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L' INNESTO

Come vengono riprodotte le piante?


Da seme,cos come anche da porzioni vegetali che spuntano da terra, da rami
che posti a contatto con il terreno emettono radici e s iaffrancano dalla pianta
madre.....
La diffusione o perpetuazione di una pianta si definisce propagazione
La propagazione pu avvenire:
per via gamica o per seme e viene definita riproduzione
per via agamica o per vegetativa e viene definita moltiplicazione

RIPRODUZIONE
Si utilizza una parte di pianta derivata da un atto sessuale: Seme
E normalmente utilizzata per molte specie erbacee per le quali si possono ottenere
piante simili alla pianta madre oppure con caratteristiche migliorate sementi ibride
In selvicoltura si utilizza la propagazione per seme mentre.....In arboricoltura la
riproduzione d origine a piante con comportamento diverso da quello della pianta
madre a causa dellimpollinazione incrociata ed al rimescolamento genico
Vi si ricorre nel miglioramento genetico, per produrre nuove variet e nellattivit
vivaistica per produrre portinnesti franchi sopratutto delle specie che non emettono
con facilit nuove radici dagli organi vegetativi (albicocco, ciliegio ed altre)
I semi per essere utilizzati devono essere prima di tutto vitali ovvero possedere la
facolt germinativa
Alcuni semi tendono a perdere subito lenergia germinativa dopo la raccolta del
frutto altri invece la mantengono per lungo tempo.
Alcuni semi non possono germinare immediatamente in quanto hanno bisogno di
superare un periodo di quiescienza.

SPECIE

EPOCA RACCOLTA

DURATA

ALBICOCCO

LUGLIO

1 MESE

CASTAGNO

OTTOBRE

3 MESI

CILIEGIO

LUGLIO

1 MESE

MANDORLO

SETTEMBRE

2 MESI

MELO

OTTOBRE

6 MESI

OLIVO

NOVEBRE

3-4 ANNI

PERO

OTTOBRE

6 MESI

PESCO

AGOSTO

1 MESE

VITE

OTTOBRE

3 ANNI

PREPARAZIONE DEL SEME


I semi sono protetti da involucri che possono essere pi o meno consistenti:
nocciolo legnoso dellolivo, pesco, albicocco oppure buccia del castagno, del melo
e pero.
Per conservare il seme o per superare il periodo di quiescienza si pu
ricorrere alla stratificazione.
I semi vengono distribuiti a strati in una cassetta mescolati a sabbia o
sabbia e torba leggermente inumidita.
La cassetta pu essere messa in frigo o comunque mantenuta a temperatura
bassa, senza andare sotto lo zero

SEMINA
Dopo la conservazione i semi vengono posti nel terreno di semina
Se sono piccoli possono essere seminati a spaglio mescolati a della
Sabbia per i semi di dimensione media come quelli del ciliegio si pu seminare
a righe ponendoli a 20 cm uno dallaltro, i semi grandi pesco, noce, susino ecc. si
pu anche aspettare che inizino a germogliare e quindi possono poi essere messi
a dimora a righe gi alla distanza idonea per essere innestati

CURA DOPO LA SEMINA


Le piante devono essere fatte accrescere continuamente senza far mancare lacqua
di irrigazione, specialmente nel periodo di preparazione allepoca di esecuzione
degli innesti
Trattamenti antiparassitari
Concimazioni
Sostegno ed indirizzamento dellasse principale
Diradamento dei rami

MOLTIPLICAZIONE VEGETATIVA O AGAMICA

Talea
La moltiplicazione per talea il metodo pi largamente
adottato per trasmettere integralmente i caratteri della
pianta madre.
Consiste nel far radicare una porzione erbacea,
semilegnosa o legnosa, fornita di gemme e ricavata
preferibilmente da rami di un anno.
La talea va prelevata all'epoca opportuna, che non
coincide con il periodo di totale riposo vegetativo della
pianta, la quale non in grado in questo caso di emettere
radici.
Si preleva quindi nel periodo che precede immediatamente
il risveglio delle piante o prima che queste entrino nella
fase di riposo invernale, a seconda delle specie e della
possibilit di offrire le condizioni idonee a favorirne
l'attecchimento (umidit costante e temperature comprese
tra i 12 e i 18 C).

