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ADELPHI
Editoria dallaltra parte
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Adelphi Editoria dallaltra parte


Oltre a Oblique hanno contribuito a questo lavoro:
Kathrine Budani e Laura Timoteo
Oblique Studio 2016

Font utilizzata: Libre Baskerville


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Indice

Capitolo I, Lalba di una luna nuova

Roberto Calasso, Laltra parte di Alfred Kubin


Adelphiana 1963-2013, Adelphi, Milano 2013 10
Roberto Calasso, Il giorno in cui tutto cominci e come abbiamo continuato
Intervista di Simona Scravaglieri, Sky Arte 11
Giorgio Zampa, Le mutevoli fortune dellopera di Nietzsche in mezzo secolo
di tormentata storia europea
La Stampa, 16 dicembre 1964 13
Amelia Rosselli, Scrittore di nascosto
lUnit, 2 aprile 1969 16
Enzo Siciliano, Gli editori leggono Adelphi
La Stampa, 20 dicembre 1972 18
Osvaldo Guerrieri, Il boom del libro raffinato
Tuttolibri della Stampa, 28 maggio 1977 21
Vanna Brocca, Se Foucault avesse letto Svevo
lUnit, 9 aprile 1979 23
Luciano Fo, I manoscritti ci sommergono
Tuttolibri della Stampa, 28 giugno 1980 26
Giampaolo Dossena, Leditoria in crisi, ma si fanno troppi piagnistei
Tuttolibri della Stampa, 18 luglio 1981 28
Roberto Calasso, Pubblicazione permanente e sporadicamente visibile
Adelphiana 1963-2013, Adelphi, Milano 2013 30

Capitolo II, Di conquiste e annessioni letterarie

Giuseppe Pontiggia, Scoprii Morselli leggendo quel manoscritto


Tuttolibri della Stampa, 22 ottobre 1983 35
Paolo Mauri, E Croce fa le valigie
la Repubblica, 28 ottobre 1988 37
Nello Ajello, La crociata
la Repubblica, 28 dicembre 1988 39
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L.G., Torna Benedetto Croce, a che serve leggerlo?


Tuttolibri della Stampa, 4 febbraio 1989 43
Paolo Guzzanti, Miscela di cultura, freddezza e grinta
la Repubblica, 7 luglio 1989 45
Michele Neri, I gialli di Maigret nello scrigno Adelphi
La Stampa, 4 agosto 1991 47
Oreste del Buono, Maigret cambia casa
La Stampa, 28 dicembre 1991 49
Dino Messina, Calasso, le nozze fra un editore e internet
Corriere della Sera, 25 maggio 2001 52
Marco Belpoliti, I fratelli della luna nuova
Tuttolibri della Stampa, 22 giugno 2002 55
Dino Messina, Leditore gioca con la storia: ecco lultima sfida di Calasso
Corriere della Sera, 7 marzo 2004 61
Alfonso Berardinelli, Rosa, il colore della miscredenza
Il Foglio, 27 ottobre 2007 64
Mirella Appiotti, LAdelphi, unaltra Recherche
Tuttolibri della Stampa, 9 giugno 2007 69
Paolo Di Stefano, Lingegnere Gadda ha una nuova casa
Corriere della Sera, 10 febbraio 2011 71
Ida Bozzi, Battaglia editoriale su Gadda. Tutto in Adelphi entro il 2016
Corriere della Sera, 12 febbraio 2011 74
Alberto Cellotto, Intervista a Matteo Codignola di Adelphi
Librobreve, maggio 2011 76

Capitolo III, Di polemiche e accuse infamanti

Pierluigi Battista, Bollati contro Zolla: fa dellanima un supermarket


La Stampa, 15 maggio 1992 80
Mario Baudino, Adelphi, quanti antipatizzanti.
E Calasso passa al contrattacco
La Stampa, 23 maggio 1992 82
Mario Baudino, Editori contro per una Viola
La Stampa, 19 ottobre 1992 84
Mario Baudino, Calasso e Zolla corruttori di giovani
La Stampa, 18 maggio 1993 86
Mario Baudino, Il filosofo Zecchi contro Calasso. LAdelphi? Non sa il greco
La Stampa, 8 giugno 1993 88
Mario Baudino, Calasso scomunicato a sinistra
La Stampa, 31 agosto 1993 90
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Paolo Di Stefano, Scrittore geniale o immondo: chi ha paura di Lon Bloy?


Corriere della Sera, 29 luglio 1994 94
Marco Neirotti, Adelphi, fratelli di destra?
La Stampa, 31 luglio 1994 100
Roberto Calasso, Ma i lettori non sono sciocchi
La Stampa, 2 agosto 1994 103
Francesco Erbani, Sulle macerie della sinistra
la Repubblica, 2 agosto 1994 104
M.B., Adelphi, agenti del diavolo?
La Stampa, 4 dicembre 1994 106
Sergio Quinzio, Anche un buon cristiano nel catalogo maledetto
Corriere della Sera, 8 dicembre 1994 108
Mirella Serri, Adelphi, fine di unepoca?
La Stampa, 22 marzo 1996 110
Orazio La Rocca, Avvenire attacca anche Calasso, un cattivo maestro
la Repubblica, 9 gennaio 1997 112
Cesare Medail, Ma gli gnostici non tirano le pietre
Corriere della Sera, 10 gennaio 1997 114
Guido Ceronetti, Adelphi: chi ha paura della banda gnostica
La Stampa, 14 febbraio 1997 116
Paolo Mauri, Adelphi e i balilla dellOpus Dei
la Repubblica, 27 marzo 2001 119
Massimo Raffaeli, Una Biblioteca per la Guerra fredda
Alias del manifesto, 13 gennaio 2007 122

Capitolo IV, T metadelphik

La veste

La grafica di Adelphi
Disegnare il libro. Grafica editoriale in Italia dal 1945 ad oggi,
Libri Scheiwiller, Milano 1988 127
Roberto Calasso, In copertina metteremo un Beardsley
la Repubblica, 28 dicembre 2006 128
Roberto Calasso, Accoppiamenti efratici
Intervista di Simona Scravaglieri, Sky Arte 134
Sofia Silva, La tavolozza di Adelphi
Il Foglio, 14 luglio 2015 136
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I fratelli

Bobi Bazlen
Mario Baudino, Bazlen, il mistero del grande burattinaio
La Stampa, 11 aprile 1998 143
Leonardo G. Luccone, Luomo scritto dagli altri
Il Foglio, 17 marzo 2007 146
Valeria Riboli, Roberto Bazlen, consulente di lungo corso
nuoviargomenti.net, 17 giugno 2014 152

Luciano Fo
Ernesto Ferrero, Il signore degli Adelphi
La Stampa, 8 dicembre 1990 158
Ranieri Polese, Addio a Luciano Fo, leditore nemico delle ideologie
Corriere della Sera, 26 gennaio 2005 162
Brunella Giovara, Luciano Fo: un essere raro e illuminato
La Stampa, 27 gennaio 2005 164
Carlo Fruttero, Gentiluomo con sigaretta
La Stampa, 19 marzo 2005 166
Mario Baudino, Tra Einaudi e Adelphi una costola di troppo
La Stampa, 6 maggio 2005 171

Roberto Calasso
Antonio Gnoli, Roberto Calasso sgrida lItalia
la Repubblica, 5 ottobre 1991 174
Angelo Guglielmi, Nella torre di Calasso
Tuttolibri della Stampa, 9 novembre 1991 178
Giorgio Calcagno, Calasso, legoista
La Stampa, primo agosto 1996 181
Alberto Papuzzi, Esploratori dellignoto
La Stampa, 27 marzo 2003 184
Ernesto Ferrero, Nel castello Adelphi Calasso seduce cento volte il lettore
La Stampa, 4 ottobre 2003 188
Edmondo Berselli, Venerati maestri
Venerati maestri. Operetta immorale sugli intelligenti dItalia,
Mondadori, Milano 2006 190
Antonio Gnoli, Roberto Calasso
La Domenica della Repubblica, 29 ottobre 2006 194
Roberto Calasso, Cos inventammo i libri unici
la Repubblica, 27 dicembre 2006 198
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Guido Vitiello, Velo dopo velo, Roberto Calasso e i libri-cipolla


il Riformista, 28 dicembre 2008 230
Roberto Calasso, Il vero editore infrange il tab del pubblicabile
Corriere della Sera, 20 giugno 2009 207
Ferdinando Camon, Adelphi che vanno e che vengono
Tuttolibri della Stampa, 27 giugno 2009 211
Paolo Di Stefano, LItalia ignorava lOriente, lo scoprimmo noi
Corriere della Sera, 3 marzo 2010 212
Silvia Truzzi, I fratelli di Adelphi
il Fatto Quotidiano, 26 novembre 2010 215
Roberto Calasso, Il segreto delleditoria larte di dire no
Corriere della Sera, primo dicembre 2011 219
Andrea Lee, Roberto Calassos encyclopedic mind at play
The New Yorker, 13 dicembre 2012 223
Roberto Calasso, I dorsi dei libri. Basta vedere una biblioteca
per innamorarsi della lettura
la Repubblica, 5 febbraio 2013 227
Wlodek Goldkorn, Catalogo i libri in ordine geologico
la Repubblica, 26 marzo 2015 231
Stephen Heyman, Roberto Calasso, Italys Publishing Maestro
nytimes.com, 4 novembre 2015 234
Marco Cicala e Piero Melati, Calasso e il libro infinito
il venerd della Repubblica, 15 luglio 2016 236

Capitolo V, Mezzo secolo di Adelphi

Guido Ceronetti, Adelphi, soltanto i libri che ti cambiano la vita


La Stampa, 10 marzo 2013 247
Pietro Citati, Il sogno del Libro di tutti i libri
Corriere della Sera, 15 marzo 2013 250
Antonio Gnoli, 50 anni di Adelphi
la Repubblica, 15 marzo 2013 253
Calasso su Adelphi, filosofia di un editore
Il Messaggero, 30 marzo 2013 257
Mario Fortunato, Buddha Calasso
lEspresso, 4 aprile 2013 259
Cesare De Michelis, Apologia delleditore
Domenica del Sole 24 Ore, 7 aprile 2013 260
Mariarosa Bricchi, Funzione strategica del non detto
Alias del manifesto, 14 aprile 2013 263
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Alfonso Berardinelli, Il demone del libro


Il Foglio, 27 aprile 2013 266
Guido Vitiello, Adelphi redenti
Il Foglio, 4 maggio 2013 271
Roberto Calasso, Lo choc dellignoto, segreto Adelphi
Corriere della Sera, 21 giugno 2013 263
Pier Luigi Vercesi, Borges recitava alla luna, Simenon si fidava di Fellini
e Vienna torn capitale. Cos lItalia cap che la cultura aveva ancora
molto da scoprire
Sette del Corriere della Sera, 13 dicembre 2013 277

Capitolo VI, I prossimi cinquantanni

Antonio Gnoli, Calasso: Ma quali soci occulti? LAdelphi lho ricomprata io


la Repubblica, 6 ottobre 2015 287
Maurizio Crippa, Storia, mitologia (ed economia) di Adelphi,
la casa editrice che ora diventer una bandiera della diversit
Il Foglio, 6 ottobre 2015 290
Cristiano de Majo, E Adelphi invent il longform
rivistastudio.com, 9 giugno 2016 292
Roberto Calasso, Adelphi per adolescenti
Intervista di Simona Scravaglieri, Sky Arte 295
Roberto Calasso, Lemozione che chiamiamo letteratura
la Repubblica, 19 settembre 2016 297
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Capitolo I
Lalba di una luna nuova

tempo che luomo fissi la propria meta.


tempo che luomo pianti il seme
della sua speranza pi alta.
F. N.
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Laltra parte
di Alfred Kubin
Roberto Calasso, Adelphiana 1963-2013, Adelphi, Milano 2013

Che cos un libro unico? Lesempio pi eloquente, romanziere. Libro che si legge
ancora una volta, il numero l della Biblioteca: Lal- come entrando e permanendo in
tra parte di Alfred Kubin. Unico romanzo di un non- una allucinazione possente.
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Il giorno in cui tutto cominci


e come abbiamo continuato
Roberto Calasso intervistato da Simona Scravaglieri, Sky Arte

Per me Adelphi cominci il giorno stesso in amico, di leggerlo, e da l cominci la for-


cui ho compiuto ventuno anni. Andai a tuna di Svevo.
Bracciano dove stava Roberto Bazlen con Luciano Fo e Roberto Bazlen erano per-
Liuba Blumenthal, la famosa Liuba della sone diversissime ma con un legame saldis-
poesia di Montale, e l lui mi disse: Sta per simo, e Fo aveva un naso infallibile per le
cominciare una casa editrice dove final- cose fasulle che un editore vede passare da-
mente potranno uscire i libri che ci piac- vanti al suo tavolo in un numero altissimo.
ciono, e mi mise in mano i primi libri da Anche grandi editori le pubblicano perch
leggere, come accade in qualsiasi casa edi- si sentono in dovere, o perch immaginano
trice, dove si vagliano centinaia di libri. Poi che possano essere commerciali: Fo igno-
conobbi Luciano Fo, Claudio Rugafiori, rava tutto questo.
Sergio Solmi, Giorgio Colli, persone essen-
ziali allinizio della casa editrice.
Lasse della casa editrice era fin dallinizio LItalia in quel momento, cio nei primi
la lezione di Nietzsche, in un periodo in cui anni Sessanta, aveva uneditoria vivacissima,
ci faceva ancora una certa paura, soprattutto succedeva di tutto, cerano anche nuove ini-
in Germania. ziative editoriali, come Feltrinelli e il Sag-
Bazlen era un vero genio mercuriale, nel giatore. Allo stesso tempo mancava ancora
senso che aveva la possibilit di passare sulle una quantit di cose, in realt mancava la
cose pi diverse e individuarle, capirle e tra- maggior parte di ci che noi avremmo poi
smetterle. A lui dobbiamo, per esempio, se pubblicato.
Svevo diventato quello che sappiamo per- Il lettore, questo anonimo, misterioso let-
ch fu lui che prese il libro che Svevo aveva tore adelphiano, cominci a affezionarsi
pubblicato a proprie spese, lo lesse, cap che piuttosto presto, cio direi gi dallinizio degli
era Svevo, e impose a Montale, suo nuovo anni Settanta. Fino a quel momento, bisogna
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Adelphi Editoria dallaltra parte

tenere presente gli anni, la letteratura in s che agire attraverso il modo in cui i libri si
era sospetta, sembrava una cosa che non si fanno, si vendono, e tutto ci che sta in-
deve fare, e poi anche le nostre incursioni in torno: il modo di stampare, la carta, la co-
varie direzioni tematiche potevano sembrare pertina, limmagine, le parole che accompa-
un po strane. Gi dai primi libri si capiva che gnano il libro.
cerano cose cera il fantastico, come si di- Fondamentale il rapporto tra un og-
ceva allora, cera lOriente, cera un certo ta- getto fisico, un parallelepipedo di carta e
glio letterario che noi incarnavamo. tela spesso con immagini, e un testo. Pu
Il primo libro adelphiano fu Robinson Cru- succedere di tutto, e spesso succedono cose
soe e fu scelto per ragioni anche simboliche. sbagliate, storte, ineleganti. La traduzione
Loccasione fu che cera, per la prima volta, una cosa per noi decisiva e credo sia stata
una traduzione molto buona, fatta da Fede- decisiva anche per i lettori perch gli ab-
rico Terzi, e cos si avvi la collana dei Clas- biamo dato unenorme cura fin dallinizio.
sici, che nel primo programma Adelphi era Fo rivedeva lui stesso tutti i testi e questo si
una collana molto importante, poi fu ridotta. vede perch c ununit di stile percepibi-
Il primo libro della collana Biblioteca lissima e anche una differenza rispetto ai
Adelphi, diventata invece pi popolare, fu traduttori precedenti. Comunque lidea che
Laltra parte di Kubin. Era lesempio perfetto la traduzione fosse una parte decisiva del
di quello che Bazlen chiamava i libri unici, mestiere delleditore labbiamo avuta dal-
categoria che continuiamo di fatto a pubbli- linizio, questo ha spiegato anche la lentezza
care e che nella sua testa comprendeva libri con cui sono usciti alcuni libri, che richie-
che per una ragione o per laltra non solo devano lavori multipli di traduzione, revi-
corrispondono a un fatto o una forma unica sione, ripresa. E, per fortuna, ci sono dei let-
nella vita di un certo scrittore ma hanno die- tori che apprezzano, ce ne siamo accorti nel
tro di s unesperienza particolarmente in- tempo.
tensa, non cancellabile. Lesempio perfetto
era proprio questo magnifico romanzo di
Kubin, noto soprattutto come disegnatore, Gli italiani sono qualcosa di essenziale nel
pittore, incisore, e che scrisse un solo ro- nostro catalogo e, se uno guarda ora, trova
manzo, in una sorta di allucinazione durata alcuni degli autori indispensabili del Nove-
tre mesi e scritto come sonnambolicamente; cento. Sciascia, Gadda, Landolfi, la Ortese,
magnifico libro di cui Bazlen diceva: il Savinio, Cristina Campo, Morselli, Satta, Ar-
pi bel Kafka prima di Kafka. basino, Flaiano. Se uno straniero o un ra-
gazzo vuole avvicinarsi alla letteratura ita-
liana del Novecento e si trova in questa
Il mestiere delleditore un mestiere che cerchia di scrittori, tocca punti essenziali,
deve aiutare a far capire qualcosa e non pu senza i quali non potrebbe andare avanti.

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Le mutevoli fortune dellopera di Nietzsche


in mezzo secolo di tormentata storia europea
Giorgio Zampa, La Stampa, 16 dicembre 1964

Non sono in grado di stabilire, in questo momento, se carte di Nietzsche, a cura del-
esiste un saggio sulla fortuna di Nietzsche in Italia. Pi lAdelphi di Milano, appare il
dellinflusso del pensatore sulla letteratura e sul co- primo tomo di una edizione che si
stume nazionali, mi interesserebbe seguire la storia attendeva da pi di mezzo secolo;
delle traduzioni delle sue opere: rendermi conto con entro un periodo che speriamo
esattezza della lunga, tenace disdetta che lha persegui- non lungo, disporremo di un
tato in questo campo. Quasi con raccapriccio ripenso Nietzsche completo, con cospicue
ai tozzi volumi, con le copertine decorate da tetri sim- quantit di inediti, non adulterato
boli, che per decenni lo hanno fatto conoscere tra noi; n falsificato. La risposta alla do-
alta prosa stentorea che anneriva una carta giallina: manda implicita, mi pare, in tale
ammesso si avesse coraggio bastante per prendere in annuncio. Limpresa, inaugurata
mano uno di quei mattoni cimiteriali, la lettura di con Aurora (tomo primo del quinto
qualche pagina era sufficiente per lasciarlo cadere. Un volume delle opere complete)
destino malinconico per il filosofo aristocratico, per talmente ardua e generosa da la-
luomo mite, per il virtuoso dello stile: al punto che mi sciare stupito chiunque conosca sia
chiedo se da quella infelice presentazione non solo di- le difficolt della traduzione sia il
pese, in buona parte, la diffidenza, lincomprensione problema, cos spinoso del tutto
mostrate dalla nostra cultura, anche la pi aperta, Nietzsche.
verso unopera che non ci possibile eludere, destinata Ridotta alle linee essenziali, lul-
a lettori deccezione, acuti e raffinati. Arriva troppo tima questione si pu riassumere
tardi la riparazione che ora offre un gruppo di giovani come segue. A sei anni di distanza
studiosi, animosi e ben preparati? dallottenebramento mentale del
Per iniziativa di Giorgio Colli, dopo anni di lavoro fratello, Elisabeth Nietzsche, ve-
compiuto nel Goethe und Schiller Archiv di Weimar dova Frster, si accinge a pubbli-
(Repubblica democratica tedesca) che possiede tutte le care, con laiuto di esperti, le opere
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Adelphi Editoria dallaltra parte

complete del filosofo. il momento della francese cercano un collega tedesco da asso-
maggiore fortuna di Nietzsche: lEuropa in- ciarsi per una nuova edizione condotta sui
tellettuale attende con impazienza gli scritti manoscritti (nel frattempo ricomparsi e
postumi, soprattutto quello che da indiscre- messi a disposizione degli studiosi dalle au-
zioni fatte abilmente circolare viene annun- torit della Ddr) la domanda cade nel vuoto.
ciato come il capolavoro, il coronamento Non scoraggiati per questo, Gallimard e le
della filosofia nietzschiana. Dal copioso ma- Edizioni Adelphi cominciano i lavori, diretti
teriale inedito, gli editori scelgono un certo da Giorgio Colli e da Mazzino Montinari; col
numero di aforismi, ai quali si d un titolo risultato singolare che oggi disponiamo di
trovato tra gli appunti di Nietzsche, desti- un volume in italiano, il quale rimanda a un
nato a unopera imprecisata; nasce cos La testo critico ancora inedito (solo in queste
volont di potenza. Nonostante qualche iso- settimane, sembra, si arrivati a un accordo
lato grido di allarme, il falso ha un successo per la pubblicazione anche in tedesco). In
enorme, anche dal punto di vista commer- una nota, forse troppo breve, premessa a Au-
ciale. Nelle edizioni successive, sempre vigi- rora, vengono esposti i criteri seguiti per la
late dalla Elisabeth Frster, vengono pubbli- costituzione del testo. Non nascondo che al-
cate pagine inedite di opere gi edite da cuni di essi hanno destato in me qualche
Nietzsche, ma in modo non proprio scienti- perplessit; ma ogni valutazione, ovvia-
fico: si escludono passi per pruderie, oppor- mente, impossibile fino a quando non sar
tunismo, antipatie personali: un frammento, accessibile ledizione originale.
abilmente sezionato, serve a fabbricare di- Pubblicata nel 1881, ristampata, sempre a
versi aforismi; si pubblicano lettere false, cura di Nietzsche, nel 1886, Aurora affronta
previa distruzione degli originali. Nessuno risolutamente lindagine sulla natura e sui
in grado di compiere controlli, tranne le fini della morale, avviata con Umano, troppo
poche persone incaricate di trascrivere e re- umano e Il viandante e la sua ombra. Lopera
digere i testi: lArchivio Nietzsche domi- ricevette forma definitiva a Genova, du-
nio esclusivo della sua fondatrice. Morta nel rante linverno 1880-81, che lo scrittore
34, la Frster, un gruppo di filologi si dedica consider uno dei periodi pi dolorosi
a una nuova edizione, condotta su basi della sua vita (Quel libro per me una spe-
scientifiche: il periodo, tuttavia, non favo- cie di dinamometro, lo compietti con un
revole a unimpresa del genere, destinata a minimo di forza e di salute scrisse il filo-
far conoscere i veri tratti di Nietzsche. La sofo nel 1888 a Georg Brandes). Ledizione
guerra interrompe i lavori; a pace avvenuta, Adelphi consente di seguire, attraverso i
corre voce che i manoscritti sono scomparsi frammenti postumi disposti cronologica-
dal Silberblick di Weimar, la villa dove, in mente, la genesi e le varie fasi di elabora-
ambienti Jugendstil disegnati da van de zione di Aurora, dalle prime note, prese su
Velde, aveva sede larchivio. Linteresse per taccuini nel 1879, riportate in un quaderno
Nietzsche, del resto, nella Germania del do- intitolato Lombra di Venezia, scritto sotto
poguerra, tocca livelli minimi: a Est lo scrit- dettatura da Peter Gast, a Venezia, nella
tore messo allindice, a Ovest tanto poco tarda primavera del 1880, ai successivi ap-
amato che quando un editore italiano e uno punti di Marienbad, Naumburg, Stresa, fusi

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Oblique Studio

di seguire in tutte le sue sinuosit


un pensiero che cercava di sot-
trarsi ai pericoli della formula,
dello schema, del sistema, cam-
biando di continuo angolo di os-
servazione e sfuggendo, se cos si
pu dire, a s stesso. Tra gli afori-
smi di Aurora e i frammenti po-
stumi non esiste differenza di qua-
lit; nelle parti inedite dato
trovare un calore, unaffabilit, una
grazia che nella stesura definitiva
in buona parte si sono raffreddati.
Rimane da dire brevemente della
traduzione. Per il limpido, vigo-
roso, musicalissimo scrittore che
Nietzsche, essa ha unimportanza
determinante: attentare allo stile
di questa prosa, vuol dire dimi-
nuire la sua verit. Per gran parte
dei frammenti postumi, volti in
italiano da Mazzino Montinari, la
mancanza del testo originale
rende impossibile un raffronto e
quindi un giudizio. In Aurora, tra-
dotta da Ferruccio Masini, alcune
opacit rilevabili in passi di inter-
nellinverno a Genova, insieme con Lombra, sotto il ti- pretazione inequivoca, fanno con-
tolo: Il Vomere. Pensieri sui pregiudizi morali. cludere che un lavoro pi paziente
Il titolo definitivo deriva da un verso del Rigveda: di revisione non sarebbe stato inu-
Vi sono tante aurore che ancora debbono risplen- tile; confermano tale impressione
dere. Gi un gruppo di frammenti, apparsi nel 1897 e piccole ma non insignificanti
nel 1899, scelti tra quelli che Nietzsche aveva escluso omissioni, sfumature non resti-
dai cinque libri di Aurora, aveva richiamato latten- tuite con esattezza, cadute di tono.
zione degli studiosi. Nella edizione Colli-Montinari il Sono rilievi che mi consento solo
gruppo quasi triplicato (1764 frammenti, contro i 621 in ragione dellimportanza di
conosciuti); non credo di esagerare, afferman-do che unimpresa che non potr, a
la loro pubblicazione costituisce, sul piano della cul- tempo indeterminato, essere ripe-
tura, un avvenimento dimportanza mondiale. Ora tuta; e che sin da ora si pu consi-
soltanto sar consentito a quel perfetto lettore dalle derare tra le pi coraggiose della
dita e dagli occhi delicati che Nietzsche si augurava, nostra giovane cultura.

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Scrittore di nascosto
Amelia Rosselli, lUnit, 2 aprile 1969

Lintelligenza non manc mai a Roberto Bazlen, di ricordano le lotte intellettuali so-
cui la casa editrice Adelphi ha da pochi mesi dato stenute con lui nella conversa-
saggio delle sue Lettere editoriali (Adelphi, 1968) pre- zione, e di come in senso del tutto
sentate da Sergio Solmi in forma discretissima e ri- positivo egli guidasse e appog-
spettosa, a onore dun uomo che durante la vita evi- giasse le loro intelligenze troppo
tava in ogni modo di pubblicare, temendo pubblicit solitarie, con una dedizione asso-
e conseguente autocompiacimento. Perch infatti lutamente eccezionale. Identica
Roberto Bazlen, detto Bobi dagli amici, pur dedi- la dedizione espressa in queste
cando la sua vita e il suo lavoro allimpegno culturale lettere invece professionali: e col-
del mestiere di consulenza editoriale (lavorava per pisce anche la scelta delle scelte
lEinaudi, poi per lAdelphi, di cui fu uno dei crea- e dei suggerimenti: a rivedere
tori, ci almeno in senso ideologico), in segreto scri- oggi quali furono gli autori pro-
veva e aveva anche per questo ancor pi fortemente posti dal Bazlen, e con quale sot-
sviluppato le opinioni che in questo elegante libretto tile democrazia egli proponesse
vengono presentate. autori notissimi allestero quanto
Le lettere, scritte per motivi professionali di consi- quelli ignoti, e di come abbia pro-
glio, appoggio, e chiarimento di ideologia critico-edi- feticamente previsto nella critica
toriale, assumono un tono spigliato e franco, e anche e nei suggerimenti alcuni futuri
intimo, e non sono soltanto informazione distaccata o successi editoriali, fa centro so-
obiettiva, a uso deditore. Il tono delle lettere ricorda prattutto questa sua abilit a di-
lo stesso tono usato modestamente ma con sferzature staccarsi dallopinione comune,
molto opiniatre, da Bobi con i suoi amici, di cui egli dalla, anche se intellettualissima,
era a volte preziosa guida di coscienza pur senza dar- banale o poco autentica informa-
sene le arie o avendone la pretesa. Molti sono stati i zione. Pungenti sono tutti i suoi ri-
giovani, oggi adulti per merito anche del Bazlen, che tratti dautore, e allo stesso tempo
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Oblique Studio

senza snobismi e con cultura inu-


suale per gli anni 1950-1965 che,
grosso modo, vengono coperti da
queste lettere. Questa inusualit
pensiamo sia dovuta al fatto che il
Bazlen era per met triestino, e
svizzero-tedesco nellaltra, e che
perci egli conoscesse le lingue
meglio di ogni altro avendo anche
molto viaggiato e analizzato civilt
culturali contemporanee, in modo
anche un poco particolare data la
sua non del tutto precisa apparte-
nenza a una societ o allaltra. Che
poi il tono cos acutamente anali-
tico da sferzante a volte si tramuta
nel libro in esasperazione di parti-
colare specie, fatto che non pu
venir negato: ma pensiamo che
questo suo, per esempio, leggero
disprezzo della mentalit italiana,
che a lui appariva carnale e senza
spirito o capacit di sublimazione
oltre che inconscia cio a volte
rozza e banale sia dovuto anche
allisolamento in cui viveva lau-
tore; un isolamento pesante anche
se voluto da lui.
Dunque per pudore o ritegno o
altre particolari ragioni il Bobi
non desiderava pubblicare i pro-
pri scritti in vita; ora la casa edi-
trice Adelphi intende stampare,
sinfiltra una umanit inaspettatamente umoristica fra un anno, i seguenti scritti: qua-
davvero autentica, nel discutere dei libri e dei loro derni di appunti, poesie, fram-
creatori o personaggi. mento di romanzo. Non soltanto
Georges Bataille, Maurice Blanchot, John Cage, gli amici attendono impaziente-
Paul Goodman, Robert Musil, Alain Robbe-Grillet, mente che escano questi testi:
sono tra gli autori proposti, gi conosciuti allestero; e tutto un pubblico bene che ne
un interessante, foltissimo numero di autori invece riconosca e conosca i particolari e
non ancora marchiati dalla fama vengono analizzati, anche educativi valori.

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Gli editori leggono Adelphi


Enzo Siciliano, La Stampa, 20 dicembre 1972

Le Edizioni Adelphi: una collana di libri sceltissimi, Avr tradotto un centinaio di libri.
radunata si direbbe per suggerire ai lettori lidea di Pian piano il tradurre gli assotti-
un privilegio, di una segreta partecipazione a rami se- gli lingegno: acquist dagli au-
greti ma bene e chiaramente identificabili della cul- tori i diritti dei libri, li passava in
tura e della poesia, da Kubin a Potocki, da Robert italiano e li vendeva ai giornali.
Walser alla spodestata regina di Danimarca, Leonora Col trascorrere del tempo, la fac-
Christina Ulfeldt, da Lichtenstein a Karl Kraus, a cenda si estese, e divent lAgenzia
Jarry. Le dirige Luciano Fo: i capelli con la scrimi- Letteraria Internazionale, in vita
natura sulla fronte gli arrotondano la linea gi tonda ancora oggi e diretta da Linder:
del capo. Era il 33. avevo diciotto anni: in quel dalla vendita dei libri a puntate,
tempo cominci anche la mia passione fisica per il cominci poi a trattare la vendita
libro, dice Fo. Mi sta raccontando dei casi per cui, della traduzione in volume: una
oltre a leggere e studiare, si trovato a vivere in lenta evoluzione che and avanti
mezzo ai libri e al mondo editoriale sin da bambino. fino allo scoppio della guerra nel
Mio padre lavorava nei telefoni. Aveva cominciato a 40. Le dicevo, avevo diciotto anni
guadagnarsi da vivere a quattordici anni. Correggeva nel 33: cominciai a lavorare per
bozze per le edizioni Pomba. E la sera andava al Cir- mio padre, occupandomi dei rap-
colo Filologico ad imparare le lingue. A ventanni ha porti con gli editori, sempre qui a
avuto anche qualche velleit letteraria. Ha scritto Milano, e venni preso dalla pas-
qualcosa, e di quello che scrisse solo anni pi tardi ho sione dei libri. Il racconto, via via,
potuto leggere un racconto tradotto in tedesco, sco- si era infoltito di sprazzi di vita
perto casualmente in un feuilleton. Ma col feuilleton milanese: un libraio anarchico di
mio padre aveva rapporti differenti e concreti. Dun- via Dante, che stamp Nietzsche,
que, aveva imparato linglese, e la sera, a casa, dopo il Kropotkin e Wodehouse, collabo-
lavoro, traduceva romanzi a puntate per i giornali. rando col padre di Fo; i fascicoli
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Oblique Studio

del Romanzo Mensile; la novit del tradurre bero seguito. Ma lorizzonte dei rapporti,
dallinglese in unItalia che leggeva soltanto pi ci avvicinavamo alla guerra, pi si fa-
scrittori francesi; un serpeggiante antifasci- ceva ristretto. Quanto a me, venni preso
smo. Ma passiamo alle letture. I classici come tutti dalla febbre per gli americani:
russi e francesi, Dostoevskij e Stendhal. Ma Caldwell, James Cain, Steinbeck, Hemin-
come ordine di fanatismi, prima di tutti per gway. Forse la maggior parte di quei ro-
me, venne Aldous Huxley: pi che per i suoi manzi era scadente di qualit letteraria, ma
romanzi, per il suo saggismo, ancora scono- fu importante leggerli, tradurli, diffonderli.
sciuto in Italia, ma che giudico di grande ri- Questi furono gli anni della guerra.
lievo. Era il 36, appena stampato lessi di lui Prosegue Fo: Col 42 non si pot pi la-
Ends and Means, il volume che segna la sua vorare. E per me lavorare significava leg-
conversione dallo scetticismo al pacifismo. gere. Conobbi Adriano Olivetti, il quale mi
Il motore dellepoca era politico, ed io venni parl della necessit di varare una grande
preso da esso. Cominciarono i primi con- casa editrice, per diffondere in Italia tutto
tatti con gli editori antifascisti: si trattava di quello che per via del crocianesimo o del fa-
far passare fra le maglie della censura libri scismo era stato fino a quel momento te-
che non sarebbero stati consentiti, come nuto fuori dai confini. Le frontiere culturali
Lidea dEuropa di DOrs o la Storia dInghil- italiane erano molto rigide, anguste. Olivetti
terra di Trevelyan. Nel 37 conobbi Roberto disegnava un progetto che riguardava lItalia
Bazlen, mi sugger titoli di alcuni libri da libera. LItalia del dopoguerra: ledificio del
tradurre in Italia: invano andai offrendo la regime gi vacillava. Pensare agli anni futuri
trilogia dei Sonnambuli di Broch. Mi sentivo non era utopistico. Olivetti aveva in mente
rispondere che era troppo lunga. Leditoria autori, scritti, precise correnti di pensiero?.
di allora funzionava assai diversamente da La psicoanalisi e il cattolicesimo di sinistra
oggi, tanto per fare un esempio: pensi che francese. Mounier in particolare. Il progetto
Via col vento venne rifiutato da dieci editori, era vastissimo: cera perfino compresa una
finch usc su un quotidiano un articolo in collana di patristica, di autori e apologisti
cui si parlava di questo grande successo cristiani dei primi secoli. Fu creato un uffi-
americano: allora la questione si risolse. Ma cio. Vi lavoravo per mezza giornata, qui a
il punto, forse, era di procedere con nuovi Milano. Poi, a causa dei bombardamenti, ci
criteri di lavoro. Bazlen mi consigli la trasferimmo ad Ivrea. Con l8 settembre del
strada inversa a quella seguita fino a quel 43 dovetti fuggire con mio padre a Ginevra.
momento: portare gli scrittori italiani al- Quando tornai, non credevo pi alle idee di
lestero. A quel tempo, leggevo solo stra- Olivetti, il quale si era sempre pi politiciz-
nieri, e conoscevo poco o niente gli italiani zato, e vedeva la casa editrice come lo stru-
contemporanei. Scoprii Sorelle Materassi, mento per diffondere la propria ideologia
Gadda, Moscardino di Pea, Vittorini, La rosa comunitaria. A me sembrava che, nono-
rossa di Quarantotti Gambini. Riusciste a stante tutto, in Italia non fosse cambiato
far tradurre qualcosa?. Risultati scarsi: niente. Dal pacifismo di Huxley passai al co-
qualche contratto per Quarantotti Gambini munismo. Mi iscrissi al Partito comunista
e Vittorini. Non ricordo pi per cosa e se eb- nel 47. E per Olivetti mi limitai a rivedere

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Adelphi Editoria dallaltra parte

qualche traduzione. Le Edizioni di Comunit in effetti lari, libri che in Italia non hanno
stamparono alcuni titoli del primitivo progetto. Do- pubblico. Si capisce che per Fo
mando a Fo della sua partecipazione alla vita del Par- un libro che gli piace deve di-
tito comunista. Sono rimasto iscritto fino al 56, fino ventare prima possibile un libro
alla crisi per lUngheria. Non posso dire di essere lon- che gli altri possono leggere: un
tano dalle posizioni politiche del Pci. Ci che non con- libro da scambiare. Vede: fon-
divido lidea che il marxismo sia un mezzo insostitui- dai l Adelphi con i consigli di
bile per interpretare la realt: la filosofia o la Bazlen, per rompere la monoto-
metafisica del Pci che non condivido. Il racconto torna nia dellideologismo editoriale
agli anni del dopoguerra. Cominciai a lavorare sempre di sinistra, per scegliere autori
pi nelleditoria. Lagenzia di mio padre si trasform in che uscissero fuori dai binari co-
una emanazione della casa editrice Bompiani. La la- dificati di una visione del
sciai. Entrai a lavorare allEinaudi dopo la morte di Pa- mondo esosa in senso deteriore.
vese. Da Milano mi trasferii a Torino. Una pausa: il la- Cos, qui, pubblichiamo i libri
voro non si mescol pi per Fo con gli interessi che pi ci piacciono, solo quelli,
culturali diretti. La passione fisica per i libri rest un con rischi e soddisfazioni.
fatto privato. Mi piacciono le autobiografie, gli episto-

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Il boom del libro raffinato


Osvaldo Guerrieri, Tuttolibri della Stampa, 28 maggio 1977

Milano. AllAdelphi non nascondono la soddisfazione, loro apparire erano sembrate stra-
anche se cercano di attenuarla con eleganti elusioni, vaganti, insolite ed erano passate
con sorrisi fra il compiaciuto e limbarazzato. Suc- fra silenzi appena diversi dallin-
cesso? Non esageriamo dice Luciano Fo; S, le cose differenza, ritrovano ora risonanze
sono andate bene, ma sarebbe eccessivo parlare di nuove, soprattutto presso il pub-
boom. Le cifre, per, mostrano il contrario. Nel blico giovanile, come, ad esempio
primo quadrimestre di questanno, la Casa di via Bren- Alce nero parla, Vita di Milarepa, Il
tano ha aumentato le proprie vendite di oltre il qua- pellegrinaggio in Oriente di Hesse,
ranta percento, rispetto allo stesso periodo dello 101 storie zen e in particolare le
scorso anno. Il successo si registra in un momento di opere di Nietzsche divenute ina-
particolare difficolt per il mercato librario. Editori spettatamente una specie di livre
grandi e piccoli esibiscono bilanci sconfortanti, insi- de chevet degli studenti che cer-
diati in misura progressiva dai costi di produzione e cano di allargare le loro prospet-
mal sostenuti dalle vendite. LAdelphi si trova su una tive. Potremmo dire continua
linea di tendenza diversa: il suo fatturato cresce. Me- Fo che le affermazioni di oggi
rito recente delle opere di Joseph Roth e di Guido sono il risultato di un lavoro te-
Morselli, ma, alla distanza, di un catalogo che il pub- nace che ha seguito sempre sulla
blico non smette di frequentare, senza le suggestioni stessa linea, impostato sulla ricerca
e le spinte di particolari azioni pubblicitarie, che oltre- di opere diverse, che rivalutas-
tutto lAdelphi non fa, o fa in misure assolutamente sero lelemento poetico e fanta-
minime. Negli ultimi tempi spiega Fo si verifi- stico nella narrativa. LAdelphi
cata una specie di polarizzazione del mercato librario. nata nel 1962. Fu fondata da Ro-
Per cui da una parte c un pubblico che si rivolge a berto Olivetti e da Luciano Fo.
testi facili, di grossa presa narrativa; dallaltra ci sono Dopo un anno di preparativi, fu-
lettori che cercano libri di alta qualit. Opere che al rono pubblicati i primi libri. Nel
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Adelphi Editoria dallaltra parte

lingresso delle due case editrici,


lassetto azionario era il seguente:
il quaranta percento ai vecchi soci,
il trenta percento alla Boringhieri
e il residuo trenta percento alla
Etas Kompass. Ma non era una si-
tuazione definitiva. Nel 74 lEdi-
toriale Finanziaria, emanazione
dellIfl, subentrava alla Boringhieri
e alla Etas Kompass, acquistando il
quarantotto percento delle azioni.
Laltro cinquantadue percento re-
stava in mano ai vecchi soci, il cui
quadro, nel frattempo, era parzial-
mente mutato. Oltre a Fo, cerano
Alberto Zevi, Francesco Pellizzi,
Roberto Calasso e Piero Bertolucci.
Essi sono oggi alla testa della casa
editrice. Il fatturato dellAdelphi ha
superato nel 76 i settecento mi-
lioni a prezzo di copertina (quat-
trocento milioni netti circa). I titoli
nuovi sono una trentina allanno;
una ventina le ristampe. La tiratura
media delle novit di 5500 copie.
La distribuzione passata da gen-
naio alla Fabbri.

Chi guida la casa


Presidente: Alberto Zevi; Con-
sigliere delegato: Luciano Fo;
64 si verificarono i primi cambiamenti al vertice. Olivetti Consiglieri: Giorgio Fattori, Gio-
fu costretto a ritirarsi per concentrare le proprie forze sui vanni Giovannini, Francesco Pel-
problemi della ditta dIvrea. Possedeva i due terzi delle lizzi; Direttore editoriale: Roberto
azioni che cedette gratuitamente a Fo, il quale, a sua volta, Calasso; Ufficio stampa e produ-
le pass a nuovi soci che furono inizialmente Alberto Zevi zione: Piero Bertolucci; Consu-
e Anna Devoto; a questultima si sostitu il cugino Alberto lente letterario: Giuseppe Pontig-
Falck cui si aggiunse poi Francesco Pellizzi. Questa strut- gia; Grafico: Nino Cappelletti;
tura continuata fino al 1971, quando la Etas Kompass e la Numero dipendenti: 6; Sede: Mi-
Boringhieri hanno acquistato parte delle azioni e assicu- lano, via Giuseppe Brentano 2,
rato un finanziamento per lo sviluppo della Casa. Dopo tel. (02) 871 266.

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Se Foucault avesse letto Svevo


Vanna Brocca, lUnit, 9 aprile 1979

Quarantanni, triestino, sposato con due figli e noto ombre, crepuscoli, autunni, rose
germanista, Claudio dal 70 professore di letteratura morenti e vetrate opache e, soprat-
tedesca allUniversit di Torino e da prima ancora tutto, la Vienna di Francesco Giu-
collaboratore di riviste specializzate e quotidiani, tra seppe e del valzer nel cui ritmo cir-
cui il Corriere della Sera. Ai saggi finora pubblicati Il colare di una gioia che sempre
mito asburgico nella letteratura austriaca moderna, Tre fugge per sempre tornare, ma pi
studi su Hoffmann, Wilhelm Heinse e Lontano da dove: Jo- tenue e lontana, si fondono i due
seph Roth e la tradizione ebraico-orientale si aggiunge stati danimo, apparentemente an-
in queste settimane una scelta di brevi recensioni titetici ma strettamente connessi,
scritte negli ultimi dieci anni. Dietro le parole il titolo con i quali lAustria presagiva e fin-
del libro (Garzanti, pp 370, 3.800 lire), dove le sugge- geva di ignorare la propria fine: lo
stioni di una ricerca che resta inconfondibile nella scetticismo e la nostalgia.
sua limpida complessit si organizzano intorno ad al- nelluniverso di questa Vien-
cuni grandi motivi di fondo. E cio il confronto tra na francogiuseppina, che si de-
classicit e avanguardia indagato come contrasto tra scrive come cinica e savia, che
totalit e disgregazione; il tema del Viandante o lindagine attraversa due stagioni
del Fannullone vagabondo cui si intreccia quello che inesorabilmente trapassano
della vitalit e della sua tragico-patetica esaltazione, luna nellaltra; si sofferma per co-
che quasi sempre sfocia nel dramma e si veda per gliere il momento in cui la voce
tutti Knut Hamsun o ancora, aspetti diversi della del narratore che riassume una
cultura austriaca e mitteleuropea e pi in generale coralit sovraindividuale di espe-
contemporanea. rienze trapassa nella solitudine
Anche se poi, tra i paesaggi evocati predominano le del romanziere; confluisce nel-
canoniche della vecchia Germania o la Praga doro che lanalisi della grande letteratura
Rilke ricostruisce nelle sue poesie giovanili affollate di del vuoto e della crisi.
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Adelphi Editoria dallaltra parte

Di questa letteratura, del ritorno o case editrici ci sia prima di tutto unim-
dellesordio e comunque del successo oggi pronta personale inconfondibile, che
pi evidente che in anni passati dei classici quella dei suoi fondatori e dirigenti e che
dei primi decenni del Novecento e di alcuni va dalla scelta dei titoli allimpaginazione,
fenomeni editoriali che a essi si intrecciano ai caratteri, alla presentazione, alla coper-
parliamo con Magris. tina. Questo, io credo, il pubblico lo avverte
sicuramente. Non solo ma Adelphi la casa
Mazzetta ha da tempo ridimensionato il filone editrice che ha legato il suo nome a inizia-
politico che aveva fatto la sua fortuna; Savelli tive come quella di Colli e Montinari e cio
punta quasi tutto sul privato; altri ancora sulla a una modifica radicale nella possibilit di
parapsicologia, i fenomeni occulti, la ricostru- approccio e di lettura di Nietzsche, non sol-
zione del clima, i protagonisti, gli avvenimenti tanto per quello che riguarda lItalia, ma a
degli anni Cinquanta o Trenta. Si sta deline- livello internazionale. Detto questo, vero
ando qualcosa che assomiglia a unarcheologia anche che col tempo si modificato il
del passato prossimo, tanto che una rivista spe- clima culturale e insieme si sono allargati e
cializzata si azzardata anche qui a parlare di trasformati i gusti del pubblico. Il che non
riflusso. Alla Feltrinelli negano che di riflusso ci autorizza, mi pare, a parlare di riflusso.
si tratti, ma confermano una tendenza, che di
molti editori, alla riconversione. Meno bene E di cosa allora?
i saggi che non siano pi che qualificati di- Generalizzando molto, pu darsi che gli
cono , molto meglio i libri che insegnano a autori che Adelphi cominciava a pubblicare
vivere: biografie e guide pratiche soprattutto. nel 62-63, colmando un vuoto effettivo,
Noi e il nostro corpo, per esempio, vende non trovassero spazio o lo trovassero molto
trenta/quarantamila copie allanno, Avere un limitato, perch non essendo intellettuali
figlio, diecimila, il diario di Sibilla Aleramo ha militanti o chiaramente identificabili sem-
esaurito in poco tempo oltre venticinquemila bravano offrire pochi o nessuno strumento
copie. Ma il piccolo caso di questi tempi resta di analisi della realt. Prendiamo luniver-
Adelphi, leditrice mitteleuropea per antonoma- sit. Dieci anni fa era molto difficile uscire
sia. Adelphi, dopo anni di vita prestigiosa, ma dagli schemi canonici, come potevano es-
stentata, ha visto salire le sue vendite del ses- sere Brecht o Thomas Mann. Oggi si stu-
santa percento nel 77 e, ancora, del cinquanta diano ancora Brecht e Thomas Mann, ma
percento nel 78. Miracoli della distribuzione si studiano anche Musil e Roth e Canetti. E
che da due anni affidata alla Fabbri? Non anche il tipo di approccio cambiato: mi
solo: i librai assicurano che sono soprattutto i sembra che ci sia il bisogno di un incontro
giovani a far man bassa di Hesse e Roth. una pi immediato e personale con lautore, e
moda? Un adeguarsi a quanto avvenuto al- insieme una maggiore disponibilit a con-
trove, o cambiato il clima culturale? Poi, siderare che anche lesperienza individuale
davvero un riflusso? pu essere importante in termini di com-
Credo che ci siano diverse spiegazioni prensione storica o sociale. Per tornare a
possibili. La mia impressione che a di- Adelphi: c, o potrebbe esserci, in effetti,
stinguere Adelphi dallanonimit di tante un rischio di eccessivo impreziosimento,

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Oblique Studio

Molte cose per sono cambiate. Di


mezzo ci sono state guerre e rivolu-
zioni e trasformazioni di ogni tipo.
vero, ma secondo me altret-
tanto vero che le ultime grandi pa-
role sul mondo contemporaneo
siano state dette negli anni Venti e
Trenta.
Certo, non cerano solo Musil
o Kafka o Svevo, basta pensare a
Joyce o a Proust. Diciamo allora
che complessivamente risale a
quel periodo lo sforzo maggiore
sin qui fatto per indagare, non
solo dal punto di vista estetico,
problemi come quelli del contra-
sto tra totalit e particolare della
frantumazione dellio e del lin-
guaggio, del modello a senso
unico, del Grande Stile pro-
blemi che sono poi stati sco-
perti o addirittura teorizzati de-
cenni pi tardi.

Ad esempio?
Quando allinizio delle Parole e
le cose, Foucault cita Borges e il
suo impossibile esercizio di cata-
logazione del mondo gli ani-
mali si dividono in: a) apparte-
nenti allimperatore, b) imbal-
samati, c) addomesticati, d) maia-
lini da latte, e) sirene: esercizio
di una celebrazione del misterico e del frammenta- impossibile perch non esiste pi
rio o dellesotico in s e per s. un pericolo che esi- il luogo, cio il pensiero dove
ste anche in termini pi generali. Evitato il quale, ordinare luniverso non cita
per, si pu anche scoprire che decifrando la grande nulla di nuovo. Se avesse letto
letteratura della crisi si decifra in parte il mondo di Argo e il suo padrone, si sarebbe ac-
oggi, e insieme le radici delle nostre irresolutezze, corto che gi molti anni prima
dei nostri interrogativi e i termini di un dibattito che Svevo ci si era provato verifican-
ancora il nostro. done lassurdit.

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I manoscritti ci sommergono
Luciano Fo, Tuttolibri della Stampa, 28 giugno 1980

Caro direttore, sono lieto delloccasione che mi offre fatti siano strettamente collegati.
lamico Pampaloni, con la sua lettera pubblicata nel nu- Comunque sia, per quel che ci ri-
mero del 14 giugno di Tuttolibri, di rendere noti ai let- guarda, tutti questi manoscritti
tori del Suo giornale alcuni fatti riguardanti leditoria vengono esaminati da tre di noi, e
che, forse, potranno interessarli. Preferisco rispondere ci in virt dun principio a cui una
in questo modo anche allamico Pampaloni che, pur casa editrice come la nostra non
ammettendo per sua esperienza di sapere bene come pu n deve rinunciare: noi non
certe cose possono andare e pur apprezzando mol- facciamo ricorso a lettori esterni e
tissimo il nostro lavoro, ci rimprovera pubblicamente occasionali come avviene invece,
di aver umiliato uno scrittore che stima molto, An- direi per necessit, nelle case edi-
gelo Fiore, perch dopo cinque mesi dal ricevimento trici pi grandi. Ci significa che
del manoscritto di un suo nuovo romanzo noi non ab- queste tre persone dovrebbero,
biamo ancora risposto se intendiamo pubblicarlo op- esaminare, e discutere, pi di di-
pure no. Occorre dunque sapere che un editore di mo- ciassette manoscritti al mese e,
deste dimensioni come lAdelphi che, nel campo della oltre a ci condurre un lavoro di
narrativa italiana non pubblica pi di due o tre novit ricerca e di lettura che, svolgendosi
allanno, ha ricevuto dal primo gennaio 1980 ben ot- nellambito di diverse letterature
tantotto manoscritti da esaminare, cio un po pi di straniere, dei nostri e di altri
uno ogni due giorni. Quanti ne abbiano ricevuti nello tempi, comprensibilmente di
stesso periodo Mondadori, Rizzoli, Garzanti, Einaudi e maggiore mole. Ci pratica-
altri editori ben pi grossi di noi, non difficile imma- mente irrealizzabile. chiaro che
ginare. Un popolo come il nostro, che notoriamente la maggior parte dei manoscritti
legge poco, scrive dunque moltissimo, e non impro- italiani che riceviamo cadono a
babile, almeno a giudicare dal modesto livello della una prima lettura, senza possibilit
grande maggioranza dei manoscritti ricevuti che i due di appello, e vengono restituiti agli
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Oblique Studio

carattere durgenza. Potrei, a que-


sto punto, consigliare gli autori de-
siderosi di una risposta sollecita di
rivolgersi alle grandi case editrici e
non a noi, se non sapessi per di-
retta esperienza che anche con
loro magari per motivi diversi, i
tempi dattesa sono pressa poco gli
stessi, se non maggiori. Franca-
mente non credo che si tratti di un
malcostume editoriale da denun-
ciare pubblicamente, ma del risul-
tato di una situazione obiettiva.
Lamico Pampaloni vuole infine
allontanare da noi il sospetto che la
scoperta di Morselli sia stata sol-
tanto una benevolenza della
sorte. Mi permetto di dissentire,
su questo punto, da chi stato, tra
i critici, uno dei primissimi e pi
convinti scopritori di Morselli: la
benevolenza della sorte ci gra-
dita, e noi vorremmo ogni anno
averne prova concreta con la sco-
perta di altri autori come lui. Ri-
cordo il piacere di chi, tra noi, lesse
per primo un suo manoscritto, e
come questo piacere, comunican-
dosi, rese gli altri due impazienti di
leggerlo. Unultima cosa vorrei
autori nel giro di due o tre mesi. Ma per gli altri, che dire, visto che ne ho loccasione, a
giudichiamo pi interessanti, si passa a una seconda e, coloro che volessero, anche dopo
talora, a una terza lettura, con la conseguenza che i questa mia lettera, inviarci i loro
tempi si allungano. Questo appunto il caso del libro manoscritti in lettura: di esami-
di Fiore a cui si riferisce la lettera dellamico Pampa- nare prima il nostro catalogo per
loni. Che Fiore, e Pampaloni come proponente, meri- rendersi ben conto dei limiti della
tassero una procedura speciale, pi sollecita, sono io il nostra attivit e dei criteri che ispi-
primo ad ammettere, e qui voglio scusarmi con loro, rano le nostre scelte. Ci avrebbe,
ma anche spiegare, non soltanto a loro, la situazione per noi e per gli autori, il vantaggio
non facile in cui un editore italiano si trova di fronte a di accelerare la procedura che ho
un numero esorbitante di proposte, di cui molte con cercato sopra di descrivere.

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Leditoria in crisi,
ma si fanno troppi piagnistei
Giampaolo Dossena, Tuttolibri della Stampa, 18 luglio 1981

Milano. Via Brentano, la via delle edizioni Adelphi, dellOccidente i giovani si tro-
molti tassisti non sanno dov. Meglio dirgli una vano di fronte un mondo al quale
traversa di una traversa di corso Magenta, e farsi la- non credono pi, hanno sempre
sciare allangolo. Poi la via fa un gomito, poi si gira meno fiducia nella civilt tecno-
ancora, con un movimento a chiocciola. Ci si sente logica, e cercano libri che parlino
isolati, protetti. Non c protezione contro le chiac- di altri tipi di civilt, di altri mo-
chiere dice Luciano Fo, fondatore e presidente delli. LOriente, lIndia, Alce
dellAdelphi. Ancora stamattina fa il nome di un Nero. Sono proprio i giovani
grande quotidiano, parlano di crisi del libro, e che comprano questi vostri libri?
sembra che le vendite si sian ridotte al venti per- Risulta dalle librerie che fanno
cento. Si son ridotte del venti percento. Di crisi del le maggiori vendite: per esempio
libro si parlato troppo? A parlar tanto di certe le librerie Feltrinelli, in tutte le
cose non le si aggiusta, e pu essere pericoloso. Gi citt tranne Milano. Sono librerie
la gente ha meno soldi e compra meno libri. Poi con un pubblico molto giovane.
senton dire tutti i momenti che nessuno va pi in li- I prezzi di copertina, perch so-
breria: allora una frangia di pubblico si sente giusti- no cresciuti? Per due ragioni.
ficata, quasi incoraggiata a non andarci proprio pi Primo, per linflazione. Secondo,
del tutto. Un suo collega ha detto che dopo il 68 i perch certi editori, dovendo
giovani leggevano molto; adesso han ricominciato a mettersi a fare i conti con uno
studiare e quindi leggono meno. I giovani compra- scrupolo che prima non avevano,
vano molti libri di un certo tipo: politica, sociologia, si sono accorti che gi prima i
marxismo. Avevano soldi da spendere. Adesso a prezzi erano inadeguati, non co-
queste cose non credono pi e cercano altri libri. Ri- privano il costo del denaro. Ledi-
scoprono la letteratura, la religione, altre filosofie. toria italiana mediamente sot-
Questo non riguarda solo lItalia: in gran parte tocapitalizzata, vive di prestiti
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Oblique Studio

bancari. E il costo del lavoro? Si parla di una certa si vede? Si vede in quel tipo di edi-
casa editrice che in crisi. Si viene a sapere che toria che fa libri fungibili, dove un
aveva un fatturato doppio del nostro. Ma noi siamo libro pu sostituire laltro per un
tredici persone, e loro non erano ventisei, erano set- pubblico indifferenziato, senza
tantacinque. Certi giornali han dato la colpa della faccia, che vien fuori dalle indagini
crisi editoriale a un demone meschino chiamato ri- di mercato. Leditoria in grande
flusso: Lei invece daccordo con chi ha tracciato pubblica certi libri non perch
diagnosi prevalentemente economiche. In un paese piacciono a chi li sceglie, ma per-
che non va bene non si vede perch dovrebbero ch si crede che piaceranno al
andar bene proprio i libri. Ma quando molte cose pubblico senza faccia. Allora per
vanno storte si genera anche uno stato di incertezza, lAdelphi le cose vanno bene?
nel paese: quanta gente prende la macchina e va a Bene no. Anche noi risentiamo
fare un giro perch lultima cosa che gli resta. della crisi. Ma non vogliamo unirci
Questo stato di incertezza, nel mercato librario, dove al coro dei piagnistei.

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Pubblicazione permanente
e sporadicamente visibile
Roberto Calasso, Adelphiana 1963-2013, Adelphi, Milano 2013

Ventotto nomi di autori, in ordine alfabetico, da Inge- Questa volta la sfida stata di attra-
borg Bachmann a Edgar Wind, apparivano sulla co- versare, passo per passo, una selva
pertina di Adelphiana 1971, libro rosso, anomalo, oggi di pi di duemila titoli, lasciandovi
introvabile, che si presentava come il possibile primo filtrare laria del tempo. Cos ab-
numero di una rivista o come almanacco o come di- biamo cercato di comporre un libro
chiarazione programmatica. Era un po tutte queste da leggere e guardare da cima a
cose e nessuna. Di quella lista, alcuni erano gi autori fondo, come fosse una lunga storia
Adelphi. Altri lo sarebbero diventati (magari dopo a puntate. E insieme un libro dove
qualche decennio, come nel caso di Morton Feldman). si pu entrare o uscire da qualsiasi
Altri erano altamente affini (come Calvino). Ci che ci parte, magari con qualche sensa-
importava era accostare forme e figure divergenti, che zione di smarrimento da porte gi-
per potessero convivere in uno stesso paesaggio revoli. Per ogni anno, il lettore in-
mentale, come se ciascuna, per qualche oscura via, fa- contrer una sequenza di copertine,
cesse da tramite verso le altre o le evocasse. alcune delle quali accompagnate da
Di riviste letterarie (se si intende per letteratura parole e immagini in qualche modo
unapprossimazione alla clavis universalis) non era gi pronube per capire ci che quelle
allora il tempo e ancor pi non lo oggi. Ma limpulso copertine proteggevano. Parole tal-
che aveva dato vita a Adelphiana rimase, pressoch in- volta scritte dallautore stesso, invi-
tatto. Cos nel 2002 apparve un altro Adelphiana, primo tato a considerarsi in prospettiva.
di quattro numeri. Questa volta accompagnato da un Talvolta da testimoni, da lettori, da
sottotitolo, pubblicazione permanente, che sfronta- critici, da altri scrittori. E immagini
tamente riproponeva una formula di Lautramont. in diversi modi connesse a quei
Oggi, giunti al cinquantesimo anno di Adelphi, il libri. Anche immagini degli autori,
gioco riprende e il sottotitolo potrebbe essere pub- poich il giudizio fisiognomico un
blicazione permanente e sporadicamente visibile. po come la democrazia secondo
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Oblique Studio

Churchill: il criterio peggiore, a eccezione di per cinquantanni si sono presentati sotto il


tutti gli altri finora noti. nome di Adelphi.
Gli obiter dicta sono quanto di pi fugge-
vole e spesso prezioso. Percezioni oblique, Si trattava abbiamo pensato fin dallinizio
penetranti, legate al momento, alle circo- di comporre una costellazione di singolarit,
stanze, che spesso congiurano per disper- sincronica e diacronica, affidandoci in molti
derle. Si spesso detto (e forse Brichot lo casi allalea di unistantanea, di una nota di
avr ripetuto nel salotto Verdurin) che non diario, di una lettera. Opera in ogni senso plu-
c nulla di pi inedito delledito. Non poche rale, che proceduta per approssimazioni
volte gli scritti qui raccolti saranno una sor- successive spesso per via negativa. Ogni libro
presa, eppure un giorno furono letti o ascol- vive a sprazzi, non solo sulle pagine, ma nella
tati, quando apparvero mente di quelli che lo
in un giornale, o in una accolgono. E talvolta si
rivista, in un epistolario crea una sorta di sciame
o in un discorso. Altri luminoso che lo accom-
stanno ancora sotto gli pagna. Si trattava di co-
occhi di chiunque, ma gliere alcuni di quegli
non per questo sa- sprazzi.
ranno meno sor- Ci sono venuti incon-
prendenti. E qui si tro- tro, in questa impresa,
veranno in compagnia innanzitutto gli autori di
congeniale, con molte- Adelphi, che hanno
plici diramazioni, rim- scritto di s e di altri, in
balzi e risonanze. vista di un libro che noi
Mettere insieme que- per primi non sapevamo
sto libro stato un come descrivere. Per
lungo, inevitabilmente quanto mi riguarda, es-
tormentoso, a tratti eu- sendo il solo di noi che
forizzante esercizio. ha partecipato alla for-
Lunico conforto per mazione e alla nascita di
aver commesso alcune sanguinose ingiusti- tutti i libri Adelphi, ho predisposto un gratic-
zie la convinzione che anche qualcun cio di scelte che poi ovviamente si trasfor-
altro le riconoscer e parteciper insieme a mato strada facendo. Trasformazione a cui
noi alle relative sofferenze. Ci siamo dati hanno contribuito, ciascuno a suo modo, i
varie regole, ma occasionalmente le ab- collaboratori di Adelphi, interni ed esterni.
biamo violate tutte. Perci non le formu- E non possiamo negare che ci siamo anche
liamo neppure. Confidiamo che fra i lettori divertiti, contando sul fatto che questo di-
ci sia chi colga, senza bisogno di sottolinea- vertimento si trasmetta agli affezionati e ap-
ture da parte nostra, e per la pura capacit passionati lettori adelphiani nonch ai nuovi
di emanazione delle parole e delle imma- che verranno e potrebbero scoprire qualcosa
gini, il motivo per cui questi libri e non altri in queste pagine.

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Capitolo II

Di conquiste e annessioni letterarie

Sia il vostro lavoro una battaglia,


sia la vostra pace una vittoria.
F. N.
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Scoprii Morselli leggendo quel manoscritto


Giuseppe Pontiggia, Tuttolibri della Stampa, 22 ottobre 1983

Ho letto nel 1973 il primo manoscritto di Morselli che pi forte e imprevista, tanto pi
era arrivato allAdelphi (si trattava di Contro-passato mette in moto resistenze. Questi
prossimo), accompagnato da una lettera di Vittorio Se- meccanismi complicano ulterior-
reni a Luciano Fo: vi si accennava a una loro conver- mente le cose nei rapporti lette-
sazione avvenuta a Varese, qualche tempo prima, in- rari, perch sia la sordit naturale
sieme con Dante Isella, nel corso della quale si era di taluni sia lorecchio finissimo di
parlato della fine dolorosa dellautore e del fatto che altri possono concorrere alla me-
egli potesse interessare per pubblicazione una casa desima riluttanza. C da sperare,
come lAdelphi. Ricordo di avere associato lespres- a parte qualche altro ingrediente,
sione fine dolorosa a suicidio e di avere pensato a un in un discreto connubio di pa-
caso umano, prima che letterario. La prima pagina, zienza e di passivit, che non a ca-
letta rapidamente, non mi suscit reazioni particolari, so nascono stessa radice.
ma questa era gi una reazione significativa: in genere Gradualmente apprezzavo in
si percepiscono errori o dissonanze. Procedendo nella Morselli nuove caratteristiche, che
lettura ero sempre pi attratto da quella precisione vi- poi avrei ritrovato negli altri suoi
sionaria che contraddistingue un talento narrativo. romanzi, arrivati successivamente
Non che provassi entusiasmo, come sarebbe facile alla casa editrice: in particolare la
dire, ora, ma tradendo la verit di quella esperienza: costruzione sapiente, calibrata, al-
provavo invece un interesse strano, come se il rac- lusiva, del racconto. Questa, che
conto in qualche modo mi riguardasse, che poi la certamente una qualit anche se
meta pi ambiziosa che perseguono i narratori. Del non lunica e di per s non suffi-
resto, di fronte a un autore totalmente sconosciuto ciente deve avere contribuito a
e lho osservato in altri ladesione si manifesta gene- suscitare diffidenza in non pochi
ralmente in modi attenuati, quando non reticenti. Ed lettori di Morselli. In Italia lintel-
fatale che sia cos, anche perch lattrazione, quanto ligenza narrativa guardata spesso
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Adelphi Editoria dallaltra parte

ideologica del Comunista, scritto


nel 1964-65, che coglie nel suo
progressivo isolamento, politico e
umano, anche il senso pi segreto
del suo destino, al Dramma bor-
ghese, dove lattrazione di una figlia
per il padre coincide con il con-
fronto tra un impulso naturale e
una fatale ambiguit. Si chiamata
con il termine di mimetismo la ca-
pacit di Morselli di moltiplicare il
punto di vista narrativo, di evo-
care, attraverso segnali orientativi
e dettagli illuminanti, i diversi stili
di vita e la variet dei linguaggi,
parlati e interiori. Tale continua
metamorfosi sembra una ironica
sfida di professionalismo in uno
con sospetto; quasi come una colpa o un limite. La si scrittore che in vita non mai stato
considera un calcolo preliminare, con laggravante riconosciuto tale: e non poteva,
che la parola calcolo ha, nella nostra societ, una anche dopo la sua scomparsa, che
connotazione invariabilmente negativa. Invece si suscitare comprensibili riserve, in
tratta di un lavoro successivo alla stesura, quando la una cultura dove il luogo comune
narrazione ha dato alcuni frutti e bisogna selezionarli che si scrive sempre lo stesso ro-
e disporli. Ed altrettanto avventuroso che il viaggio manzo spesso interpretato e ap-
fatto prima, perch laspirazione di un narratore non plicato alla lettera. Ma proprio tale
di raccontare quello che sa, ma di scoprire quello metamorfosi cela, a mio avviso,
che non sapeva e che pure riuscito a raccontare. I ro- una fuga dallio e dal presente, una
manzi di Morselli si rivelavano appunto, a mano a difesa dalloblio e dalla morte, che
mano che li leggevo, come viaggi in mondi storici o rendono la sua pagina piena di
quotidiani o fantastici molto diversi tra di loro: da malinconia dissimulata, di pathos
quello politico e militare della Grande Guerra, che sotterraneo. questa la forza se-
vede, in Contro-passato prossimo, vincere la logica delle greta della sua narrazione. E se
cose sulla logica dei fatti, a quello nel futuro, in Dis- non sorprende che abbia tardato a
sipatio H.G., quando una apocalisse fa riscoprire al imporsi nella nostra cultura
protagonista, sopravvissuto al proprio suicidio e a anche se la parte pi attenta e sen-
quello dellumanit, la propria voce, nel silenzio del- sibile gli ha riconosciuto il suo spa-
luniverso; dalla cronaca immaginaria di Divertimento zio non stupisce che la cultura
1889, cosmo di avventure galanti e di malinconie quo- europea, attraverso innumerevoli
tidiane, alla Roma senza papa del Duemila, babele teo- traduzioni, non abbia atteso altret-
logica dove la Chiesa vive lagonia della fede; dalla crisi tanto.

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E Croce fa le valigie
Paolo Mauri, la Repubblica, 28 ottobre 1988

Benedetto Croce cambia editore e si appresta a rivedere di esorcizzare scherzosamente. La


i suoi celebri (e ormai introvabili) saggi, vestiti con i co- sola delle raccolte alle quali non
lori della casa editrice Adelphi. Il cambio dabito, sca- solo rimasi estraneo, ma non volli
duto ormai il contratto con la Laterza, era inevitabile, mai volgere locchio, fu la Biblio-
dicono gli eredi: scarse le ristampe, le iniziative edito- teca esoterica, come tu la chiamavi,
riali ferme a ventanni fa, quando dodici titoli furono (e coi suoi libri doro, con le sue tra-
con successo) ristampati in economica, introvabili nelle duzioni dei libri dello Schur, coi
librerie persino i titoli maggiori Sembra che in casa suoi volumi di mistica e di teosofia,
Laterza abbiano voluto uccidere il padre, ma Vito La- editorialmente di molto spaccio,
terza ribatte: Tentativi di rilanciare lopera di Croce noi che mi parevano un equo com-
ne abbiamo fatti: sono gli eredi, invece, che hanno penso agli altri, commercialmente
posto dei vincoli, scoraggiato le iniziative. Ho proposto passivi o di lento spaccio che ti fa-
di ristampare in anastatica; mi hanno detto, certo scher- cevo pubblicare. Chi volesse riper-
zando, che non sapevano cosa fosse. Volevano invece correre il lungo sodalizio Croce-
che i saggi fossero ricomposti con gli stessi caratteri Laterza pu rifarsi al saggio di
usati per gli originali (in casa editrice li chiamavamo ca- Daniela Coli (Croce, Laterza e la cul-
rattere-Croce), che non ci sono pi, che costava troppo tura europea, il Mulino 1983), che ha
far rifondere da capo. Volevamo ristampare pi titoli in potuto usare molto materiale dar-
edizione economica, ci hanno detto di no Comunque chivio inedito. E ora come si tro-
sia, che Croce, per oltre un cinquantennio, sia stato il ver Benedetto Croce in casa Adel-
padre della Laterza non si discute, anche se leditore tal- phi? Benissimo, secondo la figlia
volta doveva disobbedire alle indicazioni culturali del Alda, che a nome della Fondazione
filosofo per ragioni di mercato. Il caso pi noto quello Croce ha laconicamente dichiarato
della Biblioteca esoterica, che persino nella commemo- di essere lieta che una casa editrice
razione funebre di Giovanni Laterza, Croce non manc come Adelphi, cos ineccepibile
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Adelphi Editoria dallaltra parte

invece una pubblicazione meno


caratterizzata, con al pi una nota
storica, ma non critica. Le opere
di Croce in edizione Adelphi
avranno dunque una nota storica
di Giuseppe Galasso, ut erat in
votis: si comincer (nell89) con il
Contributo alla critica di me stesso
per proseguire con il Breviario di
estetica, Aesthetica in nuce, Teoria e
storia della storiografia e via segui-
tando con un piano editoriale che
giunge al 1992. Hanno messo a
Croce un bel golf di cachemire e
adesso lo porteranno a spasso per
via Manzoni, commenta un po
amareggiato Ferrero. Ma sulla
portata culturale del ritorno in li-
breria di Croce, dopo un lungo
oblio e in una situazione cos ra-
dicalmente mutata rispetto a
quella in cui il filosofo dettava
legge, ci sar da discutere. Sar,
spenta ormai ogni passione, lin-
contro dellItalia culturale di oggi
con quella cos diversa di ieri. In-
tanto, col passo lento che unini-
ziativa del genere comporta, la
nella cura dei suoi libri, si cimenti nella pubblicazione casa editrice Bibliopolis di Napoli
di numerosi titoli dellopera di Benedetto Croce, la cui sta preparando ledizione critica
richiesta da anni affidata al solo mercato antiquario. dellopera di Croce. Uniniziativa
Dichiarazione diplomatica che nelle ultime parole con- finanziata in parte con denaro
tiene probabilmente una velata polemica con la La- pubblico, curata da Mario Scotti,
terza. Prima di affidare a Adelphi il cimento crociano, che la Laterza, dicono, non se l
tuttavia, cerano state delle trattative con lEinaudi, che sentita di accollarsi. Che ribatte
a maggio dello scorso anno sembravano gi concluse. Vito Laterza, saremmo stati ben
La cosa non andata in porto mi dice Ernesto Fer- lieti di intraprendere se a suo
rero, direttore editoriale dellEinaudi, perch noi vo- tempo ci fossero state precise as-
levamo accompagnare i volumi con prefazioni forti, sicurazioni sul contributo sta-
cio firmate da studiosi come Contini, Dionisotti, Gin- tale. E non ci furono? No, pro-
zburg; e gli eredi, Alda Croce in particolare, preferivano prio non ci furono.

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La crociata
Nello Ajello, la Repubblica, 28 dicembre 1988

Milano. E adesso, leditore. Abbiamo ascoltato, sulla Mi ha colpito favorevolmente la


prossima ricomparsa in libreria di un nutrito gruppo vivacit degli interventi. In tutti, ho
di opere di Benedetto Croce, gli studiosi pi svariati e notato una reattivit notevole.
dai pi diversi umori. Un umanista, Eugenio Garin. Lunanimit, quella s, mi avrebbe
Uno scienziato, Giuliano Toraldo di Francia. Un filo- insospettito. Si discute, e va benis-
sofo dellultima generazione crociana come Lucio simo. Prendiamo i due poli opposti
Colletti e un post-crociano come Massimo Cacciari. di questo dibattito: la testimonianza
Non rimane che interrogare uno dei responsabili del- di Garin e quella di Cacciari. Fra i
limminente rilancio di Croce, e cio il direttore edi- due sestende un continente cultu-
toriale dellAdelphi, Roberto Calasso. Calasso anche rale che riverbera posizioni non
autore in proprio. La sua ultima opera, Le nozze di solo italiane. Il primo rappresenta
Cadmo e Armonia, ha riscosso su queste stesse pagine il una generazione che accoglie altri
difficile plauso di Pietro Citati. E sullEspresso Umberto grandi studiosi penso, per esempio,
Eco lha definito un saggio raffinato e aristocratico a Arnaldo Momigliano, general-
lanciato verso tirature che ventanni fa erano riservate mente animati, nei riguardi di
a un romanzo poliziesco. Uno scrittore di lite, dun- Croce, da un tipico rapporto di fi-
que, che diventa un fenomeno sociologico dei nostri liazione-opposizione. Il secondo,
giorni: ed , insieme sulle soglie del XXI secolo, ledi- Cacciari, un saggista letterario e fi-
tore di Croce. Il cocktail appare insolito, stimolante. losofico che, negli ultimi due de-
cenni, ha espresso tesi di notevolis-
Dunque, Calasso, nella serie di interviste di Repubblica simo interesse.
sulla riedizione di Croce si sono ascoltate parole di con-
senso e di dissenso, note pessimistiche, espressioni ammi- Ma proprio Cacciari non stato te-
rative, osservazioni scettiche, critiche severe. Come accogli nero verso la vostra impresa cro-
questa gragnuola di giudizi che si abbatte sul tuo lavoro? ciana. Ha cominciato col dire che la
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Adelphi Editoria dallaltra parte

supposta eclisse di Croce una pura invenzione, i libri di Croce? Noi dellAdelphi invitiamo
anche se da una ventina danni i suoi scritti non a questo, innanzitutto.
venivano pi ristampati. E ha proseguito ti-
rando ironicamente in ballo Tommaso Veniamo a cose pratiche. Delle quattordici opere di
dAquino. Forse il fatto che San Tommaso non Croce che pubblicherete a partire dal mese pros-
compare fra gli Oscar dimostra che ce lo siamo simo, quante copie pensate di vendere, e a chi?
dimenticato? Insomma, Croce, che lo ristam- A quegli oscuri lettori che continuano a
pate a fare? comprare i libri da noi stampati. Il Contributo
Mi sembra che in questo caso Cacciari alla critica di me stesso, il primo libro che uscir,
manchi di senso della realt. Forse egli si ri- parte da una tiratura di diecimila copie.
ferisce al fatto che, nelle universit italiane,
si continuano a tenere dei corsi su Croce. E Ma editorialmente, su quale tasto della produ-
con questo? Su qualsiasi sciocchezza, in qua- zione crociana avete insistito?
lunque momento, c qualcuno che orga- Cominciamo con le opere che servano da
nizza un corso, senza che ci dica nulla sulla introduzione al tutto, per esempio, lo stesso
reale circolazione culturale delle idee di cui Contributo, o Teoria e storia della storiografia
il corso tratta. In questo senso conta molto mescolandole con grandi libri che oggi pos-
di pi la comparsa in libreria. Ma qui inter- sono essere una sorpresa per molti, e specie
viene il paragone con San Tommaso Cac- per i lettori pi giovani: come Vite di avven-
ciari sembra sottintendere che ogni giovi- ture, di fede e di passione.
netto dellArci, della Fgci o di Comunione e
Liberazione il suo San Tommaso se l letto. Perch, come prefatore a questo vostro Croce,
Mi farebbe tantissimo piacere. Devo per avete scelto uno storico, Giuseppe Galasso, e non
confessare di non aver mai visto una copia un filosofo?
della Summa theologiae nella biblioteca di un Perch accanto a ogni testo vogliamo
giovane. Secondo Cacciari, fosse o no pre- dare tutti gli elementi sulla genesi del-
sente in libreria, Croce si trovato per lungo lopera, sulla sua fortuna e sulla sua impor-
tempo al centro della cultura militante. tanza nella biografia dellautore. Inten-
Chiunque egli dice volesse contrastare quel- diamo offrire, a chi si avvicina a Croce, dei
la cultura comunista che si incarnava in punti dappoggio, e non una lettura gi pre-
Giorgio Amendola e in Mario Alicata, i mar- ordinata. Ogni nuovo lettore, insomma,
xisti di origine storicistica, doveva conoscere invitato a scoprirsi il suo Croce Quando io
e discutere Croce. Dicendo questo, Cacciari andavo a scuola era normale leggere in terza
ha offerto la prova migliore dellopposto di liceale il Breviario di estetica. Quale profes-
ci che egli sostiene. Sarebbe difficile, in- sore lo d pi ai suoi allievi? Eppure, quel
fatti, immaginare per Croce uneclisse pi libro impartisce una lezione di lingua, pre-
desolante di questa: sopravvivere soltanto ziosa per un docente di glottologia come
per essere utilizzato da Mario Alicata. Una per un bancario. La lingua italiana deve
vera beffa della storia. Mi sembra comunque moltissimo a Croce: se ne accorse gi nel
deprimente ricordare quelle remote discus- 1929 uno dei grandi critici italiani del Nove-
sioni. Ecco invece unidea: e se li riaprissimo, cento, Giacomo Debenedetti. LEstetica

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Oblique Studio

porta la data del 1902. Ora il secolo sta spe- ignorano che lui sapeva esattamente che
gnendosi e di trattazioni generali di simile cos la letteratura. Quegli altri invece e
altezza non se ne trovano in giro. A me non metto in primo luogo i critici sociologiz-
viene in mente che la Teoria estetica di zanti o semiologizzanti somigliano a degli
Theodor W. Adorno. Ma si era gi nel 1970. enologi capaci di discettare a lungo sul de-
Proprio allestetica di Croce si muove per sign delle etichette appiccicate sulle botti-
laddebito di aver soffocato la poesia mo- glie. Ma che poi ingurgitano sorsate di me-
derna sotto i macigni di un classicismo pro- tanolo come se stessero bevendo un grande
vinciale e carducciano. Secondo me, la teo- Bordeaux.
ria di Croce andava in direzione opposta.
Come un chimico che isola un elemento, Tu non credi, come Colletti, che Croce sia caduto
egli ha isolato, nella parola poesia, qualcosa in oblio anche perch noi italiani ormai man-
che abitava sotto forma di fantasma, se vuoi chiamo di identit storica?
in tutto quel pensiero sullarte che nato Scusami, ma quando sento parlare di
con i romantici tedeschi. Croce cristallizza identit storica o no giro langolo, sommerso
quel fantasma in una definizione specula- dalla noia. Mancare di identit pu signifi-
tiva. E questo rimane un passo enorme. care, comunque, sentirsi liberi da qualsiasi
egemonia. Essere confusi, magari, ma ricchi
Tu condividi perfino la distinzione crociana tra di sorprese. Poche centinaia di chilometri
poesia e non poesia? pi a est di noi, troviamo Ceauescu. Quei
A quella distinzione ovvio non credo. poveri romeni, di identit ne hanno da ven-
Essa tuttavia suppone qualcosa di essenziale: dere. Gliela stampano sulla pelle. Ebbene, io
la capacit di riconoscere ci che Proust non li invidio e so bene che non li invidia
chiamava le Vernis des Matres, la Vernice nemmeno Colletti. A differenza di lui, io
dei Maestri. Che cosa sar mai? una spe- per non mi lamento.
ciale fusione di elementi che lo scrittore
francese descrive, per esempio, quando Ma ci sar pure qualcosa di Croce che tu rifiuti?
parla di Vermeer, e che distingue larte dal Altrimenti qui si rischia di farne un santino. Un
resto. proprio ci che io trovo in Croce: taumaturgo. Un intoccabile.
una nozione feticistica della poesia, e fetici- Ammettiamo pure che Croce non abbia
stica in un senso altamente positivo. La poe- capito molte delle grandi cose del nostro se-
sia che comincia in un centimetro quadrato colo. Rimane il fatto che una delle grandi
della pagina e finisce in un altro Unidea cose del secolo stato Croce stesso. Perci,
grandiosa. Una formulazione estrema, insu- prima che finisca, questo nostro secolo do-
perata, di quella letteratura assoluta che di- vrebbe proporsi di capirlo. Mi pare essen-
scende da Schlegel ziale. Quanto al pericolo di farne un santino,
lAdelphi ha pubblicato un tale numero di
Tu ti schieri, insomma, dalla parte di Croce con- libri appartenenti a quelle culture che Croce
tro i suoi attuali critici, detrattori, superatori. avversava o trascurava, che noi possiamo
La prima differenza tra Croce e gli innu- considerarci vaccinati contro gli usi inop-
merevoli professori che volutamente lo portuni del suo pensiero.

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Adelphi Editoria dallaltra parte

spregiudicatezza che solo la gran-


de cultura pu raggiungere.

Spregiudicato, in che senso?


Unarte peculiare di Croce
consisteva proprio nellelaborare
paradossi fino a trasformarli in
evidenze. Penso alla tesi sulline-
sistenza dei generi letterari, a
quella per la quale ogni storia sto-
ria contemporanea, e cos via. Le
grandi tesi di Croce sono paradossi
che vengono resi naturali grazie al
quasi mostruoso dono di chiarezza
che egli possedeva. questo che
permette di trovare una rotta nel-
loceano dei suoi scritti.

Se dovessi spingere un giovane in


quelloceano, da quale spiaggia gli
consiglieresti di salpare?
Nel Contributo alla critica di me
stesso, Croce definisce la cultura
Anche allestero Croce soffre, secondo te, di uningiusta eclisse? arte dellimparare. forse il suo
Oggi si dicono tante vacuit sullEuropa della cultura, insegnamento pi alto. Croce d
ma si dimentica che quellEuropa c gi stata, fra le due limpressione di divertirsi sem-
guerre. I cittadini di quella nazione erano Paul Valry a pre. Il grande sistematico della
Parigi, Hofmannsthal a Vienna, Eliot a Londra, Ortega in Filosofia dello spirito e lo storico
Spagna, Thomas Mann in Germania. Infine, Croce a Na- antiquario dei teatri di Napoli
poli. Certo, su quellEuropa si pu anche ironizzare, come convivono felicemente in lui, con
capit di fare a Adorno. Ma lui se lo poteva permettere. I un sorriso ininterrotto. Oscillare
suoi allievi non possono. In ogni modo, Croce bisogne- fra le altezze della speculazione e
rebbe leggerlo, oggi, come lo leggeva il giovane Borges a le miniere degli archivi era il suo
Buenos Aires. E non un caso che Borges leggesse lui e dono pi vero.
non Gentile
Non ti scandalizzi, insomma, se
Ma di quel Croce etichettato Europa 1920-30 rimane qualcuno ama Croce soprattutto
qualcosa? come autore di belle pagine?
Restano le pagine di un grande scrittore. Resta la Le belle pagine non mi spa-
sua deliziosa polverosit di classico, come deliziosa- ventano mai. E in giro non se ne
mente ha scritto Gianfranco Contini. E resta quella sua scrivono poi tante.

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Torna Benedetto Croce,


a che serve leggerlo?
L.G., Tuttolibri della Stampa, 4 febbraio 1989

Riappare Croce, vestito da Adelphi. Sar in libreria anche molto contrastanti tra loro.
a met mese il Contributo alla critica di me stesso (pp Ad esempio, anche se un lettore
131, 9000 lire), scritto a 49 anni, nellaprile del 1915, doggi tende ad accomunarli,
in soli quattro giorni: autobiografia mentale in cui Hofmannsthal e Kraus furono in
il filosofo ricapitola il proprio svolgimento etico e vita aspri avversari. La scelta di
intellettuale, un saggio pedagogico sullarte di im- Croce pu sembrare inconcepibile
parare. Pubblicato nella Piccola Biblioteca in dieci- solo se si dimentica che linteresse
mila copie, solo il primo dei quattordici titoli pre- di un catalogo nasce anche dal-
visti entro il 92, tutti presentati da Giuseppe Galasso, lurto delle diverse voci. AllAdel-
attento a ricostruire, anche sulla base dei diari ine- phi dunque non sono interessati a
diti, genesi, filologia e fortuna dei testi. Intanto si con- riaprire una querelle filosofica, a
tinua ad attendere ledizione critica completa delle prendere posizione. Quel che sta
opere di Croce. Vi sta lavorando un comitato diretto a cuore, sono i testi, specie quelli
dal professore Mario Scotti, sar pubblicata dalledi- meno noti e messi in ombra, ad
trice napoletana Bibliopolis: Ma non sono in grado esempio le Vite di avventure, di fede
di fare previsioni, dice il direttore Francesco Del e di passione. Secondo Calasso, po-
Franco. Lannuncio di Adelphi, gi lautunno scorso, tranno essere una vera sorpresa,
aveva suscitato una doppia sorpresa. Come poteva la non solo per i pi giovani: Co-
Laterza perdere il suo primo pontefice e garante? munque ci siamo preoccupati di
E come poteva la casa editrice di Nietzsche e della presentare Croce in tutte le sue
mitteleuropa inglobare nel suo catalogo, tra Cioran molte forme, dal teoreta allo sto-
e Roth, anche il padre del nostro storicismo? Roberto rico antiquario. Cosa si prova a
Calasso respinge con cortese fermezza i clich appic- veder passare altrove il proprio
cicati alla sua casa editrice: A questi slogan, non ab- padre e maestro? Dolore e ram-
biamo mai creduto. Da sempre pubblichiamo autori marico risponde Vito Laterza.
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Adelphi Editoria dallaltra parte

Proprio come il laico Croce non poteva non dirsi cri- dinamico. Dunque, lascia inten-
stiano, lui che non andava a messa, anche noi non pos- dere, doveroso leggere Croce
siamo non dirci crociani. Nel catalogo Laterza ci sono come un classico, nel suo conte-
ancora dodici titoli di Croce (e tra questi, sei di quelli sto storico, con note e apparati
che Adelphi vuole riproporre). Del Breviario di estetica critici. Altra cosa volere ripro-
uscita lanno scorso la ventiduesima edizione. Cera porne i testi come se ancora si do-
la disponibilit a ristampare tutte le opere. Ma il rap- vesse giurare in verba magistri. Per
porto di fiducia e di affiatamento che aveva contrad- discutere se e quanto sia attuale e
distinto il lungo sodalizio tra Giovanni Laterza e Croce utile questo ritorno di Croce,
venuto meno con gli eredi, anzi era diventato una abbiamo chiesto di tracciare un
convivenza difficile. E non per ragioni di business. bilancio del suo pensiero a tre no-
Ricorda Laterza: Mi sono laureato nel 48 con una tesi stri collaboratori: Gianni Vattimo,
sulla sinistra crociana, da Gramsci a De Ruggiero e Ca- per la filosofia; Massimo Salva-
logero. Da allora ho sempre cercato di capire chi e cosa dori, per la storia; Giorgio Barberi
cera accanto, insieme e dopo Croce, in senso critico e Squarotti per la critica letteraria.

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Miscela di cultura, freddezza e grinta


Paolo Guzzanti, la Repubblica, 7 luglio 1989

Colto, coltissimo, ma temperamento freddo, dicono. E riaffidate, ritessute da capo. Tutto


anche: una persona di grinta, un misto di raffinatezza e questo genere di lavoro costituisce
di capacit di combattimento. Con un piano in mente: un abito mentale e di produzione
bissare il successo di Umberto Eco vincendo lo Strega dei concetti e delle parole che ha il
(con quel premio decollarono le vendite del Nome della suo riscontro in arte e metodo nelle
rosa) e da l partire alla conquista del mondo come au- Nozze di Cadmo e Armonia. Il fatto
tore, dopo aver stravinto come editore. Calasso infatti che quel suo libro (non un ro-
il direttore editoriale della prestigiosa Adelphi, un mar- manzo, non un saggio) sia entrato
chio di fabbrica di livello insuperato che sotto la sua di- di prepotenza nel finale del premio
rezione ha cominciato a diventare anche un grande af- Strega, classico premio di narrativa,
fare: lanno scorso ha venduto per diciassette miliardi, ha provocato umori e malumori di-
superando di quattro miliardi quello precedente. Ca- versi. Calasso stato accusato di
lasso ha quarantasette anni, figlio del grande giurista, giocare una partita scorretta e di es-
ma il suo esordio di autore di grido con Le nozze di sersi messo contro uno dei suoi pi
Cadmo e Armonia, (dopo Limpuro folle del 74, e La rovina vicini e amati collaboratori: ap-
di Kasch dell83), lo ha fatto diventare di colpo molto pi punto Peppo Pontiggia che del-
che uno scrittore di successo: Roberto Calasso da un lAdelphi il consulente numero
anno un marchio culturale, un evento di moda e di- uno per narrativa e letteratura. Lo
chiarare di ignorare la sua opera ormai, pi che un accusano anche di essere, diversa-
peccato di ignoranza, una gaffe mondana. Probabil- mente dal suo concorrente, molto
mente il suo modo di scrivere riverbera anche il suo ben sostenuto dal milieu mila-
modo di editare libri. AllAdelphi ogni testo seguito con nese e torinese dei buoni salotti,
scrupolo maniacale da cinque redattori che vivono della buona industria che sintende
unesistenza monastica di fedelt ai volumi. E altrettanto anche di editoria e insomma di sa-
fanno i traduttori, le cui opere vengono spesso rifatte, pere come si fa a non sprecare le
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Adelphi Editoria dallaltra parte

Calasso, grazie alla sua penna e al


suo lavoro rampi, sembra fuori
discussione. Anche se, va detto, i
suoi critici trovano che la prosa
delle Nozze, impreziosendosi e
frantumandosi in una sapienza di
altissimo livello, alla fine risulta
talmente densa e saziante da non
consentire digestioni soavi e ra-
pide al lettore. Del resto dalla sua
parte si sono schierati non sol-
tanto gli Agnelli (che hanno dato
per lui un ristretto ricevimento a
Torino, durante il Salone del
libro), ma nomi indipendenti del-
la cultura come quelli di Federico
Fellini e di Giorgio Manganelli.
Naturalmente la guerra fra i due
autori diventata sotto gli occhi
di tutti una battaglia tra giganti
editoriali e, in retrovia, anche in-
dustriali. Benedetta Craveri ha
negato che dietro Calasso ci sia
altro che il prestigio dellAdelphi,
una bicicletta di fronte ai carri ar-
mati della Mondadori. Sar: resta
il fatto comunque che lAdelphi
(cinquanta percento del gruppo
occasioni di successo. Si tratta, come si capisce, di critiche Fabbri) il pi prestigioso mar-
molto discutibili, che comunque indicano sia pure som- chio che la Fiat possa vantare ed
mariamente connotati di un carattere, che sono quelli di esibire. E alla Mondadori fino a
un uomo che lavora con successo in vista del successo. ieri si dicevano sicuri che la Fiat
Detto per inciso: Calasso scrive da s tutti i risvolti di co- avrebbe messo in riga, con un
pertina dei libri dellAdelphi, e di conseguenza si scritto vero ordine di servizio, i votanti
anche il suo. Sostiene di aver raggiunto un eccellente suc- legati alla Rizzoli, alla Bompiani e
cesso editoriale grazie al perfetto affiatamento con uno alle consociate. Ieri mattina Ro-
dei soci fondatori dellAdelphi, vale a dire con Luciano berto Calasso non si precipitato
Fo. I suoi avversari gli rimproverano, viceversa e con ma- a Roma di buonora, restando
lizia, di avere praticamente messo in sottordine Fo, ci fino a tardi al suo tavolo della di-
che dimostrerebbe ancora una volta la sua straripante vo- rezione dellAdelphi, arrovellan-
cazione di imprenditore-autore rampante. Del resto, che dosi su un risvolto di copertina.

