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RIPRODUZIONE
Si utilizza una parte di pianta derivata da un atto sessuale: Seme
E normalmente utilizzata per molte specie erbacee per le quali si possono ottenere
piante simili alla pianta madre oppure con caratteristiche migliorate sementi ibride
In selvicoltura si utilizza la propagazione per seme mentre.....In arboricoltura la
riproduzione d origine a piante con comportamento diverso da quello della pianta
madre a causa dellimpollinazione incrociata ed al rimescolamento genico
Vi si ricorre nel miglioramento genetico, per produrre nuove variet e nellattivit
vivaistica per produrre portinnesti franchi sopratutto delle specie che non emettono
con facilit nuove radici dagli organi vegetativi (albicocco, ciliegio ed altre)
I semi per essere utilizzati devono essere prima di tutto vitali ovvero possedere la
facolt germinativa
Alcuni semi tendono a perdere subito lenergia germinativa dopo la raccolta del
frutto altri invece la mantengono per lungo tempo.
Alcuni semi non possono germinare immediatamente in quanto hanno bisogno di
superare un periodo di quiescienza.
SPECIE
EPOCA RACCOLTA
DURATA
ALBICOCCO
LUGLIO
1 MESE
CASTAGNO
OTTOBRE
3 MESI
CILIEGIO
LUGLIO
1 MESE
MANDORLO
SETTEMBRE
2 MESI
MELO
OTTOBRE
6 MESI
OLIVO
NOVEBRE
3-4 ANNI
PERO
OTTOBRE
6 MESI
PESCO
AGOSTO
1 MESE
VITE
OTTOBRE
3 ANNI
SEMINA
Dopo la conservazione i semi vengono posti nel terreno di semina
Se sono piccoli possono essere seminati a spaglio mescolati a della
Sabbia per i semi di dimensione media come quelli del ciliegio si pu seminare
a righe ponendoli a 20 cm uno dallaltro, i semi grandi pesco, noce, susino ecc. si
pu anche aspettare che inizino a germogliare e quindi possono poi essere messi
a dimora a righe gi alla distanza idonea per essere innestati
Talea
La moltiplicazione per talea il metodo pi largamente
adottato per trasmettere integralmente i caratteri della
pianta madre.
Consiste nel far radicare una porzione erbacea,
semilegnosa o legnosa, fornita di gemme e ricavata
preferibilmente da rami di un anno.
La talea va prelevata all'epoca opportuna, che non
coincide con il periodo di totale riposo vegetativo della
pianta, la quale non in grado in questo caso di emettere
radici.
Si preleva quindi nel periodo che precede immediatamente
il risveglio delle piante o prima che queste entrino nella
fase di riposo invernale, a seconda delle specie e della
possibilit di offrire le condizioni idonee a favorirne
l'attecchimento (umidit costante e temperature comprese
tra i 12 e i 18 C).
Per quanto riguarda le specie sempreverdi, che praticamente non subiscono una vera e
propria stasi vegetativa, possibile ottenere il radicamento in qualsiasi periodo, ma si hanno
maggiori probabilit di successo in corrispondenza delle due "punte" massime di attivit, che
cadono la prima al termine dell'inverno, la seconda in agosto settembre.
Le talee fornite di foglie vanno private in tutto o in parte di esse, al fine di evitare o ridurre la
traspirazione; le foglie possono venire eliminate lasciando il picciolo, oppure ridotte di
ampiezza.
La gemma apicale, o quella laterale divenuta terminale se la talea stata prelevata dalla
parte mediana di un ramo, devono essere perfettamente integre.
Le talee molto legnose possono venire stimolate a radicare schiacciandone l'estremit
inferiore con un martello o incidendo nello stesso tratto la corteccia.
Molto efficaci sono i trattamenti con appositi preparati a base di ormoni rizogeni.
Dall'evoluzione di gemme e germogli si deduce che la talea ha formato un apparato radicale
sufficiente per sopportare il trapianto.