Per quanto riguarda le specie sempreverdi, che praticamente non subiscono una vera e
propria stasi vegetativa, possibile ottenere il radicamento in qualsiasi periodo, ma si hanno
maggiori probabilit di successo in corrispondenza delle due "punte" massime di attivit, che
cadono la prima al termine dell'inverno, la seconda in agosto settembre.
Le talee fornite di foglie vanno private in tutto o in parte di esse, al fine di evitare o ridurre la
traspirazione; le foglie possono venire eliminate lasciando il picciolo, oppure ridotte di
ampiezza.
La gemma apicale, o quella laterale divenuta terminale se la talea stata prelevata dalla
parte mediana di un ramo, devono essere perfettamente integre.
Le talee molto legnose possono venire stimolate a radicare schiacciandone l'estremit
inferiore con un martello o incidendo nello stesso tratto la corteccia.
Molto efficaci sono i trattamenti con appositi preparati a base di ormoni rizogeni.
Dall'evoluzione di gemme e germogli si deduce che la talea ha formato un apparato radicale
sufficiente per sopportare il trapianto.

POLLONE RADICATO
Molte piante emettono alla base del fusto o dalle radici dei rami vigorosi, che possono venire
prelevati e che sono facili da trapiantare e allevare.

PROPAGGINE E MARGOTTA
Entrambi i metodi consistono nel far radicare una porzione di ramo senza distaccarla dalla
pianta madre, in modo che possa ricevere il nutrimento finch, acquistata autonomia, pu
venire prelevata.

La propaggine si addice a specie fornite di rami lunghi e flessibili, che possono venire interrati
in uno o pi punti (propaggine semplice o multipla).
La margotta si applica a rami rigidi, anche di un certo diametro, che si avvolgono con un
manicotto di torba e sfagno nel punto in cui si desidera far emettere le radici.
Il radicamento viene favorito dall'asportazione di un anello di corteccia, o da una breve
incisione, nel punto del ramo a contatto con il terreno o col manicotto. Le parti trattate vanno
mantenute moderatamente ma costantemente umide.
L'avvenuta emissione di radici annunciata dall'allungamento dei germogli apicali e
dall'evoluzione delle gemme al di sopra della parte trattata.

L'INNESTO
una pratica agronomica per la moltiplicazione agamica delle piante realizzata
con la fusione di due individui differenti, detti rispettivamente portinnesto o
soggetto e nesto o oggetto, di cui il primo costituisce la parte basale della pianta
e il secondo la parte aerea.
Talvolta, l'innesto si realizza con tre individui, interponendo fra il portinnesto e il
nesto un terzo bionte, detto intermediario.
Il nesto si denomina anche marza, gentile, domestico; il soggetto anche
portainnesto e, se derivato da seme di pianta selvatica, selvatico.
Oltre che piante derivate da semi possono funzionare da soggetti le talee, le
piante gi innestate: in tal caso si parla di sovrainnesto.
L'innesto consiste nel saldare, sul portainnesto, una parte di pianta del nesto, detta
marza , rappresentata da una porzione di ramo o da una gemma , in quest'ultimo
caso detta occhio o scudetto. Si ottiene in questo modo un'unica pianta formata
da due porzioni diverse. La fusione istologica avviene grazie al callo che si forma
fra le due superfici tagliate, precisamente dove combaciano i meristemi cambiali.

LE FUNZIONI DELL'INNESTO
Oltre a essere un sistema di propagazione agamica di largo impiego, all'innesto si
ricorre, soprattutto in frutticoltura per questi motivi:
reinnestare un arboreto per sostituire una cultivar superata o per introdurne una,
vecchia o nuova, preferibile a quella presente. In questo caso l'innesto si propone
come alternativa all'espianto e reimpianto dell'arboreto;
regolare lo sviluppo, la longevit, la precocit: il portainnesto in grado di
trasmettere al nesto caratteri fisiologici e fenologici specifici. La scelta del
portinnesto influisce sulla vigoria limitando lo sviluppo della parte aerea
(portainnesti nanizzanti) o rafforzandoli
adattare una cultivar a particolari condizioni pedologiche e climatiche: le specie e
le variet vegetali hanno differenti sensibilit a determinate propriet fisiche e
chimiche del terreno (tessitura, contenuto in calcare, siccit, ecc.); l'innesto di una
cultivar sensibile su una specie o su una variet meno sensibile permette di
adattarla a specifiche condizioni.

Aumentare la resistenza a parassiti, malattie e fitofagi: il ricorso a portinnesti


resistenti a particolari avversit permette di evitare attacchi agli apparati radicali
o a contenerne gli effetti. L'esempio pi eclatante la lotta alla fillossera della
vite tramite l'innesto dei vitigni europei su portinnesti americani pi resistenti al
fitofago;
introduzione di impollinatori: negli arboreti in cui si nota una modesta
impollinazione si pu ricorrere al reinnesto di un certo numero di piante con
cultivar che hanno funzione impollinatrice;
correggere la struttura scheletrica della pianta: l'innesto pu essere sfruttato per
correggere difetti di sviluppo delle branche nelle parti deficienti per varie cause.
In alcuni cloni di molte specie arboree che presentano difficolt a radicare
l'innesto risulta l'unico metodo di propagazione

L'attecchimento dell'innesto varia in funzione di molteplici fattori.


