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INDIC E LEZIO NI
Lezione 11: Appunti di armonia 11 - I modi e l'improvvisazione
di Gio Rossi
info@giorossi.com

Dopo 5.200 richieste, 38.000 suppliche e un numero imprecisato di minacce, mi sono finalmente deciso a scrivere dei modi e del loro uso per
ciò che riguarda l'improvvisazione.Apriamo quindi una pietosa ( e prudente) parentesi sull'argomento. Tuttavia, allo scopo di sgombrare le
nostre menti da strane idee e nebbiosi presupposti, dovremmo innanzi tutto far luce su alcune cosette...

Pensiero nebbioso # 1: "modale" esattamente significa che...

Significa "fondato/costruito su un modo". Il che non chiarisce granché. Possiamo dire che un brano modale utilizza in genere un' unica scala
di riferimento (solitamente uno dei modi gregoriani). Si può presentare in una veste del genere :

Viene indicato l'accordo e il modo relativo. Tema e improvvisazione verranno strutturati sul modo dorico, che altro non è che una scala
minore naturale con la 6a maggiore.

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Come ho già avuto modo di chiarire, un modo non è "una scala maggiore che inizia partendo da un grado diverso dalla tonica" (per esempio,
Cm dorico sarebbe Bb maggiore) ma una scala a sé stante, e il suo I grado è la sua tonica, ovvero la fine e l'inizio di qualsiasi discorso si
voglia intraprendere. Chiarito questo (anzi, ri chiarito), passiamo al punto 2.

Pensiero nebbioso # 2 : prendendo una scala qualsiasi e partendo da gradi diversi dalla tonica, si ottengono i suoi "modi"

Bah... questa è una scala minore melodica, detta anche "bachiana", già vista e rivista. Se partiamo dal RE, suo II grado, otteniamo per
esempio il modo.... appunto... che modo è ? il dorico /napoletano ? oppure L'eolico/6magg/zio Peppino ? .... non lo riconosco..

Sarà un caso. Proviamo quindi partendo dal MI b, III grado. Qui si tratta nettamente di un ... mah Lidio/5aum/sora lella ?...

Insomma, è pur vero che, per estensione, possiamo chiamare "modo" qualsiasi scala imponga una qualche tonica, e forse le scale qui sopra
hanno anche un nome, ma a dire il vero, nel jazz, che si sappia, i modi che girano sono quelli Gregoriani. La musica modale, come è concepita
nel jazz, non va comunque confusa con il sistema modale in uso nel medioevo, talmente vasto e complesso da richiedere, anche per un
semplice approfondimento, una competenza che io non ho. Meglio evitare di impegolarsi in imprese improbabili (e tutto sommato fuori luogo)
e occuparci del limitato impiego che i modi, sia a livello compositivo che improvvisativo, hanno nel jazz. Attenzione : limitato, ma comunque
sufficiente a farci venire un paio di lineette di febbre..

Pensiero nebbioso # 3 : Suonare "modale" è l'opposto di suonare "tonale"

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Dunque, il contrario di "utilizzo di una tonalità di impianto" (tonale) dovrebbe essere "non utilizzo di una tonalità di impianto".Giusto ? Quindi
"Atonale" è il contrario di "Tonale". Si può ottenere una situazione non tonale servendosi di serie dodecafoniche, oppure di frammenti
tonali totalmente in collisione tra loro (tali da creare una sorta di "nè di qui nè di là e neppure altrove"), oppure di accordi vaganti che
transitano tra una tonalità e un'altra, messi al puro scopo di creare "aria", oppure scaraventando un pianoforte giù da una scarpata etc etc
Insomma, i sistemi possono essere molti. Modale (ripeto) significa "fondato/costruito su un modo". La musica medioevale era fondata sui
modi ed era quindi musica "modale". Suonare oggi un brano modale non significa fare il contrario di qualcosa, come se le possibilità fossero
due (o tonale, o modale). Semmai, significa utilizzare uno dei vari possibili sistemi. Tutto qui.

Tonale, Atonale, Modale, Dodecafonico, Pianoforti, Scarpate... din don, Aiuto !!

