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IPSOA 11/2018

DIREZIONE SCIENTIFICA
Franco Giampietro
Consulenza e pratica per l’impresa e gli enti locali Alberto Muratori

Rivista mensile Anno XXVI - Novembre 2018 - Direzione e redazione Via dei Missaglia n. 97 Edificio B3 - 20142 Milano

Inquinamento - Rifiuti - Bonifiche - Responsabilità - 231


VIA e AIA - Certificazioni - Energia - Rinnovabili

Tracciabilità rifiuti Emergenza fanghi


2019, addio al SISTRI? “D.L. Genova”: parte col piede sbagliato
il restauro del vetusto D.Lgs. n. 99/1992

Residui d’asfalto Governance ambientale


Dal fresato-sottoprodotto La figura del Direttore giurista
all’EoW: ancora troppi dubbi nella gestione delle aree protette
dopo il D.M. n. 69/2018

Rapporto ISPRA 2018 Rifiuti


Aggiornata la mappa La non punibilità per
del dissesto idrogeologico: particolare tenuità del fatto
5 000002 311031

aumentano i Comuni a rischio


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Per informazioni
Direzione Marketing
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Ambiente & Sviluppo
Sommario

In primo piano
Tracciabilità 2019, addio al SISTRI?
dei rifiuti Claudio Bovino 711

Rifiuti
D.L. n. 109/2018 L’utilizzo in agricoltura dei fanghi di depurazione civili: il “restauro” del vetusto D.Lgs.
n. 99/1992 parte “col piede sbagliato”, ma per motivi di forza maggiore
Alberto Muratori 716
Gestione Residui d’asfalto: dal fresato-sottoprodotto all’end of waste ancora tanti dubbi dopo il
D.M. n. 69/2018
Vittorio Giampietro 723

Inquinamento
Ecoreati La particolare tenuità del fatto e i reati ambientali
Vincenzo Paone 729

Gestione ambientale
Tutela Dissesto idrogeologico in Italia: tutti i dati del Rapporto ISPRA 2018
del territorio Veronica Manca 735
Il rilancio della figura del direttore giurista nella governance delle aree protette
Fabio Ratto Trabucco 745

Rassegna
Consiglio di Stato e TAR
a cura di Chiara Prevete 753
Corte di Cassazione penale
a cura di Vincenzo Paone 758

Agenda
Finanziamenti ambientali
a cura di Bruno Pagamici 767
Scadenzario e Memoranda
a cura di Alberto Muratori 777
Casi e soluzioni
a cura di Eleonora Perotto e Andrea Quaranta 784

Ambiente & sviluppo 11/2018 709


Ambiente & Sviluppo
Sommario

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710 Ambiente & sviluppo 11/2018


In primo piano

Tracciabilità dei rifiuti

2019, addio al SISTRI?


Claudio Bovino

Superamento del Sistri e del doppio binario degli Il sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti, in
adempimenti cartaceo/digitali degli operatori della verità, non è mai definitivamente decollato, a causa
filiera dei rifiuti, istituzione di una commissione di di malfunzionamenti e criticità che hanno dato luogo a
semplificazione e “sburocratizzazione” ambientale com- una lunga sequela di modifiche dell’impianto legislativo
posta anche da rappresentanti delle imprese. Questi che lo disciplina - che ha visto avvicendarsi ben due TU
sono alcuni degli ingredienti della ricetta che secondo “dedicati” al Sistri, il D.M. 18 febbraio 2011, n. 52,
il Ministro dell’ambiente, Sergio Costa, dovrebbe con- successivamente sostituito dal D.M. 30 marzo 2016,
sentire di mandare in pensione il “vecchio” Sistri e, n. 78 - e, correlativamente, di proroghe relative alla
mantenendone l’idea centrale, passare a una sorta di piena entrata in vigore della sua operatività, passando
Sistri 2.0, a distanza di quasi dieci anni da quando, nel per la sua sospensione e il suo repentino riavvio; non-
2009, venne varato dall’allora Ministro dell’Ambiente, ché, per alleggerire il sistema, attraverso la riduzione
Stefania Prestigiacomo. della platea di utenti obbligati, i quali sono così passati
Dalle poche descrizioni disponibili, la sede di Selex dagli iniziali 398mila iscritti agli attuali 78mila (2). E
Service Management (Sema), controllata Selex dire che il Sistri era stato presentato come progetto
Elsag-Finmeccanica, che ospita fisicamente la struttura pilota nel suo genere in Europa. Addirittura, il 31
del Sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti gennaio 2012, proprio per il progetto Sistri, la Selex
(SISTRI), evoca immagini che ci ricordano il Elsag (gruppo Finmeccanica), attraverso la sua control-
NORAD statunitense del film Wargames: allocata lata Selex Service Management (concessionaria per la
“in un palazzone grigio metallizzato che non ha insegne gestione del SISTRI) fu premiata a Londra con il Cisco
visibili”, in via Faustiniana a Roma, sulla Tiburtina, “tra Innovation Award 2012 (3): il riconoscimento veniva
i vari insediamenti della galassia Finmeccanica”, è conferito a soluzioni innovative che, tramite l’utilizzo di
“difficilmente accessibile e poche volte aperto agli tecnologie all’avanguardia, rappresentassero le “Best
occhi esterni. Dentro, 200 tra manager, sistemisti, Practice” nell’ambito dell’Ict. Ma il premio è passato
addetti al contact con l’utenza e carabinieri del Noe”; pressoché sotto silenzio, offuscato da tutta una serie di
“[...] per accedere a uno dei due piani sotto il livello traversie che hanno reso travagliata la vita ormai quasi
stradale occorre addirittura il riconoscimento biome- decennale del Sistri: a quanto già accennato, infatti, -
trico, come se invece che a Roma si fosse al Pentagono. sono vicende che la maggior parte degli operatori della
Dietro porte corazzate e sistemi di accesso stile caveau, filiera dei rifiuti conoscono - devono aggiungersi le
pulsa un complesso di oltre 250 tra server e main frame inchieste della procura, le interrogazioni parlamentari,
di nuova generazione, con una capacità di circa 5.700 le indagini della Commissione parlamentare di inchie-
Gb di ram e la possibilità di gestire 900.000 utenti di cui sta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti (che
oltre 15 mila contemporaneamente”. Insomma, come ha concluso dichiarando il Sistri “un fallimento”) (4), le
sintetizza il giornalista Francesco Benucci, un vero cause dinanzi al TAR e al Tribunale di Roma, nonché
“concentrato di tecnologia” (1). un’apposita Relazione della Corte dei Conti del giugno

(1) F. Benucci, “Smaltimento, a Roma l’occhio digitale del relazione trasmessa alle Presidenze di Camera e Senato il 4
Sistri”, in Il Sole 24Ore, 5 maggio 2012. marzo 2013): “Conclusivamente, deve prendersi atto del falli-
(2) Corte dei Conti, Sezione Centrale di controllo sulla mento, almeno fino ad oggi, del SISTRI, per ragioni riconducibili
gestione delle amministrazioni dello Stato, Delibera 7 giugno non solo a una non corretta gestione delle varie fasi procedimen-
2016, n. 4/2016/G. tali, ma anche per un’opposizione più o meno esplicita dei vari
(3) C. Bovino, “SISTRI, dopo il nuovo TU (DM 78/2016) arriva operatori rispetto all’entrata in vigore del sistema. Proprio con
anche il nuovo gestore”, in questa Rivista, 10/2016, pag. 625 ss. riferimento a questo secondo aspetto, non deve sottovalutarsi la
(4) Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite posizione di chi concretamente si troverà a operare con questo
connesse al ciclo dei rifiuti, Relazione sul Sistri: L’evoluzione sistema, ossia tutti coloro che operano nel campo dei rifiuti.
normativa e le problematiche connesse alla sua attuazione, (Rela- Ebbene, se da un lato è giusto e legittimo prendere in considera-
tori: On. Alessandro Bratti e Paolo Russo - Doc. XXIII, n. 20, zione e valutare proposte correttive da parte dei futuri fruitori del

Ambiente & sviluppo 11/2018 711


In primo piano

2016 che ha parlato del Sistri come esempio di cattiva nella legge di conversione (8) - l’atteso differimento al
amministrazione (5). 2020 della piena operatività dell’attuale sistema, con la
Ci sono anche stati tentativi maldestri di rimediare alla conseguente applicazione dal 2019 del Sistri, sanzioni
situazione come, ad esempio, l’idea del MATTM di comprese (per errata o omessa compilazione). Non si
affidare in via diretta alla Sogei i servizi di supporto per il dimentichi che queste si andrebbero ad aggiungere a
monitoraggio del Sistri, idea bocciata dall’ANAC, quelle già vigenti (anche se ridotte della metà) previste
secondo la quale non è possibile considerare l’organi- per l’omessa iscrizione al Sistri e il mancato versamento
smo in house di un ministero di per sé, a priori, quale del contributo annuale Sistri.
soggetto in house di un altro dicastero e addirittura A fronte di questa chiara volontà di voltare pagina,
dell’intera pubblica amministrazione centrale (Deli- come detto, gli operatori si aspettavano di vedere
bera ANAC del 16 novembre 2016) (6). Di recente, inserita una proroga al 2020 della piena operatività
comunque, gli ultimi ministri che si sono avvicendati del Sistri tra i differimenti di termini inclusi nel Decreto
hanno prospettato l’abbandono del Sistri e dell’utilizzo milleproroghe convertito in legge (L. n. 108/2018 di
dei suoi dispositivi elettronici (chiavetta usb e black conversione, con modificazioni, del D.L. n. 91/2018).
box);èstataancheindettaun’appositagarad’appalto(7) In verità, era stato anche presentato un emendamento
al fine di trasformare il sistema in qualcosa di nuovo, di che proponeva lo spostamento “Fino al 31 dicembre
più semplice, meno costoso e soprattutto, funzionante: 2019” del termine previsto dall’art. 11, comma 3-bis, del
ma anche in questo caso la gara Consip dopo una prima D.L. n. 101/2013: la richiesta di un altro anno di
aggiudicazione al RTI guidato da Almaviva e comple- proroga, insomma, del regime del “doppio binario”
tato da TIM e Agriconsulting è stata annullata in della tenuta cartacea e telematica dei registri di carico
autotutela, per poi essere riaggiudicata allo stesso e scarico, dei formulari di accompagnamento dei rifiuti
gruppo di imprese e “assestarsi” in una sorta di stallo, trasportati e del Modello unico di dichiarazione
a causa di un processo in corso, con un contratto in (MUD), nonché delle relative sanzioni. La motiva-
scadenza per legge alla fine di quest’anno e una grossa zione posta a sostegno dell’emendamento ricordava che
incognita in merito al passaggio di consegne tra vecchio “a distanza di otto anni dall’adozione del Decreto
e nuovo concessionario. ministeriale che ha istituito il Sistri (D.M. del 17
Una situazione che secondo molti desta incertezze e dicembre 2009) le imprese continuano a scontare le
che, a fronte delle dichiarazioni di intenti di Costa - sui inefficienze e le criticità che lo hanno da subito carat-
quali ci soffermeremo più avanti -, è stata ulteriormente terizzato, come dimostrano le numerose proroghe e i
“destabilizzata” da quanto di recente è accaduto, o circa 30 provvedimenti di modifica e integrazione
meglio quanto non è accaduto. Ma forse bisogna intervenuti in materia (spesso tra loro contraddittori)”.
avere solo un altro po’ di pazienza, perché l’abrogazione Un memo della vita travagliata del Sistri che culmi-
potrebbe essere davvero dietro l’angolo ... nava con una ennesima dichiarazione del suo falli-
mento: “In questo contesto, come noto, il Sistri non
La mancata proroga ha mai raggiunto il proprio obiettivo, condiviso con il
Ma cosa dunque, “non” è accaduto di così destabiliz- mondo imprenditoriale, di tracciare in maniera efficace
zante? Ebbene, in primo luogo, non è stata inserita nel ed efficiente i rifiuti, senza appesantire le imprese con
testo del “Decreto milleproroghe 2018” - nemmeno procedure costose e ingestibili.” Come si vede, tutte

servizio, dall’altro lato, non si può consentire, né con riferimento al (6) ANAC, Delibera n. 1192 del 16 novembre 2016, Richiesta di
sistema attuale né con riferimento agli eventuali futuri sistemi, parere presentata dall’Agenzia per l’Italia Digitale sulla legittimità
che condotte ostruzionistiche possano paralizzare il sistema di dell’iniziativa del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
tracciamento dei rifiuti. Ove ciò accadesse, significherebbe, peral- e del Mare di affidare in via diretta a Sogei i servizi di supporto per il
tro, che il sistema è inadeguato, dovendo essere progettato in monitoraggio del nuovo sistema SISTRI - Nota prot. n. 116411 del 2
modo da poter funzionare anche laddove vi siano resistenze da agosto 2016 (AG 47 /2016/AP): “Nel caso di specie, in assenza di un
parte degli operatori”. rapporto di immedesimazione organica tra Ministero affidante e
(5) Corte dei Conti, Sezione centrale di controllo sulla gestione società affidataria, non è possibile qualificare SOGEI alla stregua di
delle Amministrazioni dello Stato, Relazione: Il sistema di controllo soggetto in house del MATTM. Si ritiene, pertanto, che non sussi-
della tracciabilità dei rifiuti (SISTRI), Delibera n. 4/2016/G: al stono le condizioni per l’affidamento diretto a SOGEI dei servizi di
riguardo, la Sezione rileva che non risponde a principi di buona supporto alle strutture del MATTM per il monitoraggio del sistema
amministrazione l’avere gestito la vicenda mediante l’adozione SISTRI, in base al modello dell’in house providing”.
reiterata di disposizioni normative recanti esenzioni relative sia alle (7) Bovino, “SISTRI, dopo il nuovo TU (D.M. 78/2016) arriva
categorie degli obbligati sia alle tipologie di rifiuti, minuziosamente anche il nuovo gestore”, in questa Rivista, 10/2016, pag. 625 ss.
previste nei loro dettagli tecnici, che appaiono il tentativo di (8) Legge 21 settembre 2018, n. 108, Conversione in legge, con
comporre un conflitto di interessi tra l’intolleranza delle imprese modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante
verso una forma stringente ed effettiva di controllo ed una uni- proroga di termini previsti da disposizioni legislative (GU Serie
formemente capillare attuazione del progetto. Generale n. 220 del 21 settembre 2018).

712 Ambiente & sviluppo 11/2018


In primo piano

evidenze condivise dallo stesso Ministro. Per quanto - Caso d’uso: Gestione rifiuti respinti (Ver. del 19
riguarda le spese, la relazione ricordava che le imprese settembre 2018);
hanno sino ad oggi pagato “ben 187 milioni di euro a - Caso d’uso: Trasporto Intermodale (Ver. del 19
fronte di un servizio mai divenuto operativo”. settembre 2018);
Ciononostante, la proroga sino ad ora non c’è - Caso d’uso: Trasporto Transfrontaliero (Ver. del 19
stata, ma c’è ancora tempo prima che l’anno settembre 2018).
termini per poterla inserire in un qualche prov- Nelle guide vengono descritte talune novità delle
vedimento, forse, ipotizziamo, nell’ambito di un procedure che, in concreto, devono seguire gli opera-
atto più segnatamente incentrato sulle tematiche tori che riguardano, in particolare, le modalità e i
ambientali. Non si dimentichi, peraltro, che con tempi di compilazione della scheda di movimenta-
la piena operatività del Sistri dal 2019 si zione rifiuti prima del trasporto, l’indicazione da parte
dovranno applicare anche le maxisanzioni previ- del destinatario relativa al fatto che il rifiuto sia stato
ste per l’omessa, errata o incompleta compilazione accettato, parzialmente accettato o respinto e una
delle schede e del registro cronologico del Sistri, peculiare procedura, diversa dall’ordinario, che si
con importi che vanno da 2.600 a 15.000 euro. applica alla microraccolta dei rifiuti (ivi compresi i
Per non parlare del caso in cui le violazioni si rifiuti sanitari). Per maggiori dettagli si rimanda diret-
riferiscano a rifiuti pericolosi: in questo caso la tamente al testo delle guide.
sanzione arriva ai 93.000 euro.
Per di più, l’altra proroga che dovrebbe essere adot- Aspettando Godot
tata - in mancanza di una effettiva abrogazione del Non ci si può meravigliare, quindi, se il mondo
Sistri prima della fine del 2018 - è quella relativa al imprenditoriale abbia espresso il proprio sconcerto,
termine finale di efficacia del contratto tra il arrivando a chiedere con forza una nuova proroga, in
MATTM e la Selex Se-Ma S.p.A (in liquidazione), mancanza di certezze sul definitivo pensionamento
fissato al 31 dicembre 2018, dall’art. 11, comma 9 del del Sistri, dato che ormai è acclarato che si tratta di un
D.L. n. 101/2013 (“Decreto Razionalizzazione PA” sistema gravoso per le imprese, che non ha mai
convertito dalla Legge n. 125/2013). pienamente funzionato e che lo stesso titolare del
dicastero ambientale ha dichiarato di volere abban-
Upgrade dei manuali sul sito SISTRI donare. Il Sistri, lo abbiamo più volte sostenuto,
A fronte di quanto appena illustrato, molti sono rimasti rappresenta una vicenda surreale, in cui non solo le
perplessi per la pubblicazione sul sito del SISTRI di imprese, ma le stesse istituzioni sono sembrate come i
taluni manuali operativi aggiornati (guide rapide e casi personaggi di Beckett che, proiettati in avanti, ma
d’uso), a dimostrazione che la Selex sta continuando a immobilizzati in un eterno presente, aspettano il loro
lavorare sul sistema, nonostante lo stesso avrebbe Signor Godot, che arrivi a risolvere chissà che cosa,
dovuto essere “abbandonato” al più presto. in una sorta di commedia dell’assurdo, incomprensi-
Il 19 settembre 2018, infatti, sul sito istituzionale del bile e inconcludente, specchio di un Paese che più in
SISTRI (http://www.sistri.it/) sono stati pubblicati generale appare in molti ambiti lacerato tra la voglia
gli aggiornamenti di ben otto dei manuali messi a di innovare la PA e alleggerire gli oneri e gli adempi-
disposizione degli utenti che, a titolo obbligatorio o menti che gravano sulle imprese, da un lato, e l’inca-
facoltativo, utilizzano il sistema informatico di trac- pacità di realizzare tali propositi a causa di lentezze
ciabilità dei rifiuti. burocratiche, intoppi nelle procedure di aggiudica-
Si tratta in particolare dei seguenti documenti, libe- zione e (addirittura) contenziosi, dall’altro lato, tutti
ramente scaricabili dal sito: incidenti di percorso che si traducono in perdita di
- Guida rapida Produttori (Ver. del 19 settembre competitività e aggravi economici per le imprese.
2018); Rimanendo in attesa, dunque, di ulteriori sviluppi,
- Guida rapida Trasportatori (Ver. del 19 settembre proviamo a ricostruire la situazione collazionando le
2018); ultime notizie e le dichiarazioni rilasciate dal Mini-
- Guida rapida Destinatari (Ver. del 19 settembre stro Costa in tema di tracciabilità dei rifiuti, riba-
2018); dendo che si ripone la massima fiducia nel nuovo
- Guida rapida Regione Campania (Ver. del 19 set- titolare del dicastero, nella sua competenza, nella sua
tembre 2018); storia professionale, e nella sua chiara intenzione di
- Caso d’uso: Microraccolta (Ver. del 19 settembre voltare davvero pagina sul “vecchio” Sistri. Lo auspi-
2018); chiamo davvero.

Ambiente & sviluppo 11/2018 713


In primo piano

Ministro Costa: il SISTRI va superato una banca dati per la gestione, elaborazione e frui-
bilità delle informazioni contenute nei documenti
Già quando era “solo” il comandante regionale del digitali indicati, funzionale all’adozione di politiche
Corpo Forestale della Campania, Sergio Costa, aveva di sviluppo”.
le idee chiare sul Sistri. Intervistato dalla testata online Orbene, nelle Linee programmatiche del Ministro del-
Ricicla.tv, nel settembre 2015, mentre perdurava il l’Ambiente il termine SISTRI non compare, ma da tali
silenzio sull’esito del bando Consip (scaduto il 5 ago- punti si può dedurre la conferma di voler attuare una
sto), Sergio Costa così esponeva la sua opinione in vera e propria riforma dell’intero modello della gestione
merito alla questione Sistri: “L’idea del Sistema di dei dati della tracciabilità dei rifiuti, con l’accordo di
tracciabilità dei rifiuti speciali è validissima. L’intoppo tutti gli attori coinvolti: dunque, provando a interpretare
in questi anni è che non è stato pensato bene nella sua estensivamente quanto emerge da queste dichiarazioni
applicazione concreta. L’errore originale è stato quello d’intenti, si tratterebbe di tutti i soggetti istituzionali e
di non vedere le potenzialità che già c’erano nella privati che partecipano a vario titolo alla filiera dei
Pubblica Amministrazione, utilizzando le banche dati rifiuti, oltre a quelli che eseguono i controlli, gestiscono
ambientali di Camere di Commercio e Albo Gestori. A i dati e redigono le regole, a partire dunque da Ministero,
monte gli incroci, a valle i controlli, e la tracciabilità Albo nazionale dei Gestori Ambientali, Camere di
nel mezzo: se il sistema funzionasse così, sono certo che Commercio, Carabinieri, imprese di settore e non
nel giro di due anni il carico di delinquenti ambientali ultimo il soggetto chiamato a gestire il nuovo sistema
precipiterebbe in modo verticale. Non voglio passare di tracciabilità. Ma sul suo progetto per una nuova
per semplicista ma questo lavoro lo faccio tutti i giorni e tracciabilità dei rifiuti in Italia e sul Sistri in particolare,
basterebbe poco per risolvere il problema. Basterebbe Costa avrebbe dato nuove indicazioni in un’altra inter-
affidarsi a gente che queste cose le mastica altrettanto vista, sempre rilasciata ai microfoni di Ricicla.tv, il 30
quotidianamente” (9). luglio 2018 (12).
Sulla tracciabilità dei rifiuti in generale, Costa è tor- Nell’occasione, il Ministro Costa, ribadendo, da un
nato dopo poco più di un mese dalla sua investitura lato, la necessità di attuare la tracciabilità dei rifiuti
quale Ministro dell’Ambiente del Governo Conte, nell’interesse del Paese - e quindi degli operatori, delle
nell’ambito delle Linee programmatiche ambientali imprese, delle forze dell’ordine e del cittadino - dall’altro
(pubblicate sul sito istituzionale del MATTM il 5 lato ha sottolineato che “le imprese che si occupano di
luglio 2018) che risultano incentrate su “sei sfide ambiente non devono esserne schiacciate. Si deve cioè
principali, di certo non esclusive, che la comunità fare in modo che l’esigenza di trasparenza ed efficienza
globale pone a livello nazionale” (10). della tracciabilità collimi con quella delle aziende di
Tra questi sei obiettivi ambientali che l’Italia deve operare in maniera fluida, semplice e veloce. Ecco
raggiungere, in linea con le “sfide internazionali del perché, a mio parere, il Sistri come l’abbiamo cono-
millennio”, al quinto posto figura “Governare la transi- sciuto negli ultimi anni, ormai non so nemmeno più
zione verso l’economia circolare e rifiuti zero”. A detta quanti, va superato”. Secondo il Ministro, “Si deve
del ministro Costa, tale obiettivo implica una revisione entrare in una sorta di ‘Sistri 2.0’”. Anche per tale
del ciclo dei rifiuti e del Programma Nazionale di motivo, Costa ha dichiarato di aver “già definito l’isti-
Prevenzione dei Rifiuti (11), anche nel senso della tuzione a partire dal prossimo settembre di una com-
circolarità economica. In quest’ambito, si rintracciano missione di cosiddetta “sburocratizzazione” ambientale,
due punti che fanno espresso riferimento alla traccia- nella quale voglio sia presente anche l’imprenditoria di
bilità dei rifiuti, riguardanti precisamente: settore. Il rischio infatti è che la semplificazione venga
- la “revisione delle norme sulla tracciabilità dei concepita con una logica esclusivamente pubblicistica,
rifiuti speciali, ad esempio per gli pneumatici”; che va sì tenuta in considerazione, ma in un contrad-
- la “definizione di un modello di governance com- dittorio, in un dialogo con chi invece lavora nel privato.
plessiva sulla gestione dei dati della tracciabilità dei Se riusciamo a mettere al tavolo poche persone che
rifiuti a livello nazionale in accordo con tutti gli riescano a trovare il giusto percorso di semplificazione
attori coinvolti, anche in vista della realizzazione di ambientale, che vuol dire anche Sistri ma non solo,

(9) “SISTRI, silenzio sulla concessione” (articolo del 7 settem- (11) MATTM, Decreto direttoriale del 7 ottobre 2013 (G.U. n.
bre 2015: https://www.ricicla.tv/ testata giornalistica on line edita 245 del 18 ottobre 2013).
da Maidiremedia srl). (12) Costa, “SISTRI? È il passato, ora pensiamo alle imprese”,
(10) MATTM, Ambiente, le linee programmatiche del ministro intervista del 30 luglio 2018: https://www.ricicla.tv/ testata gior-
dell’Ambiente Sergio Costa, comunicato stampa del 5 luglio 2018 - nalistica on line edita da Maidiremedia srl.
http://www.minambiente.it.

714 Ambiente & sviluppo 11/2018


In primo piano

probabilmente riusciamo a fare un salto “quantico”, un dell’abrogazione del Sistri entro il 31 dicembre
salto siderale. Poi ci saranno i tempi di applicazione, 2018: la notizia, si dice, è stata fatta trapelare da
ovviamente, ma almeno adesso abbiamo una road map, “fonti certe” che assicurerebbero l’uscita di scena
una luce in fondo al tunnel”. sia di Selex sia di Almaviva, l’aggiudicataria della
Tornando al Sistri e in particolare al c.d. “doppio nuova gara Consip che, in attesa della conclusione
binario”, Costa ha ribadito la necessità di “introdurre del contenzioso nel quale è imbrigliata, sarebbe
il concetto di digitalizzazione e l’uso della telematica disposta a fare un passo indietro e a rinunciare all’ap-
anche nel sistema di tracciabilità dei rifiuti. Non posso palto milionario. Oltre all’attendibilità della fonte, si
dire come questo poi avverrà, perché la questione è dice nel notiziario di Ricicla.tv, a rendere più credi-
tecnica. Quello che conta per me, al momento, è bile la notizia sarebbe l’avvio, proprio nelle ultime
superare il doppio binario. Il vecchio, il cartaceo, al settimane di ottobre, di una fase di consultazioni
quale anche io ero abituato per motivi anagrafici, va pubbliche da parte dell’Albo gestori ambientali
superato in favore del nuovo, della digitalizzazione”. che, su incarico della Direzione Rifiuti del
A proposito del contributo Sistri, il Ministro, dopo aver MATTM, starebbe sondando la reazione delle
premesso che “Il contributo viene percepito male pro- imprese a un sistema di digitalizzazione e informatiz-
prio perché il sistema non funziona” ha aggiunto che, in zazione di formulari e registri, studiato insieme a
sede di commissione, vuole “analizzare anche questi Ecocerved proprio per conto della Direzione Rifiuti.
aspetti, senza alcuna preclusione ma con la voglia di Sedute a questo tavolo, tutte le associazioni di
capire come contemperare l’esigenza dell’imprenditoria imprese che in questi anni hanno versato, per un
con quella della pubblica amministrazione. La mia idea servizio mai erogato, almeno un miliardo di euro (sic!
è quella di non gravare inutilmente né sul privato né sul questa è la cifra riferita nel servizio giornalistico).
pubblico. Perché, come si dice, esacerbando le garanzie Intervistata dal Ricicla.tv, Barbara Gatto, Responsa-
a volte blocchiamo i sistemi. Le garanzie sono tali bile Politiche Ambientali di CNA, ha espresso
quando sono sempre applicabili in modo semplice. Il apprezzamento sia per questo “nuovo metodo di
percorso di semplicità consente anche di garantire, lavoro” (del Ministero), che fin da subito ha fatto
ancora di più, proprio l’imprenditoria sana e mettere registrare questa apertura nel voler sentire il parere, le
da parte quello 0,1% di delinquenti ambientali che è esigenze delle imprese, sia per l’ipotesi di una digita-
tutta un’altra categoria. Come dico sempre non sono lizzazione e informatizzazione di formulari e registri,
imprenditori, sono delinquenti”. valutata negli anni scorsi dalle stesse associazioni in
In una successiva intervista sull’Ilva di Taranto, rila- linea di principio con favore, propendendo per l’ado-
sciata a Guido Ruotolo e pubblicata su Tiscalinews il 17 zione di uno strumento agile, semplice, al servizio
settembre 2018, il Ministro Costa ha ribadito di non delle imprese piuttosto che uno strumento di polizia e
voler migliorare il Sistri, ma di volerlo mandare “in controllo. Iniziativa che, a detta di Gatto, per aver
pensione”: il nuovo sistema di tracciabilità delle 140 successo, deve vedere prima superate le criticità del
milioni di tonnellate di rifiuti speciali che si movimen- Sistri. In tal senso, le consultazioni dell’Albo com-
tano in Italia, ha annunciato, entrerà in funzione entro prendono anche le software house, al fine di definire i
la primavera del 2019. Nell’occasione, Costa non è tempi di realizzazione di questa iniziativa, che dovrà
sceso nei dettagli tecnici ma ha anticipato che il comunque avere un periodo di coesistenza con gli
nuovo sistema si avvarrà dei GPS e dei rilevatori adempimenti cartacei, un nuovo doppio binario degli
satellitari che sono già installati sui mezzi in circola- adempimenti cartacei/informatizzati.
zione, mettendoli “in rete” (13). Insomma, se tutto fosse confermato, il Sistri dovrebbe
essere abrogato entro la fine dell’anno e forse, ce lo
La notizia dell’abrogazione dl SISTRI auguriamo, si comincerà a scrivere una nuova pagina
Da ultimo, in un servizio del 18 ottobre 2018, Ricicla. sulle modalità di dialogo tra imprese e istituzioni in
tv (14) ha annunciato (“in esclusiva”) la notizia campo ambientale.

(13) G. Ruotolo, “Da ambientalista non sono contento, ma (14) “SISTRI, entro dicembre l’abrogazione”, intervista del 18
faccio una promessa: toglieremo il carbone dall’Ilva di Taranto”, ottobre 2018: https://www.ricicla.tv/ testata giornalistica on line
intervista esclusiva su: https://notizie.tiscali.it, 17 settembre edita da Maidiremedia srl.
2018.

Ambiente & sviluppo 11/2018 715


Rifiuti

D.L. n. 109/2018

L’utilizzo in agricoltura dei fanghi


di depurazione civili: il “restauro”
del vetusto D.Lgs. n. 99/1992
parte “col piede sbagliato”,
ma per motivi di forza maggiore
Alberto Muratori

Considerazioni introduttive preponderante tra le diverse soluzioni alterna-


Confinato nel Capo V “Ulteriori interventi emergen- tive (4) concretamente disponibili per i fanghi
ziali” del D.L. 109 (1), prioritariamente dedicato alla generati dai depuratori urbani.
città di Genova, dopo il tragico crollo del ponte La disposizione sui fanghi di depurazione introdotta nel
Morandi, e agli eventi sismici degli anni 2016-2017, D.L. “Genova” può essere letta come bicchiere “mezzo
l’art. 41 di questo provvedimento prevede “Disposi- pieno” o “mezzo vuoto”, a seconda dei punti di vista:
zioni urgenti sulla gestione dei fanghi di depurazione”. l’art. 41 ha senz’altro ridotto di 10 volte la concentra-
L’urgenza di tale intervento normativo derivava zione massima già consentita in Lombardia per il para-
oggettivamente dalla necessità di porre riparo alle metro C10-C40, con effetto sull’intero territorio
disastrose conseguenze dell’improvvida sentenza n. nazionale; ma, visto da un’altra prospettiva, ne ha
1782 del 20 luglio 2018 pronunciata dal TAR aumentato di 20 volte la concentrazione ammissibile,
Lombardia (sez. III di Milano) (2), che, riducendo rispetto a quella prescritta dal TAR Lombardia, che si
di punto in bianco di 500 volte la concentrazione era a propria volta rifatto ad alcune precedenti pro-
del parametro “Idrocarburi C10-C40” nei fanghi di nunce della Cassazione, la più garantista delle quali
depurazione ammessi allo spandimento diretto sui rappresentata dalla sentenza n. 27958 del 6 giugno
suoli agrari ai sensi della Deliberazione G.R. (Lom- 2017, della sezione III - penale della Suprema Corte,
bardia) n. X/7076 dell’11 settembre 2017 (3), aveva secondo chi scrive (come si dirà nel seguito) fondata su
messo in crisi il sistema pubblico di depurazione presupposti e considerazioni di diritto tecnicamente
delle acque reflue urbane nell’intero territorio non condivisibili, e comunque non generalmente
della regione lombarda, facendo venir meno dal- valide, ma applicabili solo in una circoscritta casistica
l’oggi al domani la destinazione decisamente di fattispecie.

(1) Decreto legge rubricato “Disposizioni urgenti per la città di 2006 - Parte Quarta); e, da un altro, i fertilizzanti, attualmente
Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei disciplinati dal D.Lgs. 29 aprile 2010, n. 75 “Riordino e revisione
trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre della disciplina in materia di fertilizzanti, a norma dell’art. 13 della
emergenze”, pubblicato sulla G.U. n. 226 del 28 settembre 2009, legge 7 luglio 2009, n. 88”.
ed entrato in vigore il 29 settembre. (3) Non si entra qui nel merito dell’adeguatezza tecnico-sanitaria e
(2) Di tale Sentenza si parlerà più diffusamente nel seguito delle ambientale del valore limite introdotto ex novo per tale parametro,
presenti note, quando si cercherà di ricapitolare l’intera questione, (corretto o sbagliato che esso fosse), ma quel che ci interessa in
che affonda, a ben vedere, le proprie origini dall’adozione del D.Lgs. questa sede è l’entità della riduzione introdotta per sentenza del
27 gennaio 1992, n. 99 “Attuazione della Direttiva 867278/Cee Giudice Amministrativo che, da un giorno all’altro aveva, con ciò,
concernente la protezione dell’ambiente, in particolare del suolo, stravolto la gestione dei fanghi generati dal sistema di depurazione
nell’utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura”, e dalle delle acque reflue in Lombardia, prodotti per circa 800.000 ton/anno,
mai adeguatamente chiarite interconnessioni con le filiere legisla- di cui almeno il 43-45% somministrati ai suoli agricoli.
tive riguardanti da un lato, i rifiuti e relative leggi quadro; (cioè, (4) Ovvero: compostaggio, trattamento biologico, digestione
dapprima, il D.Lgs. n. 22/1997, e successivamente, il D.Lgs. n. 152/ anaerobica, incenerimento, smaltimento in discarica, ecc.

716 Ambiente & sviluppo 11/2018


Rifiuti

Vale senz’altro la pena di leggere con attenzione il testo cit. allegato IB, sia gli eventuali parametri agguntivi (e
del suddetto art. 41 del D.L. n. 109/2018, che sebbene relativi valori limite) introdotti dalle singole Regioni;
inserito in un provvedimento di natura emergenziale, ma non solo: è temporaneamente sospesa l’applicazione
appare oggettivamente formulato con attento “dosag- di ogni altra disposizione derivante dalla normativa sui
gio” della terminologia e delle disposizioni esposte. rifiuti, e, a maggior ragione, sono messi fuori gioco i
Il “comma unico” del cit. art. 41, ne espone prelimi- parametri da valutare e i limiti da applicare, così come
narmente le finalità, identificate nell’esigenza di “supe- sanciti in via ermeneutica da precedenti pronunce della
rare situazioni di criticità nella gestione dei fanghi di magistratura penale e amministrativa, a qualsiasi
depurazione“ (5), dando comunque atto della natura di livello, tra le quali anche anche le sentenze n. 1782/
“norma tampone” della disposizione in narrativa, di 2018 del TAR Lombardia e n. 27958/2017 della Cas-
immediata applicazione sull’intero territorio nazionale, sazione penale. Inoltre la nitida formulazione dell’art.
anche se “nelle more di una revisione organica della 41 del D.L. n. 109/2018 toglie qualsiasi spazio a succes-
normativa di settore“, della cui necessità viene (seppure sivi interventi interpretativi da parte della giurispru-
implicitamente) dato atto dal Legislatore. La parte denza, i cui “gradi di libertà” aumentano in funzione
dispositiva dell’articolo afferma che in attesa di tale dell’ambiguità e/o dell’oscurità delle norme che il Giu-
revisione [della normativa di settore], “continuano a dice è chiamato ad applicare, ma sono prossimi a zero se
valere, ai fini dell’utilizzo in agricoltura dei fanghi di la legge ammette solo una lettura univoca, come
cui all’art. 2, comma 1, lett. a) del D. Lgs. 99/1992 (6), dovrebbe essere per ogni norma ben scritta.
i limiti dell’allegato IB del predetto decreto, fatta Con riferimento al set di inquinanti da verificare,
eccezione per gli idrocarburi (C10-C40), per i quali e relativi limiti di concentrazione, ai sensi del-
il limite è: ≤ 1.000 (mg/kg tal quale)”. l’art. 41 del D.L. n. 109/2018 l’utilizzo dei [sud-
Con ciò è anche congelata l’applicabilità delle norme detti] fanghi in agricoltura resta dunque
regionali di cui all’art. 6, comma 1, sub 2) (7) del D.Lgs. esclusivamente subordinato al rispetto, o meno,
n. 99/1992, per quanto concernente sia gli eventual- dei valori limite stabiliti per i parametri di seguito
mente diversi limiti per i parametri già contemplati dal tabellati:

Inquinanti soggetti a valori limite Valore max. di concentrazione NOTE

Cadmio 20 mg/kg s.s.

Mercurio 10 mg/kg s.s.

Nichel 300 mg/kg s.s. Metalli e valori limite già contemplati


Piombo 750 mg/kg s.s. dall’Allegato IB del D.Lgs. n. 99/1992

Rame 1000 mg/kg s.s.

Zinco 2500 mg/kg s.s.

Idrocarburi C10-C40 1000 mg/kg (sul tal quale) (*) Parametro introdotto ex novo

(*) il limite si intende comunque rispettato, se - in presenza di concentrazioni più elevate, - la ricerca dei marker di cancerogenicità fornisce
valori inferiori a quelli definiti ai sensi della nota L contenuta nell’Allegato VI del Regolamento (Ce) n. 1272/2008, richiamata dalla Decisione
955/2014/Ue del 18 dicembre 2014.

(5) L’origine delle “situazioni di criticità” cui ci si riferisce va modificazioni ed integrazioni; tali fanghi devono essere assimilabili
evidentemente ravvisata negli effetti delle sentenze n. 1782/2018 per qualità a quelli di cui al punto a.1., sulla base di quanto disposto nel
del TAR Lombardia, e n. 27958/2017 della Corte di Cassazione successivo art. 3, comma 1, che a propria volta, cosi dispone:
penale - sez. III, anche se non è fatto espresso richiamo alle ben Art. 3, comma 1: È ammessa l’utilizzazione in agricoltura dei
note pronunce del Giudice Amministrativo della Lombardia e della fanghi indicati all’art. 2 solo se ricorrono le seguenti condizioni:
Suprema Corte. a) sono stati sottoposti a trattamento;
(6) La definizione richiamata, ai sensi dell’art. 2, comma 1, lett. b) sono idonei a produrre un effetto concimante e/o ammen-
a) del D.Lgs. n. 99/1992 è la seguente: dante e correttivo del terreno;
a) fanghi: i residui derivanti dai processi di depurazione: c) non contengono sostanze tossiche e nocive e/o persistenti,
1) delle acque reflue provenienti esclusivamente da insedia- e/o bioaccumulabili in concentrazioni dannose per il terreno, per le
menti civili come definiti dalla lettera b), art. 1-quater, Legge 8 colture, per gli animali, per l’uomo e per l’ambiente in generale.
ottobre 1976, n. 670; (7) Le norme regionali mantengono ovviamente piena validità
2) delle acque reflue provenienti da insediamenti civili e produttivi: per gli aspetti che riguardano i tempi e le modalità di sommini-
tali fanghi devono possedere caratteristiche sostanzialmente non strazione dei fanghi, e altri vincoli, come l’orografia dei suoli e le
diverse da quelle possedute dai fanghi di cui al punto a.1.; condizioni meteo, nonché le disposizioni amministrative.
3) delle acque reflue provenienti esclusivamente da insediamenti
produttivi, come definiti dalla Legge n. 319/1976 e successive

Ambiente & sviluppo 11/2018 717


Rifiuti

Non risultando in alcun modo scalfita la perdurante potuto spingersi un po’ più in là: in primis, sarebbe
vigenza del D.Lgs. n. 99/1992, varrà qui la pena di stato opportuno che il Legislatore si fosse auto-asse-
precisare che resta ovviamente confermata per l’uti- gnata una precisa scadenza temporale, anche se di
lizzo dei fanghi in agricoltura - in termini condizione tutto comodo, per completare il percorso di revisione
necessaria, ma non sufficiente - anche l’obbligato- [in effetti, già avviato] dell’ormai vetusta disciplina
rietà del rispetto delle caratteristiche agronomiche e sull’utilizzo dei fanghi in agricoltura, quale sottesa
microbiologiche definite anch’esse dall’Allegato IB dalle disposizioni del D.Lgs. n. 99/1992, piuttosto che
sotto forma di valori-soglia minimi per i parametri lasciare aperto l’interrogativo sulla sua tempistica, e
chimici, e massimi per i parametri microbiologici, nei quindi parimenti aperto il dubbio su una possibile
seguenti termini: durata sine die della “norma tampone”, ovviamente
Carbonio Organico: 20% S.S.; inaccettabile nel lungo periodo; inoltre il percorso di
Fosforo tot. (P): 0,4% S.S.; revisione sarebbe stato da estendere a un parallelo
Azoto tot.: 1,5% S.S. riesame della disciplina sui fertilizzanti, di cui al
Salmonelle: 103 MPN/g S.S. (8) D.Lgs. n. 75/2010, almeno con riferimento agli
Le disposizioni sull’utilizzo dei fanghi in agricoltura di ammendanti e ai correttivi che si producono a partire
cui all’art. 41 del D.L. n. 109/2018 sono state pesan- dai fanghi di cui al D.Lgs. n. 99/1996 (11).
temente contestate sia da un certo ambientalismo In sostanza, un discorso di approfondimento e verifica
“duro e puro” (9), ma piuttosto miope, che da parte di delle relazioni tra le “normative di settore” sui fanghi
un gran numero di esponenti delle forze politiche e sui fertilizzanti, attraverso una “triangolazione” con
contrarie all’attuale maggioranza di governo, la disciplina sui rifiuti, tenendo ben presenti le allar-
improvvisatisi nell’inatteso ruolo di avvocati difen- manti prese di posizione della Corte di Cassazione
sori dei severissimi limiti sanciti dalle sopra richia- sulla trasformazione delle concentrazioni soglia di
mate pronunce giurisprudenziali. contaminazione CSC previste dalla Col. A della
A tale talora scomposta sollevazione di scudi contro Tabella 1 dell’Allegato 5 al Titolo V della Parte
l’art. 41 del D.L. n. 109/2018 non si è invece associato Quarta del D.Lgs. n. 152/2006, da “valori d’atten-
l’ambientalismo più colto e senz’altro non disinfor- zione” rilevati nella matrice suolo/sottosuolo in
mato (10), che ha ritenuto tale intervento normativo seguito al “contatto” con inquinanti di qualsiasi
inevitabile, quanto meno come “male minore”, in tipo (12), a valori limite non superabile da parte
presenza della situazione venuta a configurarsi, all’oriz- delle sostanze (potenzialmente) contaminanti con-
zonte della quale si profilava la sospensione dell’attività tenute nell’agente responsabile della presunta (ma
del sistema pubblico di depurazione delle acque reflue indimostrata) contaminazione.
[almeno] in Lombardia, per effetto delle sentenze sopra
Il Disegno di legge per la revisione
ricordate, con infinitamente più gravi ripercussioni
del D.Lgs. n. 99/1992: alle calende greche?
sull’ambiente.
Chiarito quanto sopra, sembra opportuno che anche Il silenzio dell’art. 41 del D.L. n. 109/2018 sulla durata
chi scrive esprima il proprio punto di vista sull’art. 41, del percorso di revisione del D.Lgs. n. 99/1992 si spiega
che, sebbene effettivamente indispensabile, avrebbe per altro quando si entri nel merito del già esistente

(8) In questo caso il limite (massimo) prescritto è espresso allegati 1, 2, 3, 6 e 7 del D.Lgs. n. 75/2010, tra l’altro introduce
come “most probable number” per grammo di sostanza secca. all’interno dell’allegato 3 “Correttivi” il prodotto n. 23 “gesso di
(9) Espressione di una cultura sostenitrice di un rigorismo fine a defecazione da fanghi”, imponendo che i fanghi impiegati per la
sé stesso, che ha percepito e denunciato la norma tampone produzione di tale fertilizzante correttivo, rispettino determinati
sull’utilizzo dei fanghi in agricoltura come colpo di mano, perpe- limiti sui parametri PCB, Salmonella ed Escherichia coli, non
trato da chissà quale “occulto potere”, col quale si vanificava previsti dal D.Lgs. n. 99/1992, (neppure a valle del D.L. n. 109/
l’impegno della Magistratura per la tutela dell’ambiente, e, nel 2018), in evidente contrasto col principio, sancito in via giurispru-
caso di specie, anche della qualità dei prodotti agricoli. denziale, secondo il quale i fanghi processati per la produzione di
(10) Vedasi l’articolo “Un codicillo infangato” di Damiano De fertilizzanti, dovrebbero soddisfare, già in ingresso, i requisiti per
Simine, comparso sull’ultimo numero della rivista La nuova eco- l’utilizzo diretto in agricoltura.
logia, (periodico dell’Associazione Legambiente), che ha dato atto (12) Comportanti l’avvio di della cosiddetta analisi di rischio sito
dell’ineludibilità dell’intervento normativo in questione, a fronte specifica al fine di determinare per il caso in esame le c.d. “con-
delle persino drammatiche ricadute ambientali derivanti dell’im- centrazioni soglia di rischio” (CSR), e qualora queste ultime risul-
mediata applicazione dei limiti ribaditi dal TAR Lombardia per il tino superate, la realizzazione di adeguati interventi messa in
parametro Idrocarburi C10-C40. sicurezza e/o bonifica.
(11) A titolo esemplificativo: il D.M. 28 giugno 2016, pubblicato
sulla G.U. n. 188 del 12 agosto 2016, nel disporre modifiche degli

718 Ambiente & sviluppo 11/2018


Rifiuti

disegno di legge - nella versione più recente dell’ottobre modifica” che verrà introdotta nel D.Lgs. n. 99/
2017 - proposta dalla Commissione Permanente Terri- 1992, incidendo sul suo stesso campo d’applicazione:
torio-Ambiente-Beni Culturali del Senato della infatti, ai sensi dell’art. 74, comma 1, lett. bb) del
Repubblica, che prevede un articolo unico, di otto D.Lgs. n. 152/2006 - Parte Terza, per “fanghi” si
commi, derivante dalla fusione di due distinti disegni intendono “i fanghi residui, trattati o non trattati,
di legge nati per iniziativa della Camera dei Deputati e provenienti dagli impianti di trattamento delle
del Senato già nel corso del 2016. acque reflue urbane”, modificando sostanzialmente
L’opzione operata dal Legislatore è stata dunque quella l’attuale definizione di “fanghi derivanti dai processi
della legge delega al Governo, che prevede l’emana- di depurazione” (o fanghi di depurazione) così come
zione di “uno o più decreti legislativi”, per la cui ema- desumibile dalle combinate disposizioni degli artt. 1
nazione l’Organo delegato dovrà attenersi ai “principi e e 2, comma 1, lett. a) del D.Lgs. n. 99/1992.
criteri direttivi” che costituiscono l’oggetto della pro- Chiusa questa breve digressione, vale ora la pena di
posta legislativa in corso di elaborazione, giunta alla soffermarsi, almeno brevemente, sui (più importanti)
tredicesima revisione, senza che a tutt’oggi si possano principi e criteri direttivi cosi come desumibili dalla
formulare previsioni sulla conclusione dell’iter. (ancora non definitiva stesura della) legge delega,
Una volta definitivamente approvata dal Parla- ovvero:
mento, (quando?), la legge delega (tuttora disegno - La revisione dei parametri, delle metodologie e dei
di legge) fisserebbe un termine di sei mesi dalla sua valori indicati negli allegati del D.Lgs. n. 99/1992, a
pubblicazione in GU, per l’emanazione del decreto tal fine prevedendo:
legislativo (o dei decreti legislativi) preposto (o • l’introduzione di un elenco di fanghi ammissibili al
preposti) alla modifica dell’articolato e degli allegati trattamento e all’utilizzo in agricoltura, con speci-
del D.Lgs. n. 99/1992, al fine di allinearne i conte- fico riferimento ai codici del catalogo europeo dei
nuti alla pertinente direttiva europea e alle dispo- rifiuti (CER) di cui all’allegato D alla Parte Quarta
sizioni del D.Lgs. n. 152/2006 “con particolare del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152;
riferimento alla definizione di fanghi”. Una tempi- • l’aggiornamento della lista delle sostanze nocive e
stica a ben vedere, piuttosto stretta, se si tiene conto inquinanti da ricercare e sottoporre a controllo,
che i contenuti dell’emanando decreto (o degli sulla scorta delle evidenze scientifiche disponibili,
emanandi decreti) dovrà (dovranno) derivare con specifico riferimento ai metalli pesanti e agli
dalla concertazione fra tre Ministeri (Ambiente, inquinanti organici persistenti (POPs) (14), con
Politiche agricole e Sviluppo economico), previo particolare riferimento agli idrocarburi policiclici
parere della “Conferenza permanente per i rapporti aromatici (IPA) cancerogeni e ai policlorobife-
tra lo Stato, le regioni e le province autonome di nili (PCB);
Trento e di Bolzano”. E non sarà finita qui: lo • la modifica dei valori limite di concentrazione di
schema (o gli schemi) del provvedimento definitivo metalli pesanti.
sarà (saranno) inviato/i alla Camera dei Deputati e - L’equiparazione dell’utilizzo in agricoltura dei
al Senato “per il parere delle Commissioni compe- gessi di defecazione e dei carbonati di calcio di
tenti per materia, e per i profili finanziari”, da ren- defecazione a quello dei fanghi da depurazione in
dere entro i successivi sessanta giorni, spirati i quali agricoltura, trattandosi di un “criterio” tuttora dibat-
il Governo potrà comunque procedere ad esercitare tuto - introdotto, cassato e poi reimmesso - nel testo
la delega (13). del D.L. in fieri, secondo il quale i processi di produ-
Ci sembra il caso di segnalare, a questo punto, che zione dei gessi e dei carbonati di defecazione verreb-
con l’appena riferito cenno all’allineamento alla bero equiparati ex lege ai trattamenti di
definizione di fanghi, quale esposta dal D.Lgs. condizionamento “soft” prefigurati dal testo origina-
n. 152/2006, si preannuncia una sorta di “cripto- rio del D.Lgs. n. 99/1992, non costituenti forme di

(13) Qualora il termine (di sessanta giorni) per l’espressione dei endrin, eptacloro, esabromodifenile, esabromociclododecano,
pareri da parte delle commissioni parlamentari finisca col collo- composti del PFOS, ottabromodifeniletere, esaclorobenzene,
carsi nei trenta giorni che precedono la scadenza di sei mesi per (HCB), alfa-esaclorocicloesano, beta-esaclorocicloesano, lindano,
l’emanazione dei provvedimenti delegati, quest’ultimo termine mirex, acidoperfluorottano sulfonato, i suoi sali e floruro di per-
sarà prorogato ipso iure di ulteriori tre mesi. fluorottano, e sulfonile, policlorodibenzo-p-diossine (PCDD) poli-
(14) Secondo la Convenzione di Stoccolma relativa agli inquinati clorodibenzofurani (PCDF bifenili policlorurati (PCB), endosulfano
organici persistenti, o POPs, (Persistent Organic Polluants), si tecnico e relativi isomeri, tetrabromodifenil etere, pentabromodi-
tratterebbe - allo stato attuale - delle seguenti sostanze: aldrin, fenil etere e toxafene.
clordano, clordecone, diclorodifeniltricloroetano (DDT), dieldrin,

Ambiente & sviluppo 11/2018 719


Rifiuti

“recupero completo” dei fanghi in ingresso, che per- i parametri elencati nella tabella 1 dell’Allegato 5 al
ciò, anche in output, manterrebbero la qualifica di Titolo V della Parte Quarta del D.Lgs. n. 152/2006.
rifiuti, con conseguente impossibilità di vedersi rico- A tali conclusioni si è associato anche il TAR Lom-
noscere la cessazione della qualifica di rifiuto, di cui bardia, tra l’altro, seccamente respingendo, “di suo”, la
all’art. 184-ter del D.Lgs. n. 152/2006. nota prot. 0000173/RIN del 5 gennaio 2017 del Mini-
- L’emanazione di linee guida volte a garantire stero dell’Ambiente (16), e per contro, sostenendo
l’omogeneità sul territorio nazionale delle norme che nel momento in cui i fanghi da depurazione siano
regionali prevedendo, in particolare, la definizione destinati “ad essere mescolati ad ampie porzioni di
delle condizioni in presenza delle quali le regioni terreno e a divenire, quindi, un tutt’uno con esso”, è
potranno emanare provvedimenti più restrittivi. pienamente “logico che il fango rispetti i limiti previsti
Stando all’attuale proposta del disegno di legge, appare per la matrice ambientale a cui dovrà essere assimi-
dunque appena sfiorata la questione del rapporto tra la lato”, e perciò i valori di concentrazione di cui alla
disciplina sull’utilizzo (diretto) dei fanghi in agricoltura colonna A della Tabella fin qui più volte richiamata.
e quella dei fertilizzanti (almeno quelli prodotti a partire Sembra opportuno sottolineare, a questo punto, che
dai fanghi), finora circoscritta al “caso” - drasticamente anche la Giurisprudenza si sta fortunatamente dimo-
risolto - dei gessi e ai carbonati di defecazione, come se le strando non del tutto unanime: a titolo di esemplifi-
tecnologie impiegate per questi trattamenti non aves- cativo, il TAR Toscana (17), con la propria sentenza
sero alcuna possibilità di evoluzione, mentre è del tutto n. 887 del 19 giugno 2018, ha affermato che “anche
ignorato l’analogo “nodo” per il caso dei fanghi di sulla base del principio di precauzione … l’applica-
depurazione ammessi (a valle di diversi trattamenti) a zione pura e semplice ai fanghi delle CSC stabilite per
far parte di processi di compostaggio. il suolo … costituirebbe una misura sproporzionata
rispetto al fine da conseguire, ed irrazionale, in quanto
Ma perché (mai) i fanghi di depurazione i fanghi, presentando normalmente concentrazioni
ammessi al conferimento diretto medie di sostanze superiori rispetto al suolo, se valutati
sui suoli agrari dovrebbero rispettare sulla base dei parametri previsti per il suolo, non
le Concentrazioni Soglia di Contaminazione sarebbero mai utilizzabili in agricoltura”; e ciò, pur
di cui alla colonna A della Tabella 1 dando atto, in altra parte della medesima Pronuncia,
dell’allegato 5? che “è tuttavia incontestabile che il ristretto elenco
In quanto alla vexata quaestio dell’applicabilità dei delle sostanze pericolose prese in considerazione dal
valori limite proposti dalla Colonna A della Tab. 1 D.Lgs. 99/1992 non possa ritenersi esaustivo, e ciò se si
dell’Allegato 5 al Titolo V della Parte Quarta del guarda al fine dichiarato di scongiurare qualsiasi peri-
D.Lgs. n. 152/2006, (per i parametri ritenuti di volta colo di deterioramento dell’ambiente ad opera dell’at-
in volta significativi), si “stagliano” a sostegno di tività di spandimento dei fanghi, il suddetto elenco
questo (non condivisibile) convincimento, come non comprende infatti ulteriori e diversi inquinanti,
s’è visto, la sentenza della Corte di Cassazione che pure risultano potenzialmente presenti nei fanghi,
n. 27658 del 6 giugno 2017, e la sentenza del per effetto del processo di depurazione dei reflui,
TAR Lombardia n. 1782 del 20 luglio 2018, dalla invece inclusi nell’elenco di cui alla tabella 1, colonna
quale è derivata la necessità dell’intervento legisla- A, dell’allegato 5 alla parte quarta del D.Lgs. 152/2006
tivo sostanziatosi nel D.L. n. 109/2018. ... Omissis ... Tuttavia, arrivati a questo punto, il
La Suprema Corte, muovendo da un presupposto del collegamento tra l’attività di recupero dei fanghi
tutto condivisibile (15), finisce col deragliare (dalla mediante il loro utilizzo in agricoltura e la Tab. 1,
“retta via”) a livello tecnico, nel momento in cui, colonna A, allegato 5, alla Parte IV del decreto legi-
attraverso una tortuosa sequenza argomentativa, slativo 3 aprile 2006, n. 152, non deriva da un rinvio
giunge a concludere che condizione necessaria per esplicito operato dalla disciplina normativa, ma deve
l’utilizzo dei fanghi in agricoltura, sarebbe rappresen- essere rintracciato in via interpretativa”, tenendo
tata dal rispetto dei valori limite dalla colonna A, per conto del fatto che “i valori limite delle CSC della

(15) Ovvero: 1) che la regolamentazione dei fanghi di depura- vietato, se essi sono rifiuti pericolosi, e/o arrecano danno alle
zione non è dettata da un apparato normativo autosufficiente, colture agrarie e/o all’ambiente in generale.
confinato all’interno del D.Lgs. n. 99 del 1992, ma, posto che i (16) Con la quale il Ministero aveva fatto presente che i valori di
fanghi di depurazione sono indiscutibilmente rifiuti, il relativo cui alla suindicata tabella non siano conferenti in quanto riferiti non
regime giuridico deve essere integrato dalla normativa generale già alla sostanza inquinante, ma alle matrici ambientali (suolo,
sui rifiuti; 2) che l’utilizzo in agricoltura dei fanghi di depurazione è sottosuolo, ecc.).
(17) Chiamato a pronunciarsi su questo aspetto.