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I gialli di Maigret nello scrigno Adelphi


Michele Neri, La Stampa, 4 agosto 1991

Nel pieno di questestate povera di casi editoriali aperto, gli interrogativi aumen-
savvicina uno strano giallo che ha per protagonista tano. Perch gli eredi desidere-
linsuperato maestro del genere appunto giallo: rebbero abbandonare una
Georges Simenon. Una voce sempre pi decisa dice grande, solida e popolare col-
che i cento e pi Maigret dovrebbero lasciare la lana per una casa editrice molto
loro dimora abituale, gli Oscar mondadoriani, per pi piccola? E se ci avvenisse,
salire a un piano tinteggiato a raffinati toni pastello, sarebbe un bene per Jules Mai-
tra preziosi vicini mitteleuropei: casa Adelphi. Chi gret? Forse Simenon merita pi
vuole vedere il placido commissario e la sua nuvo- del riconoscimento di narratore
leggiante pipa far compagnia agli aforismi di Cio- pi prolifico della sua epoca.
ran, ai romanzi di Simenon gi tradotti da Adelphi Forse bisogna dare retta allen-
(Pedigree, Luomo che guardava passare i treni)? tusiasmo di Andr Gide: Il ro-
Gli eredi, introvabili per una conferma. A non vo- manziere pi autentico, forse il
lere questo trasloco Ferruccio Parazzoli, direttore pi grande dei nostri giorni. In
degli Oscar (dove sono usciti gi trentanove titoli): Francia oggi molti avvicinano
Non capisco come Adelphi possa pensare di avere Simenon a Balzac e il ciclo di
in mano tutto Simenon, visto che noi abbiamo un Maigret alla Comdie humaine.
contratto, rinnovato nel 1988, per tutti i Maigret. Le Presses de la Cit si sono im-
E una lettera inviata dallo scrittore a Leonardo pegnate a pubblicarne lopera
Mondadori, in cui plaudeva alliniziativa. Comun- completa (duecentododici ro-
que stiamo cercando di chiarire la vicenda con luf- manzi, un migliaio di novelle).
ficio legale degli eredi. La lettera nei cassetti di Giovanni Macchia sembra di-
Segrate baster? N si pu chiedere consiglio al- vertito allipotesi di una migra-
lanziana e onnisciente segretaria del romanziere zione del commissario. Com-
belga, Joyce Aitken, lontana da Losanna. Il caso menta: Non ho mai seguito

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Adelphi Editoria dallaltra parte

Maigret con cura particolare. Ho letto soltanto quei Mondadori annuncia per set-
titoli che mi interessavano per lambiente, come tembre luscita dellinedito
Laffaire Saint-Fiacre. Nel suo genere, Simenon su- Maigret e linformatore. Oltralpe,
periore a ogni altro, Agatha Christie compresa. A limmaginario poliziesco an-
elevarlo lanalisi del comportamento umano di cora saldamente in mano sua,
fronte al delitto, alla requisitoria. Tutti i Maigret in come conferma Daniel Pen-
una collana Adelphi? Assurdo. Una casa editrice di nac, lautore nuovo del polar
quel tipo, senza diecimila titoli in catalogo, si sbi- (da noi uscito II paradiso degli
lancerebbe troppo. Chi ha pronta una ragione per orchi): In vita mia non ho mai
questo eventuale cambio di scuderia la nostra si- letto un Simenon, eppure mi
gnora in giallo, Laura Grimaldi (una lunga espe- sembra di avere sempre da-
rienza con i Gialli Mondadori, ora in proprio con In- vanti agli occhi il suo mondo.
terno Giallo, autrice del thriller La colpa): I grandi Respiro Maigret. Perch siamo
editori continuano a perdere colpi. Per pagare due di fronte a uno scrittore che ha
milioni di dollari a un Le Carr, per assicurarsi lul- creato immagini di qualit
timo Turow, trascurano quello che dura nel tempo, straordinaria. Un narratore
le loro risorse pi profonde. Ci detto, mi sembra che usava lo scalpello con gran
che a Maigret stia meglio il vestito degli Oscar ri- delicatezza e misura. Sapeva
spetto a quello di Adelphi. Maigret, il peseur pelare la cipolla strato a
dmes, nonostante il suo fascinoso indulgere per strato. Chi pianger? Adelphi
tabacco, cibo e vino, gode di ottima salute. In Italia o Mondadori?

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Maigret cambia casa


Oreste del Buono, La Stampa, 28 dicembre 1991

Se ne pu finalmente parlare. Loperazione Simenon in modo tale che non potessi nu-
definitivamente in marcia per lAdelphi. Per lesattezza trire dubbi a proposito del contra-
loperazione era in marcia da un pezzo per la casa edi- rio) che lAdelphi aveva acquisito o
trice di via San Giovanni sul Muro, a Milano (e, sempre stava acquisendo anche il cosid-
per lesattezza, si dovrebbe dire: per una delle case edi- detto Simenon di Maigret. Pareva
trici di via San Giovanni sul Muro, perch a pochi metri impossibile che la Mondadori si la-
di distanza ne sta nascendo unaltra, lAnabasi), dato che sciasse sfuggire uno dei suoi autori
Georges Simenon figurava gi da anni nel prestigioso pi letti e ristampati. Ma le grandi
catalogo adelphico con i pi bei libri senza Maigret. case editrici dun tempo erano po-
Quelli, i romanzi privi delletichetta di genere che la tenze coloniali e, prima o poi, le co-
Mondadori non aveva mai saputo vendere bene, e a cui lonie se le sono perdute o se le per-
lAdelphi era arrivata, grazie anche alliniziativa di Fede- dono inevitabilmente insieme con
rico Fellini, grande amico e ammiratore di Simenon. i padroni che le fornirono il nome.
Dopo aver pubblicato la migliore narrativa mitteleuro- Del resto, da quando la Mondadori
pea, da Joseph Roth a Milan Kundera, Luciano Fo e Ro- si era perduta Topolino, riscattato
berto Calasso avevano cominciato a rivolgersi con sem- dalla stessa Walt Disney italiana, si
pre maggiore interesse alla letteratura francese di questo era capito che non cera pi reli-
secolo raccomandata da qualit di testo ma anche dotata gione anche dalle parti di via Mon-
di garanzia di leggibilit. Una scelta di gusto. Il primo as- dadori a Segrate, come era gi av-
saggio in questo senso era stata Colette, poi seguito Si- venuto dalle parti di via Rizzoli a
menon. Autori popolari e nobili insieme. Come nei pi Crescenzago. Jules Maigret, dun-
vieti luoghi comuni lappetito venuto mangiando. que, a partire dal 1993, interpreter
Lappetito dellAdelphi diventato sempre pi robusto. tutto il suo ciclo, nellAdelphi. E Si-
E un giorno Fellini, con il suo fare da agente segreto, mi menon sar rappresentato al com-
ha annunciato (e, sempre per lesattezza: mi ha smentito, pleto, accanto a Joseph Roth, Karl
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Adelphi Editoria dallaltra parte

Kraus, Milan Kundera, J.R.R. Tolkien, Leo- lunico grande che abbia reso omaggio a Si-
nardo Sciascia. La raffinata Adelphi, nata menon. Andr Gide prima della seconda
come una costola scissionista dellEinaudi guerra mondiale aveva deciso di dedicargli
(che Luciano Fo aveva a lungo diretto) pur un saggio che, anche se stato effettivamente
non rinunciando mai al rigore n al gusto, scritto, non stato pi rintracciato. Ma ab-
andata acquisendo un sempre maggiore peso biamo le sue lettere con cui commentava
commerciale. Lintero ciclo di Maigret verr ogni nuovo libro di Simenon con lautore.
pubblicato, via via che scadranno i contratti Sono lettere molto significative. Eccone una
dei vari libri con la Mondadori (che sino a del 31 dicembre 1938: Siete stato cos gentile
quando li detiene continuer a pubblicarli per da farmi una dedica a La Marie du port. Non
proprio conto). Ne usciranno quattro allanno. mi riesce di considerarlo molto superiore agli
Non ghettizzati. Ovvero non confinati in una altri. Le suspect, Les surs Lacroix, Lhomme qui
collana speciale, ma negli Adelphi (gli econo- regardait passer les trains mi sembrano perfet-
mici appunto dellAdelphi) con un aspetto tamente riusciti, niente affatto inferiori. Vor-
coerente. Liniziativa era gi in progetto da rei spiegarmi perch, e arrivo a dirmi che
qualche anno, ma si pu realizzare solo ora probabilmente non lo sapete neppure voi, o
perch solo ora lAdelphi ha una collana av- che scrivendo ubbidite a un istinto sicuro ed
viata dove poterla collocare. Abbiamo aspet- educatissimo; lesattezza delle osservazioni,
tato la collana giusta con il prezzo giusto dice del tono dei dialoghi, di ogni minimo ragio-
con soddisfazione Roberto Calasso, lo stratega namento; e mai uninutile insistenza, si passa
succeduto al mitico Bobi Bazlen, primo sug- oltre: tanto peggio per il lettore se non ha ca-
geritore dellAdelphi. Il progetto laborioso. pito. Gide, che ha dominato i suoi tempi
Si dovranno superare molti problemi, tra i per lacutezza del suo pensiero, la sua cultura,
quali le traduzioni, che saranno in gran parte la sua capacit di affrontare gli eventi pi sca-
rifatte. Per quello che posso ricordare come brosi della natura umana, stato un maestro
lettore e anche pi volte rilettore, le uniche seppure discusso, non aveva dubbi su Sime-
traduzioni buone dovrebbero essere quelle di non: Ma quel che vorrei dire pi esatta-
Sarah Cantoni, la sorella del filosofo Remo. mente in un articolo, il singolare malinteso
Lapparente semplicit e lindiscutibile fluidit che si creato intorno a voi. Passate per un
della prosa di Simenon sono ingannatrici, autore popolare si pu leggere ancora in
come nei classici. Difficili da riprodursi in quella lettera dellanno nevralgico per lEu-
unaltra lingua in modo che confermino la ropa del patto di Monaco, della capitolazione
loro naturalezza. Roberto Calasso molto provvisoria di Francia e Inghilterra davanti
soddisfatto anche di aver trovato in unedi- alla prepotenza di Hitler e non vi indirizzate
zione mondadoriana del 1933 dellAffare affatto al grosso pubblico. I soggetti stessi dei
Saint-Fiacre una presentazione di Alberto Sa- libri, i minuti problemi psicologici che vi
vinio, sotto il titolo Georges Simenon giudi- vengono sollevati, tutto diretto a dei raffi-
cato da un letterato italiano. Savinio in nati. Proprio a quelli che, senza avervi letto,
poche righe dice tutto lessenziale: come suo pensano: Simenon non scrive per noi. Nel
solito. Del resto, anche tutto Savinio figura mio articolo vorrei dire che sbagliano. In
nel catalogo Adelphi. Savinio, comunque, non tutte le altre lettere a Simenon, Gide ripete e

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Oblique Studio

creda (11 dicembre 1941). Ho di-


vorato e insieme gustato La veuve
Couderc. Grazie! Pierre Herbart non
ne aveva affatto sopravvalutato i
meriti, e la mia ammirazione ugua-
glia la sua.
straordinaria lanalogia di questo
libro con Ltranger di Camus di cui
si tanto parlato; ma, secondo me,
il vostro libro va molto pi lontano,
e quasi inconsciamente, il che il
colmo dellarte (14 luglio 1945). E
cos via. Ora, mentre Simenon si
continua a vendere, Gide abba-
stanza dimenticato, non lo leggono
pi in molti ed un grave errore,
perch sempre pi di attualit.
Meriterebbe davvero che una casa
editrice come lAdelphi si occu-
rincara lespressione della sua ammirazione, abboz- passe di lui e della sua opera, del
zando persino qualche spunto di polemica contro i suo diario fondamentale. La sua
pareri a volte restrittivi dello stesso scrittore: Non intelligenza brilla anche in questa
accetto volentieri, almeno per gli ultimi libri usciti, la sua passione per Simenon, nel suo
distinzione fatta da Therive (a vostra richiesta, del dichiararsi affetto dalla simeno-
resto) tra libri minori e gli altri. Ve lho detto: non rie- nite acuta. LAdelphi nel presen-
sco a considerare La Marie du port molto superiore a tare al suo pubblico Georges Si-
sei o sette altri libri, e in alcuni libri che forse voi trovate menon ha opportunamente
trascurabili scopro ancora sorprendenti, straordinarie capovolto la cronologia dei suoi
qualit (le prime tre pagine dei Trois crimes de mes amis libri invertendo liter criticato da
sono formidabili). Probabilmente, voi tendete a prefe- Gide. Prima i testi in un certo
rire o a trovare migliori le opere sulle quali avete faticato senso pi difficili, ovvero quelli
di pi. Ma tutto quel che voi scrivete oggi, anche senza senza leroe Maigret. I risultati
impegno, beneficia dun enorme sforzo precedente, e sono stati lusinghieri. La neve era
cos riuscite a colpo sicuro (6 gennaio 1939). O ancora: sporca, ad esempio, ha esaurito in
Vivete su una falsa reputazione, proprio come Baude- poche settimane la prima tiratura,
laire o Chopin. Non c nulla di pi difficile di far tornare e cos via. Ed arrivato il mo-
il pubblico su un primo frettoloso giudizio. Siete ancora mento per fare entrare nel-
schiavo dei vostri primi successi, e la pigrizia del lettore lOlimpo dei via San Giovanni sul
vorrebbe limitare a essi le vostre conquiste. Tutta la mia Muro numero 14 il poliziotto
conferenza ha lo scopo di dimostrare, di provare che voi grasso di cui parla con tanto entu-
siete molto pi importante di quanto comunemente si siasmo Alberto Savinio.

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Calasso,
le nozze fra un editore e internet
Dino Messina, Corriere della Sera, 25 maggio 2001

Mi raccomando leggerezza, la seriosit gi ci opprime 922 numeri della rivista di Kraus,


abbastanza. Roberto Calasso, scrittore e editore tra i pi Die Fackel. Con un interlocutore, Ro-
raffinati, ci congeda con questa frase, quasi un aforisma berto Calasso, che oggi presidente
dellamato Karl Kraus, dopo due ore di conversazione dellAdelphi, dove ha operato sin
nella sua casa milanese, un appartamento in un palazzo dagli inizi (fu chiamato nel 62, a
settecentesco a due passi dal Duomo. Le strade del cen- ventun anni, da Bobi Bazlen) e au-
tro si stanno riempiendo dei tifosi per la finale europea tore di opere che hanno girato pi
di calcio tra il Valencia e il Bayern Monaco, Calasso ne volte il mondo: Limpuro folle, La ro-
accenna divertito, da ragazzo giocava ala destra, ma su- vina di Kasch, Le nozze di Cadmo e Ar-
bito entra nellargomento della conversazione: la crea- monia, Ka, fino al recente La lettera-
zione di una rivista letteraria su internet. Sar in rete dal tura e gli di. Qual il vostro modello
30 maggio, con il titolo Adelphiana, il sottotitolo pub- per la rivista in rete? Lidea si col-
blicazione permanente e un antiprogramma di quin- lega a quella di un numero unico
dici righe, quante ne bastano per affermare che let che usc nel 1971 con lo stesso ti-
aurea (e anche quella argentea) di questa forma si , per tolo, Adelphiana: raccoglieva, tra gli
il momento, conclusa e per lanciare una nuova scom- altri, scritti di Ingeborg Bachmann,
messa legata alle potenzialit dellon line: Rimane per Djuna Barnes, Thomas Bernhard,
il desiderio di accostare testi brevi di ogni genere, ori- Pierre Klossowski, Karl Kraus, Ro-
gine, epoca, che altrimenti si disperderebbero nei luoghi bert Walser, Giorgio de Santillana,
pi vari. Cos abbiamo pensato di cambiare i termini del Aby Warburg, Edgar Wind. Una
gioco, mettendo in rete quegli stessi testi allinterno di singolare costanza: sembra di leg-
una pubblicazione permanente. Eccoci dunque a par- gere il catalogo Adelphi. I nostri an-
lare di internet in una casa che un monumento ai libri, tipatizzanti potranno accusarci di
tra scaffali che farebbero linvidia di ogni bibliofilo, tra i tutto ma non di non essere tenaci e
quali custodita per esempio la collezione integrale dei costanti. Il punto che allora molti
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Oblique Studio

di questi autori non erano tradotti e suonavano del tutto tradizionale uno strumento rigido,
nuovi ai lettori italiani: per esempio Thomas Bernhard. che ha avuto la sua et aurea tra il
Una rivista letteraria presuppone un programma che 1890 e gli anni Trenta del Nove-
non sembra voi vi vogliate dare. I programmi sono la cento, penso a Commerce di Margue-
fossa delle case editrici e degli autori. Il nostro la fi- rite Caetani, alla Nouvelle Revue Fran-
siologia stessa della casa editrice, accertabile attra- aise o a Corona di Hofmannsthal, e
verso circa millecinquecento titoli. Lidea di partenza presupponeva un tessuto di civilt
semplice: mettere assieme testi molto diversi tra loro, letteraria che oggi venuto a man-
di autori che hanno percorsi e direzioni del tutto pecu- care. Sullo schermo possibile se-
liari, ma che un lettore intelligente potrebbe aver voglia guire strade nuove, quella per esem-
e curiosit di leggere uno dopo laltro. Cos dal 30 mag- pio della pubblicazione perma-
gio saranno disponibili in rete un saggio della grande in- nente: aggiungere, senza obbedire a
dologa Wendy Doniger sulla simbologia dellanello da scadenze, nuovi testi, che possono
Shiva a Wagner, due testimonianze, che ci sembrano in- essere anche una glossa di poche
sieme istruttive ed esilaranti, sul mondo delleditoria, di righe, in un tacito gioco con il pub-
Maurice Martin du Gard a proposito del lancio del Dia- blico. prevista, come spesso ac-
volo in corpo di Radiguet, e di Mordecai Richler sulle sue cade nella rete, la possibilit per il
avventure come piazzista di s stesso (testo che pubbli- pubblico di interagire? Siamo
chiamo in parte qui a lato, ndr). E poi un racconto dav- aperti al contributo di tutti: se rice-
vero terrifico di Shirley Jackson. Infine avremo, a pun- viamo un testo che ci piace lo pub-
tate, un trascinante feuilleton di Gustave Le Rouge. blichiamo, la stessa regola che se-
Quali aspettative avete dalla rivista on line? un espe- guiamo nella casa editrice. Vorrei
rimento, vogliamo usare lagilit della rete. La rivista per sottolineare che questa nostra

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Adelphi Editoria dallaltra parte

rivista non ha alcun intento promozionale. Lidea solo una scheda segreta dellFbi. E que-
quella di pubblicare testi di una certa qualit. Partiamo sto un gesto pieno di risonanze,
lentamente, senza obbligarci a percorsi forzati. Tratte- significativo, ma siamo ancora in
rete anche di attualit e farete recensioni? Si potrebbe, uno stato confusionale: Hillman
anche se nulla di questi due generi in preparazione per sostiene che il mondo in una fase
ora. Con questo programma cos idealista come pensate di inflazione da Hermes. Ora, Her-
di far quadrare i conti economici? In realt uno degli mes il messaggero, colui che tra-
aspetti attraenti di questa avventura leliminazione del smette linformazione, ma anche
denaro. Il lettore non paga nulla, gli autori sanno che colui che introduce ai misteri. Per
non hanno gran che da aspettarsi, come sempre acca- ora, mi sembra venga percepito
duto con le riviste letterarie. I redattori, Matteo Codi- solo il primo aspetto. Sono appena
gnola, Ena Marchi, Giorgio Pinotti, sono gli stessi della tornato da New York e mi ha molto
casa editrice. In prospettiva per non escludiamo di pre- colpito che nelle conversazioni
sentare questi testi in volume. Libri e internet fino a un nessuno parlasse pi di ebook.
paio danni fa sembravano stare come il cavallo alla lo- Fino a pochi mesi fa sembrava che
comotiva a vapore: luno era destinato a sostituire laltro. non ci fosse altro argomento.
Guardi che il vero cavallo sta nella testa, un racconto Qualcosa di simile era successo
un brutto racconto sia in rete sia su carta. per vero che con i cd-rom. Queste innovazioni
in atto un grande sconvolgimento, non tanto tecnolo- tendono a presentarsi con grandi
gico quanto psicologico. La diffusione del computer ha fanfare e poi si scavano una nic-
prodotto per il momento unesaltazione, in termini di chia. Mentre sussiste intatto il de-
energie e di tempo, dellatto stesso del leggere. Simboli- siderio di trovare qualcosa di
camente, questo segnalato dal fatto, per esempio, che buono da leggere. Magari sulla
innumerevoli scene madri nei film di oggi ci mostrano vecchia carta, che la forma tecno-
il protagonista al computer nellatto di leggere, magari logicamente pi avanzata.

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I fratelli della luna nuova


Marco Belpoliti, Tuttolibri della Stampa, 22 giugno 2002

Primavera del 1961. Alla libreria Einaudi a Milano Lu- a covare sogni editoriali in proprio,
ciano Fo incontra lo scrittore Giovanni Arpino. Parlano finisce per delegare lattivit. Nel
del pi e del meno. Fo ritornato a Milano dopo dieci marzo del 1951, su insistenza di
anni trascorsi a Torino come segretario generale della Giulio Einaudi, lascia lAli e prende
casa editrice Einaudi. Allo scrittore Fo confessa che non il posto di Pavese, morto suicida
solo a causa della recente malattia della moglie che lestate precedente; in breve diventa
tornato nella propria citt, ma anche perch pensa di uno dei pilastri della casa editrice.
fondare una propria casa editrice. Ci pensa da molto Sono dieci anni intensissimi, in cui
tempo, almeno ventanni. Fo ha sempre lavorato nel- Fo, che nellimmediato dopo-
leditoria, prima con il padre, fondatore nel 1898 del- guerra si iscritto al Partito comu-
lAgenzia Letteraria Italiana (Ali), poi, tra il 1941 e il 1943, nista, matura una progressiva estra-
per Adriano Olivetti con la funzione di segretario delle neit ad alcuni filoni intellettuali e
Nuove Edizioni Ivrea, la casa editrice che lindustriale politici che alimentano la casa edi-
piemontese, lungimirante utopista, pensa di varare al- trice torinese. Il colpo finale alle sue
lindomani della caduta del fascismo per rifondare la certezze ideologiche ma non solo
cultura italiana dopo i lunghi anni dellautarchia cultu- sue viene con il rapporto
rale. Ma nel 1943, insieme al padre, Luciano si rifugiato Chruv e dai fatti dUngheria. In
in Svizzera. Con la fine della guerra, Olivetti fonda le parecchi, tra cui Italo Calvino e An-
Edizioni di Comunit seguendo un progetto molto pi tonio Giolitti, escono dal Partito co-
limitato di quello approntato in origine. Luciano Fo ri- munista. Dalla fine degli anni
torna allAli, che alla fine degli anni Quaranta stringe un Trenta Luciano Fo ha mantenuto
sodalizio privilegiato con le edizioni di Giulio Einaudi, uno strettissimo rapporto con un
fino ad assumere il ruolo semiufficiale di ufficio esterno curioso intellettuale triestino di ori-
per i diritti. AllAgenzia arrivato un giovane intrapren- gine ebraica, Roberto Bazlen, detto
dente Erich Linder, al quale Luciano Fo, che continua Bobi, infaticabile lettore di libri
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Adelphi Editoria dallaltra parte

strani e curiosi, un vero e proprio sciamano come spiega Giuliana Lanata nella sua nota
delleditoria. lui che convince Fo a cam- alla ripubblicazione delle presentazioni di
biare citt, da Torino a Milano, e ad aprire una Colli ai singoli volumi (Giorgio Colli, Per una
sua attivit editoriale. Dunque Arpino mette enciclopedia di autori classici, Adelphi, 1983).
in contatto Fo con Roberto Olivetti, figlio di lo stesso gruppo di redattori che, salvo Can-
Adriano, che, per quanto impegnato con le telli, ritroveremo allAdelphi. Nella collana di
sue Edizioni di Comunit, pronto a finan- Boringhieri sono disegnate alcune delle linee
ziare una nuova impresa. Fo apre un ufficio essenziali su cui si regger per almeno ven-
in via Morigi, nelle stanze abitate un tempo da tanni il progetto dellAdelphi: la necessit di
Cesare Cant. Con lui ci sono Piero Berto- ripartire da un discorso sui classici diverso da
lucci, Nino Cappelletti e, per un breve pe- quello espresso dalla cultura italiana idealista,
riodo, Laura Schwarz. Sul primo pieghevole marxista e cattolica; lidea di pubblicare opere
che annuncia luscita delle edizioni Adelphi ( non appesantite da commenti o introduzioni,
il 1963 e alla fine dellanno si stamperanno ma senza rinunciare al rigore filologico; lin-
quattro volumi), scritto: LAdelphi Edizioni tenzione di includere non solo opere di filo-
Spa che viene ad affiancarsi, con il suo pro- sofia, ma anche di scienza e di religione, attin-
gramma letterario e saggistico alla consorella gendo alle tradizioni orientali, al buddhismo
Edizioni di Comunit si costituita a Milano e allislamismo; limportanza della scienza
nel 1962 (curiosamente la parola Milano con- nella cultura umana, una scienza che non sup-
tiene un refuso: Miano). Milano la citt di pone il divorzio tra uomo e natura, tra uomo
fondazione, ma dal Piemonte, da Torino e e oggetto del conoscere. Nel 1965, a progetto
Ivrea, che vengono le prime risorse finanzia- adelphiano gi avviato, la collana chiude per
rie e organizzative per dar vita allAdelphi. un palese insuccesso di pubblico: troppo in
Prima di decidere di fondare una propria casa anticipo sui tempi; tuttavia essa trover, in
editrice, Luciano Fo aveva pensato di aprire modo diverso, la prosecuzione proprio nella
un ufficio milanese della Boringhieri. Sei anni neonata casa editrice milanese. I rapporti tra
prima, nel 1955, Paolo Boringhieri, responsa- Colli e Fo sono stretti e iniziano nel 1951,
bile del settore scientifico dellEinaudi, ha re- anno dellarrivo di Fo allEinaudi, con cui,
gistrato una propria sigla editoriale, pur man- come ricorda Luisa Mangoni (Pensare i libri,
tenendo, almeno agli inizi, uno stretto Bollati Boringhieri, 1999), Colli collabora gi
rapporto con lEinaudi. Con lui collabora dalla fine degli anni Quaranta. Non dunque
Giorgio Colli, consulente Einaudi e curatore un caso che la prima collana messa in cantiere
dellOrganon di Aristotele. Dal 1958 al 1965 dallAdelphi, con lapporto di Bazlen, sia pro-
Colli cura una collana di libri intitolata Enci- prio una collana di classici: Defoe, La vita e le
clopedia di autori classici. Sono circa un cen- avventure di Robinson Crusoe, tradotta da Lodo-
tinaio di volumi che lo studioso toscano ap- vico Terzi; le Opere di Bchner, a cura di Gior-
pronta con laiuto di Mazzino Montinari, gio Dolfini; Fede e Bellezza di Niccol Tomma-
Gianfranco Cantelli, Piero Bertolucci e Nino seo, a cura di Aldo Borlenghi; e tutte le
Cappelletti, per la parte grafica, piccolo e af- novelle, in due volumi, di Gottfried Keller, con
fiatato staff di discepoli e amici degli anni in traduzioni di Pocar, Mazzucchetti, Ruschena,
cui insegnava filosofia in un liceo di Lucca, e la prefazione di Elena Croce, altra autrice e

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Oblique Studio

collaboratrice che avr un ruolo significativo pubblicazione delle opere di Nietzsche, ini-
nella storia dellAdelphi. I classici, si dice nel zialmente prevista nei Millenni einaudiani,
pieghevole promozionale che accompagna la ma poi rimandata per la scoperta di inediti e
pubblicazione, non sono pietre di paragone di manoscritti originali del filosofo da parte di
o di intoppo, ma opere e autori che ci appari- Colli e Montinari negli archivi tedeschi. Lidea
ranno, a mano a mano che procederemo, iniziale, fortemente voluta da Fo, che la
contemporanei e necessari. Nel 1953 Fo, nuova casa editrice debba essere una casa edi-
scrivendo a Bazlen a proposito della collana I trice di catalogo, il che comporta un decollo
millenni dellEinaudi, notava che le nuove lento e una serie di impegni finanziari da di-
collane sono sempre nate da altre collane: un stribuire nel corso di diversi anni. In questo
filone di libri contenuto nei Millenni pu dare progetto i classici sono fondamentali; e per
origine a unaltra collana. E lallusione alle classici Bazlen intende una collana che metta
tracce della collana Viola di Pavese e De Mar- autori del canone buddhista accanto a poeti
tino la serie mitologica ed etnografica che provenzali. Ma non c solo questo. Laltro
si leggono nei Millenni o alla propensione per aspetto che Fo e Bazlen condividono che i
il mondo fiabesco, di cui Propp fornir le basi libri debbano nascere da una esperienza vis-
culturali proprio in libri editi dallEinaudi. suta, non solo sul piano intellettuale, ma
Leditoria arte dellosmosi e dello scambio anche su quello umano. il tentativo di op-
continuo, tanto vero che diversi titoli pro- porsi allepoca delle idee astratte che segner
posti da Bazlen attraverso Fo, riappaiono nei tutti gli anni Sessanta e Settanta. Fo e Ba-
progetti di De Martino dopo il 1960. Fo ha zlen non sono a loro agio nellEinaudi di
conosciuto il mitico Bobi Bazlen nel 1937, a Cantimori; per loro hanno pi importanza
Milano. Mitico Bazlen diventato per noi, gli uomini, le loro voci singolari in un periodo
dopo la sua scoperta di Italo Svevo, il rapporto storico in cui molti tendono a essere profes-
con Montale, le infinite letture e i suggeri- sionisti della cultura. Bazlen, intellettuale e
menti editoriali raccolti in un libretto intito- uomo lontano da ogni dilettantismo, come da
lato Lettere editoriali (Adelphi, 1968), la colla- ogni professionismo (Sergio Solmi), incarna
borazione con la casa editrice Astrolabio, che perfettamente lidea di una cultura vissuta,
pubblica Jung e il legame con Ernst Bernhard. sperimentata direttamente nella vita oltre che
Bazlen la persona con cui Luciano Fo con- nella pagine dei libri. Bazlen lettore impareg-
divide la parte culturale del suo progetto edi- giabile e curioso, di sterminate letture, non ha
toriale. E Bazlen subito al suo fianco, cos scritto alcun libro, ma ha disseminato la pro-
come lo era stato nel periodo del progetto di pria intelligenza e presenza in mille situazioni
Adriano Olivetti, e ancora allEinaudi, dove nellarco della propria vita: lamicizia come
per tenuto in forte sospetto da Giulio Ei- valore. Laltra idea dei due fondatori dellAdel-
naudi per il suo potere carismatico e le sue phi di andare alla ricerca di lettori affini e
scelte culturali (consulente morganatico lo non tanto di adattare la propria produzione li-
definisce Fo). Uscendo dalla casa editrice to- braria a un pubblico che c gi. Insomma, una
rinese nel 1961, Luciano Fo porta con s un scommessa con il tempo, un investimento sul
pacchetto di autori e proposte costruito da Ba- futuro. Per questo gli assetti economici sa-
zlen, ma anche da Colli, tra cui lipotesi di ranno sempre precari; per pi di un decennio

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Adelphi Editoria dallaltra parte

i bilanci delleditrice restano in rosso. Nella un sinologo tedesco dove erano riportati nu-
primavera del 1964 lOlivetti attraversa una merosi ideogrammi dellantica Cina. Una
grave crisi e Roberto costretto a interrom- mattina Fo lo apre a caso e locchio gli cade
pere il suo finanziamento alla neonata casa su una pagina: vi appaiono due figure umane,
editrice. Gli subentra un industriale, Alberto sottili ma ben identificabili; una con la testa
Zevi, che da allora sosterr lAdelphi con aiuti allins, laltra con la testa in gi, che si levano
e consigli. Fo lo aveva conosciuto in Svizzera sopra una falce di luna nuova. Il significato
durante la guerra, e con lui ha intessuto di- semplice: luna nuova, morte e resurrezione.
scorsi sulleditoria e ha tradotto un romanzo nato il marchio Adelphi. Il nome invece non
di Hemingway che uscir a puntate sul Politec- c ancora. a casa di Roberto Olivetti, il fi-
nico di Vittorini col titolo: Per chi suonano le nanziatore, in una riunione tra amici, che Lu-
campane; inoltre, pochi mesi dopo, grazie alla ciano Fo porta una lista di nomi. Ci sono le
mediazione di Giovanni Pirelli, diventa socia persone che compongono il giro delle Edi-
dellAdelphi, per alcuni anni, Anna Devoto, fi- zioni di Comunit. Bazlen ha suggerito altri
glia di Giulia Falck. A questi si aggiunger nomi che sono su quel foglietto: Studio edi-
Francesco Pellizzi. Bobi Bazlen porta con s toriale, Spartiacque, Acquario. A pro-
allAdelphi un giovane brillante e coltissimo, porre il nome Adelphi, dice Calasso, una
Roberto Calasso. Bazlen vive a Roma e fre- persona estranea allambiente editoriale che
quenta diverse persone, tra cui Ernst Ber- figura su quella lista. Adelphi significa diverse
nhard, psicoanalista junghiano, che ha una cose, ricorda Calasso; in greco fratelli, ma
notevole influenza sulla cultura italiana. in lo si usa anche nei teatri e nei club inglesi, e
un giorno del maggio del 1962, nella villa a persino nelle riviste letterarie. Forse contiene
Bracciano di Bernhard, un mese appena anche un significato esoterico: il piccolo
prima della fondazione legale della casa edi- gruppo. E nonostante Fo propendesse per
trice, avvenuta il 20 giugno, che Bazlen parla altri nomi, quella sera il nome prescelto
a Calasso del progetto. Lo racconta Calasso Adelphi. Calasso inizia un fittissimo rapporto
stesso, che quasi astrologicamente fa cadere il di collaborazione con Bazlen scegliendo i testi
colloquio nel giorno del suo ventunesimo e i traduttori. Sta frequentando luniversit,
compleanno. Bobi gli dice di tenersi pronto, ma gi ha dietro di s un patrimonio enorme
perch venuto il momento di pubblicare i di letture, in tutti i campi, dalla filosofia alla
libri di cui hanno cos a lungo parlato nei loro matematica, dalla storia delle religioni alla
incontri romani. Anzi, gli affida subito alcuni musica. Bazlen lo utilizza come un sensore.
libri in lettura per la casa editrice, e ne riferisce un formidabile consulente, anzi di pi; per
anche a Fo, dando per scontato la presenza Bazlen un membro di diritto di quella pic-
del giovane amico nel gruppo dei fondatori e cola societ di fratelli che porta il nome Adel-
consulenti dellAdelphi. Il simbolo della casa phi: un gruppo di amici, in cui regna la mas-
editrice lo propizia invece un altro giovane sima fiducia reciproca, una comunit reale,
amico, Claudio Rugafiori, arrivato nel gruppo oltre che ideale, di persone che considerano i
per la mediazione del saggista e poeta Sergio libri parte stessa della vita, superando la sche-
Solmi. Fo ha raccontato in diverse interviste matica divisione tra cultura ed esistenza
che fu proprio Rugafiori a portare un libro di umana che pare loro dominare nelle altre case

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Oblique Studio

editrici. LAdelphi, un fatto importante, nasce a collane dellanteguerra, alla collezione Cul-
con finanziatori, ma non con un padrone. Ca- tura dellAnima, diretta da Giovanni Papini
lasso pensa di abbandonare gli studi per met- presso Carabba, dove sono usciti libri di filo-
tersi a lavorare a tempo pieno per lAdelphi, sofi, mistici, poeti. Segno di una tradizione
ma Bazlen lo convince a continuare. Pensa che culturale che, dopo essersi immersa come un
ci sar tempo per il lavoro futuro nella casa fiume carsico, tornava ora ad affiorare nella
editrice di cui egli gi parte. La veste grafica cultura italiana degli anni Sessanta, proprio
viene affidata a Enzo Mari, a cui si arriva at- mentre leditoria italiana si avviava verso la
traverso Solmi, ma pubblicazione di libri
Michele Ranchetti, cu- sociologici e politici, im-
riosa e inclassificabile fi- prontati al marxismo, e
gura di intellettuale, non cessata legemonia
studioso e poeta, a sug- dellidealismo crociano
gerire di utilizzare uno e dei suoi eredi. Bazlen
schema grafico di Au- guarda fuori dallItalia,
brey Beardsley, incisore alla collana Pour mon
e illustratore inglese plaisir, edita prima della
dellOttocento, per le Seconda guerra mon-
copertine dei libri della diale in Francia da Gras-
Biblioteca Adelphi. set. I primi titoli della
Sar proprio questa col- Biblioteca Adelphi sono
lana, nata nel 1965, che Laltra parte di Alfred
definir lintera propo- Kubin, Padre e figlio di
sta culturale della casa Edmund Gosse, Mano-
editrice, almeno sino scritto trovato a Sara-
agli anni Ottanta (una gozza di Potocki, Al
collana che garantisca paese dei Tarahumara di
una assoluta libert di Antonin Artaud; i primi
movimento: esperienza tre escono nel 1965. In
viva, piena e insolita); l quellanno, a breve di-
continuano a uscire libri stanza dallavvio dellat-
e autori pensati da Ba- tivit dellAdelphi,
zlen, Fo, Calasso, Solmi; sono autori nove- muore Bobi Bazlen. Il colpo forte per tutti.
centeschi, anche appartenenti dellavanguar- Bazlen il motore della casa editrice. Tuttavia
dia letteraria e artistica, francesi e tedeschi, come sua consuetudine lascia un patrimonio
grandi narratori del periodo tra le due guerre, di schede editoriali e soprattutto di lettere in-
fino ad allora trascurati dalleditoria italiana, dirizzate a Luciano Fo, che contengono titoli
ma sono anche autori di testi religiosi, classici da pubblicare, indicazioni sui traduttori e sui
orientali, libri di esperienze di vita come Cella collaboratori, che finisce inevitabilmente per
disolamento di Christopher Burney, uscito, alimentare la produzione della casa editrice
guarda caso, proprio nel 1968. Bazlen sispira nel decennio successivo. Nei primi tempi lin-

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Adelphi Editoria dallaltra parte

tero gruppo degli adelphiani, in cui diventa Saggi di Montaigne. Tra il 1968 e i primi anni
sempre pi importante Roberto Calasso, rea- Settanta la produzione della casa editrice in-
lizza il programma di Bazlen, ma poi Calasso vece di espandersi si contrae: da diciassette
stesso, attivissimo nella lettura dei libri, nei titoli nel 1978 a tredici nel 1970. Nel 1971
suggerimenti, in quellattivit mercuriale di Paolo Boringhieri va a trovare lamico Lu-
incontri e colloqui che essenziale per portare ciano Fo e gli propone di associarsi allEtas
linfa alla casa editrice, a imporsi come princi- Kompass di propriet di Carlo Caracciolo,
pale consulente, determinante nelle scelte nelle vendite dei libri. LEtas entra come socio
editoriali. Nel 1967, con il al quarantotto percento
trasferimento a Milano, il e nel 1977 la casa edi-
suo ruolo di direttore edi- trice raggiunge il pa-
toriale verr confermato reggio. Intanto la pro-
anche ufficialmente. Nel priet passata dallEtas
1966 arriva in casa edi- al gruppo editoriale
trice come collaboratore Fabbri, di propriet del-
e poi consulente lo scrit- lIfi, la finanziaria della
tore Giuseppe Pontiggia; famiglia Agnelli, seb-
viene dal gruppo della bene la maggioranza
neoavanguardia, dal Verri delle azioni resti nelle
di Anceschi, segno di altre mani dei fondatori e di
collaborazioni con gruppi alcuni redattori. Il suc-
in apparenza lontani dalla cesso editoriale avr
casa editrice. Non a caso inizio solo alla fine degli
Giorgio Manganelli, a cui anni Settanta, quando
Calasso scrive una lettera muta il paesaggio cul-
molto bella subito dopo turale italiano: il crollo
luscita di Hilarotragoedia, dei miti e delle ideolo-
tra i possibili traduttori e gie politiche del dopo-
collaboratori di Adelphi guerra. Ma non solo
contattati da Fo. Con la questo. Senza lidea di
crisi economica del 1964, una casa editrice come
lAdelphi si lega pi stret- genere letterario, che
tamente alla Boringhieri; entra nella rete com- Calasso espone in modo brillante e acuto nel
merciale della casa editrice torinese, ma subito recente volume Adelphiana 1, il progetto ini-
dopo acquista la Frassinelli, nel cui portafoglio ziato da Luciano Fo, Bobi Bazlen e Calasso
titoli ci sono Hesse, Joyce, Kafka, Melville e stesso non si sarebbe realizzato compiuta-
quello che sar il long seller di Adelphi, Sid- mente, per quanto nel corso della sua evolu-
dharta. In questo periodo lAdelphi cambia zione lAdelphi abbia mutato molte volte il suo
anche la rete di distribuzione. Intanto escono profilo complessivo: una evoluzione nella
i primi volumi dellopera di Nietzsche: Aurora, continuit. Ma questa gi unaltra storia.
le Note azzurre di Dossi a cura di Dante Isella, i

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Leditore gioca con la storia:


ecco lultima sfida di Calasso
Dino Messina, Corriere della Sera, 7 marzo 2004

Dici Adelphi e ti viene in mente la grande letteratura, da Cadmo e Armonia, Ka, La letteratura e
Joseph Roth a Thomas Bernhard, da Sndor Mrai a gli di fino al recente K., dedicato al-
Mordecai Richler, oppure la filosofia, e anche qui nella lopera di Kafka. Uno scrittore, Ca-
scelta dei nomi peschi bene anche se citi a caso, Nietz- lasso, che influenza decisamente il
sche, Heidegger, Colli, Croce. Mai penseresti di associare panorama culturale italiano anche se
il pi raffinato marchio italiano alla storiografia. Stupisce i suoi interventi nel dibattito pubblico
quindi sentir dire che Roberto Calasso, presidente della si sono fatti sempre pi rari negli ul-
casa editrice dove stato chiamato da Bobi Bazlen nel timi anni. per questo che una con-
1962, a soli ventun anni, ha deciso di lanciare una collana versazione con lui su questioni di sto-
di storia. Siamo andati a verificare la notizia e, come ria unoccasione da non perdere.
sempre succede quando si tratta di Adelphi, abbiamo
scoperto che s, linformazione certamente vera ma Allora, dottor Calasso, come mai questo
non esatta, che in realt una collana, Loceano delle sto- rinnovato interesse per la storia?
rie, esisteva gi e aveva pubblicato autori e opere di no- Abbiamo voluto dare un nuovo
tevole interesse, dalle Reazioni alla Rivoluzione francese di impulso a una collana che per noi
Richard Cobb alla Riva fatale, straordinaria epopea della aveva fin dallinizio molta impor-
nascita dellAustralia, di Robert Hughes, senza contare i tanza, anche se ha conosciuto vi-
titoli sparsi in altre zone del catalogo. Ma quella collana, cende un po tortuose. In tempi
per una strana inattualit che colpisce lo staff di via San poco adatti allunderstatement, ri-
Giovanni sul Muro a Milano, era stata sospesa una decina partiamo con titoli e copertine che
danni fa, non produce pi un titolo dal 1994, cio da sar difficile non notare.
quando sui giornali esplosa la mania della storia. Ora
si riprende e per questo chiediamo lumi a Roberto Ca- Quale sar il primo titolo?
lasso, editore ma anche autore di opere tradotte in molte Il Grande Gioco di Peter Hopkirk,
lingue, come Limpuro folle, La rovina di Kasch, Le nozze di uno studioso inglese che ha anche
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Adelphi Editoria dallaltra parte

lavorato come corrispondente del Daily Ex- LItalia un paese dove si pubblicano molti libri di
press e del Times dal Medio e dallEstremo storia. Perch unaltra collana? C una lacuna da
Oriente, e che descrive con una grande capa- colmare?
cit di fascinazione narrativa la partita che si Da Einaudi alla Nuova Italia, da Laterza al
gioc nellOttocento fra i servizi segreti della Mulino, dalla Ricciardi alla Sansoni, lItalia
Russia e dellimpero britannico per accapar- sempre stata molto forte nelleditoria storica.
rarsi vaste zone dellAsia centrale, fra cui C per un inconveniente: molti hanno pen-
quelle che noi oggi chiamiamo Turkmenistan, sato e sostenuto che la storia per esser seria
Tajikistan o Afghanistan. I soldati americani e debba essere noiosa, che debba essere scritta
britannici che danno la caccia a Bin Laden in una prosa da burocrazia sovietica. Vorrei
probabilmente si servono anche delle mappe insinuare invece che gli storici per essere
tracciate allora per la prima volta in territori grandi devono essere anche veri scrittori e
sconosciuti da uomini che nello stesso tempo che la storiografia dovrebbe rimanere fedele
erano militari, avventurieri, agenti segreti, ar- a una doppia e opposta eredit: quella di Ero-
cheologi, geologi. Si tratta di una materia sto- doto e quella di Tucidide, del grande narra-
rica largamente ignota, che al tempo stesso ha tore e del grande analista. anche la qualit
una immensa rilevanza per ci che accade della prosa che distingue dagli altri autori
oggi e pu offrire lequivalente di innumere- come Edward Gibbon, Jacob Burckhardt,
voli romanzi di pura avventura. Jules Michelet o Hippolyte Taine, di cui ab-
biamo pubblicato Le origini della Francia con-
Il grande gioco unespressione inventata da temporanea. Hopkirk appartiene a questa fa-
Kipling? miglia, della quale faceva parte del resto
In realt lespressione fu coniata dal capi- anche Richard Cobb, non a caso definito da
tano Arthur Conolly, uno di quegli avventu- un altro storico il Goya del nostro mestiere.
rieri che fece una tragica fine, non dissimile da Di Cobb abbiamo pubblicato un libro mira-
quella toccata al giornalista americano Daniel bile sulla Rivoluzione francese, a lungo igno-
Pearl. Kipling prese lespressione in prestito rato in Italia perch molti continuavano a re-
con notevole fiuto narrativo per il suo Kim. spirare sotto la cappa oppressiva di Mathiez
e Soboul, veri agenti del Partito comunista
Il titolo della collana, Loceano delle storie, allude francese, che ci hanno descritto il Terrore
forse alla scuola delle Annales? come il primo grande atto di un movimento
Direi proprio di no, anche se le Annales di liberazione culminato nella Rivoluzione
sono state una grande scuola, basta pensare dottobre. Un altro limite della nostra editoria
allopera di Lucien Febvre. Il titolo si rif sem- storica quello di essere sempre stata con-
plicemente al testo che viene considerato Le centrata sulle vicende italoeuropee, rara-
mille e una notte indiano, cio alla celebre opera mente sugli avvenimenti nel resto del
di Somadeva, Loceano dei fiumi dei racconti. mondo. LAsia intera veniva ignorata. Per
Uno dei significati impliciti nel titolo po- questo abbiamo dato tanto rilievo allo splen-
trebbe essere questo: pi che una Storia ma- dido libro sullAustralia di Hughes e ora rico-
iuscola e a senso unico tentiamo di offrire una minciamo dallAsia centrale ottocentesca di
pluralit di storie divergenti e intrecciate. Hopkirk.

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Oblique Studio

testimonianze dirette che hanno un


altissimo valore di storia immediata.

La conosciamo come editore, scrittore,


studioso di letteratura e dei miti. Poco
sappiamo dei gusti del Calasso lettore di
storia. Quali sono i suoi autori preferiti?
Come nella poesia Omero, credo
che nella storia il primo autore
Erodoto rimanga il pi affasci-
nante da leggere. Fra i moderni
torno spesso a Burckhardt, non solo
allo storico del Rinascimento ma
anche allo studioso della civilt greca,
e considero Le origini della Francia
contemporanea di Taine unopera
grandiosa ma trascurata per decenni
anche per ragioni ideologiche.

Quali sono invece i suoi storici del XX


Quanti titoli stamperete ogni anno? secolo?
Come per la biblioteca scientifica e per quella filosofica, Ho paura che il secolo XX aspetti
dove sono apparsi i libri di Bateson e Hofstadter, di Hei- ancora uno storico adeguato al
degger e di Colli, non ne faremo pi di due o tre allanno. tema. Le sintesi sul secolo breve,
come quella di Hobsbawm, mi sem-
Il prossimo titolo dellOceano delle storie? brano poco soddisfacenti. Non si
Ledizione completa dei taccuini di Croce tra il 43 e il ancora profilato, per quel che mi ri-
45, in parte usciti con il titolo Quando lItalia era tagliata sulta, il Tocqueville che sappia de-
in due, ma inediti dal giugno 44 al dicembre 1945. Li scrivere e raccontare il Novecento.
pubblicheremo con unintroduzione dello storico Piero
Craveri. Si tratta di una testimonianza illuminante, tanto In questa rapida carrellata mancano del
pi oggi. Ai taccuini di Croce seguiranno Le conseguenze tutto autori italiani.
economiche della pace di John Maynard Keynes. Lecono- Lei mi vuol mettere nei guai. A
mista faceva parte della delegazione inglese al negoziato parte Croce, che era anche un note-
di Versailles dopo la Prima guerra mondiale. E siccome vole storico, guardandomi indietro
alla pace di Versailles sono collegate molte cose impor- mi vengono subito in mente quattro
tanti del Novecento, compresa la nascita del nazismo, nomi: per la storia moderna euro-
decisivo sentire la voce di un testimone come Keynes. pea Federico Chabod, per il mondo
Sia lopera di Keynes sia quella di Croce corrispondono greco-latino Arnaldo Momigliano e
a una peculiarit di questa collana a cui molto teniamo: Santo Mazzarino, per la Russia e lIl-
includere non solo opere di storiografia ma alcune luminismo Franco Venturi.

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Rosa, il colore
della miscredenza
Alfonso Berardinelli, Il Foglio, 27 ottobre 2007

Il rosa Tiepolo (Adelphi, pp 320, euro 32) letteraria- Dopo la scomparsa di Elmire
mente uno dei migliori libri di Roberto Calasso, forse Zolla che in Italia lo ha preceduto
il pi felice. Essendo sostanzialmente un commenta- nelle ricerche intorno alla mente
tore (cosa in parte diversa dal critico) Calasso ha biso- superiore, estatica e illuminata,
gno di punti dappoggio, di presupposti, di valori cul- Calasso ha reso sempre pi evi-
turali accertati, anzi perenni, intorno ai quali far dente la consanguineit culturale
girare la propria mente, seminare e far crescere le con il suo fratello maggiore. Ma
proprie glosse e riscritture. La sua ispirazione nasce Zolla non scriveva bene, a volte
da studi di tipo mistico-filosofico e da ogni genere di scriveva male. Le sue ambizioni
esoterismi. La sua mente quella di un idolatra e di strettamente letterarie erano mo-
un mitomane, di un invasato di miti e di idoli (lui lo deste, o le aveva dimenticate
dice di s ed vero). Ma per scrivere letteratura, per lungo i sentieri della ricerca mi-
aggiungere qualcosa a ci che stato detto e codifi- stica. Viceversa Calasso, con il pas-
cato nelle Grandi Tradizioni orientali e occidentali, sare del tempo, ha sempre pi de-
Calasso deve farsi guidare da qualche personale osses- siderato essere scrittore, anzi,
sione. Tra le ossessioni di Calasso occupa una zona paradossalmente, narratore. Ma
centrale del suo spirito la lotta contro il mondo occi- qui il problema: perch pu av-
dentale moderno, contro le idee di Storia e di Pro- venturarsi in una narrazione mo-
gresso, contro lIlluminismo e contro la politica di si- derna solo chi non sia in possesso
nistra, con annessi e connessi, come volgarmente si di saperi e verit atemporali, solo
dice. Perci sia in quanto editore che scrittore Calasso chi cerchi e non abbia gi trovato.
restaura lantico e limperituro. Illustra e celebra idoli Sar tautologico dirlo, ma la lette-
e miti di una storia antistorica e premoderna, nel buio ratura occidentale moderna esiste
o nelleccesso di luce che custodiscono tesori sepolti, dal momento in cui lEuropa ha
misteri, magie, forme assolute. rinunciato ai saperi tradizionali e
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Oblique Studio

alle filosofie perenni. Non detto che que- cosiddetta realt, ma che invece sono e fu-
sta rinuncia sia stata un buon affare. A rono (saranno sempre, secondo Calasso) il
forza di esercitare le virt del dubbio e fondamento di ogni forma e grado di re-
della critica senza limiti, abbiamo riempito alt reale o sognata o possibile. Il rosa Tie-
il nostro mondo di rifiuti e di cartacce, non polo tra le altre cose molto italiano. In Ita-
sappiamo pi che cosa pensare e che pesci lia la massima capacit di pensiero e di
pigliare, che cosa amare. Non abbiamo espressione artistica si manifestata nelle
semplicemente perduto le vituperate cer- arti visive e nella pittura. Se non guar-
tezze metafisiche, siamo cos esausti e diamo e non vediamo colori e splendori,
svuotati che anche il dubbio e la critica si noi italiani facciamo fatica a capire. La no-
sono piuttosto immiseriti. La sua parte di stra pi profonda e sottile saggezza anche
ragione Calasso ce lha. Ma come restau- superficiale, senza gioie e piaceri delloc-
rare lantico e conquistare il moderno? chio nessuna comprensione ci si apre.
Come trovare parimenti squisiti Nonno di Litaliano, il veneziano Tiepolo il cam-
Panopoli e Georges Simenon, Ren Gu- pione della nostra decadenza, della nostra
non e Alberto Arbasino, Hitchcock e il V- fobia per la realt comune, trita, realistica
dnta? Calasso (mi sembra) vuole tutto: es- e borghese: lui il superficiale semidi-
sere un veggente e un dandy, un sapiente vino che amava e idolatrava solo un
neoantico e un narratore postmoderno (e mondo di divinit fatto di luce e di nuvole,
antimoderno). Lo vuole perch lo pu: il intatto e intoccabile fra cielo e terra. Del
neoantico postmoderno e i veggenti di resto, fino a Caravaggio, tutta la nostra pit-
oggi, qui da noi, sono solo dandy di un tipo tura classica, se confrontata con quella
particolare. Essendo finita da qualche se- fiamminga, tedesca, spagnola, una su-
colo, in Occidente, la ricerca mistica, ora blime messa in scena del divino cristiano o
riappare come illustrazione, messa in pagano che abita il mondo. In termini
scena, decorazione, orgia culturalista, este- etico-politici moderni (mi scuso della ter-
tica della profondit. minologia, del resto appropriata) gli ita-
Siamo cos al libro su Gianbattista Tie- liani cinquecenteschi, nella loro pittura,
polo, libro esoterico e delizioso, erotico e non si dimostravano molto adatti a diven-
mistico, dionisiaco, sapienziale, tantrico, tare moderni. Erano innamorati degli di.
polemico, ermeneutico e narrativo. dif- Loro stessi, in parte, di. Gli di ci hanno
ficile che Calasso si fermi a un genere limi- viziato e corrotto. la ragione per cui Lu-
tato. Il punto di forza del Rosa Tiepolo che tero si ribell alla chiesa neopagana di
la ricerca dei misteri e lindagine sugli Roma. Ma anche la ragione per la quale
enigmi si svolgono in presenza di opere Goethe (un po tardi, ormai alla fine del
pittoriche luminose, affreschi e tele glorio- Settecento) scese in Italia in cerca di di, lui
samente superficiali: che sembrano deco- che degli di e delle muse si sentiva un fi-
razione e ornamento mentre sono la vi- glio prediletto. La riscoperta dellItalia da
sione rimemorante di un mondo di di e parte di Calasso un segno di maturit. Ho
di maghi, di esseri fantastici e simbolici limpressione, anzi, che tutto il libro esprima
che lEuropa illuminista volle bandire dalla la consapevolezza matura del tempo che

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Adelphi Editoria dallaltra parte

passa, del Tempo che fa invecchiare, rap- tutti) Franz Kafka. Ma lumilt in Calasso
presentato da Tiepolo, nel quadro ripro- non dura mai molto. Lo stratagemma stili-
dotto in copertina, come un bel vecchio vi- stico del libro, consistente nel far credere al
goroso e umile, inginocchiato con lettore che lautore non sa gi quello che in-
amorevole spirito di devozione davanti a vece sa, non uno stratagemma credibile.
una Venere nuda eternamente florida e gio- Nella sezione dedicata agli Scherzi e ai Ca-
vane. Il Tempo gi una realt umana, gli pricci di Tiepolo si leggono una serie di de-
si addice lumilt, mentre il mondo divino scrizioni che sono narrazioni e interpreta-
resta uguale a s stesso. Si manifesta in zioni nello stesso tempo. Calasso cerca di
forme sempre nuove, ma capire che cosa ci
questo non intacca la sua stanno mostrando e
perfezione atemporale. cosa vogliono dirci
Pi che figlio degli di e quelle eterogenee e
pari agli di, mi pare che singolarissime figure,
qui Calasso si riconosca, umane e animali, in-
nella senilit, sacerdote e tente a guardare un
servitore degli di: e fra serpente che si attorce
questi, in particolare, intorno a una verga e
della abbagliante e rosea che forse stato bru-
Afrodite, a cui basta mo- ciato nel corso di una
strarsi perch ogni altra pratica magica. Ca-
potenza senta venire lasso sa cos tanto di
meno le sue forze. Il rosa simboli e miti che
Tiepolo pi che un libro non pu far credere al
di superbia gnostica, un lettore di non capire
libro di amore devoto. subito di che si tratta:
Lerudito, lesoterico, il guardare un serpente,
profondo Calasso qui si sacrificarlo o propi-
inchina davanti alla su- ziarlo, credo che vo-
perficialit di Tiepolo. glia indicare la Co-
Questa una novit par- scienza che assiste
ziale. Non da ora che immobile ai movi-
Calasso, potente e superbo, giovesco, pluto- menti serpeggianti e insidiosi della Vitalit
nico, marziale e mercuriale, forte nel go- originaria e demonica: che non va uccisa, va
verno e negli affari, agguerrito profligatore esorcizzata o governata. Io ne so poco. Ca-
degli storicisti e dei progressisti, non da lasso, che ne sa infinitamente di pi e non
ora, dicevo, che mostra una particolare mai approssimativo, qui recita le strategie
predilezione per chi non gli somiglia: per dellapprossimazione progressiva, come se
gli uomini angelici, miti, disarmati, senza stesse imparando dal povero Tiepolo ci
poteri, flessibili e invisibili, come Bobi Ba- che sa benissimo, perch lo ha letto nei testi
zlen, Robert Walser, Joseph Roth e (sopra antichi, nelle sacre scritture, nei libri dei

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Oblique Studio

maghi rinascimentali e negli studiosi mo- dita qualcosa che brucia per terra, fra magri
derni di antropologia, mitologia, iconologia ceppi: una testa umana. Anche due nobili
e simbolismo. giovani fissano quella testa. [] Nello Scherzo
Tuttavia il piacere dellekphrasis, cio della 5 torna il serpente avvinto a un bastone e
descrizione minuziosa e seminarrativa delle brandito come uninsegna da un personag-
immagini, in questo libro si sente. Il rosa Tie- gio di cui si vede soltanto che ha un alto co-
polo potrebbe avere in epigrafe la massima pricapo. Di nuovo c un orientale dalle
di Goethe che Calasso cita a pagina 142: ampie vesti che osserva qualcosa. Teschi di
Pensare pi interessante del sapere, ma animali, un bucranio, una tromba, un
non del guardare. Dove (se intendo bene) il grosso libro: ammassati. In mezzo a loro un
sapere e il pensare possono esercitarsi e ac- gufo, un orcio e una coda di serpente che ne
crescersi nel guardare, poich il guardare li guizza fuori. Sullorcio, come sullo scudo
supera, pu contenerli e generarli. esatta- negli Scherzi 2 e 4, un volto in rilievo, ghi-
mente quello che Calasso cerca di fare qui. gnante, che potrebbe essere un Satiro. Ma si
Naturalmente si tratta di un guardare scri- sa che non facile distinguere il Satiro dal
vendo, alla maniera di Roberto Longhi. La Demonio. [] Un altro orientale nello
pittura di Tiepolo non mette in movimento Scherzo 7 [] scortato da una fanciulla, una
solo leccezionale e stravagante dottrina di deliziosa Baccante, si direbbe, a giudicare
Calasso, il suo acume analitico, la sua incli- dai pampini che le ornano la testa. Ma la
nazione polemica. la scrittura letteraria scena non consiste solo nel fuoco e nella
che ora, di fronte a quelle immagini, acqui- testa che brucia. Un soldato con elmo
sta autonomia, perfezione, scioltezza, una guarda il fuoco e intanto addita in direzione
necessit e una grazia del tutto nuove. Il opposta. Qualcosa sta succedendo, che ci
libro esaurientemente illustrato. Ma la vi- sfugge. E forse spiega tutto. Dietro allorien-
sivit incrementata dalla traduzione in pa- tale spuntano varie figure, di lato a una pi-
role. Le immagini entrano nella lingua, la ramide tronca, che riapparir pi volte.
animano, la sciolgono, la liberano dalla ti- lasse del luogo. [] Finalmente un perso-
rannia dei concetti. E la scrittura penetra naggio nuovo nello Scherzo 9: Pulcinella
nelle immagini, guida il lettore nei loro la- che qui sembra non distinguersi molto dagli
birinti. Mai, credo, Calasso si divertito cos: orientali. [] Le rovine classiche sono le
anche, come ho detto, recitando la parte di quinte della scena. Pulcinella ha laria di una
chi non sa quello che invece sa, o di poterlo vecchia conoscenza che si aggiunta al
imparare di nuovo guardando Tiepolo. gruppo. Forse di passaggio. Forse d con-
Cito frammentariamente, per dare solo sigli (pp 137-140). Non c amore senza ido-
unidea di questo pensare guardando e scri- latria. Calasso ama Tiepolo, ama quello che
vendo. Qui il Calasso esoterista a prevalere dipinge e il modo in cui lo dipinge. Ama la
(e forse esagera) ma non c dubbio che gli sua sfortuna storica. Ama la grazia con cui
Scherzi offrono abbondante materia per le Tiepolo, devoto al divino, ha sofferto la cac-
sue elucubrazioni e indagini ermetiche: ciata delle divinit dalla cultura settecente-
Nello Scherzo 4 un orientale dalla barba sca, moderna e borghese. Ha continuato
bianca, con turbante e manto ricamato, ad- fino alla fine a celebrare con i suoi pennelli

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Adelphi Editoria dallaltra parte

lo splendore e il mistero del mondo. Ma la dotta a pagina 261. Ma Il rosa Tiepolo non
sua vita di artista come se si fosse svolta in fatto solo di amore idolatrico. Si apre con
una dimensione parallela e separata rispetto una polemica virulenta e fuori misura che
alla sua biografia e alla storia pubblica del solo verso la fine del libro viene un po di-
suo tempo. menticata. Calasso fa diventare Tiepolo
Il limite stilistico del libro che Calasso unarma ideologica contro le ideologie, per-
ci racconta una favola di cui conosce in an- ch chi non cap e svalut Tiepolo, prefe-
ticipo la morale. Un sapiente come lui non rendogli Caravaggio o Goya, pecc contro il
e non potrebbe essere un narratore mo- divino e servilmente si inchin al realismo,
derno. Per lui la verit non accade, gi ac- si asserv ai valori del progressismo storico,
caduta nei miti delle origini. Misteri a parte, scivol nella pesanteur del mondo
a parte la negromanzia e la magia bianca o umano. Come critico della cultura e delle
nera, credo che Calasso ami in Tiepolo so- idee moderne Calasso non convince, un
prattutto le sue donne, anzi quellunico mo- oltranzista dellassoluto. Soprattutto non
dello o archetipo che riappare di continuo soffre e non si diverte, dato che non riesce
in epoche e messinscene remote. unab- proprio a sentirsi un perseguitato, una vit-
bagliante bellezza giovane e spesso nuda tima della modernit e daltra parte manca
che si distingue per la sovranit del suo di senso del comico. Le sue intuizioni su
gesto. Le descrizioni che Calasso ci d di Tiepolo sono notevoli e senza dubbio ispi-
questa donna sempre presente e dominante rate, ma forse non sufficientemente solide
nellopera di Tiepolo sono il miele e lestasi da sostenere le tesi estremizzate del libro.
erotica del libro. Eccola dunque la prima Quando lintento apologetico diventa in-
attrice, colei a cui sarebbe toccato di es- tento polemico e storia della cultura occi-
sere Ninfa o angelo trombettiere, regina dentale, si mette in moto in lui un vero ac-
orientale o maga, dea o anonima fanciulla canimento interpretativo.
[] Si sarebbe dovuta vestire, di stagione in giusto e bello che Calasso abbia amato,
stagione, da Cleopatra, Zenobia, Armida, capito e difeso Gianbattista Tiepolo. Ma per-
Angelica, Beatrice di Burgundia, Flora, Ve- ch fare di lui una discriminante storica e
nere, santa Lucia [] volto rotondo pi che ideologica? Perch dire che con lui (solo con
ovale; capigliatura bionda o fulva; seni ro- lui) la felicit in Europa finita? Perch dire
tondi, distanti e divergenti; occhi allungati che Tiepolo fuori della storia e farne poi
verso le tempie e appena sporgenti; carna- uno spartiacque storico? vero che Roberto
gione rosata; fronte stretta e bombata; torso Longhi ha voluto contrapporre faziosa-
forte ed elastico; gesto pacato, sicuro, impa- mente Caravaggio a Tiepolo. Ma cos ne-
vido (pp 45-46). Capisco Calasso. Anchio cessario ripetere lerrore di Longhi rove-
come lui sono stato innamorato di questa sciandolo? Non c bisogno, credo, di
donna. Mi manca la sua tenacia investiga- contrapporre Tiepolo a Caravaggio. Anche
tiva, la sua sete di possesso. Non lho inse- perch Caravaggio stato, realismo o no,
guita in tutti i dipinti in cui compare. Mi con il favore o meno di Longhi, nei secoli il
sono accontentato di contemplarla nella pi grande. Parlo per me, lo penso ora e non
splendida tela della National Gallery ripro- devo dimostrarlo.

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LAdelphi,
unaltra Recherche
Mirella Appiotti, Tuttolibri della Stampa, 9 giugno 2007

Il celebre teorema Calasso secondo il quale una casa agenti maggiore. Tuttavia Adel-
editrice un opus, un unico testo, qualcosa che si phi sceglie e pubblica i libri come
pu considerare unopera letteraria in s, funziona ha sempre fatto.
tuttora nellAdelphi del 2007? Quella forma che Il grande intellettuale, che ha
lega i 1800 titoli della sigla pi esclusiva delleditoria aperto pi di ogni altro agli italiani
italiana, pu resistere in un mondo dellapprossima- luniverso mitteleuropeo, da Jo-
zione, dellincertezza, di unautostima generalmente seph Roth a Canetti a Kraus a Ber-
sempre pi esile? nhard (Roth stato il primo
Roberto Calasso, che conosce certo questi problemi caso, oltre un milione e mezzo di
meglio di noi e la cui autostima, come per tutti i veri copie in totale) e che nelle sue
leader, il motore pi potente per un lavoro di totale collane ha portato i capolavori del
impegno come il suo, incertezze non ne ha: Un buon Novecento europeo e non solo,
lettore (e non vero che in Italia siano cos pochi), do- italiani in prima fila, da Sciascia a
tato di un certo occhio, entrando nel nostro catalogo Landolfi, da Flaiano alla Ortese, a
si accorge che questa forma resta, e continua a svi- Manganelli a Ceronetti, in testa
lupparsi. In questo senso non cambiato niente, Arbasino, non stato immune da
anche se molte cose negli assetti delleditoria si tra- attacchi. Anche violenti, bench
sformano. Tempo fa il patron dellAdelphi aveva di- non sempre di alto livello. Bersagli
chiarato invece che leditoria non aveva subito grandi soprattutto le sue scelte filosofi-
mutamenti negli ultimi decenni. Molto, al contrario, che. Insomma: da grande snob
successo con linvasione del web. Dal punto di vista della cultura a grande gnostico.
tecnico, certamente. Anche per chi, come noi, conti- Le pi svariate motivazioni si di-
nua a pubblicare su carta. Un tempo, su un nuovo verte laccusato. E a proposito
libro, si avevano opzioni di due-tre mesi. Oggi si deve dellanatema dellirrazionalismo
decidere talvolta in poche ore, la pressione degli (che aveva gi colpito Luciano Fo,
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Adelphi Editoria dallaltra parte

mancare del legame tipico


adelphiano. Non cos. Non
ne abbiamo un grande numero,
ma sono scelti con gli stessi cri-
teri degli altri, dal lontano Mau-
rensig alla Matteucci (che conti-
nueremo a pubblicare) a Niffoi
che aprir il 2008 con il suo
nuovo romanzo. In questi gior-
ni lAdelphi stata particolar-
mente di scena: il Diario russo di
Anna Politkovskaja e il Robinson
Crusoe di Pericoli, Gli emigrati di
Sebald. Quali i futuri titoli pi
importanti?
Il miglior giornalista investi-
gativo Usa, William Langewie-
sche, gi nostro autore, ci dar a
luglio Il bazar atomico, dramma-
il suo indimenticato amico, fondatore nei primi Ses- tica indagine sulle vie segrete del
santa dellAdelphi), Calasso non fa che riprendere lan- contrabbando nucleare. In au-
nosa motivazione: In quarantanni c stato uno sposta- tunno, Allombra delle Torri [Le
mento nellasse della cultura. Da Gramsci-Lukcs a altissime torri, sic!], Lawrence
Nietzsche a noi pi congeniale. Wright, Pulitzer 2007, ricostruir
E leditoria italiana in generale? Calasso la ritiene in passo per passo la storia di al-
discreta salute, uneditoria di notevole interesse, una Qaeda. A fine anno la prima
delle pi importanti nel mondo. Ma con chi si misura parte del romanzo della vita di
lAdelphi di oggi? Roberto Bolao, 2666, e un irre-
Misurarmi un termine che non mi appartiene, sistibile Alan Bennett: La regina
voglio solo dichiarare stima per i colleghi italiani. Con lettrice [La sovrana lettrice, sic!],
certi editori stranieri abbiamo avuto stretti rapporti sin ovvero Elisabetta II che, da sem-
dallinizio: per esempio Gallimard stato nostro partner pre dedita ai cavalli, allimprov-
per ledizione Colli-Montinari di Nietzsche. La forza viso scopre i libri.
editoriale degli americani non sar io a scoprirla (sono Roberto Calasso invece che
piuttosto gli americani ad aver scoperto lui, parecchi cosa sta scrivendo? Scrivo da
anni fa, ndr), in Europa posso confermare che la Spa- venticinque anni, unopera in
gna il paese in enorme crescita. E l molto si seguono le pi parti. Sono apparsi sinora
linee italiane. cinque volumi, lultimo Il rosa
Paesaggio mentale, la sintesi migliore che Ca- Tiepolo. Ma sto continuando.
lasso poteva formulare per la sua cattedrale in pro- Una nuova Recherche? Ride e,
gress. Dove per gli scrittori italiani nuovi sembrano naturalmente, nega. Ma quanto?

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Lingegnere Gadda ha una nuova casa


Paolo Di Stefano, Corriere della Sera, 10 febbraio 2011

Il tormento intimo di Carlo Emilio Gadda, che pro- lunico incontro con lIngegnere,
prio di tutta la sua opera, si riflette nella sua inquie- un giorno del 65 nella casa ro-
tudine editoriale. Comincia con le Edizioni di Solaria mana di Goffredo Parise: Allora
nel 31, passa a Parenti, poi alla Le Monnier. Negli Adelphi aveva cominciato a pub-
anni Cinquanta pubblica con Neri Pozza, con Vallec- blicare da poco pi di un anno ed
chi e con Sansoni prima di dividersi tra Einaudi e era guardata come un oggetto
Garzanti. Quando, nel 63, Gadda consegna La cogni- misterioso. Fu una storia buffa.
zione del dolore allo Struzzo, Livio Garzanti si inalbera Parise mi telefona e mi invita a
e devono intervenire gli avvocati per risolvere la que- colazione nel suo appartamento
relle. Ma alla lunga sar Garzanti ad avere la meglio, di Monte Mario. Mi dice: Ci sar
tant che fino a oggi, con qualche eccezione, i libri Gadda, non sai quante complica-
di Gadda hanno trovato la loro sede pi sicura presso zioni ha comportato, dubbi, in-
la casa editrice milanese toccando il culmine, tra il certezze, ha disdetto mille volte e
1988 e il 1993, con lopera omnia in cinque volumi, a alla fine ha accettato. Prima di ar-
cura di Dante Isella. Tra le infedelt postume c Adel- rivare, aveva mandato una cassa di
phi, con cinque titoli: Le bizze del capitano in congedo vino. A colazione eravamo in quat-
(1981), Il tempo e le opere (1982), Lettere a una gentile si- tro, cera anche Giacinto Spagno-
gnora (1983), la raccolta di interviste Per favore mi lasci letti. Fu un incontro di altissima
nellombra (1993), Villa in Brianza (2007). Adesso, lIn- comicit. Spagnoletti si mise a
gegnere si trasferisce armi e bagagli in casa di Ro- ironizzare sugli ingegneri e sul
berto Calasso ed un evento destinato a entrare nella Nord, pensando di dire cose gra-
storia delleditoria. Non facile, avere a che fare con il dite allorecchio dello scrittore:
timido, ritroso, eternamente dubbioso, geniale Gadda si adombr, solo lui po-
Gadda, neanche in sua assenza. Nel suo studio di via teva scherzare su certi argomenti
San Giovanni sul Muro, Calasso sorride ricordando Finite quelle schermaglie, mentre
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Adelphi Editoria dallaltra parte

guardava con sospetto e curiosit un quadro del puma venuti alla luce molti aspetti
Schifano appeso alla parete, pungolato da Parise, Gadda nuovi. Le carte dellIngegnere
cominci a parlare della Vita nova. Qualcuno gli aveva sono collocate in diversi archivi:
chiesto un intervento nellambito delle celebrazioni alla Biblioteca Trivulziana (dove
dantesche e lui disse che avrebbe voluto scrivere sullim- sono depositati i fondi Roscioni,
portanza del messo: Di solito si pensa sempre alla Citati e Garzanti) si trovano so-
donna, invece la figura centrale colui il quale porta i prattutto molte lettere, ma anche
messaggi. Continuava a ripetere: il messo, il messo quaderni giovanili, appunti, dat-
Era unidea che girava nella sua testa forse ne aveva ti- tiloscritti di articoli, bozze di
more lui stesso. Ma non se ne sono trovate tracce scritte, stampa e stesure varie di romanzi
per il momento. Ne venne fuori una grande commedia e racconti. C poi un baule pieno
in cui Parise faceva bene la sua parte, sollecitandolo di di materiali conservato dagli
continuo. Lincontro con Arnaldo Liberati, nipote di eredi Liberati a Villafranca. Del
Giuseppina, la governante che Gadda scelse come sua resto, Gadda, che si definiva un
erede, molto pi recente e si concluso qualche archiviomane, non buttava
giorno fa con un accordo: mano a mano che scadranno niente: NellArchivio Liberati, la
i diritti, tutti i titoli usciranno da Adelphi. Si comincer cui catalogazione in corso,
questanno con i racconti degli Accoppiamenti giudiziosi: stato trovato, fra laltro, lauto-
Da trentanni abbiamo testimoniato la nostra passione grafo di Eros e Priapo, che sar
per Gadda, dice Calasso. Tiene tra le mani un volu- prezioso per la nuova edizione.
metto rosso della Piccola Biblioteca, Per favore mi lasci un libro che in origine fu giudi-
nellombra: Il pi divertente fra i libri di interviste. cato intollerabilmente osceno,
Lopera di Gadda tremendamente complicata nella sua una storia tortuosa, piena di ri-
formazione anche editoriale e in questi ultimi diciotto pensamenti. Si tratta del pam-
anni, dopo la fine della grande edizione di Isella, sono phlet con cui Gadda volle furio-
samente fare i conti con il
fascismo: fu Garzanti, nel 67, a
riesumare quel vecchio testo (un
relitto sgradevole e rozzo, lo de-
finir lautore stesso in uno dei
tanti ripensamenti), scritto di
getto e abbandonato molti anni
prima: Rimase nel cassetto per
diverso tempo, e per ledizione
del 67, che Gadda pubblic un
po obtorto collo, pi per acconten-
tare leditore che per convin-
zione, fu lui stesso a edulcorare il
testo e a censurarsi. Un lavoro
impegnativo fatto con laiuto di
Enzo Siciliano, ricorda Giorgio

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Oblique Studio

Pinotti, filologo della scuola di Isella e editor pubblicati da Adelphi con lopera completa
Adelphi, che avr un ruolo centrale nella ri- o i libri maggiori: Croce, Sciascia, Ortese,
proposta gaddiana, insieme a Paola Italia. Parise, Cristina Campo, Savinio, Landolfi,
Ora abbiamo la redazione originale del Michelstaedter, Manganelli, Malaparte,
1944-1945 continua Calasso e la nostra edi- Morselli, Satta, Flaiano A questo punto, il
zione sar un libro per molti tratti nuovo. catalogo del miglior Novecento quasi com-
Gadda una palestra straordinaria per filo- pleto. Ho pensato che uno studente o uno
logi veri: ci sono scrittori che nascono senza straniero che voglia farsi unidea della lingua
problemi, altri travagliatissimi, come Gadda, e della letteratura italiana del secolo scorso
che non considerava mai le sue opere dav- troverebbe qui una costellazione variegata,
vero finite. Ma nellArchivio Liberati c ma- dalla quale si pu desumere che il Nove-
teriale sorprendente di altro genere, come le cento italiano stato molto pi affascinante
fotografie scattate da Gadda nei luoghi del e intricato di come spesso viene raccontato.
Pasticciaccio. Luscita del nuovo Eros e Priapo In effetti, Gadda in ottima compagnia.
prevista per il 2013, mentre lanno pros- Senza dimenticare Lingegnere in blu di Arba-
simo verranno riproposte le Meraviglie dIta- sino: Un libro scintillante, da mettere in
lia e LAdalgisa. Si tratter di edizioni filolo- mano a chiunque si voglia avvicinare a
gicamente rigorose: Senza sovraccaricare il Gadda. Che cosa manca, ora, nel catalogo
testo di apparati e note, questo no: per il Adelphi? Ovviamente Calvino e Elsa Mo-
lettore avr modo ogni volta di ricostruire rante. Con entrambi fu questione di un loro
come un certo libro nato e come si tra- passaggio a Adelphi, poi per si interposero
sformato. Altro discorso sono le lettere, non ostacoli. Forse tra le assenze spicca quella di
tutte edite, come quelle indirizzate allamico un altro grande del Novecento, il toscano
Pietro Citati. Verranno, col tempo, anche gli Romano Bilenchi con la sua trilogia: Fu
scritti fascisti? Isella aveva una sua resistenza molto amico di mio padre, che scriveva edi-
a divulgarli: Nel frattempo sono gi tutti toriali di politica interna per il Nuovo Cor-
usciti. Calasso aggiunge: Gadda va inteso riere, diretto da Bilenchi. Giornale eccel-
nel contesto dei grandi esperimenti formali lente. Ma conosco Bilenchi troppo poco,
del Novecento europeo, cos come Svevo, sicuramente a torto. Non sono andato oltre
che per si potrebbe definire pi mitteleu- il Conservatorio di Santa Teresa. In com-
ropeo che italiano. Gadda ha una storia di penso, da oggi, non ci si potr mai pentire di
scrittore accidentata e un riconoscimento Gadda: Per anni passato per un umorista
tardivo. Il successo internazionale gli venne e un eccentrico: la sua vera canonizzazione
con il Premio Formentor, nel 63. LInge- si ebbe quando Cecchi sul Corriere recens il
gnere era in lizza con Nabokov e ne venne Pasticciaccio. Avevo sedici anni e ricordo be-
fuori un caso editorial-diplomatico. Nel nissimo sia luscita del Pasticciaccio sia larti-
1961 avevano vinto Beckett e Borges. A pen- colo di Cecchi. Quel libro, che non somi-
sarci gira la testa: quattro nomi che col gliava a niente se non al tessuto stesso del
tempo sono usciti intatti e anzi accresciuti. mondo, mi diede la scossa per accedere a
Difficile trovare, in altri premi, nomi di que- Gadda, alla sua comicit esplosiva su un
sto livello. Prima di Gadda, fra gli autori fondo tragico. questo il vero Gadda.

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Battaglia editoriale su Gadda.


Tutto in Adelphi entro il 2016
Ida Bozzi, Corriere della Sera, 12 febbraio 2011

Sono state quarantotto ore di grande agitazione, quelle che quanto alle opere singole,
attraversate dal mondo editoriale italiano, dopo lan- quelle principali sono ancora
nuncio dato gioved dal Corriere della Sera a proposito parte viva del catalogo Garzanti.
della prossima pubblicazione delle opere di Carlo Limpressione data dal primo co-
Emilio Gadda presso Adelphi, con lampio articolo di municato era che Gadda se-
Paolo Di Stefano che dava conto del trasloco progres- condo Garzanti entrasse in Adel-
sivo dellIngegnere alla casa editrice di Roberto Ca- phi per cos dire da una porta
lasso in seguito allaccordo firmato con lerede di secondaria: n vi era una chiara di-
Gadda, Arnaldo Liberati. Lannuncio dello storico pas- stinzione tra il destino della rac-
saggio, illustrato nellarticolo nelle sue tappe succes- colta di opere, quella edita nei
sive, ha per suscitato la reazione delleditore storico Libri della Spiga, e il destino delle
di Gadda, Garzanti. In un primo comunicato di gio- opere singole nei prossimi anni. I
ved stesso, ripreso dalle agenzie e ieri anche da alcuni quali destini sono invece molto di-
quotidiani, Garzanti affermava infatti (a firma del di- versi. Il cuore della vicenda ve-
rettore editoriale Oliviero Ponte di Pino) che ancora nuto a galla solo con il secondo co-
per i prossimi tredici anni le opere di Gadda, com- municato di Garzanti, ieri sera, in
prese dunque La cognizione del dolore, LAdalgisa e Quer ben altro tono e, questa volta, non
pasticciaccio brutto de via Merulana, sono state e conti- firmato: Nel 2003 afferma il
nueranno a essere pubblicate come da contratto dalla testo la casa editrice Garzanti rin-
casa editrice Garzanti. Subito sotto precisava: Sono nov con chi ne era allepoca
attualmente disponibili nelledizione curata da Dante erede il diritto di pubblicare e ri-
Isella sia nei Libri della Spiga sia, a un prezzo econo- stampare per i successivi venti
mico che ne garantisce la massima diffusione, nella anni (solo perch non era possibile
collana Garzanti Novecento disegnata da Bob Noorda. per legge rinnovarlo per un pe-
Dopo il 2023, chi avr pazienza vedr e aggiungeva riodo pi lungo) lopera in raccolta
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Oblique Studio

zanti di ieri: Nei prossimi anni via


via fino al 2016 scadranno vice-
versa i diritti delle singole opere,
che sono diritti distinti. Siamo lieti
che uno degli autori pi impor-
tanti del Novecento italiano si
possa giovare anche di una se-
conda casa presso Adelphi, della
quale rispettiamo il lavoro. Fac-
ciamo ordine nellapparente pa-
sticciaccio, dunque, illustrando
pur nel riserbo dei due editori il
destino reale delle singole opere
gaddiane nei prossimi anni. Gar-
zanti seguiter a pubblicare fino al
2023 la raccolta delle opere, nel-
ledizione curata da Isella sia per i
Libri della Spiga sia nella collana
Garzanti Novecento disegnata da
Bob Noorda. E come annunciato
gioved da questo giornale, Adel-
phi comincer questautunno a
pubblicare i racconti degli Accop-
piamenti giudiziosi, per continuare
con le altre singole opere di Gadda
a mano a mano che ne scadranno i
diritti, entro il 2016: lanno pros-
simo Le meraviglie dItalia e LAdal-
gisa, nel 2013 Eros e Priapo, per se-
guitare fino alla pubblicazione
nella seconda parte del decennio
dei romanzi principali La cogni-
zione del dolore e il Pasticciaccio. Il
tutto in edizioni rinnovate e con
apparati critici nuovi, che terranno
di Carlo Emilio Gadda nelledizione magistralmente conto cio delle scoperte degli ul-
curata da Dante Isella e pi sotto prosegue, riferen- timi anni tra documenti e edizioni
dosi alla raccolta: Siamo ben lieti di poterla pubbli- originali, per un autore che ,
care fino al 2023. Ma quanto alle opere singole, defi- come lha definito Calasso nellin-
nite ancora parte viva del catalogo appena gioved? tervista a Di Stefano, una palestra
Ecco quanto recita testualmente il comunicato Gar- straordinaria per filologi veri.

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Intervista a
Matteo Codignola di Adelphi
Alberto Cellotto, Librobreve, maggio 2011

Da poco uscito Mordecai (assieme a Mordecai e Noah fornire ai lettori, spesso inventan-
Richler) per la collana Biblioteca minima Adelphi. Gi, dolo, un vero e proprio libro, spin-
Biblioteca minima: ecco unaltra collana che avevo in gendoci ai limiti delleditorial-
mente quando ho iniziato a pensare a questo blog. Mat- mente possibile. Per capire cosa
teo Codignola una figura chiave per seguire le vicende intendo, basta guardare com fatto
di Adelphi, editore per il quale traduce e lavora (sua la il primo numero della collana, Il ni-
fortunatissima traduzione della Versione di Barney). Rin- chilismo europeo di Nietzsche.
grazio lintervistato e Benedetta Senin per la collabora-
zione in questa terza intervista di Librobreve. Piccola Biblioteca Adelphi prima.
Ora Biblioteca minima. La metafora
Editoria formato (davvero) tascabile. Necessit delleditore della biblioteca, cos ficcante per de-
e/o del lettore, trend passeggero? Qual la vostra valuta- scrivere il modo di concepire ledito-
zione? Penso poi in particolar modo alla collana Biblioteca ria di catalogo di Adelphi, sembra es-
Minima di Adelphi: si tratta di un contenitore creato per testi sere continuamente accompagnata da
brevi o di una risposta tangibile a una nuova abitudine di aggettivi legati alla brevit nelle de-
leggere cose brevi? nominazioni delle collane. Sembra
Leditoria tenta spesso di dare ai lettori ci che pre- quasi un climax (discendente). C un
suppone ai lettori manchi. In questo caso, mancava un progetto particolare oppure si tratta di
contenitore per testi anche molto brevi testi partico- situazioni che si sono semplicemente
larmente adatti, certo, a quello che una pubblicit ar- venute a creare?
caica chiamava il logoro della vita moderna, e allevi- Non siamo ossessionati dalla
dente mutazione nelle abitudini di lettura. Per essere brevit, o dalla lunghezza, o da
onesti, volumi di piccolo o anche piccolissimo formato qualsiasi altra cosa. Semplice-
sono sempre esistiti, dallinvenzione della stampa in poi. mente crediamo, dallinizio, che
La nostra idea per era, e rimane, leggermente diversa: un libro sia prima di tutto una
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Oblique Studio

forma. E che trasformare un testo o un in- Propongo quindi di riparlarne pi avanti,


sieme di testi in un libro sia una mossa per la risposta comunque no, la mole non
molto meno ovvia e automatica di quel che il problema. Al contrario, coi libri cui de-
comunemente si ritiene. dicate il vostro blog ci si potrebbe divertire
parecchio, su un device.
In quel meccanismo che rischia di trasformare
leditore in un operatore al centro di due poli co- Parlando di libri brevi ci troviamo spesso a par-
stituiti da distribuzione e ufficio stampa-promo- lare di progetto grafico globalmente inteso
zione, quale importanza ricopre la mole di un (carta, copertine, aspetti tipografici). Quello
libro nei meccanismi promozionali? Uno degli as- della confezione di un libro un aspetto sicu-
sunti da cui parte il blog Librobreve la difficile ramente molto interessante e tra le altre cose
visibilit di questi volumi, sia sulla stampa che in stato strategico negli ultimi decenni. Non credete
libreria. Lo condivide? Ho come limpressione che per che con la diffusione del libro elettronico
nel peculiare caso di Adelphi la mole di un libro questa attenzione ai paratesti si perder a favore
sia meno importante in questi meccanismi, che il del vero e proprio contenuto del libro, il quale po-
libro Adelphi goda di buona visibilit in libreria trebbe essere oggetto di esperimenti di realt au-
a prescindere dalla sua mole. Mi sbaglio? mentata (da vedersi magari come una nuova
S, media e circuiti tradizionali sono indi- vita per le vecchie note a pi di pagina)? (Sono
cibilmente conservatori, se quello che in- consapevole di rivolgere una simile domanda a
tende. Per far capire che quei libri avevano lo un rappresentante di una casa editrice il cui pro-
stesso peso, almeno per noi, dei loro simili getto grafico di Enzo Mari stato garanzia di un
pi voluminosi, ci abbiamo messo anni. Al- successo duraturo).
linizio i librai non sapevano dove metterli, e Una piccola precisazione, ma importante
i giornalisti non ritenevano fosse il caso di per chi si occupa di queste cose. Enzo Mari
parlarne o meglio, facevano una propor- ha progettato solo una collana di Adelphi,
zione elementare: testo breve, segnalazione della quale sono usciti due numeri ormai
brevissima. Non mi chieda un commento. per collezionisti. un grandissimo designer,
ma poi la casa editrice andata in unaltra
Parliamo di ebook. Con il diffondersi dei devices direzione, ostinatamente autarchica. Per
di lettura elettronici, una volta che si sar trovata quanto riguarda la domanda, trovo che la
una soluzione per il prezzo degli ebook, credete miseria visiva, la rinuncia a tutto quello dal
che la mole di un libro possa essere determinante carattere tipografico allo specchio di pagina
per decidere se proporlo su carta o in formato elet- alla copertina - che fa di un libro un libro, sia
tronico? Se s, in che senso? la ragione per cui gli attuali ebook sono, per
Credo che leditoria digitale sia ancora in non fare giri di parole, orrendi. Ripeto quello
una fase precedente linizio, almeno in Italia. che ho detto poco fa, il libro durato qual-
Non ignoro le sue cifre allestero, ma c un che centinaio di anni anche perch per qual-
fatto, o cambia radicalmente o diventa che centinaio di anni ha cercato, e ha volte
quello che nei suoi presupposti gi , qual- avuto, un suo appeal. Sarebbe lungimirante
cosa di parallelo ma non di analogo alledito- che il suo erede digitale si mettesse, il prima
ria su carta o destinata a perdere la partita. possibile, al passo.

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Capitolo III

Di polemiche e accuse infamanti

Il tuo orgoglio senza parole va sempre


contro il loro gusto; giubilano, se qualche
volta sei tanto modesto da essere vanitoso.
F. N.

Non levare pi il braccio contro di loro!


