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Pensa attentamente ad una situazione in particolare che hai gestito
con grande soddisfazione, mantenendo la relazione positiva e chiediti
cosa abbia funzionato in quel caso.
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Cerca quindi di concentrarti su una relazione negativa e poniti le
stesse 3 domande.
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Cerca ora di inserire almeno un obiettivo preso dalla relazione che
funziona nella relazione che non funziona...adattandolo il pi
possibile a questultima:
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Sperimenta questi passaggi in svariate coppie di situazioni relazionali
(di cui una positiva ed una negativa naturalmente): ti accorgerai come
nel giro di un breve arco temporale le tue capacit relazionali si
arricchiranno sempre di pi, aumentando la tua autostima e la tua
assertivit..
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La triade comportamentale
Nell'ambito dell'assertivit i comportamenti, verbali e non verbali,
seguono una classificazione semplice che tiene conto del significato e
delle conseguenze che essi hanno per le persone: questa divisione
puramente teorica dato che ognuno di noi pu slittare da un
comportamento allaltro sotto la pressione degli eventi ambientali.
Possiamo visualizzare questa tipologia mettendola su una linea
ideale. Malgrado ci, uno di questi stili di condotta tende ad
affermarsi sugli altri in ognuno di noi. Si avranno quindi persone
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fondamentalmente passive, altre aggressive ed altre assertive. Quello
che realmente conta essere in grado di discriminare tra questi
tre modelli comportamentali e muoversi verso un
comportamento sempre pi assertivo.
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Passivo Aggressivo Aggressivo
Il comportamento assertivo
rappresenta il punto di equilibrio
tra i due opposti
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Il comportamento passivo
Per "persona passiva" si intende una persona che adotta
comportamenti e atteggiamenti che lo inducono a subire gli altri,
provando quindi disagio in ogni relazione. Si possono subire gli altri
in molti modi: quando non si riesce a rifiutare un favore ad un amico
oppure quando non si riesce ad opporsi a delle umiliazioni sul luogo
di lavoro. Pertanto possiamo affermare come esistano diversi livelli
di passivit e diversi livelli di disagio: tuttavia le dinamiche del
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comportamento passivo e le sue conseguenze saranno sempre le
stesse.
Il comportamento passivo il risultato di un errato giudizio riguardo
noi stessi e gli altri.
Per sconfiggere tale comportamento essenziale individuare gli
schemi mentali che conducono alla passivit per poi eliminarli.
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Vediamo ora quali sono i comportamenti ritenuti passivi:
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- agire secondo quanto stabilito da altri
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Lo sfogo della persona passiva non utile ma serve unicamente a
incrementare il disagio interiore e inoltre genera sensi di colpa,
riportando nuovamente ad un atteggiamento passivo nei confronti
degli altri.
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Lincapacit di prendere da soli le proprie decisioni e la dipendenza
dal giudizio altrui, porta spesso le persone passive a stringere
amicizia con individui aggressivi.
Il comportamento aggressivo
Essere aggressivi non vuol dire necessariamente esercitare violenza
fisica sugli altri: fanno parte dellaggressivit tutta una serie di
atteggiamenti e modi di pensare che hanno in comune la violazione
dei diritti altrui e la noncuranza per i loro stati danimo.
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Rendersi conto della propria aggressivit non facile: spesso la
persona aggressiva riesce a ottenere ci che vuole con la prepotenza e
quindi tale comportamento reputato giusto e utile.
In realt laggressivo paga a lungo termine le conseguenze del suo
modo dessere: verr emarginato e finir per circondarsi solamente di
passive. Il costante considerare gli altri degli inetti ed il volerli
piegare al proprio volere conduce infatti ad una alienazione
egocentrica in cui laggressivo instaura un rapporto conflittuale con
gli assertivi o con altri individui aggressivi.
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Vediamo ora quali sono i principali comportamenti aggressivi:
- noncuranza i diritti altrui
- prevaricazione
- ritenersi sempre nel giusto
- attribuire i propri errori e disagi agli altri
- sopravvalutarsi
- non accettare le opinioni altrui
- inflessibilit dopinione anche di fronte allevidenza
- colpevolizzare gli altri
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- minimizzare le capacit degli altri
- sentirsi in diritto di giudicare tutto e tutti
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Una persona pu affermare come "la musica pop sia orribile": in
realt si tratta di un giudizio personale, dettato dai gusti individuali.
Se la musica pop diffusa in tutto il modo, ci saranno milioni di
persone ad apprezzarla.
Le persone aggressive devono imparare a distinguere tra le loro
opinioni e la realt oggettiva: le cose non sono "giuste /sbagliate",
buone / cattive ma diventano tali agli occhi di chi le giudica.
un nostro diritto giudicare le nostre idee ma non quelle altrui.
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Il comportamento assertivo
La persona assertiva si colloca tra il passivo e laggressivo: non
limitata dagli schemi mentali che caratterizzano il passivo e
laggressivo.
Lindividuo assertivo non attribuisce realt ai comportamenti
aggressivi e a quelli passivi: egli sa che entrambi sono solo il risultato
di limitazioni e capisce come le limitazioni possano essere superate,
vincendo le situazioni di disagio.
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Vediamo ora quali sono i principali comportamenti assertivi:
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Lassertivo non raccolgie la "sfida" dellAggressivo e non infierisce
sul Passivo: invece in grado di gestire in modo efficace le relazioni
umane. Egli non cade nella trappola dello pseudo-benessere.
infatti importante rendersi conto di come ci si relazioni alle
situazioni di benessere. Anche se esse non sono per noi causa diretta
di disagio sociale possono tuttavia contenere schemi comportamentali
ed assunzioni erronee alla base di altri disagi.
