riduzione delle ecce-
denze alimentari, la conserv a-
zione della natura e della qua-
lit del paesaggio, attribuendo
allagricoltura un nuovo ruolo.
Gli obiettivi definiti dal PZP so-
no stati modulati in funzione di
aree omogenee.
Una prima distinzione stata
fatta tra le aree interne (zone 1
e 2), dove si puntava alla con-
s e rvazione ambientale, e le
a ree costiere o a ridosso della
costa (zone 3 e 4), dove lobiet-
tivo primario era ottenere pro-
dotti di alta qualit minimizzan-
do luso dei prodotti chimici.
Stato di attuazione
Landamento dellapplicazione
di tali misure nel periodo
1994-99 evidenziato dal gra-
fico di Figura 1.
Le somme erogate nel periodo
1994-99 ammontano a 116
m i l i a rdi e 997 milioni di lire ,
con un andamento in fort e
c rescita dai 794 milioni del
primo anno agli oltre 49 mi-
l i a rdi di lire del 1999. Nella ta-
bella seguente viene analizzata
nel dettaglio lapplicazione del-
le diverse misure del re g o l a-
mento nel 1998, anno pi re-
cente per il quale sono dispo-
nibili dati analitici.
Le misure che hanno raccolto il
m a g g i o re interesse e che han-
no assorbito la maggior quota
di risorse sono le A1, A2 e D3.
I progetti di tutto il periodo di
p rogrammazione, sono distri-
buiti prevalentemente lungo la
fascia collinare interna: distri-
buzione fortemente condizio-
nata dalla tipologia tradiziona-
le dei sistemi colturali nel ter-
r i t o r i o .
La crescente p resenza di tecnici
p ro f e s s i o n i s t i p resso le azien-
de, resa obbligatoria dal Rego-
lamento per lattuazione dei
p rogetti di riduzione delluso dei
p rodotti chimici, ha favorito la
d i ffusione di pratiche colturali
non solo a basso impatto am-
bientale ma anche innovative.
IMBOSCHIMENTO DI
SUPERFICI AGRICOLE
(REGOLAMENTO
CEE 2080/92)
Obiettivi generali
Il reg. CEE 2080/92 ha operato
nel periodo 1994-99, con lo-
biettivo di riconvert i re ad uso
f o restale le superfici agricole.
P e rtanto, da un lato pre v e d e v a
una riduzione degli investimenti
a seminativi, dallaltro incentiva-
va lincremento di pro d u z i o n i
deficitarie, quali quelle re l a t i v e
alla filiera del legno.Il pro g r a m-
ma attuativo regionale, pre v e-
deva il finanziamento di investi-
menti forestali a diversa finalit:
arboricoltura da legno, cre a z i o-
ne di boschi naturaliformi, tar-
tufaie e castagneti da frutto. I
contributi previsti erano art i c o-
lati in tre livelli di premi:
la copertura degli oneri
dimpianto (entro un mas-
simale stabilito dallo stes-
so regolamento);
l e rogazione di contributi
per le cure colturali relative
ai primi 5 anni;
l e rogazione di un pre m i o
relativo alla perdita di re d-
dito sino a 20 anni.
Stato di attuazione
La predetta misura di accom-
pagnamento ha registrato un
impatto molto favorevole da
parte degli agricoltori.
La scelta degli imprenditori ha
privilegiato linvestimento re l a-
tivo allarboricoltura da legno,
costituita da latifoglie di pre g i o ,
in part i c o l a re noce e ciliegio.
E possibile stimare che circ a
l80% degli investimenti finan-
ziati possano ricondursi a que-
sta tipologia.
Limpatto in termini ambientali
deve considerarsi in term i n i
molto positivi. Infatti le cate-
gorie dinvestimento, localizza-
te prevalentemente in are e
collinari, prevedono tempi me-
di di raggiungimento del turn o
raramente inferiori a 30-40 an-
ni, il che comporta la presen-
29
Fonte: Rapporto valutatore esterno reg. CEE 2078/92
Superfici Importi % su % su
Misura Descrizione n. (ha) o liquid. superf. importi
domande UBA (mil. L. ) o UBA liquid.
A1 Riduzione delluso dei prodotti chimici 1.249 15.590 6.699 22,4% 18,0%
A2 Agricoltura biologica 1.225 20.991 10.014 30,2% 26,9%
B1 Introduzione leguminose in rotazione 928 14.118 2.679 20,3% 7,2%
B2 Scelta varietale 11 73 10 0,1% 0,0%
B3 Riduzione volumi irrigui 1 0 0 0,0% 0,0%
C1 Estensivizzazione produzionoi zootecniche 5 469 235 36,4% 0,6%
D1 Conservazione siepi 212 1.795 186 2,6% 0,5%
D2 Allevamento animali in via di estinzione 129 821 196 63,6% 0,5%
D3 Tutela risorse idriche 1.191 15.601 13.682 22,5% 36,7%
E1 Cura terreni agricoli e forestali abbandonati 65 1.047 610 1,5% 1,6%
F1 Ritiro dei seminativi 20 124 135 0,2% 0,4%
G1 Gestione dei terreni per laccesso al pubblico
e le attivit ricreative 2 106 63 0,2% 0,2%
TOTALE SUPERFICI (ha) 4.094 69.445 34.078 100,0% 91,4%
TOTALE UBA 134 1.290 431 100,0% 1,2%
TOTALE 9. 266 37. 283 100, 0%
Tabella 6 - Applicazione delle misure agroambientali nelle Marche nel 1998.
L E M I S U R E
D I A C C O M PA G N A M E N T O
Spesa complessiva per anno
-
10
20
30
40
50
1994 1995 1996 1997 1998 1999
Anni
M
i
l
i
a
r
d
i

d
i

l
i
r
e
Figura 1- Spesa complessiva per anno Reg. CEE 2078/92
Fonte: Rapporto valutatore esterno reg. CEE 2078/92
Sono 3 i regolamenti che fanno riferimento a queste
Misure, che si chiamano cos perch dovevano
accompagnare la riforma della Politica Agricola
Comunitaria del 1992 e garantirne il successo
za a lungo termine di form a-
zioni costituite da essenze fo-
restali, che garantiscono una
stabilit idrogeologica ed una
gestione pi favorevole dal
punto di vista ambientale del
territorio.
Altra tipologia dinvestimento
p revista dal programma
quella relativa alla tart u f i c o l t u-
ra, costituita dalla piantuma-
zione di essenze forestali di
p regio quali il leccio e la ro-
v e rella micorrizate con varie
specie di funghi ipogei. E un
tipo di investimento che inte-
ressa le aree marginali e mon-
tane e che pu contribuire ad
incrementare i redditi della po-
polazione residente.
PREPENSIONAMENTO
(REGOLAMENTO
CEE 2079/92)
Il regime comunitario di aiuti
al prepensionamento discipli-
nato dal regolamento CEE
2079/92 ha come obiettivi: as-
s i c u r a re un reddito agli agri-
coltori anziani che cessano
lattivit; far subentrare al loro
posto agricoltori in grado di
m i g l i o r a re lefficienza econo-
mica delle aziende rimaste. Si
finanzia pertanto, attraverso
p remi, indennit o pensioni
complementari, la cessione dei
t e rreni a rilevatari, agricoli od
extra-agricoli, che devono as-
s i c u r a re la gestione dei terre n i
secondo criteri stabiliti dal re-
golamento.
Ad oggi, sono state pre s e n t a t e
o l t re 100 domande di pre p e n-
sionamento di cui 1 nel 94, 2
sono state finanziate nel 95, 9
nel 96 , 34 nel 97, 33 nel 98, le
a l t re si approveranno entro fi-
ne anno. I premi erogati am-
montano a L.46.363.000 nel
1996, a L. 425.320.000 nel
1997 e a L. 620.211.000 nel
1998.
Si tratta di un regolamento che
ha avuto grosse difficolt di
applicazione nel nostro paese
per i problemi legati alle nor-
mative previdenziali. Detto
questo, va comunque sottoli-
neato che nelleM a rche anche
questo regolamento stato
utilizzato, tanto che le doman-
de pervenute e finanziate rap-
p resentano il 50% del totale
delle domande pervenute e fi-
nanziate a livello nazionale.
INIZIATIVA COMUNITARIA
LEADER LIASON ENTRE
ACTIONS DE
DVELOPPEMENT DE
LECONOMIE RURALE
Liniziativa LEADER si pone
come obiettivo generale lo svi-
luppo delle aree rurali valoriz-
zando il potenziale degli ope-
ratori e dei territori rurali e le
attivit connesse allagricoltura
(turismo rurale, art i g i a n a t o ,
produzioni rurali tipiche).
La gestione degli interventi
affidata ai Gruppi di Azione Lo-
cale, GAL, ossia un insieme di
p a rtners pubblici e privati che
elaborano una strategia di svi-
luppo di un territorio, da attua-
re attraverso dei Piani di Azio-
ne Locale (PAL).
Nelle Marche il Pro g r a m m a
operativo LEADER II Marc h e
si propone di aff o n t a re i pro-
blemi di svantaggio economi-
co delle zone rurali valorizzan-
do al massimo liniziativa dei
G.A.L.
Il programma fa propria la
strategia dello sviluppo ru r a l e
integrato, proponendosi come
obiettivi di fondo lincre m e n t o
del reddito e lo sviluppo del-
loccupazione per effetto tanto
di azioni orientate a sviluppare
la domanda di beni e di servizi,
quanto volte a riqualificare la
p roduzione, e che interv e n g o-
no quindi sullofferta.
Sul primo versante le azioni di
i n f o rmazione, promozione del
marketing e dei sistemi di
c o m m e rcializzazione potranno
f a re leva sulle specializzazioni
p roduttive e sugli elementi di
eccellenza presenti nellarea.
Sul secondo le azioni mirate
alla sistematizzazione delle co-
noscenze del patrimonio stori-
co ambientale, potranno con-
s e n t i re una dinamicizzazione
dellofferta.
