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Volontà di potenza

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Il concetto di volontà di potenza (in tedesco Wille zur Macht), insieme a quello
di oltreuomo e a quello dell'eterno ritorno, è un tema caratteristico della filosofia
di Nietzsche, ispirato ad una prospettiva di trasvalutazione di tutti i valori.
La volontà di potenza è inoltre il titolo dato a diverse raccolte postume di appunti di
Nietzsche. Esistono almeno cinque versioni differenti della volontà di potenza: una curata
dai fratelli Horneffer e Peter Gast nel 1901 e composta da 483 paragrafi; una da Elisabeth
Förster-Nietzsche e Peter Gast nel 1906 che consta di 1067 paragrafi; una da Max Brahn
del 1917 in 696 paragrafi; una da August Messer del 1930 in 491 paragrafi; e una da
Friedrich Würzbach del 1935 in 2397 (ripubblicata poi nel 1940 col titolo Il lascito di
Friedrich Nietzsche).

Indice

 1Storia del concetto


 2Definizione
 3Controversie
 4Note
 5Bibliografia
 6Voci correlate
 7Altri progetti
 8Collegamenti esterni

Storia del concetto[modifica | modifica wikitesto]


«Creare abitualmente nuove valutazioni, questa è elevazione.»
(Ralph Waldo Emerson)

Il concetto, mutuato probabilmente da Spinoza e da alcuni saggi di Emerson,


come Potenza,[1] viene menzionato per la prima volta da Nietzsche in Così parlò
Zarathustra, per poi essere ripreso, almeno a margine, in quasi tutte le sue opere
successive.
Esso si rifà inoltre alla centralità della volontà nella filosofia di Schopenhauer, dove era
intesa come volontà di vivere che si afferma al di là e al di sopra di ogni rappresentazione,
nei singoli viventi, e che andava convertita in noluntas, o non-volontà, mediante una sorta
di percorso ascetico ispirato allo spiritualismo orientale.

Definizione[modifica | modifica wikitesto]


La volontà di potenza è per Nietzsche la volontà che vuole se stessa, è cioè una volontà
impersonale intesa come perpetuo rinnovamento dei propri valori; questa concezione
sposa perfettamente il prospettivismo nietzschiano (da non confondersi con il relativismo),
secondo cui l'Uomo deve continuamente aggiornare il suo punto di vista e mai fissarsi su
una presunta verità definitiva.
Quindi la volontà di potenza non si afferma come desiderio concreto di uno o più oggetti
specifici, ma come il meccanismo del desiderio nel suo stesso funzionamento incessante: il
desiderio vuole continuamente e senza sosta il suo stesso accrescimento, dato che il
desiderio e' pulsione infinita di rinnovamento. È evidente in tal senso il nesso profondo che
lega il tema della volontà di potenza con quello dell'oltreuomo e dell'eterno ritorno: è
caratteristico dell'oltreuomo, infatti, poter assumere su di sé con leggerezza tutto il peso di
questa volontà creatrice, accettando e affermando l'inesorabile ripetizione dell'attimo
creativo, che soggiace alla teoria dell'eterno ritorno.
Da qui tuttavia deriva anche la paradossalità di una tale condizione, per cui la volontà deve
al contempo volere ma anche negare se stessa, per evitare di soffermarsi su un punto di
vista ritenuto conclusivo. Alla potenza della creatività deve succedere di volta in volta il suo
annientamento, per poter nascere di nuovo: ogni verità appena raggiunta è già una non-
verità, ogni desiderio di approdare a un traguardo definitivo deve disconoscere il traguardo
medesimo, per non restare imprigionato nelle forme che il desiderio stesso produce da sé.

Controversie[modifica | modifica wikitesto]