Innumerevoli sono essi, e non tuo destino
essere uno scacciamosche.
F. N.
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Bollati contro Zolla:


fa dellanima un supermarket
Pierluigi Battista, La Stampa, 15 maggio 1992

Roma. Un po violento, parecchio sopra le righe, non Baglioni chiede a Bollati che im-
vero?. Elmire Zolla, dal suo eremo di Montepul- pressione faccia la banalizzazione
ciano, esprime cos lo sbalordimento per le parole fe- del pensiero di Jung alleditore che
roci che Giulio Bollati ha usato nei suoi confronti. Eh ne ha pubblicato lopera omnia.
s, luomo forte della vecchia e gloriosa Einaudi, lat- Qui Bollati scaglia il suo fulmine:
tuale timoniere della Bollati Boringhieri stato tuttaltro Siamo arrivati al supermarket
che tenero con lui. Lo ha definito un campione del su- dellanima, a un falso e stupido spi-
permarket dellanima, alfiere di un falso e stupido spi- ritualismo. In questo ce lho un po
ritualismo che sta infettando a poco a poco leditoria anche con Adelphi. Certo aver ripe-
italiana. Tutti noi stiamo sulle spalle di Karl Marx ha scato Zolla e averlo riportato sugli
detto Bollati. Ma allora, perch ripescare Zolla? Suc- altari desta un certo sconcerto.
cede cos che un editore laico, di sinistra, erede della mi- Com che si intitola il suo libro?
gliore tradizione illuminista decida di togliersi qualche Uscite dal mondo? Beh. Che ci esca lui
sassolino proprio su un giornale cattolico-ratzingeriano dal mondo. Noi ci restiamo. Un ful-
come Il Sabato. Nel covo di quelli che un tempo veni- mine che colpisce due bersagli. Zol-
vano vituperati come cattolici integralisti Bollati tesse la, naturalmente. Ma anche lAdelphi,
lelogio del cardinal Martini, di padre Ernesto Balducci, la casa editrice di Luciano Fo, so-
dei cristiani che non si sono disfatti dei fondamenti dale e collega di Bollati nelle mitiche
per orientarsi e capire il mondo. E spara su tutto il stanze di via Biancamano ai tempi
resto: prima di tutto sugli intellettuali che dall89 si tro- doro dello Struzzo. Vecchie ruggini
vano disoccupati, e che non trovano altro da fare che sopravvivono tra gli uomini che
perdersi dietro i giochi di societ, sul Salone del libro hanno fatto parte del cenacolo ei-
di Torino che tra qualche giorno aprir i battenti, sullo naudiano. E proprio ieri, in unin-
stato della nostra cultura: In Italia siamo arrivati a un tervista rilasciata allIndipendente, ce-
clima da orgia. A un certo punto, lintervistatrice Pina lebrando i trentanni dellAdelphi,
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Oblique Studio

Roberto Calasso ha voluto sottolineare come la casa edi- gli anni Cinquanta, spiega Zolla
trice fondata da Fo sia nata in opposizione netta a Ei- ma non abbiamo mai avuto gran-
naudi, e in particolare a un certo asse Lukcs-Gramsci su di contatti: evidentemente non ci
cui si retta a lungo quella casa editrice. Da quellasse la stavamo simpatici nemmeno al-
squadra adelphiana si allontan per dare lavvio delledi- lora. Zolla colpito da quel tratto
zione Colli-Montinari delle opere di Nietzsche. Forse in di aggressivit gratuita che ema-
omaggio a quellantica anima lukcsian-gramsciana Bol- na dalla prosa di Bollati: Peccato,
lati prende oggi di petto lAdelphi per aver pubblicato un mi sembrava un editore dignitoso,
libro di Elmire Zolla? Appassionato di mistici e sciamani, anche se ogni tanto sprecava tem-
stati di trance e testi sapienziali, perle di spirito orientale po con libri inutili. Un po di ran-
e modi del fantasticare, Zolla, che nelle insincere eti- core, professor Zolla? No, direi
chette accademiche viene incasellato come anglista (con proprio di no. Anche Beniamino
cattedra alluniversit La Sapienza di Roma), sembra rivi- Placido, dopo la mia comparsata
vere una seconda giovinezza. Quando la sinistra progres- al Maurizio Costanzo Show, ha usato
sista pensava che la critica alledonismo materialistico parole pesanti su di me. Ma con lui
dellOccidente borghese nel nome della Tradizione fosse non sono andato mai daccordo,
unubbia della destra, Zolla fu a lungo messo ai margini risponde Zolla dopo qualche esita-
delle politiche editoriali. Ma con lapologia delle realt zione. Adesso capisco il motivo del
virtuali argomentata su Uscite dal mondo, per Zolla si sono malanimo di Bollati. Tempo fa in
aperte persino le porte della televisione, a cominciare da unintervista avevo definito molto
quelle del pi popolare talk show dItalia che si riunisce spocchiosa la gente dellEinaudi.
nel tinello televisivo di Maurizio Costanzo. Bollati? Mi Si vede che se la sono presa. E an-
capitato di vederlo di sfuggita negli uffici Einaudi durante che che io avevo ragione.

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Adelphi, quanti antipatizzanti.


E Calasso passa al contrattacco
Mario Baudino, La Stampa, 23 maggio 1992

Torino Impossibilitato a venire, formulo voti augu- piovere, allinterno del Lingotto sta
rali. Firmato Elmire Zolla. Il falso telegramma letto e quasi grandinando: sullAdelphi e su
inventato da Ruggero Pierantoni ha avviato mercoled Roberto Calasso, che sembra dav-
sera lo spettacolo offerto dalla Bollati Boringhieri per fe- vero averne abbastanza. Queste
steggiare i trentacinque anni di vita, e chiuso (o ria- sono cose da eterno giardino din-
perto?) la polemica esplosa sulle pagine del Sabato e della fanzia. Ora non osano pi prender-
Stampa, dove Giulio Bollati ha anche pubblicato una let- sela con i nostri libri, e allora pun-
tera di scuse a Zolla per aver ironizzato sul titolo del suo tano sulla colla. Come se la grande
libro, Uscite dal mondo. In sala cera Luciano Fo, fonda- editoria internazionale, da Penguin
tore dellAdelphi, che leditore del volume. Incidente alla Oxford, a Gallimard, non incol-
chiuso? Mica tanto. Bollati ribadisce che il giudizio sulla lasse i tascabili. E poi i nostri non si
casa editrice milanese rimane: un dissidio sul modo di staccano n si squinternano. Non so
far cultura. E intanto, nel mondo del Salone, si alzano se Malerba abbia un fiato tanto cor-
altre voci. Allincontro con Roberto Cotroneo il direttore rosivo da sciogliere la colla; so che i
della Mondadori, Gian Arturo Ferrari, lancia qualche nostri lettori, pignolissimi, ci segna-
strale contro lAdelphi, casa editrice estetica, fuori dalle lano anche il minimo errore di
logiche di mercato, insomma caso particolare e non da stampa, e protestano. Ma finora non
prendere a modello. E sul Venerd di Repubblica, Luigi una parola sulle legature. Per Ca-
Malerba spara sulleditoria dicendo fra laltro che anche lasso, non la prima volta. Gli anti-
Adelphi, con tutti i suoi meriti, si per adattata a con- patizzanti, in giro per leditoria ita-
fezionare tascabili tenuti insieme con la colla e che, liana, sono un piccolo esercito, che
come tutti gli altri, si squinternano. non ha mai nascosto un fastidio en-
Estetici, elegantoni, tenutari di supermarket del- demico verso lAdelphi. fisiologico
lanima, miracolati dal mercato e squinternatori di ta- che un editore buono dia fastidio.
scabili, in una parola antipatici? Se sul Salone continua a Negli anni Settanta ci accusavano di
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Oblique Studio

essere elitari. Poi ci hanno rinfacciato di essere commer- si sente un editore estetico,
ciali. Adesso tutte e due le accuse insieme: non va mai come ha detto Ferrari? Penso che
bene niente. Preferirei obbiettassero sui singoli libri. Per lestetica sia la madre delletica,
esempio: ci possiamo chiedere se Canetti chic? E Si- come ha scritto Brodskij. Il diret-
mone Weil? E Bateson? E Daumal?. La parola la disturba? tore della Mondadori sostiene an-
Se si traduce con elegante, mi sembra una lode. Sordi che che godete di condizioni atipi-
mormorii, lievi imprecisioni. In unintervista, Giulio Bol- che di mercato. Non ha senso
lati ha attribuito quarti di nobilt alla Boringhieri perch dichiararsi devoti al mercato e poi
avrebbe anticipato lAdelphi. una tesi che non sta in subito obbiettare alle scelte che il
piedi, gi accennata da Giulio Einaudi; ora Bollati si ac- mercato fa. Ormai una tendenza
codato. Ma voi siete nati da una scissione Einaudi. mondiale: pi grandi sono i gruppi
Siamo nati su un impianto che era tutto lopposto del- editoriali, minori i profitti. Ferrari
lEinaudi. Ho una grande stima per entrambi gli editori ha detto che alla Mondadori tra-
ma trovo comico (e anche un po patetico) rivendicare sformano lo spirito in denaro; non
meriti che non ci sono. Se la tradizione fosse la stessa, mi avr fatto confusione tra carta mo-
dice perch Einaudi avrebbe pubblicato Asor Rosa?. Lei neta e carta straccia?.

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Editori contro per una Viola


Mario Baudino, La Stampa, 19 ottobre 1992

Un libro di Leo Frobenius, il grande studioso della ci- lanciano anatemi da Guerra
vilt africana che rovesci la cultura ultra secolare del fredda? Probabilmente no: quella
colonialismo, divide ancora una volta Roberto Calasso la prefazione scritta quando il
e Giulio Bollati. E nei giorni in cui lAdelphi compie libro usc nella collana Viola einau-
trentanni riaccende una polemica sopita ma non diana, curata da Pavese e De Mar-
morta. Laveva aperta Bollati tempo fa, parlando di tino. La collana diventata il punto
una filiazione einaudiana per leditrice milanese: tesi principale nella contesa fra Ca-
liquidata da Calasso come unassurdit. Ora i duellanti lasso e Bollati. E il responsabile
tornano in campo a pochi mesi dalluscita per Bollati dellAdelphi, in unintervista sulla
Boringhieri di Storia delle civilt africane, il monumen- Repubblica, gioca laffondo: pe-
tale studio che Frobenius pubblic nel 33 dedicandolo noso che la Bollati Boringhieri
a S.M. lImperatore tedesco e Re di Prussia. La dedica abbia mantenuto quellintrodu-
pu far sorridere (Frobenius non era certo un rivolu- zione nella sua recente edizione.
zionario in politica), ma la prefazione di Ranuccio Aggiunge di ritenere la collana
Bianchi Bandinelli (morto a Roma nel 75) lascia di Viola una bellissima cosa, ma riba-
stucco. Un passo a caso: Non esito a dire che esiste una disce che la linea dellAdelphi, il
linea ideale, che unisce, nonostante le differenze so- modo di trattare quei temi e que-
stanziali e il diverso grado di rispettabilit e di seriet gli autori, lopposto di quello
intellettuale, i nomi del vecchio Dilthey a quelli del praticato a quei tempi da Einaudi
Frobenius, dello Spengler (che spesso attinse al Frobe- e propugnato oggi da Bollati. La
nius) e infine a quello di Rosenberg, che col suo Mito domenica propizia alle medita-
del Ventesimo secolo aveva scritto la Bibbia nazista. Fro- zioni. Dopo aver deciso, a caldo,
benius padre del nazismo: un lettore che si lasci sfug- che questa volta non avrebbe ri-
gire la data aggiunta allo scritto (1950) potrebbe so- sposto, Giulio Bollati ci ripensa. E
spettare di avere le traveggole. Alla Bollati Boringhieri con un sospiro, ammette: Ma s,
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Oblique Studio

fronte. Calasso, ma lei ce lha con


Bollati? Niente affatto. Se mi
pongono una domanda su un
fatto storico, preciso, io rispon-
do. E la domanda sempre quel-
la sulla paternit einaudiana ri-
spetto allAdelphi, attraverso la
collana Viola. Che una collana
magnifica, ma era gi fin dallini-
zio una specie di corpo estraneo
nellEinaudi. Era rifiutata, osteg-
giata. Viene alla memoria la let-
tera di Pavese a De Martino dove
lo scrittore rivendicava il diritto
di pubblicare come fece un libro
di Mircea Eliade anche se il gran-
de studioso di religioni era un
fuoruscito, cio aveva lasciato la
Romania dopo la presa del po-
tere da parte dei comunisti. Mu-
scetta e i marxisti einaudiani non
ne volevano sapere. Bisognava
aggirarli con prefazioni anatema.
Ora lidea che a distanza di qua-
rantanni si prenda proprio la
collana Viola come base del-
lideologia einaudiana assurdo
conclude Calasso. Ma di Frobe-
nius si parler ancora. LAdelphi
abbiamo fatto male a non sottolineare abbastanza che sta per pubblicarlo: lo avrebbe
questa una ristampa. Andava forse detto che lintro- fatto prima, ha rilevato da qual-
duzione di Bianchi Bandinelli stata ripubblicata per che tempo i diritti dagli eredi se
dare un documento di quel tempo, quando nasceva la Bollati non fosse arrivato con la
collana. Per, suggerisce, non esageriamo. Ho pubbli- ristampa. C anche una guerra
cato il carteggio fra Pavese e De Martino, e il libro di commerciale? No risponde Ca-
Pietro Angelini dedicato alla Viola. L c tutto quel che lasso Bollati non aveva pi i di-
dice Calasso, e anzi molto di pi. Lui non accetta lidea ritti per il Frobenius, ma noi
che in una certa apertura culturale operata da quella ini- aspetteremo. Certo nella nostra
ziativa quando, si badi, marxismo e idealismo tenevano edizione Bianchi Bandinelli, che
il campo si inserisca anche la linea dellAdelphi? Dac- pure stato un grande studioso,
cordo, non insisto. Calma olimpica anche sullaltro non ci sar pi.

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Calasso e Zolla corruttori di giovani


Mario Baudino, La Stampa, 18 maggio 1993

Roberto Calasso e Elmire Zolla rovinano i giovani, volta pare che Francesco Ma-
e distruggono le famiglie. Laccusa esplicita, in renco abbia un po strattonato
qualche modo tradizionale. Ma la pena richiesta un questore della Camera. Ma
non conseguente: niente cicuta per il direttore ora il deputato ha alzato decisa-
dellAdelphi e per lo studioso che spazia dalla mi- mente il tiro, prendendo a calci
stica Sufi allalchimia, dallo sciamanesimo alle re- un monumento della cultura
alt virtuali. Questa volta, se il presidente del Con- italiana, lAdelphi, e uno degli
siglio e vari altri ministeri daranno ascolto al studiosi pi schivi e autorevoli,
deputato missino Francesco Marenco, a farne le Zolla. Satanisti, grida loro Ma-
spese saranno tutti i dirigenti Rai e naturalmente renco. Durante Babele di dome-
Corrado Augias, il compassato conduttore di Ba- nica 9 maggio, scrive infatti
bele. Inoltre non ben precisate organizzazioni di ge- nella sua interrogazione, pare
nitori cattolici smetteranno immediatamente di siano state fatte affermazioni
pagare il canone Rai. Finir che la cicuta verr of- sconcertanti. Calasso avrebbe
ferta a Augias o, per simpatia di rete, anche a Ales- detto che la via pi diretta per
sandro Curzi, che pure di missini nel suo telegior- avvicinarsi al divino sarebbe
nale ne ha fatti passare parecchi. Questo sembra costituita dallo stupro e dal-
chiedere, in uninterrogazione parlamentare il neo- lesperienza dellorribile e Zolla
deputato genovese ( stato eletto per la prima volta gli avrebbe dato man forte par-
alle elezioni dellaprile 92) passato recentemente lando di riti di impossessa-
alle cronache perch contro di lui c una richiesta mento e di religione vud come
di autorizzazione a procedere per la gazzarra mis- vie di conoscenza superiore.
sina davanti a Montecitorio; e prima per la seduta Da Satana, Manson allavvelena-
un po agitata del 14 gennaio, quando stata appro- mento di massa nella Guyana,
vata la nuova legge elettorale per i comuni. Quella dalla strage di Waco in Texas alla
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Oblique Studio

chiesa di Scientology, un filo rosso anche il vud derivato) forse non ci


corre sino a Montepulciano, dove abita avrebbe trovato nulla da ridire. Il depu-
Zolla, e alla sede milanese dellAdelphi. tato missino invece s: e una tematica che
Con una serie di complicit inquietanti, a semmai stata guardata a lungo con so-
giudicare dallinteresse morboso e spetto dalla sinistra, viene clamorosa-
dalladulazione dimostrata anche dal mente messa al bando dalla destra. Strana
conduttore Augias. Un setta di stregoni inversione? Mica tanto risponde diver-
(forse massoni: linterrogazione fa notare tito Elmire Zolla. Basti pensare a certe
certe consonanze terminologiche) alla tv foto che ci arrivano da Mosca, con le ban-
di Stato? Laccusa mette di buon umore diere sovietiche dei comunisti irriducibili
Roberto Calasso, che si concede una ri- a fianco della sacre icone portate dalla de-
sposta assai icastica: Mi sembra lodevole stra pi estrema. E comunque non il
che lonorevole Marenco dimostri di dare primo attacco che mi viene da quella
un senso alle parole che ascolta. Ma al di parte. Pochi giorni fa il Secolo dItalia ri-
l della battuta, lepisodio offre una qual- cordava le accuse contro di lui fatte negli
che morale. La trasmissione di Augias era anni Sessanta dalla rivista (genovese) del
dedicata, fra laltro, alle Nozze di Cadmo e cardinal Siri: lo si additava come il capo
Armonia, il libro di Calasso da poco tra- di una congiura gnostica contro la
dotto con grande successo negli Stati Chiesa, un fautore dellantica eresia dei
Uniti. E quel libro racconta la nascita della primi secoli che vedeva nel mondo
nostra civilt attraverso la scrittura dal lopera dun creatore malvagio. Forse il
caos scandaloso del mito greco, dalla Secolo voleva solo concedersi una cattive-
sua ambiguit straziata, dalla tragedia del ria contro Gianni Baget Bozzo, direttore
divino. Gli dei si comportano come mo- allora della rivista, su cui grazie ad ami-
stri, perch il divino anche mostruoso: cizie potenti Zolla avrebbe esercitato
Zeus, il dio sovrano, sa essere violento e pressioni. Ma la coincidenza sembra spia
terrifico, stupratore e adultero. Calasso di un clima che sta lentamente cam-
aveva spiegato come lidea che tutto ci biando. Ora la destra a diffidare del
sia effetto di una proiezione umana, in mito. Diciamo la verit, i greci restano
base alle vecchie dottrine positiviste e ma- sospetti scherza Calasso. La loro memo-
terialiste, profondamente sbagliata. Ci ria del caos fa ancora paura? curioso
che si manifesta attraverso le storie terribili osserva Zolla che un esponente politico
del pantheon greco (e non solo quello) di destra sollecitato da genitori cattolici
molto pi che un sogno: laspetto in- (ma bisognerebbe sapere chi sono, e che
quietante e spaventevole del divino. Diffi- cosa ne pensa la Chiesa) se la prenda con
cile? Certo, per capire bisogna rifletterci Babele quando si parla di mito, e non
un po. Ma possibile anche guardarsi in- quando si parla, che so, del libro di Fiori
torno, ha suggerito Zolla, sempre durante sui partigiani fuggiti a Praga. E poi, di-
la trasmissione: basta pensare ai riti vud. ciamo la verit, in quella trasmissione era
Il Papa (che ha voluto incontrare in Nigeria quasi impossibile ragionare. Cera una
il capo della religione animista da cui tale confusione.

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Il filosofo Zecchi contro Calasso.


LAdelphi? Non sa il greco
Mario Baudino, La Stampa, 8 giugno 1993

Ma allAdelphi sanno il greco?. La domanda bef- di edizione sono illustrate nel


farda viene dal filosofo Stefano Zecchi, ordinario di libro: A me stesso, spiegano in reda-
Estetica a Milano, sul Giornale di domenica. Un zione, raccoglie tutti i 148 fram-
breve corsivo per ricordare come i frammenti au- menti autobiografici lasciati dal
tobiografici di Oswald Spengler pubblicati dalla filosofo tedesco autore del Tra-
casa editrice milanese con il titolo A me stesso si in- monto dellOccidente, pensatore
titolino in realt Eis seauton, e cio in greco A s controverso, a lungo in odore di
stesso. Zecchi un filosofo scrittore: ha appena nazismo, imbarazzante per gli
pubblicato un romanzo dalleditore ES, Estasi, a stessi tedeschi e ora riscoperto in
lungo in classifica, e gode di vasta notoriet come Italia: proprio da Zecchi, che ne
presenza spesso polemica al Maurizio Costanzo ha anche curato per Guanda
Show. Ama lattacco diretto: Adelphi scrive ha lopera maggiore e un volume di
proclamato ai quattro venti lassoluta novit mon- scritti. AllAdelphi ricordano che
diale della pubblicazione. Per la verit, le parti pi Zecchi ne ha pubblicati ventidue
interessanti (oltre la met) di quellautobiografia e che, nella nota, loro lo hanno
erano gi apparse nel mio Annuario di estetica 1991, ringraziato per i preziosi consi-
edito dal Mulino. Conclusioni: O Adelphi ha com- gli. E mostrano un lungo articolo
messo un atto di disonest intellettuale e un falso della Frankfurter Allgemeine
culturale; oppure, pi probabilmente, in quella casa dove si riconosce che la loro la
editrice nessuno conosce il greco classico. prima edizione integrale. Pole-
Nemmeno Roberto Calasso, il direttore, che al mica chiusa? Non ancora, c il ti-
mito greco ha dedicato il suo libro di maggior suc- tolo: nellavvertenza al volume di
cesso, Le nozze di Cadmo e Armonia? Laffondo per- Spengler si sottolinea che qui
fido, e Calasso sulle prime annuncia che non pronun- traduciamo A s stesso lEis se-
cer nemmeno una sillaba. Anche perch le modalit auton del filosofo. Ma Zecchi
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Oblique Studio

non soddisfatto. Certo ridacchia lAdelphi pu Non mi stupisco che Calasso


permettersi qualunque licenza poetica. Se una tradu- non risponda. Ecco la vera ac-
zione del genere lavesse fatta ES, sarebbe stata sper- cusa. Il greco antico passa in se-
nacchiata da tutti. LAdelphi rappresenta il nuovo sta- condo piano, e Calasso questa
linismo culturale: prende uno scrittore e te lo propone volta replica, beffardo: Se capi-
ribaltandolo di segno, mettendogli il suo contenitore sco bene, Adelphi accusata di
e proprio per questo rendendolo buono, bello, giusto. pubblicare libri importanti e
Se parlo del mito, sono reazionario. Poi ne parla Ca- che oltretutto si vendono. Per
lasso, e diventa forma di cultura. Ma questo il segno non incorrere in censure, de-
di un successo editoriale. S, anche di una politica di sumo che lunica soluzione sa-
potenza. La usano, e buon per loro. Ma come studioso rebbe questa: pubblicare sce-
devo notare che quando non si discute sui contenuti menze che rigorosamente non
ma sulle forme di rappresentazione, gi stalinismo. si vendono.

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Calasso scomunicato a sinistra


Mario Baudino, La Stampa, 31 agosto 1993

Laccusa arriv, tagliente, nellestate del 73, sui Qua- del non agire, del non lasciar tracce
derni Piacentini che allora costituivano il breviario cul- e di essere deboli come fuscelli ve-
turale della nuova sinistra. La penna notoriamente af- niva messa in relazione con un certo
filata di Cesare Cases, intinta nel caldo di agosto, consenso acritico nei confronti della
distill veleno puro contro i nuovi saggi sacri della nuova Germania. Ma s, il Tao e
cultura italiana, irrazionalisti ispirati il cui rappresen- Adenauer ironizzava Calasso non
tante pi tipico veniva indicato in Roberto Calasso. sapevate che ordivano la stessa con-
Larticolo rispondeva a una stroncatura uscita in aprile giura? Ci voleva proprio luniversit
sullEspresso, dove Calasso si faceva beffe dei guardiani italiana per scoprirlo. Uno scontro
indefessi del cenotafio della ragione recensendo Il to- in nome del Tao oggi dice forse
lemaico di Gottfried Benn appena edito da Einaudi. qualcosa a un certo numero di let-
Il fenomeno Adelphi era ancora agli inizi ma gi in- tori, ma nellItalia di allora, nono-
dicava una linea di tendenza; la casa editrice era giunta stante fosse disponibile il classico di
al decimo anno di attivit, e Calasso, giovane direttore Lao Tse, doveva suonare come una
editoriale, aveva fino ad allora scritto poco di suo: pre- bella bizzarria. Cases conosceva il
fazioni e articoli. Nella recensione per lEspresso, i suoi Tao, Calasso conosceva il Tao ed
strali andavano a colpire la prefazione del Tolemaico, entrambi conoscevano benissimo
piuttosto cauta, che suonava come una messa in guardia Bobi Bazlen, il primo e forse unico
ideologica contro il poeta tedesco, in odore di destra, vero taoista della cultura italiana,
con alle spalle una breve ma certo desolante adesione al grandissimo lettore e suggeritore
nazismo. Il punto del contendere non era per il regime di libri, tra gli artefici dellAdelphi
hitleriano, ma la Germania della ricostruzione. E Ca- dopo essere stato a lungo consulente
lasso contestava allautore della prefazione di aver costi- Einaudi. Congiure del Tao fu il deri-
tuito una sorta di parallelismo fra Benn e Adenauer, in sorio titolo della risposta di Calasso
nome del Tao. Lantica dottrina cinese del non essere e alla risposta di Cases. Il germanista
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Oblique Studio

gli aveva suggerito Calasso sostiene con al- non vuol dire per che li capisse. Quei temi
quanta goliardia che in cima alla scala mi- non morirono l. Linimicizia era destinata a
stica dei quarantanove gradini cara a Walter continuare e a svilupparsi fino a oggi: non con
Benjamin, la scala che amano ascendere i Cases, ma con unidea di cultura. Apriamo lul-
Saggi Sacri citata in un saggio dello stesso Ca- timo numero di Diario, la rivista che Piergior-
lasso, potrebbe esserci un bacile colmo di gio Bellocchio e Alfonso Berardinelli fanno in
sterco di vacca. Lui gli rispose con un detto totale solitudine a Piacenza, ideale continua-
dun saggio cinese: Budda un buco di la- zione dei Quaderni Piacentini e piuttosto simile
trina. Era unItalia diversa, quella, ancora ba- alla storica Fackel di Karl Kraus altro autore
gnata dalle ultime piogge nate dal temporale conteso, autore di Calasso ma anche di Cases
del 68, e in viaggio inconsapevole e cieco negli e leggiamo un nuovo, pesante attacco. In Stili
anni di piombo. Una scomunica ideologica dellestremismo Alfonso Berardinelli disegna
aveva un peso diverso da quello che potrebbe una sorta di costellazione estremista: Franco
apparire in questi giorni, mentre infuria un di- Fortini, Mario Tronti, Elmire Zolla e natural-
luvio di tuttaltra natura. Ora lAdelphi ha tren- mente Roberto Calasso, rappresentante e
tanni (di attivit: perch latto di fondazione punta di lancia di una cultura che ha rispo-
venne siglato nel giugno del 62, ma il primo sto a un improvviso bisogno di squisitezza
libro, un Robinson Crusoe, fu pubblicato alla signorile, elitaria, che ha colpito come una in-
fine del 63). Calasso intanto ha scritto Limpuro cresciosa epidemia snobistica la classe media
folle, La rovina di Kasch, Le nozze di Cadmo e Ar- culturale e la stessa popolazione intellettuale
monia diventate un successo internazionale e di sinistra. Cos anche i termini di destra e si-
ha raccolto i suoi interventi sparsi nei Quaran- nistra applicati alla cultura sono entrati in
tanove gradini. E le pagine di quella polemica disuso. E molti problemi a lungo e inutil-
di unestate ormai antica, riaperte ora, rivelano mente discussi sono sembrati allimprovviso
pieghe insospettabili, un valore di anticipa- noiosi. Questo il senso dellaccusa, aver sgre-
zione, la dignit di una inimicizia. Perch tolato la differenza, i due fronti. E ancora: Il
Cases, che una persona intelligente, a suo guaio del pubblico snobistico di Calasso che
modo vide giusto. Cerano ben pochi miei chiunque pu essere ammesso purch pensi
testi in circolazione ma lui su quella base cap voglio essere superiore a me stesso; solo che
in fondo che cosa si stava annunciando, cap gli snob, nella cultura di massa, non sono pi
che cera uno scarto netto rispetto alla cultura unlite, sono una discreta massa. Nella sua
dominante della sinistra di allora. stato a suo casa milanese dove vive dal 68, fra scaffali di
modo chiaroveggente: ha individuato lim- libri un po dovunque, Calasso sembra diver-
portanza per me di quel mio saggio su Benja- tito. Vorrei vedere chi prende un libro pen-
min, e ha citato proprio i quarantanove gra- sando di peggiorarsi. E il dito corre sullim-
dini che sono diventati il titolo del mio putazione ricorrente cui linimicizia ha dato
ultimo libro. Ha saputo distinguere alcuni corpo negli anni Ottanta e ora Novanta: sno-
tratti che per me sono essenziali e che fino ad bismo. Quando siamo nati come casa editrice
allora non si erano dichiarati esplicitamente Adelphi, ci venne rimproverato quello che al-
nel poco che avevo pubblicato (per esempio lora era considerato il peccato capitale per la
limportanza del mito). Questo, naturalmente, sinistra, lelitarismo. Poi Cases ha dato voce alla

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Adelphi Editoria dallaltra parte

seconda accusa: lesoterismo. Lo snobismo in ci siano reazioni. C una frase di George Stei-
ordine di tempo lultimo arrivato, anche se il ner che leditore Suhrkamp ha assunto come
pi usato. Forse di pari passo con la maggiore emblema: la cultura Suhrkamp. Allo stesso
diffusione dei nostri libri, con lallargarsi del modo si pu dire che esiste una cultura Ei-
pubblico. Quando sento parlare di snobismo naudi. E anche una cultura Adelphi? Io
con tanto severo sussiego penso a che cosa suc- credo nella casa editrice come forma. E pro-
cederebbe oggi se ci fosse un ignoto Proust che prio realizzando una forma abbiamo avuto gli
pubblica Du ct de chez Swann. Immagini le re- avversari, i lettori, gli imitatori. Mi viene in
censioni Comunque ci che fin dallinizio mente un detto spagnolo che dice: fortunati i
hanno capito i nostri avversari che non po- nostri imitatori, perch erediteranno i nostri
tevano bollare lAdelphi come destra. Quindi difetti. Leditoria come forma, nel caso di
sono stati costretti a ripiegare su questi tor- Adelphi, ha i nomi di Nietzsche, Benn, Grod-
mentoni. E laccusa di estremismo? Calasso deck, Kraus, Schnitzler, Jnger, Morselli o Si-
ripesca da uno schedario una pagina degli anni mone Weil, Bateson o Brodskij. E Calasso,
Sessanta. un appunto dal titolo Estremo, che trentanni fa, aveva ventun anni. Lavventura
riporta un frammento di Nietzsche: La magia fu precoce, cominci nel nome di Bazlen,
che combatte per noi, locchio di Venere, che lintellettuale che, salvo per le schede edito-
irretisce persino i nostri avversari e li acceca: riali poi pubblicate da Adelphi, ha lasciato
questa la magia dellestremo. Se lestremi- dietro di s soltanto un filo di tradizione
smo questo, per me va benissimo conclude orale, leredit di un vero taoista. Non si legava
serafico. Calasso, sembra quasi che gli attacchi a nulla, nulla doveva ingabbiarlo. Si racconta
le facciano piacere. Lavversario una cosa ot- che un giorno, su un ponte di Roma, dopo
tima, perch obbliga allesercizio mentale. una conversazione con Natalia Ginzburg
Rappresenta perlomeno un segnale di movi- sulleccessivo attaccamento delle gente alle
mento: nulla pi desolante delle cose che cose, si tolse improvvisamente la giacca e la
vanno via tranquille, e nessuno nota. Lunica gett nel Tevere. Non si sa se invit la scrit-
cosa che infastidisce lo scrittore editore la trice a fare altrettanto: certo che la Ginzburg
confusione degli obiettivi. Si attacca Calasso, per reazione si strinse nellimpermeabile. Ca-
si attacca lAdelphi. Preferirei che mi si rimpro- lasso conferma laneddoto. vero. Bazlen era
verassero cose precise dei miei libri, senza fare un amico di famiglia, anche se lui non lo co-
confusione con la casa editrice. Invece sembra nosceva direttamente. Ne sentiva parlare dal
quasi che abbia scritto io i libri che pubblica pittore Giorgio Settala, che era suo cugino.
lAdelphi, e chiss, magari comprato a Franco- Poi lo conobbe per caso, accompagnando da
forte i libri che ho scritto io. lui Elmire Zolla e Cristina Campo, che stava
Ma i due aspetti, quello delleditore e dello traducendo per Einaudi le poesie di William
scrittore, non sono cos facili da scindere. No. Carlos Williams. la persona da cui ho im-
Mettendo insieme i mille libri che abbiamo parato di pi. Ed era il primo a essere insof-
pubblicato in trentanni si ha un insieme or- ferente del clima di chiusura della cultura ita-
ganico, una costellazione culturale che pu liana, quando Amendola parlava di scelta di
rappresentare per qualcuno laria da respirare, campo, e bisognava schierarsi su un fronte.
ma per altri laria che si odia. legittimo che Gi questidea per me aberrante in politica

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Oblique Studio

(considerando che ci volevano avviare tutti dagli anni Cinquanta agli Ottanta, ma anche
verso un campo sovietico), figuriamoci nei perch gli avversari hanno lasciato il campo
libri. LAdelphi nacque anche su questa insof- troppo sgombro. E poi si viveva tranquilla-
ferenza? Certamente. Le racconto come mi mente, nessuno stato deportato. Ora per,
venne annunciata? Fu il giorno del mio com- ventanni dopo, come in un romanzo di
pleanno: ventun anni. Andai a Bracciano, in- Dumas, laccusa di Cases ritorna, e con essa
vitato da Bazlen nella casa di Ernst Bernhard. linimicizia antica, ma sotto una forma pi
Era l con Ljuba, proprio quella delle poesie dura e conclusiva: di aver saccheggiato la sini-
di Montale. Aveva una cosa importante da stra culturale, di averla svuotata, deportata. So
dirmi, e capii che sarebbe stato un grande che la cosa non far piacere a Berardinelli e
dono. Sta per nascere una casa editrice mi neppure a Cases, ma questo capo dimputa-
anticip, con il mio amico Luciano Fo e con zione emerso gi da tempo, e in una sede
Roberto Olivetti. Poi mi dette qualche libro molto preoccupante. Calasso cerca fra le sue
da leggere per il futuro lavoro. Presto conobbi carte e ne estrae un numero di Controinforma-
anche Fo, con il quale avrei poi trovato una zione, la rivista dove le Brigate rosse facevano
straordinaria intesa. Il luogo scelto per lan- pubblicare i loro scritti ufficiali. Era il 6 giugno
nuncio non era indifferente. Ernst Bernhard, 79. Un lungo saggio dal titolo Controrivoluzione
di cui Adelphi ha pubblicato Mitobiografia, culturale e guerra psicologica. Le avanguardie della
un altro personaggio segreto della cultura ita- dissoluzione dedicava un capitolo al caso Adel-
liana. Psicoanalista junghiano, ebbe tra i suoi phi, al fascino dei cui autori eccellenti si
pazienti Federico Fellini e Giorgio Manga- piegano devotamente i rivoluzionari stessi.
nelli. E in Fellini, almeno da Otto e mezzo in Ma nella catena di produzione dellAdelphi il
poi, c qualcosa di Bernhard. Furono i singolo autore un anello, un particolare, un
primi a cogliere al volo il disegno editoriale. segmento. A Controinformazione interessava la
Quando abitavo ancora a Roma, cenavo re- linea filologica della politica editrice, infor-
golarmente con Manganelli, Bortolotto e mata allo scardinamento dei princpi del-
Giuliani al Romagnolo, vicino al Pantheon. leversione sociale. Adelphi abborda le teste
Lo ricordo una sera, eccitatissimo per aver pensanti, i culturalmente esigenti, i quali fun-
scoperto Il libro dellEs, di Groddeck. Allora gono da strato influente allinterno del movi-
lAdelphi nasceva sulla base di un gruppo di mento della rinuncia continuava. Insomma,
amici decisi a pubblicare solo libri che ama- erode dallinterno il movimento antagonista
vano molto. E molti di quei libri erano tali da quello che per i terroristi la sinistra. Un
far rabbrividire Cases e i suoi compagni. La esempio tipico di questo procedimento insi-
cultura istituzionale, accademica, se ne ac- dioso? Controinformazione cita Una sola moltitu-
corse dopo. Lattacco di Cases sui Quaderni dine di Pessoa, da poco edito da Adelphi, a cura
Piacentini stato il primo segnale. Gi rabbri- di Tabucchi. Il grande scrittore portoghese era
vidiva. Ne parla con un tono non lontano da destinato a una vasta fortuna, ma linteresse al-
quello usato da Nicola Matteucci quando ha lora non era certo altissimo. Calasso, stupito,
denunciato la dittatura culturale della sinistra. ridacchia. Nella cartella stampa, questa la
Il termine non mi piace. vero che la sinistra pi lunga recensione che ebbe il nostro primo
marxista ha avuto una posizione dominante libro di Pessoa.

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Scrittore geniale o immondo:


chi ha paura di Lon Bloy?
Paolo Di Stefano, Corriere della Sera, 29 luglio 1994

lecito chiedersi, e anche chiedere agli altri, perch un integralista. Qualche tardiva for-
uomo che ha vissuto come un porco abbia il desiderio tuna sembra riscuotere, Lon
di non morire come un cane. Ecco uno dei luoghi co- Bloy, nellItalia dei nostri giorni.
muni su cui si soffermato Lon Bloy nella sua celebre Cos, dopo luscita, lanno scorso,
Esegesi. In effetti Bloy visse pi come un cane che come dellEsegesi dei luoghi comuni (il me-
un porco. E come un cane mor nel 1917. Secondo di langolo), ecco saltar fuori dagli ar-
sette figli, si trov subito, sin dallinfanzia, al centro dei chivi Adelphi un libretto uscito in
violenti litigi che opponevano la madre, religiosissima, edizione originale nel 1892 con il
al padre, un modesto impiegato dallacceso animo an- titolo Le Salut par les Juifs (in tradu-
ticlericale. Malinconico e indisciplinato, rissoso, Lon zione, Dagli Ebrei la salvezza), e
verr espulso adolescente dal collegio. Finir a Parigi, concepito come risposta a quegli
nella povert pi nera, prima di partecipare alla guerra attacchi contro gli ebrei che prelu-
franco-prussiana del 1870. Ma il bohmien che c in dono allaffaire Dreyfus. Eppure,
lui finir per imporsi: eccolo ancora nella capitale, in paradossalmente, nonostante le
preda ad allucinate visioni della Vergine, a profezie di intenzioni, il libro si risolve a sua
catastrofe, alla miseria e allo squallore pi cupo, a una volta in un delirio antisemita. Un
esasperazione mistica e folle. Eccolo a fianco della bar- testo enigmatico, sostiene Guido
bona Berthe Dumont, poi con Jeanne Molbech, che gli Ceronetti nella Postfazione: Il de-
dar quattro figli e un po di felicit. Impresario di de- stino di Bloy, da vivo e da morto,
molizioni si firmava. E in effetti la sua unindole di- di essere indigesto, intollerabile
struttiva per eccellenza, tra ricerca dellassoluto e dispe- anche a chi lo ama. Le Salut par les
rata aggressivit. I suoi libri, dai romanzi autobiografici Juifs seguita a respingermi: ne
ai violenti pamphlet contro la societ del suo tempo, vedo la carie spettrale, lapparato
non avranno molto successo, anche se Bloy trover poi di vanit. E proprio la sua indi-
molti cultori nelle nuove generazioni, come cattolico scutibile violenza verbale, la sua
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Oblique Studio

intollerabilit ha provocato una polemica casa fondata da Bobi Bazlen e da Luciano Fo:
sullopportunit di pubblicare questo libro Ma ormai aggiunge la Zevi ha preso un
che Cesare Segre, senza mezzi termini, defi- orientamento completamente diverso da
nisce immondo, fanatico, delirante. Una quello originale. Torniamo a Lon Bloy: scri-
polemica gi anticipata nei giorni scorsi dal bacchino delirante o genio visionario, dun-
Corriere con un intervento di Sergio Quinzio que? Cesare Cases tende a inserire la violenza
a difesa del visionario e genialoide Bloy e una e lo scandalo di Bloy nel panorama universale
breve replica di Mario Andrea Rigoni, che il dellarte: Bloy non certo un autore disprez-
16 luglio scorso aveva recensito il volume. Il zabile, anzi lo stimo per le stesse ragioni per
dibattito assume toni ancora pi accesi cui stimo Cline. I due hanno in comune il
quando si ascoltano le parole di Susanna Zevi, populismo arrabbiato, lanticapitalismo ro-
membro del consiglio damministrazione mantico. Se se la prendono con gli ebrei
Adelphi e figlia di Alberto, che fu tra i fonda- perch pi facile attaccare il capitalismo
tori e poi presidente della casa editrice: Mio ebraico che quello senza aggettivi. Le invet-
padre si era opposto con tutte le forze alla tive di Bloy obbediscono alla filosofia del
pubblicazione di questo libro: giustamente lo clochard, che comunque una filosofia
considerava un pamphlet antisemita. Rite- molto pericolosa. Ma non va presa alla lettera:
neva indispensabile, almeno, una prefazione piuttosto la testimonianza di un tempera-
che mettesse nella giusta luce le tesi di Bloy. mento che pu anche portare a intuizioni ge-
Non ci si pu appellare alla libert di stampa niali. Certo, questo libro di Bloy rientra co-
o alla censura. Coi tempi che corrono, questo munque in una strategia editoriale, quella
libro lavrei lasciato fare a Ciarrapico. Quando dellAdelphi, che ha quasi da sempre simpatie
morto mio padre anche mia sorella e io ci per la destra. Bisogna vedere poi quale destra:
siamo opposte, ma non c stato niente da quella nobile o quella ignobile? Non saprei ri-
fare. Era il pallino di Roberto Calasso, ne par- spondere. Cline, si detto. Ma Cases non
lava da anni, e questa volta ha trovato il modo esita a ricordare lantisemitismo di un altro
di giustificare unoperazione editoriale ambi- autore adelphiano, Carl Schmitt, o le ambi-
gua. E anche Susanna Zevi si scaglia contro guit di Karl Kraus: Eppure, certo, aver pub-
la recensione di Rigoni, ma da una prospettiva blicato Schmitt resta un merito: sono con-
opposta rispetto a quella di Quinzio: Ha par- vinto che tutte le opere che hanno un valore
lato della cultura ebraica come di una cultura letterario vadano pubblicate, anche come in-
tribale: se il Papa o il cardinale Martini aves- dizio di follia o di paranoia. Bloy era un
sero sentito quelle cose, ne sarebbero rimasti matto, per lui gli ebrei pur essendo eletti sono
sicuramente scandalizzati. Grida allo scan- dannati e pur essendo dannati sono eletti. Tra
dalo, Susanna Zevi: Grande poesia? Non laltro la sua opera nasce come apologia degli
scherziamo, persino Luciano Fo si era op- ebrei: anche se si tratta di una strana apologia.
posto, come qualche consulente della casa Credo per che il difetto, per cos dire, sia nel
editrice, che dopo la pubblicazione si di- manico: spesso gli anticapitalisti romantici si
messo. Insomma, la questione Bloy, oltre a colorano di antisemitismo perch assumono
dividere il mondo intellettuale, pare abbia il capitalismo come qualcosa di diabolico e di
creato qualche frattura anche allinterno della inspiegabile. Quindi finiscono per aggiungere

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Adelphi Editoria dallaltra parte

e di fastidioso. Daltra parte inu-


tile nascondersi che sul piano sto-
rico lantisemitismo francese un
fenomeno importante che dilaga
nella piccola borghesia. Da l deriva,
per esempio, lantisemitismo di C-
line: in Cline, per, lo stile ha una
forza tale da trasformare tutto.
Non solo Bloy, non solo Cline. El-
mire Zolla cita Dostoevskij: Anche
il suo un cristianesimo virulento e
ortodosso che spesso assume colo-
riture antisemite. Il fatto che
pochi in Occidente hanno preso
coscienza di quel cattolicesimo tra-
dizionale, rimasto intatto sin da
Origene, che dopo la Rivoluzione
francese vissuto quasi in segrega-
zione, anche se ha avuto cantori di
grande valore (si pensi a De Mai-
stre). Per questo ogni volta che salta
fuori si grida allo scandalo. In realt
una tradizione millenaria che per-
corre lEuropa e che non contra-
stava affatto con lintento della
Chiesa. Solo con il Concilio vati-
cano II, infatti, veniva revocata la
dogmatica antiebraica. Certo, il
una violenza che i socialisti non hanno, in quanto con- fatto di riproporre oggi quel filone
siderano il socialismo come un frutto e un supera- desta sgomento. Direi che quanto
mento del capitalismo. Per questo, tutto sommato, i pi lautore diventa scrittore, tanto
tipi come Bloy spesso hanno le idee pi chiare di molti pi riesce a nascondere gli aspetti
socialdemocratici, anche se difficile concordare con clamorosi: lesempio massimo
le loro diagnosi e le loro terapie. Non riesce a scanda- Evelyn Waugh, che attraverso la lin-
lizzarsi nessuno. Neanche Giovanni Raboni, che pur gua capace di non scandalizzare
giudicando questo Dagli Ebrei la salvezza un bruttis- nessuno, anche se si sente che parte
simo libro, orienta il suo discorso sul piano stilistico: da premesse che non si possono
Mi ripugna la scrittura giornalistica, quelle continue condividere. In Bloy tutto questo
esclamazioni. Forse Bloy ha voluto investire troppo su esplode in modo clamoroso e vio-
questo libro: ripete fino alla noia che l c la sua parola lento. In fondo, lo stesso scon-
definitiva. Vi intravedo qualcosa di sovradeterminato certo che produce la Pivetti.

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Oblique Studio

Segre: Hitler dallinferno ringrazia

Non trovo apprezzabile, n tanto meno coraggioso, in nella sua follia, le pi estremi-
questi tempi di revival fascista e razzista, lessere an- stiche tesi cattoliche ormai rifiu-
dati a pescare nelle fogne un libro immondo, fanatico, tate e confutate dalla Chiesa di
delirante come quello di Lon Bloy. Penso che dopo Giovanni XXIII e di Giovanni
la Shoah, che ha realizzato a punto i desideri di Bloy Paolo II. E noto la finezza di aval-
(gli ebrei sono stati accoppati, arrostiti, ridotti in pol- lare la stampa del volume con
tiglia, pagina 40), un libro come questo sia una ver- una frase di Kafka di molto dub-
gogna per chi lo stampa e per chi ha piacere a leg- bia autenticit, come tutta linter-
gerlo, se non come documento dellabiezione. Anche vista con Janouch. La casa edi-
i traduttori ci si sono messi dimpegno, usando trice che ha accolto nel suo
spesso, invece che ebreo il termine spregiativo giu- catalogo lopera di Bloy pu fa-
deo, proprio della propaganda fascista. Tutte le volte cilmente continuare: la lettera-
che trovo in questo ignobile libro la parola ebreo o tura antisemita tanto ricca di
giudeo, seguita da affermazioni iperbolicamente opere quanto priva di intelli-
spregiative, provo a sostituire nella frase il nome di genza. Hitler, dal profondo del-
uno qualunque tra i milioni di ebrei vittime di Au- linferno, mander i suoi fax di
schwitz o dei tanti altri campi di annientamento. ringraziamento. C solo da spe-
Certo, Lon Bloy avrebbe aspirato voluttuosamente il rare che i colti lettori rifiutino,
lezzo dei forni crematori. La cosa tanto pi grave nauseati, questa offerta cultu-
dato che Adelphi vissuta per molto tempo su idee rale cos lontana dalla raffina-
del giudeo Bazlen, e ha gettato in gran numero sul tezza di cui quelleditore stato
mercato opere di quei giudei che Bloy ritiene con- sinora, a ragione, accreditato.
dannati a sopravvivere, solo in piccola parte, come te-
stimoni (e colpevoli) del deicidio, facendo proprie, Cesare Segre

Calasso: Una ferita che d la conoscenza

Una casa editrice pu essere unopera polifonica, dove prima di riaffiorare innumere-
ogni libro ha la funzione di una voce. O, almeno, que- voli volte nella nostra storia.
sta limmagine a cui Adelphi ha sempre inteso adeguarsi. Adelphi non si mai proposta di
Quali e quante siano le voci in qualche modo connesse pubblicare libri innocui, ma libri
con lebraismo in tale opera pu facilmente constatare che tocchino punti essenziali e
chiunque sfogli il catalogo Adelphi. Fra queste voci ap- aiutino a pensare. La questione
parsa ora quella di Lon Bloy. Voce penetrante, che pu ebraica rimane un punto essen-
ferire. Ma non ferisce anche, in modo analogo, quella di ziale e il libro di Bloy un pos-
san Paolo nella Lettera ai Romani? Ci sono ferite da cui sente aiuto per pensarla. Quanto
viene la conoscenza. La lancia che ha ferito risaner allaccusa di antisemitismo, infa-
era un antico detto greco, collegato al mito di Telefo, mante in questa occasione per

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Adelphi Editoria dallaltra parte

chi la pronuncia, baster rispondere con parole di Bloy imperdonabile, perch lo riceve
stesso, nel Vieux de la Montagne (scritto intorno al 1910): sul volto di sua Madre e per mano
Lantisemitismo, cosa moderna, lo schiaffo pi or- dei cristiani.
ribile che Nostro Signore abbia ricevuto durante la sua
passione, che dura ancora oggi; il pi sanguinoso e Roberto Calasso

Non si muore per difendere un hobby

Sul Corriere della Sera del 16 luglio scorso uscita una nessuno strumento introduttivo per
recensione di Mario Andrea Rigoni alla nuova edi- capire la singolarit del libretto, c
zione italiana di Dagli Ebrei la salvezza di Lon Bloy da dire (e lo si intuisce leggendolo)
(Adelphi). Questa iniziativa editoriale, gi prima di che le cose sono assai pi compli-
giungere in libreria, ha suscitato allarmi e opposizioni, cate, perch in Bloy sono sempre
come di una rimessa in circolo di un libello antisemita. convissuti in ogni suo scritto at-
Ora, anche se ledizione in questione non offre al lettore teggiamenti fortemente opposti.

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Oblique Studio

Ma non di questo vogliamo qui parlare, bens del para- non rinunciare al proprio essere
grafo finale della recensione, dedicato al problema della ebreo ha esagerato, dato che non
diversit e identit ebraica, che, secondo il Rigoni, si si muore per difendere un hobby:
nutre, da una parte e dallaltra, di un pensiero tribale e e non parliamo qui dellOlocau-
mitico, responsabile principale delle tragedie che gli sto, in cui periva anche chi avesse
Ebrei hanno sopportato nei secoli e del disagio insoste- rinunciato al proprio hobby.
nibile che noi proviamo per conseguenza dinanzi alla
loro identit e alla loro storia. Si vuol forse dire che met, Paolo De Benedetti, docente di
anzi quasi tutta la colpa delle tragedie ebraiche del- giudaismo; Silvia Giacomoni,
lidentit ebraica? Parrebbe, dato che lauspicio dellarti- giornalista; Holger Bause, pastore
colista che affinch gli Ebrei siano salvi e noi liberati luterano; Mino Chamla, studioso
da scrupoli iniqui giunga un tempo in cui lidentit di storia ebraica; don Angelo Ca-
etnico religiosa del popolo pi intelligente e pi fortu- sati; Daniele Garrone, valdese,
nato (refuso per sfortunato?) della terra avr, pubblica- docente di Antico Testamento;
mente, lo stesso valore di un hobby o di una mania. Samuele Bernardini e Gioachino
Quindi, se non comprendiamo male, chi morto per Pistone, libreria Claudiana

Mario Andrea Rigoni: Una questione di fede puramente privata

Sono lontanissimo dal pensare che gli ebrei siano col- firmatari della lettera non hanno
pevoli della sorte che hanno avuto. Non si pu tuttavia avuto la perspicacia o la genero-
negare il fatto, singolare nella storia, che essi abbiano sit di interpretare nel suo ovvio
attirato su di s unavversione millenaria e universale, valore metaforico e iperbolico
sulla quale non si pu non riflettere: tanto pi che te- (bench abbiano giustamente
stimoniata nellopera di alcuni tra gli spiriti non solo ipotizzato lesistenza di un re-
pi alti dellumanit, come Dante o Shakespeare, ma fuso, che trasformava il popolo
anche pi tolleranti, come Voltaire. Tutti costoro sba- ebraico da il pi intelligente e
gliavano, certamente; ma vorremmo anche ritenere pi sfortunato della terra nel
che essi fossero completamente pazzi? Che lidentit pi intelligente e pi fortunato
ebraica non offrisse non dico ragioni ma almeno pre- della terra). Io non sostengo, na-
testi, alla persecuzione da parte del resto del mondo? turalmente, che lebraismo sia in
Proprio per evitare tragici e inesauribili equivoci, legati s un hobby o una mania; ma
a un intreccio complesso di fattori (il nesso insepara- penso che tale (o poco pi che
bile di religione e razza; la coscienza o il mito dellele- tale) debba apparire sul piano
zione; il deicidio; lendogamia; eccetera), esprimevo pubblico, al pari di ogni altra re-
lopinione che lebraismo debba essere considerato, in ligione o filosofia o mitologia, se
una moderna ed evoluta societ civile, da un lato un si vogliono scongiurare nuovi e
semplice accidente storico, dallaltro una questione di sicuri olocausti.
fede puramente privata. Questo era evidentemente il
senso della battuta conclusiva del mio articolo, che i Mario Andrea Rigoni

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Adelphi,
fratelli di destra?
Marco Neirotti, La Stampa, 31 luglio 1994

E infine venne Lon Bloy. Per causa sua si sono scon- tra valori della democrazia e loro
trati, seppur con amicizia ed eleganza, Cesare Segre e abbandono. Se non una svolta, al-
Roberto Calasso, il direttore editoriale dellAdelphi meno uninclinazione verso de-
che ha deciso di pubblicare Dagli Ebrei la salvezza, stra? Se non una virata, una corre-
scritto dallautore francese morto nel 1917. Chi Bloy? zione di rotta? convinto di no
Un pensatore religioso, un antisemita, un geniale vi- Gianni Vattimo, bench perplesso
sionario? Si scatena un dibattito che, oltre a Segre e sulliniziativa Bloy: Innanzi tutto
Calasso, vede scendere in campo sui giornali Sergio credo che Adelphi abbia grandi
Quinzio, Mario Andrea Rigoni e altri difensori o de- meriti, per la sua funzione di rot-
trattori di quelloperazione. E intanto venne anche il tura nei confronti di certo confor-
politologo Ernesto Galli della Loggia, che nellIntervi- mismo delleditoria italiana. Di de-
sta sulla destra (a cura di Lucio Caracciolo) appena pub- stra? Direi di no, piuttosto meno
blicato da Laterza (la Stampa ne ha dato unampia an- osservante. Certo, si possono avere
teprima mercoled scorso) cita proprio lAdelphi in un dubbi su scelte come questa. Non
contesto particolare: le possibilit di sopravvivenza sentivo certo lesigenza di una rie-
della democrazia. Parlando dello scenario europeo fa- dizione di Bloy. Ma di l a vederci
vorevole a una crescita della destra, parlando della cre- una linea politica C anche un
scita di valori orientali e di sempre pi diffusi irra- gusto per la civetteria, il gioco di
zionalismi, porta a paradossale esempio proprio i titoli scandalizzare, come a dire: non
della raffinata Adelphi: Per usare unimmagine me- volete? Vi facciamo vedere noi.
taforica: fino a che punto i libri del catalogo Adelphi Pu anche essere un limite, ma
sono compatibili con la democrazia?. Dunque, non va oltre. E Vattimo annovera
unAdelphi che pubblica un autore che, senza mezzi tra i meriti la pubblicazione del-
termini, Cesare Segre ha definito sul Corriere della Sera lopera integrale di Nietzsche. Gli
immondo, fanatico, delirante. E unAdelphi in bilico fa eco Sergio Quinzio: Luciano
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Oblique Studio

Fo lasci Einaudi proprio perch non era lei condivide? Le sue scelte non sono esat-
disposta a pubblicare lopera omnia di tamente le mie, ma una certa minima comu-
Nietzsche. Allora cera un fenomeno cultu- nanza c, anche in quanto entrambi ci sen-
rale preciso, una certa cultura di sinistra, tiamo assolutamente incompatibili con
quella della Fondazione di Dogliani, con i questo sistema ideologico. Per, pensare che
cinquemila libri che non riassumevano tutta chi si occupa di Segre possa utilizzare un
la cultura, bens una certa cultura di certi giudizio politico nello scegliere Bloy non sta
anni. Con intelligenza Fo si rese conto dei in piedi. Non viene giudicata unopera darte
limiti e and in altre direzioni, rivelando per secondo le categorie della politica. Soltanto
esempio che De Maistre non era un cre- dibattiti artificiosi, allora? S, e che non ten-
tino. Titoli coraggiosi, insomma? Fra i ti- gono conto della persona con cui si tratta.
toli usciti da Adelphi se ne possono trovare Bloy non mi manda in visibilio, una lette-
di discutibili dice Quinzio ma questo non ratura stralunata, piena di patemi reali e altri
significa che si spostata la barra verso de- marginali, con il desiderio inconscio di fare
stra. La casa editrice si manteneva ugual- la parte del martire urlante nella Francia di
mente lontana dalle banalit che venivano Dreyfus, al quale Bloy voleva fare un favore.
di qua e di l. Dopodich si pu giudicare un vetusto residuo di unEuropa quasi di-
ogni singola scelta, ma nel complesso non menticata. Non si voluto lautore antise-
c una linea politica di schieramento. Pro- mita, bens il visionario scelto come lettera-
prio nessuna impostazione politica? Su- tura rappresentativa? Per Marcello Pera cos
sanna Zevi, figlia dellAlberto Zevi che fu tra sono sempre state le scelte di Adelphi: Una
i principali fondatori e poi presidente della casa editrice ai limiti del sofisticato, e non
casa editrice, lapidaria: Mi pare che lim- soltanto graficamente, ma anche concettual-
postazione sia sempre stata apolitica e mi mente, che si sempre consentita di pubbli-
auguro che rimanga tale. Ma questa fac- care testi di ogni genere e anche non classi-
cenda di democrazia, destra e sinistra? ficabili, dalla mitologia allastrologia. Cos
Adelphi non ha mai seguito il filone di si- per i ripescaggi di cose antiche. C gusto
nistra, ma non significa che ne abbia spo- della provocazione, del tirare le cose al li-
sato un altro. Eppure: testi come Bloy, testi mite, dello scioccare. Scelte a sorpresa. S,
che sembrano sposare quellirrazionalismo io non ho mai capito i criteri. Chiss, forse
indicato da Galli della Loggia come sor- c anche un gusto salottiero dellerudito.
gente del mal sottile che insidia la democra- Adelphi assolta? Adelphi democratica e libe-
zia, testi in viaggio verso la meditazione rata dal sospetto di virata di bordo? Non
orientale. Negli anni della dietrologia, le- assolta, ma nemmeno processata, secondo
gittimo chiedere: possibile che proprio non Franco Fortini: non processata, proprio per-
ci sia sotto un disegno? Sono supposizioni ch non c nulla di nuovo tra le pagine. Dice
che mi paiono grottesche dice Elmire Fortini: Ho scorto queste polemiche con
Zolla. Conosco Calasso da quandero stu- stupore. Soprattutto quando riguardano
dente, so come fatto. Tutto deve essere ri- libri di centanni fa, non ci trovo materia po-
ferito alla sua cultura, ai suoi gusti, comple- lemica. Bloy, per esempio, una lettura re-
tamente estranei a queste categorie. Allora motissima e la mia antipatia verso questa

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Adelphi Editoria dallaltra parte

ideologia da bassifondi sempre stata costante. Ma non abbiamo mai avuto dubbi che
non c da arrabbiarsi come Segre. Io di fronte a tutto rappresentasse una certa cultura
ci provo ilarit, uno scoppio di risa per lo scambio centroeuropea, austrotedesca, a
polemico fra Segre e Calasso: di una comicit forte contenuto irrazionalistico.
enorme. Calasso accusa il Segre indignato di essere il Mai dubitato che fosse una destra
nipotino di Lukcs. Se Segre vicino a Lukcs io sono culturale, ma lho sempre ammi-
vicino alla Ghepe, che ammazzava gli avversari. Al- rata, quando era il caso, per la bel-
lora, Adelphi di destra? Destra o no, ha sempre fatto lezza e la qualit delle opere. E ora
questa editoria. Quando Calasso elenca opere capitali non c cambiamento. Adelphi
da lui pubblicate ha ragione. Quel che certo che nasce come alternativa ideologica.

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Ma i lettori non sono sciocchi


Roberto Calasso, La Stampa, 2 agosto 1994

Sono un lettore, da tempo, degli articoli politici perci almeno una persona e
di Galli della Loggia, ma non ho ancora avuto il cio io stesso su cui i libri
modo (mi trovo fuori dItalia) di leggere questa Adelphi hanno avuto un effetto
sua Intervista sulla destra. Devo dunque basarmi del tutto opposto a quello ipo-
sulle brevi citazioni che ne avete dato su Societ & tizzato da Galli della Loggia. E
Cultura. Dove per ho trovato quanto basta per vi posso assicurare che con quei
stupirmi, soprattutto quando vi ho letto una do- libri ho sempre intrattenuto un
manda che mi parsa esilarante nella sua serio- qualche rapporto. S, mi si
sit: Fino a che punto i libri nel catalogo Adelphi obietter, ma gli altri lettori?
sono compatibili con la democrazia?. Mah c Anche qui, non mi sembra che
da non dormirci la notte Vorrei comunque ras- ci sia ragione di temere. In edi-
sicurare Galli della Loggia. Per quanto mi ri- toria credo si debbano avere
guarda, la democrazia formale il pi desidera- poche regole, ma inflessibili. La
bile sistema politico oggi. E considero una vera prima (almeno per me) quella
iattura (fra le numerose del nostro tempo) che essa di non considerare mai i propri
incontri tanto gravi ostacoli per attuarsi. Esiste lettori degli sciocchi.
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Sulle macerie della sinistra


Francesco Erbani, la Repubblica, 2 agosto 1994

Ma lAdelphi di destra? Messo in questi termini il Centra, perch lAdelphi ha in-


quesito appare brutale. Ma circolato in occasione telligentemente prosperato sulle
della pubblicazione di Lon Bloy e di altre scelte macerie della sinistra, arrivando
compiute da Roberto Calasso, scelte sempre ispirate a forme di vera colonizzazione
a una concezione sofisticata della cultura e delledi- culturale. Non le sembra un po
toria, volutamente sottratta al corso della storia, ma eccessivo, si sempre parlato di
non per questo esente dalla polemica pi spiccia. una dittatura della sinistra E
Talvolta volutamente, talaltra no. La questione non come definire altrimenti lamore
vuole risolverla in maniera schematica neanche un scoppiato a sinistra per autori
anticalassiano di vecchia data come Alfonso Berar- come Martin Heidegger, Ernst
dinelli, professore di Letteratura italiana a Venezia e Jnger o Carl Schmitt, un amore
pamphlettista di riconosciute doti. Il catalogo Adel- dagli aspetti penosi e provin-
phi prestigioso e negli ultimi tempi si arricchito ciali?. Ma Adelphi non ci ha
di titoli di indiscutibile valore dice Berardinelli il messo nulla di suo, ha solo sfrut-
problema nel profilo dinsieme che la casa editrice tato le difficolt altrui? In molte
ha assunto da quando, a partire dalla seconda met scelte di Adelphi, viste attraverso
degli anni Settanta, la sinistra stata incapace di esa- i saggi di Calasso, si pu intrave-
minare criticamente la propria storia culturale, di ri- dere un profondo disprezzo, in
vederla, indebolendo s stessa, quasi vergognandosi parte fondato, in parte dogma-
di s stessa. Scottata da molti eventi (dal terrorismo tico, della cultura di sinistra,
alla crisi dei rapporti con lEst), la sinistra diventata quasi come se sinistra e stupidit
snobistica, si voluta mostrare spregiudicata, arri- coincidessero e come se non ci
vando a privilegiare anche autori di destra. In taluni fosse una stupidit di destra. Ca-
casi si assistito a un entusiasmo ridicolo. Mi scusi, lasso fa la tara ai suoi autori, li
Berardinelli, ma questo cosa centra con lAdelphi? astrae dalla loro vicenda terrena,
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Oblique Studio

li condensa in una quintessenza stilistico-spirituale che culturale, ideologica, non stretta-


li deforma, ha unidea un po kitsch della genialit. Que- mente politica. LAdelphi ha col-
sto, a mio avviso, evidente nel modo in cui, ad esem- tivato un suo filone irrazionali-
pio, viene offerta Simone Weil. Il punto che se la sini- stico, in ogni caso ha stampato
stra continuer cos, Adelphi pubblicher anche autori che nessuno pubblicava
Gramsci, privato, per, della sua storia. Che il pro- dice Cases. Questo condivisi-
blema non sia Adelphi di destra o no, convinto anche bile o meno, ma un fatto indi-
Cesare Cases, decano dei germanisti e dunque esperto scutibile: si tratta spesso di autori
della tradizione culturale cui preferibilmente attinge che poi sono stati utilizzati o
leditore milanese. Calasso non ha niente a vedere, per- sbandierati dalla destra, quando
sonalmente, con la destra, ma ritiene che nel pensiero non proprio pensatori fascisti
della destra non tutto sia da macero. una direttrice come Carl Schmitt.

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Adelphi, agenti del diavolo?


M.B., La Stampa, 4 dicembre 1994

Neopagani, neognostici, affiliati del demonio: c sia in quelli della sinistra exco-
una casa editrice in Italia che ha fra le sue tradizioni munista per far prevalere un eso-
anche quella dellanatema (subto). Una casa editrice terismo magico, non materialista,
che puzza di zolfo, nonostante il suo nome gentile: caro ai radical-chic liberali e li-
Adelphi. Puzza di zolfo per la destra cattolica, e bertini presenti tanto nel mondo
qualche volta anche per la sinistra. Va detto che, a accademico quanto in quello fi-
intervalli regolari, i suoi perfidi propositi vengono nanziario. Naturalmente lammi-
smascherati. Poi la telenovela ricomincia. Lul- nistratore delegato Luciano Fo e
tima puntata arriva fresca fresca per agenzia: lAres, il direttore Roberto Calasso pos-
una casa editrice milanese considerata vicina al- sono contare su complici sciagu-
lOpus Dei, sta per lanciare un libro di Maurizio rati: come Elmire Zolla e Sergio
Blondet, vaticanista dellAvvenire, dal perentorio ti- Quinzio, o il filosofo e sindaco di
tolo Gli Adelphi della dissoluzione. Le oltre 260 pa- Venezia Massimo Cacciari. Guar-
gine sarebbero state scritte per smascherare gli da chi si rivede: proprio gli stessi
obiettivi inconfessabili della casa editrice. Eccoli: posti allindice nel gennaio scorso
una strategia culturale indirizzata a far irrompere da Pierangelo Vassallo, animatore
le forze irrazionali nel panorama culturale italiano di un gruppo tradizionalista cat-
per un desiderio sfrenato di dissoluzione: per rag- tolico genovese, direttore di Studi
giungere questi scopi verrebbero pubblicati, reinter- vichiani ed ex collaboratore di Re-
pretandoli da sinistra, autori come il nichilista novatio, la rivista del cardinal Siri.
Nietzsche, liniziatico Gunon, il cattolico Bloy, Ora gli farebbe eco, aggiungono
dando inoltre spazio a libri riguardanti i riti di Dio- le agenzie, anche Cesare Cava-
niso e a testi magici e religiosi dellOriente. Quel ca- lieri, direttore di Studi cattolici.
talogo una congiura (demoplutomassonica?): cerca LAdelphi? Una presenza lucife-
di seminare scompiglio sia negli ambienti cattolici rina, la coda del diavolo. La bat-
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Oblique Studio

taglia di Blondet piacer certamente al deputato mis- libro di Lon Bloy Dagli Ebrei la
sino genovese Francesco Marenco, autore nel maggio salvezza. Ma, potenza delle coin-
93 di uninterrogazione parlamentare contro Calasso cidenze, i primi furono gli ultra-
e Zolla (sempre loro), accusati di aver esaltato lo stu- sinistri di Controinformazione, la
pro e lesperienza dellorribile in una trasmissione te- rivista dove le Brigate rosse face-
levisiva. Buon per lui, Blondet non solo: e per ac- vano pubblicare i loro scritti. Era
chiappare la coda del diavolo preferibile essere il 79, quando usc un lungo sag-
numerosi. Lunico problema sar non fare confu- gio sullAdelphi: Controrivoluzione
sione, perch anche da sinistra i segugi antiAdelphi culturale e guerra psicologica. Le
non mancano. Lultimo, con ben altri argomenti, avanguardie della dissoluzione. Dis-
stato il filologo Cesare Segre, che aveva accusato la soluzione. Blondet non ha inven-
casa editrice di antisemitismo per la pubblicazione del tato niente.

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Anche un buon cristiano


nel catalogo maledetto
Sergio Quinzio, Corriere della Sera, 8 dicembre 1994

Le interviste telefoniche, sempre affrettate, sono ri- inveterato complesso dinferiorit


schiose anche quando gli intervistatori sono corretti. reagisce accusando. Blondet (non
Cos capitato che, in Avvenire di domenica, mi sia uomo brillante come mi si fa
stata attribuita una frase nella quale non mi ritrovo: dire, ma giornalista estroso e
E dire che io Calasso lo conosco abbastanza poco, i anche troppo intraprendente) ha
miei legami pi forti sono semmai con Luciano bisogno di polemizzare, e non
Fo. Il discorso da fare , comunque, un altro. Lac- solo in questa circostanza. Ma io
cusa scagliata contro leditrice Adelphi dal giornalista rendo doverosamente la mia te-
proprio di Avvenire Maurizio Blondet mi ha coin- stimonianza a favore degli Adel-
volto in quanto autore adelphiano dichiaratamente phi. I miei primi rapporti con
cattolico. Nel suo libro Gli Adelphi della dissoluzione loro sono addirittura antecedenti
laccusa alleditrice , addirittura, di essere la mani- alla pubblicazione del loro primo
festazione pubblica di una confraternita segreta che libro, allinizio degli anni Sessanta
ha come scopo lo scatenamento delle forze pi tene- venne a cercarmi a Roma, quando
brose al servizio della distruzione: contro la Chiesa, ero un tenente della Guardia di fi-
massimo nemico di questo criminale disegno di- nanza privo di qualunque titolo,
struttivo. unaccusa strabiliante, credo, per tutti, ma Bobi Bazlen, considerato devo
per me che conosco gli Adelphi da trentanni , piut- dirlo, anche immodestamente
tosto, divertente. I cattolici sono spesso preda, pur- uno straordinario scopritore di
troppo, dellossessione del complotto. Invece di talenti. Mi chiese se avevo un
prendere sul serio mezzo millennio di cultura mo- libro da dare a uneditrice che
derna che si venuta sempre pi allontanando dalla stava per iniziare lattivit. Bazlen
tradizione religiosa, anzich affrontare il problema aveva letto un mio precedente
di una dilagante apostasia, si illudono di spiegarsi la libro stampato, a mie spese, da
cosa come frutto di macchinazioni. Solo chi ha un Guanda, e i miei articoli su Tempo
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Oblique Studio

presente, la rivista di Silone e Chiaromonte. Nessun


sentore di anticristici complotti. I miei primi rapporti
furono con Luciano Fo: Roberto Calasso era, allora,
poco pi che ventenne. La mia gratitudine va perci a
entrambi, che mi aprirono le porte accogliendomi con
rispetto, lealt, stima, amicizia, ricambiati da parte
mia con gli stessi sentimenti. Fu Calasso a dirmi, sulla
base di poche decine di pagine di commento biblico
che gli avevo mandato, che lAdelphi era disposta a
pubblicare, a scatola chiusa, anche mille pagine (usc
infatti, poi, Un commento alla Bibbia, di pi di otto-
cento). Naturalmente si pu pensare che io sia stato
una pedina inconsapevole, il cui cattolicesimo (aber-
rante come scrive Blondet) stato perfidamente
usato; ma io non ne ho mai avuto il sospetto. Comun-
que, la vera questione unaltra. di decidere se il ca-
talogo dellAdelphi consente e giustifica le accuse del
giornalista di Avvenire e di Studi cattolici, la rivista
dellOpus Dei (evidentemente, Blondet deve inten-
dersi di oscure confraternite). In realt, il catalogo
Adelphi aperto in tutte le direzioni della cultura,
dalla letteratura mitteleuropea ai grandi testi cinesi e
indiani, dai pensatori religiosi russi come Rozanov e
estov alle teorie scientifiche pi audaci, dalla narra-
tiva contemporanea delle pi diverse tendenze alla fi-
losofia e alletnologia. Lesoterismo rientra in questo
ben pi vasto quadro. I cristiani sono poco rappresen-
tati? Sono rappresentati in proporzione non minore
di quella della loro reale presenza nella cultura con-
temporanea. LAdelphi ha pubblicato, sono solo al-
cuni esempi, Kierkegaard, forse il massimo testimone
della pi coerente fede biblica nella cultura moderna,
santa Maria Maddalena de Pazzi a cura del france-
scano Giovanni Pozzi, Ren Girard, un cattolico che
vede nei Vangeli il consumarsi della primordiale vio-
lenza sacrificale, Lon Bloy, di cui tutto si potr dire
ma non che sia un cristiano paganeggiante. E infine
ha pubblicato anche me, che, come la mia lunga storia
personale dimostra, non sono certo disposto a conce-
dere nulla sul terreno della pi radicale fede cristiana
sine glossa.

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Adelphi, fine di unepoca?


Mirella Serri, La Stampa, 22 marzo 1996

stata per anni la casa editrice pi riconoscibile. Le co- di uscita clamorosa ne fa unaltra. Ab-
pertine di Adelphi hanno rappresentato per pi di un bandona la casa editrice di Calasso e
ventennio quasi uno status symbol. Non cera raffinato di Fo. Un evento quasi inimmagina-
intellettuale o signore in carriera un po snob che non si bile: infatti il legame tra leditrice del
vedesse in giro con uno di quei volumetti dai tenui colori Tao t ching e dellI Ching. Il Libro dei
pastello sotto al braccio. Leditrice che ha pubblicato Mutamenti e il raffinato esperto di fi-
Nietzsche, Benn, Groddeck, Morselli, Simone Weil, Jn- losofie orientali appariva cos forte e
ger, Schnitzler e Brodskij, creata per volont di Roberto cos pieno di interessi comuni Ca-
Calasso e di Luciano Fo, ha sempre avuto un marchio lasso ha quasi terminato un suo
estremamente visibile nel firmamento degli editori ita- nuovo libro sullIndia da non far
liani. Ma la sua stella brilla ancora intensamente o si un nemmeno supporre la possibilit di
po appannata negli ultimi tempi? Sin dalla sua nascita un divorzio. Invece il narratore e sag-
lAdelphi ha riscoperto autori dimenticati o lasciati in gista ha preferito fuggire verso il lido
purgatorio perch considerati di destra. Ha lanciato pro- della Mondadori con lultima opera
vocazioni, spesso ha fatto arricciare il naso ai benpensanti che uscir a settembre. Come mai?
di sinistra (una delle ultime diatribe stata a proposito Non ho un vincolo feudale con nes-
della pubblicazione dello scrittore antisemita Lon Bloy). suno osserva Zolla si tratta di un in-
Con buona pace dello snobismo, oggi lAdelphi ha con- sieme di motivazioni. Ma non c
quistato fette sempre pi larghe di pubblico, santifica nessuna frattura n di tipo personale
e offre autori di massa come Georges Simenon. Eppure, n culturale. A guidare le scelte del-
ironia della sorte, proprio mentre una cultura della destra lAdelphi c oggi come nel passato la
in Italia alza la testa e fa sentire la sua voce, la seducente personalit di Calasso che ne deter-
editrice perde colpi. Ha scritto, pubblicato da Adelphi, mina gli orientamenti. Per anche
Uscite dal mondo lo studioso orientalista Elmire Zolla e un altro autore di punta ha fatto la
adesso la notizia stata data proprio ieri dalla Stampa valigia: Paolo Maurensig, esordiente
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Oblique Studio

romanziere adelphiano baciato dal successo soldi. Il mio primo libro fu pagato una miseria,
con il primo libro, La variante di Lneburg. Se un milione e mezzo. La letteratura della Mit-
ne va via attirato anche lui dalle sirene della teleuropa stata uno dei grandi fondi di inve-
Mondadori dove pubblicher alla fine del- stimento dellAdelphi che ha portato alla luce
lestate Canone inverso. Che succede? Motivi e fatto amare tanti autori dellex impero au-
complessi afferma cauto lo scrittore forse il stroungarico. Forse questa fonte si essiccata?
mio abbandono nasce proprio dal timore che il No, per nulla, n per Adelphi n per altri edi-
tempo avrebbe potuto rovinare il rapporto con tori osserva Claudio Magris ci sono scrittori
Calasso, che consideravo di una perfezione della Mitteleuropa assolutamente notevoli
assoluta. Comunque la scuderia delleditrice pubblicati non solo da Adelphi ma anche da Ma-
milanese non ricchis- rietti, Bompiani o e/o, che
sima di nuovi narratori sono stati tradotti solo in
italiani. Lultimo nome parte o non sono stati
individuato dagli adel- interamente assimilati.
phiani, quello dellesor- Per esempio Georg Saiko,
diente Edgardo Franzo- scrittore notevolissimo
sini con il suo Raymond che si ispirato a Joyce,
Isidore e la sua cattedrale, Faulkner, Broch. Oppure
per esempio, ha mo- Albert Gtersloh, una
strato non essere allal- specie di Musil cattolico. E
tezza del brillante Mau- poi, ancora da scoprire, ci
rensig. Anche lo scrittore sono tanti capolavori della
Aldo Busi, scoperto da letteratura yiddish, come
Calasso e immediata- Mendele Mokher Sefo-
mente diventato un rim con dei libri bellissimi
caso tra i pi interessanti quali I viaggi di Beniamino
della letteratura italiana terzo e Sholem Aleichem,
degli ultimi anni, dopo la un autore molto amato da
pubblicazione del primo Primo Levi. E gli adel-
romanzo Seminario sulla phiani abbandonati dai
giovent, se ne and al- loro autori come reagi-
limprovviso. Cosa pensa scono? Sono abbandoni
della casa editrice che lo ha lanciato? Oggi i fisiologici assicura Fo. Zolla andato da
tempi della grande Adelphi sono finiti. Se fossi Mondadori perch ha scritto un libro pi
un editore non mi preoccuperei certo se Zolla adatto a quella casa editrice. Con Maurensig ab-
se ne va perch non credo raggiunga cifre da ca- biamo avuto unaltalena di ripensamenti, ma
pogiro. Ma se mi dice addio Maurensig, allora poi lui stato attirato da una sostanziosa offerta
s che comincerei a farmi delle domande su che economica; non mi pare che vi sia unaltra casa
cosa ho sbagliato. Devessere successo a lui editrice che ci assomigli, la voglia di provoca-
quello che capitato a me. Calasso gli deve aver zione, di essere diversi continua ad animarci
detto: A te diamo la gloria e noi ci teniamo i come sempre.

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Avvenire attacca anche Calasso,


un cattivo maestro
Orazio La Rocca, la Repubblica, 9 gennaio 1997

Di chi la colpa se si torna a uccidere persone inno- Cavalleri porta ad esempio un


centi lanciando sassi dai cavalcavia? Secondo il quoti- passo di un libro di Danilou del
diano dei vescovi, Avvenire, colpa ovviamente di chi 1985: Latto di uccidere un atto
lancia le pietre, ma anche di quei cattivi maestri, in responsabile che deve essere com-
particolare scrittori e pensatori, a cui gli assassini si piuto come un rito lo stesso per
ispirano. Tra i maggiori indiziati, litaliano Roberto il sacrificio umano. Se vogliamo
Calasso e il francese Alain Danilou. Laccusa di uno evitare guerre, cataclismi, eca-
degli editorialisti del quotidiano cattolico, Cesare Ca- tombi, dobbiamo offrire agli di
valleri, che membro dellOpus Dei, titolare sul gior- delle vittime. Non sono parole di
nale Cei di una rubrica di cronaca e religione. Non un esaltato isolato, commenta Ca-
la prima volta che Calasso viene cos violentemente valleri rientrano nel filone di un
attaccato da Cavalleri. In un articolo dell11 settembre pensiero iniziatico che in Italia
scorso, Laborto e il ghigno di Satana, lo scrittore validamente rappresentato, per
viene addirittura indicato dal giornalista membro esempio, da Roberto Calasso che
dellOpus come uno dei principali ispiratori della le- nel suo libro La rovina di Kasch e
galizzazione dellaborto nella cattolicissima Polonia. nel pi recente Ka (entrambi editi
Ieri Cavalleri ritornato alla carica, inserendo Calasso da Adelphi) teorizza il sacrificio
tra i pensatori che, tramite i suoi libri, ispirerebbe umano come fondativo della so-
indirettamente, attraverso la creazione di un certo ciet. Scrittori come Danilou e
modo di pensare, gli assassinii dai cavalcavia. Ardita e Calasso, secondo Cavalleri, hanno
ossessiva lanalisi delle colpe, che secondo Cavalleri nostalgia del sangue e propongono
vanno individuate in una certa letteratura priva dei la regressione a unet pagana, pre-
valori cristiani che farebbe presa sugli anonimi lan- cristiana, in cui il sacrificio vio-
ciatori di pietre. Tesi che traspare fin dal titolo, Quel lento ha un ruolo fondamentale.
rito neopagano dei sassi. Per avvalorare la sua analisi, Lanciatori di sassi e nuovi gnostici
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Oblique Studio

per il seguace dellOpus Dei rientrano in un comune sbrigativamente, allopera di Sa-


modo di pensare che si diffonde a pi livelli: salottieri, tana. E il giornale della Cei, in
colti, oppure divulgativi e rozzi. Attenti, dunque, a questi modo singolare, per la seconda
pensatori che Cavalleri non esita ad affiancare, molto volta rilancia questi attacchi.

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Ma gli gnostici non tirano le pietre


Cesare Medail, Corriere della Sera, 10 gennaio 1997

Incredibile, mi lascia senza parole: come se tutta precristiana in cui il sacrificio


lantropologia moderna, da Frazer a Girard, ve- violento ha un ruolo fondamen-
nisse criminalizzata per la violenza nel mondo tale. E qui sta lipocrisia intel-
moderno: cos Elmire Zolla si esprime a propo- lettuale: come dire, quelli non
sito di un articolo uscito sullAvvenire col titolo ammazzano perch leggono voi,
Quel rito neopagano dei sassi, in cui il giornali- ma sono le vostre letture che li
sta dellOpus Dei Cesare Cavalleri, direttore di inducono ad ammazzare perch
Studi cattolici, rinnova i suoi attacchi a Roberto Ca- sono allorigine di ogni violenza.
lasso, stavolta in compagnia di Alain Danilou, uno Anatema, dunque, verso chi fre-
dei maggiori orientalisti di questo secolo, scom- quenti i miti e i riti del mondo
parso due anni fa. Cavalleri estrapola tre righe di antico, soprattutto se c di
Danilou (Latto di uccidere un atto responsa- mezzo il sangue: bruciamo i
bile che deve essere compiuto come un rito; lo libri dove lantropologo, il mito-
stesso per il sacrificio umano) dal volume La logo, lo storico delle religioni o
fantasia degli di e lavventura umana; poi le collega semplicemente lo scrittore si
al pensiero iniziatico italiano rappresentato da avventuri tra i significati del sa-
Roberto Calasso che nei suoi libri La rovina di crificio come fondamento della
Kasch e nel pi recente Ka teorizza il sacrificio regalit, dello Stato o altro.
umano come fondativo della societ; infine, con Basta solo che se ne parli in un
acrobatica evoluzione, lega il tutto ai sassi dai ponti. saggio e scatta listigazione a de-
Ma Cesare Cavalleri furbo: dice subito di non so- linquere. A prima vista, la gros-
stenere che quei criminali lanciano i sassi dai caval- solanit e la stravaganza del-
cavia perch leggono Calasso e Danilou, ma poi lanatema (che fa seguito ad altri
aggiunge che i nuovi gnostici hanno nostalgia del assalti a Calasso accusato in set-
sangue e propongono la regressione a unet pagana, tembre, sempre da Cavalleri, di
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Oblique Studio

Blondet (editore Ares). Ma El-


mire Zolla si chiede se le pu-
gnalate a freddo di Cesare Ca-
valleri non siano perseguibili
penalmente: e forse andranno
veramente in tribunale. Zolla,
comunque, non sottovaluta
lepisodio: Il fatto non sar rile-
vante sul piano culturale ma
sul piano politico temo che lo
sia. Mi domando chi ci stia
dietro. Questo giornalista
nellOpus Dei da sempre, vuol
dire che gode piena fiducia: e
non credo che agisca in senso
contrario ai poteri, anche eco-
nomici, facenti capo a quellor-
ganizzazione. In pi, questa
volta, il fatto ancora pi grave
perch scrive sul giornale della
Cei: ci che dice, insomma,
dovrebbe essere condiviso dai
vescovi italiani!. Se lesercita-
zione di Cavalleri su riti pa-
gani, nuovi gnostici e sassi dai
ponti, fra furori e livori, ha un
merito quello di portare lat-
tenzione su testi di alta cultura.
Oltre a Ka di Calasso, proprio
in questi giorni uscito da Red
un testo fondamentale dello
stesso, esecrato Alain Dani-
lou, Miti e di dellIndia, un
viaggio nel sistema mitico-re-
ligioso dellinduismo, presen-
tato come occasione per ri-
ispirare gli abortisti polacchi!) non meriterebbero flettere sul significato e sul
disquisizione. Fra laltro storia vecchia: il pi viru- valore profondo del divino.
lento e denigratorio attacco alla casa editrice di Ca- Peccato per Cavalleri, ma lIn-
lasso venne proprio da un libro pubblicato da Caval- dice un ricordo: per colpa
leri, Gli Adelphi della dissoluzione di Maurizio della Chiesa.

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Adelphi:
chi ha paura della banda gnostica
Guido Ceronetti, La Stampa, 14 febbraio 1997

Se non sbaglio, lAdelphi nacque come frutto eretico abbia letto e legga molti libri acqui-
da una secessione, da un piccolo scisma, nel nome sta potere: quelli che non leggono
controverso di Nietzsche il monumento adelphiano ne ricevono luoghi comuni subli-
voluto da Luciano Fo rompendo con lancoraggio minali e robusti colpi in testa. Con
marxista e lirriducibile illuminismo e razionalismo i libri dellAdelphi questa linea
dellEinaudi. Fin da subito si segnal come rifugio non retta si spezza: attirano special-
rassegnato a restare passivo di pensiero contrario alla mente chi incline a un sapere di-
cultura laica e religiosa dominante, al progressismo sinteressato, che non cerca din-
politico; volle essere, ed tuttora, una cittadella di ac- fluenzare altri, che salva chi lo
cesso non facile, con poteri estesi e settatori sparsi do- possiede. I loro contenuti non sono
vunque, una specie di Alamut del centro storico mila- noiosi, ma escludono la facilit.
nese, incruenta ma non inerme, unattiva centrale Resta che nessun tipo di sapere
eretica incontestabilmente. Con un capo ismaelita a innocuo e che lalbero della cono-
farne la legge, il cui pugnale polemico temuto: Ro- scenza uno psicofarmaco che
berto Calasso. Non voglio fare un elenco, qui, dei suoi modifica sempre la personalit.
meriti culturali. Serve piuttosto illuminarne qualche Lelemento satanico di profondit
peculiarit, ora che leditrice stata presa a bersaglio questo: sia pure il tuo sapere disin-
dallintegralismo cattolico e dai pubblicisti dellOpus teressatissimo, lattiva frequenta-
Dei come raffinata, insidiosa congrega satanica. La zione di libri ti offre il possesso di
questione del potere va posta. Il potere editoriale (di questo mondo e il mondo sono
mettere in campo idee, di pubblicare o di escludere le Tenebre Lentrata del labirinto.
dalla pubblicazione) non da poco; costruito sulle Bisogna dirlo a tempo ho letto
esaltazioni e le perversioni dellIo-che-scrive per tutti i libri, per ritrovare lentrata
forza ambiguo: agita le menti, calamita ambizioni in- del labirinto, e mai rimpiangere il
sensate. In una nazione che legge pochissimo, chi non letto perch quello che non
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Oblique Studio

hai letto non era stato scritto per te. Anni fa, tradotti. La ragione non soltanto stilistica.
io stesso avevo parlato di banda gnostica, Nelle mie versioni veterotestamentarie non
quasi tutta arroccata, tra morti e viventi, c la fasciatura cristiana, n la kippah ebraica
nellAlamut adelphiana, e io non sempre so tradizionale, n un esoterismo dei tanti,
bene quello che dico, mi lascio trascinare mentre uninfiltrazione eretica dualista, tra
dalla parola, ma ero lucido nel riconoscere passione e diffidenza per la stessa parola bi-
un nocciolo gnostico come il centro pul- blica (rigettata dove non rigetta il mondo)
sante di unattivit editoriale in nessun mo- discernibile, se uno voglia darsi la pena di
mento distratta, indifferente a quel che scrutarle. N trascurabile (la vita vissuta non
importa al pensiero o portata a trascurare centra per poco, non sono astrazioni) una ri-
questo per il guadagno e le copie. Il fonda- cerca personale di salvezza attraverso la pa-
mento invisibile di questa ormai lunga edi- rola (che sia biblica o non biblica: la parola),
ficazione editoriale appare essere una ri- senza nulla di quel che comunemente chia-
cerca di salvezza per mezzo della mato (in senso per niente biblico) fede. (La
conoscenza manifestata nei libri. Se c un fede biblica non un credere, non c nep-
piano (c, probabilmente, ma meno conscio pure una dottrina in cui credere). Se questo
di quanto si possa credere) di aprire la pub- pu dirsi gnosi, le mie sono versioni gnosti-
blicazione soltanto a pellegrinaggi orientati che, ma non fissiamoci sulle parole Non ci
di salvezza, chiudendola alla massa pre- pensavo affatto, tuttavia ho agito da media-
mente di quel che non centra, al romanzo tore, perch le Scritture veterotestamentarie
vile, alle collane generiche di lasciare dei (e neppure le cristiane) non sono adelphiabili.
tracciati che possano diventare vie. La banda La conoscenza biblica che la Chiesa oggi in-
gnostica esiste davvero, senza speciali segni coraggia e promuove di altro tipo. Anche
di agnizione tra adepti n riti comuni. Molti, nel linguaggio adottato, non cerca di emulare
ignorati, vi appartengono. Le gnosi settarie, o di surrogare, del suono biblico, il grido. Per
materia di Introvigne, non credo abbiano quel che ne so, le mie versioni, einaudiane o
per faro la Biblioteca Adelphi. Tuttavia, un adelphiane, non sono n accolte n respinte.
libro non una vestale, va a letto con chiun- Io me ne sto da parte, con pochissimi uditori.
que anche Jung, anche Corbin, Heidegger, Mai pensato di spiantare la Chiesa e la sua
Schopenhauer, e Nietzsche pi di tutti Per- dottrina. Se il cardinal Martini pigliasse in
ch mai sar entrato io, circa venticinque mano il mio Giobbe, Adelphi non ci trove-
anni fa, dopo pi di dieci anni di lavoro per rebbe proprio nulla di pericoloso. La pena
lEinaudi (del resto non abbandonata, radice, di tutti, la malattia comune: la ricerca e lof-
un altrove necessario), nellAdelphi? Per aver ferta dei rimedi sono pi duna. Il senso del-
fatto sgocciolare gnosi nelle mie prime ver- lirrimediabile sentimiento trgico de la vida
sioni bibliche? Ecco, questo mi pare di poter sotto qualunque simbolo. La croce catara e la
dire: un altro modo, unaltra techne, perfino croce dei crociati stanno insieme in pace, nei
unerudizione specifica ben superiore alla cimiteri dellAude. Le certezze assolute, che
mia, non sarebbero stati adatti a formare un convertono e pervertono, in questa Casa ere-
testo biblico edito dallAdelphi, che infatti ha tica, pur nella coerenza del profilo e delle
pubblicato i miei soltanto e finch io ne ho scelte, mancano. Tuttavia autori radicalmente

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Adelphi Editoria dallaltra parte

eretica delle schegge di luce esiliate


nella Materia, sperdute nellEnte,
che il Verbo (che non ha un solo
volto, n ha mai abitato in unepoca)
ha la missione di recuperare, strap-
pandole alle tenebre, e di ricondurre
allunit originaria. Nel qui e ora, e
nei limiti di unimpresa apparente-
mente commerciale e culturale,
delle schegge di luce luccioleggianti
sparsamente in forma di libro un
Editore va in cerca, per metterle in
salvo in una biblioteca trascendente,
in cui autori ed epoche si dissolvono
nellunit ritrovata. Laspirazione in-
conscia, il rovello segreto, alchemico,
la composizione libro su libro
del Libro unico, assoluto, androgino,
voce di voci vac. Lidea dello spirito
lacerato, disperso nella Materia,
una forma di pensiero che, oggi,
assolutamente necessario risusci-
tare: lo scriveva Simone Weil in una
lettera, il 23 gennaio 1940. Tra le
schegge pi luminose. Questo, per
lintegralista, per lottimista biolo-
gico, pu essere, pu tornare a es-
sere, satanico Non rifiuto questo
vecchio aggettivo, ma credo vada
adoperato, pi intelligentemente,
altrove. Tra le schegge pi luminose
recuperate dallAdelphi in tanti anni
scettici come Michelstaedter e Rensi si trovano insieme, di palombarismo e ricerca sotto-
nel catalogo Adelphi, con le ortodossie atipiche di Lon marina vale la pena ricordare Alce
Bloy, di Sergio Quinzio. Non si tratta di tolleranze di di- Nero parla, gli scritti di Cristina
versit spirituali, messe in convivenza ecumenica, quanto Campo, le mirabili Lettere spirituali
di una determinazione che ha del feroce (caratteristica di di Giuseppe Rensi e la sua fortis-
Calasso) a non perdere nessun appuntamento con del sima Filosofia dellassurdo. E breviari
pensiero vagante, isolato, perso o dimenticato, che possa di vita come le 101 storie Zen, testi-
gnosticamente rappresentare una via di salvezza. In lon- monianze di santit come Il dottor
tananza astrofisica sintravede quella tentatrice dottrina Semmelweis di Cline.

