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VI Seminario Interdisciplinare

dei Dottorandi, Dottori di ricerca e Ricercatori


5-7 GIUGNO 2014

a cura di
Ylenia Carola
Alessia De Palma
Marta Donolo
Filippo Kulberg Taub
Barbara Minczewa
Michele Pigliucci

UniversItalia
PROPRIET LETTERARIA RISERVATA
Copyright 2015 - UniversItalia - Roma
ISBN 978-88-6507-838-9

A norma della legge sul diritto d'autore e del codice civile vietata la riproduzio-
ne di questo libro o di parte di esso con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico,
per mezzo di fotocopie, microfilm, registratori o altro. Le fotocopie per uso per-
sonale del lettore possono tuttavia essere effettuate, ma solo nei limiti del 15%
del volume e dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dallart. 68,
commi 4 e 5 della legge 22 aprile 1941 n. 633. Ogni riproduzione per finalit di-
verse da quelle per uso personale deve essere autorizzata specificatamente dagli
autori o dalleditore.

Foto di copertina: Nora Lux 2014


INDICE

INTRODUZIONE
Daniela Guardamagna e Franco Salvatori .............................. 11

LA CITT DEL PASSATO, LA CITT DEL FUTURO

TENDENZE RELIGIOSE, SOCIALI, CULTURALI E


ARCHITETTONICHE NELLETRURIA ARCAICA
Aura Piccioni............................................................................... 15
I DEPOSITI VOTIVI DI ET MEDIO-REPUBBLICANA NEL LATIUM
VETUS: INDICATORI DI UNA MUTAZIONE SOCIALE?
Valeria Ducatelli ......................................................................... 25
LA ROMA AUGUSTEA NEI LIBRI DELLE MEDAGLIE DI PIRRO
LIGORIO
Alessia Chiappini ........................................................................ 35
LA FORMA URBIS DI ROMA MEDIEVALE. UNO STRUMENTO DI
CONOSCENZA E VALORIZZAZIONE PER LA CITT
Nicoletta Giannini ...................................................................... 49
LA DINAMICA DEI RAPPORTI CON LO SPAZIO CITTADINO NEL
QUARTO VANGELO
Marijana Milkovic ....................................................................... 59
LA CITT RIGENERATA:I GIACOBINI ITALIANI E LA
QUESTIONE URBANA FRA EGUAGLIANZA E LIBERT
Eugenio Leucci ........................................................................... 67
THE CITIES OF THE PAST. LE CITT DEL MEDITERRANEO FRA
TRADIZIONE E MODERNIT NELLIMMAGINARIO DEI
VIAGGIATORI DEL XIX SECOLO
Elisabetta Serafini ....................................................................... 79

3
4 INDICE

LE SETTE SORELLE DI MOSCA. IL MONUMENTALISMO


ARCHITETTONICO COME ICONOGRAFIA DELLIMPERIALISMO
SOVIETICO
Leila Tavi ..................................................................................... 91
IL MALEN'KIJ ELOVEK PIETROBURGHESE
E DIALOG DI G. EF
Noemi Albanese ....................................................................... 107
IL MITO DI PIETROBURGO TRA CLASSICIT E MODERNIT NEI
TESTI DI JURIJ EVUK
Valeria Giordano ...................................................................... 117
PIETROBURGO VERSUS ROMA: LESSICO GOGOLIANO TRA
SOGNO E REALT
Tania Triberio ........................................................................... 129
CAPITALI BIRMANE FRA PASSATO E FUTURO
Daniela Coramusi ..................................................................... 141
LE CITT BALCANICHE TRA ORIENTE E OCCIDENTE
Ardian Lami .............................................................................. 153
LO SVILUPPO URBANO DI ELBASAN IN DIVERSI PERIODI
STORICI
Zhuljeta Kadilli ......................................................................... 165
DALLA PERIFERIA AL PARLAMENTO:
IL TUGURIO NEL DIBATTITO POLITICO ITALIANO
DEI PRIMI ANNI CINQUANTA.
Luigi Cappelli ............................................................................ 177
LINVENZIONE DELLA TRADIZIONE NELLA MODERNIT: UNA
VERSIONE PATOLOGICA
Andrea Canclini ........................................................................ 189
IL RAPPORTO TRA ARCHITETTURA E PIANO NEL NUOVO
CENTRO DI LE HAVRE
Andrea Calgarotto .................................................................... 199
TESSUTI URBANI E FLUSSI COSCIENZIALI
Dana Svorova ........................................................................... 209
INDICE 5

LE VOCI CHE ABITANO LA CITT. ASCOLTO INCONTRO E


CONFRONTO TRA LINGUAGGI DELLA MARGINALIT
Nicola Di Croce........................................................................ 221

PAESAGGIO, TERRITORIO, CITT

LA CITT E LA MOLTITUDINE IN H.M. WILLIAMS E P.B.