Stato di attuazione
Nelle Marche sono stati sele-
zionati e ammessi a finanzia-
mento 6 GAL:
1. Montefeltro Leader che
ricade nellarea del
Montefeltro. Piano
economico totale di
.24.022.090.000.
Contributo richiesto di
.12.374.910.000.
2. Colli Esini San Vicino che
interessa unarea interna
della provincia di Ancona.
Piano economico totale di
.19.769.000.000.
Contributo richiesto di
.10.344.500.000.
3. Flaminia Cesano
comprende i comuni
dellarea collinare interna
della provincia di Pesaro.
Piano economico di
.10.000.000.000.
Contributo richiesto di
.6.018.000.000.
4. Piceno che ricade nellarea
collinare interna della
provincia di Ascoli Piceno.
Piano economico totale di
.9.143.000.000. Contributo
richiesto di
.5.599.000.000.
5. Stella dei Sibillini dellarea
interna della provincia di
Macerata. Piano economico
di .8.716.119.405.
Contributo richiesto di
.5.387.692.574.
6. Sibillini Marche che ricade
nellarea del Parco Nazionale
dei Sibillini. Piano
economico di
.8.479.987.406. Contributo
richiesto di
.5.530.780.991.
Tutte le azioni possono ricon-
dursi ad interventi nellambito
del turismo rurale e agrituri-
smo, dello sviluppo di pro d u-
zioni di qualit, della cre a z i o-
ne, adeguamento delle Piccole
Medie Imprese e della form a-
zione professionale.
Lattuazione del programma ha
fatto re g i s t r a re un incre m e n t o
notevole dei livelli dimpegno
passando da circa il 24% di ri-
sorse impegnate al 31.03.99,
per raggiungere quasi il 100%
a fine 99. Questo migliora-
mento dovuto sia allorm a i
piena operativit raggiunta dai
GAL, sia al meccanismo voluto
dallamministrazione re g i o n a l e
che prevede tagli automatici
alla dotazione finanziaria dei
GAL che non utilizzano le ri-
sorse disponibili.
30
Con le nuove autorizzazioni gli impegni assunti super eranno i 60 miliardi di lire
N. domande N. domande Ettari
Risorse Impegni
assegnate pubblici
pervenute finanziate interessati
(mld. di lire) (mld. di lire)
2.835 2.126 5.520 67,36 48
Attuazione Reg. 2080/92 per il periodo 1994-1999
COSTO IMPEGNI IMPEGNI
(b)/(a) (c)/(a)
BENEFICIARI PUBBLICO dei Beneficiari Beneficiari finali
(a) al 30/09/99 (b) al 31/12/99 (c)
% %
Regione Marche 471.785.739 394.106.000 448.196.452 84 95
Montefeltro Leader 12.374.903.040 8.992.272.000 12.374.903.040 73 100
Colli Esini-San Vicino 10.964.586.850 8.491.434.000 10.964.586.850 77 100
Flaminia- Cesano 6.017.998.570 4.341.400.000 5.897.638.599 72 98
Piceno 6.078.811.721 4.459.000.000 6.078.811.721 73 100
Stella dei Sibillini 4.100.033.575 1.896.368.000 3.731.030.553 46 91
Sibillini Marche 5.221.019.744 2.950.047.134 5.116.599.349 57 98
Totale 45. 229. 139. 239 31. 526. 558. 382 44. 611. 766. 564 70 99
Tabella 7 - Stato di avanzamento del programma Leader II Marche al 31.12.1999
Relativo al costo pubblico - proiezioni (in lire)
Fonte: elaborazione dati di monitoraggio Regione Marche
OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA
Gli investimenti sono finalizzati al raggiungimento di almeno
uno dei seguenti obiettivi:
miglioramento qualitativo e riconversione della pro d u z i o n e ,
in funzione delle esigenze del mercato e adeguamento alle
n o rme di qualit comunitarie e dei disciplinari di pro d u z i o n e ;
attivit di trasformazione e vendita diretta di prodotti otte-
nuti in azienda o in aziende associate;
adeguamento dellazienda volto a ridurre i costi di produzio-
ne e a realizzare risparmi di energia;
miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro;
miglioramento delle condizioni di igiene negli allevamenti e
del benessere degli animali;
tutela e miglioramento dellambiente;
rispetto delle norme vigenti in materia di sicurezza degli
ambienti di lavoro.
SPESE AMMISSIBILI
C o s t ruzione, acquisizione o miglioramento di beni immobili;
acquisto di macchine e attre z z a t u re tecnologicamente avanzate
(come definite da specifica DGR), compresi i programmi infor-
matici, commisurate alle esigenze aziendali; trattori e macchine
semoventi, solo se dimensionati alla superficie aziendale; pri-
mo acquisto di animali e investimenti finalizzati al miglioramen-
to genetico del patrimonio zootecnico mediante lacquisto di ri-
produttori registrati nei libri genealogici; spese generali (onora-
ri di progettisti), studi di fattibilit, acquisizione di brevetti e li-
cenze fino ad un massimo del 12%.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
Condizioni normali
Lintensit massima degli aiuti non pu superare il 30% dellin-
vestimento ed il 40% nelle zone svantaggiate. Nel caso di gio-
vani agricoltori, tali percentuali possono raggiungere rispettiva-
mente il 35 ed il 45%.
Condizioni preferenziali
Per le aziende a prevalente indirizzo zootecnico che sottoscri-
vano un impegno agroambientale nellambito della misura F. 1 ,
lintensit massima di aiuto non pu superare il 40% dellinve-
stimento (50% nelle zone svantaggiate). Nel caso di giovani
agricoltori, tali percentuali possono raggiungere rispettivamen-
te il 45 ed il 55%.
Condizioni particolari
Per lacquisto di trattori e di macchine semoventi laiuto non
potr superare il 30% (35% per giovani agricoltori).
MASSIMALI DINVESTIMENTO
Aziende agricole individuali: 250.000 euro/ULU e 500.000 di
euro/azienda.
Aziende associate in forma giuridica e piccole cooperative:
1.500.000 euro/azienda
Aziende agricole costituite in forme cooperative: 1.500.000 di
euro/azienda +50.000 euro/ULU impiegata in azienda fino ad
un massimo di 2.500.000 di euro
BENEFICIARI
Imprenditori agricoli singoli e associati.
SOTTOMISURA 1: miglioramento e riconversione delle coltivazioni e delle produzioni animali finalizzati
allattivit agricola miglioramento dellambiente e delle condizioni di igiene e benessere degli animali
RIFERIMENTI NORMATIVI
Titolo II, Capo I, articoli 4,5,6, e 7 del Reg. (CE) del Consiglio
n 1257/99 (ex Reg. 950/97)
OBIETTIVI DELLA MISURA
M i g l i o r a re la competitivit delle aziende agricole attraverso il
miglioramento dei sistemi di produzione (riduzione costi, ri-
sparmi di energia, innovazione di processo e di prodotto), la di-
versificazione produttiva, il miglioramento della qualit, la stra-
tegia di posizionamento e valorizzazione del prodotto che punti
ai legami con il territorio, le tradizioni, la tipicit e il settore turi-
stico ed una strategia di distribuzione che favorisca lappropria-
zione di quote maggiori di valore aggiunto prodotto da part e
delle aziende agricole.
CONDIZIONI DI PRIORIT
a) investimenti realizzati da imprenditori agricoli a titolo
principale (IATP);
b) investimenti realizzati da imprenditori che ricavino almeno il
50% del loro reddito totale dalle attivit agricole, forestali, turi-
stiche, artigianali, dalla fabbricazione e vendita diretta di pro-
dotti dellazienda, o da attivit di conservazione dello spazio na-
turale e di manutenzione ambientale, svolte nella loro azienda,
p u rch il reddito direttamente proveniente dallattivit agricola
nellazienda non sia inferiore al 25% del reddito totale dellim-
prenditore, e il tempo di lavoro destinato alle attivit esterne al-
lazienda non superi la met del tempo totale di lavoro (art . 2
lettera d) Legge 441/98);
c) aziende agricole dove le ULA impiegate sono assunte come
personale dipendente (almeno 2 ULA).
MISURA A
INVESTIMENTI NELLE AZIENDE
31
ASSE PRI O RI TARI O I
RIFERIMENTI NORMATIVI
Titolo II, Capo II, articolo 8 del Reg. (CE) del Consiglio n
1257/99 (ex Reg. CE 950/97)
OBIETTIVI DELLA MISURA
F a v o r i re il ricambio generazionale dellimprenditoria agricola
m a rchigiana in unottica di aumento della competitivit, dellef-
ficienza e della sostenibilit del settore. Favorire il primo inse-
diamento di giovani agricoltori, compensando alcuni costi di
avviamento.
DESCRIZIONE DELLINTERVENTO
Sono concessi aiuti per linsediamento dei giovani agricoltori
che assumano la titolarit o la contitolarit dellimpresa.
BENEFICIARI
Persone fisiche con meno di quarantanni di et alla pre s e n t a-
zione della domanda, che si impegnino a condurre lazienda per
almeno 5 anni dal momento dellinsediamento.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
Premio unico, erogato in unica soluzione: 15.000 euro.
Tale premio pu essere aumentato fino a 25.000 euro nelle zo-
ne svantaggiate o per rilevatari di aziende che aderiscono alla
misura D (prepensionamento).
DESCRIZIONE DI TUTTI I CONTRATTI
IN CORSO DAL PERIODO
PRECEDENTE
La Regione Marche, nellambito del precedente pro g r a m m a
operativo 1994-99, deve far fronte a premi per lire
7.500.000.000, derivanti dal pagamento di aiuti per il primo in-
sediamento aziendale e per i quali la copertura finanziaria sar
a valere sul presente Piano a condizione che si rispettino gli
obiettivi della presente misura. compreso il pagamento per
gli imprenditori che, avuto parere favorevole, rischiano di deca-
dere dal pagamento per raggiunti limiti di et.