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Adelphi e i balilla dellOpus Dei


Paolo Mauri, la Repubblica, 27 marzo 2001

La vicenda Cuccia, la storia del grottesco e inquietante det per tutto il libro e lammicco
rapimento della salma del finanziere di Mediobanca, ha serve appunto a insinuare (tra gli
riaperto unaltra storia grottesca e inquietante che da altri libri di Blondet figurano Com-
qualche anno si trascina e di tanto in tanto riaffiora. La plotti I, Complotti II e Complotti III).
storia di un complotto, del presunto complotto che ve- Che altro significherebbe, se no, il
drebbe e avrebbe visto in passato associati, ai danni della dire che il riservatissimo Cuccia an-
Chiesa cattolica, Roberto Calasso, Massimo Cacciari, dava a messa ogni mattina e magari
Sergio Quinzio, Elmire Zolla e altri ancora, pi o meno amava anche la messa in latino?
direttamente vicini alla casa editrice Adelphi, ma con Ecco che, senza dirlo, nel caso di
laggiunta di personaggi di spicco provenienti dal Cuccia la frequentazione alla messa
mondo dellalta finanza laica come Cuccia, appunto e viene equiparata a un gesto quasi
Raffaele Mattioli. Prova del complotto e dellambiguit satanico. E comunque sospetto.
di Mattioli, che per tutta la vita fu al fianco dei movi- Quando tutto deve tenere si pu in-
menti politici laici, a cominciare dal Partito dazione, sa- sinuare qualunque cosa, nello stile
rebbe il fatto che volle essere seppellito nel cimitero an- usato a suo tempo con i Protocolli dei
nesso allabbazia di Chiaravalle in unantica tomba che Savi di Sion un falso dalla lunga sto-
aveva ospitato leretica medievale Guglielma la Boema ria, come ha mostrato di recente
e che era stata in seguito svuotata per ordine dellInqui- Cesare G. De Michelis, ma un falso
sizione. Questa ammiccante notizia viene fornita con di- purtroppo ben sfruttato. Nella po-
versi particolari in pi da Maurizio Blondet, giornalista stfazione, per restare in tema di in-
del Giornale e poi dellAvvenire, nel suo libello Gli Adel- sinuazioni, Blondet attribuisce il si-
phi della dissoluzione uscito nel 1994 presso le edizioni lenzio dei tre maggiori quotidiani
Ares e giunto ormai alla terza edizione, grazie anche alle italiani sul suo libello a evidenti
polemiche che nel tempo ha contribuito ad alimentare. connessioni tra la propriet dei me-
Lammicco daltra parte il modo di procedere di Blon- desimi e Mediobanca, ma maggior-
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Adelphi Editoria dallaltra parte

mente gli brucia il comportamento di Avve- Adelphi e in parte lo ha fatto, per esempio con
nire che ospita interventi di Franco Cardini e Sanguineti, ma nella sostanza c un abisso.
di Enzo Bianchi. Cardini si professa amico di Tra dire e fare, dunque sta anche questa volta
Blondet ma si riconosce culturalmente nella la differenza. Nel 97, quando accadde lepiso-
cifra gnostica di Calasso, Cacciari, Quinzio. dio dei sassi lanciati dal cavalcavia di Tortona,
Diverso invece (sempre su Avvenire) il punto un intellettuale cattolico, Cesare Cavalleri, di-
di vista di Massimo Introvigne, antropologo rettore della rivista Studi cattolici e collabora-
del sacro e studioso delle nuove sette. Introvi- tore dellAvvenire non esit a indicare in Ca-
gne si schiera con Blondet e trova addirittura lasso una sorta di mandante morale di certi
ovvio che sia in atto una strategia culturale gesti delittuosi e irresponsabili. I nuovi gno-
diretta contro la Chiesa, contro la sua presenza stici scrive Cavalleri hanno nostalgia del san-
culturale e politica, contro i valori anche na- gue e propongono la regressione a unet pa-
turali di cui portatrice. Da una prima fase gana, precristiana, in cui il sacrificio violento
umanista e razionalista, questa strategia pas- (e lorgia sessuale che generalmente lo accom-
sata a una terza fase ideologica (principal- pagna) ha un ruolo fondamentale. Sarebbe
mente marxista) e ora a una quarta fase neo- delirante sostenere che quei criminali lan-
gnostica, nichilista e magica. Insomma, ciano i sassi dal cavalcavia perch Calasso e
secondo Introvigne non vi sarebbe nulla di compagnia brutta hanno scritto certe cose. Ma
strano se esistesse davvero una sorta di gruppo entrambi cio i lanciatori di sassi e i nuovi
di potere dedito a riti arcaici, magari sangui- gnostici rientrano in un medesimo tat desprit,
nosi e/o orgiastici facente capo agli intellet- cio in un comune modo di pensare che si
tuali vicini a Adelphi. E, cito sempre dalla po- diffonde a pi livelli: salottieri, colti, oppure
stfazione di Blondet, si richiama il caso di un divulgativi e rozzi. Lo scritto di Cavalleri
suicidio collettivo messo in opera dalla setta dell8 gennaio del 1997. In unintervista sulla
denominata Tempio Solare tra il 4 e il 5 otto- citt di Milano apparsa su questo giornale nel
bre 1994, setta cui appartenevano dirigenti di marzo dello stesso anno, Guido Rossi dice a
multinazionali, grand commis di ministeri ca- Federico Rampini: in crisi anche il ruolo
nadesi, dame dellalta societ ginevrina: suici- della Chiesa. Un tempo la diocesi aveva un
dio accompagnato dallo smembramento ri- forte controllo del territorio attraverso le par-
tuale di un bambino. Non il solo ad aver rocchie e le attivit sportive delloratorio. Ma
accolto la tesi complottista come probabile. adesso a Milano la Chiesa s persa. Ce ne sono
Daltra parte Blondet dichiara che suo scopo almeno tre: quella del cardinale Martini,
era essenzialmente quello di indurre gli intel- quella di Comunione e liberazione, e infine la
lettuali a prendere coscienza, senza per questo patetica nuova santa inquisizione dellOpus
smettere di leggere i libri Adelphi. E non c Dei e dintorni, che controlla il quotidiano
dubbio che Gli Adelphi della dissoluzione una lAvvenire e identifica Umberto Eco e Roberto
loro capacit di far breccia presso i meno av- Calasso con il diavolo. Che Calasso sia il dia-
veduti, a non guardare troppo per il sottile in- volo lo dice a chiare lettere Piero Vassallo sul
somma, ce lhanno. Persino la sinistra pi or- Tempo del 26 febbraio scorso a proposito del
todossa avrebbe potuto far proprie certe recente volume che raccoglie le lezioni di Ox-
osservazioni sul collocamento a destra di ford: Ci sono settori della destra sgangherata

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Oblique Studio

e festante, dove si nutre la convinzione che Roberto Ca- lequivoco dei vecchi termini de-
lasso sia lalfiere della controrivoluzione e il flagello del stra e sinistra. In un volumetto
materialismo comunista. Pensiero infantile e grottesco. In del 94, pubblicato anchesso da
realt, Calasso stato allievo di Taubes e Klossowski, dun- DAuria e intitolato Ritratto di una
que un limpido arnese della depravazione neopagana (e cultura di morte. I pensatori neogno-
drogastica) subita dal progressismo dopo il 68. Non la stici Vassallo scriveva a un certo
prima volta che Vassallo si occupa di Calasso: nel volume punto: Il catalogo di Adelphi ri-
Lideologia del regresso pubblicato nel 96 da un piccolo edi- specchia stati danimo che sono al
tore di Napoli, DAuria, Vassallo critica soprattutto la neo- di l del bene e del male, della de-
sinistra che si impadronita dei testi della destra e con- stra e della sinistra: la radunata
duce la propria battaglia contro i neognostici, in difesa del di tutti gli autodistruttori e di tutti
cristianesimo tradizionale. La biografia di Vassallo, in gli autosconvolti; lepilogo dellav-
calce al volume citato, racconta di una sua formazione ventura moderna, la luce com-
evoliana, di una sua adesione (dopo la caduta del governo piuta del rinascimento. Nietz-
Tambroni) ai Centri per lordine civile fondati da Baget sche e Gunon: la musica del
Bozzo con Giano Accame e Domenico Fisichella, di una futuro spenta da un incantamento
sua importante partecipazione alla rivista Renovatio del antichissimo. Babele, o cara! A
cardinale Siri, nata per combattere molte distorsioni questo punto non difficile inten-
della teologia postconciliare e affidata a Baget Bozzo me- dere la dottrina che soggiace alle
desimo. Critico ormai della dottrina fascista e dellattuali- tendenze del postmoderno, del-
smo gentiliano, oggi Vassallo, sempre stando alla sua au- la rivoluzione sessuale, dellecolo-
tobiografia, per un cattolicesimo militante senza gismo profondo.

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Una Biblioteca per la Guerra fredda


Massimo Raffaeli, Alias del manifesto, 13 gennaio 2007

Penso un editore come un creatore scriveva in un suo Faccioli. Molto sobria (anche se ta-
programma ideale Piero Gobetti. E tale sempre stata luni dicono persino avara, o reti-
lambizione di Adelphi, la cui collana baricentrica, Biblio- cente) la confezione dei cosiddetti
teca, ha da poco toccato la bellezza dei cinquecento titoli: paratesti, quelle che Genette defini-
il primo di essi, quasi uninsegna programmatica, il ro- sce le soglie di un libro: intatta la
manzo dello scrittore e pittore espressionista Alfred quarta di copertina, poche righe
Kubin e si intitola appunto Laltra parte, unopera recupe- biobibliografiche nella terza, piena
rata nella sempre da Adelphi prediletta Kakania. Da quel invece la campitura della seconda e,
primo gesto tipografico, un incipit che fece epoca e pre- se il caso, comprensiva di una nota
sto si tradusse in senso comune, sono ormai trascorse dautore; non sempre esiste un testo
due generazioni o comunque un lasso di tempo abba- introduttivo e in ogni caso leven-
stanza esteso da imporre, se non un bilancio vero e pro- tuale apparato delle note risulta
prio, almeno dei rilievi di lungo periodo insieme con la stringato, preciso ma ridotto alles-
messa a fuoco di alcune invarianti e tratti specifici. senziale. (Ci vale anche per le intra-
Intanto limmediata evidenza del progetto grafico; ti- prese pi annose e benemerite della
rato gi dallo scaffale a caso, ecco per esempio il numero collana si pensi ai Quaderni di Paul
191 della collana, Il Monarca delle Indie. Corrispondenza tra Valry, a quelli di Simone Weil e na-
Giacomo e Monaldo Leopardi, a cura di Graziella Pulce, in- turalmente allintera sezione dedi-
troduzione di Giorgio Manganelli, 1988: volume di cata alle opere di Fernando Pessoa).
medio formato, la copertina listata da un nero che in Di media grandezza il carattere a
alto inquadra nome della collana e numero progressivo stampa, sempre ben leggibile e, caso
mentre sul dorso richiama invece il titolo del libro, den- oggi quasi unico in Italia, del tutto
tro unocra a tutta pagina la cui tinta pastello si intona ai indenne da refusi; molto buona in
colori dellillustrazione in taglio basso, nel qual caso un genere anche la qualit delle tradu-
rarissimo Leopardi morente del pittore bolognese Luigi zioni, non solo quelle storiche
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Oblique Studio

(come per citarne una sola il Moby Dick di antipode fosse il catalogo Einaudi, in partico-
Cesare Pavese) ma pure quelle che si vorreb- lare la collana arancione dei Saggi e, bis in idem,
bero semplicemente testi a fronte o versioni di le bianchissime di Nue e Supercoralli. Di qui il
servizio: grazie a esse che possiamo leggere i fertile magistero di Bobi Bazlen, leggendario
grandi poeti dellEst, si direbbe intramati in transfuga einaudiano, e di qui la scelta di pun-
una collana nella collana, da Iosif Brodskij e tare sul bacino della Grande Crisi e sugli autori
Czeslaw Milosz a Zbigniew Herbert e della Mitteleuropea che la nostra cultura fin-
Wisawa Szymborska splendidamente dop- geva di conoscere ma in realt o travisava o
piata, questultima, da Pietro Marchesani. perfettamente ignorava. Il loro apporto in ca-
Tuttavia, ebbe a dire talogo resta imponente:
un classico che mai Ro- basti citare i nomi di Karl
berto Calasso accoglie- Kraus (presente oltretutto
rebbe nelle sue edizioni con lo sterminato
(Lenin, nientemeno) co- dramma satirico-apoca-
me sia inutile vedere un littico Gli ultimi giorni
tot di alberi nella foresta dellumanit), di Joseph
se non si vede nel frat- Roth, di Rilke prosatore,
tempo la foresta in quello di Robert Walser, ovvia-
stesso tot di alberi. In altri mente di Elias Canetti,
termini, quale immagine cui si aggiungevano im-
proviene dai cinquecento portanti figure di irrego-
titoli in fila della Biblio- lari (come Antonin Ar-
teca e quale ne , se pure taud e il nostro
deducibile, la figura di medesimo Alberto Savi-
senso complessiva? For- nio), alcuni classici del
mulata la domanda solo pensiero psicoanalitico
dieci o quindici anni fa, la (un Groddeck, la Mitobio-
risposta sarebbe stata re- grafia di Bernhard), ov-
lativamente semplice: un vero scrittori messi al
prisma, anzi un prisma bando dalla Guerra fred-
dissepolto nelle cui facce da: Milan Kundera (Lin-
redivive tornassero a sostenibile leggerezza del-
manifestarsi, talora splendendo, parole e pen- lessere fu il caso pi vistoso) e soprattutto
sieri che specie la cultura comunista e leditoria Varlam alamov, firmatario degli straordinari
di sinistra avevano accuratamente taciuto o ri- Racconti della Kolyma. Allora, quando il termine
mosso. Nel senso comune, Biblioteca Adelphi New Age non si sapeva ancora a che corrispon-
equivaleva allora alla restituzione di un uni- desse, si perdonavano volentieri alla Biblioteca
verso gi liquidato con letichetta infamante anche certe non sempre perscrutabili aperture
del decadentismo o col pi sciagurato dei titoli al misticismo orientale: da anni introvabile,
di Lukcs, senzaltro La distruzione della ragione. ledizione della Vita di Milarepa risale infatti al
N un mistero per nessuno che il modello 1980.

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Adelphi Editoria dallaltra parte

Oggi, la netta impressione che il prisma (Ci dicasi delle sapienze esotiche, massiccia-
adelphiano, pari a certe stelle da tempo col- mente incrementate, dallI Ching ai Detti di
lassate, viva di una luce postuma a s stessa. Confucio fino a un superbo Kmastra).
Non che manchino libri memorabili: e qui Rivelatrice, infine, quasi una sineddoche
basterebbero tra i numerosi altri il Mann dellattuate struttura della collana, e la lista
delle Considerazioni di un impolitico, Sebald, ad- degli italiani recenti, la quale comprende fra
dirittura Benedetto Croce, Simenon nellin- gli altri Arbasino, Cristina Campo, Citati (qui
tegrale extra-Maigret, e poi Borges (a volte di biografo di Goethe), DArzo, Landolfi, Man-
seconda mano, perch ad esempio la prima tra- ganelli, Anna Maria Ortese, Salvatore Satta.
duzione di Ficciones resta Beninteso sono nomi di
tutta einaudiana, merito primordine ma, con
dellindimenticabile poche eccezioni, si tratta
Franco Lucentini), Danilo di bei libri di autori rari,
Ki, Agnon, i poeti di cui si spesso di vere e proprie
detto, non esclusi la Ba- rarit da collezione, al
chmann e Derek Walcott, massimo capaci di dif-
e da ultimo un Nabokov fondere una moda, ma-
rimesso a lustro. Ma la gari un culto di princi-
fine della Guerra fredda e sbecco, non di innervare
il venir meno delle grandi una cultura e tradursi in
narrazioni a essa collegate senso comune. (Cosa che
(e dunque di un preciso poteva permettersi sol-
contraltare: vale a dire tanto un Vanni Scheiwil-
lEinaudi di allora) non ler, facendo di necessit
sembrano aver giovato la pi aurea delle virt
affatto a una collana il cui elettive). Certo non pen-
disegno attuale ha troppe sava a qualcosa di simile
sfumature e indecisioni il vecchio Gobetti n
per essere riconoscibile o forse era questa lambi-
apprezzabile senza ri- zione originaria di Adel-
serve. I dieci volumi di phi. Fatto sta che Biblio-
Mrai, un epigono pe- teca col tempo
raltro di larga popolarit, non rappresentano semplicemente divenuta una collezione di
altro se non il saldo di Kakania, cos come libri belli e rari, per giunta accurati e ben
datate e retrospettive appaiono ormai le par- stampati. Nulla di meno e nulla di pi. Non
titure mitografiche di Roberto Calasso, ap- la sola sul mercato, anzi ne lesempio pi
pena meno numerose; alla stessa maniera, invidiabile: ma chi si intende di mitologia sa
gli estri vagabondi di Chatwin, il disincanto anche che, ormai, dovrebbe essere perfetta-
di un Hillman, lossessione nichilista di Cio- mente inutile portare vasi a Samo.
ran, prima che interpretazioni sembrano
pi i sintomi o i riflessi dellet postmoderna.

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Capitolo IV

T metadelphik

Badate, fratelli, ve ne prego,


a tutti quei momenti nei quali
il vostro spirito vuol parlare in simboli:
l lorigine della vostra virt.
F. N.
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La veste
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La grafica di Adelphi
Disegnare il libro. Grafica editoriale in Italia dal 1945 ad oggi, Libri Scheiwiller, Milano 1988

Nel 1963 Enzo Mari progett la collana dei Classici: piatto; vagamente beardsleyana,
un progetto globale, carta, sovracoperta, contenitori; la cornice reca, in tutte le collane,
anche altre collane esprimevano, nel disegno di Mari, la dicitura epigrafica Biblioteca
lattenzione alle contemporanee ricerche cinetiche. Adelphi o Piccola Biblioteca ecc.
Nel 1965, lufficio grafico interno, guidato da Medarse bucata in negativo. Altro tocco
Cappelletti, ed il gruppo fondatore della casa editrice magistrale sono le tonalit pa-
di cui facevano parte Roberto Olivetti, Luciano Fo, stello che dopo un ventennio
Roberto Bazlen decise la strategia dellimmagine mostrano ancora laggressivit
che far di Adelphi un caso nel panorama editoriale della loro delicatezza a conferma
italiano e internazionale. della felice intuizione di amplifi-
Il primo segno forte il marchio, un simbolo trac- care visivamente in maniera som-
ciato pensando alla grande tradizione, evocatrice ed messa. Distanza e tempo hanno
unificante, delluniversalit delle scritture pittogram- reso allimmagine Adelphi una ri-
matiche. Questo segno, di sapore orientaleggiante, conoscibilit sottile, dirompente
collocato nel contesto occidentale della cornice del come un urlo sussurrato.
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In copertina metteremo un Beardsley


Roberto Calasso, la Repubblica, 28 dicembre 2006

Scelto il nome della collana, bisognava ora inventarne introdurre un elemento che rite-
laspetto. Concordammo subito su che cosa volevamo nevamo essenziale: limmagine.
evitare: il bianco e i grafici. Il bianco perch era il Cos in omaggio a Beardsley de-
punto di forza della grafica Einaudi, la pi bella allora cidemmo che il numero 2 della
in circolazione e non solo in Italia. Era perci dob- collana Padre e figlio di Edmund
bligo tentare di differenziarci al massimo. Cos pun- Gosse ospitasse entro la cornice il
tammo sul colore e sulla carta opaca (il nostro imitlin, disegno che Beardsley aveva ideato
che ci accompagna da allora). Quanto ai colori, quelli per The Mountain Lovers di Fiona
in uso allora nelleditoria italiana erano piuttosto Macleod. Parecchi anni dopo ebbi
pochi e piuttosto brutali. Rimanevano da esplorare la sorpresa di imbattermi da un an-
vane gamme di toni intermedi. tiquario nella brochure pubblicita-
Volevamo poi far a meno dei grafici, perch bravi ria, interamente disegnata da Bear-
e meno bravi erano accomunati da un vizio: qual- dsley, che John Lane aveva ideato
siasi cosa facessero, appariva subito come ideata da un per la collana Keynotes. Ed ebbi
grafico, secondo certe regole un po bigotte che osser- quasi un senso di allucinazione
vavano i seguaci della vulgata modernista. Pensavamo quando vi trovai riprodotta la co-
che ci fossero altre vie. E un giorno cominci a circo- pertina disegnata da Beardsley per
lare in casa editrice un repertorio dellopera di Aubrey il Prince Zaleski di M.P. Shiel. Quale
Beardsley. In fondo, cerano anche alcune maquettes di convergenza astrale. Totalmente
copertine, da lui disegnate per la collana Keynotes dimenticato in Inghilterra, M.P.
presso John Lane, Vigo St London, nellanno 1895. Con Shiel era lautore della Nube purpu-
qualche piccola variazione soprattutto sostituendo rea, che era stata forse lultima sco-
la scritta Biblioteca Adelphi al fregio che Beardsley in- perta entusiasmante per Bazlen,
seriva sulla striscia superiore nera , la copertina era quando cercava libri per Adelphi, e
gi fatta. E soprattutto si disponeva di una cornice per sarebbe anche diventato uno dei
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Oblique Studio

primi successi immediati della Biblioteca. come se fosse sottinteso. Ecfrasi era il termine
Pubblicato nel 1967, magistralmente tradotto che si usava, nella Grecia antica, per indicare
e introdotto da Wilcock, fu subito ristampato quel procedimento retorico che consiste nel
e divenne presto uno di quei libri come Il tradurre in parole le opere darte. Sussistono
libro dellEs di Groddeck da cui e in cui si ri- scritti come le Immagini di Filostrato de-
conoscevano i primi lettori adelphiani. dicati soltanto allecfrasi. Fra i moderni,
Nome, carta, colori, schema grafico: tutti sommo virtuoso dellecfrasi stato Roberto
elementi essenziali della collana. Mancava an- Longhi. Anzi, si potrebbe dire che le punte pi
cora quello da cui un libro si lascia riconoscere: audaci e rivelatrici nei suoi saggi sono le de-
limmagine. Che cosa doveva essere quellim- scrizioni dei quadri, ben pi delle discussioni
magine sulla copertina? Il rovescio dellecfrasi e delle analisi.
proverei a definirla oggi. Naturalmente non Ma, di l da Longhi, lineguagliato maestro
ci siamo mai detti nulla di simile, ma agivamo dellecfrasi rimane Baudelaire. Non solo in

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Adelphi Editoria dallaltra parte

prosa, ma in versi: quando definiva Dela- sospetto, perch scritto pro domo). Ma al
croix lac de sang hant des mauvais anges tempo stesso limmagine della copertina do-
o David come astre froid, Baudelaire di- vrebbe risultare giusta anche dopo che lignoto
ceva quanto di pi preciso e insostituibile la abbia letto il libro, se non altro perch non
parola sia riuscita a raggiungere su quei due pensi che leditore non sa che cosa pubblica.
pittori. Ora, leditore che sceglie una coper- Dubito che molti editori si siano dedicati a ra-
tina lo sappia o no lultimo, il pi umile gionare su questa falsariga.
e oscuro discendente nella stirpe di coloro Ma so che tutti indistintamente i mi-
che praticano larte dellecfrasi, ma applicata gliori e gli infimi si pongono ogni giorno
questa volta a rovescio, quindi tentando di una domanda che solo in apparenza pi
trovare lequivalente o lanalogon di un testo semplice: quella certa immagine vende o
in una singola immagine. Come Monsieur non vende? Se la si osserva da vicino, la do-
Jourdain di Molire, che faceva della prosa manda pi affine a un kan che a qualsiasi
senza saperlo, larte dellecfrasi a rovescio altra cosa. Vendere indica qui un processo al-
praticata, senza eccezione, da tutti gli editori quanto oscuro: come suscitare desiderio per
che usano immagini (ma anche le copertine qualcosa che un oggetto composito, in
tipografiche ne sono unapplicazione, sep- vasta parte sconosciuto e in altrettanto vasta
pure subdola e attenuata). parte elusivo?
E questo senza distinzioni di qualit: per Negli Stati Uniti e in Inghilterra, ogni
un romanzo di pulp fiction quellarte non giorno squadre di sofisticati art director si
meno importante che per un libro dalle smi- trovano in questa situazione: gli viene dato
surate ambizioni letterarie. Ma qui occorre un soggetto (un libro, che non necessaria-
aggiungere un dettaglio decisivo: si tratta di mente leggeranno), provvisto di alcuni carat-
arte gravata da una dura servit. teri primari e secondari (la tiratura ipotizzata,
Limmagine che deve essere lanalogon del il tipo di pubblico a cui si rivolge, gli argo-
libro va scelta non in s, ma anche e soprat- menti che tratta e che pi possono attrarre).
tutto in rapporto a unentit indefinita e mi- Il loro compito quello di escogitare limma-
nacciosa che agir da giudice: il pubblico. gine e il packaging pi efficace in cui avvol-
Non basta che limmagine sia giusta. Dovr gerlo. Il risultato sono i libri americani e in-
anche essere percepita come giusta da mol- glesi di oggi. Talvolta brutti, talvolta brillanti,
teplici occhi estranei, che generalmente ma sempre collegati a questa trafila, che li
nulla sanno ancora di ci che leggeranno nel rende troppo stretti parenti fra loro. come
libro del quale la copertina tenta di offrire se una stessa centrale, che dispone di alcuni
un analogon. settori altamente specializzati e di altri piut-
Situazione paradossale, quasi comica tosto rozzi, provvedesse a fornire tutte le co-
nella sua disagevolezza: occorre offrire pertine che si vedono sul banco di un libraio.
unimmagine che incuriosisca e attragga un Il sistema pu piacere o meno. Ma certo
ignoto a prendere in mano un oggetto di cui che, per quanto riguarda lAdelphi, venne ap-
nulla conosce tranne il nome dellautore (che plicato sempre un sistema opposto.
spesso vede per la prima volta), il titolo, il Innanzitutto pensavamo che, nello ster-
nome delleditore e il risvolto (testo sempre minato repertorio delle immagini esistenti

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Oblique Studio

fossero quadri o fotografie o disegni , si un reticolato di immagini che non solo ri-
potesse trovare ogni volta, con un po di pa- spondano ciascuna a un singolo oggetto (il
zienza e di tenacia, qualcosa di adatto al libro libro per il quale vengono usate), ma si ri-
che stavamo per pubblicare. Perci non ab- spondano fra loro, in modo non troppo
biamo mai commissionato una copertina. dissimile da come i vari libri della collana
Perci, per pi di trentanni, Fo e io ab- possono rispondersi fra loro. Cos si sono
biamo vagliato, provando e riprovando, cen- creati strani fenomeni di affinit irresisti-
tinaia e centinaia di immagini, formati, co- bile, per cui certi pittori venivano calami-
lori di fondo. Bazlen tati da certi autori.
non pot partecipare a Per esempio Simenon
questo gioco, perch il e Spilliaert. Belga come
finito di stampare del Simenon, geniale e tut-
primo volume della Bi- tora misconosciuto, Spil-
blioteca coincise con il liaert comincia ad appa-
mese della sua morte: rire sulle copertine di
luglio 1965. Ma in vario Simenon nel 1991, con
modo partecipavano e Luomo che guardava pas-
partecipano al gioco sare i treni (nella collana
tutti i collaboratori della gli Adelphi). E da allora
casa editrice. Incluso vi apparso dieci volte.
lautore, quando dispo- Sempre lasciando lim-
nibile. E ogni suggeri- pressione, in noi ma
mento dallesterno anche nei lettori, come
sempre benvenuto. Per- abbiamo potuto consta-
ch talvolta la scelta un tare, che si trattasse del-
rompicapo. E non man- limmagine giusta. Cos,
cano i pentimenti e i ogni volta che si pubblica
pentimenti per i penti- un Simenon nella Bi-
menti. Un solo esem- blioteca, viene sponta-
pio: per Padre e figlio di neo cercare lo Spilliaert
Gosse, giunti al mome- pi adatto. Se Simenon
nto della seconda edi- stato sempre celebrato
zione pensammo di cambiare la copertina, come scrittore delle atmosfere, si pu sup-
sostituendo ai fiori di Beardsley la splendida porre che qualcosa di quelle atmosfere filtri
fotografia di Gosse padre e figlio che nella sulle tele di Spilliaert o fosse gi l in attesa
prima edizione era stata messa nel contro- che lo scrittore Simenon le nominasse. Ci
frontespizio. Oggi forse inclinerei a tornare che li accomuna qualcosa di scarno, sca-
allorigine. bro, livido un certo fondo desolato di
Larte dellecfrasi a rovescio ha bisogno tutto. E pu apparire da un attaccapanni, da
di tempo di molto tempo per svilup- un vecchio mobile, dal riflesso in uno spec-
parsi, espandersi, respirare. La sua mira chio o dallarenile di Ostenda.

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Adelphi Editoria dallaltra parte

Ma Spilliaert si collega anche a un altro creata una complicit e unalleanza segreta fra
autore, del tutto diverso: Thomas Bernhard. lautobiografia di Bernhard e gli alberi di Spil-
La loro storia pu aiutare a capire gli strani liaert. Per il quarto volume, Il freddo, in coper-
incroci che si creano praticando lecfrasi a tina si vede ancora uno Spilliaert: un viale din-
rovescio. Quando venne il momento di verno, bordato da alberi con i rami secchi.
pubblicare il primo dei cinque volumi del- Giunto allultimo volume, Un bambino, tornai
lautobiografia di Bernhard, ricordo che non a sentirmi quanto mai incerto. Forse non tro-
sapevo bene dove rivolgermi. Perch Bern- vavo altri alberi in Spilliaert, ma alla fine la
hard appartiene, in gra- scelta cadde comunque
do eminente, a quegli su un suo quadro: mo-
autori per i quali molto strava alcune scatole co-
difficile trovare unim- lorate, appoggiate una
magine da mettere in co- sullaltra. Era una coper-
pertina (e di fatto, presso tina stranamente adatta
Suhrkamp, i suoi ro- per quel libro, con qual-
manzi hanno avuto sem- cosa di infantile e anche
pre copertine tipografi- allegro, senza ragione e
che). come se la sua senza bisogno di ricor-
altissima idiosincraticit rere alla figura di un
si estendesse al regno bambino.
delle figure, respingen- Ho incontrato Bern-
dole. Finalmente la scelta hard poche volte, tutte
cadde su uno Spilliaert: memorabili. La prima a
un lungo, basso muro Roma, con Ingeborg Ba-
dietro il quale si espande chmann e Fleur Jaeggy,
un cielo giallo-rossastro allinizio degli anni Set-
e, di lato, si profila un al- tanta. Bernhard aveva
bero dai fitti rami secchi. letto un suo testo allIsti-
Non avrei saputo dire tuto austriaco. Ci rac-
perch quellimmagine cont che il direttore
mi sembrasse adatta per dellIstituto si era subito
Lorigine, libro centrato premurato di dirgli, con
su Salisburgo, citt barocca infettata da nazi- cerimoniosit viennese: Il letto dove Lei dor-
smo e bigotteria. Ma non ne ero scontento. mir quello dov morto qualche mese fa Jo-
Due anni dopo tocc al secondo volume del- hannes Urzidil. Quella sera Bernhard rimase
lautobiografia, La cantina. E anche questa muto fino a mezzanotte passata. Poi, provo-
volta mi fissai su uno Spilliaert: vari tronchi, cato a dire qualcosa, parl senza interruzione
nudi, su un terreno spoglio. Poi venne il mo- per qualche ora, raccontando una serie di sto-
mento del terzo volume, Il respiro e fu un rie esilaranti e per lo pi macabre, fino al-
altro Spilliaert: un grande albero che svettava, lalba. Gli argomenti? Irlandesi, cimiteri, pa-
con molti rami secchi. A questo punto si era sticche (contro linsonnia), contadini. Quando

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Oblique Studio

lo riaccompagnammo allIstituto, faceva ormai giorno. Vari Residenz, ma opaca, del tipo usato
anni dopo, a Vienna, gli consegnai un volume della sua au- da noi. Limpostazione tipografica
tobiografia, che era appena uscito. Lo sfogli, osserv at- della pagina era uguale a quella
tentamente la stampa, sembrava piacergli. Poi disse che la della collana (Narrativa contempo-
carta era buona. Non una parola di pi. E si pass a discor- ranea) dove erano apparsi, da
rere daltro. Devo aggiungere che fra noi non abbiamo par- Adelphi, i primi volumi dellauto-
lato mai di libri, tanto meno dei suoi libri. Fu quella lul- biografia di Bernhard.
tima volta in cui lo vidi. A distanza di poche settimane dalla Telefonai a Residenz, chiesi
sua morte, nellautunno del 1989 [Bernhard morto il 12 come si spiegasse quel cambia-
febbraio 1989, sic!], mi arriv dalleditore Residenz il vo- mento per cui quel libro era dissi-
lume di Bernhard In der Hhe. Forse lautore non aveva mile da tutti gli altri della casa edi-
fatto in tempo a vederne una copia finita. Il libro mi colp trice. Mi dissero che era stata una
come un dj-vu. In copertina: rami secchi, su un fondo precisa volont di Bernhard. Anzi,
pallido, con poche, delicate chiazze di colore. Non era aveva posto come condizione che
unopera di Spilliaert, ma avrebbe potuto esserlo. La co- il libro si presentasse in quel
pertina non era in carta lucida, come quella di tutti i libri modo. Lo presi come un saluto.

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Accoppiamenti efratici
Roberto Calasso intervistato da Simona Scravaglieri, Sky Arte

Per arrivare a una copertina talvolta si scor-


rono centinaia, migliaia di possibilit, non
c limite; talvolta no, talvolta la copertina si
impone gi mentre si legge il libro. Per
non c regola; ovviamente molto impor-
tante che il margine sia un po sorpren-
dente, cio che non sia stato sotto gli occhi
di tutti da sempre. Ci sono alcuni pittori che
sono grandi pittori, ma sono totalmente
inutilizzabili per la copertina di un libro
perch hanno una cifra troppo evidente. Per
esempio Picasso. Picasso un esempio chia-
rissimo, uno vede Picasso ed distolto, per-
ci molto raro, per labbiamo usato ogni
tanto, una volta o due credo. Ma una volta o
due su migliaia. Altri pittori invece sono
perfetti perch sembrano fatti apposta Per
esempio il pittore che vedevamo per Sime-
non, Carel Willink, noi labbiamo usato pi
volte ed un pittore che molto spesso sem-
bra coincidere con latmosfera del libro. Si
ricostruisce, naturalmente in maniera un
po nascosta, una specie di storia dellarte
parallela, inseguendo una certa via e non
una certa arte.
Mi cade locchio: Il romanzo di Simenon
un libro metafisico le sue finestre, le sue
case, le sue strade con pozzanghere i suoi
scorci deserti, nebbiosi, acquosi sono meta-
fisici come un quadro di De Chirico o di
Magritte, per quello Parise apprezza molto
la copertina di questo libro, che di Willink,
e va esattamente in quella direzione l.
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La tavolozza di Adelphi
Sofia Silva, Il Foglio, 14 luglio 2015

Il glorioso ritorno della pittura: nel mondo campa sulle installazioni corre dalla zia, pit-
dellarte da almeno sei mesi non si parla dal- trice della domenica, le frega un quadretto e
tro. Lannuncio ufficiale stato dato dal lo piazza nel bianco della galleria, in mezzo
MoMA di New York che ha ospitato fino a a una siepe di Aucuba tanto per fare postmo-
questo aprile The Forever Now: Contempo- derno. In unItalia che non sa valutare la
rary Painting in an Atemporal World, mo- buona pittura e, per timore, si trincera dietro
stra dai buoni propositi ma con una inade- mostre blockbuster di Leonardo, Michelan-
guata selezione di artisti che rischia di gelo, Raffaello, doveroso ricordare chi ci ha
affossare quella reinassance di cui si fa al- fatto conoscere artisti come Lon Spilliaert,
fiere. Altra buona notizia: Nicolas Bourriaud, Stanley Spencer, Kostantin Somov, Flix Val-
il direttore dellcole Nationale Suprieure lotton, Alex Colville. Sono grata ad Adelphi.
des Beaux-Arts di Parigi, autore di Esthtique In questi quarantanni in cui larte italiana
relationnelle, accanito citatore di postpostpo- si divisa tra sculture dalle tonalit burriane
ststrutturalisti, stato licenziato in tronco e piazzate in mezzo alle circonvallazioni e la
rimpiazzato da ric de Chassey, storico dittatura dellarte povera, in questi lunghi
dellarte, autore della monografia del grande anni insomma dove lItalia si beata di
Eugne Leroy, limpastatore. Corre voce sia quello pseudocosmopolitismo che leffige
per un capriccio di Julie Gayet. Lunga vita stessa del provincialismo, Adelphi rimasta
alla nuova marchesa di Pompadour! fedele alla grande pittura, aspettando laltra
Il ritorno della pittura si sta trasformando storia dellarte, cos la chiama Roberto Ca-
in un fenomeno disteria collettiva: torme di lasso. Per i miei quindici anni Adelphi mi
artisti concettuali, artisti darchivio, perfor- regal Il ballo. Era il primo di una lunga serie
mer che mai hanno impugnato un pennello, di titoli di Irne Nmirovsky pubblicati
ora studiano il Quattrocento cercando di dalla casa editrice; la storia di una madre in-
trainare la pittura dalla loro, mentre chi vidiosa e di una figlia stronzetta; le due si
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Oblique Studio

fanno piccoli dispetti, poi grandi, poi im- momento in cui sono protagonisti di questo
perdonabili. Donne guardano impietosa- breve scritto a loro dedicato.
mente altre donne, ridono, donne vogliose, Scrive Roberto Calasso in Limpronta del-
vergini, egoiste, cattive, ma anche esuli, in- leditore: Ecfrasi era il termine che si usava,
namorate, Clarice Lispector, Colette, Nina nella Grecia antica, per indicare quel proce-
Berberova, Wislawa Szymborska, Muriel dimento retorico che consiste nel tradurre in
Spark occhieggiano dalle copertine; luna, parole le opere darte. Tutti gli editori che
distesa su una pelle di leone, mostra i pie- usano immagini praticano larte dellecfrasi
dini; laltra impugna i braccioli di una pol- al rovescio. Ecfrasi il racconto che uno
trona professorale masticando il rossetto. Le scrittore fa del dipinto, per esempio Balzac
mistiche, le seduttrici, scrittrici portuali, ma- del piede di Frenhofer in Il capolavoro scono-
rinaie, rivierasche, nei miei pensieri cammi- sciuto; ecfrasi al rovescio linvenzione di
navano lungo le banchine di un porto. Pre- colui che edita il libro: trovare una copertina
sto scoprii che lintera casa editrice era por- che, lungi da ogni patetica spiegazione, ne
tuale, dalla Proleterka di Fleur Jaeggy alle spii lenigma. Benvenuta ecfrasi! Immagino
Marie del porto di Georges Simenon a Lisola una scuola dove gli studenti pensano a pa-
di Sndor Mrai: erano romanzi di approdi, role legate tra loro da fili di storia e di luce.
sbarchi, partenze, ciascuno con un suo co- Frescura, azulejo, Matisse, bergamotto.
lore. La tavolozza di Adelphi. Nella mia citt Fuoco, Oreste, rododendro. Cobalto pi
di ocre pallide e piante rampicanti, leggendo terra di Siena marron seppia, uccidere la
Adelphi ero diventata un ton sur ton. Incon- seppia, battigia, villeggiatura, Fitzgerald, no
sapevolmente abbinavo i miei vestiti alle co- Fitzgerald no, Isherwood seppia. Una delle
pertine: rosso castagno, rosa prugna, azzurro pi struggenti ecfrasi di Adelphi si svolge
pervinca, terra rossa ossidata, in attesa dello nello Squartamento di E. M. Cioran affrescato
sfuggente rosa Tiepolo. Questo stile divent da Giambattista Tiepolo. La prima pagina
un problema quando miscrissi a una facolt del libro racconta la leggenda degli angeli
darte contemporanea dove i new media ar- ignavi, gli Irresoluti della schiera che non si
tist si vestivano come la copertina di un vi- schier. Di fronte alla lotta tra i seguaci di
nile di synthpop, e i land artist con le tonalit Michele e quelli del Drago, gli Irresoluti non
del R&B alternativo. In quelliper regno in- presero partito, limitandosi a guardare; fu-
dossare i colori Adelphi era un tremendo af- rono in seguito relegati sulla Terra per pen-
fronto allo Zeitgeist. Sofia! Lo spirito del sare e imparare a scegliere. Lo stesso destino
tempo, dov il tuo Zeitgeist? mi sgridava vale per luomo, condannato allavventura
lillustre artista uso a nascondere pezzi doro della quale non sar capace se non quando
sotto i pavimenti e nei muri. Gi, lo Zeit- sopprimer in s lo spettatore. Squartamento,
geist, me lo dimenticavo sempre. E ancora che capolavoro, volevo farlo a pezzi, unerma
me lo dimentico: Giambattista Tiepolo bifronte: da una parte luomo in gloria nel-
contemporaneo a Emil Cioran alter ego di lavventura dei secoli, dallaltra lavventu-
Cristina Campo sorella di Hugo van der riero disilluso, consapevole della pochezza e
Goes amico di un ignoto miniaturista in- dellinganno delle proprie fatiche, assetato di
diano del secolo XVIII, tutti miei maestri nel brevi momenti di gioia e verit: le punizioni.

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Adelphi Editoria dallaltra parte

Il lettore cerca traccia di quello schiaffo che Giovanni; da bravo cacciator di cacciatori
solo e primo fece provare un brivido di pia- presenta la preda, viva o morta poco im-
cere agli angeli ignavi, lo schiaffo che lo tra- porta. Agli occhi di chi lo guarda il conqui-
sform da spettatore in attore. stador perde minuto dopo minuto il suo fa-
Non stracciai il libro perch lo amavo scino, si riduce a un fattorino della conquista,
quanto ne amavo la meravigliosa copertina, a quel che lo spettatore non vorrebbe mai ve-
laffresco sua ultima commissione che dere: un onesto lavoratore che compie il suo
Giambattista Tiepolo dipinse nel 1764 sul lavoro. Lardore, lardore, lardore, la noia, la
soffitto della Sala del Trono di Palazzo Reale noia, la noia. Giambattista Tiepolo paterna-
a Madrid. Il giudizio di Roberto Calasso sul mente anticipa le profezie di Cioran: ancor
soffitto di Palazzo Reale: Innanzitutto il sof- pi che nellammiccante teschio degli Am-
fitto del Palazzo Reale, che non regge il con- basciatori di Holbein il Giovane, la vanitas
fronto con quello di Wrzburg e neppure irrompe sui soffitti della corte di Carlo III di
con Palazzo Clerici o Villa Pisani. Come se, Borbone, re delle Spagne e delle Indie. il
operando per la prima volta sul luogo di un Giudizio Universale di Tiepolo, la fine di
potere imponente e indubitabile, linven- quel mondo che con tanto sfarzo e passione
zione di Tiepolo si attenuasse, perdesse qual- aveva celebrato. Naturalmente non da cre-
cosa del suo brio temerario. Umilmente mi dere che a Calasso questa dissimulata trage-
permetto di dissentire. Considero il soffitto dia sia dispiaciuta; anchegli dissimula.
di Palazzo Reale un vertice dellarte di Tie- Le copertine Adelphi dedicate a Tiepolo
polo. Un arcigno conquistador mostra alla sono tra i pi sinceri omaggi attribuiti dal-
Spagna le sue nuove colonie, le Indie. Pre- lItalia al grande maestro trascurato dagli ate-
senta gli inca, i pellerossa, la lince, il cocco- nei, incompreso da coloro che temono il vir-
drillo e quello che sembra un immenso ce- tuosismo dei suoi colori, da non confondere
taceo intrappolato tra le corde. Il bottino, il con quella vanit che solo a loro appartiene.
paradiso, il Nuovo Mondo; ma gli inca sono Tiepolo in vita non aveva mai dato prova di
depressi, il coccodrillo morto, la lince stra- arroganza, anzi si faceva chiamare Tiepo-
volta dal mal di mare fissa il vuoto con oc- letto, bazzicava le case dei pescatori, leggeva
chio vacuo: limpero della finzione. Lo a malapena. Pi che dipingere, Tiepolo pit-
anche il Siglo de Oro? Lorizzonte sabbassa, tava. Con grande innocenza copiava simboli
sembra che Tiepolo torni ad ammiccare a di cui a malapena conosceva lorigine. Di
quellipotesi cos confortante, che la Terra sia questa ingenuit e dellassenza di pagine
piatta; la nave sinclina, sullalbero maestro scritte di proprio pugno da Tiepolo, Calasso
una vedetta avvista le cascate in delirio, i con- si stupisce pi volte in Il rosa Tiepolo, tanto
fines terrarum. Il conquistador, che si sar che sembra aver scritto questo libro per libe-
pure accorto di aver traversato lAtlantico con rarsi del proprio stupore, assaporandolo.
un carico di cartapesta, non sembra preoc- Un mondo finisce, ma lecfrasi sempre
cupato di presentare alla Spagna brandelli vigile e gli angeli stanno sempre nei loro cer-
sfatti dAmerica; sa che quel che conta un chi, anche gli Irresoluti; Cioran li aveva di-
nuovo rotolino di ciccia sulla pancia del re, sprezzati, ma Cristina Campo ci invita a riva-
un altro nome di fanciulla sul carnet di Don lutarne lignavia. Astensione e interdizione

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Oblique Studio

sono le assise del destino, non meno che del der Goes fece a Maria di Francesco Baron-
salotto e della poesia. Non sono forse un celli, moglie di Tommaso Portinari, il pi
lungo catalogo di astensioni (non farai, non ricco tra i banchieri fiorentini di piazza a
dirai) le Tavole della legge, non un minu- Bruges negli anni Settanta del Quattrocento.
zioso resoconto di astensioni (non ho fatto, Gli stilemi del gotico cadono a terra come i
non ho detto) il Libro dei Morti? La virt neri fiori dellaquilegia nel Trittico Portinari,
negativa, scrive Cristina Campo in Gli im- svelando le vere gote, le vere ciglia della
perdonabili. Che la virt potesse essere negativa, dama; si scopre cos una somiglianza pertur-
che agli angeli fosse permessa lirresolutezza, bante con la Campo: la piega sul collo, le lab-
per me fu una grande scoperta. I miei genitori bra distese ma piene e leggermente inclinate
sono psicanalisti e se vivi con due psicanalisti verso la linea dei denti, il naso scosceso, le
negare ammettere, ammettere nella nega- narici nervose, gli occhi gonfi della lettrice
zione tradirsi e tradirsi essere presi in notturna, la fronte che si arrampica in alto,
giro per il resto della giornata. Una sera di rasata e coperta di biacca quella di Maria, in-
tante estati fa sedevo con mio padre sulla corniciata di capelli quella di Cristina.
sponda del lago di Lavarone, lungo il sentiero Unantenata medievale per Cristina Campo,
che Freud percorreva ogni giorno meditando ma quante altre antenate per le scrittrici
la Gradiva. Avevo appena visto nellacqua Adelphi! Quale editore pi di Roberto Ca-
sotto il canneto una rana con canini lunghis- lasso ama riconoscere il corpo delle proprie
simi, strano, vero? Mio padre mi correggeva scrittrici tra cataste di cappelli a hennin, gor-
un tema ditaliano. Pos il foglio: aveva can- giere, foulard ed ermellini, cerchielli, faux-
cellato tutti i non. Scoprii cos che il non culs e vestagliette?
uccideva la frase, che nessuno avrebbe vera- Effetti terapeutici dellecfrasi. Mi sono av-
mente letto le frasi con il non se non per vicinata allo studio della miniatura indiana
una pigra assuefazione. Il non abbandon moghul con mire di saccheggio. Mi trovavo
il mio vocabolario e alla parola voglio da in un periodo di scarsa ispirazione con i
allora subentr desidero. Poi fu la volta del miei dipinti e scoprii che il miglior modo
tutti e del loro. Chi sono questi tutti, per superarlo era ricoprire una tela con
Sofia? E questi loro?. Cominciai a trovar trenta, quaranta scimmie. Vivevo a Londra,
difetti nelle congiunzioni esplicative, nelle mi ero appena trasferita in una laterale di
conclusive, nelle concessive; scrivevo a mor- Brick Lane dove gli affitti per gli studi sono
taretto. Finch grazie a Cristina Campo ebbi pi bassi; trasferirsi l scegliere di vivere a
modo di rivalutare il non. Il non non era Bangalore. Generalmente gli artisti di Lon-
poi cos male. Pure lirresolutezza non era dra Est non conoscono Giotto, ma hanno il-
male, gli Irresoluti erano dei visionari. Per la lustrazioni del Bharata appese allo specchio
Campo gli angeli irresoluti assomigliavano del bagno. Dovendo trovare delle scimmie
al ragazzo che, in un colombario di periferia, da dipingere, il mio occhio cadde sulle mi-
pu ancora vegliare tutta la notte su un testo niature dei Vanara, il popolo scimmia can-
immemoriale. tato nel Ramayana. Avevo poi la sfortuna di
Limmagine della copertina dedicata a condividere la stanza con Nunu, una taiwa-
Cristina Campo il ritratto che Hugo van nese ipocondriaca dal credo sincretico che

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Adelphi Editoria dallaltra parte

studiava gioielleria e pregava Buddha, la Tri- composizione manierista, un cavallo di De-


murti, Maometto pi una lista scelta di santi lacroix, e li avevano piazzati nei loro harem,
della chiesa ortodossa. Avevo ormai copiato in mezzo a narghil, elefanti feriti e folli cer-
almeno cinquanta scimmie ma mi sentivo vicapre. Sfogliavo, e mi montava unango-
ancora vuota, passavo le giornate stesa sul scia profonda e retrodatata: quella di chi si
letto con le gambe alzate sul muro, osser- crede colonizzatore e invece un conqui-
vavo Nunu scaldarsi zuppette precotte, ba- stato. DallItalia avevo portato con me alcuni
ciare tutti i suoi di e guardare serial coreani libri: Diario dinverno di Paul Auster, Lettera-
in streaming. In quei dieci metri quadri di tura e salti mortali di Raffaele La Capria e il
stanza Nunu riceveva amici e parenti che mi Bhagavadgita in edizione Adelphi. LIndia
guardavano con disapprovazione. La sua for- me lero portata dietro: un segno. Presi il
tune teller, una ragazzina cinese di diciotto libro tra le mani e lo guardai con attenzione.
anni che aveva ereditato i poteri divinatori In copertina alcuni uomini ammirano un
dalla nonna, le aveva detto: Nunu non hai saggio dalla pelle blu che sputa fuoco su una
un demone alle tue spalle, non hai un Bud- collina, incenerendola. Mi sentii bruciare la
dha, non ti sposerai mai. Sfogliavo libri di fronte. Il saggio blu, lodore di alghe liofiliz-
miniatura moghul: con il passare dei secoli i zate che veniva dalla cucina e le prime righe
Moghul avevano acquisito elementi della che lessi aprendo il libro: Fra gli inganna-
pittura occidentale, un laccetto rococ, una tori io sono il giuoco dei dadi Lecfrasi ag
in me secondo le sue misteriose leggi e corsi
in studio a intelaiare altro lino.
Tre esempi nella lunga storia dellecfrasi
adelphiana possono sembrare un niente, ma
tremila lo sembrerebbero ancora di pi, sca-
tenando quella paura di cui le potenze ctonie
si fanno beffa. Cos per assicurarmi e darmi
un tono, in preparazione allarticolo ho com-
piuto indagini al fine di scoprire i misteri ca-
lassiani: ho vivisezionato 2666 1 di Roberto
Bolao per capire il perch del titolo del qua-
dro in copertina. Si tratta di un dipinto di
Ben McLaughlin intitolato Gioved 1 luglio
2004: un tribunale del Qatar ha condannato due
agenti russi per lomicidio di un ex-presidente ce-
ceno. Ho sentito la mano di Bolao sulla mia
spalla. Non lunica mano, sento un mucchio
di gente premere dalla voglia, pardon, desi-
derio, di comparire sulla copertina di un
libro Adelphi: R.B. Kitaj per Mandelstam,
Dick Bengtsson per Carrre e poi Tal R per
Israel J. Singer, Forrest Bess per Faulkner

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I fratelli
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Bobi Bazlen
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Bazlen,
il mistero del grande burattinaio
Mario Baudino, La Stampa, 11 aprile 1998

Roberto Calasso lo defin, introducendo la raccolta de Savorgnani, docente a Regen-


dei suoi Scritti che pubblic per Adelphi nell84, sburg, pubblica per le edizioni
uno sciamano travestito in abiti borghesi. Ma Lint di Trieste. Titolo: Bobi Bazlen
anche un maestro taoista, perch Bazlen riuscito sotto il segno di Mercurio. Non
tanto bene a passar fra le maglie da rendere vano una biografia, ma un lungo sag-
anche questo tentativo di legare degli scritti al suo gio che insegue, attraverso lettere
nome. Morendo chiese a unamica di distruggere le e testimonianze, un personaggio
sue carte, come Kafka che proprio lui aveva fatto per definizione inafferrabile.
tradurre in italiano. Lamica, come Max Brod, non Dove i ricordi giocano a rimpiat-
obbed. E quel materiale (un abbozzo di romanzo, tino. La vicenda di Dora Markus
appunti, lettere editoriali a Eugenio Montale) usc in altamente simbolica. Si sapeva
alcuni quaderni della casa editrice milanese, per che la poesia di Montale era stata
poi diventare un grosso tomo. Fu un omaggio e una sollecitata da Bazlen, che gli
sorta di autobiografia editoriale, perch lAdelphi aveva inviato con una lettera del
stata lultima opera di Roberto Bobi Bazlen, il settembre 1928 la famosa foto-
pi inafferrabile degli intellettuali del secolo, il pi grafia di un paio di gambe, par-
elusivo e generoso, un regista segreto della cultura lando appunto di unamica di
italiana. Triestino, di padre tedesco precocemente Gerti, con della gambe meravi-
scomparso e di madre ebrea, ha inventato da ge- gliose. Falle una poesia. Si chiama
nio cosmopolita molte cose: non solo una certa idea Dora Markus. Montale non vide
di editoria, e non solo parallelamente a James Joyce mai altro, e dopo vari solleciti,
il successo di Italo Svevo, ma anche, per esempio, le scrisse.
gambe letterarie pi famose del secolo, quelle della Dora Markus, per, forse non
poesia Dora Markus di Eugenio Montale. questo un mai esistita. Bazlen ne parla in
episodio malnoto, ricostruito nello studio che Giulia altre lettere (per esempio dice di
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Adelphi Editoria dallaltra parte

averla vista in Moravia, con magnifici stivali per cam- dei sentimenti, attivit che con-
minare nella neve), ma quelle gambe appartengono a tribu non poco a creare una
Gerti Frankl, fotografa, amica di entrambi, che ispir leggenda cartacea, inattendibile
la poesia montaliana del Carnevale. Incrociando varie (sono ancora parole di Montale).
testimonianze, la studiosa ha scoperto che proprio Non esit a consigliare al poeta
Gerti confess una volta, sibillinamente, a unamica, ligure, durante una crisi coniu-
Bobi Bazlen stato la persona che mi ha fatto capire gale, di prendere pure il piro-
che non avevo solo belle gambe e in altre occasioni scafo (Montale gli aveva posto
rivel pi apertamente quella sorta di scherzo. Un del resto unalternativa piuttosto
episodio marginale? Mica tanto. Le vie di Bazlen per rigida tra il colpo di rivoltella e
insinuarsi tra realt e letteratura erano tortuose, e ap- il piroscafo) per seguire in
parentemente secondarie, distratte, persino futili. Ma America Irma Brandeis, la Clizia
dagli esiti imprevedibili. Montale ebbe per vari decenni delle sue poesia, anche lei amica
unassoluta fiducia in lui, primo lettore delle sue opere, di Bazlen. Ma il rapporto tra i
critico acutissimo. Alla donna che pi di tutte fu legata due non fu solo un gioco di
a Bazlen, dedic unaltra celebre poesia, A Liuba che specchi per immagini femmi-
parte. E allamico ormai scomparso unepistola in versi nili. Grazie alla loro alleanza
datata primo luglio 1971, dove non dimentic di ricor- lItalia scopr Italo Svevo. Anche
dargli come avesse assaggiato/la pleiade dei tuoi in questo caso, Bazlen fu un at-
amici, oggetto/dei tuoi esperimenti pi o meno tentissimo regista, che inviava le
falliti/di creare o distruggere felicit coniugali. Bazlen, opere dello scrittore triestino al
burattinaio della cultura, lo era anche in qualche modo suo Eusebius (lo pseudonimo

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Oblique Studio

caro a Montale ancora farina del suo sacco) un redattore amico, Luciano Fo. Fu quello
suggerendogli modi e tempi per parlarne. uno snodo cruciale. Perch quando Fo la-
Tutto cominci nellinverno tra il 23 e il 24, sci la casa editrice per fondare lAdelphi,
quando Bazlen trascorse un breve periodo a Bazlen ebbe finalmente la possibilit di co-
Genova come corrispondente commerciale. struire con lui quel che non gli era mai riu-
Poi nel 25 Montale sent Prezzolini parlare scito prima. Convoc il ventunenne Roberto
di Svevo in un convegno a Milano (il critico Calasso (anzi, quel giorno era proprio il suo
aveva avuto unimbeccata da James Joyce) e compleanno) nella villa a Bracciano del-
sempre tramite Bazlen si procur i libri. lamico psicanalista Ernst Bernhard, per an-
Nello stesso anno il suo celebre saggio lanci nunciargli che stava nascendo una nuova
Svevo in Italia, certo aiutato da Benjamin casa editrice, con Fo e Roberto Olivetti. La
Crmieux che ne parl sulla rivista parigina squadra di partenza era gi bella e pronta. Il
Le Navire dargent nel febbraio 26. Ma in catalogo, nelle sue linee generali, anche. I
tutto questo periodo Bazlen calcolava i primi libri uscirono nel 63, Bazlen sarebbe
tempi, incoraggiava, dosava, insomma si morto due anni dopo, nel 65. Uscendo di
muoveva come un vero agente letterario. Un scena prima che il figlio uscisse dalla culla.
agente molto particolare. Il suo ruolo nel far Ancora una volta, lontanissimo da qualsiasi
conoscere autori, uno per tutti Musil, tocca forma di pubblicit. Su di lui, sul suo mistero
il primo embrione delle future Edizioni di di scrittore che non scrive, sono stati scritti
Comunit, con Adriano Olivetti per le tre, anzi quattro romanzi: Manoscritto di Fa-
Nuove Edizioni Ivrea, mentre a Roma attra- brizio Onofri (nel 48), Lorologio di Carlo
verso Astrolabio fa pubblicare per la prima Levi, (nel 50), Lo stadio di Wimbledon di Da-
volta Freud e Jung. Inarrestabile, riversa niele Del Giudice (nell83) e, in parte, Giaco-
suggerimenti e consigli su Bompiani, Ei- mino di Antonio Debenedetti (nel 94). Nei
naudi, Boringhieri, rifiuta impegni precisi primi due non ci fa una gran figura, e so-
di lavoro, contratti, stipendi. Vive di nulla. prattutto Carlo Levi, per via di un tormen-
C, nella sua leggenda, un episodio con- tato rapporto con la famiglia di Umberto
fermato da pi parti che lo vede su un Saba (il pittore scrittore fu a lungo legato con
ponte romano intento a discutere animata- Linuccia, la figlia del poeta, amica di Bazlen)
mente con Natalia Ginzburg circa lecces- lo descrive con una certa acrimonia. Ma in
sivo attaccamento della gente alle cose. A generale, anche dai romanzi Bobi Bazlen
un certo punto si toglie la giacca e la getta riesce a fuggire, a non lasciarsi afferrare. Per
nel Tevere. Non si sa se abbia invitato la questo il libro di Giulia de Savorgnani sce-
scrittrice a fare altrettanto, certo che per glie una strada diversa, lincrocio di tutte le
reazione la Ginzburg si strinse istintiva- testimonianze, la lettura simultanea delle
mente nellimpermeabile. Erano gli anni tracce che pure rimangono, senza tentare un
del primo dopoguerra, quando la sua atti- profilo definitivo, senza cercare di chiudere
vit di suggeritore era riservata soprattutto in unimmagine chi a essa si rifiut, perch,
allEinaudi. Non sopportava Vittorini (anti- come scrisse nel suo abbozzo di romanzo (in
patia ricambiata), non andava alle riunioni tedesco), il capitano viveva poco in casa. Era
del mercoled, scriveva lettere e si affidava a quasi sempre per mare.

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Luomo scritto dagli altri


Leonardo G. Luccone, Il Foglio, 17 marzo 2007

Roberto Bazlen, il pi talentuoso e meno appariscente per via del crocianesimo o del fasci-
tra gli editor delleditoria italiana, per Montale una leg- smo, era stato fino a quel momento
genda cartacea inattendibile, un maestro inascoltato, un tenuto fuori dai confini. Di quel
confessore inconfessato. Un giudizio un po freddo e di- progetto non se ne fece nulla e solo
staccato per il revisore segreto delle Occasioni. Bazlen, alcuni dei titoli proposti da Bazlen
che una leggenda silenziosa lo stato davvero, un uomo confluirono nel successivo catalogo
vivo nei libri di altri, un uomo schivo che tratteneva a s delle Edizioni di Comunit.
le sue passioni, viene ricordato troppo spesso solo per le Per il disegno originario pub-
sue potenzialit espresse parzialmente e per laura at- blicare classici assenti, scansati, te-
torno alla sua memoria. Eppure la sua visione delledi- nuti lontano, ripubblicare tutto ci
toria diventata forma, il progetto della casa editrice che era stato pubblicato male per-
ideale. La sua coccolata e interminabile lista di libri, siste e si amplia nella memoria del
molti dei quali rifiutati dalle altre case editrici, sono di- suo artefice, resiste altri ventanni,
ventati un unico libro di libri, una teoria di libri unici. ed finalmente Adelphi. Cos, tra il
Ma i progetti che stancano il tempo hanno radici pro- 1962 e il 1963, grazie allaiuto finan-
fonde: il suo un percorso limpido nel Novecento eu- ziario di Roberto Olivetti e della fa-
ropeo, da solista e con lappoggio di sodali affascinati. miglia Zevi, nasce lAdelphi, e si ma-
Luciano Fo, per esempio. Loro due, la mente visionaria nifesta a immagine e somiglianza di
e lorganizzatore, erano editorialmente una cosa sola fin Bazlen anche se nei primi tempi
dai tempi di Adriano Olivetti alle Nuove Edizioni Ivrea. lanima della casa editrice e la natura
S, perch durante gli ultimi anni della Seconda guerra del filo che lega tutte le pagine
mondiale Olivetti aveva incaricato Bazlen di mettere a chiara solo a lui. I primi volumi
punto il programma per una casa editrice che fosse in (Classici) sono una prova generale;
grado di affermarsi rapidamente dopo la caduta del re- escono lanno successivo, nel 1963,
gime; sognavano di diffondere in Italia tutto quello che, e sono le opere di Georg Bchner,
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Oblique Studio

Robinson Crusoe di Defoe, le novelle di Gott- compostezza della grafica beardsleyana e i


fried Keller e Fede e bellezza di Niccol Tom- placidi pastelli si nasconde una casa editrice
maseo. Bazlen, nel frattempo, aveva portato votata allirrazionalismo e alla decadenza, di-
nella squadra un promettente giovane di ot- ranno fin dallinizio. Compiacimento dello
time letture che aveva avuto un maestro dec- stupro, razzismo e una adelphizzazione della
cezione, Mario Praz. Si trattava di Roberto Ca- lingua, qualunque sia il libro, poi. E di vero c
lasso che compiva ventuno anni proprio il che Adelphi, tra i tanti percorsi, foglio dopo
giorno in cui venne reso partecipe del pro- foglio, recupera a sinistra gli autori dellirra-
getto, a Bracciano durante una festa di Ernst zionalismo reazionario, del pensiero nega-
Bernhard, in una bella serata del maggio. tivo, del Sacro e della Tradizione, che prima
I libri di Bazlen, i suoi libri, quelli della erano letti soltanto da una certa destra. Di vero
Biblioteca, che non riuscir a vedere perch c che Adelphi educa, propone un modo des-
morir in una stanza dalbergo nel luglio del sere, impone letture non le suggerisce. Fa edi-
1965, saranno Laltra parte di Alfred Kubin, toria come laveva fatta Manuzio o Wolff, i
Padre e figlio di Edmund Gosse, Manoscritto tro- maestri sottili. E cos fino a puntellare lipoteca
vato a Saragozza di Jan Potocki, poi in ordine idealista con pubblicazione del Nietzsche
sparso, in varie collane, un trattato giapponese debole, ma non solo con un bel pugno nello
sul segreto del Teatro N, un libro su un im- stomaco al dilagare del perbenismo marxista,
maginario mondo a due dimensioni, un testo e la vittoria del moto profondo dellanima,
religioso tibetano; e ancora Le grand jeu di degli istinti e delle necessit superiori.
Daumal e Gilbert-Lecomte, Kafka, Schnitzler, Se lEinaudi era Giulio Einaudi, Calvino,
Freud, Bachmann, cos tanta felice Austria al Vittorini, Pavese, se la Longanesi era Leo Lon-
tramonto che Arbasino propose di cambiare ganesi, se la Bompiani era Valentino Bom-
il nome della casa editrice in Radetzky. LAdel- piani, allora Adelphi era e continua a essere
phi diventa presto il propulsore di una lette- Bazlen e applicazione del suo precetto.
ratura definita dlite, e unlite iniziata e Ma andiamo con ordine. Roberto Bobi
molto selettiva, di proposte di spiritualit Bazlen nacque nel 1902 a Trieste, quando
orientale, di mitologia classica e no. Classici Trieste, citt di rinunce digerite in silenzio e
difficili ora, inarrivabili allora. Per Bazlen di tragedie inespresse ma mediatrice cultu-
erano semplicemente i libri che avevano il rale fra il cadente impero asburgico e lEu-
suono giusto, in cui si avvertiva chiara la ropa, aveva ancora davanti a s diciotto anni
prima voltit, la testimonianza pregnante di di Austria. Nasce e cresce coccolato da tre
qualcosa che accaduto o lindizio di qualcosa madri e un padre che non era il suo. Bazlen
che potrebbe accadere. Un criterio di scelta mezzo ebreo in una citt di cui rifiuta per-
semplice e affascinante. fino la definizione pi diffusa dallora: A oc-
Ma Adelphi saccolla pure il fardello di chio e croce, direi che Trieste stata tutto
Nietzsche. A sentire Bazlen era lunico modo meno che un crogiolo: il crogiolo quellar-
per dar fuoco alle polveri di un nuovo progetto nese nel quale metti dentro tutti gli elementi
editoriale, visto che alla Einaudi non se la sen- pi disparati, li fondi, e quel che salta fuori
tivano di pubblicare lopera completa del te- una fusione, omogenea, con una distribu-
muto filosofo. Un mare di critiche. Dietro la zione uguale di tutti i componenti, e con tutte

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Adelphi Editoria dallaltra parte

greci e latini e la letteratura ita-


liana fino al Novecento. Come era
prevedibile Trieste stessa e il com-
plicarsi delle vicende familiari si
riveleranno presto una morsa dif-
ficilmente sopportabile: Spero di
andar via da Trieste [] la vita qui
mi resa impossibile scrisse a
Montale nel 1926, otto anni prima
di lasciare per sempre la citt.
Dopo Trieste sar sempre un cer-
care rifugi senza mai piantare ra-
dici. Genova, Milano, Roma, via
Margutta 7. Siamo nel febbraio del
1939. Bazlen costruisce a margine
delle sue solitudini una fitta rete di
rapporti umani e professionali.
Disinteressato al denaro, dotato di
una proverbiale infaticabile curio-
sit, passava una buona parte della
sua giornata a divorare libri, di-
steso sul letto, circondato ognid-
dove da volumi ordinati in un la-
birinto. Un vero e proprio
mestiere di leggere che coincideva
con il suo mestiere di esistere: in-
teresse letterario e umano erano
la stessa cosa: trattava gli autori,
compresi i defunti, come persone
conosciute, ne parlava come se ri-
cordasse le loro parole che do-
veva aver sentito con le sue orec-
le caratteristiche costanti ora, a Trieste, che io sappia, chie a memoria. La letteratura
quel fuso, non s mai prodotto. per per lui rimaneva solo un
Fino a sedici anni studia al Real Gymnasium, una mezzo, uno strumento conosci-
scuola in lingua tedesca, ed allievo del professor Mayer, tivo antropologico.
un uomo illuminato sempre teso a stimolare un atteggia- Ecco come descrive le sue gior-
mento critico e individuale che, anche grazie alla solidit nate alla ngresse inconnue
dellimpostazione tedesca orientata a un confronto diretto Lucia Rodocanachi, traduttrice
con i testi letterari, proietteranno il giovane Bobi nel vivo occulta per conto di Vittorini,
della cultura mitteleuropea. Bazlen ignora i classici italiani, Montale e Sbarbaro: ho poco da

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Oblique Studio

raccontarti, faccio una vita signorilmente riti- era gi consulente editoriale di alcune tra le
rata, vedendo pochissime persone, e ora che principali case editrici italiane, ricercato per-
venuta a mancare la complicit antifascista, ch lettore raffinatissimo e profondo conosci-
venuto a cadere lunico legame che avessi con tore della letteratura tedesca, francese e anglo-
tutta questa brava gente che ha aspettato ven- fona. Aveva scoperto Italo Svevo (Vorrei far
tidue anni per cominciare a far carriera sono scoppiare la bomba Svevo con molto fra-
venuto a compromessi coi tempi che corrono, casso, scriveva a Montale nel 1925), aveva
e sono decaduto a tal punto da bere vino dei suggerito e tradotto per primo Freud in Italia,
castelli, per in belle bettole mit schnen Lauben ed era amico e editor segreto di Montale.
[con bei pergolati] di cui Bompiani, Fo, Cal-
ne scopro una ogni sera. vino, Saba chiunque rima-
Con una memoria sba- neva colpito dalla sua en-
lorditiva e una capacit di ciclopedica conoscenza di
fare collegamenti fuori dal autori e generi e dalla ca-
comune, curioso di tutto pacit di dare giudizi edi-
quello che in letteratura toriali lungimiranti. Le sue
avveniva in Italia e fuori, frasi, quelle ricordate o
Bazlen esattamente co- quelle scritte da qualche
me appare in un appunto parte, sono paradigmi la-
di Valentino Bompiani del pidari e perentori: Fino a
21 maggio 1945: Bobi Ba- Goethe: la biografia assor-
zlen. Disposto a una pi bita dallopera. Da Rilke in
vasta, anche totale colla- poi: la vita contro lopera.
borazione: letture, segna- Proprio di quegli anni
lazioni, dirigere una col- una sua memorabile let-
lana. straordinario, ha la tera editoriale a Luciano
memoria a bottoni. Si di- Fo, allora dirigente Ei-
rebbe che ha letto tutto. naudi. Consiglia e sconsi-
Senza fermarsi? Gli dico di glia, perch Einaudi in
s, subito, ma non si fer- fondo una casa editrice
mer neppure con me; popolare, la pubblicazio-
comincia a fiutare un ne del Der Mann ohne Ei-
compenso fisso; vuole un genschaften di Robert
tanto al libro; poi si vedr. Cos che lo muove Musil, Luomo senza qualit. Come livello non
e lo chiama; tutto cultura e si direbbe non si discute, e (malgrado le riserve che vi far e
contenga altro dentro di s. Ma qualche segno le infinite altre che si possono fare) va pub-
avverte che non vero: forse legge per non blicato a occhi chiusi. Come valore sintoma-
pensarci. Si agita sulla sedia come se avesse la tico, [] come valore assoluto [] rimane una
coda. delle faccende pi grosse tra tutti i grandi
Allinizio degli anni Cinquanta, una decina esperimenti di narrativa non conformista. Da
danni prima della nascita di Adelphi, Bazlen discutersi molto, invece, dal punto di vista

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Adelphi Editoria dallaltra parte

editoriale-commerciale. [] Il romanzo : 1) troppo lungo; chiss perch con Vittorini,


2) troppo frammentario; 3) troppo lento []; 4) troppo au- che per ragioni diverse aveva
striaco. [] Per malgrado che il livello dei lettori italiani anche lui bocciato il romanzo, ma
sia infinitamente pi alto di quanto si ritenga comune- in pi di unoccasione non aveva
mente, pubblicare un libro di questo genere un rischio esitato a manifestare senza mezzi
un po grosso; per leggerlo ci vuole tempo, pazienza, pre- termini e con un pizzico dinvidia
messe culturali in comune con lautore, e via dicendo. a Calvino e Ponchiroli la sua anti-
O ancora qualche anno dopo, anche lui tra i lettori patia per Bazlen. Bazlen io lo la-
del discusso Gattopardo: Suspicione verso il Gattopardo: scerei ad Astrolabio.
giustificatissima. [] il libro di un provinciale colto; con E tra i giudizi non editoriali
vera cultura (molto passata) nel sangue; responsabile; in- emblematico quello su Ladri di bi-
timamente soign, piuttosto simpatico; e ci che in Italia ciclette, un film amatissimo:
conta molto, ricco (materialmente). Come costruzione credo sia il punto pi basso nel
affrettato []; non gran che; comunque la pagina pi quale sia caduta lItalia piaciuto
brutta vale tutti i gettoni. Riassumendo, un buon techni- a tutti, perfino ai comunisti che
color da e per gente per bene. Non correva buon sangue hanno scambiato Stalin con De

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Oblique Studio

Amicis, e tutta Roma, compresa gran parte fosse connaturata nella consuetudine di affi-
dei miei amici, ha pianto disperatamente darsi a segreti quaderni e fogli, la paura di de-
avevo detto per scherzo che un mondo che ludere chi da lui si aspettava qualcosa di im-
piange per Ladri di biciclette non pu che mo- mortale o una maturata convinzione che la
rire dinfluenza ma pochi giorni dopo co- grandezza pu stare nella rinuncia, nel silen-
minciata a Roma unepidemia dinfluenza in zio. Un tempo si nasceva vivi e a poco a poco
seguito alla quale la gente s messa a morire si moriva. Ora si nasce morti alcuni rie-
per davvero abstossend!. scono a diventare a poco a poco vivi, scrisse
Cosa ci rimane di Bazlen oltre ai ricordi una volta Bazlen convinto che vivere non
di chi lha conosciuto? Poche pagine di ri- fosse altro che inventare nuovi luoghi dove
flessioni sui libri degli altri, il suo Capitano naufragare.
di lungo corso eternamente incompiuto e E forse chi ci ha permesso di compren-
pubblicato postumo, altri quaderni di ap- dere pi a fondo lanimo di Bazlen stato
punti. Molto o quasi niente per dirla come Daniele Del Giudice col suo sofferto Bildun-
lavrebbe raccontata lui che, come un mi- gsroman Lo stadio di Wimbledon. Del Giudice
stico dellanonimato, non voleva lasciare sceglie di sviscerare Bazlen per penetrare s
tracce tangibili del suo transito e gli piaceva stesso. La disamina del sacrificio dellinten-
vivere negli interstizi della cultura e della zione della scrittura andava scandagliata at-
storia. Ci rimane il sentore della sua straor- traverso i luoghi della memoria, interviste a
dinaria capacit di influire sulle vite degli chi Bazlen lo ha conosciuto e una ricostru-
altri e di occultare la propria, la sua libert zione incrementale degli stati danimo. Una
di pensiero, il suo coraggio di dire ci che pacata ma sismica presa di coscienza che
pensava. trova compimento nelle parole che Del Giu-
Bobi era sempre al di fuori e al di l di tut- dice fa dire alla compagna di sempre di
to pur continuando a rimanere dentro il fe- Bobi, Ljuba Blumenthal: La sua vita erano
nomeno; la sua personalissima dicotomia le altre persone, quello che lui poteva capire
arte-vita si risolveva nellopposto della nor- di loro, o fargli capire, lui non cercava di
malit: la letteratura non una rappresenta- immaginarsi come fosse una persona, lui lo
zione, ma il mezzo per ampliare la sua inte- era. E quando ha scoperto che questo era il
razione con il mondo. suo posto nella vita, non ha potuto pi scri-
Ci rimane il suo non aver prodotto vere. Aveva capito dove stava la sua forza, e
unopera ma una limatura di frammenti, un stava nelle persone.
ingarbugliato filo dArianna denso di para- Quello di Bazlen un naufragio volontario
dossi ed enigmi. Io credo che non si possa perch lincompiutezza non un limite ma
pi scrivere libri. Perci non scrivo libri. un punto darrivo, vivere cancellando, e forse
Quasi tutti i libri sono note a pi di pagina anche per questa ultima coerente contrad-
gonfiate in volumi. Io scrivo solo note a pi dizione che affida i suoi scritti, pubblicati po-
di pagina. stumi da Adelphi, a Silvana Radogna con
Chiss se quella ferma decisione di restare lordine di distruggerli sapendo benissimo
inedito anche le traduzioni che faceva erano che mai lavrebbe fatto. E lui finalmente pu
con un nome fittizio o con le sue iniziali vivere nei campi, come un giglio.

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Roberto Bazlen, consulente di lungo corso


Valeria Riboli, nuoviargomenti.net, 17 giugno 2014

La figura di Roberto Bazlen resta a oggi una porteranno il romanziere a una qualche no-
delle pi intrise di aneddotica, eppure sco- toriet. Proprio con il padre degli Ossi di sep-
nosciute, del Novecento italiano. In realt, la pia il consulente d vita al primo degli atipici
storia di questo consulente editoriale dalle sodalizi che costelleranno la sua vita: Mon-
letture onnivore e dalla personalit umbra- tale recepisce i consigli di lettura del giovane
tile permette di illuminare molti aspetti amico, concentrati su autori europei ancora
della cultura del secolo scorso: una storia ignoti per un seppure aggiornato intel-
di scoperte librarie, di incontri, di amicizie lettuale italiano. Nemmeno le critiche,
e incomprensioni, di stimoli culturali che vi- anche aspre, che il giovane Bazlen dispensa
dero una realizzazione per lo pi postuma. allautorevole amico (le brevi (Ossi di s.)
Il suo inizio a Trieste, dove Bazlen nasce non mi dicono granch, e mi sembrano,
nel 1902: dato biografico non secondario, spesso, formalmente ingenue, recita una
perch proprio nella citt di frontiera, a quel lettera) riusciranno a intaccare il legame fra
tempo ancora absburgica, il giovane intellet- i due.
tuale entra in contatto con personaggi che sempre a Trieste e nella ricerca che i
ne influenzeranno in maniera decisiva la suoi scrittori compiono in direzione di una
personalit, e che nondimeno usciranno letteratura locale, intesa in senso forte-
cambiati dal suo ascendente. Ancora dicias- mente identitario che Bazlen modella i ca-
settenne, nella libreria antiquaria di Saba, pisaldi del proprio pensiero e matura un
testa il proprio ruolo di consigliere nellom- gusto che tradurr poi in proposta editoriale
bra, quando non di vero e proprio maieuta per i lettori italiani: triestina lidea di una
e artefice di scelte editoriali e letterarie. a letteratura del tutto aliena ai dettami imposti
lui che, nel 1925, Montale deve la cono- dalla filosofia crociana, dunque indirizzata
scenza di Svevo e lincoraggiamento a scri- alla valorizzazione del contenuto contro la
vere una serie di recensioni che finalmente forma, della letteratura come vita contro
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Oblique Studio

la letteratura come mestiere, vuota scatola quale Bazlen, ebreo non praticante, era
formale incapace di avvincere il lettore. Per molto vicino. Accanto alla spinta psicoanali-
autori quali Saba, Stuparich, Slataper, e per tica in direzione di una scrittura autobiogra-
Bazlen nella sua lunga carriera di consulente fica aderente il pi possibile al reale, e per-
editoriale, lo scrivere scaturisce insomma da ci capace di far scricchiolare le fondamenta
unurgenza, non esercizio di stile ma rispo- della crociana autonomia dellarte dallhu-
sta a un bisogno spontaneamente percepito. mus triestino vengono recepite le opere
Se nel 1934 il consulente abbandona la citt maggiori della letteratura mitteleuropea,
natale e la rinnega imputandole un eccessivo alle prese con la traumatica rielaborazione
provincialismo, per impossibile non per- del dissolvimento dellImpero absburgico.
cepire leco della cultura triestina nella pri- Esse vengono recuperate da Bazlen in lingua
mavoltit, formula da lui coniata per desi- originale, con largo anticipo rispetto agli
gnare quellemersione genuina della scrittura altri intellettuali italiani, nelle bancarelle
dal vissuto, libera da orpelli stilistici, che de- triestine, al momento dellabbandono, da
termina il valore di un testo ed decisiva per parte della popolazione di lingua tedesca, di
la sua pubblicazione. Proprio la coscienza una terra divenuta italiana. Dal tramonto
della sua rarit spinge Bazlen a voltare le della Trieste absburgica Bazlen non trae tut-
spalle alla scrittura, cercando in altri ci che tavia solo preziosit librarie, ma anche la
per lui dovrebbe identificare uno scrittore: ferma consapevolezza dellinerzia della cul-
ha qualcosa da dire; quello che ha dire vis- tura italiana: se la situazione fosse stata lin-
suto, suo; lo dice con parole sue, chiare. Il versa, e se ne fossero andati gli italiani, le
capitano di lungo corso, romanzo volutamente bancarelle si sarebbero sfasciate sotto il peso
incompiuto e pubblicato postumo, illustra in di Carducci Pascoli dAnnunzio e Sem Be-
chiave metaforica la decisione di abdicare al nelli, [] e di altra gente che portava male,
ruolo di autore. Dora in poi gli estri scrittori scrive nellIntervista su Trieste, raccolta da
di Bazlen saranno delegati alle lettere edito- Adelphi, insieme a molte lettere editoriali,
riali, trasformate dalla sua penna in un vero nel volume degli Scritti.
genere letterario. Tra riflessioni disincantate Il bagaglio col quale Bazlen lascia Trieste,
sulla societ contemporanea e narrazioni au- per trasferirsi, dopo un periodo milanese, a
tobiografiche, esse tradiscono un rapporto Roma, dunque pressoch unico per un in-
con i libri sanguigno e costellato di passioni tellettuale che si muove nellambiente cultu-
e ripulse, a volte anche clamorose (La strut- rale italiano: un ambiente soffocato dal fa-
tura delle rivoluzioni scientifiche di Kuhn una scismo, impigrito dal magistero crociano,
lavatura di piatti, Il gattopardo un techni- segnato da arretratezze e neofobie. Proprio
color scritto da e per gente per bene). allo svecchiamento della cultura italiana Ba-
Oltre a una peculiare concezione del zlen dedica le prime energie investite nellat-
ruolo della scrittura, dal mondo culturale di tivit editoriale: nel 1938 avviene infatti lin-
Trieste viene raccolta una novit rivoluzio- contro con Adriano Olivetti, altro interlocu-
naria come la psicoanalisi freudiana, che ap- tore deccezione con il quale ebbe pi che
proda nella citt nel primo dopoguerra, at- qualche sporadico contatto. Prima a Milano
tecchendo perlopi nellambiente ebraico, al e poi a Ivrea, cuore dellattivit olivettiana,

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Adelphi Editoria dallaltra parte

viene elaborato il progetto delle Nuove Edi- future. Nel pieno del dopoguerra, per esem-
zioni Ivrea, pensate per affermarsi piena- pio, gli scritti di Freud e Jung cominciano a
mente alla caduta del fascismo. Rimaste pur- circolare in Italia anche grazie a Bazlen, che
troppo ferme alla fase di ideazione, perch favorisce lincontro fra Ernst Bernhard, au-
superate dalle ben pi note Edizioni di Co- torevole allievo di Jung, e la casa editrice ro-
munit, esse valgono tuttavia come lumi- mana Astrolabio. Cos nasce Psiche e co-
noso esempio del brulichio intellettuale di scienza, collana decisiva nella storia della
quegli anni. Da Olivetti viene lidea primaria diffusione della psicoanalisi nel nostro
della casa editrice e laspirazione a una cul- paese, che vedr la collaborazione, oltre che
tura finalmente antifascista; da Bazlen, col- dello stesso Bazlen (il quale si impegn
laboratore principale delliniziativa, arrivano anche in diverse traduzioni), di Edoardo
le proposte di pubblicazione, sotto forma di Weiss, pioniere della psicoanalisi freudiana
miriadi di foglietti zeppi di titoli inviati dal a Trieste, dove il giovane consulente si era
suo minuscolo appartamento romano in via sottoposto alla sua analisi. Nonostante il fal-
Margutta. I pochi documenti che restano a limento della terapia, che non era riuscita a
testimoniare il progetto riportano limma- sconfiggere i disturbi che lo affliggevano, e
gine di un consulente editoriale febbril- soprattutto nonostante le riserve che ormai
mente attivo e propositivo: a Olivetti ven- nutre nei confronti del pensiero di Freud,
gono raccomandati molti testi di psicologia significativa la lucidit con la quale Bazlen si
e psicoanalisi, non solo quella freudiana (nel accosta al nuovo progetto. Una consapevo-
cui rifiuto convergevano la politica antise- lezza lo accompagna, in questa e in molte
mita del regime, la filosofia crociana e la future occasioni: i libri che propone arri-
dottrina cattolica), ma soprattutto quella jun- vano al pubblico italiano in irrimediabile ri-
ghiana, che presto cattura in maniera privi- tardo, eppure proprio in questo risiede la
legiata gli interessi di Bazlen, portandolo a loro necessit e il loro valore. Per Bazlen, che
includere fra le sue proposte anche opere di conosce la sua opera da ventanni, il Freud
storia delle religioni e del pensiero orientale, pubblicato da Astrolabio non ormai nien-
antropologia, etnologia. A rivitalizzare taltro che uno scienziato del diciannove-
lasfittica cultura italiana sono chiamati inol- simo secolo. Ma al momento di presentare
tre testi di natura testimoniale come auto- la pubblicazione delle Lezioni introduttive allo
biografie, biografie ed epistolari, accanto studio della psicoanalisi, ci che gli interessa
alle opere di alcuni fra i maggiori autori rivolgersi alla generazione che da anni non
della letteratura mitteleuropea, quali Rilke e trova nelle librerie questopera classica: per
Hofmannsthal. essa, il volume sar una rivelazione.
Il progetto delle Nuove Edizioni Ivrea con lEinaudi di Pavese, Calvino e Vitto-
viene presto abbandonato: molti dei titoli rini che si realizza la collaborazione pi du-
che avrebbero dovuto costituirne il catalogo, ratura, e insieme, paradossalmente, pi vo-
per, non vengono dimenticati, ma anzi co- tata allinsuccesso. Dal 1959, senza muoversi
stituiscono un corpus di letture ritenute im- da Roma, dunque scegliendo consapevol-
prescindibili, le cui tracce si possono rinve- mente una posizione defilata rispetto allin-
nire nella maggior parte delle collaborazioni tensissima attivit dellEinaudi di quegli

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Oblique Studio

anni, il consulente invia le proprie proposte che lazione, della quale non ti sei accorto,
tramite fitte lettere editoriali, il cui destina- fila che un gusto, e che non ti sei annoiato,
tario privilegiato, e insieme pi aperto, ma che ti sei divertito, che hai comparteci-
lamico forse pi stretto di tutta la vita, Lu- pato, che per due mesi sei vissuto in parte di
ciano Fo, che gi aveva condiviso alcune quel mondo, e che ti sei innamorato di Aga-
tappe fondamentali della carriera di Bazlen: the, sorella delluomo senza qualit.
sia le Nuove Edizioni Ivrea, per le quali era A queste suggestioni il comitato delle riu-
stato lattento recettore dei foglietti inviati da nioni del mercoled non del tutto sordo,
via Margutta, sia lAgenzia Letteraria Inter- complice anche la forza persuasiva che il
nazionale, fondata dal padre, alla quale Ba- consulente riesce a immettere nelle sue let-
zlen aveva prestato la sua consulenza. Nel tere. Ma si tratta di un caso. Il resto della col-
1951, quando approda allEinaudi, Fo cede laborazione con la casa torinese, durata fino
il proprio posto nellagenzia paterna a Erich allinizio degli anni Sessanta, un susseguirsi
Linder, un altro protagonista della storia edi- di rifiuti, diffidenze, progetti abortiti: le pro-
toriale del Novecento e della vita stessa di poste di Bazlen, infatti, sono fiaccate dallin-
Bazlen. Nellimportante ruolo di segretario colmabile distanza che le separa dallimpe-
generale della casa torinese, si impegna a va- gno einaudiano, lontano dallinteresse del
lorizzare le proposte dellamico, basate tanto consulente per lautobiografia e lindagine
su nuovi progetti quanto sugli ambiti cultu- del s, ma soprattutto estraneo allattenzione
rali privilegiati. da lui riservata al campo dellirrazionale e,
Moltissimi sono gli autori attinti dal ser- non di rado, del misterico e del magico, na-
batoio mitteleuropeo: oltre a Broch, Hlder- turali addentellati del pensiero junghiano.
lin, Rilke, spicca il parere di lettura, rimasto Ed cos che la Collezione dellIo, formu-
celebre, relativo allUomo senza qualit di lazione finale di una serie di proposte per
Musil. Il monumentale romanzo 1) troppo una nuova collana, viene bocciata, alla fine
lungo 2) troppo frammentario 3) troppo degli anni Cinquanta, niente meno che da
lento (o noioso, o difficile, []) 4) troppo au- Italo Calvino, il quale, in una serie di lettere
striaco, eppure va pubblicato a occhi a Giulio Einaudi sullargomento, mette in
chiusi. Quello che spinge infine Bazlen, pur guardia contro gli sconfinamenti spiritua-
tra mille riserve, a promuoverne la pubbli- listici che le proposte editoriali di Bazlen
cazione (che in effetti avverr, nel 1957, al- possono comportare, ma anche invita il con-
linterno dei Supercoralli), la capacit di sulente a instaurare un dibattito sul tema.
Musil di includere il lettore in un mondo Dando nuova prova del suo carattere sfug-
che gli sconosciuto, di accendere in chi gente ed enigmatico, Bazlen non fornir mai
legge una forma di compartecipazione, in- gli appunti richiesti da Calvino affinch da
grediente imprescindibile per un libro un disordinato elenco di titoli, per la gran
degno di essere pubblicato: ti succede che parte sconosciuti e potenzialmente so-
attraverso questi interminabili dialoghi, spetti, emerga una linea di ricerca. Alla
saggi, trattati, feuilletons, e dopo esserti diffidenza einaudiana, dunque, risponde la
abbondantemente irritato e annoiato ti si tendenza del consulente a ritrarsi e a lasciare
forma lentamente un mondo vivissimo [], in sospeso i propri progetti. Forse non solo

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Adelphi Editoria dallaltra parte

agli attriti con leditore, ma anche alla sua in- Tra rifiuti degli editori e ritrosia del con-
vincibile vocazione allanonimato e alla ri- sulente, come valutare allora leffettiva in-
servatezza, che si deve la scelta di occultare cidenza sulla cultura italiana di un perso-
sotto lo pseudonimo Lorenzo Bassi le non naggio cos singolare? Al di l delle
poche traduzioni svolte per leditore (tra le mitologie, ci che resta in maniera meno
altre, Eros e civilt di Marcuse, una raccolta visibile, eppure indelebile, un influsso
di racconti di William Carlos Williams e Gli perlopi postumo. Gi nel 1962, infatti,
affari del signor Giulio Cesare di Bertolt quando lestraneit allEinaudi si resa
Brecht). ormai invalicabile, segue lamico Fo da
Torino a Milano, dove a opera loro e di altri
investitori viene fondata Adelphi: anche in
questo caso Bazlen si dedica alla stesura di
fluviali pareri di lettura, finalmente rivolti
a una casa editrice che, essendo frutto di un
progetto nato in buona parte da lui, d spa-
zio alle sue suggestioni. Sin dagli esordi, e
per un lungo periodo dopo la sua morte
avvenuta prematuramente a Milano nel
1965 , il catalogo adelphiano reca traccia
(soprattutto allinterno della Biblioteca e
della Piccola Biblioteca Adelphi, che non a
caso ricalcano la struttura di alcuni progetti
rifiutati da Einaudi) delle predilezioni di
Bazlen. Ma non si tratta solo di nuove pro-
poste: nel catalogo della casa editrice mila-
nese trovano infatti il loro punto dapprodo
anche titoli provenienti dai negletti pareri
di lettura di molti anni prima. Solo una
casa editrice che elegge come interlocutore
un lettore dai gusti ricercati ed elitari po-
teva valorizzare appieno la proposta di un
intellettuale unico e idiosincratico, che gi
negli anni Venti, a Montale che gli propo-
neva una collaborazione con una rivista, ri-
spondeva: Siete matti di volermi far colla-
borare a una rivista? Io sono una persona
per bene che passa quasi tutto il suo tempo
a letto, fumando e leggendo [...]. Per di pi,
manco completamente di spirito messia-
nico divulgativo.