Ok, ok.. niente panico. Facciamo un esempio pratico : ecco una sequenza di accordi totalmente atonale :

Per quanto la possiate rigirare, questa sequenza di accordi non vi porterà a stabilire una tonalità di impianto. Nessuna tonica, nessuna
dominante. Niente prevale su niente. Un eventuale, improbabile, senso di conclusione, potrebbe al limite arrivare dal C - 7, ma solo perchè è
l'accordo che viene suonato per primo. Se iniziaste la sequenza dal Eb - 7, sarebbe la stessa cosa. Questa è una tipica situazione di
Atonalità, nella quale ogni accordo fa a sè, non ha nessuna relazione con il precedente e tantomeno con il successivo. Ecco un'altra
possibile sequenza atonale :

Come vedete, è facile ottenere sequenze atonali di accordi (ovvero sequenze di accordi senza funzioni specifiche) utilizzando accordi dello
stesso tipo (tutti minori, o tutti maggiori). Più difficile è destreggiarsi con accordi diversi. C'è il rischio di incappare in "qualcosa di tonale" :

Lo so, sembra assurdo che un centro tonale possa essere espresso esclusivamente con accordi che non gli appartengono, ma è qui da
vedere... la Sottodominante c'è, la Dominante pure... Siamo in C maggiore, ci piaccia o no. Naturalmente, questo è un esempio in astratto.
Nell'economia di un brano, 4 misure in C maggiore non bastano certo ad affermare una tonalità. Quello che voglio dire è che per ottenere una
sequenza atonale, o comunque per comporre un brano atonale, occorre prima di tutto conoscere i meccanismi che regolano la tonalità. Se

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volete evitare la tonalità, è meglio che sappiate prima come funziona. Il rischio è di fare pastrugni che potrebbero rendere la vostra
composizione quantomeno incoerente. Una volta capito come usare la tonalità e come non usarla, potrete certamente avventurarvi in
composizioni creative e spericolate.

Modale ! il Modale !!!!

Ok, ci arrivo. Decidiamo ordunque di comporre un brano con i seguenti accordi : Dm7 per 16 misure, Ebm7 per 8 misure e infine Dm7 per
altre 8. Fine.

Un brano decisamente modale, dato che utilizza solamente due accordi. Tuttavia, abbiamo usato una forma tipica del periodo "tonale",del
jazz, ovvero la forma AABA (quella di Take the A train o di Anthropology, per intenderci). Per capire come muoverci e cosa farne, abbiamo
chiesto l'aiuto di un lontano parente di John Coltrane, il sig. Ginetto Coltroni, 78 anni, di Bertinoro (Forlì), che pare ben informato sulle
procedure del grandissimo sassofonista. Lo abbiamo incontrato al bar "ad Bizzi" in piazza del Duca. Unico problema: parla solo romagnolo. (mi
scuso con i romagnoli, abbiamo trascritto le parole così come le sentivamo..)

L'intervista

GR : Signor Coltroni, lei afferma di essere cugino di 3o grado di John Coltrane...

GC : Tam cim pu Ginetto. Sè, lo l'era l'anvod de fradel de mi non.

GR : (Nipotedelfratellodisuononno ?!? ... mah ..) Si ma... lui era nero, americano mentre lei bianco, romagnolo...

GC : Sa pos fe...nu a som una fameja ad musicestar, a som sempar in zir a sunè...

GR : Capisco (mah). Comunque, che può dirci del brano modale che abbiamo appena composto ?

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GC : T'nt par in cminsì, qui che l'è ie gli acurd ad Impression... ta lè e tema?

GR : Vado a fare una fotocopia...

GC: Bon. me intant anvad a bè un bel cafè cun pis una masa e pu a fad una bela partida a brescula; va bon per vuitar? e va bon nanca per
me!

4 caffè, 12 bianchini e 6 partite a briscola più tardi...

GR : ...ehm, la fotocopia sarebbe pronta (brutale brutale dal Real Book...)

GC : ta la vì la 6a maggiore? quella che l'è alla 6a amsura?

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GR : la vedo, la vedo... (il Si naturale)

GC: E vo dì che Zvanin edruveva il Dorico...

GR: quindi le scale usate per il tema sono queste due :

GC : Brev, avì dònca che te capèr nanca te? ci propi un artesta! U l' useva n'ca per l'improvisazion. Prova a sentìla...

GR : Signor Ginetto, la ringrazio per l'intervista e tanti auguri.

(problemi con il romagnolo e/o con la trascrizione ? clicca qui..)

C'è Modo e modo


Bene, abbiamo visto un possibile utilizzo del modo Dorico su un accordo m7. Ma certo non finisce qui. In altri ambiti, il modo di riferimento
può essere l'Eolico (la scala minore naturale). Si ottiene in questa maniera un colore più "triste", e anche l'accordo di riferimento viene
presentato spesso in una veste particolare. Il m7 diventa una sorta di m 6a b, del tutto inusuale all'epoca dello swing o del bop.