Polarit. Come nelle talee e nella propaggine, anche nell'innesto deve essere
rispettata la polarit naturale. La marza non dovr essere ribaltata rispetto alla
posizione naturale.
Condizioni ambientali. Un innesto, per attecchire, richiede temperature di 2530C, per stimolare la formazione del callo, e elevata umidit per evitare la
disidratazione dello stesso. Per questo motivo si adottano tecniche di
condizionamento che rientrano nella pratica della forzatura.
Manualit e scelta del materiale idoneo. Per praticare l'innesto si adottano
attrezzi e materiali adatti. I tagli devono essere netti, eseguiti con attrezzi affilati, e
ci deve essere il perfetto contatto tra le zone cambiali.

Compatibilit tra portainnesto e nesto


In linea di massima si riscontra compatibilit:
tra piante botanicamente affini, cio tra specie e variet dello stesso genere, o tra
variet e selvatico della stessa specie;
tra piante di generi diversi della stessa famiglia (per esempio: Pero e Cotogno.
Pesco e Mandorlo ecc.);
tra piante di famiglie diverse, affini soltanto per quanto riguarda le caratteristiche
esteriori e il comportamento (per esempio: Nespolo e Biancospino);
tra piante sempreverdi e piante a foglie caduche (per esempio: Nespolo del
Giappone e Nespolo comune, piante ornamentali varie ecc.).
Questa non la regola, poich si riscontrano frequenti casi di incompatibilit
scarsa o addirittura nulla tra variet di una stessa specie; inoltre molto spesso
l'affinit non reciproca: per esempio, il Biancospino funge da portainnesti per
diversi fruttiferi, ma compatibile solo con se stesso.

Alla base della disaffinit tra soggetto e oggetto vi sono fenomeni biologici non del
tutto chiariti a livello scientifico (una delle probabili cause il diverso ritmo vegetativo
delle due parti). Di conseguenza, i vivaisti specializzati nella produzione di
portainnesti procedono all'accertamento della compatibilit tra diversi individui
mediante la sperimentazione pratica.
Possiamo distinguere quattro tipologie di disaffinit di innesto:
disaffinit totale: si manifesta subito durante il processo di saldatura, dove non
avviene la formazione del cambiforme
disaffinit ritardata con discontinuit dei tessuti: il cambio risulta discontinuo a
causa della produzione di parenchima al posto dello xilema, processo che ostacola il
passaggio di nutrienti; questa disaffinit superabile mediante interposizione di un
intermediario
disaffinit ritardata senza discontinuit dei tessuti: non si manifesta con
anomalie nei tessuti in prossimit della zona di innesto, ma presenta nel tempo una
degenerazione del floema, che provoca una diminuzione nel passaggio di nutrienti
disaffinit indotta da patogeni: anch'essa non superabile, dovuta alla presenza di
virus e micoplasmi (virus dell'accartocciamento fogliare del ciliegio)

COME AVVIENE L'INNESTO


L'innesto si considera "riuscito" quando si ristabilisce la circolazione della linfa tra
portainnesto e nesto. Perch ci si verifichi, necessaria la perfetta saldatura tra
gli elementi ad analoga funzione appartenenti ai due individui.
Il cambio un anello presente nei fusti e nei rami e che costituisce la zona
generatrice di nuovi tessuti. necessario mettere le cellule cambiali in esatta
corrispondenza e a stretto contatto, adottando tecniche diverse a seconda che il
nesto sia costituito da una gemma (scudetto) o da un rametto (marza).
L'innesto attecchisce quando le due parti poste a contatto formano un nuovo anello
cambiale comune

FASI SUCCESSIVE DELLA SALDATURA DELL'INNESTO


1. Formazione di callo, costituito da cellule nuove, indifferenziate, prodotte da
entrambe le parti.
2. Differenziazione di alcune cellule, con produzione di un nuovo anello cambiale
comune.
3. Il nuovo anello cambiale inizia a produrre legno verso l'interno, costituito da
vasi che portano la linfa ascendente (dalle radici alla chioma), e libro verso
l'esterno, composto da vasi che portano la linfa discendente (dalle foglie alle
radici).
4. Si ripristina la struttura primitiva regolare della pianta e si ristabilisce la
circolazione.
5. In particolare, negli innesti a marza si ricostituisce l'anello cambiale continuo,
mentre in quelli a gemma dapprima il tessuto cambiale del portainnesto ingloba il
legno della gemma e solo in seguito i due tessuti cambiali si fondono.

Momento biologico delle piante


La saldatura pu avvenire soltanto quando le piante si trovano nella fase attiva,
cio quando sono "in succhio". In alcuni innesti particolari praticati in fase di
quiescenza, la saldatura non avviene subito, ma le parti, se ben protette, si
mantengono vitali in attesa della prossima stagione favorevole. In base alla specie
e alla tecnica prescelta, l'innesto si esegue dal termine dell'inverno al termine
dell'estate, cio nel periodo compreso tra la ripresa e la fase discendente
dell'attivit vegetativa.

