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Marco

Porta «Fides et ratio»:


la lezione
Un duplice
anniversario
di Edith Stein

Il duplice decennale della promulgazione dell’enciclica Fides et ratio e del-


la canonizzazione di Edith Stein (foto), offre al prof. Marco Porta – diret-
tore dell’Istituto superiore di Scienze religiose all’Apollinare, centro acca-
demico della Pontificia Università della Santa Croce – l’occasione di trac-
ciare un profilo intellettuale della compatrona d’Europa, sotto il profilo del-
l’armonia tra fede e ragione. Santa Teresa Benedetta della Croce ebbe in-
fatti a scrivere: «Chi cerca la verità, consapevolmente o inconsapevol-
mente cerca Dio». La sua ricerca filosofica, la sua conversione e il suo

N martirio ne sono fulgida e sofferta testimonianza.

el discorso tenuto il 12 settembre 2006


all’Università di Ratisbona, Benedetto
XVI ha auspicato un «allargamento del nostro con-
cetto di ragione e dell’uso di essa», per disincaglia-
cleo centrale dell’enciclica Fides et ratio, pubblica-
ta nel 1998, con cui Giovanni Paolo II esortava a
coltivare una filosofia che non si arresti al fattuale,
cioè a un’ermeneutica del fenomeno chiusa all’i-
stanza metafisica, ma si protenda verso il fonda-
re la cultura occidentale dalle secche del paradigma
razionalista-positivista che esclude pregiudizial- mento (i princìpi, le cause, le essenze). Fattore de-
mente la fede dagli spazi della ragione, e confina gli terminante di tale ampliamento della ragione – se-
interrogativi dell’ethos nella discrezionalità della condo la Fides et ratio – è il ripristino di una au-
coscienza soggettiva, impedendo così di fronteggia- tentica circolarità tra la fede e la ragione, che le
re le aspirazioni prometeico-frankensteiniane di al- mantenga equilibratamente distanti da polarità op-
cuni àmbiti della tecnoscienza e l’aggressività di poste di stampo fideistico o razionalistico. Giovan-
certe derive fondamentaliste, laiciste o religiose. ni Paolo II indicava nel numero 74 dell’enciclica al-
Avvertiva però il Papa che potremo superare questa cuni pensatori antichi e recenti quali «esempi signi-
impasse «solo se ragione e fede si ritrovano unite in ficativi di un cammino di ricerca filosofica che ha
un modo nuovo; se superiamo la limitazione auto- tratto considerevoli vantaggi dal confronto con i da-
decretata della ragione a ciò che è verificabile nel- ti della fede». Vi è annoverata anche Edith Stein, la
l’esperimento, e dischiudiamo a essa nuovamente filosofa ebrea divenuta poi cattolica e monaca car-
tutta la sua ampiezza». L’asserzione dell’attuale melitana (con il nome di Teresa Benedetta della
Pontefice si colloca in perfetta continuità con il nu- Croce), che l’11 ottobre 1998, poche settimane do-
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po la pubblicazione della Fides et ratio, lo stesso raggio e all’abilità con cui la madre sostituisce il ma-
Pontefice iscriveva a Roma nell’albo dei santi. Nel- rito nell’attività commerciale, la famiglia gode di un
l’omelia della Messa di canonizzazione Giovanni relativo benessere economico. Edith può così segui-
Paolo II affermava: «Per lungo tempo Edith Stein re gli studi liceali e universitari. Nel 1911 si iscrive
visse l’esperienza della ricerca. La sua mente non si alla facoltà di lettere di Breslavia, ma dopo la lettura,
stancò di investigare e il suo cuore di sperare. Per- nell’inverno del 1912, delle Ricerche logiche di Hus-
corse il cammino arduo della filosofia con ardore serl, si trasferisce all’Università di Gottinga per se-
appassionato e alla fine fu premiata: conquistò la guire i suoi corsi di fenomenologia. Allo scoppio del-
verità, anzi ne fu conquistata. Scoprì, infatti, che la la prima guerra mondiale interrompe per un breve
verità aveva un nome: Gesù Cristo, e da quel mo- periodo gli studi e presta servizio come infermiera