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Rifiuti

tabella allegata al Codice Ambiente sono stati indi- Con ciò, è messo in discussione anche il punto di vista
viduati sulla base delle conoscenze relative alle quan- espresso dalla Sentenza del TAR Toscana, che sep-
tità medie della concentrazione di quelle sostanze nel pure contrario all’applicazione “così come sono”
“suolo”: il superamento delle CSC, quindi, è un delle CSC ai fanghi, le accetta come base di partenza,
ragionevole indizio che il suolo possa essere contami- ipotizzando poi l’ammissibilità di concentrazioni
nato; per questa ragione al superamento delle CSC superiori, ottenute attraverso coefficienti individuati
segue la verifica dell’eventuale superamento delle dalle diverse Regioni nell’esercizio della discreziona-
CSR (concentrazioni soglie di rischio)”. Inoltre il lità tecnica ad esse riconosciute dalla legge.
TAR della Toscana, a meglio definire i contorni del E va a questo punto evidenziato anche un altro aspetto:
“principio di cautela” evidenzia che “Pertanto, al fine l’inserimento delle disposizioni in materia di siti con-
del controllo di quelle sostanze potenzialmente inqui- taminati nella “norma quadro” sui rifiuti, è una scelta
nanti e/o contaminanti ad oggi non espressamente autonoma del nostro ordinamento nazionale (18),
disciplinate nel D.Lgs. n. 99 del 1992, il potere pre- non condivisa dalla maggior parte degli stati membri,
cauzionale, resosi necessario dalla evidenziata lacuna che per lo più ne hanno fatto un corpo di disciplina a sé
normativa (ferma la necessità dell’aggiornamento stante, anche sulla base del fatto che la contamina-
della disciplina vigente in materia di spandimento zione dei suoli (e delle acque sotterranee) deriva
dei fanghi di depurazione), può essere correttamente prevalentemente, a livello europeo, da attività antro-
esercitato dall’Amministrazione regionale, pren- piche diverse dalla gestione (illecita) dei rifiuti.
dendo a riferimento, per le sostanze non considerate I parametri e i valori limite previsti nella tabella
dal D.lgs. 99/1992, i valori indicati dalla Tab. 1, anzidetta, se intesi come elenco significativo ed esau-
colonna A dell’allegato 5, al titolo V, parte IV, D. stivo, sono “sconosciuti” alla normativa europea sui
lgs. n. 152 del 2006, che dovranno però essere ripa- rifiuti, e in particolare alla Direttiva quadro 2008/98/
rametrati in aumento, sulla base delle competenze Ce, proprio da ultimo aggiornata dalla Direttiva 2018/
tecnico-discrezionali dell’Amministrazione, tenendo 851/Ue; perciò è falso il sillogismo: “dal momento che
conto dell’ammissibilità di una maggiore concentra- i fanghi sono rifiuti, - se del caso pericolosi, - ad essi si
zione nei fanghi (rispetto al suolo) di sostanze applicano le disposizioni di protezione dell’ambiente
inquinanti”. previste dalla ‘norma quadro’ nazionale sui rifiuti
Esposte le contrapposte tesi sostenute dalla Giuri- (mutuata dalla pertinente direttiva europea), e cioè i
sprudenza, sembra opportuno proporre una ulteriore limiti di concentrazione previsti dalla Col. A della
e del tutto diversa considerazione, a sollevare più forti Tab. 1 all’Allegato 5 di cui sopra”.
dubbi sul “dogma” della necessitata rispondenza degli Per la classificazione dei rifiuti - tra i quali rien-
inquinanti contenuti nei fanghi di depurazione trano ovviamente anche i fanghi di depurazione -
ammessi sui suoli agrari ai valori limite e agli analiti e in particolare per la verifica della loro natura di
esposti nella colonna A della Tab. 1 di cui all’ allegato rifiuti non pericolosi, o per contro, di rifiuti
5 al Titolo V della Parte Quarta del D.Lgs. n. 152/ pericolosi, ci si deve invece attenere a quanto
2006, (che si vorrebbe) in pedissequa applicazione previsto dall’Allegato I alla Parte Quarta del
dei principi di protezione dell’ambiente propri della D.Lgs. n. 152/2006, qualora il dubbio sulla natura
disciplina sui rifiuti. del rifiuto non trovi immediata risposta consul-
I limiti di tabella A non sono neppure “indicatori” tando l’Elenco [aggiornato] dei rifiuti, di cui
della qualità dei suoli - cioè valori soglia da non all’Allegato D del medesimo provvedimento.
superare per gli inquinanti in essa elencati, in tale Né i limiti di tabella A “disegnano” un criterio di
prospettiva - ma “indici” della propensione dell’in- “protezione assoluta” del territorio agricolo e delle
quinante a trasferirsi dall’agente estraneo entrato in colture agrarie: se così fosse, nel nome di tale princi-
contatto col terreno, alle matrici suolo e sottosuolo, pio si dovrebbe vietare, a maggior ragione, la sommi-
verificata la quale si dovrà procedere, attraverso nistrazione di pesticidi e diserbanti, trattandosi
l’analisi di rischio sito specifica, all’individuazione invece di presidi d’uso consentito, (seppure con cre-
delle Concentrazioni Soglia di Rischio (CSR), que- scenti restrizioni), nel rispetto delle cautele prescritte
ste sì, se superate, a fornire prova dell’avvenuta con- dalla pertinente disciplina di settore, che sfondano in
taminazione dei suoli. tutta evidenza, per quanto riguarda il tal quale, i

(18) Già con l’entrata in vigore del D.Lgs. n. 22/1997, cioè il potuto raccoglierne le disposizioni in una eventuale Parte Settima,
“Decreto Ronchi” di sempre venerata memoria, e poi col Titolo V senza pregiudizio alcuno per la disciplina sulla bonifica dei siti
della Parte Quarta del D.Lgs. n. 152/2006, che avrebbe senz’altro contaminati.

Ambiente & sviluppo 11/2018 721


Rifiuti

valori soglia di tabella A per una elevata percentuale dibattito tecnico della necessità di disciplinare attra-
dei novantasette analiti da essa elencati. verso definizione di specifici limiti di concentrazione
anche una serie di parametri finora non considerati dal
Conclusioni disegno di legge in gestazione (19) danno misura
Deve darsi atto che l’intervento “a gamba tesa” rap- dell’entità del problema da affrontare, e anche chi
presentato dall’art. 41 del D.L. n. 109/2018 chiude scrive ha ritenuto di proporre qualche ulteriore sfac-
almeno temporaneamente ogni polemica e ogni cettatura dei temi da affrontare in sede legislativa,
discussione sull’utilizzo dei fanghi di depurazione in come le relazioni con la normativa sui fertilizzanti.
agricoltura; ma senza dubbio, il compito del Legisla- Il criterio direttivo che non abbiamo visto, ma
tore è senz’altro complesso, perché si tratta di mettere a vorremmo leggere nella versione definitiva della
sintesi le disposizioni già assunte o in fieri, da parte delle legge delega al Governo, è: “chiarezza, chiarezza,
regioni (e delle province autonome), senza ignorare le chiarezza” delle norme da scrivere, senza lasciare
pronunce della giurisprudenza, anche quelle tecnica- spazi “in bianco” nei quali possano insinuarsi inter-
mente meno convincenti. La sopra richiamata presa di pretazioni troppo morbide, o eccessivamente garan-
posizione del Ministero dell’Ambiente, (Nota prot. tiste, da parte della giurisprudenza o delle autorità
0000173/RIN del 5 gennaio 2017), e l’affacciarsi nel periferiche.

(19) Ad esempio: Fenolo, p-Metilfenolo, Clorofenolo, Toluene,


Sostanze Alchiliche Polifluorurate (PFAS), ecc.

722 Ambiente & sviluppo 11/2018


Rifiuti

Gestione

Residui d’asfalto: dal


fresato-sottoprodotto all’end
of waste ancora tanti dubbi
dopo il D.M. n. 69/2018
Vittorio Giampietro (*)

Introduzione • alla mancanza di trasformazione (vale a dire, di


La gestione del c.d. fresato d’asfalto, residuo deri- trattamentidiversidallanormalepraticaindustriale(3),
vante dalla scarifica del manto stradale, è stata per che avrebbero costituito attività di recupero del rifiuto);
anni caratterizzata da significativi margini d’incer- • al riutilizzo in termini ravvicinati (4) del resi-
tezza, che riguardavano in primo luogo la stessa duo-sottoprodotto, senza particolari operazioni di
qualifica del residuo, come sottoprodotto diretta- stoccaggio;
mente riutilizzabile ovvero come rifiuto da sotto- • ai requisiti ambientali e tecnici, riferibili all’assenza
porre a recupero, prima del reimpiego. Il tema è di caratteristiche di pericolosità ed alla presenza di
stato ampiamente affrontato dalla giurisprudenza caratteristiche prestazionali nel residuo-sottoprodotto.
amministrativa (1) e penale (2), tanto che è ormai D’altra parte, i profili di maggiore rilevanza e criti-
possibile enucleare alcuni orientamenti utili a defi- cità (5) che hanno finora ostacolato la gestione del
nire se, ed eventualmente a quali condizioni, sia fresato come sottoprodotto sono riferibili:
possibile applicare la disciplina dei sottoprodotti, a • alla necessità di rinviare al vaglio del giudice, caso
partire dalle condizioni e dai criteri indicati nel- per caso (6), l’applicabilità del regime dei sottopro-
l’art. 184-bis del D. Lgs. n. 152/06, riconducibili: dotti (7), con inevitabili ripercussioni in termini di
incertezza nella gestione dello specifico residuo e, più
• alla certezza del riutilizzo integrale, nel corso di un in generale, nella programmazione di tutte le altre
processo di produzione o di utilizzazione;
attività di cantiere connesse alla gestione del fresato;

(*) Ingegnere, Studio d’ingegneria Giampietro, consulenze CdS n. 4978/2014)”, n. 1/2015. Vedi anche P. Giampietro e A. Scialò,
ambientali. “Il sottoprodotto, il fresato d’asfalto e la “normale pratica” (nota a
(1) Cfr. Consiglio di Stato, nn. 4151/13 e 4978/2014. Consiglio di Stato, n. 4151/2013)”, pubblicato in http://www.ambien-
(2) Cfr. Cass. pen., sez. III, nn. 5316/17 e 24865/18. Entrambe le tediritto.it.
sentenze, confermando l’orientamento della giurisprudenza (6) Ad esempio, cfr. CDS. n. 4978/2014: “Con riferimento alle
amministrativa citata nella nota precedente, almeno in linea di “condizioni tecniche” testé esposte, ai fini del riutilizzo immediato
principio aprono alla possibilità astratta di qualificare il fresato del prodotto occorre andare a verificare in concreto la sussistenza
come sottoprodotto. delle predette condizioni… Ne deriva che in concreto non si sono
(3) In questa Rivista, vedi A. Muratori, “Sottoprodotti: prime forniti elementi idonei a far ritenere che le condizioni tecniche
aperture anche dalla Suprema Corte (nota a Cass. pen. n.40109/ necessarie per il riuso del fresato d’asfalto nel processo siano
2015)”, n. 1/2016; con particolare riferimento al D.M. n. 264/2016 pienamente soddisfatte; e questo non senza considerare che
ed alla normale pratica industriale, vedi V. Paone, “Sottoprodotti e l’operazione di recupero deve avvenire in loco, senza necessità
normale pratica industriale: non c’è proprio pace!”, n. 7/2017. Vedi di stoccaggio o deposito, modalità operativa che nella specie non è
anche S. Maglia e S. Suardi, “Fresato d’asfalto: End of Waste? possibile rilevare come sussistente”.
Considerazioni sul nuovo D.M. 69/2018”, pubblicato su www. (7) Né si può affermare che il D.M. n. 264/2016 e le successive
tuttoambiente.it. circolari del MATTM abbiano realmente fornito criteri realmente
(4) Quotidiani, come nella fattispecie analizzata dal TAR e, univoci ed efficaci per identificare e dimostrare la sussistenza dei
successivamente, dal CDS n. 4151/2013. requisiti necessari per il possesso dello status di sottoprodotto, da
(5) Si rinvia per maggiori approfondimenti in questa Rivista, a D. parte dei residui di produzione. In questa Rivista, vedi A. Muratori,
Röttgen, “Fresato d’asfalto: sottoprodotto o rifiuto? (nota a CdS n. “D.M. n. 264/2016: criteri realmente “indicativi” per riconoscere i
4151/2013)”, n. 12/2013, “Fresato d’asfalto: repetita iuvant? (nota a sottoprodotti?”, n. 4/2017.

Ambiente & sviluppo 11/2018 723


Rifiuti

• ad un orientamento consolidato della Cassazione, del recupero del rifiuto, traspare chiaramente dalla
secondo il quale i residui da demolizione andrebbero lettura delle premesse del Decreto, laddove si rileva
qualificati sempre come rifiuti (8), in quanto l’atti- che in Italia esiste un mercato per il granulato di
vità di demolizione (di edifici o strade) viene consi- conglomerato bituminoso, in ragione del fatto che lo
derata come processo prodromo, autonomo e stesso risulta comunemente oggetto di transazioni com-
distinto, rispetto al “processo produttivo” (vale a merciali e possiede un effettivo valore economico di
dire, l’attività edilizia); scambio, che sussistono scopi specifici per i quali la
• all’onere della prova (9) in capo ai soggetti (produt- sostanza è utilizzabile etc. (11). In effetti, il Legislatore si
tore, detentore, utilizzatore) coinvolti nella gestione del preoccupa immediatamente di specificare (cfr. art. 1 -
sottoprodotto conglomerato bituminoso, ottenuto oggetto e l’ambito di applicazione) che:
dalla rimozione e/o fresatura del manto stradale. 1. il regolamento in esame stabilisce i criteri specifici
Anche in conseguenza degli orientamenti, sopra accen- in presenza dei quali il conglomerato bituminoso
nati, si è diffusa la prassi di accettare (o tollerare) che il cessa di essere qualificato come rifiuto, ex art. 184-
conglomerato bituminoso possa essere qualificato come ter del D.Lgs. n. 152/2006;
sottoprodotto, ma solo se derivante da fresatura del 2. le disposizioni del medesimo regolamento non si
manto stradale, mentre il medesimo residuo è comune- applicano al conglomerato bituminoso qualificato
mente qualificato come rifiuto, se derivante da altre come sottoprodotto, ex art. 184-bis del TUA.
tecniche di demolizione/rimozione (10). L’esclusione prevista al punto 2 è certamente moti-
Le incertezze e le difficoltà, appena enunciate, hanno vata dai limiti previsti della delega normativa ed
spinto il Legislatore a tentare di semplificare la appare coerente con l’evidente volontà del Legislatore
gestione del residuo di conglomerato bituminoso, di non definire ex lege criteri e disposizioni specifiche
attraverso l’emanazione del D.M. n. 69/2018, rego- per i sottoprodotti (12). D’altra parte, appare irragio-
lamento evidentemente finalizzato a spianare la nevole (ed immotivato) escludere che i requisiti
strada ad una chiara ed efficace applicazione del- ambientali e prestazionali, contenuti nel decreto,
l’EoW con riferimento al rifiuto derivante sia dalla possano essere applicabili anche al conglomerato,
fresatura sia dalla demolizione tradizionale. quale sottoprodotto.
Il risultato, come si avrà modo di constatare, appare In questa sede non appare utile riferire in dettaglio
insoddisfacente, anche perché i dubbi sembrano tutti i contenuti del D.M. n. 69/2018 esame (13),
aumentare. norma composta da soli sei articoli e due allegati.
Peraltro, l’articolato adotta sostanzialmente la stessa
impostazione dei precedenti regolamenti EoW di
L’EoW nel D.M. n. 69/2018: le prime
origine europea (14), fondata:
criticità …
• sull’introduzione di scopi specifici (15), standard
L’esigenza di disporre di una regolamentazione efficace di prodotto (16) e specifiche ambientali e prestazio-
per gestire il fresato come prodotto, (almeno) all’esito nali (17) sui rifiuti in ingresso, sui processi di verifica

(8) Da ultimo, cfr. Cass. pen., sez. III, n. 8848/2018: “Il Collegio (12) In tal senso, si rinvia al D.M. n. 264/2017 che si è limitato ad
condivide il principio, che va qui ribadito, secondo cui l’attività di introdurre criteri meramente indicativi.
demolizione di edifici (o strade) - non può essere definita un (13) Per una prima lettura del decreto vedi anche il contributo
‘processo di produzione‘ … con la conseguenza che i materiali “Prime considerazioni sul D.M. 28 Marzo 2018 n. 69 ‘End of
che ne derivano vanno qualificati come rifiuti e non come sotto- Waste per il fresato d’asfalto’ ”, pubblicato sul sito www.
prodotti (Sez. III, n. 33028 del 01/08/2015). Sulla distinzione tra SITEB.it.
processo di produzione, attività edilizia e processo edilizio si rinvia (14) Cfr. i Regolamenti n. 715/2013/Ue sui rottami di rame, n.
a. V. Giampietro, “Sottoprodotti da C&D: l’identificazione e la 1179/2012/Ue sui rottami vetrosi, n. 333/2011 per i rottami di
prova del processo produttivo”, in questa Rivista, n. 10/2017, ferro, acciaio e alluminio, inclusi i rottami di leghe di alluminio,
Supplemento n. 1/2017. nonché il D.M. n. 22/2013, relativo ai combustibili solidi secon-
(9) In particolare, cfr. citate Sentenze nn. 5316/17 e 24865/18. dari (CSS).
(10) D’altra parte, il conglomerato bituminoso derivante da (15) Cfr. art. 3, comma 1, lett. a) ed Allegato 1, parte a), con
rimozione (e non da fresatura) spesso necessita solo di operazioni riferimento alla produzione di miscele cd. a caldo e a freddo,
di riduzione volumetrica, di natura meramente meccanica, che nonché per la produzione di aggregati per materiali non legati e
potrebbero rientrare nel novero delle operazioni di normale pratica legati con leganti idraulici per l’impiego nella costruzione di strade,
industriale, secondo gli orientamenti espressi dalla Commissione in conformità alla norma armonizzata UNI EN 13242, ad esclusione
Europea fin dal 2012 nel Documento Guidance on the interpreta- dei recuperi ambientali.
tion of key provisions of Directive 2008/98/EC on waste. (16) Previsti dalle norme UNI EN 13108-8 (serie da 1-7) o UNI
(11) Condizioni che, a dire il vero, sussistono da molto tempo in EN 14242, in funzione dello scopo specifico previsto, secondo
ambito ben più vasto di quello nazionale. quanto stabilito nell’art. 3, comma 1, lett. b).
(17) Cfr. art. 3, comma 1, lett. c) ed Allegato 1, parte b).

724 Ambiente & sviluppo 11/2018


Rifiuti

(modalità, frequenza e limiti dei test di cessione) e sul competente (cfr. art. 4, comma 1), appare come un
granulato ottenuto all’esito del recupero; adempimento innovativo, rispetto a quanto finora pre-
• sulla dichiarazione di conformità quale strumento visto dalle autorizzazioni ordinarie (22), nonché dalle
di attestazione del rispetto dei criteri dell’End of operazioni in regime semplificato, ex art. 216 del TUA e
Waste, da parte del produttore del granulato; D.M. 5 febbraio 1998. Tale adempimento, oltre che
• sull’eliminazione di alcuni adempimenti ammini- eccessivamente gravoso per i produttori del granulato,
strativi (18), in capo al produttore del granulato, rischia di essere del tutto inutile, ai fini di un controllo
laddove l’impresa sia dotata di un Sistema di efficace (23).
Gestione Ambientale registrato EMAS o certificato Ancora maggiore perplessità desta l’obbligo, gravante
UNI EN ISO 14001. sulle imprese non dotate del citato Sistema di Gestione
Più interessante risulta segnalare alcune criticità e Ambientale, di conservare (24) per successivi con-
contraddizioni, che rischiano di vanificare le finalità trolli un campione di granulato per cinque anni. A tal
del Decreto. proposito, il comma 3 dell’art. 4 impone che: “le moda-
In linea generale, la più ampia questione della distin- lità di conservazione del campione sono tali da garan-
zione tra le nozioni di sottoprodotto e rifiuto appare tire la non alterazione delle caratteristiche chimico-
certamente complicata dal fatto che nello stesso D.M. si fisiche del granulato di conglomerato bituminoso pre-
definisce (cfr. art. 2) il conglomerato bituminoso solo levato e a consentire la ripetizione delle analisi”. A
come rifiuto, per di più con esclusivo riferimento al parte l’errore di sintassi, si ritiene di dover evidenziare
CER 17.03.02 (19), mentre il conglomerato bitumi- che tale disposizione impone:
noso è (o può anche essere) non rifiuto, come indicato • una tracciabilità (non di un rifiuto) ma di un
nell’art. 1 del medesimo Decreto. In effetti, per evitare prodotto del tutto inaudita, che rischia di vanificare
ulteriore confusione, il conglomerato bituminoso che l’obiettivo d’agevolare il recupero del conglomerato
ha cessato di essere rifiuto viene ridefinito (ma solo bituminoso rifiuto, perseguito dal Decreto, favorendo
all’interno del Decreto in esame) come granulato di il consumo di risorse naturali non rinnovabili;
conglomerato bituminoso e, pertanto, d’ora in avanti ci • di conservare una quantità potenzialmente enorme
si dovrà abituare ad utilizzare i termini: di campioni (uno per ciascun lotto, di quantitativo
• conglomerato bituminoso, per indicare alternati- non superiore a 3.000 mc);
vamente un prodotto, un sottoprodotto o un rifiuto, a • di garantire addirittura la non alterazione delle
seconda dell’origine (20) e della corrispondente spe- caratteristiche chimico-fisiche e la ripetibilità delle
cifica norma di riferimento (21); analisi.
• granulato di conglomerato bituminoso, per defi- Tale ultima condizione appare tecnicamente inso-
nire solo un EoW. stenibile se si considera che anche le più accurate
Sul piano strettamente operativo, l’obbligo di inviare (e costose) modalità di conservazione (25), adot-
per ciascun lotto la dichiarazione di conformità all’au- tate dai migliori laboratori (26), consentono di
torità competente ed all’ARPA territorialmente garantire l’affidabilità, la rappresentatività e la

(18) Come la conservazione di un campione di granulato per Giampietro, “Terre e rocce da scavo: i nuovi requisiti ambientali
ogni lotto di granulato di conglomerato bituminoso per cinque non risolvono la questione riporti”, in questa Rivista, n. 8-9/2017.
anni, prevista dall’art. 4, comma 3 del Decreto. (24) Presso l’impianto di produzione o presso la sede legale.
(19) Miscele bituminose, diverse da quelle di cui alla voce 17 03 (25) Conservazione del campione refrigerata al buio a tempe-
01, rifiuto non pericoloso con voce a specchio CER 17 03 01* - rature inferiori a -20°, in contenitori in vetro e/o polietilene, anche
miscele bituminose contenenti catrame di carbone. con tappo con battenti di PTFE …, cfr. norma UNI 10802-2013.
(20) Vale a dire, un prodotto da un impianto che utilizza materie (26) Si noti che le analisi sul granulato di conglomerato bitumi-
prime naturali, un sottoprodotto derivante da attività di fresatura o noso devono essere effettuate, ai sensi dell’Allegato 1, punti
un rifiuto, da sottoporre a recupero. b.2.1) e b.2.2), da un laboratorio certificato ISO 9001, mentre
(21) In specie, l’art. 184-bis del TUA (ed i criteri del D.M. n. 264/ non necessario che il laboratorio sia accreditato ISO/IEC 17025,
2017) per i sottoprodotti e l’art. 184-ter del TUA e il D.M. n. 69/ come specificato anche nella Nota del MATTM Prot. 16293 del 5
2018 per i rifiuti. ottobre 2018. In merito alla differenza tra certificazione ed accre-
(22) Vale a dire, le AIA (Autorizzazioni Integrate Ambientali), ditamento si può rinviare al contributo: “La differenza tra accredi-
rilasciate ai sensi del Titolo III-bis, parte II, del TUA, ovvero le AUA tamento ISO/IEC 17025 e certificazione ISO 9001 per i laboratori di
(Autorizzazioni Integrate Ambientali), rilasciate ex art. 208 prova e taratura”, disponibile su www.accredia.it: “La certifica-
del TUA. zione ai sensi della ISO 9001 non costituisce evidenza che il
(23) Torna alla mente l’allegato 6 al D.M. n. 161/2012, laddove si laboratorio sia in grado di fornire prove o tarature accurate e
richiedeva la comunicazione preventiva, per ogni singolo trasporto affidabili. Per esserlo, il laboratorio deve essere accreditato in
delle terre e rocce da scavo. Adempimento che, come noto, è conformità a ISO/IEC 17025, che contiene requisiti più specifici
stato parzialmente riveduto e corretto con la successiva nota della per la competenza tecnica e l’imparzialità, pur prevedendo anche
DGVA del MATTM, n. 14640/2014. Sul punto, si rinvia a V. requisiti per la gestione del sistema della qualità atti a garantire che
il laboratorio fornisca servizi affidabili”.

Ambiente & sviluppo 11/2018 725


Rifiuti

ripetitività delle analisi chimiche sul campione per intendere che nel periodo transitorio la dichiarazione
un tempo massimo di sei mesi circa. di conformità sarebbe stata sufficiente ad utilizzare il
Altre criticità di un certo rilievo riguardano: granulato (EoW) a partire dal 3 Luglio 2018 (data di
• le indicazioni da fornire nella compilazione della entrata in vigore del Decreto), ovvero a partire dalla
dichiarazione di conformità, il cui modello è conte- data di presentazione dell’istanza/comunicazione, da
nuto nell’Allegato 4, ove è presente un refuso (27) e, effettuarsi entro il 20 Ottobre 2018;
soprattutto, vi è un duplice riferimento al “cantiere di • l’integrazione e l’armonizzazione delle nuove
provenienza”, presumibilmente inteso con diverso disposizioni all’interno del quadro delle norme
significato (28). Peraltro, nel primo riquadro è richie- vigenti, con particolare riferimento alle disposizioni
sto di inserire il numero del documento di tra- del D.M. 5 maggio 1998, facendo insorgere il sospetto
sporto (29), mentre la compilazione del cantiere di che il granulato non sarebbe più utilizzabile per i
provenienza (rectius, dell’impianto di produzione) sottofondi ferroviari ed aeroportuali, nonché per i
del granulato appare facoltativa; piazzali industriali (32).
• l’esclusivo richiamo alla norma UNI 10802, con-
tenuto nell’Allegato 1 dal D.M., per le verifiche sui … e le prime risposte del MATTM
rifiuti ed anche sul granulato, al termine del recupero.
In tal senso, sarebbe stato probabilmente più appro- Le criticità e lacune, da più parti evidenziate, hanno
priato rinviare, per il granulato, ai metodi di campio- indotto il MATTM ad emanare la nota Prot. 16923 del
namento della UNI EN 921-1 (30), fermo restando il 5 ottobre 2018, avente ad oggetto: Chiarimenti circa
richiamo alla UNI 10802 per i rifiuti in fase di verifica l’interpretazione di talune disposizioni di cui al D.M. 18
ed accettazione, prima del recupero; Marzo 2018. n. 69 “Regolamento recante disciplina
• tempi e modalità di adeguamento alle nuove della cessazione della qualifica di rifiuto di conglome-
disposizioni, da parte degli impianti di recupero già rato bituminoso ai sensi dell’articolo 184-ter, comma 2
operanti in regime ordinario e semplificato. In effetti, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152”.
la formulazione dell’art. 6, commi 1 e 2 del La prima e più ampia puntualizzazione del Ministero è
Decreto (31) lasciava qualche dubbio, potendosi riferita al rapporto intercorrente tra le disposizioni

(27) L’anagrafica del “produttore” è riferita alla lettera f), invece (29) Ma sarebbe stato meglio richiedere il numero di FIR o la
che alla lettera d), dell’art. 2, comma 1 del Decreto. corrispondente scheda SISTRI, trattandosi di attività di movimen-
(28) Nel primo riquadro, infatti, vi è la locuzione “cantiere di tazione di rifiuto (conglomerato bituminoso) dal cantiere d’origine
provenienza”, mentre nel secondo è specificato “cantiere di del rifiuto verso l’impianto di recupero (e conseguente produzione
provenienza del granulato di conglomerato bituminoso”. Per- di granulato).
tanto, a rigor di logica, si ritiene di poter considerare il primo (30) La UNI EN 932-1, Metodi di prova per determinare le
cantiere di provenienza come quello di produzione del rifiuto, proprietà generali degli aggregati. Metodi di campionamento,
mentre il secondo cantiere dovrebbe indicare, in modo alquanto specifica i metodi per ottenere campioni di aggregati da forniture,
improprio, l’impianto di recupero del rifiuto, tramite produzione del da impianti di preparazione e di trattamento, ivi comprese le
granulato di conglomerato bituminoso. Tale orientamento è stato scorte.
confermato dalla recente nota del MATTM prot. 16923 del 5 (31) “1. Ai fini dell’adeguamento ai criteri di cui al presente
Ottobre 2018. Prima dei chiarimenti del MATTM, le prime note regolamento, il produttore, entro centoventi giorni dall’entrata in
di indicazioni dell’ANCE avevano segnalato: “Entrambe le sezioni, vigore dello stesso, presenta all’autorità competente un aggior-
nelle quali si chiede di indicare il cantiere di provenienza, sem- namento della comunicazione effettuata ai sensi dell’articolo 216
brerebbero, infatti, essere riferite al granulato di conglomerato, o un’istanza di aggiornamento dell’autorizzazione ai sensi del
ossia all’end of waste: in un caso per espressa previsione norma- Titolo III-bis della Parte II e del Titolo I, Capo IV, della Parte IV
tiva (riquadro n. 2), nell’altro per deduzione logica (riquadro n.1) e del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
quindi rappresenterebbero l’uno la ripetizione dell’altro. La prima 2. Nelle more dell’adeguamento di cui al comma 1, il granulato
sezione, in particolare, è inserita nell’ambito dell’anagrafica del di conglomerato bituminoso prodotto può essere utilizzato se
produttore, inteso come colui che gestisce l’impianto autorizzato presenta caratteristiche conformi ai criteri di cui all’articolo 3,
per la produzione di granulato di conglomerato bituminoso. Ne attestate mediante dichiarazione di conformità ai sensi dell’arti-
deriva che lo stesso può, innanzitutto, non coincidere con il colo 4”. In proposito, il D.M. è entrato in vigore il 3 Luglio 2018 e da
produttore del fresato - rifiuto, inoltre tra le informazioni riportate quella data è decorso il termine di 120 giorni (20 Ottobre 2018)
in tale sezione vi è il richiamo al documento di trasporto, se si entro il quale i produttori, titolari di impianti autorizzati in procedura
trattasse di rifiuti il richiamo sarebbe stato al FIR - il formulario di ordinaria ovvero operanti in regime semplificato, hanno dovuto
identificazione dei rifiuti. presentare l’istanza di aggiornamento dell’autorizzazione o l’ag-
Appare evidente, che il riferimento è all’end of waste e pertanto giornamento della comunicazione.
il cantiere di provenienza va inteso come l’impianto di produzione, i (32) Ad esempio, gli scopi specifici individuati nell’Allegato 1,
cui dati sono già richiesti nelle sezioni precedenti dello schema di parte a) del D.M. n. 69/2018 includono: “le miscele bituminose”
dichiarazione. (utilizzate per gli strati superficiali delle pavimentazioni stradali,
Lo stesso vale, peraltro, per quanto riguarda il successivo autostradali aeroportuali etc.) “la costruzione di strade”, mentre il
riquadro relativo al cantiere di provenienza: in questo caso viene D.M. 5 febbraio 1998 ripetutamente prevede l’utilizzo “per rea-
indicato espressamente che il riferimento è all’end of waste, ma la lizzazione di rilevati e sottofondi stradali e ferroviari e aeroportuali,
compilazione è meramente facoltativa”. piazzali industriali …”.

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Rifiuti

del D.M. n. 69/2018 e le disposizioni del D.M. 5 provenienza’ si intende il cantiere di provenienza del
febbraio 1998. In tal senso, dopo una preliminare fresato”.
ricostruzione del quadro normativo di riferimento, il Il ricorso al termine “fresato” costituisce l’ennesima
MATTM chiarisce che: ed ultima (39) espressione imprecisa, priva di riferi-
“… restano valide ed efficaci tutte le disposizioni del menti nelle definizioni del D.M. n. 69/2018 (e in
D.M. 05/02/1998 inerenti ai limiti quantitativi pre- quelle del D.Lgs. n. 152/2006), che contribuisce a
visti all’allegato 4 (33), le norme tecniche di cui confondere ulteriormente il quadro delle norme e
all’allegato 5 (34) ed i valori limite per le emissioni delle disposizioni che dovrebbero regolare la gestione
di cui all’allegato 1, suballegato 2 (35), o dalle auto- dei residui (sottoprodotti ovvero rifiuti) derivanti
rizzazioni concesse ai sensi del Titolo III-bis parte dalla fresatura e dalla rimozione delle pavimentazioni
IV (36) e del Titolo I, Capo IV, parte IV del decreto in conglomerato bituminoso.
legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
Il D.M. n. 69 disciplina solo i criteri per la cessazione Riflessioni (non) conclusive
della qualifica di rifiuto nelle attività che il D.M. 05
febbraio 1998 prevede al punto 7.6.3 lettere a) b) e c) La gestione del residuo derivante dalla fresatura e/o
dell’allegato 1, non potendo, visto il tenore della delega rimozione delle pavimentazioni stradali in conglome-
che si legge al comma 2 dell’articolo 184-ter, incidere su rato bituminoso è afflitta, da molti anni, da numerosi
aspetti, quantitativi e condizioni necessari per poter dubbi, relativi alla nozione e conseguente gestione
operare in procedure semplificate di recupero”. come sottoprodotto o rifiuto da recuperare. Tali
Inoltre, i chiarimenti del MATTM: dubbi sono stati parzialmente risolti, almeno sul fronte
• ribadiscono che la locuzione “laboratorio certifi- del sottoprodotto, con una graduale e prudente apertura
cato”, richiamata nell’allegato 1 parte b) par. b.2.1) del della giurisprudenza verso modalità di gestione dei
D.M. n. 69/2018 (37), è riferita ad: “un laboratorio residui che accolgano criteri e priorità ispirate all’eco-
dotato di certificato rilasciato ai sensi della norma nomia circolare.
UNI EN ISO 9001:2015”, confermando - per esclu- Il contributo del Legislatore, almeno con riferimento al
sione - che non è necessario anche l’accreditamento D.M. n. 69/2018, non è certamente riuscito nell’intento
del laboratorio, ai sensi della UNI CEI EN ISO/IEC (pur lodevole in linea di principio) di spianare la strada
17025:2018; dell’End of Waste. Il risultato, per eterogenesi dei fini, è
• specificano che nel termine “strade” si intendono stato quello di disseminare nebbia ed ostacoli lungo un
ricompresi tutti i manufatti stradali. L’interpretazione, percorso che era certamente più agevole, prima del
certamente finalizzata ad ampliare il novero degli utilizzi Decreto, anche se più economicamente più oneroso,
consentiti, non può modificare l’elenco degli scopi rispetto alla via del sottoprodotto.
specifici di comune utilizzo (cfr. allegato 1, parte a) del Una formulazione del testo normativo distratta, se non
D.M. n. 69/2018) e, pertanto, non sembra idonea a sciatta, fa sì che la nuova disciplina faccia insorgere
fornire la garanzia che il granulato possa ancora essere nuovi dubbi e, contemporaneamente, introduca nuovi
pacificamente utilizzato anche per i manufatti ferroviari adempimenti molto gravosi (talvolta insostenibili),
e aeroportuali, nonché per i piazzali industriali (38), come la conservazione dei campioni di granulato
come indicato nel D.M. 5 febbraio 1998; (con garanzia di non alterazione delle caratteristiche
• specificano che: “nella sezione della dichiarazione di chimico-fisiche per 5 anni), e/o di dubbia utilità ai fini
conformità di cui all’allegato 2 del D.M. n. 69/2018, della tutela ambientale, come la trasmissione delle
relativa alla ‘anagrafica del produttore’, per ‘cantiere di dichiarazioni di conformità per ciascun lotto.

(33) Costituito dal Suballegato 1, Determinazione delle quantità (36) Trattasi evidentemente di un refuso, in quanto il Titolo III-
massime di rifiuti non pericolosi di cui all’Allegato 1, Suballegato 1 bis, relativo alle AIA, è incluso nella Parte II e non nella IV del TUA.
(Norme tecniche generali per il recupero di materia dai rifiuti non (37) Ma, a dire il vero, anche nel successivo par. b.2.1).
pericolosi) del D.M. n. 5 febbraio 1998 e dal Suballegato 2, Deter- (38) È pur vero che l’elenco degli gli scopi ed utilizzi specifici non
minazione delle quantità massime di rifiuti non pericolosi di cui è tassativo e, pertanto, sono teoricamente ammissibili altri usi del
all’Allegato 2, Suballegato 1 (Norme tecniche per l’utilizzazione dei conglomerato, anche non inclusi tra quelli elencati nel decreto in
rifiuti non pericolosi come combustibili o come altro mezzo per esame. D’altra parte, un po’ più d’attenzione nella formulazione
produrre energia) del medesimo decreto. della norma avrebbe evitato ogni dubbio in merito. Tale incertezza,
(34) Norme tecniche generali per gli impianti di recupero che ovviamente, potrà avere pesanti ricadute, in termini di assunzione
effettuano l’operazione di messa in riserva dei rifiuti non di maggiori rischi (o di maggiori costi) per chi gestirà (o non gestirà)
pericolosi. il granulato destinandolo all’utilizzo per manufatti non stradali …
(35) Valori limite e prescrizioni per le emissioni convogliate in (39) In ordine di tempo, anche perché “fresato” è l’ultimo
atmosfera delle attività di recupero di materia dai rifiuti non termine del testo della Nota di chiarimenti e non si ha notizia di
pericolosi. ulteriori interventi del Legislatore o del MATTM.

Ambiente & sviluppo 11/2018 727


Rifiuti

I chiarimenti del Ministero non potevano certa- • diverso dalle norme sui prodotti derivanti da
mente risolvere le numerose criticità, sopra materie prime naturali;
citate, ma solo cercare di apporre qualche ram- • gravoso, per l’elevato livello di dettaglio da garan-
mendo e qualche rattoppo ad una norma ormai tire, dovendo tracciare l’origine di ogni lotto di gra-
(s)cucita. In particolare, nonostante le aperture nulato, a partire dai diversi cantieri d’origine (40),
del MATTM, resta (e pesa) la mancata inclu- seguendo le successive fasi di gestione del rifiuto
sione, all’interno nell’elenco degli utilizzi espli- (messa in riserva e trattamento presso l’impianto di
citamente consentiti, dei manufatti ferroviari e recupero) e di produzione del granulato (compreso il
aeroportuali, nonché dei piazzali industriali, già deposito post-trattamento);
indicati nel D.M. 5 febbraio 1998. • di dubbia utilità, ai fini della tutela ambientale.
Oltre tutto, si deve prendere atto che in In conclusione, non resta che attendere un nuovo
ogni dichiarazione di conformità andrà specificato intervento di integrazione e modifica, interpreta-
il cantiere (o i diversi cantieri) nel quale zione autentica e chiarimento, da parte di un Legi-
(o nei quali) è stato originato il rifiuto di conglo- slatore che appare impegnato nel perenne tentativo
merato bituminoso. Tale adempimento risulta di riscrivere distrattamente le proprie norme, con il
certamente: risultato che - dopo tanto affanno - si torna sempre al
• innovativo rispetto alle disposizioni previste dalle punto di partenza (un bell’esempio concreto di eco-
previgenti norme sulla gestione dei rifiuti; nomia circolare).

(40) Tale adempimento sembra ragionevole solo con riferi- caso in cui il lotto di granulato, oggetto di dichiarazione di confor-
mento alle grandi opere, mentre non appare sostenibile nel mità, derivi da una pluralità di conferimenti di modesta entità.

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Inquinamento

Ecoreati

La particolare tenuità del fatto


e i reati ambientali
Vincenzo Paone (*)

Il D.Lgs. 16 marzo 2015, n. 28 ha introdotto nel Tanto per chiarire, la mancata esposizione del car-
Codice penale l’art. 131-bis che prevede l’esclusione tello dei lavori edilizi è un fatto di modesto rilievo e il
della punibilità per particolare tenuità del fatto nei legislatore ha operato una precisa scelta di campo
reati per i quali è prevista la pena detentiva non reprimendo questo fatto come contravvenzione
superiore nel massimo a cinque anni, ovvero la punita con la sola ammenda. Ma la decisione di
pena pecuniaria, sola o congiunta alla predetta prosciogliere l’autore dell’illecito non potrà basarsi
pena quando, per le modalità della condotta e per sulla sola circostanza che il reato è punito in modo
l’esiguità del danno o del pericolo, valutate ai sensi lieve e perciò è “bagatellare”, ma dovrà concentrarsi
dell’art. 133, comma 1, l’offesa è di particolare tenuità su altri elementi della fattispecie concreta.
e il comportamento risulta non abituale. In questa prospettiva, riteniamo che i criteri mag-
Come emerge anche dai lavori preparatori, la giormente utilizzabili siano quelli di cui al n. 1 del-
finalità della nuova causa di non punibilità non l’art. 133 cod. pen. attinenti al profilo oggettivo della
è solo quella deflattiva (altrimenti sarebbe stato condotta (natura, specie, mezzi, oggetto, tempo,
più logico intervenire con una legge di depena- luogo ed ogni altra modalità dell’azione) e al n. 3
lizzazione basata sul limite edittale della pena), attinenti al profilo soggettivo (intensità del dolo o dal
ma è anche quella di attuare il principio di grado della colpa).
proporzione e meritevolezza della sanzione penale, Il giudizio sulla particolare tenuità del fatto nei reati
nel senso che le condotte ritenute in concreto ambientali richiede dunque l’individuazione di spe-
“non gravi” non giustificano il dispendio di risorse cifici aspetti della condotta posta in essere che dimo-
e l’applicazione della pena. strino l’oggettiva modesta entità del fatto e il
Questi due obiettivi coesistono nelle intenzioni del correlativo basso livello di offesa all’interesse giuri-
legislatore e solo la prassi ci confermerà se vi sarà la dico tutelato dalle norme incriminatrici.
tendenza a sopravvalutare l’esigenza di alleggeri- Applicando questa linea-guida, nel caso di reati con-
mento del carico giudiziario. sistenti ad esempio nell’esercizio di un’attività senza
Dopo la decisione delle sezioni Unite n. 13681 del 25 autorizzazione (in tema di scarichi idrici, di emissione
febbraio 2016, Tushaj, Ced Cass., rv. 266589, relativa in atmosfera o di gestione di rifiuti) potranno valo-
alla guida in stato di ebbrezza, è stato fugato qualsiasi rizzarsi elementi come: la tipologia dello scarico o
dubbio circa il fatto se la normativa sia applicabile della emissione, la provenienza dello stesso (se pro-
anche ai reati - per lo più di natura contravvenzionale duttiva oppure no, se ricollegabile ad una impresa di
- posti a tutela dei c.d. interessi collettivi (sicurezza ed notevoli dimensioni oppure no), la quantità e qualità
igiene sul lavoro, alimenti, edilizia, ambiente et simi- di sostanze immesse in ambiente, la durata temporale
lia) che integrano reati di pericolo presunto o astratto dell’attività abusivamente svolta, la natura, quantità
e per i quali può essere dunque problematico apprez- e qualità dei rifiuti movimentati; la rispondenza
zare l’effettiva “bassa offensività” del fatto. sostanziale dell’impianto o dell’attività ai requisiti
A questo proposito, va infatti chiarito che, nell’ap- che avrebbero consentito il rilascio dell’autorizza-
plicare l’istituto, non si deve confondere il fatto zione; la gravità e l’intensità della colpa con riferi-
concreto, che deve rivestire connotati di particolare mento al grado di professionalità dell’agente (anche
tenuità, con il fatto “tipico” descritto nella norma in relazione alle misure antiinquinamento omesse) e
penale. al suo ruolo nell’ambito dell’impresa.

(*) Magistrato.