POLLONE RADICATO
Molte piante emettono alla base del fusto o dalle radici dei rami vigorosi, che possono venire
prelevati e che sono facili da trapiantare e allevare.
PROPAGGINE E MARGOTTA
Entrambi i metodi consistono nel far radicare una porzione di ramo senza distaccarla dalla
pianta madre, in modo che possa ricevere il nutrimento finch, acquistata autonomia, pu
venire prelevata.
La propaggine si addice a specie fornite di rami lunghi e flessibili, che possono venire interrati
in uno o pi punti (propaggine semplice o multipla).
La margotta si applica a rami rigidi, anche di un certo diametro, che si avvolgono con un
manicotto di torba e sfagno nel punto in cui si desidera far emettere le radici.
Il radicamento viene favorito dall'asportazione di un anello di corteccia, o da una breve
incisione, nel punto del ramo a contatto con il terreno o col manicotto. Le parti trattate vanno
mantenute moderatamente ma costantemente umide.
L'avvenuta emissione di radici annunciata dall'allungamento dei germogli apicali e
dall'evoluzione delle gemme al di sopra della parte trattata.
L'INNESTO
una pratica agronomica per la moltiplicazione agamica delle piante realizzata
con la fusione di due individui differenti, detti rispettivamente portinnesto o
soggetto e nesto o oggetto, di cui il primo costituisce la parte basale della pianta
e il secondo la parte aerea.
Talvolta, l'innesto si realizza con tre individui, interponendo fra il portinnesto e il
nesto un terzo bionte, detto intermediario.
Il nesto si denomina anche marza, gentile, domestico; il soggetto anche
portainnesto e, se derivato da seme di pianta selvatica, selvatico.
Oltre che piante derivate da semi possono funzionare da soggetti le talee, le
piante gi innestate: in tal caso si parla di sovrainnesto.
L'innesto consiste nel saldare, sul portainnesto, una parte di pianta del nesto, detta
marza , rappresentata da una porzione di ramo o da una gemma , in quest'ultimo
caso detta occhio o scudetto. Si ottiene in questo modo un'unica pianta formata
da due porzioni diverse. La fusione istologica avviene grazie al callo che si forma
fra le due superfici tagliate, precisamente dove combaciano i meristemi cambiali.
LE FUNZIONI DELL'INNESTO
Oltre a essere un sistema di propagazione agamica di largo impiego, all'innesto si
ricorre, soprattutto in frutticoltura per questi motivi:
reinnestare un arboreto per sostituire una cultivar superata o per introdurne una,
vecchia o nuova, preferibile a quella presente. In questo caso l'innesto si propone
come alternativa all'espianto e reimpianto dell'arboreto;
regolare lo sviluppo, la longevit, la precocit: il portainnesto in grado di
trasmettere al nesto caratteri fisiologici e fenologici specifici. La scelta del
portinnesto influisce sulla vigoria limitando lo sviluppo della parte aerea
(portainnesti nanizzanti) o rafforzandoli
adattare una cultivar a particolari condizioni pedologiche e climatiche: le specie e
le variet vegetali hanno differenti sensibilit a determinate propriet fisiche e
chimiche del terreno (tessitura, contenuto in calcare, siccit, ecc.); l'innesto di una
cultivar sensibile su una specie o su una variet meno sensibile permette di
adattarla a specifiche condizioni.
Alla base della disaffinit tra soggetto e oggetto vi sono fenomeni biologici non del
tutto chiariti a livello scientifico (una delle probabili cause il diverso ritmo vegetativo
delle due parti). Di conseguenza, i vivaisti specializzati nella produzione di
portainnesti procedono all'accertamento della compatibilit tra diversi individui
mediante la sperimentazione pratica.
