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CENTRO STUDI SKALIA ASSOCIAZIONE CULTURALE

FESTA DELLA BEATA VERGINE DEL LAURO


tra storia, leggenda e folklore

festeggiamenti: 7/8 settembre di ogni anno

La festa della Madonna del Lauro si tiene ogni anno nei giorni dell 7 e dell'8 settembre. Santa
"Protettrice dei marinai", la stessa la Beata Vergine del Lauro si trova a Scalea in seguito ad un
singolare e miracoloso evento. Prima di raccontare laccaduto utile parlare un po della cittadina
scaleota e del ruolo che aveva per la posizione geografica in cui era situata. Leconomia della Scalea
di un tempo era basata principalmente sulle risorse provenienti dal mare: in particolare, gi nel sec.
XIII Scalea era sede di consolato Catalano, dagli Angioini fu eletta a circoscrizione marittima del
Regno ed in seguito fu dotata di un cantiere navale. I marinai scaleoti erano tra i pi ricercati (basti
pensare che oltre ai gi noti ammiragli Ruggiero di Loria e Ademaro Romano, nella cittadina ebbero
i natali Leonardo de Vassallo che il Romano prescelse come suo vice e Branca di Scalea che fu uno
dei pi provetti uomini di mare del Regno Angioino). Le navi provenienti da Scalea facevano scalo
nei maggiori porti dItalia e della Provenza, spingendosi sino alle isole britanniche. Lo scalo
marittimo naturale della cittadina altotirrenica fu noto ed attivo per tutto il trecento, tanto che viene
menzionato dal Boccaccio e da Fazio degli Uberti.
Le terre di Scalea regalavano unottima qualit di frumento, cereali e vino. I vini, per la loro bont,
furono citati dal medico di Papa Sisto V, Andrea Bacci. Anche uve passite e i fichi secchi venivano
esportati in Toscana e Liguria.
Peraltro la cittadina scaleota rappresentava lo sbocco naturale della Valle del Lao e nel suo porto
confluivano i prodotti dellentroterra, prevalentemente legnami, i quali venivano imbarcati sui
velieri per raggiungere i pi rinomati porti del Mediterraneo. Nel 1778 Scalea figurava tra i primi
posti nel dipartimento doganale della Calabria per ducati (moneta) in entrata dai traffici portuali. Il
traffico marittimo di Scalea era notevole per le rotte verso la Sicilia, ma anche per Napoli e la
Campania in generale. Proprio i campani nel sec. XVIII introdussero il culto della Madonna del Lauro
nella millenaria cittadina,

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Le origini della Devozione del Lauro a Meta di Sorrento


La storia, forse la leggenda o il folklore racconta che in un fausto
giorno del sec. VIII, a Meta di Sorrento, una vecchietta intenta a
pascolare la sua mucca, fu attratta da un improvviso fiammeggiare
di cespugli posti a pochi metri dal punto in cui si trovava.
Guardando nella direzione dei cespugli in fiamme ebbe la visione
della statua di legno della Vergine ai piedi di un frondoso lauro. La
donna comprese di trovarsi di fronte ad un prodigio divino e si premur di avvisare
tempestivamente il Vescovo di Sorrento affinch si attivasse la Chiesa per far accertare la
miracolosit dellevento. Da quel momento nacque la devozione del Lauro, sempre maggiore nel
corso dei secoli, tanto che nel luogo della visione venne poi eretta la Basilica, dichiarata Basilica
Pontificia.

Perch fu portato a Scalea il culto della Madonna del Lauro


Secondo la tradizione, verso la fine del Seicento (secondo alcuni il periodo sarebbe di met/fine
'700, visti i particolari della statua della Madonna), alcuni marinai di Meta di Sorrento, dediti al
traffico fra Scalea e la costa campana, incapparono da una violenta tempesta che stava per
sommergere la loro imbarcazione; essi vedendosi avvinti dalla furia del mare, invocarono laiuto
della Vergine del Lauro e fecero voto di diffondere il culto nel luogo in cui sarebbero riusciti a
sbarcare. Placatasi la tempesta i marinai miracolati riuscirono a scendere sulla terraferma di Scalea.
In seguito gli stessi marinai, in segno di riconoscenza per la grazia ricevuta, sciolsero il voto fatto,
portando nella cittadina calabrese, verso i primi anni del sec. XVIII, una statua della Madonna,
contribuendo, con i marinai del luogo, che ne avevano accettato la devozione e con il beneplacito
del principe Spinelli, alla costruzione della chiesetta detta del Lauro.
Fu cos che i marinai di Scalea elessero loro patrona la Madonna del Lauro e, abbellendo il piccolo
tempio e dotandolo di un organo. Nel 1802 la Vergine del Lauro, oramai Regina del Mare, fu
incoronata con una corona dargento donata dai stessi marinai.