Ambiente & sviluppo 11/2018 729


Inquinamento

In termini analoghi, nel caso di violazione dei para- 133 cod. pen., è stata espressamente circoscritta
metri di accettabilità previsti, l’applicabilità della dall’art. 131-bis al solo comma 1 con chiara esclu-
causa di non punibilità potrà essere giustificata sione dell’apprezzabilità di condotte post delictum;
dalla presenza di elementi concreti, come la qualità - Cass. 15 dicembre 2016, n. 56217, Granato,
e il volume dello scarico o della emissione, la tipolo- inedita, in tema di smaltimento di rifiuti non peri-
gia dell’impianto, l’eventuale assoluta occasionalità colosi, quali vecchi mobili ed oggetti di arredamento,
del fatto. dandovi fuoco, ha osservato che il Tribunale, pur non
La giurisprudenza della Cassazione formatasi in mate- pronunciandosi in termini espliciti, aveva di fatto
ria ha sostanzialmente aderito a questa impostazione. escluso la particolare tenuità del fatto alla luce della
Ecco una rassegna delle decisioni che pongono al condotta perpetrata dal Granato, emersa pacifica-
centro la verifica dell’indice-requisito di cui si è mente in termini di non lieve gravità; in particolare,
parlato finora. la sentenza ha sottolineato che, all’interno di un
- Cass. 9 marzo 2016, n. 28710, Medina, in questa terreno antistante la stazione ferroviaria di Reggio
Rivista, 2016, pag. 672, in tema di raccolta di rifiuti Calabria, erano state rilevate fiamme con emissione
speciali pericolosi e non, senza osservare le prescri- di densi fumi neri, poi ricondotte al comportamento
zioni, ha sostenuto che non è sufficiente, per quali- del ricorrente, lì intento a bruciare suppellettili di
ficare il fatto di particolare tenuità, la circostanza che vario genere, in uno con materiali di plastica e ferro.
il giudice abbia riconosciuto all’imputato una spe- Una condotta, quindi, foriera di pericolo per l’inco-
ciale attenuante, laddove l’imputato venga condan- lumità pubblica, a cagione sia dei fumi che stava
nato ad una pena-base che, ancorché attenuata, è più procurando, sia delle potenzialità espansive delle
elevata del minimo edittale, tenuto conto che l’art. fiamme, peraltro in zona abitata e frequentata, attesa
131-bis cod. pen. può trovare applicazione solo qua- l’immediata vicinanza della stazione ferroviaria. L’as-
lora, in virtù del principio di proporzionalità, la pena senza dei presupposti di cui alla norma è stata desunta
in concreto applicabile risulterebbe inferiore al anche dal trattamento sanzionatorio non contenuto
minimo edittale, determinato tenendo conto delle nei minimi edittali;
eventuali circostanze attenuanti; - Cass. 15 dicembre 2016, n. 5745, Vinci, inedita,
- Cass. 14 settembre 2016, n. 50751, Olivo, in questa in tema di deposito incontrollato di rifiuti, ha osser-
Rivista, 2017, pag. 125, in caso di trasporto di rifiuti vato che dalla sentenza impugnata emergeva che
da demolizione edile senza il prescritto formulario di quella “modestia oggettiva del fatto” su cui si fondava
identificazione dei rifiuti e senza l’iscrizione all’appo- la richiesta del ricorrente di applicazione dell’art.
sito Albo Gestori Ambientali, ha stabilito che anche 131-bis cod. pen., non atteneva alla condotta del-
con riferimento a tale fattispecie è possibile riscon- l’imputato, bensì alla successiva bonifica del sito;
trare un complesso di elementi connotanti la speci- - Cass. 15 dicembre 2016, n. 5747, Turchio, ine-
fica vicenda nella sua dimensione storico-fattuale tali dita, in un caso di trasporto e accatastamento di lastre
da fare apprezzare come in concreto particolarmente di cemento-amianto tipo eternit, parzialmente fran-
tenue la condotta penalmente rilevante non essendo tumate, ha osservato che era evidente la non appli-
affatto indifferente, ad esempio, che la condotta in cabilità della norma nel caso di specie, dato che i
questione afferisca o meno ad una attività di gestione rifiuti in questione sono tra i più pericolosi in asso-
di imponenti quantità di rifiuti realizzata con carat- luto, come è noto e come si intende dal fatto che
teristiche professionali o che l’agente l’abbia svolta o proprio per tale “particolare pericolosità del mate-
meno con carattere di continuità o, ancora, che si sia riale trasportato e depositato” erano state negate le
immediatamente attivato o meno per ristabilire l’or- attenuanti generiche;
dine giuridico violato attraverso il conferimento del - Cass. 12 gennaio 2017, n. 7164, Pizzarelli, inedita,
materiale in discarica; in un caso di utilizzo in agricoltura di fanghi da
- Cass. 18 novembre 2016, n. 6027, Mazzarol, Ced depurazione in violazione delle prescrizioni dell’au-
Cass., rv. 269236, in un caso in cui si procedeva per torizzazione che ne imponevano l’interramento
il reato di discarica abusiva, ha rigettato la richiesta di subito dopo la loro applicazione sul terreno, ha
applicazione della particolare tenuità del fatto perché escluso l’applicazione dell’art. 131-bis cod. pen. rile-
nulla era stato prospettato in ricorso quanto alle vando che la pena irrogata si collocava ben al di sopra
caratteristiche concrete del fatto e a nulla poteva del minimo edittale, a maggior ragione se in conse-
rilevare la operata, solo successivamente al fatto, guenza della (e nonostante la) concessione delle
bonifica del sito, posto che la applicazione dell’art. circostanze attenuanti generiche;

730 Ambiente & sviluppo 11/2018


Inquinamento

- Cass. 12 gennaio 2017, n. 12162, inedita, Andras, cui all’art. 131-bis cod. pen., occorre considerare tutte
in fattispecie di trasporto illegale di propri rifiuti non le peculiarità della fattispecie concreta assumendo
pericolosi, ha premesso che l’assenza dei presupposti quale parametro di riferimento, anche nelle contrav-
per l’applicabilità della causa di non punibilità per la venzioni come quella di trasporto abusivo di rifiuti
particolare tenuità del fatto può derivare anche da speciali, i criteri indicati dal primo comma dell’art.
motivazione implicita (il Giudice dì merito, nel 133 cod. pen. La determinazione della pena in misura
valutare la condotta contestata agli imputati, pur superiore al minimo edittale preclude, in sede di
concedendo agli imputati le attenuanti generiche, legittimità, il riconoscimento della causa di non
aveva considerato la gravità del reato richiamando punibilità in quanto la valutazione effettuata dal
espressamente gli indici di cui all’art. 133 cod. pen. e giudice di merito nella graduazione della pena irro-
aveva irrogato una pena base in misura superiore al gata in concreto racchiude sinteticamente il giudizio
minimo edittale sicché implicitamente aveva escluso negativo sui singoli parametri (modalità della con-
la sussistenza dei presupposti per l’applicabilità del- dotta, grado di colpevolezza da esse desumibile ed
l’art. 131-bis cod. pen.); entità del danno o del pericolo);
- Cass, 21 febbraio 2017, n. 12388, Casagrande, - Cass. 22 novembre 2017, n. 16678, Lo Verde, in
Ced Cass., rv. 270407, in un caso di violazione questa Rivista, 2018, pag. 409 in tema di scarico di
dell’art. 257, comma 1, D.Lgs. n. 152/2006 ha escluso acque reflue industriali in fognatura, ha ritenuto che
l’applicabilità dell’art. 131-bis cod. pen., in quanto il il Tribunale non poteva escludere l’applicazione
giudice di merito aveva posto in evidenza il grado della causa di particolare tenuità del fatto adducendo
della colpa ed il pericolo arrecato alla salubrità del che lo stesso si era realizzato in un territorio ricca-
territorio; mente urbanizzato; che la contravvenzione conte-
- Cass. 5 dicembre 2017, n. 1574, Griffo, in questa stata era un reato formale di pericolo, per la cui
Rivista, 2018, pag. 181, in un caso di effettuazione di realizzazione non era necessaria la effettiva produ-
scarichi di acque reflue nella rete fognaria - prove- zione di un evento dannoso o pericoloso a carico del
nienti da attività di autolavaggio - ha osservato che era bene tutelato, da individuarsi nella integrità dell’am-
stata esclusa l’applicazione della speciale causa di non biente; che era irrilevante l’ottenimento, successiva-
punibilità in considerazione della “vocazione econo- mente alla verifica da parte della Polizia municipale,
mica dell’impianto” e della “non minima estensione dell’autorizzazione allo scarico: tali argomenti,
dello stesso”, elementi tratti dalle modalità della con- infatti, conducono alla creazione di ulteriori ele-
dotta e dalla gravità del danno; inoltre, l’argomento menti strutturali ostativi alla possibilità di qualificare
difensivo, secondo cui l’applicazione della pena nel un fatto come di particolare tenuità ai fini di cui
minimo indicava la tenuità del danno, era privo di all’art. 131-bis cod. pen.
pregio laddove, positivamente, il Giudice aveva rile-
vato, sulla scorta degli elementi di cui all’art. 133 cod. Abitualità del comportamento
pen. la “non particolare tenuità del danno”; Per applicare la causa di non punibilità per particolare
- Cass. 28 novembre 2017, n. 9069 Di Turi, in questa tenuità, il legislatore impone che, oltre la modalità
Rivista, 2018, pag. 266, in fattispecie di abbandono della condotta e l’esiguità del danno o del pericolo,
su area demaniale marittima di rifiuti, ha riconosciuto venga considerato un secondo indice-requisito e cioè
che non poteva escludersi, in astratto, l’applicazione che il comportamento dell’agente non sia abituale.
dell’art. 131-bis c.p.p., perché il fatto in concreto non L’art. 131 bis, comma 3, cod. pen., infatti, dispone che
era particolarmente grave potendo valorizzarsi con- “Il comportamento è abituale nel caso in cui l’autore
creti elementi come l’incensuratezza di chi aveva sia stato dichiarato delinquente abituale, professio-
commesso il fatto, l’occasionalità della condotta, la nale o per tendenza ovvero abbia commesso più reati
natura e la non elevata quantità dei rifiuti abbandonati della stessa indole, anche se ciascun fatto, isolata-
(materiali derivanti da attività di demolizione per un mente considerato, sia di particolare tenuità, nonché
volume totale di circa tre metri cubi); la circostanza nel caso in cui si tratti di reati che abbiano ad oggetto
che l’abbandono non era stato tale da arrecare mole- condotte plurime, abituali e reiterate”.
stia ai fruitori dell’area demaniale marittima in quanto La normativa non detta una definizione del con-
commesso a 100 metri di distanza dalla battigia; cetto di abitualità che perciò può essere inteso sia
- Cass. 28 novembre 2017, n. 4202, Manenti, in con riferimento alla struttura della condotta posta
questa Rivista, 2018, pag. 189, ha ribadito che, ai in essere (c.d. abitualità interna o intrinseca) sia
fini dell’applicazione della causa di non punibilità di con riferimento al fatto se il reato per il quale si

Ambiente & sviluppo 11/2018 731


Inquinamento

procede sia occasionale oppure no (c.d. abitualità quantità modeste di rifiuti, non è applicabile la speciale
esterna o estrinseca). causa di non punibilità atteso che osta a tale qualifica-
Non è sufficiente perciò verificare se il soggetto zione l’abitualità della condotta;
agente ricada o meno in una delle condizioni speci- - Cass. 28 aprile 2016, n. 6870, Fontana, Ced Cass.,
ficate nella prima parte del comma 3 dell’art. 131-bis rv. 269160 (1), in tema di attività illegale di gestione
(e cioè non essere stati dichiarati delinquenti abi- di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, ha rile-
tuali, professionali o per tendenza, né aver commesso vato l’illecito era contestato come reato continuato e
altri reati della stessa indole) in quanto il comporta- perciò era ontologicamente esulante, senza bisogno
mento del soggetto “… è abituale nel caso … in cui si di una motivazione sul punto, dalla fattispecie di cui
tratti di reati che abbiano ad oggetto condotte plu- all’art. 131-bis cod. pen;
rime, abituali e reiterate”. - Cass. 21 luglio 2016, n. 55287, Cipriani, in questa
Questa disposizione, anche se formulata in modo non Rivista, 2017, pag. 221, ha stabilito che la partico-
del tutto chiaro perché utilizza, separati dalla con- lare tenuità del fatto va esclusa se il soggetto è autore
giunzione “e” e non dalla “o”, tre termini, “plurime, di più violazioni dell’art. 256 D.Lgs. n. 152/2006
abituali e reiterate”, che in effetti indicano lo stesso perché la condotta è abituale e non può ritenersi
concetto, e cioè quello della ripetizione della con- episodica od occasionale;
dotta, è invece chiara nella sua ratio e cioè quella per - Cass. 11 ottobre 2016, n. 48318, Pm in proc.
cui se il comportamento costituente il fatto tipico del Halilovic Malina, in questa Rivista, 2017, pag. 45,
reato contestato è integrato da una condotta latu in tema di gestione dei rifiuti, ha sostenuto che,
sensu ripetitiva, non è ammessa l’applicazione della quando la condotta non si concretizza in un episodio
causa di non punibilità. isolato, bensì in comportamenti reiterati nel tempo, è
Non dimentichiamo che questo comma è stato inse- da escludere il necessario requisito della “non abitua-
rito nel testo finale su specifica sollecitazione della lità” della condotta richiesto dall’art. 131-bis cod. pen.;
commissione Giustizia della Camera dei Deputati - Cass. 16 marzo 2017, n. 18398, Giachino, Foro
che ha ritenuto che la causa di non punibilità postuli it., 2017, II, pag. 510, ha stabilito che, quando la
intrinsecamente l’occasionalità del comportamento condotta di trasporto si concretizza in comporta-
sicché dovevano “restare estranee all’istituto della menti reiterati nel tempo, non sussiste il necessario
non punibilità per particolare tenuità tutte le fatti- requisito della “non abitualità” della condotta richie-
specie di reato che abbiano ad oggetto condotte sto per l’applicazione della causa di non punibilità per
plurime, abituali e reiterate (v., ad esempio, gli arti- particolare tenuità del fatto;
coli 572 e 612-bis del codice penale)”. - Cass. 5 aprile 2017, n. 38848, Adamo, in questa
La norma in commento è sicuramente rilevante nel Rivista, 2017, pag. 669, in un caso di sversamento di
settore ambientale nel quale, spesso, si è in presenza acque reflue industriali in modo incontrollato sul
di condotte criminose che si dipanano nel tempo e terreno (modalità che, nel caso concreto, era ordi-
che perciò danno origine alle diverse figure del reato nariamente utilizzata per lo smaltimento dei rifiuti),
permanente, abituale o continuato. Infatti, aprire ha deciso che la causa di non punibilità non fosse
uno scarico inquinante, iniziare un’attività rumorosa, applicabile perché la norma l’esclude in relazione ai
effettuare lo smaltimento di rifiuti o realizzare e reati realizzati attraverso una molteplicità di azioni od
gestire una discarica, provocare emissioni moleste, omissioni;
sono condotte caratterizzate dal fatto che l’offesa al - Cass. 5 aprile 2017, n. 30134, Dentice, in questa
bene giuridico si protrae nel tempo per effetto della Rivista, 2017, pag. 605, in tema di trasporto dei
persistente condotta volontaria del soggetto agente rifiuti, ha ritenuto che la particolare tenuità del fatto
che può farla cessare in qualsiasi momento. vada esclusa se risulti il reiterato conferimento di
In tema la giurisprudenza comincia ad essere rifiuti urbani e speciali prodotti da terzi in assenza
alquanto corposa. del titolo abilitativo (nella specie, il trasporto riguar-
- Cass. 10 maggio 2016, n. 33597, Pm in proc. Laforè dava circa 400 chilogrammi di rifiuti e comunque
Bresciani, in questa Rivista, 2016, pag. 759, in un caso l’attività illecita veniva svolta da due anni in maniera
di attività abusiva di raccolta di rottami ferrosi prodotti professionale e, dunque, abituale);
da terzi, ha stabilito che, ove l’attività sia effettuata - Cass. 19 settembre 2017, n. 56064, Bouhachim
reiteratamente (o “serialmente”) anche se riguardi Ahmed, in questa Rivista, 2018, pag. 46, in un caso

(1) La massima non si riferisce al profilo qui trattato.

732 Ambiente & sviluppo 11/2018


Inquinamento

di trasporto di rifiuti ferrosi non pericolosi, ha stabi- novembre 2017, n. 9072, Pm in proc. Ficulle Lucas
lito che non è applicabile l’art. 131-bis cod. pen. se gli & C. sas, in questa Rivista, 2018, pag. 269, ha evi-
elementi disponibili sono sintomatici dell’abitualità denziato che, in presenza di una sentenza di applica-
della condotta. zione della causa di non punibilità per particolare
Da segnalare infine due importanti pronunce: in tenuità del fatto, il giudice deve comunque procedere
primo luogo, Cass. 31 maggio 2016, n. 16607 Can- all’accertamento della responsabilità amministrativa
diano, in questa Rivista, 2017, pag. 454, ha puntua- della persona giuridica nel cui interesse o nel cui
lizzato che sussiste, anche in caso di proscioglimento vantaggio il reato fu commesso; a tale scopo la respon-
per particolare tenuità del fatto ai sensi dell’art. 131- sabilità dell’ente deve essere accertata in concreto,
bis cod. pen. dal reato di trasporto di rifiuti, l’obbligo senza che sia automaticamente utilizzabile la deci-
di disporre la confisca del veicolo utilizzato per il sione emessa nei confronti della persona fisica ai sensi
trasporto medesimo; in secondo luogo, Cass. 17 dell’art. 131-bis cod. pen.

Ambiente & sviluppo 11/2018 733


Gestione ambientale

Tutela del territorio

Dissesto idrogeologico
in Italia: tutti i dati del Rapporto
ISPRA 2018
Veronica Manca (*)

Premessa: presentazione del Rapporto sul territorio italiano. Il volume restituisce dati ed infor-
dissesto idrogeologico in Italia mazioni per oltre 150 pagine, con bibliografia, link
A tre anni di distanza, nel giugno del 2018, è stato utili e appendici (consultabili anche online): le aree
licenziato il Rapporto sul dissesto idrogeologico in tematiche sono suddivise in quattro punti, il primo è
Italia, giunto alla sua seconda edizione. Come riporta incentrato sulle frane, il secondo è dedicato alle
la presentazione del Rapporto (a cura di Stefano alluvioni, gli ultimi due punti riportano, rispettiva-
Laporta, Presidente di ISPRA e del Sistema Nazio- mente, il quadro sinottico alluvioni e frane e gli
nale per la Protezione dell’Ambiente, SNPA (1)), indicatori di rischi.
obiettivo del documento è quello di diffondere le
Focus sul dissesto idrogeologico: partendo
informazioni ambientali a vantaggio dei cittadini,
dall’introduzione …
dato che “Informare i cittadini sui rischi che interes-
sano il proprio territorio, non solo è un nostro dovere Il dissesto idrogeologico costituisce un tema di par-
ma ha un importante risvolto sociale ed economico ticolare rilevanza per l’Italia a causa degli impatti
contribuendo alla riduzione dei danni e dei costi, e sulla popolazione, sulle infrastrutture lineari di comu-
favorendo una maggiore consapevolezza e decisioni nicazione e sul tessuto economico e produttivo.
informate su dove acquistare la propria casa o ubicare Il forte incremento delle aree urbanizzate, verificatosi
nuove attività economiche”. I dati forniti dal Rap- a partire dal secondo dopoguerra, spesso in assenza di
porto, infatti, sono un importante contributo alla una corretta pianificazione territoriale, ha portato a
conoscenza del territorio e dei fenomeni di dissesto un considerevole aumento degli elementi esposti a
idrogeologico, in termini di distribuzione e di peri- frane e alluvioni e quindi del rischio (3).
colosità, rappresentando il punto di partenza per Le superfici artificiali sono passate, infatti, dal 2,7%,
pianificare e programmare adeguate politiche di miti- negli anni ‘50, al 7,65% del 2017. L’abbandono delle
gazione del rischio nel Paese. Rappresentano un utile aree rurali montane e collinari ha, inoltre, determinato
strumento per la programmazione degli interventi un mancato presidio e manutenzione del territorio.
strutturali di difesa del suolo e per la pianificazione Secondo il Rapporto, ben 7.275 comuni (91% del
di protezione civile (2). totale) sono a rischio per frane e/o alluvioni. Il 16,6%
L’edizione 2018 fornisce, quindi, il quadro di riferi- del territorio nazionale è classificato a maggiore peri-
mento aggiornato sulla pericolosità da frana, idrau- colosità. Più di 1,28 milioni di abitanti sono a rischio
lica e sugli indicatori di rischio relativi a popolazione, frane, ed oltre 6 milioni di abitanti a rischio alluvioni.
famiglie, edifici, imprese e beni culturali per l’intero In ragione delle premesse, si spiega l’importanza del

(*) Avvocato del Foro di Trento - Dottore di ricerca presso (2) Il precedente Rapporto (2015) ha fornito dati che sono
l’Università degli Studi di Trento. risultati fondamentali per l’individuazione delle priorità di inter-
(1) Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) vento, la ripartizione dei fondi tra le Regioni nell’ambito del Piano
fornisce un importante contributo al monitoraggio e controllo delle stralcio aree metropolitane e urbane contro le alluvioni e del Piano
frane, attraverso la gestione di reti regionali di monitoraggio, quali nazionale di mitigazione e contrasto al rischio idrogeologico. In
la rete ReRCoMF dell’ARPA Piemonte, la rete del Centro Moni- ambito europeo gli indicatori sono stati selezionati per la valuta-
toraggio Geologico di ARPA Lombardia e la rete Remover di ARPA zione dell’efficacia delle misure dei Fondi strutturali 2014-2020.
Liguria. (3) Dall’introduzione del Rapporto, a cura di Alessandro Bratti,
Direttore Generale ISPRA, pag. 1.

Ambiente & sviluppo 11/2018 735


Gestione ambientale

Rapporto, dato che lo stesso fornisce un’approfondita e I fattori più importanti per l’innesco dei fenomeni
dettagliata conoscenza del territorio, la quale, come franosi sono le precipitazioni brevi, intense e persi-
ricorda Alessandro Bratti, è “un’azione propedeutica stenti e i terremoti. Relativamente a questi ultimi,
fondamentale nelle strategie per la mitigazione del corrono alla mente le frane, prevalentemente di
rischio idrogeologico, insieme a una corretta pianifi- crollo, innescatesi con i terremoti della sequenza
cazione territoriale, agli interventi strutturali, alle sismica che ha interessato l’Italia centrale a partire
delocalizzazioni, alle reti di monitoraggio e ai sistemi dall’agosto 2016. Negli ultimi decenni i fattori antro-
di allertamento, alla manutenzione del territorio e alle pici come tagli stradali, scavi, sovraccarichi dovuti a
buone pratiche in campo agricolo e forestale, alla edifici o rilevati hanno assunto un ruolo sempre più
comunicazione e diffusione delle informazioni” (4). determinante tra le cause d’origine delle frane (8).
Le frane censite nell’Inventario dei Fenomeni Fra-
Primo capitolo: a proposito del fenomeno nosi (IFFI) (9) in Italia sono 620.808 e interessano
franoso … un’area di 23.700 km2, pari al 7,9% del territorio
Come riporta il Rapporto, le frane sono fenomeni nazionale (10). Un quadro sulla distribuzione delle
estremamente diffusi in Italia, tenuto conto che il frane in Italia può essere ricavato dall’indice di fra-
75% del territorio nazionale è montano-collinare (5). nosità, pari al rapporto tra l’area in frana e la superfi-
Il 28% delle frane italiane genera da fenomeni a cie totale, calcolato su una maglia di lato 1 km (si
cinematismo rapido (crolli, colate rapide di fango e rimanda a Figura 1.1., pag. 4) (11).
detrito), caratterizzati da velocità elevate, fino ad Con il termine evento franoso principale si intende
alcuni metri al secondo, e da elevata distruttività, inoltre quel fenomeno naturale che causa morti,
spesso con gravi conseguenze in termini di perdita di feriti, evacuati e danni a edifici, beni culturali
vite umane (6). Altre tipologie di movimento (ad es., e infrastrutture lineari di comunicazione primarie e
le colate lente o le frane complesse), caratterizzate da infrastrutture/reti di servizi. Un evento franoso prin-
velocità moderate o lente, sono in grado di causare cipale può riferirsi a una o più frane innescatesi in una
ingenti danni a centri abitati e infrastrutture lineari determinata area, in un determinato intervallo di
di comunicazione (7). tempo (generalmente nelle 24 ore) e causata/e

(4) In tale ambito, l’ISPRA svolge l’attività di raccolta, elabora- competenti in materia, ha effettuato un’indagine conoscitiva sui
zione e diffusione dei dati in materia di difesa del suolo e dissesto dati relativi alle valanghe in Italia (vedi Indicatore sulle valanghe in
idrogeologico riferita all’intero territorio nazionale (artt. 55 e 60, Italia; Trigila e Iadanza, 2016).
D.Lgs. n. 152/2006), realizza l’Inventario dei Fenomeni Franosi in (9) Il capitolo descrive, in primo luogo, l’Inventario dei Feno-
Italia (IFFI), in collaborazione con le Regioni e le Province auto- meni Franosi in Italia e l’Indicatore Eventi franosi principali che
nome (art. 6, comma g, della Legge n. 132/2016), cura la standar- raccoglie annualmente gli eventi che hanno causato morti, feriti e
dizzazione delle informazioni correlate all’attuazione della danni ingenti a edifici e infrastrutture lineari di comunicazione
Direttiva Alluvioni (2007/60/CE), gestisce la piattaforma ReNDiS primarie. Presenta poi in rassegna le metodologie adottate nei
(Repertorio Nazionale degli Interventi per la Difesa del Suolo) Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) per la valutazione della peri-
utilizzata sia per il monitoraggio dell’attuazione degli interventi colosità da frana e la nuova Mosaicatura ISPRA delle aree a
già finanziati che per le istruttorie di richiesta di nuovi finanziamenti pericolosità da frana PAI, utilizzata per elaborare gli indicatori di
da parte delle Regioni/Province autonome e provvede alla pubbli- rischio su tutto il territorio nazionale. L’Inventario dei Fenomeni
cazione online della cartografia tematica mediante il Sistema Franosi in Italia (Progetto IFFI), realizzato dall’ISPRA e dalle
informativo nazionale ambientale (SINA). Regioni e Province Autonome, censisce le frane verificatesi sul
(5) Delle circa 900.000 frane censite nelle banche dati dei paesi territorio nazionale secondo modalità standardizzate e condivise;
europei (Herrera et al., 2018), quasi i 2/3 sono contenute nell’In- è la banca dati sulle frane più completa e di dettaglio esistente in
ventario dei Fenomeni Franosi in Italia (Progetto IFFI) realizzato Italia, per la scala della cartografia adottata (1:10.000) e per il
dall’ISPRA e dalle Regioni e Province Autonome. numero di parametri ad esse associati (http://www.progettoiffi.
(6) Come, ad esempio, in Versilia (1996), a Sarno e Quindici isprambiente.it).
(1998), in Piemonte e Valle d’Aosta (2000), in Val Canale - Friuli (10) I dati sono aggiornati al 2017 per la Regione Umbria; al 2016
Venezia-Giulia (2003), a Messina (2009), a Borca di Cadore (2009), per le Regioni Emilia-Romagna, Friuli Venezia-Giulia, Liguria, Pie-
in Val di Vara, Cinque Terre e Lunigiana (2011), in Alta Val d’Isarco monte, Sicilia, Valle d’Aosta e per la Provincia Autonoma di Bol-
(2012) e a San Vito di Cadore (BL) (2015)., come ad esempio a zano; al 2015 per la Toscana; al 2014 per la Basilicata e la
Cavallerizzo di Cerzeto (CS) nel 2005, a San Fratello (ME) e a Lombardia. Per le restanti regioni i dati sono aggiornati al 2007.
Montaguto (AV), nel 2010, e a Capriglio di Tizzano Val Parma (11) L’Inventario IFFI è un importante strumento conoscitivo,
(PR), nel marzo-aprile 2013. che viene utilizzato per la valutazione della pericolosità da frana dei
(7) Come, ad esempio, a Cavallerizzo di Cerzeto (CS) nel 2005, a Piani di Assetto Idrogeologico (PAI), la progettazione preliminare
San Fratello (ME) e a Montaguto (AV), nel 2010, e a Capriglio di di interventi di difesa del suolo e di reti infrastrutturali e la redazione
Tizzano Val Parma (PR), nel marzo-aprile 2013. dei Piani di Emergenza di Protezione Civile. L’indicatore, pubbli-
(8) Nel presente Rapporto non viene trattata la tematica delle cato nell’Annuario dei Dati Ambientali ISPRA (http://annuario.
valanghe, che assume un particolare rilievo nelle aree montane isprambiente.it/), fornisce informazioni sugli impatti causati dai
alpine e appenniniche. Nel 2016 l’ISPRA, in collaborazione con il principali eventi franosi verificatisi annualmente sul territorio
Servizio METEOMONT del Corpo Forestale dello Stato - CFS (ora nazionale.
Arma dei Carabinieri), dell’AINEVA e dei Servizi regionali

736 Ambiente & sviluppo 11/2018


Gestione ambientale

dallo stesso fattore innescante (12). Più di un centi- Primo capitolo: sulla mosaicatura
naio gli eventi principali di frana per l’ultimo anno, della pericolosità da frana
ben 172 eventi per il 2017, e 146 per il 2016 (13). Al fine di aggiornare la mappa della pericolosità da
Cruciale poi il passaggio dedicato ai PAI (Piani frana con rilevanza nazionale, l’ISPRA ha realizzato,
stralcio di bacino per l’Assetto Idrogeologico) (14), nel corso del 2017, la mosaicatura nazionale delle
che delineano le c.d. aree da pericolosità da frana aree a pericolosità dei PAI. L’attività di mosaicatura
(intese come la probabilità di occorrenza di un feno- è stata realizzata nell’ambito della Convenzione sti-
meno potenzialmente distruttivo, di una determinata pulata tra Ministro dell’Ambiente e ISPRA datata il
intensità in un dato periodo e in una data area). 16 gennaio 2016 per il monitoraggio, controllo e
Le aree a pericolosità da frana dei PAI includono, verifica sull’attuazione e sulla coerenza con la piani-
oltre alle frane già verificatesi, anche le zone di ficazione, delle misure di mitigazione del rischio idro-
possibile evoluzione dei fenomeni e le zone poten- geologico sul territorio nazionale. Tale mosaicatura è
zialmente suscettibili a nuovi fenomeni franosi. stata utilizzata per la produzione dei nuovi indicatori
Costituiscono uno strumento fondamentale per di rischio per frane (16).
una corretta pianificazione territoriale attraverso I risultati della mosaicatura sono stati restituiti sui
l’applicazione di vincoli e regolamentazioni d’uso seguenti livelli territoriali: nazionale, regionale,
del territorio (15).

(12) Le informazioni sono tratte da rapporti tecnici redatti da alla velocità dell’evento e alla severità geometrica (come, ad es.,
ISPRA, Regioni e Province Autonome, ARPA, Protezione Civile, spessore coinvolto o dimensioni dei massi). Il metodo geomorfolo-
Centri Funzionali, CNR, enti locali, da comunicati stampa Auto- gico è stato utilizzato dall’Autorità di bacino del fiume Magra. Ancora.
strade, ANAS e FS e da fonti di cronaca. Vi sono poi i metodi quantitativi statistici, che consentono di deter-
(13) Nei mesi di gennaio e febbraio 2017, diverse sono state le minare, mediante analisi bivariata o multivariata, il peso dei vari
frane che si sono attivate/riattivate in Abruzzo, sia a causa dello fattori che contribuiscono all’instabilità (come, ad es., acclività,
scioglimento della neve caduta nell’eccezionale nevicata del 18 litologia, uso del suolo). Si basano sul principio per cui le aree in
gennaio 2017 che delle intense precipitazioni. Il 5 agosto 2017 una cui si sono verificate frane in passato saranno molto probabilmente
colata di detriti, innescata dalle forti piogge che si sono abbattute interessate da frane anche in futuro e che aree caratterizzate da
sul territorio di Cortina d’Ampezzo, ha investito un’auto e provo- condizioni predisponenti simili a quelle già colpite da frane presen-
cato la morte del conducente. Nel periodo 2010-2016, le provincie tano una maggiore propensione all’innesco di fenomeni franosi. Il
più colpite da eventi franosi principali sono state Bolzano, Mes- metodo statistico bivariato è stato adottato dall’Autorità di bacino
sina, Genova e Salerno con più di 35 eventi franosi principali (si della Puglia. Sono stati utilizzati anche i c.d. metodi di tipo misto,
veda la Figura 1.3, pag. 6). caratterizzati dalla combinazione di più metodi (ad es., quello quali-
(14) Solo con l’evento catastrofico di Sarno del 5 maggio 1998, il tativo a matrici per la classificazione delle frane dell’inventario con
Parlamento ha introdotto la Legge n. 183/1989, da cui sono stati quello statistico o quello geomorfologico per l’individuazione delle
adottati i primi Piani stralcio. Con l’emanazione del D.L. n. 180/1998, aree non ancora in dissesto) sono stati adottati dall’Autorità di bacino
convertito in Legge n. 267/1998, viene impressa un’accelerazione del Fiume Arno, dall’Autorità dei bacini regionali Liguri, dall’Autorità
all’individuazione, perimetrazione e classificazione delle aree a peri- dei bacini regionali del Lazio e dall’Autorità di bacino Regionale
colosità e rischio idrogeologico per frane e alluvioni, all’adozione dei Campania Sud ed Interregionale Sele.
PAI e delle misure di salvaguardia con vincoli e regolamentazioni (16) L’attività ISPRA di mosaicatura ha previsto le seguenti fasi:
d’uso del territorio. I PAI, redatti secondo i criteri riportati nell’Atto di 1. richiesta alle Autorità di bacino distrettuali dei dati aggiornati
indirizzo e coordinamento (D.P.C.M. 29 settembre 1998), sono sulle aree a pericolosità;
strumenti dinamici che negli anni sono stati oggetto di integrazioni 2. analisi dei dati [a) analisi della metodologia e della classifica-
e modifiche da parte delle Autorità di bacino (ora, Autorità di bacino zione della pericolosità da frana adottata da ciascuna Autorità di
Distrettuali), a seguito di nuovi studi e indagini, nuovi eventi idro- bacino, utilizzando le informazioni contenute nelle relazioni gene-
geologici, al completamento di interventi strutturali di mitigazione rali dei PAI e negli allegati cartografici; b) analisi delle norme di
del rischio o su richiesta degli enti locali. attuazione dei PAI che definiscono i vincoli d’uso del territorio e le
(15) Il Rapporto dedica poi una parte importante alla specifica- prescrizioni; c) interlocuzioni, chiarimenti tecnici e approfondi-
zione dei metodi di verifica dei PAI. Il primo metodo esplicato è menti con i funzionari delle Autorità di bacino distrettuali sui dati
quello qualitativo a matrice, che è stato applicato ai poligoni di frana trasmessi mediante caricamento sulla piattaforma ISPRA];
censiti nell’inventario per l’attribuzione della classe di pericolosità. 3. omogeneizzazione dei dati [a) utilizzo della classificazione
Sono stati adottati approcci con un differente numero di parametri: a della pericolosità per l’intero territorio nazionale in 5 classi: peri-
un parametro, sulla base dello stato di attività della frana; a due colosità molto elevata P4, elevata P3, media P2, moderata P1 e
parametri, per la tipologia di movimento e per lo stato di attività; a tre aree di attenzione AA, tenendo conto dell’Atto di indirizzo e
o più parametri, sulla probabilità di accadimento, velocità e severità coordinamento per l’individuazione dei criteri relativi agli adempi-
geometrica. Il modello a un parametro è stato adottato dall’Autorità menti di cui all’art. 1, commi 1 e 2, del D.L. n. 180/1998 (D.P.C.M.
di bacino del Fiume Po, ad eccezione della Regione Autonoma Valle 29 settembre 1998); b) utilizzo di una tabella di riclassificazione
d’Aosta. Il modello a due parametri è stato adottato dall’Autorità di della pericolosità da frana per ciascun Piano di Assetto Idrogeo-
bacino Regionale delle Marche. Il modello a più parametri è stato logico al fine di attribuire ai poligoni PAI le suddette classi
utilizzato dall’Autorità di bacino Alto Adriatico (fiumi Isonzo, Taglia- nazionali];
mento, Livenza, Piave e Brenta-Bacchiglione) e dalla Provincia Auto- 4. mosaicatura dei dati [a) riproiezione dei file in un unico
noma di Bolzano. Ulteriore tipologia di metodo è data dalla procedura sistema di riferimento (WGS84 UTM fuso 32); b) controllo della
di valutazione della pericolosità da frana basata sul modello svizzero topologia (ad es., eliminazione di self intersection nei poligoni); c)
(Bundesamt für Umwelt, Wald und Landschaft - BUWAL), che eliminazione di eventuali geometrie sovrapposte, dando preva-
consente di combinare, tramite matrici, i valori di probabilità di lenza alla classificazione di pericolosità più elevata];
accadimento e di magnitudo dei fenomeni franosi, definita in base 5. valutazione dell’omogeneità dei PAI.

Ambiente & sviluppo 11/2018 737


Gestione ambientale

provinciale, comunale, macro-aree geografiche e come sebbene le alluvioni siano fenomeni naturali
ripartizione fondi strutturali, utilizzando i limiti impossibili da prevenire, alcune attività antropiche,
amministrativi ISTAT 2017. quali la crescita degli insediamenti umani, l’incre-
La superficie complessiva, in Italia, delle aree a peri- mento delle attività economiche, la riduzione della
colosità da frana PAI e delle aree di attenzione è pari a naturale capacità di laminazione del suolo per la pro-
59.981 km2 (19,9%). La superficie delle aree a peri- gressiva impermeabilizzazione delle superfici e la sot-
colosità da frana molto elevata è pari a 9.153 km2 trazione di aree di naturale espansione delle piene,
(3%), quella a pericolosità elevata è pari a 16.257 km2 contribuiscano ad aumentare la probabilità di accadi-
(5,4%), a pericolosità media a 13.836 km2 (4,6%), a mento delle alluvioni e ad aggravarne le conseguenze.
pericolosità moderata a 13.953 km2 (4,6%) e quella Rispetto all’imprevedibilità degli eventi alluvionali,
delle aree di attenzione è pari a 6.782 km2 (2,2%). Se esiste, dunque, un livello di ripetitività nell’accadi-
si prendono in considerazione le classi a maggiore mento degli eventi stessi, nel senso che medesime
pericolosità (elevata P3; molto elevata P4), assogget- porzioni di territorio nel tempo vengono interessate
tate ai vincoli di utilizzo del territorio più restrittivi, le da inondazioni e alcune di esse, a causa delle caratteri-
aree ammontano a 25.410 km2, pari all’8,4% del stiche morfologiche e di uso del suolo, che condizio-
territorio nazionale (17). nano le dinamiche dell’evento e il tipo, e, per la
Dall’analisi della mosaicatura della pericolosità da numerosità e il valore degli elementi esposti al poten-
frana sul territorio nazionale (vedi figura 1.9, pagg. ziale danneggiamento, finiscono per essere aree a
11-12), emergono significative disomogeneità di rischio di un potenziale significativo di inondazione
mappatura e classificazione, dovute principalmente (Potential Significant Flood Risk Area - APSFR, art. 5
alle differenti metodologie utilizzate per la valuta- della Direttiva europea) (20).
zione della pericolosità da frana (vedi par. 1.3, Ai fini dell’individuazione di tali aree, è, pertanto,
pag. 6) (18). fondamentale acquisire un quadro conoscitivo preli-
Dal confronto tra la mosaicatura nazionale ISPRA minare del rischio (Preliminary Flood Risk Assesment -
2017 e quella del 2015, emerge un incremento del PFRA, art. 4 della Direttiva europea), che preveda la
2,9% della superficie complessiva classificata dai PAI raccolta sistematizzata di informazioni quali localiz-
(classi P4, P3, P2, P1 e AA, da tabella 1.6, pag. 26) e zazione, estensione spaziale e conseguenze associate
del 6,2% delle classi a maggiore pericolosità (elevata ai cosiddetti eventi storici (past flood), ma anche
P3; molto elevata P4) (19). l’individuazione di quelle aree che per le loro carat-
teristiche topografiche e morfologiche, livello di
Secondo capitolo: excursus normativo in antropizzazione attuale o futuro (sviluppi di lungo
materia di alluvioni termine), possibile inefficacia di opere di difesa esi-
Come ricorda il Rapporto - nel lungo excursus norma- stenti ed effetti dei cambiamenti climatici si possono
tivo in materia - la Direttiva 2007/60/CE o c.d. anche configurare esposte a rischio di alluvione (potential
Direttiva Alluvioni (Floods Directive - FD) sottolinea future flood).

(17) Per le definizioni, si veda il Rapporto, pag. 11 e, in partico- subordinata alla redazione di un adeguato studio geomorfologico
lare, per aree classificate a pericolosità da frana elevata sono volto ad accertare il livello di pericolosità sussistente nell’area. In
generalmente consentiti, oltre agli interventi ammessi nelle sede di redazione degli strumenti urbanistici devono essere valu-
aree a pericolosità molto elevata, anche gli interventi di amplia- tate le condizioni di dissesto evidenziate e la relativa compatibilità
mento di edifici esistenti per l’adeguamento igienico-sanitario e la delle previsioni urbanistiche.
realizzazione di nuovi impianti di trattamento delle acque reflue e (18) Le maggiori differenze si riscontrano tra le mappature di
l’ampliamento di quelli esistenti, previo studio di compatibilità pericolosità che hanno classificato solo i poligoni di frana (ad es., i
dell’opera con lo stato di dissesto esistente; per aree classificate bacini idrografici dell’Alto Adriatico, Provincia Autonoma di Bol-
a pericolosità da frana media gli interventi ammissibili sono quelli zano) e quelle che hanno classificato l’intero territorio (ad es., la
previsti dagli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica. Regione Valle d’Aosta, Provincia Autonoma di Trento e il bacino
Gli interventi generalmente sono soggetti ad uno studio di com- dell’Arno).
patibilità finalizzato a verificare che l’intervento garantisca la sicu- (19) Gli incrementi più significativi della superficie classificata a
rezza, non determini condizioni di instabilità e non modifichi pericolosità elevata e molto elevata hanno riguardato il bacino del
negativamente i processi geomorfologici nell’area interessata fiume Tevere nell’ambito del progetto di variante al Piano - VI
dall’opera e dalle sue pertinenze; per aree classificate a pericolo- stralcio funzionale per l’Assetto Idrogeologico - PAI, la regione
sità da frana moderata è generalmente consentita ogni tipologia di Sardegna, il bacino dell’Arno, i bacini della Calabria, delle Marche,
intervento prevista dagli strumenti di pianificazione territoriale e dell’Abruzzo, il bacino del Po, nella Regione Lombardia, la Provin-
urbanistica; le aree di attenzione corrispondono generalmente a cia di Bolzano.
porzioni di territorio ove vi sono informazioni di possibili situazioni (20) Per un riferimento testuale al Rapporto, si veda da pag.
di dissesto a cui non è ancora stata associata alcuna classe di 27 ss.
pericolosità. Ogni determinazione relativa ad eventuali interventi è

738 Ambiente & sviluppo 11/2018


Gestione ambientale

La Direttiva Alluvioni, recepita nell’ordinamento coordinamento tra loro e con il Dipartimento di Pro-
legislativo nazionale dal D.Lgs. n. 49/2010, è nata tezione Civile Nazionale (DPCN), responsabili per il
con lo scopo di istituire un quadro di riferimento per distretto cui afferiscono, alla predisposizione e attua-
la valutazione e la gestione dei rischi di alluvioni, zione del sistema di allertamento per il rischio idraulico
volto alla riduzione delle potenziali conseguenze ai fini di protezione civile.
negative su: Nelle more della costituzione delle 8 Autorità di
(i) salute umana; bacino distrettuali di cui all’art. 63 del D.Lgs.
(ii) attività economiche; n. 152/2006, si stabilisce che le Autorità di bacino
(iii) ambiente; di rilievo nazionale e le Regioni, ciascuna per la parte
(iv) patrimonio culturale. di territorio di propria competenza, provvedessero
La Direttiva europea delinea un percorso attuativo all’adempimento degli obblighi previsti dal D.Lgs.
definito da una serie di stadi di implementazione, n. 49/2010, e che, ai fini della predisposizione degli
caratterizzati da specifici obblighi e scadenze, che ha strumenti di pianificazione di cui al predetto Decreto,
come punto di arrivo la redazione del Piano di le Autorità di bacino di rilievo nazionale svolgessero
Gestione del Rischio di Alluvioni (PGRA), e la funzione di coordinamento nell’ambito del
come soggetti responsabili dell’attuazione per cia- distretto idrografico di appartenenza. Il territorio
scuna unità territoriale di riferimento (Unità di nazionale è stato quindi suddiviso in 47 UoM (21)
Gestione o Unit of Management - UoM), le Autorità e le competenze sono state ripartire in relazione agli
Competenti (Competent Authority - CA). adempimenti previsti dalla Direttiva e dal suo
Il percorso individuato dalla Direttiva si svolge all’in- decreto attuativo su 54 CA (Autorità competenti)
terno di un ciclo di gestione sessennale che deve comprendenti Regioni, Province Autonome, Auto-
prevedere il coinvolgimento pubblico, attraverso rità di bacino Nazionali, Interregionali e Regionali,
idonei strumenti di informazione e consultazione. Ministero dell’Ambiente del Territorio e Diparti-
Durante ciascun ciclo di gestione, devono essere mento nazionale della protezione civile. Questo
realizzati in successione a livello di distretto idro- assetto territoriale e amministrativo è quello che ha
grafico o di unità di gestione le seguenti operazioni: sostenuto l’implementazione della Direttiva, nel I
1. valutazione preliminare del rischio di alluvione e ciclo di gestione.
individuazione delle aree a potenziale rischio signi- La Legge n. 221/2015 (c.d. Collegato Ambientale),
ficativo di alluvione (entro il 22 dicembre 2011, per il con l’art. 51, è intervenuta nella modifica sia dell’art.
I ciclo di gestione); 63 (Autorità di bacino distrettuale) che dell’art. 64
2. mappe della pericolosità e del rischio di alluvione (Distretti idrografici) del D.Lgs. n. 152/2006.
(entro il 22 dicembre 2013, per il I ciclo di gestione); Con tali modifiche è stato definito un nuovo assetto
3. piani di gestione del rischio di alluvione (entro il territoriale per i distretti idrografici portandoli da 8 a
22 dicembre 2015, per il I ciclo di gestione). 7, con la soppressione del Distretto del Serchio, la sua
Entro 3 mesi dalle scadenze stabilite per ciascuno assimilazione al Distretto dell’Appennino Setten-
stadio di implementazione, deve essere riportata alla trionale, e con una diversa attribuzione ai distretti
Commissione Europea (Ce) una serie di informazioni di alcune UoM (22).
(reporting), secondo modalità e formati ben definiti. Il nuovo assetto territoriale previsto dalla Legge
Il D.Lgs. n. 49/2010 affida sul piano interno le compe- n. 221/2015 è entrato in vigore il 2 febbraio 2016
tenze e gli adempimenti descritti nella Direttiva euro- e sarà quello di riferimento per il prossimo ciclo di
pea alle Autorità di bacino distrettuali e alle Regioni in gestione (23).

(21) La cui sigla rimanda alla definizione territoriale dei bacini di (23) Per quanto riguarda le modifiche apportate dalla Legge n.
rilievo nazionale, regionale e interregionale della Legge n. 183/ 221/2015, all’art. 63, comma 3 del D.Lgs. n. 152/2006, è stato
1989. stabilito che attraverso un decreto ministeriale del Ministro del-
(22) Ovverosia: bacini idrografici interregionali Fissero Tartaro l’Ambiente fossero disciplinati l’attribuzione e il trasferimento alle
Canalbianco (precedentemente assegnati al Distretto delle Alpi Autorità di bacino distrettuali (ABD) del personale e delle risorse
Orientali), Conca Marecchia e Reno (precedentemente assegnati strumentali e finanziarie delle Autorità di bacino di cui alla Legge
al Distretto dell’Appennino Settentrionale) nonché i bacini regio- n. 183/1989. Ciò è avvenuto con il D.M. 25 ottobre 2016, il cui art.
nali romagnoli (precedentemente assegnati al Distretto dell’Ap- 4, al comma 2 stabilisce inoltre che l’Autorità di bacino distrettuale
pennino Settentrionale) sono confluiti nel Distretto del Fiume Po; il sia Autorità Competente, ai sensi dell’art. 3 della Direttiva Quadro
bacino interregionale del Fiora (precedentemente assegnato al Acque (Dir. 2000/60/CE) e dell’art. 3 della Direttiva europea già
Distretto dell’Appennino Settentrionale) e quelli regionali delle citata numerose volte. La stessa Legge n. 221/2015, all’art. 51,
Marche (precedentemente in parte assegnati al Distretto dell’Ap- comma 4 fissa la data di entrata in vigore del Decreto ministeriale,
pennino Settentrionale) sono confluiti nel Distretto dell’Appen- come limite temporale per la soppressione delle Autorità di bacino
nino Centrale. nazionali, interregionali e regionali di cui alla Legge n. 183/1989.

Ambiente & sviluppo 11/2018 739


Gestione ambientale

Secondo capitolo: dalle mappe trasportati e colate detritiche e informazioni su altre


di pericolosità alle mappe del rischio notevoli fonti di inquinamento.
All’art. 6 della Direttiva europea si prevede altresì Il D.Lgs. n. 49/2010 richiede che le mappe del rischio
l’obbligo di redigere, per le c.d. aree a rischio poten- indichino le potenziali conseguenze di rischio, attra-
ziale significativo, così come individuate nella Valu- verso le 4 classi (R1, R2, R3, R4) del D.P.C.M. 29
tazione Preliminare del Rischio, le mappe di settembre 1998 e che queste ultime siano espresse in
pericolosità e del rischio di alluvioni, realizzate termini di:
nella scala più appropriata a tali aree, intendendo - numero indicativo degli abitanti potenzialmente
per pericolosità da alluvione la probabilità di acca- interessati;
dimento di un evento alluvionale di data intensità in - infrastrutture e strutture strategiche (autostrade,
un intervallo temporale prefissato e su una deter- ferrovie, ospedali, scuole, ecc.);
minata area. - beni ambientali, storici e culturali di rilevante
Le mappe di pericolosità contengono la perimetra- interesse presenti nell’area potenzialmente
zione delle aree che potrebbero essere interessate da interessata;
alluvioni secondo tre scenari di probabilità (ovvero - distribuzione e tipologia delle attività economiche
di pericolosità): scarsa (eventi estremi), media insistenti sull’area potenzialmente interessata;
(tempo di ritorno ≥ 100 anni), elevata. Ciascun - impianti di cui all’allegato I del D.Lgs. n. 59/2005,
scenario deve essere caratterizzato attraverso l’esten- che potrebbero provocare inquinamento accidentale
sione (flood extent), i livelli e se opportuno le velocità in caso di alluvione;
o portate. - aree protette potenzialmente interessate, indivi-
Le mappe del rischio indicano le potenziali conse- duate all’allegato 9 alla parte terza del D.Lgs.
guenze negative per le persone, le attività economi- n. 152/2006;
che, l’ambiente e i beni culturali nell’ambito dei tre - altre informazioni considerate utili dalle autorità
scenari di probabilità suddetti. di bacino distrettuali, come le aree soggette ad
Tali conseguenze negative sono espresse in ter- alluvioni con elevato volume di trasporto solido e
mini di: colate detritiche o informazioni su fonti rilevanti di
- numero indicativo degli abitanti potenzialmente inquinamento (24).
interessati; Come rileva il Rapporto, tuttavia, le rappresentazioni
- tipo di attività economiche insistenti sull’area previste dalla Direttiva europea e dal D.Lgs. n. 49/
potenzialmente interessata; 2010 per il rischio non sono equivalenti: quelle
- impianti di cui all’allegato I della Direttiva 96/61/ previste dalla Direttiva infatti sono mappe degli
CE del Consiglio, del 24 settembre 1996, sulla pre- elementi a rischio (25): per ciascuno dei tre scenari
venzione e la riduzione integrate dell’inquinamento, di probabilità previsti viene rappresentata la distri-
che potrebbero provocare inquinamento accidentale buzione spaziale degli elementi esposti, la loro tipo-
in caso di alluvione; logia e, per alcuni di essi, la numerosità; quelle
- aree protette potenzialmente interessate, indivi- previste dal decreto sono invece mappe del livello
duate nell’allegato IV, par. 1, punti i) aree designate di rischio, per cui in un’unica mappa si combinano
per l’estrazione di acqua potabile; iii) corpi idrici elementi di pericolosità e di danno per fornire un
intesi a scopo ricreativo, comprese le aree designate indice sintetico di rischio variabile all’interno delle 4
come acque di balneazione; e v) aree designate per la classi definite dal D.P.C.M. del 29 settembre
protezione degli habitat e delle specie compresi siti 1998 (26).
Natura 2000 istituiti a norma delle Direttive Habitat Nell’ambito del reporting all’Unione europea delle
e Uccelli della Direttiva 2000/60/CE; mappe di pericolosità e rischio di alluvioni, terminato
- altre informazioni considerate utili dagli Stati mem- nel marzo del 2014, le Autorità competenti hanno
bri, come l’indicazione delle aree in cui possono comunicato le informazioni richieste esclusivamente
verificarsi alluvioni con elevato volume di sedimenti per lo scenario di probabilità media, così come

Dal febbraio 2017, le uniche Autorità di bacino vigenti sono quelle febbraio 2018 del Ministero dell’Ambiente di concerto con il
Distrettuali, portando le Autorità competenti, ai sensi dell’art. 3 del Ministero dell’Economia sono stati a provati gli Statuti delle Auto-
D.Lgs. n. 49/2010, da 54 a 31 compreso l’ISPRA. In questo rità di bacino distrettuale (Alpi Orientali; Fiume Po; Appennino
contesto, il Ministro dell’Ambiente, anche avvalendosi dell’I- Settentrionale; Appennino Centrale e Appennino Meridionale).
SPRA, assume le funzioni d’indirizzo dell’Autorità di bacino distret- (24) Vedi il Rapporto, pag. 30.
tuale e di coordinamento con le altre Autorità di bacino distrettuali. (25) Sul punto specifico, vedi il Rapporto, pag. 30.
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del D.M. n. 52 del 26 (26) Vedi il Rapporto, pag. 30.