Condizioni ambientali
La temperatura il fattore ambientale determinante nei confronti della rapidit di
formazione del callo cicatriziale. Le varie specie hanno esigenze termiche
particolari, come si deduce dalla stagione nella quale vanno preferibilmente
innestate; per tutte, comunque, la saldatura avviene entro i limiti di + 5 e + 40 C.
La temperatura ottimale, che condiziona positivamente la rapidit di saldatura e la
percentuale di riuscita degli innesti, compresa tra i 20 e i 25 C.
L'umidit, specie quando accompagnata da temperature elevate, favorisce
l'insediamento di malattie fungine e batteriche a livello del punto di innesto che,
anche per questo motivo, va preferibilmente protetto.

SINTOMI E CONSEGUENZE DELLA CATTIVA RIUSCITA DELL'INNESTO


Il fallimento pi o meno completo dell'innesto, dovuto a tecnica errata o a
incompatibilit, pu venire rilevato entro pochi giorni oppure a scadenza pi o meno
lunga; quando la causa risiede in una disaffinit non assoluta, i sintomi si
manifestano anche nella stagione successiva e perfino dopo qualche anno. I sintomi
della cattiva riuscita dell'innesto, pi o meno appariscenti e con conseguenze pi o
meno gravi, sono:
semplice ipertrofia nel punto di innesto (per scarsa compatibilit);
deperimento, o morte, della sola parte aerea, o anche dell'apparato radicale, causati
da difficolt o arresto della circolazione della linfa (per tecnica errata o
incompatibilit);
degenerazione dei tessuti a livello del punto di innesto, con produzione di sughero e
gomma, che inibiscono gradualmente il passaggio delle sostanze nutritive (per
incompatibilit);
morte del solo apparato radicale (e in seguito, come logico, anche della parte
aerea), a causa di sostanze tossiche inviate al portainnesto dal nesto incompatibile;

rottura improvvisa in corrispondenza del punto di innesto (per tecnica errata o, se la


rottura ha superficie netta, per incompatibilit);
sviluppo stentato, deformazioni, nanismo, gigantismo del nesto;
comparsa di "chimere", cio germogli "ibridi", con caratteristiche intermedie tra
portainnesto e nesto (per incompatibilit); alcune di queste formazioni sono risultate
interessanti e isolate in piante ornamentali.
Una delle condizioni indispensabili per la riuscita degli innesti l'aderenza il pi
possibile perfetta tra portainnesto e nesto. I tessuti da porre a contatto devono
coincidere, quindi occorre un'estrema precisione nel praticare incisioni, prelevare
gemme, foggiare l'estremit delle marze e preparare la relativa sede nel soggetto.
In alcuni casi si deve procedere a un vero e proprio lavoro di intarsio per ricavare
un'idonea nicchia in cui incastrare la gemma.
Il materiale da impiegare per l'innesto deve avere i tessuti integri e pertanto tutte le
operazioni vanno eseguite con tagli netti, per evitare schiacciamenti, sbavature e
scheggiature. Oltre che con tecnica accurata, che si acquisisce soltanto con la
pratica, occorre operare con arnesi adatti e avere a portata di mano tutto il materiale
necessario per completare il lavoro ed eventualmente ovviare a qualche
imperfezione.

ARNESI
Per il prelievo delle gemme con relativo scudetto e per l'incisione della corteccia, si
utilizzano appositi coltellini da innesto muniti di una spatolina con la quale si
sollevano i lembi dei tagli praticati sul soggetto.
Per il prelievo di anelli o di porzioni di corteccia si usano coltelli a doppia lama, che
consentono di effettuare due incisioni parallele, ugualmente distanziate sia sul
nesto che sul portainnesto, in modo da rendere perfetto l'intarsio.
Per il prelievo delle marze e per la preparazione del portainnesto destinato ad
accoglierle ci si serve degli stessi arnesi indicati per la potatura (forbici, coltelli,
roncole, seghetti, a seconda del diametro e della consistenza del ramo); vi sono
arnesi appositi per rifinire i tagli imperfetti.
Per spaccare diametralmente un fusto si usa il fenditoio, che va appoggiato alla
superficie di taglio e battuto con una mazzetta, per farlo penetrare; la fenditura in
cui vanno inserite le marze va mantenuta aperta mediante un cuneo di ferro o di
legno.
Per preparare sul portainnesto la sede adatta ad accogliere le marze si usano
scalpelli; preferibilmente a punta curva quando necessiti operare una fenditura
concava