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Luciano Fo
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Il signore degli Adelphi


Ernesto Ferrero, La Stampa, 8 dicembre 1990

Milano. Luciano Fo, 75 anni, fondatore e consigliere dellagenzia con leditoria libraria,
delegato dellAdelphi, siede un po allarmato nel grande vendendo i diritti di autori come
studio affacciato su un glicine maestoso che sta per- Huxley e Wodehouse. Cominciai
dendo le ultime foglie. Appartiene alla razza pressoch a lavorare con mio padre nel 1933,
estinta di coloro che preferiscono manifestarsi solo lanno in cui debuttarono la Me-
nellartigianato quotidiano, nellattenzione alla concre- dusa e i Gialli Mondadori. Facevo i
tezza delle cose. Eppure questuomo, che potrebbe es- pacchi, mi occupavo di tante fac-
sere il saggio governatore di una delle Citt invisibili di cende, ma mi divertivo anche a
Calvino, ha attraversato da protagonista la storia cultu- fare un po lo scout, a suggerire agli
rale e civile dellultimo mezzo secolo. Prendiamo la sto- editori (oltre a Mondadori, soprat-
ria alla lontana, e cominciamo a parlare di suo padre Au- tutto DallOglio e Bompiani), au-
gusto: Dal 1891 lavorava come correttore di bozze da tori e titoli. Il colpo pi vistoso lo
Pomba, la futura Utet, e si vantava di aver corretto le mettemmo a segno vendendo a
bozze dei libri di Luigi Einaudi. Scriveva, frequentava Mondadori Via col vento, che nes-
un piccolo cenacolo di amici letterati, la sera studiava suno voleva, perch troppo lungo.
lingue. Cominci a tradurre romanzi per lappendice Ci volle un articolo del Corriere
che si usava nei giornali di allora, e poich non esiste- della Sera in cui si parlava del gran
vano agenzie letterarie, sullesempio inglese decise di successo che il romanzo aveva
aprirne una nel 1898: la chiam Agenzia letteraria inter- avuto in America per far partire la
nazionale. Comperava i diritti allestero, traduceva per- corsa. Risale a quegli anni un in-
sonalmente la sera e nei weekend, perch il patrigno gli contro decisivo non solo per Fo,
aveva trovato un posto a Milano in una azienda di tele- ma per il decollo della migliore
foni privati, poi rivendeva i testi a una catena di piccoli editoria italiana del dopoguerra:
giornali. Dopo una sfortunata esperienza di produttore quello con Roberto Bazlen. Ri-
cinematografico nel 1918, cerc di ampliare il lavoro corda Fo: Nel 1937 volevo fare un
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Oblique Studio

periodico che informasse i lettori sui libri senso della giustizia, fede e razionalit, ideali-
stranieri, una cosa un po come il Times Lite- smo e machiavellismo a volte ingenuo. Le
rary Supplement. Comuni amici mi misero in scelte di Bazlen si mescolano al filone poli-
contatto con Bazlen. Era allora consulente tico-sociale caro a Adriano. Si parla di tradurre
delleditore Frassinelli, perch conosceva An- Freud, Jung e Heidegger; si parla di patristica
tonicelli, e amico di Adriano Olivetti, per cui e di economia. Al leggendario Albergo Dora,
scriveva slogan pubblicitari. Bazlen scoraggi covo e rifugio degli olivettiani, arriva anche
subito il mio progetto: figurarsi se il fascismo un Cesare Musatti un po depresso; viene as-
avrebbe permesso una pubblicazione di que- sunto il giovane Erich Linder a rivedere tra-
sto genere. Diventammo grandi amici. Nel duzioni. Fo va in Svizzera a trovare Jung, e si
1941 mi parl invece di una idea sua, o di trova di fronte un gigante dagli occhi azzurri,
Adriano: mettere in piedi una casa editrice ridanciano, simpaticissimo, che sta studiando
che, nella prospettiva non lontana di una ca- i simboli della messa e un po si preoccupa di
duta del fascismo, lavorasse a recuperare i come la prenderanno i cattolici italiani. Ma
gravi ritardi della nostra cultura rispetto a Fo si accorge anche che qualcuno lo ha pre-
quella europea: basta pensare al lavoro che bi- ceduto nellacquisizione di alcuni titoli del
sognava fare con Freud e la psicoanalisi, o con maestro zurighese: un redattore di Einaudi
certi autori come Jarry, Daumal, Artaud e che si chiama Cesare Pavese. Incalzano gli
Hofmannsthal. E poi bisognava rimuovere eventi del 1943. Adriano era in preda a una
lipoteca dellidealismo. Bazlen parl di me a vera febbre politica dice Fo. Aveva comin-
Adriano, suggerendogli di offrirmi di organiz- ciato a scrivere il suo libro sulle comunit, e
zare la nuova casa. Un giorno dellautunno arriv a disegnare addirittura una bandiera
1941 lo vidi arrivare. Fui contagiato dal suo en- per il nuovo Stato che lui voleva. Aveva con-
tusiasmo e dal suo charme. Lavoravo mezza tatti con varie personalit dellantifascismo,
giornata in un ufficio di via Gabba, con una con Maria Jos, con Badoglio. Voleva prepa-
segretaria, per le Nuove Edizioni Ivrea, come rare la resa dellItalia agli alleati secondo certi
si dovevano chiamare. Bazlen faceva il consu- suoi criteri. Con noi era molto riservato, si li-
lente da Roma, dove vedeva molta gente. Con mitava a farci capire che la sapeva lunga, ma
i bombardamenti dellautunno 1942 Olivetti niente di pi. Durante il mio viaggio in Sviz-
decise di trasferire lufficio a Ivrea, e ci sistem zera, un giornalista mi aveva messo in con-
in una casa popolare, di fronte alla fabbrica. tatto con il rappresentante degli Stati Uniti per
un periodo importante, per Fo. La vici- lEuropa occupata, affinch gli descrivessi la
nanza di Adriano accelera la sua maturazione situazione politica in Italia, e il futuro dei par-
politica e ideologica, lo avvicina a Maritain e titi. Mi trovai davanti Allen Dulles, fratello di
Mounier, gli fa vedere con maggiore chiarezza Foster e futuro capo della Cia. Non sembr
le illusioni e lastrattezza di certo antifascismo, molto interessato alle mie previsioni, e nem-
ma anche la complessit del personaggio Oli- meno alle nuove sistemazioni politiche di
vetti: Mi sono poi accorto che Adriano, den- Adriano, di cui gli parlai. Mi chiese di passargli
tro di s, era abbastanza diverso da come sem- informazioni, dissi che non ero venuto l per
brava, che cercava di conciliare gli elementi fare la spia. Ci lasciammo piuttosto fredda-
opposti che lo agitavano: senso del potere e mente. Quando seppe del mio contatto con

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Adelphi Editoria dallaltra parte

Dulles, Adriano volle portargli lo schema del come molti allora, vagheggiavo una societ
libro sul nuovo ordine e il piano di resa agli rinnovata. Me ne uscii nel 1957. In sezione,
Alleati. Passai otto giorni chiuso in casa di Oli- Fo sistema la biblioteca, gomito a gomito
vetti a tradurre freneticamente in inglese que- con il giovane Giangiacomo Feltrinelli, che si
sti testi, ma subito dopo fra Adriano, Dulles e dedica assiduamente ad attaccare manifesti;
il suo collega inglese McCaffery si inserisce, ma tra i due il sodalizio non va oltre il piccolo
sempre in Svizzera, un agente del Sim, il con- attivismo. Per suggerimento di Pavese, Giulio
trospionaggio italiano: un certo signor Rossi. Einaudi propone a Fo di lavorare in casa
Cos quando Adriano and a Roma intorno al editrice. Ricordo che mi offr dodicimila lire
20 luglio, evidentemente perch preavvertito al mese. Era poco anche per quei tempi, mi
dellimminente caduta di Mussolini, e perch dovevo sposare, e la trattativa prese qualche
si aspettava un qualche ruolo di rilievo nel tempo. Mi trasferii a Torino nel marzo del
nuovo assetto, il Duce cadde davvero, ma 1951 per occuparmi della segreteria editoriale.
quattro giorni dopo Adriano fu arrestato per Conobbi allora Giorgio Colli. Con Einaudi,
connivenza col nemico, e rinchiuso a Regina con Bobbio, Ponchiroli, Boringhieri, Lucen-
Coeli. Per sua fortuna la moglie Paola a set- tini, Calvino, cera un forte rapporto di vita
tembre riusc a tirarlo fuori dai guai, corrom- comune anche fuori dellufficio, di passeg-
pendo un ufficiale. Era chiaro, a questo giate, discussioni, case delle vacanze che ci
punto, che il signor Rossi era anche sulle scambiavamo. Legavo un po meno con Vit-
tracce di Fo. Fu Massimo Olivetti, fratello di torini, in cui mi pareva di avvertire un fondo
Adriano, a dirgli di lasciare in fretta Ivrea, di isterismo un po femminile; ma furono
forse avvertito da Ugo La Malfa. Prima di anni assolutamente felici, almeno fino al
partire, incontro il vecchio Olivetti, Camillo, 1958, anno di gravi preoccupazioni per la sa-
che mi fa: Senta, avrei bisogno di avere il lute di mia moglie. Anche se Fo, maestro
testo della Costituzione sovietica, perch dellunderstatement e dellautoironia, non ne
adesso bisogna prepararsi. Mio figlio Mas- fa cenno, le carte dellArchivio Einaudi
simo fa un piano, mio figlio Adriano ne fa un stanno a testimoniare della qualit e della
altro, adesso ne faccio uno anchio. Quando quantit del lavoro del segretario generale,
Fo, che riparato in Svizzera con il padre, vero motore operativo della casa, nellarco
torna in Italia e riprende lagenzia letteraria, degli anni Cinquanta, che hanno segnato al-
molti rapporti si sono interrotti, la ricucitura cune delle acquisizioni pi importanti, come
difficile. Allagenzia lo raggiunge Erich Lin- quella di Musil, per suggerimento del solito
der, che di l a qualche anno la rilever. In- Bazlen. Di Bazlen, Einaudi aveva quasi
tanto conosce, nei suoi passaggi a Milano, Ce- paura. Quando lui arrivava a Torino, si rinta-
sare Pavese, anche per il comune tramite di nava nel suo studio. Lo considerava una spe-
Bianca Garufi: Quando ci trovavamo in- cie di mago, uno che sapeva leggere in fondo
sieme, quei due si mettevano a parlare tra loro allanima. E siamo al passo decisivo, che nel
sul mito, fittamente, per ore. Non ci capivo as- 1961 vede Fo lasciare Einaudi e tornare a Mi-
solutamente niente. A Milano, nel 1948, Fo lano. La leggenda editoriale parla di contrasti
si iscritto al Pci, sezione centro. Mi ero sullopportunit di pubblicare le opere di
iscritto non perch fossi marxista, ma perch, Nietzsche, ma Fo non laccredita: Sentivo

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Oblique Studio

unesigenza dordine interno, la necessit di cui sono confluiti alcuni testi orientali pen-
darci strutture pi solide e chiare; poi solle- sati originariamente per i Classici; e una
citavo una collana di classici a prezzo medio serie di saggi. Dopo un anno e mezzo di
e auspicavo una qualche grande opera per preparazione, i primi quattro titoli uscirono
sostenere le vendite rateali. Calvino port nel 1963: il Crusoe di Defoe, il primo tomo
dallAmerica lenciclopedia McGraw-Hill del- delle novelle di Keller, le opere di Bchner,
la scienza e della tecnica, che costava cento Fede e bellezza di Tommaseo. Ma lanno dopo
milioni di allora, ma ci mancavano le forze la crisi economica che allora si chiamava
redazionali per realizzarla. Su questi pro- congiuntura obblig Roberto Olivetti a ri-
blemi ci scambiavamo lunghi memoriali nunciare alle attivit mecenatesche. Mi
scritti, sembravamo tutti daccordo, ma in- salv Zevi, e Giulia Devoto Falck, per il tra-
tanto non capitava nulla. Quanto a Nietzsche, mite di Giovanni Pirelli. Allinizio avevo
grazie a Colli e soprattutto a Montinari, bene solo una segretaria e un contabile; pi tardi
introdotto in Germania Est, cera la possibi- arrivarono Cappelletti allufficio tecnico, e
lit di fare una grande edizione condotta sui in redazione Piero Bertolucci. LAdelphi si
manoscritti, ben trentamila pagine conser- muove controcorrente, con titoli che pare-
vate a Weimar. A orientare negativamente vano intempestivi rispetto alla cultura do-
Einaudi non ci fu solo il veto ideologico di minante e allegemonia einaudiana. Sono
Cantimori, che non voleva Nietzsche sullo anni difficili: bisogner attendere un decen-
stesso scaffale di Gramsci e Salvemini, ma nio per vedere i primi bilanci in pareggio e
anche i forti costi delloperazione. Furono so- raccogliere i frutti di una scommessa tanto
prattutto motivi di opportunit famigliare, rischiosa, ma Fo non sposta il progetto di
legati alla salute di mia moglie, a consigliare un millimetro. Intanto nel 1967 c stato un
il ritorno a Milano. In un primo tempo non arrivo importante: quello di un giovane stu-
volevo aprire una nuova casa editrice. Con dioso romano, Roberto Calasso, che il solito
Bazlen avevamo steso un programma edito- Bazlen nel 1962 aveva presentato a Fo, e
riale, e pensavo di unirmi a Paolo Borin- che oggi consigliere delegato accanto a lui.
ghieri, che era uscito dalla Einaudi nel 1956 Una diarchia che sembra inverare lintui-
con il catalogo scientifico, completandolo zione profetica del marchio della casa: due
con la parte umanistica e letteraria. Il pro- figure stilizzate dellantica Cina. Credo
getto non and in porto. Fu Giovanni Arpino molto in Calasso anche come autore dice
a mettermi in contatto con quel Roberto Oli- Fo. Le nozze di Cadmo e Armonia mi sono
vetti, figlio di Adriano, che avevo conosciuto subito sembrate un gran libro. Le ombre
ragazzino. Anche se a lui interessavano prin- del pomeriggio hanno invaso il cortile-giar-
cipalmente i problemi del sottosviluppo, dino di via San Giovanni sul Muro, e Fo la-
mise nella nuova impresa (giugno 62) i due scia intendere di aver gi sottratto troppo
terzi del capitale. Laltro terzo lo misi io, con tempo al lavoro. Sul tavolo lo attendono,
laiuto di Alberto Zevi. Il progetto si artico- come sempre, bozze da controllare a casa,
lava su una collana di classici assenti o mal traduzioni da mettere a punto. Anche lui,
tradotti e su quella che poi diventata la col- come Pietro Citati, convinto che lApoca-
lana Biblioteca, tipicamente bazleniana, in lisse comincer con un refuso.

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Addio a Luciano Fo,


leditore nemico delle ideologie
Ranieri Polese, Corriere della Sera, 26 gennaio 2005

Fondai lAdelphi, con i consigli di Bobi Bazlen, per Luciano traduceva dal francese.
rompere la monotonia dellideologismo editoriale di si- Lincontro con Bazlen avvenne nel
nistra, per scegliere autori che uscissero fuori dai binari 37, Fo pensava di fondare una ri-
codificati di una visione del mondo esosa in senso de- vista aperta ai pi importanti autori
teriore. Qui pubblichiamo i libri che pi ci piacciono, stranieri e chiese consiglio al coltis-
solo quelli, con rischi e soddisfazioni. A dieci anni esatti simo triestino, amico di Montale,
dalla nascita della casa editrice, rispondendo alle do- Saba, Debenedetti, particolarmente
mande di Enzo Siciliano per la Stampa, Luciano Fo versato nella letteratura germanica.
spiegava con lucida sintesi scopi e ragione dellimpresa Bazlen lo dissuase dal proposito (le
culturale cui aveva dato inizio. Era il 1972, Fo aveva 57 autorit fasciste ne avrebbero im-
anni, da circa quarantanni lavorava nelleditoria. pedito luscita, disse); ma quella era
Avendo chiaro, quasi fin dai suoi inizi, il progetto di la nascita di una grande amicizia,
pubblicare libri e autori al di fuori degli steccati ideolo- tanto che, lanno dopo, ormai en-
gici della cultura italiana, delle sue chiusure parrocchiali trate in vigore le leggi razziali, fu il
e provinciali. Da qui, in germe, lidea di un catalogo che pi anziano compagno a insistere
avrebbe fatto scoprire o riscoprire i grandi scrittori della perch Fo si battezzasse metten-
crisi europea, da Nietzsche ai mitteleuropei (Hesse, Jo- dosi al riparo da persecuzioni. Cu-
seph Roth, Robert Walser, Lernet-Holenia), la spiritua- rioso di tutto quello che in lettera-
lit orientale, la mitologia classica e non, Nabokov, Si- tura avveniva fuori dItalia (lesse
menon, autori di destra ( Jnger), hippy (Lo Zen e larte anche gli americani, Caldwell,
della manutenzione della motocicletta), surrealisti (Daumal), Steinbeck, Hemingway, ai tempi
grandi viaggiatori come Chatwin. Aveva cominciato nel delle traduzioni di Vittorini), Fo
33, a Milano, per lAgenzia letteraria internazionale del nel 1941 collabora con Adriano Oli-
padre Augusto, che traduceva romanzi stranieri e li ven- vetti che sta preparando una casa
deva ai quotidiani per la serializzazione in feuilleton. editrice per quando il paese si fosse
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Oblique Studio

liberato dal fascismo. Sognavano, lui e il gio- a Fo un giovane collaboratore destinato a un


vane Fo, di diffondere in Italia tutto quello grande avvenire: Roberto Calasso, vive a
che, per via del crocianesimo o del fascismo, Roma, ma nel 1967 (due anni dopo la morte
era stato fino a quel momento tenuto fuori di Bazlen) sale a Milano e negli anni diventer
dai confini. L8 settembre del 43 e la fuga in direttore editoriale e autore di punta della
Svizzera con il padre Augusto interrompono casa editrice. Difficolt, negli anni, non sono
il progetto. Al ritorno, nel 45, i programmi di mancate. Gi a met dei Sessanta la crisi eco-
Olivetti e della sua Comunit non gli piac- nomica fa ritirare Olivetti, ma lAdelphi aiu-
ciono pi. Dopo un periodo di lavoro, nuo- tata da Alberto Zevi (e da Giulia Devoto Falck
vamente nellAli, ecco il passo decisivo: To- e Giovanni Pirelli). Gli anni Settanta, final-
rino, la casa editrice Einaudi, dove Fo viene mente, segnano lavvio delle fortune econo-
assunto come segretario generale. Il periodo miche dellimpresa culturale, i cui bestseller
einaudiano dura dieci anni, dal 1951 al 1961; si chiamano Roth (La leggenda del santo bevi-
in questi anni si consuma anche la sua mili- tore), Hesse (Siddharta) e Kundera (Linsosteni-
tanza politica: iscritto al Pci nel 47, ne esce nel bile leggerezza dellessere). Il marchio Adelphi
56 con la crisi di Ungheria. Anni dopo diventa garanzia di qualit, in grado di im-
avrebbe confessato di non essere rimasto di- porre libri e autori difficili. Seguiranno,
stante dalle posizioni politiche del Pci ma vero, ancora alti e bassi, come quando il 48
di non aver mai condiviso la filosofia o la percento della propriet sar rilevato dalla
metafisica del partito. La lacerazione con Rcs. Ma lindipendenza di scelte e criteri re-
Giulio Einaudi (fra laltro erano nati nello ster intatta. La crisi vera, in realt, si ha nel
stesso giorno dello stesso mese: 2 gennaio, 1994, con luscita di un libricino del cattolico
1912 Einaudi, 1915 Fo) si consuma nel nome francese della Terza Repubblica Lon Bloy,
di Nietzsche. Fo, consigliato da Bazlen, con- Dagli Ebrei la salvezza: additato da molti come
vince Einaudi a pubblicare tutto Nietzsche opera antisemita e ignobile, scatena una du-
nei Millenni, a cura di Giorgio Colli. Ma dagli rissima battaglia sulle pagine culturali ita-
archivi di Weimar spunta una mole impo- liane. Vedendo, per esempio, combattere
nente di inediti: Colli preme per unedizione aspramente Cesare Segre contro Roberto Ca-
critica, integrale. Einaudi si spaventa per lim- lasso. Fo, in questo frangente, non si pro-
ponenza e il costo. Alla fine, il drastico giudi- nuncia. Persone a lui vicine dicono che era
zio negativo dello storico Delio Cantimori contrario alla pubblicazione di Bloy, che di-
chiude la questione. E accelera laddio di Fo spiaciuto dellimmagine di destra che cos sta
a Torino. Nasce cos nel 62 lAdelphi (il sim- ricadendo sullAdelphi, che addolorato
bolo delle due figure stilizzate un graffito dalluscita di alcuni consulenti di valore. Per,
su un bronzo cinese arcaico), di Bobi Bazlen serba il silenzio. In quel periodo, la malattia
e Luciano Fo, con i capitali del figlio di del figlio lo preoccupa moltissimo. Lui, il fi-
Adriano Olivetti, Roberto. I primi quattro vo- glio, alla fine guarir. Ma per Fo inizia un
lumi escono lanno dopo, e sono il Robinson periodo di progressivo rallentamento di atti-
Crusoe di Defoe, le opere di Bchner, le no- vit. Un lento, irreversibile distacco dalla sua
velle di Gottfried Keller e Fede e bellezza di creatura che ieri, nel silenzio e nel riserbo di
Niccol Tommaseo. Intanto Bazlen presenta sempre, si definitivamente consumato.

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Luciano Fo:
un essere raro e illuminato
Brunella Giovara, La Stampa, 27 gennaio 2005

Luciano Fo aveva una regola aurea: in una casa grandezza si vedeva nel momento
editrice, cos come in un libro, nulla irrilevante. Se pi difficile: il giudizio. Mai una
in tanti libri Adelphi i lettori hanno trovato qualcosa volta lho visto conquistato da
di pi, lo dobbiamo a lui. Cos Roberto Calasso, ieri qualcuno o da qualcosa di inconsi-
sera a Milano, ha commemorato il fondatore del- stente. Sapeva riconoscere il suono
lAdelphi (un essere raro e illuminato), nellufficio falso delle cose. Calasso ha ricor-
trasformato in camera ardente, dopo lomaggio di dato il decennio passato da Lu-
tanti autori, scrittori e anche solo lettori, arrivati in ciano allEinaudi, un periodo che
casa editrice (con tutti i redattori presenti) per salu- era stato per lui fondamentale. Ma,
tare unultima volta Fo. Tra loro Massimo Cacciari, sin dallinizio, Adelphi doveva es-
Aldo Grasso, Gianni Riotta, Rosellina Archinto, Re- sere qualcosa di diverso. Una casa
nata Einaudi, vedova di Giulio Einaudi. Prima di Ca- editrice nuova, un progetto anche
lasso ha parlato lo studioso di ebraismo e amico di rischioso di cui era stato ispiratore
famiglia Haim Baharier: Il popolo del libro sem- Roberto Bazlen. Gli anni Sessanta
pre dove il libro nasce. Oggi ne abbiamo una testi- e Settanta sono stati i pi rischiosi.
monianza conclusiva. Calasso ha letto un breve Ma io sapevo che Luciano non sa-
testo faticando a trattenere la commozione in rebbe caduto nella trappola. E di
cui ha ricordato la prima volta che incontr Fo, nel trappole, culturali, religiose, edito-
primo ufficio dellAdelphi, in via Morigi, io avevo riali, se ne presentarono tante.
ventun anni, ed ero nel pieno dellinsolenza. Cera, Era un uomo che aveva un solo in-
in una stanza spaziosa, uno felice di fare quello che teresse: Andare in fondo, toccare
stava facendo: stava rivedendo la traduzione di B- il fondo roccioso delle persone, se
chner, con quellinvisibile vaglio a cui venivano cera. E con lo stesso processo
sottoposte tutte le parole. Amava pochi scrittori, stratigrafico permetteva che altri
Fo: Stendhal, Goethe, Kafka, Roth, Walser. La sua potessero arrivare al suo fondo.
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Oblique Studio

Un essere raro e illuminato, appunto, che permet- omaggio a suo padre. Luciano
teva ad alcuni di avvicinarsi al lago sotterraneo che Fo oggi sar sepolto nel cimi-
nutriva motivazioni e scelte. Alla fine della cerimonia tero di Pr-Saint-Didier, dove gi
la figlia Anna ha ringraziato tutti quanti ieri hanno si trovano le spoglie della moglie
riempito le stanze della casa editrice per rendere e dellamico Bobi Bazlen.

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Gentiluomo con sigaretta


Carlo Fruttero, La Stampa, 19 marzo 2005

Tanto forte pu essere, per me ma credo per molti, la vedeva un bar aperto, al massimo
suggestione della letteratura che quando penso a Lu- la sagoma lontana di un passante
ciano Fo, leditore recentemente scomparso, lo im- col suo cane sciolto.
magino come Anchise, addirittura lo vedo come il Eppure diventammo subito e
padre di Enea portato sulle robuste spalle di suo ge- distinto amici. Le preferenze e le
nero, Aldo Grasso, per le viuzze notturne di Nemours. insofferenze letterarie, le affinit
Luciano stato un caro amico, onesta frase necro- culturali, le vittorie e sconfitte edi-
logica che non vuol dire niente; o semmai, che prende toriali contano in verit ben poco,
senso soltanto in contrapposizione al fatto di essere in queste amicizie apparentemente
stati entrambi per diversi anni colleghi di lavoro alla professionali. Vale invece moltis-
Giulio Einaudi Editore, divisi da qualche porta, in fre- simo ci che vale per tutti. Per una
quente contatto nel candido corridoio, occupati per questione di globuli rossi (troppo
molte ore a parlare di libri, collane, slittamenti, tradu- pochi) io dovevo per esempio pas-
zioni, possibili acquisti, giri di bozze. sare una settimana o due in mon-
Cera tutto questo, beninteso, ma non questo che tagna, in pieno inverno. Luciano
oggi, mezzo secolo dopo, mi lega emotivamente a Lu- aveva una casa a Courmayeur e me
ciano Fo. Da un punto di vista gerarchico lui era il se- la mise a disposizione. Con mia
gretario generale (chiss poi perch si usava questa moglie passeggiavamo nella neve
formula cos staliniana) e io un semplice (vorrei dire alta, la sera cenavamo in una pic-
umile, ma mentirei) redattore. Io andavo in ufficio in cola trattoria l davanti munita
bicicletta, i piedi nudi infilati in un paio di zoccoli che anche di televisore e di Gianni Mo-
mi ero fabbricato da me incrociando una cinghia mi- randi che cantava Fatti mandare
litare sulla suola di legno. Lui veniva a piedi da uno di dalla mamma. Voglio dire a tentoni
quei viali interminabili come corso Umberto I o Gali- e ben consapevole del rischio di
leo Ferraris, dove abitava e dove la domenica non si uno slittamento sentimentale, che
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Oblique Studio

quella graziosa canzoncina mi restituisce Luciano Fo, Giulio Einaudi. Bazlen propo-
il grande editore, il fondatore di Adelphi, pi vivida- neva, ma i suoi suggerimenti
mente di uno dei tanti capolavori del suo catalogo. passavano di rado (Musil, Broch).
Non so se avesse la tessera del Partito comunista, Cera senza dubbio di mezzo il
forse s, forse se ne liber come molti dopo la rivolta marxismo, ma oggi, ripensan-
dUngheria. Pu darsi che abbia avuto un occhio bene- doci e senza voler ridimensio-
volo per i cosiddetti catto-comunisti, Natalia Ginzburg, nare niente mi pare pi plausi-
Felice Balbo e altri intellettuali tentati da quellimpro- bile supporre uno scontro tra
babile connubio. Ma queste cose non mi interessavano, due forti personalit, rocciose,
le consideravo secondarie, o per meglio dire private. inconciliabili. Einaudi e Bazlen
N parlammo mai di religione. Luciano era ebreo ma erano in fondo due snob, si po-
non so quanto credente, osservante. Aveva di sicuro una trebbe congetturare: luno taci-
certa inclinazione per la sfera mistica (come altro chia- turno, chiuso, contadino, laltro
marla?) e anche per questo invitava spesso a Torino Ro- estroverso, fiammeggiante e co-
berto (Bobi) Bazlen estroso e carsico personaggio della smopolita. Troppo per una sola
cultura italiana, da lui ammirato e invece detestato da casa editrice.

Lisola dei famosi

Nel 1960 (o 61) andai a Formentor, sullisola di Maiorca, varie dlgations ne occupavamo
per il Prix International des diteurs, una iniziativa in- unala: Moravia e Vittorini, il
tesa a dar fastidio al generale Franco, ancora ben saldo poeta Enzensberger, Doris Les-
al potere ma guardato male da tutto lOccidente. Gli di- sing, Michel Butor, Roger Cail-
teurs erano sei, Einaudi, Gallimard, lo spagnolo Barrai, lois e altri luminari delle lettere,
il tedesco Rowohlt, linglese Weidenfeld (grasso fuma- molti sergenti di fureria come
tore di sigari) e lamericano Rosset, che aveva final- me, uno stuolo di giornalisti. An-
mente pubblicato i Tropici di Henry Miller sfidando la davamo su e gi per quei viali e
censura di casa sua. Io andai in treno fino a Barcellona boschetti in unaria parecchio
insieme a Luciano Fo, che mi pare non amasse laereo. freddina sotto un sole esitante,
Verso le due del pomeriggio ci trovammo al Ritz con gli chiacchierando del pi e del
altri che avevano gi pranzato. Per Luciano e per me fu meno. Scopo di quel convegno
allestito un tavolo da cui posso trarre uno dei rarissimi era di assegnare il premio, consi-
ricordi gastronomici della mia vita di infimo, trasandato stente ma non favoloso, a uno
goloso. Ci portarono un pesce lesso di belle propor- scrittore di alto livello, e ben pre-
zioni, forse unombrina, e un cameriere riscald su una sto la scelta si ridusse a due nomi:
candela un grosso cucchiaio, contenente una miscela di Borges e Beckett. Italiani, spa-
sherry e Pernod, una salsa perfetta mai pi ritrovata. gnoli e francesi sostenevano il
Formentor era un immenso albergo destinato in primo, gli altri tre il secondo. Io,
prevalenza alle vacanze estive, al centro di un im- che di Beckett avevo tradotto il
menso parco. A maggio era vuoto, soltanto noi delle teatro, mi trovai a perorare la

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Adelphi Editoria dallaltra parte

causa di Borges, da me del resto amatissimo. Queste altri membri alquanto impacciati,
laceranti perorazioni si svolgevano di pomeriggio e quasi al livello del celebre scambio
talvolta di sera, in francese e in inglese, due lingue in in vagone letto Qui busse?, Je!,
cui allora me la cavavo con scioltezza (e in realt solo Avant! attribuito a diversi poli-
per questo facevo parte della dlgation, essendo gli tici italiani).

Labisso

Si discuteva anche animatamente, si dicevano bana- giurato dei massimi premi, spinto
lit, sciocchezze, pettegolezzi, volavano convinte di- infine allacquisto di unautorevole
gressioni fuori tema, si beveva molto sherry, si fu- doppiopetto. Una bella camera,
mava, si passeggiava in quel paesaggio tra Marienbad sulla quale mi sporsi come su un
e Shining. Io dividevo la mia stanza con Angelo Maria tragico abisso. Era questo che vo-
Ripellino, che non ho mai capito a che titolo fosse con levo dalla vita? Era Caillois il mio
noi, e che la sera indossava un dignitoso doppiopetto modello? Fu un attimo di terrore
verde scuro, spiazzando la mia unica giacca a quadret- viscerale, totale.
tini. Come ben sanno tutti i convegnisti latmosfera ac- Lindomani sera mimbarcai
quistava via via qualcosa di infantilmente euforico: con Luciano sul traghetto per Bar-
scherzi, battute, corsette, gridolini echeggiavano in cellona. Navigammo tutta la notte
quei saloni sterminati, in quei corridoi senza fine. Ci in un mare calmissimo ma non
fu ancora un pomeriggio di fuoco, lo stallo fu supe- per questo mi riusc di dormire.
rato, il premio sarebbe stato diviso in due, met a Bec- Scoprii che Luciano, nella cuccetta
kett met a Borges. Segu un banchetto sontuoso, con sopra di me, russava maledetta-
balletto di nacchere e tacchi al centro dei tavoli. Io se- mente e non potei fare niente per
devo con Roger Caillois, anche lui in doppiopetto (blu) zittirlo. A Barcellona avevamo la
e con il bottoncino rosso della Lgion dhonneur al- mattinata libera e andammo in
locchiello. Era molto compito, distante come un alto tass a visitare il giardino proget-
funzionario, forse compreso del suo ruolo di raffinato tato da Gaud in cima a una collina
saggista, di magistrale indagatore dei mondi enigma- affacciata sulla citt. Sedevamo su
tici che non ci dato vedere. Era lui che in Europa quei bizzarri parapetti multicolori
aveva scoperto e messo in evidenza il grande Borges. e Luciano di punto in bianco mi
E a me venne quella che penso sia stata una crisi confid che aveva deciso di la-
esistenziale. A quei tavoli tra nacchere e ol sedeva la sciare lEinaudi per fondare a Mi-
crema intellettuale dOccidente, il meglio del meglio, lano una sua casa editrice (una
e tutto a un tratto pensai che anchio sarei diventato delle ragioni, mi spieg poi, erano
col tempo uno di loro, un rispettato anzi distingui- quegli interminabili, funesti viali
shed come dicevano gli inglesi punto di riferimento torinesi la domenica). Io allora gli
culturale, premiato e agghindato da agghiaccianti confidai la mia crisi di rigetto sca-
onorificenze, invitato a tenere seminari in prestigiose tenata dallincolpevole Caillois, gli
universit, collaboratore di importanti quotidiani, dissi che pensavo di passare alla

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Oblique Studio

Mondadori a curare la collana di fantascienza Urania, divanetto accanto a me, al quale


con tutti quei mandibolosi insettoni in copertina. Non non sapevo proprio cosa dire.
era una pubblicazione distinguished, e tanto mi ba- Distinguished anche loro? Non
stava. Cos ce ne andammo, in direzioni opposte e esattamente, prevaleva un certo
tuttavia meno di quanto possa sembrare. Fui invitato clima di eccitazione avventu-
alla festa di inaugurazione dellAdelphi, dove tutti rosa, di rischio, diciamo anche
erano qualcuno, Roberto Olivetti, il socio e mecenate, di casino, che non rattristava;
di cui per puro caso ero diventato amico anni prima, e comunque io ero ormai in
lentusiastico Bazlen, Montale seduto su uno scomodo salvo presso gli extraterrestri.

Anchise

I primi anni furono per Luciano molto difficili, Adelphi abbiamo portato Anchise ci dis-
stentava a decollare, era perennemente in rosso, racco- sero i ragazzi. Lui sorrideva, si la-
glieva consensi da tutte o quasi le parti ma restava una sciava condurre, teneramente
casa pi o meno di culto, non ben capita, fuorviante. passivo. Cenammo allEcu e An-
Passavo a trovare leditore nel suo ufficio a Milano e lo chise apprezz i gamberetti di
rivedevo tale e quale, la testa un po piegata da una fiume appena pescati, che si
parte, gli occhi semichiusi, la sigaretta accesa allangolo mangiavano con le dita estraen-
della bocca, vezzo forse acquisito in anni lontani a imi- doli da un grande vassoio co-
tazione di Gabin, di Bogart. Ma non era tale e quale, mune, una delizia stagionale an-
rideva meno, quella sua aria assente di chi sta pensando cora esente da protezioni e
ad altro sera accentuata, una ruga gli tagliava la fronte. divieti. Nemours una cittadina
Era stato costretto a cedere parte della sua creatura a un storica, con una notevole catte-
gruppo editoriale il cui megamanager era un bestione drale, nobili palazzi, un munici-
rozzo, ignorante, attento esclusivamente al profitto im- pio napoleonico, le rovine di un
mediato, col quale Luciano doveva confrontarsi gior- castello e un groviglio di vicoli
nalmente. Lui, sommesso, elegante gentiluomo, me ne deserti in cui ci addentrammo
parlava con un furore, un disgusto che non gli cono- uscendo dallEcu. Ogni tanto si
scevo. Ma teneva duro, sicuro che il tempo gli avrebbe sbucava in uno slargo triangolare
dato ragione. Poi Mimmina, sua moglie, mor per un o in una piazzetta con quattro al-
tumore di ritorno. Era una donna di allegra, coinvol- beri, e passo dopo passo por-
gente energia e la sua scomparsa fu per Luciano un tammo Anchise fino al fiume, il
colpo durissimo. Non si dava pace, era smarrito, anni- Loing, che scorreva invisibile
chilito. Quellestate Lucentini e io eravamo a Moncourt, nella notte col suo fruscio miste-
al lavoro, e la figlia di Luciano, Anna, che sera frattanto rioso. Quando tornammo dentro
sposata, pens di far fare un giro in Francia al pap, per la citt ci fermammo davanti a un
cercare di distrarlo da quel dolore feroce. Vennero in lungo muro di pietra grigia, do-
auto, fecero tappa a Nemours, allEcu de France, antico vera incastrata una lapide illeggi-
albergo descritto da Balzac in uno dei suoi romanzi. Vi bile alla luce fioca di un lam-

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Adelphi Editoria dallaltra parte

pione. Lucentini la illumin col suo accendino: era spiro disse che era stanco, che vo-
dedicata a una dama molto amata da Balzac. Anchise leva andare a dormire, e prese il
lesse quelle righe scolpite e semisvanite e con un so- braccio di sua figlia.

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Tra Einaudi e Adelphi una costola di troppo


Mario Baudino, La Stampa, 6 maggio 2005

Roberto Calasso va dritto contro una frase fatta, fon- Giorgio Colli cominci, come ha ri-
damentalmente malevola, che serve a coprire la verit cordato il professor Campioni, a
secondo cui lAdelphi nacque da una costola dellEi- proporre unedizione critica delle
naudi. Niente affatto, dice. Adelphi nata in opposi- opere di Nietzsche gi nel 45, par-
zione secca allEinaudi, e ben felice che lEinaudi esi- landone a Pavese, ed ebbe anche
stesse perch, come per altri versi Suhrkamp, stata la unimportante esperienza proprio
pi importante casa editrice di sinistra in Europa. alla Boringhieri, prima di appro-
Ma non parlategli di continuit. Allincontro dedicato dare allAdelphi. Sembra un per-
ai due sognatori delleditoria, Giorgio Colli e Luciano corso lineare. Cerati cita il lungo
Fo, va in scena il confronto tra le due egemonie cul- carteggio di Fo con Bazlen, dove,
turali, o quantomeno editoriali, che condividono i sottolinea, si fa il catalogo, mentre
nomi di quei prestigiosi intellettuali, cui va aggiunto Giulio Einaudi resta vigile e silen-
quello di Bobi Bazlen, consulente ascoltatissimo di Fo zioso, affascinato dalle proposte;
prima a Torino poi a Milano: dalla cui opera, bench sia ed elenca una serie di titoli imma-
morto quando lAdelphi muoveva i primi passi, nata ginati in quegli anni e magari pub-
buona parte del programma della nuova casa editrice. blicati molto dopo, come Saturno e
Oltre a Calasso cerano ieri, dietro al tavolo, coordinati la melanconia, grandissimo libro di
da Francesco Cataluccio, protagonisti e testimoni come Raymond Klibansky, Erwin Panof-
Paolo Mauri, Giuliano Campioni, Federica Montevec- sky e Fritz Saxl, di cui in via Bian-
chi, che a Colli ha dedicato un libro, Biografia intellet- camano si cominci a parlare nel
tuale, pubblicato da Bollati Boringhieri. Ma cera soprat- 51. Vide la luce nell83: un record. E
tutto Roberto Cerati, presidente dellEinaudi, anima poi Musil, William Carlos Williams,
storica dello Struzzo: che ha presentato un quadro Gottfried Benn, Marcuse. Altri
molto pi orientato sulla continuit. Luciano Fo fu se- libri sono finiti altrove, per esempio
gretario generale dello Struzzo per dieci anni, fino al 61; il Manoscritto trovato a Saragozza,
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Adelphi Editoria dallaltra parte

Pound, Ortega y Gasset. Ma quellaltrove, almeno nel che cosa non amava. E aveva capito
caso del capolavoro di Jan Potocki scritto allinizio del- soprattutto che certe cose, allEi-
lOttocento e ancora intriso di leggerezze fantastiche naudi, non si potevano fare; quelle
settecentesche ha un nome: Adelphi. Si ritiene general- che piacevano a lui e a Bobi Bazlen
mente che Fo lasci lEinaudi, tra le altre cose, per richiedevano unaltra casa editrice.
poter pubblicare finalmente ledizione nietzscheana di Insiste Calasso: Adelphi gratis-
Giorgio Colli, che a Torino veniva osteggiata. sima di avere avuto lEinaudi come
Calasso per rilancia: Erano due mondi diversi. Da controparte, anche se forse, ag-
una parte la linea che da De Sanctis va a Brecht passando giunge, a Torino non se ne curavano
per Lukcs, dallaltra quella da Schopenhauer a Nietz- troppo. Ma I migliori anni della nostra
sche, sapendo bene che le culture marxista, liberale, e vita, il bel libro di memorie einau-
cattolica ci erano drasticamente opposte, e lo dimostra- diane appena pubblicato per Feltri-
rono. Niente continuit, insomma. Semmai rottura: non nelli da Ernesto Ferrero ci ha appena
era solo un problema-Nietzsche. Agli inizi degli anni svelato che Giulio Einaudi, fra i suoi
Sessanta la stessa idea di romanzo fantastico era sospetta. tic intellettuali, aveva quello di scri-
Nel Manoscritto trovato a Saragozza, per lepoca, cerano fin vere sempre sbagliato il nome della
troppi demoni. Luciano Fo prosegue aveva capito casa editrice rivale: Adelphy. Da
fino in fondo, in dieci anni di Einaudi, che cosa amava e buon duellante.

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Roberto Calasso
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Roberto Calasso sgrida lItalia


Antonio Gnoli, la Repubblica, 5 ottobre 1991

Milano. Che cosa si vede della vita culturale italiana di suoni come un atto daccusa nei ri-
questi anni da un osservatorio particolare e prezioso guardi della cultura italiana, della
come la vecchia e accogliente casa milanese di Ro- quale egli salva poche voci isolate.
berto Calasso? Vado a trovarlo dopo aver letto I qua- E del resto lironia, a volte sfer-
rantanove gradini, un libro che sar in circolazione fra zante, linsofferenza verso tante vi-
qualche giorno per le edizioni Adelphi, e che lo rap- cende culturali di questo dopo-
presenta pi di ogni altro pi dellImpuro folle, pi guerra penso allarticolo che egli
della Rovina di Kasch, pi delle Nozze di Cadmo e Armo- dedica agli orfani del Politecnico, la
nia. Esso ci aiuta a farci unidea di questuomo che rivista fondata da Elio Vittorini
nellarco di un ventennio di produzione saggistica ha trova pi di unoccasione per es-
tessuto, con grande disparit di stili, un ordito cultu- sere applicata alle odierne forme
rale sempre teso e raffinato. Questo libro, per inten- culturali. In certi momenti mi
derci, qualcosa di pi della semplice accumulazione dice Calasso quella strana cosa un
di un certo numero di saggi e articoli. Attraverso po comica che si chiama vita cul-
Nietzsche, Kraus, Walser, Benjamin, Freud, Schreber, turale mi ricorda un vagone ferro-
Stirner, Adorno, Wedekind, Bazlen traspare una certa viario pieno di micidiali attacca-
nozione che Calasso ha della letteratura e che fa risa- bottoni, magari anche rissosi.
lire a una scoperta ottocentesca; pi esattamente, a Ciascuno dice la sua. Ma, pi che
quel modo di fare saggistica che proprio dei grandi pensieri, sono riflessi pavloviani.
scrittori come Baudelaire, Proust, Valry, Benn, Ben- Drastici mutamenti storici. Quan-
jamin, Adorno, Auden. Una letteratura in cui ci che do si messo in moto questo va-
conta non il metodo ma la forma, e dove ogni espe- gone ferroviario? La tendenza c
rienza letteraria, ogni discesa nel libro, come un par- sempre stata ed quella del fe-
tire ogni volta da zero. Vado a trovarlo con la sensa- scennino italico. Ma oggi si nota di
zione che tutto quanto circoli nei Quarantanove gradini pi, forse perch siamo in pre-
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Oblique Studio

senza di drastici mutamenti storici, che rendono ancora sulla Stampa: Dal punto di vista
pi patetica ogni pretesa di darne ragione dandosi ra- della dinamica sociale, il Terrore
gione. Ora, quello che succede conferma soprattutto rappresentava un freno al for-
questo: che la capacit umana di negare levidenza in- marsi di una classe privilegiata
finita. Nel corteo dei penitenti e degli impenitenti di si- dentro lo Stato sovietico. Final-
nistra che sfila da qualche settimana sulle pagine dei mente! Ora possiamo dire di
giornali si potrebbero trovare ottimi esempi in propo- aver capito Stalin Quelluomo
sito. Li faccia. Vogliamo dire delle atrocit? Ecco due era cos magnanimo, cos preoc-
esempi illustri. Paolo Volponi dichiara, sul Venerd di Re- cupato della dinamica sociale
pubblica: Il comunismo gran parte del pensiero che stermin alcuni milioni di
umano. Mi incanta, in queste parole, laspetto quanti- persone perch non voleva che si
tativo. Plotino, Avicenna, Parmenide, Leibniz, Hume, formasse quella incresciosa de-
santAgostino dove staranno? Con la gran parte del generazione detta classe privile-
pensiero umano o in qualche angolo dei cattivi? C da giata. Era un nobile incompreso.
non dormirci la notte Un altro esempio: Luciano Can- E dovevamo aspettare lautunno
fora, storico dellantichit e autore anche di un magi- del 1991 per cominciare a ca-
strale libro sullassassinio di Giovanni Gentile, dichiara pirlo. Due esempi che hanno

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Adelphi Editoria dallaltra parte

in comune il fatto di rappresentare una cul- di campo che obbligava alla cecit. Per for-
tura che cerca risposte politiche alle proprie tuna che negli anni Sessanta arriva poi quella
inquietudini. E forse oggi anche facile con- cosa deprecata da tutti che si chiamava in-
dannare o ironizzare su certe soluzioni e ri- dustria culturale. Un misero tessuto cultu-
sposte schematiche. Mi dispiace dover qui rale. Per fortuna, perch? Perch fra laltro
parlare di date. Ma queste insofferenze le ho gli editori, grazie a Dio, cominciano allora a
manifestate in tutta chiarezza nel pieno tradurre in modo indiscriminato. Sono
degli anni Settanta, quando le prime pagine anche gli anni in cui nasce luniversit di
dei grandi giornali discutevano sulloppor- massa. La considero una delle iatture pi
tunit di attuare finalmente legemonia gravi. Luniversit italiana ha avuto e ha
operaia propugnata da Gramsci. Lei sta ancora, nascoste nei suoi anfratti figure di
pensando anche agli anni del dopoguerra, altissima qualit. Ma ci che predomina, se
anni come lei ha scritto nel suo libro cultu- la si osserva come un tutto, una popola-
ralmente truci. stato detto che in quegli zione sociologizzante, semiotizzante,
anni cera una dittatura culturale della si- decostruente, narratologizzante, che ha pro-
nistra. Dittatura mi sembra parola impro- dotto nella lingua italiana devastazioni para-
pria. Nessuno puntava la pistola alla nuca di gonabili a quelle delle villette che punteg-
alcun altro. Ma direi unaltra cosa: che in giano oggi la costa calabra. Non ha anche lei
quegli anni si faceva notare una forte incli- la sensazione che gli avvenimenti di questi
nazione alla servit volontaria. Che cosa in- anni abbiano cancellato la figura del cosid-
tende? Quella servit che si manifest so- detto intellettuale di sinistra? Credo che
prattutto nella sinistra rispettabile, in quella questa figura continuer a riprodursi tran-
che chiamerei la cultura della colomba di quillamente, come Monsieur Homais e il
Picasso. Aggiungo: se quella colomba, che fu Caf du Commerce. C un assetto mentale
sempre cos brutta, volasse ancora, ci sa- che non cambia. Al pi ricicla le parole. Oggi
rebbe solo da cambiare mestiere. Il paesag- lultima frontiera per il devoto della sinistra
gio culturale per non era solo depresso. Mi sta nel dichiararsi anticapitalista. Ma dietro
viene in mente il nome di Calvino. Di questa parola si pu celare di tutto. Il pi
quella cerchia Calvino fu senzaltro il pi in- grande dei reazionari, Joseph de Maistre, era
telligente. E anche lunico che sapesse esat- anticapitalista ben prima, e con pi fon-
tamente che cos la letteratura. Tanto pi fa dato argomentare, di Franco Fortini. C un
impressione leggere oggi, nelle sue lettere vizio originario della cultura italiana? Un
editoriali, alcune righe in cui d bacchettate certo impoverimento, una certa debolezza
sulle dita a Geno Pampaloni perch aveva costituzionale hanno origini remote. Si po-
osato parlare bene di Orwell, definito nel- trebbe dire dallinizio del Settecento. Da al-
loccasione libellista di secondordine. Cosa lora a oggi i grandi scrittori italiani tendono
davvero imbarazzante visto che Orwell, per a essere dei grandi solitari. Pensi a Vico, a
ragioni di stile e di struttura intellettuale, era Muratori, a Leopardi, a Manzoni, fino a
quanto di pi congeniale Calvino avrebbe Gadda e a Landolfi. Ma pensi anche a quanto
potuto trovare in quegli anni fra gli scrittori era misero il tessuto culturale dellOttocento
di lingua inglese. Ma cera la famosa scelta italiano. In che senso? Molto semplice: se

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Oblique Studio

uno guardasse a quel secolo soltanto attraverso il tessuto in Italia. Forse la sorprender:
culturale italiano del tempo, non capirebbe nulla di ma considero lItalia uno dei
quello che succedeva in Europa. Come spiega questo paesi pi vivi al mondo, anche
prodigioso immiserimento culturale? Nessuno po- intellettualmente. Dopo quanto
trebbe dirlo. Ma esistono vendette della storia. come ha detto sembra una contraddi-
se quella concentrazione quasi allarmante di intelli- zione. Niente affatto. Se vivessi
genza, abilit, invenzione, acutezza che si verifica in Ita- in Germania, questo paese
lia fra il Quattrocento e il Seicento, a tutti i livelli, dal- plumbeo, con i suoi Verdi e Ha-
lartigiano al metafisico, dovesse essere punita un bermas e Gnter Grass, mi senti-
giorno dalla storia stessa. Basta cambiare vagone. Lo rei soffocare. LItalia mi sembra
dice con un senso di nostalgia. Se pensiamo alla Fi- molto pi respirabile. Anche col
renze di Brunelleschi mi sembra del tutto ovvia. Ma non suo vagone ferroviario. Dopo
vorrei che questo sembrasse una deprecazione delloggi tutto, basta cambiare vagone.

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Nella torre di Calasso


Angelo Guglielmi, Tuttolibri della Stampa, 9 novembre 1991

Roberto Calasso il direttore editoriale della casa edi- Roberto Calasso una figura esem-
trice Adelphi e ne anche, caso raro di identificazione plare di letterato, unisce al rigore
col proprio lavoro, limmagine speculare. Leditrice dello studioso lo slancio del ricer-
Adelphi una casa molto seria, insofferente del risaputo; catore; il campo di studi in cui si
impegnata nella proposta e pubblicazione di opere e au- esercita in Italia penosamente tra-
tori per lo pi di cultura germanica o orientale, cio di scurato o, peggio, oggetto di atten-
culture pi o meno lontane dalla tradizione domestica- zioni miseramente accademiche;
mente umanistica che domina in Italia; estranea a ogni gli autori che ama (e al cui servizio
concezione piattamente pedagogica dellattivit edito- mette la sua bravura) hanno rap-
riale e dunque ostile a ogni iniziativa del tipo antologia presentato e fatto la Cultura del
in quanto deprecabile (e soprattutto inutile) scorciatoia Moderno; le sue esegesi e interpre-
per il sapere; intransigente nella cura delle traduzioni e tazioni si presentano come affida-
nella messa a punto degli apparati bibliografici; ricercata bili ed estrose. Gloriosa e decisiva
nella confezione del prodotto (sempre elegante per la la sua lettura del caso Nietzsche
carta, la composizione tipografica, il disegno della co- come del pensatore che ha tolto al
pertina). Se questa leditrice Adelphi non diverso il pensiero, immettendolo nel corso
suo direttore: altrettanto serio (di una seriet cos rara della forza, il suo ultimo carattere
tra i letterati italiani); altrettanto intransigente con s difensivo e arginante contro la
stesso; impegnato in approfondimenti rischiosi, votato pressione del mondo, il carattere
al difficile e diffidente del facile; acuto conoscitore della proprio della filosofia prima del-
pubblicistica filosofica e letteraria otto-novecentesca in labbattersi del martello Zarathu-
lingua tedesca; lettore esimio e unico (gloria a lui!) degli stra; o la sua insistenza sul carat-
Ultimi giorni dellumanit di Karl Kraus; elegante nel les- tere fragrante della prosa di
sico e nello stile, del quale mette in mostra ricchezza e Adorno, lontana dalla tetra pesan-
puntualit, complessit e linearit, lusso e precisione, tezza dei nuovi dialettici; o la sua
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Oblique Studio

lucida devozione per Karl Kraus, questo termine ma come il prodursi di un principio
esteta rabbioso e moralista euforico, che, di distruzione da l in poi perennemente at-
compiaciuto e straziato, affermava che larte tivo nel midollo stesso della Storia. Tutte le
mette in disordine la vita. I poeti dellumanit guerre sono terminate con una pace. Questa
ristabiliscono ogni volta il caos. I poeti della no la doppia battuta che si scambiano lOt-
societ cantano e si lamentano, benedicono e timista e il Criticone; o ancora e infine la sua
maledicono contro lordinamento del mon- sferzante (e un po snobistica) malsopporta-
do; o il suo rifiuto di avallare, a proposito di zione del caso Italia, un Paese che teme sem-
Benjamin, la tesi piattamente progressista, pre di perdere ci che non ha mai avuto. La
ricordando che al cen- cultura italiana perci
tro del pensiero di Ben- ben decisa, e non da
jamin non vi era tanto oggi, a difendere la ra-
lo sforzo di indicare e gione (prestanome abi-
propiziare un nuovo tuali: storia, dialettica e
corso delle cose ma vari altri) da ogni atten-
semmai di arrestarne il tato. Ma non lha ancora
corso presente (Non si scoperta. Dunque abba-
trattava oramai di sosti- stanza straordinaria
tuire per lultima volta il questa raccolta di saggi
personale al comando che nel titolo I quaranta-
di quella ruota dentata nove gradini (Adelphi, pp
che la Storia ma di far 500, 32.000 lire) vuole, al
saltare dagli ingranaggi di l di ogni modestia,
la ruota stessa); o il li- autocelebrare lo spessore
beratorio ridimensio- cui ambisce, la variet e
namento della figura di la molteplicit di aspetti
Brecht, il cui teatro, alla e passaggi (livelli) di let-
modernit delle forme tura che presenta. Ma se
cui ricorre, mischia la indubbiamente straor-
pesantezza delle inten- dinaria anche parzial-
zioni ideologiche che mente deludente. Ab-
sottende, sicch per biamo gi detto che il
leggerlo oggi bisogna prima di tutto mon- volume raccoglie scritti e saggi relativi ad au-
darlo da quella spessa crosta di aulico kitsch tori tedeschi dellultimo secolo cio autori
sociale che vi si gradualmente depositata; per cos dire della fine che hanno inteso il
o la sua appassionata compenetrazione moderno non come un passo avanti nella
(quasi appropriazione immedesimata) negli storia del pensiero ma come di questo (del
Ultimi giorni dellumanit, immenso testo nel pensiero) la definitiva conclusione. Addirit-
quale la grande guerra del 14-18 non pre- tura come la stessa fine della Storia. Tra que-
sentata e vista come un terribile episodio di ste gloriose macerie, in questo paesaggio
crudelt e morte che si concluse con il suo corrusco di lampeggiante morte, Calasso si

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Adelphi Editoria dallaltra parte

aggira con un agio e uno zelo che non finisce di me- getti, di nuovi arrivi, di scomparse
ravigliarci, scoprendo aspetti nascosti o mai esistiti o inopinate. Si serviva cio dellatti-
fatti esistere ed evocati dal suo stesso fervore. Con un vit di recensore per scoprire il
agio e uno zelo, una passione e un impegno intenso e presente e fornire indicazioni ca-
schifiltoso che continuamente grida di non essere di- paci di aiutare a frequentarlo e ma-
sponibile per altre imprese e ha laria di dire che ci gari a costruirlo. Questo di Calasso
che solo lo rimerita lesplorazione di quella voragine invece un libro lontano; al quale
precipitosa e scoscesa in cui la cultura europea, volut- puoi avvicinarti o per carpire i
tuosamente sprofondando, ha celebrato la sua morte. lumi di un esperto o per godere del
Ci che manca a Calasso la curiosit per le difficolt piacere di una bella prosa. Non
del presente, forse perch non crede che esista un certo per ricavare un conforto a
dopo rispetto al prima cui solito dedicare la sua at- fare scelte per loggi. Adesso capi-
tenzione, convinto che quel prima sia anche ladesso. sco perch quando trovo un arti-
A Calasso manca ci che lui stesso dichiara rappresen- colo di Calasso sul Corriere mi ac-
tare uno dei meriti maggiori del grande Benjamin, il corgo qualche giorno dopo,
quale si serviva delle recensioni, magari solo di venti rammaricandomi, di doverlo an-
righe, per far arrivare segnali di spostamenti tra gli og- cora leggere.

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Calasso, legoista
Giorgio Calcagno, La Stampa, primo agosto 1996

Milano. Sullo scaffale alle spalle c tutto Nietzsche. Su scrittori significativi minimo ri-
quello di fronte domina per tre piani Karl Kraus, con spetto alla massa degli scriventi.
lintera collezione, unica in Italia, della Fackel. E alla Non si direbbe che la linea da lei
scrivania, nel piccolo ambiente gremito di libri, c descritta sia oggi prevalente. Tutti
Roberto Calasso. Si chiuso qui, nella casa dove ogni sanno che oggi domina unaltra
stanza una biblioteca, per dare lultima mano a Ka, il linea. Oggi si d per ovvio che
libro sui miti indiani annunciato per ottobre, ma non leditore sia qualcuno che esiste
vuole parlare di questo. Oltre i cinque libri che ha per rispondere a quelle che si im-
scritto, Calasso in qualche modo lautore dei pi di maginano le sollecitazioni di
mille che ha pubblicato e che portano il suo segno. Si unentit oscura chiamata pub-
dice Adelphi e si individua subito una regione carat- blico. Se osserviamo come ope-
teristica, dai contorni ben definiti, nellatlante lettera- rano alcune persone, le richieste
rio italiano. Dove tanti vogliono spaziare a raggio sem- del mercato sembrano spartirsi in
pre pi largo, la casa editrice fondata da Luciano Fo tre grosse quote: pattume, paccot-
insiste da oltre trentanni sulla ricerca di unidentit tiglia e sana mediocrit. Il pro-
personale. E gli ultimi titoli lo confermano. gramma di certi editori (non parlo
Dietro i libri dellAdelphi, pi che un editore, qual- solo dellItalia) distinguibile sol-
cuno vede sempre lo stesso autore, magari Roberto tanto per il mix ogni volta diverso
Calasso Lasciamo andare le persone. Ogni casa edi- fra quei tre elementi. Su un punto
trice unopera, e come tale va giudicata. Un catalogo solo sono tutti daccordo: riservare
una forma, un paesaggio, un libro fatto da centinaia una quota quanto mai modesta ai
di altri libri. Un libro sbagliato come un capitolo libri di prestigio. E dietro tale
sbagliato in un romanzo. Lei mi dir che, usando que- formula degradante dovrebbero
sto criterio, il numero degli editori significativi si ri- rifugiarsi i sopravviventi libri di
duce enormemente. Certo. Ma anche il numero degli letteratura. Perch li pubblicano?
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Adelphi Editoria dallaltra parte

Tutto questo pu suonare deprimente, come potuto cominciare a pubblicarlo sistemati-


tendenza generale. Eppure, per fortuna, ledi- camente. E oggi abbiamo in corso le sue
toria italiana continua a essere una delle pi opere complete.
vive e interessanti al mondo. La linea italiana si nota soprattutto nei
Su due linee molto diverse. Quale delle nuovi autori scoperti, che sembrano nati
due, alla fine, rende di pi? Il rischio di per- tutti sotto un segno preciso: Maurensig,
dere miliardi con un editore commerciale e Franzosini, Meldini. Questo libro fatto di
con uno che segue laltra via ugualmente tanti libri, in realt chi lo scrive? I tre au-
altissimo. Se uno vuole fare soldi meglio tori che ha nominato sono diversissimi fra
che investa in acque minerali e in fodere per loro. Se leggendoli si avverte una certa aria
abiti. molto pi sensato. Leditore, che lo di famiglia, solo perch tutti e tre appar-
voglia o no, ha in s qualcosa che lavvicina tengono a quella strana famiglia che la
al gioco dazzardo, pi che allimpresa so- letteratura.
lida, capace di dare frutti. Qualcuno osserva che, soprattutto per gli
E lAdelphi gioca dazzardo? Noi pubbli- scrittori nuovi, si sente molto la mano edi-
chiamo soltanto libri che ci piacciono molto. toriale. Quanto editing si fa allAdelphi?
Non siamo umanitari, forse siamo un po Prima ancora di pensare allediting, un edi-
egoistici. Una cosa che non piace allinterno tore dovrebbe pensare a leggere bene ci
della casa editrice, anche se ne riconosciamo che pubblica e comunicare allautore tutte le
la potenzialit commerciale, non la fac- sue osservazioni. Da qui si pu sviluppare un
ciamo. Ci sarebbero vantaggi immediati, ma lavoro di editing. Ma non c regola. Gli in-
svantaggi successivi, ben pi rilevanti. terventi possono andare da dettagli minimi,
Fra i libri che piacciono agli egoisti pressoch impercettibili, sino a modifiche
dellAdelphi per molti anni c stata la lette- radicali, che investono la struttura del libro.
ratura della Mitteleuropa, oggi avanzano gli Il presupposto comunque uno solo: il
italiani. Perch? Allinizio degli anni Set- pieno accordo con lautore.
tanta cominciammo a pubblicare autori di Ammetter che il panorama letterario da
quella immensa e allora inesplorata nebu- cui siamo circondati non esattamente
losa che aveva al suo centro Vienna. Venti- quello da lei descritto. E non coincide certo
cinque anni dopo quegli stessi autori sono con le linee Adelphi. Che la narrativa ita-
riconosciuti come essenziali in tutto il liana, quale si incontra oggi sui banchi delle
mondo. Quanto agli autori italiani, ovvia- librerie, sia nel complesso piuttosto penosa
mente ci abbiamo sempre pensato, ma un mi sembra un fatto evidente. Ma credo che
editore nuovo un po bricoleur, deve agire se un immaginario persiano giungesse oggi
con i materiali disponibili che si trova in- in Italia e aprisse il catalogo Adelphi per av-
torno, perci gli occorre un po di tempo vicinarsi alla letteratura italiana, vi trove-
perch le sue costruzioni diventino ricono- rebbe buona sostanza e un certo rispondersi
scibili. Le do solo un esempio: fin dallini- fra loro dei vari autori. Da Savinio a Sciascia,
zio Giorgio Manganelli stato uno degli da Landolfi a Manganelli, da Praz ad Arba-
scrittori pi vicini a Adelphi, ma per varie sino, dalla Campo alla Ortese, da Morselli a
circostanze solo in anni recenti abbiamo Satta, da Ceronetti a Solmi. Se poi lo stesso

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Oblique Studio

ipotetico persiano aprisse una delle storie letterarie cor- dice cose dure. Pu essere anche
renti, penserebbe di trovarsi in un altro paese. Molti di non capito. Temo che sia il punto
questi autori, come la Campo, o Mario Brelich, o Ro- del terrorismo a disturbare un
dolfo Wilcock, non vi sono nemmeno nominati. E po. Il fatto che il terrorismo ita-
Satta? George Steiner ha incluso Il giorno del giudizio fra liano stato una storia atroce e
i primissimi romanzi del secolo. Guardi quanto spazio lItalia non ha ancora avuto il co-
occupa nelle storie dei nostri accademici. raggio di dirlo. Il libro della Or-
Ma Morselli riconosciuto. Anche qui parecchi anni tese un libro metafisico, ha una
dopo; e dopo che tutti lo avevano rifiutato. In questo precisione a cui non si pu sfug-
caso succedono altri fenomeni. Mi ha lasciato allibito e gire. Certe storie terribili si pos-
incredulo un giudizio attribuito a Maria Corti in unin- sono capire solo cos. Ma il clima
tervista dello scorso anno: Gli editori lo hanno ucciso, italiano continua a essere piutto-
poi appena morto hanno cominciato ad approfittarne. sto vile.
Sono parole di rara ingiustizia e grossolanit. Chiss dove trover Alonso e i
E oggi la sfida su Anna Maria Ortese. Alonso e i visio- visionari il persiano innamorato
nari ha avuto la risposta giusta? Il pubblico ha risposto del catalogo Adelphi, nella storia
bene. E nella critica ci sono stati articoli illuminanti e letteraria scritta dallItalia non
entusiasti. Il libro incontra resistenze in alcuni perch adelphiana.

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Esploratori dellignoto
Alberto Papuzzi, La Stampa, 27 marzo 2003

Dottor Calasso, avete unidea di chi siano i lettori di sono questi lettori che escono dal-
Adelphi? In teoria dovremmo averla meno di chiunque lombra.
altro, perch nel nostro lavoro non abbiamo mai consi- Da Milano a Palermo, da Adelphi
derato la voce marketing. Il pubblico e rimarr sempre a Sellerio, dalla casa editrice nata per
uno sconosciuto, nei confronti del quale il meglio che si realizzare i progetti di un intellet-
possa fare applicare la regola evangelica: non fare a lui tuale scomodo come Bobi Bazlen
cose che non vorresti fossero fatte a te stesso. Che nel- alla casa editrice sorta per iniziativa
leditoria si pu tradurre cos: pubblicare soltanto libri di un intellettuale altrettanto sco-
che piacciono molto a chi li pubblica. E pubblicarli nel modo come Leonardo Sciascia: la
modo e con le maniere che possono essere pi attraenti nostra inchiesta sulleditoria si con-
e pi giuste in rapporto alloggetto, che il singolo libro. clude con due casi che, nella diver-
Questo si riconosce gi da come il libro si presenta: la sit di dimensioni, hanno in comune
grafica, limmagine di copertina, il risvolto compon- il ritorno alla figura tradizionale
gono una sorta di lettera a uno sconosciuto. Gesto delleditore, che nel tempo dei pc,
molto delicato, come tutti sappiamo. del web, dei cd-rom e dei dvd, sce-
Signora Sellerio, chi sono i lettori della sua casa edi- glie i libri quasi annusandoli e si
trice? Oh, la grande curiosit della mia vita. Nella mia vuole estraneo alle tentazioni del
folle fantasia io penso sempre, nei momenti magari in mercato. Nate entrambe negli anni
cui sono di cattivo umore, che c qualcuno che sta leg- Sessanta, che hanno visto fiorire i
gendo un qualche libro da me pubblicato. E allora la mia cambiamenti di stile e di gusto
solitudine, quando c, si attutisce, si attenua, si sublima, 1963 Adelphi, 1969 Sellerio , dopo
se cos pu dirsi. Non sappiamo chi sono i nostri lettori, la fine del realismo e dellimpegno,
almeno io non lo so; li immagino tutti migliori di me, in un clima di espansione dei movi-
pi intelligenti di me, pi bravi di me. Ogni libro che menti culturali, le due case editrici
faccio un esame che devo passare. E i miei esaminatori cos segnate dallimprinting dei
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Oblique Studio

padri nobili Bazlen e Sciascia, hanno costruito la propria che pi volte si ripetuto con i no-
storia sulla fedelt allidentit e ai progetti dorigine: stri autori la straordinaria popo-
lAdelphi giocando dazzardo sul grande autore vien- larit che hanno raggiunto dopo
nese, la Sellerio radicandosi nella sicilitudine, borgesiana essere partiti come autori presso-
metafora della vita. ch ignoti. Il primo caso fu forse Jo-
Nel corso del tempo, ci capitato di essere definiti nei seph Roth. Il suo primo romanzo,
modi pi opposti dice Calasso. Ed stato anche diver- La Cripta dei Cappuccini, usc nel
tente osservarlo. Allinizio guardati con sospetto come eli- 1973 in una tiratura di tremila
tari, snob, aristocratici, sprezzanti. Poi, quando i nostri copie. Oggi la totalit dei libri di Jo-
libri cominciarono a vendersi molto e alcuni titoli rag- seph Roth da noi ha venduto un
giunsero altissime tirature, i soliti censori dissero che era- milione e mezzo di copie. Un caso
vamo troppo popolari, quindi commerciali, e che punta- recente invece Mrai, dimenti-
vamo al successo. Ma si trattava molte volte degli stessi cato ovunque quando usc in Italia.
autori o di autori estremamente affini. Quello che suc- Oggi un grande successo interna-
cesso potrebbe invece essere descritto cos: nel corso degli zionale, a cominciare dalla Germa-
ultimi quarantanni c stato un progressivo spostamento nia, dagli Stati Uniti, dallInghil-
nellasse della cultura italiana. Da un asse Gramsci-Lukcs, terra. Quanto vende Mrai, dottor
a cui si atteneva fondamentalmente Einaudi (grande edi- Calasso? Abbiamo pubblicato sei
tore, sia detto per chiarezza), ci si spostava verso un asse titoli, per un totale di 780 mila
Nietzsche, per noi evidentemente pi congeniale. Ed era copie. Le braci ha venduto, da solo,
ora se si pensa che per esempio Bazlen, che morto poco pi di trecentomila copie. I
nel 1965, aveva dovuto vivere in unItalia retta per anni libri di Mrai, di cui gestiamo i di-
dal fascismo e poi dal sovietismo culturale. Il fenomeno ritti mondiali, sono stati acquistati

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Adelphi Editoria dallaltra parte

da ventisette paesi. E c ancora una vasta parte tradizione come Einaudi o Garzanti, con
della sua opera che rimane da scoprire. quali strutture operano?
Da Milano a Palermo, dalla Mitteleuropa Calasso: Una struttura molto agile, dove
alla sicilitudine, da Roth a Camilleri. Io sono mancano alcuni centri indispensabili altrove:
nata nella cultura siciliana spiega Elvira Sel- non abbiamo marketing, non abbiamo ufficio
lerio e la casa editrice quello che perch grafico, non abbiamo direttori di collana, non
sono siciliana: abbiamo vissuto anni terribili, abbiamo scout. In compenso abbiamo una re-
nei quali ho fatto libri che raccontassero gli dazione molto forte e articolata, che si preoc-
anni terribili. Non si pu prescindere. La cosa cupa innanzitutto di pubblicare bene i singoli
importante che il rapporto col territorio si libri, dedicando molte energie, per esempio,
colloca in un orizzonte molto largo, e fa parte alle traduzioni, come ha insegnato da sempre
di un legame costruito coi lettori, collana per Luciano Fo. La qualit di un libro dovrebbe
collana, titolo per titolo. Faccio lesempio risaltare in tutti i suoi aspetti. Inoltre, al-
della bellissima collana dedicata a romanzi lesterno della casa editrice, abbiamo un
giudiziari a cura di Remo Ceserani, che ci ha gruppo di collaboratori molto disparati, con
riservato anche sorprese del mercato, come cui ci si intende bene e rapidamente. Tutta la
nel caso di Anthony Trollope, romanziere ot- burocrazia interna ridotta al minimo. Detto
tocentesco che da noi era pressoch scono- questo, a quanto pare, la riconoscibilit dei
sciuto: ne avevo fatte tremila copie, dicen- libri Adelphi molto alta, sia per i titoli sia per
domi poi Mamma mia che errore, non lo il modo di presentarsi dei libri. Cosa che sem-
venderemo mai. Invece ha esaurito la tira- bra oggi molto importante, se si pensa che, se-
tura rapidamente e ora lo stiamo traducendo condo una lamentela ricorrente, le case edi-
tutto. Qualcosa di simile accaduto anche trici ormai tendono a essere tutte un po
con Andrea Camilleri. Le sue prime cose ri- troppo uguali. Ma curioso anche ricordare
salgono a dieci anni fa: lo abbiamo tenuto a che la collana pi famosa e riconoscibile di
lungo in catalogo prima che scoppiasse. Con Adelphi, la Biblioteca, ha una grafica fondata
la testardaggine di dire: no, uno scrittore su un disegno di Aubrey Beardsley del 1896,
straordinario Certo non pensavamo a un quindi risalente a pi di un secolo fa.
successo cos strepitoso. In realt una volta io Sellerio: La nostra una struttura molto
ho detto: ne venderemo centomila copie, ed piccola: siamo cinque o sei in tutto, compresi
era assolutamente impensabile. Quanto gli amministrativi. Per cui ancora divertente
vende Camilleri, signora Sellerio? Dei titoli fare questo lavoro. Ma le cose stanno un po
di Mondadori, non lo so. Per i quattordici cambiando. Io prima facevo veramente tutto,
libri pubblicati da me, la media di quasi mentre ora c Antonio, mio figlio: si occupa
mezzo milione di copie luno. Mai di colpo, del commerciale, progetta la scolastica, ha in
ma negli anni. Per esempio, ora si vendono mente i cd-rom. Una persona, bravissima,
di pi i libri che si sono venduti di meno, per- segue lamministrazione. Io, per ora, faccio i
ch si vede che c il lettore che dice: li voglio programmi editoriali, con tanti collaboratori:
tutti e si va comprando anche i vecchi. Canfora, Buttitta, Molino, Tabucchi. Nel nostro
Due case editrici cos atipiche rispetto futuro vedo una grande casa editrice. Oddio,
non solo ai colossi, ma anche a marchi di grande gi lo , ma si apriranno altri filoni.

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Oblique Studio

Niente marketing, struttura minima. Ci deve essere Sellerio: Non lo so. Questo
unidea vincente di editoria: quale? un mestiere che o si affronta da
Calasso: Leditoria si pu fare in mille modi diversi. A un punto di vista imprendito-
noi ne interessa soltanto uno. Quello che considera la casa riale che una cosa che io non
editrice stessa come un opus, composto dalla totalit dei ho mai fatto ed un miracolo
suoi libri. come un paesaggio mentale, dove le singole che non sia fallita o si affronta
parti devono stare bene insieme, non stridere, anzi de- con leggerezza: sono diventata
vono aiutarsi a vicenda. E per il lettore deve essere la cosa vecchia seduta a questo tavolo,
pi naturale del mondo passare dalluno allaltro di questi un lavoro che mi costato di af-
libri. Per arrivare a tale risultato, i no sono decisivi, pi nu- fetti, di vita. Di tutto. Non so im-
merosi e invisibili dei s. un gioco molto difficile, ma maginarlo diversamente.
dove la noia esclusa. Anzi, credo che tolleriamo tanti as- Calasso: Nei suoi tratti fon-
silli solo perch il gioco molto eccitante. damentali, leditoria un me-
Sellerio: Un libro come una persona: o va bene, ci stiere che cambia molto lenta-
pare adatto, nella forma e nel contenuto, o non va bene. mente. Se leggiamo le lettere di
Non so come si possa tracciare questo confine. Veramente Flaubert ai suoi editori, ci ac-
io ho deciso anche per antipatia o simpatia: magari ho corgiamo che alcuni elementi
pubblicato libri brutti ma che mi facevano simpatia. Per chiave del meccanismo sono ri-
i libri possono essere anche antipatici. Non le mai capi- masti identici. Certo, oggi tutto
tato di comprare un libro e poi dire: Che orrore, non lo un po pi macchinoso. Ma il
leggo pi, troppo antipatico? Per me ci vuole una qua- mestiere quello di sempre: fra-
lit speciale: quella dellonest. Mi arrivano testi scritti gilissimo, incertissimo, rischio-
bene, che non sono veri, non sono sinceri. Ecco che cosa sissimo, affascinante, destinato a
forse conta nelle nostre decisioni: il piacere del racconto. durare. Perch finisca, dovrebbe
Alla fine della nostra inchiesta, c una domanda finire latto di leggere. Ma per
dobbligo: che futuro mostra la sfera di cristallo per il chi ama leggere, leggere come
mestiere di editore? respirare.

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Nel castello Adelphi


Calasso seduce cento volte il lettore
Ernesto Ferrero, La Stampa, 4 ottobre 2003

Il risvolto unumile e ardua forma letteraria che non semmai alludere. insomma uno
ha ancora trovato il suo teorico e il suo storico. Cos charmeur sicuro di s stesso ma non
esordisce Roberto Calasso, raccogliendo in volume supponente, elegante di quella na-
cento risvolti dei mille che ha scritto per la sua Adelphi, turale eleganza che consiste nel non
e dedicandolo a Luciano Fo fondatore della casa. La apparire tale. Deve insomma bu-
funzione del risvolto tanto delicata quanto essenziale. care la pagina. Il risvolto il pi
Nel breve volgere di 1000/1500 battute, gabbia poco importante degli elementi che G-
meno angusta di quella di un sonetto, leditore deve dire rard Genette ha classificato sotto
che cosa il libro, invogliare allacquisto il potenziale ac- letichetta di paratesto (titolo, sotto-
quirente, offrire sobrie chiavi di lettura, e in buona so- titolo, copertina, ecc.), parte inte-
stanza spiegare perch ha deciso di pubblicare proprio grante e decisiva di un libro. Da Ge-
quel titolo. Quanto al lettore, deve decidere se il volume nette in avanti, la consapevolezza
che sta sfogliando sovrappensiero vale i soldi che gli ven- della rilevanza del paratesto non ha
gono chiesti. Desidera essere sedotto e al tempo stesso fatto che crescere. Gi nel 1988 Ce-
diffida di un imbonimento che pu rivelarsi inganna- sare De Michelis aveva raccolto per
tore. Vale per il risvolto quel che Borges scriveva del pro- Scheiwiller i risvolti di Vittorini per
logo, genere che confina con loratoria del dopotavola, il i Gettoni einaudiani. Ma que-
panegirico funebre o liperbole irresponsabile, ma nei stanno che il risvolto-Cenerentola
casi migliori pu anche essere una specie collaterale dismette i panni di servizio e sin-
della critica. O di autobiografia. Freudianamente pre- vola verso il Principe-lettore con tre
zioso quando lautore a presentare s medesimo. Lo libri assai simili. Sotto il titolo La fe-
scrittore di risvolti corre su un crinale esilissimo, pren- licit di far libri Salvatore Silvano
dendo mille rischi. Sa che larte della lode non meno Nigro ha appena sistemato in vo-
difficile della stroncatura. Non deve essere n troppo se- lume i risvolti che Leonardo Scia-
rioso n troppo semplice. Non deve raccontare tutto, ma scia scrittore editore aveva scritto
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calviniano), frammenti di un unico


libro perverso e polimorfo. Mes-
saggi in bottiglia, le lettere calas-
siane parlano a destinatari miste-
riosi e destinati a restare tali, a
dispetto di ogni ricerca di mercato.
Vero editore chi intuisce esigenze
che non sono chiare allo stesso let-
tore; il marketing una tecnica che
consolida il gi dato. Ecco perch la
storia delleditoria una storia di
sorprese. E di sciamani. Come nel
romanzo, decisivo lincipit: Il
potenziale romanzesco della geo-
metria enorme (Abbott); Come
vestirsi? Come arredare la propria
casa? Che cosa mangiare? Come
comportarsi in societ? (Loos);
Non si vive di solo Brecht (von
Horvth); Ogni ragazza siede sulla
per Sellerio, e pi precisamente per la collana La memo- sua fortuna e non lo sa (zia Letty a
ria. Testi brevi e brevissimi, dove don Leonardo conden- Nell Kimball matresse americana).
sava magistralmente le sue curiosit trasversali, la sua Colpito a freddo linvitato, Calasso
luminosa erudizione (Nigro), la malinconica, stoica co- lo attira nel dedalo di sale e saloni
noscenza degli uomini, delle loro grandezze e miserie, del suo castello, gli presenta ama-
della loro capacit dinganno e autoinganno. Fra qualche bilmente decine di autori geniali,
settimana, la plaquette fuori commercio che tradizional- bizzarri o misconosciuti, lo fa sen-
mente Einaudi riserva a fine anno agli amici della casa tire partecipe di unesaltante vi-
ospiter il consistente Libro dei risvolti di Italo Calvino, a cenda collettiva di spiriti eletti, gli
cura di Chiara Ferrero, nella doppia ricorrenza dellottan- fa capire di essere entrato in un
tesimo della nascita dello scrittore, e del settantesimo della club molto esclusivo, lesatto con-
casa. Come dice Calasso: Una civilt letteraria si riconosce trario del mondo neopositivista in
anche dal modo in cui i libri si presentano. Vittorini, Scia- cui vivono milioni di Bouvard e
scia, Calvino, Calasso: maestri del genere, seduttori non Pcuchet. Non ho dubbi: Calasso
imitabili. Calasso svaria con agilit impressionante dai sarebbe riuscito a iscrivere al suo
poemi indiani di Avaghoa allo Hofstadter di Gdel, circolo perfino Madame du Def-
Escher, Bach, da Taine a Simenon, dal Libro di Giobbe ai nar- fand. Chteaubriand, Madame de
ratori contemporanei, dalla Vita dellarciprete Avvakum a Stal, Benjamin Constant, Oscar
Oliver Sacks, passando beninteso per gli amati reami mit- Wilde. Che si sarebbero trovati
teleuropei di tanti accorti ripescaggi. Tutti pezzi di uno benissimo, e alla fine lavrebbero
stesso discorso, nodi della medesima rete (concetto assai ringraziato.

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Venerati maestri
Edmondo Berselli, Venerati maestri.
Operetta immorale sugli intelligenti dItalia, Mondadori, Milano 2006

E qui ci vuole una modesta pausa, tirare il fiato, al- sfuggire alla convinzione che Ca-
meno un mezzo minuto di raccoglimento, perch lasso e la sua compagine editoriale
stiamo per entrare in area Adelphi. Sta per entrare in abbiano modellato, se non proprio
scena Lui, anzi Egli, lineffabile, linsostituibile, lirrag- la coscienza, senzaltro il gusto degli
giungibile marito (o ex marito, chissenefrega, la Storia italiani desiderosi di cultura e spe-
non esiste, c solo il Mito, atemporale e indifferente cialmente di godimenti intellettuali.
agli eventi), ma comunque lunico vero interlocutore E questo successo stato ottenuto
intellettuale della signora Fleur [ Jaeggy], vale a dire grazie a un solo schema tattico, rias-
Roberto Calasso. sumibile nel seguente principio.
Hanno raccontato spesso che il ventenne Calasso Se non capite, colpa vostra.
incontr una volta il maturo Theodor Wiesengrund
Adorno, il quale rimase molto impressionato dalla Quindi, date retta, conveniva al-
cultura sterminata del giovane interlocutore, tanto meno fingere di capire. Cos Calasso
da confessare in seguito agli amici: Kvel Kalasso ha ha dettato tendenze ed evocato sug-
letto tutti i miei libri, compresi kvelli che non ho gestioni, visioni anamorfiche, fanta-
scritto. Potrebbe essere un buon esempio della dia- smi, golem, morti viventi, spettri,
lettica negativa del maestro francofortese, uno che, ectoplasmi. Ecco la Mitteleuropa
esule in America, fece unindagine sociologica sulla cos fane di Arthur Schnitzler e Jo-
personalit autoritaria senza mai parlare con nes- seph Roth, e una fila di altri minori
suno e senza andare mai in societ (Tutto in mio o minimi, ma tutti evocativi di
kulo rispose con nitido accento tedesco alla do- unra miracolosamente intatta
manda del coordinatore della ricerca sulle fonti em- prima della catastrofe, come lala di
piriche da cui aveva attinto). una farfalla morta da decenni che
Certo che se si prende linsieme del catalogo Adel- conservava unombra colorata di
phi, un autentico e voluto libro fatto di libri, difficile porpora, a non stropicciarla.
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Oblique Studio

Sarebbero arrivate anche le


grandi narrazioni contemporanee
di Milan Kundera, con le storie di
passioni invincibili quanto insop-
portabili, di eventi fatali quanto
effimeri; e ventanni dopo Mor-
decai Richler con le sue scorret-
tezze politiche cos sciolte, nella
sua souplesse facinorosa. Pubblicati
in ogni caso, questi romanzi, in un
clima di allusivit intellettuale cos
sagace e scaltra che spetta implici-
tamente al lettore accettare il
dogma o il sofisma culturale sug-
gerito, per non passare nel rango
grigio degli esclusi, di quelli che
non capiscono. Nessuno poteva
permettersi il lusso di non capire,
quando il vizioso cultore del trash
Roberto DAgostino, lattuale deus
Avevano un bel da protestare invidiosamente certi ac- ex machina di Dagospia, citava du-
cademici di cattivo umore: Ciarpame bellettristico! rante Quelli della notte, di fronte
Belle poque di cartapesta!. Ed era del tutto inutile allo sguardo complice di Renzo
anche ricordare che secondo Musil, nella Mitteleuropa Arbore, i due tormentoni pi dog-
storica un genio poteva venire scambiato per un cretino, matici di met anni Ottanta:
ma difficilmente un cretino per un genio, mentre la a) Linsostenibile leggerezza delles-
strategia adelphiana giostrava proprio in perfetto equili- sere di Milan Kundera
brio sul filo che collega, allinsaputa gli uni degli altri, b) ledonismo reaganiano.
geni e cretini.
Per qualche anno il popolo dei lettori ebbe lordine di Cos come nellavvio del secolo
assaporare squisitezze austriache o prussiane, antiche e successivo qui si ragiona per se-
moderne, comunque rigorosamente inattuali, su fon- coli e millenni, altroch nessuno
dali liberty o per meglio dire Jugendstil, quinte di car- poteva negare la grandezza della
tone, svenevolezze mlo, romanticismi che sfiorano lin- Versione di Barney di Richler, pena
quietudine, cineserie che alludono allorrore, tutto la scomunica intellettuale di Giu-
allinsegna di una brillantissima Sezession dal conformi- liano Ferrara e dellintera band del
smo. E ci adeguammo, conformisticamente, eccome se Foglio, che su questo romanzo
ci adeguammo. Bisognava capirci: eravamo usciti dal ca- pratic uno dei casi di pi riuscito
none politico ed eravamo entrati nel ciclo dellintratte- terrorismo culturale del decennio.
nimento, e dunque chi prometteva di intrattenerci me- Figurarsi che cosa pu rappre-
glio di Calasso? sentare un romanzo, al giorno

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Adelphi Editoria dallaltra parte

doggi: niente. Si sa benissimo che nessuno sicura immutabilit delle strutture sociali, ga-
dovrebbe cullare linsensata distrazione di leg- rantita direttamente da qualche bramino.
gere romanzi (al massimo sono consentiti ro- Oppure con la presentazione dellopera to-
manzacci da ombrellone, sesso, violenza, tale di Douglas R. Hofstadter (Gdel, Escher,
morti che parlano, killer spietati), perch Bach: unEterna Ghirlanda Brillante, vero che ve
come ha detto E.M. Cioran, un nichilista effe- lo ricordate?) in modo da illustrare lintelli-
rato coccolatissimo dagli adelphiani, che se ne genza artificiale come un divertissement del-
stava in una soffitta di Parigi a fumare moltis- lintelletto, alla stregua di una variazione ana-
sime sigarette, non si vede come mai do- morfica della scienza: un libro di delirante
vremmo leggere libri che parlano di cose non successo commerciale, che ancora si trova
avvenute quando non abbiamo ancora letto i nelle biblioteche degli amici, e se lo si controlla
libri che parlano di realt effettivamente acca- di soppiatto si vede dallingiallimento che nes-
dute. Ma La versione di Barney era uno di quei suno mai andato oltre le prime trenta pagine.
romanzi socialmente obbligatori che permet- E ancora proponendo Il grande massacro dei
tono, se per caso incontrate Ferrara, di scam- gatti, il saggio di Robert Darnton su quel Set-
biarvi strizzatine docchio e gomitatine din- tecento favoloso che precede la Rivoluzione
tesa, in unatmosfera di amicizia virile e francese, come una lettura di gusto, una storia
complice. fatta di stories. Con questo libro variegato,
Darnton ci d lesempio pi efficace della sua
Io poi ero talmente intossicato da non sfuggire maniera (se non vogliamo usare parole ingom-
nemmeno alla convinzione che il gusto su- branti come metodo) annota infatti Calasso,
premo di Calasso si esprimesse al naturale lasciando intendere con unocchiata allusiva
nella selezione capricciosa della narrativa, ma che la storia solo stile, e dunque fra stilisti ci
in modo perfino pi insidioso nellindividua- si intende facile, come scambiarsi uno sguardo
zione di modalit sociologiche e scientifiche dintesa con Armani o bere un bianchino con
altre se non addirittura ulteriori. Missoni: lo stile tutto.
Ad esempio con il tentativo visionario, fal- in queste sfasature intenzionali che si ma-
lito solo per lincorreggibile impermeabilit nifesta lo smisurato (o meglio incommensura-
del mercato e per la mole scoraggiante del bile?) talento adelphiano per la contamina-
saggio, di designare lHomo hierarchicus del- zione: nella capacit di accostare per esempio
lantropologo Louis Dumont come unopera- al determinismo etologico di Konrad Lorenz
paradigma, un modello in grado di interpre- gli slittamenti new age del Tao della fisica di
tare tanto la struttura di potere dellIndia Fritjof Capra, in cui uno scienziato atomico
castale quanto lorganizzazione simbolica e evidentemente provato dalle troppe equazioni
funzionale delle societ postindustriali: talch tenta di dimostrare che la fisica subnucleare
si potesse maturare lidea insidiosa che le viene descritta meglio dalla filosofia indiana
classi e la lotta di classe erano tutte bubbole che dal pensiero cartesiano. Nellaccostare allo
materialiste e il progresso un sentiero illuso- storicismo liberale di Benedetto Croce la mi-
rio dipinto sul fondale della storia a uso dei tografia di Giorgio de Santillana o le configu-
gonzi. Con il sottinteso forse, non proprio de- razioni psichiche di James Hillman. Punteg-
mocratico e di certo non ugualitario, di una giando il tutto con una quantit micidiale di

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Oblique Studio

libri di culto, dal Siddhartha di Hermann Hesse eleganza, troppo charme. Un invito continuo,
ai Detti e contraddetti di Karl Kraus, da Cioran a oggi pomeriggio, domani, dopodomani, al po-
Colette, da De Quincey fino allultimo dei meriggio della metafisica, con pizzichi di es-
grandi reazionari, un cattolico nichilista affio- senze finissime nei piattini, e bocconcini de-
rato da una biografia misterica, il colombiano strutturati come nella ultracucina dei nouveaux
Nicols Gmez Dvila, lautore di In margine a chefs, mentre la voce di Battiato ripete sullo
un testo implicito, che piace molto a destra per- sfondo Vieni a prendere un t, al Caff de la
ch la sua albagia ispano-americana una de- Paix, su vieni con me: ma quando si mangia?
lizia apocalittica che rivaleggia con Karl Kraus, Diciamo, allora, in un accesso neomateria-
con laffumicato Cioran, con i pi pessimisti lista e di nuovo rivoltoso, che qualche genera-
fra gli esteti e gli avversari della civilt di zione cresciuta con il Robert Pirsig dello Zen e
massa, perch di massa saranno gli altri, noi larte della manutenzione della motocicletta come
siamo la casta. alternativa al manuale di filosofia se l voluta,
di finire con lidolatria filistea per Bruce Chat-
Da diverso tempo non sono pi adelphiano. win come guida o baedeker per le vacanze eso-
Un giorno, svegliatomi la mattina di cattivo tiche alle Seychelles. Succede, talvolta, di infa-
umore, mi sono chiesto se, insieme alle pro- tuarsi della grande cultura per le ragioni
fondit insondate di Massimo Cacciari e alle sbagliate, scambiandola per fighettaggine. An-
vertiginose superficialit di Alberto Arbasino, cora adesso durante qualche serata solitaria mi
e fissando per sempre in un canone letterario faccio tentare, metto su il Battiato di Prospettiva
di purissime contraddizioni Nabokov e Scia- Nevskij, quella canzone che parla di suggestivi
scia, Bernhard e lultimo libro postumo di orinali sotto i letti e di un magico incontro con
Mrai, e mettendo sullo stesso piatto leggeris- Igor Stravinskij, e leggo lultima scoperta adel-
simi aromi cinesi e inassimilabili pesantezze phiana, un Niffoi, un Cameron. Ma le tinte pa-
indoeuropee, non passasse il criterio di un to- stello mi sembrano sempre pi inattuali, con-
tale transfert allimpolitico come unica chance fuse nellopacit del contingente, private
intellettuale per i contemporanei; e che la sola dalleterno. Calasso e Jaeggy non stanno pi in-
scintilla del sovrumano si possa rintracciare, sieme, sussurrano di sbieco i pettegoli, o forse
per via ovviamente gnostica, nelle gemme, s, ma lui deve avere altre storie, altre vite. Bat-
nelle schegge, per lappunto nei cristalli tiato deve avere perso da un pezzo il centro di
che traspaiono cos vividamente nei testi se- gravit permanente. E io, che devo dirvi?
condo i risvolti di copertina modellati dal- Gi, che devo dirvi? Quale altra confessione
lispirazione luccicante di Calasso. E mi sono devo fare? Quale altra versione fornirvi? Eccola
dato come risposta: vabb, abbiamo capito. qui. Cari amici, ex compagni, nuovi destri,
Questo processo di estetizzazione ha condi- purtroppo non ho mai capito come va a finire
zionato i buoni e volenterosi lettori inducen- La versione Barney. Lha ammazzato lui o non
doli a pensare che le modalit contemporanee lha ammazzato lui, coso, insomma, quellal-
dellagire politico vadano messe in catalogo tro? colpa delle letture frammentarie, si
unicamente sotto la sigla delle apocalissi filo- perde il filo. Uno di questi giorni chiamo Giu-
sofiche e letterarie. Con il risultato che arri- liano Ferrara, che lo sa di sicuro, e me lo faccio
vata lassuefazione. Troppo sublime, troppa dire da lui.