mento il Verbo incarnato fu tutto per lei. Guardan- volontaria nell’ospedale militare di Mährisch-Weis-
do da carmelitana a questo periodo della sua vita, skirchen, in Austria, dando prova di coraggio e gene-
scrisse a una benedettina: “Chi cerca la verità, con- rosità nell’assistenza ai malati di tifo. Nel 1916 segue
sapevolmente o inconsapevolmente cerca Dio”». Husserl a Friburgo, ottiene con lui la laurea summa
Il duplice anniversario decennale della Fides et ra- cum laude e ne diviene per due anni assistente. Gli
tio e della canonizzazione di Edith Stein offre l’oc- studi filosofici e alcune esperienze di vita l’aiutano a
casione per porre in risalto alcuni aspetti dell’av- superare l’agnosticismo religioso e la dispongono al-
ventura esistenziale e della lezione filosofica di l’incontro con la fede. Nell’estate del 1921 matura la
questa santa che dal 1999 è anche compatrona decisione di convertirsi al cattolicesimo, dopo il
d’Europa. Negli ultimi anni la bibliografia su Edith «colpo di grazia» costituito dalla lettura dell’auto-
Stein è cresciuta in maniera considerevole. Tra gli biografia di santa Teresa d’Avila, «divorata» in una
autori non mancano nomi illustri, come recente- notte insonne. La mattina seguente acquista un cate-
mente quello di A. MacIntyre, la cui breve mono- chismo e un messale, e il 1° gennaio 1922 riceve il
grafia potrà stimolare una maggior attenzione da battesimo. L’ambiente universitario ancora chiuso al-
parte del mondo accademico di lingua inglese nei la docenza femminile impedisce ripetutamente alla
confronti della fenomenologa allieva di Husserl1. Il Stein di accedere a una ben meritata cattedra. Edith
pubblico italiano ha la possibilità di leggere quasi dà comunque prova delle sue eccellenti capacità pe-
integralmente la produzione della Stein, grazie so- dagogiche e delle sue qualità intellettuali, insegnan-
prattutto alle traduzioni pubblicate dall’editrice Cit- do per nove anni tedesco e storia a Spira, in un liceo
tà Nuova. Si avvertiva tuttavia la necessità di una femminile retto dalle suore domenicane (1923-
revisione di queste traduzioni, per cui merita un vi- 1931). Nel frattempo prosegue l’attività filosofica: su
vo plauso l’avvio della versione italiana dell’opera incoraggiamento di E. Przywara intraprende lo stu-
omnia, sotto la direzione congiunta di Angela Ales dio di san Tommaso, di cui traduce le Quaestiones
Bello e di Marco Paolinelli, tra i maggiori esperti disputatae De veritate, e pubblica nel 1929 il breve
italiani della Stein. Finora ha visto la luce il primo ma importante saggio La fenomenologia di Husserl e
volume contenente vari scritti di carattere autobio- la filosofia di san Tommaso: tentativo di confronto.
grafico, che insieme all’interessantissimo epistola- Cresce la sua fama di intellettuale cattolica e viene
rio possono essere un buon punto di partenza per il invitata a tenere conferenze in molte città della Ger-
lettore meno avvezzo alla filosofia. Di non difficile mania, e anche in Austria e in Svizzera. Dal 1931 al
lettura sono anche gli scritti di pedagogia, antropo- 1933 insegna all’Istituto tedesco di Scienze pedago-
logia e spiritualità. Indubbiamente più ardui sono i giche di Münster. Le leggi antisemite del regime hit-
testi di fenomenologia e di metafisica, dalla tesi leriano l’escludono dall’insegnamento e il 14 ottobre
dottorale Sul problema dell’empatia all’Introduzio- 1933 entra nel Carmelo di Colonia, dove i superiori
ne alla filosofia e ai due saggi di maggior spessore le chiedono di non interrompere l’attività filosofica.
teoretico, Potenza e atto ed Essere finito, essere Nel 1938 si trasferisce nel Carmelo di Echt, nel sud
eterno, che richiedono una buona conoscenza della dell’Olanda, ma qui nell’estate del 1942 viene arre-
filosofia classica e moderna. stata dalla Gestapo e deportata con la sorella Rosa ad
Auschwitz, nelle cui camere a gas trovano entrambe
la morte il 9 agosto 1942.