MISURA B
INSEDIAMENTO DI GIOVANI AGRICOLTORI
OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA
Creare fonti di reddito alternativo e complementari a quello de-
rivante da attivit di coltivazione e allevamento al fine di contra-
stare il fenomeno dello spopolamento delle aree rurali.
SPESE AMMISSIBILI
R e c u p e ro, ristrutturazione e risanamento conservativo di edifici
rurali, sistemazione di stanze, cucine e locali da destinare ad atti-
vit agrituristiche in fabbricati rurali e adattamento di spazi apert i
da destinarsi alla sosta dei campeggiatori; arredamento e attre z-
z a t u re dei locali; piccole stru t t u re sportive e ricreative; progetti in-
teraziendali per piccole infrastru t t u re per loff e rta agrituristica;
spese generali e per progettisti fino ad un massimo del 12%.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
Tasso daiuto massimo del 40% (45% nelle zone svantaggiate
e montane ). Nel caso di giovani agricoltori le percentuali rag-
giungono rispettivamente il 45 ed il 50%.
MASSIMALI DI INVESTIMENTO
Si fa riferimento al regime de minimis: importo massimo del-
laiuto pari a 100.000 euro su tre anni a decorrere dal momento
del primo aiuto. Laiuto de minimis non pregiudica la possibi-
lit di ottenere altri aiuti in base a regimi autorizzati dalla Com-
missione, che non contribuiscono al raggiungimento del tetto
massimo.
BENEFICIARI
Imprenditori agricoli singoli o associati. Priorit per imprendi-
tori agricoli che abbiano i requisiti per liscrizione allalbo degli
operatori agrituristici (L.R. 27/99).
SOTTOMISURA 2: promozione delle diversificazioni delle attivit aziendali
DESCRIZIONE DEI CONTRATTI IN
CORSO DAL PERIODO PRECEDENTE
La Regione Marche nellambito dellattuazione del pre c e d e n t e
p rogramma operativo 1994-99, deve far fronte ad investimenti
per un totale di lire 60.000.000.000, derivanti da piani di mi-
glioramento aziendale presentati da 1.600 beneficiari dal
31/10/97 al 31/10/98, e per i quali la copertura finanziaria sar
a valere sul presente piano di sviluppo rurale, a condizione che
rispettino le finalit e gli obiettivi della presente misura.
32
RIFERIMENTI NORMATIVI
Titolo II, Capo IV, articoli 10, 11 e 12 del Reg. (CE) del Consi-
glio n 1257/99 (ex Reg. CEE 2079/92).
OBIETTIVI DELLA MISURA
Procurare un reddito agli imprenditori agricoli anziani che deci-
dono di abbandonare lattivit agricola, al fine di favorire il ri-
cambio generazionale dellimprenditoria agricola marc h i g i a n a .
Priorit verr data alle sinergie con la misura degli aiuti al pri-
mo insediamento (misura B, sottomisura 1).
TIPO DI AIUTO
Gli imprenditori cedenti possono ricevere un aiuto fino al massi-
mo di 15.000 euro allanno (150.000 euro in totale), fino ai 70
anni. Chi percepisca una pensione di anzianit avr solo uninte-
grazione della pensione. La durata dellaiuto non sar superiore
a 15 anni per il cedente e 10 anni per il salariato agricolo. Il rile-
vatario pu essere persona fisica o giuridica che rileva i terre n i
resi disponibili, che subentra al cedente come capo azienda e
che simpegna ad eserc i t a re lattivit agricola nellazienda per al-
meno cinque anni.
BENEFICIARI
I m p renditori agricoli e lavoratori agricoli che abbiano 55 anni e
che rispettino le condizioni di ammissibilit della presente misura.
MISURA D
PREPENSIONAMENTO
RIFERIMENTI NORMATIVI
Titolo II, Capo III, articolo 9 del Reg. (CE) del Consiglio n
1257/99 (ex Reg. CE 950/97).
OBIETTIVI
F a v o r i re la competitivit e lefficienza delle imprese agricole e
agroindustriali, e la riduzione dellimpatto ambientale attraverso
ladeguamento della qualit delle risorse umane ed il migliora-
mento delle conoscenze e competenze professionali degli im-
p renditori, della manodopera e delle persone coinvolte in atti-
vit agricole e forestali.
DESCRIZIONE DELLINTERVENTO
Corsi organizzati dalla Regione Marche per laggiorn a m e n t o
p rofessionale di tecnici; finanziamento di assegni formativi per
la partecipazione a corsi organizzati da organismi pubblici o
privati; pagamento di tirocini formativi presso aziende agricole
a g roalimentari e forestali il cui titolare simpegni assumere
successivamente il corsista.
BENEFICIARI
Organismi gestori di corsi di formazione o imprenditori agricoli.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
Raggiunge il 100% nel caso di: tirocini formativi, corsi di ag-
g i o rnamento professionale per tecnici, corsi finalizzati al rag-
giungimento del requisito minimo di capacit pro f e s s i o n a l e
p revisto per il primo insediamento di giovani agricoltori. Negli
altri casi non potr superare l80%. La spesa massi ma am-
m i s s i b i l e pari a 16 euro / o r a / p a rtecipante. Il costo orario per
il tutoraggio in azienda elevabile fino a 32 euro/ora.
MISURA C
FORMAZIONE PROFESSIONALE
33
RIFERIMENTI NORMATIVI
Titolo II, Capo VII, articoli 25, 26, 27 e 28 del Reg. (CE) del
Consiglio n 1257/99 (ex Reg. CE 951/97)
OBIETTIVI
F a v o r i re la riorganizzazione dei sistemi dimpresa a livello di fi-
liera e di territorio al fine di migliorare la competitivit dei pro-
dotti agricoli e agro-alimentari attraverso il miglioramento dei
sistemi di produzione (riduzione costi, risparmi di energia, in-
novazione di processo e di prodotto); strategia di prodotto in-
novativa (diversificazione produttiva, miglioramento della qua-
lit); strategia di valorizzazione del prodotto che punti ai legami
con il territorio, le tradizioni, la tipicit e il settore turistico;
strategia di distribuzione che favorisca la razionalizzazione dei
c i rcuiti di commercializzazione; miglioramento e controllo delle
condizioni sanitarie e della sicurezza dei lavoratori.
SETTORI DI INTERVENTO
Razionalizzazione ed ammodernamento delle stru t t u re di lavo-
razione e trasformazione esistenti; investimenti in aziende che
operano con sistemi di qualit secondo le norme UNI EN ISO
9000; interventi finalizzati alla trasformazione delle pro d u z i o n i
biologiche; realizzazione di installazioni per la depurazione e
per lutilizzazione dei sottoprodotti.
Sono esclusi dal finanziamento gli investimenti in imprese in
d i fficolt finanziarie o che non rispettino i requisiti minimi in
materia di ambiente, igiene e benessere degli animali, a meno
che gli investimenti siano realizzati per conformarsi agli stessi.
Settori di intervento e limiti settoriali
Carni. Per la carne bovina necessaria la conformit al Reg.
CE 820/97.
Ortofrutticoli freschi e trasformati.
Vini e succhi duva. Sono esclusi gli interventi relativi ad
impianti che producono vini di qualit (V.Q.P.R.D. ed I.G.T.)
per una quota inferiore all80% del totale lavorato.
Latte e lattiero-caseari, escluso il trattamento termico del
latte liquido per la conservazione di lunga durata.
Cereali , esclusi gli investimenti relativi ad impianti delocaliz-
zati rispetto alle aree di produzione (sili portuali, ecc.). Se-
menti
Olio, esclusi gli interventi finalizzati allestrazione con sol-
venti chimici.
Uova
Fiori e piante
Prodotti ittici provenienti da allevamenti in acque interne
Altre produzioni vegetali: piante, funghi, tartufi coltivati, etc.
SPESE AMMISSIBILI
C o s t ruzione, miglioramento e acquisizione di beni immobili,
escluso lacquisto di terreni; acquisto di macchine e attrezzatu-
re nuove, compresi i programmi informatici; spese generali
(onorari di, acquisto di brevetti e licenze) fino al 12% di queste
ultime.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
Lintensit massima di aiuto fissata al 40%. In ogni caso non
potr essere previsto un aumento della capacit produttiva.
MASSIMALI DINVESTIMENTO
Il massimale di investimento per tutto il periodo di programma-
zione fissato in 6 milioni di euro con stralci annui di 2 milioni
di euro.
BENEFICIARI
Imprese di lavorazione, trasformazione e commercializzazione,
appartenenti al settore agro-alimentare.
MISURA G
MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI TRASFORMAZIONE
E DI COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI AGRICOLI
34
.
OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA
Concedere un sostegno nellambito dell Accordo di Program-
ma stipulato tra Regione Marche ed Organismo Fondiario Na-
zionale (ex Cassa per la Formazione della Propriet Contadina).
TIPOLOGIA DI INVESTIMENTO
Indagini sulla disponibilit fondiaria in aree rurali con alto tasso
di spopolamento; aiuti a copertura dei costi legali e ammini-
strativi della ricomposizione fondiaria; finanziamento di un fon-
do di rotazione gestito dallOrganismo Fondiario Nazionale per
lacquisizione di terreni destinati a permuta.
SPESE AMMISSIBILI
Studi ed indagini riguardo alle modalit applicative; costi legali e
amministrativi della ricomposizione fondiaria; acquisto terre n i .
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
Gli aiuti non potranno superare il 100% dei costi rendicontati. Il
Fondo di rotazione si manterr attraverso i rientri derivanti dai
rimborsi delle rate da parte dei beneficiari e dai canoni di affitto
dei terreni oggetto di permuta.
BENEFICIARI
Regione Marche.
SOTTOMISURA 2: costi tuzi one di un fondo di rotazione per i nterventi dell Organi smo Fondi ari o
Nazionale per le attivit previste allart. 4 della Legge 15/12/98 n. 441, di ricomposizione fondiaria anche
attraverso terreni di rilevatari in prepensionamento
OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA
A g e v o l a re la costituzione di aziende economicamente re d d i t i z i e
e sviluppare globalmente il comparto agricolo, grazie ad un
contributo per labbattimento degli interessi per lacquisto ter-
reni concesso alle aziende agricole condotte da giovani impren-
ditori.