740 Ambiente & sviluppo 11/2018


Gestione ambientale

stabilito dalla Commissione europea, per il I ciclo di Terzo capitolo: il quadro sinottico su frane
gestione. Per il II ciclo di gestione l’aggiornamento, ed alluvioni
che dovrà essere inviato all’Unione europea, entro Il capitolo terzo del Rapporto presenta il quadro
marzo del 2020, verrà fatto per tutti e tre gli scenari, sinottico su frane e alluvioni, in termini di numero
ove disponibili, e dovrà essere conforme alla Diret- di comuni e di superficie di territorio interessate da
tiva INSPIRE (27). aree a pericolosità da frana dei PAI e a pericolosità
idraulica secondo gli scenari sopra descritti dalla
Secondo capitolo: a proposito dei c.d.
Direttiva europea e dal relativo decreto attuativo
PGRA
interno.
Il Rapporto passa ad occuparsi dei Piani di Gestione I comuni interessati da aree a pericolosità da frana
del Rischio di Alluvioni (i c.d. PGRA), che conten- elevata P3 e molto elevata P4 e/o pericolosità idrau-
gono le misure atte a ridurre le potenziali conseguenze lica media P2 sono 7.275, pari all’91,1% dei comuni
avverse delle alluvioni sulla salute umana, l’am- italiani: di questi 1.602 hanno nel loro territorio solo
biente, il patrimonio culturale, le attività economi- aree a pericolosità da frana P3 e P4, 1.739 comuni
che e le infrastrutture nelle aree soggette a hanno solo aree a pericolosità idraulica P2, mentre
inondazione, declinati sulle specificità territoriali. 3.934 comuni hanno nel loro territorio sia aree a
Tali misure devono essere definite considerando tutti pericolosità da frana P3 e P4 che aree a pericolosità
gli aspetti della gestione del rischio riconducibili alle idraulica P2 (per una corretta comprensione, si veda
quattro categorie: prevenzione, protezione, prepara- la tabella 3.1 e la figura 3.2, pagg. 45-47). La superficie
zione e valutazione e ricostruzione post-evento. Cia- delle aree classificate a pericolosità da frana P3 e P4 e
scuna misura ha associato un livello di priorità o idraulica P2 in Italia ammonta complessivamente a
tempistica di realizzazione e lo stato di implementa- 50.117 km2 pari al 16,6% del territorio nazionale
zione potendo trattarsi non solo di misure ex novo ma (nella tabella 3.2, figura 3.3, pag. 48).
anche in corso di realizzazione. Infine, a ogni misura è Ben nove Regioni (Valle D’Aosta, Liguria, Emilia-
associata l’autorità responsabile della sua implemen- Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basi-
tazione (Responsible Authority). licata e Calabria) hanno il 100% di comuni interes-
Il 3 marzo 2016 sono stati approvati in sede di Comitato sati da aree a pericolosità da frana P3 e P4 e/o
Istituzionale Integrato (ai sensi dell’art. 4, comma 3 del idraulica P2; a queste si aggiungono la Provincia di
D.Lgs. n. 219/2010) i PGRA (adottati il 17 dicembre Trento, l’Abruzzo, il Lazio, il Piemonte, la Campania
2015, in forza dell’art. 66 del D.Lgs. n. 152/2006, e per i e la Sicilia con una percentuale di comuni interessati
quali si è conclusa la procedura di VAS con giudizio maggiore del 90%.
positivo di compatibilità ambientale espresso dal Mini- Se si considera invece la superficie complessiva
stero dell’Ambiente del Territorio e del Mare, quale classificata a pericolosità da frana P3 e P4 e/o idrau-
Autorità Competente, di concerto con il Ministero dei lica P2, espressa in percentuale rispetto al territorio
Beni e delle Attività Culturali e del Turismo). regionale, la Valle d’Aosta e l’Emilia-Romagna pre-
L’approvazione dei PGRA da parte del Consiglio dei sentano valori maggiori del 60%, la Toscana, la
Ministri è avvenuta il 27 ottobre 2016, per quasi tutti Campania, e la Provincia di Trento valori compresi
i distretti idrografici: fa eccezione quello della Sicilia tra il 20 e il 30% e sette regioni tra il 10 e il 20%
adottato con decreto del Presidente della Regione (Molise, Abruzzo, Liguria, Lombardia, Piemonte,
Sicilia n. 47/Serv.5°/S.G. del 18 febbraio 2016, ma Marche e Friuli Venezia-Giulia). Oltre 57 Province
non ancora approvato. hanno il 100% di comuni interessati da aree a
Concluso il I ciclo di gestione, sono state avviate le pericolosità da frana P3 e P4 e/o idraulica P2
attività necessarie alla revisione/aggiornamento (nella tabella 3.5, pagg. 50-52). Le province di Fer-
degli adempimenti della Direttiva europea relativa- rara, Ravenna e Aosta presentano le percentuali più
mente al secondo ciclo di gestione (28). elevate di superficie complessivamente classificata a

(27) Vedi il Rapporto, pag. 30. entro il 22. Marzo 2019. Mentre sono in corso di revisione da parte
(28) Nel I ciclo di gestione, l’Italia si è avvalsa delle misure della Commissione europea le linee guida, gli schemi e i formati
transitorie di cui all’art. 13.1.b) della Direttiva europea scegliendo con cui devono essere forniti i dati ai fini del reporting. In parallelo
quindi di non effettuare il PFRA, ma di procedere direttamente alla con la definizione delle linee guida europee, l’ISPRA ha realizzato
redazione delle mappe di pericolosità e del rischio di alluvioni (art. una linea guida a supporto delle Autorità di distretto che, come da
6); nel secondo ciclo sarà invece necessario effettuare la Valuta- art. 13.4 del D.Lgs. n. 49/2010, contiene modalità e indicazioni
zione Preliminare, identificare le Aree a potenziale rischio signifi- specifiche necessarie per effettuare il reporting del PFRA e delle
cativo, e riportare gli esiti di tali attività alla Commissione europea APSFR.

Ambiente & sviluppo 11/2018 741


Gestione ambientale

pericolosità da frana P3 e P4 e/o idraulica P2 (nella la popolazione a rischio ammonta a 1.281.970 abi-
tabella 3.6, pag. 53). tanti, pari al 2,2% del totale. Le famiglie a rischio
frane in Italia sono 210.452 che si situano in aree a
Quarto capitolo: gli indicatori di rischio pericolosità molto elevata P4, mentre 327.582 in aree
a pericolosità elevata P3 e 711.965, in aree a perico-
Nel corso del 2018, l’ISPRA, sulla base delle nuove losità media P2, 942.992 in aree a pericolosità mode-
mosaicature di pericolosità di cui si è detto sopra, ha rata P1 e 191.372 in aree di attenzione (vedi la figura
rivisto gli indicatori nazionali di rischio, per frane e 4.9, pag. 85). Le famiglie a rischio in aree a perico-
alluvioni, relativi a popolazione, imprese e beni losità da frana P3 e P4 sono pertanto 538.034 pari al
culturali, e ha elaborato due nuovi indicatori su 2,2% del totale (32).
famiglie ed edifici (29). Gli edifici totali a rischio frane in Italia sono
Si sottolinea come gli indicatori relativi a popola- 227.329, in aree a pericolosità molto elevata P4;
zione, imprese e beni culturali siano strategici, in 323.394 in aree a pericolosità elevata P3; 548.500,
quanto relativi ad obiettivi prioritari di intervento in aree a pericolosità media P2; 599.813, in aree a
per la salvaguardia della vita umana, delle attività pericolosità moderata P1 e 184.986 in aree di atten-
produttive e dei servizi, e del patrimonio culturale. zione (vedi la figura 4.12, pag. 84). Gli edifici a rischio
Tali indicatori sono stati pensati in linea con quelli in aree a pericolosità da frana P3 e P4 sono, quindi,
già previsti dalle fonti normative in materia già 550.723, pari al 3,8% del totale (33).
citate (30). Per quanto riguarda le imprese, l’Italia ha oltre 4,8
milioni di unità locali d’impresa, di cui 470.000 nel
Indicatori di rischio da frane settore manifatturiero (l’Italia è il secondo Paese
Con riguardo alla popolazione, negli ultimi 50 anni manifatturiero in Europa) (34). Le unità locali di
(1966-2015), gli eventi di frana e di inondazione imprese a rischio in aree a pericolosità da frana P3 e
hanno causato 1.947 morti, 69 dispersi, 2.534 feriti P4 sono ben 82.948 pari all’1,7% del totale: le
e 412.087 evacuati e senzatetto (CNR-IRPI, Regioni con numero più elevato di unità locali a
2017) (31). rischio frane in aree a pericolosità P3 e P4 sono
In particolare, la popolazione a rischio frane in Italia è Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Lazio, men-
pari a 507.894 abitanti residenti in aree a pericolo- tre i valori più elevati di percentuale rispetto al totale
sità molto elevata P4 PAI; 774.076 abitanti residenti regionale si registrano in Valle d’Aosta, Basilicata,
in aree a pericolosità elevata P3; 1.685.167 abitanti Molise e Campania.
in aree a pericolosità media P2; 2.246.439 abitanti In merito ai beni culturali, l’Italia, con 53 siti
in aree a pericolosità moderata P1 e 475.887 abitanti UNESCO, ha il primato a livello mondiale di beni
in aree di attenzione (vedi la figura 4.6, pag. 65). Se si culturali inclusi nella lista dei Patrimoni dell’Uma-
sommano le 2 classi a maggiore pericolosità (P3+P4) nità (Convenzione Mondiale sulla tutela del

(29) Si veda il Rapporto, pag. 59 ss. popolazione a rischio alluvioni residente nelle aree a pericolosità
(30) Nonostante le linee guida normative, gli indicatori potreb- idraulica. Per un approfondimento, vedi, Rapporto, pag. 61.
bero non coincidere: ad es., l’Autorità di bacino di rilievo nazionale (32) Le Regioni con numero più elevato di famiglie a rischio
del Fiume Po (ora, Autorità di bacino distrettuale del Fiume Po) ha frane in aree P3 e P4 sono Campania, Toscana, Liguria ed Emilia-
utilizzato, per la stima delle attività economiche a rischio, le carte Romagna, mentre i valori più elevati di percentuale rispetto al
regionali di uso del suolo normalizzate a livello di legenda. totale regionale si registrano in Valle d’Aosta, Molise, Basilicata,
(31) Gli indicatori Popolazione a rischio frane e Popolazione a Liguria e Abruzzo. Nelle Province di Napoli, Salerno e Genova sono
rischio alluvioni sono stati realizzati nell’ambito del progetto plu- oltre 30.000 le famiglie a rischio frane.
riennale Statistiche ambientali per le politiche di coesione 2014- (33) Le Regioni con numero più elevato di edifici a rischio frane
2020, avviato nel 2018, nell’ambito del PON Governance e Capa- in aree a pericolosità P3 e P4 sono Campania, Toscana, Emilia-
cità Istituzionale 2014-2020. La metodologia adottata per la pro- Romagna e Calabria, mentre i valori più elevati di percentuale
duzione degli indicatori di rischio prevede il ricorso a dati ufficiali, rispetto al totale regionale si registrano in Valle d’Aosta, Liguria,
disponibili sull’intero territorio nazionale; risponde inoltre a criteri Campania e Abruzzo. Su base provinciale, le province di Salerno e
di trasparenza e replicabilità. A tale scopo, sono stati utilizzati, oltre Genova presentano il numero più elevato di edifici a rischio frane.
alle mosaicature della pericolosità da frana e idraulica, i seguenti (34) Il numero di famiglie e di edifici è stato stimato con la stessa
dati di input relativi agli elementi esposti: il 15° Censimento della metodologia adottata per la popolazione, ovvero considerando
Popolazione ISTAT 2011, il 9° Censimento Industria e Servizi famiglie, edifici e unità locali di imprese uniformemente distribuite
ISTAT 2011 e la banca dati dei beni culturali -Vincoli In Rete VIR all’interno di ciascuna sezione di censimento. Come riferisce il
(ISCR). La stima della popolazione a rischio frane è stata effettuata Rapporto, il dato di input sulle famiglie e sugli edifici deriva dal 15°
intersecando le aree a pericolosità da frana (PAI) con le 402.678 Censimento della popolazione e delle abitazioni ISTAT 2011,
sezioni del 15° Censimento ISTAT 2011. Per popolazione a rischio quello su unità locali di imprese e addetti deriva dal 9° Censimento
si intende la popolazione residente in aree a pericolosità da frana dell’industria e dei servizi ISTAT 2011 (http://dati-censimentoin-
esposta al rischio di danni alla persona (morti, dispersi, feriti, dustriaeservizi.istat.it/).
evacuati). Con le medesime modalità è stata stimata la

742 Ambiente & sviluppo 11/2018


Gestione ambientale

patrimonio culturale e naturale, 1972). I beni cultu- Con riferimento agli edifici a rischio alluvioni in
rali, a seguito di eventi calamitosi, possono subire Italia sono ben 487.895 (3,4% del totale),
danni permanenti spesso irreversibili fino alla perdita nello scenario di pericolosità idraulica elevata P3
totale del bene; quelli architettonici, monumentali e (tempo di ritorno fra 20 e 50 anni); 1.351.578
archeologici, per loro natura, non sono inoltre delo- (9,3%) nello scenario di pericolosità media P2
calizzabili e necessitano quindi di adeguate misure (tempo di ritorno fra 100 e 200 anni) e 2.051.126
strutturali di salvaguardia (35). (14,1%), nello scenario P1 (scarsa probabilità di
I beni culturali a rischio frane in Italia sono 37.847, alluvioni o scenari di eventi estremi). Le Regioni
pari al 18,6% del totale. Se si considerano, quindi, le con i valori più elevati di edifici a rischio alluvioni
classi di pericolosità elevata P3 e molto elevata P4, i nello scenario di pericolosità idraulica media P2 sono
beni culturali esposti sono 11.712, pari al 5,8%. Il Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e
numero più elevato di beni culturali a rischio frane in Piemonte (nella tabella 4.29 e nella figura 4.30,
aree a pericolosità P3 e P4 si colloca in Toscana, pagg. 129-130). Le unità locali di imprese (IM)
Marche, Emilia-Romagna, Campania e Liguria e esposte a rischio alluvioni in Italia sono 197.565
nelle Province di Siena, Genova, Napoli e Macerata (4,1% del totale), nello scenario a pericolosità idrau-
(vedi la tabella 4.40, pag. 147). lica elevata P3; 596.254 (12,4%), nello scenario a
pericolosità idraulica media P2 e 884.581 (18,4%),
Indicatori di rischio da alluvioni nello scenario a pericolosità idraulica bassa P1. La
In termini analoghi al fenomeno franoso, anche con stima degli addetti esposti nello scenario di perico-
riguardo alle alluvioni, per l’indicatore popolazione losità media P2 è pari a 2.306.229 (14%) (36).
emerge che la popolazione residente esposta a rischio Per quanto riguarda, inoltre, l’indicatore dei beni
alluvioni in Italia è pari a 2.062.475 abitanti (3,5% culturali a rischio alluvioni in Italia 13.865 (6,8%
del totale), nello scenario di pericolosità idraulica del totale) si collocano nello scenario di pericolosità
elevata P3 (tempo di ritorno fra 20 e 50 anni); idraulica elevata P3; ben 31.137 (15,3%), nello
6.183.364 abitanti (10,4%), nello scenario di peri- scenario di pericolosità idraulica media P2, e, infine,
colosità media P2 (tempo di ritorno fra 100 e 200 39.426 (19,4%), nello scenario di pericolosità bassa
anni) e 9.341.533 abitanti (15,7%), nello scenario P1. Il numero più elevato di beni culturali a rischio
P1. Le Regioni con i valori più elevati di popolazione nello scenario P2 si registra in Emilia-Romagna,
a rischio alluvioni nello scenario di pericolosità Veneto, Liguria e Toscana e nelle province di Vene-
idraulica media P2 sono Emilia-Romagna, Toscana, zia, Reggio Emilia, Ferrara, Genova, Bologna,
Veneto, Lombardia e Liguria (vedi la tabella 4.21 e la Ravenna, Firenze e Parma.
figura 4.24, pag. 120).
Le famiglie a rischio alluvioni in Italia sono 873.832 Conclusioni
(3,6% del totale) nello scenario di pericolosità idrau-
lica elevata P3 (tempo di ritorno fra 20 e 50 anni); In conclusione, dopo aver riepilogato in sintesi i dati
2.648.499 (10,8%) nello scenario di pericolosità e le metodologie di analisi utilizzati per la verifica e
media P2 (tempo di ritorno fra 100 e 200 anni) e controllo dei fenomeni di frane e alluvioni, non resta
4.001.788 (16,3%) nello scenario P1 (scarsa pro- che sollecitare una più attenta informazione e più
babilità di alluvioni o scenari di eventi estremi). Le ampia diffusione, data la rilevanza del Rapporto su
Regioni con i valori più elevati di popolazione a questioni cosi sensibili ed essenziali per il nostro
rischio alluvioni nello scenario di pericolosità idrau- Paese. Come ricorda il Rapporto, del resto, i fatti di
lica media P2 sono Emilia-Romagna, Toscana, cronaca narrano quotidianamente di situazioni
Veneto, Lombardia e Liguria (nella tabella 4.25 e d’emergenza, come “tragedie annunciate” o “evita-
nella figura 4.27, pp. 118-120). bili”: nella mente di tutti noi, corrono le immagini

(35) Come ricorda il Rapporto, la stima dei beni culturali a rischio provinciali e regionali ISTAT 2017. Per un approfondimento, vedi
è stata effettuata intersecando le aree a pericolosità con i beni il Rapporto, pag. 101 ss.
culturali architettonici, monumentali e archeologici italiani del (36) L’elevato numero di unità locali di imprese a rischio idrau-
Sistema VIR-Vincoli in Rete (http://vincoliinrete.beniculturali.it), lico è legato alla maggiore densità di industrie e servizi nelle aree di
realizzato dall’Istituto Superiore per la Conservazione ed il pianura nel territorio italiano. Le Regioni Emilia-Romagna,
Restauro (ISCR). Sul tema dei beni culturali e rischio idrogeolo- Toscana, Veneto, Lombardia e Liguria presentano il numero più
gico, l’ISPRA e l’ISCR svolgono da diversi anni attività di ricerca e elevato di unità locali di imprese a rischio alluvioni nello scenario di
studio regolate da un protocollo di intesa stipulato tra i due enti. Per pericolosità idraulica media P2; su base provinciale i valori più
la restituzione cartografica e tabellare degli indicatori di rischio sui elevati si registrano in provincia di Bologna, Firenze, Reggio Emilia
diversi livelli territoriali sono stati utilizzati i limiti comunali, e Ravenna.

Ambiente & sviluppo 11/2018 743


Gestione ambientale

delle alluvioni da quelle più datate a quelle più Carrara) e, da ultimo, quello accaduto a Moena
recenti. (Val di Fassa), in Trentino.
Come non pensare ai fatti dell’alluvione che colpì Tale documento rappresenta, quindi, un bagaglio di
Firenze nel 1966, il cui impatto emotivo, suscitato informazioni e di dati fondamentali in relazione
dai danni provocati dall’alluvione al patrimonio all’attività di prevenzione e di sensibilizzazione sul
artistico e culturale, fece scattare una mobilitazione rischio e sulla pericolosità da fenomeni naturali, oltre
generale, dall’evento di Soverato del 2000, quando che rappresentare un valido e scientifico documento
a seguito di un evento meteorico particolarmente di monito per le autorità pubbliche e per il legislatore,
intenso e alla rapidissima concentrazione dei dato che - come si è detto in apertura e data l’impor-
deflussi, il torrente Beltrame, una fiumara che si tanza della questione, vale la pena ricordarlo a bene-
origina dall’Aspromonte, si abbatté con la sua ficio di tutti - “Informare i cittadini sui rischi che
massa d’acqua e detriti su un campeggio, ubicato interessano il proprio territorio, non solo è un nostro
nell’area golenale del torrente, che ospitava per- dovere ma ha un importante risvolto sociale ed eco-
sone quasi tutte disabili e relativi accompagnatori; nomico contribuendo alla riduzione dei danni e dei
dai più recenti e drammatici episodi verificatisi di costi, e favorendo una maggiore consapevolezza e
continuo in Liguria (come, ad es., Genova o Le decisioni informate su dove acquistare la propria
Cinque Terre), Toscana (come, ad es., Marina di casa o ubicare nuove attività economiche” (37).

(37) Vedi, supra,

744 Ambiente & sviluppo 11/2018


Gestione ambientale

Tutela del territorio

Il rilancio della figura del direttore


giurista nella governance
delle aree protette
Fabio Ratto Trabucco (*)

La governance dell’Ente Parco e l’esigenza consiglio direttivo tra soggetti iscritti ad un albo di
di un direttore giurista idonei all’esercizio dell’attività di direttore di parco
L’architettura dell’organizzazione dell’Ente Parco ruota istituito presso il Ministero dell’ambiente, al quale si
attorno ad una figura preminente di azione e rappre- accede mediante procedura concorsuale per titoli. Il
sentanza legale, il presidente, cui affiancare una dire- presidente del parco provvede a stipulare con il
zione tecnica, competente nelle azioni amministrative direttore nominato un apposito contratto di diritto
meramente esecutive e “non generali” di conservazione privato per una durata non superiore a cinque anni”.
della natura. Particolarmente, la gestione del parco, Senonché, l’“albo dei direttori di parco” è stato isti-
deve trovare un equilibrio tra la conservazione del tuito solo nel 1999, raccogliendovi all’interno i diret-
territorio e la promozione di attività compatibili (1). tori già in carica e quelli reclutati nel 1994, e quindi
Proprio con tale intento, la prima stesura dell’art. 9, pubblicato nel 2004 con un elenco di 265 nomina-
comma 11, Legge 6 dicembre 1991, n. 394, prevedeva tivi. Successivamente non è mai stato aggiornato con
che il direttore del Parco fosse nominato dal Ministro cadenza biennale come previsto nello stesso decreto
dell’Ambiente “previo concorso pubblico per titoli ministeriale istitutivo (2), con l’ovvio risultato che
ed esami di dirigente superiore del ruolo speciale di tolti i deceduti, per buona parte gli iscritti erano
direttore di parco […] ovvero con contratto di diritto ormai collocati (o da collocare) a riposo per raggiunti
privato stipulato per non più di cinque anni con limiti di età o non nominabili per altri motivi di legge
soggetti iscritti in un elenco di idonei all’esercizio tra cui sopravvenute condanne penali o incompati-
dell’attività di direttore di parco, istituito e discipli- bilità varie.
nato con decreto del Ministro dell’ambiente”. Come Difettava del resto il presupposto fondante per poter
gli altri organi era prevista una durata in carica di soli procedere all’aggiornamento dell’albo dei direttori di
cinque anni confermabili una sola volta. Ne risultava parchi nazionali e cioè quanto previsto dall’art. 2,
che il direttore era da intendersi inquadrato a livello comma 26, Legge n. 426/1998, ai sensi del quale “con
giuridico ed economico in un’amministrazione decreto del Ministro dell’ambiente, da emanare entro
diversa da quella cui veniva chiamato a prestare sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della
servizio. presente legge, sono determinati i requisiti richiesti
Tuttavia, l’art. 25 della Legge 9 dicembre 1998, per l’iscrizione all’albo, […], nonché le modalità di
n. 426, ha rivisto la suddetta norma modificandola svolgimento delle procedure concorsuali”.
come permane tuttora vigente: “il direttore del parco Al riguardo necessiterà attendere ben diciotto anni
è nominato, con decreto, dal Ministro dell’ambiente, (!), con il varo del Decreto ministeriale del 23 set-
scelto in una rosa di tre candidati proposti dal tembre 2016 (3), per vedere definite le concrete

(*) Professore a contratto in Istituzioni di diritto pubblico nel- “Rivista amministrativa della Repubblica italiana”, 1998, 6,
l’Università di Venezia. pagg. 521-526.
(1) Cfr.: F. Schena, “Contributo per una analisi della disciplina in (2) Così nel 2005 sono stati inseriti due nominativi in esecu-
materia di conservazione e tutela delle aree naturali protette”, in zione di altrettanti giudicati amministrativi mentre nel 2010 altri sei
“Diritto e giurisprudenza agraria, alimentare e dell’ambiente”, nominativi in esito alla prima vera e propria riapertura concorsuale
2008, 4, pagg. 234-248; A. Fortunato, “Le aree naturali protette dell’albo.
tra protezione dell’ambiente e valorizzazione del territorio”, in (3) In Gazzetta Ufficiale 28 settembre 2016, n. 227.

Ambiente & sviluppo 11/2018 745


Gestione ambientale

modalità di valutazione dei titoli per l’esercizio del- presidente stipula il contratto di lavoro). Giuridica-
l’attività di direttore di Ente Parco nazionale laddove mente, la situazione normativa dei direttori di Enti
si distingue sapientemente ai fini dell’attribuzione Parco è, quanto a nomina e stipula del contratto,
del punteggio tra esperienze professionali e titoli di identica a quella dei dirigenti medici di secondo
studio ovvero scientifici (4). Peraltro, ai fini della livello, con ogni relativa conseguenza in merito al
valutazione di questi ultimi “deve tenersi conto delle risarcimento del danno professionale, biologico ed
esperienze maturate in materie legate alla tutela delle esistenziale derivante dal demansionamento e dalla
aree protette e della biodiversità nonché della capa- dequalificazione del lavoratore (8).
cità di risoluzione di problematiche gestionali, ammi- Tuttavia, peraltro e purtroppo, rispetto al numero
nistrative e contabili valutabili sulla base delle degli idonei iscritti all’albo anteriormente all’ul-
esperienze maturate e dei titoli”, così attribuendo timo aggiornamento del 2018, si era fortemente
rilevanza alle competenze che investono la gestione consolidata - alternandosi nelle cabine di comando
di un parco nazionale. dei venticinque Parchi nazionali ad oggi esistenti, in
Per l’effetto solo recentemente si è provveduto all’ag- attesa delle nuove istituzioni per ulteriori cinque
giornamento dell’albo degli idonei all’esercizio del- Parchi (9) e salvo il peculiare caso della riserva
l’attività di direttore di parco nazionale in forza di naturale della tenuta presidenziale di Castelpor-
relativa selezione per titoli bandita dal Ministero ziano (10) -, una stretta rosa di direttori, obsole-
dell’Ambiente nel gennaio 2017 (5) e conclusasi scente e poco preparata ai mutati cambiamenti
con l’adozione del decreto direttoriale di approva- normativi, che ha creato fortissime nicchie di pri-
zione del nuovo albo contenente complessivi 578 vilegio. È recente la denuncia della percezione di
nominativi nel febbraio dell’anno successivo (6). compensi a volte superiori a 150.000 mila euro
Particolarmente, rilevano alcuni aspetti relativi alla annuali a fronte di un non commisurato impegno
disciplina di nomina dei direttori di Enti Parco. organizzativo e di altrettanto non corrispondenti
Innanzitutto, l’incarico di direttore viene conferito responsabilità gestionali (11), pur con voci critiche
con scelta di carattere fiduciario nell’ambito di una e dissonanti da parte dell’associazione di categoria
rosa di candidati tutti muniti dei requisiti di profes- AIDAP (12). Si tratterebbe di un’evidente viola-
sionalità prescritti, in precedenza accertati mediante zione di ogni contesto normativo di dirigenza pub-
un concorso per titoli culminato nell’elaborazione di blica, sovente auto-attribuita, magari con la
un albo d’idonei. La nomina non implica quindi una qualifica di “direttori generali”. Inoltre, s’è palesata
procedura concorsuale e le eventuali controversie anche una reiterata violazione della Legge quadro
rientrano nella giurisdizione del giudice ordinario, n. 394/1991, allorché, dopo i primi cinque anni di
il quale può conoscere incidenter tantum dell’atto contratto “calavano” per mano di presidenti o com-
amministrativo presupposto (ovvero la compilazione missari pro tempore reiterate conferme o proroghe in
dell’albo) con il potere di disapplicarlo (7). Il legame assenza di una nuova procedura di selezione pub-
che s’instaura è dunque un rapporto di servizio con il blica. E tutto ciò con buona pace per la “rigorosa
Ministero dell’Ambiente (che ha il potere di vigilanza” statale da parte del Ministero
nomina) e di ufficio con l’Ente Parco (il cui dell’Ambiente.

(4) Le “esperienze professionali” sono valutate con un minimo di cui però solo quello dell’isola di Pantelleria ha visto la luce con
di 18/30 punti mentre i “titoli di studio e scientifici“ con un minimo D.P.R. 28 luglio 2016, mentre restano in attesa d’istituzione il
12/20, per una somma minima pari a 30/50 punti. Parco delle Egadi e del litorale trapanese, il Parco delle Eolie ed il
(5) Bando di concorso pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4ª Parco degli Iblei, anche a causa del contenzioso costituzionale
Serie speciale - Concorsi ed esami, n. 3 del 13 gennaio 2017. attivato dalla Regione autonoma siciliana quale risolto con sen-
(6) Decreto Direttoriale del Ministero dell’Ambiente, 14 feb- tenza della Corte cost. 23 gennaio 2009, n. 12, che ha stabilito
braio 2018, Prot. 3119. come, anche nelle Regioni a statuto speciale, in materia di Parchi
(7) Cass. sez. lav., 28 novembre 2008, n. 28457 ; ord. Cass., SS. nazionali la competenza è esclusivamente statale. Da ultimo, l’art.
UU., 27 febbraio 2008, n. 5078. 1, comma 1116, Legge 27 dicembre 2017, n. 205, ha previsto
(8) Cfr. G. D’Auria, “In tema di nomina a direttore di un ente l’istituzione dei Parchi nazionali del Matese e di Portofino.
parco”, in “Il Foro italiano”, 2009, 6, pagg. 1746-1750. (10) Cfr. S. Bellomia, “La tenuta di Capocotta tra tutela ambien-
(9) L’art. 8, comma 3, legge 23 marzo 2001, n. 93, ha previsto tale e dotazione del Capo dello Stato”, in “Giurisprudenza costi-
l’istituzione del Parco nazionale della Costa teatina che, anche a tuzionale”, 1987, 9, pagg. 261-264.
causa delle vicende politiche delle giunte regionali abruzzesi, (11) Cfr. W. Passerini, “C’è una casta nei parchi: con quegli
ancora attende il decreto istitutivo pur dopo la perimetrazione stipendi non resta mai al verde”, in “La Stampa”, 31 ottobre 2016,
provvisoria del Parco avvenuta da parte di Commissario ad acta p. 24.
nominato con d.P.C.M. 4 agosto 2014. L’art. 26, comma 4-sep- (12) Cfr. AIDAP, “I conti dei parchi nazionali tornano o no?”, in
ties, D.L. 1° ottobre 2007, n. 159, conv. in Legge 29 novembre http://www.aidap.it/dettaglio.php?id=49447, 14 agosto 2018.
2007, n. 222, ha previsto l’istituzione di 4 parchi nazionali in Sicilia,

746 Ambiente & sviluppo 11/2018


Gestione ambientale

È stato dirompente, tuttavia, il mutato quadro norma- compendio delle esigenze che le istanze di conserva-
tivo in cui devono operare gli Enti Parco. La quoti- zione suppongono. Alla statica pratica protezione non
dianità del direttore oggi prevede una particolare sembrano affiancate quelle regole di wildlife management
competenza in materia di appalti pubblici, di procedi- che da oltre cinquant’anni informano la realtà d’oltreo-
mento amministrativo, di contabilità pubblica, di ceano (il National Park System) e che, per molteplici
gestione del personale, di trasparenza, di sicurezza sul segmenti, caratterizzano la disciplina internazionale. Il
lavoro, di valutazioni ambientali, che nulla ha più a rischio consiste nell’eventualità di limitare la wildlife in
che fare con gli “esperti in materia naturalistico- fenced enclosures, cioè come semplicemente recintata
ambientale” e che difficilmente si sposa con i titoli per difesa dall’esterno, impedendo tutti quei comporta-
formativi e curriculari di coloro che ricoprono o hanno menti attivi e non meramente omissivi e gestionali, che
ricoperto tali incarichi in forza dell’“albo”. passano primariamente per un’ineluttabile ricerca
Di fatto il direttore del parco deve essere (o saper essere) scientifica tesa a mantenere alcune comunità biotiche
soltanto un bravo dirigente di una pubblica ammini- secondo i dettami del piano di conservazione di una
strazione, anche proveniente dalle libere professioni, certa area protetta.
con una forte preparazione giuridico-amministrativa. Basti ricordare come in tema i principi trascritti nel
Inutile dunque che sappia di eco-patologia della fauna report Wildlife Management in the National Parks della
selvatica, di biologia dei grandi carnivori ovvero di c.d. Commissione Leopold del 1963 (15) appaiono
botanica, quando per questo esistono e devono esistere ancora “nuovi” nel panorama normativo (e gestio-
gli uffici ed i servizi. Nel mentre deve impegnare la nale) italiano e segnano un’esigenza di aggiorna-
propria attività con atti e provvedimenti giuridica- mento della normativa nel passaggio dalla mera
mente corretti e rispettosi di una quantità di normative protezione alla più ampia gestione (la wildlife mana-
(inimmaginabili ai tempi dell’istituzione dell’albo), gement, appunto) (16).
anche nel quadro di una gestione aziendale e dunque Giova in questa sede richiamare come il Leopold
competitiva degli Enti Parco (13). report fu il primo piano concreto per gestire i visitatori
Inoltre, a quasi trent’anni dalla Legge sulle aree dei Parchi statunitensi e l’ecosistema circostante
protette emergono problematiche con riferimento a rispettando dei principi codificati e unici; svariate
ciascuno dei principali istituti previsti dalla stessa delle sue consegne furono incorporate in seguito
norma: a partire dall’Ente Parco, la cui indipendenza nelle norme ufficiali del National Park Service. Inol-
si è progressivamente indebolita a favore di una tre, l’idea che i parchi dovessero rappresentare l’im-
crescente connotazione politica dei suoi organi tec- magine degli Stati Uniti dei primordi ebbe molto
nici, fino al Piano e al Regolamento, fonti normative successo sia fra il pubblico sia nei media (17), con-
sui generis la cui tardiva approvazione si è spesso cludendo che uno dei compiti principali di un parco
tradotta in un difetto di tutela; ed infine il nulla- nazionale fosse anche quello di essere portatore di una
osta, pensato come atto di assenso endo-procedimen- memoria storica. Nonostante ciò, il documento per le
tale non discrezionale, e divenuto strumento essen- sue finalità “visionarie” per la preservazione di uno
ziale nella politica di gestione delle aree protette. stato di natura “primordiale” fu sia molto apprezzato
Ancora, non si può dimenticare il conflittuale rap- sia criticato negli anni che seguirono. Considerato da
porto tra la tutela delle aree protette ed il principio alcuni studiosi come una “pietra miliare” riguardo al
dello sviluppo sostenibile (14). management moderno dei parchi, da altri fu criticato
Peraltro, la richiamata inversione dei valori operata per aver sostituito la scienza con un vago senso di
dalla norma del 1991 che pone al centro l’interesse nostalgia, e soprattutto sembrando ignorare, ricor-
naturalistico, non sembra tuttavia completare l’intero dando gli Stati Uniti dei primordi esplorati

(13) Cfr. A. Storlazzi, La gestione competitiva del territorio dei politica decisionale successiva ed ebbe delle conseguenze impor-
parchi nazionali. Logiche aziendali e problematiche, Padova, tanti negli avvenimenti seguenti, come l’incendio che sconvolse il
Cedam, 2003. citato Parco nel 1988. Cfr. A.S. Leopold et al., Wildlife Manage-
(14) Cfr. G. Di Plinio, “Aree protette vent’anni dopo. L’inattua- ment in the National Parks, National Park Service, 1963, nonché R.
zione ‘profonda‘ della legge 394/1991”, in “Rivista quadrimestrale G. Wright, Wildlife research and management in the national
di diritto dell’ambiente”, 2011, 3, pagg. 29-58. parks, Urbana-Chicago, IUP, 1992.
(15) Il Leopold report fu un documento redatto nel 1963 conte- (16) Cfr. G. Nicolucci, “Il ‘wildlife management‘ nelle Aree
nente una serie di regole circa la gestione dell’ecosistema pre- protette”, in “Rivista giuridica dell’ambiente”, 2012, 6, pagg.
sentate dallo Special Advisory Board on Wild Management del 685-701.
Parco di Yellowstone al Segretario degli Interni degli Stati Uniti. (17) Cfr. J. Pritchard, Preserving Yellowstone’s Natural Condi-
Chiamato così per il nome del suo principale autore, lo zoologo tions: Science and the Perception of Nature, Lincoln, UNP,
Aldo Starker Leopold, il documento fu molto importante per la 1999, 220.

Ambiente & sviluppo 11/2018 747


Gestione ambientale

dall’“Uomo bianco”, la presenza storica ed irretratta- competenze sul rilascio del nulla-osta laddove la
bile dei Nativi Americani nell’area, troppo spesso ed giurisprudenza amministrativa - del tutto ignorata
ancora una volta obliterati. dal Ministero dell’Ambiente - le riconosce sussistenti
In ambito continentale, per il solo e semplice fatto unicamente in capo al presidente.
che la natura non conosce confini, risulta tuttavia Infatti, uno strumento essenziale e peculiare previsto
apprezzabile il ruolo della Federazione EUROPARC dalla Legge quadro sulle aree naturali protette è rap-
che facilita la cooperazione internazionale in tutti gli presentato dal nulla osta dell’Ente Parco disciplinato
aspetti della gestione delle aree protette per miglio- dall’art. 13, comma 1, Legge 394/1991. In materia, il
rare ulteriormente e conservare l’eredità naturale rilascio di concessione (ora permesso di costruire) è
condivisa (18). Gli obiettivi mirano a scambiare subordinato al preventivo nulla osta dell’Ente Parco,
competenze, esperienze e migliori pratiche nonché anche in assenza della previa approvazione del piano e
collaborazioni fra attori del settore onde influenzare del regolamento del Parco (21). In materia si pongono
lo sviluppo futuro di politiche e programmi pubblici, tuttavia nodi di coordinamento della pianificazione
in particolare dell’Unione europea, tesi a garantire paesaggistica con gli strumenti di pianificazione urba-
che il valore e il significato delle aree protette siano al nistica. Dopo l’entrata in vigore del D.Lgs. 22 gennaio
centro dell’Europa, da ultimo anche facilitando la 2004, n. 42, recante il “Codice dei beni culturali e del
creazione di nuove zone tutelate (19). paesaggio”, sussistono, infatti, varie questioni di coor-
dinamento con la normativa di settore correlata e
Il fallito tentativo di riforma della Legge sinergica con quella del paesaggio, ossia la Legge
sulle aree protette ed il “nuovo” ruolo quadro sulle aree protette e le sue successive modifiche
del direttore e dunque se, in concreto, è il piano del Parco che
Peraltro, nel corso della scorsa XVII legislatura all’in- sostituisce il piano paesistico o viceversa (22).
terno della proposta di legge di riforma della Legge Non a caso, dal quadro giurisprudenziale relativo alla
quadro del 1991 (20), s’è registrato il tentativo asso- Legge n. 394/1991 ed alle normative regionali di set-
lutamente condivisibile di sanzionare come il diret- tore, emerge un contenzioso massimamente concen-
tore del parco debba assicurare “la gestione trato in relazione ai due momenti maggiormente
amministrativa complessiva dell’Ente Parco ed eser- conflittuali (23): da un lato, quello dell’individuazione
citi le funzioni di cui all’articolo 5 del decreto legi- e dell’istituzione del parco o della riserva e, dall’altro,
slativo 30 marzo 2001, n. 165”, quale norma in proprio quello del rilascio o del diniego, da parte del-
materia di organizzazione degli uffici e gestione dei l’autorità di gestione, del nulla osta per le attività da
rapporti di lavoro. Così il direttore di un Ente Parco svolgere all’interno del perimetro dell’area naturale.
nazionale deve assicurare l’attuazione “dei pro- Ancora, dall’osservazione dei testi regionali, si può
grammi ed il conseguimento degli obiettivi fissati rilevare un generale orientamento verso la semplifica-
dal presidente e dal consiglio direttivo, ai sensi del- zione amministrativa operata, talora, nel pieno rispetto
l’articolo 17, comma 1, lettere da d) a e-bis), del citato dei principi desumibili dalla giurisprudenza costituzio-
decreto legislativo n. 165 del 2001”, in tema di nale (24), talaltra, invece, discostandosene aperta-
valutazione del personale ed assegnazione delle mente. Del resto, lo snellimento dell’azione
risorse. Inoltre, “ad esso spetta l’adozione dei connessi amministrativa mediante l’individuazione nel Parco
atti anche a rilevanza esterna”, per quanto in materia regionale della sola sede istruttoria e decisionale per
fosse potenzialmente possibile esplicare meglio le la realizzazione di interventi all’interno dell’area

(18) EUROPARC conta circa 365 membri tra aree protette, (24) Corte cost., 21 marzo 1997, n. 67, che ha dichiarato
ministeri, ONG ed imprese di 36 Paesi europei che si adoperano l’infondatezza del contrasto dell’art. 20, comma 2, l.r. Toscana
per la gestione delle aree verdi d’Europa. n. 24/1994, sull’istituzione dei Parchi regionali della Maremma e di
(19) Cfr. A. Lopez Ornat, E. Correas, Gestion de areas protegi- Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli (che prevede che il
das mediterraneas. Analisis y posibilidades de las redes y los rilascio del nulla osta dell’Ente Parco tiene luogo delle autorizza-
planes de accion, Malaga, UICN, 2003. zioni previste dalla normativa statale per gli interventi in zone
(20) Atto Camera n. 4144-1987-2023-2058-3480-A. sottoposte a vincoli paesaggistici e idrogeologici) con l’art. 13,
(21) Cass. pen., sez. III, 13 febbraio 2004, n. 5863. Legge n. 394/1991 e della conseguente violazione dell’art. 117
(22) Cfr. F. Di Dio, “Il nulla osta dell’Ente Parco tra ritardi di Cost., e dell’asserita sostanziale depenalizzazione di comporta-
sistema e posizioni giurisprudenziali”, in “Diritto e giurisprudenza mento previsto come reato da leggi statali. Per le aree protette
agraria, alimentare e dell’ambiente”, 2005, 2, pagg. 118-120. regionali la relativa legislazione può, per esigenze di snellimento
(23) Cfr. M. Ceruti, “L’istituzione ed il nulla osta delle aree dell’azione amministrativa, ex art. 97 Cost., attribuire ad uno
naturali protette nella recente giurisprudenza ordinaria, ammini- stesso organo la funzione di accertare le condizioni per l’emana-
strativa e costituzionale”, in “Rivista giuridica dell’ambiente”, zione dei due atti amministrativi che, dal punto di vista sostanziale,
2003, 1, pagg. 185-195. continuano tuttavia ad essere distinti.

748 Ambiente & sviluppo 11/2018


Gestione ambientale

protetta deve sempre accompagnarsi ad un minimum di Circa il consiglio direttivo basti evocare che il Mini-
garanzie di adeguata acquisizione e ponderazione di stro rispetti la lettera della legge sulla peculiare com-
entrambi gli interessi pubblici, paesaggistico e petenza dei nominati e non adoperi piuttosto il
naturalistico (25). “manuale Cencelli” per una mera spartizione politica.
Il direttore - da non intendersi come “generale” - è In ordine alla nomina del presidente dell’Ente Parco,
scelto, così, sulla base di una selezione pubblica fra “i l’art. 9, comma 3, Legge n. 394/1991, prevede che il
dirigenti pubblici, funzionari pubblici con almeno cin- presidente sia nominato con decreto del Ministro del-
que anni di anzianità nella qualifica di riferimento, l’ambiente, d’intesa con i presidenti delle Regioni o
persone di comprovata esperienza professionale di delle Province autonome di Trento e di Bolzano nel cui
tipo gestionale o ambientale, soggetti che abbiano già territorio ricada in tutto o in parte il Parco nazionale.
svolto funzioni di direttore di enti di gestione di aree Tuttavia, nel caso in cui l’intesa fra le parti interessate
protette nazionali o regionali per almeno tre anni non sia raggiunta, lo Stato, onde colmare un vuoto
nonché persone che abbiano esperienza di gestione di gestionale dell’Ente legato alla mancata nomina, ha più
aree marine protette per il medesimo periodo”. Quale volte deciso di nominare un commissario straordina-
diretta conseguenza erano le previsioni in materia di rio (27) ma la Corte Costituzionale ha dichiarato che
aspettativa e di retribuzione. non spetta allo Stato e, per esso, al Ministro dell’am-
Tuttavia, la normativa proposta nella scorsa legisla- biente la nomina del commissario straordinario del-
tura senza che poi abbia visto la luce, prevedeva che la l’Ente Parco, in quanto la nomina richiede sempre e
selezione pubblica si svolgesse attraverso una com- comunque l’intesa fra lo Stato e la Regione territorial-
missione di tre esperti: due designati dall’Ente Parco mente interessata, da ricercarsi anche mediante tratta-
ed uno dal Ministero. Tale commissione riduceva i tive lunghe e laboriose, nel rispetto del principio di leale
partecipanti alla selezione a tre e fra questi il presi- collaborazione tra Stato e Regione (28).
dente dell’Ente Parco designava (ovvero nominava) Da parte sua la mancata riforma della XVII legislatura
il direttore in assoluta discrezionalità. prevedeva che la nomina ministeriale sarebbe avve-
In questa prospettiva il punto debole della catena di nuta “nell’ambito di una terna proposta dal Ministro e
nomina era decisamente rappresentato proprio dalla composta da soggetti in possesso di comprovata espe-
figura del presidente dell’Ente Parco. Infatti, anziché rienza nelle istituzioni, nelle professioni, ovvero di
prevedere che la selezione pubblica della commis- indirizzo o di gestione in strutture pubbliche o private”.
sione, curriculare e per prove valutative giuridico- Difficile non censurare una formula così vuota e gene-
amministrative, generi un vincitore questo era rica, tale da ricomprendere, come prima avveniva,
rimesso alla discrezionalità presidenziale. ogni cittadino italiano, di fatto lasciando così inalte-
Inoltre, fino ad oggi si sono susseguiti direttori più o rata la quaestio rispetto all’anteriore status quo.
meno carismatici e presidenti molto meno se non In concreto s’era perduta l’ennesima occasione in cui
decisamente assenti (26) in quanto affaccendati in si sarebbe almeno potuto fissare un solido criterio di
altre attività ovvero cariche istituzionali pubbliche valutazione curriculare sui generici temi della prote-
(per esempio Sindaci di Comuni del comprensorio zione della natura. Ma, forse, guardando alle ricor-
del Parco). Inoltre, se come già detto, oggi la figura renti nomine ministeriali nei consigli direttivi di
del direttore è totalmente mutata al punto tale da “esperti particolarmente qualificati in materia di
necessitare un esperto giuridico-amministrativo e aree protette e biodiversità” si sarebbe corso il
non più un bravo naturalista, biologo o quant’altro, grave rischio di far risaltare troppo come tale previ-
la competenza naturalistica della governance deve essere sione sia, di fatto, regolarmente e puntualmente
assicurata presso gli altri organi che - sempre in base alla disattesa (29). Solo risultava apprezzabile l’afferma-
legge - dettano l’orientamento dell’azione amministra- zione per cui “la carica di presidente è incompatibile
tiva del direttore, e cioè il consiglio direttivo ed il con qualsiasi incarico elettivo e con incarichi negli
presidente. organi di amministrazione degli enti pubblici”.

(25) Cfr. M. Ceruti, “Nulla osta degli enti-parco regionali e (27) Cfr. M. Petrulli, “In mancanza dell’intesa con il Presidente
autorizzazioni paesaggistiche ed idrogeologiche: semplificazione della Regione nel cui territorio ricade un parco, lo Stato può
amministrativa sì, ma con giudizio”, in “Rivista giuridica dell’am- nominare un commissario straordinario?”, in “L’Amministrazione
biente, 1998, 1, pagg. 58-67. italiana “, 2006, 5, pagg. 683-695.
(26) Cfr. G. Nicolucci, “Aree protette, direttori si nasce o si (28) Corte cost., 27 gennaio 2006, n. 21.
diventa? L’albo, la casta e la preparazione che non c’è”, in http:// (29) Cfr. G. Nicolucci, “Capitani di lungo corso? Nelle aree
www.greenreport.it, 5 aprile 2017. protette i presidenti in quiescenza”, in http://www.greenreport.
it, 31 marzo 2017.