LEGACCI E MASTICI
Non tutti gli innesti devono necessariamente venire legati e protetti, ma risulta
comunque utile prendere delle precauzioni, soprattutto quando laderenza delle parti
imperfetta e le superfici di taglio rimangono esposte.
La rafia e i legacci di plastica (privi di anima metallica) risultano sufficientemente
elastici, ma richiedono un frequente controllo dal momento in cui il germoglio inizia a
svilupparsi e corre quindi il rischio di subire strozzature.
Gli elastici non sottili, si prestano molto bene.
Gli innesti delicati, su rami di esiguo diametro, si mantengono in posto con una
striscia di sottilissimo foglio plastico (per alimenti), che aderisce perfettamente sotto
pressione: occorre in questo caso proteggere l'innesto dai raggi solari con
un'ulteriore fasciatura con carta resistente.
I mastici hanno lo scopo di evitare le perdite idriche nel punto di innesto, la
penetrazione di umidit, l'insediamento di muffe, batteri e altri patogeni.
Si usano mastici appositi: elastici, per permettere l'evolversi del germoglio, e
resistenti alle basse e alle alte temperature, in modo da non indurire, sciogliersi o
screpolarsi.

Utili per quasi tutti i tipi di innesto, i mastici sono necessari per quelli che
comportano tagli importanti o che lasciano scoperta la superficie del portainnesto.
Quando non si usa mastice antisettico, si pennellano preventivamente i grossi tagli
con una soluzione di solfato di rame.

Occorre tenere presente che il nesto, pur mantenendo sostanzialmente inalterate


le caratteristiche peculiari per cui stato prescelto, viene indirettamente
influenzato dal portainnesto che, grazie alla sua adattabilit a un determinato
terreno altrimenti non idoneo, influisce positivamente sulle capacit nutrizionali
delta variet innestata, modificandone di conseguenza anche il rendimento:
maggiore precocit di messa a frutto, fioritura, e quindi produzione pi
abbondante; miglioramento qualitativo dei frutti, che risultano pi grossi, pi
colorati e pi sapidi, con maggior contenuto zuccherino; anticipo dell'epoca di
maturazione.
La produzione dei portainnesti avviene con diverse tecniche:
per seme;
per talea;
per margotta;
per propaggine;
per pollone radicale.

La semina largamente impiegata per le pi importanti specie da frutto, e in


generale per tutte quelle dotate di rapido accrescimento, cos da fornire in breve
tempo un valido portainnesto
Franco viene detta la pianta selvatica derivata dal seme e che comunque pu a
sua volta venire moltiplicata per via vegetativa.
In linea di massima, il franco conferisce vigore e longevit al nesto, ma al
contempo ne ritarda la messa a frutto (inizio della produzione) e non si addice per
le forme di allevamento ridotte.
PORTAINNESTI CLONALI
Clone detto l'insieme degli individui ottenuti, per mezzo della riproduzione
vegetativa, da piante selezionate ai fini dell'isolamento e del potenziamento di
determinate caratteristiche, e quindi dotate di patrimonio ereditario omogeneo.
I portainnesti clonali sono contrassegnati da sigle (lettere e cifre) che si riferiscono
in particolare al vigore che sono in grado di imprimere : scarso, medio, elevato.
Portainnesti clonali particolari di grande attualit sono i nanizzanti, che consentono
di ottenere forme di allevamento molto ridotte in volume e in statura, a tutto
vantaggio della precocit e dell'entit della produzione; sono indicati per i frutteti
specializzati, in quanto facilitano la meccanizzazione dei lavori colturali e della
raccolta.

PUNTO DI INNESTO
L'innesto si pratica pi frequentemente al pedale, in modo da poter impalcare poi
la pianta all'altezza desiderata, a seconda della forma di allevamento prescelta.
Norme prudenziali consigliano di innestare a una certa distanza dal suolo quelle
specie che facilmente si "affrancano", cio emettono radici dal gentile (per
esempio: Olivo).
Nel caso sia gi stata scelta preventivamente la forma di allevamento, si pu
innestare ad altezza opportuna il numero di gemme necessarie a formare le
branche (forme a vaso, alberelli di rose ecc.).

INNESTO A GEMMA
Scelta della gemma
La gemma deve essere "a legno", vale a dire appuntita e non globosa, ben
maturata (non erbacea), portata da rami di un anno sani, con corteccia lucente e di
colore uniforme.
Epoca del prelievo
Quando le piante sono "in succhio" e hanno perci la corteccia facilmente
distaccabile.
Innesto a gemma vegetante
Si attua su piante in piena attivit, alla ripresa vegetativa. La gemma deve trovarsi
in fase di sviluppo pi arretrato rispetto al portainnesto; in caso contrario, il
germoglio si evolve prima che la saldatura sia completa ed quindi destinato a
soccombere per insufficiente nutrimento.
La gemma, prelevata dal nesto prima che inizi la fase del risveglio, si conserva in
frigorifero, dentro un contenitore di plastica, alla temperatura di 4 C.