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Roberto Calasso
Antonio Gnoli, La Domenica della Repubblica, 29 ottobre 2006

Cinquecento titoli in poco pi di quarantanni sono il gusti, qualit personalissimi, che


cospicuo patrimonio editoriale che compone la col- cosa ne ricaverebbe?
lana della Biblioteca Adelphi. Lultimo nato, il cinque- Laccusa ricorrente mossa alla
centesimo appunto, Il rosa Tiepolo di Roberto Calasso. casa editrice di essere snob, ari-
Incontro Calasso nella sua casa milanese. Mentre lo os- stocratica, rarefatta. Di somigliare
servo sistemarsi dietro una scrivania soverchiata da a un elegante levriero accucciato
pile di libri, penso che la questione cruciale sia come su un raffinato tappeto bukhara.
si fa a essere contemporaneamente editore e scrittore. Calasso sorride. Si alza dalla sedia
Nulla, in teoria, vieta di abbracciare entrambe le voca- e va verso uno scaffale da cui
zioni. Ma se un editore scrive e lo fa di rado per estrae un opuscolo. Me lo mostra.
parlarci del suo mestiere, spingendosi al pi a raccon- una brochure pubblicitaria di
tare protagonisti della cultura che ha incontrato, per- John Lane, leditore inglese, che
sonaggi che sono stati in qualche modo determinanti incaric Aubrey Beardsley di dise-
per la casa editrice. gnare le copertine dei suoi libri.
Il caso Calasso un po speciale. Guardo lo studio Il modello grafico della Biblio-
in cui sediamo e vedo scorrere nella libreria tuttin- teca l, racchiuso in quelle poche
torno edizioni in lingua originale: una costellazione ed eleganti paginette. Beardsley
di testi che abbraccia lOriente, lIslam, lEuropa. Lan- era un genio della grafica, dietro
tico e il moderno convivono senza particolari urti. In quel segno leggero e ornamentale
fondo quella Biblioteca gi in qualche modo an- si mostrava di una modernit
nunciata dai libri che ci avvolgono nella stanza. Penso sconcertante. Sconcertante un
anche che cinquecento titoli sono tanti. Pi dei libri aggettivo nel quale un ragazzo che
che possedeva Spinoza, pi di quelli che Montaigne guardasse la Biblioteca si imbatte-
conteneva nella sua torre. Ma se oggi un ragazzo os- rebbe. Che cosa sconcerta? Il fatto,
servasse un cos insolito paesaggio, fatto di autori, si direbbe, che quei cinquecento
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Oblique Studio

libri si somigliano pur nella estrema distanza luno dal- straordinario, ancora aperto, per
laltro. La collana non segue un genere, non ha una ten- il quale verrebbe da dire: bene,
denza, non offre un progetto omogeneo. Dice Calasso: ecco un signore erudito, colto,
Nei primi anni, colpiva nei libri Adelphi innanzitutto curioso che, con polimorfa in-
una certa sconnessione. Nella stessa collana, la Biblio- clinazione, sta scavando tra le
teca, apparvero in sequenza un romanzo fantastico, un rovine delle civilt per restituirci
trattato giapponese sullarte del teatro, un libro popo- una molteplicit di culture fuori
lare di etologia, un testo religioso tibetano, il racconto da ogni accademismo. Ma a ben
di unesperienza in carcere durante la Seconda guerra guardare come se dietro quella
mondiale. Che cosa teneva insieme tutto questo?. ramificazione di opere si co-
Lidea di Calasso che quella collana rappresenti un gliesse un disegno ancora pi
unico, immenso libro, un lungo serpente di pagine. fitto e grande che appartiene
Limmagine di una creatura sinuosa, viva, in grado di allintera casa editrice. Non esi-
svilupparsi pu apparirci dotata di una segreta forza, sterebbe il Calasso scrittore
che ci rimanda quasi fatalmente al doppio ruolo che senza il Calasso editore e vice-
questuomo svolge. In qualit di scrittore Calasso ha versa. Nel senso che le due en-
creato una vertiginosa costellazione di scritti. Unopera tit, pur separate nettamente, si
anomala, composta da cinque libri anomali che hanno corrispondono.
tutti una forte impronta narrativa ma al contempo tes- Da quei libri, che compon-
sono una rete di pensiero che si estende dalla Grecia gono la Biblioteca, affiora una
degli Olimpi, allIndia vedica, alla Rivoluzione fran- certa paradossalit: sono a un
cese, al Castello di Kafka. Per disperdersi al momento tempo unici e correlati tra loro da
fra le nubi rosate dei soffitti di Tiepolo. Un cantiere una sottile trama che potremmo

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Adelphi Editoria dallaltra parte

sospettare esca dalla testa di questuomo respingere lusura del tempo, inattaccabili
tanto pubblico quanto enigmatico. Del dal presente, proprio perch inattuali.
resto, lenigma una delle componenti che Questa storia dellinattualit adelphiana ri-
accompagna i suoi interessi fin da quando chiede un piccolo passo indietro. La casa
si laure con Mario Praz sui geroglifici di editrice fu fondata nel 1962 e lasse edito-
Sir Thomas Browne. E che ritroviamo riale, fin dallinizio, fu dettato dalledizione
come sottofondo invisibile nellanalisi che critica Colli-Montinari delle opere di
egli ha svolto su Tiepolo: un pittore frain- Nietzsche. Inattuale spiega Calasso pa-
teso, lasciato improvvisamente cadere rola che ha senso solo nellorizzonte in cui
dallattenzione sociale e dissolto nel nulla. lha posta Nietzsche e indica un certo sco-
Tiepolo dice Calasso fu un esempio per- stamento dal circostante. Per Adelphi, dun-
fetto di esotericit. Non c in lui una sin- que, ha significato muoversi in una dire-
gola parola che tradisca la complessit di zione che certamente non quella del
cose che si agita sotto la sua pittura. E nes- corso delle cose.
sun particolare della sua vita permette- Alla domanda sul perch non facciamo
rebbe di desumerla. Unopera dunque ci- pubblicazioni di stretta attualit, rispon-
frata, segreta, doppia. Tanto leggera e diamo che molto difficile trovare libri di
disinvolta quanto invisibilmente dramma- sostanza in grado di resistere allurto del
tica. Che cosa concluderne? tempo. Naturalmente ci sono eccezioni,
Sospendiamo un eventuale risposta, per- una di queste stata Anna Politkovskaja
ch unaltra cosa incuriosisce. Folgorato da con il suo libro sulla Russia di Putin.
una serie di acqueforti, i Capricci e gli Ladelphizzazione di una zona della
Scherzi, Calasso cominci a interessarsi a cultura italiana in fondo si realizzata so-
Tiepolo nel 1965. Lo stesso anno nasce la prattutto attraverso scelte impolitiche. Pi
Biblioteca Adelphi. Tra le due esperienze i testi sono distanti dallimpegno diretto,
non c nessuna diretta relazione. Ma dalla sociologia battente, dal presente che
come se un clima prodotto da due cieli di- incombe, pi alta la probabilit che essi
versi cominciasse a addensarsi attorno a un vengano presi in considerazione. Limpoli-
medesimo progetto: il libro unico. Imma- ticit, per, trascinava un altro tipo di ac-
ginavamo una serie di libri che avessero cusa: essere una casa editrice votata allir-
ciascuno una fisionomia inconfondibile. La razionalismo e alla decadenza.
loro unicit non era tanto dovuta ai temi Ci bollarono come disimpegnati e
ma al fatto che quella forma si era manife- troppo rarefatti per avere successo. E
stata solo in quella circostanza, come una quando il successo giunse ci dissero che
sorta di peculiarit ultima. eravamo diventati troppo commerciali.
Libri come Laltra parte di Alfred Kubin, Ma le due opposte accuse si rivolgevano
Padre e figlio di Edmund Gosse e Mano- agli stessi autori. Situazione involontaria-
scritto trovato a Saragozza di Jan Potocki mente comica commenta Calasso. Oggi
(sono i primi tre della collana) sembravano, un ragazzo che vedesse dipanarsi i cinque-
come del resto quelli che verranno dopo, cento titoli si imbatterebbe in un altro
simili a monadi leibniziane attrezzate per fatto sconcertante: sono stati realizzati

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Oblique Studio

senza assecondare n mode n tendenze. e di Schiele, di Wittgenstein e di Freud.


Ogni qualvolta pubblichiamo un libro Quel luogo racconta Calasso era popo-
confessa Calasso c un elemento di ignoto lato, per me, anche di persone viventi, che
altissimo. Tutto deciso dal singolo caso. E in due casi sono state determinanti nella
a una sola regola abbiamo sempre obbe- mia vita: Roberto Bazlen e Ingeborg Ba-
dito: pubblicare solamente i libri che ci chmann. Attraverso di loro e attraverso quei
piacciono molto. numerosi amici invisibili che sono gli scrit-
Le prime avvisaglie del successo si eb- tori morti, fui condotto naturalmente a vi-
bero gi nel 1968 con la pubblicazione di vere allinterno di quei luoghi, di quei fatti,
Alce Nero di John G. Neihardt. di quella fragile cristallizzazione di civilt.
In catalogo cominciavano a esserci Cos, quando i libri hanno cominciato a
Groddeck, Lorenz. Giungeva Vita di Mila- uscire, non abbiamo mai pensato di rivol-
repa. Erano successi un po isolati. La vera gerci a quegli autori di cui dicevo per col-
svolta arriv con Joseph Roth. Quando usc mare una lacuna o scoprire un filone. Ri-
La Cripta dei Cappuccini (1974), Roth era cordo un giorno in cui apparve un articolo
pressoch uno sconosciuto. Ma gi con di Alberto Arbasino in cui si diceva che la
Fuga senza fine (1976) i suoi lettori erano nu- casa editrice Adelphi avrebbe dovuto chia-
merosi. In due anni, politicamente duris- marsi Radetzky. Quel giorno ebbi limpres-
simi e ostili alla letteratura, questo scrittore sione che un circolo si era chiuso: la belva
aveva fatto breccia. Che cosa era accaduto? Radetzky era diventata come un nostro an-
Si stava cristallizzando unidea di Vienna tenato totemico. Il suo esercito, dalle splen-
e della Mitteleuropa. Roth ruppe gli argini denti uniformi, ormai un esercito di-
perch al contempo avevamo pubblicato o sperso, letterario, invisibile.
stavamo pubblicando Kraus, Wittgenstein, LAdelphi, attraverso i suoi autori, ha
Schnitzler, Loos, Hofmannsthal, Canetti. Si raccontato quella felix Austria colta al tra-
delineava una costellazione letteraria che monto: una civilt tanto pi perspicua e
fu colta e capita. Fuga senza fine proprio seducente nei suoi caratteri quanto pi se
perch era il libro dello sbandamento, del ne annunciava la fine. La stessa disposi-
passaggio da una parte allaltra, della totale zione si nota nei riguardi del modo in cui
opacit e tumultuosit di ci che sta at- Calasso ha voluto trattare Tiepolo: Con
torno allo scrittore divent un po il ro- lui si ha lultimo addensamento di una in-
manzo segreto di un certo tipo di ragazzo tera civilt quella italiana che subito
di estrema sinistra. E l credo si ruppe il di- dopo conoscer il tracollo. Scrittori e ar-
vieto politico per la letteratura. tisti disinvolti ed enigmatici che chiu-
La Mitteleuropea, o meglio lAustria che dono o aprono unepoca. Sospesi su pi
Calasso aveva conosciuto da bambino nei mondi e perci capaci di coglierne le pi
sussidiari in cui si parlava del maresciallo intime e segrete relazioni. Non anche
Radetzky e lo si definiva la belva, a poco questo che la Biblioteca ha voluto rap-
a poco divenne un luogo dellanima: Una presentare? Al ragazzo di oggi essa si offre
terra che era ugualmente di Kafka e di nella forma di una foresta viva, ricca di
Schnberg, di Loos e di Kubin, di Altenberg sentieri e ramificazioni.

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Cos inventammo i libri unici


Roberto Calasso, la Repubblica, 27 dicembre 2006

Allinizio si parlava di libri unici. Adelphi non aveva an- e soprattutto per via di quel mar-
cora trovato il suo nome. Cerano solo pochi dati sicuri: chio infamante.
ledizione critica di Nietzsche, che bastava da sola a In letteratura lirrazionale ama-
orientare tutto il resto. E poi una collana di classici, im- va congiungersi con il decadente,
postata su criteri non poco ambiziosi: fare bene quello altro termine di deprecazione
che in precedenza era stato fatto meno bene e fare per senza appello. Non solo certi au-
la prima volta quello che prima era stato ignorato. tori, ma certi generi erano condan-
Sarebbero stati stampati da Mardersteig, come nati in linea di principio. A distanza
anche il Nietzsche. Allora ci sembrava normale, quasi di qualche decennio pu far sorri-
doveroso. Oggi sarebbe inconcepibile (costi decupli- dere e suscitare incredulit, ma chi
cati, ecc.). Ci piaceva che quei libri fossero affidati al- ha buona memoria ricorda che il
lultimo dei grandi stampatori classici. Ma ancora di fantastico in s era considerato so-
pi ci piaceva che quel maestro della tipografia avesse spetto e torbido. Gi da questo si
lavorato a lungo con Kurt Wolff, leditore di Kafka. capir che lidea di avere al nu-
Per Bazlen, che aveva una velocit mentale come mero 1 della Biblioteca Adelphi un
non ho pi incontrato, ledizione critica di Nietz- romanzo come Laltra parte di Al-
sche era quasi una giusta ovviet. Da che cosa si sa- fred Kubin, esempio di fantastico
rebbe potuto cominciare altrimenti? In Italia domi- allo stato chimicamente puro, po-
nava ancora una cultura dove lepiteto irrazionale teva anche suonare provocatorio.
implicava la pi severa condanna. E capostipite di Tanto pi se aggravato dalla vici-
ogni irrazionale non poteva che essere Nietzsche. nanza, al numero 3 della collana, di
Per il resto, sotto letichetta di quellincongrua pa- un altro romanzo fantastico: il Ma-
rola, disutile al pensiero, si trovava di tutto. E si tro- noscritto trovato a Saragozza di Jan
vava anche vasta parte dellessenziale. Che spesso Potocki (e non importava se in
non aveva ancora accesso alleditoria italiana, anche questo caso si trattava di un libro
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Oblique Studio

che, guardando alle date, avrebbe potuto essere consi- aveva scoperto da anni e anni e
derato un classico). non era mai riuscito a far passare
Quando Bazlen mi parl per la prima volta di quella presso i vari editori italiani con i
nuova casa editrice che sarebbe stata Adelphi posso quali aveva collaborato, da Bom-
dire il giorno e il luogo, perch era il mio ventunesimo piani fino a Einaudi. Di che cosa
compleanno, maggio 1962, nella villa di Ernst Bernhard si trattava? A rigore, poteva trat-
a Bracciano, dove Bazlen e Ljuba Blumenthal erano tarsi di qualsiasi cosa. Di un clas-
ospiti per qualche giorno , evidentemente accenn sico tibetano (Milarepa) o di un
subito alledizione critica di Nietzsche e alla futura col- ignoto autore inglese di un solo
lana dei Classici. E si rallegrava di entrambe. Ma ci che libro (Christopher Burney) o
pi gli premeva erano gli altri libri che la nuova casa dellintroduzione popolare a quel
editrice avrebbe pubblicato: quelli che talvolta Bazlen nuovo ramo della scienza che era

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Adelphi Editoria dallaltra parte

allora letologia (Lanello di Re Salomone) o di nella fisiologia, eventualmente (ma non era
un testo sul Teatro N scritto fra il XIV e XV obbligatorio) trasformandolo in stile.
secolo. Se cos era accaduto, quelli erano i libri
Furono questi alcuni fra i primi libri da che pi attiravano Bazlen. Per capire tutto
fare che Bazlen mi nominava. Che cosa li te- questo, bene ricordare che Bazlen era cre-
neva insieme? Non era chiarissimo. Fu allora sciuto negli anni della massima pretesa di
che Bazlen, per farsi intendere, si mise a par- autosufficienza della pura parola letteraria,
lare di libri unici. gli anni di Rilke, di Hofmannsthal, di Ge-
Che cos un libro unico? Lesempio pi orge. E di conseguenza aveva sviluppato
eloquente, ancora una volta, il numero 1 certe allergie. La prima volta che lo vidi,
della Biblioteca: Laltra parte di Alfred Kubin. mentre parlava con Cristina Campo delle
Unico romanzo di un non-romanziere. sue meravigliose versioni di William
Libro che si legge come entrando e perma- Carlos Williams, insisteva solo su un punto:
nendo in una allucinazione possente. Libro Non bisogna sentire troppo il Dichter,
che fu scritto allinterno di un delirio durato poeta-creatore, nel senso di Gundolf e di
tre mesi. Nulla di simile, nella vita di Kubin, tutta una tradizione tedesca che discendeva
prima di quel momento; nulla di simile da Goethe (e di cui Bazlen, per altro, cono-
dopo. Il romanzo coincide perfettamente sceva perfettamente lalto significato).
con qualcosa che accaduto, ununica volta, I libri unici erano perci anche libri che
allautore. Ci sono solo due romanzi che pre- molto avevano rischiato di non diventare
cedono quelli di Kafka e dove gi si respirava mai libri. Lopera perfetta quella che non
laria di Kafka: Laltra parte di Kubin e Jakob lascia tracce, si poteva desumere da
von Gunten di Robert Walser. Entrambi Zhuang-zi (il vero maestro, se uno si do-
avrebbero trovato il loro posto nella Biblio- vesse nominare, di Bazlen). I libri unici
teca. Anche perch se, in parallelo allidea erano simili al residuo, shesha, ucchishta, su
del libro unico, si dovesse parlare di un au- cui non cessavano di speculare gli autori dei
tore unico per il Novecento, non ci sareb- Brhmaa e a cui lAtharvaveda dedica un
bero dubbi: sarebbe Kafka. inno grandioso.
In definitiva: libro unico quello dove Non c sacrificio senza residuo e il
subito si riconosce che allautore accaduto mondo stesso un residuo. Perci occorre
qualcosa e quel qualcosa ha finito per depo- che i libri esistano. Ma occorre anche ricor-
sitarsi in uno scritto. E a questo punto oc- dare che, se il sacrificio fosse riuscito a non
corre tenere presente che in Bazlen cera lasciare un residuo, i libri non ci sarebbero
una ben avvertibile insofferenza per la scrit- mai stati.
tura. Paradossalmente, considerando che I libri unici erano libri dove in situa-
Bazlen aveva passato la vita sempre e sol- zioni, epoche, circostanze, maniere diversis-
tanto fra i libri, il libro era per lui un risul- sime si era giocato il Grande Gioco, nel
tato secondario, che presupponeva qual- senso del Grand Jeu che aveva dato nome
cosaltro. Occorreva che lo scrivente fosse alla rivista di Daumal e Gilbert-Lecomte.
stato attraversato da questo altro, che vi Quei due adolescenti tormentati, che a
fosse vissuto dentro, che lo avesse assorbito ventanni avevano messo in piedi una rivista

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Oblique Studio

diventato un ottimo critico lette-


rario. Ma senza quasi pi tracce
di quellessere che si racconta in
Padre e figlio, lessere a cui Padre e
figlio accade. Perci Padre e figlio,
come testo memorialistico, ha
qualcosa dellunicit di quel ro-
manzo, Laltra parte, che nella Bi-
blioteca lo aveva preceduto.
Fra libri a tal punto disparati,
quale poteva essere allora il re-
quisito indispensabile, quello
che comunque si doveva ricono-
scere? Forse soltanto il suono
giusto, altra espressione che Ba-
zlen talvolta usava, come argo-
rispetto alla quale il surrealismo di Breton (di poco pi mento ultimativo. Nessuna espe-
anziano di loro) appariva paludato, tronfio e spesso re- rienza, di per s, era sufficiente
trivo, erano per Bazlen la prefigurazione di una nuova, per far nascere un libro. Cerano
fortemente ipotetica antropologia, verso la quale i libri tanti casi di storie affascinanti e
unici si rivolgevano. Antropologia che appartiene an- significative, che per avevano
cora, quanto e pi di prima, a un eventuale futuro. dato origine a libri inerti. Anche
Quando il Sessantotto irruppe, pochi anni dopo, mi qui soccorreva un esempio: du-
sembr innanzitutto irritante, come una goffa parodia. rante lultima guerra molti ave-
Se si pensava al Grand Jeu, quella era una maniera mo- vano subto prigionie, deporta-
desta e gregaria di ribellarsi, come sarebbe apparso zioni, torture. Ma, se si voleva
anche troppo chiaro negli anni successivi. constatare come lesperienza
Il Monte Analogo a cui Daumal dedic il suo romanzo dellisolamento totale e della to-
incompiuto (che sarebbe diventato il numero 19 della tale inermit potesse elaborarsi e
Biblioteca, accompagnato da un saggio densissimo di diventare una scoperta di qual-
Claudio Rugafiori) era lasse visibile e invisibile cosaltro, che si racconta con so-
verso cui la flottiglia dei libri unici orientava la rotta. Ma briet e nitidezza, bisognava
questo non deve far pensare che quei libri dovessero leggere Cella disolamento di
ogni volta sottintendere un qualche esoterismo. A pro- Christopher Burney (numero 18
vare il contrario basterebbe il numero 2 della Biblioteca, della Biblioteca). E lautore, dopo
Padre e figlio di Edmund Gosse: resoconto minuzioso, quel libro, sarebbe tornato a con-
calibrato e lacerante di un rapporto padre-flglio in et fondersi nellanonimato. Forse
vittoriana. Storia di uninevitabile incomprensione fra perch non intendeva essere
due esseri solitari, un bambino e un adulto, che sanno scrittore di unopera ma perch
al tempo stesso inflessibilmente rispettarsi. Sullo unopera (quel singolo libro) si
sfondo: geologia e teologia. Edmund Gosse sarebbe poi era servita di lui per esistere.

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Adelphi Editoria dallaltra parte

Per un certo periodo pensammo che i la parola lite, che ventanni dopo la sua
libri unici dovessero essere unici anche di casa editrice sarebbe stata la prima a ban-
aspetto. Ciascuno con un impianto diverso dire come famigerata. da notare anche
della copertina e magari con formati di- come la collana avesse fin dallinizio isolato
versi. Ma, quanto pi ci si avvicinava alla i generi che intendeva proporre, mentre il
pubblicazione, tanto pi diventavano evi- formato la obbligava ad accogliere solo
denti gli ostacoli. Fu la sapienza editoriale di testi non pi lunghi di duecento pagine.
Luciano Fo, a un certo punto, a pilotare i Con ci avvicinandosi, pi che alla Biblio-
vari libri unici verso una sola collana: la Bi- teca, alla Piccola Biblioteca Adelphi, che
blioteca. Allinizio ci sembr quasi un ri- anni dopo volemmo inaugurare con lo
piego, da accettare a malincuore, mentre era stesso libro che aveva inaugurato la Biblio-
lunica soluzione giusta. Ora occorreva tro- thek Suhrkamp: Il pellegrinaggio in Oriente
vare un nome qualcosa di neutro e onni- di Hermann Hesse.
comprensivo. La Biblioteca Adelphi, allopposto, aveva
Lappiglio venne dalla pi nobile delle avuto sin dal primo momento un carattere
collane allora in circolazione: la Bibliothek di apertura totale: verso ogni anfratto del
Suhrkamp, che Peter Suhrkamp aveva av- passato, verso tutti i generi, verso ogni specie
viato nel 1951. E non cera rischio di sovrap- di attori, dal giovane e ignoto scrittore vi-
posizione, perch la Bibliothek Suhrkamp vente (un giorno sarebbe stato Chatwin, con
aveva avuto dallinizio un carattere soltanto In Patagonia, a darne esempio) fino allautore
letterario, ben chiaro e netto come la sua ni- anonimo, oscuro e remoto, come colui che
tida impostazione grafica, opera di Willy scrisse Il libro del Signore di Shang. Pubblicare
Fleckhaus. E gli autori erano solo moderni, i libri unici allinterno di una collana non do-
inclusi quelli che presto sarebbero stati chia- veva servire a smussarne gli angoli, ma al
mati i classici moderni. contrario a dar loro un supporto che li te-
Una brochure di Suhrkamp presentava nesse insieme nelle loro disparate fisiono-
cos la collana: La Bibliothek Suhrkamp mie ed evitasse si sperava e di fatto cos fu
dedicata al vero amico dei libri, a quella che i singoli titoli venissero dispersi in
lite di lettori a cui sentono il bisogno di zone varie delle librerie. Di questo rimane
appartenere tutti coloro per i quali un libro un traccia visibile in poche righe che si po-
buono o squisito diventato un bene vitale tevano leggere sulla seconda aletta della so-
indispensabile. Saranno pubblicati testi in vraccoperta nei primi titoli della collana
s conchiusi racconti, brevi romanzi, che poi vennero eliminate per ragioni di
drammi in versi, poesie, saggi, monografie, spazio, a partire dal numero 4: Una serie di
biografie e aforismi in una forma sotto libri unici, scelti secondo un unico criterio:
ogni aspetto pregevole, a un prezzo fra la profondit dellesperienza da cui nascono
3,50 e 4,50 marchi. Questi libri, di lun- e di cui sono viva testimonianza. Libri di
ghezza oscillante fra le centotrenta e le oggi e di ieri romanzi, saggi, autobiografie
duecento pagine, si prestano particolar- opere teatrali esperienze della realt o
mente a essere regalati. Da notare come dellimmaginazione, del mondo degli affetti
Peter Suhrkamp usasse allora senza timori o del pensiero.

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Velo dopo velo,


Roberto Calasso e i libri-cipolla
Guido Vitiello, il Riformista, 28 dicembre 2008

LOnnipotente un accanito fumeur de havanes, e a ogni dentista con cui dobbiamo disob-
boccata lancia densi sbuffi che stendono sui mortali una bligarci? Questo scialo di preziosit
coltre di nubi grigionere: cos, se non altro, apparso in non suona sottilmente midcult,
visione a Serge Gainsbourg, mistico occasionale a duetto persino un po dannunziano? Falso
con Catherine Deneuve. Ai sigari di quel barbuto pa- dilemma: proprio sul crinale inde-
triarca assiso sul suo trono, che difficile non figurarsi cidibile tra il sublime e il kitsch, tra
in tenuta verde oliva, lo scanzonato chansonnier rispon- la magnificenza e la parodia, si di-
deva sospingendo allins, verso i cieli, le volute azzur- spone tutta lopera di Calasso scrit-
rine delle sue Gitanes senza filtro. Che cosera, quello ri- tore, e forse lintera vicenda di
spedito da Gainsbourg al suo Creatore? Il fumo solenne quella letteratura assoluta che
di una libagione sacrificale in piccola scala? Il fumo er- da sempre il suo miraggio, la sua
ratico e indolente del dandy o dellesteta, il fumo sottile filosofia editoriale e il suo geloso
della speculazione intellettuale, elogiato dal tardo sofista culto, che annumera sacerdoti
Frontone? O quello obnubilante e ingannatore del ven- come Hlderlin e Mallarm, Benn
ditore, appunto, di fumo? e Nabokov.
Sono domande, queste, che riaffiorano fatalmente Sciogliere il dilemma, decidere
quando ci si accosta a un altro leggendario fumeur de da quale versante del crinale penda
Gitanes e frequentatore di divinit, Roberto Calasso. E pi vistosamente lanimatore del-
risuonano un poco pi insistenti nei giorni in cui Le lAdelphi, se al kitsch o al sublime,
nozze di Cadmo e Armonia ricompare come libro strenna impresa vana. A Calasso mal si ap-
illustrato, in un formato che riproduce quello della plicano tanto la logica sbrigativa
Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna. Questo dellaut aut, delle alternative recise e
pseudo-Manuzio ha sollevato questa perplessit. Che irremissibili, quanto quella pavida
cos mai, una gemma per bibliofili o hanno sugge- dellet et, delle conciliazioni pigre e
rito i maligni un volume da offrire in dono a qualche irresolute. La chiave daccesso al suo
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Adelphi Editoria dallaltra parte

mondo la fornisce, crediamo, Sergio Solmi in una prosa Altheia, alla verit qual , ma sem-
delle Meditazioni sullo Scorpione libro Adelphi tra i pi pre e solo a ulteriori e pi intimi te-
cari al Calasso editore. Usurpandone una bella formula, gumenti.
diremo che Le nozze di Cadmo e Armonia, e per estensione Cos per ogni libro di Calasso,
tutta lopera del suo autore, pu leggersi a modo di un cos pure con Le nozze di Cadmo e
cavolo o carciofo dalle infinite foglie come il libro uni- Armonia. Sfogliamolo diligente-
versale che Letizia Alvarez de Toledo propose a Borges mente, foglia per foglia, come il car-
di sostituire alla sua Biblioteca di Babele. Cavoli, carciofi ciofo di Solmi o la cipolla di Ibsen.
o anche, se vi piace, cipolle come quella del Peer Gynt. Il primo strato che viene incontro al
Sono simboli triviali, certo: ma ci che sta in basso, sul lettore quello del centone erudito
banco del verduraio, come quel che sta in alto, nei cieli da mitografo alessandrino, a sua
della letteratura assoluta. E cavoli, carciofi e cipolle volta riscritto in guisa di parodia, un
absit iniuria si applicano meravigliosamente a uno poco come avviene nei Dialoghi con
scrittore che del principio delle infinite foglie, o degli Leuc. Come in Pavese, anche qui ci
infiniti velami, ha fatto il cardine della sua opera: quasi si porge un mondo di di ed eroi,
non c pagina di Calasso in cui non si dica che una verit ninfe e guerrieri, protagonisti di
la guaina di unaltra, la quale a sua volta la fodera di una trasognata Gtterdmmerung el-
unaltra rivelazione; quasi non c frase dove non si parli lenica. Ma unEllade sottilmente
di maschere, travestimenti, specchi, teatri delle ombre, mistificatoria, se non ridotta a disa-
superfici che nascondono altre superfici, danze dei sette nimata gipsoteca, a collezione di fi-
veli che non conducono mai alle nudit della signorina gurine neoclassiche: ha un suono un

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Oblique Studio

po sospetto di moneta falsa, o peggio un ron- della cipolla, o meglio ancora com nella lo-
zio di chiacchiericcio divino, di gossip dal gica di certe societ segrete con mistico bluff
monte Olimpo. Da qui, forse, vien parte del- danno mostra di averlo gi fatto. Perch fuor
limprevedibile fortuna del libro (mezzo mi- di dubbio che Adelphi non la confraternita
lione di copie vendute solo in Italia, tradotto esoterica di cui favoleggiava qualche lustro fa il
in venti lingue), che ha fama come intere delirante pamphlet di un giornalista cattolico;
collane di Adelphi di lettura per signore. chiaro che non una congiura sacra ordita
O meglio, ha scritto il sempre caustico Berselli in imprecisati salotti per spazzar via gli ultimi
a proposito di Nietzsche, per stagionate pro- resti dellordo cesaro-papista e instaurare un
fessoresse di liceo, che dietro limmagine di un politeismo sanguinario sotto il segno di Shiva;
sole giallo e nero evocata dal pensiero apolli- nondimeno, il marchio della casa editrice
neo sognavano di farsi ingroppare in modo chiama attorno a s un desiderio di apparte-
fin troppo ctonio da aitanti apolli, non im- nenza occulta, stimola cenni dintesa e ammic-
porta se semidei o umani troppo umani, camenti da mistero eleusino o da circolo esclu-
pronte comerano a intravedere nei bicipiti del sivo, come fu a suo tempo quello del poeta
bagnino la sagoma di qualche nerboruto dai- Stefan George. Basta gettare un occhio sulle
mon greco, cui concedersi in deliquio. tante recensioni ai libri Adelphi che suonano,
Questo primo strato della cipolla, tuttavia, guarda caso, proprio come i risvolti di coper-
ci guida gi al secondo: giacch per Calasso tina di Calasso, che mimano la stessa intimit
proprio la parodia la forma in cui gli di, esi- esoterica che leditore ostenta con i suoi autori,
liati dal mondo dopo il crollo dei grandi ordini da Wedekind a Walser, che sfoggiano perfino i
sacrificali, tornano a ossessionare i mortali. Il suoi stessi tic di stile (il lessico dal sapore feu-
loro spazio ormai il teatro mentale della let- dale dove laggettivo pi ricorrente sovrano,
teratura, dove essi si aggirano come beffarde lillustrazione della morfologia occulta di un
figure da operetta, creature fantastiche degne libro con metafore da Naturphilosophie goe-
di grandi farceur come Offenbach o lo stesso theana che sempre alludono a piante e cristalli,
Wagner. Il divino sopravvive, stravolto e quasi una certa vena declamatoria di chi sul punto
incattivito, nel kitsch. Dove altro metterlo in di annunciare grandi ancorch spesso tutte
scena, se non nel suo elemento? verbali rivelazioni, e cos via).
E qui Calasso sciorina, impeccabile cerimo- I libri di Calasso, e pi in generale i libri
niere come il suo Talleyrand, la serrata trama Adelphi, si trascinano dietro questa vocazione
speculativa del metafisico che conosce a mena- alla petite bande, si prestano di buono o mal
dito le pi inavvicinabili cosmologie docci- grado a valere come segnali di distinzione: non
dente e doriente: il terzo strato della cipolla. siamo i primi a dirlo, non saremo gli ultimi.
La svenevole professoressa di liceo o la curiosa Sennonch strato ulteriore della cipolla, o
di favole elleniche qui recede, ripiega il volume del carciofo questesoterismo si scopre ben
a tettoia sugli occhi, a ripararsi dal sole, e lascia presto essere un esoterismo di massa, in sin-
il campo: a ingombrarlo ora il piccolo nu- golare accordo con molte delle linee di forza
mero degli iniziati e la vasta sgomitante cerchia della cultura contemporanea (forse perch fi-
dei postulanti del cenacolo adelphiano; quelli glie dello stesso padre, Friedrich Nietzsche, il
che ambiscono a penetrare gli strati pi intimi vero nume tutelare storico e simbolico

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Adelphi Editoria dallaltra parte

dellAdelphi). La riduzione del mondo a favola, lebbrezza tutte sontuose Wunderkammern in


delle pure forme e delle superfici in barba ai petulanti cui dilettoso smarrirsi, accompa-
maestri del sospetto che vorrebbero inchiodarle a qual- gnati dalla mano sicura e lieve di
che significato saldo, la narrazione come criterio ultimo un prosatore di rara maestria. Ca-
e regola di ogni discorso, la liquidazione tra festosa e lu- mere delle meraviglie che com-
gubre delleredit cristiana e monoteistica, la resa dei pongono uno dei palazzi pi degni
conti con lIlluminismo. Tutto questo, giusto o sbagliato della nostra editoria: il catalogo
che sia e prima che le solite beghine facciano cadere la Adelphi, quellininterrotto solilo-
ferale domanda, se sia cio di destra o di sinistra il quio fatto di libri e di autori che
mainstream, il corso del mondo al tempo dei mass unestensione delle idiosincrasie
media. Potervisi ricongiungere per oblique vie esoteri- del suo animatore, lelusivo e affa-
che, cos come si aderisce a una dottrina segreta: questo bile Roberto Calasso, fumeur de Gi-
il grande dono che Adelphi dispensa ai mortali. tanes in giacca di tweed, circondato
Velo dopo velo, sfogliando la cipolla come il Peer proprio come Gainsbourg da in-
Gynt di Ibsen, che cosa troviamo infine, che cosa ci resta corporee danzanti volute azzur-
tra le mani? Un centro vuoto e disabitato. Se sia il nulla rine. E anche se la natura del
degli esteti e degli annoiati, o se sia piuttosto il lautes nulla che si sente risuonare dietro
Nichts, il puro Nulla divino di Meister Eckhart e dei mi- ad alcuni suoi libri ci pare in ultimo
stici, questo proprio non sappiamo dirlo. Eppure che inafferrabile, sappiamo per certo
delizia, sfogliare tutti quegli strati! La rovina di Kasch, i che a rivestirlo c un manto pre-
saggi impeccabili dei Quarantanove gradini, lo stralunato zioso, come voleva Gottfried Benn:
itinerario in Kafka, le lezioni sulla letteratura, gli di e das Nichts, und darber Glasur. Il
le ninfe, gi fino allultimo La Folie Baudelaire: sono Nulla, e sopra lo smalto.

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Il vero editore
infrange il tab del pubblicabile
Roberto Calasso, Corriere della Sera, 20 giugno 2009

Non soltanto da Google dovrebbe guardarsi ledito- ciato alla sonnolenza). Ci che sta
ria, ma da s stessa, dalla sua sempre pi flebile con- in mezzo una serie di gamme
vinzione nella propria necessit. Innanzitutto nei dove si situano i vari marchi. Cos
paesi anglosassoni, che sono la punta di lancia del- Farrar, Straus and Giroux sar pi
leditoria, dato il predominio della lingua inglese. Se vicino allestremo letterario e St
si entra in una libreria di Londra e di New York, Martins allestremo commer-
sempre pi difficile riconoscere i singoli editori pre- ciale, ma senza che questo im-
senti sul tavolo delle novit. Con alta discrezione il plichi qualche considerazione ul-
nome della casa editrice spesso ridotto a una o pi teriore e soprattutto senza che
iniziali sul dorso del libro. Quanto alle copertine siano escluse invasioni di campo:
stesse, sono tutte diverse e in un certo senso troppo leditore letterario potr occasio-
simili. Ogni volta offrono un tentativo di impacchet- nalmente essere tentato dal titolo
tamento, pi o meno riuscito, di un testo. E ciascuno commerciale, nella speranza di
vale per s, in obbedienza al principio dello one shot. far fiorire i suoi conti, e leditore
Quanto agli autori, i loro libri si incontrano sotto il commerciale potr sempre essere
marchio di una certa casa editrice e non di unaltra tentato, poich laspirazione al
innanzitutto in conseguenza delle trattative fra prestigio una malerba che cre-
lagente dellautore e quel certo editore nonch dei sce ovunque, dal titolo letterario.
rapporti personali fra lautore e un certo editor. Ci che penoso in questa suddi-
Mentre la casa editrice in quanto tale diventa lanello visione che poi corrisponde a
tendenzialmente superfluo della catena. Ovviamente un certo assetto mentale in-
sussistono notevoli differenze di qualit fra le case nanzitutto il fatto che falsa. Nel
editrici, ma allinterno di un ventaglio che presenta ventaglio che ho appena descritto
a un estremo il molto commerciale (associato alla chiaro che Simenon o una sua
volgarit) e allaltro estremo il molto letterario (asso- ipotetica reincarnazione attuale,
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Adelphi Editoria dallaltra parte

per dare solo un esempio, dovrebbero es- torevolezza e uninfluenza indubitabile la


sere inclusi nella zona altamente commer- New York Review of Books, che si presenta
ciale e perci non passibile di valutazione come una rivista di recensioni, perci non
letteraria; ed chiaro che molti apparte- corrispondente a quella forma che forse
nenti alla funesta categoria degli scrittori raggiunge il picco della perfezione intorno
per scrittori dovrebbero essere automati- al 1930 con i ventinove numeri di Com-
camente assegnati allestremo letterario. merce, sotto le ali invisibili e protettive di
Questo va a danno sia del divertimento sia Marguerite Caetani. Se ci si chiede che cosa
della letteratura. Il vero editore poich tenesse insieme cos fortemente quei pic-
tali strani esseri ancora esistono non ra- coli gruppi di amici agli inizi del Nove-
giona mai in termini di letterario o cento, la risposta non data tanto da ci
commerciale. Se mai, nei vecchi termini che volevano (spesso piuttosto confuso e
di buono e cattivo (e si sa che molto indeterminato), ma da ci che respinge-
spesso il buono pu essere trascurato e vano. Ed era una forma del gusto nel senso
non riconosciuto). E soprattutto il vero edi- che Nietzsche dava alla parola, quindi un
tore quello che ha linsolenza di inventare istinto di autodifesa (non vedere, non
uno slogan come questo: I libri Diogenes sentire tante cose, non farsene avvicinare
sono meno noiosi (lo invent qualche prima accortezza, prima prova che non
anno fa Daniel Keel, editore di Diogenes, e siamo un caso, ma una necessit). Doveva
queste parole si potevano leggere tuttin- trattarsi di una misura davvero accorta, se
torno al suo stand alla Fiera di Franco- ha dato prova di essere tanto efficace. Oggi,
forte). Circa un secolo fa nascevano o muo- a distanza di cento anni e di due genera-
vevano i primi passi alcune fra le pi zioni dal fondatore, Gallimard la prima
importanti case editrici del Novecento: casa editrice di Francia e si distingue tut-
Insel, Gallimard, Mercure de France. Ave- tora per un certo gusto Gallimard, che
vano due elementi in comune: erano state permette di percepire con buona approssi-
costituite da un gruppo di amici, pi o mazione se un libro pu o non pu essere
meno abbienti e accomunati da certe in- Gallimard. Quanto al Mercure de France e
clinazioni letterarie; e, prima di diventare a Insel, luna stata acquisita da Gallimard
case editrici, erano state riviste letterarie: e laltra da Suhrkamp, ma entrambe le case
Die Insel, La Nouvelle Revue Franaise, il Mer- editrici continuano a esistere con un loro
cure de France. Poi dai vari gruppi si era di- profilo netto, che si collega alla loro storia.
staccata la figura di colui che sarebbe stato Anche se tutto cambiato nel circostante,
leditore: Anton Kippenberg, Gaston Galli- la fisiologia del gusto che teneva insieme
mard, Alfred Vallette. Oggi una simile espe- quei piccoli gruppi di amici sarebbe anche
rienza sarebbe impensabile, perch sono oggi un ottimo contravveleno, quando in
mutati i presupposti. Fra laltro, venuta a certe case editrici sopravvengono periodi-
mancare o almeno ha perso la sottile e che angosce circa la propria evanescenza o
delicata rilevanza che aveva la categoria appannata identit. Ma a quel punto si ri-
stessa della rivista letteraria. Lunica pub- velerebbe anche che venuto in larga parte
blicazione periodica che abbia oggi una au- a mancare quel tessuto di sensibilit che

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Oblique Studio

appena si pensa alla enorme


quantit di materiali antropolo-
gici, scientifici, storici, letterari
che si sono accumulati nel No-
vecento e aspettano soltanto di
trovare una nuova forma edito-
riale. Non solo la Biblioteca, ma
tutti i libri Adelphi, fin dallini-
zio, si fondavano su questo sot-
tinteso. Era il tentativo di far
confluire i testi e i materiali pi
disparati e pi remoti in quella
ampia, turbinosa corrente che
trascina con s tutto ci che una
mente desta e agile pu deside-
rare di leggere. Di fatto, oggi pi
che mai leditoria potrebbe
porsi come uno dei suoi primi
obiettivi quello di spostare la
soglia del pubblicabile, inclu-
dendo fra le cose fattibili molto
di ci che al momento escluso.
Sarebbe una sfida enorme, avvi-
cinabile a quella degli inizi,
quando Manuzio operava a Ve-
nezia. E forse sarebbe il mo-
mento di ricordare quale fu la
carta fondatrice delleditoria.
Era un foglio volante stampato
dallo stesso Manuzio e soprav-
vissuto fortunosamente sino a
oggi in una copia incollata alla
avvolgeva il gusto o almeno diventato una super- legatura del dizionario greco
ficie dove gli squarci sono pi vasti del tessuto stesso. della Biblioteca Vaticana. Stam-
Questo non dovrebbe per deprimere. Certo, sarebbe pato intorno al 1502, quel foglio
pi duro e poco praticabile oggi avviare una casa edi- conteneva il testo di un patto fra
trice sulla base delle inclinazioni di un piccolo club di studiosi che preparavano edi-
amici. Ma al tempo stesso leditoria se solo volesse, zioni di testi classici greci per la
se solo osasse avrebbe davanti a s potenzialit che casa editrice di Aldo. Nelle pa-
un tempo non sussistevano. Negli ultimi cento anni si role di Anthony Grafton, essi
immensamente allargata larea del pubblicabile, se concordavano di parlare sol-

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Adelphi Editoria dallaltra parte

tanto in greco quando si trovavano fra loro, rattere della casa editrice; Fo fu segretario
di pagare multe se venivano meno allim- generale di Einaudi dal 1951 al 1961, ma se
pegno e di usare il denaro (in caso ne accu- ne and anche perch si accorse che la casa
mulassero) per offrire un simposio: una ge- editrice avrebbe definitivamente e irrevo-
nerosa cena che doveva essere molto cabilmente seguito la linea di Giulio Bol-
migliore di quel che usualmente avevano lati. Inoltre, pur essendo diversissimi fra
da mangiare i lavoranti di Aldo. Altri filel- loro, Bazlen e Colli erano del tutto refrat-
leni avrebbero potuto essere accolti nella tari alla visione dinsieme einaudiana, con
cerchia, nel corso del tempo. Non dato a la quale ben poco avevano da spartire,
oggi accertare se le regole di quella Nuova anche se entrambi ammiravano la qualit
Accademia di Aldo Manuzio siano mai e il nitore della casa editrice. Quanto a Fo,
state applicate. Ma si pu ricordare che che pure partecip appassionatamente alle
anche le novantacinque tesi di Lutero e la vicende di Einaudi e ne trasse un insegna-
dichiarazione dei diritti delluomo e del mento decisivo, inclinava senza esitazioni
cittadino del 26 agosto 1789 furono in ori- dalla parte di Bazlen e di Colli. Anche se
gine fogli volanti. Detto questo, ovvio che nella forma pi illuminata e duttile, Ei-
la tendenza del mondo e delleditoria fi- naudi prosperava sotto la cappa di quel so-
nora ha puntato e sta puntando in dire- vietismo ottundente che gravava su tutta la
zione opposta. Cos continua a restringersi sinistra culturale in Europa. Lasse della
il campo di ci che si ritiene si possa fare. casa editrice era contrassegnato dal Lukcs
Sarebbe bello, ma non si pu: una frase della Distruzione della ragione, che additava
molto frequente nel mondo editoriale, come nemico primario quanto di meglio la
ovunque. Quanto ad affinit e disaffinit, cultura europea aveva prodotto da Scho-
aggiungo soltanto una glossa: Adelphi non penhauer in poi; e da Gramsci, del quale
nacque da una costola di Einaudi, come veniva apprezzata e assimilata soprattutto
hanno ripetuto a saziet gli ignari e i falsi la perniciosa teoria dellintellettuale orga-
benevoli, ma i suoi presupposti e la sua fi- nico. Con Adelphi ovviamente si respirava
siologia erano antitetici a quelli dellideo- altra aria. E questo ci dava anche qualche
logia einaudiana anni Cinquanta. Bazlen fu vantaggio pratico perch, per alcuni anni, i
consulente di Einaudi dal 1951 al 1962, ma libri che cercavamo noi non li cercava nes-
i suoi suggerimenti vennero puntualmente sun altro (poi, ahim, i tempi cambiarono
disattesi (con leccezione non trascurabile e certi autori venivano cercati da altri pro-
dellUomo senza qualit di Musil); Colli pub- prio perch sembravano ovviamente adel-
blic presso Einaudi due magistrali tradu- phiani). Non ci preoccupavamo di avere
zioni commentate (lOrganon di Aristotele alcun asse, ma lopera di Nietzsche sarebbe
e la Critica della ragion pura di Kant), ma si bastata a far capire in quali direzioni ci
vide rifiutare il grandioso progetto di una muovevamo. Come la Clarisse di Musil,
edizione critica di Nietzsche, non gi per avremmo voluto avviare un anno Nietz-
ragioni di fattibilit ma perch Einaudi sche, in contrasto con tutte le Azioni Pa-
(giustamente, nella sua prospettiva) si rese rallele che altrove si tessevano. Quellanno
conto che il progetto avrebbe mutato il ca- per noi dura ancora.

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Adelphi che vanno e che vengono


Ferdinando Camon, Tuttolibri della Stampa, 27 giugno 2009

Non c un solo libro Einaudi che un lettore non do- diceva allora di Einaudi. E do-
vrebbe avere diceva Pratolini. Einaudi prosperava mani un altro Calasso dir del-
sotto la cappa del sovietismo ottundente che gravava lAdelphi quel che Roberto dice
su tutta la sinistra culturale in Europa ha scritto Ro- di Einaudi.
berto Calasso sul Corriere della Sera sabato scorso. Calasso vede la durata nel ca-
Pratolini aveva ragione allora, Calasso ha ragione talogo Gallimard, e credo di
oggi. sape re perch: i libri Gallimard
Einaudi costruiva il catalogo intorno a un gruppo, vengono scelti da consulenti (tre)
e il catalogo nato da un gruppo muore col gruppo. nessuno dei quali conosce gli
Il catalogo nato da un direttore muore col direttore. altri, ognuno d un voto e ne ri-
Il limite la monocrazia, la dittatura di un (solo) gusto. sponde in futuro.
Anche il catalogo Adelphi risente di un gusto per- I consulenti cambiano. Cambia
sonale: Pratolini direbbe oggi di Adelphi quel che il gusto. Come cambiano i lettori.
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LItalia ignorava lOriente,


lo scoprimmo noi
Paolo Di Stefano, Corriere della Sera, 3 marzo 2010

Seduto in maniche di camicia dietro la scrivania del suo cera un recinto penoso per cui si
elegante studio milanese in via San Giovanni sul Muro, pensava che si trattasse di una zona
sede storica dellAdelphi, Roberto Calasso parla con secondaria e che con Le mille e una
calma, anche quando esprime il suo dissenso rispetto a notte si fosse risolto il problema. As-
una cultura editoriale, la nostra, che per anni ha escluso surdo, se si considera che tuttora c
interi filoni filosofici e letterari: LOriente rimasto cla- unenorme quantit di testi da sco-
morosamente assente. Allinizio dellOttocento in Fran- prire. Se Adelphi significa, nella
cia e in Germania nasceva la grande orientalistica, men- vulgata, soprattutto Mitteleuropa,
tre lItalia era sorda per una specie di ostilit fisiologica non si pu dimenticare che gran
che le impediva di avvicinarsi a questi mondi. Da noi il parte di quella letteratura stata ali-
solo Vico ha avuto una vaga percezione di mondi pi mentata dalla cultura orientale:
complessi. Nel 1966 Adelphi ha pubblicato la Vita di Mi- Molti autori della Mitteleuropa, da
larepa e Il segreto del Teatro N. E il pubblico ha risposto. Hofmannsthal a Hesse, si sono nu-
Milarepa, che per Bazlen era un libro di base, fu tra i no- triti di Oriente, leggendo testi che
stri primi successi: abbiamo tirato fuori il Tibet dallam- nei loro paesi, diversamente che in
bito del paraocculto in cui circolava, mettendolo sullo Italia, venivano pubblicati. Ma
stesso piano dei classici greci e latini. Oggi entrambe le anche in filosofia cerano autori ac-
opere possono dirsi quasi ovvie. Le collane Adelphi di cantonati. Per esempio Max Stirner,
ambito orientale sono note (Biblioteca Orientale e Il il nichilista pi scandaloso: una
ramo doro), ma tutto il catalogo a disporre sin dalle vera spina nel fianco: il caso di un
origini di classici cinesi, giapponesi, indiani. Le 101 storie pensatore espunto dalle storie della
Zen uscirono nel 73 nella Piccola Biblioteca e da allora filosofia (quindi prezioso a maggior
sono state ristampate in trentotto edizioni per un totale ragione) per motivazioni teoretiche
di 410 mila copie: Oggi un po tutti guardano al- e politiche. Per restare sullo stesso
lOriente, ma allora nessun editore se ne interessava, terreno, va ricordato che la storia di
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Oblique Studio

proprio felice) parentesi con la fa-


mosa collana Viola di Pavese e De
Martino e che non manc di aprire
dibattiti interni anche feroci, per-
ch faceva temere linvasione del
morbo dellirrazionalismo in un
corpo che si voleva essenzialmente
illuminista. In parte se ne sarebbe
appropriato il transfuga Borin-
ghieri, in parte quel filone sarebbe
poi confluito in Adelphi: La Viola
era una collana coraggiosissima e
guardata con sospetto dagli stessi
curatori, dunque si esaur con la
morte di Pavese. De Martino era
tormentato dallangustia stessa
dellantropologia italiana, spaven-
tata di tutto. Pavese era lunico ei-
naudiano che aveva un senso del
mito. Quando si pensa allAdelphi,
non si pensa alla scienza. Qual il
significato della Biblioteca Scienti-
fica, che sembrerebbe estranea al
Adelphi prende le mosse dal celebre caso Nietzsche, cio nucleo originario della casa edi-
dal rifiuto opposto da Einaudi alledizione critica proget- trice? Ho esitato molto prima di
tata da Giorgio Colli. Sapevamo bene sin dallinizio ri- farla partire dice Calasso. Il primo
corda Calasso che Nietzsche avrebbe dato carattere alla titolo, datato 1977, era Verso uneco-
nostra casa editrice, era un progetto ambizioso che per logia della mente di Gregory Bate-
una volta sarebbe partito dallItalia. Cercammo dei partner son: Si tratta di un antropologo
stranieri e trovammo Gallimard in Francia, ma in Germa- capace di intervenire su temi di
nia i maggiori editori, da Suhrkamp a Fischer a Rowohlt, scienza pura: ha inventato
si tirarono indietro; accett solo un editore accademico, unespressione come ecologia
De Gruyter, perch cera un grosso finanziamento della della mente che suonava stranis-
Forschungsgemeinschaft, qualcosa di simile al nostro Cnr. sima ma molto attraente anche
Persino i giapponesi firmarono prima dei tedeschi. In Ita- allorecchio del lettore non specia-
lia Nietzsche usc nel silenzio quasi generale, ma almeno listico. La risposta del pubblico
senza reazioni negative. Poi ci si rese conto della sua im- stata notevole anche per autori
portanza anche per la forte eco che arriv dalla Francia, ardui come Putnam, Edelman,
dove Nietzsche era un argomento caldissimo grazie a Fou- Minsky, Damasio. Il fatto forse
cault, Deleuze, Derrida. C poi il versante degli studi et- che mancavano in Italia libri di
nologico-religiosi, che in Einaudi ebbe una breve (e non prima mano su certi argomenti: la

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Adelphi Editoria dallaltra parte

nostra editoria ha puntato soprattutto su renza e la congenialit tra gli autori e i titoli si
buoni compendi di scoperte fatte da altri. Ri- ottiene proprio grazie al modo di presentarli.
cordo che nel 1984 a Francoforte Martin Ke- questo il significato della formula libro
ssler, leditore di Basic Books, arriv come un unico? una formula di Bazlen, il perno su
commesso viaggiatore con una valigetta che cui si costruito il catalogo Adelphi: una co-
conteneva il manoscritto di Gdel, Escher, Bach, stellazione di oggetti irripetibili, multipli e so-
il saggio di Hofstadter. Quel libro, che scopriva vrapposti, che si forma col tempo anche nella
un intero mondo e divenne un successo ovun- mente del lettore. Gi, Bazlen: fu lui, con Lu-
que, era per noi unopera quasi evocata, ciano Fo (ex segretario generale Einaudi), a
unopera che aspettavamo. In realt il nome fondare lAdelphi Edizioni il 20 giugno 1962,
segreto della nostra collana quello di Gdel, grazie allaiuto finanziario di Roberto Olivetti.
attorno a cui gira buona parte del pensiero Calasso aveva conosciuto Bazlen con Elmire
scientifico del Novecento. Una collana parca, Zolla e Cristina Campo nel suo appartamento
circa due libri lanno. Il pi difficile e nuovo, romano di via Margutta 7. Il pittore Giorgio
secondo Calasso, Gnomon di Paolo Zellini, i Settala, cugino di Bobi, era un nostro amico di
cui saggi Italo Calvino segnal nelle Lezioni famiglia e gi da lui avevo sentito parlare di
americane tra quelli che leggeva e rileggeva e Bazlen come di un personaggio imprendibile
meditava pi spesso. Come si fa a stanare il let- e affascinante. Quando poi lo conobbi, ne ebbi
tore comune per testi di carattere comunque una totale conferma []. Senza timore di en-
specialistico come questi? Calasso non sembra fasi, direi che Bazlen aveva un vero genio nel
avere dubbi: Una caratteristica di Adelphi far nascere le cose e nel far vivere insieme na-
credo sia la convinzione che lo stesso lettore turalmente testi che altrove si trovano separati
potrebbe in teoria leggere tutti i nostri libri: e lontanissimi. questa la ragion dessere di un
cos si spiega la Biblioteca Adelphi, che con- editore. Lunica volta che questa sua specificit
tiene saggi, romanzi contemporanei, classici, pot manifestarsi liberamente fu con Adel-
Sacks, Simenon, I Ching, Vita del lappone, I Van- phi. Eppure, Bazlen era gi stato consulente
geli gnostici Accostamenti che sembrerebbero per Bompiani, Astrolabio e, dal 51 al 62, per
un azzardo, se non fosse che ogni titolo si ri- Einaudi: Quando le sue proposte venivano
verbera nellaltro, d forza allaltro. La feno- accolte davano risultati magnifici, come Musil
menologia di una collana un argomento che da Einaudi. Per per lo pi erano respinte.
sembra dividere gli editori, c chi dice che il Visto oggi pu sembrare comico, ma Konrad
concetto di collana sia ormai superato. Calasso Lorenz fu bocciato, letologia suonava come
non daccordo: In Inghilterra e negli Stati una cosa poco seria. E anche il romanzo fan-
Uniti lidea di collana si quasi persa, perch tastico veniva visto con occhio severo. Penso a
si punta sul libro come singolo pezzo o colpo un libro come il Manoscritto trovato a Saragozza
unico. E questo un guaio. La collana stabili- di Potocki, che fin nel nostro catalogo dopo
sce una complicit tra editore e lettore: se il let- tanti rifiuti. Calvino per allEinaudi aveva gi
tore non viene tradito, tende a incuriosirsi a pubblicato la Trilogia, che non era letteratura
tutto. Io intendo la casa editrice come forma, realistica, anzi: Diciamo allora che il fanta-
come insieme di collane orchestrate al loro in- stico andava bene, purch fosse moderato.
terno e in rapporto reciproco: spesso la coe-

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I fratelli di Adelphi
Silvia Truzzi, il Fatto Quotidiano, 26 novembre 2010

Un fraterno amico era convinto che andare in giro con a un interno borghese, a due passi da
un Adelphi sottobraccio gli desse una mano con le ra- corso Magenta. E armadi di legno
gazze (utilizzo afrodisiaco di libri raffinati). Erano i scuro di cui nessuno ricorda pi la
tempi del liceo, linsostenibile leggerezza del crescere provenienza. Aspetti ludienza su un
aveva un certo fascino: lesperimento diede i suoi frutti piccolo divano con la fodera di seta
molti anni dopo, quando lamico spos una bellissima verde chiaro: sembra per due in re-
scrittrice. Per questa storia non bisognava raccontarla alt ci si sta in uno. E pure un po al-
a Roberto Calasso, nemmeno nel tentativo di strappare lerta, anche quando arriva un ben-
il suo sguardo dalla finestra. Risposta lapidaria, abitual- venuto caldo, un caff fatto con la
mente secca: Speriamo labbiano fatto in tanti. Occhi macchinetta da ufficio ma servito in
fissi sullalbero, oltre la vetrata. una tazzina di porcellana invece che
una casa, appunto editrice, ed davvero un appar- nel bicchiere di plastica. Tutto qui
tamento, con una trentina di dipendenti. Pieno di libri, una questione di stile. E di sostanza
naturalmente. Ma sono libri altrui: ne cerchi uno con il avvolta nello stile: la collana Nascosti
loghino cinese scaffale per scaffale (e non sono pochi) nel catalogo pensata si legge nel
ma, niente, nemmeno uno della Piccola Biblioteca di- sito internet per libri magnifici
menticato per caso. Ci sono volumi di tutti i tipi, in tutte che vivono una vita appartata, in at-
le lingue del mondo: mille formati, pagine e fotografie tesa del singolo lettore che li scopra,
a perdita docchio. Si capisce che sei nel loft delleditoria e che con il tempo diventano sem-
italiana da un manifesto. Molte copertine colorate, una pre meno visibili. Nellofficina ogni
frase di Elias Canetti: Adelphi, il pi bel catalogo di libri libro ha un capitano che lo segue
che conosco. Lautore che nella Provincia delluomo nella traversata, dallacquisizione dei
mette in guardia bisogna aver paura delle parole, era diritti allo scaffale: se in lingua,
uno che le maneggiava bene. E quella frase, spiegano, dopo la traduzione (preceduta co-
una dedica a Massa e potere. Porte bianche, come si addice munque da una prova), viene rivisto
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Adelphi Editoria dallaltra parte

molte volte. Se un saggio, c la supervisione quattro anni Il profeta muto ebbe una tiratura
di uno specialista della materia. I redattori e i di partenza di trentamila copie. I librai lo esi-
traduttori sono per lo pi collaboratori da gevano. Fu il decennio della Mitteleuropa:
lungo tempo. Alla fine tutto parole, carta e arrivano in Italia, via Adelphi, Karl Kraus,
confezione si compone in una tipografia di Schnitzler, Hofmannsthal, Robert Walser, We-
Azzate (provincia di Varese), su cui per molti dekind, Horvth, Altenberg. Qualche anno
secoli regn una famiglia il cui cognome non prima che nei loro stessi paesi questi autori
evoca esattamente parole come cultura, arte o tornassero a essere letti, abbiamo creato una
stile: Bossi. Parlar di soldi non mai elegante costellazione dove ciascun autore serviva
(perfino nel paese che ha fatto del pecunia non anche a illuminare gli altri. Alcuni autori por-
olet una religione), ma per togliersi il dente su- tano fortuna, specie se somigliano a chi li pub-
bito, in queste stanze si fatturano pi di venti- blica. Facciamo i nomi: il primo Sndor
cinque milioni di euro allanno. Mrai. Fu un caso clamoroso. Con lui siamo
Classe 1963, Adelphi tenuta a battesimo andati molto lontano. Abbiamo i diritti mon-
da Robinson Crusoe di Daniel Defoe nella col- diali di Mrai, per comprarlo devono rivol-
lana Classici (e qui salvifico per chi scrive gersi a noi, in rappresentanza degli eredi. Lo
non domandare se la nascita sia avvenuta di abbiamo appena venduto a un editore di lin-
venerd). Si comincia sempre dallinizio, allora gua malayalam, le dice qualcosa?. Natural-
fu dallinizio del romanzo. Nella Biblioteca, la mente no. la lingua del Kerala, una parte
collana pi nota, il prima titolo Laltra parte dell India che abitata quasi quanto lItalia.
di Kubin. Intanto la porta dello studio di Ca- Ma una lingua a parte, che non ha nulla a che
lasso si aperta senza convenevoli. stata fare con lo hindi. Cerano due editori che si
una partenza non facile, pubblicavamo pochi battevano per avere i diritti delle Braci (1998,
libri, spesso sconcertanti, cos ci sono voluti al- trentanove edizioni). Poi: Vasilij Grossman,
cuni anni perch si stabilizzasse limmagine Irne Nmirovsky. Grossman fu una sor-
della casa editrice. Quando cambiata la per- presa. Vita e destino un libro non facile.
cezione dei lettori non lo so, non lo sa nes- Anche solo per trovare una strada tra decine
suno. una domanda senza risposta. Lunica di patronimici russi. Ed era stato gi tradotto
cosa sicura che qui si sono pubblicati solo da Jaca Book, anche se sulla base di un testo
libri che piacevano molto a chi li faceva. che non era quello definitivo. Ma non aveva
Ma anche nel palmo di mano di unazien- avuto esito. Con coraggio, si avanza una si-
da le linee scolpiscono cesure e cambiamenti. militudine: come Zia Mame di Patrick Dennis
E svolte nel sentimento dei lettori. Forse (oggetto anche di una polemica giornalistica,
dice Calasso allinizio degli anni Settanta, un paio di estati fa. Si accusava leditore di
quando partita la Piccola Biblioteca. Un fare cassetta con vecchi titoli tirati fuori dalla
buon esempio lo pu dare ci che avvenne soffitta). Ah s, quello un caso paradossale.
con Joseph Roth: iniziammo con La Cripta dei Perch era un libro dimenticato non solo da
Cappuccini, che usc nel 1974 in tremila copie, noi. Ma dimenticato a casa propria, negli Stati
una tiratura media per un autore non noto. E Uniti. Aveva avuto un grande successo, ave-
Roth era allora ignoto, anche se qualcosa era vano fatto addirittura un film, nel 59, con
stato tradotto. Ma ebbe subito fortuna. Dopo Rosalind Russell e una pice teatrale. Invece

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Oblique Studio

con Tolkien ci si mise di mezzo la sfortuna: Avevamo nuovo ceduto il marchio. Si con-
chiesto i diritti del Signore degli anelli, ma la nostra pro- sultano, per le cifre, i cataloghi.
posta arriv tardi a Londra: allora non cera lemail, si fa- Che hanno lo stesso aspetto di un
ceva tutto con le poste. volume della Piccola Biblioteca. I
Siddharta, con cui Martina Stella rincorre Stefano Ac- libri sono anche oggetti, gli Adel-
corsi nellUltimo bacio (utilizzo pop di libri profetici), an- phi sono oggetti ben fatti. Il logo
cora il pi venduto. Due milioni e trecentomila copie per un pittogramma cinese (pitto-
quel volumetto verde? Verde? Si confonde, il suo colore gramma della luna nuova) che si
artico. Per, no, scusi, effettivamente c una remota edi- vede sui bronzi Shang (oggetti di
zione verde, ma in unaltra collana. Segue Milan Kundera uso rituale che risalgono pi o
con Linsostenibile leggerezza dellessere, un milione di copie. meno al 1000 a.C.): la figura dive-
Terzo Le nozze di Cadmo e Armonia (seicentomila copie) del nuta marchio di fabbrica vuol dire
medesimo Calasso e poi Sciascia con Una storia semplice morte e rinascita. Anche la carta
(cinquecentomila). Siddharta era nel catalogo di una casa particolare. Senza legno, non in-
editrice che noi abbiamo comprato negli anni Sessanta: giallisce con gli anni e accompagna
Frassinelli. Perch aveva dei titoli che cinteressavano tutte le collane, tranne quella eco-
molto: Siddharta, Il processo di Kafka, il Dedalus di Joyce e il nomica e Il ramo doro. Centrer
Moby Dick di Melville tradotti da Cesare Pavese. Per quei anche questo? La veste grafica
quattro libri comprammo Frassinelli, poi abbiamo di importante, non c dubbio: ma

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Adelphi Editoria dallaltra parte

noi non abbiamo mai avuto un grafico, lho in via Margutta a Roma. Lui comprava i libri
raccontato varie volte. Limpianto della co- di Kafka quando uscivano, quando era uno
pertina della Biblioteca riprende una gabbia scrittore ignoto. Non era un collezionista,
ideata da Aubrey Beardsley, conosce?. Un era qualcuno che, semplicemente, sapeva.
altro no. Era un geniale illustratore inglese Allinizio degli anni Sessanta con Luciano
di fine Ottocento. Disegn anche delle ma- Foa disegn Adelphi. I soci, non un caso,
quettes di copertina. E modificandole un po scelgono un nome che vuol dire fratelli, so-
venuta fuori questa copertina. Quindi non dali ed parola greca. Roberto Calasso che
vero (ricordo scolasticamente rimbau- faceva mentre tutto cominciava? Io ero con
diano) che bisogna essere assolutamente loro. Cerano anche Claudio Rugafiori e altre
moderni? Ci sarebbe da intendersi su cosa persone connesse, che sono state molto im-
vuol dire modernit. E comunque bisogna portanti. Come Giorgio Colli: agli inizi, lim-
essere belli, spero che la bellezza con Adel- presa pi rilevante della casa editrice stata
phi centri molto. E la bellezza non un ledizione critica di Nietzsche, prima che la
vizio. Se lo fosse, non sarebbe assurdo. facessero i tedeschi. Cerano tremila pagine
Nemmeno in questa stanza, catalogo a inedite: il nostro primo socio fu Gallimard.
parte, ci sono libri di casa. Non la mia bi- I tedeschi arrivarono solo alla fine, avevano
blioteca. Questi libri sono ci che rimane paura. Si scivola sempre verso la fine. Con
della biblioteca di Roberto Bazlen, le dice una domanda: qual il libro pi bello che
qualcosa? Niente? Be, era un signore di Trie- avete pubblicato? Dimentichi questo tipo di
ste morto nel 65, colui che fece scoprire domande, pessimo giornalismo. Se uno lo
Svevo a Montale. Davvero non lha mai sen- dicesse sarebbe unoffesa per gli altri, soprat-
tito in vita sua?. Il cellulare suona. No, era tutto morti. Sono scorciatoie che non ser-
semplicemente per dirle che questuomo vono a nulla.
allorigine della casa editrice. E questo Per poi, a ben guardare, nellopera di Ca-
spiega anche lo sguardo verso la Mitteleu- lasso c una traccia dei suoi gusti. E si trova
ropa? Sarebbe stato lo stesso se fosse nato a nelle Cento lettere a uno sconosciuto, raccolta dei
Catania. la testa che conta. Arriva sulla risvolti di copertina scritti da Calasso. Ce n
scrivania un libro: una raccolta di scritti di uno proditoriamente rivelatore ed quello
Bazlen. Un bellissimo epistolario editoriale scritto nell82 per ledizione del Zhuang-zi. Se
(letto in seguito) dedicato al mestiere di pub- lumanit fosse ridotta ad avere pochissimi
blicare e agli autori: in una lettera Bazlen, libri (forse dieci, forse cinque) dovrebbe inclu-
che era consulente di Einaudi, consiglia di dere il Zhuang-zi. unopera inesauribile, pe-
acquistare Luomo senza qualit di Musil allo rennemente viva, agile, fluida, di una gravit
Struzzo. il 1951. Sulla base di questa let- cos leggera, di una leggerezza cos giusta,
tera, il romanzo poi uscito. Ma non sempre priva di ogni pomposit e autorevole come
gli davano retta, anzi. Era un uomo di im- lorigine stessa. Scritto nel IV secolo a.C., da
mense conoscenze, che aveva una vastissima sempre considerato uno dei grandi classici del
biblioteca. E a un certo punto la regal. I taoismo. Ultima: vero che in Italia si legge
libri in questa stanza sono ci che ne rima- poco? Ma no, ma no. una banalit. Mi dia
neva negli ultimi suoi anni, quando viveva retta, lo dicono quelli che non leggono.

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Il segreto delleditoria larte di dire no


Roberto Calasso, Corriere della Sera, primo dicembre 2011

Quando un giorno qualcuno prover a scrivere una Suhrkamp, Siegfried Unseld. Nei
storia delleditoria del secolo XX si trover di fronte a primi casi che ho citato si trattava
una vicenda affascinante, avventurosa e tortuosa. Ben di borghesi abbienti e colti, acco-
pi di ci che si incontra trattando delleditoria del se- munati da un certo gusto e da un
colo XIX. E fu proprio nel primo decennio del Nove- certo clima mentale, che si lancia-
cento che si manifest la novit essenziale: lidea della vano nella loro impresa per pas-
casa editrice come forma, come luogo altamente idio- sione, senza illudersi di renderla
sincratico che avrebbe accolto opere reciprocamente economicamente fruttuosa. Fare
congeniali, anche se a prima vista divergenti o addi- denaro producendo libri era, al-
rittura opposte, e le avrebbe rese pubbliche perse- lora e anche oggi, una scelta fra le
guendo un certo stile precisamente delineato e ben di- pi aleatorie. Con i libri, come tutti
stinto da ogni altro. Fu questa lidea mai esplicitata sanno, facile perdere molto de-
perch non sembrava necessario intorno a cui alcuni naro, mentre arduo farne e co-
amici si raccolsero per fondare due riviste, Die Insel in munque in quantit poco rilevanti,
Germania e La Nouvelle Revue Franaise in Francia, utili soprattutto per continuare a
prima che, grazie allimpulso rispettivamente di Anton investire. Le sorti industriali di
Kippenberg e di Gaston Gallimard, alle riviste venisse quelle imprese sono state le pi di-
ad aggiungersi una nuova casa editrice fondata sugli sparate: alcune case editrici, come
stessi criteri. Ma la stessa idea, ogni volta in una va- Kurt Wolff, si sono chiuse nel giro
riante singolare e non collegata necessariamente a una di pochi, gloriosi anni; altre, come
rivista, avrebbe guidato, negli stessi anni, editori cos Gallimard, sono tuttora vivissime
diversi come Kurt Wolff o Samuel Fischer o Ernst Ro- e ancorate alle proprie origini.
wohlt o Bruno Cassirer e, pi tardi e in altri paesi, Leo- Ogni volta quelle case editrici ave-
nard e Virginia Woolf o Alfred Knopf o James Lau- vano sviluppato un profilo ben
ghlin. E infine Giulio Einaudi, Jrme Lindon, Peter netto e inconfondibile, definito
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Adelphi Editoria dallaltra parte

non soltanto dagli autori pubblicati e dallo stile delle Settanta). Nei primi dieci anni del
pubblicazioni, ma dalle molte occasioni in termini di secolo XXI si assistito invece a un
autori e di stile a cui quelle stesse case editrici avevano progressivo appannamento delle
saputo dire no. Ed questo punto che ci avvicina alloggi differenze fra editori. A rigore,
e a un fenomeno opposto a cui stiamo assistendo: lo de- come ben sanno gli agenti pi ac-
finirei lobliterazione dei profili editoriali. Se si parago- corti, oggi tutti competono per gli
nano il primo decennio del Novecento e quello appena stessi libri e il vincitore si distingue
trascorso, si noter subito che sono caratterizzati da due soltanto perch, vincendo, ne ha ri-
tendenze palesemente contrarie. Nei primi anni del No- cavato un titolo che si riveler un di-
vecento si stava elaborando quellidea della casa editrice sastro o una fortuna economica. Poi,
come forma che poi avrebbe dominato tutto il secolo, dopo qualche mese, che sia stato un
dando talvolta unimpronta decisiva alla cultura di certi successo o un fallimento, il libro in
paesi in certi anni (come accadde con la Suhrkamp Kul- questione viene inghiottito nelle te-
tur di cui parl George Steiner a proposito della Su- nebre della backlist: magre tenebre,
hrkamp di Unseld in rapporto alla Germania degli anni che occupano uno spazio sempre
fra il Settanta e il Novanta o anche con lEinaudi di Giu- pi ridotto e inessenziale, cos come
lio Einaudi in rapporto allItalia fra gli anni Cinquanta e il passato in genere nella mente

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Oblique Studio

dellipotetico acquirente che la casa editrice sintomo desolante una certa mancanza di
vorrebbe conquistare. Tutto questo si avverte percezione della qualit e vastit dellopera di
nei programmi e innanzitutto nei catalogues, un editore. Durante questa estate sono scom-
quei bollettini assai significativi con i quali i parse due grandi figure delleditoria: Vladimir
libri vengono presentati ai librai e che ormai Dimitrijevi, editore dellge dHomme, e Da-
hanno raggiunto un alto tasso di interscam- niel Keel, editore di Diogenes. La loro opera
biabilit, per il linguaggio, le immagini (in- testimoniata da cataloghi che comprendono
cluse le foto degli autori) e le motivazioni sug- migliaia di titoli con i quali un adolescente
gerite per la vendita, infine per laspetto fisico avido di letture potrebbe felicemente nutrirsi
dei libri. A questo punto, chi volesse definire per anni. Ma ben poco di tutto questo traspa-
che cosa una certa casa editrice non pu fare, riva sulla stampa che ha commentato la loro
perch semplicemente non le si addice, si tro- scomparsa. Di Daniel Keel si diceva, per esem-
verebbe in grave difficolt. Negli Stati Uniti si pio, che era un amico dei suoi autori, come
pu notare che il nome e il marchio delledi- se questa caratteristica non fosse un requisito
tore sono diventati una presenza sempre pi ovvio per qualsiasi editore. E per altro imman-
discreta e talvolta quasi impercettibile sulle cabile nei necrologi di certi editor, a cui si ri-
copertine dei libri, come se leditore non vo- conosce di aver seguito amorevolmente i loro
lesse mostrarsi troppo invadente. Si obietter: autori. Ma un editore cosa ben diversa da un
questo dovuto a enormi cambiamenti strut- editor. Editore chi disegna il profilo di una
turali che sono avvenuti e stanno avvenendo casa editrice. E innanzitutto per la virt e i di-
nel mercato del libro. Osservazione incontro- fetti di quel profilo va giudicato e ricordato.
vertibile, a cui per si pu rispondere che tali Caso ancora pi imbarazzante, la Frankfurter
cambiamenti non sarebbero di per s incom- Allgemeine osserva che Daniel Keel aveva creato
patibili con la prosecuzione di quella linea una terza possibilit fra la letteratura seria e
delleditoria come forma di cui ho parlato al- la letteratura dintrattenimento. Ma per Keel
linizio. Di fatto, una delle nozioni oggi vene- la stella polare del suo gusto letterario era
rate in qualsiasi ramo di attivit industriale Anton echov. Dovremmo includere anche
quella del marchio. Ma non si d marchio che echov in quella terra di nessuno che non
non si fondi su una netta, recisa selettivit e ancora letteratura seria e per va oltre la let-
idiosincraticit delle scelte. Altrimenti la forza teratura dintrattenimento (e, nel caso di Dio-
del marchio non riesce a elaborarsi e svilup- genes, avrebbe dovuto includere scrittori
parsi. Il mio timore un altro: il drastico cam- come Friedrich Drrenmatt, Georges Sime-
biamento nelle condizioni della produzione non o Carson McCullers)? Il triste sospetto
pu aver indotto molti a credere, a torto, che che questi giudizi siano una inconsapevole
quella certa idea delleditoria, quale ha carat- vendetta postuma per un felice slogan che Da-
terizzato il secolo XX, sia ormai, nellillumi- niel Keel un giorno aveva inventato: I libri
nato nuovo millennio, obsoleta. Giudizio af- Diogenes sono meno noiosi. Il presupposto
frettato e infondato. Anche se occorre ineccepibile di quella frase che, alla lunga,
riconoscere che da qualche tempo non si ve- soltanto la qualit non annoia. Ma, se la perce-
dono nascere imprese editoriali ispirate a zione della qualit in tutto ci che definisce un
quelle vecchie e sempre nuove idee. Un altro oggetto che sia un libro o una casa editrice

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Adelphi Editoria dallaltra parte

la crea. Un agente ha soltanto una


lista di clienti. O altrimenti si pu
anche ipotizzare una soluzione an-
cora pi semplice e radicale, dove
sopravvivono solamente lautore e il
(gigantesco) libraio, il quale avr riu-
nito in s le funzioni di editore,
agente, distributore e forse anche
di committente. Viene naturale
domandarsi se questo significhe-
rebbe un trionfo della democratiz-
zazione o invece dellottundimento
generale. Per parte mia, propendo
per la seconda ipotesi. Quando Kurt
Wolff, esattamente cento anni fa,
pubblicava nella sua collana Der
Jngste Tag, Il giorno del giudizio,
prosatori e poeti esordienti i cui
nomi erano Franz Kafka, Robert
Walser, Georg Trakl o Gottfried
viene oscurata, perch la qualit stessa appare come un Benn, quegli scrittori trovavano im-
fattore irrilevante, la strada si apre verso una implacabile mediatamente i loro primi e rari
monotonia, dove lunico brivido sar dato dalle scosse lettori perch qualcosa attirava i let-
galvaniche dei grandi anticipi, delle grandi tirature, dei tori gi nellaspetto di quei libri, che
grandi lanci pubblicitari, delle grandi vendite e altret- si presentavano come snelli qua-
tanto spesso delle grandi rese, destinate ad alimentare derni neri con etichette e non erano
la fiorente industria del macero. Infine, appare ogni accompagnati n da dichiarazioni
giorno pi evidente che, per la tecnologia informatica, programmatiche n da lanci pub-
leditore un intralcio, un intermediario di cui volen- blicitari. Ma sottintendevano qual-
tieri si farebbe a meno. Ma il sospetto pi grave che, cosa che si poteva gi percepire nel
in questo momento, gli editori stiano collaborando con nome della collana: sottintende-
la tecnologia nel rendere superflui s stessi. Se leditore vano un giudizio, che la vera prova
rinuncia alla sua funzione di primo lettore e primo in- del fuoco per leditore. In mancanza
terprete dellopera, non si vede perch lopera dovrebbe di quella prova, leditore potrebbe
accettare di entrare nel quadro di una casa editrice. anche ritirarsi dalla scena senza es-
Molto pi conveniente affidarsi a un agente e a un di- sere troppo notato e senza suscitare
stributore. Sarebbe lagente, allora, a esercitare il primo troppi rimpianti. Allora per do-
giudizio sullopera, che consiste nellaccettarla o meno. vrebbe anche trovarsi un altro me-
E ovviamente il giudizio dellagente pu essere anche stiere, perch il valore del suo mar-
pi acuto di quello che, un tempo, era stato il giudizio chio sarebbe vicino a zero.
delleditore. Ma lagente non dispone di una forma, n

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Roberto Calassos
encyclopedic mind at play
Andrea Lee, The New Yorker, 13 dicembre 2012

Recently, I read Roberto Calassos La Folie Baudelaire, the preeminent authors in Italy, he
which brought back to mind a half hour that I spent, has, in a country that, in spirit, has
years ago, wandering with the author through the Milan never ceased to be a collection of
train station, looking for Mad magazine. After an inter- small principalities, created his own
view for a New Yorker profile I was writing about him, small but powerful Republic of Let-
hed politely accompanied me to the Turin train and ters as head of the legendary mila-
then stayed to share my perambulation from foreign- nese publishing house Adelphi.
language newsstand to newsstand in search of the ma- Here, for over thirty years he has
gazine I had promised my daughter. It was a rainy af- produced a remarkable eclectic line
ternoon: we drank coffee at a bleak linoleum bar that no of books, whose elegant black spi-
longer exists and then strolled around in the gloomy nes and muted colors fill entire
station with its huge dripping vault and its allegorical walls in the houses of italians with
statues streaked with pigeon droppings, enjoying the any claim to high culture. Adelphi
sight of the hurrying crowd and the puffing engines, authors range from Simenon to
and swapping sophomoric quips about the deep mea- Athanasius Kircher to Anna Maria
ning of Spy vs Spy. I remember being unsurprised Ortese a collection almost exclu-
that the terrifyingly erudite Calasso, who resembled a sively shaped by the personal ap-
slightly glum faun in a trenchcoat and whose hair curled peal of each to the subtle fancy of
around the edges of his balding head like a permanent Calasso, who lives for books and
wreath of laurels, knew and liked Mad. ideas in a way that goes beyond the
I also recall feeling that this dark, meandering quest hermetic existence of the most un-
for something goofy yet possibly profound was an ele- worldly university professor and
mental Calasso experience: in every way corresponding seems to take him outside of time
to the style in which he lives with an astonishing cohe- and space. In conferences, he some-
rence possible for few literary figures today. As one of times describes the tradition of lite-
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Adelphi Editoria dallaltra parte

rature as a kind of living creature, a serpent in Alastair McEwans lively english translation.
of books winding its way through the centu- (The seventh book in the series, Lardore, not
ries, that is clearly vivid in his imagination. yet translated into english, returns to the sub-
Some vertebrae of the serpent are composed ject of India in a five-hundred-page discussion
of Calassos own magnum opus, an encyclo- of the Vedas). Together, the series presents Ca-
pedic series of linked volumes that he began lassos panoramic vision of human creativity
with The Ruin of Kasch, in 1983, and explore the as a cyclical force constantly in motion so-
relation of myth to the birth of modern con- metimes in a violent fall from innocence
sciousness. away from its collective roots in myth and ri-
Calasso has created a much discussed ori- tual toward extremes of originality in the
ginal genre for these books, which are neither hands of great artists, from whence it inevita-
fiction or nonfiction but a dense pastiche of bly begins a return towards its origins.
myth, biography, criticism, philosophy, hi- La Folie Baudelaire examines the father of
story, and minutiae, studded with quotations symbolist poetry as founder and symptom of
and woven together by Calassos unflagging the contagion that would be soon defined as
vision until they take on a kind of organic life the modern. Baudelaire in this role has made
of their own. Rather than exploring ideas, his already brief appearances in Calassos books.
books invoke spirits of places, cultural pe- Early in Kasch, the author writes: At a time
riods, personalities. Although they seem to when the german romantics are still talking
deal with wildly heterogeneous subjects, each about ideas, Baudelaire blends theological asi-
book is linked to the others by its ample, uni- des with the smells of the streets, the nausea of
versalist style with a Cecil B. DeMille-size manifestos, urban happenstance, itemizations
cast of artists, thinkers, hangers-on, and divi- of debts and recipes using icelandic lichens. Its
nities large and small and recurrent themes. as if a side curtain were shockingly pulled aside
The assembled volumes form a distinct con- to reveal the person while on stage the same
stellation in Calassos interior universe. old performance continues.
In Kasch, Calasso links an african Tower of Five books later, the poet is in a starring
Babel legend with the life of the first modern role, as Calasso uses his life and work, parti-
man, Talleyrand with stops on the way at cularly his extraordinary art criticism, as a
Freud, Marx, and every other possible in- lens to contemplate the explosive cultural
fluential modern thinker. From there, Calasso transformation of the early modern period.
passes to a sweeping evocation of the spirit of Calassos book can be seen as a series of spi-
greek mythology (The Marriage of Cadmus and rited improvisations on the theme expres-
Harmony, 1988); to a still more sweeping retel- sed in Walter Benjamins essays on Baude-
ling of the Mahabharata (Ka, 1996); to a medi- laire: that the poet, though he remained
tation on the world of Kafka (K., 2002); to an resolutely in the romantic tradition, was the
examination of the divine sprezzatura and first to express the dark new reality of what
esoteric underside of prerevolutionary ei- Benjamin called the permanent catastro-
ghteenth century Europe (Tiepolo Pink, 2006); phe of life after the Industrial revolution.
and so to the dark nineteenth century of La Calasso illuminates this image of Baude-
Folie Baudelaire, which Fsg has just published laire: the first poet to describe the shocking

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Oblique Studio

beauty of a decomposing corpse; to define the in the insinuating tone of a clandestine lover,
mixture of disgust, boredom, alienation, and to meet him at the Louvre. Calassos stage is
fear that hung like a permanent fever mist in set, his hero announced, in just these few
the brain of the city-dweller; to glory in the al- words, with their suggestion of perversity clo-
lure of the unhealthy, perverse and deformed, thed in propriety; their strange hint that a
of the artificial and mechanical, of dissonance museum could be confounded with a house
and fragmentation all the scenery of de- of assignation; the uncomfortable contrast
struction and despair that would become the they set up between public and private; the
natural landscape of wri- general darkness that
ters from Kafka to Sartre lies just their surface.
and onward. The second image, at
Half of the book is de- the center of the book,
voted to characters per- also involves a museum:
sonally or spiritually it is Baudelaires famous
connected to Baudelaire: dream, in which he ex-
friends, enemies, lovers, plores a vast and laby-
artistic heirs, tenuous ac- rinthine exhibition hall
quaintances, admirers, that is simultaneously a
writers, and painters he whorehouse, filled with
detested or admired: a a mixture of great art
cast ranging from such and seedy pornography.
figures as Ingres, Dela- The place has a numi-
croix, and Rimbaud to nous feel, like the cave in
minor but essential cha- the primal dream that
racters like the luminous Jung describes in Memo-
artists muse, Madame ries, Dreams, Reflections;
Sabatier, and the elusive but at the center, instead
Constantin Guys, the il- of the enthroned phallus
lustrator who captured that Jung sees, the poet
the equivocal spirit of meets his own soul in
contemporary parisian the form of a living work
life. The pages of Baude- of art: a human chimera
laire swarm with their loves, feuds, manias, deformed by a monstrous cranial growth re-
and the minutiae of their daily lives, and illu- sembling both an umbilical cord and a twi-
strate the way their idiosyncratic visions cross- ning serpent. Calasso adds impact to this dra-
fertilized to give the period its peculiar flavor. matic encounter by pointing out that the
Calasso gives order to this sea of names and monster resembles Phanes, the serpent-
details by framing his text with three powerful bound god of the eleusinian mysteries a fi-
images of Baudelaire. The book opens with gure who happens also to pop up in Calassos
the first: a subtly disturbing note written by Cadmus and Harmony as firstborn of the world
the poet to his mother Caroline, inviting her, of appearances, the key to the mind.