TIPOLOGIA DI INVESTIMENTO
1. acquisto terreni; 2. aiuti a copertura dei costi legali e ammi-
nistrativi della ricomposizione fondiaria; 3. progettazione del
piano di sviluppo aziendale
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
Aiuti erogati sotto forma di abbattimento degli interessi fino al
40% (50 % zone svantaggiate), elevabile al 45% (55% nelle zo-
ne svantaggiate) in presenza di un piano di miglioramento
aziendale. Il sostegno sotto forma di un contributo pari al va-
l o re attualizzato della percentuale di abbattimento dellintere s s e .
I contributi saranno erogati ai beneficiari, prioritariamente attra-
verso gli Istituti di credito che sottoscriveranno con la Regione
M a rche un protocollo per labbattimento di un valore perc e n-
tuale, aggiornato annualmente, dei tassi normalmente applicati.
MASSIMALI DINVESTIMENTO
Sono pari a 300.000 euro/ULA, 600.000 euro/azienda e
2.000.000 euro/azienda associata.
BENEFICIARI
I m p renditori agricoli a titolo principale (IATP) o che, pur non
essendo a titolo principale, rispettino le seguenti condizioni:
ricavino almeno il 50% del loro reddito totale dalle attivit
agricole, forestali, turistiche, artigianali, dalla fabbricazione
e vendita diretta di prodotti dellazienda, o da attivit di con-
servazione dello spazio naturale e di manutenzione ambien-
tale svolte nella loro azienda, purch il reddito dire t t a m e n t e
proveniente dallattivit agricola non sia inferiore al 25% del
reddito totale, e il tempo di lavoro destinato alle attivit
esterne allazienda non superi la met del tempo totale di la-
voro (art.2 lettera d) Legge 441/98);
societ di persone, delle quali almeno la met dei soci o acco-
mandatari, siano imprenditori ai sensi del precedente punto;
societ cooperative nel caso in cui la societ non si approv-
vigioni sul mercato per oltre la met delle produzioni tra-
s f o rmate e almeno la met dei soci siano imprenditori a ti-
tolo principale.
SOTTOMISURA 1: acquisto terreni
RIFERIMENTI NORMATIVI
Titolo II, Capo IX, articolo 33, secondo trattino del Reg. (CE)
del Consiglio n 1257/99 (ex Reg. CE 950/97)
OBIETTIVI DELLA MISURA
Ridurre la frammentazione e polverizzazione delle aziende mar-
chigiane. Part i c o l a re priorit assumono gli interventi che favo-
riscono linsediamento di giovani imprenditori e frenano leso-
do dalle aree marginali.
MISURA K
RICOMPOSIZIONE FONDIARIA
35
DESCRIZIONE INTERVENTO
Contributi alle aziende agricole per il pagamento del servizio di
sostituzione; contributi alle associazioni di imprese per la costi-
tuzione e lavvio del servizio.
BENEFICIARI
Imprenditori agricoli e societ cooperative di produttori agricoli
che aderiscono alle misure del presente Piano.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
Il tasso di aiuto ordinario pari al 40% della spesa ammessa,
elevato al 50% nelle aree svantaggiate e nelle aree a Parco. Potr
e s s e re riconosciuto un contributo annuo per ogni impre n d i t o re
da un minimo di 2.000 euro fino ad un massimo di 3.500 euro e
per ogni azienda assistita fino ad un massimo di 4.000 euro.
SPESE AMMISSIBILI
Salari o fatture per servizio di sostituzione e spese di costitu-
zione e avvio del servizio.
SOTTOMISURA 1: servizi di sostituzione per le aziende zootecniche
DESCRIZIONE INTERVENTO
I n t e rventi di assistenza tecnica, compresi quelli per il migliora-
mento igienico-sanitario degli allevamenti, per lorg a n i z z a z i o n e
d e l l o ff e rta e la commercializzazione dei prodotti agricoli e per
l i n t roduzione dei sistemi di qualit aziendali; interventi di assi-
stenza alla gestione aziendale.
BENEFICIARI
Tutte le aziende agricole e le forme giuridiche societarie rappre-
sentative dei produttori agricoli che aderiscono alle misure del
presente piano, con priorit per gli agricoltori che aderiscono
alla misura F.1.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
Massimo 50% della spesa ammessa per lerogazione del serv i z i o .
Potr essere riconosciuto un contributo annuo/imprenditore da
un minimo di 2.000 euro ad un massimo di 3.500 euro per
ogni azienda assistita.
SOTTOMISURA 1: servizi di assistenza alla gestione
RIFERIMENTI NORMATIVI
Titolo II, Capo IX, articolo 33, terzo trattino del Reg. (CE) del
Consiglio n 1257/99 (ex Reg. CE 950/97)
OBIETTIVI STRATEGICI
I n t e g r a re i servizi esistenti allimpresa agricola, in part i c o l a re
per lassistenza alla gestione (marketing, controllo di gestione,
soluzioni tecniche a problemi reali), e forn i re servizi di sostitu-
zione nelle aziende zootecniche.
MISURA L
AVVIAMENTO DI SERVIZI DI SOSTITUZIONE E DI ASSISTENZA
ALLA GESTIONE DELLE AZIENDE AGRICOLE
36
OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA
Maggiore diffusione di prodotti di qualit, implementazione del
numero di sistemi di qualit aziendali, salvaguardia del patri-
monio enogastronomico regionale e mantenimento di realt
produttive in zone marginali.
DESCRIZIONE DELLINTERVENTO
Si tratta di aiuti alladeguamento dei sistemi di autocontro l l o
aziendale e allimplementazione di sistemi di qualit finalizzati
alla certificazione (di processo, di sito, ambientale, etica, ecc.)
di prodotti.
SPESE AMMISSIBILI
Revisione dei manuali HACCP, redazione dei manuali della qua-
lit dei sistemi aziendali (comprese consulenze stre t t a m e n t e
necessarie); spese per ladeguamento del Disciplinare di pro-
duzione per prodotti di qualit registrati in base a re g o l a m e n t i
CE e Leggi nazionali o regionali approvate dalla CE.
BENEFICIARI
Aziende singole ed associate del comparto agroalimentare e so-
ciet rappresentative dei produttori agricoli o di una filiera pro-
duttiva che adottano un disciplinare volontario pi vincolante
della normativa vigente.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
Laiuto del 70% della spesa ammissibile fino ad un massimo
di 25.000 euro. Nel caso di progetti riguardanti una filiera pro-
duttiva, il tetto elevabile a 50.000 euro. In ogni caso, ciascun
beneficiario non potr perc e p i re aiuti superiori a 100.000 EURO
per triennio.
SOTTOMISURA 2: certificazione di qualit
OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA
G a r a n t i re nei confronti del consumatore il rispetto di determ i-
nati standard qualitativi e forn i re trasparenza sulle caratteristi-
che intrinseche del prodotto. Forn i re allimpre n d i t o re agricolo
uno strumento di competitivit.
DESCRIZIONE DELLINTERVENTO
Stesura di disciplinari di produzione, realizzazione di studi di
fattibilit, finanziamento dellattivit svolta dallorganismo di
controllo dei prodotti di qualit.
SPESE AMMISSIBILI
Spese per la redazione di disciplinari di produzione di prodotti della
tradizione (art.8 del Decreto Legislativo 173/98) e di qualit; consu-
lenze, ricerche di mercato, studi tecnici di fattibilit; costi dellatti-
vit svolta dallorganismo di controllo dei prodotti di qualit.
BENEFICIARI
Regione Marche.
INDENNIT MASSIMA DI AIUTO
70% delle spese ammissibili per lattivit di controllo dei pro-
dotti di qualit; 100% delle spese ammissibili per lattivit di vi-
gilanza sugli interventi ammissibili.
SOTTOMISURA 1: valorizzazione dei prodotti della tradizione e di qualit
RIFERIMENTI NORMATIVI
Titolo II, Capo IX, articolo 33, quarto trattino del Reg. (CE) del
Consiglio n 1257/99 (ex Reg. CEE 2081/93 - Ob. 5b)
OBIETTIVI DELLA MISURA
Favorire la creazione di valore attraverso un migliore posiziona-
mento di mercato dei prodotti agricoli e agro-alimentari, valo-
rizzandone la qualit, la tipicit e i legami con il territorio e la
tradizione.
MISURA M
COMMERCIALIZZAZIONE DI PRODOTTI AGRICOLI DI QUALIT
37
OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA
F a v o r i re sistemi innovativi di commercializzazione di pro d o t t i
tradizionale e di qualit con la costituzione di un iperm e rc a t o
v i rtuale di prodotti enogastronomici di qualit. La Regione
Marche costituir un unico sito web con cui collegare in rete si-
ti web aziendali ed altri siti Internet marchigiani di commerc i a-
lizzazione di prodotti tradizionali e di qualit.
SPESE AMMISSIBILI
Costituzione, organizzazione e gestione di un sito web regiona-
le per collegare i vari siti aziendali che commercializzano via In-
t e rnet prodotti enogastronomici regionali tipici e di qualit; re-
gistrazione presso i motori di ricerca Internet; acquisto di ban-
ner (manifesti elettronici) e altre spese di Internet Marke-
ting; spese relative alla costituzione ed organizzazione di siti
aziendali di commercializzazione via Internet di prodotti enoga-
stronomici tipici e di qualit.
BENEFICIARI
Regione Marche ed imprese agricole e agroalimentari regionali.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
100% della spesa ammissibile per la Regione Marche, e 50%
della spesa ammissibile per le imprese agricole ed agroalimen-
tari, fino a un massimo di 1500 euro/azienda/anno per 3 anni.
SOTTOMISURA 3: sistemi innovativi di commercializzazione
38
OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA
Costituzione di un fondo di capitale di rischio destinato ad im-
plementare le risorse di una societ di partecipazione che inter-
vengono con partecipazione al capitale o prestito part e c i p a t i v o
o sottoscrizione di obbligazioni convertibili in progetti di eccel-
lenza di imprese agricole e agroalimentari operanti nella re g i o-
ne Marche.