L’itinerario familiare
& culturale La conversione
Ultimogenita in una famiglia ebrea con undici figli, di un’intellettuale
Edith Stein nasce il 12 ottobre 1891 a Breslavia, al-
lora capitale della Slesia prussiana, oggi in territorio Edith Stein ha preferito mantenere un delicato riserbo
polacco, con il nome di Wroclaw. Suo padre muore sul processo della sua conversione. «Secretum meum
quando Edith ha appena due anni, ma grazie al co- mihi» (Is 24, 16), rispose in un’occasione all’amica e
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madrina di battesimo Hedwig Conrad-Martius. Non scriverle obiettivamente, fedelmente e scrupolosamen-
mancano però nelle sue opere, in particolare nell’au- te, ha liberato la conoscenza dall’arbitrio e dalla super-
tobiografia (che si arresta al 1916) e nel suo epistola- bia, e ha condotto a un atteggiamento conoscitivo sem-
rio, diversi spunti che consentono di cogliere gli ele- plice e ubbidiente alle cose e perciò umile. Questo at-
menti più significativi di tale processo. M. Paolinelli teggiamento ha condotto anche a una liberazione dai
ha recensito qualche anno fa alcuni testi steiniani che pregiudizi e a una spregiudicata disponibilità ad acco-
alludono a un’esperienza di carattere mistico, «una gliere evidenze colte intuitivamente. Questo atteggia-
straordinaria esperienza di Dio, che cronologicamen- mento, al quale ci ha abituato coscientemente, ha reso
te si colloca ancora nel periodo della sua incredulità», molti di noi anche liberi e disponibili alla religione cat-
probabilmente nel 19172. Ma, come evidenzia lo stes- tolica, tanto che un gruppo consistente dei suoi allievi
so Paolinelli, la conversione della Stein non fu repen- lo devono ringraziare se hanno trovato la via della
tina, bensì giunse al termine di una lunga e ponderata Chiesa, via che egli stesso non ha trovato»5.
ricerca. «Questa è la verità», esclamò la Stein chiu- La fenomenologia, nella Stein, non è imparentata
dendo l’autobiografia di santa Teresa. Senza voler con l’atteggiamento di «sospetto» che vizia in ori-
forzare il significato di questa frase, e senza ovvia- gine tanta parte della cultura moderna. È contrasse-
mente negare il coinvolgimento di altre dimensioni gnata invece da uno stile filosofico di piena onestà
umane, e soprattutto della Grazia di Dio, è lampante intellettuale e da uno spirito di franca e leale colla-
che il piano noetico occupa un posto prevalente nel borazione con i propri colleghi filosofi, nella con-
suo itinerarium in Deum. In piena adolescenza una vinzione che la conoscenza umana ha un’impre-
crisi spirituale l’aveva gettata nell’incredulità, e il Dio scindibile dimensione intersoggettiva, e si alimenta
vivente era scomparso dall’orizzonte della sua anima, del dialogo e dell’ascolto dell’altro, evitando l’iso-
ma la «sete della verità» – ebbe a scrivere – rimase in lamento solipsistico. Il suo lavoro di dottorato sulla
lei come una costante preghiera. Da questo anelito modalità di conoscenza per empatia rafforzò certa-
sbocciò la vocazione filosofica, con l’adesione entu- mente in lei la capacità di scrutare con perspicacia
siasta alla fenomenologia husserliana, dove trovò il agostiniana l’interiorità della persona, dove nel
rigore epistemologico che consentiva di superare il flusso di sentimenti, desideri e pensieri vibra l’in-
relativismo storicista e lo psicologismo positivista di quietudo cordis che anela alla trascendenza, all’in-
cui aveva avvertito le aporie nei suoi primi studi uni- finito e all’eterno. Tra i fenomeni che sollecitavano
versitari. Benché anche Husserl sembra poi essere ri- la sua partecipazione empatica, e che richiedevano
caduto, a partire dalla pubblicazione delle Ideen, in di essere meditati e interpretati, alcuni riguardava-
certi esiti immanentistici del cogito cartesiano, non no la profonda incidenza della fede nelle diverse si-
v’è dubbio che il recupero – attraverso la mediazione tuazioni umane, sia in quelle ordinarie sia in quelle
di Brentano – della dottrina dell’intenzionalità della eccezionali, come per esempio l’evidenza di un rap-
coscienza (ogni percezione è sempre rivolta a un «og- porto personale con Dio da parte di una donna che
getto» che non dipende nel suo essere dalla coscien- entra in una chiesa con in mano la borsa della spe-
za) ha impresso alla fenomenologia un fondamentale sa e vi sosta in silenziosa preghiera, o la testimo-
atteggiamento realistico. Lo sguardo del filosofo è in- nianza di fortezza nella fede da parte di una giova-
vitato a rivolgersi alle «cose stesse» nella convinzio- ne moglie che non si lascia sopraffare dalla dispe-