Ambiente & sviluppo 11/2018 749


Gestione ambientale

Apparivano invece molto discutibili le norme di quali la recente teoria dei planetary boundaries o
richiamo all’art. 79, D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267, l’adozione del modello concettuale dei “sistemi
Testo unico degli enti locali, laddove reca la disciplina socio-ecologici” (31).
di permessi e licenze per gli amministratori locali Di rilevanza ancora maggiore, per il giurista direttore
lavoratori subordinati pubblici o privati, in quanto il di Ente Parco, è un’ulteriore frontiera oltre la quale
ruolo e la figura del presidente di un Parco nazionale l’ecologia si sta inoltrando, proprio grazie alla sua
non sembra sposarsi adeguatamente con una presenza crescente interconnessione con le altre scienze
ed un’attività ritagliata rispetto ad altri più assorbenti ambientali: si tratta della sfida della ridefinizione, su
lavori. Parimenti, appariva deleteria la disapplicazione basi scientifiche rinnovate, della nozione di sviluppo
espressa del divieto di cui all’art. 5, comma 9, D.L. 6 sostenibile (32). Le proposte di ristrutturazione teorica
luglio 2012, n. 95, conv. in Legge 7 agosto 2012, n. del principio dello sviluppo sostenibile orientano
135, che, nell’ottica generale di contenimento della l’ecologia verso il diritto; per altro verso, l’analisi
spesa pubblica aveva vietato l’attribuzione di incarichi della letteratura internazionale dimostra che anche
di studio o consulenza a soggetti già lavoratori privati o il diritto dell’ambiente si sta sempre più orientando
pubblici collocati in quiescenza e di conferire, altresì, verso l’ecologia. Una delle tendenze prevalenti nella
ai medesimi soggetti incarichi dirigenziali o cariche in recente dottrina è, infatti, quella di enucleare principi
organi di governo delle amministrazioni. Tale deroga, “eco-giuridici” facendo leva sull’interpretazione evo-
priva di motivazioni di sorta rispetto alla più generale lutiva degli atti normativi presenti nel diritto dell’am-
previsione di contenimento della spesa del 2012, stri- biente a livello internazionale, comunitario e
deva con la pur legittima previsione secondo cui al costituzionale comparato: ad esempio, i principi di
presidente spetta un’indennità omnicomprensiva, sta- non-regressione, resilienza, integrità ecologica, pro-
bilita dal Ministero dell’ambiente e a carico del bilan- porzionalità ecologica, restauro eco-paesaggistico. Si
cio del Parco pari a circa duemilacinquecento Euro tratta di principi “eco-giuridici” in quanto caratteriz-
lordi mensili. zati dalla forza del diritto ma, al contempo, in grado di
recepire nei loro contenuti precettivi sostanziali
Le interconnessioni fra diritto alcune acquisizioni della scienza ecologica.
dell’ambiente ed ecologia nel quadro Nella fase attuale l’interesse all’ambiente richiede non
dello sviluppo sostenibile solo una composizione con gli altri interessi pure tute-
Infine, risulta opportuno sottolineare un aspetto lati, ma la loro stessa trasformazione, imposta dagli
essenzialmente tecnico pur sotteso alla governance imperativi di un diverso tipo di sviluppo, non più e
delle aree protette. Si tratta della sempre più pres- non solo “sostenibile”, ma fondato sul rispetto della
sante necessità di potenziare ed aggiornare il con- natura, della natura umana e di quella della terra.
fronto tra due scienze intimamente legate eppure Volano di questo ulteriore stadio è una maggiore con-
ancora reciprocamente diffidenti nell’ambito della sapevolezza delle interrelazioni tra i diversi problemi
gestione delle aree protette: il diritto dell’ambiente e ambientali e tra questi e la società e dell’inefficacia di
l’ecologia (30). Infatti, un esame della letteratura interventi meramente tecnici e circostanziati tesi a farvi
internazionale dimostra che l’ecologia ha da tempo fronte. Indi la necessità di un approccio olistico ed
iniziato un percorso di dialogo ed integrazione cultu- organico, fondato su una rinnovata cultura ecologica
rale non solo con le scienze della vita e della terra, ma comune, un’ecologia declinata nelle diverse sfere della
anche con le scienze umane e sociali, all’interno di vita associata, promotrice di un nuovo paradigma di
piattaforme di ricerca transdisciplinari denominate sviluppo e di una mutata gerarchia valoriale, alla luce
variamente Environmental Science, Earth System della quale considerare e custodire la natura come bene
Science, Science of Earth Stewardship o Sustainability comune. Cogliendo le trasformazioni in atto in ambito
Science. L’ecologia, dialogando all’interno di queste normativo, istituzionale, economico e sociale, si preco-
piattaforme oltre i propri confini disciplinari, si è nizza un ulteriore e graduale stadio di avanzamento del
profondamente evoluta ed è approdata, in coopera- diritto dell’ambiente che, spogliato dei connotati set-
zione con le altre scienze, a novità fondamentali, toriali da quell’ottica integrata che già sollecita

(30) Cfr. M. Monteduro, “Per una ‘nuova alleanza’ tra diritto ed Publishing, 2015; A. Wijkman, J. Rockström, Bankrupting nature.
ecologia: attraverso e oltre le aree naturali protette “, in “Giu- Denying our planetary boundaries, London-New York, Routledge,
stAmm.it”, 2014, 6, pagg. 1-44. 2012.
(31) Cfr. J. Rockstrom, M. Klum, Big world, small planet. (32) Cfr. M. Immordino, N. Gullo (cur.), Sviluppo sostenibile e
Abundance within planetary boundaries, Stockholm, Max Ström regime giuridico dei parchi, Napoli, Editoriale Scientifica, 2008.

750 Ambiente & sviluppo 11/2018


Gestione ambientale

frequenti interconnessioni con altre discipline tese ad internazionali e nazionali su temi considerati cruciali
indagare i problemi ambientali, potrebbe rigenerarsi per il futuro del Pianeta. Tra questi figura, in primo
nello studio sull’evoluzione dei sistemi sociali, econo- luogo, il processo di definizione di nuovi “Obiettivi
mici e giuridici (33). globali per lo sviluppo sostenibile” e la creazione di un
Ancor più ambiziosamente, alcuni giuristi prefigurano “Foro politico di alto livello sullo sviluppo
la costruzione di un nuovo diritto fondato sulla com- sostenibile” (38).
prensione integrata e complessiva dei sistemi socio- Alla luce di questo mutato contesto, è lecito
ecologici; propongono di ripensare l’idea-chiave di chiedersi se vi siano i presupposti per lo sviluppo
rule of law, che dovrebbe evolversi in rule of ecological di un diritto orientato all’ecologia nell’ordina-
law ovvero in rule of law for nature (34); introducono il mento italiano. A questo proposito, il diritto
concetto giuridico di ordre public écologique (35). Vi è italiano vigente e vivente appare predisposto
infine chi sottolinea come il diritto ambientale e le alla fertilizzazione reciproca tra scienze ambientali
scienze ambientali siano in co-evoluzione all’interno e scienze giusambientali, basti pensare: alla tutela
di un processo in flusso continuo, in cui si manifestano giuridica di “uno o più ecosistemi” cui si riferisce
“proprietà emergenti”, ossia caratteristiche che né il la Legge sulle aree protette; alla tutela dell’“eco-
diritto né la scienza, isolatamente e separatamente, sistema” nel nuovo art. 117 Cost.; alla formula-
avrebbero determinato. Del resto, sussiste un orienta- zione del nuovo art. 3-quater del D.Lgs. n. 152/
mento del diritto verso l’ecologia come testimoniato 2006 recante il dovere di ogni attività umana, ivi
anche da recenti atti normativi, quali il VII Pro- compresa quella della pubblica amministrazione,
gramma di Azione per l’Ambiente (PAA) dell’U- di conformarsi al principio dello sviluppo soste-
nione Europea per il periodo 2013-2020, approvato nibile; all’approccio ecosistemico alle definizioni
con la Decisione n. 1386/2013/UE del Parlamento giuridiche che affiora in una parte della giurispru-
europeo e del Consiglio del 20 novembre 2013. Non denza ambientale italiana (39). In conclusione, la
a caso il VII PAA s’intitola significativamente “Vivere prospettiva di un’interpretazione “ecologicamente
bene entro i limiti del nostro pianeta” e si fonda, in orientata” del sintagma “aree naturali protette” di
maniera espressa, proprio sulla recente teoria ecolo- cui alla Legge n. 394/1991 (40). E tutto ciò in un
gica dei planetary boundaries (36). A questo documento disegno più complessivo di creazione di un auten-
s’aggiunga la dichiarazione finale del Summit mondiale tico e specifico background dei dipendenti ed
sullo sviluppo sostenibile (WSSD) di Johannesburg amministratori degli Enti Parco, sempre più ine-
del 4 settembre 2002 (c.d. Rio+10) (37) nonché l’esito luttabile attraverso un sistema nazionale di for-
della Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo mazione ed aggiornamento (c.d. Scuola dei
sostenibile (UNCSD) di Rio de Janeiro del 2012 (c.d. Parchi) per il personale delle aree protette, che
Rio+20) che s’è conclusa con il documento program- svolge ruoli delicatissimi nella conservazione della
matico The Future We Want, approvato con risolu- biodiversità e nella sua valorizzazione, spesso
zione dell’Assemblea Generale ONU del 27 luglio senza che dallo Stato siano forniti gli adeguati
2012, n. 66/288, che avvia numerosi processi strumenti professionali e di conoscenza.

(33) Cfr. G. Rossi, “L’evoluzione del diritto dell’ambiente”, in Programma comunitario di azione in materia di ambiente, Edifir,
“Rivista quadrimestrale di diritto dell’ambiente”, 2015, 2, pagg. Firenze, 2002.
2-9. (38) Cfr. F. Dodds, J. Laguna-Celis, E. Thompson, From Rio + 20
(34) Cfr. C. Voigt, Rule of law for nature. New dimensions and to a new development agenda. Bilding a bridge to a sustainable
ideas in environmental law, Cambridge, CUP, 2013. future, London, Routledge, 2014; X. Ezeizabarrena Saenz, Rio+20
(35) Cfr. N. Belaidi, La lutte contre les atteintes globales a (1992-2012). El reto del desarrollo sostenible, Bilbao, Universidad
l’environnement. Vers un ordre public ecologique? Bruxelles, de Deusto, 2013.
Bruylant, 2008. (39) Cfr. A. Lalli, “I servizi ecosistemici e il capitale naturale: una
(36) Cfr. A. Vettori, “Un nuovo programma generale d’azione prospettiva giuridico-istituzionale”, in “Studi parlamentari e di
dell’Unione in materia di ambiente fino al 2020”, in “Rivista politica costituzionale”, 2017, 195-196, pagg. 39-82.
giuridica dell’ambiente”, 2014, 2, pagg. 283-290. (40) Cfr. S. Boato, Il parco naturale come modello di sviluppo
(37) Cfr. R. Andrei (cur.), I nuovi riferimenti internazionali dello sostenibile, Gardolo, Verdi del Trentino, 2002.
sviluppo sostenibile: i documenti di Johannesburg ed il 6.

Ambiente & sviluppo 11/2018 751


Rassegna
Giurisprudenza

Consiglio di Stato e TAR


a cura di Chiara Prevete

RUMORE condono presentata per sanare abusi già sanzionati con le


citate ordinanze di demolizione rimaste inottemperate, il ricor-
TAR Campania (NA), sez. VII, 12 settembre 2018, rente aveva realizzato ulteriori opere che, a prescindere dalla
n. 5468 - Pres. Fabio Donadono - Rel. Vincenzo Cernese loro incidenza sulle esigenze di tutela paesaggistico-ambien-
- Ric. M.A. - Res. Parco Nazionale Del Vesuvio tali, risultavano essere state eseguite all’interno della perime-
trazione definitiva del Parco Nazionale del Vesuvio, laddove
Ente parco - Opere abusive - Ordinanza rimozione qualsivoglia intervento necessitava del previo nulla osta ai
sensi dell’art. 13 della Legge n. 394/1991, in mancanza del
In difetto di autorizzazione, le nuove opere abusive rea- quale si prevede unicamente la sanzione ripristinatoria.
lizzate non sono certamente legittimate dalla presenta- Secondo il Collegio si trattava di opere (abusive) ulteriori
zione di una istanza di condono, posto che i manufatti rispetto a quelle contemplate nella domanda di condono. In
realizzati erano e rimangono abusivi fino all’eventuale sostanza dopo le predette precedenti ordinanze il ricorrente
rilascio della sanatoria. L’ordine di rimozione delle non solo non ottemperava alle stesse, ma, dopo aver presen-
opere abusive è atto vincolato e necessitato che non tato domanda di condono edilizio, proseguiva le attività edilizie
richiede nessun’altra motivazione se non l’accertamento abusive, per modo che le opere sanzionate con l’impugnata
del carattere abusivo dell’opera. ordinanza di demolizione potessero essere ricomprese nella
domanda di condono presentata dal ricorrente. Secondo il
In tema di parchi nazionali, vige in linea generale il principio - TAR, con l’ordinanza impugnata l’Ente Parco Nazionale del
introdotto dal D.L. 27 giugno 1985, n. 312 - di immodificabi- Vesuvio intendeva sanzionare opere pur sempre autonome e
lità delle relative aree, in assenza di autorizzazione di cui diverse, anche se in prosecuzione rispetto a quelle sanzionate
all’art. 7, Legge n. 1497 del 1939. Con più generale riferi- con le precedenti ordinanze. Inoltre, gli interventi abusivi erano
mento ad opera abusiva eseguita in assenza di titolo edilizio stati realizzati dal ricorrente nella perimetrazione definitiva del
e di autorizzazione paesaggistica in aree vincolate, la giuri- Parco Nazionale del Vesuvio, nonché in area soggetta alle
sprudenza ha elaborato un principio di indifferenza del titolo norme di attuazione del Piano territoriale paesistico, approvato
necessario all’esecuzione di interventi in zone vincolate, con D.M. 4 luglio 2002 del Ministero per i Beni e le Attività
affermando la legittimità dell’esercizio del potere repressivo Culturali di concerto con il Ministero dell’Ambiente, in assenza
in ogni caso “a prescindere dal titolo edilizio ritenuto più della necessaria attivazione del procedimento autorizzatorio ai
idoneo e corretto per realizzare l’intervento edilizio in zona sensi dell’art. 13 della Legge n. 394/1991, in virtù del quale il
vincolata (DIA o permesso di costruire). Ciò che rileva, al fine rilascio di concessioni o autorizzazioni relative ad interventi,
dell’irrogazione della sanzione ripristinatoria, è il fatto che lo impianti ed opere all’interno del parco era sottoposto al pre-
stesso è stato posto in essere in zona vincolata ed in asso- ventivo nullaosta dell’Ente Parco. L’assenza del nullaosta pre-
luta carenza di titolo abilitativo, sia sotto il profilo paesaggi- ventivo, comportava, in ogni caso, l’applicazione della
stico che urbanistico. previsione di cui all’art. 29, Legge n. 394/1991 secondo cui
(comma 1): “Il legale rappresentante dell’organismo di
Con ordinanza prot. gener. n. 3327 del 6 luglio 2012 il Direttore gestione dell’area naturale protetta, qualora venga esercitata
dell’ente Parco Nazionale del Vesuvio, richiamata la lettera un’attività in difformità dal piano, dal regolamento o dal nulla
informativa redatta dal Corpo Forestale di Boscoreale, con cui osta, dispone l’immediata sospensione dell’attività medesima
si comunicava che A. M. si rendeva responsabile di attività in ed ordina in ogni caso la riduzione in pristino o la ricostituzione
difformità del Piano del Parco, in assenza di nulla osta ai sensi di specie vegetali o animali a spese del trasgressore con la
dell’art. 13 della Legge n. 394/1991, consistenti in opere responsabilità solidale del committente, del titolare dell’im-
abusive, ordinava al sig. A.M. la sospensione di ogni lavoro presa e del direttore dei lavori in caso di costruzione e trasfor-
in corso ed ingiungeva “di provvedere entro il termine di 90 mazione di opere”. E al comma 2 si prevede che “In caso di
(novanta) giorni, a decorrere dalla data di notifica dell’ordi- inottemperanza all’ordine di riduzione in pristino o di ricostitu-
nanza, alla eliminazione o rimozione di tutte le opere abusive zione delle specie vegetali o animali entro un congruo termine,
ivi descritte nella suddetta lettera informativa (...)”. Il sig. A.M. il legale rappresentante dell’organismo di gestione provvede
impugnava la suddetta ordinanza con la quale erano sanzio- all’esecuzione in danno degli obbligati secondo la procedura di
nate le opere abusive realizzate all’interno dell’area vincolata ai cui ai commi secondo, terzo e quarto, dell’articolo 27 della
sensi del D.Lgs. 26 ottobre 1999, n. 400 e ss.mm.ii. della Legge 28 febbraio 1985. n. 47, in quanto compatibili, e recu-
Legge n. 394/1981 (Parco Nazionale del Vesuvio), nonché in perando le relative spese mediante ingiunzione emessa ai
prosecuzione di lavori abusivi sanzionati con precedenti ordi- sensi del testo unico delle disposizioni di legge relative alla
nanze n. 145/2004 e n. 39/2009. Con queste ordinanze, rima- riscossione delle entrate patrimoniali dello Stato, approvato
ste inottemperate e inoppugnate dal medesimo ricorrente, il con Regio decreto 14 aprile 1910, n. 639”. Nel respingere il
Direttore dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio aveva ricorso, il TAR affermava infine che era esclusa ogni discrezio-
ingiunto, per quanto di propria competenza, la rimozione nalità dell’Ente Parco nell’adottare i provvedimenti repressivi
delle opere abusive, ordinando il ripristino dello stato dei sanzionatori, quali atti vincolati nell’an e nel quomodo, posti a
luoghi. Successivamente alla presentazione di un’istanza di presidio del vincolo esistente sull’area protetta.

Ambiente & sviluppo 11/2018 753


Rassegna
Giurisprudenza

AMBIENTE gennaio 2015, con il quale veniva confermato il diniego di


permesso di costruire e reiterata la ingiunzione di demolizione.
Il Tribunale amministrativo regionale per la Calabria respingeva
PAESAGGIO il ricorso introduttivo e dichiarava improcedibile il ricorso
recante motivi aggiunti. In particolare, il giudice di prime
Consiglio di Stato, sez. VI, 19 settembre 2018, n. 5466 - cure riteneva legittimo il provvedimento di diniego di condono
Pres. Luigi Maruotti - Rel. Stefano Toschei - Ric. G.L.- Res. edilizio, con contestuale ingiunzione alla demolizione, in
Comune di Villa San Giovanni quanto emergeva che l’area de qua era stata sottoposta a
vincolo paesaggistico. Inoltre, si asseriva che il procedimento
Violazione di vincoli paesaggistici - Area vincolata - conclusosi con il diniego di condono era stato avviato ad
Sanatoria istanza di parte dall’interessato e che la natura vincolata del
potere, esercitato nella specie dal Comune, escludeva la
In via generale e alla luce dell’individuazione dei beni pae- necessaria comunicazione del preavviso di diniego.
saggistici contenuta negli artt. 136 e ss. del D.Lgs. In virtù di quanto sopra, il signor L. proponeva appello e
n. 42 del 2004, con il termine paesaggio il legislatore ha contestava la sentenza di primo grado, in particolare nella
inteso designare una determinata parte del territorio che, parte in cui il giudice di primo grado prospettava la presenza
per le sue caratteristiche naturali e/o indotte dalla presenza di un vincolo paesaggistico nell’area interessata. Secondo
dell’uomo, è ritenuta meritevole di particolare tutela, che l’appellante la presenza di un vincolo era stata confutata
non può ritenersi limitata al mero aspetto esteriore o imme- dalla certificazione resa dal responsabile del Settore tecnico
diatamente visibile dell’area vincolata, così che ogni modi- del Comune di Villa San Giovanni che, nella certificazione
ficazione dell’assetto del territorio, attuata attraverso rilasciata il 20 settembre 2007, a tenore della quale “L’area
qualsiasi tipo di opera, è soggetta al rilascio della prescritta interessata dal fabbricato riportata al foglio catastale n. 1/B
autorizzazione. L’imposizione di un vincolo nel quale si particella (...) oggetto del suddetto condono edilizio non è
attesta la c.d. bellezza d’insieme o il pregio paesaggistico sottoposta ai vincoli inibitori di cui al D.L. n. 490 del 1999 (oggi
per valori estetico-culturali da preservarsi, di cui all’art. 136 D.L. 42/2004 - ex L. n. 431 del 1985)”. Inoltre, sempre secondo
D.Lgs. n. 42 del 2004, rende applicabile l’art. 167, D.Lgs. n. 42 il sig. L., l’assenza di vincoli paesaggistici trovava conferma sia
del 2004 che non consente la sanatoria delle opere realizzate in un’ulteriore certificazione resa dagli uffici comunali che dal
in violazione di vincoli paesaggistici. certificato di destinazione urbanistica da cui emergeva l’insus-
sistenza di vincoli inibitori sull’area su cui sorgeva l’edificio
Ai sensi dell’art. 181, D.Lgs. n. 42 del 2004 è vietata l’ese- trovando applicazione esclusivamente gli obblighi conforma-
cuzione di lavori “di qualsiasi genere su beni” paesaggi- tivi del PRG, che ammettevano l’edificazione secondo i para-
stici senza la necessaria autorizzazione o in difformità da metri prescritti. Infine, con riferimento al paventato vincolo
essa. Va quindi affermato che, per un verso, il divieto di paesaggistico che sarebbe stato impresso nel 1967 (con D.M.)
incremento dei volumi esistenti, imposto ai fini di tutela si contestava l’assenza della necessaria prova del completa-
del paesaggio, preclude qualsiasi nuova edificazione mento del procedimento di imposizione, atteso che il Comune
comportante creazione di volume. Ciò senza che sia pos- si era limitato a depositare copia della Gazzetta Ufficiale n. 275
sibile distinguere tra volume tecnico ed altro tipo di del 3 novembre 1967 in cui era stato pubblicato il Decreto
volume. Per altro verso, l’art. 167, comma 4, del Codice Ministeriale afferente la Dichiarazione di notevole interesse
dei beni culturali e del paesaggio (D.Lgs. n. 42 del 2004) pubblico della zona costiera compresa nel territorio del
preclude il rilascio di autorizzazioni in sanatoria, quando Comune di Villa San Giovanni, senza dimostrare l’affissione
siano stati realizzati volumi di qualsiasi natura e pur per tre mesi della Gazzetta all’albo di tutti i Comuni interessati,
quando ai fini urbanistici ed edilizi non andrebbero ravvi- se non attestando sul medesimo documento che tale proce-
sati volumi in senso tecnico. dura è stata espletata”. Secondo il Consiglio di Stato escludere
che vi sia un vincolo paesaggistico basato su una determinata
La vicenda fatta oggetto del contenzioso in grado di appello fa fonte non significa escludere che vi sia il vincolo, basato su un
riferimento alla impugnazione della sentenza del Tribunale titolo diverso. Il D.M. dell’11 ottobre 1967, infatti, riconobbe un
amministrativo regionale per la Calabria, sede di Reggio Cala- vincolo di interesse paesaggistico per l’area costiera del
bria del 25 giugno 2015, n. 656, con la quale il giudice di primo Comune di Villa San Giovanni sulla quale insistevano le
grado in parte respingeva ed in parte dichiarava improcedibile il opere in questione, di talché nessun rilievo possono avere le
ricorso proposto dalla parte appellante nei confronti del prov- attestazioni comunali prodotte in giudizio che solo testimo-
vedimento prot. n. (...) del 24 settembre 2013 con il quale, il niano dell’assenza di vincoli impressa all’area discendenti dalle
responsabile del Settore tecnico-urbanistico del Comune di previsioni contenute nella Legge n. 431/1985, non potendosi
Villa San Giovanni, aveva denegato il rilascio del permesso di quindi escludere l’esistenza di altri vincoli paesaggistici come,
costruire in sanatoria richiesto dall’odierno ricorrente con per l’appunto, quello imposto dal Decreto ministeriale del
istanza di condono edilizio prot. n. (...) del 29 luglio 2004, 1967. Pertanto, il provvedimento di diniego di condono delle
recante la contestuale ingiunzione a demolire nonché della opere abusive veniva giudicato scevro da illegittimità in
nota prot. n. 1217 emessa dal medesimo responsabile del ragione della comprovata presenza di un vincolo paesaggistico
Settore tecnico del Comune di Villa San Giovanni in data 27 impresso nell’area in questione che precludeva la condonabi-
gennaio 2015. Il signor L. dapprima proponeva impugnazione lità delle opere realizzate. Il vincolo, apposto con D.M. 11
dinanzi al TAR Calabria nei confronti del provvedimento adot- ottobre 1967 per l’area costiera del Comune di Villa San
tato dal Comune n. 17897 del 26 settembre 2013, di diniego al Giovanni, nell’ambito della quale insistono le opere realizzate
rilascio del permesso a costruire in sanatoria, con contestuale e delle quali si era chiesta la sanatoria paesaggistica, non era
ingiunzione alla demolizione del fabbricato e, successiva- suscettibile di sanatoria ai sensi dell’art. 32, comma 27, lett. d),
mente, con ricorso recante motivi aggiunti, impugnava il prov- D.L. 30 settembre 2003, n. 269, convertito in Legge n. 326/
vedimento adottato dal suddetto Comune, n. 1217 del 27 2003, non essendo comunque suscettibili di sanatoria le opere

754 Ambiente & sviluppo 11/2018


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Giurisprudenza

abusive che “(...) d) siano state realizzate su immobili soggetti C6 estensiva di espansione di tipo 2 del programma di fabbrica-
a vincoli imposti sulla base di leggi statali e regionali a tutela (...) zione del Comune di Rocca di Mezzo, compresa nel territorio del
dei beni ambientali e paesistici (...) qualora istituiti prima della “Parco Regionale Sirente Velino e in zona SIC (siti di importanza
esecuzione di dette opere, in assenza o in difformità del titolo comunitaria), Monte Sirente e Monte Velino e ZPS (Zone di
abilitativo edilizio e non conformi alle norme urbanistiche e alle Protezione Speciale) - Sirente Velino. Sussistevano secondo le
prescrizioni degli strumenti urbanistici (...)”. ricorrenti le tre condizioni - effetti potenzialmente gravi, valuta-
zione di dati scientifici disponibili, ampiezza dell’incertezza scien-
DANNO AMBIENTALE tifica - che secondo il principio di precauzione avrebbero dovuto
indurre la Regione e per essa il CCR VIA ad esprimere parere
TAR Abruzzo (AQ), sez. I, 10 settembre 2018, n. 362 - Pres. negativo sul piano. Si adduceva in particolare la violazione del
Antonio Amicuzzi - Rel. Maria Colagrande - Ric. Lipu - Lega piano regionale paesistico (PRP) della Regione Abruzzo e dell’art.
Italiana Protezione Uccelli, Italia Nostra Onlus, Mountain 6 della L.r. Abruzzo n. 18/1983 e dell’art. 9, L.r. Abruzzo n. 42/
Wilderness Italia - Res. Regione Abruzzo, Comune di 2011. Le norme di attuazione del piano paesistico avrebbero
Rocca di Mezzo e altri consentito solo limitati interventi in dette aree di quali restava
escluso l’uso residenziale oggetto del piano di lottizzazione. Nel
Legittimazione processuale associazioni - Siti di impor- caso di specie, la fase costitutiva del procedimento di adozione e
tanza comunitaria - Zone di Protezione Speciale approvazione del piano di lottizzazione, nella quale gli atti pro-
dromici producono i loro effetti e la decisione dell’amministra-
Le associazioni di tutela ambientale riconosciute hanno zione si manifesta e prende forma di atto conformativo degli
piena legittimazione a contestare la conformità dei piani interessi coinvolti, è costituita dalla delibera che approva defini-
urbanistici con quelli sovraordinati quando il gravame tivamente il piano, quale risultava all’esito dei pareri espressi in
persegua la conservazione dell’ambiente suscettibile di seno alla conferenza di servizi e dopo l’invio alla Provincia, ai
trasformazione in attuazione del piano impugnato. sensi dell’art. 20 della Legge regionale n. 18/1983. Ai fini della
corretta identificazione delle norme applicabili ratione temporis,
Al provvedimento amministrativo si applica la regola del rilevava il fatto che nel corso del procedimento e, precisamente,
tempus regit actum, con la conseguenza che esso è sin- nell’intervallo fra l’adozione e l’approvazione del piano, la
dacabile assumendo come parametro di legittimità le Regione approvava, con la delibera di Giunta n. 877 del 27
norme vigenti al tempo in cui è stato adottato. Ciascun dicembre 2016, le misure generali di conservazione per la tutela
atto della serie procedimentale deve uniformarsi alla nor- dei siti della ‘Rete natura 2000’ della Regione Abruzzo che
mativa vigente al momento in cui il procedimento, o una comprende 54 SIC e 5 ZPS, fra i quali è compreso il “Prato
sua fase, si sia concluso, intendendosi per procedimento della Madonna” interessato dalla lottizzazione per cui è causa.
concluso quello per il quale si sia esaurita la fase di deci- Detta delibera aveva un contenuto certamente normativo per-
sione (fase costitutiva), anche se non si è ancora comple- ché introduceva disposizioni generali e astratte direttamente
tata quella dell’integrazione dell’efficacia […] e che tale applicabili alle amministrazioni e ai singoli. Inoltre, tale nuova
effetto si perfeziona soltanto nel momento in cui la fase disciplina introduceva nuove disposizioni, più restrittive e preva-
costitutiva sia pervenuta alla sua conclusione, e cioè nel lenti sulle previsioni normative definite dagli strumenti di rego-
momento in cui tutti gli elementi costitutivi abbiano tro- lamentazione e di pianificazione esistenti, ponendo altresì
vato la loro realizzazione, cosicché è a questo momento prescrizioni, obblighi e divieti. Essa si applicavano pertanto
che deve aversi riguardo per identificare la norma appli- ratione temporis, come parametro di legittimità, ai procedimenti
cabile all’atto. Ciò comporta che la legittimità di un prov- in corso non ancora conclusi e con i vincoli comunitari dei quali
vedimento amministrativo vada valutata in relazione alle costituiva diretta attuazione. La delibera regionale all’allegato n.
norme vigenti al tempo in cui lo stesso è stato adottato. 2, punto 4) dell’elenco “Divieti”, vietava nelle ZPS di convertire
Se, dunque, in pendenza del procedimento interviene una ad altri usi le superfici a prato permanente e a pascolo perma-
nuova disposizione regolamentare, l’atto che ne è l’epi- nente se non per fini di recupero di habitat di interesse comu-
logo deve ad essa disposizione adeguarsi, salvo che incida nitario (...) ovvero per ricostituire habitat (...), previo assenso del
su situazioni giuridiche già consolidatesi. Può aggiun- soggetto gestore, fatto salvo l’espletamento della procedura di
gersi che tutti gli atti della sequenza procedimentale valutazione di incidenza. Secondo il Collegio, ne conseguiva che
sono certamente insensibili alle modifiche normative il Comune non poteva prescindere dalla normativa sopravvenuta
sui requisiti formali del procedimento di formazione di perché incontestatamente l’area interessata dall’intervento si
ciascuno di essi, sicché, se alla data della sopravvenienza trova all’interno di aree SIC e ZPS della Rete Natura 2000 della
normativa erano già stati adottati nelle forme previgenti, Regione Abruzzo. Pertanto, nell’accogliere il ricorso, il TAR
non dovranno essere rinnovati. Tuttavia, sul piano dichiarava illegittima l’approvazione del piano di lottizzazione
sostanziale essi producono i loro effetti al momento in perché autorizzativa di un intervento di trasformazione dell’area
cui viene adottato il provvedimento conclusivo e saranno ricadente nel SIC IT 7110206 - Monte Sirente e Monte Velino e
pertanto soggetti al regime normativo a quella data ZPS IT 711130 - Sirente Velino, senza tener conto dei limiti e dei
vigente nella parte in cui esso introduce una diversa valu- divieti introdotti dalle norme di salvaguardia approvate dalla
tazione degli interessi pubblici. delibera della Giunta regionale n. 877/2016.

In termini, TAR Lombardia, Milano, sez. III, 26 maggio


2009, n. 3839; TAR Abruzzo, Pescara, sez. I, 24 maggio RIFIUTI
2012, n. 234; CDS, sez. V, 10 aprile 2018, n. 2171.
TAR Sicilia (CT), sez. I, 5 settembre 2018, n. 1764 - Pres.
Le Associazioni ricorrenti impugnavano gli atti di adozione del Pancrazio Maria Savasta - Rel. Giuseppina Alessandra
piano di lottizzazione per edifici residenziali da realizzare su Sidoti- Ric. N. G., nella qualità di Curatore del Fallimento
un’area di 22.690 mq in località “Prato della Madonna” zona ditta “F. P. G. e V.” Snc e Soci - Res. Comune di Modica

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Giurisprudenza

Rimozione rifiuti - Bonifica amianto - Imputazione - Curatela lastre di ondulina di cemento amianto quasi del tutto deteriorate e
Fallimentare perforate e, in gran parte, divelte o collate”. Nell’ordinanza si
richiamava la circostanza che, in sede di sopralluogo all’interno di
In tema di “inquinamento”, occorre distinguere le ipotesi detto fabbricato, era stata riscontrata la presenza di rifiuti abban-
regolate dagli artt. 242 e ss. del D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152, donati ivi specificamente descritti, tra cui elementi in cemento-
da quella di cui all’art. 192 del medesimo testo legislativo. amianto e frammenti di eternit provenienti dalla copertura dello
Mentre nel primo caso rileva “l’evento che sia potenzial- stesso immobile, rilevati anche all’esterno dell’insediamento.
mente in grado di contaminare il sito”, nel secondo “l’ab- Nello spazio antistante il fabbricato, era stato pure rilevato che
bandono e il deposito incontrollati di rifiuti sul suolo e nel la piattaforma di calcestruzzo destinata a parcheggio presentava
suolo”. È altresì vietata l’immissione di rifiuti di qualsiasi segni di cedimento strutturale. Il TAR decideva sulla fondatezza
genere, allo stato solido o liquido, nelle acque superficiali del ricorso proposto dal curatore. Secondo i Giudici, infatti, alla
e sotterranee. rimozione dei rifiuti era tenuto il responsabile dell’abbandono o
del deposito dei rifiuti. In via solidale era tenuto il proprietario o chi
È insufficiente, ai fini degli obblighi di rimozione e smalti- abbia a qualunque titolo la disponibilità ove ad esso sia imputabile
mento, la sola titolarità del diritto reale o di godimento l’abbandono dei rifiuti a titolo di dolo o colpa. Non era dunque
sulle aree interessate dall’abbandono dei rifiuti, atteso configurabile una responsabilità oggettiva a carico del proprieta-
che la disposizione richiede la sussistenza dell’elemento rio o di coloro che a qualunque titolo abbia la disponibilità dell’area
psicologico e la necessità dell’accertamento della respon- interessata dall’abbandono dei rifiuti, con conseguente esclu-
sabilità soggettiva, in contraddittorio con i soggetti inte- sione della natura di obbligazione propter rem dell’obbligo di
ressati, da parte dei soggetti preposti al controllo. ripristino del fondo a carico del titolare di un diritto di godimento
sul bene. Si censurava dunque l’operato dell’Amministrazione
La curatela fallimentare non può essere destinataria di atteso che ometteva di dedurre, in concreto e in assenza di
ordinanze sindacali dirette alla bonifica dei siti inquinanti, accertamenti eseguiti in contraddittorio con i soggetti interessati,
sia in quanto non sussiste alcun dovere del curatore di profili di responsabilità a titolo di dolo o colpa in capo al soggetto
adottare particolari comportamenti attivi finalizzati alla sanzionato, essendo essi necessari per imporre l’obbligo di
tutela sanitaria degli immobili destinati alla bonifica da rimozione dei rifiuti. Secondo il Collegio poi non sussistevano
fattori inquinanti, sia perché la legittimazione passiva le condizioni per imputare una qualsivoglia responsabilità al ricor-
della curatela fallimentare in tema di ordinanze sindacali rente, invero anche l’ordinanza censurata si limitava a dare atto
di bonifica determinerebbe un sovvertimento del princi- che l’immobile in questione era oggetto di procedura fallimentare
pio “chi inquina paga”, scaricando i costi sui creditori che e si indicava la responsabilità del curatore fallimentare “quale
non hanno alcun collegamento con l’inquinamento. Il responsabile del deposito e dell’abbandono dei rifiuti”. In defini-
curatore non subentra negli obblighi correlati alla respon- tiva, dal tenore del gravato provvedimento la sentenza metteva in
sabilità del fallito; invero, la società dichiarata fallita con- luce che l’Amministrazione intimata avesse fatto discendere gli
serva la propria soggettività giuridica e rimane titolare del obblighi in essa indicati in capo al ricorrente dalla mera qualità di
proprio patrimonio, perdendone la facoltà di disposizione curatore fallimentare, non dimostrando invece, di avere com-
e subendo la caratteristica vicenda dello spossessa- piuto le dette attività preliminari, sicché, in assenza dell’indivi-
mento; d’altra parte, il fallimento non acquista la titolarità duazione di una univoca, autonoma e chiara responsabilità del
dei beni, ma ne è solo amministratore con facoltà di curatore stesso sull’abbandono dei rifiuti, nessun ordine di ripri-
disposizione; questa facoltà si fonda non sulla titolarità stino poteva essere imposto dal Comune alla curatela fallimen-
dei relativi diritti ma, a guisa di legittimazione straordi- tare, quale mera responsabilità di posizione.
naria, sul munus publicum rivestito dagli organi della
procedura. Nei confronti del fallimento non è pertanto AUA
ravvisabile un fenomeno di successione, il quale solo
potrebbe far scattare il meccanismo estensivo, previsto TAR Campania, Salerno, sez. II, 6 settembre 2018, n. 1254 -
dall’art. 194, comma 4, D.Lgs. n. 152 del 2006, della legit- Pres. Maria Abbruzzese - Rel. Olindo Di Popolo - Ric.
timazione passiva rispetto agli obblighi di ripristino che L. R. S.M. - Res. Comune di Scafati, Provincia di Salerno
l’articolo stesso pone in prima battuta a carico del respon-
sabile e del proprietario versante in dolo o colpa. AUA - Governo del Territorio - Abuso Edilizio

Sul punto anche CDS, sez. V, 30 giugno 2014, n. 3274; 16 Le valutazioni di ordine ambientale non possono rima-
giugno 2009, n. 3885; 12 giugno 2009, n. 3765; TAR Lom- nere avulse da quelle di ordine urbanistico-edilizio,
bardia, Milano, sez. III, 3 marzo 2017, n. 520. stante la loro innegabile interconnessione reciproca, e
stante l’espressa previsione, da parte dell’art. 269,
Il ricorrente, nella qualità di curatore fallimentare impugnava comma 3, del D.Lgs. n. 152/2006, del “contestale
l’ordinanza sindacale con la quale il Sindaco del Comune di esame degli interessi coinvolti nei procedimenti svolti
Modica ordinava allo stesso, nella detta qualità, ai sensi dell’art. dal Comune ai sensi del decreto del Presidente della
192, comma 3, del D.Lgs. n. 152/2006, di provvedere mediante Repubblica 6 giugno 2001, n. 380”.
ditta specializzata, alla bonifica dell’immobile sito in Modica c.d.
Trebalate in area inquinata e al rispristino dello stato dei luoghi, La ricorrente impugnava, chiedendone l’annullamento previa
avviando lo smaltimento dei vari rifiuti speciali, pericolosi e non, sospensione, il provvedimento del Responsabile del Servizio
ivi depositati. In particolare, la detta ordinanza faceva riferimento S.U.A.P. del Comune di Scafati con il quale era stato negato il
all’esito del sopralluogo della polizia municipale nella C.le Treba- rilascio dell’autorizzazione unica ambientale (AUA). L’AUA richie-
late Passo Parrino ove insisteva un capannone “in evidente stato sta dalla società R. S. M. era intesa a compendiare, ai sensi e per
di abbandono con copertura costituita da capriate metalliche e gli effetti degli artt. 3 ss. del D.P.R. n. 59/2013, l’autorizzazione

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Giurisprudenza

alle emissioni in atmosfera, l’autorizzazione agli scarichi di acque stabilimento industriale de quo, cosicché, in omaggio al principio
reflue non in fognatura, e la comunicazione relativa all’impatto generale di proporzionalità, non si sarebbe potuto giustificare il
acustico. L’impugnato provvedimento declinatorio era motivato diniego di AUA in relazione alla sua globalità. Il Collegio però
in ragione della non conformità urbanistico-edilizia del complesso respingeva il ricorso sulla base della disciplina generale in materia
produttivo, presso il quale risultavano realizzate opere abusive di AUA e in particolare in relazione agli artt. 269, comma 3, e 124,
rimaste insanate a seguito del pronunciato diniego di legittima- comma 7, D.Lgs. n. 152/2006, all’art. 8, comma 4, Legge. n. 447/
zione da parte dell’autorità comunale. Nell’avversare siffatta 1995 e all’art. 4, comma 7, del D.P.R. n. 59/2013 e più in generale,
determinazione, la ricorrente lamentava, in estrema sintesi, ai sensi degli artt. 14-bis, comma 5, e 14-quater, comma 1, della
che ai fini dell’emissione dell’AUA, il SUAP sarebbe stato incom- Legge n. 241/1990, al cui ambito applicativo è riconducibile la
petente ad effettuare attività valutative e, vieppiù, di ordine fattispecie procedimentale de qua, costituita da conferenza di
urbanistico edilizio. Secondo la ricorrente i profili urbanistico- servizi asincrona conclusasi positivamente con l’AUA n. 544 del
edilizi esulavano dal contenuto dell’AUA e gli abusi urbanistico- 21 agosto 2017, previ atti di assenso delle amministrazioni
edilizi emersi avrebbero attinto soltanto marginalmente lo partecipanti.

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Giurisprudenza

Corte di Cassazione penale


a cura di Vincenzo Paone

DELITTI AMBIENTALI L’accumulo di SOA comportava un evento distruttivo qualifica-


bile come grave, complesso ed esteso, in quanto concretante
un pervasivo ed ingovernabile fenomeno di compromissione
ABBANDONARE SUL SUOLO RIFIUTI ANIMALI PUÒ INTEGRARE globale, anche se non irreversibile, dell’ambiente.
IL REATO DI DISASTRO INNOMINATO Il V. ricorreva per Cassazione deducendo l’erronea applica-
zione dell’art. 434 cod. pen.: in primo luogo, perché i fatti
Cassazione penale, sez. I, 13 settembre 2018, ud. 23 feb- contestati rientravano in fattispecie contravvenzionali già
braio 2018, n. 40718 - Pres. Bonito - Est. Esposito - P.M. costituenti oggetto di oblazione; in secondo luogo, perché
Picardi (conc. conf.) - Ric. Vivarelli si era erroneamente ritenuto sussistente un rischio derivante
dalla proliferazione di microorganismi senza l’espletamento
Disastro innominato - Elemento materiale - Abbandono al di un accertamento in concreto; in terzo luogo, con riferi-
suolo di sottoprodotti di origine animale - Potenziali diffu- mento al pericolo di inquinamento del suolo e della falda
sori di agenti patogeni - Idoneità a porre in pericolo l’inco- acquifera, perché i paventati pericoli di inquinamento del
lumità pubblica sottosuolo e/o della falda acquifera non erano mai stati pre-
senti e, in ogni caso, non avevano mai assunto proporzioni
Art. 434, cod. pen. straordinarie.
Il ricorso è stato respinto.
Integra il reato di disastro innominato l’abbandono al suolo Infatti, secondo la Cassazione la Corte d’Appello aveva cor-
per diversi mesi di sottoprodotti di origine animale (Soa), rettamente ritenuto sussistente l’evento di danno in quanto i
idonei a porre in pericolo l’incolumità pubblica, in quanto SOA, potenziali diffusori di agenti patogeni trasmissibili anche
potenziali diffusori di agenti patogeni e a prescindere dalla all’uomo, rappresentavano un importante fattore di rischio di
effettiva realizzazione del danno, giacché rientrano nella dispersione nell’ambiente di malattie infettive degli animali,
nozione di disastro innominato anche i fenomeni derivanti potenzialmente pericolose anche per gli esseri umani.
da immissioni tossiche che incidono sull’ecosistema e La Corte territoriale aveva dato atto della tossicità di alcuni gas
sulla qualità dell’aria respirabile, determinando imponenti prodotti dalla putrefazione di organismi animali nonché di talune
processi di deterioramento, di lunga e lunghissima durata, sostanze contenute nel percolato aventi natura di rifiuto liquido
dell’habitat umano. e dell’evoluzione della situazione verso la creazione di condi-
zioni anossiche per l’attività della biomassa, con notevoli ridu-
Nei gradi di merito, il legale rappresentante della A.S. s.r.l., V., zioni dell’efficienza depurativa e inibizione dell’attività biologica
veniva condannato per il delitto di disastro innominato colle- tali da rendere necessari plurimi interventi in materia delle
gato alla detenzione di ingenti ed imprecisati quantitativi di pubbliche amministrazioni, volti a contenere la situazione.
sottoprodotti di origine animale (SOA), lasciati a diretto con- Ciò posto, la Suprema Corte ha osservato che, per quanto
tatto col suolo e in balia degli agenti atmosferici. attiene ai requisiti costitutivi della fattispecie criminosa in que-
All’epoca dei fatti, la A.S. s.r.l. conduceva un impianto per stione, integra il cosiddetto disastro innominato previsto dall’art.
l’eliminazione o il recupero di sottoprodotti di origine animale 434 cod. pen. non soltanto il macroevento di immediata manife-
(carcasse e residui di macellazione) in forza di autorizzazione stazione esteriore che si verifica in un arco di tempo ristretto, ma
integrata ambientale. Dal sopralluogo effettuato dai carabi- anche l’evento, non visivamente ed immediatamente percepi-
nieri del Nucleo Antisofisticazioni e del Nucleo Operativo bile, che si realizza in un periodo molto prolungato, sempre che
Ecologico era emerso che nel piazzale interno erano stoccati comunque produca una compromissione delle caratteristiche di
numerosi contenitori pieni di farine animali, di liquami di sicurezza, di tutela della salute e di altri valori della persona e della
origine animale ed altri rifiuti; rottami ferrosi, oli esausti e collettività tale da determinare una lesione della pubblica inco-
batterie d’auto; migliaia di metri cubi di scarti di origine lumità; ne consegue che rientrano nella nozione di disastro
animale. Tali materiali erano detenuti irregolarmente, in innominato pure i fenomeni derivanti da immissioni tossiche
quanto ammassati in modo disordinato, esposti agli agenti che incidono sull’ecosistema e sulla qualità dell’aria respirabile,
atmosferici e non tracciati nei registri di carico e scarico. determinando imponenti processi di deterioramento, di lunga e
Inoltre, i sottoprodotti di origine animale, occupanti una lunghissima durata, dell’habitat umano.
vasta superficie a cielo aperto in zona diversa da quella In relazione al caso di specie, la Cassazione ha ritenuto che la
indicata nell’autorizzazione, erano putrefatti, emanavano un condotta accertata integrasse gli estremi del reato contestato
fetore nauseabondo e producevano un cospicuo quantitativo emergendo una situazione astrattamente idonea a porre in
di percolato, sparso sul piazzale. pericolo la pubblica incolumità. La disposizione di cui all’art.
I predetti dati trovavano conferma a seguito dell’ispezione 434 cod. pen. non richiede l’effettiva produzione di un danno,
svolta dal Servizio Veterinario dell’ASL che attestava le moda- essendo sufficiente l’insorgenza di uno stato di fatto, che renda
lità di stoccaggio dei sottoprodotti di origine animale senza possibile un danno. L’effettività della capacità diffusiva del
protezione, il rischio di infezioni per l’uomo e per gli animali nocumento deve essere, mediante valutazione ex ante, accer-
nonché l’irrespirabilità dell’aria tanto che il Dirigente del Set- tata in concreto, ma la qualificazione di grave pericolosità non
tore Ecologia, rilevata l’esistenza di una situazione di pericolo viene meno qualora l’evento dannoso non si sia verificato.
per la salute pubblica e l’ambiente, sospendeva l’autorizza- L’evento di danno o di pericolo per la pubblica incolumità
zione integrata ambientale.

