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3 ottobre 2016 - 00:30

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Lagricoltura biodinamica un bluff?


Lagricoltura biodinamica un bluff?Topi spellati. Corteccia di quercia fermentata messa dentro
al teschio di un animale domestico. Vesciche di cervo ripiene di fiori di achillea e poi
sotterrate. Corna di mucca ripiene di deiezioni fresche. Non stiamo parlando di messe nere, rituali
esoterici o di pratiche ancora in uso in remoti angoli del mondo, se ancora ne esiste uno. Stiamo
invece parlando di una delle tecniche di agricoltura pi alla moda del momento, tanto da essersi
guadagnata un corso specifico nella facolt universitaria di Urbino: l agricoltura biodinamica .
Una particolare tecnica di coltivazione che risale ai primi decenni del secolo scorso, ideata e
diffusa dal filosofo austriaco Rudolf Steiner . Parente lontana nonch antenata dell agricoltura
biologica quanto a tecniche di coltivazione naturali e praticate senza lutilizzo di pesticidi o
concimi di sintesi, lagricoltura biodinamica se ne distacca sia nei principi ispiratori che nei
metodi, che non possono prescindere dai cosiddetti preparati quali appunto le corna di mucca
o le viscere di cervo, opportunamente riempite di fiori cos come di letame , e il cui utilizzo
necessario affinch una coltivazione possa fregiarsi del marchio biodinamico . Questa tecnica
di coltivazione del terreno non una scoperta recente. Risale infatti a un ciclo di otto lezioni
tenute da Steiner nel lontano 1924 solo un anno prima della sua morte, avvenuta nel 1925 allet
di 63 anni e dallesplicativo titolo di impulsi scientifico-spirituali per il progresso
dellagricoltura (!?) Chi conosce Rudolf Steiner, non lo ricorda certo come provetto agronomo o
fiero contadino, ma come il fondatore dellantroposofia, una corrente mistico-filosofica basata
sullosservazione spirituale delluomo e del mondo. E anche come componente del movimento
teosofico, con relativo contorno di concezioni esoteriche, energie astrali, forze cosmiche et
similia, passando inoltre per le posizioni dei pianeti, della luna e dello zodiaco, senza tralasciare
nemmeno i lemuriani (), la vita su Saturno e limmancabile Atlantide, giusto per non farsi
mancar nulla. Giusto per inquadrare il fondatore di cotanta tecnica agricola. Ritornando
allagricoltura biodinamica fondata da Steiner e oggi tornata in auge, la tecnica condivide alcuni
principi con lagricoltura biologica, quali ad esempio lassenza di pesticidi o concimi non
naturali o la rotazione delle colture, ma se ne differenzia appunto per limprescindibile utilizzo
degli appositi preparati che, a detta di Steiner, andrebbero ad arricchire misticamente, e non
certo materialmente, il letame da spargere poi sui campi oppure da diluire in acqua, grazie agli
influssi astrali captati dalle corna o dalle viscere degli animali, veicoli inconsapevoli di influssi
divini e vibrazioni universali. Scientificamente parlando, lefficacia di questi preparati per
una migliore composizione o un arricchimento della qualit dei terreni e di conseguenza su
quanto sopra coltivato non affatto provata, e anzi, alcuni dei (pochi) studi svolti rilevano un
difetto di metodologia, visto che sono concentrati soltanto sui risultati positivi tralasciando
opportunamente i pareri avversi (cherry- picking). Gran parte dei principi della biodinamica
sono stati inventati di sana pianta da Steiner dice infatti Dario Bressanini, chimico e divulgatore
scientifico, al National Geographic e i pochi studi controllati che sono stati condotti su questo
metodo non hanno mai dimostrato alcun effetto. Certo che c differenza tra agricoltura
convenzionale e biodinamica, il problema che non mai emersa una differenza con il biologico,
e questo fondamentale perch i preparati sono obbligatori per poter ottenere la certificazione
biodinamica e sono lunico elemento che li distingue dal normale biologico. Lagricoltura
biodinamica prevede infatti, per essere considerata tale, il rilascio delle apposite certificazioni
che, differenza di quelle biologiche, sono rilasciate da unassociazione privata e non pubblica, la
Demeter , presente in ben 35 Stati e con 350 produttori nella sola Italia. Tutte le aziende
biodinamiche europee devono inoltre obbligatoriamente far uso dei preparati sopra riportati e
sono inoltre soggette al regolamento biologico UE, con la conseguenza che le aziende
biodinamiche devono essere anche certificate come biologiche. Da qui, lovvia conseguenza che i
prodotti biodinamici, se confrontati con i prodotti da agricoltura convenzionale, risultano se non
migliori quanto meno diversi, non tanto in quanto biodinamici, ma semplicemente perch
provenienti da agricoltura biologica, prima che biodinamica (preparati a parte). Insomma, la
biodinamica un campo a oggi controverso, senza dimenticare che i prinicpi cui sispira non
sono cos lontani dal nostro pensiero come sembrerebbero a unanalisi superficiale. Cosa
potremmo mai pensare dellusanza di condire prati e campi con sterco di mucca per avere

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terreni pi ricchi e frutti migliori, se non fossimo gi avvezzi alla parola letame e non fosse gi
provata lutilit di questultimo ai fini dellarricchimeto dei terreni? Non dovrebbe forse farci, a
prima vista, la stessa impressione della vescica di cervo riempita e sotterrata? Eppure, proprio qui
sta la differenza. Mentre per quanto riguarda il letame, infatti, lutilit per i terreni provata non
solo da secoli di pratica empirica ma trova riscontro in dati e studi inoppugnabili, questo riscontro
manca per le tecniche biodinamiche, o perlomeno per i suoi preparati, anche se non possibili
escludere del tutto certo che questi abbiano uninfluenza, se pur minima, nella composizione
dellelemento cui vanno a sommarsi, in questo caso il terreno. Di questo si sente il bisogno, pi
che di affermazioni come quelle di Elena Vigan, direttrice del corso di agricoltura biodinamica
che il dipartimento di Economia, Societ e Politica (non la facolt di Agraria) dellUniversit di
Urbino inaugura proprio in questo mese di Ottobre: scientifico o no, il metodo biodinamico
esiste e vale la pena ascoltare chi lo sostiene e lo pratica. Anche il woodo e le pratiche magiche
ancora esistono, in qualche parte del pianeta. Ma non per questo si sono visti dedicare corsi
appositi nei pi prestigiosi atenei. [Crediti | Link: National Geographic]

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