ne che l’intelligenza umana vi possa intus legere l’es- razione per la morte del marito in guerra. Questi e
senza, il quid intelligibile. «Lo spirito trova la verità altri episodi agirono sulla giovane fenomenologa
non la produce», scrive la Stein in una breve presen- come catalizzatori nella ricerca della verità religio-
tazione della fenomenologia, e aggiunge che proprio sa. «Ciò non mi condusse ancora alla fede, tuttavia
per aver ripristinato la concezione dell’oggettività mi dischiuse un campo di “fenomeni” dinanzi ai
della conoscenza, l’insegnamento di Husserl suscitò quali non potevo più essere cieca. Non per niente ci
nei circoli accademici l’obiezione: «Questo è platoni- veniva continuamente raccomandato di considerare
smo! Questo è aristotelismo! Questa è una nuova sco- ogni cosa con occhio libero da pregiudizi, di getta-
lastica!…»3. re via qualsiasi tipo di “paraocchi”. I limiti dei pre-
La fenomenologia fu per la Stein una scuola di filoso- giudizi razionalistici, nei quali ero cresciuta senza
fare fiducioso nella capacità dell’intelligenza di pene- saperlo, caddero, e il mondo della fede comparve
trare nella ricchezza ontologica del reale, purché il ri- improvvisamente dinanzi a me»6.
cercatore sappia tenere «gli occhi spalancati» sulle co-
se, rispettando la datità oggettuale4. Le seguenti parole
della Stein esprimono nel modo migliore la sua rico- Verità & libertà
noscenza al lieber Meister per il beneficio intellettuale
ricavato dagli studi di fenomenologia nel cammino
verso la fede: «Di Husserl si deve dire che il modo in
cui si è diretto alle cose stesse e ha insegnato a com- Cornelio Fabro ha fatto notare che già nella tesi dot-
prenderle intellettualmente in tutta la loro forza e a de- torale sull’Einfühlung (empatia o entropatia) la
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Stein rivendica alla libertà un ruolo decisivo nella l’umiltà a coloro che svolgono attività intellettuali:
formazione del nucleo più intimo della persona, «[L’intelletto] è un dono divino del quale abbiamo
contro la tesi dell’immanentismo moderno che sta- bisogno, e ciò non soltanto per noi, ma anche e pro-
bilisce il «cominciamento» nel pensiero puro7. Ri- prio per coloro dai quali esso ci separa. Deve però
marcare il ruolo della razionalità filosofica nella – questo intelletto – diventare consapevole dei suoi
conversione di Edith Stein non deve far dimentica- limiti ed essere perciò umile. La prevalente attività
re che l’attività dell’intelletto è inseparabile dalla intellettuale, se è pura attività naturale dell’intellet-
sfera assiologica e quindi dall’atteggiamento etico to, suole condurre a una sicura presunzione intellet-
del soggetto. Filosofare è un atto che coinvolge tut- tuale»11. È un richiamo sempre attuale, in una sta-
ta la persona, mente e cuore, in modo particolare gione culturale che si attribuisce un «pensiero de-
quando l’uomo s’interroga sulla sua relazione con bole» ma professa di fatto un relativismo «dittato-
l’Assoluto. «Nell’atto religioso fondamentale la co- riale» che non esita a liquidare come superstizioni
noscenza, l’amore e l’azione sono uniti», scrive la mitologiche o fanatismi medievali le credenze e i
Stein8. Mi piace sottolineare la piena convergenza valori morali del cristianesimo. Riguardo alla su-
di questa idea steiniana con il convincimento, tena- perficialità e alla sufficienza un po’ sprezzante con
cemente propugnato dal filosofo catalano Carlos cui persone colte affrontano oggi le questioni della
Cardona, del carattere etico del principio stesso del fede, merita di essere ricordato il franco rimprove-
filosofare: «Preliminare, nel sapere, non è il proble- ro che la Stein rivolge a un caro amico, il filosofo
ma gnoseologico: è con un argomento etico, di polacco Roman Ingarden: «Come è possibile che un
buon amore, che si può avviare un buon sapere»9. uomo con una preparazione scientifica, che rivendi-
Nel saggio La struttura ontica della persona la ca l’oggettività rigorosa e che senza un esame ap-
Stein afferma che la persona può disporsi al dono profondito non emetterebbe un giudizio in merito
della Grazia impegnandosi a distaccarsi dal regno alla più insignificante questione filosofica, possa
della natura, dove vige l’illusoria libertà del «faccio sbarazzarsi del problema più importante di tutti con
ciò che mi piace». Attingendo alla propria esperien- una frase che ricorda lo stile di un qualsiasi perio-
za, la filosofa di Breslavia spiega che la libertà, pur dico di bassa levatura? Mi riferisco all’“apparato
non potendo prevenire la Grazia, può tuttavia «cer- dogmatico escogitato per il dominio delle masse”».