758 Ambiente & sviluppo 11/2018


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Giurisprudenza

deve essere straordinariamente grave e complesso, ma non nel di autorizzazione - Reato a condotta mista permanente -
senso di eccezionalmente immane, essendo necessario e suf- Momento di cessazione della permanenza - Individuazione
ficiente che il nocumento abbia un carattere di prorompente
diffusione, che esponga a pericolo collettivamente un numero Artt. 269, 279, 281, D.Lgs. n. 152/2006
indeterminato di persone e che l’eccezionalità della dimensione
dell’evento desti un senso di allarme, sicché non è richiesto che In tema di emissioni in atmosfera, in analogia alla situazione
il fatto abbia direttamente prodotto collettivamente la morte o transitoria verificatasi al momento dell’entrata in vigore del
lesioni alle persone, potendo pure colpire cose, purché dalla D.P.R. n. 203/1988, la condotta punita a norma del combi-
rovina di queste effettivamente insorga un pericolo grave per la nato disposto tra l’art. 279 e la disposizione transitoria di cui
salute collettiva. all’art. 281, comma 3, D.Lgs. n. 152/2006 (prosecuzione
Per la Suprema Corte non ostava a tale qualificazione della nell’esercizio di impianto preesistente senza presentazione
vicenda l’ammissione dell’imputato all’oblazione ex art. 162 della domanda di autorizzazione) integra un reato a con-
bis cod. pen. per alcune contravvenzioni contestate, avendo il dotta mista, implicando la condotta commissiva dell’eser-
giudice di merito logicamente evidenziato che tale evenienza cizio dell’attività produttiva e quella omissiva della mancata
non implicava necessariamente un giudizio di non gravità del presentazione della domanda, con la conseguenza che la
fatto, in base a quanto disposto dal comma quarto della mede- permanenza perdura sino a quando il soggetto non desista
sima disposizione. Perciò, l’ammissione all’oblazione per plu- dall’attività o presenti la domanda di autorizzazione.
rime fattispecie contravvenzionali e la valutazione di gravità
della vicenda complessivamente considerata non determina- Avverso l’ordinanza del Tribunale del riesame che aveva confer-
vano una contraddittorietà della motivazione. mato il sequestro preventivo di una cava gestita dalla P.I. Srl,
In conclusione, la durata dell’abbandono incontrollato dei rifiuti ritenendo che la stessa operasse in assenza dell’autorizzazione
e del materiale (cinque mesi), il quantitativo di sostanze con- alle emissioni in atmosfera di cui all’art. 269, D.Lgs. n. 152/2006,
taminate (superiore a tremila metri cubi di SOA lasciati a diretto l’amministratore societario, tal C., proponeva ricorso per cassa-
contatto col suolo e in balia degli agenti atmosferici), la loro zione dolendosi, in primo luogo, del fatto che il Tribunale avesse
intensa tossicità, la loro diffusione nell’ambiente circostante ritenuto che l’autorizzazione alle emissioni in atmosfera rilasciata
(produzione di percolato) e il pericolo di causazione di danni alla società il 10 gennaio 2007 si riferisse alla sola attività di
ulteriori alla salute sono stati ritenuti idonei a produrre il disa- frantumazione degli inerti invece che all’impianto di cava com-
stro integrante il reato di cui all’art. 434 cod. pen. plessivamente inteso, sì che nessun ulteriore autorizzazione era
È stato poi ritenuto infondato il motivo di ricorso con cui si da richiedersi (per il ricorrente, non era applicabile nella specie
sosteneva la tesi dell’assenza di pericoli di inquinamento del l’ipotesi di caducazione dell’autorizzazione prevista dal nuovo art.
sottosuolo e/o della falda acquifera. A tal riguardo, la difesa 281, comma 3, D.Lgs. n. 152/2006 posto che la P.I. Srl era
aveva segnalato l’esistenza della disposizione di cui all’art. 452 subentrata alla C.d.G. Srl nel medesimo impianto, già autorizzato
bis cod. pen., che prevede il reato di inquinamento ambientale in ai sensi del D.P.R. n. 203/1988, ed aveva comunque ottenuto in
caso di compromissione o di un deterioramento significativo e proprio l’autorizzazione); in secondo luogo, il C. eccepiva che il
misurabile, evidenziando quanto segue: a) l’adozione di cautele Tribunale non aveva dichiarato il reato estinto per prescrizione,
adottate per prevenire l’inquinamento del sottosuolo, con parti- dovendo lo stesso ritenersi consumato nel gennaio 2013 allor-
colare riferimento all’installazione di una soletta di calcestruzzo e quando la P.I. Srl aveva trasmesso all’autorità amministrativa due
l’irrilevanza penale dell’inquinamento di un’area di 200 mq. in istanze da considerarsi quali autodenuncia, sì che la stessa, sin da
base a tale disposizione; b) l’impossibilità di provocare inquina- allora, era stata messa in condizioni di intervenire.
mento della falda acquifera, in quanto la A.S. s.r.l. scaricava le La Suprema Corte, in relazione alla prima doglianza, ha escluso
acque reflue nella condotta fognaria del Consorzio Industriale che la decisione presentasse vizi di legittimità. Il Tribunale aveva
Provinciale, luogo di confluenza delle acque reflue provenienti infatti correttamente ritenuto che l’autorizzazione rilasciata alla
dalle lavorazioni industriali degli opifici siti nell’area del Consorzio. società ricorrente il 10 gennaio 2007 si riferisse esclusivamente
La Suprema Corte ha osservato che il richiamo di cui all’art. 452 all’impianto di frantumazione degli inerti collocato all’interno
bis cod. pen. era inconferente, perché tale disposizione, peral- della cava e non riguardasse l’intero stabilimento produttivo
tro entrata in vigore in epoca successiva a quella di consuma- e, in particolare, l’attività di coltivazione, che, prima escluso
zione dei reati, integra un reato di danno e non di pericolo, ben dall’ambito di applicabilità della parte quinta del D.Lgs. n. 152/
distinto rispetto alla fattispecie criminosa di cui all’art. 434 2006, era invece da autorizzarsi ai sensi dell’art. 269 del decreto
cod. pen. in forza del successivo art. 281 novellato dal D.Lgs. n. 128/2010.
Il secondo motivo di ricorso invece è stato accolto.
Nel respingere l’eccezione di prescrizione del reato oggetto
EMISSIONI d’indagine, il Tribunale aveva infatti applicato l’orientamento
consolidato secondo cui il reato di esercizio di impianto in
difetto di autorizzazione, di cui all’art. 279 D.Lgs. n. 152 del
QUANDO CESSA LA PERMANENZA DEL REATO 2006, ha natura permanente e la consumazione perdura sino a
DI PROSECUZIONE NELL’ ESERCIZIO DI UN IMPIANTO che si ottenga il titolo abilitativo ovvero si cessi l’attività in
PREESISTENTE SENZA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA assenza dello stesso.
DI AUTORIZZAZIONE?
La Suprema Corte ha tuttavia chiarito che nella specie non
veniva in esame la sola - e diretta - applicazione della menzio-
Cassazione penale, sez. III, 10 settembre 2018, ud. 4 luglio nata disposizione incriminatrice, essendo la condotta invece
2018, n. 40243 - Pres. Sarno - Est. Reynaud - P.M. Cuomo punita a norma del combinato disposto tra la stessa e la
(conc. diff.) - Ric. Cilumbriello disposizione transitoria di cui all’art. 281, comma 3, D.Lgs.
n. 152/2006, perché lo stabilimento del ricorrente era in eser-
Emissioni in atmosfera - Prosecuzione nell’esercizio di cizio alla data di entrata in vigore della parte quinta del Decreto,
impianto preesistente senza presentazione della domanda non ricadeva nel campo di applicazione del D.P.R. n. 203/1988

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Giurisprudenza

(che non riguardava l’attività di coltivazione di cava in quanto condotta illecita di esercizio dello stabilimento in assenza della
tale) ed era invece assoggettato alla disciplina contenuta negli prescritta autorizzazione, punita ai sensi dell’art. 279, comma
artt. 267 ss., D.Lgs. n. 152/2006 proprio a seguito delle modi- 1, cessa al momento di presentazione dell’istanza.
fiche intervenute con il D.Lgs. n. 128/2010. Diversamente dalle ipotesi direttamente disciplinate da tale
La disciplina transitoria contenuta nell’art. 281, comma 3, pre- ultima disposizione, la fattispecie risultante dal combinato
vede, da un lato, per quanto qui rileva, che i gestori di stabilimenti, disposto della stessa e dalla disciplina transitoria contenuta
come quello del ricorrente, “si adeguano alle disposizioni del nel successivo art. 281, comma 3, prevede, infatti, una norma
presente titolo entro il 10 settembre 2013” e, dall’altro lato, che la a condotta mista, implicando la condotta commissiva della
domanda di autorizzazione sia presentata “entro il 31 luglio 2012. prosecuzione di un’attività produttiva in atto, lecitamente a suo
L’autorità competente si pronuncia in un termine pari a otto mesi tempo avviata, e la condotta omissiva del mancato adegua-
o, in caso di integrazione della domanda di autorizzazione, pari a mento, formale e sostanziale, alla sopravvenuta normativa
dieci mesi dalla ricezione della domanda stessa”. entro 1° settembre 2013.
La citata disposizione precisa poi che “in caso di mancata pre- La Suprema Corte ha così ribadito il principio elaborato con
sentazione della domanda entro il termine previsto ... lo stabili- riferimento all’analoga situazione transitoria verificatasi al
mento si considera in esercizio senza autorizzazione alle momento dell’entrata in vigore del D.P.R. 203/1988, con riguardo
emissioni”, donde il chiaro riferimento alla fattispecie di reato alla quale si era già affermato che la permanenza del reato di cui
di cui all’art. 279, comma 1, seconda ipotesi, D.Lgs. n. 152/2006. all’art. 25, comma 1, perdura sino a quando il soggetto non
Infine, la disposizione precisa che “se la domanda è presen- desista dall’attività o presenti la domanda di autorizzazione.
tata nel termine previsto, l’esercizio può essere proseguito L’ordinanza impugnata è stata annullata con rinvio al Tribunale
fino alla pronuncia dell’autorità competente”. per accertare se e quando era avvenuto l’adeguamento richie-
Il Collegio romano ha perciò rilevato che si è in presenza di una sto dalla norma, onde stabilire la consumazione del reato e il
norma transitoria la quale - così come accaduto in occasione conseguente (eventuale) decorso del termine massimo di
dell’approvazione del D.P.R. n. 203/1988 - ha inteso regolamen- prescrizione del reato.
tare gli stabilimenti in esercizio prima non soggetti all’obbligo di
munirsi dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera con l’in-
tento di consentire, per un tempo limitato, la prosecuzione
dell’attività in attesa dell’adeguamento alla nuova disciplina, RIFIUTI
evitandone il blocco e così realizzando un ragionevole contem-
peramento tra la tutela dell’ambiente e la salvaguardia delle I REQUISITI PER CONFIGURARE IL REATO DI DISCARICA
imprese in esercizio. ABUSIVA
Nel caso di specie, risultava dal provvedimento impugnato
che, pur non avendo rispettato la prima scadenza del 31 luglio Cassazione penale, sez. III, 28 agosto 2018, ud. 20 aprile
2012, la P.I. Srl aveva presentato la domanda per il rinnovo 2018, n. 39027 - Pres. Ramacci - Est. Andronio - P.M.
dell’autorizzazione con riguardo all’impianto di frantumazione Spinaci (conc. conf.) - Ric. Caprino
e per l’adeguamento alla nuova normativa di settore ai fini
dell’emissione in atmosfera anche con riguardo all’attività di Rifiuti - Requisiti e caratteristiche della discarica abusiva -
coltivazione della cava circa sei mesi dopo, in data 3 gennaio Attività di trasformazione, recupero o riciclo dei rifiuti -
2013 (ulteriormente ribadita il successivo 15 gennaio 2013), Necessità - Esclusione
vale a dire comunque prima del 1° settembre 2013, data che la
citata disposizione di legge fissa quale termine ultimo per Art. 6, Legge n. 210/2008
l’adeguamento. Dagli atti non risultava che l’autorità compe-
tente non si fosse pronunciata sulla domanda, né che la Ai fini della configurabilità del reato di realizzazione o
società non si fosse adeguata alla normativa sostanziale dive- gestione di discarica non autorizzata (nella specie, realizzata
nuta applicabile anche in relazione all’attività di cava. in zona ove vige la Legge n. 210/2008) è necessario l’accu-
Se quell’adeguamento vi era stato, la società si era dunque mulo di rifiuti, per effetto di una condotta ripetuta, in una
adeguata alla nuova normativa, richiedendo anche espressa- determinata area, trasformata di fatto in deposito o ricetta-
mente l’autorizzazione, entro il termine ultimo stabilito del 1° colo con tendenziale carattere di definitività, in considera-
settembre 2013, sicché, anche in relazione all’interpretazione zione delle quantità considerevoli degli stessi e dello spazio
finalistica della norma con riguardo al bene penalmente pro- occupato ed è del tutto irrilevante la circostanza che non
tetto, la condotta illecita era cessata. siano effettuate altre attività (come trasformazione, recu-
La sentenza in epigrafe ha quindi osservato che la potenziale pero o riciclo) proprie di discariche correttamente autoriz-
antinomia insita nella disposizione transitoria di cui all’art. 281, zate e che perciò non costituiscono elementi indispensabili
comma 3 - che, da un lato, prevede per gli stabilimenti esistenti per ritenere l’esistenza di una discarica abusiva, ben
per la prima volta assoggettati all’obbligo di autorizzazione di potendo l’autore del reato - come succede nella maggio-
adeguarsi alla nuova normativa entro il 1° settembre 2013 e, ranza dei casi - limitarsi a realizzare l’accumulo dei rifiuti.
dall’altro, anche per consentire alla autorità competenti per il
controllo il tempo necessario per la valutazione delle istanze, Per avere realizzato e gestito una discarica abusiva di rifiuti
anticipa al 31 luglio 2012 il termine per richiedere l’autorizza- pericolosi e non, costituiti in gran parte da sezioni di gru,
zione prevedendo in tal caso la possibilità di prosecuzione materiali metallici, cisterne, inerti, carcasse di animali, mate-
dell’attività sino alla pronuncia sull’istanza - dev’essere risolta riali dismessi e contenitori, la Corte d’Appello condannava
interpretando la norma nel senso che, se la richiesta di auto- l’imputato per il reato di cui all’art. 6, Legge n. 210/2008
rizzazione sia presentata dopo tale ultimo termine, ma comun- oltre la confisca dell’area.
que prima del 1° settembre 2013 e risulti l’adeguamento Nel proposto ricorso per cassazione, l’imputato sosteneva
anche sostanziale dello stabilimento ai valori limite di emis- che, sulla base del solo elemento della eterogeneità dei rifiuti
sione enucleabili dalla disciplina positiva, la permanenza della stessi, si era erroneamente ritenuto sussistente il reato di

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Giurisprudenza

discarica abusiva e non il deposito temporaneo di rifiuti; inoltre, Art. 255, D.Lgs. n. 152/2006
secondo il ricorrente, mancavano le attività di trasformazione,
L’obbligo di rimozione dei rifiuti sorge in capo al responsa-
recupero, riciclo, indispensabili per ritenere l’esistenza di una
bile dell’abbandono come conseguenza della sua condotta,
discarica, mentre il deposito sarebbe stato effettuato in con-
mentre i soggetti destinatari dell’ordinanza sindacale sono
seguenza della necessità di conservare temporaneamente
obbligati in quanto tali: pertanto, in caso di inosservanza del
materiale in disuso, del quale l’imputato aveva il possesso.
provvedimento, ne subiscono, per ciò solo, le conseguenze
Contestava inoltre la disposta confisca, sulla base del rilievo
se non hanno provveduto ad impugnare l’ordinanza sinda-
che la proprietà del terreno apparteneva a una società a
cale per ottenerne l’annullamento o non forniscono al giu-
responsabilità limitata, soggetto diverso dall’autore del reato.
dice penale dati significativi valutabili ai fini di una eventuale
Il ricorso è stato respinto: la Suprema Corte ha infatti osservato
disapplicazione del provvedimento impositivo dell’obbligo.
che dalla semplice lettura della sentenza impugnata emergeva
che la Corte d’Appello non si era limitata a valorizzare l’etero-
Il reato di mancata ottemperanza all’ordine sindacale di
geneità dei rifiuti, ma aveva anche evidenziato l’entità del
rimozione dei rifiuti ha natura di reato permanente, nel
materiale rinvenuto e le notevoli dimensioni dell’area interes-
quale la scadenza del termine per l’adempimento non
sata dall’accumulo in via definitiva.
indica il momento di esaurimento della fattispecie,
Così argomentando, aveva correttamente applicato i principi
bensì l’inizio della fase di consumazione che si protrae
costantemente affermati secondo cui, ai fini della configura-
sino al momento dell’ottemperanza all’ordine ricevuto.
bilità del reato di realizzazione o gestione di discarica non
autorizzata, è necessario l’accumulo di rifiuti, per effetto di Nella specie si discuteva del reato di mancato rispetto dell’or-
una condotta ripetuta, in una determinata area, trasformata di dinanza emessa dal sindaco con la quale si ordinava di prov-
fatto in deposito o ricettacolo con tendenziale carattere di vedere alla rimozione ed allo smaltimento di rifiuti, con
definitività, in considerazione delle quantità considerevoli ripristino dello stato dei luoghi.
degli stessi e dello spazio occupato. Tal P., condannato per il reato di cui all’art. 255, D.Lgs. n. 152/
Secondo la sentenza era del tutto irrilevante, ai fini della 2006, proponeva ricorso per cassazione deducendo che la
configurabilità del reato, che mancassero attività di trasfor- Corte territoriale aveva erroneamente individuato il momento
mazione, recupero o riciclo, perché tali attività sono proprie consumativo del reato, non ritenendo conseguentemente
di discariche correttamente autorizzate, ma non costitui- prescritta la contravvenzione contestata. Inoltre, deduceva
scono elementi indispensabili per ritenere l’esistenza di che i giudici avevano ritenuto la sua responsabilità sulla base
una discarica abusiva, ben potendo l’autore del reato - della mera residenza sul luogo dei fatti.
come succede nella maggioranza dei casi - limitarsi a rea- Il ricorso è stato ritenuto inammissibile.
lizzare l’accumulo dei rifiuti. La sentenza in epigrafe ha operato un preliminare excursus
Anche la doglianza relativa alla disposta confisca, basata delle norme implicate nella vicenda e della giurisprudenza
sul rilievo che la proprietà del terreno apparteneva a una maturata sulla questione.
società a responsabilità limitata, soggetto diverso dall’au- L’art. 192, D.Lgs. n. 152/2006 prevede un generale divieto di
tore del reato - è stata ritenuta infondata. Il reato è stato abbandono di rifiuti e tale condotta è sanzionata dagli artt. 255
contestato e accertato come commesso dall’imputato e 256 del medesimo Decreto; secondo le Sezioni Unite Civili
nella sua qualità di legale rappresentante della società della Cassazione, i destinatari delle disposizioni richiamate
proprietaria del terreno e nell’esclusivo interesse di que- vanno individuati in qualunque soggetto che si trovi con
st’ultima. Ne conseguiva che la società era il beneficiario l’area interessata in un rapporto, anche di mero fatto, tale da
effettivo dell’attività delittuosa, non potendosi perciò consentirgli - e per ciò stesso imporgli - di esercitare una
equiparare la sua posizione a quella di un terzo estraneo. funzione di protezione e custodia finalizzata ad evitare che
l’area medesima possa essere adibita a discarica abusiva di
INOSSERVANZA DELL’ORDINE SINDACALE DI RIMOZIONE rifiuti, nocivi per la salvaguardia dell’ambiente.
RIFIUTI, SOGGETTI OBBLIGATI E NATURA PERMANENTE È stata poi ricordata la giurisprudenza in materia secondo cui i
DEL REATO soggetti individuati dall’ordinanza sindacale come obbligati, una
volta assunta tale veste, sono tenuti in ogni caso ad attenersi al
Cassazione penale, sez. III, 3 settembre 2018, ud. 12 giu- provvedimento emanato, indipendentemente dalla effettività di
gno 2018, n. 39430 - Pres. Lapalorcia - Est. Ramacci - P.M. tale qualifica ed è loro onere ottenere l’annullamento del provve-
Filippi (conc. conf.) - Ric. Pavan dimento sindacale o comunque dimostrare, in sede penale,
l’assenza di tale condizione soggettiva al fine di ottenere dal
Rifiuti - Ordinanza sindacale che impone la rimozione dei giudice la disapplicazione dell’atto (1); inoltre, non rileva la circo-
rifiuti - Destinatari dell’ordinanza sindacale obbligati in stanza che l’accumulo dei rifiuti non sia ascrivibile al comporta-
quanto tali - Conseguenze - Oneri in capo al destinatario mento del destinatario dell’intimazione o risalga a tempi
dell’ordinanza sindacale non responsabile dell’abbandono antecedenti l’acquisto dell’immobile stesso (2).
La sentenza in epigrafe ha chiarito che le decisioni emesse dalla
Rifiuti - Ordinanza sindacale che impone la rimozione dei Cassazione in precedenza non si pongono tra loro in contrasto,
rifiuti - Mancata ottemperanza - Natura di reato permanente perché i principi originariamente stabiliti con la sentenza Viti sono
che si protrae sino al momento dell’ottemperanza all’or- stati sempre tenuti in considerazione ed opportunamente richia-
dine ricevuto mati nella loro interezza, con riferimento, in particolare, anche agli

(1) Cass. 10 luglio 2002, P.M. in proc. Viti, Ced Cass., rv. (2) Cass. 2 aprile 2004, Armani, Ced Cass., rv. 228615; 12
222421. dicembre 2006, Lefebre, Ced Cass., rv. 235876; 17 febbraio
2016, Elefante, Ced Cass., rv. 266436.

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Giurisprudenza

oneri incombenti sui destinatari del provvedimento al fine di rimozione dei rifiuti ha natura di reato permanente, nel quale la
evitare l’affermazione di responsabilità, mentre in altre pronunce scadenza del termine per l’adempimento non indica il
tale richiamo è assente, ma non smentisce, comunque, quanto momento di esaurimento della fattispecie, bensì l’inizio della
originariamente affermato. fase di consumazione che si protrae sino al momento dell’ot-
Peraltro, la sentenza Viti opportunamente distingue tra i desti- temperanza all’ordine ricevuto.
natari del precetto di cui all’art. 14 D.Lgs. n 22/1997 - ora Infatti, il termine per l’adempimento indicato nell’ordinanza è
sostanzialmente trasfuso nell’art. 192, D.Lgs. n. 152/2006 - fissato al fine di stabilire il regolare e tempestivo adempimento
e quelli individuati dall’art. 50, comma 2, D.Lgs. n 22/1997 (ora della prescrizione, che può essere adempiuta in modo utile
dall’art. 255, comma 3, D.Lgs. n. 152/2006) il quale si riferisce a anche tardivamente considerato che l’interesse protetto è il
“chiunque non ottempera all’ordinanza del sindaco”, osser- compimento dell’azione doverosa.
vando, conseguentemente, che la prima disposizione richia- A questa stregua, la Suprema Corte ha notato che corretta-
mata è rivolta ai responsabili dell’abbandono di rifiuti e ai mente la Corte territoriale aveva individuato nella data della
proprietari del terreno inquinato, mentre la seconda riguarda sentenza di primo grado il dies a quo per la decorrenza del
i destinatari formali dell’ordinanza sindacale. termine di prescrizione, in considerazione del fatto che l’istru-
Sempre secondo la sentenza Viti, a costoro spetta, per evitare zione dibattimentale aveva consentito di verificare, sulla base
di rendersi responsabili dell’inottemperanza, di ottenere l’an- di una dichiarazione testimoniale, che a quella data permaneva
nullamento dell’ordinanza sindacale per via amministrativa o la inottemperanza dell’imputato.
per via giurisdizionale, o - al limite - di provare in sede penale di
non essere proprietari del terreno né responsabili dell’abban- SVUOTAMENTO DAI RESIDUI GASSOSI DELLE BOMBOLE
dono, al fine di ottenere dal giudice penale la disapplicazione E DEI SERBATOI DI GAS: COSTITUISCE ATTIVITÀ DI RECUPERO
dell’ordinanza per illegittimità (cioè per mancanza dei presup-
DI RIFIUTI
posti soggettivi), mentre onere dell’accusa è soltanto quello di
provare, da una parte, l’esistenza dell’ordinanza sindacale Cassazione penale, sez. III, 10 settembre 2018, ud. 10
(assistita da presunzione di legittimità) e, dall’altra, l’inottem- aprile 2018, n. 40220 - Pres. Sarno - Est. Liberati - P.M.
peranza da parte dei suoi destinatari, tali essendo gli elementi Filippi (conc. conf.) - Ric. Rotelli
essenziali del reato in esame.
La sentenza riportata ha condiviso pienamente tali considerazioni Rifiuti - Bombole e serbatoi di gas - Svuotamento dai residui
e conseguentemente ha affermato che l’obbligo di rimozione dei gassosi - Recupero - Attività esorbitante da quella di sem-
rifiuti sorge in capo al responsabile dell’abbandono come conse- plice raccolta - Necessità di autorizzazione specifica
guenza della sua condotta e, nei confronti degli obbligati in solido,
quando sia dimostrata la sussistenza del dolo o, almeno, della
Art. 256, D.Lgs. n. 152/2006
colpa, mentre i soggetti destinatari dell’ordinanza sindacale sono
obbligati in quanto tali e, in caso di inosservanza del provvedi- L’attività di bonifica delle bombole e dei serbatoi di gas, cioè
mento, ne subiscono, per ciò solo, le conseguenze se non hanno il loro svuotamento dai residui gassosi negli stessi ancora
provveduto ad impugnare l’ordinanza sindacale per ottenerne presenti, allo scopo di poterli utilizzare come rottami ferrosi,
l’annullamento o non forniscono al giudice penale dati significativi comporta la trasformazione di tali contenitori in rifiuti fer-
valutabili ai fini di una eventuale disapplicazione del provvedi- rosi, in quanto ne determina la cessazione dalla originaria
mento impositivo dell’obbligo. destinazione e funzione e una modificazione, derivante
La Suprema Corte ha perciò evidenziato che, ai fini dell’affer- dallo svuotamento dai gas e dalla asportazione delle valvole
mazione della responsabilità penale del prevenuto, era rile- di erogazione, cosicché tale attività esorbita da quella di
vante la sua posizione di destinatario dell’ordinanza sindacale e semplice raccolta (che non implica alcun intervento sul
la conseguente inottemperanza all’ordine, in assenza di ele- rifiuto), consistendo in un recupero, attraverso la trasforma-
menti positivi di valutazione che, in mancanza di un’impugna- zione del materiale, per renderlo suscettibile di un diverso
zione del provvedimento amministrativo, avrebbero potuto utilizzo, come rifiuto ferroso, cui prima di tale operazione
consentire al giudice del merito di disapplicare il provvedi- non era idoneo. Ne deriva che per lo svolgimento di tale
mento medesimo. attività occorre un’autorizzazione ulteriore rispetto a quella
Passando al tema dell’individuazione del momento consumativo rilasciata per la semplice raccolta delle bombole.
del reato, la Suprema Corte ha ricordato che, in una prima
occasione, si era affermato che i termini fissati dall’ordinanza Il legale rappresentante della S.r.l. R.M., condannato per il
sindacale dovessero ritenersi perentori, con la conseguenza che, reato di gestione di rifiuti non autorizzata, ricorreva per cassa-
alla scadenza, sorge l’obbligo dell’esecuzione in danno del zione sostenendo che la società da lui amministrata era auto-
responsabile e, conseguentemente, in tale contesto temporale rizzata allo svolgimento della attività di recupero di rottami
deve essere collocato il momento consumativo del reato, poiché ferrosi di origine industriale, provenienti da vari settori produt-
all’inizio effettivo di tale esecuzione (cui si correla il recupero delle tivi, ma aventi caratteristiche merceologiche di metalli in
somme anticipate) la condotta dell’agente non è più necessaria genere, tra cui rientravano anche le bombole di cui gli era
affinché venga rimossa la situazione antigiuridica. stata addebitata l’illecita raccolta e trasformazione; l’afferma-
Tale orientamento, tuttavia, non ha avuto seguito, essendosi zione secondo cui era necessaria una ulteriore autorizzazione
successivamente rilevato che il reato ha natura permanente e per lo svolgimento della attività di bonifica delle bombole era
la scadenza del termine per l’adempimento non indica il infondata, non essendo ciò previsto da alcuna disposizione di
momento di esaurimento della fattispecie, bensì l’inizio della legge, essendo solamente prevista la necessità di una verifica
fase di consumazione che si protrae sino al momento dell’ot- della resistenza dell’involucro alla pressione del gas e lo smal-
temperanza all’ordine ricevuto. timento come ferro dell’involucro allorquando quest’ultimo
Condividendo le argomentazioni poste a base di questo non presenti più le caratteristiche di resistenza necessarie,
secondo indirizzo, la sentenza in rassegna ha confermato ma tale attività non rientrava in una di quelle sottoposta a
che il reato di mancata ottemperanza all’ordine sindacale di vincolo autorizzativo ex art. 208, D.Lgs. n. 152/2006.

762 Ambiente & sviluppo 11/2018


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Il ricorso è stato respinto. commercializzato kg 6.690 di rifiuti plastici non pericolosi


L’imputato era stato dichiarato responsabile per aver raccolto destinati alla Cina. Nel ricorso per cassazione, sosteneva
bombole di gas domestico, bombole di ossigeno e serbatoi di che erroneamente il materiale oggetto di causa era stato
gas, che bonificava (tra l’altro con modalità del tutto empiri- qualificato quale rifiuto, trattandosi, invece, di sottoprodotto
che, avendo la polizia giudiziaria rinvenuto bombole del gas ai sensi dell’art. 184 bis D.Lgs. n. 152/2006 direttamente
forate con un piccone dai dipendenti della R.M., come potuto utilizzabile mediante una normale pratica industriale.
osservare direttamente in occasione del sopralluogo del 20 La censura è stata ritenuta manifestamente infondata dalla
settembre 2011) e rivendeva come materiale ferroso; nello Suprema Corte che ha, prima di tutto, osservato che, ai sensi
svolgimento, di tale attività di bonifica si era verificata anche dell’art. 183, comma 1, lett. a), rifiuto è qualsiasi sostanza od
l’emissione in atmosfera dei gas contenuti nelle bombole, oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia
così provocando nell’area limitrofa allo stabilimento della l’obbligo di disfarsi; esattamente quel che accade con gli scarti
R.M., la diffusione di un odore di gas acre e molto forte, di produzione, come nel caso di specie, salva la possibilità della
tale da provocare bruciore alla gola. diversa qualificazione in sottoprodotto, ai sensi dell’art. 184
I giudici di merito avevano ravvisato in tale condotta una attività bis, ricorrendone i rigorosi presupposti di legge.
di trasformazione dei rifiuti, diversa e ulteriore rispetto a quella La Cassazione ha poi ricordato che la presunzione legale
di raccolta di rifiuti ferrosi per la quale la R.M. era autorizzata, iuris tantum della qualifica di rifiuto non è vinta da chi si
necessitante perciò di una ulteriore specifica autorizzazione, limiti ad eccepire la natura di sottoprodotto della sostanza
con la conseguente sussistenza del reato di gestione non derivante dalle predette attività laddove, trattandosi di
autorizzata di rifiuti. invocare una condizione per l’applicabilità di un regime
Sulla base di tali dati di fatto, correttamente era stata affermata la derogatorio avente natura eccezionale a quello ordinario
responsabilità dell’imputato: infatti, l’attività di bonifica delle dei rifiuti, incombe sull’interessato l’onere di provare che
bombole e dei serbatoi di gas, cioè il loro svuotamento dai residui tutti i requisiti, richiesti dall’art. 184 bis per attribuire alla
gassosi negli stessi ancora presenti, allo scopo di poterli utilizzare sostanza la qualifica di sottoprodotto, siano stati osservati,
come rottami ferrosi, comporta la trasformazione di tali conte- mentre al giudice compete la verifica se il materiale pro-
nitori in rifiuti ferrosi, in quanto ne determina la cessazione dalla batorio fornito dalla parte abbia assolto tale onere.
originaria destinazione e funzione e una modificazione, derivante In questo senso è anche il D.M. 13 ottobre 2016, n. 264
dallo svuotamento dai gas e dalla asportazione delle valvole di che, all’art. 4, nel dettare le condizioni generali di applica-
erogazione, cosicché tale attività esorbita da quella di semplice bilità, esordisce affermando che, ai sensi dell’art. 184 bis, i
raccolta (che non implica alcun intervento sul rifiuto), consi- residui di produzione, cui all’art. 2, comma 1, lettera b),
stendo in un recupero, attraverso la trasformazione del rifiuto, (ossia “ogni materiale o sostanza che non è deliberata-
per renderlo suscettibile di un diverso utilizzo, come rifiuto mente prodotto in un processo di produzione e che può
ferroso, cui prima di tale operazione non era idoneo. essere o non essere un rifiuto”) sono sottoprodotti e non
La Cassazione ha dunque confermato la configurabilità di una rifiuti quando il produttore dimostra che, non essendo stati
attività di gestione di rifiuti ai sensi dell’art. 183, comma 1, lett. prodotti volontariamente e come obiettivo primario del
n), D.Lgs. n. 152/2006, richiedente una specifica autorizza- ciclo produttivo, sono destinati ad essere utilizzati nello
zione, diversa e ulteriore rispetto a quella relativa alla mera stesso o in un successivo processo, dal produttore mede-
raccolta di rifiuti. simo o da parte di terzi e, a tal fine, in ogni fase della
gestione del residuo, è necessario fornire la dimostrazione
NON PUÒ ESSERE CONSIDERATO SOTTOPRODOTTO che sono soddisfatte tutte le condizioni di cui alle lettere
IL MATERIALE PLASTICO CHE DEVE ESSERE SOTTOPOSTO
a), b), c) e d) dell’art. 4 del Decreto.
Nella specie, il Tribunale aveva affermato che il materiale
AD ULTERIORE TRATTAMENTO
plastico di cui all’imputazione non poteva qualificarsi come
Cassazione penale, sez. III, 3 settembre 2018, ud. 30 mag- sottoprodotto, difettando sia i requisiti di cui alla lett. a) (trat-
gio 2018, n. 39400 - Pres. Lapalorcia - Est. Di Stasi - P.M. tandosi non di residui di produzione, ma di scarti di produzione)
Cuomo (conc. diff.) - Ric. Sanna che quelli della lett. c) dell’art 184 bis (non vertendosi in
fattispecie di utilizzo diretto senza alcun ulteriore trattamento
Rifiuti - Materiale plastico - Sottoprodotto - Esclusione - diverso dalla normale pratica industriale, ma anzi dovendo il
Necessità che il materiale sia sottoposto ad ulteriore trat- materiale plastico essere sottoposto ad un diverso ed ulteriore
tamento per diventare materiale tessile trattamento al fine di diventare materiale tessile - pile - con
conseguente perdita delle originarie caratteristiche merceo-
logiche e di qualità ambientali).
Artt. 183, 184 bis, 256, D.Lgs. n. 152/2006
In tema di sottoprodotti, il materiale plastico non può
rientrare in questa categoria allorché non si verta in L’ATTIVITÀ DI LAGUNAGGIO DI SANSE ED ACQUE
fattispecie di utilizzo diretto del residuo senza alcun DI VEGETAZIONE DELLE OLIVE ESCLUDE LA PRESENZA
ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica DEL SOTTOPRODOTTO
industriale (nella specie, il materiale plastico doveva
Cassazione penale, sez. III, 26 settembre 2018, ud. 30
essere sottoposto ad un trattamento per trasformarlo
in materiale tessile - pile - con conseguente perdita gennaio 2018, n. 41674 - Pres. Cavallo - Est. Ramacci -
delle originarie caratteristiche merceologiche e di qua- P.M. Gaeta (conc. conf.) - Ric. Dedoni
lità ambientali).
Rifiuti - Sanse ed acque di vegetazione delle olive - Immis-
Il legale rappresentante della D.E. s.rl. veniva condannato sione in un invaso artificiale - Lagunaggio - Operazione di
perché, in mancanza delle prescritte autorizzazioni, aveva smaltimento

Ambiente & sviluppo 11/2018 763


Rassegna
Giurisprudenza

Art. 256, D.Lgs. n. 152/2006 la sentenza in esame ha affermato che è assolutamente certo
che debba ritenersi inaccettabile ogni valutazione soggettiva
Il conferimento di sanse ed acque di vegetazione delle olive
della natura dei materiali da classificare o meno quali rifiuti, poiché
all’interno di un invaso artificiale al fine di consentirne la
è rifiuto non ciò che non è più di nessuna utilità per il detentore in
successiva evaporazione ha come scopo ultimo ed evi-
base ad una sua personale scelta ma, piuttosto, ciò che è
dente l’eliminazione di tali materiali e conseguentemente
qualificabile come tale sulla scorta di dati obiettivi che definiscano
è, univocamente, indicativo della volontà di disfarsene,
la condotta del detentore o un obbligo al quale lo stesso è
configurando un’attività di “lagunaggio” che l’allegato B
comunque tenuto, quello, appunto, di disfarsi del suddetto
alla parte Quarta del D.Lgs. n. 152/2006 colloca tra le
materiale.
operazioni di smaltimento.
Di conseguenza, il conferimento di sanse ed acque di vegeta-
zione delle olive all’interno di un invaso artificiale al fine di
Nella specie, R.D., proprietario del terreno, e F.D., rappre-
consentirne la successiva evaporazione ha come scopo ultimo
sentante legale dell’omonima ditta, operante nel settore
ed evidente l’eliminazione di tali materiali ed è, conseguente-
della molitura delle olive e produzione di sansa, effettua-
mente, univocamente indicativo della volontà di disfarsene,
vano lo smaltimento di acque di vegetazione delle olive
configurando, pertanto, un’attività di “lagunaggio” che l’alle-
all’interno di un invaso artificiale e per tale fatto venivano
gato B alla parte Quarta del D.Lgs. n. 152/2006 menziona tra le
condannati per il reato di cui agli artt. 110, cod. pen., 256
operazioni di smaltimento.
comma 1, D.Lgs. n. 152/2006.
Una simile condotta esclude qualsiasi possibilità di successiva
Nel ricorso per cassazione, lamentavano che il giudice del merito
riutilizzazione di tali sostanze, facendo così venir meno una
aveva erroneamente qualificato quali rifiuti e non sottoprodotti le
delle essenziali condizioni, stabilite dall’art. 184 bis la cui
acque vegetali residuate dall’attività di frantoio. Nel precisare che
contestuale presenza consente di qualificare una sostanza
l’attività oggetto di contestazione era quella di “lagunaggio”,
come sottoprodotto.
osservavano che il materiale collocato nell’invaso artificiale pre-
sentava tutte le caratteristiche dì cui all’art. 184 bis per rientrare
nel novero dei sottoprodotti, la cui successiva utilizzazione da
IL VEICOLO UTILIZZATO PER TRASPORTARE RIFIUTI VA SEMPRE
parte dello stesso produttore o di terzi stabilita dalla legge andava CONFISCATO ANCHE SE APPARTIENE AD UN TERZO
considerata in senso meramente eventuale. Cassazione penale, sez. III, 23 agosto 2018, ud. 4 dicembre
La Suprema Corte ha ritenuto che correttamente era stata 2017, n. 8851 - Pres. Cavallo - Est. Aceto - P.M. Filippi (conc.
qualificata come attività di gestione di rifiuti quella posta in conf.) - Ric. Giordano
essere dagli imputati, rilevandone la illiceità per difetto del
necessario titolo abilitativo. Rifiuti - Mezzo di trasporto appartenente ad un terzo estra-
L’art. 256, D.Lgs. n. 152/2006 sanziona, infatti, chiunque
neo - Confisca obbligatoria
effettui una attività di raccolta, trasporto, recupero, smalti-
mento, commercio ed intermediazione di rifiuti in mancanza Art. 256, 259, D.Lgs. n. 152/2006
della prescritta autorizzazione, iscrizione o comunicazione di
cui agli artt. 208, 209, 210, 211, 212, 214, 215 e 216. La La confisca del mezzo di trasporto utilizzato per la consu-
disposizione non effettua alcuna distinzione dei rifiuti oggetto mazione del reato di cui all’art. 256, D.Lgs. n. 152/2006 è
di illecita gestione in ragione della loro origine (urbani o spe- obbligatoria, ai sensi dell’art. 259, comma 2, anche se il
ciali), considerando esclusivamente la loro classificazione in mezzo è di proprietà di un terzo estraneo (individuabile in
base alle caratteristiche di pericolosità. colui che non ha partecipato alla commissione dell’illecito
Tra le attività di gestione illecita è contemplato anche lo smalti- ovvero ai profitti che ne sono derivati) che non provi la sua
mento, il quale è definito dall’art. 183, comma 1, lett. z), D.Lgs. buona fede, ovvero che l’uso illecito della “res” gli era ignoto
n. 152/2006 come “qualsiasi operazione diversa dal recupero e non collegabile ad un suo comportamento negligente.
anche quando l’operazione ha come conseguenza secondaria il
recupero di sostanze o di energia”, precisando, altresì, che Nella specie, tal G. ricorreva per cassazione avverso l’ordi-
l’Allegato B alla parte IV del medesimo decreto riporta un elenco nanza del Tribunale del riesame che aveva rigettato la richiesta
non esaustivo delle operazioni di smaltimento. di restituzione di un autocarro sottoposto a sequestro preven-
Tra le operazioni descritte nel citato Allegato B figura, alla tivo nell’ambito di un procedimento iscritto nei confronti di
lettera D4, il “lagunaggio”, indicandosi a titolo di esempio, altre persone per il reato di cui agli artt. 110 cod. pen., 256,
quali attività ad esso riconducibili, lo “scarico di rifiuti liquidi o di commi 1 e 2, D.Lgs. n. 152/2006.
fanghi in pozzi, stagni o lagune, ecc.”. Deduceva, tra l’altro, che il sequestro non era stato disposto ai
Tale operazione è quella che espressamente viene indicata fini della confisca, ma esclusivamente ai fini cautelari di cui al
nell’atto di impugnazione come eseguita dall’imputato e, nella comma 1 dell’art. 321 c.p.p. e pertanto, il Tribunale aveva errato
descrizione contenuta nell’imputazione, corrisponde esatta- nel far riferimento alla possibile confisca dell’automezzo.
mente alla descrizione esemplificativa appena indicata, men- Il ricorso è stato respinto.
tre nella sentenza viene dato atto che, per stessa ammissione La Suprema Corte ha prima di tutto rammentato che, se la cosa
degli imputati, l’immissione delle sanse e delle acque di vege- è stata utilizzata per la consumazione del reato, il decreto che ne
tazione nell’invaso artificiale era finalizzato alla successiva ordina il sequestro ai sensi del comma 1 dell’art. 321 c.p.p., deve
eliminazione mediante evaporazione. ritenersi adottato anche agli effetti del comma 2 del medesimo
Pertanto, per la Cassazione, il giudice del merito corretta- articolo, trattandosi di cosa astrattamente confiscabile ai sensi
mente aveva escluso la natura di sottoprodotto e qualificato dell’art. 240 cod. pen., a maggior ragione se si tratta di cosa di cui
come rifiuti i materiali scaricati. è obbligatoria la confisca. Di conseguenza, ai sensi del combi-
Invero, premesso che secondo l’art. 183, comma 1, lettera a), nato disposto di cui agli artt. 321, commi 1, 2 e 3, e 323, commi 1
deve ritenersi rifiuto “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il e 3, c.p.p., ai fini della revoca del sequestro preventivo della cosa
detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia l’obbligo di disfarsi”, utilizzata per la consumazione del reato, è necessario non solo

764 Ambiente & sviluppo 11/2018


Rassegna
Giurisprudenza

che siano cessate le esigenze cautelari, ma che la cosa non penale è argomento contraddittorio e infondato poiché il terzo
risulti nemmeno astrattamente confiscabile. è tale proprio perché nei suoi confronti non viene esercitata
Ciò chiarito, la sentenza ha ribadito che costituisce principio l’azione penale e ciò nondimeno la cosa di sua proprietà può
giurisprudenziale consolidato che la confisca del mezzo di essere confiscata se ricorrono le condizioni indicate ai capo-
trasporto utilizzato per la consumazione del reato di cui all’art. versi che precedono.
256, D.Lgs. n. 152/2006 è obbligatoria, ai sensi dell’art. 259, L’ordinanza impugnata pertanto aveva fatto buon governo dei
comma 2, anche se il mezzo è di proprietà del terzo estraneo principi esposti avendo escluso la sussistenza di elementi tali
(individuabile in colui che non ha partecipato alla commissione da rendere “ictu oculi” evidente la buona fede della richie-
dell’illecito ovvero ai profitti che ne sono derivati) che non provi dente ed avendo correttamente evitato di confondere le
la sua buona fede, ovvero che l’uso illecito della “res” gli era ragioni cautelari della revoca del sequestro dell’area utilizzata
ignoto e non collegabile ad un suo comportamento negligente. per l’illecito conferimento dei rifiuti con quelle della oggettiva
Il fatto che nei confronti del terzo non venga esercitata l’azione confiscabilità del mezzo di trasporto utilizzato.

Ambiente & sviluppo 11/2018 765


Agenda
Finanziamenti ambientali

Finanziamenti ambientali
a cura di Bruno Pagamici

FINANZIAMENTI NAZIONALI - essere in regola con la restituzione di somme dovute in


relazione a provvedimenti di revoca di agevolazioni concesse
dal Ministero dello Sviluppo Economico;
ITALIA - non trovarsi in condizioni tali da risultare impresa in difficoltà,
Bando “Fabbrica intelligente, Agrifood e Scienze cosi come individuata all’art.2, punto 18, del Regolamento (Ue)
della vita” n. 651/2014.
I suddetti requisiti dovranno essere posseduti anche dagli
Dal 27 novembre 2018, fino ad esaurimento fondi organismi di ricerca, se compatibili con la loro forma giuridica.
Oggetto Obiettivi
Aprirà il prossimo 27 novembre il bando “Fabbrica intelligente, Potranno essere proposti progetti di ricerca industriale e di
Agrifood e Scienze della vita” secondo la procedura negoziale, sviluppo sperimentale, di importo compreso tra 5 e 40 milioni
che agevola grandi progetti di ricerca e sviluppo in ambito di euro, finalizzati alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o
ambientale. servizi o al notevole miglioramento di prodotti, processi o
Destinatari servizi esistenti.
Potranno beneficiare delle agevolazioni: Con particolare riguardo alla tematica ambientale, i progetti
• le imprese che esercitano un’attività industriale diretta alla potranno essere riferiti ai seguenti settori applicativi:
• Fabbrica intelligente. In tale ambito, le proposte progettuali
produzione di beni e servizi o un’attività di trasporto per terra,
per acqua o per aria (di cui ai nn.1 e 3 dell’art. 2195 cod. civ.), potranno essere dirette allo sviluppo di una o più, tra le altre,
comprese le imprese artigiane; delle seguenti tematiche di ricerca:
• le imprese agro-industriali che svolgono prevalentemente - monitoraggio dell’impronta energetica dei prodotti;
- modellazione integrata di prodotto-processo-sistema per
attività industriale;
• le imprese che svolgono attività ausiliarie delle precedenti l’ottimizzazione dell’eco-efficienza (energia e risorse);
- tecnologie e processi per il riutilizzo, re-manufacturing e
(di cui al n. 5 dell’art. 2195 cod.civ.);
• i centri di ricerca. riciclo di prodotti, componenti e materiali;
- integrazione dei processi di progettazione e sviluppo in ottica
Tali soggetti potranno presentare progetti anche congiun-
tamente tra loro fino ad un massimo di 5 soggetti co- life cycle management;
proponenti. In quest’ultimo caso potranno beneficiare - tecnologie e strumenti per sistemi di re- e de-manufacturing
delle agevolazioni anche gli organismi di ricerca e, limita- intelligenti;
tamente ai progetti afferenti al settore applicativo “Agri- - modellazione e simulazione per la sustainable supply chain;
food”, anche le imprese agricole che esercitano le attività - tecnologie e processi di produzione per materiali innovativi;
di cui all’art.2135 cod. civ. - hybrid processing;
I progetti congiunti dovranno essere realizzati mediante il - strumenti e metodi per la valutazione strategica di prodotto-
ricorso allo strumento del contratto di rete o ad altre forme processo-sistema in ottica di Life Cycle Engineering;
contrattuali di collaborazione (quali, a titolo esemplificativo, il • Agrifood. In tale ambito, le proposte progettuali potranno
consorzio e l’accordo di partenariato), che dovranno configu- essere dirette allo sviluppo di una o più, tra le altre, delle
rare una concreta collaborazione espressamente finalizzata seguenti tematiche di ricerca:
alla realizzazione del progetto proposto. - aumento della produttività e della sostenibilità industriale;
Saranno ammessi alle agevolazioni i soggetti che, alla data di - tecnologie avanzate per processi industriali ad alta efficienza
presentazione della domanda, siano in possesso dei seguenti energetica, minore consumo di risorse naturali e ridotte
requisiti: emissioni;
- essere regolarmente costituiti in forma societaria ed iscritti - tecnologie innovative per la bio-trasformazione dei sottopro-
nel Registro delle imprese. I soggetti non residenti nel terri- dotti e scarti alimentari e per il loro successivo sfruttamento
torio italiano dovranno avere una personalità giuridica ricono- industriale;
sciuta nello Stato di residenza come risultante dall’omologo - metodi innovativi ad elevata efficienza per l’acquacoltura;
registro delle imprese (la disponibilità di almeno un’unità locale - metodi e tecnologie avanzate per l’analisi e la riduzione delle
nel territorio nazionale dovrà essere dimostrata, pena la deca- pressioni ambientali degli allevamenti, incluso l’impatto del-
denza dal beneficio, alla data di richiesta della prima eroga- l’acquacoltura sulle popolazioni ittiche selvatiche;
zione delle agevolazioni); - gestione e valorizzazione del patrimonio forestale;
- essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non essere - nuove value chain da scarti e sottoprodotti per aumentare il
in liquidazione volontaria e non essere sottoposti a procedure portafoglio di prodotti destinati al consumo alimentare, man-
concorsuali; gimistico e agricolo (compost);
- trovarsi in regime di contabilità ordinaria; - tecniche innovative di miglioramento genetico e resistenza
- non rientrare tra le imprese che hanno ricevuto e, successi- alle malattie delle colture vegetali;
vamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato gli - modellizzazione di reti logistiche territoriali e urbane per il
aiuti individuali quali illegali o incompatibili dalla Commissione recupero di prodotti alimentari altrimenti perduti.
Europea; I progetti dovranno:

Ambiente & sviluppo 11/2018 767


Agenda
Finanziamenti ambientali

• essere diretti allo sviluppo di una delle seguenti tecnologie procedura disponibile sul sito del soggetto gestore, Banca
abilitanti fondamentali (KETs-KeyEnabling Technologies): del Mezzogiorno Mediocredito centrale (https://fondocresci-
- tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC); tasostenibile.mcc.it) per la richiesta delle agevolazioni a valere
- nanotecnologie; sull’intervento “Decreto ministeriale 5 marzo 2018 - Capo II -
- materiali avanzati; Accordi per l’innovazione”.
- biotecnologie; L’avvenuto esaurimento delle risorse finanziarie e la chiusura
- fabbricazione e trasformazione avanzate; dello sportello per la presentazione delle proposte progettuali
- spazio; saranno comunicati tempestivamente dal Direttore generale
• essere avviati successivamente alla data di presentazione per gli incentivi alle imprese, con proprio decreto da pubblicare
della proposta progettuale e, comunque, pena la revoca, non nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e nel sito
oltre 3 mesi dalla data del decreto di concessione dell’agevo- internet del Ministero dello Sviluppo Economico.
lazione. Per data di avvio del progetto di ricerca e sviluppo si Ricevuta la proposta progettuale, il Ministero dello Sviluppo
intende la data del primo impegno giuridicamente vincolante a Economico verificherà la disponibilità delle risorse finanziarie
ordinare attrezzature o di qualsiasi altro impegno che renda necessarie, trasmetterà copia della proposta al soggetto
irreversibile l’investimento oppure la data di inizio dell’attività gestore al fine di acquisire una valutazione di natura tecnica
del personale interno, a seconda di quale condizione si verifichi e avvierà la fase di interlocuzione con le Regioni/province
prima; autonome e le altre amministrazioni pubbliche interessate
• avere una durata non superiore a 36 mesi e, comunque, per valutare la validità strategica della proposta progettuale
compatibile con il raggiungimento degli obiettivi previsti dallo stessa e la loro disponibilità di cofinanziare l’iniziativa (in misura
specifico Accordo per l’innovazione, ovvero una durata più almeno pari al 3% dei costi e delle spese ammissibili com-
breve se reso necessario dalla normativa di riferimento per il plessivi). L’indisponibilità al cofinanziamento non preclude
cofinanziamento con risorse europee. Su richiesta motivata tuttavia alla definizione dell’accordo per l’innovazione in cui
del soggetto beneficiario, il Ministero dello Sviluppo Econo- verranno definiti i dettagli dell’iniziativa. In caso di esito posi-
mico potrà concedere una proroga del termine di ultimazione tivo della verifica di natura tecnica (e, eventualmente, anche
del progetto non superiore a 12 mesi, qualora compatibile con i della fase di interlocuzione), il Ministero, il soggetto propo-
termini previsti dall’Accordo per l’innovazione; nente nonché le eventuali regioni/province autonome e le altre
• qualora presentati congiuntamente da più soggetti, preve- amministrazioni pubbliche interessate a cofinanziare l’inizia-
dere che ciascun proponente sostenga almeno il 10% dei costi tiva procederanno alla sottoscrizione dell’accordo per
complessivi ammissibili, se di grande dimensione, e almeno il l’innovazione.
5% in tutti gli altri casi. A tal fine, è richiesto che i soggetti, ad eccezione degli organi-
smi di ricerca, dispongano di almeno 2 bilanci approvati. Per la
Agevolazioni soddisfazione di tale requisito, il soggetto proponente potrà
Le agevolazioni saranno concesse nella forma del contributo fare riferimento anche ai bilanci consolidati del gruppo a cui
diretto alla spesa, eventualmente integrato da un finanzia- appartiene o ai bilanci di una delle società che detiene nel
mento agevolato, per un importo da definirsi nella fase di proprio capitale sociale una quota non inferiore al 20%.
negoziazione con il Ministero dello Sviluppo Economico. A seguito della sottoscrizione dell’accordo per l’innovazione, i
Le risorse finanziarie necessarie alla concessione del contri- soggetti proponenti, utilizzando la procedura disponibile nel
buto diretto alla spesa ovvero, in alternativa, del finanziamento sito internet del soggetto gestore https://fondocrescitasoste-
agevolato potranno essere messe a disposizione, per una nibile.mcc.it, potranno presentare il progetto o i progetti defi-
percentuale almeno pari al 3% dei costi e delle spese ammis- nitivi e la relativa domanda di agevolazioni, che sarà sottoposta
sibili complessivi, anche dalle Regioni/province autonome e ad una:
dalle altre amministrazioni pubbliche eventualmente interes-
sate a cofinanziare l’iniziativa.
• verifica della completezza della documentazione presen-
tata e dei requisiti e delle condizioni formali di ammissibilità;
Gli organismi di ricerca, in luogo dell’eventuale finanziamento
agevolato, potranno richiedere un contributo diretto alla
• valutazione istruttoria della domanda sulla base dei
seguenti elementi:
spesa, per una percentuale nominale delle spese e dei costi - le caratteristiche tecnico-economico-finanziarie e di ammis-
ammissibili complessivi nel limite del 3%. sibilità del soggetto proponente, anche attraverso i principali
Il finanziamento agevolato sarà concesso ad un tasso pari al indici di bilancio;
20% del tasso di riferimento ed avrà una durata compresa tra - la conformità dei progetti definitivi di ricerca e sviluppo
uno e 8 anni, oltre un periodo di preammortamento fino presentati con la proposta progettuale. In particolare, verrà
all’ultimazione del progetto e, comunque, nel limite massimo accertato che i progetti definitivi siano coerenti rispetto agli
di 3 anni decorrenti dalla data del decreto di concessione (è obiettivi, alle finalità ed ai costi esposti nella proposta
facoltà dell’impresa rinunciare, in tutto o in parte, al periodo di progettuale;
preammortamento). - la fattibilità tecnica, la sostenibilità economico-finanziaria, la
qualità tecnica e l’impatto del progetto di ricerca e sviluppo;
Presentazione domande
Il bando prevede un procedimento di presentazione delle - la pertinenza e la congruità dei costi e delle spese previsti dal
domande articolato in due fasi. In una prima fase i soggetti progetto di ricerca e sviluppo.
proponenti dovranno presentare al Ministero dello Sviluppo Riferimenti
Economico una proposta progettuale. Solo i soggetti che - Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico 5 marzo
avranno superato la prima fase potranno presentare il progetto 2018, Gazzetta Ufficiale 15 giugno 2018, n. 137: bando “Fab-
definitivo e la domanda di accesso alle agevolazioni. brica intelligente, Agrifood e Scienze della vita”;
Le proposte progettuali potranno essere trasmesse dalle ore - Decreto direttoriale 27 settembre 2018: approvazione ter-
10.00 alle ore 19.00 di tutti i giorni lavorativi, dal lunedì al mini e modalità per la presentazione delle proposte progettuali
venerdì, a partire dal 27 novembre 2018, utilizzando la attraverso la procedura negoziale.