L'edizione critica delle opere di Nietzsche a cura di Giorgio Colli e Mazzino
Montinari[2] aveva ritenuto di adottare una prospettiva del tutto neutrale rispetto alle
controversie politiche e filosofiche circa un presunto adattamento dell'opera a fini ideologici
da parte della propaganda nazista, e aveva pubblicato per la prima volta tutti i testi di
Nietzsche, opere e frammenti postumi (compresi note, appunti e schede di lettura), in
ordine rigorosamente cronologico. In questa edizione, i frammenti postumi dell'ultimo
periodo non erano più pubblicati secondo il piano della Volontà di Potenza, abbandonato
da Nietzsche e arbitrariamente ricostruito dalla sorella Elisabeth Förster-Nietzsche e
da Peter Gast.
Rifacendosi a quanto era stato argomentato da Montinari, gli studiosi Marco Brusotti,
Federico Gerratana e Giuliano Campioni appoggiarono la tesi che Nietzsche non solo
avrebbe effettivamente abbandonato la scrittura della Volontà di potenza, ma che avrebbe
inoltre utilizzato il materiale originariamente destinato a questo progetto letterario per
scrivere Il crepuscolo degli idoli e L'Anticristo: Elisabeth Förster-Nietzsche e gli altri
compilatori non avrebbero fatto altro che assemblare gli appunti scartati o non ancora
pubblicati da Nietzsche.
Maurizio Ferraris e Pietro Kobau dell'Università degli Studi di Torino[3] sostengono invece
non solo che l'edizione originaria della Volontà di potenza non presenterebbe contraffazioni
- gli aforismi in essa contenuti sarebbero quelli scritti da Nietzsche di suo pugno,[4] - ma che
l'ordine seguito ricalcherebbe addirittura una bozza dello stesso Nietzsche (una delle tante
bozze che il filosofo aveva scritto). Inoltre, seppure imputare a Nietzsche d'essere un
nazionalsocialista è un anacronismo, secondo questi studi un'interpretazione della volontà
di potenza in senso autoritario non solo sarebbe compatibile col pensiero nietzscheano, ma
sarebbe addirittura dovuta: lo stesso Nietzsche intendeva rivolgersi a quella nuova
aristocrazia di dominatori, i futuri Oltre Uomini, che «grazie alla loro sovrabbondanza di
volontà, sapere, ricchezza e influsso, si serviranno dell'Europa democratica come del loro
strumento più docile e maneggevole per prendere in mano le sorti della terra, per
plasmare, come artisti, l'uomo stesso».[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]


1. ^ Emerson, Power, 1860.
2. ^ Pubblicata da Adelphi già a partire dagli anni sessanta.
3. ^ "VII. La questione dei testi" in Guida a Nietzsche, a cura di M. Ferraris, Laterza, 2004.
4. ^ Le contraffazioni da parte della sorella di fatto ci furono, ma non per quanto riguarda il
pensiero: i passi modificati - che comunque non riguardano la Volontà di Potenza ma altre
opere - miravano a far credere che tra Elisabeth e Friedrich ci fosse un legame stretto ed
esclusivo, cosa che non era affatto vera. Ad esempio, in Ecce Homo, edito dalla sorella e
da Gast nel 1889, venne censurato il seguente passo: «Se cerco qual è la più profonda
antitesi di me stesso, [...] ritrovo sempre mia madre e mia sorella - credermi imparentato
con una tale canaille sarebbe un bestemmiare la mia divinità. [...] confesso che la più
profonda obiezione contro l'"eterno ritorno" [...] è sempre mia madre e mia sorella».
5. ^ In Frammenti postumi, 2[57], 1885-1887.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]


 Friedrich Nietzsche, La volontà di potenza, Bompiani, 2001 ISBN 88-452-4914-X
 Stefano Peverada, Nietzsche e il naufragio della verità. Critica, nichilismo, volontà di
potenza, Mimesis, 2003 ISBN 88-8483-180-6
 M. B. Guerri, La teleologia a partire da Kant. L'opera giovanile di Nietzsche che
anticipa «La volontà di potenza», Mimesis, 1999 ISBN 88-87231-51-6
 Ambrogio G. Manno, La volontà di potenza in Nietzsche e la storia dell'Europa negli
ultimi tempi, Japadre, 1996 ISBN 88-7006-329-1
 M. Ferraris (a cura di), Guida a Nietzsche, Laterza, 2004 ISBN 88-420-5541-7
 Mazzino Montinari, Su Nietzsche, Roma, Editori Riuniti, 1981, pp. 129 (in particolare i
capitoli "interpretazioni naziste" e "critica del testo e volontà di potenza")
 Giuliano Campioni, "Nel deserto della scienza" Una nuova edizione della Volontà di
potenza di Nietzsche, in "Belfagor" a. XLVIII, II, 31 marzo 1993
 Marco Brusotti, Federico Gerratana, «‘Dappertutto e in nessun luogo'. Volontà e
potenza di un'edizione nietzscheana», Giornale critico della filosofia italiana, LXXII-3
(1993), pp. 513–529.
 Mazzino Montinari, « La volonté de puissance » n'existe pas, a cura e postfazione
di Paolo D'Iorio. Paris: Éditions de l'éclat, 1996, 192 p.
 Der "Wille zur Macht" – kein Buch von Friedrich Nietzsche, una selezione di frammenti
postumi di Friedrich Nietzsche relativi al suo concetto filosofico e ai suoi progetti di libro
"Wille zur Macht" ("volontà di potenza"), a cura di Bernd Jung sulla base dell'Edizione
Critica Integrale digitale, 2012/13

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]


 Friedrich Nietzsche
 Eterno ritorno
 Arthur Schopenhauer
 Elisabeth Förster-Nietzsche
 Volontà

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