Si considerano progetti di eccellenza quelli atti ad esprimere
p a rticolari livelli di redditivit, di capacit occupazionale, di vo-
lano e ricaduta sullindotto e di innovazione di processo e pro-
dotto, oppure operazioni aziendali di concentrazione o integra-
zione di filiera, purch strategici per lo sviluppo del sistema
agroalimentare.
La durata degli interventi finanziari di norma non inferiore ai
3 anno e non superiore ai 7.
BENEFICIARI
Societ di partecipazione per lo sviluppo del settore agroali-
mentare.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
La partecipazione pubblica nella costituzione e successiva even-
tuale integrazione del fondo arriver ad un massimo di 4.000.000
di euro .
SOTTOMISURA 2: costituzione del fondo di capitale di partecipazione
DESCRIZIONE DELLINTERVENTO
Implementazione di fondi rischi gestiti da consorzi fidi di rile-
vanza regionale per interventi di garanzia su finanziamenti a
breve, medio e lungo termine a favore di imprese agricole e
agroalimentari singole e associate.
BENEFICIARI
Consorzi Fidi.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
La partecipazione pubblica per il fondo non pu superare il
70% del valore del fondo stesso, fino a 2.500.000 di euro.
Il fondo copre fino al 50% dellinvestimento ammesso allaiuto.
SOTTOMISURA 1: costituzione o integrazione fondi rischi
RIFERIMENTI NORMATIVI
Titolo II, Capo IX, articolo 33, tredicesimo trattino del Reg. (CE)
del Consiglio n 1257/99.
OBIETTIVI DELLA MISURA
F a v o r i re gli investimenti nelle imprese agricole e agro - i n d u s t r i a l i
mediante strumenti finanziari innovativi e incentivare di interv e n t i
mirati alla costituzione di un ambiente finanziario favorevole al-
laccesso al credito ed alla disponibilit di capitali di rischio.
MISURA V
INGEGNERIA FINANZIARIA
(ART. 33 TREDICESIMO TRATTINO REG. (CE) 1257/99)
39
OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA
Garantire la continuit delle attivit agricole ai fini della conser-
vazione dello spazio naturale e del rispetto dei requisiti in mate-
ria di ambiente nelle aree sottoposte a vincoli ambientali in par-
t i c o l a re nelle aree a rischio idrogeologico, grazie alla conces-
sione di indennit compensative agli agricoltori delle aree indi-
viduate ai sensi della Direttiva 43/92/CEE (Direttiva Habitat) e
delle aree soggette a fenomeni di dissesto idrogeologico che
adottano tecniche finalizzate al contenimento dei fenomeni sud-
detti, stabilite obbligatoriamente sulla base di accordi locali. Il
territorio interessato non potr superare il 10% della superficie
complessiva regionale. E fatto divieto di coltivare e/o allevare
organismi geneticamente manipolati.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
Laiuto massimo di 200 euro/ha di SAU per compensare i co-
sti e le perdite di reddito originati dagli obblighi previsti dalla
D i rettiva Habitat o delle ordinanze dei Sindaci. La Regione
provveder a stabilire tali obblighi con atto di Giunta.
BENEFICIARI
Gli agricoltori di aree individuate ai sensi della Dire t t i v a
43/92/CEE (Direttiva Habitat) e di aree soggette a dissesto idro-
geologico, dove i Sindaci con ordinanze stabiliscano limitazioni
alle attivit agricole a fini ambientali.
SOTTOMISURA 2: compensazione per le zone sottoposte a vincoli ambientali
OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA
G a r a n t i re la continuit e la sostenibilit delle aziende agricole,
la conservazione dello spazio naturale ed il rispetto dei requisiti
in materia di ambiente attraverso il sostegno di attivit pro d u t-
tive compatibili con lambiente con part i c o l a re riferimento alla
zootecnia, che fornisce le maggiori garanzie per il mantenimen-
to del legame uomo territorio.
DESCRIZIONE INTERVENTO
Ve rranno concesse indennit compensative agli agricoltori delle
zone di montagna e delle zone svantaggiate che praticano lalle-
vamento zootecnico di specie bovine, equine ed ovi-caprine,
con un carico inferiore a 2 UBA/ha di foraggere. Il livello delle
indennit deve essere sufficiente a compensare gli svantaggi
esistenti. E fatto divieto di coltivare e/o allevare organismi ge-
neticamente manipolati. Le zone svantaggiate sono identificabili
ai sensi zone di montagna, art. 18 Reg. 1257/99 (ex art.3 para-
grafo 3, Direttiva 268/75/CEE); altre zone svantaggiate, art. 19
Reg. 1257/99 (ex art.3 paragrafo 4, Direttiva 268/75/CEE).
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
Lintensit di aiuto pari a 100 euro/anno per agricoltori che pra-
ticano la zootecnia con un carico inferiore a 2 UBA/ha di foragge-
re, a 150 euro/anno/ha di SAU foraggiere per aziende con carico
i n f e r i o re a 2 UBA/ha di foraggere che applicano la sottomisura
F1- basso impatto ambientale, ed a 200 euro/anno per aziende
con carico inferiore a 2 UBA/ha di foraggere in aree con meno di
50 abitanti/Kmq.
BENEFICIARI
I m p renditori agricoli delle zone svantaggiate pre c e d e n t e m e n t e
indicate, che si impegnino a mantenere lattivit zootecnica
p reesistente per almeno 5 anni senza superare le 2 UBA/ha di
superficie foraggera e senza scendere al disotto delle 0,5.
SOTTOMISURA 1: compensazione per le zone sottoposte a svantaggi naturali
RIFERIMENTI NORMATIVI
Titolo II, Capo V, articoli 13-21 del Reg. (CE) del Consiglio n
1257/99 (ex Reg. CE 950/97)
OBIETTIVI DELLA MISURA
Favorire la tutela e la salvaguardia ambientale nelle aree agrico-
le marginali attraverso il mantenimento della popolazione agri-
cola nelle zone rurali, principalmente quella dedita allalleva-
mento estensivo.
MISURA E
ZONE SVANTAGGIATE E ZONE SOGGETTE A VINCOLI AMBIENTALI
40
ASSE PRI O RI TARI O I I
OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA
P romozione di tecniche di coltivazione a basso impatto am-
bientale, ai fini dellaumento della sostanza organica e della ri-
duzione dellerosione superficiale nei terreni coltivati.
INTERVENTI PREVISTI
Non possono essere concessi aiuti per superfici soggette al re-
gime di ritiro dei seminativi o utilizzate per produzioni non ali-
mentari. Limpegno dovr essere applicato su tutta la superficie
aziendale. Per accedere al contributo dovranno essere rispetta-
te le seguenti condizioni.
1. Nel caso di adozione di tecniche a basso impatto ambien-
t a l e: adozione di un progetto aziendale di produzione a bas-
so impatto ambientale, redatto da un tecnico abilitato, ri-
g u a rdante: a) lutilizzo di un piano di concimazione, basato
sullanalisi chimico fisica dei terreni; b) limpiego di un piano
di difesa delle colture guidato od integrato; c) un piano di ro-
tazione colturale, per i 5 anni dellimpegno, rispondente alle
n o rme di buona pratica agricola. Il rispetto del pro g e t t o
v e rr certificato ogni anno dal tecnico re d a t t o re. Sar assi-
curata la copertura dei costi del progetto iniziale, complessi-
vamente 50 euro/ha (10 euro/ha/anno per i 5 anni dellimpe-
gno). Lassistenza tecnica annuale potr essere compensata
nellambito della misura L del presente programma.
Nel caso di adozione di tecni che di colti vazione biologi che:
rispetto delle regole indicate dal Reg. CEE 2092/91 (disciplina
della produzione di prodotti biologici). Nel caso di nuova in-
t roduzione dellagricoltura biologica dovr essere pre s e n t a t o
un piano di conversione, firmato da un tecnico abilitato. I co-
sti sostenuti per la sua predisposizione saranno compensati
con gli importi e le modalit previste dai progetti a basso im-
patto ambientale (punto 1.). Ad eccezione delle aziende in fa-
se transitoria, dovr inoltre essere dimostrato che la pre v a-
lenza, in termini economici, della produzione ottenuta, deriva
da prodotti certificati come biologici ai sensi del Reg. (CEE)
2092/91 e/o 1804/99. Qualora la PLV derivante da pro d o t t i
zootecnici non biologici non superi il 50% della PLV totale,
s u fficiente la certificazione delle produzioni vegetali.
2. Dovr essere garantita la copertura vegetale del terreno nel
periodo invernale su tutta la superficie aziendale attraverso:
a) linerbimento controllato della vite e delle colture arboree;
b) la presenza di colture erbacee/ invernali in atto; c) la colti-
vazione di colture intercalari (cover crops). Tale obbligo sar
compensato sulla base dei calcoli delle perdite di reddito.
3. Aratura dei terreno, qualora effettuata, mai superiore a 30
cm. Nella coltivazione della bietola ammessa una ripunta-
tura del terreno a 40 cm.
4. Obbligo dellinterramento dei residui colturali.
5. Osservanza dei vincoli relativi alle fasce di rispetto delle stra-
de e dei corsi dacqua.
6. Sono escluse dal contributo le superfici a pascolo o prato
pascolo che non dovranno essere trasformate in seminativi.
Dette superfici saranno ammissibili a finanziamento solo per
le aziende zootecniche che certificano alla vendita almeno il
50% della propria produzione ai sensi di uno dei seguenti
Regolamenti (CEE): 1804/99, 2081/92, 2082/92 e 820/97.
7. Impegno da parte del beneficiario ad eff e t t u a re il manteni-
mento di siepi ed alberature ed alla manutenzione della re t e
idraulica aziendale. Tale obbligo sar compensato sulla base
delle perdite di reddito.