SHELLEY
Tiziana Pagan ............................................................................ 235
SI TUR LE NARI, CON RIBREZZO; MA BEN TOSTO RITIR LA
MANO: CITT E REALT NEI PROMESSI SPOSI
Daniela Iuppa............................................................................ 249
ROMA RACCONTATA NEL PIACERE DI
GABRIELE DANNUNZIO
Sandra Dugo ............................................................................. 261
ROMA: IL GENIUS LOCI ATTRAVERSO LA NARRAZIONE ........... 275
Laura Khasiev ........................................................................... 275
NELL'APERTA CAMPAGNA MILANO, SENZA BUSSOLA,
N OROLOGIO, N SOLE, N STELLE: RITRATTO DEL
CAPOLUOGO LOMBARDO NELLA VITA OPEROSA
DI MASSIMO BONTEMPELLI.
Caterina Lidano ........................................................................ 287
LUOMO NEL LABIRINTO. CITT E ALIENAZIONE IN CORRADO
ALVARO
Gabriella Valente ...................................................................... 301
LE ZONE DELLA GRANDE BONIFICA NEI VIAGGI DI GUIDO
PIOVENE E GIANNI CELATI
Maria Pia Arpioni ..................................................................... 313
NATURA, TRADIZIONE, MODERNIT.
IL PIANO DI ESPANSIONE AD HILVERSUM DI WILLEM MARINUS
DUDOK
Alessandro Dalla Caneva ........................................................ 325
6 INDICE

TIMBUCTU. IL DESERTO NELLA CITT, UNA CITT NEL


DESERTO
Stefania Pinci............................................................................. 337
I SEGNI DELLE TRASFORMAZIONI DEL PAESAGGIO NEL
SUBURBIO MERIDIONALE DI ROMA: EVIDENZE
ARCHEOLOGICHE E TOPONIMI
Elisa Giunta............................................................................... 349
ABITARE LE ALPI. RIFLESSIONI GEOFILOSOFICHE SULLA CITT
NELLE ALPI
Andrea Marini ........................................................................... 363
LA CITT VIOLENTATA: IL SACCO DI PALERMO NELLE CARTE
DELLA PRIMA COMMISSIONE ANTIMAFIA
Diego Gavini ............................................................................. 373
TRIESTE: ASCESA E DECLINO DI UNA LOCALIT CENTRALE
Michele Pigliucci ....................................................................... 385
LA CITT PARTECIPATIVA. PRATICHE ATTIVE DI CREAZIONE E
INTERAZIONE CON GLI SPAZI METROPOLITANI
Chiara Canali ............................................................................. 397
REALT E SFIDE DELLURBANIZZAZIONE MONDIALE
Andrea Perrone ........................................................................ 409

IL RITMO URBANO

LEDILIZIA DOMESTICA DEL CAMPIDOGLIO IN ET ROMANA.


DALLA CASA ROMULI ALLINSULA DELLARACOELI
Rocco Bochicchio .................................................................... 423
LA PALAZZINA NERVI-NEBBIOSI SUL LUNGOTEVERE
ARNALDO DA BRESCIA IN ROMA. TRA TRADIZIONE E
INNOVAZIONE
Chiara Giannoni ....................................................................... 435
INDICE 7

AI MARGINI DI PARIGI E DELLA LINGUA FRANCESE: RITMO


URBANO E POLIFONIA NELLARCHITETTURA DEL FRANAIS
CONTEMPORAIN DES CITS
Fiorella Di Stefano ................................................................... 445
PENSARE LA CITT: LA CITT COME LUOGO DI CONFLITTO
NELLA FRANCIA DEL XIX SECOLO
Giovanni Campailla .................................................................. 455
SPAZIO URBANO E DIMENSIONE UMANA
NEL GIAPPONE CONTEMPORANEO: LE DINAMICHE DI TOKYO
ORIZZONTALE
Claudia Fimiani ......................................................................... 467
DI ASFALTO E CEMENTO: SPECULAZIONE E
SPERSONALIZZAZIONE
Gabriele Ottaviani .................................................................... 479
LA CITT E I RIFIUTI TRA DISTRIBUZIONE DEL SENSIBILE E
REGIME DI MATERIALIT. IL CASO DELLA DISCARICA
DI DAKAR
Raffaele Urselli .......................................................................... 489
SPAZI URBANI DEMOCRATICI. LO STATO DI FESTA COME
MANIFESTAZIONE DI NUOVI RITMI SOCIALI
Cristina Sciarrone ..................................................................... 501
LE IMPLICAZIONI SOCIALI DELLE NUOVE TECNOLOGIE: LA
FRUIZIONE DEI BENI CULTURALI SUL TERRITORIO
Chiara Landi .............................................................................. 513
ROMA NEL CASO GIROLIMONI: DINAMICHE CULTURALI E
URBANE DI UNA CITT IMPAURITA
Fabio Ecca ................................................................................. 523
LA CITT-DENARO. UTOPIE E DISTOPIE URBANE
Niccol Cuppini ....................................................................... 533
LE CITT SI RICONOSCONO AL PASSO LA MILANO
MITTELEUROPEA DI PAGLIARANI (E MUSIL)
Tommaso Gennaro .................................................................. 543
8 INDICE