care di staccarsi da sé e volgersi alla Grazia… an- E più avanti incalza: «Quanto tempo ha impiegato
dargli incontro: occupandosi delle cose che ritiene lei, nelle lezioni di religione a scuola, allo studio del
sante… nella speranza che prima o poi in lui entri e dogma cattolico, dei suoi fondamenti teologici, del
si accenda la scintilla che apra i suoi occhi e lo fac- suo sviluppo storico?»12.
cia entrare nel regno della luce. Questa strada so- L’esperienza della Stein dimostra che la dimensione
miglia a una peregrinazione nel deserto. Quando si religiosa non si può ridurre a bisogni e pulsioni psi-
giunga alla meta, questo resta da vedere. Può esse- cologici, o a condizionamenti meramente sociologici,
re necessaria una vita intera»10. Attraverso queste sottovalutando la dimensione dello spirito e della li-
parole si scorgono in filigrana le tante scelte di ge- bertà. La vita di fede richiede una buona volontà di ri-
neroso superamento di logiche utilitaristiche e di cerca della verità e un serio impegno intellettuale che
raisons du cœur con cui Edith seppe corrispondere si traduce nel dedicare tempo ed energie allo studio,
in piena e consapevole libertà a ciò che le si palesa- alla riflessione, a opportune letture. Scrive la Stein a
va come esigenza morale di virtù e di verità. Così Ingarden: «Non so se i libri possano aiutare a com-
prese la decisione di prestare servizio come croce- prendere meglio la via da me intrapresa. Tra le opere
rossina, senza farsi trattenere dal diniego materno o dogmatiche che mi hanno colpito molto prima della
dai rischi per gli studi, così decise di dimettersi dal- conversione c’è Symbolik (Simbologia) di Möhler.