8. Non coltivare od allevare organismi geneticamente manipolati.
Gli animali dovranno essere allevati con tecniche che assicuri-
no il rispetto di buone condizioni di igiene e benessere, pre v e-
dendo la trasformazione delle deiezioni prodotte in letame o
compost. Nei primi tre anni possibile la deroga a tale obbligo
in caso di presentazione di un piano di adeguamento.
Potranno inoltre essere adottate tecniche finalizzate al conteni-
mento dei fenomeni erosivi e di dissesto dei terreni attraverso
lapplicazione di progetti approvati dalla Regione Marche.
BENEFICIARI
Imprenditori singoli o associati. Una percentuale prestabilita di
aiuti sar riservata prioritariamente a terreni ricadenti in aree di
almeno 1.000 ettari sui quali sussistano accordi agroambientali
d a rea, promossi da Enti Locali che prevedano il finanziamento
di interventi comprensoriali di regimazione delle acque, lema-
nazione di ordinanze da parte dei sindaci che stabiliscano im-
pegni da parte degli agricoltori ad applicare la presente azione,
e ladozione di progetti aziendali di regimazione delle acque.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
Limporto delle compensazioni calcolato in base alla perdita
di reddito degli agricoltori o ai maggiori costi sostenuti in base
agli interventi previsti.
SOTTOMISURA 1: azioni finalizzate alla conduzione di terreni agricoli compatibilmente con la tutela e
il miglioramento dellambiente, del paesaggio e delle sue caratteristiche, delle risorse naturali, del suolo e
delle diversit genetiche.
RIFERIMENTI NORMATIVI
Titolo II, Capo VI, articoli 22, 23 e 24 del Reg. (CE) del Consi-
glio n 1257/99 (ex Reg. CEE 2078/92)
OBIETTIVI DELLA MISURA
Tu t e l a re e salvaguard a re lambiente naturale e il paesaggio ru r a l e
attraverso ladozione di pratiche agricole e metodi di gestione
migliorativi rispetto alla buona pratica agricola, con part i c o l a re
attenzione alla tutela delle acque e dei suoli agrari. E fatto in ogni
caso divieto di utilizzo di organismi geneticamente modificati.
MISURA F
MISURE AGRO-AMBIENTALI
41
RIFERIMENTI NORMATIVI
Titolo II, Capo VIII, articolo 31 del Reg. (CE) del Consiglio n
1257/99 (ex Reg. CEE 2080/92).
OBIETTIVI DELLA MISURA
Diversificazione produttiva delle superfici agricole ai fini di una
riduzione delle eccedenze alimentari attraverso la conversione
dei seminativi in superfici a bosco produttivo. Tu t e l a re e salva-
guardare lambiente naturale e il paesaggio rurale attraverso in-
t e rventi di incremento del patrimonio forestale regionale. Prio-
rit verr data agli interventi che contribuiscano alla soluzione
di problemi di dissesto idrogeologico anche in sinergia con al-
tre misure.
DESCRIZIONE INTERVENTI
Interventi adatti alle condizioni locali, compatibili con lambien-
te e tendenti a pre s e rv a re lequilibrio tra la silvicoltura e la fau-
na selvatica attraverso limpianto di specie arboree indigene o
acclimatate. Gli interventi si riconducono alle finalit del Piano
Nazionale Forestale (sistema boschivo che abbini la funzione
ambientale alla garanzia di reddito per le popolazioni rurali).
TIPOLOGIE DIMPIANTO E RELATIVI PREMI
I premi saranno commisurati alle diverse tipologie dimpianto,
e comprenderanno aiuti allimpianto, compensazione dei costi
di manutenzione, spese progettuali e di direzione lavori sino al
10% dellimporto ammesso, premi decennali destinati a coprire
la perdita di reddito. Le Azioni H e I risultano sinergiche con le
misure finalizzate al contenimento del dissesto idrogeologico.
BENEFICIARI
I m p renditori agricoli singoli e associati. Sono esclusi gli agri-
coltori che beneficiano del prepensionamento o che re a l i z z i n o
impianti di alberi natalizi; Enti pubblici.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
Costi di impianto: per Imprenditori Agricoli a Titolo Principale
e/o per impianto di boschi naturaliformi fino al 100% delle spese
ammissibili. Per gli altri beneficiari 80% delle spese ammissibili;
Spese di manutenzione: c o p e rtura dei costi per 5 anni entro i
massimali precedentemente definiti;
Compensazi one del mancato reddito: compensazione per 10
anni nei limiti precedentemente definiti.
DESCRIZIONE DI TUTTI I CONTRATTI
IN CORSO (IMPEGNI PREGRESSI)
Sulla base dei dati del monitoraggio possibile costru i re il quadro
degli impegni pre g ressi che ricadranno nella pro g r a m m a z i o n e
2000-2006. Su tale base si prevede un totale di liquidazioni 2080/92
da eff e t t u a re con la programmazione 2000-2006 pari a27,6 Meuro .
MISURA H
IMBOSCHIMENTO DELLE SUPERFICI AGRICOLE
OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA
F a v o r i re la conversione degli allevamenti bovini, equini, suini
ed ovicaprini verso forme a basso carico di UBA ad ettaro di fo-
raggere, allo scopo di ridurre il carico inquinante e promuovere
lo sviluppo delle superfici a foraggere estensive, con conse-
guente riduzione dei fenomeni erosivi e di depauperamento
della fertilit. E opportuno favorire la conversione degli alleva-
menti verso forme a basso carico di UBA ad ettaro di foraggere
anche allo scopo di ridurre il carico inquinante degli stessi. A
tal fine saranno concessi aiuti esclusivamente per aumenti di
superfici a foraggere.
BENEFICIARI
Imprenditori singoli o associati che rispettino gli obblighi previ-
sti al punto precedente, che siano in grado di dimostrare il pos-
sesso dei terreni per i quali si richiede il contributo per almeno
5 anni. Si ritiene opportuna lapplicazione della presente misu-
ra in tutte le aree della regione per gli effetti positivi sul conte-
nimento dellerosione dei suoli coltivati.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
Limporto delle compensazioni pari a 200 euro/ha di foragge-
re. Non prevista nessuna maggiorazione del premio oltre la
perdita di reddito calcolata.
DESCRIZIONE DI TUTTI I CONTRATTI
IN CORSO DAL PERIODO
PRECEDENTE
La Regione Marche accoglier nuove domande prima dellap-
p rovazione del nuovo Piano di sviluppo rurale. Non pre v i s t a
la pro roga di un anno per domande relative allazione C del
Reg. (CEE) 2078/92, perch non in scadenza alla fine del 1999.
Le domande di conferma degli impegni presi, il cui periodo
contrattuale non ancora completato verranno re g o l a rm e n t e
accolte e gli oneri finanziari graveranno sul presente pro g r a m-
ma. Saranno autorizzate trasformazioni dei vecchi impegni pre-
visti dalla misura C del programma regionale di cui al Reg.
(CEE) 2078/92, in un nuovo impegno relativo allapplicazione
della presente Misura F.
SOTTOMISURA 2: azioni volte allestensivizzazione, favorevole allambiente, della produzione
agricola e la gestione dei sistemi di pascolo a scarsa intensit.
DESCRIZIONE DI TUTTI I CONTRAT T I
IN CORSO DAL PERIODO PRECEDENTE
La Regione Marche non intende accogliere nuove domande pri-
ma dellapprovazione del nuovo programma di sviluppo ru r a l e .
Le domande di conferma degli impegni presi, il cui periodo con-
trattuale non ancora completato, verranno re g o l a rmente ac-
colte e gli oneri finanziari graveranno sul presente pro g r a m m a .
Si autorizzeranno trasformazioni dei vecchi impegni in quelli
p revisti dal Piano.
42
BENEFICIARI
imprenditori forestali ed agro-forestali singoli od associati;
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
50% della spesa ammissibile
MASSIMALI DI INVESTIMENTO
50.000 euro/anno per singolo impre n d i t o re e 150.000 euro / a n n o
per imprenditori associati (minimo tre). Sono possibili due finan-
ziamenti a beneficiario nel periodo di riferimento 2000 2006;
75.000 euro/ impre n d i t o re e 200.000 euro per imprenditori as-
sociati (almeno tre) per tutto il periodo di pro g r a m m a z i o n e .
OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA
Miglioramento qualitativo delle macchine operatrici sia nei con-
f ronti dellambiente che della sicurezza degli operatori, grazie
allacquisto di macchine ed equipaggiamenti per le sistemazioni
del territorio forestale, per il miglioramento del bosco e per i
processi di prima trasformazione del legno.
SOTTOMISURA 3: investimenti diretti a migliorare e a razionalizzare il raccolto, la trasformazione e
la commercializzazione dei prodotti della silvicoltura
OBIETTIVI OPERATIVI
Sostegno alla pianificazione forestale per il miglioramento eco-
nomico, ecologico e sociale delle foreste.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
Variabile dal 70 al 100 percento in base ai tipi dintervento.
BENEFICIARI
Comunit Montane e Regione Marche al di fuori delle Comunit
Montane; Enti pubblici.
MASSIMALI DI INVESTIMENTO
Dai 7 ai 20 euro/ha a seconda del tipo dintervento; 25.000 eu-
ro/anno per laggiornamento di banche dati per tutta la Regione.
SOTTOMISURA 2: investimenti in foreste destinati ad accrescerne in misura significativa il valore
economico, ecologico e sociale
OBIETTIVI OPERATIVI
Sostegno ad interventi di mitigazione ambientale, sistemazioni
i d r a u l i c o - f o restali. Sinergica con la misura Q (gestione risorse
idriche in agricoltura). Interventi a sostegno dopere agro-silvo-
pastorali e di difesa spondale effettuati con lingegneria natura-
listica.
SPESE AMMISSIBILI
Consolidamento scarpate, realizzazione di gradonate con mate-
riale vegetale, sistemazione e protezione spondale a pre v e n z i o-
ne dellerosione secondo progetti di ingegneria naturalistica.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
100% delle spese ammissibili.