DA ELIO VITTORINI A GIORGIO FALCO: UBICAZIONE DEL


BENE NELLE CITT DEL MONDO
Milly Curcio ............................................................................... 557
LE CITT DEL FUTURO IN LAST AND FIRST MAN
DI STAPLEDON
Iren Boyarkina .......................................................................... 567
LONDRA CITT FANTASMA: IL CENTRO URBANO COME
PALCOSCENICO INTERIORE IN THE INFORMATION DI MARTIN
AMIS
Alfredo Palomba ...................................................................... 577
UNA METROPOLI IN SIMULTANEA: BERLINO NELLA LIRICA DI
WALTER MEHRING PER IL CABARET
Luigia Tessitore......................................................................... 589
IL PONTE: UNO SPAZIO SOSPESO PER LA PERFORMANCE
ARTISTICA
Enrico Strina ............................................................................. 601
LA FRUIZIONE DELLA CITT ATTRAVERSO LA SMARTNESS
URBANA
Marta Donolo ........................................................................... 613

ANTIESTETICA E NUOVA CONCEZIONE ESTETICA URBANA

THREE OR FOUR FAMILIES IN A COUNTRY VILLAGE IS THE


VERY THING TO WORK ON: LA DIALETTICA CITT VS
CAMPAGNA NELLOPERA AUSTENIANA
Angela Sileo ............................................................................... 625
NEI SUONI DEI LUOGHI: SAN FRANCISCO TRA JAZZ E
LETTERATURA BEAT
Sveva Battaglia .......................................................................... 637
CITT NASCOSTA, CITT LIBERATA: SPAZI, PERCORSI E FIGURE
NEI ROMANZI ESTREMI DEGLI ANNI OTTANTA
Giovanni Barracco ................................................................... 649
INDICE 9

DA MACONDO A MCONDO: IL CAMBIAMENTO URBANO


LATINOAMERICANO ATTRAVERSO LE CITT IMMAGINARIE
Long Marco Bao ....................................................................... 661
CITT E RUINE DI CITT: RETABLO DI VINCENZO CONSOLO
Cinzia Gallo............................................................................... 673
LA CITT COME IPOTESI DI UNALTERNATIVA SOCIALE NEI
ROMANZI DI ELIO VITTORINI
Caterina Francesca Giordano ................................................. 687
LO SPAZIO URBANO NEL CICLO COMMEDIE E PROVERBI DI ERIC
ROHMER
Stefano Lo Verme .................................................................... 697
LA TESTUALIZZAZIONE DELLA CITT IN GOODBYE TO BERLIN
DI CHRISTOPHER ISHERWOOD
Anja Meyer ................................................................................ 709
LA CITT COME OGGETTO TEORICO ALLE ORIGINI DELLE
TEORIE DEL CINEMA
Valentina Valente ..................................................................... 721
QUANDO LA CITT DORME:
VISIONI CINEMATOGRAFICHE NOTTURNE
Filippo Kulberg Taub - Michela Paoletti .............................. 731
LA BELLE POQUE A ROMA: TRA CAFF-CONCERTO E TEATRO
FUTURISTA
Miriam Polli ............................................................................... 747
URBAN PERFORMANCES:
LORDINATO E LO STRAORDINARIO
Elena DAngelo ........................................................................ 759
DALLA ROMA DI MENDELSSOHN AI NOSTRI GIORNI: DUE
REALT MUSICALI A CONFRONTO
Andrea Panfili ........................................................................... 769
SOVRASTIMOLAZIONE UDITIVA E PERDITA DEI SIGNIFICATI:
SULLINQUINAMENTO ACUSTICO-MUSICALE
Viviana Ponta ............................................................................ 779
10 INDICE