Si rifletta ad esempio sulla differenza che divide queste due
affermazioni damore:
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"Tu mi fai stare bene!"
"Stare con te mi fa sentire bene!"
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Scegliere una vita assertiva
I concetti finora espressi sono strumenti con i quali possiamo
difenderci ed affermarci nella vita: dobbiamo decidere in prima
persona e quindi dipender da noi trasformarla in una favola o in un
incubo.
Dovremmo imparare a saper scivolare lungo il flusso della vita come
suggerisce Siddharta: senza ansia, senza fretta, limitandoci a
selezionare ci che ci avvicina ai nostri obiettivi e scartando ci che
ci allontana da essi.
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Cos facendo, agendo con tale pace danimo, ci renderemo presto
conto che non siamo noi a muoverci nella vita: luniverso che ruota
intorno a noi.
Questo forse il vero segreto: non lasciare che sia lambiente ad
influenzare noi, ma essere noi a influenzare lambiente. Dovremmo
preoccuparci solo di essere noi stessi, il resto verr da s. La
selettivit discriminativa far si che siano i nostri obiettivi a venirci
incontro.
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Questo possibile solo se siamo vigili verso i mutamenti
nellorizzonte degli eventi e dentro di noi.
Lassertivo sa cosa vuole e lo otterr per la via pi breve.
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sia su microscala (per affrontare specifiche situazioni) sia su
macroscala (per pianificare la nostra vita, la nostra evoluzione).
Dalla teoria generale dei sistemi deriva una visione dell'uomo come
sistema aperto composto da sistemi interni in sinergia tra loro:
cognitivo, emozionale, comportamentale.
Luomo interagisce con l'ambiente esterno, strutturato anch'esso in
sistemi: famiglia, scuola, lavoro, sociale, comunitario e globale.
Questi sistemi formano unecologia.
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Qualsiasi cambiamento in uno di essi, pu ripercuotersi sull'ecologia
personale, cambiando la qualit della vita.
Un obiettivo ecologico se produce benessere nella vita della
persona. Pertanto un obiettivo ecologico sar valido unicamente per
la persona che lo ritiene tale.
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2) Esercitare l'autocontrollo cognitivo (del proprio pensiero) sugli
obiettivi
Self-efficacy (auto-efficacia): la creazione di aspettative corrette,
lessere allaltezza delle scelte operate, il ragionare per obiettivi
realistici, senza provare ansia o disagio e nel rispetto delle "regole".
Self-monitoring (auto-monitoraggio): saper osservare il proprio ruolo
e i propri obiettivi. Spesso un obiettivo legittimo troppo difficile per
il nostro ecosistema. La sua scomposizione in sotto-obiettivi lo rende
invece realizzabile.
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Self-evaluation (auto-valutazione): essere in grado di attribuire il
successo e l'insuccesso ai veri agenti di esso (a se stessi o gli altri).
Self-reinforcement (auto-rinforzamento): buona regola gratificarsi
quando si raggiunge un obiettivo, anche se minimo. Potete limitarvi a
dire a voi stessi che siete stati "bravi", o concedervi una qualsiasi
gratificazione. Questo consolida e incrementa i comportamenti
positivi.
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3) Possiede inoltre le seguenti capacit:
Autonomia emotiva: tutte le emozioni possono interferire
negativamente se la loro base biologica prevarica il controllo
razionale; inoltre importante non far dipendere le nostre emozioni
dalla volont altrui.
Libert espressiva: la capacit di comunicare emozioni e affetti.
Nelle relazioni umane di fondamentale importanza per avere un
buon rapporto.
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Consapevolezza dei diritti della persona: la bussola dei rapporti
sociali. Implica il rispetto di s e degli altri. Rende il nostro agire
chiaro e libero dai sensi di colpa.
Autostima: discende da una positiva immagine di s. Chi stima s
stesso disponibile a stimare gli altri e questo crea la premessa per un
rapporto corretto.
Capacit di autorealizzazione: implica la padronanza di tutti i
precedenti prerequisiti, delle capacit di auto-controllo cognitivo e di
strategie idonee. un'abilit complessa che agisce su tutti i sistemi
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interni: il sistema nervoso autonomo che regola le emozioni, quello
cognitivo che regola i pensieri, quello motorio che regola i
comportamenti volontari.
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- Inibizione ansiogena: altre persone pur possedendo le competenze
sociali non riescono ad esercitarle perch soggette alle interferenze
dell'ansia che le inibisce. In questa tipologia troviamo i passivi, la
quota pi rilevante degli anassertivi che chiede aiuto.
- Discriminazione errata: l'interazione sociale fallisce se una
persona non ha le sufficienti capacit per discriminare le informazioni
rilevanti che provengono dall'ambiente e per rispondervi
adeguatamente.
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Individuare le cause vi sar di aiuto per capire quale tipo di lavoro
dovrete fare su voi stessi. Vi sono diversi paradigmi individuali a cui
potrete ispirarvi:
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2. cibernetico: un individuo di questo tipo privilegia l'apprendimento
dei percorsi gerarchici pi idonei per raggiungere gli obiettivi senza
commettere errori, ponendo in primo piano il ruolo dell'informazione;
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4. teleologico cognitivo: centrato sull'analisi dell'obiettivo da
raggiungere nel rapporto sociale per la via pi breve a scapito dei
fattori non cognitivi.
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FINE LEZIONE
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