MASSIMALI DI INVESTIMENTO
Massimali stabiliti dallart.17 della L.R. 97/94 e con i costi uni-
tari stabiliti prezziario regionale per le opere forestali.
BENEFICIARI
Le Comunit Montane e la Regione Marche, come soggetti pro-
ponenti, localizzeranno le aree dintervento secondo le esigenze
dei rispettivi territori, individuandone le priorit, assicurando la
professionalit degli interventi, la sicurezza nei cantieri e la sal-
vaguardia delle attivit imprenditoriali connesse.
Soggetti beneficiari : imprenditori agricoli singoli e associati. Il
tutto ai sensi dellart.17 della L.97/94.
SOTTOMISURA 1: imboschimento di superfici non agricole
RIFERIMENTI NORMATIVI
Titolo II, Capo VIII, articolo 30 del Reg. (CE) del Consiglio n
1257/99 (ex Reg. CE 2081/93 Ob. 5b e Reg. 867/90)
OBIETTIVI DELLA MISURA.
Tu t e l a re e salvaguard a re lambiente naturale e il paesaggio ru-
rale attraverso attivit forestali sostenibili. Priorit verr data
agli interventi che contribuiscano alla soluzione di problemi di
dissesto idrogeologico anche in sinergia con altre misure, alla
prevenzione degli incendi boschivi e agli interventi di incremen-
to e valorizzazione del patrimonio forestale regionale.
MISURA I
ALTRE MISURE FORESTALI
43
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
100% della spesa ammissibile
MASSIMALI DI INVESTIMENTO
Euro 50.000/anno per tutta la Regione.
TIPO DINTERVENTO
1. Azione di monitoraggio e prevenzione; 2. apertura e manteni-
mento fasce tagliafuoco e viabilit di servizio; 3. prevenzione dis-
sesti, consolidamento di frane superficiali con lingegneria natu-
r a l i s t i c a .
BENEFICIARI
Enti Pubblici e Corpo Forestale dello Stato per il settore di in-
tervento di cui al punto 1;
Enti Pubblici per i settori di intervento di cui ai punti 2 e 3.
SOTTOMISURA 7: misure volte al mantenimento e miglioramento della stabilit ecologica delle
foreste e al mantenimento di fasce tagliafuoco
OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA
Realizzazione ed aggiornamento di banche dati ; acquisizione di
attrezzature, strumenti e procedure informatiche;
interventi selvicolturali nelle aree definite dallinventario fore-
stale e dalle carte di pericolo incendio.
BENEFICIARI
Enti Pubblici e Corpo Forestale dello Stato; Enti Pubblici e Cor-
po Forestale dello Stato; Comunit Montane e Regione Marche
al di fuori del territorio delle Comunit Montane.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
100% della spesa ammissibile
MASSIMALI DI INVESTIMENTO
Dai 25.000 ai 50.000 euro/anno per tutta la Regione a seconda
del tipo dintervento.
SOTTOMISURA 6: interventi di rimboschimento a seguito di disastri naturali e incendi e misure di
prevenzione
OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA
Aiuti alla costituzione di organismi di gestione ecosostenibile
delle foreste pubblici - privati.
BENEFICIARI
Comunit Montane cui spetter re p e r i re la disponibilit dei ter-
reni coinvolgendo proprietari e maestranze forestali individuan-
do le priorit di intervento tramite linventario forestale ed i pia-
ni di gestione, assicurando la professionalit degli interventi, la
sicurezza nei cantieri forestali e la salvaguardia delle attivit im-
prenditoriali connesse (art.17 L. 7/94).
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
Dal 50 al 100% della spesa ammissibile a seconda del settore
dintervento.
MASSIMALI DI INVESTIMENTO
20.000 euro /anno /comunit montana per impiego tecnici fo-
restali nuova assunzione; fino a 20 euro/ha per piani di gestio-
ne fino a 7 euro/ha per piani di assestamento. Una tantum max
5.000 euro per spese di avvio degli organismi di gestione.
SOTTOMISURA 5: interventi per la gestione in forma associata delle foreste
TIPI DINTERVENTO
Realizzazione o adeguamento di stru t t u re per stoccaggio, tra-
s f o rmazione, conservazione e commercializzazione dei pro d o t t i
non legnosi della silvicoltura; ricerche di mercato per la promo-
zione dei prodotti della silvicoltura.
BENEFICIARI
i m p renditori agricoli e forestali singoli od associati, Enti pubblici;
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
Dal 50 al 70% delle spese ammissibili a seconda del tipo din-
tervento.
MASSIMALI DI INVESTIMENTO
Da 10.000 a 50.000 euro per singolo impre n d i t o re e 150.000 euro
per imprenditori associati (almeno tre) a seconda del tipo dinter-
v e n t o .
SOTTOMISURA 4: promozione di nuovi sbocchi per luso e la commercializzazione dei prodotti della
silvicoltura
44
OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA
M o n i t o r a re ed analizzare come gli interventi del presente Piano
riescano a migliorare le attuali condizioni di elevato rischio
i d rogeologico, attraverso la realizzazione di sistemi di monito-
raggio della portata idrica delle aste fluviali del territorio re g i o-
nale, delle caratteristiche dei suoli agrari.
BENEFICIARI
Regione Marche.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
100% della spesa ammissibile.
SOTTOMISURA 1: monitoraggio ambientale relativamente ai rischi di erosione dei suoli e di
inquinamento delle acque superficiali e profonde.
RIFERIMENTI NORMATIVI
Titolo II, Capo IX, articolo 33, undicesimo trattino del Reg. (CE)
del Consiglio n 1257/99 (ex Reg. 2081/93 Ob. 5b).
OBIETTIVI DELLA MISURA
Incrementare la sostenibilit del sistema produttivo agricolo e
agro-industriale intervenendo sulla prevenzione, il monitorag-
gio e il controllo degli impatti dei processi produttivi agricoli
sullambiente.
MISURA T
TUTELA DELLAMBIENTE IN RELAZIONE ALLAGRICOLTURA, ALLA SILVICOLTURA, ALLA
CONSERVAZIONE DELLE RISORSE NATURALI NONCH AL BENESSERE DEGLI ANIMALI
RIFERIMENTI NORMATIVI
Titolo II, Capo IX, articolo 33, ottavo trattino del Reg. (CE) del
Consiglio n 1257/99 (ex Reg. CE 2081/93 Ob. 5b).
OBIETTIVI DELLA MISURA
M i g l i o r a re e valorizzare il paesaggio rurale attraverso interv e n t i
di gestione sostenibile delle risorse idriche in agricoltura, che
contribuiscano delle risorse idriche stesse e dellambiente na-
turale. Interventi di miglioramento delle opere irrigue, fert i rr i-
gazione, ripristino della rete idrografica minore e laghetti colli-
nari
SETTORI DINTERVENTO
1. Completamento e/o miglioramento delle opere irrigue;
2. Riuso delle acque reflue a scopo irriguo;
3. Laghetti collinari;
4. P rogetto pilota relativo al re c u p e ro biologico ed art i f i c i a l e
dei corsi dacqua minori.
BENEFICIARI
C o n s o rzi di Bonifica, Comuni singoli o associati, Comunit
Montane, imprenditori agricoli singoli o associati delle aree col-
linari; Enti locali; privati singoli o associati che possiedano fon-
di adiacenti i corsi dacqua in aree individuate dalla Regione
Marche.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
40 nel caso di singoli privati, 100% negli altri casi.
BENEFICIARI
C o n s o rzi di bonifica, comuni singoli o associati, Comunit
Montane, aziende o gruppi di aziende agricole delle aree colli-
nari; Enti locali, privati singoli o associati che possiedano fondi
adiacenti i corsi dacqua.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
100% Enti Pubblici, 50% privati.
SOTTOMISURA 1: interventi per la razionalizzazione della gestione delle risorse idriche in agricoltura
MISURA Q
GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE IN AGRICOLTURA
45
RIFERIMENTI NORMATIVI
Titolo II, Capo IX, articolo 33, dodicesimo trattino del Reg. (CE)
del Consiglio n 1257/99
OBIETTIVI DELLA MISURA
F a v o r i re la tutela delle risorse ambientali garantendo la difesa
dalle avversit ambientali e dalle calamit naturali mediante stru-
menti di prevenzione e assicurazione, grazie a contributi per lab-
battimento del costo della polizza assicurativa ai titolari di azien-
de agricole.
BENEFICIARI
Imprenditori agricoli individuali o associati.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
Polizza multirischio: contributi fino al 60% del costo della polizza.
Polizza monorischio: contributi fino al 40% del costo della polizza.
SOTTOMISURA 1: aiuti destinati allabbattimento del premio per la copertura assicurativa delle
produzioni aziendali e zootecniche di agricoltori e/o allevatori per perdite causate da calamit naturali,
avversit atmosferiche a carattere eccezionale epizoozie e fitopatie
MISURA U
RICOSTITUZIONE DEL POTENZIALE AGRICOLO DANNEGGIATO DA DISASTRI
NATURALI E INTRODUZIONE DI ADEGUATI STRUMENTI DI PREVENZIONE
OBIETTIVI DELLA SOTTOMISURA
Completare la rete agrometereologica di rilevamento regionale
al fine di consentire ladozione e la divulgazione delle tecniche a
basso impatto ambientale. Promuovere azioni di divulgazione
legate alladozione di tali tecniche.
BENEFICIARI
Regione Marche e Consorzi Fitosanitari
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
100% del tasso di finanziamento pubblico per le misure di cui
beneficiario lEnte Pubblico; tasso di aiuto fino all80% per le
azioni di sola informazione (lezioni, seminari, visite di espert i
agli agricoltori, opuscoli, bollettini).
SOTTOMISURA 2: completamento del sistema di rilevamento agrometeorologico regionale e utilizzo
dei relativi dati ai fini della riduzione delluso dei prodotti chimici in agricoltura
46
RIFERIMENTI NORMATIVI
Titolo II, Capo IX, articolo 33, settimo trattino del Reg. (CE) del
Consiglio n 1257/99.