l’assistentato di Husserl, senza subordinare le di- Più tardi ho conosciuto Mysterien des Christentum
vergenze teoriche e pratiche con il maestro a strate- (Misteri del Cristianesimo) di Scheeben che amo e
gie di tipo accademico. Anche l’ingresso nella stimo molto, la prima opera o una delle prime che do-
Chiesa cattolica, oltre a comportare una tensione po l’invasione del razionalismo si ricollocò in modo
fortissima con i propri familiari, implicava un certo risolutivo sul terreno del soprannaturale, diventando
distanziamento da altri colleghi fenomenologi che fondamentale per tutta la nuova dommatica. Non so
si erano convertiti al protestantesimo, a cominciare se questo per Lei possa essere troppo. Penso che per
dall’amica Hedwig Conrad-Martius. Ebbene, Edith prima cosa, dovrebbe servirsi della via intellettuale
diede sempre prova del vigore della sua libertà, per giungere fino ai confini della ratio e con ciò giun-
espressione dell’integrità delle sue disposizioni mo- gere alle porte del mistero. Forse potrebbe aiutarLa
rali, in particolare dell’umiltà, che non va affatto Newman, quantunque il suo punto di partenza sia di-
confusa con debolezza di carattere o pusillanimità, verso. In ogni caso Le invierò le lettere e i diari, non
ma è soprattutto amore della verità e distacco da appena saranno pubblicati»13. Secondo la mentalità
ogni egocentrismo affettivo e spirituale. odierna, le motivazioni che spingerebbero alla fede
In un saggio del 1931 la Stein raccomanda appunto apparterrebbero più alla sfera dell’emotività e del sen-
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timento (bisogni di protezione, di sicurezza, di senso, ad alcuni eletti, ma è proprio di ogni autentico cri-
di appartenenza, ecc.) che a quella della ragione. Il re- stiano (certamente, ve n’è sempre soltanto una “pic-
centemente scomparso Richard Rorty non esitava ad cola schiera”). La possibilità di coltivare la scienza
assimilare la religione all’estetica, definendosi «reli- come un culto divino mi è apparsa per la prima vol-
giosamente non musicale», ed escludeva senza mezzi ta con chiarezza quando ho incontrato san Tomma-
termini la religione dalla sfera cognitiva e dall’arena so (a tale riguardo c’è una bella considerazione in
epistemica14. Valga come risposta alla saccenteria un opuscolo di cui dispongono qui le suore per le
postmoderna la lapidaria affermazione della filosofa domeniche di san Tommaso). E solo in seguito a ciò
di Breslavia: «Tanto meno il cattolicesimo è una reli- mi sono decisa a riprendere seriamente il lavoro
gione del sentimento, tanto più qui si tratta proprio scientifico. Nel tempo immediatamente previo alla
della questione della verità»15. mia conversione, e per un certo tempo anche dopo,
giunsi a pensare che condurre una vita religiosa si-
gnificava lasciar da parte ogni cosa terrena e vivere
La fede, la ragione tenendo il pensiero esclusivamente rivolto alle cose
divine. Ma poi, a poco a poco, ho compreso che in
& san Tommaso questo mondo ci si esige un’altra cosa, e che perfi-
no nella vita più contemplativa non si deve tagliare
L’ormai celebre metafora delle «due ali» con cui la relazione con il mondo; credo, addirittura, che
esordisce la Fides et ratio presenta la ragione e la quanto più profondamente qualcuno è messo in
fede congiunte nel nobile impegno di condurre Dio, tanto più deve, in questo senso, “uscire da sé
l’uomo alla conoscenza della verità. Due istanze di- stesso”, cioè, addentrarsi nel mondo per comunicar-
stinte, non omogenee, che possono e devono co- gli la vita divina»17.
operare nel reciproco rispetto della propria natura, Fin da quando intraprese la traduzione delle
senza confusioni o prevaricazioni, in un equilibrio Quaestiones disputatae de Veritate, la Stein fu
che non è solo teoretico, ma anche esistenziale. Co- consapevole che il suo approccio agli scritti del-
me spiega l’enciclica in due splendidi paragrafi, fe- l’Aquinate avrebbe richiesto una conoscenza più
de e ragione si sono felicemente armonizzate in raffinata degli strumenti lessicali e concettuali
Tommaso d’Aquino, grazie al suo stile di pensiero della filosofia scolastica, e si paragonò a un pic-
cordialmente aperto ad autori di tradizioni diverse colo Davide che andava all’assalto di Golia per
(Platone, Aristotele, Agostino, Avicenna, Maimoni- essere di sprone ad altri guerrieri meglio attrezza-
de), nella piena convinzione che «omne verum a ti. D’altro canto tale condizione le offriva il van-
quocumque dicatur a Spiritu Sancto est», e a una taggio di un contatto più genuino, non condizio-
santità di vita capace di conciliare la secolarità del nato da interpretazioni di scuola, talvolta un po’
mondo e la radicalità del Vangelo16. Il successivo anchilosate e partigiane. Come altri studiosi della
processo di separazione, che ha nel fideismo lutera- prima metà del Novecento, la Stein poté costatare
