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RIFLESSIONI
Al
NANDO CANTORE SCAGLIONE
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RIFLESSIONI
BRIGAN"AGGIO CALABRESE
FERDINANDO CANTORE SCAGLIONE
Profess0r Direttore
DELLA SCUOLA NORMALE MASCHILE
PRESIDENTE DELL'ACCADEMIA CoseNTINA
C O S E N Z A
0ccasione dell'0pera.
Dopo che la feroce reazione del 1848 ebbe strozzato, nelle pro
vincie napolitane, le libert politiche, e rialzato novellamente il
trono dell'assolutismo, quantunque insanguinato dall'eccidio de'cit
tadini; dopo che il brigantaggio, armato di tutta la sua ferocia,
apport nelle nostre contrade la desolazione, la miseria ed il lutto,
il Governo d' allora infingendo di volere apportare un qualche ri
medio a questo vecchio flagello della nostra Calabria, per mezzo
del suo Ministro, interrogava l'illustre Arcivescovo di Cosenza,
che il lor nome di Bruzi non altro significasse che schiavi fuggi
tivi; cio uomini, i quali aspiravano ai dritti dell'umanit, a scuo
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sulle alture pi impervie dei nostri monti, a poco distanza tra loro,
come in luoghi di fortezza e di sicurt. Perch poi di robuste mem
bra e laboriosi, divennero man mano padroni del fertili e svariati
campi, che sono non solo al di qua del versante dei nostri appen
nini orientali, ma benanco dell' estesissimo agro Silano, ricco in
ogni et di pascoli per qualsivoglia maniera di bestiami e di ar
menti, non che di eccellenti legnami e di materie resinose prov
suoi Casali. A
subito dei cangiamenti. Tali sono i popoli dei nostri Casali cala
bresi. Dopo lunghi secoli, sono tuttora i discendenti degli antichi
Bruzi, o servi fuggitivi della Lucania: gli uomini di vantaggiosa
statura, di erculea robustezza, spernanti d'ogni giogo, maneschi,
e non sofferenti dell'ingiuria, per menoma che sia. Gente la quale
veri, pi che ora non fanno quei che son detti sale e luce dei
popoli.
feroce guerra civile del decennio. Ma tra tutti, il peggior male che
vi arrec, si fu il germe del brigantaggio che lasci nella nostra
gente casalese, ed una certa tendenza a riprodursi con maggiore
o minore recrudescenza, a seconda de tempi diversi, come vien
un p dall'alto.
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lor capitale. La qual movit forse ebbe luogo per ragione di quel
dominio eminente che si vuole annesso alla sovranit. Per, sotto
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Intanto, dopo cinque anni, non si era che a semplici lavori pre
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all'autorit amministrativa i Comuni della Sila. I quali esempi mimacciosi ripeteansi ancora d'altri paesi, e per tutti beni demaniali
d'ogni sorta. Intanto era il tempo di gettare il pomo, ed il pomo
fu gettato, s che l'incendio non tard a scoppiare in questa tra
vagliata provincia.
Una ministeriale fu lanciata in quel tempo, la quale ordinava la
verifica delle usurpazioni dei beni demaniali. L'autorit ammini
strativa, in vista di ci, rilasciava delle ordinanze, non saprei con
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cos intrigata? Perch, per cinque anni si era tenuto mano dal
primo Commissario? Era giusto ripartire le terre silane, non in
tesi i proprietari delle difese? Tenendo tal via sonmaria, si ponea
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CAPO III.
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destinata per sua missione ad essere luce sul moggio, e sale dei
popoli, trae seco nel male le masse, le quali vivono pi di esem
pio che di ragione, e tanto pi potentemente per quanto ella siede
pi alta. S, troppo vero che l'autorit dell'esempio pi forza
sul cuore dell'uomo d' ogni qualunque dettato, e vieppi se par
lasi di popoli poco ragionanti; per cui vedesi l'inferiore modellarsi
sul superiore, il povero imitare il ricco, il laico l' ecclesiastico,
tal che la moralit od immoralit delle classi superiori si trasfonde
inevitabilmente nelle classi inferiori.
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pesano non solo sui nostri Casali, ma dove pi, dove meno anche
sugli altri paesi e villaggi di questa vasta provincia, come dove
pi dove meno regnano ancor generalmente le oppressioni ed i so
prusi da parte di coloro ch' esser dovrebbero modelli di giustizia
e di carit cittadina; cos non dee recar maraviglia, se la peste
suggestioni dei tristi, ed altre simili, non sono esse stesse una
pruova della prevalenza de due grandi bisogni, che travagliano le
nostre masse casalesi: cio bisogno d'istruzione-educativa, e bi
sogno di mezzi di sussistenza?