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The third image, from which La Folie Baudelaire draws To imagine oneself exploring the
its title, was coined by Baudelaires nemesis, the viciously mazy paths of a village of eccentric
brilliant Saint-Beuve. The famous critic described the geniuses or drifting, Walter Ben-
poets work as a folie, or architectural folly a fanciful, jamin style, through a crowded pa-
romantic-era pavilion a folly not, however, surrounded risian arcade is a useful device for
by the comfortable landscapes of Europe but built be- any reader of Baudelaire and the rest
yond the reach of civilization on the icy wasteland of the of Calassos sometimes daunting
Kamatka peninsula. Calasso is at his best as he playfully uvre. Calasso could be speaking
expands the metaphor, suggesting that, rather than being of himself when, discussing Baude-
an anchorite, Baudelaire was actually a pioneer, whose laires art criticism, he observes that
fanciful construction eventually formed the nucleus of a Baudelaire had no talent for any
settlement of his cultural heirs, from Rimbaud and La- form of linear development. If an
forgue to Proust, Nietzsche, Chopin, Kafka, and Wagner. unwary reader plunges into the un-
It is a perfect conceit: the modernist period as a mad ar- dergrowth of names and citations
tists colony, a sort of Provincetown of teetering, eccen- expecting to tramp down an expo-
tric cottages constructed from debris of the past, each sitory trail, he risks collapse from a
defiantly different from the other, but connected by a sort of private Stendhal syndrome
common debt to the first settler. or perhaps a slow death from

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Oblique Studio

exhaustion in the intricate defiles of Calassos seven-book series. Lardore, the final volume,
metaphysical excursions. takes vedic sacrifice as its theme, as it explores
No, positively the most agreeable way to the birth of form, particularly language, out of
read these books is to become a literary fla- chaos as the process appears through the my-
neur, to adopt a meandering pace and a open- thological glass of the most venerable of in-
minded, mildly impulsive attitude, as if one dian sacred texts. The book dense with cita-
were lazily following a chain of associations tion even by Calasso standards has not yet
through the internet. (In fact in this oversti- appeared in english, but translating a few lines
mulated age of viral memes, music sampling, will serve as further comment on Baudelaire
and mass add, Calassos agglomerate style and all the rest of Calassos impossible, en-
seems ever more contemporary). One learns chanting books, which beneath all their fien-
to ramble through his labyrinthine series of dish complexity are simple and valiant pro-
Wunderkammer, speeding past what looks un- fessions of love for literature the whole
reasonably opaque, pausing here and there to prodigious sum of it, that enormous serpent
enjoy some mesmerizing bit of trivia. (Who of books that he envisions twining through hi-
but Calasso, for example, would have unear- story. Limmanifesto molto pi vasto del
thed a schoolboyish note written from Bau- manifesto. Linvisibile del visibile. Cos, anche
delaire to Saint-Beuve about gingerbread?). per il linguaggio Soltanto perch la lingua
Smoothing the way is the curiously conver- proietta unombra ben pi vasta di s e inac-
sational tone in which even the most arcane cessibile la parola conserva e rinnova un tale
information is conveyed, as well as the under- incanto. (That which is not manifest is much
lying sense that, as the author piles detail upon more vast than that which is manifest. The in-
detail, hes having a huge amount of fun. Ca- visible is greater than the visible. So it is also
lasso may identify with his hero, but there is for language Only because language casts a
no baudelairean melancholy in his work. The- shadow both much vaster than itself, and
res no show-off either only a sincere delight, inaccessible, does the spoken word hold and
an innocent reveling in his own encyclopedic renew such magic).
mind at play. This mood is catching, and if The last time I visited Calasso at his Adel-
one adopts the right dreamy pace, one can phi office, I brought him a gift: a worn copy
commune with Calasso through a kind of of The Panorama Of Modern Literature, a 1935
imaginative osmosis a word and image the anthology of short works from an extraordi-
author adores. Writing he remarks in Bau- nary list of authors then alive: Aldous Huxley,
delaire like eros, is what makes the bulkheads Joseph Conrad, E.B. White, Dorothy Parker,
of the ego sway and become porous. and Stefan Zweig, to name just a few. Calasso
After arriving at the outer limits of looked over the table of contents with the air
Kamatka, Baudelaire ends with a hint at the of a gourmet studying a three-star menu,
modernist return to the primal roots of art: a then gave one of his rare smiles. Look at
scene in which the poet reflects that an african these names! Imagine what a time that was to
sculpture, might be the one true God. In the publish books he said, looking for a minute
same way, following Baudelaire, Calasso re- perfectly happy to have so many writers in
turns to ancient origins to complete his his hands.

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I dorsi dei libri. Basta vedere una biblioteca


per innamorarsi della lettura
Roberto Calasso, la Repubblica, 5 febbraio 2013

LUniversit di Perugia, che mi conferisce lonore di che soltanto su quegli antichi


questa laurea, considerata, insieme a quella di Bo- dorsi, di pergamena o di pelle,
logna, mater legum, luogo principe della civilt del di- potevo incontrare, si incunea-
ritto. E una delle sue glorie fu quella di aver accolto rono nella mia mente, accanto ad
linsegnamento di Baldo degli Ubaldi, il quale a sua altri non meno misteriosi: Azo,
volta aveva studiato a Perugia con Bartolo da Sasso- Alciatus, Accursius, Albericus de
ferrato. Alle mie orecchie questi due nomi evocano Rosate, Donellus, Cuiacius, Ful-
innanzitutto certe parole che, pi di una volta, ho gosius, Vossius. I sentimenti del
sentito da mio padre Francesco Calasso, studioso sia bambino verso quei testimoni
di Bartolo sia di Baldo. Ed erano queste: Il Trecento muti di certi tediosi pomeriggi
italiano ha avuto tre vette: Dante, Caterina da Siena erano insieme di curiosit e di in-
e Bartolo da Sassoferrato. Ma c anche un ricordo sofferenza. Non era facile imma-
visivo che per me si collega a questi due nomi. ginare che cosa si celasse di attra-
Da bambino, fino ai dodici anni, usavo fare i com- ente in quelle lunghe colonne di
piti in una lunga stanza che aveva alte librerie su due stampa, spesso impeccabili e
pareti. Poggiavo sul tavolo il mio sussidiario e, al- sempre indecifrabili. Ma oggi, a
zando lo sguardo, vedevo libri di grande formato distanza di vari decenni, posso
erano spesso degli in folio sui cui dorsi si leggevano dire che molto devo a quei libri
nomi misteriosi e titoli generalmente in latino. Cos anzi alla semplice visione di quei
mi apparvero Baldus Ubaldus e Bartolus a Saxofer- dorsi. Inoltre ho il sospetto che
rato, rispettivamente nei sette volumi dei Commen- questa acuita sensibilit per i
taria di Baldus, stampati a Venezia nel 1577, e negli dorsi dei libri abbia avuto una
undici volumi degli Omnia Opera di Bartolus a Saxo- parte anche nella mia attivit edi-
ferrato, stampati a Venezia nel 1596. Nulla sapevo di toriale. Ho sempre pensato che
loro e troppo poco ne so tuttoggi. Ma quei nomi, vivere circondati dai dorsi di
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Oblique Studio

certi libri fosse, in certi casi, poco meno importante porto parole, vezzi, forme,
che leggerli. Nessun grande editore, per quanto mi ri- temi, ossessioni, gusti che ave-
sulta, ha mai pubblicato libri con brutti dorsi, come vano le origini pi disparate e
se si trattasse di un punto decisivo, dove non am- gli permettevano di attraversare
messo cedere. diagonalmente intere civilt let-
Se una gran parte di ci che ho scritto dedicata a terarie e artistiche. E non
fatti e testi apparsi in luoghi remoti e in epoche al- certo un caso se lautore a cui
trettanto remote e se questo mi apparso fin dallini- mi dedicai fu Sir Thomas
zio del tutto naturale, anzi consequenziale, posso ri- Browne, insieme scienziato e
conoscere oggi che un impulso deve essermi venuto letterato, che annovera fra i suoi
dalla constatazione che quanto ci pi vicino e si im- scritti lesile catalogo di una bi-
pone ogni giorno davanti ai nostri occhi pu anche blioteca immaginaria, dal titolo
essere quanto di pi lontano e difficilmente accessi- Musaeum Clausum ovvero Biblio-
bile, pur presentandosi nella consueta forma di parole theca Abscondita: biblioteca cos
stampate, come accadeva con gli in folio di Baldo e di nascosta da poter essere consul-
Bartolo. tata soltanto in sogno.
Un primo segno di quella inclinazione fu che, In ogni caso, un continuo
quando mi trovai a scegliere largomento della mia gioco di rimandi e richiami fra
tesi di laurea, mi rivolsi senza esitare a Mario Praz, vicino e lontano, che non mai
che si potrebbe definire un comparatista fisiologico, un gioco fra qualcosa di noto e
a tal punto le sue indagini consistevano nellabbando- qualcosa di ignoto ma fra due
narsi al demone dellanalogia, mettendo in rap- entit in linea di principio ugual-

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Adelphi Editoria dallaltra parte

mente ignote, deve essermi congeniale, se E mai questo si pu verificare come nel
gi nelle prime pagine della Rovina di Kasch, materiale mitologico, sia greco sia in-
che apparve esattamente trentanni fa, si diano, a cui ho dedicato una larga parte di
passava dallAncien Rgime di Talleyrand ci che ho scritto. Il suo presupposto
allIndia dei veggenti vedici e alla Cambogia stato enunciato nel modo pi limpido non
di Pol Pot. So bene che questo genere di tor- gi da un antropologo degli anni di Lvi-
tuosi itinerari e azzardati accostamenti Strauss, ma da un grande scrittore che lo
stato fortemente avversato per tutto il Nove- precede di un secolo: Baudelaire. A propo-
cento, che pure il secolo in cui questo sito del Lohengrin di Wagner e del rap-
gioco si imposto. E anche di recente un porto fra quella storia e il mito di Eros e
grecista come Marcel Detienne ha dovuto ri- Psiche, Baudelaire si era lanciato in una
cordare che ci saranno sempre certi storici digressione sulle favole che non stata
pronti a difendere la tesi irriducibile se- eguagliata per concisione, eloquenza e
condo cui non si pu comparare se non ci giustezza: Le nazioni e le razze si tra-
che comparabile. E Detienne poi mo- smettono forse certe favole, come gli uo-
strava come, per alcuni di tali storici, quel mini si legano eredit, patrimoni o segreti
comparabile fosse circoscritto ai confini di scientifici? Si sarebbe tentati di crederlo, a
una storia nazionale, con il suo supposto tal punto si colpiti dalla analogia morale
corredo di identit. A proposito di questo che contrassegna i miti e le leggende sorti
punto ho dovuto riconoscere che nei miei in contrade diverse. Ma questa spiega-
libri si applica, se mai qualcosa si applica, il zione troppo semplice per sedurre a
principio opposto. Non solo si sottintende lungo una mente filosofica. Lallegoria
che tutto comparabile, se non altro per fe- creata dal popolo non pu essere parago-
delt al demone dellanalogia, ma che tal- nata a quelle sementi che un coltivatore
volta le esperienze apparentemente pi in- comunica fraternamente a un altro che
comparabili, perch fattualmente irrelate, vuole acclimatarle nel suo paese. Niente di
possono far scoccare la scintilla che illumina ci che eterno e universale ha bisogno di
finalmente ci che abbiamo sotto gli occhi e essere acclimatato. Quella allegoria mo-
rischia di rimanere tenacemente opaco. rale di cui parlavo come la stampiglia-
Dal Paleolitico a oggi, Homo Sapiens ha tura divina di tutte le favole popolari Per
sviluppato un variegato ventaglio di culture, riprendere la nostra metafora vegetale, il
ma al tempo stesso rimasto tremenda- mito un albero che cresce ovunque, in
mente monotono in rapporto ai facts of life. ogni clima, sotto ogni sole, spontanea-
Nascita, e copula, e morte diceva lo Swee- mente e senza piantoni. Le religioni e le
ney di T.S. Eliot. Al che si possono aggiun- poesie delle quattro parti del mondo ci
gere pochi altri dati: respirare, dormire, forniscono a questo proposito prove so-
mangiare, bere, sognare, uccidere, evacuare. vrabbondanti. Come il peccato ovunque,
Ciascuno di questi realia rimasto costante, la redenzione ovunque. Niente di pi co-
anche se soggetto a un turbine di varianti. smopolita dellEterno. Questultima frase
Ciascuno una potenziale inesauribile sor- potrebbe essere lepigrafe taciuta di tutto
gente di storie e di intuizioni. ci che sono andato scrivendo.

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Catalogo i libri in ordine geologico


Wlodek Goldkorn, la Repubblica, 26 marzo 2015

La biblioteca di Roberto Calasso come i sono un bibliofilo, precisa, tengo accanto


libri che ha scritto: in apparenza priva di a me solo libri che uso.
metodo e disposta secondo un ordine che La mia biblioteca un insieme geologico:
non salta allocchio, come se il proprietario i vari strati corrispondono ai libri che ho
non volesse mettere in evidenza i volumi pi scritto (anche a quelli non pubblicati) e a
importanti, o forse perch il vero sapere sta passioni che si sono succedute. I libri sono
in unessenza che rinvia al sacro e al rito, e disposti in diversi studi, nella mia abitazione
che sta oltre il testo, come lessenza del- (una casa settecentesca nel centro di Milano),
licona bizantina sta oltre limmagine di- ma anche in altri due appartamenti e in casa
pinta. Quasi tutti i libri sono avvolti in per- editrice, dove sono a disposizione di tutti i
gamino, una sorta di carta velina, che quasi collaboratori.
impedisce di leggere il dorso, quindi il titolo Calasso ha una storia damore con quel
e lautore. pensiero che mette in risalto le contraddizioni
Calasso stesso, prima di cominciare il tour irrisolvibili della modernit. Irrisolvibili, per-
tra i 50mila volumi accumulati lungo tutta la ch la modernit, che vuol dirsi razionale,
sua vita, pi da scrittore che da editore, fa debitrice invece del senso del sacro, antico
una premessa. Socchiude gli occhi e dice: come lessere umano. E basti pensare a La Folie
Mostrare la propria libreria come far en- Baudelaire con la scena chiave del sogno del
trare un estraneo nellintimit. come rac- poeta in un museo-bordello: rito e trasgres-
contare i propri flirt. Una cosa da evitare. sione; o alla Rovina di Kasch, dove Talleyrand e
Perci ho resistito a lungo allidea. Poi loc- gli anni della Rivoluzione francese sono messi
casione diventata il pungolo per scrivere a confronto con unantica leggenda africana e
un piccolo libro sui libri e su come usarli. Ar- con il sapere dellIndia vedica.
rivati a questo punto, lintervista dovevamo Lo scrittore comincia con una piccola li-
farla. Il libretto lo sta gi scrivendo. Non breria. Ce lavevo nella mia stanza da ragazzo
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Adelphi Editoria dallaltra parte

a Firenze. Mostra ledizione Pliade della Re- classici: il Lexicon Iconographicum Mythologiae
cherche di Proust. un regalo di Natale che Classicae, dellArtemis Verlag; il Thesaurus
ho chiesto quando avevo 13 anni, da l sono Cultus et Rituum Antiquorum, del Getty, che
partito. In quei giorni mi trovavo a letto, per parlano di tutti gli aspetti della vita degli an-
un incidente. Cos ho cominciato a leggere tichi. Sono due grandi opere che si sono
la Recherche in una situazione ideale, sfrut- elaborate in questi ultimi trentanni, grazie a
tando i vantaggi della malattia, come diceva folte squadre di studiosi, spiega il padrone
Freud. di casa e indica il Lexicon di Wilhelm Ro-
Prosegue con altri libri che sono consoni scher, una impresa ottocentesca, insupera-
alla sua formazione di base: Ecco tutto Goe- bile, inventata da un uomo solo. Quando ho
the, tutto Robert Walser, la prima edizione scritto Le nozze di Cadmo e Armonia stata per
dell Uomo senza qualit di Musil. Per comple- me preziosa e la uso ancora ogni giorno. E
tarla mi ci sono voluti anni. Ed ecco gli scritti poi un dizionario dei personaggi del Maha-
di Adorno, con le sue dediche. Poi mostra bharata e la collana dei Sacred Books of the
testi di Thomas Browne, oggetto della sua tesi East fondata da Max Mller, 50 volumi di
di laurea, scrittore esoterico e scientifico. classici orientali. Senza questa parete non ci
Si prosegue con Walter Benjamin e oc- sarebbe Lardore, n Ka, precisa.
corre fare una pausa. K. un testo che Ca- La visita dura cinque ore. E, tirando fuori
lasso ha dedicato a Kafka, inventandosi un volumi preziosissimi, Calasso smentisce laf-
romanzo su un romanzo, Il castello. Libro fermazione per cui non sarebbe un biblio-
che non sarebbe potuto esistere senza Ben- filo (preferisce definirsi un acquirente on-
jamin, senza la sua tecnica di digressioni e nivoro). Per sommi capi e citando il
commenti e senza la sua tensione messia- padrone di casa: Ecco la prima edizione
nica e al contempo profana. E a proposito di del Trless di Musil del 1906, romanzo di un
profanit, anzi di ateismo non materialista esordiente di ventisei anni, stampato da una
unito alla critica del linguaggio, spuntano gli casa editrice non memorabile di Vienna; la
scritti di Fritz Mauthner, filosofo di origini prima edizione in tedesco della Atalanta Fu-
boemo-ebraiche, scomparso nel 1923 e con giens di Michael Maier (un testo leggendario
cui si misur Wittgenstein. dellalchimia). Poi il Dictionnaire Historique e
Dopo aver svelato leclettismo su cui pog- Critique di Bayle. E occorre fare unaltra
gia la sua produzione, Calasso ci introduce pausa.
invece in un regno della metodicit. una Pierre Bayle, autore della seconda met
stanza rettangolare con una luce che filtra da del Seicento, era una specie di proto enciclo-
due grandi finestre. Ho sempre pensato che pedista. Le pagine del Dictionnaire si presen-
avrei dovuto avere una stanza dove mettere tano simili ai testi talmudici. Il testo che
insieme la Loeb (collana di classici greci e la- sembra principale ed stampato in caratteri
tini della Harvard University) e le Belles Let- grandi accompagnato da foltissime note e
tres, suo equivalente francese. rimandi in margini. Ma il messaggio vero si
La collezione occupa una parete. Di nasconde nelle note, nei commenti, e non
fronte: A rispecchiarsi coi classici, c una nel testo principale. E viene in mente I qua-
parete di testi e studi indiani. Accanto ai rantanove gradini di Calasso, libro iniziatico,

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Oblique Studio

compendio di sapienza che sta nel com- Warburg, con dediche ai familiari e com-
mento. Che altro? prati allasta da Sothebys (non si erano ac-
La collezione di Die Fackel, rivista di Karl corti di cosa stavano vendendo).
Kraus, acquistata da un antiquario, forse ex A fine giornata, Calasso, questa volta nello
nazista, di Vienna, prima che si diffondesse studio in casa editrice, di fronte alla libreria
il culto della Grande Vienna; la prima edi- che contiene ci che rimane della biblioteca
zione, introvabile perch mandata al ma- di Roberto Bazlen, luomo allorigine di
cero dalla famiglia, delle memorie del pre- Adelphi, parla degli scrittori pi amati. In
sidente Schreber (personaggio chiave di particolare di due: Brodskij: La poesia fa-
Freud e protagonista di Limpuro folle di Ca- ceva parte di lui come il respiro e la circola-
lasso); il catalogo della biblioteca di Talley- zione del sangue; e soprattutto Kafka: Nes-
rand, la prima edizione del Tractatus theolo- sun altro ha saputo come lui ridurre lim-
gicopoliticus di Spinoza (la usava mio nonno menso accumulo della storia a dati essen-
Ernesto Codignola ). Infine il Sofocle di ziali, non ulteriormente riducibili, che coin-
Aldo Manuzio, origine di tutti i paper- volgono chiunque. Ecco svelato il (non) me-
back; un minuscolo Giordano Bruno (il De todo Calasso: inanellare testi, digressioni,
Triplici Minimo ) e uno schieramento di commenti, per andare allorigine di ogni
opere del gesuita poligrafo Athanasius Kir- cosa. O almeno a questo dovrebbero servire
cher, per non parlare di certi estratti di Aby i suoi 50mila libri.

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Roberto Calasso, Italys Publishing Maestro


Stephen Heyman, nytimes.com, 4 novembre 2015

The Paris Review once described Roberto Where does the idea of publishing as an art form
Calasso, 74, as a literary institution of one. come from?
The author of more than 12 books on every- It starts with the greatest of publishers
thing from Kafka to Indian mythology, hes and printers, Aldus Manutius, who lived in
also a translator, a rare book collector, and the the Renaissance. He was the first one who
majority owner and longtime publisher of considered how books should be presented.
Adelphi Edizioni, among Italys most estee- He invented the form of the paperback. He
med, and unpredictable, publishing houses. called it libelli portatiles, a portable book. In
Adelphi specializes in what others overlook, the 20th century, the best example may be
bringing together underappreciated literary Kurt Wolff. Hes famous now because he
titans like Robert Walser alongside fantasy no- was the first publisher of Kafka. But he pu-
vels, Tibetan religious texts and popular blished totally unknown writers who were
books on animal behavior. How a publishing very different from each other but who be-
house can unite such disparate things, and not longed, in some way, to the same literary
go bankrupt, is the subject of Mr. Calassos landscape.
new memoir, The Art of the Publisher, which
comes out this week in Britain and the United Starting in the 1970s, Adelphi championed a lot
States. By phone from Milan, Mr. Calasso said of Mitteleuropean authors like Joseph Roth and
that Adelphis interests have long stumped its Arthur Schnitzler. Is it surprising to see how they
critics. At the beginning, he said we were have infiltrated popular culture?
considered rather eccentric and aristocratic. We had no idea these people would be-
Then, when we started to have remarkable come so popular. At the time some were not
commercial successes, we were accused of even in print in Germany. The reason why we
being too populist. That was curious because published them was not about a kind of geo-
we were publishing exactly the same books. graphical inclination. You cannot do without
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Oblique Studio

Vienna in a way. From Joseph Roth to Witt- Do you worry that Adelphi wont find a new ge-
genstein from Adolf Loos to Schiele, they are neration of Italian readers?
all essential figures of the 20th century. I re- One is never quite sure about that. Last
member, when I myself was translating Karl year, we published Seven Brief Lessons on Phy-
Krauss aphorisms, I met Erich Linder, who sics, a book by a brilliant Italian physicist,
was maybe the greatest literary agent of those Carlo Rovelli, which now has sold 300,000
years. He told me: Ya, thats good that youre copies. That is astonishing not only in Italy
doing Kraus. Youll sell 20 copies. By now but anywhere. Its a book by an author who
Kraus is near his 20th printing. So a lot has is unknown to the general public, on physics
changed. which is not the easiest subject, and it ob-
viously reached a huge public by only its
You write darkly about the implications of mass pure force. So that is a very good sign.
digitization programs like Google Books. You
say that this kind of technology blurs the distin- Do you think publishers who follow your exam-
ction between information and knowledge. ple are guaranteed some measure of commercial
Yes, and that is a problem with our en- success?
tire world, not just the publishing indu- There are no guarantees at all. You can do
stry. The word information suffers from very good things and go bankrupt. And you
a kind of verbal inflation, which has con- can do the same things or similar things and
fused the minds of lots of people. And have success. One of the fascinating things
that is really worrying. Not the simple fact about publishing is the risk is immensely
of digitization, which Im not scared of, high and youre never sure of anything.
but that in the mind of some people, these When you meet someone who tells you with
two terms conflate. But they are opposi- total certainty that something will be a great
tes, sometimes. success or a great failure, hes simply wrong.

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Calasso e il libro infinito


Marco Cicala e Piero Melati, il venerd della Repubblica, 15 luglio 2016

I libri di Roberto Calasso sfuggono da sem- da sovrapporre alla propria mente per met-
pre al placcaggio di una definizione. Anche tere ordine nel mondo. La via occidentale
quando si confrontano con un personaggio, della conoscenza stata la via della protesi
unopera, una civilt (Kafka, Tiepolo, Baude- []. La tecnica non ne che il momento cul-
laire, lIndia vedica) non mai facile dire di minante. Perci nel Cacciatore celeste si viag-
che cosa parlino esattamente. Per un filo se- gia dal Paleolitico alla macchina di Turing,
greto li tiene insieme. Per descriverli, Calasso dalla predazione primordiale a Plotino, dalla
ricorre allimmagine dellalbero che si di- sbalorditiva lettura di un racconto ab-
rama in svariate e magari impensabili dire- bozzato da Henry James alla venerazione
zioni. Ma nelle sue pagine ci si muove, perde egizia per gli animali, ai Misteri di Eleusi.
e ritrova come in antiche, stratificate citt; tra
vestigia secolari e improvvise irruzioni di Calasso, Il cacciatore celeste la nuova tappa
Moderno, gente di fama e miti, narrazioni di un itinerario iniziato nell83 con La rovina di
senza autore. Lultimo libro, Il cacciatore ce- Kasch. Siamo ora a un polittico di otto libri. Al-
leste, non fa eccezione. Sulla scrivania di Ca- lepoca, immaginava che limpresa avrebbe as-
lasso alle edizioni Adelphi ci sono due oggetti sunto dimensioni del genere?
che potrebbero sintetizzarne il tracciato: No, allinizio pensavo che sarebbero stati
unamigdala e un telefonino. Il telefonino tre libri. Due pi o meno delle dimensioni
il telefonino. Lamigdala invece la pietra della Rovina di Kasch, vale a dire sulle 500 pa-
che nella protostoria viene lavorata per rica- gine, e un terzo che immaginavo breve
varne una lama o una punta. Per Calasso la dedicato a quello che nella Rovina chiamavo
selce scheggiata e il cellulare sono sostan- linnominabile attuale, cio quello che ab-
zialmente la stessa cosa. Ossia due protesi. E biamo intorno.
la filosofia occidentale, a partire da De-
scartes, si concepita come protesi, apparato Poi che accadde?
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Oblique Studio

Mi sono accorto che mi sbagliavo. Perch Questi libri vanno letti nella sequenza con cui
dopo Kasch sono venute Le nozze di Cadmo e sono stampati o si autorizzati a qualche libert
Armonia e in seguito Ka e K. Quindi ho ri- di percorso?
nunciato alle previsioni, e mi sembrata Il lettore pu fare quello che vuole, anche
una cosa sana. Ora non ne faccio. Vado leggerli dalla fine allinizio. Non sono lineari,
avanti. Applicando lo zuihitsu, una categoria non hanno una fine n un avvio, se mai una
giapponese che significa seguire il pennello. struttura a spirale. Ma, come per ogni libro,
Non ho mai pensato a questa successione se il lettore si lascia prendere per mano dal-
come a un edificio. Se lo avessi fatto sarebbe lautore, non una cattiva idea.
crollato presto. Di tutto posso essere accu-
sato salvo di non aver avuto una certa capar- Il cacciatore celeste si apre con la preistoria.
biet nel procedere. Non ho mai smesso di Si apre su una fase dei tempi della quale
elaborare questi libri, anche quando ne scri- tutto quel che sappiamo sono illazioni su al-
vevo altri. cune ossa, alcune pietre. La caccia uno dei
due macro-eventi nella storia di quello strano
Che cosa rimasto dellidea originaria? essere che Homo su cui mi soffermo. Pro-
La cosa per me pi importante: la forma. vando a cambiare la prospettiva. Per esem-
Lidea che ognuno di questi libri fosse auto- pio, in tutti i manuali si parla degli uomini
sufficiente, leggibile come un tutto, per in- preistorici come cacciatori-raccoglitori. Ma
trecciato con gli altri attraverso connessioni una definizione sviante, perch presuppone
di ogni genere. Se vuole, il lettore pu ve- una simultaneit. E invece Homo stato rac-
dere come certi temi che si sprigionano da coglitore da sempre, perch altrimenti non
un certo libro passano in un altro. Il caccia- avrebbe potuto sopravvivere, mentre di-
tore celeste ha molto a che fare sia con la Ro- ventato cacciatore soltanto dopo un lungo
vina che con le Nozze. La storia di Cefalo e processo.
Procri potrebbe essere un capitolo delle
Nozze. La parte Sapienti e predatori si rial- Processo, lei scrive, segnato da due macro-eventi.
laccia a quelle sul sacrificio nella Rovina. E Il primo macro-evento il passaggio alla
Orione, il cacciatore celeste, appare gi dieta carnea, il secondo la trasformazione di
nellArdore e in Ka. Homo da essere predato e per i grandi fe-
lini i primati sono una preda molto ambita
Ma come costruisce questi intarsi? a predatore. Un trasformazione che avviene
Per certi versi, sono come dei fiumi car- relativamente tardi, perch per trasformarsi
sici. Dentro il Cacciatore ci sono pagine che in un cacciatore efficace Homo ha bisogno di
ho scritto molto tempo fa e altre che risal- un ausilio essenziale: la protesi. Vale a dire
gono a due mesi fa. E ciascuno di questi libri qualcosa di pi complesso ed elaborato di
ha una sorta di cintura di protezione, pagine una selce bifacciale. Ha bisogno di armi:
e pagine di appunti o episodi che alla fine lance, picche, frecce. Ora, quel che disorienta
sono stati scartati. un lavoro a strati nel un po i paleoantropologi che a separare
quale sono ancora immerso. questi due macro-eventi passaggio alla
dieta carnea e caccia in gruppo ci sono un

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Adelphi Editoria dallaltra parte

po pi di due milioni di anni. Quindi la do- Paleolitico non abbiamo troppe certezze,
manda : in quella fase come andato avanti ma sicuramente era molto diverso da quello
Homo? Con la saprofagia, lo scavenging, cio che luomo medio americano di oggi. Bin-
mangiando carne di animali che erano stati ford era un grande filologo delle ossa. Per
uccisi dai predatori o erano morti in altro questo diceva: evitiamo di trarre conclusioni
modo. In quella fase, le selci sono la prima ricalcate su ci che luomo diventato.
protesi, ma servivano pi per scarnificare e
scuoiare che per cacciare. La caccia esigeva Ma le nuove scoperte offrono un quadro in conti-
qualcosa di pi. nua mutazione.
Per quanto riguarda il nostro remoto pas-
Scavenger, ossia scarnificatore di carcasse resi- sato, negli ultimi cinquantanni si sono suc-
duali. Nellapprossimazione alla caccia Homo cedute scoperte sconvolgenti. Un mio amico
giocoforza costretto a imitare gli animali. In que- paleoantropologo mi ha detto una volta che,
sto caso le iene. Che non hanno mai goduto di ot- quando aveva cominciato a studiare, la storia
tima stampa. di Homo era di un milione di anni. Oggi su-
In effetti sono state sempre denigrate, ma pera i 6 milioni. Mese dopo mese conti-
in questa ricostruzione diventano molto im- nuano a venire fuori cose nuove. Il cespuglio
portanti. Sono una parte della sua storia che di Homo diventato di una foltezza ormai
Homo ha fatto di tutto per cancellare. Ma indominabile. Un esempio lanalisi del dna
una traccia rimane in un enigmatico mito della falange del dito di una bambina sibe-
vedico che analizzo in dettaglio nel libro. Ri- riana, che ha permesso di delineare la figura
spetto alle iene, comunque, Homo ha inizial- di Homo Denisovan, complicando ulterior-
mente gli stessi intenti ma minore efficacia. mente la storia di ci che avvenuto fra i
Neanderthal e i Sapiens. O si pu pensare
Cosa sappiamo e non sappiamo della preistoria? agli scavi di Gbekli Tepe in Turchia: un
importante mantenere il senso della sito misteriosissimo, scoperto da appena una
immane vastit dellignoto. Se dellepoca ventina danni. Non era un luogo abitato e
vedica in India di cui parlo nel libro pre- tuttora non si sa bene che funzione avesse.
cedente, Lardore fossero rimasti solo i re- Cerano stele a forma di T, dal peso di varie
perti tangibili, se non ci fossero arrivati i tonnellate, con rilievi animali impressio-
testi, come successo per molte civilt, cosa nanti. Tutto sembra andare contro la vecchia
potremmo dirne? Quasi nulla. Avremmo idea dellumanit che, per cos dire, a un
limmagine di una cultura poverissima, certo punto si mette seduta. A Gbekli Tepe
priva di inventiva, di potenza. Ma poi si leg- non c traccia di agricoltura e non si sa
gono i testi vedici e vi si trovano pensieri come riuscissero a trasportare quelle tonnel-
fulminanti, che non hanno corrispondenti late di pietra. Quanto agli animali rappre-
altrove. Ecco, la preistoria un po cos. Ab- sentati, sono quasi tutti predatori, rapaci
biamo ossa ma non sappiamo che cosa ci Lipotesi di Klaus Schmidt, lo scopritore del
fosse dietro. Un grande paleoantropologo, sito, che fosse una sorta di santuario.
Binford, uomo molto cauto e molto iro- Anche questo va contro molte ricostruzioni
nico, una volta ha detto che sulluomo del di quellepoca, verso linizio del Neolitico,

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Oblique Studio

ancora circolanti. Un altro esempio la voli per tutti, oppure il termine riaffiora
grotta Chauvet, scoperta circa ventanni fa. E nella guerra. Per il vero nesso, quello che fa
che possiamo vedere nel film che Werner pi spavento ed al centro della Rovina di
Herzog vi ha girato. una scoperta che ob- Kasch, lesperimento. Lerede principale
bliga a retrodatare la grande pittura rupestre dellantico sacrificio non il sacrificio psi-
di almeno 15mila anni. Sono immagini me- cologico n quello economico, lesperi-
ravigliose. Una volta, riferendosi a Lascaux e mento, che ancora la base della scienza ed
Altamira, Giacometti disse: Il movimento il tratto distintivo della societ che ci cir-
stato colto soltanto l. Dopo, nessun altro ci conda. Marx aveva visto con piena lucidit il
riuscito. Ed vero che la perfezione di capitalismo come un immenso laboratorio
quelle immagini lascia sbalorditi. Il loro si- dove continuamente si sperimentano e di-
gnificato resta cifrato, nonostante i nume- struggono forme. Viviamo in una societ
rosi tentativi di interpretazione. Il lavoro su sperimentale, in migliaia di luoghi al mondo
queste cose ormai una materia che si ci sono persone che sperimentano, e molto
modifica quasi di anno in anno. nella nostra cultura fondato su questo. Ma,
al tempo stesso, la societ sperimenta su s
Nel libro riaffiora un altro dei suoi temi ricorrenti: stessa, sul proprio corpo. E bisogna ricordare
il sacrificio. Quando ha iniziato a interessarsene? che nel Novecento i due supremi sperimen-
Da sempre. Non riesco a trovare un punto tatori sono stati Stalin e Hitler. Basta questo
iniziale. A ventanni pubblicai un saggio su per fare riflettere. Nella Rovina si parla gi
Paragone che si intitolava Adorno, il surrea- della nostra societ come di una societ spe-
lismo e il mana. Gi l si parla di sacrificio e rimentale. Nei laboratori, la parola tecnica
del divino, attraverso il mana. Ma allora ero per definire gli animali che sono morti du-
sotto lincanto di Adorno. Nel Cacciatore il sa- rante gli esperimenti i sacrificati. Non si
crificio appare come una sorta di risposta ri- tratta di unaggiunta immaginosa, ma del ter-
tuale alla caccia. un modo di rendere conto mine burocratico utilizzato nei protocolli. Si
del passaggio alla predazione. NellArdore tratta di qualcosa che viene separato dal
invece latto rituale che in India fondatore resto e affidato a quei nuovi sacerdoti che
e ha suscitato speculazioni come in nessu- sono gli scienziati. Entrare in un laboratorio
naltra parte del mondo. Il punto essenziale come arrivare allaltare, l viene realizzato
che tutti questi fatti la saprofagia, la pre- qualcosa che trasforma e tendenzialmente
dazione, il sacrificio continuano a esistere distrugge ci che viene offerto. Quel che
in ciascuno di noi. Dostoevskij avvenuto viene distrutto ha un frutto come nellan-
molte migliaia di anni prima di Dostoevskij. tico sacrificio e il frutto il risultato della
E da allora gli stessi fenomeni non finiscono scienza. Nel sacrificio quel frutto erano i vari
di trasformarsi e camuffarsi. benefici celesti. Lidea tipica dei secolarizza-
ti, secondo cui questi sono residui arcaici dei
Nel tempo, anche il sacrificio assume altre sem- quali ci siamo liberati, falsa in radice. Per-
bianze. ch si tratta di fenomeni che continuano ad
In economia la parola sacrificio viene oggi agire ancora oggi, sotto altri nomi. Probabil-
usata per designare restrizioni, cose spiace- mente non con minore potenza di quella che

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Adelphi Editoria dallaltra parte

avevano prima. E certamente non ve n una quale ho dedicato il mio primo e unico ro-
coscienza maggiore. manzo, L impuro folle mi ha attirato. Per me
era quasi un ritorno a quel tema. La storia di
Sul tema degli animali, nel Cacciatore scrive, tra un presidente di Corte di Appello, nella rigida
laltro: Non sono pi visibili se non come pets, Germania di fine Ottocento, che si sente tra-
creaturine domestiche. sformato in donna e finisce in manicomio, ri-
La comunanza con il continuum animale dotto a una condizione disperante e spregiata,
si persa. Una perdita enorme. Dietro a mi sembrava esemplare e tragica.
tutto questo c la cesura cartesiana. il mo-
tivo per cui nel Cacciatore celeste racconto la Perch dopo quel libro non pi tornato alla
storia di Malebranche, uno degli intelletti forma romanzo?
pi raffinati e sottili nella storia del pensiero, Allinizio non pensavo alla forma del ro-
che d un calcio a una cagna gravida, pen- manzo. Dovevo scrivere la postfazione alle
sando come il suo maestro Descartes che Memorie di Schreber, ma mi resi conto che
la cagna non soffra perch un automa. non sarei riuscito a scrivere un saggio tradi-
una storia che dice tutto. Non un caso che zionale su quel libro che mi aveva immensa-
avvenga in quegli anni, che sono gli anni mente colpito. Mi resi conto che a quel delirio
della cesura decisiva dallanimalit. La met si poteva rispondere solo con un altro delirio.
del Seicento il vero spartiacque. Da un lato Lho scritto in un mese, con pochissime
il pensiero estremo di Spinoza o Pascal, correzioni. Era come una febbre. Oggi lo
dallaltro Descartes e Newton e lavvio del vedo come una sorta di prologo in cielo o in
corso moderno della scienza, quello in cui inferno ai libri che sono seguiti. Nella prima
ancora viviamo. pagina dellImpuro folle si parla della lacera-
zione dellordine del mondo, che il tema alla
Altro suo tema ricorrente la possessione. base della Rovina di Kasch e poi degli altri. Ma
Nella nostra epoca ormai solo un fatto Limpuro folle rimane un caso a s. Stilistica-
psicopatologico. Ma i Greci antichi ne ave- mente molto diverso da tutti gli altri miei
vano una visione ben diversa. Sapevano be- libri. Si chiuso l, ma in realt preludeva.
nissimo che era un rischio mortale. Ma sape-
vano anche che era la via regale della Negli 8 libri si avvertono variazioni di stile.
conoscenza, dominata da due di: Apollo e Ci sono forti oscillazioni. In Kasch, per
Dioniso. Lo stesso Socrate dice nel Fedro che esempio, appaiono personaggi che pren-
la mana erotica la via suprema della cono- dono la parola, da Talleyrand a Joseph de
scenza, la conoscenza pericolosa in s. Dio- Maistre, come in una pice. E ci sono svariati
niso stesso diventa pazzo, colpito dalla ven- registri stilistici. Mentre nelle Nozze tutto
detta di Hera. E in quel caso subisce la lssa, tenuto su un tono costante. Nella Rovina si
che la pura pazzia. La possessione unalta vede di pi lurto tra i diversi registri, non-
potenza, seppure in forme diverse, tanto nella ch fra la narrazione e lanalisi. In altri casi il
tradizione greca che in quella vedica. Poi nel filo ininterrotto dallinizio alla fine. Lidea
corso della nostra storia si patologizza, e che ogni libro abbia una forma che non si
anche per questo il presidente Schreber al ripete: nasce e poi viene abbandonata.

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Oblique Studio

Una scrittura tra letteratura, arte, scienza, filo- esempio di suprema lucidit nellultimo se-
sofia colo. E ovviamente sfugge alle categorie.
Filosofia non so Anzi, da qualche parte Pubblicheremo presto le sue lettere al fra-
devo aver detto che la cosa migliore che po- tello Andr, che fu un matematico tra i pi
trebbe fare la filosofia oggi nascondersi, grandi del Novecento. Ad un certo punto
passare un periodo di clandestinit, confon- Andr si trov in prigione per renitenza alla
dersi in mezzo ad altre cose. Credo che leva. In carcere scriveva alla sorella lettere
come disciplina accademica sia totalmente dove non si parla n della guerra n della ga-
sterile. Quanto alla scienza, mi appassiona lera, ma dei problemi della matematica
enormemente, ma devessere anchessa me- greca, per esempio la scoperta dei numeri ir-
scolata con altro, se non vuole impantanarsi razionali. Su quel tema i due avevano posi-
nellatteggiamento scientista, che una zioni opposte.
forma di bigotteria. Comunque in rapporto
a quello che scrivo lespressione di Nietz- Un altro dei suoi temi la metamorfosi. Era anche
sche pensiero impuro mi sembra una buona tra i prediletti di Elias Canetti.
approssimazione. S, era una sua ossessione. Canetti era un
magnifico e avidissimo lettore di etnologi e
Come e quando decide che un libro finito? della grande antropologia, navigava felice-
ogni volta un tormento. Quelli che la- mente nei miti australiani o africani, con una
vorano con me lo sanno. Sul Cacciatore sono capacit rabdomantica di cogliere i nessi na-
intervenuto fino a poco prima che andasse scosti in quei racconti. Pi si andava indietro
in stampa. E, a volte, allultimo momento nel tempo, pi era conquistato dalle storie.
apporto grossi cambiamenti. Questi libri
sono elaborazioni che talvolta durano molti Una foto la ritrae con Canetti in unofficina. Che
anni. Magari con interruzioni. Scrivendo Il ci facevate l dentro?
cacciatore, a un certo punto mi sono inter- Cera stato un festeggiamento in suo
rotto per scrivere quello che dovrebbe essere onore sulle rive del Lago di Starnberg, vicino
il prossimo libro, la parte nona. Perch a Monaco, organizzato dal suo editore. A
quando c un impulso preciso non riesco a quel tempo avevo una macchina oggi leg-
non seguirlo. Poi per sono tornato al Cac- gendaria, lAlfa Romeo 2600, quella che
ciatore e gli ho dato la forma che ha adesso. aveva la polizia, era una meraviglia con un
Ma lho raggiunta solo nellultima fase. tremendo vizio: delicatissima come tutte le
macchine molto potenti. Viaggiando cera il
Anche nel Cacciatore riaffiora Simone Weil. rischio continuo di fermarsi e non trovare
Simone Weil sempre presente in quello meccanici abituati a trattare con quellauto.
che scrivo. Ho cominciato a leggerla presto. Comunque dopo quella festa partimmo per
Cristina Campo, una donna e una scrittrice Monaco e a met strada lAlfa ci lasci a piedi.
molto importante in s e nella mia vita, di- Per fortuna, vicino cera quellofficina che si
ceva di avere due mani: una era Simone Weil vede nella foto. Canetti non fu minima-
e laltra Hofmannsthal. Entrambi sono di- mente irritato dallincidente. Era un meravi-
ventati essenziali anche per me. Weil un glioso conversatore, poteva andare avanti per

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Adelphi Editoria dallaltra parte

ore sui temi pi vari. Cos continuammo i dei miei collaboratori. Questo forse lunico
nostri discorsi nel garage finch la macchina accorgimento.
non fu riparata e Fleur Jaeggy scatt quella
foto. Canetti aveva una impressionante vi- Letture a parte, ha raccontato di essere stato un
vezza nel parlare e nel guardare. Ricordo una cinefilo. Che peso hanno avuto i film nella sua
volta a Zurigo. Dopo il nostro incontro do- formazione?
veva tornare a casa, pensavo prendesse un Sono stato malato di cinema, ora molto
taxi, invece prese il tram. Prendo il tram meno. Mi piace sempre, per ho perso il
perch vedo le facce mi disse. Aveva curiosi- gusto per le sale. Un tempo erano posti un
t per qualsiasi cosa lo circondasse. po fumosi, talvolta loschi Il vero raptus fu
da ragazzino, andavo al cinema anche due o
Calasso, dicono che lei non si sia arreso a scrivere tre volte al giorno La passione continuata
al computer. fino a dopo i trentanni.
I libri continuo a scriverli tutti con la penna
stilografica, lasciando un po di margine a si- Perch ha definito Marlon Brando un mutante?
nistra sul foglio per eventuali note. Un tempo Perch cos che lo percepivo. Lo dice-
ribattevo tutto a macchina, su una Lettera 22. vano in molti. Oggi non lo si guarda pi in
Poi sono arrivati i computer, grazie a Dio ho quel modo. Oggi sembra semplicemente un
una santa assistente, Federica Ragni, alla quale grande attore, ma ricordo perfettamente che
ogni giorno passo le pagine manoscritte. Il quando apparve sembrava appartenere a
computer lo uso per tutto il resto, ma non per una specie umana un po diversa. Quasi at-
scrivere i libri. Per scrivere ho ancora bisogno terrato da un altro pianeta. Solo con lui si
del rapporto con la carta e la penna. dato quel fenomeno, trasmetteva una specie
di sconcerto. Un fenomeno divergente da
Lavora a casa? quello di James Dean, che era pi fedele al-
Principalmente. Ma scrivo dovunque ca- limmagine del giovane bello e dannato.
pita, anche in casa editrice, su taccuini come Brando invece appariva sullo schermo in
questo. Non posso dire di avere un metodo, forme molto diverse Un tram che si chiama
un ordine regolare. Anche se ogni tanto mi desiderio, Fronte del porto, Giulio Cesare, Viva
piacerebbe. Zapata! Aveva un modo di essere che non
somigliava a quello di nessun altro. Ma lo
Che tipo di lettore , di quelli con la matita? mantenne solo in quei primi film, poi sa-
Sui libri faccio qualche segno. Condu- rebbe diventato solo una star.
cendo questa doppia vita di scrittore e edi-
tore passo ogni giorno attraverso le cose pi Il primo libro lei lo ha scritto a 12 anni. Era lab-
diverse. Le due vite procedono in parallelo. bozzo di un libro di memorie.
Come le concilio? Non ho regole perch non A quellet lunico argomento di cui si
ci possono essere limitazioni. Sono due atti- pu scrivere con cognizione di causa. Scrivere
vit che vanno avanti sempre, anche dor- non stata una scoperta priva di ostacoli, per
mendo. Diciamo che tento di stare in ufficio me. Molto importante, in questo senso, stato
il meno possibile, contando sulla flessibilit il mio incontro con Bazlen. Lui scriveva, ma

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Oblique Studio

non lo considerava la cosa essenziale. O non Credo dipenda dal grande fascino che
pi che scoprire libri, come lui ha fatto per esercita la materia. Non solo Baudelaire,
tutta la vita. Questo punto mi rimasto, lidea anche la grande pittura francese, Manet,
che non tutto debba convergere sullo scrivere. Degas, Ingres, Delacroix, e la Parigi di quel-
Di Bazlen alcuni hanno detto scioccamente, lepoca. il libro che ho scritto con pi sciol-
non conoscendolo, che pensava cos perch tezza. Il pi difficile stato invece quello su
era uno scrittore mancato. No, se cera una Kafka. Dovevo superare limpressione che,
persona che non aveva quel cruccio era lui. qualsiasi parola si dica su Kafka, sia sbagliata.
Sapeva eliminare quel senso coatto, quel peso Forse appunto per questo ho finito per scri-
per cui la cosa importante alla fine mettere vere K. Lavevo in testa da sempre, per lo
insieme un libro. Invece non detto, si pu rimandavo ogni volta.
anche semplicemente essere. Per questo ho
scritto da qualche parte che il suo tratto prin- Sulla copertina del Cacciatore c limmagine di
cipale era taoista. E i sapienti taoisti amavano una pittura rupestre. Sicuramente lavr scelta lei.
lasciare il minimo di tracce. Questo mi ser- venuta fuori allultimo. Si trova in Suda-
vito moltissimo. Ho cominciato a scrivere frica e ha una storia stranissima. Stava su un
quasi con un senso di colpa. Quando pubbli- frammento di roccia che stato staccato per-
cai qualcosa per la prima volta, lho fatto sa- ch costruivano una ferrovia che avrebbe ro-
pendo che a Bazlen non sarebbe piaciuto. vinato il luogo. Lhanno portato in un museo
dove oggi si pu vedere. unimmagine mi-
Editore, mitografo, saggista Ma per definirla steriosa. Come quelle che ho visto da poco a
non forse pi azzeccata la parola scrittore? Berlino, al Gropius Haus, in una delle mostre
senzaltro la pi adatta. Se c una parola pi rivelatrici degli ultimi tempi: si presen-
che evito con cura invece intellettuale. tavano per la prima volta disegni e acquerelli
Mi ricordo sempre di quello che diceva trovati negli archivi dellistituto Frobenius, il
ladorabile Jules Renard: Intellettuale un grande etnologo. Lui faceva le sue spedizioni
aggettivo. in Africa portandosi dietro come assistenti
signorine di buona famiglia che erano inca-
Ora gi pensa al libro successivo? ricate di copiare le pitture rupestri che veni-
Finora gli otto volumi totalizzano circa vano scoperte. Quelle riproduzioni erano
3.600 pagine. Chi vorr esercitarsi a scoprire realizzate con minuzia e talento notevoli, ma
che cosa le tiene insieme ha abbondante ma- dopo lavvento della tecnica fotografica fu-
teria. Del prossimo libro, il nono, ho gi rono considerate obsolete, messe in soffitta
scritto buona parte. Di cosa tratter? Da scara- e dimenticate. Per sono di una bellezza che
mantico, evito sempre di parlare di quello che solo oggi riusciamo a capire, anche perch
sto facendo. Comunque penso gi al decimo. spesso corrispondono a luoghi dove quelle
immagini non si possono pi vedere. Sono
A parte Le nozze di Cadmo e Armonia, documenti unici Visitando quella mostra,
620mila copie, il suo libro che andato meglio avevo limpressione che fosse la cosa pi
stato La Folie Baudelaire 155mila copie. nuova nella citt. Ed erano immagini prei-
Come se lo spiega? storiche.

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Capitolo V

Mezzo secolo di Adelphi

Circondatevi di piccole cose perfette,


uomini superiori! Mature doro:
la loro vista risana il cuore.
La perfezione insegna a sperare.
F. N.
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Adelphi,
soltanto i libri che ti cambiano la vita
Guido Ceronetti, La Stampa, 10 marzo 2013

Importa allItalia, anche allimmensa moltitudine che spariscono guerriglie e ripugnanze


non ne consapevole, che leditrice Adelphi esista. letterarie, tutto si fa meschino.
Non solo per gli evidenti, ovvii, motivi culturali. Il direttore di Einaudi, Giulio
Adelphi unaura spirituale esclusiva e ineludibile Bollati, in quegli anni, diceva a me,
posta a guardia di lettori che nel piacere della lettura cer- che gli proponevo una eventuale
chino una salvezza in questo e in altri mondi; lettori che traduzione del Voyage di Cline:
pi che di conoscenza accumulabile siano affamati di Ma no, mai pubblicheremo un au-
qualche patria perduta. tore simile!. Un po di anni dopo si
I cinquantanni della sua esistenza meritano unat- convinsero a lasciarne passare qual-
tenzione speciale. cosa. Del resto, come avrebbero po-
Il suo presidente e autore Roberto Calasso mi ricorda tuto convivere nello stesso catalogo
una battuta dellispiratore e dettatore delle prime scelte Primo Levi e lantisemita tragico di
editoriali, il triestino germanofono Roberto Bazlen: Sol- Meudon?
tanto libri che piacciano a noi; e che un libro valga o no Rimase, allAdelphi, limpronta
la pena, lo decide la trasformazione che opera in me la bazleniana della trasformazione
lettura fatta. LAdelphi nacque da una costola di Einaudi, (Vernderung) del lettore, mentre la
per cui lavoravano i suoi fondatori Bazlen e Fo, e subito pelle di serpente marxista di Ei-
si prefisse di essere tutto ci che lEinaudi del gran capo naudi si perdeva sui cardi e nelle
Giulio aveva lasciato dinespresso, per rifiuto ideologico vigne del Belbo. Non esiste nep-
e vocazione, dopo il 1945, implacabilmente marxista. pure pi il ricordo di certi loro libri
La nuova editrice si trasfer a Milano, dov tuttora, e impossibili del periodo staliniano
il suo primo e fondamentale contributo di pensiero fu (Simonov, Fadeev), ma dur per pi
la traduzione Colli-Montinari di Nietzsche. Sul rifiuto di di un decennio. LAdelphi rest
accettarla si consum lo scisma Cerano ancora dei sempre legata al mondo germano-
combats spirituels, brutali come scontri armati, in Italia! Se austriaco e alla filosofia tedesca,
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Adelphi Editoria dallaltra parte

avendo in mira costantemente di arrivare a religiosa. (Antropologica, chiss; esiste un po-


cambiare qualcosa nella vita del leggente, at- polo gnostico senza frontiere? Arriva fino alle
tratto dallimpeccabilit un po asettica del- sette suicide? Ai consumatori forsennati di
ledizione. Io potrei citare, tra i numerosi loro sesso virtuale? SantIreneo ci perderebbe la
autori che mi hanno sgattigliato del nuovo testa, troppe le novit eresiologiche del XIX,
nellanima il breviario delle 101 storie Zen e La XX, XXI secolo!). La rivista Studi cattolici imput
forza del carattere di James Hillman, ai quali ag- allAdelphi di mirare subdolamente a dissol-
giungerei A me stesso, lofficina interiore di vere il cristianesimo. Lipotesi trascurava
Oswald Spengler, e il recupero dellopera spa- quanto fosse forte e determinante, al di l di
rita del filosofo fuori moda Giuseppe Rensi. ogni indeterminabile appartenenza a logge set-
Anche in tarda vecchiaia, se restano le facolt, tarie, la passione per il libro in s dei direttori
possiamo ricevere da un libro il dono della adelphiani. vero che, nel loro catalogo, gli
Trasformazione. scrittori propriamente cristiani si contano (Ec-
Ma avr mai letto niente che non fosse per khart, Quinzio, santIgnazio, Cristina Campo,
un fine di conoscenza salvatrice-rigenera- Lon Bloy di cui nei ranghi uno solo).
trice? Se guardo la buca da cui nasce questo Accenno a una lacuna, che mi auguro verr
Po della parola ci trovo un volume che si colmata: Jules Verne, di cui mancano, che io
salvato nei traslochi e nei dissolvimenti car- sappia, edizioni italiane decenti e sapiente-
tacei che condannano buona parte dei libri mente introdotte come meritano. Verne
editi fra 30 e 50: del 1945, lo comprai allet non lanticipatore e lesaltatore di scoperte
di diciotto anni, sintitolava Maghi e illuminati scientifiche e degli sbarchi sulla luna come re-
nei secoli, da Apollonio di Tiana a Helena Bla- cita il luogo comune; essenzialmente un
vatsky, passando per il Catarismo e i Rosa esploratore di realt occulte, un simbolista
Croce, lautore era il francese Maurice Magre, massonico, un grande topografo di percorsi
leditore il milanese Lumen. Ero in pieno pel- iniziatici. Tanto meno un autore per diverti-
legrinaggio gnostico e la parola gnosi, gnosti- mento e educazione di ragazzini molto seri!
cismo, mi era ignotissima. Trovai l per la Raccomando, per parte mia, di privilegiare
prima volta narrata la storia delle stragi di Si- nellattenzione Le Indie nere, il Viaggio al centro
mone di Montfort e dei roghi di Montsgur. della Terra, il giro del mondo di Phileas Fogg,
Senza un clic, senza avvertire nulla nei sogni, Lisola misteriosa, Ventimila leghe sotto i mari. L
avevo catturato per sempre le ombre dei si esplorano i mondi inferi come in un mi-
morti eretici cristiani di Montsgur. stero orfico o eleusino; il vecchio supposto
Quando sar avvenuta la conversione allo ingenuo e innocuo Jules una guida illumi-
gnosticismo dellAdelphi, probabilmente do- nata, lui stesso un Illuminato, un Tarocco n.
vuta a successivi colpi di timone e alla cre- 9 (Per un Verne adelphiano, volentieri una
scente influenza di Roberto Calasso? Io accen- prefazione la scriverei).
nai, in un articolo sulla Stampa, a una possibile LAdelphi resta una grande avventura del
banda gnostica tra le stupidamente ignorate pensiero. Grintosa, schizzinosa, un po butte-
correnti culturali italiane. Facevo nomi che, rata di ripugnanze, fortunato chi ci esordi-
per, non corrispondevano perfettamente, sce, ma lammissione pi facile se c alle
tra gli autori viventi, a una simile definizione spalle un buon tratto, gi percorso, di strada. I

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Oblique Studio

allEspresso. Ma non si comincia da


Nietzsche senza una tacita adesione
inconscia o preliminare alla ciclicit
del Tempo. Obbligati, dopo il terri-
bile massacro del Wounded Knee, a
vivere in capanne quadrate, gli in-
diani della riserva sentivano per-
duto il loro rapporto col mondo in-
visibile, e lo storico John Neihardt
non registr, nel 1931, da un vecchio
e semicieco Alce Nero, che nostal-
gie, rimpianti e disperazioni. Quello
fu uno dei libri che convertirono
pi lettori giovani alla causa indiana,
determinando anche il loro atteg-
giamento pro-Vietcong e Giap nella
guerra incompresa del Vietnam.
Alce Nero divenne una specie di
evangelo laico, nel ricordo brumoso
di un sacro perduto. Vale la pena di
ricordarne le ultime parole:
morti sono ospiti ambiti quando costituiscano recuperi Quanto a me, luomo a cui fu con-
nel tempo, riscoperte o visioni dimenticate rivisitabili. cessa in giovent una cos grande
La cruna dago quasi sempre lo stile. Poich ormai tutti visione, adesso mi vedete ridotto a
i libri sono frutto di digitazione senza memoria cartacea, un vecchio pietoso, che non ha fatto
di stile ce ne sar sempre meno, e i recuperi cresceranno. un bel niente, perch il cerchio della
Nel 2011, un coniglio impensato stato Le Sabbat di un nazione rotto e i suoi frammenti
soggetto pochissimo raccomandabile, Maurice Sachs, sono sparsi. Il cerchio non ha pi
credo non necessario, ma nello stile fortissimo. Lavevo centro e lalbero sacro morto.
assaggiato una trentina danni fa, nelle edizioni Poche; Queste parole cos lontane, pro-
lo ha curato Ena Marchi. Lautore lo termin nel 1939, nunciate in lingua sconosciuta da
prima di diventare, lui di famiglia ebrea, complice e de- labbra affievolite, mi suscitano den-
nunciatore per i nazisti, che nel 1944, diventato ingom- tro, fulminea e addolorata, limma-
bro, lo eliminarono in carcere ad Amburgo. La lettera- gine dellItalia odierna, in cui il cer-
tura non un cenacolo di mirobliti (i corpi santi che chio della nazione un maligno
esalano profumi). potere ha frantumato. Anche in
Nel cuore dellideologia gnostica adelphiana, il Grecia successa la stessa cosa, e il
tempo non lineare. circolare come la tenda indiana tempo lineare procede privo di
di cui parla Alce Nero: Adelphi pubblica il famosissimo lume di ragione dappertutto. Il
Alce Nero parla nel 1968, tradotto da Rodolfo Wilcock, cerchio non ha pi centro e lalbero
largentino, che conobbi a Roma, quando collaborava sacro morto.

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Il sogno del Libro di tutti i libri


Pietro Citati, Corriere della Sera, 15 marzo 2013

Con quale ingenua e fantastica dedizione allarte del di potere. In primo luogo, allin-
libro Roberto Calasso ha scritto i suoi saggi su Lim- terno della sua casa editrice: met
pronta delleditore (Adelphi, pp 164, 12 euro). Nessuno, delle sue energie erano rivolte a
a prima vista, potrebbe immaginare che egli sia in- dominare i suoi collaboratori, e a
genuo. Eppure, ancora oggi, Calasso trova che nulla trasformarli in strumenti flessi-
sia pi bello che lavorare sui libri. Nulla, per lui, bili della sua mente. In secondo
stato pi bello che costruire per cinquantanni libri luogo voleva influenzare i lettori
Adelphi. italiani del 1945 o del 1960, mo-
Tutte le fasi sono affascinanti. Dapprima, con dellandoli a sua immagine e so-
vasto sguardo, elaborare lidea di una collana; poi miglianza. Sognava di formare
scegliere i libri, tradurli, rivedere le traduzioni, sce- unItalia einaudiana; e, per molti
gliere la carta, scrivere i risvolti, inventare la coper- anni, realizz il proprio deside-
tina, cercando di tradurre con unimmagine sola, rio.
folgorante e misteriosa, lintricata complessit di Nel 1963, ancora giovanissimo,
ogni volume. Oggi cos raro trovare un uomo fe- Roberto Calasso cominci a colla-
lice di quello che fa. Calasso felice; e spiega la pro- borare a Adelphi, sotto linfluenza
pria felicit nella maniera pi colta e ingegnosa, di Luciano Fo e di Roberto Ba-
conversando con il lettore dei libri Adelphi, nel zlen, il pi divertente e amabile
quale egli vede una specie di eletto. dei consiglieri. Il suo desiderio di
Quando Calasso cominci a pubblicare libri, il potere era pi sottile di quello di
campo in Italia era occupato da Giulio Einaudi e Einaudi. Non voleva essere un
dalla sua casa editrice. Giulio Einaudi non era colto: educatore e un pedagogo; e credo
aveva letto pochi libri, e leggeva malvolentieri anche che unItalia adelphiana gli sa-
quelli che lui stesso pubblicava e portava al successo. rebbe sommamente dispiaciuta.
Aveva un immenso, e lievemente perverso, desiderio Amava giocare con i progetti e i
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Oblique Studio

libri. Amava quello che c di vagamente ignorato nella loro vita. Non ho bisogno
equivoco e avventuroso nel mestiere del- di aggiungere che questo un sogno im-
leditore: la parte di consigliere segreto, di possibile: nessun editore riuscir mai a
uomo che sta nascosto tra le quinte, e sugge- pubblicare un solo serpente di libri; ma
risce e insinua, raccontando storie miste- certo Adelphi andata vicino a questo
riose e fantastiche. Voleva un potere occulto: sogno pi di qualsiasi altro editore recente.
potere che non era n illusorio n elusivo, Come Bazlen, Roberto Calasso nutriva
perch attraversava le generazioni e pene- una certa insofferenza per la pura lettera-
trava profondamente nella societ pi di tura: i libri erano per lui un risultato se-
quanto faccia il potere politico e pedagogico. condario, che presupponeva qualcosaltro.
Con i lettori di Adelphi, Calasso stabil Chiedeva a un libro di essere unesperienza
un rapporto di fascinazione: li sedusse, li unica, che tuffava le radici in una sostanza
incant, non li lasci dormire, trasforman- oscura, che non aveva paragoni con nulla
doli nelle piccole e grandi abitudini del di ci che offriva la storia della letteratura.
pensiero e della vita. Capiva che non Cos un elemento religioso, anche se non
avrebbe pubblicato soltanto capolavori: incanalato in nessuna delle religioni esi-
ma non sopportava che qualcuno dei suoi stenti, costituiva la base e il fondamento
libri suscitasse tedio; tutti belli o brutti dei libri che Calasso amava. In ogni an-
che fossero dovevano brillare, provocare, golo della nostra esperienza scriveva noi
eccitare. Con larte dei risvolti e delle co- siamo in contatto con cose che sfuggono al
pertine, con molti accorgimenti e trovate, controllo del nostro io, e proprio nellam-
voleva suscitare uno stesso clima, uno bito di ci che al di l del nostro con-
stesso profumo; come quello, diceva Don trollo, si trova quel che per noi pi im-
Chisciotte, che si respira nelle botteghe dei portante ed essenziale.
pi squisiti guantai. I saggi contenuti nella parte pi recente
Cos egli pretendeva di pubblicare non del libro sembrano avvolti da una specie di
molti libri senza rapporto tra loro, ma un ombra. Calasso osserva che, col passare
solo libro, un immenso serpente di libri, degli anni, via via che il XX secolo si spe-
anelli di una sola catena, che si risponde- gneva nel XXI, la fisionomia delle case edi-
vano luno con laltro, e avanzavano le trici andava dissolvendosi: oggi sembrano
stesse domande e le stesse risposte, o do- tutte, o quasi tutte, parti di una scolorita e
mande e risposte che si assomigliavano. monotona impresa. Al di dentro di ogni
Un libro insisteva Calasso che com- gruppo editoriale, la figura del vero e pro-
prende in s molti generi, molti stili, molte prio editore, che ha sempre affascinato
epoche, ma dove si continua a procedere limmaginazione di Calasso, tende a scom-
con naturalezza, aspettando sempre un parire, sostituita dal cosiddetto manager,
nuovo capitolo, che ogni volta di un altro che si preoccupa (spesso inutilmente) di
autore. Un libro perverso e polimorfo, stampare libri che si vendono. Intanto
dove si mira alla poikilia, alla variegatezza, Adelphi ha perduto il brillio degli anni Set-
ma dove gli autori mirano a sviluppare una tanta e Ottanta, quando pubblicava Roth,
sottile complicit, che magari avevano Kundera e la Ortese. Oggi, le novit sono

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Adelphi Editoria dallaltra parte

pi rare: mentre Adelphi moltiplica le ristampe e le Ha un ricordo. Quello di Aldo


riedizioni sempre eccellenti dei grandi classici del Manuzio, che, nel fiorire del-
Novecento, da Borges a Faulkner a Nabokov a Gadda. lUmanesimo, pubblic un ro-
Tutto ci , in un certo senso, fatale: mentre gli anni manzo di ignoto autore, scritto
passano, la letteratura di ogni paese sembra dormic- in una lingua composita, fatta
chiare e sonnecchiare, come se fosse spossata dallin- di italiano, latino e greco, con
credibile scoppio di immaginazione, geni e talenti, che meravigliose xilografie: la Hyp-
ha contrassegnato gli ultimi due secoli. nerotomachia Poliphili, il libro
Roberto Calasso non ha perduto le sue speranze. pi bello che sia stato stampato
Leditore, se solo volesse, se solo osasse egli scrive sino a oggi. Un giorno, qual-
avrebbe davanti a s potenzialit che un tempo non cuno potr sempre tentare di
sussistevano: imprese temerarie sono ancora possibili. uguagliarlo.

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50 anni di Adelphi
Antonio Gnoli, la Repubblica, 15 marzo 2013

Vado a trovare Roberto Calasso a Milano dopo aver ventunesimo compleanno, mag-
letto Limpronta delleditore: una raccolta di saggi, che gio 1962. Ci trovavamo nella villa
ha dentro alcune analisi sottili e pi di qualche ri- di Ernst Bernhard, sul lago di
cordo personale. un libro che colpisce per la forza Bracciano. Il nome Adelphi non
con cui scardina dallinterno il mondo delleditoria. cera ancora. Bazlen mi disse che
Dando vita a una storia parallela unica. Limpronta stava per nascere la casa editrice
personalissima, ma rimanda altres al marchio. E il dove avremmo potuto vedere
marchio Adelphi sta per compiere cinquantanni. pubblicati i libri pi importanti
Dopo circa due ore di conversazione nel suo studio per noi. E mi diede subito qual-
in casa editrice, Roberto Calasso si gira verso la parete cosa da leggere.
di libri che ha alle spalle ed estrae un volume. Lo fa
con una certa sorpresa, esclamando un ma tu guarda Quali erano i libri che Bazlen aveva
dovera finito!. In copertina un disegno di Koko- in mente?
schka ritrae Adolf Loos. una biografia che Claire Quando parlava dei libri che gli
Loos scrisse con lintento di tirare su un po di soldi premevano di pi, Bazlen li chia-
per la tomba del marito. Un libro delizioso, ricco di mava i libri unici.
fotografie e di piccoli fatti. Diceva Josphine Baker
che Adolf Loos era il miglior ballerino di charleston Unici in che senso?
in tutta Parigi. Sublime aneddotica che esce fuori da Scritti da chi, per una ragione
un gesto casuale come quello di ritrovare senza vo- o per laltra, aveva attraversato
lerlo un libro creduto perso. unesperienza unica, che si era de-
positata in un libro. Lesempio pi
Quando nacque la casa editrice? eloquente fu in questo senso il ro-
Posso dire il giorno preciso in cui Bazlen me ne manzo di Alfred Kubin Laltra parte.
parl per la prima volta, perch era quello del mio Un libro che nasceva da un delirio
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Adelphi Editoria dallaltra parte

durato alcuni mesi. Nulla di simile Kubin ragioni: l che si sono addensate, in tutti i
aveva scritto prima, n scriver dopo. Il ro- campi, dalla letteratura alla scienza, alla psi-
manzo usc nel 1965 e inaugur insieme a coanalisi, allarte, alcune scoperte centrali di
Padre e figlio di Edmund Gosse e al Mano- cui viviamo ancora. E non credo che siamo
scritto trovato a Saragozza di Potocki la Biblio- andati molto avanti rispetto ad allora.
teca Adelphi.
Ma perch proprio Roth e penso a Fuga senza
Da allora a oggi la collana ha pubblicato oltre sei- fine divent uno dei punti di riferimento per i
cento titoli. E solo a ripercorrerla mentalmente si giovani di allora?
nota una certa sconnessione. Perch grazie a lui scoprirono, limpida-
In un primo momento ci fu qualche scon- mente tracciato sulla pagina, il caos, il sov-
certo. Alcuni non capivano che cosa tenesse vertimento, lo scompiglio mentale che poi
insieme un testo tibetano, un libro popolare lo stato cronico in cui il mondo si trova da
di etologia, un trattato sul Teatro N, un allora.
libro vittoriano di memorie familiari. Erano
libri come meteore. Poi, col tempo, la situa- NellImpronta delleditore definisce il Nove-
zione si rovesci. Oggi le connessioni e le cento il secolo delleditoria. Perch?
tensioni percepibili fra i titoli della Biblio- Certamente stato un secolo di grande
teca sono pi fitte e pi forti che in qualsiasi editoria, ben pi dellOttocento. Tra la fine
altra collana editoriale. Questo fu capito da dellOttocento e gli anni Trenta del Nove-
molti lettori, che sapevano di trovare qui cento, figure come Kurt Wolff, Gaston Gal-
molte sorprese attraenti e affini. Cos la con- limard, Alfred Vallette, Ernst Rowohlt, Allen
nessione divenne un punto di forza. Lane, James Laughlin, Samuel Fischer
hanno inventato profili nuovi per leditoria
Fissiamo qualche dettaglio. Nei primi anni lAdel- in genere. Con loro ha inizio, spesso in una
phi fa dei bei libri ma prevale la sensazione di una stretta cerchia di amici, un gusto, un modo
raffinatezza fine a s stessa: un piccolo club per di intendere e di giudicare che prima non
pochi eletti. Poi, verso la met degli anni Settanta, esisteva.
la svolta. Improvvisamente si accendono i riflet-
tori su un autore che avevate cominciato a pub- Sono figure che spesso oscillano tra lazzardo, il
blicare: Joseph Roth. rischio e la seduzione.
Non so che cosa possa voler dire raffina- un mestiere pericoloso, dove facilis-
tezza fine a s stessa e certamente si tratta simo perdere soldi.
di una categoria che solo i pi stolidi avreb- Ma dove ci si pu anche molto divertire.
bero potuto applicare ad Artaud, Milarepa
o santIgnazio. vero per che, intorno a Jo- Tra le figure di primo piano delleditoria del No-
seph Roth, ma anche a Hofmannsthal, vecento lei ha inserito Giulio Einaudi.
Kraus, Schnitzler, si cristallizz una passione stato uno dei grandi editori europei e
nei lettori: scoprivano una parola magica, anche quello con il quale ci siamo trovati in
Mitteleuropa, e in particolare la Vienna dei evidente contrasto. Una situazione che ha
primi trentanni del Novecento. Con buone fatto molto bene a entrambe le parti. Ed

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Oblique Studio

A dividervi ci fu anche ledizione


Nietzsche.
Non ci fu nessuna contesa. Ei-
naudi aveva capito che pubblicare
qualcosa di Nietzsche era una
buona idea. Ma dovette, diciamo
per ragioni di Stato, tornare sui
suoi passi. Gli apparve chiaro che
ledizione critica di Nietzsche vo-
luta da Colli e Montinari avrebbe
cambiato radicalmente la sua casa
editrice. Mentre Luciano Fo cap
subito che ledizione di Nietzsche
sarebbe diventata lasse di Adelphi.

Se il Novecento stato il grande secolo


del libro cartaceo, il nostro rischia di
rappresentarne la tomba. Come inter-
preta quello che sta accadendo?
Tuttora esistono editori intelli-
genti che fanno libri meglio che
possono. Certo, il clima intellettuale
non mi sembra memorabile. Fa spa-
vento confrontare ci che accadde
negli anni 1900-1913 con quanto
successo tra il 2000 e il 2013.

Eppure c la medesima impetuosa ra-


dicalit con cui il nuovo si presentava
particolarmente triste constatare che oggi non c allora.
quasi pi nulla con cui contrastare. Quello che si nota la macro-
scopicit dei fatti che avvengono
In che cosa fu grande? e una palese incapacit di elabo-
Nel capire la situazione particolarmente favore- rarli e assorbirli. Imponenti e in-
vole che esplose dopo il 1945, con lItalia liberale e di vadenti, questi fatti non hanno
sinistra, oscillante tra Croce e Amendola. Einaudi riu- trovato finora un corrispettivo
sc in un brillante gioco di prestigio: essere protettivo sulla pagina. Negli anni Quaranta,
verso il Pci e intanto farsi proteggere dal partito. LEi- Auden parlava di Et dellAnsia.
naudi fu la forma pi alta del sovietismo europeo. Oggi parlerei di Et dellInconsi-
Adelphi invece con il sovietismo non ha mai avuto a stenza. questo il carattere domi-
che fare. nante, ovunque intorno a noi. E in

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Adelphi Editoria dallaltra parte

Italia con particolare evidenza. Comunque, se oggi uno Zhuang-zi che affannarsi sui ma-
fa leditore e vuole continuare, non mancano certo le nuali di filosofia. Comunque, i
cose anche enormi da pubblicare. Ma bisogna eser- generi adelphiani sono variegati.
citare locchio. Non credo, per esempio, che
molti ragazzi di oggi conoscano
C qualcosa che la preoccupa nella situazione attuale? quello stupendo romanzo di Ed-
Pi che gli ebook e il self-publishing, che sono so- ward Dahlberg che si chiama Poi-
prattutto oggetto di tediosissime tavole rotonde, il mio ch ero carne. Dahlberg lunico
cruccio che certi libri tendono a sparire dalle librerie, americano del secolo scorso che
se non hanno vendite costanti, semplicemente perch abbia immesso nella sua prosa
il libraio non ha lo spazio per esporli. Cos un ragazzo lincanto dei grandi classici greci
di diciotto anni ha molte probabilit di non avere mai e latini, riscoperti come da un
visto una copia di certi libri magnifici che hanno il di- barbaro. E poi consiglierei anche
fetto di essere usciti venti anni prima. E magari sono i le trascinanti memorie della re-
libri di cui pi avrebbe bisogno. gina del burlesque Gypsy Rose
Lee, libro che finora rimasto al-
Pu darci qualche esempio fra i libri Adelphi? linterno di una piccola cerchia
Parlavamo di Vienna e credo che non molti cono- (forse il solito club di raffi-
scano Alfred Polgar e le sue Piccole storie senza morale. nati?), o un racconto come Senza
Forse nessuno apparteneva cos intimamente alla fisio- domani di Vivant Denon, provo-
logia di quella citt, al suo ritmo, al suo respiro. Ma pos- cato da una scommessa: come
sono essere poco visibili anche libri che metterei fra i scrivere una storia altamente
dieci indispensabili per chiunque, come il Zhuang-zi, erotica senza usare parole inde-
uno dei tre grandi classici taoisti. pi utile leggere il centi. Scommessa vinta.
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Calasso su Adelphi,
filosofia di un editore
Il Messaggero, 30 marzo 2013

Leditoria, i libri, la letteratura sono un affresco che sta peso e importanza concatenandosi
sbiadendo sempre di pi. Presto non sapremo pi leg- uno con laltro, come una collana
gere cosa accaduto, qual la storia dei libri, perch i preziosa (e non un caso che in
libri sono stampati in un certo modo e perch ha an- editoria i libri che escono fanno
cora un senso cercarli, persino leggerli. Per molti anni parte di collane).
ho vissuto in una casa letteralmente foderata di libri, Il pregio di questo libro pro-
erano pi di diecimila. Ogni tanto qualche giornalista prio nella capacit di Calasso di te-
veniva a farmi unintervista e mi chiedeva: li ha letti nere un profilo neutro, di non au-
tutti?. E io rispondevo: Me ne mancano due. I libri tocelebrarsi, di non raccontare la
non sono soltanto lettura, non sono indispensabili solo sua avventura Adelphi come qual-
per essere letti, sono indispensabili perch sono pre- cosa di speciale e di meraviglioso.
senze interiori, sono qualcosa che ci accompagna e ci Ma di qualcosa di unico questo s.
spiega. Ci spiegano attraverso i testi, le copertine con Dove lunicit un valore a s e
le loro immagini, i formati, i colori, i dorsi. E capiamo molto importante.
molte cose anche dalle corrispondenze tra un libro e Non si fanno libri senza unicit,
laltro. Le case piene di libri hanno voci che bisogna non si pubblicano autori che non
saper sentire, perch i libri si parlano tra loro, e sono sanno di essere unici, e fanno
certo che qualche volta, senza che io possa spiegarmi qualcosa di irripetibile. Anche
come sia possibile, cambiano persino di posto. leditoria commerciale, anche
Roberto Calasso nellImpronta delleditore (Adelphi, quella di libri che diventeranno
164 pagine, 12 euro) racconta in parte questa storia e bestseller mantiene questa visio-
anche molte altre. Lo fa con una nettezza e una lucidit nariet. Il libro, anche se replicato
che lascia ammirati. Sia per chi come me conosce una in milioni e milioni di copie,
parte di quelle storie, sia per chi invece non ne sa nulla unico. E infatti parlando di un
e deve capire. Perch i libri sono unici, e prendono libro si dice: la mia copia. Dove la
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Adelphi Editoria dallaltra parte

copia non mai una copia soltanto, quello che si Calasso a un certo punto di
visto, quello che si letto, quello che si stati e quello questo suo saggio dice che nessun
che saremo. Belli e pungenti certi ritratti di Calasso. So- editore stampa libri soltanto per
prattutto quello rispettoso ma dissenziente verso Giulio guadagnare denaro. assoluta-
Einaudi. O verso certo conformismo di sinistra del no- mente vero. Chi ha conosciuto gli
stro paese. Bravo nel mettere la parola fine a tutte le ac- editori, anche quelli meno esi-
cuse che nei decenni sono state rivolte alla sua casa edi- genti dal punto di vista culturale,
trice: la Adelphi. Considerata da un lato troppo snob, e sa che dentro di loro c sempre
dallaltro troppo commerciale. E accusata ancora di pi un sogno di qualit. Una speranza
di essere riuscita a essere la pi snob e la pi commer- che i libri possano sostituirsi al
ciale al tempo stesso. In realt, come racconta bene Ca- mondo e renderlo alla fine pi
lasso nel libro, Adelphi lontana da qualsiasi snobismo tollerabile. Per questo il mestiere
editoriale, e anche da qualsiasi mira commerciale. Ma di editore rimasto, nonostante
soltanto una parete di montagna che ogni lettore af- tutto, uno degli ultimi mestieri ro-
fronta in una maniera diversa. Come racconta Ren mantici. Se la parola romantico ha
Daumal nel Monte Analogo, uno dei libri Adelphi che ancora un senso. E forse anche tra
hanno fatto la casa editrice, il punto guardare le cose i pi divertenti che ci siano. Sco-
dallalto, per poi ridiscendere, ricordando quel che si prire libri e autori ancora qual-
visto dallalto. cosa di irresistibile e irrinuncia-
La logica di una casa editrice preparare le vie fer- bile. Perch, come diceva Borges
rate per poter salire. Senza chiedersi chi lo far, chi ne (autore Adelphi) tutte le cose del
pi degno, chi rischia di cadere gi perch non pre- mondo finiscono in una citazione
parato fisicamente. o in un libro. Ed proprio vero.

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Buddha Calasso
Mario Fortunato, lEspresso, 4 aprile 2013

Se vero che larte editoriale cio larte di essere au- che non solo razionale, e insomma
tore non di un solo libro, bens di tutti i libri che com- mercantile, ma direi estetica. In lui,
pongono un catalogo in seria difficolt non a causa il mestiere e il compito primo di chi
di internet ma per la vasta idiozia dei manager che og- pubblica testi non ovviamente
gid lo opprimono, consiglio ai suddetti (tanto fatui commerciale n di alta pedagogia
quanto ben stipendiati in Italia) di studiare con obiet- (come in Einaudi, unico italiano
tivo costrutto Limpronta delleditore di Roberto Calasso menzionato al di fuori dellespe-
(Adelphi, pp 164, 12 euro). E non solo: il volumetto rienza adelphiana, in una schiera di
costituito da una decina di scritti nati in tempi e occa- pochi altri, Straus, Suhrkamp, Dimi-
sioni diverse, ma fortemente unitario grazie al pen- trijevic), ma casomai di dare luogo a
siero che lo presiede dovrebbe essere lettura obbli- una forma che contenga e ridefi-
gatoria anche per i cosiddetti editori, nonch i librai e nisca la serie dei libri unici offerti
insomma tutta la catena che conduce un testo sui ban- al lettore. Unultima osservazione: le
chi (reali o virtuali) del venditore. pagine di Calasso rivelano un lato
Oltre che anima della casa editrice che lo pubblica, spiritoso, o buddhista, dellautore;
Calasso grazie al cielo uno scrittore. Perci le sue ri- elemento che restituisce al libro la
flessioni di storia e ontologia editoriale sono in pari necessaria levitas per affrontare un
tempo di cocente utilit e illuminate da unintelligenza argomento altrimenti grave.
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Apologia delleditore
Cesare De Michelis, Domenica del Sole 24 Ore, 7 aprile 2013

Difficile leggere unapologia delleditore pi appassio- Adelphi cominci nel 1962 con
nata e convinta di quella che Roberto Calasso affida una collana di Classici, stampati
alla propria sapiente scrittura nel libro Limpronta del- magistralmente e costosamente da
leditore, che esce in questi giorni, ricordando i primi Giovanni Mardersteig a Verona
cinquantanni di Adelphi: certo prima di tutto ci sono con una copertina di carta vergata
i libri, anzi i libri unici, che il fiuto di Roberto Bazlen illibatamente bianca, nella quale
riusciva a scovare nei pi trascurati anfratti della ster- apparve, nel corso degli anni, ledi-
minata biblioteca della modernit europea, testimo- zione criticamente curata di tutto
nianze di avventure esistenziali che potevano persino Nietzsche, a segnare la distanza
prescindere dalla volont di diventare letteratura, ri- che avrebbe separato la nuova casa
schiando anche di non diventare mai libri, ma non editrice dalla lezione ideologica e
dallurgenza di affidarsi alla inequivocabile evidenza pedagogica einaudiana, da una co-
della scrittura; subito dopo, per, altrettanto decisiva stola della quale essa era pur nata,
ed essenziale, veniva la scelta delleditore e la sua de- prediligendo, tuttavia, una cultura
cisione di pubblicarli, dando loro una veste una co- irrazionale, se non addirittura
pertina, una collana, un risvolto e un destino una decadente, e uninvenzione ine-
destinazione sui banchi o nelle vetrine dei librai, quivocabilmente fantastica: i
dove avrebbero finalmente incontrato i loro lettori. suggerimenti di Bazlen, che Ca-
La filiera editoriale inizia con la scoperta e la scelta lasso incontr nel maggio del 62 a
e poi si sviluppa lineare e conseguente, tappa dopo Bracciano, nella villa di Bernhard,
tappa, fino alle mani e agli occhi di chi, incontrando il alimentarono, oltre la sua stessa
libro, anche casualmente, lo far proprio per sempre: morte (luglio 1965), la collana pi
di questo percorso leditore al tempo stesso lartefice eccentrica e originale, quella Bi-
e la guida, il responsabile di tutte le scelte, del successo blioteca Adelphi che insieme alla
o dellinsuccesso, della durata dei libri nel tempo. Piccola Biblioteca divenne il cen-
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Oblique Studio

Calasso descrive il catalogo


editoriale come una partitura sin-
fonica, nella quale archi, fiati e
percussioni stanno insieme armo-
nicamente, ma guarda con sgo-
mento e orrore laffermarsi della
rete, dove nulla si perde e tutto
condannato a sussistere, e a ogni
libro sar, dunque, negata la possi-
bilit di unesistenza separata, so-
litaria e autosufficiente, ridotto a
parte di un solo testo sconfinato,
il libro unico del mondo.
Lo scenario futuribile e per Ca-
lasso inequivocabilmente catastro-
fico, esattamente come per i copisti
alla fine del Quattrocento, mentre
nasceva la civilt del libro, che ma-
ledivano lorribile stampa meretrix,
che avrebbe per sempre offuscato i
cieli della sapienza e della bellezza
(per i quali vedi lomonimo libro
edito nel 2011 da Marsilio), e a esso
riserva solo una geremiade di de-
precazioni, prevedendo imminente
la cancellazione della funzione
stessa delleditore, che a lui, invece,
appare pi di tutte irrinunciabile.
Naturalmente Calasso vede luci-
damente i rischi impliciti nella bi-
tro ideale dellintero catalogo, ormai contando in- blioteca universale analogica e digi-
sieme ben pi di mille titoli. talizzata, riconosce la drammatica
La vena pi generosa da cui Adelphi attinse fu contiguit tra il tutto omologato in
quella della Grande Vienna, dove i generi pi diversi una standardizzazione senza qualit
convivevano senza confliggere, e pi di ogni altro e il nulla che lo sovrasta minaccioso,
spiccava il talento di Joseph Roth, del quale, contrad- cancellando i caratteri individuali e
dicendo la linea fondante dei libri unici, si stampa- originali di ogni testo, e con essi
rono, uno dopo laltro, tutti i romanzi e racconti, loggetto che li incarna: il libro.
come poi avvenne anche per Blixen, Borges, Nabo- La questione fondamentale che
kov, Maugham, Simenon, e, tra gli italiani, Sciascia, Calasso solleva senza dubbio
Parise e Savinio. quella del copyright, diventato

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Adelphi Editoria dallaltra parte

Il pantheon novecentesco
degli editori non dominato
dalla grandezza dei numeri, n
dalla misura delle tirature, ma
dalla determinazione con la
quale i migliori provarono a
spostare la soglia del pubblica-
bile, includendo fra le cose fatti-
bili molto di ci che al momento
escluso: non casuale che
molti di essi, probabilmente i
migliori, cominciarono dando
vita a una rivista letteraria, come
in Europa Die Insel, La Nouvelle
Revue Franaise, o il Mercure de
France, e in Italia La Voce, Gobetti,
o Solaria e, in fondo, lo stesso Ei-
naudi. Lobiettivo di tutti era
semplice, come sempre luovo
di Colombo: si trattava di racco-
gliere i testi di una letteratura
senza qualificativi, che sia pen-
siero, che sia indagine, che sia
oro e non tolla e, facendo pro-
prio il proposito di Debussy
quando componeva la sua mu-
bersaglio di una devastante polemica che, mentre ri- sica, di faire plaisir, raccogliendo
vendica una sfrenata libert contro qualsiasi pro- attorno a s la trib di quei let-
priet, nei fatti manifesta uno sprezzante disinteresse tori che sono animati dalla me-
per ogni autorialit, azzerando la differenza tra opera desima curiosit. Leditoria se-
e comunicazione, fra autore e generico digitante, e condo Calasso , insomma, assai
conseguentemente mina alla radice lintero sistema pi unarte che unindustria, una
editoriale, che si venuto consolidando nel corso dei missione che un progetto, un di-
secoli e che non pu essere ridotto alla sua parodia vertimento che una professione:
mercantilistica, secondo la quale contano soltanto i nu- non so se tutto questo possa sul
meri della diffusione e del fatturato, mentre ogni casa serio essere vero, ma sono certo
editrice deve essere concepita prima di tutto come che molto, molto bello, e,
forma e, cio, come una composizione autosuffi- quindi, conserviamolo intatto,
ciente e retta da una alta compatibilit fisiologica fra teniamocelo il pi vicino possi-
tutte le sue parti, per poter, alla fine, possedere la bile, perch conforta e consola in
forza del marchio. tempi per altro assai grami.

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Funzione strategica del non detto


Mariarosa Bricchi, Alias del manifesto, 14 aprile 2013

Parole chiave: irrazionale, unico, grazia, pia- Anche il definire per opposi-
cere, affinit. Il racconto che Roberto Calasso ci fa zione unattitudine costante, che
della sua idea di editoria e della sua casa editrice, Adel- innerva ogni pagina (Ma certo
phi, nel libretto Limpronta delleditore (Adelphi, pp 164, che, per quanto riguarda Adelphi,
12 euro) si fonda su due strumenti conoscitivi, linvo- venne applicato sempre un si-
cazione dellineffabilit e la descrizione di ci che non stema opposto). Lantitesi, si sa,
. Non saper dire, o dire per antitesi. Inafferrabile, implica una corrispondenza, il suo
prima di tutto, appare la ratio delle scelte che hanno fondamento sintattico nella co-
plasmato Adelphi: costellano le pagine, fitte al limite ordinazione. Appare cos, anche
della provocazione, dichiarazioni come: per ragioni per via retorica, un dato chiave:
non facilmente decifrabili; Non era chiarissimo lorigine, la storia, lidentit di
(cosa teneva insieme i libri); Non avrei saputo dire Adelphi si determinano (anche)
perch (una certa immagine di copertina era adatta a per opposizione a un antagonista
un certo libro). Affermazioni in linea con la difesa, in che pi esplicito non si potrebbe:
apertura di libro, del principio di irrazionalit, che di- Adelphi lanti-Einaudi.
venta cos il timone di un percorso che si presenta, per I caratteri delle due case editrici
paradosso, come storia dellirraccontabile. sfilano in coppie oppositive: razio-
Non il gomitolo aggrovigliatissimo di cause e con- nale vs (appunto) irrazionale; luci-
cause che don Ciccio Ingravallo ci ha insegnato a ri- dit vs indeterminatezza; progetto
conoscere dentro le cose del mondo. piuttosto lesal- vs gusto; tensione pedagogica vs
tazione dellintuito, forse del genio (parola che Calasso piacere come fine ultimo (il faire
non usa), della grazia che Luciano Fo cercava nei libri plaisir che intitola uno dei para-
e nelle persone: tutti modi diversi di chiamare lim- grafi del libretto); culto della colla-
pronta delleditore, la zampata di chi per primo legge, nologia vs libri unici. E cos via.
riconosce, sceglie, rifiuta, interpreta un libro. Persino i padri fondatori, prima
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Adelphi Editoria dallaltra parte

ancora che per inconciliabili attitudini, si di- sistema abilissimo di sottintesi, suggerendo
stinguono nel numero: alla popolata squadra che solo i libri di qualit entravano nel cata-
einaudiana corrispondono due soli nomi logo Adelphi e, viceversa, che apparire sotto
adelphiani, Bazlen e Fo (il secondo con tra- il marchio Adelphi era di per s garanzia di
scorsi einaudiani). Giulio Einaudi, il grande qualit. Puntare sul non detto, in termini di
antimodello, era aureolato di padri e di figli; marketing, ha pagato. Dunque la strategia
Calasso, qui, riconosce due soli padri, e nes- delle omissioni che lusingano e promettono,
sun figlio: il disegno degli alberi genealogici dei mezzi silenzi, del raccontare s, ma non
parlante, e questi non potrebbero essere troppo, va conservata.
pi diversi. Laltro tratto forte del libro il suo retro-
La galleria dei ritratti non a caso la se- gusto di arringa, di apologia. La parola ro-
zione centrale del libro degli antenati, dei tonda, il cruccio fuggevole sulle incompren-
nemici, degli amici, presiede dunque allau- sioni del passato, gli attimi di gioco in difesa
toritratto delleditore; e al ritratto della casa dicono anche di un bisogno di puntualiz-
editrice, oggi cinquantenne. La celebra- zare. Calasso potrebbe rivolgersi, come altri
zione, nella forma retoricamente obliqua di fanno, contro la calata delleditoria digitale.
cui si detto, non manca (e limpresa la me- Non cos. Le poche pagine dedicate al
rita). Ma c dellaltro, che attira lattenzione. tema sono tra le meno intense, ed comun-
Due tratti, su tutti: i silenzi e il gioco in di- que evidente che lautore milita in un partito
fesa. Lautore rinuncia per esempio a discu- che, con gli ebook, intrattiene un solo rap-
tere la convivenza di orientamenti editoriali, porto, di infastidita estraneit. Invece ecco
se non inconciliabili, certo estranei luno una chiave di lettura Calasso parla agli an-
allaltro: libri pubblicati senza alcun tipo di tipatizzanti. Ai distratti. A chi non ha colto,
apparato da un lato, edizioni filologica- fin dallinizio, la compattezza, la coesione
mente attrezzate dallaltro. Adelphi, fondata interna del catalogo. Il fine rendere evi-
sin dagli inizi sulla scelta ardita, e discussa, dente la coerenza di un insieme che da un
di ostendere i libri liberi, entro certi limiti, lato fugge lidea di progetto, dallaltro vive di
da mediazioni interpretative e persino da in- un reticolo di connessioni.
quadramenti storici, anche, oggi e da sem- I libri del catalogo Adelphi sono, devono
pre, la sede di imprese filologiche impor- essere (pena lo spauracchio della casualit
tanti (si pensi, per il Novecento italiano, alle estetizzante) solitari e insieme sociali, unici
edizioni di Gadda e di Manganelli). e insieme parte di un tessuto dalla trama fit-
Contraddizione? Spartizione del catalogo tissima. qui che si gioca la partita vera, in
tra concezioni antagoniste? Pi ragionevol- questo equilibrio tra linsistere sullinespli-
mente, scelte frutto di considerazione e va- cabilit razionale delle scelte e la tensione a
glio. Ma di queste valutazioni, dei percorsi illuminarne il disegno profondo. Come i
che hanno guidato a puntare sullalone del veri eccentrici, la cui solitudine non pu che
sottinteso oppure a dare spazio alle curatele, essere popolata, cos i libri come li racconta
nel libro di Calasso non c traccia. La curio- il loro editore sono insieme slegati e dipen-
sit resta aperta, e non per caso. In fondo denti, oggetti alonati di singolarit e atomi
Adelphi ha avuto successo anche grazie a un dalla ricca valenza combinatoria.