768 Ambiente & sviluppo 11/2018


Agenda
Finanziamenti ambientali

FINANZIAMENTI REGIONALI relativi pagamenti e acquisiti tutti i titoli abilitativi necessari


per l’esercizio dell’attività.
ABRUZZO Agevolazioni
Contributi a sostegno di investimenti ambientali L’intensità dell’aiuto pubblico sarà pari al 50% delle spese
delle imprese acquicole ammesse, ridotta al 30% per gli interventi attuati da imprese
che non rientrano nella definizione di PMI.
30 novembre 2018
Presentazione domande
Oggetto Le domande di contributo dovranno essere presentate entro il
La Regione Abruzzo concede contributi per migliorare le pre- 30 novembre 2018 (ore 14.00), esclusivamente attraverso
stazioni e la sostenibilità ambientale delle imprese acquicole. l’apposita piattaforma informatica disponibile all’indirizzo
Le agevolazioni sono previste dal bando, emanato con Deter- internet http://app.regione.abruzzo.it/avvisipubblici/.
minazione n. DPD027/57 del 10 settembre 2018, relativo alle
seguenti Misure del Programma Operativo del Fondo Europeo Riferimenti
per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP) 2014-2020: - Programma Operativo del Fondo Europeo per gli Affari
• Misura 2.48, par.1, lettere e), i), j); Marittimi e la Pesca (FEAMP) 2014-2020, Misura 2.48;
• Misura 2.48, par.1, lettera k). - Determinazione 10 settembre 2018, n. DPD027/57: appro-
vazione bando.
Destinatari
Per entrambe le Misure, saranno ammesse le imprese del LAZIO
settore dell’acquacoltura (nelle attività di acquacoltura rien- Agevolazioni per il risparmio energetico e le fonti
trano l’esercizio di impianti quali quelli per piscicoltura, avan- rinnovabili
notterie, per acquacoltura estensiva del tipo molluschicoltura).
A sportello, fino ad esaurimento fondi
Obiettivi
Attraverso la Misura 2.48, par. 1, lettere e), i), j), saranno Oggetto
incentivati i seguenti interventi: La regione Lazio, attraverso il “Fondo rotativo per il piccolo
• investimenti per la riduzione dell’impatto negativo o l’ac- credito”, mette a disposizione finanziamenti agevolati per
investimenti a fini ambientali e di risparmio energetico.
centuazione degli effetti positivi sull’ambiente, nonché l’uso
più efficiente delle risorse;
Destinatari
• investimenti volti all’ottenimento di una considerevole ridu- I finanziamenti potranno essere richiesti da:
zione nell’impatto delle imprese acquicole sull’utilizzo e sulla
- micro, piccole e medie imprese (PMI);
qualità delle acque, in particolare tramite la riduzione del quan-
- consorzi e reti di imprese aventi soggettività giuridica;
titativo utilizzato d’acqua o di sostanze chimiche, antibiotici e
- liberi professionisti.
altri medicinali o il miglioramento della qualità delle acque in
I soggetti richiedenti, alla data di presentazione della domanda,
uscita, anche facendo ricorso a sistemi di acquacoltura
dovranno:
multitrofica;
• la promozione dei sistemi di acquacoltura a circuito chiuso in • esercitare sul territorio della Regione Lazio un’attività iden-
tificata come prevalente rientrante in una delle seguenti cate-
cui l’allevamento dei prodotti acquicoli avviene in sistemi
gorie di Codici ATECO ISTAT 2007: B, C, D, E, F, G, H, I, J, K, L,
chiusi a ricircolo che riducono al minimo l’utilizzo di acqua.
M, N, O, P, Q, R, S, T, U;
La Misura 2.48, par.1, lettera k), agevola interventi finalizzati:
• all’aumento dell’efficienza energetica; • essere costituiti da almeno 36 mesi;
• alla conversione delle imprese acquicole verso fonti rinno- • aver aperto o aver intenzione di aprire, al massimo entro la
data dell’erogazione del finanziamento agevolato, una sede
vabili di energia.
operativa nel Lazio; i liberi professionisti, dovranno avere o
Per entrambe le Misure non saranno ammesse le operazioni
hanno intenzione di stabilire, al massimo entro la data dell’e-
portate materialmente a termine (o completamente attuate)
rogazione del finanziamento agevolato, il luogo di esercizio
prima della presentazione della domanda di finanziamento, a
dell’attività nel Lazio;
prescindere dal fatto che tutti i relativi pagamenti siano stati
effettuati dal beneficiario.
• avere un’esposizione complessiva nei confronti del sistema
bancario sui crediti per cassa a scadenza, rilevabile dalla Cen-
L’inizio dei lavori dovrà essere comunicato entro 60 giorni dalla
trale dei Rischi Banca d’Italia, non superiore a 100.000 euro;
data di notifica del provvedimento di concessione del contri-
buto. L’avvio dei lavori coincide:
• possedere la capacità economico-finanziaria in relazione al
• per gli interventi materiali comprendenti la sola fornitura di progetto da realizzare e possedere una redditività economica
tale da permettere la restituzione del finanziamento in esame
beni o servizi, con la data del primo documento di trasporto o
e di essere in regola con il rimborso di altri finanziamenti come
fattura accompagnatoria, o con quella del versamento della
risultante dalla Centrale Rischi Banca d’Italia e dalla CRIF;
caparra confirmatoria, oppure con quella del contratto di forni-
• essere economicamente solidi;
tura qualora registrato;
• per gli interventi materiali comprendenti opere edili ed affini, • non aver subito nell’ultimo anno la revoca per inadempi-
mento di finanziamenti e/o affidamenti bancari e non essere
con la data di inizio lavori comunicata all’Ufficio Tecnico Comu-
oggetto di protesti e/o di iscrizioni e/o trascrizioni pregiudizie-
nale o SUAP (Sportello Unico Attività Produttive).
voli, con esclusione di quelle volontariamente concesse.
I progetti dovranno essere ultimati entro 18 mesi dalla data di
notifica del provvedimento di concessione del contributo. Obiettivi
Entro il termine finale dovranno essere realizzate tutte le Verranno finanziati interventi finalizzati alla riduzione dei con-
opere, gli investimenti, gli acquisti preventivati, eseguiti i sumi energetici e delle emissioni di gas climalteranti,

Ambiente & sviluppo 11/2018 769


Agenda
Finanziamenti ambientali

compresa l’installazione di impianti di produzione di energia da Destinatari


fonte rinnovabile per la sola finalità dell’autoconsumo. Il bando è aperto alle micro, piccole e medie imprese che
In particolare, saranno agevolabili le seguenti tipologie di demoliscono un veicolo di proprietà per il trasporto in
interventi: conto proprio benzina fino ad euro 1/I incluso e/o diesel
• installazione di apparecchi a LED; fino ad Euro 4/IV incluso e acquistano, anche nella forma
• installazione di sistemi di produzione di energia fotovoltaica del leasing finanziario, un veicolo N1 o N2, per il trasporto
destinati prevalentemente all’autoconosumo; in conto proprio, elettrico puro, ibrido (benzina/elettrico
• installazione di pannelli solari termici o collettori per la solo Full Hybrid o Hybrid Plug In), metano esclusivo e
produzione di acqua calda; GPL esclusivo, metano e GPL bifuel (benzina/metano e
• sostituzione di vecchi serramenti con vetro singolo con benzina/GPL).
nuovi serramenti con vetrocamera e vetro basso emissivo; Ai fini dell’ammissibilità, le imprese richiedenti dovranno
• installazione di pompa di calore per la produzione di acqua essere in possesso dei seguenti requisiti:
calda sanitaria; • essere iscritte ed attive al Registro delle imprese;
• installazione di pompa di calore elettrica per il • avere sede operativa in Lombardia. Nel caso delle imprese
condizionamento; che non abbiano sede operativa nella circoscrizione territoriale
• intervento di efficientamento dell’impianto di raffresca- di una Camera di commercio lombarda al momento della
mento attraverso l’installazione di condizionatori ad alta effi- domanda, tale requisito deve essere posseduto almeno al
cienza energetica; momento della liquidazione del contributo;
• installazione di caldaie a biomassa legnosa; • essere in regola con il pagamento del diritto annuale came-
• installazione di caldaie a condensazione. rale. Qualora l’impresa, a seguito dei controlli effettuati dalla
Tra gli interventi ammissibili sono compresi gli interventi Camera di commercio competente, risulti non in regola con il
che rientrano nel “Catalogo degli apparecchi domestici” di versamento del diritto camerale annuale, è tenuta a regolariz-
cui all’art. 2, comma 1 lettera c) del D.M. 16 febbraio 2016 zare la propria posizione entro 15 giorni lavorativi dalla apposita
(c.d. Conto Termico), contenente apparecchi, macchine e richiesta da parte del funzionario incaricato, pena il diniego
sistemi valutati a basse emissioni e ad alto rendimento e della domanda di contributo ovvero la decadenza dal contri-
identificati con marca e modello (l’elenco è disponibile buto concesso;
sulla pagina dedicata del GSE: https://www.gse.it/ • non rientrare nel campo di esclusione del regime “de mini-
documenti). mis”, di cui al Regolamento Ue n. 1407/2013;
• non trovarsi in stato di fallimento, di liquidazione anche
Agevolazioni volontaria, di amministrazione controllata, di concordato pre-
Verrà erogato un finanziamento a tasso zero, che può coprire ventivo o in qualsiasi situazione equivalente secondo la nor-
fino al 100% dell’investimento, avente le seguenti mativa vigente;
caratteristiche: • avere legali rappresentanti, amministratori (con o senza
• importo minimo: 10.000 euro; poteri di rappresentanza), soci e tutti i soggetti indicati all’art.
• importo massimo: 50.000 euro; 85 del D.Lgs. n. 159/2011 per i quali non sussistano cause di
• durata minima: 12 mesi; divieto, di decadenza, di sospensione previste dall’art. 67 del
• durata massima: 60 mesi; preammortamento: massimo 12 medesimo D.Lgs. n. 159/2011. Tale requisito sarà oggetto di
mesi, in caso di finanziamenti di durata pari o superiore a 24 verifica della documentazione antimafia tramite interroga-
mesi; zione della Banca Dati Nazionale Antimafia.
• rimborso: a rata mensile costante posticipata. Saranno escluse:
Presentazione domande • le imprese operanti nel settore della pesca e dell’acquacol-
tura e nel settore della produzione primaria dei prodotti agricoli
Le domande di finanziamento potranno essere presentate fino
facenti parte della sezione A “Agricoltura, silvicoltura e pesca”
ad esaurimento delle risorse stanziate, esclusivamente on line
della classificazione delle attività economiche ATECO 2007;
sul portale http://www.farelazio.it, accedendo alla pagina
dedicata al “Fondo Rotativo per il Piccolo Credito”. • le imprese di trasporto conto terzi, secondo quanto previsto
all’art. 3 del Regolamento Ue1407/2013, iscritti al relativo albo.
Ciascun soggetto potrà presentare al massimo due domande
di agevolazione. Obiettivi
Il contributo regionale potrà essere richiesto per l’acquisto di
Riferimenti
veicoli commerciali di categoria N1 o N2, utilizzati per il tra-
- POR FESR Lazio 2014-2020, Azioni 3.3.I, 3.6.I e 4.2.I;
sporto in conto proprio, appartenenti a una delle seguenti
- Avviso Artigiancassa, Supplemento n. 1 al BUR 20 settembre
tipologie: elettrico puro, ibrido (benzina/elettrico solo Full
2018 n. 77.
Hybrid o Hybrid Plug In), metano esclusivo e GPL esclusivo,
metano o GPL bifuel (benzina/metano e benzina/GPL), alle
LOMBARDIA seguenti condizioni:
Bando “Rinnova veicoli commerciali” • contestuale demolizione di un veicolo commerciale di pro-
prietà (benzina fino a euro 1/I incluso e/o diesel fino ad Euro 4/
10 ottobre 2019, salvo chiusura anticipata per IV incluso);
esaurimento fondi • applicazione da parte del venditore di uno sconto di almeno il
12% sul prezzo di listino del modello base, al netto di eventuali
Oggetto allestimenti opzionali (il prezzo di listino di riferimento dovrà
La Regione Lombardia, con il bando “Rinnova veicoli commer- essere quello definito alla data del 2 agosto 2018).
ciali”, destina 6 milioni di euro per l’acquisto di nuovi veicoli ad Sarà ammissibile anche l’acquisto tramite leasing finanziario
uso commerciale N1 e N2 a basso impatto ambientale. purché il relativo contratto includa le seguenti condizioni:

770 Ambiente & sviluppo 11/2018


Agenda
Finanziamenti ambientali

• obbligo delle parti di concretizzare il trasferimento della Le domande presentate verranno istruite con procedura valu-
proprietà del veicolo locato a beneficio del soggetto utilizza- tativa “a sportello” con prenotazione delle risorse, in finestre
tore, mediante il riscatto, alla fine della locazione; temporali di 30 giorni, secondo l’ordine cronologico di invio
• il maxi canone di anticipo sia di importo almeno pari all’am- telematico della richiesta.
montare del contributo richiesto. Il procedimento di valutazione si compone di una fase di
Sarà escluso invece l’acquisto tramite noleggio. verifica di ammissibilità formale e una fase di valutazione
Saranno ammissibili solo veicoli nuovi di fabbrica, omologati tecnica, che sarà effettuata sulla base del criterio di valuta-
dal costruttore: i veicoli acquistati dovranno essere immatri- zione di sostenibilità ambientale del veicolo secondo i pun-
colati per la prima volta in Italia. teggi di seguito indicati:
La data di acquisto, rilevabile dalla fattura, e la data di imma- • Elettrico Puro: 100 punti;
tricolazione dovranno essere successive alla data di richiesta di • Ibrido (Full Hybrid o Hybrid Plug In): 80 punti;
contributo. L’impresa dovrà necessariamente presentare la • Metano (Mono e Bifuel): 70 punti;
rendicontazione della spesa sostenuta entro120 giorni dalla • GPL (Mono e Bifuel): 40 punti;
data di pubblicazione del decreto regionale di concessione • Altre tipologie di alimentazioni: 0 punti.
del contributo e comunque non oltre le ore 12:00 del 30 Le imprese in possesso dei requisiti di ammissibilità che
dicembre 2019. abbiano ottenuto una valutazione non inferiore a 40 punti
saranno ammesse in base all’ordine cronologico di presenta-
Agevolazioni zione della domanda, all’interno di ciascuna finestra mensile.
Sarà erogato un contributo a fondo perduto proporzionale alla Gli esiti delle istruttorie (formale e tecnica) effettuate da
massa/peso del veicolo e limitatamente alla gamma di veicoli Unioncamere Lombardia, anche tramite le Camere di Com-
N1 e N2 (gli N3 - sopra le 12t- sono esclusi) come di seguito mercio, saranno noti entro 60 giorni a decorrere dalla chiusura
indicato: della finestra stessa.
• Elettrico puro:
- da 1 a 1,49 t: 4.000 euro;
- da 1,5 a 2,49 t: 5.000 euro; Riferimenti
- da 2,50 a 3,49 t: 5.500 euro; - Decreto 21 settembre 2018 n. 13405, BUR 26 settembre
2018 n. 39: approvazione bando “Rinnova veicoli - contributi
- da 3,5 a 7 t: 7.000 euro;
per l’acquisto di nuovi veicoli ad uso commerciale N1 e N2 a
- superiore a 7 t e minore o uguale a 12 t: 8.000 euro;
• Ibrido (Full Hybrid o Hybrid Plug In) e Metano (mono e basso impatto ambientale a favore delle micro, piccole e
medie imprese”.
bifuel):
- da 1 a 1,49 t: 3.000 euro;
- da 1,5 a 2,49 t: 3.500 euro; PIEMONTE
- da 2,50 a 3,49 t: 4.000 euro; Fondi per l’efficientamento dell’illuminazione
- da 3,5 a 7 t: 6.000 euro; pubblica
- superiore a 7 t e minore o uguale a 12 t: 7.000 euro;
• GPL (mono e bifuel): 29 maggio 2019
- da 1 a 1,49 t: 2.000 euro;
- da 1,5 a 2,49 t: 2.500 euro; Oggetto
- da 2,50 a 3,49 t: 3.000 euro; Ammontano a 10 milioni di euro le risorse stanziate dalla
- da 3,5 a 7 t: 4.500 euro; Regione Piemonte a favore dei Comuni per la riduzione dei
- superiore a 7 t e minore o uguale a 12 t: 6.000 euro. consumi energetici e l’adozione di soluzioni tecnologiche
innovative sulle reti di illuminazione pubblica.
Presentazione domande Le risorse sono rese disponibili dal bando adottato dall’Ammi-
Le domande di contributo dovranno essere inviate esclusiva- nistrazione Regionale con Determinazione n. 439 del 10 otto-
mente in via telematica tramite il sito http://webtelemaco. bre 2018.
infocamere.it (le istruzioni per profilarsi e compilare la
domanda sono disponibili sul sito www.unioncamerelombar- Destinatari
dia.it nell’apposita sezione “Bandi e contributi alle imprese”). I soggetti beneficiari sono:
Lo sportello agevolativo resterà aperto fino al 10 ottobre 2019, • i Comuni piemontesi ad eccezione dei Comuni Capoluogo di
salvo chiusura anticipata in caso di raggiungimento di richieste Provincia di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbania
di contributo pari alla dotazione finanziaria maggiorata del e Vercelli e del Comune di Torino;
10%. L’avvenuto ricevimento della domanda trasmessa in
presenza della condizione di “lista d’attesa” non costituirà
• le Unioni di Comuni (ex art 32 del D.Lgs. n. 267/2000 e
Legge Regionale 11/2012 e s.m.i.) della Regione Piemonte.
titolo all’istruttoria della pratica correlata. Le domande in lista L’Unione di Comuni potrà presentare la domanda per tutti o
d’attesa saranno comunque protocollate (non sarà possibile solo per alcuni dei Comuni facenti parte dell’Unione. I Comuni
ottenere il rimborso dell’imposta di bollo) e potranno accedere per i quali l’Unione presenta la domanda saranno considerati
alla fase di istruttoria solo laddove si rendano disponibili ulte- partner partecipanti al progetto. I Comuni appartenenti all’U-
riori risorse in esito all’istruttoria per la concessione ovvero nione ma non coinvolti nel progetto da essa presentato
qualora si verificassero delle economie di spesa in fase di potranno partecipare singolarmente.
istruttoria della rendicontazione o per effetto di possibili Oltre che in forma singola, i Comuni piemontesi non apparte-
rinunce da parte dei soggetti beneficiari. nenti ad Unioni di Comuni della Regione Piemonte potranno
Ciascuna impresa potrà chiedere il contributo per 2 veicoli presentare domanda anche in forma aggregata, mediante
nuovi (a fronte del medesimo numero di veicoli commerciali raggruppamenti temporanei e costituiti secondo quanto sta-
rottamati di proprietà dell’impresa stessa), presentando una o bilito all’art. 15 della Legge n. 241/1990 o agli artt. 30 e 34 del
due distinte domande di contributo. D.Lgs. n. 267/2000 e s.m.i.

Ambiente & sviluppo 11/2018 771


Agenda
Finanziamenti ambientali

Obiettivi monumenti, edifici, alberi (illuminazione artistica); non


Verranno agevolati interventi di riqualificazione di impianti di saranno, inoltre, compresi gli impianti di segnaletica luminosa
illuminazione pubblica esistenti attraverso due linee di (da indicare nelle dichiarazioni e nella RTES);
intervento: • essere censiti nell’applicativo Enercloud+ e caratterizzati
• Linea A - Interventi di riqualificazione energetica. La linea dai consumi di energia elettrica relativi ad un periodo pari ad
comprende interventi di: almeno 2 anni solari antecedenti all’intervento.
- sostituzione di sorgenti luminose con sorgenti più efficienti; Gli interventi previsti nella domanda di agevolazione dovranno
- sostituzione di apparecchi di illuminazione esistenti con nel complesso garantire, a pena di esclusione, il consegui-
apparecchi più efficienti o di singoli componenti degli stessi; mento nella situazione post intervento, di un risparmio di
- retrofitting a led di impianti esistenti; energia elettrica connesso all’intervento (ReI), pari almeno al
- installazione di regolatori di flusso e/o stabilizzatori di ten- 40% rispetto alla situazione ante intervento.
sione conformi alla normativa tecnica vigente; Nell’ambito del progetto complessivo di riqualificazione, sarà
- installazione di sistemi di telecontrollo, telecomando o ammessa la realizzazione di nuovi punti luce nella misura
telegestione; massima del 10% del numero totale di punti luce oggetto di
- ulteriori opere connesse al miglioramento dell’efficienza intervento, esclusivamente nel caso in cui tale necessità derivi
energetica dell’impianto, quali ad esempio sostituzione dei da esigenze di adeguamento alla normativa vigente in materia
pali/supporti, adeguamento delle potenze impegnate per sin- di illuminazione pubblica, motivate con adeguato livello di
golo armadio alle potenze effettivamente assorbite dalle lam- dettaglio nella RTES.
pade, installazione di accessori e componenti più efficienti Ciascuna domanda potrà riguardare uno o più perimetri di
sulle linee di alimentazione, ecc.; intervento definiti nell’ambito dell’impianto di illuminazione
• Linea B – Servizi tecnologici integrati. La linea comprende pubblica comunale del Comune/dei Comuni proponenti. Per
interventi di ottimizzazione dell’utilizzo dell’infrastruttura del- “perimetro di intervento” si intendono tutte le linee dell’im-
l’impianto di illuminazione pubblica per l’erogazione all’Ammi- pianto di illuminazione pubblica che fanno capo ad un solo
nistrazione e/o alla cittadinanza di “servizi orientati alle smart punto di prelievo dall’energia elettrica, in tutto o in parte
cities” aventi finalità pubblica quali l’installazione di: oggetto di intervento. Per tutti i perimetri di intervento, la
- sistemi per il controllo del traffico e/o per la videosorve- domanda di agevolazione dovrà obbligatoriamente prevedere,
glianza, limitatamente alle strutture e agli edifici pubblici; a pena di esclusione, uno o più interventi di cui alla Linea A. Gli
- sistemi per il monitoraggio delle condizioni meteorologiche o interventi di cui alla Linea B saranno ammissibili:
dell’inquinamento atmosferico; • unicamente se associati ad uno o più interventi di cui alla
- sistemi di smart parking, per l’ottimizzazione dell’utilizzo di Linea A;
parcheggi pubblici; • fino ad un importo massimo del 20% delle spese necessa-
- pannelli informativi elettronici per l’informazione ai cittadini e rie alla realizzazione degli interventi di cui alla Linea A.
la promozione turistica; Nel limite del 10% del totale delle spese di cui alle Linee A e B,
- sistemi finalizzati alla messa a disposizione di servizi di sarà ammessa la realizzazione di opere civili e/o impiantistiche
connessione gratuita wi-fi. accessorie e strettamente connesse alla realizzazione degli
Non saranno considerati ammissibili servizi tecnologici inte- interventi, quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo:
grati che siano generatori di entrate o che siano destinati a • opere finalizzate all’esclusione, nella situazione post inter-
servizio di attività commerciali, comprese quelle turistiche, o vento, dell’alimentazione di carichi “esogeni” di tipo elettrico
ceduti in uso a terzi anche a titolo gratuito. Non sarà altresì (l’intervento è obbligatorio nel caso in cui tali carichi siano
ammissibile l’installazione di sistemi per la produzione di presenti nei perimetri di intervento);
energia elettrica da fonti rinnovabili quali ad esempio pannelli • opere murarie;
fotovoltaici integrati nei pali. • pozzetti e scavi;
I servizi tecnologici integrati previsti in progetto dovranno • parziali rifacimenti di manto stradale;
essere mantenuti in funzione per almeno 5 anni dalla data di • allacciamento ai servizi di pubblica utilità;
pagamento del saldo finale. • acquisto e installazione di elementi aggiuntivi compresi
Ai fini dell’ammissibilità, gli impianti di illuminazione pubblica cablaggi per la trasmissione dei dati.
oggetto di intervento dovranno possedere, alla data di presen- I costi ammissibili complessivi non potranno essere superiori
tazione della domanda di agevolazione, tutte le seguenti carat- al seguente importo:
teristiche, con riferimento a tutti i punti luce oggetto di • NPL (numero di punti luce complessivamente oggetto di
intervento ricompresi nella domanda di agevolazione: intervento) * 800.
• essere localizzati sul territorio del Comune/dei Comuni pro- In ogni caso, l’ammontare complessivo di spesa ritenuta
ponenti (da indicare nelle dichiarazioni e nella RTES); ammissibile per ogni progetto dovrà essere compreso tra:
• essere di proprietà del Comune/dei Comuni proponenti ed • un minimo di:
essere nella disponibilità esclusiva dello stesso/degli stessi (a - 50.000 euro per le Unioni di Comuni e i raggruppamenti
proprietà dell’amministrazione comunale dovrà estendersi a temporanei che raggiungano una popolazione complessiva
tutti i componenti dell’impianto di illuminazione pubblica fino a 5.000 abitanti, nonché per i Comuni con popolazione
facenti parte dei perimetri di intervento); fino a 5.000 abitanti che presentano domanda singolarmente;
• intestazione del contratto/dei contratti per la fornitura del- - 100.000 euro per le Unioni di Comuni e i raggruppamenti
l’energia elettrica in capo al Comune proponente (da indicare temporanei che raggiungano una popolazione complessiva
nella dichiarazione e nella RTES); superiore a 5.000 abitanti, nonché per i Comuni con popola-
• mantenimento in esercizio per almeno 5 anni dalla data del zione superiore a 5.000 abitanti che presentano domanda
pagamento del saldo finale (da indicare nelle dichiarazioni); singolarmente;
• non essere destinati all’illuminazione di gallerie, di par- • un massimo di 500.000 euro.
cheggi privati ad uso privato, aree private a uso commerciale Gli interventi ammessi a contributo dovranno essere ultimati
o industriale, campi sportivi, nonché all’illuminazione di (data del “certificato di ultimazione dei lavori”) entro 18 mesi

772 Ambiente & sviluppo 11/2018


Agenda
Finanziamenti ambientali

dalla data di concessione, salvo proroghe richieste e debita- 2020, agevola interventi finalizzati a migliorare l’efficienza
mente motivate. energetica dei pescherecci.

Agevolazioni Destinatari
Il contributo regionale sarà riconosciuto nella misura dell’80% All’intervento agevolativo saranno ammessi:
del costo totale ammissibile, con un massimo di 400.000 euro • i proprietari di imbarcazioni da pesca;
(il cofinanziamento da parte del beneficiario non potrà essere • gli armatori di imbarcazioni da pesca.
inferiore al 20% della spesa ammissibili).
Obiettivi
Presentazione domande Saranno incentivati i seguenti interventi:
Le domande di contributo dovranno essere inviate a partire dal 1) per la Misura 1.41, art. 41, par. 1:
29 novembre 2018 (dalle ore 9:00) ed entro il 29 maggio 2019 1.a) investimenti destinati ad attrezzature o a bordo volti a
(ore 12:00) per via telematica utilizzando esclusivamente il ridurre l’emissione di sostanze inquinanti o gas a effetto serra
modulo disponibile sul sito www.sistemapiemonte.it/cms/ e ad aumentare l’efficienza energetica dei pescherecci (sia per
privati/attivita-economico-produttive/servizi/861-bandi2014- le attrezzature che a bordo). Saranno, altresì, ammissibili inve-
2020-finanziamenti-domande. stimenti destinati ad attrezzi da pesca a condizione che non ne
Ciascun beneficiario dovrà trasmettere il file di testo in formato pregiudichino la selettività;
pdf della domanda inviata telematicamente e messo a dispo- 1.b) audit e regimi di efficienza energetica;
sizione dal sistema, a conclusione della compilazione on line, 1.c) studi per valutare il contributo dei sistemi di propulsione
procedendo all’upload del documento (previa apposizione sul alternativi e della progettazione degli scafi sull’efficienza ener-
modulo di domanda della firma digitale da parte del legale getica dei pescherecci.
rappresentante o del soggetto delegato con poteri di firma, Gli interventi di cui ai punti 1.b) e 1.c) non potranno superare il
che risulti essere una figura interna all’ente) e degli allegati e 10% dell’importo complessivo del finanziamento pubblico
dichiarazioni necessari. concesso;
Qualora la dimensione dei singoli allegati alla domanda di 2) per la Misura 1.41, art.41, par.2: interventi sostituzione o
finanziamento sia superiore a 5 MB, questi dovranno essere l’ammodernamento di motori principali o ausiliari riguardanti
trasmessi entro 5 giorni mediante lettera raccomandata A/R su pescherecci:
supporto informatico (DVD o CD non riscrivibile) al seguente 2.a) di lunghezza fuori tutto fino a 12 m, a condizione che il
indirizzo: nuovo o modernizzato motore non abbia più capacità in kW
• Regione Piemonte - Direzione Competitività del sistema rispetto al motore da sostituire;
regionale Settore Sviluppo energetico sostenibile - Corso 2.b) di lunghezza fuori tutto tra 12 e 18 m, a condizione che la
Regina Margherita 174 - 10152 Torino - POR FESR 2014/ capacità in kW del nuovo o modernizzato motore sia di almeno
2020 “Obiettivo specifico IV.4c.1” - Bando per la riduzione il 20% inferiore a quella del motore da sostituire;
dei consumi energetici e adozione di soluzioni tecnologiche 2.c) di lunghezza fuori tutto tra 18 e 24 m, a condizione che la
innovative sulle reti di illuminazione pubblica dei Comuni capacità in kW del nuovo o modernizzato motore sia di almeno
piemontesi. il 30% inferiore a quella del motore da sostituire.
Ogni soggetto potrà presentare una sola domanda di ammis-
sione all’agevolazione. Agevolazioni
Le domande verranno finanziate fino ad esaurimento delle Sarà erogato un contributo a fondo perduto pari:
risorse in ordine cronologico di invio telematico della • con riferimento alla Misura 1.41, art .41, par. 1: al 50% delle
domanda. spese ammesse, elevato all’80% per interventi connessi alla
La valutazione delle domande verrà effettuata entro i 90 giorni pesca costiera artigianale e ridotto al 30% per interventi attuati
successivi alla data di presentazione della domanda. da imprese che non rientrano nella definizione di PMI.
La selezione delle operazioni si realizza in due differenti fasi: Il contributo sarà riconosciuto fino ad un importo massimo di:
• la verifica di ricevibilità della domanda e di ammissibilità del - 15.000 euro per imbarcazioni di lunghezza fuori tutto (lft) fino a
12 m;
soggetto proponente e del progetto proposto a finanziamento;
• per le domande che superano positivamente la fase prece- - 50.000 euro per imbarcazioni di lunghezza fuori tutto (lft) da 12
a 24 m;
dente, valutazione tecnico/finanziaria e di merito del progetto.
- 75.000 euro per imbarcazioni di lunghezza fuori tutto (lft)
Riferimenti maggiore di 24 m;
- POR FESR Piemonte 2014/2020, Azione IV.4c.1.3; • con riferimento alla Misura 1. 41, art.41, par. 2: al 50% delle
- Determinazione10 ottobre 2018 n. 439, BUR 18 ottobre 2018 spese ammesse. La percentuale di contributo sarà elevata di:
n. 42: approvazione bando riduzione dei consumi energetici e - 30 punti, per interventi connessi alla pesca costiera
adozione di soluzioni tecnologiche innovative sulle reti di illu- artigianale;
minazione pubblica dei Comuni piemontesi. - 10 punti, per interventi attuati da organizzazioni di pescatori o
da altri beneficiari collettivi che non rientrano nel titolo V, capo
III del Regolamento Ue n. 508/2014;
SICILIA - 25 punti, per interventi attuati da organizzazioni di produttori,
Aiuti per la tutela ambientale associazioni di organizzazioni di produttori o organizzazioni
interprofessionali.
15 dicembre 2018 La percentuale di contributo sarà ridotta di 20 punti nel caso di:
- interventi attuati da imprese che non rientrano nella defini-
Oggetto zione di PMI;
La Regione Sicilia, attraverso il bando a valere sulla Misura 1.41 - interventi concernenti la sostituzione o l’ammodernamento
(art. 41, parr. 1 e 2) del Programma Operativo del Fondo dei motori principali o accessori.
Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP) 2014- Il contributo sarà riconosciuto fino ad un importo massimo di:

Ambiente & sviluppo 11/2018 773


Agenda
Finanziamenti ambientali

- 15.000 euro per progetti di cui alla lettera 2.a) relativi a pagamento delle sanzioni e degli eventuali interessi, e dimo-
imbarcazioni di lunghezza fuori tutto (lft) fino a 12 m; strata mediante trasmissione della documentazione relativa al
- 20.000 euro per progetti di cui alla lettera 2.b) relativi a pagamento;
imbarcazioni di lunghezza fuori tutto (lft) comprese tra 12 e • non abbiano ricevuto e successivamente non rimborsato, o
18 me; depositato in un conto bloccato, aiuti pubblici concessi in
- 25.000 euro per progetti di cui alla lettera 2.c) relativi a violazione dell’obbligo di notifica ai sensi del Trattato dell’U-
imbarcazioni di lunghezza fuori tutto (lft) comprese tra 18 e nione Europea o incompatibili con lo stesso;
24 m. • non siano soggette ad amministrazione controllata, a con-
cordato preventivo o a fallimento;
Presentazione domande
Le domande di contributo dovranno essere presentate (a
• rispettino il Regolamento Ue n. 1407/2013 (Regime de
minimis) o il Regolamento Ue n. 1408/2013 (Regime de mini-
mezzo raccomandata o presentata direttamente alla sede mis nel settore agricolo).
centrale ovvero agli Uffici territoriali) entro il 15 dicembre Ai fini dell’ammissibilità, le micro, piccole e medie imprese dei
2018 (ore 14,00) al seguente indirizzo: Regione Siciliana - settori commercio, turismo, servizi, artigianato, industria,
Assessorato dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della dovranno avere un numero di dipendenti non superiore a:
Pesca Mediterranea - Dipartimento della Pesca Mediterranea • 70, per il settore industria;
(Via degli Emiri, 45 -90135 Palermo). • 20, per il settore commercio e pubblici esercizi;
Le istanze potranno anche essere recapitate a uno degli Uffici • 25, per il settore servizi;
Territoriali del Dipartimento degli interventi per la pesca. • 50, per il settore turismo.
Riferimenti Obiettivi
- Programma Operativo Fondo Europeo per gli Affari Marittimi Il contributo camerale potrà essere richiesto per i seguenti
e la Pesca (FEAMP) 2014-2020, Misura 1.41; interventi:
- Decreto 8 agosto 2018, n. 462, GURS 24 agosto 2018, n. 37: 1) attrezzature per il lavaggio delle stoviglie per uso professio-
approvazione bando; nale o di categoria A secondo la Direttiva 97/17/CE e succes-
- Decreto 1° ottobre 2018, n. 550, GURS 12 ottobre 2018, n. sive modifiche, impianti e attrezzature per il riciclo dell’acqua e
44: approvazione modifiche e proroga bando. la riduzione dei flussi e degli scarichi idrici;
2) attrezzature per il freddo (frigoriferi, celle frigorifere, conge-
latori, surgelatori, abbattitori termici, e simili) per uso profes-
FINANZIAMENTI CAMERALI sionale o di categoria A+ o A++ secondo la Direttiva 94/2/CE e
successive modifiche (con esclusione di condizionatori,
CCIAA BRESCIA impianti di climatizzazione e simili previsti al punto 5);
3) attrezzature per il caldo limitatamente a forni elettrici o micro
Contributi alle PMI per migliorare le performance
onde per uso professionale o di categoria A secondo la Diret-
ambientali tiva 2002/40/CE e successive modifiche;
12 febbraio 2019, per il bando rivolto ai settori 4) attrezzature per la produzione di energia da fonti rinnovabili:
- impianti fotovoltaici di generazione di energia, con superfici
commercio, turismo, servizi, artigianato, non inferiori a 16 mq o, alternativamente, con produzione
industria nominale di energia non inferiore a 2 kW;
- impianti solari termici per la produzione di acqua calda sani-
5 marzo 2019, per il bando riservato al settore
taria e/o integrazione con l’impianto di riscaldamento e/o inte-
agricolo grazione al fabbisogno termico dei processi produttivi;
- impianti solari termici;
Oggetto
- impianti di raffreddamento/condizionamento basati sull’ener-
La CCIAA di Brescia ha pubblicato due bandi (uno riservato al
gia solare (solar cooling);
settore agricolo e l’altro rivolto ai settori commercio, turismo,
- impianti geotermici a bassa entalpia;
servizi, artigianato, industria) con contributi per il conteni-
5) attrezzature per interventi finalizzati a migliorare l’efficienza
mento dei consumi energetici, la riduzione dei rifiuti e il miglio-
energetica e gestione energetica: interventi per l’efficienza
ramento dell’impatto ambientale.
energetica degli impianti:
Destinatari - acquisto di impianti, beni e strumenti che consentano la
Ad essere interessate sono le micro, piccole e medie imprese riduzione puntuale dei consumi e il conseguimento di più alti
bresciane di tutti i settori economici, in possesso dei seguenti rendimenti energetici per la climatizzazione degli ambienti,
requisiti: come ad es. pompe di calore ad assorbimento a gas;
• abbiano sede legale e/o unità locale operativa nella provincia - caldaie centralizzate o a condensazione;
di Brescia e siano iscritte al Registro delle Imprese ed in regola - impianti di cogenerazione e trigenerazione ad alto rendi-
con la denuncia di inizio dell’attività ed al REA (Repertorio mento, cappe di aspirazione dei fumi ad uso professionale e
economico amministrativo) dell’ente camerale bresciano; a basso consumo energetico, raffrescatori/raffreddatori eva-
• siano in possesso di qualifica artigiana, ove previsto; porativi portatili o fissi che non richiedono l’utilizzo di fluidi
• siano in regola con i contributi dovuti agli Enti previdenziali refrigeranti; sistemi di monitoraggio dell’efficienza energetica
(DURC regolare o altre modalità previste dalla legge); quali telecontrollo, sistemi di contabilizzazione energe-
• siano in regola, e nell’esatta misura, con il pagamento del tica, ecc.);
diritto annuale camerale, con le modalità e secondo le dispo- - interventi per l’efficienza energetica dei sistemi per l’illumi-
sizioni normative vigenti, anche posteriormente all’invio on nazione (apparecchi ad alta efficienza, ecc.);
line della domanda di contributo, a condizione che la regola- - sistemi di illuminazione esterna che non generano inquina-
rizzazione riguardi i 10 anni precedenti e sia comprensiva del mento luminoso ad esempio mediante l’utilizzo di lampade al

774 Ambiente & sviluppo 11/2018


Agenda
Finanziamenti ambientali

sodio in alta pressione; impianti a sensore di presenza a Le imprese in possesso di rating di legalità beneficeranno di un
spegnimento automatico; contributo aggiuntivo pari a:
6) riduzione dei rifiuti: compattatori di rifiuti organici/imbal- • 150 euro, in caso di possesso di 1 stella di rating;
laggi, tritarifiuti ad uso professionale per attività di • 300 euro, in caso di possesso di 2 stelle di rating;
somministrazione. • 500 euro, in caso di possesso di 3 stelle di rating.
Sarà ammesso al contributo esclusivamente l’acquisto di beni
nuovi di fabbrica, che dovranno essere installati nella sede Presentazione domande
operativa bresciana individuata dal richiedente. Gli investi- Le domande dovranno essere presentate esclusivamente per
menti finanziabili dovranno essere realizzati e pagati, in misura via telematica tramite accesso all’apposito sito web www.
completa, nonché installati nel periodo 2 gennaio 2018-31 registroimprese.it, seguendo il percorso informatico indicato,
dicembre 2018), presso la sede legale e/o operativa della da “contributi alle imprese”, fino a “spedizione della pratica”.
provincia di Brescia, dove si esercita l’attività. Lo sportello agevolativo sarà aperto:
Non saranno ammessi: • dal 5 febbraio 2019 al 12 febbraio 2019 (dalle ore 9 e fino alle
• acquisti di parti nuove da sostituire ad attrezzature già in 16), per il bando rivolto ai settori commercio, turismo, servizi,
artigianato, industria;
possesso del richiedente (non saranno finanziate riparazioni/
sostituzioni di parti di beni strumentali); • dal 26 febbraio 2019 al 5 marzo 2019 (dalle ore 9 e fino alle
• investimenti in leasing. 16), per il bando riservato al settore agricolo.
Per entrambi i bandi, saranno considerate ammissibili le spese Riferimenti
di importo non inferiore (al netto di IVA) a 1.000 euro. - Determinazione 3 maggio 2018 n. 57/PRO: bando per la
concessione di contributi per e-commerce, temi ambientali,
Agevolazioni sistemi di sicurezza (AGEF 1803) e bando per la concessione di
Il contributo coprirà il 50% della spesa ammissibile, con un contributi per tecnologie digitali, temi ambientali e sicurezza
massimo di 2.500 euro. per imprese agricole (AGEF 1806).

Ambiente & sviluppo 11/2018 775


Agenda
Scadenzario e Memoranda

Scadenzario e Memoranda
a cura di Alberto Muratori

ADEMPIMENTI IN SCADENZA: NOVEMBRE 2018 Riferimenti


- Regolamento Ce n. 1005/2010 del 16 settembre 2009, art.
20 NOVEMBRE 2018 23, par. 2, lett. c).

Soggetti Soggetti
Produttori, importatori e utilizzatori di imballaggi iscritti Operatori delle apparecchiature contenenti gas fluorurati
al CONAI tenuti alla dichiarazione mensile a effetto serra in quantità pari o superiori a 500 tonnellate
di CO2 equivalente, non etichettate come sigillate
Adempimento
Presentazione al CONAI in forma telematica della dichiara- Adempimento
zione mensile relativa ai quantitativi d’imballaggi gestiti assog- Esecuzione dei controlli obbligatori trimestrali previsti dall’art.
gettati al contributo ambientale, e all’entità del contributo 4, parr. 1 e 3, lett. c) del Regolamento Ue n. 517/2014 del 16
ambientale conseguentemente da versare, relativamente al settembre 2014 per l’accertamento di eventuali perdite.
mese di ottobre 2016. Riferimenti
Riferimenti - Regolamento Ue n. 517/2014 del 16 settembre 2014, art. 4,
- D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, artt. 221, 223 e 224; parr. 1 e 3, lett. c).
- Guida CONAI 2018. N.B.: Con la messa in applicazione, a partire dal 1° gennaio
2015, del Regolamento n. 2014/517/Ue, abrogativo del previ-
30 NOVEMBRE 2018 gente Regolamento n. 2006/842/Ce, si modifica radicalmente
il regime di controllo delle perdite dalle apparecchiature/appli-
Soggetti cazioni contenenti gas fluorurati ad effetto serra. Ferme
Produttori e importatori di pneumatici che abbiano scelto restando le frequenze delle verifiche, - trimestrali, semestrali
di gestire gli PFU attraverso gestori autorizzati o annuali, il nuovo Regolamento cambia infatti il parametro di
riferimento, ora individuato nelle ton di CO2 equivalenti conte-
Adempimento nute nell’apparecchiatura - al fine di tener conto del potenziale
Invio al Ministero dell’Ambiente - Direzione generale per la
di riscaldamento globale di ciascuna sostanza, estremamente
tutela del territorio e delle risorse idriche, di dichiarazione
variabile a seconda del gas impiegato nell’apparecchiatura - in
concernente l’avvenuto conferimento dell’incarico a un sog-
sostituzione del quantitativo di gas caricato, espresso in kg,
getto terzo autorizzato alla gestione di PFU per il 2019,
che veniva adottato in precedenza.
utilizzando il modulo di cui all’Allegato C al D.M. n. 82/
La nuova disciplina prescrive invece:
2011, facendosi comunque presente che la durata dell’inca-
- per un contenuto di gas nel range 5÷50 ton CO2 eq: controllo
rico al gestore non può avere una durata inferiore all’anno
fughe annuale;
solare.
- per un contenuto di gas nel range 50÷500 ton CO2 eq:
Riferimenti controllo fughe semestrale;
D.M. 11 aprile 2011, n. 82, artt. 3, comma 4. - per un contenuto di gas > 500 ton CO2 eq: controllo fughe
annuale.
Soggetti Nel caso di apparecchiature sigillate, etichettate come tali, la
Gestori Grandi Impianti di combustione cadenza dei controlli diventa rispettivamente, biennale,
annuale e semestrale.
Adempimento
Versamento della terza rata trimestrale di acconto della tassa Soggetti
sulle emissioni di SO2 e NOx istituita dall’art. 17, comma 29 Esercenti di elettrodotti con tensione di esercizio > 132 Kv
della Legge n. 449/1997.
Adempimento
Riferimenti Comunicazione trimestrale all’Autorità di controllo compe-
- D.P.R. 26 ottobre 2001, n. 416, art. 4, comma 1. tente (in funzione della tensione di esercizio) dei 12 valori
medi delle correnti registrati ogni due ore, nelle normali con-
Soggetti dizioni di esercizio, relativi a ciascun giorno del trimestre.
Detentori di apparecchiature di refrigerazione di condi-
zionamento d’aria o pompe di calore o sistemi di prote- Riferimenti
zione antincendio con una carica di fluido, pari o superiore - D.P.C.M. 8 luglio 2003, art. 5, comma 3.
a 300 kg di sostanze controllate
Soggetti
Adempimento CONAI - Consorzio Nazionale Imballaggi
Esecuzione dei controlli obbligatori trimestrali per l’accerta-
mento di eventuali perdite nel circuito di refrigerazione. La data Adempimento
sopra riportata rappresenta un termine ultimo, fermo restando Presentazione con cadenza annuale al Ministero dell’Am-
l’obbligo del rispetto della cadenza trimestrale tra un controllo biente, succeduto nell’esercizio delle funzioni dell’abrogato
e l’altro. Osservatorio nazionale sui rifiuti, di un Piano specifico

Ambiente & sviluppo 11/2018 777


Agenda
Scadenzario e Memoranda

di prevenzione e gestione relativo all’anno solare succes- n. 1999/94/Ce concernente la disponibilità di informazioni sul
sivo, che sarà inserito nel Programma generale di prevenzione risparmio di carburante e sulle emissioni di CO2 da fornire ai
e gestione. consumatori per quanto riguarda la commercializzazione di
autovetture nuove”, ai fini dell’aggiornamento della Guida al
Riferimenti risparmio di carburante ed alle emissioni di CO2, da redigersi a
- D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, artt. 221, 223 e 224. cura del medesimo Ministero, ovvero:
Soggetti • elenco dei modelli di autovetture nuove prodotti dal costrut-
Regioni e Province autonome tore che possono essere acquistati negli Stati membri;
• per ciascun modello, indicazione del tipo di carburante, del
Adempimento consumo ufficiale di carburante, espresso in l/100km (litri per
Trasmissione - con cadenza annuale - al Ministero della Salute 100 chilometri) o in km/l (chilometri per litro), nonché delle
degli esiti dell’attività di monitoraggio condotta sulle acque di emissioni specifiche ufficiali di CO2, espresse in g/km (grammi
balneazione ex art. 4, D.Lgs. n. 116/2008 “Attuazione della per chilometro).
Direttiva n. 2006/7/Ce relativa alla gestione della qualità delle N.B. I dati relativi al consumo di carburante devono essere
acque di balneazione e abrogazione della Direttiva n. 76/160/ arrotondati al primo decimale, mentre quelli relativi alle emis-
Ce”, nonché le seguenti informazioni: sioni di CO2 devono esserlo al numero intero più vicino.
• classificazione delle acque di balneazione ai sensi dell’art. 6, Riferimenti
D.Lgs. n. 116/2008;
• azioni volte alla rimozione delle cause di inquinamento ed al - D.P.R. 17 febbraio 2003, n. 84, art. 4, comma 1.
miglioramento delle acque di balneazione intraprese. 20 DICEMBRE 2018
Riferimenti Soggetti
- D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 116, art. 4, comma 2. Produttori, importatori e utilizzatori di imballaggi iscritti
al CONAI tenuti alla dichiarazione mensile
Soggetti
Regioni, Province autonome ed Amministrazioni Adempimento
e/o Enti territoriali Presentazione al CONAI, in forma telematica, della dichiara-
zione mensile relativa ai quantitativi d’imballaggi gestiti assog-
Adempimento
gettati al contributo ambientale, e all’entità del contributo
Trasmissione al Ministero dell’Ambiente e all’ISPRA con
cadenza trimestrale, delle informazioni riguardanti le attività ambientale conseguentemente da versare, relativamente al
di rispettiva competenza in materia di difesa del suolo e lotta mese di novembre 2018.
alla desertificazione, di tutela delle acque dall’inquinamento e Riferimenti
di gestione delle risorse idriche e prevenzione del dissesto - D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, artt. 221, 223 e 224;
idrogeologico. - Guida CONAI 2018.
Riferimenti 31 DICEMBRE 2018
- Legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Legge finanziaria 2007), art.
1, comma 1134. Soggetti
Esercenti di elettrodotti con tensione di esercizio > 132 Kv
Soggetti
Regioni e Province autonome Adempimento
Comunicazione trimestrale all’Autorità di controllo compe-
Adempimento tente (in funzione della tensione di esercizio), dei 12 valori
Trasmissione al Ministero dell’Ambiente della relazione men- medi delle correnti registrati ogni due ore, nelle normali con-
sile sul monitoraggio del rumore aeroportuale notturno previ- dizioni di esercizio, relativi a ciascun giorno del trimestre
sta dal D.P.R. 9 novembre 1999, n. 476, con la finalità di trascorso.
verificare la conformità ai requisiti stabiliti ai sensi della Con-
venzione di Chicago da parte degli aeromobili adibiti ai voli Riferimenti
notturni. - D.P.C.M. 8 luglio 2003, art. 5, comma 3.

Riferimenti Soggetti
- D.P.R. 9 novembre 1999, n. 476, art. 1, comma 7. Gestori Grandi Impianti di Combustione

Adempimento
Versamento della quarta rata trimestrale di acconto della tassa
ADEMPIMENTI IN ANTEPRIMA: DICEMBRE 2018 sulle emissioni di SO2 e NOX istituita dall’art. 17, comma 29
della Legge n. 449/1997.
15 DICEMBRE 2018
Riferimenti
Soggetti - Legge 27 dicembre 1997, n. 449, art. 17, commi 29-33;
Costruttori di autovetture - D.P.R. 26 ottobre 2001, n. 416, art. 4, comma 1;
Adempimento - Legge 24 dicembre 2007, n. 244, art. 2, comma 385.
Comunicazione con cadenza annuale al Ministero dell’Am- Soggetti
biente delle informazioni di cui all’Allegato II, punti 1 e 2, al Beneficiari del Programma nazionale di bonifica e ripri-
D.P.R. n. 84/2003 “Regolamento di attuazione della Direttiva stino ambientale dei siti inquinati di interesse nazionale.