--Dopo tutto ci, io domando, vi modo d'allontanare in tutto,
al
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CAPO IV.
Mezzi morali.
soli sensi, molto pi deve dirsi delle masse popolari, ove l'attrito
degl'istinti e delle passioni maggiore; per cui, senza di essa,
non si avrebbe mica una societ regolata, ma bens una truppa
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in egual grado?
2. Se lo scopo dell'istruzione popolare lo quello d' inci
vilire e di moralizzare gli uomini, si potr mai attingere cotesto
scopo, senza ben altro appoggio di diversa natura, che non quello
dell' umana politica?
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silli. Oltre a ci, per servirmi delle parole d'un gravissimo pen
satore francese, appartinenti ad un secolo di movimento e di agi
tazione, in cui le professioni son considerate qual mezzo e non qual
fine, non allettati da ricco stipendio (la cosa rarissima nei no
stri paesi, anzi nelle nostre citt lo stipendio per altro meschino
di 500 lire), accade sovente che, in poco tempo, si disgustano
della loro professione, per cui abbandonano l'impresa carriera, e
si danno ad una vita di pigrizia e di dissipazione, come vien com
provato dall' esperienza.
L'istruzione-educativa, tendente a moralizzare ed incivilire i po
poli, pu dirsi in verit una sorta di apostolato, e per cui addo
manda una vita di sacrifizi. Laonde, oltre la ricca proviggione di
conoscenze di che dee far tesoro preventivamente l'istitutore, ri
chiedesi in lui ben altro impulso che quello d'un meschino inte
resse; ben altro timore, che quello d'un ispettore in giro, o d'una
Zo
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lire per le scuole rurali, e non maggiore di lire 1200 per le scuole
urbane di grado superiore. Or, questa legge, la quale mira a rial
zare in parte la condizione dell'istitutore, rimasta presso di noi,
da quattro anni, infruttuosa, mentre presso di noi precipuamente
gue, che l'istruzione primaria, lungi di aver fatto alcun reale pro
gresso nella nostra provincia, per le cennate ragioni giace tuttora
in condizione non troppo felice, malgrado gl'incoraggiamenti ed i
sussidi, di che largo il nostro Governo a pro degl'istitutori.
Quanto detto di sopra non deve far maraviglia. Quando il mi
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S. 2. Morale Pubblica.
Son veramente privi d' ogni buon senso coloro i quali, predi
cando una morale per la societ, le vorrebbero far dono d'una mo
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Il lavoro soltanto foriero di ricompensa, conchiude l'illustre Ram
bot, pu emendare una morale perversa. Per la quale cosa, egli
propone alla Francia: Io non potrei proporre la stessa cosa all'Italia:
Che si dispongano delle manifatture nelle quali il condannato possa
lavorare, non come si lavora in una cella, in cui l'opera manca
di mezzi e d'incitamento, ma come lavorasi nelle officine in cui
ro
care man mano la gente del popolo (la quale vive pi d'ogni al
tra alla spensierata) al risparmio ed all'economia, merc la pro
spettiva d' un futuro guadagno. Adunque, non dir nulla de van
taggi economici i quali si attingono dall'individuo e dalla Societ
in massa da questo nobile ritrovato, perch son troppo manifesti
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per se stessi, in modo ch' esso gode da per tutto del pi grande
favoritismo; ma dir solo, che nissuna cosa potr meglio educar
forse
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sua imboccatura nel mar Ionio, voi lo troverete, nella sua dritta
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ed altri provvedimenti.
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F IN E
societ richiede delle pene, che presto e con apparato scuotano la fantasia.
Togliete questa ed altre fucine di scelleragini, e la pena di morte cadr da s.
I N D| C E
PAG,
Occasione dell' opera . . .
1. Origine e localit dei Calabresi propriamente detti
Cagioni che favoriscono il Brigantaggio. .
. Vera origine del Brigantaggio .
. Mezzi morali per estirparlo . .
Capo
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Capo
Capo
bo
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Morale pubblica . . . . . .
. Vagabondi e forzati . . . .
. Delle Casse di risparmio . . .
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Mezzi materiali .
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