Innesto a gemma dormiente


Si attua quando le piante entrano nella fase vegetativa discendente, cio in luglio
settembre, ma tuttavia sono ancora sufficientemente in succhio per permettere la
formazione di nuovi tessuti. La gemma si preleva all'atto dell'operazione.
Innesto di giugno
Si pratica limitatamente ai climi caldi, che consentono un periodo vegetativo
prolungato; si impiegano "gemme ibernanti", cio portate da rami nuovi e di regola
destinate ad evolversi soltanto nella primavera successiva; se innestate su
portainnesti ottenuti con la semina nell'autunno precedente, si evolvono nell'estate
stessa sviluppando un rametto entro l'autunno.

TECNICA DI BASE PER L'INNESTO A GEMMA


Prelievo della gemma
Mediante l'apposito coltellino, si preleva uno scudetto con al centro la gemma, lungo
circa 3-4 cm e con spessore di 5 mm; l'incisione deve interessare anche il legno, per
garantire l'integrit dello strato cambiale.
Preparazione del soggetto
Si sceglie una pianta giovane, o un ramo giovane di una pianta adulta.
Nella porzione prescelta si eliminano rametti e germogli, lasciando eventualmente
qualche foglia sotto al punto stabilito, per nutrire meglio la gemma.
Nella parte distale si pratica unincisione a T (cm 3 x 1);
L'incisione non deve interessare i tessuti sottostanti la corteccia.
Si sollevano i lembi della T mediante la spatolina di cui munito il coltellino.
Si introduce la gemma, rispettandone la polarit.
Si lega, per mantenere l'aderenza tra le due parti; non necessaria la protezione
con mastice, anzi preferibile lasciare libera la gemma.

A : corteccia
B: tessuto cambiale
C: legno

INNESTO A ZUFOLO O AD ANELLO


consiste nel potare un anello di corteccia con gemme, su un ramo del soggetto
dal quale stato asportato ,un analogo anello di corteccia della stessa
lunghezza.
Si addice a piante ricche di midollo (Noce, Fico, Vite ecc.) e si effettua a gemma
dormiente o vegetante, a seconda della specie.
Mediante il coltello si ricava una striscia di corteccia di nesto, alta circa 3 cm,
con al centro una gemma ben formata.
Si stacca una striscia di corteccia, identica, sul portainnesto, risparmiando una
piccola porzione verticale che serve per assicurare la circolazione della linfa; poi
si inserisce l'anello e si lega.

L'INNESTO A OCCHIO DELLA VITE

INNESTO A PEZZA
Si pratica a gemma vegetante o
dormiente ed adatto per piante con
corteccia poco elastica, spessa, o che
comunque non si prestano a fornire
un anello.
Con il coltello si stacca un quadratino
di corteccia fornita di legno, con al
centro una gemma. Si ricava un
intarsio uguale sul soggetto, indi si
effettua la sostituzione e si lega.
Il soggetto pu avere dimensioni
qualsiasi; eventuali dislivelli, dovuti al
diverso spessore delle cortecce, si
eliminano con il coltellino.

INNESTO ALLA MAIORCHINA (tecnica a "intarsio")


Si applica in particolare alla Vite, a gemma dormiente.
Lo scudetto, che si ricava da tralci di un anno ben lignificati, deve avere uno
spessore di 2 mm nella parte inferiore.
Nel portainnesto si ricava una nicchia, nella quale si inserisce lo scudetto, quindi si
lega.

INNESTO A SCHEGGIA O SCAGLIA (chip budding)


Si applica in particolare alla Vite, a gemma vegetante (fine inverno), in luogo di
quello alla maiorchina. Lo scudetto, fornito di una porzione di legno, deve avere
uno spessore, nella parte inferiore, di circa 3 mm, e una lunghezza di 2-3 cm. Il
taglio nel portainnesto deve consentire l'incastro dello scudetto alla base.

INNESTO A DOPPIO SCUDO O INTERMEDIO


Si applica allo scopo di far superare l'incompatibilit tra portainnesto e nesto.
Le modalit e l'epoca di esecuzione seguono le regole generali.
Tra le due parti poste a contatto si inserisce uno scudetto privato della sua gemma e
prelevato da una variet o cultivar compatibile sia col soggetto che con l'oggetto.