Possiamo distinguere quattro tipologie di disaffinit di innesto:
disaffinit totale: si manifesta subito durante il processo di saldatura, dove non
avviene la formazione del cambiforme
disaffinit ritardata con discontinuit dei tessuti: il cambio risulta discontinuo a
causa della produzione di parenchima al posto dello xilema, processo che ostacola il
passaggio di nutrienti; questa disaffinit superabile mediante interposizione di un
intermediario
disaffinit ritardata senza discontinuit dei tessuti: non si manifesta con
anomalie nei tessuti in prossimit della zona di innesto, ma presenta nel tempo una
degenerazione del floema, che provoca una diminuzione nel passaggio di nutrienti
disaffinit indotta da patogeni: anch'essa non superabile, dovuta alla presenza di
virus e micoplasmi (virus dell'accartocciamento fogliare del ciliegio)
Condizioni ambientali
La temperatura il fattore ambientale determinante nei confronti della rapidit di
formazione del callo cicatriziale. Le varie specie hanno esigenze termiche
particolari, come si deduce dalla stagione nella quale vanno preferibilmente
innestate; per tutte, comunque, la saldatura avviene entro i limiti di + 5 e + 40 C.
La temperatura ottimale, che condiziona positivamente la rapidit di saldatura e la
percentuale di riuscita degli innesti, compresa tra i 20 e i 25 C.
L'umidit, specie quando accompagnata da temperature elevate, favorisce
l'insediamento di malattie fungine e batteriche a livello del punto di innesto che,
anche per questo motivo, va preferibilmente protetto.
ARNESI
Per il prelievo delle gemme con relativo scudetto e per l'incisione della corteccia, si
utilizzano appositi coltellini da innesto muniti di una spatolina con la quale si
sollevano i lembi dei tagli praticati sul soggetto.
Per il prelievo di anelli o di porzioni di corteccia si usano coltelli a doppia lama, che
consentono di effettuare due incisioni parallele, ugualmente distanziate sia sul
nesto che sul portainnesto, in modo da rendere perfetto l'intarsio.
Per il prelievo delle marze e per la preparazione del portainnesto destinato ad
accoglierle ci si serve degli stessi arnesi indicati per la potatura (forbici, coltelli,
roncole, seghetti, a seconda del diametro e della consistenza del ramo); vi sono
arnesi appositi per rifinire i tagli imperfetti.
Per spaccare diametralmente un fusto si usa il fenditoio, che va appoggiato alla
superficie di taglio e battuto con una mazzetta, per farlo penetrare; la fenditura in
cui vanno inserite le marze va mantenuta aperta mediante un cuneo di ferro o di
legno.
Per preparare sul portainnesto la sede adatta ad accogliere le marze si usano
scalpelli; preferibilmente a punta curva quando necessiti operare una fenditura
concava
LEGACCI E MASTICI
Non tutti gli innesti devono necessariamente venire legati e protetti, ma risulta
comunque utile prendere delle precauzioni, soprattutto quando laderenza delle parti
imperfetta e le superfici di taglio rimangono esposte.
La rafia e i legacci di plastica (privi di anima metallica) risultano sufficientemente
elastici, ma richiedono un frequente controllo dal momento in cui il germoglio inizia a
svilupparsi e corre quindi il rischio di subire strozzature.
Gli elastici non sottili, si prestano molto bene.
Gli innesti delicati, su rami di esiguo diametro, si mantengono in posto con una
striscia di sottilissimo foglio plastico (per alimenti), che aderisce perfettamente sotto
pressione: occorre in questo caso proteggere l'innesto dai raggi solari con
un'ulteriore fasciatura con carta resistente.
I mastici hanno lo scopo di evitare le perdite idriche nel punto di innesto, la
penetrazione di umidit, l'insediamento di muffe, batteri e altri patogeni.
Si usano mastici appositi: elastici, per permettere l'evolversi del germoglio, e
resistenti alle basse e alle alte temperature, in modo da non indurire, sciogliersi o
screpolarsi.
Utili per quasi tutti i tipi di innesto, i mastici sono necessari per quelli che
comportano tagli importanti o che lasciano scoperta la superficie del portainnesto.
Quando non si usa mastice antisettico, si pennellano preventivamente i grossi tagli
con una soluzione di solfato di rame.