no e nel razionalismo cartesiano due snodi determi- che la filosofia in Tommaso è un perfectum opus
nanti, viene incubato nel filosofare astratto e for- rationis18, in cui è chiara la distinzione tra la for-
malista di una tarda scolastica incapace di mante- malità specifica della verità naturale e quella del-
nersi all’altezza della geniale sintesi tommasiana. la verità soprannaturale. La fede non colonizza la
Dopo i fallimenti della «ragion pura» gelosa della ragione: non la schiaccia, non la contamina, non
propria autonomia e pregiudizialmente chiusa alla l’esautora, al contrario la presuppone, la purifica
trascendenza e alla Rivelazione, vi è la fondata spe- da errori, la stimola. La Stein condivide la conce-
ranza che si possa riaprire la possibilità di un dialo- zione di Maritain di una «situazione cristiana»
go tra la filosofia e il cristianesimo, al quale molto della filosofia, propria del filosofo credente che
può giovare la metafisica dell’essere di Tommaso, senza ricorrere alla verità rivelata come argomen-
rimessa in auge dalla grande fioritura di studi stori- to dotato di forza probativa, vi trova tuttavia una
ci e teorici nel secolo appena trascorso. «regola» esterna che lo protegge da errori e de-
Anche la Stein ha dato un contributo significativo viazioni. La filosofia non soltanto fonda la ragio-
alla rivalutazione del tomismo, e mi pare degno di nevolezza della fede, ma suscitando il desiderio di
nota che il primo frutto dell’incontro con l’Aquina- un completamento della conoscenza dei princìpi
te sia stato per lei la scoperta che la fede deve per- ultimi dell’essere, dispone la ragione ad accoglie-
meare tutte le dimensioni del vivere umano, com- re la luce superiore della Rivelazione: «Il compi-
presa l’attività intellettuale. È la stessa Edith a con- to più elevato di una filosofia cristiana è proprio
fidarlo in una lettera a una suora domenicana: «La quello di preparare il cammino alla fede; appunto
religione non è qualcosa da vivere in un angolino per questo stette tanto a cuore a san Tommaso di
tranquillo o solo in qualche ora di festa, bensì, co- edificare una filosofia pura sul fondamento della
me lei stessa avverte, dev’essere radice e fonda- ragione naturale, solo così si può percorrere un
mento di tutta la vita, e questo non è riservato solo tratto di strada assieme con i non credenti; se essi
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acconsentono a fare con noi questo tratto di stra- lo tedesco, e dire: prendete, fatelo vostro, lascia-
da, forse anche in seguito si faranno ulteriormen- tevi completamente pervadere dallo spirito che in
te guidare al di là di quanto si proponessero nella esso vive e da esso parla; è il meglio che abbiamo
loro intenzione originaria»19. da offrirvi, ciò che è massimamente necessario?
Leviamo lo sguardo all’immagine del Crocifisso e
diciamo: no»20. Mi piace concludere ricordando
«Filosofa crocifissa» che santa Teresa Benedetta della Croce aveva ri-
petutamente offerto la sua vita a Dio per fermare
la violenza nazista. Fu arrestata per essere depor-
tata ad Auschwitz mentre stava scrivendo uno
La Stein assunse come motto della sua attività in- splendido commento alla dottrina spirituale di san
tellettuale l’esortazione di san Paolo: «Esaminate Giovanni della Croce, intitolato Scientia Crucis.
tutto, tenete ciò che è buono» (1 Ts 5, 21). In tem- Giovanni Paolo II volle pubblicare la Fides et ra-
pi di «emergenza educativa» merita di essere ad- tio il 14 settembre 1998, festa dell’Esaltazione
ditata come esempio di chiarezza e lucidità di giu- della Santa Croce, nella convinzione che l’amore
dizio la conferenza sul Faust di Goethe, tenuta nel umile e obbediente con cui il Logos fatto carne
1932 all’Istituto di Pedagogia di Münster. Rivol- rende testimonianza alla Verità per la salvezza de-
gendosi a un uditorio di educatori cattolici la gli uomini è «il vero punto nodale, che sfida ogni
Stein sostiene decisamente che l’ammirazione per filosofia»21. La «follia» della Croce non è di-
la qualità letteraria del capolavoro della letteratu- sprezzo della ragione umana, ma si contrappone
ra tedesca non può esimere dal mettere in guardia alla sapientia huius mundi, alla hýbris di una ra-
i giovani sulla profonda divergenza tra la fede cri- gione insipiente in quanto pregiudizialmente
stiana nel valore redentore della Croce e la conce- chiusa a ogni trascendimento di una logica pura-
zione goethiana della redenzione, che finisce per mente umana. Edith Stein, «filosofa crocifissa»
eludere la necessità assoluta della Grazia: «Siamo (J. Bouflet) ha varcato con la vita e con il pensie-
dinanzi al più grande poema del più grande poeta ro lo scoglio della Croce per «sfociare nell’ocea-
tedesco e ci domandiamo: possiamo porre que- no sconfinato della verità»22.
