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LA PROBLEMATICA DEL CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA

1) A livello storico

Il problema del concorso esterno non si è mai posto veramente fino agli anni '80 del '900.
Infatti,anteriormente l'atteggiamento era quello di punire chiunque assistesse i malfattori pur senza
integrare la condotta di compartecipazione al sodalizio criminale. Dagli anni '80 tuttavia si è iniziato
a interrogarsi sulla possibilità di punire i colletti bianchi secondo il dispositivo dell'art.110 cp.

2) I problemi di compatibilità : i contro

Non pochi furono gli interrogativi a tal proposito. Sta di fatto che una prima posizione fu contraria
per le seguenti ragioni :
a) gli art.i 307 e 418 definendo le condotte di assistenza agli associati avrebbe già tipizzato alcune
forme di reato associativo,escudendo tutte le altre ipotesi;
b) il concorrente esterno verrebbe a essere punito più gravemente del partecipe,pur essendo il suo
contributo nettamente meno rilevante.

3)Le sentenze Demitry (5-10-1995) e Mannino I (27-09-1995)

Due importanti pronunce che provarono a dare un profilo più marcato e autonomo al concorso
esterno furono la sentenza Demitry e la sentenza Mannino I.
La prima si caratterizzò per la concezione del soggetto esterno come colui che,tramite il suo apporto
all'associazione durante un momento di crisi,consente alla stessa di rimanere in vita (concezione
probabilmente influenzata dal momento storico : in quei tempi ci fu il passaggio di consegne da
Riina a Provenzano per il comando di Cosa Nostra).
La seconda,invece,gettò le proprie argomentazioni sul versante soggettivo,statuendo che bastava il
dolo eventuale del concorrente esterno.

4) La sentenza Carnevale (30-10-2002) e la Mannino II

Il dibattito su tale questione,sempre più delicata, è sfociata in una sentenza a sezioni unite della
Cassazione penale,detta “Carnevale”.
Tale dispositivo si differenzia per due note di merito :
a) la previsione che il contributo offerto all'associazione sia necessaria,non solo rispetto alla sua
sopravvivenza,ma anche rispetto al suo rafforzamento;
b) chi offre il suo contributo deve sapere e voler aiutare l'organizzazione criminale tramite tale
contributo,il dolo è quindi diretto.
Tuttavia,ciò non è bastato a placare le critiche : fu evidenziato come,di fatto,il dolo diretto del
concorrente esterno lo parificherebbe col concorrente interno,distinguendolo soltanto per l'affectio
societatis,di difficile dimostrabilità processuale.
Il quadro cambiò in parte con la sentenza Mannino II,che,nella speranza di differenziare le due
figure di concorrente esterno e interno,ebbe a dare peso alle cd. “cerimonie di ingresso” e statuì la
verificabilità ex post del concorrente esterno,in sintonia quindi con i criteri in tema di nesso di
causalità.
5) L'assoluzione di Dell'Utri : critiche e perplessità

In un ambiente già alquanto incerto,sicuramente non ha giovato l'annullamento della condanna con
rinvio a giudizio dell'on. Dell'Utri nel 2012. Una delle motivazioni che salta all'occhio è
l'ineccepibilità di un reato di concorso esterno di regola nella forma permanente.

6) Il concorso esterno come reato di danno : la tipizzazione delle fattispecie

– strada facilmente percorribile è quella identica a quella intrapresa dal 416-ter sullo scambio
elettorale politico-mafioso
– bisognerebbe operare una distinzione tra <<complicità compiacente>>,cioè volontaria e atta
a procurarsi vantaggi ingiusti (punibile per concorso esterno), e <<complicità
soggiacente>>,cioè quella in cui i professionisti si piegano per evitare ritorsioni (non
punibile)

7) La proposta nella Commissione Fiandaca

– punire “chiunque,fuori dai casi dell'art.416-bis e salvo che il fatto non costituisca più grave
reato,eccedendo i limiti del legittimo esercizio di un'attività
politica,economica,professionale o di altra natura,ovvero abusando dei poteri o violando i
doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico servizio,protegge o comunque
agevola un'associazione di tipo mafioso al fine di trarne in cambio vantaggi”
– descrizione dettagliata della condotta da punire e del nucleo centrale della punibilità
– rispetta il principio di determinatezza

8) L.62/2014

– aggiunta l'erogazione di “altra utilità” oltre a quella in danaro


– è necessario il dolo del politico in ordine all'ottenimento dei voti mediante il metodo
mafioso,creando così difficoltà a livello probatorio

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