778 Ambiente & sviluppo 11/2018


Agenda
Scadenzario e Memoranda

Adempimento Riferimenti
Invio alla Regione territorialmente competente della relazione - Regolamento Ue n. 517/2014 del 16 settembre 214, art. 4,
semestrale sullo stato di avanzamento dei lavori sotto il profilo parr. 1 e 3, lett. c).
sia fisico che finanziario. N.B. Con la messa in applicazione, a partire dal 1° gennaio
2015, del Regolamento n. 2014/517/Ue, abrogativo del previ-
Riferimenti gente Regolamento n. 2006/842/Ce, si modifica radicalmente
- D.M. 18 settembre 2001 e s.m.i., art. 7, comma 3. il regime di controllo delle perdite dalle apparecchiature/appli-
Soggetti cazioni contenenti gas fluorurati ad effetto serra. Ferme
Detentori di apparecchiature di refrigerazione di condi- restando le frequenze delle verifiche, - trimestrali, semestrali
zionamento d’aria o pompe di calore o sistemi di prote- o annuali, il nuovo Regolamento cambia infatti il parametro di
riferimento, ora individuato nel ton di CO2 equivalenti conte-
zione antincendio con una carica di fluido pari o superiore
a 300 kg di sostanze controllate nute nell’apparecchiatura - al fine di tener conto del potenziale
di riscaldamento globale di ciascuna sostanza, estremamente
Adempimento variabile a seconda del gas impiegato nell’apparecchiatura - in
Esecuzione dei controlli obbligatori trimestrali per l’accertamento sostituzione del quantitativo di gas caricato, espresso in kg,
di eventuali perdite nel circuito di refrigerazione. La data sopra che veniva adottato in precedenza.
riportata rappresenta un termine ultimo, fermo restando l’obbligo La nuova disciplina prescrive invece:
del rispetto della cadenza trimestrale tra un controllo e l’altro. - per un contenuto di gas nel range 5÷50 ton CO2 eq: controllo
fughe annuale, perciò entro il 31 dicembre di ogni anno;
Riferimenti - per un contenuto di gas nel range 50÷500 ton CO2 eq:
- Regolamento Ce n. 1005/2010 del 16 settembre 2009, art. controllo fughe semestrale, perciò, entro il 30 giugno e il 31
23, par. 2, lett. c). dicembre di ogni anno;
- per un contenuto di gas > 500 ton CO2 eq: controllo fughe
Soggetti trimestrale, perciò entro il 31 marzo, il 30 giugno, il 30 settem-
Detentori di apparecchiature di refrigerazione di condi- bre e il 31 dicembre di ogni anno.
zionamento d’aria o pompe di calore o sistemi di prote- Nel caso di apparecchiature sigillate, etichettate come tali, la
zione antincendio con una carica di fluido superiore a 30
cadenza dei controlli diventa rispettivamente, biennale,
kg, ma inferiore a 300 kg di sostanze controllate
annuale e semestrale.
Adempimento Soggetti
Esecuzione dei controlli obbligatori semestrali per l’accerta-
Operatori delle apparecchiature contenenti gas fluorurati
mento di eventuali perdite nel circuito di refrigerazione. La data
a effetto serra in quantità Q nel range 50 ton < Q < 500 ton
sopra riportata rappresenta un termine ultimo, fermo restando non etichettate come sigillate
l’obbligo del rispetto della cadenza trimestrale tra un controllo
e l’altro. Adempimento
Esecuzione dei controlli obbligatori semestrali previsti dall’art.
Riferimenti 4, parr. 1 e 3, lett. b) del Regolamento Ue n. 517/2014 del 16
- Regolamento Ce n. 1005/2010 del 16 settembre 2009, art. settembre 2014 per l’accertamento di eventuali perdite.
23, par. 2, lett. b).
Riferimenti
Soggetti - Regolamento Ue n. 517/2014 del 16 settembre 2014, art. 4,
Detentori di apparecchiature di refrigerazione di condi- parr. 1 e 3, lett. b).
zionamento d’aria o pompe di calore o sistemi di prote-
zione antincendio con una carica di fluido fino a 30 kg di Soggetti
sostanze controllate Operatori delle apparecchiature contenenti gas fluorurati
a effetto serra in quantità Q nel range 5 ton < Q < 50 ton CO2
Adempimento eq, non etichettate come sigillate
Esecuzione dei controlli obbligatori annuali per l’accerta-
mento di eventuali perdite nel circuito di refrigerazione. La Adempimento
data sopra riportata rappresenta un termine ultimo, fermo Esecuzione dei controlli obbligatori annuali previsti dall’art. 4,
restando l’obbligo del rispetto della cadenza trimestrale tra parr. 1 e 3, lett. a) del Regolamento Ue n. 517/2014 del 16
un controllo e l’altro. settembre 2014 per l’accertamento di eventuali perdite.
(Primo controllo dopo l’entrata in applicazione del nuovo
Riferimenti Regolamento).
- Regolamento Ce n. 1005/2010 del 16 settembre 2009, art.
23, par. 2, lett. a). Riferimenti
- Regolamento Ue n. 517/2014 del 16 settembre 214, art. 4,
Soggetti parr. 1 e 3, lett. a).
Operatori delle apparecchiature contenenti gas fluorurati
a effetto serra in quantità pari o superiori a 500 tonnellate Soggetti
di CO2 equivalente, non etichettate come sigillate Imprese e/o Enti pubblici dotati di singole unità locali con
più di 300 addetti (ovvero con più di 800 addetti comples-
Adempimento sivamente, ubicati in Comuni con più di 150.000 ab.,
Esecuzione dei controlli obbligatori trimestrali previsti dall’art. ovvero in zone a rischio di superamento dei valori limite
4, parr. 1 e 3, lett. c) del Regolamento Ue n. 517/2014 del 16 per la qualità dell’aria)
settembre 2014 per l’accertamento di eventuali perdite.

Ambiente & sviluppo 11/2018 779


Agenda
Scadenzario e Memoranda

Adempimento Soggetti
Invio al Comune, con cadenza annuale, del Piano annuale degli Produttori, distributori, operatori addetti alla raccolta o al
spostamenti casa lavoro del proprio personale dipendente, trattamento, imprese di frantumazione, recupero e riciclag-
con la designazione del responsabile della mobilità aziendale gio di veicoli fuori uso e relativi componenti e/o materiali
(mobility manager) preposto alla sua attuazione. nonché compagnie di assicurazione dei veicoli a motore
N.B. Il Piano è finalizzato alla riduzione dell’uso del mezzo di
trasporto privato individuale e ad una migliore organizzazione Adempimento
degli orari per limitare la congestione del traffico, e la sua Pubblicazione e messa in disponibilità con cadenza annuale
attuazione può essere oggetto di un Accordo di Programma all’Albo nazionale gestori rifiuti di cui all’art. 212 del D.Lgs.
con il Comune, da sottoscriversi entro il termine di 60 giorni dal n. 152/2006, delle informazioni relative a:
suo invio al Comune medesimo. • costruzione del veicolo e relativi componenti che possono
essere reimpiegati, recuperati e riciclati;
Riferimenti • corretto trattamento (dal punto di vista ambientale) del
- D.M. 27 marzo 1998, art. 3, comma 2. veicolo fuori uso (con particolare riferimento alla rimozione
di tutti i liquidi ed alla demolizione);
Soggetti
Titolari di reti di distribuzione di acque reflue recuperate
• ottimizzazione delle possibilità di reimpiego, riciclaggio e
recupero del veicolo fuori uso e dei relativi componenti;
Adempimento • progressi conseguiti in materia di recupero e riciclaggio al
Comunicazione alla Regione, con cadenza annuale, dei risultati fine di ridurre lo smaltimento del veicolo fuori uso e dei rifiuti
costituiti dai relativi componenti e materiali.
del monitoraggio effettuato ai fini della verifica dei parametri
chimici e microbiologici delle acque reflue recuperate che Riferimenti
vengono distribuite, e degli effetti ambientali, agronomici e - D.Lgs. 24 giugno 2003, n. 209, art. 11, comma 5.
pedologici del riutilizzo.
Soggetti
Riferimenti Gestori di impianti di incenerimento e coincenerimento
- D.M. 12 giugno 2003, n. 185, art. 11, commi 1 e 2. di rifiuti
N.B. Il provvedimento sostitutivo di quello da cui deriva
l’adempimento qui richiamato - cioè il D.M. 6 maggio 2006 Adempimento
“Norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue, ai sensi Effettuazione con cadenza [almeno] quadrimestrale del con-
dell’art. 99, comma 1, del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152” - risulta trollo delle emissioni relative agli inquinanti indicati dall’Alle-
tuttora privo di effetti giuridici per mancato assoggettamento gato 1, paragrafo A, punti 3 e 4, al Titolo III-bis della Parte
al visto e alla registrazione da parte della Corte dei conti prima Quarta del D.Lgs. n. 152/2006, come modificato dal D.Lgs.
della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. n. 46/2014, (metalli tossici, diossine/furani, IPA e PCB-DL),
nonché gli altri inquinanti, per i quali l’Autorità competente
Soggetti abbia prescritto misurazioni periodiche.
Produttori di fanghi di depurazione destinati all’agricoltura
Riferimenti
Adempimento - D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 come modificato dal D.Lgs. 4
Trasmissione annuale alla Regione di copia dei registri di carico marzo 2014, n. 46), art. 23-quattuordecies, comma 7.
e scarico, riportanti: N.B. La data sopra indicata rappresenta il termine ultimo per
a) i quantitativi di fango prodotto e quelli forniti per uso agricolo; l’ottemperanza all’obbligazione, con riferimento al terzo qua-
b) la composizione e le caratteristiche dei fanghi rispetto ai drimestre del 2018.
paramenti di cui all’Allegato 1 B, D.Lgs. n. 99/1992;
c) il tipo di condizionamento impiegato; Soggetti
d) i nomi e gli indirizzi dei destinatari dei fanghi e i luoghi previsti Soggetti gestori dei servizi idrici
di utilizzazione dei fanghi.
Adempimento
Riferimenti Invio, con cadenza annuale, al Ministero dell’Ambiente e
- D.Lgs. 27 gennaio 1992, n. 99, art. 14, comma 2. all’Autorità per l’energia elettrica e il gas, nonché alle Regioni
o Province autonome, delle informazioni di cui all’art. 161,
Soggetti comma 6 del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.; ovvero, ad opera
Imprese esercenti attività di vendita di energia elettrica di ciascun gestore, invio delle seguenti informazioni:
Adempimento • estremi di identificazione del gestore;
Messa in disponibilità ai propri utenti finali, nel rispetto della • dati dimensionali, tecnici e finanziari di esercizio;
cadenza almeno quadrimestrale prescritta dal D.M. 31 luglio • convenzioni e condizioni generali di contratto per l’esercizio
2009, delle informazioni relative al mix energetico dell’energia dei servizi idrici;
elettrica venduta nel biennio precedente con riferimento a • modelli adottati di organizzazione, di gestione, di controllo e
ciascuno dei due anni in questione, mediante inserimento di di programmazione dei servizi e degli impianti;
tali dati nei documenti di fatturazione inviati ai clienti. • livelli di qualità dei servizi erogati;
N.B. Le informazioni di cui sopra vanno riportate secondo il • tariffe applicate;
formato proposto dallo schema riportato all’Allegato I, punto c) • piani di investimento per l’ammodernamento degli impianti
del D.M. 31 luglio 2009. e lo sviluppo dei servizi.

Riferimenti Riferimenti
- D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i., art. 161, comma 7.
- D.M. 31 luglio 2009, art. 2, comma 2.

780 Ambiente & sviluppo 11/2018


Agenda
Scadenzario e Memoranda

Soggetti Riferimenti
Regioni e Province autonome - D.M. 18 settembre 2001 e s.m.i., art. 7, comma 4.

Adempimento Soggetti
Individuazione con cadenza annuale delle acque di balneazione e Regioni e Province autonome
dei relativi punti di monitoraggio in applicazione delle disposizioni
di cui al D.Lgs. n. 116/2008 “Attuazione della Direttiva n. 2006/7/ Adempimento
Ce relativa alla gestione della qualità delle acque di balneazione e Elaborazione e messa in disponibilità al pubblico di relazioni
abrogazione della Direttiva n. 76/160/Ce”, nonché determina- annuali aventi ad oggetto tutti gli inquinanti disciplinati dal
zione della durata della stagione balneare, di regola da far corri- D.Lgs. n. 155/2010 e contenenti:
spondere al periodo 1° maggio - 30 settembre di ogni anno. • una sintetica illustrazione circa i superamenti dei valori
limite, dei valori obiettivo, degli obiettivi a lungo termine,
Riferimenti delle soglie di informazione e delle soglie di allarme con
- D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 116, art. 6, commi 1 e 4. riferimento ai periodi di mediazione previsti;

Soggetti
• una sintetica valutazione degli effetti di tali superamenti,
eventualmente, includendo anche:
Autorità competenti al rilascio dell’AIA (Regioni - - ulteriori informazioni e valutazioni in merito alla tutela delle
e Province autonome - o Autorità delegate dalle Regioni) foreste;
- informazioni su altri inquinanti dei quali il D.Lgs. n. 155/2010
Adempimento
prevede la misurazione, fra i quali i precursori dell’ozono di cui
Invio al Ministero dell’Ambiente con cadenza annuale:
• di una comunicazione concernente le domande di auto- all’Allegato X, parte 2 del citato D.Lgs. n. 155/2010.
rizzazione integrata ambientale ricevute, le autorizzazioni rila- Riferimenti
sciate ed i successivi aggiornamenti; - D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 155, art. 18, comma 3.
• di un rapporto sulle situazioni di mancato rispetto delle
prescrizioni espresse in sede di AIA. Soggetti
Regioni e Province autonome
Riferimenti
- D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, art. 29-duodecies, comma 1, Adempimento
come modificato e integrato dall’art. 2, comma 24, del D.Lgs. Trasmissione al Ministero dell’Ambiente - succeduto nell’eser-
29 giugno 2010, n. 128. cizio delle funzioni già attribuite al disciolto l’Osservatorio nazio-
nale rifiuti - di un rapporto annuale sulla gestione dei rifiuti
Soggetti sanitari e relativi costi di smaltimento, quali risultanti dai sistemi
Regioni e Province autonome di monitoraggio messi in atto ai sensi del D.P.R. n. 254/2003.
Adempimento Riferimenti
Invio al Ministero dell’Ambiente, con cadenza annuale, di - D.P.R. 15 luglio 2003, n. 254, art. 4, comma 5.
un’informativa sui provvedimenti adottati e procedimenti in
corso in materia di VAS ai sensi della Parte Seconda del D.Lgs. Soggetti
n. 152/2006. Regioni e Province autonome
Riferimenti Adempimento
- D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, come modificato dal D.Lgs. 16 Predisposizione e Invio al Ministero dell’Ambiente, con
gennaio 2008, n. 4, art. 7, comma 8. cadenza annuale, di una relazione sull’uso del suolo e sulle
condizioni dell’assetto idrogeologico del territorio di propria
Soggetti competenza nonché sullo stato di attuazione del Programma
Regioni e Province autonome triennale in corso di cui all’art. 69 del D.Lgs. n. 152/2006.
Adempimento Riferimenti
Trasmissione al Ministero dell’Ambiente di una relazione annuale - D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i., art. 61, comma 1, lett. g).
riassuntiva sui quantitativi di fanghi prodotti nel territorio di pro-
pria competenza, in relazione alle diverse tipologie, sulla compo- Soggetti
sizione e le caratteristiche degli stessi, sulla quota fornita per usi Regioni e Province autonome
agricoli e sulle caratteristiche dei terreni a tal fine destinati.
Adempimento
Riferimenti Solo in caso di modifica apportata, durante l’anno in corso, alla
- D.Lgs. 27 gennaio 1992, n. 99, art. 6, comma 5. rete di monitoraggio delle acque superficiali di cui al D.M. 17
luglio 2009 “Individuazione delle informazioni territoriali e
Soggetti modalità per la raccolta, lo scambio e l’utilizzazione dei dati
Regioni e Province autonome necessari alla predisposizione dei rapporti conoscitivi sullo
Adempimento stato di attuazione degli obblighi comunitari e nazionali in
Trasmissione al Ministero dell’Ambiente di una relazione materia di acque”, trasmissione in via telematica all’ISPRA
annuale sullo stato di avanzamento degli interventi di bonifica delle informazioni aggiornate previste dalla Scheda A5 “Siti di
monitoraggio delle acque superficiali”.
e ripristino ambientale d’interesse nazionale ammessi a finan-
ziamento attraverso il Programma nazionale, e sulle somme Riferimenti
effettivamente erogate. - D.M. 17 luglio 2009, art. 1, comma 3 e Allegati - Scheda A5.

Ambiente & sviluppo 11/2018 781


Agenda
Scadenzario e Memoranda

Soggetti 30 NOVEMBRE 2018


Province

Adempimento SISTEMA DI GESTIONE DEGLI PNEUMATICI FUORI USO (PFU)


Trasmissione all’ISPRA, con cadenza annuale, delle risultanze Fissazione del contributo ambientale da porre a
delle ispezioni effettuate ai sensi dell’art. 8, commi 4 e 5 del carico degli acquirenti di pneumatici nell’anno 2017
D.Lgs. n. 151/2005 presso gli impianti per il recupero di RAee
operanti in regime di comunicazione. Oggetto
In base alle disposizioni dell’art. 5, comma 2 del D.M.
Riferimenti n. 82/2011, entro tale data l’Autorità competente - ovvero
- D.Lgs. 25 luglio 2005, n. 151, art. 8, comma 8. la Direzione generale per la tutela del territorio e delle
risorse idriche del Ministero dell’Ambiente e della tutela
Soggetti del territorio e del mare (MATTM) - dovrà determinare
Regioni, Province autonome ed Amministrazioni e/o Enti l’entità del “contributo ambientale” per la gestione dei
territoriali PFU derivanti dal circuito del ricambio, da applicare nel-
Adempimento l’anno 2019, sulla base dei dati e degli elementi di costo
Trasmissione al Ministero dell’Ambiente e all’ISPRA con forniti dai produttori e/o importatori di pneumatici, o loro
cadenza trimestrale, delle informazioni riguardanti le attività forme associative, entro il 30 settembre 2018.
di rispettiva competenza in materia di difesa del suolo e lotta N.B.: Si ritiene opportuno sottolineare che per l’emanazione
alla desertificazione, di tutela delle acque dall’inquinamento e del Decreto direttoriale relativo all’aggiornamento all’entità
di gestione delle risorse idriche e prevenzione del dissesto dell’analogo “contributo ambientale” previsto dall’art. 7 del
idrogeologico. D.M. n. 82/2011, per la copertura dei costi di recupero e riciclo
dei PFU provenienti da veicoli a fine vita, non è prevista alcuna
Riferimenti vincolante scadenza, come invece sussiste per il provvedi-
- Legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Legge finanziaria 2007), art. mento relativo al contributo di cui all’art. 5, precedentemente
1, comma 1134. richiamato, la cui mancata emanazione in tempo utile provoca
la conferma dell’entità del contributo ambientale applicato
Soggetti nell’anno corrente, anche per quello successivo.
Regioni e Province autonome
18 DICEMBRE 2018
Adempimento
Trasmissione al Ministero dell’Ambiente della relazione men-
sile sul monitoraggio del rumore aeroportuale notturno prevista DISCIPLINA DELLE EMISSIONI DERIVANTI DAI “MEDI IMPIANTI
dal D.P.R. 9 novembre 1999, n. 476, con la finalità di verificare la DI COMBUSTIONE” DI CUI ALL’ART. 273-BIS DEL D.LGS. N. 152/
conformità ai requisiti stabiliti ai sensi della Convenzione di 2006 - PARTE QUINTA COME INTRODOTTO DAL D.LGS. N. 183/
Chicago da parte degli aeromobili adibiti ai voli notturni. 2017, IN RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA 2015/2193/UE
Riferimenti Termine ultimo per la messa in esercizio dei
- D.P.R. 9 novembre 1999, n. 476, art. 1, comma 7. “medi impianti di combustione” autorizzati
prima del 19 dicembre 2017, ai fini dell’
applicazione ad essi della disciplina relativa ai “
MEMORANDA: NOVEMBRE - DICEMBRE 2018 medi impianti di combustione esistenti”
REGOLAMENTO (CE) N. 1207/2006 “REACH” SULLA Oggetto
REGISTRAZIONE, VALUTAZIONE AUTORIZZAZIONE E RESTRIZIONE
Qualora non messi in esercizio entro la data sopra emar-
ginata, i medi impianti di combustione autorizzati prima
DELLE SOSTANZE CHIMICHE: MODIFICHE del 19 dicembre 2017, (mediante AIA, AUA o adesione ad
autorizzazione generale), anche se ultimati sotto il profilo
1° NOVEMBRE 2018 impiantistico, a far tempo dalla stessa data sono tenuti al
rispetto delle disposizioni riguardanti i “nuovi” medi
Entrata in vigore del Regolamento 10 ottobre impianti di combustione, con conseguente perdita della
2018, n. 2018/1513/Ue possibilità di avvalersi della previgente disciplina, come
richiamata nei provvedimenti autorizzativi già conseguiti,
Oggetto
A far tempo dalla data sopra riportata entra in vigore il Regola- e di usufruire della più “morbida” tempistica per il loro
mento 2018/1513/Ue che modifica l’Allegato XVII del Regola- adeguamento alla normativa sui medi impianti di combu-
mento (Reach) 2006/1907/Ce, preposto alla definizione delle stione “nuovi” concessa a favore degli impianti messi in
esercizio entro la su esposta data.
restrizioni in materia di fabbricazione, immissione sul mercato
N.B.: ai sensi del modificato art. art. 268, lett. gg) del
e uso di talune sostanze, miscele e articoli pericolosi. Il divieto di
immissione sul mercato delle sostanze elencate nella Colonna 1 D.Lgs. 152/2006 - Parte Quinta, un medio impianto di
della tabella di cui alla (nuova) appendice 12 decorrerà dal 2 combustione è così definito: “impianto di combustione
novembre 2020, allorché presenti in uno qualsiasi dei seguenti di potenza termica nominale pari o superiore a 1 MW e
inferiore a 50MW, inclusi i motori e le turbine a gas,
articoli: a) capi di abbigliamento e relativi accessori; b) articoli
alimentato con i combustibili previsti all’allegato X alla
tessili diversi dai capi di abbigliamento che possano venire a
contatto con la pelle in misura simile ai capi di abbigliamento; c) Parte Quinta o con le biomasse rifiuto previste all’Allegato
calzature. II alla Parte Quinta.”

782 Ambiente & sviluppo 11/2018


Agenda
Scadenzario e Memoranda

31 DICEMBRE 2018 legato alla Direttiva (Ue) 2015/996, in sostitu-


zione dell’Allegato 2 “Metodi di determinazione
MODIFICHE DEL D.LGS. N.194/2005 “ATTUAZIONE dei descrittori acustici” al D.Lgs. n. 194/2005
DELLA DIRETTIVA 2002/49/CE RELATIVA ALLA DETERMINAZIONE E
Oggetto
ALLA GESTIONE DEL RUMORE AMBIENTALE” COME DISPOSTE DAL A far tempo dalla data sopra emarginata, ai sensi dell’art. 7 del
D.LGS. N. 42/2017 “DISPOSIZIONI IN MATERIA DI D.Lgs. n. 42/2017 dovranno essere applicati i “nuovi” descrit-
ARMONIZZAZIONE DELLA NORMATIVA NAZIONALE IN MATERIA DI tori acustici Lden (Day-evening-night level) e Lnight (night time
INQUINAMENTO ACUSTICO”, EMANATO AI SENSI DELLA LEGGE 30 noise indicator) nonché i descrittori supplementari cui eventual-
mente ricorrere in casi particolari, così come definiti dall’Alle-
OTTOBRE 2014, N. 161 gato alla Direttiva 2015/996/Ue, emanata in applicazione
Entrata in applicazione dei “Metodi comuni di dell’art. 6 della Direttiva 2002/49/Ce, con conseguente sostitu-
per la determinazione del rumore” di cui all’Al- zione dell’Allegato II di quest’ultima.

Ambiente & sviluppo 11/2018 783


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Servizio Esperto Ipsoa

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Casi e soluzioni
a cura di Eleonora Perotto (*) e Andrea Quaranta (**)

INQUINAMENTO in essere in violazione di leggi statali o regionali - ancorché non


strettamente pertinenti al settore ambientale - ovvero di pre-
scrizioni amministrative.
ABUSIVITÀ DELLA CONDOTTA Nel caso prospettato nel quesito, l’abusività della condotta
viene ipotizzata in relazione all’art. 17 del R.D. n. 1775/1933, il
Ho realizzato un impianto idraulico per prelevare quale stabilisce che:
acqua da un lago, al fine di innaffiare il giardino in - “è vietato derivare o utilizzare acqua pubblica senza un provve-
estate; dopo una serie di vicissitudini, iniziate con dimento autorizzativo o concessorio dell’autorità competente” e
la denuncia di un vicino, il mio impianto è stato - “in caso di violazione l’amministrazione competente dispone
sequestrato a fini probatori ed è stato ipotizzato la cessazione dell’utenza abusiva ed il contravventore, fatti salvi
ogni altro adempimento o comminatoria previsti dalle leggi
nei miei confronti il reato di inquinamento vigenti, è tenuto al pagamento di una sanzione amministrativa
ambientale. L’ avvocato a cui mi sono rivolto mi pecuniaria e di una somma pari ai canoni non corrisposti”.
ha detto che per questo reato non occorre che la È del tutto evidente che la violazione di tale disposizione, che
significatività e misurabilità del danno venga configura una violazione amministrativa, consente senz’altro
accertata soltanto attraverso un accertamento di qualificare come abusiva la condotta posta in essere.
tecnico specifico, volto a valutare l’eventuale
incidenza della mia condotta sul lago. E fra l’altro, Andrea Quaranta
la condotta non deve essere abusiva?
Secondo la consolidata giurisprudenza della Cassazione, in
sede di riesame del sequestro probatorio il Tribunale è chia- RIFIUTI
mato a verificare l’astratta sussistenza del reato ipotizzato,
considerando il “fumus commissi delicti” in relazione alla
TOSSICITÀ DI UN RIFIUTO
congruità degli elementi rappresentati e, quindi, della sussi-
stenza dei presupposti che giustificano il sequestro (ex multis, Ai fini della qualificazione di un rifiuto quale
v. Cass. pen. n. 24589/2011), e la valutazione della legittimità
del sequestro non deve essere effettuata nella prospettiva di
tossico e nocivo, e della configurabilità del reato
un giudizio di merito sulla fondatezza dell’accusa, quanto, di cui all’art. 256, comma 1, lettera b), D.Lgs. 152/
piuttosto, con riferimento all’idoneità degli elementi su cui si 2006, è sempre necessaria una analisi con perizia?
fonda la notizia di reato a rendere utile l’espletamento di No.
ulteriori indagini, per acquisire prove certe o prove ulteriori In relazione alla natura dei rifiuti, di recente la Cassazione (n.
del fatto, non esperibili senza la sottrazione all’indagato della 30626/2018, in un caso avente ad oggetto reflui provenienti
disponibilità della res o l’acquisizione della stessa nella dispo- da impianto fognario civile), ha stabilito che non sussiste
nibilità dell’autorità giudiziaria. sempre una necessità di analisi con perizia: ai fini della qua-
La Cassazione ha anche precisato che il concetto di fumus di lificazione di un rifiuto quale tossico e nocivo, infatti, “non è
reato che caratterizza i presupposti per l’emanazione di seque- sempre necessaria una analisi disposta dal giudice, poten-
stro probatorio deve esser valutato tenendo conto della disci- dosi ricavare da altri elementi del processo il relativo convin-
plina fissata dagli artt. 352-355 c.p.p. e considerando che, cimento” (nel caso di specie, il NOE, Nucleo Ecologico dei
versandosi in tema di “assicurazione delle fonti di prova”, Carabinieri aveva certificato la presenza di sostanze quali
spesso si opera nella fase iniziale delle indagini, con la conse- cromo, arsenico, piombo, tipiche in rifiuti di concerie come
guenza che non può pretendersi il medesimo livello di accer- dalla tabella allegata al D.P.R. n. 915/1982 e lo stesso impu-
tamento che caratterizza il diverso istituto del sequestro tato aveva ammesso l’esistenza dei rifiuti nocivi ridimensio-
preventivo. nandone solo l’aspetto quantitativo, ma non aveva fornito
Detto questo, in una recente sentenza (n. 28732/2018) la una adeguata prova contraria ai sensi della Delibera 24 luglio
Cassazione, in tema di abusività della condotta, ha ribadito 1984 del Comitato Interministeriale).
che è abusiva non soltanto quella posta in essere in assenza In un’altra sentenza la Cassazione (n. 30018/2018, in un caso
delle prescritte autorizzazioni o sulla base di autorizzazioni relativo a rifiuti derivanti da operazioni di costruzione e demo-
scadute o palesemente illegittime o comunque non commi- lizione) si è spinta addirittura più in là, ed è arrivata ad affermare
surate alla tipologia di attività richiesta, ma anche quella posta che “ai fini della qualificazione giuridica di un rifiuto come

(*) Dott.ssa Eleonora Perotto, Professore a contratto e Dottore (**) Dott. Andrea Quaranta, Environmental Risk and crisis
di ricerca in Ingegneria sanitaria ambientale presso il Politecnico di manager, andrea.quaranta@naturagiuridica.com.
Milano.

784 Ambiente & sviluppo 11/2018


Agenda
Servizio Esperto Ipsoa

pericoloso non è necessaria la preventiva analisi da parte RIFIUTI CONTENENTI AMIANTO


dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente
(ARPA), essendo sufficiente che il rifiuto abbia sul piano Sono stato condannato, in qualità di titolare di una
oggettivo il carattere della pericolosità” (nel caso di specie, il ditta, per avere effettuato sul sito della mia azienda
ricorrente aveva contestato la mancata analisi quantitativa e un deposito incontrollato di rifiuti pericolosi
qualitativa sui rifiuti da parte degli inquirenti, e aveva stigma- costituiti da materiale cementizio tipo “eternit”
tizzato, perciò, l’atteggiamento dei giudici, “rifugiatisi nell’uti- (vasche, onduline e raccordi di tubo contenenti
lizzo di avverbi (es. pacificamente) per affermare la natura
pericolosa di parte del materiale elencato”, vale a dire rifiuti fibre di amianto).
derivanti da operazioni di costruzione e demolizione). Tuttavia, a mio avviso il giudice ha erroneamente
qualificato tutti i materiali contenenti amianto
Andrea Quaranta alla stregua di rifiuti pericolosi, senza effettuare
alcun accertamento tecnico: in questo modo è
RESPONSABILITÀ PER ILLECITI DI ENTI E IMPRESE stato configurato alla stregua di “deposito
temporaneo di rifiuti pericolosi” la mera
In qualità di legale rappresentante di una società, detenzione o il deposito in un’area privata”, di
sono stato condannato per aver effettuato materiali contenenti amianto.
attività di raccolta e di trasporto di “rifiuti speciali In tema di rifiuti contenenti amianto, la disciplina generale dei
non pericolosi” (acque di vegetazione rifiuti è applicabile in tutti i casi non disciplinati in modo spe-
provenienti dalla molitura delle olive) e per averli cifico dalla legge.
abbandonati in modo incontrollato su una strada. L’applicazione di norme aventi natura eccezionale e deroga-
Il problema è che a compiere questi fatti non sono toria rispetto alla disciplina ordinaria in tema di rifiuti fa sì che
stato io, ma un mio dipendente: perché, allora, l’onere della prova circa la sussistenza delle condizioni di legge
debba essere assolto da colui che ne richiede l’applicazione.
sono stato condannato io direttamente? La Inoltre, i rapporti tra la disciplina generale dei rifiuti e quella
responsabilità penale non è personale? contenuta in norme specifiche (in questo caso, la Legge
Secondo un consolidato orientamento della Cassazione in n. 257/1992), riguardano in via principale, la cessazione del-
materia ambientale, i titolari e i responsabili di enti ed imprese l’impiego dell’amianto e si occupano dei rifiuti di amianto per la
rispondono del reato di abbandono incontrollato di rifiuti non realizzazione di misure di decontaminazione e di bonifica delle
solo a titolo commissivo, ma anche sotto il profilo della omessa aree interessate dall’inquinamento di amianto, cosicché,
vigilanza sull’operato dei dipendenti che abbiano posto in viene contemplato fra i “rifiuti di amianto” qualsiasi sostanza
essere la condotta di abbandono (ex multis, v. Cass. pen. o qualsiasi oggetto che abbia perso la sua destinazione d’uso e
n. 40530/2014). che possa disperdere fibre di amianto nell’ambiente in deter-
Il reato contestato, sebbene sia un “reato proprio” dell’im- minate concentrazioni applicabili, alle attività disciplinate dalla
prenditore o del responsabile di ente, non è infatti necessa- Legge n. 257/1992 e non alla disciplina generale dei rifiuti.
riamente un reato a condotta attiva, ravvisabile nel solo caso in Infine, la Suprema Corte ha stabilito che, secondo quanto
cui questi si sia reso direttamente responsabile di comporta- disposto dall’art. 183, comma 1, lettera a), del Testo Unico
menti materiali o psicologici tali da determinare una compar- ambientale, nella sua attuale formulazione, deve ritenersi rifiuto
tecipazione, anche a livello di semplice facilitazione, negli “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia
illeciti commessi dai soggetti dediti alla gestione dei rifiuti: l’intenzione o abbia l’obbligo di disfarsi”: l’eterogeneità dei rifiuti
tale reato, infatti, si può commettere anche tramite un’omis- e l’assenza di cautele volte ad impedire pericoli o lesioni del-
sione, che deriva da comportamenti che violino i doveri di l’integrità dell’ambiente sono dati fattuali certamente indicativi
diligenza per la mancata adozione di tutte le misure necessarie della presenza di un deposito incontrollato.
per evitare illeciti nella predetta gestione e che legittimamente Nel nostro ordinamento, i presidi di sicurezza in materia di
si richiedono ai soggetti preposti alla direzione dell’azienda (si rifiuti pericolosi contenenti amianto sono specificamente pre-
veda, ad esempio, Cass. pen. n. 47432/2003). visti non solo dalla norma generale dell’art. 183 del D.Lgs. cit.
La cosiddetta “culpa in vigilando” da parte del titolare dell’im- ma anche dal D.M. 29 luglio 2004, n. 248 e da quelli del D.M.
presa sul fatto del proprio dipendente che abbia posto in Sanità 6 settembre 1994, D.M. Sanità 26 ottobre 1995 e D.M.
essere una condotta di abbandono dei rifiuti postula pur sem- Sanità 20 agosto 1999, perciò anche la mancanza di presidi di
pre un accertamento pieno dell’eventuale contenuto attivo, sicurezza, determina l’abbandono dei rifiuti, escludendo la
partecipativo o omissivo, della condotta contestata alla legale configurabilità del deposito temporaneo (in questi termini,
rappresentante della società. da ultimo v. Cass. pen. n. 31398/2018).
In sostanza, al fine di verificare la responsabilità concor-
rente del titolare dell’impresa, non costituente un’ipotesi di Andrea Quaranta
responsabilità oggettiva, occorre accertare che la condotta
incriminata non sia frutto di una autonoma iniziativa dei
lavoratori contro le direttive e ad insaputa dei datori di
lavoro, specie allorquando la condotta sia stata posta in VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE
essere da un autista della società mentre si trovava da solo
alla guida del mezzo, su cui erano state caricate le acque
provenienti dalla molitura delle olive, sversandole lungo il
VIA E BILANCIAMENTO FRA INTERESSE AMBIENTALE
tragitto sulla pubblica via. E SOCIOECONOMICO
Senza questo accertamento, il legale rappresentante non può
essere considerato tout court non colpevole (da ultimo, Nell’ambito di una valutazione di impatto
Cass. pen. n. 28492/2018). ambientale (impianto di produzione di energia),
una Giunta regionale può esprimersi anche in
Andrea Quaranta materia di “analisi economica” dell’intervento,

Ambiente & sviluppo 11/2018 785


Agenda
Servizio Esperto Ipsoa

analizzando i fattori costi-benefici, la chiamati a contribuire al cambiamento, ciascuno in base ad


produttività, l’idoneità tecnica dell’impianto? una propria strategia di sviluppo sostenibile, rendicontando i
Non dovrebbe essere soltanto la Conferenza di risultati conseguiti all’interno di un processo coordinato dal-
l’Onu. L’attuazione dell’Agenda richiede naturalmente un
servizi decisoria la sede preposta a tale tipo di forte coinvolgimento di tutte le componenti della società:
analisi? dalle imprese private al settore pubblico, passando per la
Occorre premettere che l’ambito di competenza che spetta società civile e i centri universitari e di ricerca.
alla Giunta regionale è complessiva, con facoltà (e dovere) di L’Unione Europea, che vede il principio dello sviluppo soste-
svolgimento di un giudizio di compatibilità ambientale, sia in nibile presente nel quadro normativo comunitario fin dal Trat-
riferimento a fattori di impatto sul territorio, sia in riferimento al tato di Amsterdam del 1997 ed oggi inserito nel Trattato di
rapporto fra sacrificio ambientale e conseguimento del risul- Lisbona (art. 2), entrato in vigore il 1° dicembre 2009, ha
tato energetico. partecipato attivamente all’intero processo negoziale che ha
Si tratta di una competenza che, infatti, coinvolge una pluralità portato all’adozione dell’Agenda 2030 fin dalla fase prepara-
di fattori diversificati per tipologia, e si estende alla valutazione toria della Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo soste-
(a tutto tondo) dell’impatto dell’intervento sul territorio, nibile del 2012 (Rio +20). Di fatto, l’adozione della nuova
tenendo in considerazione sia i profili prettamente ambientali, Agenda 2030 ha posto l’Ue di fronte a molteplici sfide, in
sia i profili economici riferiti a costi, benefici e rendimenti primis l’inclusione degli SDGs nei propri programmi a breve
dell’intervento, con analisi dei costi sociali. e medio termine, integrando competenze e punti di vista
A tale proposito, di recente il Consiglio di Stato (n. 3000/2016) ha differenti e la definizione sul piano concettuale di un nuovo
affermato che “la valutazione di impatto ambientale ha il fine di modello di sviluppo capace di andare “oltre il PIL”.
sensibilizzare l’autorità decidente, attraverso l’apporto di ele- In tale contesto, il Regolamento (Ce) n. 1221/2009 del Parla-
menti tecnico-scientifici idonei ad evidenziare le ricadute sull’am- mento Europeo e del Consiglio del 25 novembre 2009 sull’a-
biente derivanti dalla realizzazione di una determinata opera, a desione volontaria delle organizzazioni a un sistema
salvaguardia dell’habitat: essa non si limita ad una generica comunitario di ecogestione e audit (EMAS), non può che essere
verifica di natura tecnica circa l’astratta compatibilità ambientale, considerato un valido strumento per aiutare ogni tipologia di
ma implica una complessiva ed approfondita analisi di tutti gli organizzazione nel raggiungere gli SDGs. Avendo, infatti, EMAS
elementi incidenti sull’ambiente del progetto unitariamente con- come scopo ultimo il miglioramento delle prestazioni ambientali
siderato, per valutare in concreto il sacrificio imposto all’ambiente delle organizzazioni, in un’ottica di applicazione “globale”, può
rispetto all’utilità socio-economica perseguita”. sicuramente contribuire al necessario cambiamento sotteso al
La valutazione d’impatto ambientale serve a valutare in con- raggiungimento degli Obiettivi di Sostenibilità.
creto, alla luce delle alternative possibili e dei riflessi della In particolare, EMAS può contribuire direttamente al raggiun-
stessa c.d. “opzione-zero”, il sacrificio imposto all’ambiente gimento dell’Obiettivo 12 “Garantire modelli sostenibili di
rispetto all’utilità socioeconomica perseguita (in questi ter- produzione e di consumo” poiché esso prevede l’implemen-
mini, v. CDS, n. 4928/2014). tazione di un Sistema di Gestione Ambientale (SGA) capace di
Ancora più di recente, il TAR di Cagliari (n. 439/2018) ha consentire un uso più efficiente delle risorse (target 12.2) e una
precisato che “la natura schiettamente discrezionale della riduzione e migliore gestione dei rifiuti prodotti (target 12.5) e
decisione finale e della preliminare verifica di assoggettabilità, delle emissioni in acqua, aria, suolo generate dalle attività
sul versante tecnico ed anche amministrativo, rende fisiolo- (target 12.4). Dando inoltre EMAS grande importanza alla
gico che si pervenga ad una soluzione negativa ove l’inter- comunicazione ambientale ed in particolare richiedendo la
vento proposto cagioni un sacrificio ambientale superiore a redazione obbligatoria di una dichiarazione ambientale da
quello necessario per il soddisfacimento dell’interesse divulgare a tutti i possibili stakeholder, esso si collega anche
diverso sotteso all’iniziativa; da qui la possibilità di bocciare con il target 12.6 (“Incoraggiare le imprese, soprattutto le
progetti che arrechino vulnus non giustificato da esigenze aziende di grandi dimensioni e transnazionali, ad adottare
produttive, ma suscettibile di venir meno, per il tramite di pratiche sostenibili e integrare le informazioni sulla sostenibi-
soluzioni meno impattanti in conformità al criterio dello svi- lità nelle loro relazioni periodiche”) e con il target 12.8 (“Fare in
luppo sostenibile e alla logica della proporzionalità tra consu- modo che le persone abbiano in tutto il mondo le informazioni
mazione delle risorse naturali e benefici per la collettività che rilevanti e la consapevolezza in tema di sviluppo sostenibile e
deve governare il bilanciamento di istanze antagoniste”. stili di vita in armonia con la natura”).
Considerando inoltre alcuni ambiti preferenziali di applicazione
Andrea Quaranta di EMAS (ad es. Comuni con vocazione turistica, aziende della
filiera agricola o del turismo) è altrettanto evidente il suo poten-
zialmente importante ruolo anche rispetto al target 12.3 relativo
SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE al “Dimezzamento dello spreco pro capite globale di rifiuti
alimentari nella vendita al dettaglio e dei consumatori e alla
riduzione delle perdite di cibo lungo le filiere di produzione e
EMAS E SDGS fornitura” e al target 12.10 concernente lo “Sviluppo e l’appli-
cazione di strumenti per monitorare gli impatti di sviluppo
Il Regolamento EMAS può essere considerato sostenibile per il turismo sostenibile”. Infine, anche rispetto
uno strumento utile per il raggiungimento degli al target 12.7 (“Promuovere pratiche in materia di appalti pub-
SDGs? blici che siano sostenibili, in accordo con le politiche e le priorità
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato nazionali”) l’influenza di EMAS è sicuramente rilevante poiché
l’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile e i relativi 17 tale schema prevede la gestione degli aspetti ambientali indi-
Obiettivi (Sustainable Development Goals - SDGs), articolati retti, tra i quali si annoverano quelli legati alla catena di fornitura.
in 169 target, da raggiungere entro il 2030. Si è trattato di un EMAS può altresì contribuire indirettamente all’Obiettivo 6
evento storico, in quanto è stata in qualche modo sancita “Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile del-
l’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo e, si spera, l’acqua e delle strutture igienico sanitarie” e all’Obiettivo 7
definitivamente superata l’idea che la sostenibilità sia esclu- “Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici,
sivamente una questione ambientale. Tutti i Paesi sono ora affidabili, sostenibili e moderni”, poiché, come detto, alla base

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Agenda
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di un SGA vi è l’incoraggiamento di metodi di produzione ha attivato un servizio di Help Desk che offre gratuitamente
sostenibili e l’uso di energia rinnovabile. Inoltre, la gestione supporto e consulenza agli Enti Pubblici italiani nell’’imple-
(identificazione, valutazione e monitoraggio) di tutti gli aspetti mentazione di pratiche di acquisto di prodotti e servizi caratte-
ambientali dell’organizzazione (emissioni in atmosfera, scarichi rizzati da elevate performance ambientali. https://www.pefc.
idrici, emissioni acustiche, consumi di energia, consumi idrici, it/about-pefc/help-desk-gpp.
consumo di sostanze pericolose …), può sicuramente contri- Sempre rimanendo nell’ambito degli acquisti è possibile rivol-
buire all’Obiettivo 13 “Adottare misure urgenti per combattere i gere la propria attenzione anche al settore alimentare: com-
cambiamenti climatici e le sue conseguenze”, all’Obiettivo 14 perare prodotti derivanti da aziende agricole/zootecniche
“Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le gestite in maniera sostenibile (ad es. certificate ISO 14001 o
risorse marine per uno sviluppo sostenibile” e all’Obiettivo 15 registrate EMAS, standard che vedono tra gli aspetti ambien-
“Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’eco- tali da prendere in carico anche quelli relativi all’uso di risorse
sistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contra- naturali e di materie prime, all’uso del suolo ed agli effetti sulla
stare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado biodiversità) aiuta sicuramente a raggiungere i target dell’O-
del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica”. Poiché biettivo 15.
EMAS può essere implementato anche da pubbliche ammini- Infine, qualora si disponga di spazi aperti, compatibilmente con
strazioni, esso può svolgere un ruolo chiave anche rispetto al le attività che in tali aree devono essere svolte, si suggerisce di
voler “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, valutare la possibilità di attuare piccole azioni volte ad incre-
duraturi e sostenibili” (Obiettivo 11). mentarne la biodiversità, aventi anche una valenza dimostra-
Infine, è possibile asserire che gli stakeholder EMAS, promuo- tiva/di sensibilizzazione: dalla sostituzione delle eventuali
vendo l’innovazione, lavorano per “Promuovere anche una cre- pavimentazioni impermeabili presenti con selciati permeabili
scita economica sostenibile”, contribuendo così anche o addirittura con manti erbosi, alla piantumazione di alberi,
all’Obiettivo 8. arbusti e fiori, fino alla creazione di orti (a tal proposito si
Per approfondimenti ed ulteriori informazioni si rimanda al sito suggerisce la consultazione dei manuali relativi agli orti urbani
dell’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile - ASVIS (http:// redatti nell’ambito del progetto europeo Hortis - Horticulture in
asvis.it/agenda-2030/), a quello delle Nazioni Unite (https:// towns for inclusion and socialization, integrando le compe-
sustainabledevelopment.un.org/post2015/transformingour- tenze specifiche e le diverse esperienze nell’ambito dell’orti-
world) e a quello dell’Unione Europea – Sezione Emas (http:// coltura urbana riscontrate nelle città di Bologna, Berlino,
ec.europa.eu/environment/emas/index_en.htm). Budapest e Cartagena: http://www.hortis-europe.net/down-
load-area/e-books/).
Eleonora Perotto
Eleonora Perotto
SOSTENIBILITÀ AZIENDE MECCANICHE
Lavoro per una piccola azienda del settore meccanico che
SOSTENIBILITÀ SETTORE ZOOTECNICO
sta cercando di mettere in atto azioni per contribuire al Esistono indicatori standardizzati per dimostrare la
raggiungimento dei 17 Obiettivi per la Sostenibilità. Su sostenibilità di un’azienda del settore zootecnico? Ci inte-
alcuni siamo però in difficoltà. In particolare, avete dei resserebbe soprattutto sapere che indicatori vengono
suggerimenti per l’Obiettivo 15? usati per quantificare le emissioni di gas ad effetto serra
L’Obiettivo 15 “Vita sulla terra” si prefigge di “proteggere, da bestiame.
ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terre- Lo scorso maggio è stata pubblicata la Decisione (Ue)
stre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la deser- 2018/813 della Commissione, relativa al documento di
tificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e riferimento settoriale sulle migliori pratiche di gestione
fermare la perdita di diversità biologica”. ambientale, sugli indicatori di prestazione ambientale set-
In generale, tenendo conto dei target dell’Obiettivo in que- toriale e sugli esempi di eccellenza per il settore dell’agri-
stione e delle presumibili peculiarità di un’azienda meccanica, coltura a norma del Regolamento (Ce) n. 1221/2009 del
si suggerisce l’adozione di un approccio “indiretto”, mediante Parlamento europeo e del Consiglio sull’adesione volonta-
la gestione sostenibile di alcuni aspetti ambientali che “indi- ria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecoge-
rettamente” interessano l’azienda. stione e audit (EMAS).
Si potrebbe innanzitutto intervenire sulle policy di acquisto di Il documento, applicabile dal prossimo ottobre, vede la pre-
talune particolari categorie di prodotto, in primis, arredi, imbal- senza di una sezione dedicata alle Migliori Pratiche di Gestione
laggi e carta. Esistono infatti ambiti certificativi volti a garantire Ambientale (BEMP – Best Environmental Management Prac-
la sostenibilità della gestione della foresta, della catena di tice), agli indicatori di prestazione ambientale ed agli esempi di
custodia, delle piantagioni e dei prodotti finali da queste deri- eccellenza. È inoltre presente una tabella riassuntiva con la
vanti (soprattutto legno e carta). selezione degli indicatori di prestazione ambientale raccoman-
In particolare, si annoverano: dati per le attività afferenti al settore agricoltura, che si consi-
i) la certificazione internazionale di parte terza FSC, specifica dera sia costituito da organizzazioni che rientrano nelle
per il settore forestale e i prodotti - legnosi e non legnosi - divisioni del codice NACE comprese tra A1.1 e A1.6, secondo
derivati dalle foreste (https://it.fsc.org/it-it/certificazioni) e la classificazione statistica delle attività economiche definita
ii) lo schema europeo di certificazione forestale PEFC (https:// dal Reg. (Ce) n. 1893/2006.
www.pefc.it/about-pefc/introduzione). Con particolare riferimento all’allevamento di animali, nel
È possibile ricercare aziende e prodotti FSC consultando il data documento è presente la sezione 3.6 dedicata alla zootecnia,
base presente al seguente indirizzo: https://info.fsc.org/certi- ove sono illustrate le pratiche (ed i pertinenti indicatori di
ficate.php. Analogamente è possibile fare una ricerca per prestazione) relative ad un’adeguata scelta delle razze, al
tipologia di certificazione e di prodotto, su base regionale e bilancio dei nutrienti nell’azienda agricola, alla riduzione tra-
provinciale anche sul sito PEFC Italia: http://pefc.start2000. mite gli alimenti dell’azoto escreto, al miglioramento dell’effi-
net/aziende_online/. cienza della conversione degli alimenti (metano escreto), agli
Si segnala inoltre che PEFC - Italia, nell’ambito delle proprie acquisti “verdi” di mangimi, ai piani zoosanitari e alla gestione
attività di promozione delle Politiche degli Acquisti Verdi (GPP) del profilo delle mandrie/greggi.

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Agenda
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Premettendo che la suddetta sezione interessa prevalente- i) emissioni di metano da fermentazione enterica per kg di
mente le aziende zootecniche che allevano ruminanti (le migliori carne o litro di latte;
pratiche di allevamento di non ruminanti sono illustrate nel ii) indice di conversione alimentare espresso in kg di sostanza
documento di riferimento sulle migliori tecniche disponibili - secca ingerita/kg di carne o litri di latte prodotti.
BAT - concernenti l’allevamento intensivo di pollame o di suini, Si ritiene inoltre utile evidenziare che nel documento sono
IRPP BREF - http://eippcb.jrc.ec.europa.eu/reference/irpp. riportate best practice ed indicatori concernenti la gestione
html), con specifico riferimento al quesito posto, si segnala prima e la misurazione poi di gas ad effetto serra considerando
nella sezione 3.6.4. Riduzione per via alimentare del metano l’intero processo di allevamento. In particolare, con riferi-
escreto nei ruminanti, è riportata la seguente BEMP: “Applicare mento alla fase di acquisto mangimi, viene suggerito l’indica-
una dieta che riduca le emissioni di metano dovute alla fermen- tore i60 “Kg di CO2 associati ai mangimi per kg di mangimi, per
tazione enterica dei ruminanti aumentando la digeribilità del kg di carne o per litro di latte”, mentre con riferimento alla
foraggio e l’apporto di foraggio digeribile, ad esempio, sosti- gestione del profilo delle mandrie/greggi viene suggerito nuo-
tuendo l’erba con insilati di leguminose, che sono poveri in fibre vamente l’indicatore i58 “Emissioni enteriche di metano per
e stimolano l’assunzione di sostanza secca e il passaggio nel kilogrammo di carne o litro di latte”.
rumine” (con la precisazione che l’introduzione di insilati di Per ulteriori informazioni si rimanda al testo del documento di
leguminose in climi temperati può essere efficace sebbene la riferimento liberamente scaricabile dal sito del Parlamento
bassa persistenza e la necessità di lunghi periodi d’impianto Europeo: https://eur-lex.europa.eu/homepage.html?locale=it.
siano vincoli agronomici non trascurabili). I pertinenti indicatori
di prestazione sono i seguenti: Eleonora Perotto

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