st’opera in mano alla gioventù tedesca e al popo- Marco Porta
1 È lo stesso MacIntyre a rilevare che esiste una generale in- 12; cfr anche Metafisica del bene e del male, Ares, Milano 1991
differenza nei confronti dell’opera filosofica di Edith Stein e Metafisica dell’opzione intellettuale, Edusc, Roma 2003.
nel mondo di lingua inglese: «There is no entry for Edith 10 E. Stein, La struttura ontica della persona e la problematica
Stein in the Oxford Dictionary of Philosophy, the Cambrig-
della sua conoscenza, in Natura, persona, mistica, a cura di A.
de Dictionary of Philosophy, the Oxford Companion to Phi-
Ales Bello, Città Nuova, Roma 1997, p. 72.
losophy, or the Routledge Encyclopedia of Philosophy. In
the Blackwell Companion to Continental Philosophy her na- 11 E. Stein, L’intelletto e gli intellettuali, in «Rivista di filosofia
me is nowhere mentioned» (A. MacIntyre, Edith Stein. A neoscolastica», LXXV (1983), p. 634.
Philosophical Prologue, 1913-1922, Rowman and Little-
12E. Stein, Lettere a Roman Ingarden. 1917-1938, Lev, Città del
field, Lanham 2006, p. vii); è imminente presso Edusc (Ro-
ma) la pubblicazione dell’edizione italiana, a cura di M. Vaticano 2001 (Lettera del 19 giugno 1924), p. 206.
D’Avenia. 13 Ibidem (Lettera dell’8 novembre 1927), pp. 257-258.
2M. Paolinelli, Esperienza mistica e conversione. Note a pro- 14 Cfr R. Rorty - G. Vattimo, Il futuro della religione. Solidarie-
posito di alcuni testi di Edith Stein, in «Teresianum», XLIX, tà, carità, ironia (a cura di S. Zabala), Garzanti, Milano 2005.
1998 II, p. 524.
15 E. Stein, Lettere a Roman Ingarden, cit. (Lettera del 13 di-
3 E. Stein, Che cos’è la fenomenologia, in La ricerca della veri- cembre 1925), p. 228.
tà. Dalla fenomenologia alla filosofia cristiana, a cura di A.
Ales Bello, Città Nuova, Roma 1993, p. 58. 16 Cfr Fides et ratio, nn. 43-44.
4Cfr E. Stein, Introduzione alla filosofia, Città Nuova, Roma 17 Lettera a Callista Kopf, 12 febbraio 1928, in E. Stein, Selbst-
1998, p. 37. bildnis in Briefen I, Edith Stein Gesamtausgabe 2, Herder, Frei-
5
burg im Breisgau 2000, pp. 85-86.
E. Stein, Il significato della fenomenologia come visione del
mondo, in La ricerca della verità. Dalla fenomenologia alla fi- 18 Cfr E. Stein, Senso e possibilità di una filosofia cristiana, in

losofia cristiana, a cura di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma La ricerca della verità. Dalla fenomenologia alla filosofia cri-
1993, p. 106. stiana, a cura di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1993, p. 141.
6 E. Stein, Storia di una famiglia ebrea, Città Nuova, Roma 19 Ibidem, pp. 151-152.
1992, p. 238. 20 E. Stein, Natura e soprannatura nel «Faust» di Goethe, in
7 Cfr C. Fabro, Linee dell’attività filosofico-teologica della Bea- Natura, persona, mistica. Per una ricerca cristiana della verità,
ta Edith Stein, in «Aquinas», My-Ag 89; 32 (2), pp. 193-256. a cura di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1997, p. 43.
8 Ibidem, p. 108. 21 Fides et ratio, n. 23.
9 C. Cardona, Etica del lavoro educativo, Ares, Milano 1991, p. 22 Ibidem.
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