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E = -k (Q*q)/2r
k = costante di proporzionalit
Q = carica del nucleo
q = carica dellelettrone
r = distanza elettrone nucleo
a) Ad una distanza infinita lelettrone ha una energia di legame nulla.
b) Il segno meno compatibile col fatto che per allontanare lelettrone dal nucleo bisogna
fornirgli energia
c) Lenergia di legame, o di estrazione, sempre pi grande quanto pi si vicini al nucleo.
d) Aumentando il numero atomico, lenergia di legame maggiore.
c =
= lunghezza donda
= frequenza
Lenergia di unonda elettromagnetica, secondo la meccanica quantistica, veicolata da particelle
prive di carica e di massa dette fotoni.
Lenergia del fotone :
E = h
h = costante di Plank
= frequenza
E = mv2
m = massa dellelettrone
v = velocit dellelettrone
A) Le interazioni tra gli elettroni avvengono generalmente tra i loro campi elettromagnetici,
raramente tra le masse.
Un elettrone agisce con quello di un altro atomo cos da scalzarlo dalla sua orbita o cedendo
tutta la sua energia o perdendo energia pari a quella di legame dellelettrone rimosso.
Si possono verificare tre evenienze:
1) Lelettrone incidente interagisce con un elettrone dellatomo facendogli cambiare orbita,
ma senza che esso venga espulso dallatomo stesso: eccitazione.
Nel caso di un atomo di gas il ritorno allo stato diseccitato avverr con emissione di una
radiazione luminosa, effetto fotoelettrico.
Nel caso di un metallo, si accompagner ad emissione di calore, radiazione infrarossa,
effetto termico.
2) Lelettrone incidente interagisce con quello di un orbita esterna mobilizzandolo,
ionizzazione, e gli cede energia sufficiente cosich anche questo pu provocare altre
ionizzazioni.
3) Lelettrone coinvolto quello del livello fondamentale K che sfugge allatomo perch
lenergia fornitagli superiore allenergia di legame del nucleo.
Il ripristino dellelettrone mancante avviene con emissione di quanti di energia luminosa,
detta: radiazione X caratteristica o di fluorescenza.
Le radiazioni caratteristiche di un elemento sono lemissione tipica di fotoni a frequenze
ben determinate ed in stretta dipendenza dalle energie di legame degli elettroni a loro
volta legate al numero atomico di quellelemento.
B) Se lelettrone si trova a passare in prossimit del nucleo, la sua traiettoria potr subire una
curvatura centripeta che ne determina una brusca decelerazione. Questa decelerazione
avviene con emissione di fotoni detti fotoni di frenamento (Bremsstrahlung).
ASSORBIMENTO DELLE RADIAZIONI CORPUSCOLATE
Il percorso di un elettrone nella materia non lineare.
Una radiazione corpuscolata viene assorbita poco in aria e di pi da mezzi pi densi.
Un elettrone con energia intorno ai 3 MeV percorre in aria circa un metro zigzagando ed oltrepassa
appena lo strato corneo della pelle.
A)
Diffusione
Il fotone eccita uno o pi elettroni; al ritorno al suo stato diseccitato latomo genera un fotone,
con la stessa energia del fotone incidente, il quale fuoriesce solo con direzione di moto
cambiata.
B)
Effetto fotoelettrico
Quando lenergia del fotone incidente inferiore a 1 MeV, se viene a collidere con un elettrone,
annichilendosi, lo libera dal guscio e gli fornisce energia cinetica.
Lenergia del fotone (E) viene trasferita allelettrone:
E = Ek + mv2
Lelettrone liberato viene detto fotoelettrone.
Dopo lespulsione di un elettrone, latomo rimane eccitato e nel ritorno allo stato diseccitato
emette fotoni di energia compatibile con il salto energetico tra orbitale e orbitale. (radiazione
caratteristica)
C)
Effetto Compton
Per energie del fotone pi elevate, prevale leffetto Compton:
Un fotone incidendo con la materia, scalza lelettrone senza annullarsi.
Il fotone conserva la sua individualit anche se emerge con energia diminuita. (minore
frequenza: E = hv)
Lelettrone rinculato detto elettrone compton.
Il Il fotone emergente detto radiazione diffusa.
D)
Creazione di coppie
Quando un fotone ha energia uguale o superiore a 1,02 MeV va a collidere col nucleo; la sua
annichilazione d luogo alla formazione di materia sotto forma di un elettrone e di un positrone.
PRODUZIONE DI FOTONI X
Un metallo colpito da elettroni ad alta energia converte solo in piccola parte questa energia in fotoni
X (circa l1%), il resto viene convertito in calore.
Lemissione fotonica X in relazione allenergia del fascio elettronico E :
X% = 7*10-7*Z*E
X = fotoni
Z = numero atomico
E = energia degli elettroni incidenti
NATURA DELLE RADIAZIONI X E LORO PRINCIPALI CARATTERISTICHE
Le radiazioni X sono onde elettromagnetiche della stessa natura della luce.
Sono caratterizzate da un campo elettrico, che si interseca a 90 con un campo magnetico e dalla
frequenza strettamente correlata alla loro energia:
E = h
h = costante di Plank
= frequenza
Un fascio di raggi X non mai monocromatico, tuttavia la maggiore intensit del fascio intorno a
1/3 dellenergia totale del fascio compresa tra lo zero ed il suo massimo. La frequenza data da:
= c/
c = velocit della luce nel vuoto
= lunghezza donda
I raggi X:
Si propagano in modo rettilineo ed difficile defletterli.
Penetrano nella materia tanto pi elevata la loro energia (frequenza).
Provocano emissione di energia sotto forma di luce.
Modificano la struttura chimica dei Sali delle emulsioni fotografiche.
Ionizzano i gas.
Esercitano sui tessuti viventi vari tipi di azione fisica e chimica che si riflettono sulla loro biologia.
LUNGHEZZA DONDA E FREQUENZA DELLE RADIAZIONI X
La lunghezza donda dei fotoni X usati in radiologia varia da 0,1 a 0,3 Amstrong.
Hanno cio frequenza elevata e perci corta lunghezza donda, per questo motivo sono cos
penetranti.
(figura)
La velocit di propagazione v delle radiazioni varia da mezzo a mezzo (nel vuoto c):
v =
= lunghezza donda
= frequenza
Ci che le onde elettromagnetiche conservano al variare del mezzo la frequenza
Sicch nei mezzi materiali, al diminuire della velocit aumenta la lunghezza donda.