TRA ARCADIA, OMAGGIO E LEGGENDA: IL CONCETTO DI


CITT NELLA CANTATA DA CAMERA ITALIANA
Giacomo Sciommeri ................................................................ 789
LESTETICA IPERMODERNA NELLA CITT AMERICANA
Federica Ditadi Nicola Scarpelli ............................................ 805
CONDIVISIONE E PERSONALIZZAZIONE TRA ONLINE E
OFFLINE. LEMERGERE DI UN NUOVO SPAZIO URBANO
Angela Maiello .......................................................................... 817
FUTURISMO E CUTENESS
Giancarlo Carpi ........................................................................ 827
LA RAPPRESENTAZIONE DELLA METROPOLI NELLA
STREET ART
Eugenia Battisti ......................................................................... 841
LA CITT POSTMEDIALE: IL CASO DELLA NET.ART TRA EUROPA
E AMERICA
Alessia De Palma ...................................................................... 853
Finito di stampare in proprio
nel mese di novembre 2015
UniversItalia di Onorati s. r. l.
Via di Passolombardo 421, 00133 Roma Tel: 06/2026342
email: editoria@universitaliasrl. it www.universitaliaeditrice.it
IL MITO DI PIETROBURGO TRA CLASSICIT E MODER-
NIT NEI TESTI DI JURIJ EVUK

VALERIA GIORDANO

Jurij evuk, musicista di popular music e leader della rock band


DDT, figura fondamentale nel panorama del rock russo, feno-
meno unico in cui siscrivono manifestazioni culturali recenti ma
radicate nella tradizione letteraria del paese. La citt sulla Neva
stata la culla del movimento rock, nonostante la sua primaria ge-
stazione avesse avuto luogo sulla scena moscovita; la costante
contrapposizione fra Mosca e Pietroburgo viene accolta dai mu-
sicisti rock: tanto la prima era radicata nella pova della Madre
Russia, immobile, conservatrice, chiusa, tanto la seconda era in-
stabile, mutevole e aperta allOccidente. Il movimento rock aveva
per sconvolto questa tradizione, facendo di Mosca un punto
dapertura al mondo straniero e di Leningrado un habitat ripie-
gato su se stesso, attraverso cui tale mondo era riuscito a pene-
trare solo tramite il filtro delle tradizioni nazionali. Il pericolo del
rock aveva per esasperato l'atteggiamento di circospezione del
potere. Leningrado, culla della rivoluzione bolscevica, non aveva
mai perso le tendenze filo-europee conferitele dal suo fondatore,
e nonostante la ridenominazione in onore del leader del comuni-
smo per antonomasia, non aveva mai smesso di essere Pie-
troburgo. La citt emanava odore dOccidente, come se nellaria
aleggiasse un perenne sapore deresia; era una citt magica, po-
polata di fantasmi, prostitute, assassini, nasi senza padrone che si
aggiravano lungo le strade polverose. Il mito di Pietroburgo,
formatosi come indice della vita spirituale e letteraria della Russia
attraverso la penna di Pukin, Gogol, Dostoevskij, Belij, aveva
reso la citt viva quanto un personaggio a s. Pietroburgo era un
animaletto simmetrico costruito su uninstabile palude, grazie al
genio degli architetti italiani; eppure, questa bestia (cos sar de-
finita da evuk) andava tenuta costantemente al guinzaglio per
il timore che potesse schizzare fuori dai rigidi confini della Madre
VALERIA GIORDANO

Russia e sprofondare di nuovo nellacquitrino su cui era stata co-


struita, trascinando con s tutto il Paese; o peggio ancora, trasfor-
mandolo radicalmente con il marciume delleretica cultura occi-
dentale.
Per evuk il personaggio Pietroburgo costituisce unimma-
gine chiave che colloca le sue opere nel filone del testo pietro-
burghese1, fornendo una personale lettura del mito della citt.
Caratteristica di evuk la presenza di reminiscenze letterarie
tradizionali2. Ponendosi come tramite fra rock e tradizione, la sua
canzone costruisce unimmagine di Pietroburgo a met fra clas-
sicit e modernit. Significativo che evuk consideri un ritorno
alla tradizione dei grandi nomi della letteratura russa come valida
soluzione espressiva. A questo scopo il cantante si rivolge diret-
tamente alla tradizione poetica classica, e in particolare al suo pi
illustre rappresentante: Aleksandr Pukin.
Il mito di Pietroburgo un topos in letteratura russa. Topo-
rov nota come limmagine tradizionale della citt, miracolosa,
onirica, costituisca una sorta di sogno del sogno3, ovvero sia
inseparabile dalla favola e dal simbolismo. La produzione dostoe-
vskijana intimamente radicata nella nebbia pietroburghese: die-
tro le perfette simmetrie prende vita un delirante percorso di vi-
coli contorti, di case ammuffite, di bettole gremite da maniaci
perversi; la grigia Pietroburgo di Gogol brulica di ligi burocrati
che svolgono meccanicamente le loro noiose incombenze; da
essa emergono marionette irreali e fantasmi ambivalenti che sbu-
cano allimprovviso per strappare il cappotto ai passanti.
Soltanto i pittori di Mir Iskusstva e i poeti akmeisti tenteranno
una valutazione estetica di Pietroburgo, magnificandone larchi-
tettura senza prestare attenzione al lato diabolico, riscoperto poi
dai simbolisti. Nella Pietroburgo di quest'ultimi il diavolo ac-
cende i lampioni per far apparire le cose in una luce irreale; una
citt fantasma in cui le strade trasformano in ombre i passanti.
Tradizionalmente la citt paragonata ad un essere generato da
forze superiori, ma che si servito di esse per precipitare nel caos,