PUNTO DI INNESTO
L'innesto si pratica pi frequentemente al pedale, in modo da poter impalcare poi
la pianta all'altezza desiderata, a seconda della forma di allevamento prescelta.
Norme prudenziali consigliano di innestare a una certa distanza dal suolo quelle
specie che facilmente si "affrancano", cio emettono radici dal gentile (per
esempio: Olivo).
Nel caso sia gi stata scelta preventivamente la forma di allevamento, si pu
innestare ad altezza opportuna il numero di gemme necessarie a formare le
branche (forme a vaso, alberelli di rose ecc.).
INNESTO A GEMMA
Scelta della gemma
La gemma deve essere "a legno", vale a dire appuntita e non globosa, ben
maturata (non erbacea), portata da rami di un anno sani, con corteccia lucente e di
colore uniforme.
Epoca del prelievo
Quando le piante sono "in succhio" e hanno perci la corteccia facilmente
distaccabile.
Innesto a gemma vegetante
Si attua su piante in piena attivit, alla ripresa vegetativa. La gemma deve trovarsi
in fase di sviluppo pi arretrato rispetto al portainnesto; in caso contrario, il
germoglio si evolve prima che la saldatura sia completa ed quindi destinato a
soccombere per insufficiente nutrimento.
La gemma, prelevata dal nesto prima che inizi la fase del risveglio, si conserva in
frigorifero, dentro un contenitore di plastica, alla temperatura di 4 C.
A : corteccia
B: tessuto cambiale
C: legno
INNESTO A PEZZA
Si pratica a gemma vegetante o
dormiente ed adatto per piante con
corteccia poco elastica, spessa, o che
comunque non si prestano a fornire
un anello.
Con il coltello si stacca un quadratino
di corteccia fornita di legno, con al
centro una gemma. Si ricava un
intarsio uguale sul soggetto, indi si
effettua la sostituzione e si lega.
Il soggetto pu avere dimensioni
qualsiasi; eventuali dislivelli, dovuti al
diverso spessore delle cortecce, si
eliminano con il coltellino.
INNESTI A MARZA
Il nesto (od oggetto) costituito dalla marza, porzione erbacea, semilegnosa o
legnosa, prelevata da rami di un anno, sani, con corteccia lucente e di colore
uniforme.
EPOCA DEL PRELIEVO
In genere gli innesti a marza si effettuano quando le piante sono in piena attivit,
cio alla ripresa vegetativa; alcuni tipi particolari si possono eseguire nel corso di
tutto il periodo vegetativo, e anche nella fase di riposo
INNESTO A ELLE
Si pratica alla ripresa vegetativa.
adatto per la sostituzione di rami morti o
danneggiati.
La marza, lunga circa 8 cm, con 3 gemme, si
foggia inferiormente a cuneo, con una
superficie di taglio lunga 4 cm.
Sulla corteccia del portainnesto si pratica un
taglio adeguato, a forma di elle, con angolo
ottuso.
Si sollevano i lembi di corteccia, si inserisce la
marza e si fa aderire legando e coprendo con
mastice. L'aderenza maggiore se la
preparazione della marza e del soggetto
viene fatta con uno scalpello ricurvo.
L'innesto pu venire eseguito esattamente nel
punto in cui era inserito il precedente ramo.
INNESTO A SCHEGGIA
ALBERO
innesto a
gemma
dormiente
innesto a
gemma
vegetante
innesto a
marza
Franco o
portainnesto
Note
Albicocco
lug - ago
Primavera
mirabolano (Prunus
cerasifera); pesco,
susino, mandorlo
Cotogno
lug - ago
Primavera
biancospino,
azzeruolo
Limone
lug - ago
Primavera
Citrus macrophylla e
su Poncirus trifoliata,
resistente al freddo e
allumidit.
Nespolo
comune
in autunno.
Primavera
biancospino o
azzeruolo
anche per
Talea e
margotta
Agrumi
Aprile Maggio
Olivo
Aprile-maggio
Pero
Maggio
anche per
Talea e
margotta
MELANZANA SU STRAMONIO