La festa della Madonna del Lauro a Scalea nel passato e nel presente
Con il decreto n. 613 del 2 maggio 1823, Ferdinando I autorizz la fiera del Lauro, nei giorni 8/9
e10 settembre dogni anno, in concomitanza con la stessa festa.
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I festeggiamenti, inizialmente erano finanziati dai marinai con un fondo da loro istituito che si
alimentava con limposizione di un balzello a tutti quei bastimenti che, approdando nel porto
naturale, venivano tirati sulla spiaggia utilizzando grossi ceppi conficcati nella sabbia per attaccare
largano.
Generalmente i marinai attingevano anche agli
utili derivanti dalla pesca per la raccolta dei
fondi da dedicare alla festa: il ricavato del pesce
veniva diviso in due parti uguali, delle quali,
luna andava ripartita tra i proprietari delle
barche, e laltra veniva divisa in parti uguali tra i
marinai che formavano la chiurma (equipaggio). La chiurma a sua volta destinava parte del ricavato
alla Madonna del Lauro. Il denaro destinato alla Madonna veniva posto nella vummula (anfora di
terracotta a collo stretto).
Nei primi giorni di agosto di ogni anno venivano rotte le vummule di ogni chiurma, per conoscere la
somma di denaro raccolta durante lanno e disponibile per i festeggiamenti.
La festa era arricchita dalla caratteristica fiera delle cretaglie, dette cozze, che si svolgeva dalla fine
di agosto al 10 settembre. Successivamente la fiera fu limitata ai giorni 7 e 8 settembre come
avviene attualmente.
La fiera aveva grande importanza strategica nel comprensorio e rappresentava lunica occasione
durante lanno per consentire alla gente di Scalea e dei paesi vicini di rifornirsi di recipienti di
terracotta allora in largo uso. Gli abitanti di Scalea e dei paesi limitrofi affollavano la fiera che
animava i giorni della festa e rappresentava il motivo principale per incontrarsi.
Le cretaglie venivano trasportate via mare dalle localit di produzione, solitamente dalla Campania,
a Scalea con le imbarcazioni dette vercelle. Una volta giunte a Scalea le stesse venivano sistemate
sulla spiaggia, ove potevano essere ammirate e comperate. Ai tempi odierni, con il proliferare di
materie plastiche, la fiera delle cretaglie si riduce a qualche souvenir, mentre molto assortita la
fiera commerciale che lunica che si sostituisce anche a quella del bestiame che neanche pi si
tiene.
La festa della Madonna del Lauro viene anche denominata festa dei marinai e si tiene nei giorni
del 7 e dell8 settembre di ogni anno.
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In seguito allultimo conflitto mondiale, in occasione delle celebrazioni, una nave da guerra della
Marina Militare sostava nelle acque di Scalea, in omaggio alla Vergine.
Immancabile la processione nel corso della quale la Madonna viene portata a spalla dai marinai
per le vie di Scalea, partendo dal santuario sito appunto in Via Lauro.
La statua preceduta nel corteo dalle cinte ex
voto portate in testa dai fedeli, dalle autorit e
dalla banda musicale.
La processione giunge fino ad arrivare in
spiaggia, alla marina, ove la statua viene posta
su una barca che, seguita da altre imbarcazioni,
compie un largo giro in mare per poi tornare al
punto di partenza. Una volta il giro in mare
veniva compiuto con i caratteristici guzz' (piccole imbarcazioni utilizzate per la pesca), illuminati
dalle lampar (lampade alimentate a petrolio, anticamente usate dai marinai nelle battute di pesca
a m di illuminazione delle loro imbarcazioni) e giungeva fino al punto in cui era ancorata la nave
della Marina Militare.
Dopo aver compiuto il giro in mare, allarrivo della
statua sulla spiaggia, la banda musicale intona
note festose e inni, mentre la gente accorsa prega
in attesa di riaccompagnare la Vergine in chiesa. I
fuochi dartificio e gli spettacoli musicali chiudono
i festeggiamenti come da tradizione. In passato
non mancava la gente che, proveniente dai vicini
paesi, vestiva con caratteristici costumi di festa,
ricchi di merletti e di colore. Altri c.d. forastieri
(gente proveniente da altri paesi) giungevano alla
festa accompagnati dai suonatori di mantacetto
(organetto)che animavano le strade di Scalea, invitando il pubblico a ballare la famosa tarantella.

Tale documento il risultato della ricerca operata da Francesco Casella, presidente


dellassociazione culturale Carnem Levare".

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Bibliografia:
-

Opere,

di

Carmine

Manco

cura

di

Alfonso

Mirto,

ed.

Salviati,

- Scalea e il suo dialetto tra cultura e tradizioni, di Carmelina Stummo, ed. Salviati, 2004.

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2007;

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