INNESTI A MARZA
Il nesto (od oggetto) costituito dalla marza, porzione erbacea, semilegnosa o
legnosa, prelevata da rami di un anno, sani, con corteccia lucente e di colore
uniforme.
EPOCA DEL PRELIEVO
In genere gli innesti a marza si effettuano quando le piante sono in piena attivit,
cio alla ripresa vegetativa; alcuni tipi particolari si possono eseguire nel corso di
tutto il periodo vegetativo, e anche nella fase di riposo

Poich il portainnesto deve trovarsi in fase vegetativa pi avanzata rispetto al nesto,


per poter nutrire fin dall'inizio la gemma, le marze si raccolgono in anticipo e si
conservano in frigorifero, anche per qualche mese, a O C, in sacchetti o in
contenitori di plastica; oppure, per tempi pi brevi, con l'estremit inferiore immersa
nell'acqua e conservando loro le foglie, recise poco sopra il picciolo.
All'atto dell'innesto si eliminano anche i piccioli, fatta eccezione, negli innesti estivi,
per quello accanto alla gemma il quale, cadendo, annuncia l'avvenuto
attecchimento.
INNESTI SOTTOCORTECCIA
Fanno parte di questo gruppo gli innesti a becco di luccio, a ponte.
L'esecuzione degli innesti di questo gruppo riesce meglio su piante giovani (6-12
mesi di et), che devono essere "in succo" per consentire il facile distacco della
corteccia.
INNESTO A BECCO DI LUCCIO
Periodo: aprile-giugno.
Adatto per pomacee, drupacee, Kaki.
La marza, del diametro di 5-10 mm e lunga 10 cm, fornita di 3 gemme, si foggia
all'estremit inferiore secondo due superfici convergenti, una pi ampia dell'altra, in
modo che risultino diversamente inclinate.

Il portainnesto si recide obliquamente e sulla corteccia si prepara una fenditura


verticale in cui si introduce l'estremit della marza, con la superficie pi breve
rivolta verso l'esterno, cos da ottenere la giusta inclinazione del rametto.
necessario proteggere con mastice ed eventualmente assicurare la marza a un
tutore.
INNESTO A CORONA: utilizza un numero di marze proporzionato al diametro del
portainnesto e permette di impostare fin dallinizio lo scheletro della pianta

INNESTO A ELLE
Si pratica alla ripresa vegetativa.
adatto per la sostituzione di rami morti o
danneggiati.
La marza, lunga circa 8 cm, con 3 gemme, si
foggia inferiormente a cuneo, con una
superficie di taglio lunga 4 cm.
Sulla corteccia del portainnesto si pratica un
taglio adeguato, a forma di elle, con angolo
ottuso.
Si sollevano i lembi di corteccia, si inserisce la
marza e si fa aderire legando e coprendo con
mastice. L'aderenza maggiore se la
preparazione della marza e del soggetto
viene fatta con uno scalpello ricurvo.
L'innesto pu venire eseguito esattamente nel
punto in cui era inserito il precedente ramo.

INNESTO A SPACCO DIAMETRALE


Si applica, al rigonfiamento delle gemme, sul ceppo e sulle branche principali di
piante adulte, a scopo di reinnesto.
adottato per la Vite, il Kaki e il Noce.
Le marze, lunghe circa 10 cm, con 3 gemme, si foggiano a cuneo all'estremit
inferiore, con superfici oblique lunghe
circa 5 cm.
Il portainnesti si taglia orizzontalmente
e si fende lungo un diametro e
tangenzialmente al centro, per una
profondit di circa 6 cm.
Nella fenditura, mantenuta aperta con
un cuneo, si introducono le marze,
curando di far coincidere le zone
cambiali; perch ci sia possibile,
occorre sistemare i rametti non
esattamente alla periferia, tenendo
conto del maggior spessore della
corteccia del soggetto.
Tolto il cuneo, si fa penetrare nella
fenditura il mastice, che deve anche
ricoprire tutta la superficie.

INNESTO A SPACCO INGLESE (SEMPLICE O DOPPIO)


Periodo: febbraio-aprile; fino a maggio con marze erbacee.
E applicato ad alberi giovani per sostituire la variet (reinnesto) e per linnesto a
tavolino della Vite.
Marza e soggetto devono avere diametro uguale, non superiore a 1 cm; La marza
deve essere fornita di una sola gemma.
Entrambe le parti si tagliano obliquamente, secondo superfici identiche, che vanno
poste a stretto contatto e mantenute aderenti con la legnatura.
Nellinnesto a doppio spacco si pratica una seconda incisione sulle due superfici, in
modo da poter effettuare un incastro che rende pi stabile il contatto, cos da non
richiedere necessariamente la legatura, comunque utile.