1 LOGAEVA 1998.
2 MICHAJLOVA- MICHAJLOVA 2000.
3 TOPOROV 1995, p. 259.
IL MITO DI PIETROBURGO TRA CLASSICIT E MODERNIT NEI TESTI DI JURIJ EVUK

simbolo di disumanit, sofferenza, solitudine. Il mito della citt


non pu essere scisso del suo fondatore, cha ha connotazioni va-
riegate ed antitetiche. Nelle leggende popolari della tradizione
orale Pietro il Grande lAnticristo, un impostore mandato sulla
terra da Satana, uno Zar falso e la sua citt non russa ed con-
dannata a scomparire. Tuttavia nella letteratura scritta, un eroe,
un titano, un Dio e la sua citt destinata a lunga vita e prospe-
rit4. Gli autori che forniscono il proprio contributo sul mito
della citt insistono sulla denominazione specifica dei testi, come
pietroburghese. Tale epiteto un elemento dautonominazione
del testo (Pukin, Dostoevskij, Gogol, Nekrasov, Blok, Ghip-
pius, Mandeltam, Achmatova, Belij) ed un fattore aggregante
di opere differenti. Il testo pietroburghese e il paesaggio architet-
tonico della citt sono inscindibili. Il monumento al suo fonda-
tore ha il compito sacrale di unire in s lambivalenza del perso-
naggio storico che raffigura: infatti questi allunisono il grande
Zar innovatore, portatore di lustro e modernit, ed il suo alter
ego, il serpente, emblema della distruzione e della spersonalizza-
zione verso i canoni occidentali. La duplicit di Pietro si riversa
sulla citt stessa, che diventa un universo contraddittorio, vittima
di un caos oscuro, popolato da fantasmi, visioni oniriche, sosia,
specchi e tutti i simboli di un mondo duplice e confuso; ma che
al contempo un cosmo sereno, che si caratterizza nella traspa-
renza delle forme armoniose.
Leroe lirico della poesia rock pietroburghese ha assimilato
queste caratteristiche e appare come vittima insicura nella citt
delle nevrosi. La visione della citt fornita da evuk molto vi-
cina alla tradizione di Gogol e Dostoevskij, pi che a quella di
Pukin. Nel brano5 ernij Pes Peterburg,

Pietroburgo un cane nero.


Il muso sulle zampe,
Gli occhi ghiacciati si raffreddano attraverso la polvere.
In questa notte respiro il tuo odore pietrificato

4Cfr. DOLGOPOLOV 1985, p. 151.


5Tutte le traduzioni dal russo dei testi musicali dell'artista, se non diversa-
mente specificato, sono a cura di chi scrive.
VALERIA GIORDANO

Pietroburgo una citt pesante, dove i bicchieri si riempiono


di cenere negli ingressi, dove di notte respira in ogni angolo
uno strano fruscio. Nellimmaginario majakovskijano era stata
un grande inferno, costituito da piccoli inferni, come nei versi
della poesia Adie Goroda6. Anche evuk si serve di una meta-
fora infernale, ma la personifica in modo poliedrico: essa diventa
un Cane nero, un Cerbero, guardiano del regno dei morti e vera
anima della citt con il compito di tenerla in vita; il poeta, senza
timore, respira lodore delle pietre, beve i nomi delle strade e
vive con lei. Ma Pietroburgo comunque citt di morte, con at-
mosfere che ricordano il Requiem dellAchmatova, ma il cantante
le restituisce vita in un gioco di personificazioni:

Pietroburgo un cane nero.