Certo, si potrebbe contestare che in fondo quel Cm6b non è altro che un Ab Maj7 con la 3a al basso ( Il che in fondo è vero) Tuttavia, è
DO la nota che suona come "tonica" e non LAb. Il brano si concluderà su DO, che è la nota che segna l'inizio e la fine del modo. Un accordo
un pò strano, direte voi, ma che esprime splendidamente il modo Eolico. Se volete sapere qual è l'effetto, non avete che da ascoltare
qualcosa di Keith Jarret (non gli standard), che pare avere una certa predilezione le seste minori...

E Miles ?

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Io non so dirvi se "Kind of Blue" il disco di Miles Davis, registrato nel '59, sia il primo esempio di jazz modale. E' di sicuro un disco che ha
rappresentato un bel "giro di boa", dopo il quale la musica è cambiata (sappiate che è obbligatorio averlo, versione vinile e CD, e ascoltarlo
almeno un milione di volte). Il brano "So What" è l'esempio ultra lampante di uso dei modi....

Qui c'è anche l'indicazione "Dorian". Gli accordi sono gli stessi del brano di Coltrane, e anche la forma è un comune AABA. Notate
l'interessante disposizione degli accordi della seconda misura..

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Mi - La - Re - Sol - Si e poi Re - Sol - Do - Fa - La. Uno chiaro esempio di disposizione per quarte (esclusa l'ultima nota) e anche un modo
elegante di esprimere il modo dorico con soli due accordi (sono contenute tutte le note del modo). Altro non serviva. Stessa cosa succede
nella sezione "B", che è la trasposizione della parte "A".

Qualche birichinata comunque compare anche in "All Blues". Guardate la parte..

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Qui, rispetto alla versione di Davis, c'è qualcosa che non va... Mentre sulla parte, alla 4a misura, compare un normalissimo C7, Davis mette
un Gm7. Il tema non dice se si tratta di un Dorico o di un Eolico, ma l'accompagnamento sottostante mostra un bel MI naturale, ovvero la 6a
maggiore del modo Dorico. Qui il modale e il Blues sembrano trovare un punto di incontro : Misolidio sul G7, Dorico sul Gm7, E poi le scale di
riferimento per i due accordi alterati che compaiono, ovvero D9#, che Davis sembra interpretare come "alterato" (e quindi un D7 9alt e 5alt,
area di riferimento la bachiana di Eb) e Eb 9#, che Davis interpreta come gli pare, suonando la quinta giusta e utilizzando 9 alterate e la 9
maggiore.

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Miles Davis, John Coltrane, Keith Jarret... Certo i nomi non mancano. C'è anche un bellissimo album di Mick Goodrick, "In Passing", dove
potete ascoltare un brano costruito sul modo Ionico (che corrisponde alla scala maggiore). Potete trovare materiale interessante nella
produzione di Miles Davis con il Mega quintetto formato da Ron Carter, Tony Williams, Wayne Shorter e Herbie Hancock, nei dischi della ECM
e perfino in musicisti insospettabili come John Lee Hooker e James Brown...

John Lee Hooker e James Brown ?!?

Ahò mettetela come volete, ma se non sono modali i pedaloni infiniti di James Brown (beccatevi "super bad") e le atmosfere ipnotiche di John
Lee Hooker... anzi, direi che quest'ultimo utilizza benissimo le possibilità espressive del modale. Hooker probabilmente non lo sapeva
neanche, ma il suo "boom boom", suonato e risuonato da migliaia di bluesman neri, bianchi, gialli e verdi in tutta la galassia, altro non è che
un brano modale. Niente trascrizioni (il blues non si trascrive, si suona o non si suona) : ascoltate e traete voi le conclusioni... Qual è il modo
? Uh uh... una ideuccia l'avrei, ma ... troppo tecnico/filosofico/storico/atropologica. Il blues è il blues e basta.

Qualche esperimento

Supponete di dover esprimere lo stato d'animo che avevate (che ne so) Sabato scorso, alle 11.30 mentre passeggiavate ai giardini pubblici..
Vai col sondaggio...