INNESTO A SPACCO PIENO O A SELLA


Periodo: febbraio-marzo.
E applicato a piante ornamentali. Marza e soggetto
devono avere il medesimo diametro.
Si estrae un cuneo dall'estremit in inferiore della marza;
si foggia a cuneo il soggetto, in modo da inserirlo
esattamente nella cavit della marza.
Si lega e si protegge nel caso rimangano tessuti scoperti.
Per migliorare il contatto tra le zone cambiali, le estremit
della marza possono venire inserite sotto la corteccia,
preventivamente incisa e sollevata.
Per aumentare la stabilit dell'innesto, si ricavano sulle
superfici poste a contatto due linguette mediante una
piccola incisione, che vanno incastrate tra loro.
Le marze e il soggetto possono anche venire preparati
asportando una porzione di corteccia pari a circa i 2/3
dello spessore nelle prime e a circa 1/3 nel secondo, per
una lunghezza di 3 cm. Le due parti devono combaciare
perfettamente; quindi si lega e si protegge.

INNESTO A SPACCO LATERALE


praticato alla ripresa vegetativa, allo scopo di
sostituire un ramo mancante o di ottenere
branche su tronchi nudi.
La marza, lunga circa 8 cm e fornita di 3 gemme,
si foggia a cuneo, con una delle due superfici pi
breve.
Nel soggetto si pratica, mediante uno scalpello,
un taglio il pi possibile verticale che interessi
una profondit di circa 3 cm, cos da raggiungere
il tessuto cambiale; nei rami di modesto
diametro, la spaccatura pu anche raggiungere il
centro.
Si inserisce quindi la marza, con la superficie pi
breve verso l'interno, si lega e si copre con
mastice.
Per aumentare la stabilit dell'innesto, si pu
ricavare un'incisione su entrambe le superfici
(innesto a linguetta).

INNESTO A SPACCO TERMINALE

INNESTO A SCHEGGIA

INNESTO PER APPROSSIMAZIONE O FALSO INNESTO


Si indicano col termine di innesti "falsi" o "impropri" quelli ottenuti senza il distacco
della marza dal nesto.
L'innesto per approssimazione si verifica spontaneamente in natura quando i
tessuti di due rami a stretto contatto tra loro si fondono e finiscono col concrescere.
Nel corso dell'attivit vegetativa si effettua per i seguenti scopi:
far superare la fase critica dovuta a scarsa compatibilit tra portainnesto e nesto,
conservando a entrambe le piante il proprio apparato radicale finch la saldatura
non completata;
rinforzare, arricchendolo e infine eventualmente sostituendolo del tutto, l'apparato
radicale di una specie che stenta ad attecchire, oppure impoverito per vari motivi.
I due individui devono essere piante complete; vengono allevati vicini, oppure il
nesto pu venire coltivato in vaso.
Per facilitare l'aderenza tra le parti, si
asporta una porzione di corteccia che
metta allo scoperto la zona cambiale.

INNESTO A PONTE (SOTTOCORTECCIA)


Si applica durante l'attivit vegetativa per ristabilire la circolazione interrotta da
traumi, malattie, imperfetta saldatura dell'innesto; per dare solidit al punto di
innesto; per superare l'incompatibilit tra portainnesto e oggetto, inserendo un
nesto intermedio, compatibile con entrambi. La parte lesionata si ripulisce
asportando i tessuti morti o ammalati; se necessario, si disinfetta e si copre con
mastice antisettico. La marza (o pi di una se il tronco grosso) si foggia a cuneo
alle due estremit, che si infilano in fenditure praticate nella corteccia, sopra e
sotto la zona da scavalcare, secondo la tecnica dell'innesto a elle .

ALBERO

innesto a
gemma
dormiente

innesto a
gemma
vegetante

innesto a
marza

Franco o
portainnesto

Note

Albicocco

lug - ago

Primavera

Febb - Mar Apr

mirabolano (Prunus
cerasifera); pesco,
susino, mandorlo

Cotogno

lug - ago

Primavera

Febb - Mar Apr

biancospino,
azzeruolo

Limone

lug - ago

Primavera

Febb - Mar Apr

Citrus macrophylla e
su Poncirus trifoliata,
resistente al freddo e
allumidit.

Nespolo
comune

in autunno.

Primavera

biancospino o
azzeruolo

anche per
Talea e
margotta

Agrumi

Aprile Maggio

Olivo

Aprile-maggio

Pero

Maggio

anche per
Talea e
margotta

In agricoltura, l'innesto orticolo uno dei pi importanti metodi di innesto che


hanno la finalit di far superare alla pianta particolari tipi di stress, quali ad
esempio quelli ambientali (alte e basse temperature), stress dovuti ad eccessiva
salinit dell'acqua di irrigazione, stress dovuti a malattie provocate da patogeni
tellurici, oltre a queste ci sono altre condizioni favorevoli ad es. l'aumento della
produzione e la resistenza nel tempo della pianta stessa.
La tecnica dell'innesto consiste nel collegare assieme (attraverso tecniche
specializzate) una pianta che ha un buon l'apparato radicale ed un'altra che
produrra dei frutti.

MELANZANA SU STRAMONIO

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