Passanti spaventati come uccelli,
Compressi nelle finestre dei fanali notturni.
Sul Volkovskij ululano i lupi.
Sembra che l domani sar ancora pi allegro.

Negli ingressi senza vita si sente la voce del Cane nero; e


fin quando il suo grido invader le strade, la morte non avr alcun
diritto. Rimane un anelito verso la vita in due parole contrappo-
ste: pustota (vuoto, futilit) per la morte e istota (pulizia, candore)
per la rinascita. Nella poesia di Mandeltam
.7 presente la medesima oscillazione. La morte
una candela che si scioglie e si supera con un impeto verso le
stelle. Mentre evuk si spinge verso l'alto con l'immagine dei
tetti. La citt li spaventa, ma ambedue l'affrontano nonostante
ogni monumento sia in stato di guerra. Lo Zar fondatore
unito ad essa dagli stessi sentimenti:

Pietroburgo un cane nero.


Il tempo si contrae come la luna
E il tuo vecchio padrone ha suonato la tromba.
Voi due tacete,

6 MAJAKOVSKIJ 1958, p. 46.


7 MANDELTAM 1964, p. 67.
IL MITO DI PIETROBURGO TRA CLASSICIT E MODERNIT NEI TESTI DI JURIJ EVUK

Ricordando la disposizione delle onde sulla Neva.

Logaeva8 ipotizza che evuk pensasse all'incontro di Pilato


con il cane del Maestro e Margherita di Bulgakov, Riteniamo invece
che lespressione vecchio padrone rimandi al Cavaliere di bronzo9,
nel monologo finale davanti alla statua. Evgenij sfida con odio il
potente signore del destino. A questardita figura evuk sosti-
tuisce il suo smarrito eroe lirico:

Pietroburgo un cane nero.


Un qualcosa di vivo
In questo regno delle pareti insudiciate dal tempo
Con il vomito
Tu taci,
Sei sempre in stato di riposo,
Persino nella gravit dei cambiamenti pi bruschi.

Mentre il cavaliere pukiniano accoglie il messaggio di sfida


con il rocambolesco inseguimento, per evuk n il cane, n il
suo padrone reagiscono. Restano muti. Indifferenti. Silenti spet-
tatori del decadimento. Non ci si libera di negativit e claustrofo-
bia, nemmeno attraverso la poesia. Il disfacimento della cultura
passata inarrestabile; Pietro non crede nel futuro brillante della
citt che ha fondato. Non gli resta che suonare la tromba e pre-
dirne la morte. Leroe lirico rimane dentro la citt, prigioniero e
come ne Lultima fiaba pietroburghese di Majakovskij.10 La supplica
di ricevere perdono:

Pietroburgo un cane nero.


La notte se ne sta ormeggiata.
Domani in cammino
Non sar capace di reinterpretare il destino.
In questacqua scura vedo il riflesso dellinizio
E come lei non voglio morire.

8 LOGAEVA 1998.
9 PUKIN 1967, p. 790.
10 MAJAKOVSKIJ 1958, p. 123.
VALERIA GIORDANO

Qui evidente il richiamo alla poesia di Mandeltam Lenin-


grad. Loscurit, la morte, la notte eterna, ritornano ossessiva-
mente nel ritornello. Ma allimmobilit di una citt sempre in
stato di riposo, si contrappone limmagine del cuore umano:

Questa bestia non si affretter mai in nessun posto.


Questa notte non chiamer nessuno per nessuno.
Soltanto io, soltanto tu, io, tu, io, tu.
Il cuore, il nostro cuore vive.
[...]
Il nostro cuore canta.
Questa bestia!

Il cuore la scappatoia che evuk offre al suo eroe. Pie-


troburgo continua ad essere una bestia, ma ha fiducia in lei e
nellanima dei suoi abitanti.
Quella riportata nel brano ernij Pes Peterburg una delle pi
cupe immagini della citt sulla Neva. Nel brano Ljubov, il tema
appare pi mitigato:

La vecchia citt, sbadigliando, si sollevata da terra.


Si tolto di dosso i rifiuti,
Ha condotto le navi,
Ha piantato erba verde sul nudo Nevskij.
LAmmiragliato si coperto di foglie come sogni.

La citt appare nel lento risveglio primaverile. Diversa lim-


magine del brano Belaja No. La notte bianca tutto: la citt
stessa, gli amici, la donna amata.

Questa notte bianca,


Senza vestiti aspetta e chiede amore.
Questa notte nuda,
Scomparir nei suoi abbracci,
Non chiamarmi.