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Oblique Studio

Tra detto e non detto, la scommessa dunque am- e discorsi che appartengono alla lin-
biziosa, anche se il libretto, di nuovo ha, in realt, una gua editoriale, nella ricchezza e
decina di pagine. Il resto era gi apparso in altre sedi, complessit della sua tradizione, su
e quindi pi o meno noto a chi segue i contributi sul oggetti che non sono libri, destinati
tema. Poco male, in fondo: la lettura dellinsieme re- a un pubblico di non lettori. Qui no.
gala accensioni di piacere. Perch lautore scrive molto Stile, tratto, quel certo fastidioso bi-
bene; perch se hai preso in mano un libro del genere sogno: tutto parla di sovrabbon-
ovvio che il fascino strano delleditoria lo subisci gi; danza di civilizzazione; di unalter-
perch un libro libresco, che trasuda familiarit fa- nativa, personalissima ma ancora
ziosa con la lettura; perch un libro che parla di edi- possibile, alle mille declinazioni
toria vera, scritto da un editore che parte di una ari- della barbarie editoriale. Debolezze
stocrazia professionale europea (i modelli, gli amici e e grandezze di una lunga stagione di
i nemici di cui si diceva) che oggi si va assottigliando storia del libro qui si trovano tutte,
per ragioni anagrafiche. e si leggono con gusto e con indu-
Ci sono stati, ci sono ogni giorno, momenti in cui ledi- gio, come si passeggia in una casa
toria recita s stessa, incolla comportamenti, atteggiamenti che si sta per lasciare.

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Il demone del libro


Alfonso Berardinelli, Il Foglio, 27 aprile 2013

Quando Roberto Calasso si produce in sapienze ini- la possibilit e i vantaggi di essere


ziatiche, metafisiche e mitologiche lascia perplessi per uomini poststorici. Ora che ci
diverse ragioni: perch non sembrano materia adatta parla con assoluta passione pratica,
alla narrativa n alla saggistica occidentali moderne; artigianale, artistica di editoria li-
perch non si riesce facilmente a credere nella sua au- braria, Calasso mostra invece un
torit e competenza; perch non si vede esattamente altissimo grado di coscienza storica
il motivo di una tale esibizione erudita in campi in cui e di cosa ci pu capitare in quanto
lerudizione, per quanto ardente, non conta poi molto. esseri produttori di storia, esseri
Ma quando Calasso, editore geniale e attore di sin- che della nostra storia, come di una
golare originalit, parla di editoria, allora le cose cam- seconda natura, siamo giudici e
biano. Bench sia un piccolo libro che raccoglie arti- vittime.
coli, ritratti e discorsi occasionali, Limpronta delleditore Una delle frasi pi belle e me-
(Adelphi, 164 pagine, 12 euro) non affatto un pro- morabili di questo libro la se-
dotto minore e marginale. un saggio nitido, vigo- guente: Ci sono cose che scompa-
roso, severo e affabile di critica della cultura. Le sue iono senza quasi farsi notare. E
idee e i suoi umori (molto espliciti, per fortuna) pos- talvolta sono cose essenziali (p.
sono essere pi o meno condivisi (io li condivido, 158). una frase di illuminata ma-
anche se con una cognizione di causa incomparabil- linconia. Ci parla di come la furia
mente pi scarsa): ma sono umori e idee che toccano dello sparire sia divorante e temi-
un punto nevralgico della nostra vita mentale, del no- bile nelle vicende storiche, non
stro rapporto con i libri, con la lettura e la scrittura, la meno temibile della folle mania di
memoria, lattenzione, il gusto, la forma della nostra mettere in memoria e di conser-
socialit e interiorit. vare tutto nella polvere tossica dei
Mi pare che in diverse occasioni, in polemica con gli nostri archivi; di qualunque natura
storicismi e la stessa idea di storia, Calasso abbia lodato tecnica siano.
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Oblique Studio

Anche archiviare far sparire. La vera me- umane. Linterpretazione che d Calasso del
moria vitale ha un solo organo: la mente, la suo maestro Bobi Bazlen come mago e scia-
psiche e il corpo umano, luso degli occhi e mano culturale, genio editoriale e motore
delle mani, il rapporto fra spazi, tempi e cau- immobile alle origini dellAdelphi, unin-
salit fisica. I testi, i tessuti di parole, la loro terpretazione mitologica, una mitografia
stabilit e la loro ripetizione, sono una stoffa, fondamentale nella sua vita. Ma di mitogra-
uno strato della vita mentale e sociale. fie abbiamo bisogno, nessuno ne fa a meno.
Quando mutano le tecniche e i riti, i tempi e Limpronta delleditore un libro mitogra-
gli spazi, la materia della scrittura e della let- fico a proposito di libri e di editori. Il primo
tura, cambiano anche gli esseri umani, corpo capitolo fonda il mito e si intitola I libri unici.
e anima: perch nel mondo sublunare Mito magnifico e discutibile. Per delinearlo
lanima corpo. Ogni smaterializzazione del Calasso fa miracoli, esegue qualche incredi-
mondo fisico, per gli esseri incarnati che bile acrobazia e mi sembra che, nello spirito
siamo, non certo sublimazione ma perver- di un propagandista e di un innamorato,
sione spirituale. offra dellAdelphi unimmagine che an-
Si parla di tutto questo quando si parla di drebbe ritoccata e corretta.
forme e tecniche editoriali. E Calasso parla Che cosa sono i libri unici? La casa edi-
di questo nel momento in cui la storia gu- trice di Bazlen, Luciano Fo e Calasso fatta
tenberghiana delleditoria potrebbe conclu- solo di libri unici? , una tale cosa, umana-
dersi. In questo caso, diventare poststorici mente, editorialmente possibile? La solen-
non credo che sarebbe un buon affare. La nit biblica dellincipit gi un segnale: Al-
trasformazione della forma libro, dei sup- linizio si parlava di libri unici. Adelphi non
porti materiali e tecnici della cultura del aveva ancora trovato il suo nome. Cerano
libro, il declino delleditoria come forma e solo pochi dati sicuri: ledizione critica di
come genere letterario, delleditoria che ap- Nietzsche, che bastava da sola a orientare
passiona Calasso, ci fa entrare in un futuro tutto il resto. E poi una collana di Classici,
nel quale scompariranno senza quasi farsi impostata su criteri non poco ambiziosi: fare
notare alcune cose essenziali, di cui bene quello che in precedenza era stato fatto
siamo vissuti negli ultimi cinque secoli. Di meno bene e fare per la prima volta quello
queste cose i cosiddetti nativi digitali, va- che prima era stato ignorato. Sarebbero stati
riante antropologica nuova, non sanno stampati da Mardersteig, come anche il
niente o poco, mentre Calasso sa molto. Nietzsche. Allora ci sembrava normale, quasi
Lazzeramento di uninvenzione come il doveroso. Oggi sarebbe inconcepibile (costi
libro pu annunciare sventure del cervello decuplicati, ecc.). Ci piaceva che quei libri
umano gi ora prevedibili. fossero affidati allultimo dei grandi stampa-
Forse proprio a partire dal lavoro di edi- tori classici. Ma ancor di pi ci piaceva che
tore, un editore che vuole lasciare la sua im- quel maestro della tipografia avesse lavorato
pronta in ogni libro che pubblica, si capisce a lungo con Kurt Wolff, leditore di Kafka.
meglio la passione di Calasso per le culture Allinizio, dunque, due ispiratori, Nietz-
premoderne e orientali, per i miti, i riti, i sche e Kafka. Sar una provocazione chiedere
simbolismi, i dati originari delle culture o chiedersi che cosa avessero in comune quei

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Adelphi Editoria dallaltra parte

due? Due eroi, due martiri, due spiriti supe- formule che uso bisognerebbe scrivere al-
riori? Il profeta dellOltreuomo e il cronista meno un libro, se non due. Per fortuna sto
del Sottouomo? vero che lUomo Medio scrivendo solo un articolo e posso prendermi
un mostro della socializzazione moderna, la libert di suggerire che in unaltra delle
ma i mostri si incontrano anche agli estremi, idee centrali di Calasso editore, lidea del-
nellassoluto dominatore e nellassoluta vit- lamicizia o complicit fra gli autori pub-
tima. Per pensare in grande e fino in blicati e pubblicabili dallAdelphi, c qual-
fondo (questa lidea adelphiana) neces- cosa che non funziona. Se sbaglio a notare la
sario guardare agli estremi, contemplare con scarsa amicizia e complicit fra il martello fi-
intrepido coraggio cosa diventa lumano al losofico di Nietzsche e la mano disarmata di
suo confine e al suo limite. Kafka, perch Calasso mi porta allerrore.
In Italia ricorda Calasso dominava an- Pretende che ci siano legami poco visibili ma
cora una cultura dove lepiteto irrazionale necessari, fisiologici, direbbe lui, fra autori
implicava la pi severa condanna. E caposti- che si leggono invece come incompatibili.
pite di ogni irrazionale non poteva che es- Ma ci sono incompatibilit irrimediabili che
sere Nietzsche. Per il resto, sotto letichetta di nessun editore mago o demiurgo o veggente
quellincongrua parola, disutile al pensiero, potrebbe obliterare. Di queste incompatibi-
si trovava di tutto. E si trovava anche una lit mi sembra che nellAdelphi ce ne siano
vasta parte dellessenziale. Che spesso non diverse. Quelle per esempio fra lo stesso
aveva ancora trovato accesso alleditoria ita- Nietzsche e Simone Weil (che disse di non
liana, anche e soprattutto per via di quel poterlo avvicinare), fra lesprit di Karl Kraus e
marchio infamante. la pesanteur di Martin Heidegger, fra la poli-
Lorigine fu perci polemica. Si voleva ri- tica e la societ secondo Carl Schmitt, teorico
mediare a una rimozione, a una censura, a della Fhrung hitleriana, e quelle secondo
una mediocrit, a unideologia della sinistra Isaiah Berlin, seguace di Tolstoj e di Alek-
che aveva segnato unepoca e che poteva sandr Herzen. Va bene accettare, esplorare il
riassumersi nel nome di Lukcs, filosofo e conflitto e la contraddizione, ma perch
critico marxista, che credendo di superarle chiamarli complicit?
aveva tradito le visioni racchiuse nel suo ca- Convinto di certe incompatibilit e oppo-
polavoro giovanile, Lanima e le forme. sizioni (potrebbe mai lAdelphi pubblicare
Una delle cose che nella cultura Adelphi Gramsci?), sembra che Calasso si vieti di ve-
mi ha sempre convinto poco e a volte re- derne altre, non meno lampanti. Avrebbe
spinto, forse proprio l, in quellaccosta- potuto benissimo pubblicare Benjamin e
mento dello stile enfatico di Nietzsche con la Adorno, da cui da giovane ha imparato
totale refrattariet allenfasi dello stile di molto. Ma di nuovo avrebbe avuto il pro-
Kafka. Da un lato i gesti perentori della vo- blema di doverli trovare amici e complici di
lont (per quanto disperata) di Nietzsche. Heidegger e Schmitt, a cui furono esplicita-
Dallaltro (al contrario, allopposto) la non- mente avversi per le pi ovvie e pi meditate
volont di Kafka. ragioni, sia filosofiche che politiche.
Vedo bene che me la sto sbrigando con Insomma, Calasso, non meno che Giulio
troppa disinvoltura. Per illustrare le rozze Einaudi, stato un maestro di fascinazioni e

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Oblique Studio

ipnotismi. Einaudi, a detta di Calasso, ipno- culturale italiano, con i suoi professori un
tizz e sedusse il popolo dei suoi lettori con tempo einaudiani, va pazzo.
una pedagogia moralistica di sinistra. Ca- Sarebbe perci il caso di fare un po di sto-
lasso, dopo il declino storico della cultura Ei- ria e sociologia del mito Adelphi. E per esem-
naudi, ha ipnotizzato la sinistra inducendo in pio chiedersi: conquistando e ipnotizzando
essa uno snobismo che sarebbe difficile de- il popolo della sinistra con i suoi libri e le sue
finire, perch nelle teste di sinistra ha provo- belle copertine, la sinistra ha certamente
cato soprattutto una terribile confusione. perso, ma lAdelphi ha vinto? Direi: s e no.
Dopo laffinit fisiologica e la complicit, Produttivamente, commercialmente, s, e
un altro punto fermo nella descrizione che anche dal punto di vista, ormai, del comune
Calasso d dellAdelphi il piacere, il plaisir, concetto di eleganza: se in una qualunque
il divertimento, lo scoppiare a ridere, tutte pubblicit, in un film o in un telefilm deve
cose di cui il vero editore e un editore come comparire la copertina di un libro, sar im-
lui non pu fare a meno. Ora per mi sem- mancabilmente una copertina Adelphi.
bra che le cose che pi fanno scoppiare a ri- Questa casa editrice ha una storia, entrata
dere sono state le scelte filosofiche di Ca- nella storia della cultura italiana: cosa che ha
lasso, materializzate nella pubblicazione pi avuto delle conseguenze nellavvicendarsi
o meno completa e in speciali, solenni col- delle mode culturali e nelle oscillazioni del
lane, delle opere di Emanuele Severino e gusto. La prima Adelphi, quella aurorale in
Massimo Cacciari. ardua e polemica ascesa degli anni Sessanta e
Di filosofia italiana nellAdelphi non c Settanta, non quella dei decenni successivi,
quasi altro. una sorpresa, non bella. Perso- nei quali, per meriti intrinseci (reale qualit) e
nalmente trovo divertente leggere qualche per accidenti storici (declino dellEinaudi e
pagina di quei due filosofi. Li trovo diver- della sinistra, decadenza culturale degli altri
tenti perch involontariamente comici e ca- editori) lAdelphi ha conquistato e conservato
ricaturali nella loro foga iperfilosofica. Due un evidente primato. Ma che cosa ha portato
rimescolatori ossessivi, uno troppo logico la cultura Adelphi? Anzitutto, ovviamente, una
(decine di libri e un solo ragionamento: il di- quantit di ottimi autori che lincultura edito-
venire non lessere), laltro ipercitazionista riale ormai dilagante aveva dimenticato o
(sembra incapace di portare a termine una avrebbe ignorato: Auden e Bernhard, Savinio
frase senza appoggiarla a una formula greca, e Benn, Naipaul, Girard, Simenon Anche i
tedesca o latina). maggiori poeti contemporanei, Milosz, Brod-
Forse Giulio Einaudi non ha fatto sempre skij, Walcott, Szymborska, Herbert ci sono
bene a concepire la sua attivit come un ser- stati offerti dallAdelphi. Il primato epocale di
vizio pubblico (Calasso glielo rimprovera). Marx stato sostituito da quello di Nietzsche.
Ma il servizio pubblico reso dallAdelphi con Compromessi con il nazismo ma di moda,
la pubblicazione dei due filosofi mi sembra Heidegger e Schmitt hanno preso il posto di
un servizio cattivo, che fa scadere il clima in- Lukcs e Gramsci, compromessi con il comu-
tellettuale della casa editrice. Qui Calasso si nismo e innominabili perfino in un salotto di
lasciato sfuggire il lato comico di quel fu- sinistra. Sappiamo chi e perch si nutrito di
rore e rumore filosofico, di cui il nuovo ceto marxismo e sociologia dagli anni Trenta agli

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Adelphi Editoria dallaltra parte

anni Sessanta. Ma chi e perch, subito dopo, si definire in modo diverso latto stesso del leg-
nutrito di eterno ritorno, volont di potenza, gere. E certamente si leggerebbero altri libri.
metafisica e mitologia? Ceti e masse culturali Questa clausola volutamente debole, atte-
che hanno letto libri Adelphi sono diventati nua il colpo. Ma la temperatura del sarcasmo
quello che sono, purtroppo, senza pi ipocri- di Calasso davanti allinvasione di tecnologie
sie n remore morali piccolo-borghesi. anti-libro alta. Le parole che annunciano
A moderare leventuale, naturale e giusto questo futuro sembrano emanare un vago
ottimismo di Calasso per il successo otte- sentore di deportazione e macelleria. Non
nuto, si potrebbe osservare che da quando c pi il lettore, ma un immane termitaio
i libri Adelphi sono un mito, la cultura degli invisibile, che infaticabilmente interviene,
italiani non sembra affatto migliorata. I corregge, connette, etichetta.
libri unici possono cambiare la vita di in- Qualcuno dir: Calasso nutre nostalgie,
dividui singoli e unici come Bazlen, ma un nemico del progresso e della democrazia
non si preoccupano di migliorare gli intel- culturale, e questo si sapeva, perch ama gli
letti di unintera societ. Queste osserva- antichi ed un elitario. Qualcun altro dir:
zioni erano inevitabili, ma fanno torto al- oggi gli editori hanno un tale fastidio per i
lautobiografia editoriale di Calasso e ne libri e gli autori che ne sognano labolizione,
mettono in ombra il tema centrale. Oggi procedono felici verso labolizione anche di
Calasso non affatto ottimista. La nuova s stessi, del lavoro e dellartigianato edito-
grande minaccia viene dalle tecnologie in- riale. Calasso quasi il solo ad allarmarsi per-
formatiche e da internet, non dai pregiudizi ch uno dei rari editori esistenti e quando
ideologici e dalla pedagogia marxista. Il parla di libri, di giudizio, di s e di no, sa di
nuovo pensiero unico globale. La sua che parla.
ideologia prevede labolizione del libro, La sua idea delleditoria come genere lette-
dellautore e dei suoi diritti e fa della scrit- rario e opera darte pu essere suggestiva ma
tura-lettura un flusso indifferenziato. irrealistica. Non cos vero che si respinge o
Il sinistro paradosso della faccenda che si accetta un autore o un libro come un ro-
leliminazione delle mediazioni valutative manziere o un poeta escludono o includono
e del giudizio coincide con lonnipresenza un personaggio o un verso. Ci sono autori
della mediazione tecnologica, con il con- Adelphi che starebbero bene anche altrove.
trollo e lo sfruttamento informatico di tutti Altri che solo per caso sono rimasti fuori dalla
gli atti comunicativi: e non c quasi pi porta. possibile che Calasso qualche errore
atto di pensiero che non si convertir nel lo abbia fatto, qualche astuzia commerciale
minor tempo possibile in un atto di comu- labbia avuta e da un certo punto in poi abbia
nicazione. Cos leditoria come forma, pubblicato troppi libri. Ma certo il lavoro che
alla quale Calasso si dedicato tutta la vita, ha compiuto in mezzo secolo come editore,
si volatilizza. Unimpresa iniziata con il ve- studioso e scrittore, imponente e ammire-
neziano Aldo Manuzio, il pi grande di vole. La sua impresa non ha pari. Eppure,
tutti gli editori, a cui Calasso dedica diverse nella nostra societ, la cultura scesa pi in
pagine, sar conclusa. Si entrer davvero basso. Si sa: i rapporti fra societ e cultura
in unaltra ra. Allora occorrerebbe anche sono sempre stati un mistero.

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Adelphi redenti
Guido Vitiello, Il Foglio, 4 maggio 2013

Il dissoluto punito ossia Roberto Calasso. Questo s frase di Marx ed Engels: Tutto
che sarebbe un buon titolo per un libretto dopera. ci che solido si dissolve nel-
Tutto sta ad accordarsi su che cosa debba intendersi laria.
per dissoluto, e una prima risposta la si rintraccia Passano quindici anni, e la pa-
nel dizionario dei sinonimi del Tommaseo: Quan- rola fa di nuovo capolino. Sta-
do un corpo organizzato e comecchesia congegnato volta un giornalista cattolico,
si scioglie in modo che sia distrutta lorganizzazione Maurizio Blondet, a usarla per
e il disegno di prima, dicesi che si dissolve, che cade una sorta di stravagante thriller
in dissoluzione. [] Di qui venne il senso traslato di editoriale con pretese di inchie-
dissoluto e degli altri derivati. Dissoluzione pa- sta, Gli Adelphi della dissoluzione,
rola chiave per comprendere le tormentate rela- dove Adelphi (tra virgolette) non
zioni diplomatiche dell Adelphi con la vasta pro- indicava tanto la casa editrice
vincia della cultura italiana. La adott per la prima quanto una confraternita gno-
volta, nel giugno 1979, un anonimo redattore di stico-dionisiaca votata a sgreto-
Controinformazione, rivista vicina alle Brigate Rosse lare lordine morale della chiesa
(lo ricorda Calasso nellImpronta delleditore). Larti- di Roma, ultimo baluardo che
colo si intitolava Le avanguardie della dissolu- trattiene la venuta dellAnticristo.
zione e definiva lAdelphi aurea struttura portante Il libro si apriva con il grido im-
della controrivoluzione sovrastrutturale. Il legnoso paziente di Massimo Cacciari: Il
estensore guardava con preoccupata ammirazione Papa deve smetterla di fare il ka-
quel catalogo di autori eccelsi e un po tenebrosi al tchon!. Ora, si d il caso che
cui fascino si piegano devotamente i rivoluzionari Cacciari abbia appena pubblicato
stessi. Il don Giovanni editoriale, dunque, prima un saggio su questa figura teolo-
che dissoluto era dissolutore, e chiss che i brigatisti gico-politica, Il potere che frena, e
non avessero in mente il Verdampfen della nota che Blondet si sia immesso nel
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Adelphi Editoria dallaltra parte

Consolo, il Cal di Nottetempo,


casa per casa, che dovendo rife-
rire sui riti di magia sessuale
del satanista Crowley a Cefal
esordiva cos: Dunque, eccel-
lenza. Con rispetto parlando,
fottono.
Quel libro di Blondet lo les-
sero in tanti, anche molti che
non avrebbero mai commesso
la sconvenienza di citarlo in
pubblico. Ogni tanto ne riaf-
fiorava uneco, come quando
un giornalista legato allOpus
Dei insinu, su Avvenire, un le-
game tra le ossessioni sacrificali
dellAdelphi e il rito neopagano
dei massi gettati dal cavalcavia.
Calasso se la ride, e questa aura
di dissoluto e dissolutore sem-
bra lusingarlo. Nel frattempo,
per, una dissoluzione si ve-
rificata davvero, simile allef-
fetto Alka-Seltzer di Enzen-
sberger: Adelphi, come una
pastiglia digestiva, si disciolta
nel bicchier dacqua della cultura
italiana, ed ormai la vecchia
editoria cattolica o comunista a
sembrare aliena ed esoterica.
Lepilogo del libretto dopera
rischia dunque di esser molto
piccolo ingorgo editoriale ristampando quel suo vec- prosaico, senza un commenda-
chio libro con unappendice sul katchon. Il pi son tore che trascina il dissoluto
balle, avrebbe detto Ernesto Rossi, ma a leggerlo allinferno.
uno spasso; e lo proprio perch lautore cos per- Se i fanatici marxisti la accu-
suaso delle verit che svela da trasformarsi, suo mal- sano di sedurre i rivoluzionari,
grado, nel personaggio pi riuscito del suo libro. Tale e i fanatici papisti di affrettare la
era la cura di Blondet nellalludere a chiss quali tan- venuta dellAnticristo, non sar
triche sconcezze praticate nella cerchia adelphiana, che Adelphi, tutto sommato,
che finiva per ricordarci un personaggio di Vincenzo una casa editrice normale?

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Lo choc dellignoto,
segreto Adelphi
Roberto Calasso, Corriere della Sera, 21 giugno 2013

Il dialogo che pubblichiamo tratto dal Foro della ri- Ora che i confini fra le tre culture sono
vista Ecdotica che si tenuto di recente a Bologna meno riconoscibili, qual la parte
presso la biblioteca dellArchiginnasio. Le domande dellessenziale che la Adelphi pu an-
sono state rivolte a Roberto Calasso da Paola Italia. cora contribuire a recuperare?
La descrizione delle coordi-
Il festeggiamento dei cinquanta anni della Adelphi e la re- nate storico-geografiche entro
cente pubblicazione dellImpronta delleditore suscitano cui nata ed cresciuta Adelphi
alcune riflessioni che partono dalla storia di una casa edi- mi sembra molto precisa e molto
trice ancora giovanissima, eppure, nellimmaginario collet- utile. E, appunto per questo, mi d
tivo, di antica tradizione, come se avesse una molto pi loccasione per dire qualcosa che
lunga storia alle spalle. stato ed tuttora il presupposto
Il racconto che lei svolge nel primo capitolo particolar- della casa editrice. Mi capitata
mente avventuroso. Partiamo da qualche coordinata sto- sottocchio una mia intervista del
rico-geografica, soprattutto per i pi giovani. 1978 a Lotta Continua (significativa
Alla met degli anni Sessanta, quando nasce la Adelphi, la data e la testata) dove dicevo, a
leditoria di alta qualit si confronta con la cultura laica, proposito del programma di Adel-
cattolica e marxista. La Adelphi entra come un corpo estra- phi: Vorrei innanzitutto evitare di
neo, che rimane tale, per recuperare una vasta parte del- rispondere in termini di filoni,
lessenziale lasciata fuori dalle tre culture, anche in senso aperture, linee di tendenza,
geografico. E quindi Mitteleuropa, culture orientali, una politica culturale. Non posso
certa letteratura anglosassone, Simenon, scoperte e risco- che confermare: non abbiamo
perte, dentro e fuori Europa, eccetera. E per la letteratura mai ragionato in termini di filoni,
italiana, la riscoperta di autori fuori dal canone eppure ac- aree, percorsi, come molti invece
comunati proprio da affinit di catalogo, da Savinio a amano fare. Cercavamo innanzi-
Manganelli, dalla Ortese alla Campo a Morselli, e Gadda. tutto una certa qualit (sapendo
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Adelphi Editoria dallaltra parte

Perci non si trattava solo di


Hofmannsthal o di Kraus o di
Loos, ma di Artaud o di Daumal
o di Jarry o di W.C. Williams o di
Yeats o anche, fuori dellambito
letterario, non solo di Nietzsche
ma di Gunon o Granet o Si-
mone Weil. Quanto allOriente,
era pi o meno terra incognita,
per ragioni dovute a una certa
angustia che ha origine nella cul-
tura italiana dellOttocento, cio
dellepoca in cui la grande orien-
talistica era fiorita in Germania,
in Francia e in Inghilterra e non
fior da noi.
Quanto agli autori italiani, la
prima responsabilit che senti-
vamo era verso la lingua italiana.
Gli scrittori sono venuti a poco a
poco, da Solmi a Manganelli, da
Morselli a Satta, dalla Campo alla
Ortese, da Landolfi a Flaiano, da
Sciascia a Malaparte, da Savinio
a Gadda. Se considerati oggi
come una costellazione, credo si
che la parola pi indefinibile e non a caso oggi le neu- possa dire senza timori che sono
roscienze ci stanno battendo la testa) e in particolare un una vasta parte dellessenziale
certo dono di metamorfosi del lettore che alcuni libri allinterno della letteratura ita-
possiedono. Che poi quei libri provenissero da un luogo liana fra il Novecento e oggi. Ma
remoto o da sotto casa, da tremila anni fa o dallaltro capisco che la domanda batte
ieri, ci sembrava del tutto indifferente. sulloggi. Premetto subito che il
La scommessa era che, se quei libri avevano agito su nostro intento non mai quello
di noi, potessero agire anche su altri ignoti, se possibile di recuperare (verbo dalle con-
numerosi. Queste due regole, che erano il nostro sottin- notazioni funeree), ma di sco-
teso allinizio, rimangono identiche oggi. Nel frattempo, prire o di mostrare ci che altri-
per, ovviamente cambiata in modo considerevole la menti non si sarebbe visto (e quel
scena del mondo. Nel 1963 si trattava di scoprire e ri- mostrare si sovrappone in gran
scoprire non solo quello che era stata la Mitteleuropa parte allo scoprire). Premetto
ma il grande Novecento in genere (di cui oggi si pu anche che questo ormai deve av-
dire che si concluse proprio con gli anni Cinquanta). venire in anni che mi capitato

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Oblique Studio

di chiamare Et dellInconsistenza. Per in- come se fosse il romanzo di un esordiente,


tendersi rapidamente, baster fare un con- senza prefazione o postfazione o note. Con-
fronto fra ci che avvenuto negli anni tando perci sul fatto che lignoto lettore cu-
1900-1913 e quanto abbiamo visto negli anni rioso lo apra e si renda conto di che cosa sta
2000-2013. Confronto devastante, a nostro leggendo.
sfavore, in tutti gli ambiti, dalla letteratura
allarte, dal pensiero alla musica. Con la sola La cura editoriale dei libri Adelphi unimpronta,
possibile eccezione della scienza, dove per un segno che ha sempre caratterizzato il lavoro
alcune delle scoperte pi sconcertanti sono editoriale (plurimi giri di bozze, letture interne
ancora sub iudice e potrebbero anche rive- ed esterne, controllo delle citazioni, verifica della
larsi fuochi di paglia. coerenza interna dei testi) e che persiste, nono-
In questa situazione, applicare i due cri- stante la sciatteria dominante non solo nelledi-
teri che allinizio ho presentato e che sono toria low cost, nelleditoria self-publishing, o nel-
rimasti intatti, diventa indubbiamente pi leditoria a pagamento. stato notato - in
arduo. Ma c anche un terzo criterio che ab- particolare da Mariarosa Bricchi, editor di Bruno
biamo sempre applicato e oggi potrebbe di- Mondadori, su Alias del 14 aprile - che possibile
ventare ancora pi importante: lo sposta- rilevare una sorta di contraddizione tra una certa
mento della soglia del pubblicabile. Ci sono sprezzatura dellAdelphi fondata fin dagli inizi
tuttora immensi tesori di testi che riman- sulla scelta ardita, e discussa, di ostendere i libri
gono pressoch inaccessibili al semplice let- liberi, entro certi limiti, da mediazioni interpre-
tore intelligente perch sepolti in pubblica- tative e persino da inquadramenti storici (Bric-
zioni accademiche o marginali o comunque chi) e la curatela filologica che contraddistingue
escluse da ci che la grande editoria ritiene invece molte imprese editoriali messe a telaio
fit to print. Anche solo se guardo al portafo- nellofficina Adelphi.
glio dei titoli di Adelphi da pubblicare o di Vorrei rassicurare (o ulteriormente in-
quelli che vorremmo varare, fa una certa quietare) Mariarosa Bricchi sulla questione
impressione constatare quanti sono in attesa che solleva. Fin dallinizio abbiamo scelto di
o, come si direbbe in gergo bancario, in sof- pubblicare sia libri liberi, entro certi limiti,
ferenza. Perci, anche se le pure novit do- da mediazioni interpretative e persino da in-
vessero rivelarsi deludenti, rimarrebbe una quadramenti storici, sia libri contraddistinti
imponente quantit di titoli che sarebbe da unalta curatela filologica. E questo non
bello pubblicare e talvolta inventare. per inclinazione al paradosso o incuranza
Unultima chiosa: ci sono titoli di autori delle contraddizioni, ma perch pensiamo
classici, antichi e moderni, che esistono so- che cos sia giusto fare. Il compito peculiare
prattutto come flatus vocis, senza che i veri delleditore quello di aiutare, per quanto
lettori li abbiano letti. E spesso si tratta di au- pu, a capire un libro.
tori ipernoti, che stanno sotto gli occhi di Cos ci sono libri che esigono una edizione
tutti. Un esempio recente, per noi, lo stu- con apparati filologici e critici, ma ci sono
pefacente romanzo di Conrad, Chance, che anche altri libri che altrettanto fortemente
abbiamo appena pubblicato in una tradu- esigono di essere letti cos come sono. Ogni
zione finalmente adeguata, ma esattamente aggiunta, in quei casi, sarebbe disturbante. Il

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Adelphi Editoria dallaltra parte

buon editore si distingue allora non solo avvenuto in quel molto singolare uomo che
perch ha scelto quel libro, ma perch ha fu santIgnazio. Era perci un perfetto esem-
scelto il modo di trattarlo. In Adelphi ab- pio di libro unico nel senso bazleniano. Ogni
biamo spesso scelto la via del minimo, acco- inquadramento storico (categoria prediletta
stando ai testi solo una copertina e il risvolto. dalleditoria italiana, tuttora morbosamente
Ma in molti casi abbiamo scelto anche lar- storicista) sarebbe servito soltanto a ottun-
dua via filologica (il Milione curato da Gior- dere la percezione immediata da parte del
gio R. Cardona, la Hypnerotomachia Poliphili lettore, a impedire quello choc dellignoto
di Marco Ariani e Mino Gabriele, I commen- che spesso la parte pi fascinosa e corrobo-
tari di Enea Silvio Piccolomini, curati da rante di una lettura. Dopodich, ovviamente,
Luigi Totaro, o le Note Azzurre di Dossi, cu- il lettore intelligente sapr provvedere da solo
rate da Dante Isella). Ogni libro una singo- a ricostruire ogni sorta di inquadramenti sto-
larit e richiede di essere trattato con accor- rici connessi al libro.
gimenti appositi. Do subito un esempio:
ledizione Colli-Montinari di Nietzsche non In unintervista lei ha raccontato, citando Hof-
solo la prima edizione critica dellautore, mannsthal, un aneddoto secondo cui, durante la
ma propone circa tremila pagine sino allora rivolta dei Boxer, di fronte a una fila di cinesi che
totalmente inedite. Pubblicare Nietzsche in ordinatamente aspettavano di essere decapitati,
quel modo non solo era dobbligo, ma aveva lunico cinese che attendeva pazientemente il suo
unimportanza capitale per la comprensione turno leggendo un libro attrae lattenzione di un
dellautore. E questo ebbe risultati sconvol- ufficiale che assiste allesecuzione. Cos lufficiale
genti, come poi si visto. chiede al condannato: Perch lei legge in un mo-
Allestremo opposto citerei, si licet, il mento simile?. La risposta semplice: Ogni riga
primo libro che ho curato per Adelphi: Il rac- letta di profitto. Il cinese ottiene la grazia. Il
conto del Pellegrino di santIgnazio di Loyola. suo commento allufficiale essenziale: Il suo
Lo tradussi e introdussi con una brevissima gesto le sar di grande profitto. Pensa che questo
prefazione, tutta fattuale, e accompagnando gesto possa ancora dirsi tale?
il testo con un minimo di note. La storia raccontata da Hofmannsthal
Perch questa scelta? Ogni testo di san- vale oggi come ieri e varr sempre. Ma non
tIgnazio si presta a smisurati commenti e di vorrei che fosse interpretata nel senso
fatto li ha provocati nel corso del tempo. della bigotteria attuale, quale si pu con-
Non avremmo forse dovuto accodarci anche statare nelle risibili campagne pubblicita-
noi, offrendo un commento se possibile pi rie per la promozione della lettura o altre
lungo del testo? Abbiamo fatto il contrario iniziative del genere. Sarebbe funesto pen-
perch volevamo esporre il lettore al bene- sare che la lettura sia qualcosa di buono in
fico choc dellignoto, che i testi danno sol- s. Pochi libri hanno avuto tanti zelanti let-
tanto se si offrono nel loro stato di natura. tori come Mein Kampf. Il migliore argo-
E questo perch lautobiografia di Ignazio mento che conosco in difesa della lettura
ci interessava non certo come documento in quanto tale unosservazione di Robert
storico-culturale, ma come testimonianza Walser: Chi legge, nel momento in cui
ancora oggi bruciante di qualcosa che era legge, non fa danno.

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Borges recitava alla luna,


Simenon si fidava di Fellini e Vienna
torn capitale. Cos lItalia cap
che la cultura aveva ancora molto da scoprire
Pier Luigi Vercesi, Sette del Corriere della Sera, 13 dicembre 2013

Era la fine del 1963 Ma dalle catacombe in cui avreb-


Novembre. Esattamente cinquantanni fa, Adelphi bero voluto costringere Adelphi,
pubblicava il primo libro: La vita e le avventure di Ro- uno dopo laltro si animarono
binson Crusoe di Daniel Defoe. sconosciuti e misconosciuti uni-
versi. Stupirono i giovani, sinistra
E centanni fa, nel 1914, scoppi la Prima guerra mondiale, o destra non importava. Inacidi-
ferita drammatica che escluse, dalle nostre letture fino alla rono i censori. E fiorirono leg-
nascita di Adelphi la cultura mitteleuropea. gende auree sullesoterismo intel-
Fu la rottura del mondo stesso, oltre che una frat- lettuale di questuomo, Roberto
tura tra lItalia e qualcosaltro. Una lacerazione pro- Calasso, velando di mistero lui e la
fonda. Quella che percep Karl Kraus, che scrisse Gli casa editrice che dirige e imper-
ultimi giorni dellumanit mentre i fatti accadevano. Al- sona da oltre quarantanni. In Italia,
lora cominciata quella che ho chiamato la guerra forse, questo il prezzo dellagire
perpetua. Da allora a oggi, la pace stata una prose- in coscienza. O incoscienza.
cuzione della guerra con altri mezzi. Delle critiche, Calasso non si
cur mai. E continu a comuni-
Quando Roberto Calasso disse a Erich Linder, il care con i suoi autori, vivi o morti
grande agente letterario, che intendeva tradurre lin- che fossero, con lettere simili a
traducibile fustigatore della Grande Vienna, si sent quella che Ezra Pound scrisse a
rispondere: Bravi, venderete venti copie. Fu un me- un irlandese sopravvissuto a
raviglioso augurio: catapult unambiziosa casa edi- stento insegnando inglese a Trie-
trice vissuta con sospetto definitivamente nel limbo ste: Stando a quanto mi dice
degli eretici. Yeats, potrei quasi pensare che io
Agli eretici, allora i formidabili anni Sessanta e Lei siamo accomunati da qual-
e Settanta , non si risparmiavano ardenti autodaf. che avversione.
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Adelphi Editoria dallaltra parte

avanguardia; Vienna, in gran


parte da scoprire. Freud, Witt-
genstein, Gdel, Schoenberg,
Musil, Hofmannsthal, tutti,
come Kraus, e spesso in modi
incompatibili, avevano puntato
in quella direzione. In Italia la
cultura di lingua tedesca erano
Thomas Mann e Bertolt Brecht.
Lo spazio da scoprire era una
prateria. Il pubblico italiano lo
colse presto, e quello spirito di-
vent una voga. Non fu sempli-
cemente letteratura, ma tutto il
genio mitteleuropeo: pittura,
musica, architettura, psicoana-
lisi, economia, logica e un
certo gusto. Ci siamo incammi-
nati verso Vienna perch ritene-
vamo fosse il luogo dellanima
pi essenziale da scoprire in
quel momento.
Ricevuta la missiva, James Joyce riprese in mano Ri-
tratto dellartista da giovane e i racconti Gente di Dublino. Ha dovuto calarsi, in quel mondo?
Era il 15 dicembre 1913. Centanni fa, appunto. Basta cos Lho fatto con immenso pia-
poco per rianimare i cimiteri della mente? cere, era affascinante. Le sue ul-
time propaggini sono state, per
Roberto Calasso, lei ce lha fatta. Oggi Adelphi un progetto me, Ingeborg Bachmann, la pi
unico non solo nel panorama italiano, ma in quello mon- vicina in spirito a Joseph Roth, e
diale. Perch lItalia, per cinquantanni, ha rinunciato a un Thomas Bernhard, ultimo esem-
certo tipo di cultura? pio di quellestro demoniaco, pe-
LItalia, a inizio Novecento, non era gran cosa. Sof- culiarmente austriaco, che va a
friva la tremenda angustia dellItalia ottocentesca. rovescio di tutto. E presuppone
Una regione marginale dellEuropa, lontana dai centri una catastrofe.
nevralgici. La guerra le diede una scossa di violenza
inaudita e la obblig al rapporto con altre entit. Do- Ecco, Ingeborg Bachmann, che don-
podich arriv il fascismo, che schiacci tutto. Per na era?
Adelphi un punto di partenza fu anche questo: cer- Di lei viene data spesso
care un luogo del Novecento che potesse servire unimmagine falsa. Di persona
come una sorta di asse portante. Le vie erano due: Pa- che si chiude nel silenzio, che
rigi, terreno pi noto, legato soprattutto allidea di evita il mondo. Invece poteva

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Oblique Studio

essere infantile, euforica. Mi piace ricor- vedevo spesso con Zolla. Il redattore di
darla mentre rideva con Fleur Jaeggy. Bompiani che se ne occupava era Umberto
Erano grandi amiche. Lei era die Schwierige: Eco. Quel libro caus la rottura dei miei rap-
luomo difficile di Hofmannsthal aveva porti con Zolla. Era nella fase di critica fe-
una controparte femminile che poteva es- roce dellavanguardia. Pensava che fosse
sere lei. Era insofferente verso la Germania unincarnazione del male. Mario Bortolotto
di quegli anni. Tra il suo modo vecchio-au- contribu con un lungo saggio (poi diventato
striaco di intendere le cose e la Germania la prima parte di Fase seconda). Parlava della
adenaueriana cera una distanza astrale. nuova musica, finiva con Stockhausen e,
Nella Repubblica federale era ammirata quindi, in pieno dentro lavanguardia. Zolla
come poeta; poco capita, per, come per- lo condann senza appello e il libro non vide
sona. Una barriera, tra i due mondi. Per mai la luce per uninopinata alleanza Zolla-
quanto mi riguarda, inclinavo verso la Eco. Sarebbe stato un libro bellissimo: cera
parte austriaca. anche un testo di Adorno poco noto. Proprio
in quel periodo conobbi Roberto Bazlen,
Per, allora, la Germania era tante cose. Era la che da Adorno si teneva distante. Mi guar-
scuola di Francoforte, per esempio. Lei frequen- dava scuotendo la testa, come a dire: S, bi-
tava Adorno? Lukcs diceva di lui che allog- sogna passare per Adorno, come si prende il
giava al Grand Hotel dellAbisso, grande bor- morbillo. Poi per si va avanti. Comunque,
ghese e nichilista, come qualcuno in passato tra Adorno e Lukcs non ho dubbi, sono to-
sospettava di Adelphi talmente dalla parte di Adorno. Lukcs ha
il posto migliore dove stare, il Grand avuto uninfluenza nefasta sulla cultura ita-
Hotel dellAbisso. E certamente migliore liana negli anni gloriosi dellEinaudi, per
della postazione sovietizzante che Lukcs quellasse Gramsci-Lukcs che rendeva im-
si era scelto. Adorno per me era una grande possibile uninfinit di cose. Tutti condan-
passione. Cominciata presto, prima di nati. In realt, i migliori scrittori dEuropa
Adelphi. Le mostro una cosa curiosa. Ecco, soggiornavano spesso al Grand Hotel del-
il primo saggio di un certo impegno che lAbisso.
pubblicai, a ventanni, su Paragone (1961).
Vede il titolo: Adorno, il surrealismo e il mana. La definizione di anti-Einaudi, se la sente ancora
Lo fece pervenire alla rivista Elmire Zolla. addosso?
Rileggendolo, mi accorgo che toccava No, anti no, ma nemmeno costola. Che
molte questioni su cui avrei scritto fino a tipico clich di chi vorrebbe far intendere
oggi. S, conobbi Adorno, quando una volta che, in fondo, tutto una variante di Ei-
pass da Roma. Poi ci scambiammo alcune naudi. Non esattamente cos. Giorgio
lettere. A un certo punto Ma questa Colli aveva lavorato per Einaudi e Luciano
unaltra storia. Fo era stato per dieci anni segretario gene-
rale, per avendo ciascuno le proprie idee,
Racconti, la prego. che erano ben diverse. A un certo punto de-
Volevamo realizzare un libro-omaggio a cisero di fare qualcosa che li rappresentasse
Adorno, editore Bompiani. Allepoca mi completamente. Einaudi era la pi grande

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Adelphi Editoria dallaltra parte

posto e il pomeriggio nellaltro.


Distavo dieci minuti a piedi. So-
luzione perfetta. Per ritardavo il
momento in cui avrei cominciato
a scrivere. A un certo punto, mi
sono messo di buona lena e lho
ultimata in tre settimane.

S, ma io non intendevo questo Non


centra anche lo hashish?
In quel periodo cera a Roma
un giro di amici americani molto
divertenti Fumare, in quelle
settimane, ebbe su di me leffetto
opposto a quello che normal-
mente si crede. Mi aiut a scri-
vere con la massima fluidit.
Quella tesi oggi pubblicata.
Non in Italia, in Messico.

Riavvolgiamo ancora il nastro della


sua vita. Suo padre condannato a
morte per lomicidio di Giovanni
Gentile.
Si torna a cose adelphiane. In
aprile pubblicheremo un libro di
Luciano Mecacci, La Ghirlanda
fiorentina, unindagine sullassas-
sinio di Gentile dove emergono
verit sconvolgenti. Perch me lo
chiedeva?
casa editrice italiana del momento. Noi siamo nati su
una riva diversa. Per fortuna cera Einaudi: era bello Perch una storia importante
avere di fronte unimpresa di quella qualit. nella sua vita. Suo padre, profes-
sore antifascista, arrestato con altri
Torniamo indietro. Mi racconta il mese in cui scrisse la sua tesi due docenti come rappresaglia per
di laurea? luccisione del filosofo di regime.
Era sulla teoria dei geroglifici in Sir Thomas Browne. Settimane dangoscia, fino alla li-
La tirai in lungo come pretesto per stare a Londra. Ho berazione perch uno degli altri
passato pi di un inverno lavorando al British Museum due detenuti, il grande archeologo
e al Warburg. Situazione ideale: stavo la mattina in un Bianchi Bandinelli, aveva fatto da

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Oblique Studio

cicerone a Hitler in visita agli Uffizi. Ma la do- Con Simenon, invece, unestenuante trattativa?
manda era: Adelphi pi Croce o Gentile? Sono andato a Losanna con due grandi
La questione non si pone, se si parte da editori che mi appoggiavano in quel tenta-
Nietzsche. Come Clarisse, nellUomo senza tivo, Daniel Keel e Vladimir Dimitrijevi.
qualit di Musil, che voleva fare lanno Dissi a Simenon che in quel momento, in
Nietzsche, ecco, Adelphi fu un anno Nietz- Italia, circolavano solo i Maigret. Degli altri,
sche. Sa una cosa curiosa? Gentile realizz oltre cento libri, fondamentali, nulla. La
la sua famosa riforma della scuola con mio cosa lo scosse. Era un uomo duro con gli
nonno. Ernesto Codignola era editore editori. Gli dissi che intendevo pubblicarlo
(fond La Nuova Italia) e professore di filo- tra i grandi del Novecento: mostrai la col-
sofia e pedagogia. Avvi una scuola speri- lana, gli autori. Di Maigret nemmeno par-
mentale che si chiama Scuola-Citt Pesta- lammo. Cominci allora una lunga tratta-
lozzi, a Firenze, la prima autogestita, si tiva. Sapevo che Mondadori laveva irritato.
direbbe oggi. Esiste ancora. Allora era auda- Lui teneva moltissimo a Lettera a mia madre,
cissima. Mio nonno lha fondata e mia uno dei suoi libri migliori, e Mondadori
nonna lha diretta per molti anni. laveva respinto perch troppo corto.
Troppo corto! Per Simenon, quel libro era
Fu nel salotto di Elena Croce che incontr tra le cose pi importanti della sua vita. Poi
Adorno? non aveva pi Arnoldo con cui trattare
Elena era unamica di famiglia. Aveva un Fatto sta che dopo qualche tempo, quando
suo genio mondano e nella sua bella casa di la trattativa sembrava incagliata, ci venne in
via delle Tre Madonne, a Roma, si incon- aiuto Federico Fellini. Non erano solo
trava di tutto: studiosi, scrittori, stranieri di amici: si veneravano a vicenda. Fellini era
passaggio e anche giovani come me. Non un lettore appassionato di Adelphi, cono-
che ci andassi regolarmente. In vita mia sceva tutto il nostro catalogo. Gli scrisse una
non sono andato regolarmente in nessun lettera: Caro Georges, la cosa giusta da
posto. fare. Cos arriv il contratto. La cosa pi
bella, per, doveva ancora accadere. Dopo
E Jorge Luis Borges, mai incontrato? la sua morte, un giorno mi chiama Aitken,
S, una volta sola, ahim, a Fontanellato, la donna che gestiva gli affari editoriali di
con Franco Maria Ricci. Un intero, indi- Simenon, e mi dice: I contratti per Maigret
menticabile giorno. Pranzammo in unoste- sono scaduti e Simenon ha lasciato la vo-
ria per camionisti. Uscendo su un piazzale lont che passino a voi, lei daccordo?. Me
desolato, Borges scambi la luce acce- lo chiedeva
cante di un lampione per la luce della
luna. E cominci a recitare: Marble like Ecco, da Simenon a Fleming: il passo breve. O
solid moonlight, gold like frozen fire. azzardato?
Pensavo fosse Kipling e invece era Che- sempre azzardato, per Fleming me-
sterton. Quando si accorse che non si ri- glio di quello che molti suppongono. Non
volgeva alla luna disse: Too english to be lho conosciuto dai libri, come tutti, ma dai
true. film. Lho letto pi tardi e mi ha colpito.

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Adelphi Editoria dallaltra parte

Naturalmente siamo su un piano diverso Fra gli illustri economisti, lunico che
rispetto a Simenon. Pi stretto. Con Sime- era anche uno scrittore, come si vede dalle
non ci si pu addentrare ovunque. Ma Fle- Conseguenze economiche della pace: un libro
ming sa molto bene di che cosa parla. Un chiaroveggente, che serve anche per capire
giorno si capiranno meglio certe cose della come la Seconda guerra mondiale fosse ben
Guerra fredda attraverso i suoi libri. preparata dalla Prima. Vedeva lontano e
nella sua prosa si respira la migliore aria di
Pessoa, che dire di Pessoa? Lesperienza pi Bloomsbury.
inattesa?
Un caso strano. Quando lo pubblicammo Molto legato a Piero Sraffa
era pressoch ignoto. Reazioni modeste. Come no: una leggenda italiana.
Pochi anni dopo si incontrava la sua faccia
anche sugli escudos portoghesi. Nessun altro Per i Quaderni di Gramsci?
scrittore del Novecento finito sulle banco- E per lamicizia con Wittgenstein, la cui
note. Una cosa simile avvenne per con vita diventata una fabbrica di storie. Un
uno scrittore vivente nel caso di Bruce giorno, in treno, il filosofo spiegava a Sraffa
Chatwin. Quando pubblicammo In Patago- la teoria della verificabilit. Sraffa lo guarda
nia era un esordiente inglese che raccontava e gli fa il gesto dellombrello. E questo,
cose strane. come si verifica?. Wittgenstein, sconsolato,
risponde: S, buona obiezione. Effettiva-
Lha conosciuto bene? mente ci deve essere qualcosa nella teoria
stato un carissimo amico e dava preziosi che non funziona.
suggerimenti per la casa editrice. Come Iosif
Brodskij, amava parlare di libri, dei libri che A partire dalla Lolita di Nabokov, passando per
gli importavano. E consigliarli. Le Vie dei Lord Jim di Conrad, fino a Marlon Brando: pare
Canti un libro che ho visto formarsi. che lei subisca il fascino dei personaggi di rottura.
Adelphi dichiar guerra al politically correct?
Diceva Brodskij Non ce lo siamo nemmeno posti, il pro-
Con lui fin dallinizio ci fu unintesa per- blema. Eravamo talmente scorretti fin dal-
fetta. Lo vedevo a New York, a Londra, a Pa- linizio Nietzsche lesempio: irriducibile
rigi, a Venezia, a Roma. Dovunque capitava. a qualsiasi correttezza La correttezza, in-
Attraverso Brodskij entrai in contatto con tesa come ci che si pu dire e ci che non
Isaiah Berlin. Era il conversatore pi incan- si pu dire, impazz soprattutto a partire
tevole che si potesse immaginare. Dava pi dagli anni Settanta. Noi, certo, non siamo
nella sua visione orale che in quella scritta. mai stati buoni esempi. Marlon Brando,
Era il nume tutelare della New York Review of per, non mi colpiva perch era un male-
Books. Bob Silvers adorava Berlin: era lauto- detto: era semplicemente un essere antropo-
rit ultima che stava dietro la rivista. logicamente nuovo.

State ripubblicando anche John Maynard E Lolita: fu lunico ad accorgersene in Italia


Keynes quando apparve in America?

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Oblique Studio

Mio padre era amico di vari collaboratori Potrebbe invece essere una lode. Gnostico
del Mondo di Pannunzio. Conosceva bene chi conosce. La gnosis qualcosa che si ri-
Arnaldo Bocelli, rigoroso custode della cri- trova ovunque, non un fenomeno storico
tica letteraria, recensore in punta di penna. che attraversa certi luoghi e certi secoli di
Mi presentai a lui con un articolo da cui storia. Chi pensa il brahman, diventa il
sprizzava il mio entusiasmo per Nabovok. brahman: un principio delle Upanishad.
Lo rifiut, sostenendo che non si poteva Ed un principio gnostico.
scrivere sul Mondo di uno scrittore total-
mente ignoto, di un libro che nessuno cono- Nel suo libro, Limpronta delleditore, cita Ba-
sceva. Ricordo il concetto centrale dellarti- cone: Veritas filia temporis. Poi riaggiusta il tiro
colo: lidea di Lolita come lultimo grande con Pierre Bayle: Error filius temporis. Oggi,
romanzo della passione. Un esempio clamo- quale formula applicherebbe?
roso come il Tristano. Si incoraggiati verso la seconda. di stu-
pefacente interesse quel che ci sta intorno,
Vorrei fare un gioco. Il suo dizionario: mi viene gli sconvolgimenti che avvengono minuto
in mente sacrificio, ebbrezza poi? per minuto. Ma riscontriamo unevidente
Sacrificio temo faccia parte del dizionario insufficienza di mezzi intellettuali con cui
dellumanit pi che del mio, una cosa provare a comprendere. Se cerca una descri-
che si incontra a ogni passo. Sia nel pas- zione di ci che ci circonda oggi, non la
sato, sia nel presente. Quando i primi mi- trova. Nella Rovina di Kasch (1983) usavo una
nistri devono annunciare misure econo- formula, linnominabile attuale: vale ancor
miche chiedono sacrifici, no? Chiss di pi oggi. Occorrerebbe una lucidit simile
perch. Non che intendano andare su un a quella che Simone Weil, giovanissima,
altare secondo una certa liturgia, per la aveva rispetto a ci che la circondava negli
parola quella. Ebbrezza parola con- anni Trenta.
nessa con possessione. I moderni la trat-
tano come fosse un fenomeno psicopato- E torniamo da dove siamo partiti, la Grande
logico. Di fatto lelemento centrale di guerra, la fine della civilt occidentale, i libri di
qualsiasi esperienza psichica, perch non Adelphi
siamo fatti di un io compatto che guarda La nostra storia intessuta di tremende
il mondo, prende nota e poi fa i suoi passi. rotture e traumi. Lultimo, quello del 1914,
tutto pi complicato, quel che abbiamo il decisivo. La Seconda guerra mondiale
nella testa: la possessione un modo per unulteriore applicazione dello stesso prin-
segnalare questo fatto, cio che esistono cipio. Siamo fermi l. Nel 1913 affioravano Le
potenze che si impadroniscono dei fatti Sacre du Printemps di Stravinskij, il primo vo-
psichici. lume della Recherche di Proust, Freud e tante
altre cose. Oggi il confronto impari. Do-
Misticismo? Parola abusata, parlando di mina la nebbia. Una specie di tremenda in-
Adelphi. certezza dentro qualcosa di enorme che si

prendere non ancora adeguato.


Addirittura comica. Alcuni trattano la pa- muove. E il pensiero che dovrebbe com-
rola gnostico come un epiteto infamante.

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Capitolo VI

I prossimi cinquantanni

Bisogna avere in s il caos


per partorire una stella che danzi.
F. N.
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Calasso: Ma quali soci occulti?


LAdelphi lho ricomprata io
Antonio Gnoli, la Repubblica, 6 ottobre 2015

Il pezzo pi pregiato della collezione re- scala, pi razionalizzazione dei costi, creazione
stato fuori dalla lunga ed estenuante tratta- di prodotti meno incerti?
tiva che si conclusa con lacquisto da parte Il mio accordo con la Rcs un fatto che va
della Mondadori della Rcs Libri. Adelphi contro alla tendenza in atto da vari decenni
tornata ad essere unisola. Roberto Calasso, nelleditoria mondiale: la concentrazione in
presidente e nuovo proprietario della casa grandi gruppi. Ma perch sorprendersi? Si
editrice, mostra unaria rilassata. Non sembra tratta di un fenomeno normalissimo in tutta
neanche la persona che ha dovuto condurre lindustria e perci anche in quel suo ramo
in porto una partita non proprio facile. minore che leditoria.

A operazione conclusa si pu parlare di libert? innegabile che questa sia la tendenza. Come la
Mi pare una parola eccessiva. Non mi giudica?
sembra che la situazione rispetto a prima sia un fenomeno che pu dare risultati
cambiata. pessimi oppure ottimi, a seconda delle cir-
costanze, dei marchi, delle persone (sia di-
In che senso? rettori editoriali sia manager). Per esempio,
Continuer a fare esattamente quello che la pi grossa di queste fusioni, fra Penguin
ho fatto da pi di quarantanni: trovare certi e Random House, non mi sembra abbia
libri e pubblicarli in un certo modo, ben di- dato finora risultati negativi. Lo dico per
stinguibile, pensando alle copertine, alla esperienza diretta, perch in questo gruppo
carta, ai caratteri, alla lingua. E calcolando ci sono due miei editori: Cape e Penguin,
bene le tirature. in Inghilterra. Il guaio dei grandi gruppi
che spesso tendono a darsi obiettivi di cre-
Leditoria sta vivendo un momento di giganti- scita irrealistici. E questo pu condurre a
smo. Ritiene che la tendenza sia pi economia di disastri.
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Adelphi Editoria dallaltra parte

In Limpronta delleditore che sta uscendo in persi per sempre molti dei libri che hanno
edizione inglese e americana lei definisce il No- pubblicato. Comunque, se nei 2500 titoli
vecento il secolo delleditoria. Perch? Adelphi un lettore non trova di che nutrirsi,
Certamente stato un secolo di grande vorr dire che un lettore inappetente in
editoria, ben pi dellOttocento. Tra la fine modo grave. Come presenza di generi,
dellOttocento e gli anni Trenta del Nove- siamo differenziati allestremo. Nel cata-
cento figure come Kurt Wolff, Gaston Galli- logo si trova di tutto: dai testi di fisica ai
mard, Alfred Vallette, Ernst Rowohlt hanno classici orientali, dalla letteratura allantro-
inventato profili nuovi per leditoria in ge- pologia, dalla filosofia alla poesia e allin-
nere. Con loro ha inizio, spesso in una ri- chiesta giornalistica.
stretta cerchia di amici, un gusto, un modo
di intendere e di giudicare che prima non Se il Novecento stato il secolo delleditoria libra-
esisteva. ria, come va accolto questo nuovo quindicennio?
Il paragone decisamente sfavorevole per
Sono figure che spesso oscillano tra lazzardo, il i nostri anni. Perci tentiamo di andare con-
rischio e la seduzione. tro alla tendenza del nuovo millennio, che
un mestiere pericoloso, dove facilis- ha ristretto invece di allargare larea del pub-
simo perdere soldi. Ma dove ci si pu anche blicabile. Basta pensare alle University Press
molto divertire. americane, che in certi casi hanno mezzi
enormi e invece limitano il proprio pro-
Sono stati, per lei, pi frequenti i momenti di ap- gramma a tematiche piuttosto anguste.
prensione o di divertimento?
Decisamente questi ultimi. Continuo a Cosa significa aver riacquistato la maggioranza
pensare che fare Adelphi in Italia sia stata delle azioni?
una fortuna, perch qui esiste uno strato di Ho sempre pensato che la propriet di
lettori che ha voluto seguirci anche sulle vie una casa editrice fosse un elemento non tra-
pi arrischiate, accettando una certa varie- scurabile della sua qualit, cos come lo il
gatezza che forse altrove sarebbe stata meno numero di copie vendute dei libri che si
capita. pubblicano. Il caso di una coincidenza fra la
conduzione editoriale e la maggioranza in
Quando dice variegatezza immagino intenda questo senso esemplare. Quando la pro-
riferirsi alla forza del catalogo. priet della maggioranza coincide con chi
Adelphi ad oggi ha pubblicato circa 2.500 decide quali libri fare e in che modo, lespo-
titoli. E fra questi, 2300 sono tuttora acqui- sizione al rischio massima e non ci sono
stabili. Questo vuol dire che quasi tutto il scuse dietro cui trincerarsi. Ed una bella
catalogo vivo, a differenza di quello che sfida.
spesso succede con certi grandi editori, so-
prattutto in Inghilterra e in America, che In questi mesi di confronti e trattative circolata
hanno una backlist piuttosto misera, in con- pi volte la voce che Adelphi avrebbe rilevato la
fronto con la loro potenza. E questo accade maggioranza grazie alla presenza di un socio oc-
perch non osano ristampare. Considerano culto. Cosa pu dire nel merito di questa notizia?

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Oblique Studio

Intanto che non una notizia. Ma una Siete tornati ad essere unisola. Che valore d al-
sciocchezza. Tutto quello che cera da pagare lindipendenza?
per rilevare la quota di Rcs pagato da me. Trovo abbastanza penoso il discorso sulle
case editrici dipendenti o indipendenti. Ci
In che misura proprietario dellAdelphi? sono anche case indipendenti di scarsa qua-
Lo sono allincirca per il 70 percento. 71 lit e case di grandi gruppi che fanno un la-
per lesattezza. voro eccellente.

Questo la mette al riparo da ingerenze esterne. Siete isola anche in un altro senso. Cio una
Nella sua storia, che dura ormai da pi di specie di unicum. Cosa vi ha reso e vi rende diversi
cinquantanni, Adelphi non ha mai subito in- dagli altri editori?
terferenze. Merito innanzitutto di Luciano Non sono io la persona pi adatta a rispon-
Fo, fin quando c stato, e del suo amico Al- derle. Una riflessione generale per possi-
berto Zevi, che ha sostenuto la casa editrice bile farla. Lei ricorda cosera lItalia negli anni
fin dagli inizi. Ma anche di alcune persone Sessanta, quando lAdelphi nata? Cerano tre
che sono state decisive in vari momenti: Giu- fronti: marxista, cattolico e laico. Questa di-
lia Falck, Alberto Falck, Carlo Caracciolo, visione, insieme culturale e ideologica, fin
Gianni Agnelli. E nella collaborazione con dallinizio non ci riguardava e non ci interes-
grandi gruppi, cominciata nel 1975 con lEfi sava. Quasi tutto il meglio stava fuori da que-
per finire con la Rcs, non c stato un solo caso ste categorie. stata la nostra diversit, che
di intervento editoriale. E oggi per comple- abbiamo conservato nel tempo. Lei mi chie-
tare il discorso sulla composizione proprieta- deva allinizio se ci sentiamo pi liberi. Per
ria mi trovo nella singolare e piacevole si- una casa editrice questa la vera discrimi-
tuazione di avere come soci di minoranza e nante: la libert e la capacit di dire no. E
coinvolti nella casa editrice due vecchi amici: pubblicare solo le cose che ci piacciono. Se
Francesco Pellizzi e Elisabetta Zevi. possibile, che ci piacciono molto.
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Storia, mitologia (ed economia) di Adelphi, la casa


editrice che ora diventer una bandiera della diversit
Maurizio Crippa, Il Foglio, 6 ottobre 2015

Si separarono per colpa di Nietzsche. Cos Che Adelphi sarebbe rimasta fuori dallac-
vuole non la leggenda, bens larcheologia cul- quisto di Rizzoli Libri da parte di Mondadori
turale italiana (chi mai si separerebbe pi, non mai stata una notizia: Roberto Calasso
oggi, per Nietzsche o per Lukcs? Nemmeno acquister il 58 percento delle azioni in
nel Pd). Luciano Fo non riusc a ottenere da mano a Rcs, in base a un accordo siglato oltre
Giulio Einaudi le garanzie economico-ideolo- dieci anni fa. Come sempre anche in passato,
giche per avviare la pubblicazione nei Mil- nella storia austera e un po altezzosa della
lenni dellopera omnia del filosofo tedesco. casa editrice, la scelta culturale e lattenzione
Questioni di costi editoriali, intrecciate a que- prudente alla pecunia si sovrappongono.
stioni squisitamente culturali, allora pi o Quando sul finire degli anni Novanta Adel-
meno come ora. Fo se ne venne a Milano, in phi non navigava in acque tranquille, per
via San Giovanni sul muro, assieme al suo cos dire, Rizzoli entr nella propriet la
amico Roberto Bobi Bazlen e con i soldi di grande estimatrice dei suoi volumi da sem-
Roberto Olivetti, il figlio di Adriano, e altri col- pre Marella Agnelli fino a una quota del 37
laboratori eccellenti. Era il 1962, il pitto- percento. Quando poi, in successivi passaggi,
gramma cinese della luna nuova (morte e ri- la quota Rcs sal oltre il 50, Roberto Calasso,
nascita) e la grafica-non grafica delle coper- che un intellettuale ma non un sognatore,
tine, con i suoi colori pastello che ancora oggi chiese e ottenne da Rcs una impegnativa a
qualcuno definisce un urlo sussurrato, erano veder rispettata lautonomia editoriale (com-
gi pronti a intestarsi la storia e la mitologia di presi i conti) e soprattutto la possibilit di
una cultura altra, e alta, rispetto a quella di riacquisto in caso di una futura vendita giu-
Casa Einaudi, guardiana dellala sinistra del dicata non gradita. Laltra met della storia
pensiero. Autonomia, indipendenza dal main- lantipatia mai dissimulata da parte di Ca-
stream ideologizzato dallora, capacit di for- lasso e del suo entourage culturale per Casa
giarsi una sorta di proprio Zeitgeist, riconosci- Berlusconi. E ora sar su questa resilienza, su
bile dai (allora) non moltissimi lettori. questo orgoglioso sfilarsi dal nuovo gruppo,
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Oblique Studio

che si costruir, si pu esserne certi, un altro anni, Ho coltivato il mio giardino e La signora
pezzo del mito di Adelphi presso il pubblico Goc, da tempo la prima indiziata; al di l
e presso tutti i preoccupati custodi della li- delle smentite ufficiose e dei non piccoli
bert della cultura (il ministro-scrittore Dario problemi di intrecci proprietari. Qualche co-
Franceschini: Rischi per il delicato mercato noscitore del mercato, addirittura, gi pensa
del libro). che il valore del marchio e delle sue azioni
La casa editrice dai titoli raffinati e dai co- sar premiato dalla scelta di indipendenza.
lori pastello rimarr in questo modo una delle Ma volendo guardare un po pi in l, e
poche medio-grandi indipendenti del pano- con pi concretezza? Un uomo di editoria
rama editoriale italiano nel segno di una esperto e abituato a guardare pi in l
cultura sofisticata e della cura artigianale per come Marco Ferrario, che stato a lungo
il prodotto. Non lunica, certo. Per dimen- manager mondadoriano (Mondadori Infor-
sione, artigianalit e autonomia dai grandi matica & New Media) e dal 2010 si creato
conglomerati ci sono case editrici che valgono un proprio business nelleditoria online con
quanto Adelphi, da minimum fax a Codice bookrepublic.it, la pi grande libreria online
edizioni. Ma nessuna vanta quel marchio, italiana indipendente, e poi con 40k, una
quella storia, quella noblesse. Che se ne far, casa editrice nativa digitale che pubblica in
lAdelphi di Roberto Calasso, di questo patri- cinque lingue e vende in tutto il mondo, am-
monio immateriale dalle implicazioni molto mette che lo scontento di Calasso per un in-
materiali, una volta che avr respinto al mit- gresso in casa Mondadori evidente, come
tente, sicuro anche questo, la tentazione di lo la sua voglia di indipendenza. Ma poi
appropriazione indebita da parte dei mille preferisce ragionare sul fatto che si tratta di
anti mercatisti in cerca di nuove bandiere una abile mossa commerciale e di posizio-
difficile dirlo, ma interessante domandar- namento. Nel gruppo c gi Einaudi, che
selo. Adelphi godr ancora di pi dellimma- con le dovute differenze si rivolge a un pub-
gine di sancta sanctorum inviolabile; una blico simile. Ci sarebbe una concorrenza in-
certa, dissimulata o strillata fuga di autori terna, e tra cataloghi e linee editoriali.
verso la casa dei fratelli data per scontata Stando fuori, lautonomia premiata, con-
soprattutto dalla scuderia Bompiani, quella correnza e riconoscibilit sono destinate a
guidata da Elisabetta Sgarbi, dalla quale per crescere. una scelta giusta, logica. Chiss
primi si sono alzati gli alti lai contro la berlu- se per, e qui parla leditore digitale, Adelphi
sconizzazione culturale del mercato mangia- avr mai la voglia di rischiare il proprio pa-
tutto, a partire da Umberto Eco. trimonio di autonomia in un altro modello
Ovviamente, la curiosit degli operatori industriale: Quello librario di oggi finito:
del settore d la precedenza a un altro costi troppo alti, distribuzione elefantiaca
aspetto: dove recuperer il patron di via San per poter esistere nelle librerie, meccanismi
Giovanni sul muro, assieme ai suoi soci di di resa pesantissimi. Il modello della vendita
minoranza, i danari per ricomprarsi il 58 online, o del print on demand, potrebbe es-
percento della sua storia? La cortesia della fa- sere il futuro dei marchi medio-piccoli di
miglia Agnelli, Marella Caracciolo ha pubbli- qualit. Ma non credo sar la scelta di Ca-
cato per i Tipi di Calasso ben due libri in due lasso. Modelli commerciali, scelte culturali.

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E Adelphi invent il longform


Cristiano de Majo, rivistastudio.com, 9 giugno 2016

Abbiamo molto parlato negli ultimi due o da Calais, uscito prima su giornali e maga-
tre anni del longform e di come la scrittura zine di mezza Europa, da noi su La Lettura,
su internet, e in particolare quella forma di e poi pubblicato a stretto giro da Adelphi
racconto della realt che sta al confine tra nella collana Biblioteca minima. Ho letto il
letteratura e giornalismo, avesse trovato una pezzo di Talese prima sul sito del New Yor-
nuova prateria in cui espandersi, grazie so- ker, poi mi sono deciso a stamparlo, poi mi
prattutto allassenza di gabbie e di limiti di capitato tra le mani una copia della rivista e
lunghezze che siti e riviste online consenti- lho finito l, ma stata unesperienza di let-
vano. Allincirca nello stesso periodo, per, tura scomoda, a tratti faticosa, nonostante la
abbiamo sperimentato come la sproporzio- bellezza del pezzo. Ho letto A Calais di Car-
nata offerta di contenuti e, pi in generale, rre, invece, sul libricino stampato da Adel-
tutte le interessanti distrazioni che ci capi- phi, me lo sono portato appresso in tasca,
tano davanti agli occhi, rendesse complicato pensando che fosse un tascabile nel senso pi
se non impossibile concentrarsi per il giusto del termine, e mi piaciuto tenerlo in
tempo, spesso lungo, necessario a leggere mano come oggetto, ho fissato parecchie
questi pezzi di 20, 30 o 40 cartelle. Quante volte la bella copertina (foto di Jrme Ses-
persone leggono un longform dallinizio alla sini), e lho finito dopo due o tre viaggi in
fine? metro, senza nessuna fatica. Ho pensato: non
In queste settimane mi sono capitate da- che ci siamo sbagliati sulla forma lunga? E
vanti agli occhi due cose che mi hanno fatto che leditoria tradizionale potrebbe puntare
riflettere sul presente e il futuro di questo di pi su questo formato che si presenta da
formato: la prima lincredibile pezzo di un lato, per la sua permanenza nella nostra
giornalismo letterario fornito da Gay Talese memoria, assimilabile alla letteratura dei ro-
sul New Yorker, ovvero la storia del voyeur manzi, dallaltro, per la sua comodit, la ve-
nel motel; la seconda il reportage di Carrre locit di lettura, la sua trasversalit rispetto ai
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Oblique Studio

generi, decisamente congeniale allra delle presupposto diverso. E in Francia, Allia fa-
grandi distrazioni? In Italia, una collana come ceva libri molto brevi prima di noi. Per
Biblioteca minima esiste solo da Adelphi. Ne erano casi isolati. Adesso notiamo che qual-
ho parlato con Matteo Codignola. cun altro ci ha seguito. Come si diceva nel-
lOlocene, abbiamo alcuni compagni di
Il cosiddetto longform un formato molto amato strada, diversissimi fra loro. Penguin, ad
da Adelphi ancora prima che si chiamasse cos (o esempio, o Minuscula, uno straordinario
che diventasse una parola di uso comune), sia dal piccolo editore spagnolo che fa libri molto
punto di vista della lunghezza (la Biblioteca mi- simili ai nostri. un piacere, ed anche
nima) sia da quello del genere (il giornalismo let- molto utile.
terario, il lyric essay, la creative non fiction
che dir si voglia). Mi potresti spiegare le ragioni Pensi che per cose simili a quelle pubblicate nella
storiche di questa predilezione? Biblioteca minima internet possa essere il medium
Non una predilezione astratta, nasce giusto?
dalla pura constatazione che da vari anni i Non lo so. Da questo punto di vista, inter-
testi pi interessanti non rientrano nella net un po una delusione. Lidea, qualche
narrativa di finzione, ma in quella di non anno fa, era che grazie alla drastica riduzione
finzione. E hanno spesso un formato che dei costi di produzione e alle enormi poten-
non coincide con quello tradizionale del zialit del mezzo potesse nascere una narra-
libro. Per questa ragione, molto concreta, tiva di qualunque genere molto diversa
abbiamo aperto la Biblioteca minima. Lidea da quella tradizionale. La aspettavamo tutti,
che peraltro non riguarda solo le cose ma con qualche luminosa eccezione non
scritte oggi, se si pensa che il primo libro arrivata. Non ancora, almeno. Un po perch
della collana era un taccuino inedito di si capito che il risparmio unarma a dop-
Nietzsche, il terzo un antichissimo testo san- pio taglio: agevola laccesso, certo, ma tende
scrito era forzare un po i confini del pub- a cancellare, o a ridurre al minimo, il con-
blicabile: provare a trasformare in un libro trollo editoriale. Il che non rappresenta, al-
testi nati magari altrove, che si riteneva, se- meno secondo me, un valore aggiunto, anzi.
condo noi in modo talvolta meccanico, non Poi, a un piano se vogliamo pi alto, si ca-
potessero uscire dalla loro forma o dalla loro pita credo una cosa importante: quando
sede originale. buona, la scrittura ha una forza, unenergia,
una tensione rispetto alle quali il ricorso ad
Esistono editori (italiani e non) che considerate altri media, pi che un aiuto, si configura
un modello o un concorrente rispetto a questo tipo come uninterferenza, un disturbo sulla linea
di collana? fra chi scrive e chi legge. Tutto ci in un certo
Trovo le pretese di primogenitura o di senso costringe il discorso su queste cose a
esclusivit leggermente ridicole, ma al mo- girare in circolo o a ripartire da zero.
mento della sua uscita una collana come Mi-
nima non mi sembra esistesse. In Italia cera Che senso ha pubblicare un libro come A Calais
stato un esperimento singolare come quello dopo luscita su magazine e inserti di mezza
dei Millelire, che comunque partiva da un Europa?

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Adelphi Editoria dallaltra parte

Il senso tutto nella forma. Un libro pubblicato in rete? Considerate il longform di-
questo prima di tutto una forma, una cor- gitale uno stimolo? Cercate in qualche modo di
nice diversa da qualsiasi altra. Chiude, li- differenziarvene oppure di prenderlo come uno
mita, struttura e trasforma. un fatto fi- spunto?
sico anche un po curioso. Provate a leggere Credo di avere gi risposto, pi o meno. Ma,
un testo su uno schermo, su una bozza, o nonostante quello che ho detto, nessuno di
anche su un giornale. E poi provate a leg- noi se non in forme estremamente mo-
gerlo su un libro. Qualcosa, cui per fortuna derate un luddista. Cerchiamo testi che ci
difficilissimo dare un nome, cambia. Non convincano, e se li troviamo, non facciamo
so se quelleffetto un incantesimo, o una domande sul pedigree. Ad esempio, possi-
banale illusione ottica: ma comunque il bile che un giorno alcuni degli straordinari
movente profondo del lavoro editoriale. Poi post che Charles Simic pubblica sul suo
ce ne sono molti altri, pi superficiali. Ri- blog vengano raccolti in volume. E questo
spetto a questo, il fatto che un testo sia di- nonostante presentino tutte le caratteristi-
sponibile altrove irrilevante. A parte che che di leggerezza e occasionalit general-
oggi tutti i testi sono sempre disponibili al- mente attribuite alla scrittura digitale. Ma il
trove, volendo. bello di tutto quello che diciamo su questo
mondo ancora nuovo che ogni posizione
Biblioteca minima una collana su cui state fa- si trasforma, appena enunciata, nel suo con-
cendo ragionamenti alla luce di quello che viene trario. O no?

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Adelphi per adolescenti


Roberto Calasso intervistato da Simona Scravaglieri, Sky Arte

Che cosa consigliare a un adolescente? Mah, della manutenzione della motocicletta di Pirsig.
dipende dal limite delladolescenza. Se si in- Molto pi complicato di quel che sembra,
cludono i diciottenni direi che bisogna con- molto bello, e che rimane uno dei pi bei
sigliare tutto, cio dei duemilatrecento titoli libri americani degli ultimi cinquantanni.
pubblicati dovrebbero andare bene tutti, Ne ho detti gi un po, ma se ne possono ag-
senza eccezione. Se si risale un po pi indie- giungere tanti altri. Poi abbiamo dei libri
tro, fino ai dodici-tredici anni, allora ci sono proprio per bambini, il mio prediletto
vari libri che hanno sempre avuto molta for- quello che ha dato il titolo alla collana, il
tuna per quei lettori. Il primo che mi viene libro del nostro amato Sto, cio Sergio To-
in mente Della mia famiglia e altri animali di fano, I cavoli a merenda, che io stesso da bam-
Durrell, che un libro incantevole e che bino conoscevo a memoria e spero che ri-
continua a essere stampato da tanti anni. Al- manga popolare anche oggi.
cuni celeberrimi come Lo Hobbit di Tolkien, Per me ci sono stati alcuni autori, che poi
ma anche evidentemente Siddharta di Hesse, ho pubblicato, che erano diventati come una
che un libro prediletto dai lettori giovani. parte interna della casa editrice, cio ave-
Il libro dellEs di Goddreck per dei giovani vano capito benissimo quello che facevamo
che a un certo punto scoprono, anzi risco- e con loro parlavo continuamente di cose
prono, che esiste qualcosa che il sesso che si potevano fare, di cose che bisognava
credo che sia una cosa molto utile da leg- evitare. I casi pi evidenti per me furono
gere, anche terribilmente divertente. Poi, Brodskij e Chatwin. Erano tutti e due molto
non so, Alce Nero parla, che il grande libro generosi, adoravano parlare di libri, e spin-
degli indiani dAmerica. Oppure un libro gevano il mercato editoriale.
prezioso per un ragazzo, perch una storia Ci sono libri che ho scoperto grazie a loro.
di un padre che gira lAmerica in motoci- Per esempio Brodskij fu il primo che mi
cletta con il figlio giovane, Lo zen e larte parl di Danilo Ki, che io ignoravo e che poi
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Adelphi Editoria dallaltra parte

divent un autore Adelphi importante, e portai a Canetti e lui volle fare due dediche.
anche mio caro, carissimo amico. Una era per me, e poi volle dedicare una
Chatwin era abbastanza irresistibile. Molto copia alla casa editrice, con questa frase: A
bello, innanzitutto, questa la prima cosa Adelphi, il pi bel catalogo di libri che co-
che chiunque notava. Velocissimo, passava nosco. Disse unaltra cosa in quella occa-
da una cosa allaltra sempre in modo piutto- sione. Guard questa copertina e disse:
sto tagliente ed era imprevedibile. Faceva Nessunaltra casa editrice avrebbe fatto una
molte vite e ogni amico ne conosceva solo copertina cos. La prima massa sono i
una, due o tre, ma ce nerano tante altre. In morti, questo il concetto alla base del libro
Patagonia, quando uscito qui, era il libro di di Canetti, e qui lo vedeva riconosciuto in
un esordiente, il primo libro di un autore in- unimmagine.
glese tra i trenta e i quarantanni, assoluta- Milan Kundera era un autore che gi da
mente ignoto anche in Inghilterra, perch In tempo avremmo voluto pubblicare. Quando
Patagonia non ebbe un successo immediato. usc Linsostenibile leggerezza dellessere fu un
Dopodich Chatwin diventato quello che tale successo fulmineo per cui davamo per
sappiamo, e alla fine era pi popolare in Ita- sottinteso che il libro fosse gi stato com-
lia che in Inghilterra. Io non lo conoscevo prato. Invece un giorno ricevetti una tele-
quando abbiamo comprato il libro, lho co- fonata, unamica di Parigi, che mi disse:
nosciuto dopo, e poi diventato un consi- Guarda che Kundera non ha ancora deciso
gliere segreto di Adelphi; eravamo continua- e penserebbe a Adelphi. A quel punto lho
mente in contatto proprio su libri, su per- incontrato e ci siamo messi daccordo su-
sone e su cose da fare. bito su quel libro ma anche in prospettiva
Ci sono alcuni di questi libri segnati da co- per gli altri. Cos da quel momento ab-
loro che me li hanno fatti scoprire. Ecco, Vita biamo pubblicato ogni riga che Kundera ha
del lappone non il libro pi popolare di pubblicato in Francia. Lintera opera, tutti i
Adelphi, ma assolutamente magnifico, e saggi e tutti i romanzi. Credo che Kundera
Canetti lo riteneva uno dei libri pi impor- sia uno dei pochissimi grandi scrittori vi-
tanti che aveva mai letto. Lho scoperto attra- venti. Quando dico pochissimi dico meno
verso di lui e labbiamo fatto nel 91. Quando di quelli che stanno in una mano, molto
usc Massa e potere nella nostra edizione, lo molto pochi.
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Lemozione che chiamano letteratura


Roberto Calasso, la Repubblica, 19 settembre 2016

Venne un giorno, nel 1961, in cui fu data la la letteratura stessa rischiava di diventare un
notizia del Premio Formentor assegnato a solo, grande brivido? Di fatto, una volta
Borges e a Beckett. Ricordo quel giorno e sommerso quellordo rerum che era garantito
limpressione che fosse un premio illumi- dalla retorica, il brivido nuovo fu ci da cui,
nato, anche se nessun ex aequo mai giusto. per almeno un secolo, si riconosciuta la
E pareva evidente il fondamento della letteratura.
scelta: la letteratura. Questa singolare parola, Fu in quel periodo che avvenne anche
dopo essere passata per tante avventure, e a unaltra, pi discreta, conquista. Nessuno la
lungo essere stata ritenuta molesta o sol- rivendic, ma alcuni la praticarono, con
tanto funzionale, a un certo punto della sua somma perizia. La conquista consisteva in
vita, al tempo di Hlderlin e di Novalis, era questo precetto: tutto pu essere conside-
diventata come il jinn uscito dalla bottiglia rato letteratura. Borges ne fu lineguagliato
e, sottratta a ogni costrizione, aveva comin- maestro e praticante. Era una grande libera-
ciato a vagare, mescolandosi con tutto, senza zione e unimmensa espansione di territo-
pregiudizi e senza preclusioni. Nasconden- rio, che andava insieme a un altro precetto
dosi in ogni pertugio di ci che appare, ac- questa volta taciuto, secondo cui la lettera-
cettava una vita clandestina, da cui per riaf- tura stessa non doveva essere definita. Fra il
fiorava dopo aver assorbito in s tutto ci giugno e il luglio di questanno avvenuta
che aveva attraversato. A che patto? Se vista nella sempre utile rubrica delle lettere del
da fuori, non troppo cambiava, se non una Times Literary Supplement una curiosa
certa torsione delle forme. I sonetti pote- schermaglia: si dibatteva se Platone potesse
vano rimanere sonetti, ma se li scriveva essere considerato grande letteratura. Evi-
Baudelaire trasmettevano quello che Hugo dentemente a uno dei due interlocutori non
chiam un frisson nouveau. Si trattava sol- era giunta notizia di quella remota conquista
tanto di un brivido, aleatorio ed effimero? O di cui sto parlando, secondo la quale non
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Adelphi Editoria dallaltra parte

solo Platone, con ogni evidenza, ma anche bene dove e fin dove applicarsi, anche se
quellarcaico oggetto che un elenco del te- opere eccellenti hanno continuato a mani-
lefono pu essere considerato come lettera- festarsi in questi anni. E un punto appare
tura. Ben lo sapeva Georges Simenon, che li evidente: gli obiettivi smisurati, che erano
sfogliava come poemi epici, alla ricerca di comuni a scrittori cos opposti come Musil
nomi per i personaggi dei suoi romanzi. e Joyce, non sembrano pi attuali. Eppure,
Ma quali ulteriori conseguenze compor- quando Beckett diceva che la mira dello
ter questo modo di considerare tutto come scrivere era fallire meglio, aveva ancora in
letteratura? Certamente non toglier nulla mente quegli obiettivi. Che oggi, a quanto
alla durezza e alla crudezza di ci che . Ep- pare, si sono dileguati. Nietzsche parl
pure avr un effetto benefico, il sollievo del dellocchio mitico, ancora vivo nella Gre-
respiro, comparabile a quello dei mattoni cia classica. Ma c anche un occhio lettera-
naturalmente perforati, svayamatrnna, che rio, che periodicamente si appanna o si ri-
venivano inseriti in punti strategici nella su- sveglia. E sarebbe inutile cercare nella
perficie compatta dellaltare vedico del letteratura stessa lorigine di quellappanna-
fuoco. Qual era la loro funzione? Secondo lo mento, che invece una fra le tante conse-
Shatapatha Brahmana, la pietra natural- guenze di un processo ubiquo e sconvol-
mente perforata il soffio, perch il soffio si gente. Processo che ha dissestato lintera
scava la via da solo nel corpo. Era unirru- forma di vita occidentale e potrebbe es-
zione del vuoto in mezzo alluniforme sere definito come un esacerbarsi della con-
pieno. fusione delle lingue. In mezzo a questo vor-
Cos, di fronte e di lato a tutte le squadrate tice in espansione, la letteratura stata solo
certezze che ci circondano scientifiche, re- un luogo circoscritto e privilegiato dove si
ligiose, filosofiche, politiche, economiche e potevano avvertire le avvisaglie di ci che
di qualsiasi altro genere , tutte ultimative e stava accadendo. Un segnale non trascura-
pur sempre oppressive, le pietre perforate bile di questo corso degli eventi si pu in-
della letteratura lasciano intravedere qual- contrare in un articolo del remoto 1839,
cosa che non pretende neppure di essere pubblicato da Sainte-Beuve sotto il titolo
una certezza, ma se mai una forma e un ominoso De la littrature industrielle. Dove
modo di accostare forme, al solo fine di con- baster isolare una frase: Lindustria pene-
templarle. Perch per lartista, come una tra nel sogno e lo plasma a sua immagine,
volta ha scritto Kundera, la forma sempre mentre si rende essa stessa fantastica come
pi che una forma. lui. inevitabile vedere in queste parole
Ma proviamo a tornare dai Veda allanno una anticipazione di quella che Adorno
1961, quando vennero premiati, qui, Borges chiam industria culturale, espressione
e Beckett. Che cosa accaduto da allora? che oggi suona antiquata e paludata per de-
Quale processo ha agito durante le succes- scrivere qualcosa che avvolge il pianeta
sive ere geologiche? A prima vista e se con- come una pellicola impenetrabile o, se si
siderata nella sua informe compagine , si vuole, una variegata nube informatica.
direbbe che la letteratura sia entrata in una Come ritrovarvi la letteratura? Sar impresa
fase di latenza. Il nome stesso non sa pi ardua, proseguiva Sainte-Beuve, perch nel

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Oblique Studio

nuovo mondo che allora lo ricordo: nel darte diventa unesperienza essenziale. Per
1839 si annunciava, chiunque, una volta la letteratura non sussiste altra prova, n
almeno nella sua vita, avr avuto la sua pa- altra verifica. Come si legge in Plotino: da-
gina, il suo discorso, la sua pubblicit, il suo vanti a una pittura che rimanda a qualcosa
brindisi, sar autore. Quando Andy Warhol, di ulteriore, in colui che guarda per lemo-
nella stessa decade in cui ebbe inizio il Pre- zione si muovono gli Eros.
mio Formentor, disse che ormai chiunque Paragonando il qui e ora della letteratura
avrebbe avuto i suoi quindici minuti di ce- con quel giorno del 1961, unaltra considera-
lebrit, plausibilmente ignorava che si stava zione si impone: difficilmente oggi un
rivelando in quel momento come un pun- gruppo di editori troverebbe un terreno co-
tuale e conciso prosecutore di Sainte-Beuve, mune su cui scontrarsi, lasciando alla fine
anche se una totale incompatibilit fisiolo- due guardiani della soglia equiparabili a
gica li separava. Borges e Beckett per suggellare la pace. E
Ogni forma della letteratura, che lo voglia difficilmente si troverebbe un pubblico dif-
o no, invischiata in questa superficie fre- fuso, corrispondente a una ormai fantoma-
mente e ubiqua. Quella attrazione per la tica Rpublique des Lettres, che possa ap-
clandestinit e il camuffamento, che fu la provare le motivazioni di quellaccordo
vocazione di ci che venne chiamato il finale. Tanto pi felice appare allora il fatto
moderno e oggi appare come un relitto ob- che in questo magnifico luogo, dove sembra
soleto, nel frattempo diventata una neces- essersi raccolta la grazia del cielo, un gruppo
saria misura di autodifesa e sopravvivenza. di persone affini si sia ritrovato per far con-
E lunica stella polare rimane unesperienza tinuare una storia improbabile e luminosa,
di ci che veniva chiamato samvega e, nelle di cui ho accennato qualche scheggia. E
parole di Coomaraswamy, valeva a deno- tanto maggiore la gratitudine perch la
tare lo shock o la meraviglia che si pu pro- loro attenzione si incrociata con i libri di
vare quando la percezione di unopera chi vi parla.

Gli obiettivi smisurati, che erano comuni a scrittori cos


opposti come Musil e Joyce, non sembrano pi attuali.

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