OBIETTIVI
M i g l i o r a re le condizioni di vita e di lavoro delle popolazioni ru-
rali attraverso interventi di diversificazione produttiva. Svilup-
MISURA P
DIVERSIFICAZIONE DELLE ATTIVIT DEL SETTORE AGRICOLO E DELLE ATTIVIT AFFINI
ALLO SCOPO DI SVILUPPARE ATTIVIT PLURIME O FONTI DI REDDITO ALTERNATIVE
RIFERIMENTI NORMATIVI
Titolo II, Capo IX, articolo 33, sesto trattino del Reg. (CE) del
Consiglio n 1257/99
OBIETTIVI DELLA MISURA
F a v o r i re il mantenimento ed il raff o rzamento di un tessuto socio-
economico nelle aree pi marginali, a rischio di spopolamento,
tramite interventi che consentano di cre a re in situ servizi e are e
di aggregazione. Interventi di re c u p e ro per la rivalutazione di ele-
menti culturali e storici della ruralit marchigiana. Pro m u o v e re la
c o n s e rvazione di stru t t u re non produttive del patrimonio rurale e
d o t a re i villaggi rurali di stru t t u re ed infrastru t t u re .
SPESE AMMISSIBILI
Costi documentati per il recupero, la ristrutturazione e il risana-
mento conservativo dei beni ammessi al finanziamento; spese
generali/professionali sino ad un massimo del 12%.
BENEFICIARI
Imprenditori agricoli singoli o associati ed Enti Pubblici.
Soggetti pro p o n e n t i: Comunit Montane e Enti parc o .
Beneficiari: Enti pubblici ed Enti Parco .
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
Dal 50 all80% delle spese effettivamente sostenute in base alla
tipologia di investimento.
MASSIMALI DI INVESTIMENTO
Da 25.000 a 130.000 euro a seconda dellintervento.
MISURA O
RINNOVAMENTO E MIGLIORAMENTO DEI VILLAGGI RURALI
E PROTEZIONE E TUTELA DEL PATRIMONIO RURALE
RIFERIMENTI NORMATIVI
Titolo II, Capo IX, articolo 33, quinto trattino del Reg. (CE) del
Consiglio n 1257/99.
OBIETTIVI
F a v o r i re il mantenimento e il raff o rzamento di un tessuto so-
cio-economico nelle aree pi marginali, attraverso interv e n t i
che contribuiscano a frenare lesodo della popolazione da dette
a ree; migliorare le condizioni di vita delle popolazioni e contra-
stare lesodo e il pendolarismo dei giovani.
SPESE AMMISSIBILI
Costi per la costituzione di Reti di Economia Locale (REL): acqui-
sto di computer con modem e connessione Internet e di una se-
g reteria telefonica fino a un massimo di 1500 euro una tantum;
Spese di gestione della REL: bollette, spese di stampa del bol-
lettino, fino a un massimo di 2.000 euro/anno.
BENEFICIARI
Associazioni di volontariato, e altre associazioni senza fini di lu-
cro, Pro Loco, Parrocchie ed Enti Parco.
La REL deve essere costituita da almeno venti persone.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
100% delle spese ammissibili effettivamente sostenute.
PRIORIT
E data priorit alle REL costituite da Comuni ricadenti in zone
rurali con meno di 50 abitanti per Kmq.
MISURA N
SERVIZI ESSENZIALI PER LECONOMIA E LA POPOLAZIONE RURALE
47
ASSE PRI O RI TARI O I I I
RIFERIMENTI NORMATIVI
Titolo II, Capo IX, articolo 33, decimo trattino del Reg. (CE) del
Consiglio n 1257/99.
OBIETTIVI DELLA MISURA
I n c re m e n t a re le possibilit di iniziativa economica nelle zone
rurali, attraverso interventi che favoriscano nuove iniziative
economiche sostenibili nel settore turistico e in quello art i g i a-
nale Migliorare il contesto turistico-artigianale delle aree ru r a l i
meno favorite. Saranno prioritari gli investimenti inseriti in mo-
delli di sviluppo compatibile.
SPESE AMMISSIBILI
A rti gianato: R e c u p e ro, ristrutturazione e risanamento di edifici
tradizionali esistenti da adibire ad attivit artigianali; acquisto di
impianti, attre z z a t u re e macchinari finalizzati allo svolgimento del-
le attivit artigianali; acquisto di programmi informatici; investi-
menti per tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro .
Turismo: R e c u p e ro e ristrutturazione di edifici tradizionali da adi-
b i re ad attivit turistiche; attre z z a t u re per lampliamento e la re a l i z-
zazione di stru t t u re turistico ricettive; adeguamento e re a l i z z a z i o n e
di impianti per le attivit sportive non agonistiche; investimenti per
la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro .
MASSIMALI DI INVESTIMENTO
Regime de minimis.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
Aiuto del 40% del costo di investimento ammesso, 45% nelle
zone svantaggiate.
BENEFICIARI
I m p rese di produzione e di servizi alla produzione singole ed
associate con meno di 10 dipendenti (micro i m p rese) di Comu-
ni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, elevato tasso di
spopolamento, ricadenti in Comunit Montane.
MISURA S
INCENTIVAZIONE ATTIVIT TURISTICHE E ARTIGIANALI
RIFERIMENTI NORMATIVI
Titolo II, Capo IX, articolo 33, nono trattino del Reg. (CE) del
Consiglio n 1257/99.
OBIETTIVI STRATEGICI
F re n a re lesodo della popolazione rurale attraverso il miglioramento
delle condizioni di vita e di lavoro degli agricoltori e della popolazio-
ne rurale assicurando il miglioramento delle infrastru t t u re e favorire
lintegrazione del reddito aziendale attraverso lutilizzo di boschi e
pascoli collettivi, il ricorso a fonti energetiche rinnovabili, la razio-
nalizzazione delluso delle risorse idriche destinate ad uso umano
ed animale ed il re c u p e ro e miglioramento della viabilit ru r a l e .
SPESE AMMISSIBILI
1. Investimenti collettivi per i pascoli delle zone montane;
2. Investimenti per lutilizzo di fonti rinnovabili di energia;
3. Miglioramento delle reti di distribuzione idrica delle abitazio-
ni degli agricoltori;
4. Miglioramento della viabilit minore esistente (strade vicinali
ed interpoderali).
BENEFICIARI
Imprenditori agricoli singoli o associati; associazioni di produt-
tori, Enti pubblici e Consorzi pubblico-privati delle zone monta-
ne; Comuni, singoli o associati e Consorzi di bonifica, consorzi
fra privati nelle aree svantaggiate e montane;
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
Dal 50 al 70% a seconda del tipo dintervento.
MISURA R
SVILUPPO E MIGLIORAMENTO DELLE INFRASTRUTTURE
RURALI CONNESSE ALLO SVILUPPO DELLAGRICOLTURA
p a re attivit alternative per il settore agricolo per incre m e n t a re
il reddito aziendale e motivare la permanenza della manodopera
giovanile. Favorire la commercializzazione dei prodotti delle
aziende agricole.
BENEFICIARI
Imprenditori agricoli singoli e associati e imprenditori commer-
ciali gi dotati di idonea licenza, che risiedano nei territori delle
Comunit Montane e dei Parchi naturali. Regione Marche.
MASSIMALI DI INVESTIMENTO
Regime de minimis.
SPESE AMMISSIBILI
Recupero, adeguamento, ampliamento o creazione di locali de-
stinati ad ospitare le attivit oggetto della misura; acquisto di
impianti, attre z z a t u re e macchinari finalizzati allo svolgimento
di dette attivit; acquisto di programmi informatici; infrastruttu-
re specifiche aziendali; spese generali sino al 12%.
INTENSIT MASSIMA DI AIUTO
50% delle spese effettivamente sostenute nel caso di impre n d i t o r i
agricoli, 40% nel caso di imprenditori commerciali. L i m p o rto del-
laiuto viene portato al 55% nel caso di giovani agricoltori sotto i qua-
rantanni che abbiano presentato domanda ai sensi della misura B.
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aGriTuRismo
d forza alla mente
il viola
Le Marche, tutti i colori del verde
Uno sguardo allorizzonte e siete gi nel
paesaggio: geometrie di bruni e di verdi
sincastrano a coprire la terra in un mare
di verde, di giallo, di rosso, di blu, di viola...
Proprio qui, nelle M arche, dove non si
finisce mai di stupirsi, dove le luci, i colori,
i sapori e mille profumi nellaria tersa
giocano a pennellare inconsueti scenari.
i n f o rm a z i o n i: Regione Marche - S e rvizio Valorizzazione Te rreni Agri coli e Forestali
tel. 071 8063637
|
fax 071 8063019
|
p a t r i z i a . b a ro c c i @ re g i o n e . m a rc h e . i t
R E G I O N E
M A R C H E
Assessorato Agricoltura,
Foreste, Alimentazione,
Agriturismo, Sviluppo Rurale
Unione Europea
O biettivo 5B - 94/99
Direttore Responsabile: Emma Ratti
Direzione Scientifica:
Mariano Landi, Federico Bonavia, Ottavio Gabrielli,
Enzo Polidori, Carlo Schiaffino
Redazione:
Flavio Brasili, Gabriella Malanga, Francesco
Pettinari, Renzo Pincini, Sabrina Speciale,
Luana Spernanzoni, Angelo Zannotti
Graficadi copertina: Stefano Gregori
Foto di copertina: Giorgio Pegoli
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Il Periodico viene spedito gratuitamente
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P. T. CMPP di Passo Varano - AN per lare s t i t u z i o n e
al mittente che si impegnaapagarelarelativa tassa
Autorizzazione del Tribunale di Ancona n. 21/79,
in data 16 novembre 1979
Stampa: Tecnoprint srl - 60131 Ancona
Via Caduti del Lavoro 12
Te l . 071/2861423 - Fax 071/2861424
Questo numero stato chiuso il 3/2/00
ed stato spedito nel mesedi febbraio 2000

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