Allimmagine positiva della notte se ne sostituisce una pi te-


tra. Nel brano No Pietroburgo diventa una citt fantasma, ma
comunque amata. la citt che lha reso poeta ed in essa che
acquisisce forza e sicurezza, come si evince dal brano Leningrad:
IL MITO DI PIETROBURGO TRA CLASSICIT E MODERNIT NEI TESTI DI JURIJ EVUK

Ehi, Leningrado, Pietroburgo, Pietrogrado,


Pascolo di Marte, cimitero dInverno
Rampollo della Russia, che non somiglia alla madre
Pallida, magra, con gli occhi europei.
Herr Leningrado,
piena zeppa di merce,
fritta, lessa, donata, rubata.
Monsieur Leningrado,
segnata dalla rivoluzione,
Che bruciava i mobili, e mutilava il focolare.
Con le finestre, le vecchie, i leoni, i titani,
I tigli, le sfingi, il rame,
Le aurore.
Sir Leningrado,
Siete viziata dal calore,
Gi a gennaio lavida primavera
Vi bacia tutta.
Le vostre confidenze con lei hanno pulito le mie vene
dallangoscia e dal dubbio.
Pan Leningrado,
mi sono innamorato alla follia
Dei vostri occhi dacciaio...

Per evuk la citt resta contraddittoria. Dopo immagini con-


trastanti conclude con una confessione d'amore, dandole del Lei
in segno di rispetto.
Successivamente Pietroburgo assumer una connotazione ur-
banistica, collocandosi nella cultura rock in senso stretto. Signifi-
cativa la composizione Subbota, in cui si evidenzia lopposizione
cultura-civilizzazione11, in cui quest'ultima distrugge sia la cul-
tura tradizionale che quella postmoderna. Nel mondo tecnolo-
gico leredit culturale si trasforma, sorgono i modelli industriali
organizzati, come il Pietro di bronzo che estrae solfato di rame
per il paese, ma anche lo stesso Pukin, il cui unico valore il
piedistallo della statua. La trasformazione della tradizione diventa
oblio. Davanti al popolo non c solo il cambio delle epoche so-
ciali, ma il mutamento di un intero paradigma culturale. Nella
grande citt solo leroe lirico sostiene un dialogo con il poeta e

11 ARUSTAMOVA-KOROLEVA 2000.
VALERIA GIORDANO

cerca di rianimare una cultura che se ne sta andando. Da qui il


rispetto, lamore verso Pietroburgo e la sua eredit culturale; una
citt fatta di pietre che emanano un odore sacrale e di oggetti
appartenenti al mondo urbanizzato. I luoghi della citt nel si-
stema artistico di evuk diventano non solo il Nevskij Prospekt,
il monumento a Pietro il Grande, la colonna di Alessandro e la
guglia dellAmmiragliato, ma anche le strade, glingressi dei pa-
lazzi. Luomo della grande citt tragicamente solo in una folla
di volti che passano accanto alla gente. Lincomprensibilit, la
mancanza di accoglienza e lo squallore della metropoli non fanno
che aggravare il senso destraniazione delleroe lirico e la sua so-
litudine. Negli ultimi testi questa Pietroburgo urbanizzata coesi-
ste con lidea di culla della tradizione. Il brano Piter, che conclude
il nostro percorso, parte del testo pietroburghese, ma contiene
i tratti della megalopoli. Allinizio presente un rimando evidente
allintroduzione al Cavaliere di bronzo di Pukin, in cui Pietro il
demiurgo che sottomette la natura alla propria volont. Anche
evuk fa seguire alla descrizione del momento della creazione la
raffigurazione della citt nella contemporaneit. La Pietroburgo
di Pukin una citt splendida, mentre oggi una megalopoli con
le sue prospettive piene di gente, le sue kommunalki stracolme
di corpi stipati, con il suo cielo strano in cui vola un oggetto non
identificato. La presenza di tematiche topiche inscrive Piter nella
letteratura tradizionale. Nel finale s'intensificano i motivi del pec-
cato e della sofferenza, che da sempre caratterizzano il mito di
Pietroburgo: Queste pietre hanno pi peccati di tutta la terra. /
Questo cielo pi malato di tutti i cieli.
Nelle canzoni dell'autore sono presenti realia in cui si concre-
tizza il ritmo della civilizzazione. Ulteriori caratteristiche sono la
diffusione della cultura di massa e la stereotipizzazione del pen-
siero dei suoi portatori: vi sono rimandi agli autori alla moda
(Heidegger in Moskovskaja Barynja), ai problemi attuali (i soldi, il
cambio della valuta, i telefoni, i divorzi, il sesso), e anche alla mu-
sica pop (Nel ristorante con suoni di vaniglia, La pop star ha
disfatto il suo petto malvagio, Nelloscurit di una quadriglia di
kilowatt in Stich). Caratteristico della megalopoli lo spazio
chiuso, delimitato dai muri delle cucine, degli appartamenti. Non
IL MITO DI PIETROBURGO TRA CLASSICIT E MODERNIT NEI TESTI DI JURIJ EVUK