1. Avevo fame. Ero quindi irascibile, scontroso e vedevo tutto negativo.

2. Avevo fame, ma anche freddo. Quindi come sopra ma peggio.

3. Avevo fame, freddo e la tosse. Per cui ero "ignagnarrrrito" come un giaguaro.

4. Avevo fame, freddo, la tosse e stavo per vomit...

Ok, Sabato scorso non deve essere stata un gran giornata. FATE FINTA di aver avuto stati d'animo differenti e di voler comporre qualcosa
che esprima, per esempio, il paludoso senso di impotenza che provavate nel NON trovare una toilette... Ora provate a suonare qualcosa
utilizzando modi differenti, su queste armonie, e provate ad ascoltarvi. Vi suggeriranno sensazioni, gusti, colori e stati d'animo decisamente
diversi. La fondamentale è sempre Do. Serve, se possibile, l'aiuto di un pianista (o un chitarrista). Se non lo trovate, mettete su una pasta e
aprite un vinello. Io arrivo, buttiamo giù due accordi e poi se magna...

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Gli accordi per quarte che vedete nella prima misura contengono, nel loro insieme, tutte le note del modo e ne esprimono senza equivoci il
carattere. Mentre gli accordi della mano sinistra si alternano sopra quello della mano destra, provate a improvvisare qualcosa utilizzando il
modo di riferimento, che in questo caso è il dorico. Poi fate lo stesso con gli altri esempi.

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Vogliamo tentare anche con lo ionico e il lidio ? Tentiamo...

Ok, li abbiamo fatti tutti, mettiamo giù anche il locrio...

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Personalmente, ritengo i modi minori più malleabili, e non è un caso se la gran parte del jazz modale è costruito su di essi. Tuttavia, le
sonorità del lidio piuttosto che del locrio,(che non è un modo minore ma "diminuito" ) potrebbero ispirarvi qualcosa di particolare. I gusti son
gusti. Notate anche come, al fine di esprimere le peculiarità di un modo o di un altro (6e minori o maggiori, 9e minori o maggiori etc etc) si
vengano a formare accordi che, in ambito tonale, sarebbero quanto meno imbarazzanti. La disposizione a quarte del resto si presta benissimo
per quegli accordi che, più che un ruolo, intendono esprimere un particolare colore. Armonia quartale ? Troppo complicato. Non so neanche
se veramente esiste. Chiamiamole "disposizioni per quarte", un pò la regola quando, nel jazz, si parla di modi.

Ok, spero, con questa lezione, di aver esaudito le richieste per ciò che riguarda il cosiddetto "modale". Naturalmente, l'argomento non finisce
qui, anzi, si potrebbe estendere enormemente. Basti pensare alle implicazioni tra uso dei modi e composizioni atonali. Non fatevi venire la
febbre. C'è ancora molto da chiarire sulla tonalità.

Gio Rossi

PS....
Sono profondamente dispiaciuto per non aver risposto a molte delle numerosissime e-mail che arrivano continuamente. Il fatto è che (per
l'appunto) arrivano continuamente, alle volte con quesiti intricatissimi e supposizioni stravaganti, altre volte con critiche ferocissime. C'è
naturalmente posto per tutti e cercherò di rispondere ai più. Sono sempre disponibile per febbri modali, paturnie tonali e dubbi angosciosi.
(Si ringrazia Nonna Nadia per la consulenza telefonica sul romagnolo e Alice per la coraggiosa trascrizione)

L'intervista. Versione Italiano - Italiano

GR : Signor Coltroni, lei afferma di essere cugino di 3o grado di John Coltrane...

GC : Mi chiami pure Ginetto. Si, lui era nipote del fratello di mio nonno

GR : (Nipotedelfratellodisuononno ?!? ... mah ..) Si ma... lui era nero, americano mentre lei bianco, romagnolo...

GC : Che vi devo dire... famiglia di musicisti, sempre in giro a suonare...

GR : Capisco (mah). Comunque, che può dirci del brano modale che abbiamo appena composto ?

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GC : Intanto, quelli lì sono gli accordi di "Impression" .... Ce l'ha il tema ?

GR : Vado a fare una fotocopia...

GC: Bene. Io intanto prendo un caffè e faccio una partita a briscola, va bene ?

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GC : la vedi la sesta maggiore? Quella lì alla sesta misura ?

GR : la vedo, la vedo... (il Si naturale)

GC: Vuol dire che il Giovannino ( John Coltrane) usava il Dorico...

GR: quindi le scale usate per il tema sono queste due :

GC : Bravo, vedi che qualcosa capisci anche tu.. sei proprio un artista. Le usava anche per l'improvvisazione. Prova ad ascoltarla...

GR : Signor Ginetto, la ringrazio per l'intervista e tanti auguri.

(Capito tutto ? clicca qui e torna su..)

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Data pubblicazione: 07/02/2005

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