a caso compaiono luoghi tipici del testo urbano: i pianerottoli, le


pareti imbrattate di scritte, i ristoranti, lasfalto delle strade. Ma
leroe lirico aspira ad uscire dai confini della megalopoli attra-
verso unintersezione della cultura moderna con quella classica.
La protagonista della canzone No' Ljudimila, vive in uno spazio
urbanistico caratterizzato da luoghi tipici: il mercatino di Gor-
buka, il parco, il pianerottolo sudicio. Ljudmila una ragazzina
e nellopera di evuk la figura del bambino ha sempre caratteri-
stiche di purezza, poich non appartiene alla civilt tecnocratica.
Tuttavia, figlia della megalopoli, portatrice della subcultura gio-
vanile (i cento anelli che indossa, i tatuaggi, il giubbotto dellami-
chetta, le bugie che inventa per uscire con gli amici), ma anche
della cultura classica. La semantica dellimmagine della ragazza si
costruisce sullintersezione fra i suoi comportamenti ed i nomi
propri che rimandano alla cultura russa ed europea: la morte sha-
kespeariana, la Lolita di Nabokov, Giovanna dArco, la Povera Liza
di Karamzin, e la Tatjana Larina dellOnegin. In Ljudmila convi-
vono cultura classica e urbana, aspirazioni romantiche e massi-
malismo giovanile. Emblematica la raffigurazione della ragazza
che scrive una lettera come Tatjana, ma lo fa sulle pareti insudi-
ciate dei pianerottoli.
Limmagine di Pietroburgo in evuk piena di reminiscenze
letterarie classiche e citazioni nascoste, ma anche il frutto della
stilistica di un'ambientazione avanguardistica. Eppure il cantante
non raccoglie l'eredit della revisione futurista in procinto di but-
tare via Pukin dalla nave della modernit, ma al poeta stesso
che si rivolge. Nel brano V poslednjuju osen, evuk fa di Alek-
sandr Sergeevi il suo eroe pi importante, il suo unico interlo-
cutore.

Nellultimo autunno n una riga n un sospiro.


Le ultime canzoni sono cadute con lestate.
Con un fal daddio si sta spegnendo unepoca,
E noi osserviamo lombra e la luce

Dalla cenere delle cose sacre bruciate appare ci che non


possibile distruggere: la schiera di poeti che si allontana per sem-
pre.
VALERIA GIORDANO

Se ne vanno via nellultimo autunno i poeti,


E non possibile farli tornare,
Hanno inchiodato le imposte
Sono rimaste le piogge e unestate gelata,
Sono rimasti amore e pietre risorte.
Nellultimo autunno

Il testo non giunge a una conclusione definitiva in merito ad


una futura stagione poetica. In questincompiutezza evuk ci fa
intravedere la possibilit di un ritorno della poesia nei fasti che
lhanno accompagnata in passato, nel grembo della tradizione
pukiniana.
A distanza di duecento anni evuk pu rivolgersi diretta-
mente al padre della poesia russa:

Ah, dolce Aleksandr Sergeevi


Perch non ci avete raccontato nulla,
Di ci che cercavate, tenevate in mano, amavate?
Di ci che sapevate nellultimo autunno?

Da uomo della strada, il cantante considera Pukin la mag-


giore voce della letteratura nazionale e pertanto lo ritiene depo-
sitario di risposte sui destini futuri della cultura russa.
La Pietroburgo evukiana un luogo di dolore, pallida,
magra, ed ha gli occhi europei. Persino la statua, suo simbolo,
indifferente e non sa proteggere la Russia. Pensando al futuro
del suo Paese, Pukin si domandava dove corresse quel fiero ca-
vallo e dove si sarebbe fermato. Nemmeno evuk sa fornire una
risposta, ma si guarda le spalle cercando di ridimensionare il suo
scetticismo sula decadenza di Pietroburgo, tramite la rivaluta-
zione del classicismo, architettonico e non, di cui la citt espres-
sione. evuk si sforza di sperare nel futuro della sua citt, di cui
innamorato alla follia. Lama in questo modo perch la citt
di quel Pukin che nellultimo autunno lo costringe ancora a cer-
care, sperimentare e a credere.
IL MITO DI PIETROBURGO TRA CLASSICIT E MODERNIT NEI TESTI DI JURIJ EVUK

Bibliografia

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